Come questa pietra è il mio pianto Una memoria sul Parco della Rimembranza di Lucca
Il Parco ieri
Il Parco della Rimembranza di Lucca sorge a Piazzale Verdi, dove venne inaugurato nel 1924 e definitivamente completato nel 1928, a ricordo dei caduti lucchesi nella Prima guerra mondiale. La genesi del Parco si caratterizzò per la forte spinta popolare al progetto e per la sicura determinazione sia del luogo che degli elementi – dal forte valore simbolico – che dovevano comporlo. Sulla volontà popolare: il Parco di Piazzale Verdi è stato fortemente voluto dalla cittadinanza, che pretese di affiancarlo al Parco omonimo che doveva sorgere a Mutigliano, e che fu inaugurato lo stesso giorno. La partecipazione cittadina si sostanziò ulteriormente nella sottoscrizione popolare, che rese possibile la realizzazione del Parco. Anche le maestranze lavorarono gratuitamente, guidate dallo scultore Francesco Petroni e la pietra del faro monumentale fu infine donata dal Conte Barsotti. Il Parco della Rimembranza pertanto rappresentò lo sforzo collettivo della città, per rendere omaggio a chi aveva donato la propria vita, il proprio fiore più bello, per il futuro di Lucca e dell’Italia. I figli di alcuni diventavano cosi i padri di tutti, i Padri della Patria. Sul luogo: la scelta della posizione non fu casuale; era una zona di cui da tempo si dibatteva il riassetto, che era divenuta strategica dopo l’apertura di Porta Sant’Anna nel 1911, diventata il principale asse di penetrazione nel centro storico. Dalla Porta si irradiavano due direttrici della viabilità
cittadina, una delle quali era l’antico decumano. In perfetta armonia con il luogo, il Parco venne ideato come composto da aiuole, attraversate dalle vie di accesso alla città che confluivano nelle direttrici. La nascita del Parco della Rimembranza nella posizione di accesso alla città, dava il senso dell’importanza che Lucca aggiudicava al ricordo dei propri caduti. Era il biglietto da visita della città. Sulla struttura: il Parco venne ideato e realizzato come un unicum costituito dai lecci, dal faro monumentale e dall’ara su cui poggia una pietra del Carso. I lecci furono piantati “uno per ogni morto”, come ispirato dal Governo e su ognuno di essi venne messa una targhetta con il nome di un caduto. Gli alberi, sempre verdi, come il ricordo, rappresentano la reincarnazione dei caduti, che dalla terra della trincea dove morirono, vennero radicati nuovamente nella terra natia attraverso i lecci. Il faro monumentale, posto al centro del Parco, presenta un vetro tricolore dove passava la luce. Simboleggia la luce imperitura della Patria, che origina dal sacrificio e dall’esempio dei caduti che riposano nel Parco. La pietra del Carso è la testimone della Grande guerra, della vita e della morte nei campi di battaglia, e della vittoria. Posta a guardia del Parco, continua a vegliare le sorti silenti dei morti di allora, che rivivono nei lecci. Poggiato sopra un’ara ornata da manufatti in ferro, il masso viene sublimato a reliquia della Guerra.
Il Parco oggi
Dopo decenni di abbandono e degrado, il Parco della Rimembranza è diventato una zona grigia della città lasciata nell’oblio. Le poche visite che riceve sono quelle degli studenti, i quali lo attraversano come un limbo per raggiungere le fermate degli autobus, che circondano il Parco stringendolo in una morsa di inquinamento chimico e acustico. Il Parco è stato così sottratto alla vita cittadina, un fuoco lasciato spegnere perché si è smesso di mettervi il legno del ricordo. Emblematico è stato lo spoglio delle cerimonie della Vittoria il 4 novembre, che le Istituzioni hanno smesso di celebrare al Parco scegliendo il monumento di Piazza XX Settembre, o addirittura luoghi senza alcuna connessione con l’evento bellico. Altrettanto significativa è stata la mancanza di manutenzione ordinaria del Parco, dalla pulizia alla cura dei monumenti lapidei, alla ristrutturazione complessiva, che ha portato al crollo di parte del Monumento nel dicembre 2012. L’abbandono è stato interrotto solo da CasaPound Italia nel luglio 2011, con una ripulitura integrale del Parco. Totalmente assente è stata negli anni anche la purché minima informazione alla cittadinanza, su natura e significato del Monumento, pure se tutelato da numerose leggi e considerato Bene culturale e Bene paesaggistico (cfr. Legge 559/1926, Legge 78/2001, D. lgs. 42/2004 art. 10, Codice dei beni culturali e del paesaggio art. 136). All’apice di questo atteggiamento omissivo è sorto
il progetto di manipolazione del Parco, contenuto del progetto PIUSS, che inizialmente ne prevedeva lo spostamento integrale in favore di un’arena musicale, e che adesso ne postula la mutilazione e l’occultamento, in modo del tutto contrario alla storia nonché all’armonia architettonica ed urbanistica creata negli anni ’20 e ancora oggi funzionale. Il primo progetto non ha avuto l’avvallo sella Sovrintendenza ai Beni Culturali di Lucca, per le evidenti carenze tecniche e per le violazioni di legge che comportava l’alterazione del Parco. I progetti suddetti sono stati proposti da due Giunte differenti, accomunate dalla volontà negatrice del Parco della Rimembranza, nascosta sotto una glassa di retorica patriottarda. Gli elaborati difatti violano apertamente il dovere del ricordo, nonché “il valore storico e culturale delle vestigia della Prima guerra mondiale” (l. 78/2001 art. 1), nascosti dietro ad una dichiarata e retorica volontà di ‘tutela’ del Parco, annunciata nello stesso momento in cui ne viene decretata la mutilazione. Il Parco della Rimembranza vive infatti una sorte paradossale, negato nei fatti e celebrato a parole. Così è umiliato maggiormente il ricordo dei caduti, che viene fintamente esaltato*.
