DOMENICA 25 APRILE 2021
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Settimanale di Informazione
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ANNO XIX - N° 17 - DOMENICA 25 APRILE 2021
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L’EDITORIALE DI MICHELE MITRAGLIA
INTERVISTE A MODO MIO Continuiamo con la nostra inchiesta sulle idee della politica casoriana Il Sindaco Raffaele Bene deve scegliere due assessori per completare la Giunta Municipale. Un uomo ed una donna. Non lo ha ancora fatto. Il pensiero dell’assessore ai lavori pubblici Vincenzo Amato sull’invito di questo antico settimanale di adeguare lo Stadio San Mauro di Casoria alle normative UEFA: “I tecnici hanno fatto un sopralluogo e mi hanno relazionato: è più complesso, perché la tua ipotesi richiede un finanziamento che allo stato non è possibile reperire se non attraverso la partecipazione ad appositi bandi. Comunque ti garantisco che sull’argomento c’è la mia massima attenzione e forte impegno” Il dibattito sulla esternalizzazione del servizio di riscossione tributi continua. Questo è il pensiero dell’ex assessore alle finanze Luigi Goffredi che risponde ad una mia dichiarazione televisiva riguardante i tempi di realizzazione di questo “agognato sogno” di tanta par-
(..a tradimento)
te politica della Città di Casoria: “sui tempi della esternalizzazione vincerai sicuro la scommessa. Il bando doveva essere pubblicato a trenta giorni dalla
adozione della delibera oggi (27 marzo) il nuovo assessore dice che c’è ne vogliono altri trenta sempre della stessa delibera quella della osl metteva come condizione affidamento entro settembre 2021. Tu hai detto 2022 vincerai sicuramente. Sulle altre cose non ho nulla da dire aspettiamo i risultati che spero i cittadini di Casoria essere positivi”. A dicembre 2020 entra in scena un nuovo assessore alle finanze (Ragioneria, Bilancio, Economato, Tributi, Patrimonio comunale). Si chiama Francesco Girardi, già alcuni anni fa amministratore unico della società in house Casoria Ambiente, un assessore politico (è in quota ad Europa Verde) dall’alto profilo tecnico, almeno così lo definisce il Sindaco. Con l’assessore questo settimanale ma anche la trasmissione “la copertina” sulla web tv Nano Tv ha avuto parecchi colloqui, diciamo interviste a modo mio (non certo a tradimento) schiette, leali e sincere. continua a pag. 4
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4 SEGUE da pag. 3
Il 20 gennaio di questo anno registro il primo messaggio del nuovo assessore alle finanze Francesco Girardi, riguarda naturalmente i due argomenti che hanno diviso in guelfi e ghibellini sia la maggioranza consiliare, sia l’intero consiglio comunale e tutta la ristretta e beneficiata popolazione politica di questa Città, cioè il dissesto economico, finanziario ed amministrativo e la esternalizzazione del servizio riscossione tributi: “io comprendo che questa storia abbia una gestazione lunga e una coda di polemiche negli uffici. Io ci ho tenuto a chiarire che non si intende stigmatizzare l’ufficio tributi e nemmeno buttare su di loro la croce. Ma la dichiarazione di dissesto è uno spartiacque. La commissione vista la impossibilità di rafforzare gli uffici e di garantire l’entrata avrebbe proceduto ad esternalizzare in proprio. E questo sarebbe stato un vero disastro per la cittadinanza. Con questa delibera unifichiamo le procedure e mitighiamo gli effetti sui cittadini. Su 4 milioni di euro di recupero evasione accertati nel 2019 nel 2020 abbiamo incassato zero. E nel 2019 abbiamo dovuto stralciare residui attivi per circa 42 milioni. 8 persone non ce la possono fare. E per essere chiari la mancata riscossione di TARI e canoni patrimoniali pregiudica il bilancio e rende assolutamente iniquo il carico fiscale con forti conseguenze sui servizi. Casoria conta 76.000 abitanti e l’organico comunale è meno della metà di quanto dovrebbe essere. E non c’è possibilità di rinforzarlo. Quindi nessuna scelta nuova …. Ma conseguenze di scelte passate”. Il 18 marzo chiedo all’assessore un suo parere sul bilancio riequilibrato: “senza il bilancio stabilmente riequilibrato non si approvvigionano …. I debiti fino al 2019 vanno sui crediti non riscossi, sulle vendite del patrimonio e su un mutuo eventuale del Comune. Se vuoi sapere chi paga, sono sempre i cittadini. Cosa pagano? I debiti per i servizi erogati a loro….” “Le regole dopo il 2002 sono cambiate. Non è più possibile il mutuo a carico dello Stato. I debiti del dissesto sono coperti dalla
riscossione coattiva fino al 2019. Dalla vendita di patrimonio comunale. Da un mutuo eventuale a carico totale del Comune”. Ciò che non è stato detto è: come sia possibile che un Comune dissestato possa sostenere un maggiore costo per la gestione esterna dei tributi, se attualmente tutti gli atti che hai elencato vengono prodotti dall’ufficio tributi in economia? “In via generale recuperando le entrate che normalmente non incassa e rendendo trasparenti costi che attualmente non si considerano adeguatamente. Per il coattivo con aggio e sanzioni”. Perché il Comune non riesce a risolvere la questione dei dirigenti di Settore? “Perché Napolitano ha 2 servizi, perché il segretario fa il personale, perché il Comandante fa anche il patrimonio? Perché per i funzionari per i servizi sociali e la scuola non hanno il dirigente? Non abbiamo dirigenti a sufficienza per coprire le macrostrutture. Non c’è nessun altro arcano…” Non si possono promuovere i dirigenti di servizio in dirigenti di settore? I Capi Sezione in Capi Ripartizione? “La promozione prevede il concorso. C’è un problema giuridico legato alla delega di funzioni che stiamo affrontando adesso per i servizi sociali… Non è così semplice… Dopo maggio potremo riorganizzare i servizi un po’ meglio”. “Tra poco prendiamo risorse nuove”. Prima della dichiarazione di dissesto, ci sono state molte liquidazioni di D.F.B. Purtroppo non mi è dato sapere l’importo. Questo, aggiunto alla “depurazione”, ha prosciugato le casse del Comune. “La cassa si è dimezzata” Buon motivo per dichiarare il dissesto?!... e subire tutte le conseguenze? “Torniamo sempre allo stesso punto. Come nei divorzi. Il dissesto era inevitabile? Non è argomento. Il dissesto è stato votato. Oggi, alcuni di quelli che lo hanno votato e altri che lo hanno osteggiato sono insieme con chi lo ha proposto… Adesso, per quanto mi riguarda, bisogna gestire al meglio il dissesto. Il resto è fantasia”.
VIDEOSORVEGLIANZA C’è un accordo tra il Comune di Casoria e Fastweb relativo all’installazione di 45 telecamere sul territorio di Casoria e di Arpino entro il 2018 e di altre 50 nel biennio 2019/2020. Operazione, questa, portata avanti dalla giovane Assessore agli Affari Generali, avv. Stella Cassettino. Era il 4 aprile del 2018. Sono passati tre anni e la giovane già assessore, oggi consigliere comunale, eletta nelle fila di Obiettivo Comune e nella coalizione del Sindaco Raffaele Bene si chiede e chiede PERCHE’ questo progetto non è stato realizzato.
RIMPASTO IN GIUNTA MUNICIPALE Sarebbe cosa buona e giusta. Il Sindaco ci sta pensando. A noi è una Idea che piace moltissimo. Mancano tre Assessori. Ecco quanto Radio Fante è riuscita a percepire nei pensieri del Sindaco: Assessorato agli Affari Generali e del Personale, Contratti e Contenzioso, Giunta e Consiglio Comunale, Gabinetto del Sindaco, Commissioni Consiliari: NON CI STA. Assessorato alla Ragioneria, Finanze, Economato, Tributi e Patrimonio Comunale: FRANCESCO GIRARDI. Assessorato agli Interventi di Polizia sul Territorio: VINCENZO D’ANNA. Assessorato alla Pubblica Istruzione, Cultura, Sport e Tempo Libero: dopo le dimissioni di Sonia Tabacco non è stato ancora scelto il sostituto/a. Assessorato all’Ecologia, Nettezza Urbana e Ambiente: Paola Ambrosio. Assessorato ai Servizi Demografici, Toponomastica, Statistica, Elettorale e Commercio: NON CI STA. Assessorato ai Lavori Pubblici e Inquinamento: VINCENZO AMATO. Assessorato alla Sicurezza ed Assistenza Sociale: MARIANNA RICCARDI. Nel frattempo che il Sindaco avv. Raffaele BENE individui una figura di alto spessore tecnico a cui affidare l’Assessorato all’Assetto del Territorio.
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ANTONIO BOTTA Ad Acerra il convegno nazionale promosso dalla CEI in collaborazione con la Conferenza episcopale della Campania
CUSTODIRE LE NOSTRE TERRE, SALUTE, AMBIENTE E LAVORO
Il 17 aprile scorso, in streaming, si è svolto il convegno nazionale “Custodire le nostre terre. Salute, ambiente e lavoro” promosso dalla CEI (Conferenza Episcopale Italiana) in collaborazione con la diocesi di Acerra e le chiese della Campania. Sono settantotto le diocesi italiane nei cui territori ricadono i 42 Siti di interesse nazionale per inquinamento ambientale censiti dal ministero della Transizione ecologica e distribuiti in modo uniforme tra il nord, il centro e il sud del Paese. Per questo la Chiesa italiana ha voluto che da Acerra partisse simbolicamente la riflessione per sensibilizzare le comunità ecclesiali di tutto il territorio nazionale su un dramma, quello ambientale, per troppo tempo sottovalutato e che potrebbe condurre a scenari disastrosi in futuro se non corriamo ai ripari. L’auspicio emerso dal Convegno è che le citate Diocesi promuovano, in sinergia, un piano di coordinamento per le necessarie bonifiche. Nella conferenza stampa di presentazione del Convegno, tenutasi qualche giorno prima, il vescovo di Acerra, mons. Antonio Di Donna aveva posto in rilievo, infatti, che “Terra dei fuochi non è un luogo, ma un fenomeno vasto e diffuso nel Paese” con la puntualizzazione che l’appuntamento avrebbe anche consentito di verificare, a sei anni dalla pubblicazione e nell’anno ad essa dedicato, lo stato di accoglienza e comprensione dell’enciclica “Laudato sì” di Papa Francesco, per riflettere insieme sull’impatto della mancata cura del Creato sulla salute della popolazione, sull’ambiente e sulle dinamiche sociali e lavorative. Il Convegno è stato dedicato dal Vescovo “ai bambini, ai ragazzi e ai giovani morti per cancro» delle
“Solo coinvolgendo le famiglie, le scuole, la catechesi, i mezzi di comunicazione sociale sarà possibile trasformare i concetti di sobrietà e sostenibilità in stili di vita, da declinare nella quotidianità. Per fare questo occorre mettere in rete le buone pratiche, gli esempi virtuosi nati sui territori, per elaborare una proposta unitaria”
sue terre “e alle loro famiglie”. Annunciata dal Prelato anche la notizia che «dal mese scorso è stato depositato al Senato un disegno di legge dal senatore Francesco Urraro per istituire la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’inquinamento ambientale, al fine di promuovere, rinnovare e costruire una coscienza civica di tutela ambientale e conseguentemente della salute. Per la celebrazione il giorno individuato è il 24 maggio di ogni anno, data della pubblicazione dell’enciclica Laudato sì di Papa Francesco”. Dopo i saluti istituzionali del vescovo Di Donna e del cardinale presidente della CEI Gualtiero Bassetti, al Convegno sono intervenuti vari relatori, i quali hanno sostenuto con solide argomentazioni quanto espresso da Papa Francesco nell’enciclica “Laudato sì”, in particolare la considerazione che “non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio – ambientale. Le direttrici per la soluzione richiedono un ap-
proccio integrale per combattere la povertà, per restituire la dignità agli esclusi e nello stesso tempo per prendersi cura della natura”. Per questo si è ribadito l’impegno a vivere e a promuovere l’ecologia integrale nei rispettivi territori e a livello nazionale, a causa di una mancata custodia, hanno sottolineato i partecipanti, «le nostre terre, da Nord a Sud, risultano contaminate da diversi fattori, con ampie conseguenze sulla salute, in particolare dei giovani e dei più poveri. Di fronte a questo dramma, la reazione delle istituzioni e della politica è stata spesso percepita come poco incisiva e distante dai bisogni della popolazione. È altrettanto vero che non ci sono stati né una sufficiente educazione alla custodia del creato né, in generale, un grande coinvolgimento da parte della comunità ecclesiale». Eppure, come ricorda la “Laudato sì”, “vivere la vocazione di essere custodi dell’opera di Dio è parte essenziale di un’esistenza virtuosa, non costituisce qualcosa di opzionale e nemmeno un aspetto secondario dell’e-
sperienza cristiana». Da qui l’auspicio dei partecipanti al convegno affinché «ognuno prenda a cuore la questione ambientale e che essa sia inserita ai vertici delle priorità delle istituzioni, ad ogni livello (nazionale, regionale e comunale)» per sviluppare sempre di più una cultura della cura, che, quindi, non è appannaggio di alcuni o di specifiche categorie, ma deve riguardare ogni uomo e ogni donna di buona volontà. Nonostante il dolore per le ferite del pianeta e di moltissime famiglie del nostro Paese, «non tutto è perduto» (LS 205), perché il «Creatore non ci abbandona, non fa mai marcia indietro nel suo progetto di amore, non si pente di averci creato. L’umanità ha ancora la capacità di collaborare per costruire la nostra Casa comune» (LS 13). Per questo, dal convegno emerge l’impegno a lavorare per favorire la conoscenza della Laudato si’, aiutando le Diocesi a educare alla salvaguardia del creato, a offrire itinerari educativi e a motivare “fino a dar forma a uno stile di vita””. Un passo significativo, in tal senso, verrà compiuto con la 49ª Settimana Sociale dei cattolici italiani, in programma a Taranto dal 21 al 24 ottobre 2021, sul tema “Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro e futuro. #tuttoèconnesso” Ciò che sta cuore è un futuro degno della dignità della persona umana e della casa comune. Solo coinvolgendo le famiglie, le scuole, la catechesi, i mezzi di comunicazione sociale sarà possibile trasformare i concetti di sobrietà e sostenibilità in stili di vita, da declinare nella quotidianità. Per fare questo occorre mettere in rete le buone pratiche, gli esempi virtuosi nati sui territori, per elaborare una proposta unitaria.
