Le Siciliane n. 65

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Il naufragio dei diritti

Il naufragio dei diritti Fulvio Vassallo Paleologo La distinzione tra “migranti economici” e potenziali “richiedenti asilo” appare sempre più in crisi. Sulla questione “sbarco sì, sbarco no” il paese è oramai diviso, soprattutto per il ruolo dei mezzi di informazione e dei social che ne hanno fatto terreno di propaganda politica. Nella dinamica della mobilità dei migranti, la diffusione del Covid-19 ha prodotto un cambiamento epocale che nessuno sembra percepire, se non per criminalizzare come potenziali “untori” quelle persone che comunque riescono ad attraversare il Mediterraneo. Le Ong sono state fermate prima con i processi penali, poi con i fermi amministrativi delle navi. Della Convenzione di Ginevra del 1951 non si ha notizia. Gli accordi con i paesi che non garantiscono il rispetto dei diritti umani continuano. I cadaveri che affiorano nel Mediterraneo non suscitano più emozioni. I “clandestini” pare siano gli unici responsabili del loro destino di morte. In fondo sono extracomunitari. Nel corso degli ultimi anni, attorno ai processi penali contro le Organizzazioni non governative che salvavano vite in mare, e quindi sui procedimenti che riguardavano singoli esponenti politici che si erano opposti al completamento delle operazioni di salvataggio con lo sbarco a terra, si è giocata una partita durissima. Una partita che ha diviso il paese, soprattutto per il ruolo dei mezzi di informazione e dei social che ne hanno fatto terreno di propaganda politica. In talune occasioni, i procedimenti penali contro presunti esponenti di

organizzazioni criminali sono diventati pretesto per esaltare l’efficacia, o lo scarso impatto, delle attività di contrasto di quella che si continua a definire genericamente come “immigrazione illegale”, anche se è costituita in maggior parte da persone che fuggono da guerre o da situazioni di estrema vulnerabilità nei paesi di transito. Zone dove gli Stati europei continuano a legittimare con gli accordi bilaterali governi che non sono in grado di contrastare la corruzione, le organizzazioni criminali e le diffuse violazioni dei LeSiciliane - Casablanca 9

diritti umani sul loro territorio. La distinzione tra “migranti economici” e potenziali “richiedenti asilo” appare per le predette ragioni sempre più in crisi. Ma, intanto, questa distinzione è diventata un formidabile argomento di propaganda e di interiorizzazione, senza che nessuno conceda visti umanitari ai potenziali richiedenti asilo o ricordi il blocco (da anni ormai) del decreto flussi per lavoro, l’unico canale di ingresso legale per la legge italiana. Nessuno sembra percepire il


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