Critiche L’intangibilità del Parco: incontestabile è il fatto che il Parco della Rimembranza di Piazzale Verdi sia un unico Monumento costituito dai lecci, dal faro monumentale e dall’ara su cui poggia la pietra del Carso. Qualunque progetto di riqualifica del Parco, pertanto, non può prevedere l’alterazione di alcuno di questi elementi, intrinsecamente legati alla natura e allo scopo del Parco stesso, come in premessa descritto. Se il precedente progetto prevedeva la totale asportazione degli elementi fondanti del Monumento, l’attuale progetto tuttavia prevede una sostanziale alterazione dello stesso, in particolare attraverso l’abbattimento di buona parte degli alberi ora presenti. I lecci, rappresentando proprio i caduti in Guerra, devono essere invece considerati ‘sacri’: abbatterli significa uccidere per la seconda volta – e questa volta per sempre – i soldati lucchesi morti in battaglia. Tale sacralità deve rappresentare la stella polare che guidi l’Amministrazione nelle proprie valutazioni sul Parco della Rimembranza, a prescindere dal presunto cattivo stato di salute di alcuni alberi. L’assetto urbanistico: il nuovo progetto di riqualificazione di Piazzale Verdi incrina l’equilibrio urbanistico definito negli anni ’20. Come già indicato, il Parco si armonizza perfettamente con il decumano antico e nuovo, facendosi attraversare dagli accessi della Porta Sant’Anna, che in Via San Paolino e in Via Vittorio Emanuele confluiscono. Il progetto, con la previsione di un’ellisse circondata da una siepe, spezza invece questo equilibrio, creando una frattura sia fisica che visiva, la quale inficia inoltre lo scopo dell’apertura di Porta Sant’Anna. Questa difatti funge da accesso al centro storico dalla parte dell’omonimo quartiere, il più popoloso della città. Tale accesso si troverebbe pertanto chiuso e interrotto dalla siepe, un muro verde alto quattro metri,
Lo stato attuale di Piazzale Verdi
che rende inutile la funzione della Porta di raccordo fra interno ed esterno. Il progetto non rispetta pertanto alcun canone di funzionalità né di coerenza urbanistica, non migliorando l’attuale sistemazione della zona, ma anzi peggiorandola e contraddicendo la vocazione funzionale – e logica – di Piazzale Verdi. La previsione dell’ellisse poi, sull’orma lasciata dal precedente progetto bocciato dalla Sovrintendenza, rappresenta un assurdo storico e urbanistico. Stando alla motivazione della relazione illustrativa del Comune, si vorrebbe favorire “il recupero del ruolo di spazio di aggregazione e di svago che l’area ha continuato a detenere fino agli inizi del secolo scorso”. Il riferimento però è ad una realtà vissuta dalla zona ovest del centro storico prima ancora della nascita di Piazzale Verdi e dell’apertura di Porta Sant’Anna, quando si presentava come un angolo marginale della città chiuso dalla cortina muraria. Il richiamo dell’ovale all’anfiteatro mobile del Nottolini del ‘700, quindi, è figlio di una ricostruzione errata e strumentale, non rispettosa del percorso storico e della vocazione attuale della zona di Piazzale Verdi. Il Parco della Rimembranza non può diventare un parco dei divertimenti, ma deve essere recuperato nella sua precipua struttura urbanistica e valenza storica e spirituale. La carenza informativa: una critica durissima che deve essere portata a questa Amministrazione riguarda la volontaria mancanza di chiarezza rispetto al progetto che viene portato avanti, in particolare rispetto alla motivazione, all’iter amministrativo e ai costi. Nel Consiglio comunale del 6.11.2012 il Sindaco ha presentato solo un disegno della futura sistemazione del Parco, non sapendo indicare neppure una cifra approssimativa per la sua realizzazione, ma comunque
Il primo progetto