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6 RITA GIAQUINTO
Le riaperture nel mondo della ristorazione L’ospite del Dir. Troise a La Copertina, la rubrica di approfondimento politico, economico e sociale sul canale web Nano TV, è Rino Primitivo, imprenditore che, da anni ormai, rappresenta sicuramente una delle persone più inserite nel mondo della ristorazione e degli alberghi non solo a Casoria, ma in tutta la zona a Nord di Napoli. Sua è la realizzazione e la gestione di sale per ricevimenti, alberghi e bar che hanno reso Casoria, soprattutto negli ultimi anni, un punto di approdo per chi vuole organizzare eventi e cerimonie di un certo livello. Il tema affrontato riguarda le riaperture di una categoria fortemente penalizzata soprattutto dall’ultimo lockdown, e che, con il passare del tempo, non fa altro che accumulare debiti e perdite. D’altro canto, la curva dei contagi è ancora ad una percentuale alta, o comunque tale, da costringerci ancora alla cautela e all’attenzione. Dunque, perché riaprire? “Dobbiamo riaprire perché oramai le risorse sono finite. Ci troviamo in una situazione in cui non ci sono stati rimborsati i costi fissi, continuano a farci indebitare con le banche, e quindi le aziende non ce la fanno più : vuoi perché la stagione estiva sta arrivando, non hanno più scuse per lasciarci chiusi. Ma oltre al danno, c’è anche la beffa se pensiamo che a distanza di quindici minuti, Vincenzo De Luca, proprio poco fa (l’intervisata risale a venerdì 16 aprile, n.d.r.), ha comunicato una cosa e il nostro Presidente del Consiglio Mario Draghi ha comunicato tutta un’altra cosa. Quindi, innanzitutto, noi chiediamo che ci facessero capire cosa dobbiamo fare, cosa possiamo fare. Aprire un ristorante non è come aprire un negozio di abbigliamento: con tutto il rispetto per le difficoltà che ogni attività può avere - anche l’abbigliamento è stato molto penalizzato - ma
con Rino Primitivo
il mondo della ristorazione ha tutte altre necessità, ha tutta un’altra preparazione, per non parlare di tutto ciò che è legato alle cerimonie”. Rino Primitivo, fornisce l’assist al Direttore per dire che, infatti, l’associazione italiana “Regalo e Bomboniera” ha dato la notizia che chiude, non esiste più “Ma sarà la prima di una lunga serie se andiamo avanti così. Se non diamo date certe per le riaperture, non si può programmare nulla: la gente deve avere il tempo di poterlo programmare il proprio evento, con il fioriaio, con il fotografo, con la Chiesa, nel caso di un matrimonio, ma se tu, Stato, mi dici che a maggio posso aprire, io comunque finirò per dover aprire a fine giugno, perché non ho date certe, non ho programmazione. Diventeremo zona arancione, che, per i ristoranti non vuol dire nulla di diverso rispetto alla zona rossa, dopodiché dovremo attendere una nuova ordinanza per vedere se diventeremo zona gialla in modo da poter lavorare diversamente. Questo vuol dire altro tempo prezioso che passa”. Come bisognerebbe ripartire? “Ma non c’è un come ripartire, il vero problema è quando possiamo ripartire e cosa vuole lo Stato per questa ripartenza. Il problema è sapere quando ci faranno riaprire ma anche con quali normative, quali regole. Ora dicono che si potrà riaprire se si ha uno spazio all’aperto, quindi daranno priorità alle attività che dispongono di questo spazio. E quelli che non hanno questo spazio, che fanno, restano chiusi ? Era preferibile dare delle norme : per chi ha solo il locale al chiuso, stabilire che va rispettato un certo distanziamento, ad esempio tre metri; chi dispone dello spazio all’aperto, stabilire un distanziamento anche di un metro. Io sono dell’idea di riaprire tutto ma
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con delle regole specifiche e dei controlli che facciano in modo che tutti seguano le regole stabilite. Nei mercati hanno lasciato aperti solo i banchi alimentari, ma anche qui si creano assembramenti, quindi perché penalizzare il banco dei tessuti ? Forse era preferibile spostare temporaneamente tutti i banchi in zone della città con maggiore spazio, cercando di evitare di penalizzare determinate categorie. Dicono che i bar e i ristoranti creano assembramento…io non ho mai visto un assembramento maggiore di quello visto quando ho accompagnato mia madre all’ospedale di Frattamaggiore per fare il vaccino. Sicuramente, se non acceleriamo i vaccini, le riaperture saranno sempre rischiose. Quindi, mentre avanza la campagna vaccinale, apriamo tutte le attività con delle regole giuste, controllando che vengano rispettate, punendo chi le elude. Stando aperto, ho la possibilità di autosostenermi, perché lo Stato non ci sostiene. Tutto ciò che dicono dei ristori è tutto finto : gli ultimi ristori risalgono ad ottobre scorso e sono arrivati con Conte. Da allora, ad oggi non è arrivato niente. Quelli che ci mandano, sono tutti messaggi faziosi : la percentuale dei ristori a fondo perduto che va dato all’impresa non è sulla perdita, ma sulla perdita media mensile, quindi se un’azienda ha perso 200.000 euro prenderà 7000 euro di ristori, sarà un tre, tre e mezzo percento. Pensiamo che la Germania ha dato il 70% ! Come ci facciamo a paragonare a queste nazioni ! Vogliamo stare in Europa, con regole del terzo mondo!” . Una delle tante polemiche tra il Presidente De Luca ed il governo nazionale riguarda la questione delle isole e delle fasce costiere (Amalfi, Cilento, Sorrento). Che ne pensi? “Se chi ha attività in queste zone dividerà il guadagno e gli utili con noi, allora aprite e lavorate voi. Ma non possiamo avere cittadini di serie A e cittadini di serie B, né zone di serie A e zone di serie B e spiego anche il perché : queste zone che lei
ha citato è vero che lavorano con il turismo ma per pochi mesi all’anno; nel mio caso, invece, abbiamo a che fare con una categoria che lavora per dodici mesi all’anno : basta pensare proprio a Casoria, dove posso dare lavoro al mio personale per tutto l’anno e non ci siamo acnora vaccinati. Secondo me, sempre dopo aver vaccinato le persone anziane, le persone fragili, chi ha disabilità, è giusto passare a vaccinare le categorie produttive.” Insomma, non si riesce a parlare di queste aperture, senza parlare di vaccini “Si, perché i vaccini sono l’unica forza che ci permetteranno, mano a mano, di tornare alla normalità. Ma oggi è necessario aprire, con regole restrittive, che verranno allentate mano a mano che si va avanti con il vaccino, ma fateci lavorare. O ci fanno chiudere, ma ci devono pagare, in modo da non sobbarcare le aziende di debiti, con i redditi fissi che siamo, comunque, costretti a pagare”. L’incontro si chiude con un vero e proprio appello che Rino Primitivo rivolge ai politici comunali, regionali e nazionali affinchè convincano il comitato tecnico-scientifico a ragionare su un’economia che, praticamente, non esiste più. La possibilità di ridurre la tassa sulla spazzatura, ad esempio, che, con la chiusura, non è stata proprio prodotta e, infine, sburocratizzare tutte le richieste dei locali per poter avere lo spazio antistante, in modo da lavorare anche all’aperto. Insomma, prendere in mano la situazione, dando autorizzazioni in tempi brevi, evitando le lungaggini a cui, troppo spesso, le imprese vanno incontro, e risparmiare su tutti quei costi variabili che, da troppo tempo, le aziende pagano e versano, senza incassare, né guadagnare. Sono urgenti, dunque, interventi chiari, mirati e di reale sostegno a chi vuole semplicemente tornare a svolgere il proprio lavoro.
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8 IMMA CASTRONUOVO
Viaggio al centro dell’anima: intervista a Daniela Biancotto
Daniela Biancotto è una scrittrice, di una sensibilità elevata, con una voce delicata che nasconde una forza tenace ma silente; è cuneese, dolcissima, e molto prolifica; ha scritto molto, libri – per lo più autobiografici – poesie e, nel giro di pochi anni, si è imposta nel mondo letterario come autrice apprezzata, balzando agli onori della cronaca per i molteplici premi che ha ricevuto, sia nazionali che internazionali. La sua “opera prima” è un romanzo dal titolo “Solo una madre finta – Storia di un’adozione” per il quale è risultata seconda al “Concorso Nazionale di Poesia, Narrativa e Saggistica”, mentre nel concorso letterario nazionale “Un libro amico per l’inverno” ha avuto il premio Giuria lettori; al Premio “San Valentino” di Terni ha ricevuto una segnalazione particolare ed al premio culturale nazionale “Emilio de Marchi – I ponti del Naviglio” una menzione d’onore; giusto per citarne alcuni, altrimenti l’articolo sarebbe scritto pressoché da tutti gli innumerevoli premi e riconoscimenti che l’Autrice ha ricevuto, per i quali vi rimando a: daniela biancotto opera uno. Ciò che invece mi interessa mettere in luce, di questa donna, è la Donna, la sua forza, il suo coraggio: di raccontare le sue debolezze, le prove che la vita le ha messo di fronte e che ha coraggiosamente affrontato, e che ha voluto condi-
videre con gli altri per poter lanciare un messaggio positivo, per poter dire: ce la puoi fare! Ho raggiunto Daniela Biancotto telefonicamente, ed ho trovato una persona deliziosa, umile, serena: un tono di voce pacato ma cortese mi ha accolta, lasciandosi intervistare con piacere e, soprattutto, con autenticità. Ha risposto con garbo ad ogni mia domanda, anche molto personale, senza mai sfuggirle: ed io, per rispetto alla autenticità ed alla fierezza di questa Donna, manterrò il riserbo su alcune, mentre squarcerò il velo su altre. Daniela, come è diventata scrittrice? Lei, a 52 anni, ha scritto un libro, gliel’hanno pubblicato, ed è stato subito un successo! Non solo ha vinto premi nazionali ed internazionali, ma è stato anche ripubblicato, ed ha ricevuto il premio speciale Best al Premio letterario internazionale Montefiore, Pegasus Cattolica. Daniela Biancotto sorride, ringraziandomi per quelli che lei definisce “complimenti” ma che in realtà sono solo l’esternazione di fatti inconfutabili che riguardano il valore delle sue opere, dai critici stimati come meritevoli dei più alti consensi e, con molta sincerità, afferma che trattasi di un’opera autobiografica, che prende spunto da una vicenda che ha vissuto in prima persona: l’adozione
di una bambina con un passato difficile, vicenda che l’ha molto segnata. “Ho desiderato tanto adottare quella che è poi diventata mia figlia, ma è stato un percorso molto faticoso; ero sposata, e con mio marito abbiamo fatto quest’adozione perché avevamo tanto amore da dare. Ma non è stato un percorso semplice. La bambina era difficile, ed è stato difficile instaurare un rapporto con lei; non si fidava, veniva da due abbandoni, e non è stato per niente facile. Ce l’ho messa tutta, ma non è bastato. Alla fine mi sono separata, e mia figlia se n’è andata. Allora, ho deciso di mettere su carta la mia esperienza, affinché fosse di aiuto agli altri. E, per me, è stato liberatorio, terapeutico, catartico. Ed ora, come sta? Qual è il rapporto con sua figlia? Beh, va un po’ meglio, si fanno piccoli passi, ma sicuramente meglio di prima; lei ora è diventata mamma di una bella bambina e spero di poter, quanto prima, avere la possibilità di trascorrere del tempo con mia nipote. E con suo marito, anzi, ex marito, come sono i rapporti?
