Bollettino n. 12

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BOLLETTINO

cosa si muove in CasaPound Italia

DICEMBRE 2013

NUMERO

12

VERDE BIANCO ROSSO LA RISCOSSA NAZIONALE AVRA’ UN’UNICA BANDIERA, ORA PIU’ CHE MAI RIVOLUZIONARIA: IL NOSTRO TRICOLORE


CI SIAMO SUICIDATI. ORA SIAMO TORNATI.

Le banche sono fallite, l’Europa per salvarle vuo la politica ha chiesto il conto a noi, noi non ce l’ Eravamo imprenditori. Eravamo lavoratori. Eravamo disoccupati. Eravamo pensionati. Eravamo italiani.

Mentre ci lasciavate senza speranza, vi siete rub

I colpevoli sono a Montecitorio, i colpevoli sono i colpevoli hanno firmato i trattati senza mai chi Si sono presi tutto, non ci hanno lasciato via di s

Siamo tornati per dimostrare che possiamo ripre Insieme, uniti, i morti con i vivi, torneremo ad es


ole miliardi di euro, ’abbiamo fatta.

bati pure le mutande.

a Bruxelles, iedere il nostro parere. scampo.

enderci la nostra nazione. ssere un popolo sovrano.

GLI ITALIANI SUICIDATI.


14 Dicembre - Il vicepresidente di CasaPound Simone Di Stefano viene arrestato per “furto pluriaggravato” per aver simbolicamente sostituito presso la sede dell’Unione Europea la bandiera dell’UE con un tricolore. 16 Dicembre - Viene condannato, per quel gesto simbolico in primo grado a 3 mesi. Ecco le sue dichiarazioni all’uscita dal Tribunale “Il pm ha detto che quella bandiera, quella dell’UE, aveva un valore spirituale. Non mi è stato concesso di parlare, altrimenti l’avrei detto, che quella bandiera non ha assolutamente alcun valore spirituale perché rappresenta una costruzione tecnico-finanziaria che si basa sullo schiavismo dei popoli europei. Quella italiana è una bandiera intoccabile. Lo sono questa e le altre dei popoli europei perché sono intrise del sangue delle persone, degli eroi che sono morti per difendere qui colori. Quella dell’Unione Europea è solo intrisa di soldi, di denaro e forse del sangue, è quello che volevamo dire con quell’azione, di chi è morto sotto lo schiaffo dell’usura dell’Unione Europea che sta portando il paese al fallimento. L’avrei voluto dire , non mi è stata concessa la parola e lo dico adesso a voi. Invito tutti a dimostrare non solo a questa nazione ma a tutta Europa che ci sono Italiani che non si arrendono, ci sono ancora Italiani che hanno gli attributi per protestare con forza contro quello che sta succedendo oggi, lo Stato è frantumato. Se voi aveste potuto vedere quello che ho visto io in questi 2 giorni nelle caserme, nelle carceri, qual è la situazione dello Stato Italiano, poltrone rotte, materassi bucati. Lo Stato sta morendo e ci sono italiani che devono prendersi la responsabilità di tornare a far sventolare alta questa nostra bandiera. Grazie mille a tutti quanti, grazie!”