sancendo la indisponibilità di ritrattazione dello stesso. Eppure, solo tre giorni prima, lo stesso Sindaco aveva assicurato alle Associazioni che ogni decisione era ancora sindacabile, e che sarebbe comunque passata attraverso il Consiglio comunale (incontro del 3.11.2012). Anche l’incontro del 26.11.2012, davanti alla Presidenza del Coniglio comunale, si è svolto nella più totale assenza di informazioni. Lo stesso Presidente non era a conoscenza né dell’iter seguito dal progetto, né di ogni altro dettaglio utile alla discussione, mentre le Associazioni erano in possesso di un mero bozzetto ottenuto in via informale. -motivazione e funzione: depurato il progetto dalla propaganda, non emerge quale sia la sua effettiva motivazione e la funzione che il riassetto di Piazzale Verdi dovrebbe avere. La tutela del Parco non è, come dimostrato, la motivazione del progetto, ma piuttosto la foglia di fico che copre la vergogna dello stesso. Rimane pertanto oscura la funzione che dovrebbe avere l’anello ellittico che andrebbe ad occupare tutto il Piazzale Verdi, circondato da piante di alloro in vaso dell’altezza di quattro metri. Una recinzione che occulterebbe il faro monumentale e l’ara, e contribuirebbe ad escludere il Parco dalla vita cittadina, creando un probabile problema di sicurezza dello stesso. Come già indicato, poi, si crea una frattura fra esterno ed interno del centro storico, che non trova alcun tipo di ragione**. -l’iter amministrativo: nonostante il progetto attuale sia radicalmente ‘altro’ rispetto a quello discusso durante l’Amministrazione Favilla, pare comunque aver usufruito dell’iter percorso dal precedente, eludendo così la serie di vagli politici, amministrativi e democratici che avrebbe al contrario dovuto superare. Il nuovo progetto appare come un lungo treno, a cui sono stati cambiati tutti i vagoni, attaccati però alla medesima motrice del precedente. In una specie di staffetta, il nuovo e diverso riassetto ha raccolto il testimone dell’altro, partendo da dove questo si era fer-
mato: il vaglio della Sovrintendenza. Il progetto attuale non ha subito quindi né un passaggio in Consiglio comunale, né in Giunta, nonostante sia cambiata la funzionalità del nuovo assetto che si vorrebbe dare a Piazzale Verdi e variati i costi dello stesso. CasaPound Italia auspica invece un ritorno del progetto nelle sedi di verifica e controllo, in modo da garantire la trasparenza dell’iter, il confronto e la discussione sull’opportunità del progetto e la partecipazione popolare, la stessa che ha creato il Parco e lo sta difendendo in questi anni. -costi: il progetto precedente per il Parco prevedeva un costo di 5.300.000 euro, dei quali solo una parte era finanziata dal progetto PIUSS, mentre 2.150.000 euro erano a carico dell’ente comunale. I costi dell’attuale progetto, invece, non sono ancora stati quantificati dall’Amministrazione, che attraverso il suo Sindaco ha affermato solamente che costerà “molto meno” (Cons. com. 6.11.2012). È gravissimo che la gestione di soldi pubblici sia agganciata ad un parametro non oggettivo, che viva nell’incertezza e nell’approssimazione, e che il costo venga quantificato nell’ultima fase dell’iter amministrativo quando invece ne dovrebbe costituire il passaggio preliminare . Questa indifferenza del Comune riflette quella generale della classe politica nei confronti dei propri cittadini, ed è tanto più insopportabile nell’epoca di pesante crisi economica che vive il Paese, la quale anche a Lucca miete quotidianamente le sue vittime in termini di povertà assoluta e relativa, chiusura di attività commerciali, emergenza abitativa, depauperamento generale. L’ente pubblico ha il dovere di razionalizzare al massimo le voci di spesa, per far fronte agli impegni ineludibili che gli competono e che sono sempre più messi a rischio dalle ristrettezze dei fondi a disposizione delle casse comunali. In tale contesto il progetto di manipolazione del Parco della Rimembranza si erge pertanto come massimo esempio negativo: milioni di euro, di soldi pubblici, vengono spesi per un progetto non voluto dai cittadini,
Il progetto attuale che prevede il taglio di 60 alberi e il posizionamento di una siepe di alloro alta 4 metri
2000
I cittadini che hanno firmato per chiedere la tutela del Parco
12
Le Associazioni che si battono contro il progetto
8
I Consiglieri che hanno richiesto un Consiglio comunale aperto
5milioni
Il costo in euro del precedente progetto comunale
2milioni
Il costo per le casse comunali del precedente progetto
?