La pubblicità sulle edizioni digitali e sui siti dei giornali offre una informazione credibile. Il settimanale CASORIADUE ha una storia cartacea di 30 anni e dal lockdown ha iniziato la sua storia in edizione digitale; in aggiunta ha anche un sito del giornale. La pubblicità è un’antenna molto sensibile in una fase di ridefinizione dei valori e delle priorità. La nostra testata da la possibilità alle aziende che intendono puntare sulla qualità e sulla capacità creativa di immaginare un tempo post pandemia.
DOMENICA 25 APRILE 2021 Ah, sono buoni! Andiamo più d’accordo di prima! Pensi che gli ho presentato una mia cara amica che ero certa fosse giusta per lui e… stanno insieme! Non è fantastico? Abbiamo un bel rapporto, ci vediamo regolarmente per i nostri cani, di cui ci prendiamo cura insieme, e siamo sereni. A proposito di “ex”, il suo penultimo libro, “Noi separati”, pubblicato nel mese di ottobre 2019, è stato molto apprezzato dalla critica, ottenendo nel 2020 una segnalazione di merito alla diciannovesima edizione del concorso Diaristico “Filippo Maria Tripolone”, oltreché un ennesimo successo di pubblico. Anche questo è autobiografico? Sì, anch’esso prende spunto dalla mia vita privata: dopo 32 anni di matrimonio, mi sono separata, come le ho detto, e non è stato affatto facile. Ritrovarsi sola, a cinquant’anni, in una casa, senza mai essersi misurati prima con la solitudine, provata dal dolore di un complicato rapporto con la propria figlia, non è stato semplice. Allora, sono entrata a far parte di un gruppo di sostegno per separati, qui a Cuneo, che mi ha molto aiutato; anche in questo caso, scrivere è stato per me terapeutico, mi ha dato contezza della mia forza, della mia indipendenza e della mia volontà. Oggi,
9 sto bene, non ho bisogno di un uomo accanto per paura di restar sola; ho capito che mi basto, e se un uomo accanto potrà esservi, sarà solo per scelta, non per paura della solitudine. E con la fede? Che rapporto ha, con la fede? Eh, non sono messa bene; anni fa, sì, avevo un bel rapporto, poi mi sono separata e no, oggi non mi sento più adeguata. Non ho ancora fatto pace. Ci devo lavorare. Lei è anche autrice di Poesie per le quali, nel 2016, ha esordito partecipando al concorso letterario internazionale “Diciamolo con la poesia”, vincendo il “Premio Pirandello” e ha continuato a ricevere numerose segnalazioni di merito in tanti concorsi italiani per le sue poesie inedite; contemporaneamente, nel medesimo anno, si classificava prima alla terza edizione del Premio di Letteratura Italiana Contemporanea, al Premio letterario “Eccellenze” (seconda edizione, sezione speciale) e alla settima edizione del Premio “Le parole dell’anima”, terza al premio nazionale di poesia e narrativa “Surrientum” XIII edizione, e conseguiva l’attestato di merito alla selezione finale del trofeo internazionale “Medusa aurea”
XXXIX edizione. Ci dica, Daniela, a cosa sta lavorando, attualmente? Ho appena terminato la stesura del mio ultimo romanzo, che sarà pubblicato a breve. Si intitola “ La sfida”, e trae spunto da una vicenda che ha interessato mia sorella: un terribile incidente, che l’ha costretta a letto immobile per più di tre mesi, permettendoci di riavvicinarci e di riscoprire il nostro rapporto fraterno: questa brutta vicenda ci ha riunite. Lo abbiamo scritto a quattro mani, questo libro, e ci tengo molto. Beh, siamo certi che sarà un ennesimo successo! Perché Daniella Biancotto ci mette cuore, autenticità, vita vissuta, e tanta introspezione, nelle sue opere, guidando il Lettore verso i meandri più nascosti del proprio animo alla ricerca delle risposte ai suoi interrogativi, che sono gli stessi che ci poniamo ognuno di noi che abbia fatto il “giro di boa” della propria vita, e si trovi a fare un primo bilancio. Daniela Biancotto, attraverso i suoi viaggi introspettivi dell’animo umano, ne disegna, con occhi disincantati ma non per questo meno benevoli, i contorni più sfocati, sollevando il velo del pudore e guidandoci, attraverso il suo animo, nel macroscopico universo del pathos.
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TERRANOSTRA OCCUPATA: INTERVISTA A FERDINANDO D’ANNA
Questa intervista a Ferdinando D’Anna, leader di Terranostra occupata, è volta a farvi conoscere questo importante tentativo di governo dal basso di una risorsa territoriale per decenni abbandonata. Insieme a Terranostra occupata si costruiscono reti e comunità territoriali in difesa dei beni comuni e si restituiscono gli spazi (su cui si effettua sciacallaggio) alla popolazione locale. Qual è lo scopo delle vostre iniziative? Terranostra è nata allo scopo di difendere questa terra dall’inquinamento e dalle speculazioni, affinché siano gli abitanti e le abitanti a vivere e a decidere sui beni comuni; le nostre iniziative hanno lo scopo di promuovere una coscienza ambientalista, femminista, antirazzista. Intendiamo costruire comunità territoriali, a Casoria e nell’area nord di Napoli, basate sul mutualismo, sulla solidarietà, su nuovi modelli di socialità. La nascita di un frutteto e dell’orto sociale vuole sensibilizzare e coinvolgere le persone nella lotta per una produzione alimentare che rispetti la natura e le persone. Perché è importante che ad appoggiarvi sia una grande fetta di popolazione? I cambiamenti avvengono quando a crederci siamo in tanti. Sapere che un’ampia fetta di popolazione è dalla parte dei beni comuni, significa che si può guardare al futuro di questa città con ottimismo e anche che i processi giudiziari che stiamo subendo non siano vani. Attualmente una città di ottantamila abitanti è presa ostaggio da una classe politica che continua con le proprie gestioni affaristiche e fallimentari. E ci tengo a dire che questa non è una affermazione qualunque da social, ma una considerazione determinata dai fatti. Non voglio percorrere 30 anni di amministrazione, sarebbe pesante, ma se solo pensiamo al rimpasto di giunta, ci troviamo di fronte alla compravendita indipendentemente dalle provenienze, a incarichi coperti a caso e affidati a persone non competenti, per garantire questo o quel consigliere… ma noi possiamo continuare a sopportare tutto questo? Noi pensiamo proprio di no! E il nostro cerchiamo di farlo, promuovendo una partecipazione dal basso totalmente orizzontale che difficilmente potrebbe compromettere con interessi personali, praticamente stiamo dando uno spunto per un’altra città, e noi pensiamo che
il nuovo può essere determinato solo da percorsi dal basso che controllino l’azione amministrativa e che sappiano anche stimolare tutta la gente per “bene”, ma non per cognome ma per integrità morale e visione politica, a fare ognuno il possibile per far diventare la città in cui si cammina, un bene comune, come tentiamo di farlo noi. In che modo tutti noi possiamo contribuire? Le modalità per contribuire sono molteplici. Potete partecipare ogni lunedì alle 18 alle assemblee o venire in terra quando volete per dare una mano alla manutenzione o per godervi l’aria aperta; chiunque può proporre idee, progetti, attività. Servono sempre piante, giochi per bambini, cibo per cani, attrezzature da giardinaggio, ma anche donazioni per coprire le spese per i carichi dell’acqua e della benzina che alimenta il generatore di corrente (no, il Comune non ci dà niente, anzi!). Inoltre, visti i muri posti da quest’amministrazione, stiamo lanciando una petizione per richiedere un consiglio comunale ad hoc sulla questione; finalmente incontreremo il segretario comunale per ricevere i fogli vidimati: siamo sicuri che la gente di Casoria firmerà in massa per aiutarci nell’obiettivo. Il covid ha rappresentato per voi una battuta d’arresto? O nulla è cambiato? Ha condizionato in qualche modo il vostro modus operandi? La scorsa estate è stata molto partecipata, anche perché Terranostra ha rappresentato un presidio ambientale, sociale e di salute mentale importante per tutti e tutte che avevano vissuto lo stress del primo lockdown. Grazie alla respon-
sabilità dell’autorganizzazione, siamo riusciti e riusciremo presto a garantire l’apertura in sicurezza del parco, con un banchetto sanitario e con un servizio d’ordine autogestito che garantisca il rispetto delle normative. In generale, pur non essendo riconosciuti, proviamo a seguire le direttive anche di apertura e chiusura dei parchi, che per noi sarebbe meglio tenere sempre aperti, visto che sono statisticamente i luoghi più sicuri e a meno rischio di contagio. Il covid poteva e può diventare un pretesto per fare repressione e ostacolare questa esperienza di riappropriazione, quindi sicuramente ha condizionato Terranostra nel proprio modus operandi, così come ha condizionato le vite di tutti e tutte noi. Anche le assemblee per ora si tengono online, ma aspettiamo tempi migliori che ci restituiscano la gioia di stare insieme. Qual è l’augurio più grande che vi fate? Un buon auspicio è che venga presto modificato il regolamento comunale per inserire il concetto dell’uso civico e collettivo, come noi richiediamo ormai da sei anni. Il nostro augurio più grande, e più a lungo termine, è estendere l’idea dell’autogoverno a tutta la città, perché “beni comuni” non sono solo le aree verdi, ma lo sono anche gli immobili comunali, l’acqua, la salute, l’istruzione, i servizi… Dunque, è arrivato il momento di moltiplicare e far crescere quest’esperienza per poter dire finalmente che a decidere sulla città non sono i soliti noti, né le dinamiche mafiose che insanguinano le strade, ma le persone che si uniscono e decidono insieme di rendersi protagoniste del proprio territorio e delle proprie vite.
DOMENICA 25 APRILE 2021
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ANGELA CAPOCELLI
NAPOLI E IL CALCIO: UNA PASSIONE ETERNA. INTERVISTA A DARIO SARNATARO
Dario Sarnataro è un giornalista sportivo, nato a Napoli nel 1975 e laureato in giurisprudenza. È possibile ascoltarlo tutti i giorni su radio Marte, leggere i suoi articoli sul Mattino e guardarlo organizzare il premio nazionale Football leader su Telecapri. In molti dei romanzi da lui pubblicati si legge tutto ciò che c’è da sapere sul calcio Napoli. Lo abbiamo allora intervistato sulla stretta connessione che c’è tra questo sport e la città napoletana, nonché sul modo in cui il Covid ha incrinato, in parte, il loro legame. Come ho già anticipato nel titolo, quella dei napoletani verso il mondo calcistico è una passione e, in quanto passione, riesce a suscitare sentimenti contrastanti, amori indissolubili, dissensi incontrollabili. Lei, insieme a Giampaolo Materazzo, ha firmato 1001 storie e curiosità sul grande Napoli che dovresti conoscere, Il romanzo del grande Napoli, I campioni che hanno fatto grande il Napoli, Il Napoli dalla A alla Z, Forse non tutti sanno che il grande Napoli… ecc. Quanto è importante il calcio per la città napoletana? Il Calcio per Napoli è molto importante, per tanti motivi. Innanzitutto perché il calcio, come disciplina sportiva, è la “livella sociale” dei giorni nostri, unisce persone distanti fisicamente o come ceto, le rende coese in abbracci sotto l’unica egida di una bandiera o di una maglietta. Ed è uno sport popolare, che trae forza dalla diffusione di massa, essendo anche accessibile a tutti e giocabile da tutti in qualsiasi posto. A Napoli, città di passioni viscerali, questa importanza è amplificata e non solo perché è l’unica grande metropoli del Mediterraneo ad avere un’unica squadra di calcio. A Napoli il calcio è anche riscatto sociale, il veicolo per vincere contro le grandi del Nord, il vessillo di una rivincita contro le privazioni e le vessazioni storiche e/o recenti. I napoletani si identificano nel Napoli, non solo perché
la loro squadra del cuore. Ed è un rapporto bellissimo, da raccontare. Simile a molte piazze dove il calcio è centrale, unico o quasi per legame affettivo. Come sarebbe la città di Napoli senza il calcio? Senza calcio Napoli sarebbe una città monca, priva di alcune delle passioni più esplosive e vibranti. Già città umorale, la Napoli che ama il calcio alterna sorrisi a rabbia, o ancora depressione a euforia, anche in base al risultato dell’ultima partita degli azzurri. Senza calcio Napoli
sarebbe meno affascinante e temperamentale di quanto lo sia già per altri motivi, storici, culturali e artistici. Secondo lei il Covid ha avvicinato o allontanato i napoletani dallo sport? Li ha allontanati. Giocoforza. Seppure in epoca di diritti tv e di calcio in tv, la “vita da stadio” per una buona parte dei tifosi è essenziale per alimentare la passione ed tifo. Inoltre l’abbrutimento, secondo me generale, dovuto alla pandemia ha reso tutti i tifosi, anche quelli napoletani, meno disponibili a passioni sincere. Infine credo che la filosofia del calcio “moderno”, i cui difetti sono stati in qualche modo amplificati dalla pandemia (mi riferisco alla necessità di far giocare la partite anche in lockdown in ossequio al Dio denaro) sia lontana da quella del tifo puro. E in tale senso ha un po’ deluso i tifosi anche del Napoli. Quando si ritornerà ad andare allo stadio, secondo lei? Credo a settembre. Più che altro lo spero. Immagino che nelle ultime due gare di questo campionato (per il Napoli, l’ultima col Verona si gioca in casa) ci sarà spazio per 1000 tifosi o per il 2025% della capienza a seconda delle percentuali di contagi.