“Scioglimento delle Camere nostra rivendicazione politica” intervista a Simone Di Stefano Ha partecipato a un blitz nella sede di rappresentanza dell’Ue, in via IV novembre a Roma, con altri attivisti di Casapound. E’ salito su un balcone con una scala e ha tentato di sostituire la bandiera dell’Ue con quella dell’Italia. Simone Di Stefano, vicepresidente di Casapound, a causa di tale gesto è stato processato per direttissima in 24 ore e condannato a tre mesi di reclusione e cento euro di multa per furto pluri-aggravato. Rilasciato, avrà l’obbligo di firma. Un gesto simbolico, quello di Simone Di Stefano. Non solo per aderire al Movimento 9 dicembre, ma anche e soprattutto per dire no a Ue ed euro. Le ragioni in questa intervista che gentilmente Di Stefano ha rilasciato in esclusiva per Qelsi Simone Di Stefano, flagranza di reato o no, raramente in Italia si è condannati così velocemente per direttissima. A distanza di 24 ore è arrivata la condanna a tre mesi, te lo aspettavi? Mi aspettavo una denuncia, sapevamo a cosa andavamo incontro. Ma in 24 ore essere condannato per furto per una bandiera rubata, che poi tale non è perché è stata subito restituita, sembra un po’ eccessivo. Anche il giudice ha voluto e dovuto caricare un po’ sul valore simbolico del vessillo, d’altra parte nessuno ruberebbe una bandiera da 2 euro. Ma se di simbolo si tratta, per noi è solo simbolo di una tecnocrazia finanziaria. Gli unici simboli cui crediamo sono le bandiere nazionali. Pensi che questo trattamento possa diventare un boomerang, ovvero incrementare consensi nei tuoi confronti e nei confronti di Casapound da parte dell’opinione pubblica? In realtà credo che, se avessero voluto, avrebbero potuto trovare mille cavilli per arrivare a una condanna ben più seria. Il furto di qualcosa privo di valore alla fine è la solita sentenza all’italiana. Avrebbero potuto caricare ulteriormente, ipotizzare un vilipendio all’istituzione europea o qualcosa di simile, ma non l’hanno fatto. Senza dubbio però ha avuto risonanza mediatica. Io e i miei abbiamo agito nell’ambito della manifestazione del 9 dicembre, facendo ciò che andava fatto per criticare l’Ue e sensibilizzare sull’uscita dell’euro. Siamo stufi degli Alemanno che si mettono le spillette anti-euro quando noi facciamo da anni certi discorsi e a differenza loro non abbiamo mai sostenuto alcun governo tecnocratico voluto dall’Ue.

Gad Lerner ha pubblicato un articolo dal titolo “Che vergogna il fascista che toglie la bandiera europea”… Quella di Gad Lerner è una grossa sciocchezza, perché noi innazitutto siamo europei che abbiamo ammainato la bandiera dell’Ue, un’entità sovranazionale che consideriamo opprimente. Abbiamo fatto ciò che avrebbe potuto fare chiunque: un greco, un francesce, magari un tedesco ancora no. Io mi sento europeo e rivendico la mia appartenenza all’Europa, ma questa Ue ci sta uccidendo uno dopo l’altro: dopo i Paesi del sud toccherà alla Francia, poi arriverà anche il momento della Germania, perché il vero obiettivo è la cancellazione degli Stati nazionali. Qual è l’idea di Europa di Casapound? Sembra una retorica abusata, quella dello slogan “Europa dei popoli, non Europa delle banche”. Ma è la nostra vera idea di Europa. Un’Europa che possa salvaguardare innanzitutto le identità nazionali e la sovranità economica e monetaria. Va bene anche la moneta unica, purché non sia gestita da un’unica banca centrale di proprietà privata. Il vostro motto è “Alcuni italiani non si arrendono”. Alla crisi o all’Ue? Ci sono varie vicende che rappresentano un pericoloso indice di una decadenza dell’Italia e degli italiani cui noi non ci vogliamo rassegnare. Gli esempi sono molteplici: dai Marò alla svendita dei gioielli del made in Italy. Vogliamo far capire che il popolo italiano può ancora far la voce grossa in Europa. C’è troppo lassismo, frutto anche della convinzione di vivere in un’Italia ormai alla fine. Invece no. Il popolo italiano è ancora un grande popolo, l’Italia è nata con sacrifici e atti di eroismo. Per questo alcuni italiani, come noi, non si vogliono né si devono arrendere. Perché Casapound ha deciso di aderire al Movimento 9 dicembre? La nostra adesione è avvenuta ancor prima del 9 dicembre, attraverso una comunicazione, visto che i comunicati non erano ammessi, con cui abbiamo fatto sapere che senza simboli e sotto il tricolore eravamo disposti ad aderire per garantire il funzionamento della manifestazione in tutta Italia, per il 9 dicembre e i giorni successivi. Purtroppo gli organizzatori si sono divisi e hanno trovato il pretesto della manifestazione di Roma per litigare e