Il costo dell’attuale progetto di modifica
60
I lecci che verranno abbattuti
150
Le persone che hanno sfilato con CasaPound Italia
che non li rispetta, come non rispetta il valore del ricordo dei caduti né l’assetto e la logica urbanistica. Il mancato rispetto della volontà popolare: i vari progetti di modifica del Parco della Rimembranza si caratterizzano per frustrare massimamente la volontà popolare, perché non solo contraddicono quanto voluto dai cittadini lucchesi negli anni ’20, quando è stato creato il Parco, ma non rispettano nemmeno quanto espresso dei lucchesi di oggi, che hanno manifestato a più riprese il loro dissenso alla mutilazione del Monumento. Si è già dato atto del grande sforzo di tutta la città per creare il Parco, che rappresenta un fulgido esempio di solidarietà comunitaria, che abbraccia i vivi e i morti che in tale comunità camminano fianco a fianco. Idealmente la fiamma di tale solidarietà è stata raccolta oggi dalle molte associazioni cittadine che stanno protestando contro la manipolazione del Parco, ma non solo. Accanto alle associazioni ci sono infatti gli oltre duemila firmatari della petizione per chiedere la tutela del Monumento, e le centinaia di persone che hanno manifestato in centro storico con CasaPound Italia il 12 novembre 2011, per rendere ancor più tangibile il dissenso verso qualsiasi forma di manomissione del Parco. A fronte di questa notevole partecipazione popolare, l’Amministrazione Favilla ha risposto flebilmente arrestandosi solamente davanti al niet della Sovrintendenza al proprio progetto. L’Amministrazione Tambellini, che sta proseguendo sullo stesso binario della precedente, ha invece imbastito un finto teatro democratico in cui far sfogare le pretese dei cittadini, ma dove il copione resta scritto dal Comune. Ci riferiamo alle varie riunioni e appuntamenti che si stanno sommando sull’argomento, e che non paiono avere altro scopo se non quello di disinnescare, nel modo più silenzioso possibile, il dissenso popolare. I primi appuntamenti con il Sindaco, la ri-
unione della associazioni davanti al Presidenza del Consiglio comunale, l’adunata davanti alle Commissioni congiunte di Lavori pubblici e Urbanistica, è parsa un paravento che però non è riuscito a coprire la contraddittorietà delle argomentazioni dell’Amministrazione e la sua volontà di aggirare le richieste dei cittadini. In tutte queste riunioni, dall’animo dilatorio, sono state date versioni discordanti sia sul progetto, che sull’iter seguito e ancora da seguire, affermando e poi negando la possibilità di intervenire ancora per modificare il progetto. L’ultima riunione davanti alle Commissioni poi, ha avuto impulso dalla richiesta di Consiglio comunale straordinario e aperto fatta da otto Consiglieri. L’incredibile rifiuto della richiesta, ha evidenziato come la riunione mirasse ad evitare che le Associazioni possano parlare in Consiglio, lasciandole intervenire in ambiti meno pubblicizzati. Nel già citato Consiglio comunale del 6.11.2012, il Sindaco si lamentava che in Italia, a differenza della Germania, le “cose che non si possono fare”, prima o poi si trova il modo di farle. Esattamente come sta avvenendo per il Parco della Rimembranza di Lucca.
Proposte I morti fanno parte della comunità al pari dei vivi e gli eroi vivono nel ricordo, il loro sacrificio ha senso solo se ricordato e vissuto come esempio. Pertanto nessun progetto deve alterare la struttura essenziale e simbolica del Parco, comprensiva di lecci, faro monumentale e ara sormontata dalla pietra del Carso. Il Parco della Rimembranza deve essere strappato dai decenni di oblio, ma non per essere mutilato. Deve essere invece rilanciato nel tessuto cittadino e nel suo ruolo esemplare, sfruttando l’onda positiva che necessariamente ricadrà su Piazzale Verdi grazie all’allontanamento della stazione degli autobus e alla riqualificazione generale della parte ovest della città sotto il progetto PIUSS. Il vero recupero del Parco passa attraverso un restauro conservativo ed una rivalutazione sotto il profilo culturale e funzionale. Restauro conservativo: è l’intervento proprio della tutela di un Bene culturale quale il Parco della Rimembranza di Lucca è. Il restauro deve intervenire sulle parti lapidee del Monumento, rendere nuovamente funzionante il faro, riqualificare il prato delle aiuole, curare gli alberi e ripristinare i nomi dei caduti sugli stessi. Si avrà così il giusto salvataggio del Monumento, senza pagare gli esorbitanti costi che comporterà il progetto comunale. Rivalutazione culturale: può passare attraverso un percorso informativo della storia e della funzione dello stesso, che lo valorizzi anche come Bene storico e culturale. Il Parco della Rimembranza è infatti crocevia simbolico di momenti epocali e di generazioni, di scelte comunitarie e solidarietà cittadina, storia nazionale e storia lucchese. Mai come in questo momento si ha poi la necessità di un movimento ‘verso l’alto’, verso l’eroico, l’esempio, l’abnegazione e contro il culto della mediocrità e dell’informe. I lucchesi morti in Guerra devono essere conosciuti per nome dai lucchesi di oggi, e attraverso di loro deve essere interiorizzata l’epopea bellica che ha impregnato e fecondato la terra italiana.