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DOMENICA 25 APRILE 2021
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LA COMPOSTEZZA NELLA TEMPESTA
Caro Beppe – tu si unico e vero grande Grillo della nostra televisione, del teatro, della politica – essere sottoposti per un anno e mezzo a un’indagine per il reato di violenza sessuale non deve essere affatto semplice. E quando indagato è tuo figlio, è mille volte peggio. La pena prevista va da sei a dodici anni, e se il fatto è commesso utilizzando alcolici o sostanze stupefacenti, può essere aumentata di un terzo, si può arrivare a sedici. Se interviene la condanna, ti cambia la vita. Anzi, probabilmente te la rovina per sempre, soprattutto a vent’anni. Reati come questo sono davvero odiosi, portano in sé un disvalore etico e sociale che, in caso di condanna, marchia per sempre di infamia. Attendere il Pubblico Ministero, se chiederà il giudizio, è già drammatico come aspettare una sentenza, perché se il processo si farà, sarà comunque un’enorme sofferenza, per te come sarebbe per ogni genitore, vedendo un figlio scaraventato per qualche anno dentro un tunnel di gravi accuse da cui difendersi, e con lo spettro di una condanna. Ti capisco. La rabbia, il dolore sordo, lo sgomento, la paura. Avere un figlio sul ciglio di quel baratro può far perdere la testa. Così, con quel video, hai provato a difenderlo prima ancora del processo, se ci sarà. Ma da ultimo dei notisti, rilevo che il modo e lo spirito che hai messo nella tua adirata esternazione sono completamente sbagliati. Hai fatto una difesa senza testa, solo con la pancia, e secondo me
IL GRILLO PARLANTE
non ha giovato alla tua causa. Hai urlato, sbraitato, inveito, insomma hai sbroccato. Mi hai ricordato le donne di camorra che gridano e si disperano quando la Polizia va ad arrestare i mariti. Le nostre più brutte sceneggiate. Alzare la voce non serve, anzi è peggio, perché tanto rumore assorda la lucidità e la razionalità che mai come ora ti dovrebbe essere d’aiuto, per capire se tuo figlio ha commesso degli errori. Tutti sbagliati i contenuti giuridici e umani della tua catilinaria. Contenuti giuridici: se in questa fase di indagine i magistrati non hanno ritenuto la sussistenza delle esigenze cautelari per chiedere – e poi ancora valutare se disporre – l’arresto di tuo figlio, non c’è da discuterlo, e soprattutto non davanti a una telecamera, come invece hai fatto. Il nostro codice di procedura, in questo, è chiarissimo,
tassativo e perentorio, ci vogliono condizioni precise e concretamente sussistenti, il pericolo di fuga, di reiterare il reato o di inquinare le prove. Se ce n’è almeno uno, lo decide ovviamente un giudice, e se per tuo figlio e gli altri tre non li ha trovati, buon per loro che sono rimasti liberi. Ma la fase cautelare non è un’anticipazione della sentenza, non significa che il reato c’è stato o no, è solo indice che quei pericoli non ci sono. Come tesi difensiva non dice nulla, lo capisco perfino io. Contenuti umani: quattro ragazzi in mutande – o nudi – attorno a una ragazza si divertono? Perché così hai detto. In che modo si esplica questo momento di gioia e allegria? Da che cosa, io ultimo degli spettatori di questa storiaccia, dovrei dedurre che quella notte c’era
tra loro complicità, leggerezza, piacere, e soprattutto volontà e non costrizione? E poi, l’unica parola su quella ragazza è che non ha denunciato subito. Tralascio ogni considerazione, l’abnormità di quest’affermazione è evidente da sé. Invece niente ho sentito su come starà vivendo lei tutto questo, che già da solo – indipendentemente da quel che è stato quella notte – è una catastrofe. Per bilanciare la tua difesa, vorrei vedere un video del suo papà, che non saprà guardare come te la telecamera, ma anche potrebbe avere cose da dire, e magari da urlare. In questa tempesta, avrei visto opportuno solo il tuo dignitoso silenzio, quanto meno per parità d’armi con la controparte, non famosa come te. Avrei preferito un onorevole contegno, lontano dal clamore. Avrei apprezzato che la questione rimanesse – per quanto compatibile con la tua notorietà – sulle carte del Tribunale e protetta da un po’ di privacy, lasciando ai giornalisti e alle pennacce come me dire ciò che si vuole. Insomma, invece di inveire come quelle mogli fuori la Questura, avrei apprezzato se ti fossi ispirato a Elisabetta II, silenziosa e nascosto il pianto sotto il cappello nero, dietro al feretro di Filippo. Che dignità, che compostezza. Educati a vivere il dolore riservati, silenziosi, discretissimi. Ma loro non sono come noi, loro sono inglesi, sanno che ci vuole compostezza nelle tempeste.
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DOMENICA 25 APRILE 2021
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Maria Cristina Orga
A LA COPERTINA QUESTA SETTIMANA C’È… CARMINE TESTA UNA VITA NEL CALCIO A 360 GRADI Un ospite d’eccezione quello di di Nando Troise, direttore della nostra testata e mattatore del rotocalco tv web La Copertina, questa settimana: Carmine Testa, il cui nome in Campania e non solo evoca immediatamente assonanze calcistiche. Tante le domande da fare e le cose da raccontare e il padrone di casa parte subito all’attacco: Carmine, due paroline magiche nella tua vita. Partiamo dalla prima: la Good Line e la Fiera della Casa. Eh che bei ricordi! Devo riconoscere nella vita sono sempre riuscito in quello che ho fatto, sia nel calcio che nel mondo dell’impresa. La Good Line nel giro di sei-sette anni di affermò come una delle migliori del Sud, tanto che fui invitato dall’Ariston, con mia grande gioia, a vedere la finale in Grecia tra Amburgo e Juve e, con gol di Mathaus perse la Juve. Io ero in quell’aereo con tanti juventini che piangevano e imprecavano, mentre io tremavo di paura perché ad Atene la pista di decollo finisce praticamente in mare! E la Fiera della Casa che dici tu è stata una delle cose più belle della Good Line oltre al calcio, nel quale ha avuto un forte ruolo perché io mi inventai che tutti i calciatori che avessero acquistato una cucina Good Line prendevano il 50%. Io facevo delle squadre con ragazzi veramente forti! Pensa che vincemmo il torneo con la famosa Cristalleria Imperatore, poi con la Sangiuseppese vincemmo la finale! Dovunque andavamo vincevamo, perché facevo degli squadroni che non si dovevano nemmeno al 50% di sconto, ma alla grande amicizia che mi legava ai giocatori. Pensa che Gigi Nocera quando mi incontra si ricorda ancora il premio partita, quando il premio era una fetta di cocomero da uno che aveva il camion ad Arzano e li vendeva al taglio. La Good Line mi ha dato davvero grandi soddisfazioni, è un capitolo importante della mia vita. Tenere Carmine Testa lontano dal calcio è veramente difficile, infatti, come avete sentito siamo finiti dalla Good Line ai tornei estivi degli anni ottanta e novanta, incalza l’intervistatore, Ricordo a noi stessi che abbiamo avuto
la totale disponibilità dell’attuale assessore allo sport del Comune di Napoli, Ciro Borriello, relativa a quella festa che ideasti nel primo lock down di tutti i calciatori dagli anni settanta ai novanta votati dai tifosi. Molti di loro, tra i quali Ciccio Foggia, Pasquale Cannavaro, Pietro Costantino, Franco Villa, Gianni Buonanno, sono stati già avvisati del fatto che saranno premiati. E dopo che saranno arrivati i vaccini per tutti, il Comune di Napoli ci concederà l’intera tribuna autorità dello stadio Maradona per l’evento. Sei riuscito a portare una cucina, perché tale era la Good Line al calcio di quei tempi che tu ed io saremo chiamati a premiare. Mi ricordo quando mi nacque l’idea: era il 19 marzo 2020 e non c’era un’anima per la strada, perché allora la gente ci credeva e restava a casa, mentre ora c’è sempre chi vuole trasgredire. Il 19 marzo è l’onomastico di mio padre, di mia moglie e di mio figlio e di tanti nipoti e noi ci riunivamo negli anni precedenti per festeggiarli tutti. Lo scorso anno il 19 marzo mi alzai e, sapendo che non sarebbe stato possibile stare tutti insieme mi chiesi come passare la giornata, così mi misi al computer e mi venne quest’iniziativa che durò fino alla Pasqua successiva e nella quale coinvolsi anche te, come ben ricordi: chiamai tutti e li invitai a votare chi fosse il miglior portiere di quei tempi e poi passammo
ai terzini e man mano arrivammo alle punte. Poi per fare una squadra completa ci vuole il direttore sportivo, ci vuole un presidente, un allenatore e la votazione continuò. Tanti indicarono anche te, Nando, ma fosti superato da Antonio Montesano. Gente che ha vinto molto più di me! si inserisce schernendosi con modestia il direttore. Con tutti i votati sono riuscito a fare tre formazioni e cercherò di invitare tutti, riprende l’ospite. La premiata è una, ma la seconda e la terza ho voluto comporle per dare giustizia a calciatori che hanno fatto benissimo nella loro carriera ma hanno ricevuto meno preferenze solo per spirito di appartenenza. A questo punto speriamo che a settembre, come auspica il presidente della regione, riusciremo ad ottenere i vaccini e a organizzare questa bellissima festa, auspica Nando. Ho sentito che De Luca l’ha spuntata col generale Figliuolo perché alla Campania arrivino le dosi promesse. Al di là del colore politico, al di là di tutto l’impegno del Governatore va riconosciuto da tutti. Appena l’assessore Borriello ci dà l’ok, io sono pronto, anche a fine luglio. Io sono pronto, ho avuto l’assenso del presidente del comitato regionale campano che mi suggerì anche il titolo, mi pare fosse Virus. Evocativo, dati i tempi, ma a me non piaceva. La seconda parolina che rappresenta
DOMENICA 25 APRILE 2021
14 un pezzo della tua vita è Margherita Miano, che poi congiungo a Campania Sport che era a Via San Pietro a Majella, accanto al Conservatorio. Che devo dire? Anche lì sono cose che vengono da dentro… giocavano sempre tra di loro…io non ho mai giocato a calcio, forse a scuola avrò dato due o tre tiri a un pallone, giocavo a pallacanestro. Giocavamo a via Regina Margherita e con le idee di tanti amici, tra cui Ciccio Russo, Carmine Guarracino, che nel calcio contavano, decidemmo di fare un torneo. Avevo solo diciassette anni e misi su una squadra che militava in seconda categoria per essere promossa in prima e rappresentava l’anima di una strada. L’anima di Secondigliano. Non abbiamo vinto, ma la soddisfazione era che venivano da noi le grandi squadre a comprare un pezzo pregiato: Nicolais, Iorio, Buonocore. In particolare il Secondigliano faceva acquisti ogni anno da noi. Poi ci capitò un giorno che uno dei dirigenti del Secondigliano, Fuschino, fu estromesso dalla carica di presidente e lui la mattina seguente venne da noi a chiederci quanto ci serviva per iscriverci nella stessa categoria del Secondigliano e si offrì di procurarci l’iscrizione, le divise, ecc. io da buon imprenditore presi la palla al balzo e dalla categoria Promozione andammo a giocare nel torneo superiore. Tanti sono i ricordi e le soddisfazioni. Hai nominato persone di altissimo valore anche per me, anche se contro Benito Montalto ho perso. Mi dai anche la possibilità di ricordare l’indimenticato Cosimo Napoleone. Cosimo Napoleone non ha mai ricevuto quanto meritava. Era un ottimo segretario. Le conosceva veramente le carte federali… Con tutto il rispetto per il Secondigliano, Margherita Miano rappresenta un quartiere che ha una storia importante nella città di Napoli e poi ho