accusarsi a vicenda, ma questo ovviamente non è colpa di Casapound. Ritengo che l’iniziativa abbia attirato le simpatie del popolo, anche se oggi vede la frantumazione dei vertici. Sarete quindi a Roma mercoledì? Ci saremo, senza i nostri simboli anche se saremo individuabili. Saremo allegri, gioiosi, determinati, dimostreremo che sappiamo stare in piazza. Ritengo anzi che Casapound sia una garanzia che non succederà nulla di sbagliato e la protesta non sfocerà nella violenza. Una dimostrazione l’abbiamo già data, avendo saputo tenere le piazze ferme nonostante la presenza di cittadini davvero esacerbati. L’importante è che si arrivi a una rivendicazione politica. Quale rivendicazione? Per quel che ci riguarda, bisogna arrivare allo scioglimento delle Camere e alle elezioni anticipate con la legge elettorale del ’93. Questo parlamento è totalmente delegittimato, non lo dice solo la Corte Costituzionale, ma anche il fatto che i due leader che avevano convinto gli elettori a votare per le due principali coalizioni, Bersani e Berlusconi, oggi non ci sono più. E che la maggioranza a sostegno del governo è tenuta in piedi da un partito, quello di Alfano, nato in parlamento senza misurarsi con il consenso popolare. Alla luce di quello che sta succedendo all’interno del variegato movimento del 9 dicembre, Casapound oggi ridarebbe l’appoggio? Noi siamo e saremmo ancora disposti ad aderire alla causa, purtroppo nonostante la “chiamata alle armi”, avvenuta perlopiù grazie a internet, è mancato un accordo di massima tra gli organizzatori. Pur riuscendo a coinvolgere una massa di persone, non sono riusciti a trovare una proposta di rivendicazione politica entro le prime 24 ore. Ecco perché l’iniziativa sta andando a morire. Una proposta entro le prime 24 ore, ad esempio la richiesta di scioglimento della Camere? Sarebbe stato importante, anche per convincere ad esempio Grillo a far ritirare in massa i suoi parlamentari. Con un buco di 150 poltrone vuote, persino Napolitano si sarebbe convinto a sciogliere le Camere. Ma evidentemente a Grillo, che pure ha parzialmente cavalcato la protesta strumentalizzando addirittura le forze dell’ordine, comincia a piacere l’idea di far stare i suoi in parlamento. Ma io sono convinto che se entro poco tempo non cambiano la legge elettorale per poter tornare alle urne, qualcosa accadrà ancora. QELSI.IT








CHI CI PE

LUCCH

Finanziamenti al campo nomadi: CasaPound porta in piazza la pro Lucca, 01 dicembre - Circa settanta persone hanno preso parte ziativa per dire no ai finanziamenti al campo nomadi e alla realiz le politiche dell’amministrazione Tambellini e per chiedere priorit

“CasaPound Italia è l’unica formazione politica che ha avuto la f bile dell’associazione - per contestare le assurde politiche di questa visto la partecipazione di molti cittadini e che ha incontrato un c scandalose le scelte delle giunta Tambellini sono la stragrande nifestazione ne è la conferma.”

“Se ciò che è stato detto circa i finanziamenti per la costruzione mato e portato avanti dall’amministrazione comunale - prosegue te. Faremo tutto ciò che sarà nelle nostre possibilità per scongiurare settimana e per circa due mesi, saremo presenti sul territorio co e per dare sostegno a chi ritiene che il Comune stia pensando a tutti


ENSA AI

HESI?

otesta. ieri al presidio di CasaPound Italia in piazza San Frediano. Un’inizzazione della case in legno in via delle tagliate, per contestare rità per i lucchesi.

forza di scendere in piazza - dichiara Fabio Barsanti, responsaquesta giunta. Il presidio di ieri è stato un atto doveroso, che ha continuo consenso da parte dei passanti. I lucchesi che ritengono stragrande maggioranza e l’approvazione che ha incontrato la nostra ma-

ne delle case in legno al campo di via delle Tagliate verrà confersegue Barsanti - noi siamo pronti a dare battaglia in modo incessanngiurare un’assurdità del genere e, già a partire dal prossimo fine omunale con i nostri gazebo per ascoltare i problemi dei cittadini tutti tranne che a noi, abitanti e lavoratori di Lucca”.





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X L’OCCUPAZIONE ROMANA ‘CASAPOUND’, IN VIA NAPOLEONE iii N. 8 COMPIE 10 ANNI. LUNGA VITA AI SOGNI!

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Simone Di Stefano | Vicepresidente di CasaPound Italia


“Quella italiana è una bandiera intoccabile” *


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