Bisogna poi definitivamente liberare il Parco dalla morsa dei Vermilinguo, affinché la morte esemplare dei caduti non sia annegata in un mare di retorica patriottarda, che falsifica, strumentalizza e in realtà tradisce l’amore di Patria. Rivalutazione funzionale: il Parco della Rimembranza deve tornare ad essere teatro delle celebrazioni del 4 novembre, data a cui è possibile affiancarne altre, in modo da costituire un calendario che veicoli le tematiche storico-culturali (e cultuali) lungo tutto l’anno. Oltre alle date celebrative, il Parco sarà restituito alla quotidianità della città grazie al restauro, alla rivalutazione culturale e allo spostamento della stazione degli autobus, che strapperanno il velo di nebbia che adesso lo avvolge. L’Amministrazione comunale avrebbe dovuto intervenire sul Parco della Rimembranza in occasione del centocinquantenario dell’Unità italiana. Ciò sarebbe stato coerente con la celebrazione del percorso nazionale, ed in particolare di un momento fondante come la Prima guerra mondiale. Se certa cassa di risonanza è andata perduta con la fine dell’anno passato, tuttavia lo spirito nazionale resta immutato e rende doveroso l’intervento auspicato. Lucca, 7 gennaio 2013
* Il Sindaco, nella seduta del Consiglio so una cortina muraria chiusa, come un comunale del 6.11.2012, ha dichiarato la volontà di tornare a commemorare il 4 novembre al Parco e di ripristinare i nomi dei caduti sugli alberi, “se verranno trovati”. Ma nessuno ha impedito all’Amministrazione comunale, anche quest’anno, di celebrare il 4 novembre al Parco della Rimembranza: CasaPound Italia lo ha fatto, ripulendolo inoltre dalla immondizia presente. Sempre CasaPound Italia, dopo il corteo del 12.11.2011 in difesa del Parco, aveva ripristinato i nomi dei caduti, che quindi sono già stati ‘trovati’, e vengono allegati a questo documento, già che sono stati rimossi dagli alberi da mano ignota. Questa finta celebrazione retorica del Parco, è stata rimarcata e svelata dal crollo di parte del faro monumentale, il quale mentre veniva nei fatti ignorato e calpestato, si è lasciato morire condannando moralmente tutti i congiurati che lo hanno colpito.
** La debolezza della motivazione del progetto, è testimoniata anche dalle giustificazioni secondarie di varia natura, fantasia e colore che si trascinano stancamente da una Giunta all’altra, suggerite dall’Ufficio tecnico del Comune. Vale la pena di ricordare alcuni esempi, perché evidenziano l’approssimazione con cui è stato studiato l’assetto urbanistico originario di Piazzale Verdi. Ciò palesa come la volontà di negazione del Parco prescinda da ogni considerazione di carattere storico-culturale-urbanistico-commemorativo, ma affondi in un terreno meno puro e più putrido. Nel Consiglio comunale del 17.10.2011, per esempio, l’Ufficio tecnico sostenne addirittura che il Parco della Rimembranza (del 1924-28) era stato creato prima dell’apertura di Porta Sant’Anna (del 1911), e pertanto già violato dalle strade costruite di accesso alla città, che avrebbero tranciato il Parco. Asportare il Monumento avrebbe quindi ricreato l’armonia in una zona in cui incidevano, inconciliabili, Parco e Porta. Secondo questa surreale ricostruzione, il Parco era originariamente rivolto ver-
occhio fisso su di un vicolo cieco: non un Monumento all’ingresso del centro storico ma un’appendice architettonica per tappare un vuoto urbanistico superfluo. Sempre in quel Consiglio comunale, e sempre dall’Ufficio tecnico, è stato detto che il Parco è in Piazzale Verdi ‘per caso’, perché in realtà doveva essere fatto in Piazza Grande al posto della statua di “Elisa Baciocchi”. Ma in realtà il Parco è stato fortemente voluto là dove si trova, all’ingresso del centro storico (e la statua in Piazza Grande, ça va sans dire, non rappresenta la Semiramide del Serchio, ma Maria Luisa di Borbone). Nel Consiglio comunale del 6.11.2012 è stato ripetuto che il Parco della Rimembranza è già stato modificato nel 1983 dalla realizzazione della stazione degli autobus. Questa circostanza dovrebbe giustificare quindi qualsiasi manomissione, perché la zona – e quindi ogni zona di Lucca – toccata una volta, può essere toccata per sempre. Sulla stessa linea di non senso si muove la considerazione, espressa sempre in sede consiliare, per cui in Piazzale Verdi si esercitava, in epoca da identificare, la professione più antica del mondo. L’Amministrazione non riesce a ricordare i morti in battaglia che ha davanti, rappresentati da terra, alberi e pietra, ma pare ricordare benissimo le prostitute invisibili dei decenni passati.