scoperto che una delle più belle e più brave artiste italiane, Serena Rossi, è di Miano. Lo sai che lo zio di Serena Rossi, Remo Rossi, che è un medico, era un bravo calciatore e ha giocato proprio con il Miano. Comunque la Margherita Miano, con buona pace del Secondigliano, ha rappresentato un quartiere importante ed è rimasta nei ricordi. Torniamo sul tema: ti ho chiesto di coniugare Margherita Miano con Campania Sport e via San Pietro a Majella, tira le redini il Mattatore. Ero uno studente, che non amava troppo la scuola, ma amava il calcio e il basket infatti ho frequentato il Caracciolo dove c’era più pallacanestro che studio. Lì cominciai ad interessarmi al Campania Sport e una mattina mi presentai in redazione e incontrai il grande Guido Prestisimone, così iniziai a seguire le squadre e presi il tesserino di giornalista. Come infatti ho detto in un’intervista rilasciata ad una tua gentile signora (la sottoscritta ndr), io avevo tre passioni: il calcio, il giornalismo e il ciclismo e sono riuscito a fare sempre tutte le cose che mi sono prefisso. La mia domenica, quando ero fidanzato con mia moglie, sai come si svolgeva? Alle nove in campo a vedere il Margherita, che poi giocava alle 10,30, all’una poi una merenda come pranzo per seguire una seconda partita che si giocava verso Fuorigrotta in modo da essere alle due e mezza al San Paolo e poi non era ancora finita: andavamo al Mario Argento, a vedere il basket. E poi a Caserta, al Palamaggiò, dove andavo con grande soddisfazione. La recente vittoria della Gemi Napoli mi ha dato una soddisfazione enorme! Eh, una volta però si muoveva una città… ora una partita così appassionante, un vittoria così bella l’abbiamo vista solo io e te e pochi altri. Poco spazio anche sui giornali. Ora si parla solo di
calcio purtroppo. Ora aspettiamo il Giro d’Italia. Speriamo che va tutto bene. Ci sono dei campioni straordinari, come Van der Poel… …che però non vengono fuori…- chiosa l’ospite netto. Ma ci stiamo dilungando. Ora prima di parlare del Corriere del Pallone, occupiamoci della Gioventù Partenope, che è la scuola calcio di tuo figlio Maurizio Testa e del grido di dolore delle scuole calcio. Mi ricordo che una sera mi ritiro a casa e i miei figli mi accolgono chiedendomi perché io che conoscevo tante persone non li avessi mai fatti giocare a calcio. Mi difesi dicendo che non faccio giocare a calcio, ma vedo giocare a calcio e siccome se non sei un predestinato non fai fortuna in questo ambiente, deve essere solo uno sport. Non si tratta di prendere un impiego e quindi non ci si arriva con nessuna raccomandazione. Allora Enzo, uno dei miei tre figli, gli altri sono Maurizio già citato e Peppino mi propose di aprire loro una scuola calcio giacché non avevo voluto farli giocare. Guardai Pino che assentì e aggiunse che voleva avere anche la soddisfazione di fare un allenamento con il Napoli. Gli assicurai che avrei fatto in modo che succedesse. La mattina dopo chiamo un amico dei Camaldoli che era addentro ad una scuola calcio molto nota, la Partenope Vomero, che si trovava in difficoltà e gli chiesi quanto ci voleva per entrare in società. Così entrammo in società e siamo rimasti due o tre anni là e poi ventitré anni, i miei figli si sono fatti la società da soli e sono venuti al Mariolino Stornaiuolo e da lì inizia una cosa straordinaria. Maurizio ha una vera passione per il calcio: pensa che ha preso due lauree all’ISEF con una tesi per la triennale sul fuorigioco di Zeman e la magistrale sulle Scuole Calcio. Io seguendo questa grande pas-
DOMENICA 25 APRILE 2021 sione di Maurizio coronai il suo sogno di allenarsi col Napoli. Chiamai Ciro Vesce che era l’allenatore e gli chiesi se era possibile. Mi disse di sì e chiesi anche a Nicola D’Alessio che a sua volta acconsentì. Maurizio andò ad allenarsi dal martedì al sabato, quando il mister fece uscire mio figlio senza borsa, perché voleva che io salissi a salutarlo: non ero mai andato a vedere un allenamento di mio figlio, contrariamente a quanto fanno tanti genitori invadenti. Nicola D’Alessio mi fece i complimenti per la mia discrezione, ma anche per la bravura di mio figlio e mi disse che impedirgli di diventare calciatore professionista per farlo studiare era perdere un’occasione. Da lì nacque l’idea della scuola calcio. Si parla tanto di Letizia, ma Letizia è nato con la Gioventù Partenope che quando ha debuttato in A col Carpi, la Gioventù Partenope prese il premio di preparazione. Io non mi sono mai permesso da procuratore di accostare i genitori per avere la procura, nemmeno per Letizia e Caiazzo. Oggi abbiamo con la scuola calcio due campi a Scampia con oltre duecento ragazzi, la soddisfazione di una vita. Il grido di dolore delle scuole calcio a sud di Caserta e a nord di Napoli. Parliamone. C’è un grido di dolore proprio della Gioventù Partenope: Pasquale Testa, Pietro Lucignano, Pietro Manfredi i tre istruttori che chiedono aiuto alle istituzioni, aiuto non solo economico. Hanno pagato cartellini e tutto negli ultimi due anni senza mai mettere la palla al centro. I dirigenti della federazione Campania, Gravina e Spadafora invece si sono autoassegnati uno stipendio nonostante questa crisi. Ho chiesto a un presidente di federazione di comprare venti-trentamila palloni e regalarli ai bambini bloccati da questa tremenda pandemia per farli giocare. Anche la Giove Accademy è in grande sofferenza.
15 Non ci sono stati ristori per le suole calcio? Azzarda Nando. Solo due: una volta dalla Regione e un’altra… ma a livello di cinquecento euro. Ti faccio l’esempio della scuola calcio di mio figlio: solo per iscrizioni eccetera ha pagato sette ottomila euro… senza mettere palla al centro… e meno male che i campi sportivi sono comunali e il Comune ha bloccato tutto, ma ci sono amici che giocano nei campi privati e i proprietari invece il canone lo esigono. Tu che sei stato consigliere e capogruppo a Scampia, dove ci sono innumerevoli associazioni di volontariato, che ci dici di quella realtà? Scampia l’ho amata da sempre: dove abito io ci sono campi da tennis, da pallavolo, da calcio. È un posto bellissimo. A me invece non è mai andato a genio il modo in cui Scampia è considerata. Di me dicevano che quando dovevo ritirarmi a casa pagavo per passare incolume. Scampia è una realtà diversa. Quando ero alla circoscrizione ebbi una diatriba con l’assessore Cigliano, mi assegnarono la commissione NU e giardini e verificai che a Scampia c’era un indice di difficoltà rispetto a via Partenope e durante una riunione evidenziai che la larghezza delle strade di Scampia presentava invece una difficoltà di passaggio minima, ma se tu devi avere per esempio i sacchetti per la raccolta differenziata e hai cinquantamila abitanti e fai risultare un indice di difficoltà maggiore, hai meno sacchetti, meno camion, meno vigili, meno giardinieri e una qualità di vita nettamente inferiore, come ho già raccontato alla tua giornalista (sempre la sottoscritta ndr). Se si censiscono un terzo degli abitanti rispetto al numero reale l’efficienza dei servizi ne esce molto inferiore rispetto ad altri quartieri e si creano carenze e conseguente pregiudizio.
Ci sono scuole di eccellenza e persone perbene. Anche le scuole calcio fanno un servizio sociale e ce ne sono sette o otto. Prima di salutarci, raccontaci tutto quello che vuoi del Corriere del Pallone. Da quando siete in edizione digitale abbracciate tutto il calcio, dal Napoli all’Eccellenza. Il Corriere del Pallone nasce da un’idea di un amico nostro che non c’è più che mi suggerì di fare una cosa come lo Sport Sud e io mi esaltai. Ma mi chiesi dove avrei preso le firme prestigiose per seguire il Napoli come lo Sport Sud, così mi lanciai sulle serie C e D e sono stato fortunato perché dopo un paio di anni si svegliarono le scuole calcio e quindi. La soddisfazione più grande è che siamo andati avanti per anni, fino a superare abbondantemente le ventimila copie a settimana, poi è arrivato il web e dopo un primo momento mio di scetticismo, devo dire che i risultati si vedono grazie ad una squadra di ragazzi e ragazze che lavorano con me che sono veramente in gamba. Siamo molto seguiti e letti anche fuori Italia. A me piace molto l’impaginazione e l’attenzione per l’eccellenza. Sì, pensa che l’altra domenica avevo ben cinque ragazzi nei vari campi che seguivano le partite a Barra, Pianura, Mugnano… e io all’una avevo già i risultati di chi aveva giocato di mattina. Il livello dell’eccellenza è cresciuto molto e ne sono contento. Infatti l’ho notato anche io: ho visto Maddalonese-Albanova ed è stata una partita veramente ben giocata. Commenta Nando. Sì stiamo andando nella direzione giusta. Continuiamo così. Conclude l’ospite. E nella giusta direzione con le interviste de La Copertina va anche il nostro valente, entusiasta direttore. Ad majora semper!
DOMENICA 25 APRILE 2021
16 CIRO TROISE
La Superlega dei pochi eletti ha miseramente fallito
Non prendiamoci in giro, il calcio ha preso la direzione del potere oligarchico da molto tempo. Lo dimostrano le storie di Paris Saint Germain e Manchester City, l’invasione di proprietà arabe, cinesi e americane è lo specchio della geopolitica ai tempi della globalizzazione. Il calcio è uno strumento di potere e di espansione, il Mondiale in Qatar nel 2022 è la chiusura del cerchio. I grandi club si stanno staccando dalla visione territoriale, dalla fidelizzazione del tifoso storico a favore delle masse da conquistare in parti lontane del mondo. C’è l’esempio della Juventus che ha venduto la sua anima storica per una Star, annientando i principi per cui la squadra e l’azienda vengono prima del fuoriclasse, che sia Platini, Zidane e Del Piero. Il progetto è fallito sul campo, a livello economico poi la pandemia ha alimentato il disastro e il risultato è che Agnelli e Paratici se ne libererebbero quanto prima possibile. La Superlega non deve meravigliare, è un termine che da cinque-sei anni circola sulle scrivanie dei grandi presidenti. Dei segnali ci sono già stati: ricordate le dichiarazioni di Agnelli sull’Atalanta? Il business-calcio, però, si fonda su un complesso equilibrio che ha come principio inalienabile: tutto deve muoversi sul campo, il giudice insindacabile che non si può scavalcare. L’idea di una competizione ad inviti, dove ci sono club che ne fanno parte per diritto, non solo ci fa schifo ma spezza l’equilibrio storico di questo sport. Non è solo una dichiarazione sentimentale, una battaglia ideologica ma si tratta di una visione, quella che Agnelli, Florentino e gli altri nove presidenti hanno sacrificato in onore del Dio Denaro e
SPAZIO PUBBLICITARIO LIBERO
I dodici club super-ricchi hanno tentato un golpe ma grazie al sistema inglese la Superlega non è decollata.
della guerra al sistema Uefa. Ne sanno qualcosa il Bayern Monaco, il Borussia Dortmund, il Porto che, pur avendo ricevuto la “partecipazione” per il matrimonio delle 12 “affiliate”, hanno rifiutato di far parte di questa orribile storia. Avendo violato il principio inalienabile della sacralità della meritocrazia sul campo, la Superlega dei pochi eletti ha miseramente fallito. La Premier League funziona, non ha permesso al golpe dell’aristocrazia del calcio di distruggere il proprio dominio. C’è stata la pressione sociale della rivolta dei tifosi raccolta dal governo inglese. Le Big Six della Premier League si sono ritirate quando Johnson ha minacciato norme più restrittive sui permessi di soggiorno per i calciatori stranieri e una luxury tax per le partecipanti alla Superlega. Essere contro la Superlega non significa difendere Fifa e Uefa, i protagonisti del declino che porta alla svolta reazionaria dei 12 “golpisti”. Il fair play finanziario ha fallito, è stato aggirato dai “super ricchi” senza che nessuno opponesse resistenze serie. Chi ha a cuore il calcio oggi ne dovrebbe proporre una versione più umana, così conquisterebbe il pubblico sconvolto dalla pandemia, che mentre
magari è in cassa integrazione da più di un anno fa fatica a digerire un mondo che continua a vivere d’ingaggi fuori dal mondo. Salary cup, redistribuzione “illuminata” dei diritti televisivi, luxury tax, riforme dei campionati nazionali. La sfida è premiare il merito, rendere tutto più avvincente, senza spezzare il sogno dei tifosi di vedere la propria squadra protagonista di una favola. Il mito del pallone è la benzina di questo business e si fonda su storie a cui non si può rinunciare: Il Leicester che vince la Premier League, l’Ajax che elimina Juventus e Real Madrid, l’Atalanta che rischia di togliere posti alla Champions a società più ricche e per un soffio non mandava fuori il Psg dalla final four. Pensiamo ai tifosi del Napoli che in questi anni hanno visitato l’Etihad, Anfield, il Bernabeu e soltanto il Covid-19 ha impedito il viaggio al Camp Nou. Immaginando un mondo libero dal virus in cui si può tornare negli stadi, che sfizio ci sarebbe nel seguire uno sport in cui queste favole sono negate a prescindere? La risposta alla crisi non è aumentare la distanza tra ricchi e poveri ma ridurla, senza mai spezzare il “diritto alla favola”.