I LECCI I lecci sono alberi sempre verdi e rappresentano i fanti, che dalla terra della trincea dove sono morti, vengono simbolicamente radicati nella terra natia.
IL FARO MONUMENTALE Il ‘Faro monumentale’ è l’opera totemica di Francesco Petroni. E‘ realizzato con pietra di Matraia. La vita data in sacrificio dai soldati illumina metaforicamente l’Italia, che a sua volta ne irradia il ricordo.
L’ARA E IL MASSO Il masso del Carso fu sistemato a fianco del lato del Faro recante l’epigrafe dedicatoria, in modo che fosse sempre visibile. Il basamento dove è posto è sempre opera di Petroni. Tutte le parti in bronzo, fra cui corone di alloro e gladi, furono invece realizzate da Antonio Rosi, studente della Scuola industriale lucchese.
Elenco Caduti lucchesi Prima guerra mondiale Andreoni Pietro, nato a Lucca il 21 settembre 1897, morto in ospedale da campo il 23 febbraio 1918
Barsotti Pietro, nato a Lucca il 13 novembre 1892, morto ad Oslavia il 30 novembre 1915
Andreozzi Giulio, nato a Lucca il 23 febbraio 1897, morto in Francia il 18 aprile 1919
Battistelli Luigi, nato a Lucca il 21 gennaio 1892, morto sull’Isonzo il 17 agosto 1915
Andreuccetti Renato, nato a Lucca il 26 dicembre 1894, morto a Gallarate il 6 ottobre 1918
Bedini Albino, nato a Lucca il 4 novembre 1893, morto in ospedale da campo il 26 novembre 1918
Angeli Enrico, nato a Lucca l’11 settembre 1890, morto sull’Isonzo il 18 agosto 1916
Benatti Bruno, nato a Lucca il 17 ottobre 1892, morto a Tolmino il 1 agosto 1915
Angeli Giovanni, nato a Lucca il 1 ottobre 1883, morto a Lucca il 15 gennaio 1920
Benedetti Enrico, nato a Lucca il 12 gennaio 1895, morto sul Carso il 20 novembre 1916
Angeli Giuseppe, nato a Lucca il 22 novembre 1885, morto in prigionia il 27 ottobre 1918
Camici Giovanni, nato a Lucca il 14 settembre 1899, morto ad Asiago il 6 dicembre 1917
Angelini Zeffiro, nato a Lucca il 5 giugno 1886, morto in ospedale da campo il 23 maggio 1916
Cappellari Della Colomba Adolfo, nato a Lucca il 27 ottobre 1895, morto in Val Padola il 6 settembre 1915
Angeloni Giuseppe, nato a Lucca il 30 agosto 1897, morto in ospedale da campo l’11 ottobre 1917
Cardella Angelo, nato a Lucca il 1 settembre 1886, morto ad Asiago il 16 novembre 1917
Angeloni Ulisse, nato a Lucca il 1 marzo 1897, morto sul Piave il 25 ottobre 1917
Cardini Angiolo, nato a Lucca l’8 giugno 1890, morto a Udine il 27 agosto 1915
Arienti Leo, nato a Lucca il 22 agosto 1897, morto a Lucca il 14 giugno 1917
Carmassi Gino, nato a Lucca il 18 settembre 1897, morto sull’Isonzo il 23 maggio 1917
Baldocchi Modesto, nato a Lucca il 31 marzo 1899, morto sul Piave il 18 giugno 1918
Checchi Leonello, nato a Lucca il 26 maggio 1883, morto sul Carso 24 maggio 1917
Bandoni Ermando, nato a Lucca il 29 gennaio 1895, morto in prigionia il 21 marzo 1918
Chiavacci Guido, nato a Lucca il 4 aprile 1896, morto a Cologna Veneta il 19 marzo 1918
Barbieri Pietro, nato in Brasile il 28 settembre 1898 abitante a Lucca, morto il 6 ottobre 1918
Cortopassi Mario, nato a Lucca il 25 novembre 1894, morto sul Carso 22 ottobre 1915
Bargiacchi Carlo, nato a Lucca il 5 settembre 1893, morto sul Podgora il 2 novembre 1915
Danelli Aurelio, nato a Lucca il 5 giugno 1897, morto in prigionia il 25 settembre 1918
Barsali Raffaello, nato a Lucca il 2 ottobre 1886, morto a Mantova il 9 dicembre 1917
Della Santa Ugo, nato a Lucca il 5 novembre 1897, morto in ospedale da campo il 17 ottobre 1918