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SIMONA PIRO
Grande slancio professionale dI DANIELA Iavolato Il valore del team nell’era Covid
Grande slancio professionale nel campo della creazione, il cammino di una partenopea che si apre l’ internazionalizzazione individuale con un team d’eccezione. Un gruppo che agisce nel mondo delle imprese e ne accresce la vision, proiettandole verso l’universo mondiale sia a livello economico-finanziario, sia a livello comunicativo. Traspare dalla professionista un gioco d’intenti individualistico che ben si posiziona con gli obiettivi prefissati dal team, che nell’era Covid riesce ben a posizionarsi nella grande offerta del mercato nazionale e non solo. Una freelance dal carattere deciso, dal percorso schematicamente delineato, con una tecnica spiccatamente marcata che utilizza il mezzo comunicativo del linguaggio con grande scioltezza. Si apre così la nostra intervista, alla quale la Iavolato con dinamicità e espressività risponde alle seguenti domande: Daniela quattro parole: creazione, unicità, dinamicità, diffusione. Che significato hanno per te ed in che posizione le utilizzeresti rispetto al lavoro che svolgi? “Sicuramente, la fase di di creazione è quella cardine e che edifica il resto dei processi. Siamo una nazione che ben accetta il talento creativo e che ben lo colloca sul mercato dando ad esso una vasta scelta avente caratteristica di unicità, lo vediamo bene con il Made in Italy. Inoltre la dinamicità con la quale si muove il mercato ne richiede una diffusione sempre più rapida.”. Finanziare e promuovere il talento, in questa Italia si può, oserei dire si
deve. più facile con i fondi Europei farlo, promuovere il capitale umano italiano è mestiere facile? “No, promuovere il capitale umano non è facile, soprattutto in questo periodo di Covid ove l’economia è abbastanza statica. La facoltà di approvvigionamento di fondi atti a promuovere il singolo e le imprese sul territorio da una spinta maggiore alla crescita e immissione sul mercato del capitale umano italiano che ricordiamo essere uno dei popoli più protesi all’inventiva ed alla creazione di nuove dinamiche commercializzabili.”. Il rapporto tra business, comunicazione e commercializzazione è molto stretto e ben comprensibile agli uomini ed alle donne del settore. Il processo di semplicity per gli imprenditori a che punto è, secondo te? “Comunicare il proprio business ed immetterlo sul mercato è divenuto, attraverso la moltitudine di processi esistenti per la promozione, molto facile. In quando al processo di semplicity
non vediamo ancora in Italia l’abbattimento della fase burocratica, che ahi noi è ancora troppo cavillosa e temporalmente lunga. Si possono certamente migliorare e snellire le fasi di richiesta dei fondi, di apertura di nuove attività. Inoltre un’altro ostacolo ben visibile e propriamente pesante soprattutto per la piccola e media impresa è la fiscalità che purtroppo vede gli imprenditori, in questa fase pandemica più che mai tartassati a dismisura”. Una ripresa graduale del Made in Italy, malgrado la pandemia ed i suoi effetti sull’economia. Sicuramente un programma di rilancio per le piccole e medie imprese, potenziando soprattutto le competenze digitali, e-commerce ed internazionalizzazione. Il nuovo cammino dell’impresa italiana e non solo? “Il Made in Italy a differenza di ciò che si possa pensare è largamente e coerentemente accettato e commercializzato soprattutto all’estero che ne comprende il valore e ne estende le potenzialità pubblicizzandolo. Meno coerente è il rapporto dell’italiano con i propri prodotti, di cui talvolta non ne comprende né il valore né la loro commercializzazione. Proprio a tal proposito il discorso sul Made in Italy, risulta essere poco apprezzato a livello nazionale. Sicuramente potrebbe essere comunicato dalle varie aziende in modo migliore ed essere diffuso a largo raggio, ma, il discorso della tassazione e dei costi elevati della manodopera nazionale fa si che molti imprenditori scelgano come loro mercato l’estero.”
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FRANCESCO TAGLIALATELA
CLAUDIO SCOTTI: “L’UOMO DELLE TRE VITE”
Adottare serietà e professionalità verso il proprio lavoro e soprattutto verso la gente come stile di vita non è certo da tutti. Claudio Scotti non solo incarna alla grande queste virtù, ma dimostra di applicarle nel quotidiano mediante il proprio lavoro. Nasce come calciatore e probabilmente molti lo ricorderanno per gli anni trascorsi al Napoli (‘80-84 circa) con Piero Santin allenatore. Laureatosi in Scienze motorie presso l’Università G.D’Annunzio di Chieti e successivamente specializzatosi in Fisioterapia presso il medesimo ateneo inizia ad appassionarsi sempre più alla medicina e a tutto ciò che concerne il campo riabilitativo, non a caso ad oggi, dopo una lunga carriera trascorsa fra i campi da gioco, prima come calciatore e poi da allenatore, fa parte dello staff dell’Ortopedia Ruggiero a Cardito (NA) e si occupa di amputati, posturologia e tutto ciò che concerne busti e protesi. Chiacchierandoci si comprende cosa voglia dire davvero il sacrificio, l’altruismo e l’amore per ciò che si fa credendoci sempre. Un uomo poliedrico per la capacità di immergersi a pieno in diversi ambiti professionali in poco tempo. Claudio mi racconti il suo percorso professionale “Dunque io ho cominciato come calciatore professionista partendo dalle giovanili del Napoli, infatti la mia esperienza in maglia azzurra inizia già da quando avevo nove anni e annoveravo nella categoria dei “pulcini del Napoli”, nel ’73 circa con Arnaldo Sentimenti allenatore. Da quel momento in poi comincia tutta la trafila nei vari settori giovanili, fino a raggiungere la prima squadra del Napoli quando c’era Piero Santin sulla panchina. Quello fu un momento clou nella mia carriera soprattutto a livello umano prima ancora che professionale, anche perché avere modo di esprimersi giocando in Serie A penso sia il sogno di tutti gli aspiranti calciatori. In seguito e per gran parte della carriera ho militato tra Serie C1 e C2 giocando in diverse squadre, come Siracusa, Ischia, Paganese, Casertana e Campobasso e incontrando allenatori di spessore, tra cui ricordo con piacere i nomi di Bugatti, Corso, Lambiase e altri ancora che hanno valorizzato il mio percorso elevandomi a uomo formato con un nome distinto da che ero solo un ragazzino esile e speranzoso e mi sento in dovere pertanto di ringraziarli. La mia carriera come calciatore termina ai trentadue anni. Quando sentii il bisogno di appendere gli scarpini al chiodo giocavo in interregionale con la Caivanese, ma nel frattempo non mi sono mai fermato, infatti proprio in quegli anni riuscii ad ottenere la licenza per allenare. Così inizia il mio percorso da allenatore che durerà poi un quinquennio avendo modo di allenare principalmente le giovanili.” Cos’è che ha determinato la sua decisione di passare dal calcio alla fisioterapia ? “Diciamo che all’epoca già negli ultimi tempi da allenatore stavo studiando per conseguire la laurea, che poi ho ottenuto con profitto, in Scienze motorie. Questo perché nel corso della mia carriera ho avuto diversi infortuni, che sappiamo essere una sorta di flagello per i calciatori e proprio dalle esperienze
degli infortuni ho iniziato ad appassionarmi molto alla fisioterapia e alla riabilitazione, mi piaceva proprio tutto ciò che ne concerneva e che ne ruotava attorno. In sostanza possiamo dire che mi sono appassionato prima di tutto come paziente e poi come dottore. Col passare del tempo poi mi sono reso conto che questo lavoro è ciò che volevo continuare a fare, anche perché l’ISEF (Istituto Superiore di Educazione Fisica), all’epoca come anche oggi non forniva molte scelte in termini di sbocchi lavorativi, così decisi di dedicarmi a pieno al lato riabilitativo, di certo non volevo finire col fare il professore di educazione fisica con tutto il rispetto, ma non era e non è nelle mie corde.” Mi parli degli anni da allenatore “Partiamo dal presupposto che allenare non è assolutammete cosa semplice. Ad oggi molti credono che urlare a dei ragazzi in campo significhi allenare, ma si sbagliano di grosso. Allenare vuol dire innanzitutto educare e poi entra in gioco anche l’aspetto agonistico che certamente è un elemento importante. La base sono i vivai e i settori giovanili che in Italia oggi più che mai stentano a decollare e a produrre talenti “made in Italy” che siano davvero validi sotto ogni punto di vista, quindi sia umano che tecnico. Non ti nascondo che prima di mollare con il calcio, ho provato con anche la collaborazione di un altro ex calciatore, Giuseppe Cafaro, all’epoca dirigente della Caivanese, di attuare un vero e proprio progetto di opera sociale finalizzato a togliere letteralmente i giovani di Caivano e dintorni dalla strada e indirizzarli verso un percorso fatto di educazione, di lealtà e di sport. Dunque fare del calcio un veicolo di purificazione sociale oltre che di riunione in grado di creare uomini al di là del talento che viene da se. Quelli sì, in effeti devo dire che sono stati anni, momenti ed esperienze che porterò sempre nel cuore e nella mente, anche se poi dovetti abbandonare questo progetto perché nel frattempo già ero ben assorbito dal mio lavoro come riabilitatore.” Mi racconti del suo rapporto con l’ambiente Napoli “Beh Napoli sicuramente è una piazza particolare che ti da tanto, ma allo stesso tempo pretende tanto. Il calore del pubblico partenopeo è un qualcosa di unico che ti fa rabbrividire quando sei in campo, ma allo stesso tempo ti sprona a fare del tuo meglio per divertire questo pubblico festoso e amante del calcio. Il mio rapporto con la dirigenza è sempre stato buono e così anche con l’allenatore dell’epoca che era Piero Santin, un uomo di spessore che mi ha aiutato molto a crescere sotto tutti i punti di vista. A Napoli tra l’81 e l’84 ho avuto modo non solo di crescere a livello individuale, ma anche di capire la forza che un collettivo può darti e può generare. Inoltre ho avuto modo di conoscere grandi campioni e di giocarci assieme, sto parlando di calciatori come Ruud Krol, Maradona, Ciro Ferrara e tanti altri, che sono campioni prima fuori e poi dentro al campo da gioco. Per contro, considerando che del Napoli di ieri davvero poco è rimasto per non dire nulla, se c’è una pecca quella riguarda il settore giovanile del Na-
DOMENICA 25 APRILE 2021 poli e anche l’attuale mancanza di strutture, tralasciando la famosa Castel Volturno, in grado di ospitare non solo la prima squadra, ma anche e soprattutto appunto la primavera, settore fondamentale che invece viene sempre più trascurato poiché non si riesce a comprenderne l’importanza.” Veniamo all’attualità. Come ha vissuto questi mesi particolari ? “Ormai è un’anno che mascherati ce ne andiamo camminando come se tutto fosse normale, quando di normale in realtà c’è ben poco. Quello che si è manifestato due febbrai fa è di sicuro un qualcosa di nuovo al quale di certo non eravamo abituati e ci ha colto tutti di sprovvista, sovente danneggiando in maniera importante diverse categorie. Non sapevamo e non sappiamo cosa stiamo combattendo, lo chiamiamo virus, coronavirus, covid-19, ma a sapere bene cos’è (e nemmeno) sono le grandi case farmaceutiche. Brutto dirlo, ma la nostra unica speranza, dopo aver imparato a convivere con questo morbo, risiede nei vaccini che di volta in volta si spera diverranno sempre più efficaci fino a disintegrare del tutto il virus
19 e anche la speranza che le mutazioni genetiche del virus in se non avvengano troppo velocemente. Per quanto riguarda me, beh non posso lamentarmi più di tanto dato che comunque sono riuscito a fare le mie cose, non ho avuto difficoltà a lavorare anzi ho sempre continuato senza fermarmi, anche perché il mio settore è stato uno di quelli che in “ferie” o in “crisi” non c’è mai stato fortunatamente.” Sogni nel cassetto ? “Diciamo che almeno per il momento sono soddisfatto di quello che fino ad oggi con amore e con sacrificio sono riuscito a costruire. Ho una bellissima famiglia, ho due figli fantastici di cui uno è ingegnere biomedico, l’altra è medico, quindi non potevo chiedere di meglio. Certamente dovendo dirti un obiettivo o un sogno se così lo vogliamo definire, beh quello sarebbe di continuare a fare bene nel mio lavoro, cercando di tagliare quanti più traguardi possibili e magari un giorno tornare ad occuparmi di sociale e di giovani attraverso lo sport e il calcio che rivendicherò sempre e comunque come il mio primo grande amore.”
RAFFAELE SILVESTRO
IL POSTO DI DIRETTORE AL CIMITERO
Negli ultimi giorni abbiamo fatto una chiacchierata con Damiano Vitagliano, uno dei candidati a direttore del Consorzio Cimiteriale ArzanoCasoria-Casavatore. Ha risposto alle nostre domande, sul tipo di mansioni da svolgere e le motivazioni della sua candidatura. “Penso che potrei dare un contributo concreto alla gestione del Cimitero. Quando vinsi il concorso e fui assunto il 04 settembre 2009 dal direttore di allora l’Avv. Ciro Maglione, mi resi subito conto di cosa non andava. Infatti elaborai le linee guida per la gestione dei defunti e delle lampade votive, che in quel periodo non esisteva contratto per il servizio delle lampade. Riuscii ad avere, dalla regione Campania con decreto dirigenziale n° 388 del 03/12/2009, la riduzione delle esumazioni da 10 a 5 anni e la dove il loculo era di
misure idonee per la tumulazione, ma occupato da resti mortali, si poteva procedere alla tumulazione come da chiarimenti resi dalla Regione Campania Prot. 0586431 del 28/07/2011. Vorrei anche dire che tutte queste autorizzazioni della Regione Campania furono ottenute anche grazie all’impegno del Dott. Mauro Muto.” Il signor Damiano ha poi continuato con delle delucidazioni su chi dovesse sce-
gliere il direttore, come mai un solo Comune non tutti e tre del consorzio. “In applicazione del Capo III Art. 18 comma 1 dello Statuto consortile Il direttore è di regola nominato a seguito di designazione a turno dei tre Comuni, il Direttore deve essere in possesso almeno del diploma di scuola media superiore e di requisiti di professionalità idonei allo svolgimento delle funzioni. Quindi oggi spetta al Comu-
ne di Casavatore”. Sulle mansioni principali del direttore si è poi espresso cosi: “Be sono molto importanti, per quanto mi riguarda credo di avere una profonda conoscenza delle problematiche ancora esistenti ed anche perché sono stati tanti i colleghi ed utenti (tantissimi), che ho incontrato durante il mio lavoro che mi hanno spinto verso questa decisione, per dare una piccola idea del lavoro del responsabile, si potrebbe dire che c’è molta segreteria, coordinamento delle varie funzioni cimiteriali, corretta fruizione del lavoro degli addetti, tenere in regola tutte le cose, insomma il lavoro è tanto, ma nell’eventualità, non mi spaventa.” Esperienza e qualità, forse è proprio questo quello che serve per dirigere il consorzio cimiteriale e Damiano Vitagliano le possiede entrambe.
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20 Franco Pezzella
La Deposizione di Cristo dalla croce (Pietà): una copia del capolavoro di Ribera a Casoria
Sull’altare della seicentesca cappella dell’Arciconfraternita di Santa Maria della Pietà annessa alla Collegiata di San Mauro, al centro di un coevo e prezioso panneggio a stucco, fa bella mostra di sé una notevole copia della Deposizione di Cristo dalla croce (altrimenti nota come Pietà), il capolavoro che Jusepe de Ribera, conosciuto anche col soprannome di Spagnoletto (Xàtiva 1591-Napoli 1652), realizzò per ornare la cappella del Tesoro Nuovo, un ambiente attiguo alla sacrestia della certosa di San Martino di Napoli. La tela, commissionata dal priore Giovan Battista Pisante all’inizio del 1637 e pagata 400 ducati, fu sin da subito e nei decenni successivi apprezzata in maniera entusiastica dai napoletani. Basti dire che ancora un secolo dopo, Bernardo De Dominici, il più importante storico dell’arte napoletana di epoca tardo-barocca, descrivendola ebbe a scrivere nelle sue celebri Vite de’ pittori, scultori ed architetti napoletani, Napoli 1742-45, t. III, p. 14: «…è dipinta con le più morbide tinte, che può immaginarsi un nobile, ed erudito Maestro, assai diverse da quelle solite usarsi dal Ribera: ma l’impasto, è il suo consueto, e maraviglioso, ma nobile, tenero, e delicato, massimamente nel Corpo del Redentore, e più ne’ tenerissimi Puttini, che non dipinti, ma di delicatissime vere carni
pajon composti, ed a tal segno, che ardico dire, per far comprendere la perfezione di questo quadro, che meglio non potea farli, né più nobile del medesimo Guido. (Guido Reni, n. d. A)». Non meno entusiastici furono i giudizi espressi anche degli stranieri in visita a Napoli, come il marchese de Sade, che la ritenne più preziosa di tutti gli ori e gli argenti conservati nelle teche dell’ambiente, e quello del pittore francese Jean-Honoré Fragonard, il quale ne rimase così colpito che ne ricavò un disegno. E ancora, a metà Ottocento, lo zar di Russia Nicola I, la fece riprodurre da un suo pittore di corte, dopo una respinta richiesta di acquisto ancorché avesse offerta la considerevole cifra di 40.000 piastre d’argento. Come è ovvio che accada per opere di riconosciuta valenza universale il dipinto di Ribera ebbe nu-
merose repliche, da quella tardo-seicentesca conservata nella Staatgalerie di Stoccarda, erroneamente ascritta in passato a Luca Giordano a quella di proprietà privata di un collezionista napoletano, da quella realizzata da un modesto pittore per la chiesa di Sant’Angelo a Nilo tra la fine del XVII secolo e gli inizi del successivo a quella conservata nel Museo di Belle Arti di Digione dipinta nel 1791 dal pittore francese Guillaume Guillon Lethière, pensionato presso l’Accademia di Francia a Roma, durante un viaggio a Napoli, oltre, naturalmente, alla copia di Casoria, forse, la migliore di tutte. Un’ipotesi, meritevole di più approfondite indagini, la vorrebbe realizzata dal pittore giuglianese Pietro Di Martino, già artefice, alla fine del XVII secolo, del vasto ciclo di affreschi con Fatti della Vita di Gesù che orna
la parete di fondo e la volta dell’Arciconfraternita, nonché del ciclo maurino che si sviluppa nel cassettonato che chiude in alto la navata centrale dell’attigua collegiata di San Mauro da me illustrato in un precedente articolo pubblicato da questo stesso settimanale (n. 12 del 21/3/2021). In questa evenienza il Di Martino l’avrebbe realizzata, forse, tra il 1703 e il 1704 mentre aiutava, riconoscente, il suo vecchio maestro Luca Giordano, ormai settantenne, nella decorazione a fresco del cupolino della cappella del Tesoro Nuovo con le Storie di Giuditta e dell’Antico Testamento, l’ultima sua opera. Del resto-è sempre il De Dominici a informarci-il Giordano, ammirando il dipinto del Ribera «…ogni giorno allorché dipinse la volta della medesima Sagrestia, affermò più volte, che il solo studio di quella pittura poteva bastar a fare un valentuomo nella Pittura, come cosa da mettersi al confronto de’ primi lumi di essa, per la perfezione in tutte le parti dell’arte del disegno». Non è improbabile che sia stato proprio lui ad invogliare il suo discepolo a realizzarne una copia, e che subito dopo, nel 1705, una volta che l’Arciconfraternita abbia richiesto al Di Martino un dipinto da porre sul nuovo altare della cappella che si andava ad innalzare, il pittore giuglianese glielo abbia poi venduto.
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TERESA D’ANGELO
Alessandra Parlato si racconta...Dando vita ad una bellissima rubrica sulla quotidianità, sulle curiosità, sullo stile della bella protagonista di “THE REAL HOUSE WIVES di Napoli”
Parte la seconda stagione di “THE REAL HOUSE WIVES di Napoli”, in onda su Discovery Plus ogni venerdì con un appuntamento settimanale e la nostra bella Alessandra Parlato è la protagonista, la new entry della seconda stagione con le altre 6 protagoniste, un cast molto ampio di donne eleganti, ambiziose, divertenti e creative. Dal suo profilo instagram (Alessandraparlato13), in diretta ogni domenica alle 21;30 in collaborazione con me, ci sarà una nuova puntata della sua rubrica dedicata al suo essere al di fuori del programma, ma la vera Alessandra che ci racconta i suoi aneddoti di vita quotidiana, consigli sull’amore, consigli sullo shopping , sulla moda e soprattutto i suoi hobby più grandi che la rendono veramente una donna semplice ma elegante, solare e determinata. Nella prima puntata della rubrica abbiamo parlato un pó degli highlights della puntata andata in onda il venerdì, di come è entrata a far parte del cast, raccontando che deve tutto a Noemi Letizia che in una vacanza insieme le disse di partecipare, di provinare con la produzione ed infatti è andato tutto a buon fine perché viene scelta per poi partecipare alla seconda stagione. Ricordando anche i commenti divertenti dei “The Jackal”, sul programma, dove in modo comico sul loro profilo raccontano la puntata ed hanno enfatizzato anche un’affermazione di una delle protagoniste, Daniela Sabella cui aveva affermato che “Alessandra non ha un briciolo di classe”, Ciro così ribadisce “Perché non avrebbe
classe?”. Infatti Alessandra su questo fa anche un sondaggio sul suo instagram con risultato positivo, le persone pensano che la classe sta proprio nei modi di porsi, nella simpatia, nella genuinità non solo nel vestirsi in abiti griffati. Ma dopo aver ricordato questo piccolo aneddoto divertente partiamo con la rubrica, dove Alessandra sceglie di raccontare del suo grande amore col marito Domenico. Facendo passi indietro nel tempo, riviviamo la favola romantica. Alessandra racconta dei suoi primi passi nel mondo della moda e dello spettacolo, dove faceva tanti eventi da modella vincendo anche un concorso. Domenico conosciuto proprio a Roma in un locale “Il Gilda” dove Alessandra in quella circostanza aveva vinto proprio un concorso di bellezza, quella sera ci furono solo
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uno stuzzicarsi di sguardi, in seguito si sono ritrovati a Napoli, dapprima amici con una bella complicità che persiste tutt’oggi, ma il loro incontro fu come un’esterna stile “Uomini e Donne”. Il loro rapporto lungo tredici anni insieme, (quattro di fidanzamento ed otto di matrimonio). Una coppia molto affiatata, una coppia complice che si appoggia in tutto, da lì una domanda molto ponderata che sicuramente negli anni hanno fatto in tanti la scelta non di non avere figli in questi otto anni. Alessandra con molta disinvoltura e sicurezza risponde che è stata una scelta presa da entrambi, perché volevano godersi un pó il matrimonio, non voleva vivere subito un rapporto matrimoniale ricco di sacrifici e di rinunce che si fanno per i bambini perché viene da una situazione con una madre molto giovane che piccolissima ha avuto 5 figli. Quindi Alessandra ha vissuto sulla sua pelle un pó la vita frenetica della madre, nasce così la decisione che se si fosse sposata aspettava un pó, prima di dedicarsi al nido familiare. Una giusta considerazione che condivido, ma la bella notizia che quest’anno si sono promessi di provare quindi mai dire mai arriverà anche la bella notizia di un bel bebé. Grazie a tutte le persone che hanno seguito, grazie ad Alessandra per essersi raccontata e vi diamo appuntamento a Domenica prossima per una nuova puntata della rubrica, tutti sintonizzati alle 21;30 dal profilo di Alessandra Parlato in Instagram.