Barsotti Elia, nato a Lucca il 9 settembre 1880, morto a Lucca il 19 luglio 1917
Domenici Giovanni, nato a Lucca il 18 giugno 1894, morto sul Carso il 28 ottobre 1915
Equaresi Galliano, nato a Lucca il 15 marzo 1900, morto a Bologna il 10 gennaio 1919
Lenzi Giulio, nato a Lucca il 21 luglio 1892, morto sul Vodice il 16 maggio 1917
Evangeliti Rinaldo, nato a Lucca il 15 luglio 1892, morto in ospedale da campo il 15 dicembre 1918
Lippi Pietro, nato a Lucca il 29 giugno 1893, morto in ospedale da campo il 18 novembre 1918
Fabbri Carlo, nato a Lucca il 6 dicembre 1880, morto in ospedale da campo il 18 gennaio 1916
Lucchesi Guido, nato a Lucca il 9 giugno 1885, morto a Lucca il 31 gennaio 1919
Fabioli Niccolino, nato a Lucca il 6 dicembre 1898, morto in ospedale da campo il 7 settembre 1917
Lucchesi Lorenzo, nato a Lucca il 9 maggio 1899, morto in ospedale da campo il 21 maggio 1918
Fambrini Adolfo, nato a Lucca il 2 luglio 1892, morto in prigionia il 21 marzo 1918
Lunardi Roberto, nato a Lucca il 16 dicembre 1896, morto sul Carso il 23 febbraio 1918
Franchini Carlo, nato a Lucca il 5 agosto 1892, morto in ospedale da campo il 11 luglio 1916
Maffei Italo, nato a Lucca il 20 luglio 1887, morto ad Asiago il 16 luglio 1916
Frizza Ettore, nato a Lucca il 6 novembre 1889, morto a Firenze il 18 novembre 1918
Martinelli Umberto, nato a Lucca il 12 settembre 1891, morto in prigionia il 20 febbraio 1918
Frugoli Ansano, nato a Lucca il 16 maggio 1893, morto sull’Isonzo il 18 maggio 1917
Martinelli Vincenzo, nato a Lucca il 6 luglio 1898, morto a Lucca l’8 ottobre 1918
Fustini Alfredo, nato a Lucca il 9 dicembre 1890, morto sul Grappa il 14 gennaio 1918
Michelucci Guido, nato a Lucca il 14 settembre 1898, disperso in battaglia il 29 agosto 1917
Galli Raffaello, nato a Lucca il 7 novembre 1898, morto in prigionia il 15 luglio 1918
Moriconi Pio, nato a Lucca il 23 novembre 1895, morto a Pisa il 9 luglio 1919
Gambini Alessandro, nato a Lucca il 17 marzo 1897, disperso in battaglia il 4 febbraio 1917
Nannini Annibale, nato a Lucca il 3 febbraio 1896, morto in ospedale da campo il 7 giugno 1916
Gambini Antonio, nato a Lucca il 24 dicembre 1881, morto sul Carso il 23 maggio 1917
Nieri Giovanni, nato a Lucca il 28 gennaio 1886, morto sul Carso il 12 ottobre 1915
Gambogi Bruno, nato a Lucca il 28 gennaio 1898, morto in ospedale da campo il 29 novembre 1917
Nieri Luigi, nato a Lucca il 26 gennaio 1889, morto a Firenze il 18 febbraio 1916
Gemignani Ariodante, nato a Lucca il 20 marzo 1885, morto a Lucca il 27 settembre 1918
Nieri Narciso, nato a Lucca il 31 maggio 1891, morto a Lucca il 19 ottobre 1918
Gemignani Enrico, nato a Lucca il 15 giugno 1892, morto in ospedale da campo il 1 aprile 1916
Orezzi Germano, nato a Lucca il 22 ottobre 1883, morto in ospedale da campo il 14 novembre 1918
Grasseschi Amedeo, nato a Lucca il 19 febbraio 1897, morto sul Carso il 19 agosto 1917
Paddreddii Luigi, nato a Lucca il 16 luglio 1895, morto sul Piave il 25 novembre 1917
Iacopetti Primo, nato a Lucca il 29 luglio 1888, morto sul Carso il 30 giugno 1916
Paoli Angelo, nato a Lucca il 27 giugno 1892, disperso in battaglia il 18 novembre 1915
Lami Lelio, nato a Lucca il 9 settembre 1896, morto sullo Zebio il 6 luglio 1916
Paoli Enrico, nato a Lucca il 3 febbraio 1896, morto in prigionia il 7 agosto 1918
Pardini Giuseppe, nato a Lucca il 15 luglio 1897, morto a Lucca il 26 settembre 1918
Sani Gino, nato a Lucca il 19 luglio 1889, morto sull’Isonzo il 14 agosto 1916
Pelli Giovanni, nato a Lucca il 2 ottobre 1896, morto sul Col di Lana il 2 settembre 1917
Santucci Giuseppe, nato a Lucca il 2 aprile 1898, morto il 14 settembre 1917
Petri Nicodemo, nato a Lucca il 1 agosto 1893, morto a Lucca il 15 luglio 1919
Santucci Vittorio, nato a Lucca il 12 aprile 1898, morto a Pisa il 3 febbraio 1920
Pulerini Guelfo, nato a Lucca il 25 ottobre 1900, morto a Trieste l’8 dicembre 1918
Simonetti Livio, nato a Lucca il 1 maggio 1880, morto in prigionia il 19 giugno 1918
Pulli Policarpo, nato a Lucca il 26 gennaio 1886, morto sul Podgora il 3 novembre 1915
Simoni Giovanni, nato a Lucca il 9 giugno 1896, morto in ospedale da campo il 20 settembre 1917
Pugliani Alfredo, nato a Lucca il 25 giugno 1897, morto sull’Asolone il 21 dicembre 1917
Stefani Paolino, nato a Lucca il 3 dicembre 1886, morto in ospedale da campo il 13 novembre 1915
Quilici Demetrio, nato a Lucca il 31 gennaio 1880, morto a Firenze il 30 ottobre 1918
Tomei Giovanni, nato a Lucca il 12 giugno 1899, morto a Roma il 28 giugno 1918
Ramolini Alfredo, nato a Lucca il 12 febbraio 1898, morto a Salonicco il 31 ottobre 1917
Tomei Ugo, nato a Lucca il 9 febbraio 1896, morto sul Carso l’11 ottobre 1916
Ramacciotti Polimante, nato a Lucca il 18 febbraio 1884, morto in ospedale da campo l’8 giugno 1918
Urbani Anzano, nato a Lucca il 1 dicembre 1889, disperso in combattimento il 23 novembre 1915
Romanelli Ottavio, nato a Lucca il 4 giugno 1896, morto a Roma il 26 dicembre 1919
Vangelisti Alabindo, nato a Lucca il 28 novembre 1889, morto a Lucca il 18 gennaio 1919
Rovai Carlo, nato a Lucca il 27 marzo 1889, morto sull’Isonzo il 1 febbraio 1917
Vangelisti Iacopo, nato a Lucca l’11 gennaio 1892, morto sul Carso il 12 ottobre 1915
Rovai Lorenzo, nato a Lucca il 10 dicembre 1885, morto in ospedale da campo il 5 ottobre 1918
Vanni Armando, nato a Lucca il 29 aprile 1899, morto a Grosseto il 22 maggio 1917
Rovai Vittorio, nato a Lucca il 23 dicembre 1894, morto sul Vodice il 19 agosto 1917
Vannucchi Amadeo, nato a Lucca il 7 ottobre 1895, morto sulle Tre Cime di Lavaredo il 31 maggio 1917
Rugani Alberto Umberto, nato a Lucca il 26 febbraio 1889, morto a Lucca il 4 gennaio 1919
Vannucchi Italo, nato a Lucca il 22 novembre 1897, morto a Treviglio il 20 gennaio 1918
Rugani Augusto, nato a Lucca il 1 dicembre 1892, morto sul Grappa il 24 ottobre 1918
Vannucci Dante, nato a Lucca il 2 luglio 1898, morto sull’Isonzo il 31 agosto 1917
Rugani Aurelio, nato a Lucca il 31 agosto 1891, morto in Val Boite il 30 settembre 1915
Vannucci Felice, nato a Lucca il 3 agosto 1882, morto sul Carso il 10 maggio 1917
Rugani Cesare, nato a Lucca il 24 giugno 1896, morto sul Piave il 30 giugno 1918
Vannucci Francesco, nato a Lucca il 13 aprile 1885, morto in prigionia il 23 aprile 1918
Salani Bruno, nato a Lucca il 22 marzo 1895, morto ad Asiago il 27 settembre 1916
Vincenzi Vincenzo, nato a Lucca il 17 gennaio 1894, morto a Ravenna il 4 febbraio 1919
Vivarelli Settimo, nato a Lucca il 23 luglio 1891, morto a Cividale del Friuli il 10 agosto 1916 Vornoli Enrico, nato a Lucca il 29 settembre 1895, morto in ospedale da campo il 17 giugno 1918 Zanelli Graziano, nato a Lucca il 3 maggio 1898, morto in ospedale da campo il 13 agosto 1918 Zappelli Giuseppe, nato a Lucca il 25 aprile 1898, morto sul Nero il 15 ottobre 1917 Zeri Giocondo, nato a Lucca il 2 ottobre 1893, morto a Cividale il 25 giugno 1916
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