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IDA PICCOLO
IL MAESTRO ANTONIO BUONOMO A TU PER TU CON ANTONIO D’ADDIO E IDA PICCOLO A PARTENOPE TV Calato il sipario su un’altra bellissima puntata di “A Tu per Tu”, la tredicesima e ultima del primo ciclo, condotta dal giornalista Antonio D’Addio e dalla presentatrice/speaker radiofonica Ida Piccolo, in onda, il martedì sera, sulle frequenze di Partenope Tv, l’emittente regionale leader in Campania (canale 188 del digitale terrestre), Puglia, Calabria e in tutto il Meridione (canale 190), ora anche in Abruzzo e in Croazia, e in diretta streaming su www.partenope. tv. Nella prima parte, in collegamento Skype da casa sua, c’è stata Nunzia D’Aniello, giornalista, direttore responsabile di 41esimo parallelo, scrittrice, che ha parlato del suo primo libro, Nero su Bianco, il primo di una trilogia. Subito dopo è intervenuto in studio un mostro sacro dello spettacolo napoletano e italiano, il maestro Antonio Buonomo, un trionfo di arte, tecnica, cuore e professionalità, che si è raccontato a 360 gradi ripercorrendo le tappe fondamentali della sua carriera partendo dagli inizi fino ai giorni nostri sottolineando tutte le sue più grandi soddisfazioni artistiche. Tra chiacchiere, ricordi, battute, messaggi arrivati sulla pagina ufficiale de La Voce di Napoli di Bruno Cirillo, che ha trasmesso in diretta Facebook la puntata, si è parlato dei suoi prossimi progetti, tra cui Ninna nanna a Gesù Bambino di Roberto De Simone, regia di Davide Iodice, che andrà in onda su Rai 5, martedì 30 aprile, di pomeriggio e uno spettacolo teatrale già pronto, che sarà messo in scena appena si riapriranno i teatri, e
ha visto, con piacere e commozione, le tante sorprese preparate tra cui i due blocchi fotografici sulla sua carriera e i tantissimi videomessaggi arrivati: Valentina Stella, Serena Rossi, Cristina Donadio, Bruno Lanza, Max Bellocchio, Francesca Marini, Massimo Penza, Angelo Iannelli, Gigi Attrice, Pasquale Sacco, Carmine Liberati, Claudio Malfi, Davide Iodice, Rosario Sannino, il cultore Ernesto Bruno Guida, Emanuele Sacchetti, Luca Lubrano, il fratello maggiore Salvatore, Romeo Barbaro e Michele Imparato. Buonomo si è sottoposto anche ad un fuoco di fila di domande, a cui ha risposto con sincerità e verità, ha ringraziato i suoi numerosi ammiratori e, accompagnato dal maestro Nunzio Ricci, ci ha regalato tanti momenti live, coinvolgenti ed emozionanti, spaziando da Viviani a Di Giacomo, da Sergio Bruni a Renato Carosone. Un doveroso ringraziamento a tutta la squadra composta dall’intraprendente editore Angelo Ucciero, dal valente direttore artistico, Renato De Carmine, dal bravo regista Antonio Di Gennaro, dal responsabile di audio e luci Giulio Rospo, da Giovanni Cappetta, che cura il settore fonico live, che sono stati di valido aiuto in questa prima edizione. La puntata andrà in replica domenica sera, alle ore 21,00, su Partenope Tv. Dalla prossima settimana partirà una nuova avventura: Miti e meteore!!!! Partenope TV, Antonio Buonomo-official web, 41esimoparallelo, Nunzia D’Aniello
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Salvatore Iavarone
Consigliere Comunale di Casoria
A Casoria uno striscione dal Palazzo Comunale Ricordare Mario Paciolla, una proposta lanciata dalla pagine di questo giornale
Dalle pagine di questo giornale avevamo chiesto al Sindaco Bene di aderire ad una proposta che sta riscuotendo successo tra i Comuni a Nord di Napoli. Continua la mobilitazione per chiedere la verità sulla morte di Mario Paciolla, il cooperante morto in Colombia dove era impegnato in una missione per conto dell’ONU. La tesi del suicidio, con cui gli investigatori locali hanno giustificato la morte, non ha mai convinto i genitori e gli amici che, dal 15 luglio dello scorso anno, giorno della morte, stanno tentando in tutti i modi di non far calare il silenzio sulla vicenda, ottenendo anche l’avvio di un’inchiesta della Procura della Repubblica di Roma, competente per gli italiani all’estero. In campo anche l’area a nord di Napoli grazie anche all’esposizione di striscioni con il volto di Mario e la scritta ‘Giustizia per Mario Paciolla’. Nelle scorse settimane, il direttore di Co-
gito, Antonio Iazzetta, ha chiesto al Sindaco di Frattamaggiore di esporre lo striscione sul palazzo comunale della città d’origine della famiglia Paciolla. Ora, quello stesso striscione è stato esposto anche sui comuni di Caivano, Casoria e Crispano, grazie alla disponibilità immediata dei sindaci, Enzo Falco, Raffaele Bene e Michele Emiliano. L’appuntamento si è tenuto martedì 20 aprile quando i genitori di Mario, Pino Paciolla e Anna Motta, a cominciare da Casoria alle 9.30 per spostarsi poi a Crispano alle 10.30 e a Caivano alle 11.30 hanno esposto gli striscioni sui balconi dei municipi. Con grande piacere ho trovato la massima disponibilità nel Sindaco di Casoria nel sostenere questa proposta, ora con le scuole s potranno mettere in campo iniziative ed incontri per continuare a tenere accesi i riflettori su questo tema.
Salvatore Iavarone
Consigliere Comunale di Casoria
RICHIESTE DI PROCEDURE SEMPLIFICATE PER I COMMERCIANTI ED ARTIGIANI DI CASORIA IN MERITO ALL’OCCUPAZIONE DEGLI SPAZI ESTERNI DI BAR, RISTORANTI E NEGOZI Europa Verde di Casoria, in considerazione delle regole di distanziamento che il Coronavirus impone, ritiene necessario che il Comune di Casoria deliberi procedure semplificate in favore di negozi, bar, ristoranti per garantire una migliore gestione degli spazi esterni da destinare alla loro clientela fino al 31 dicembre 2021. Nella giornata di ieri ha provveduto a protocollare formalmente al Sindaco Raffaele Bene una richiesta per avviare un iter semplificato per i commercianti. È fondamentale che le occupazioni siano effettuate in seguito ad autorizzazioni che saranno rilasciate dal Servizio Suap previo esito favorevole dell’accertamento tecnico in merito alla compatibilità della richiesta con l’area individuata . La procedura semplificata che Europa Verde propone è quella di un regime
autorizzatorio in materia di occupazione di suolo pubblico ovvero di ampliamento delle superfici già concesse introducendo –una procedura “speciale” che ritiene sufficiente, per l’emanazione del provvedimento finale, una semplice domanda, per via telematica, all’ufficio competente dell’ente locale, con allegata la planimetria. Si sottolinea come ovviamente rimangano ferme le disposizioni del Codice della strada in materia di rispetto delle aree di pubblico passaggio e di transito dei mezzi di soccorso ed il rispetto dei diritti dei terzi. L’obiettivo è quello di coniugare la tutela del territorio e delle strade con la necessità di commercianti e artigiani di essere nelle condizioni di poter operare. Ci auguriamo che l’amministrazione voglia fare sua questa proposta e favorire il
commercio e la socialità in città. Porteremo avanti tale proposta nelle sedi opportune comunali, nel mentre la proposta viene presentata anche agli altri Comuni dell’area a Nord di Napoli da parte dei responsabili cittadini di Europa Verde.
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Il processo tributario va rivisto e migliorato Disegni di legge a confronto
dell’onorevole Umberto Del Basso Il processo tributario nella sua forde Caro della Commissione Giustimulazione del 1992 ed entrato in zia, ddl 2526 presentato il 28 maggio vigore nel 1996, a 25 anni dal suo 2020. debutto, merita di essere rivisto e I due disegni di legge hanno il merito migliorato nella sua articolazione. RIFORMA DEL PROCESSO TRIBUTARIO di dare quella giusta considerazione Non c’è dubbio che il legislatore Piattaforma ZOOM IL DDL 1521/2019 E DDL 2526/2020 A CONFRONTO alla giustizia tributaria che, insieme del 1992 volle dare dignità ad una ID webinar 99985304769 WEBINAR 30.04.2021 ORE 15-18 alle altre giurisdizioni, è una delle giurisdizione che fino ad allora non Passcode: 587126 Indirizzo di Saluto Accreditato funzioni fondamentali dello Stato era per niente considerata, vista la COA NAPOLI - 3 CF Avv. Antonio Tafuri Presidente COA Napoli Prof. Dott. Bruno Del Giudice Tesoriere A.E.M.T. democratico e si affianca con pari disua non esclusività delle materie ODCEC NAPOLI - 3 CF Avv. Giuliana Passero A.M.T. Piemonte Coordina gnità alla funzione legislativa e alla trattate. Non è questa la sede per riProf. Dott. Eduardo Maria Piccirilli Presidente I.U.M. Academy School - Giudice Tributario funzione di governo. Da qui, quindi, evocare una trattazione del passato Introduzione l’esigenza di una radicale riforma (che lasciamo al lettore ricercatore Prof. Avv. Angelo Cuva V. Presidente Uncat strutturale della giustizia tributaria, di approfondire), ma ci limitiamo Relazioni On. Vita Martinciglio con la istituzione di una magistraad una trattazione del futuro della Commissione Finanze Camera dei Deputati tura autonoma e specializzata, assigiurisdizione tributaria, o meglio del On. Umberto Del Basso De Caro Commissione Giustizia Camera dei Deputati curando terzietà e indipendenza del ruolo del giudice tributario e del suo Dott. Nicola Graziano Giudice tributario magistrato tributario, con sottrazioassoggettamento ad una parte del Dott. Achille Coppola ne della struttura dal ministero delle processo, ovvero il MEF, più volte Segretario nazionale C.N.D.C.E.C. Finanze, portandola sotto la Presioggetto di critica e di riflessione sul Avv. Accursio Gallo Componente Organismo Congressuale Forense denza del Consiglio dei Ministri: suo ruolo, perché rappresenta la parConclusioni Cons. Francesco Lucifora dare giusta dignità a chi è chiamate più forte del processo rispetto al Presidente Commissione Concorsi Consiglio Presidenza Giustizia Tributaria to a giudicare, prevedendo il tempo contribuente, minando l’equilibrio www.iumna.it pieno ed esclusivo con una dignitosa del processo. remunerazione (che attualmente è Ebbene, oggi il ruolo del giudice assolutamente inadeguata). I disetributario in particolare, e della giugni di legge, prevedono modalità di risdizione in generale, è oggetto di studi ed approfondimento. La voce più ricorrente in questo selezione per il reclutamento dei magistrati attraverso concorsi dibattito è il ruolo del giudice: tempo pieno, tempo parziale e pubblici per titoli ed esami, ed assicurano una formazione proterzietà dello stesso, soprattutto in quanto alcuni componenti fessionale, sia iniziale che continua. I disegni di legge, inoltre, danno la possibilità ai giudici atdella Cassazione sono anche giudici di merito. Prima di entrare in questo dibattito e dei vari progetti di ri- tuali, di accedere al nuovo ruolo: l’attuale organico non togato, forma che sono presenti in Parlamento, bisognerebbe fare una fatto salvo per chi si trova ai limiti di età, potrà accedere al chiosa su questa giurisdizione che può essere considerata la nuovo ruolo, mentre i togati potranno optare per la magistraquarta giurisdizione del nostro ordinamento, dopo quella ordi- tura di provenienza o passare a quella tributaria. naria, amministrativa e contabile. Non c’è dubbio che il giudi- La riforma del processo tributario è stata inserita anche nel ce tributario pur svolgendo la sua attività a tempo parziale, il Recovery plan, il che fa sperare nel vedere la luce in tempi suo impegno e la sua dedizione e onorabilità non sono e non brevi di questa importante giurisdizione, partendo da quei propossono essere messi in discussione, anche se vi è dipendenza, getti di legge, che con il passaggio fondamentale e obbligato, per la struttura e per la gestione organizzativa del processo, ad dal Ministero dell’economia e delle finanze alla Presidenza del una parte del processo, il MEF. L’efficienza del risultato con- Consiglio dei ministri, possa esaltare la effettiva terzietà dei sta soprattutto nella rapidità delle decisioni delle Commissioni giudici tributari, nel pieno rispetto della nostra carta CostiTributarie: nel giro di 6 mesi, al massimo un anno, vengono tuzionale. Di tutto questo si parlerà il 30 aprile in un webinar emesse le sentenze, dando quindi una risposta celere alle parti. organizzato da IUM “Academy School” coordinato dal presiQuesto è sicuramente merito di questa giurisdizione che non dente, prof. Dott. Eduardo Maria Piccirilli, con le conclusioni deve nella maniera più assoluta essere messa in discussione. cons. Francesco Lucifora, presidente commissione concorsi Se la giurisdizione tributaria dovesse passare sotto la giuri- del Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria, mentre sdizione ordinaria, già di per se carica, sicuramente avremmo le relazioni sono affidate ai due parlamentari autori dei ddl, tempi non più celeri e una giurisdizione non più altamente on. Vita Martinciglio e on. Umberto del Basso de Caro, oltre specialistica, perché si passerebbe da un ramo ad un altro, dal alla presenza del CNDCEC, dott. Achille Coppola, un rapprepenale o civile al tributario, generando anche confusione tra sentante del CNF, avv. Accursio Gallo, un rappresentante dei giudici togati, dott. Nicola Graziano, mentre l’introduzione gli stessi giudici. Tra le diverse ipotesi di studi e di progetti di legge attualmen- è affidata ad un rappresentante UNCAT, prof. Avv. Angelo te presenti in parlamento, meritano un giusta considerazione Cuva. I saluti sono affidati ai rappresentanti delle associazioni quelli dell’onorevole,Vita Martinciglio della Commissione di categoria: prof. Dott. Bruno del Giudice, di A.E.M.T. e avv. Finanze, ddl n° 1521 presentato il 21 gennaio 2019, e quello Giuliana Passero di A.M.T. Scuola Superiore Mediazione Linguistica Aut. Ministero Università 21/01/2009 NAPOLI 22/06/2012 ROMA
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DANIELA IAVOLATO
Nazireo: La fede è il mio credo, la racconto nella musica
È l’ideatore del primo talent italiano della musica gospel cristiana. Ignorata dalle major, snobbata dalle radio, la musica cristiana esce dall’anonimato e lo fa attraverso una delle formule più popolari degli ultimi tempi, quella del talent show. Un format pop ed estremamente coinvolgente, nato per dare un’occasione a voci alternative che desiderano essere riconosciute e apprezzate sulla scena nazionale, portando in giro un messaggio d’amore universale. L’idea è nata dal cantautore Luciano Buonfiglio, in arte Nazireo, esponente pluripremiato della musica gospel contemporanea internazionale. Ho scelto te è l’edizione pilota di un concorso che ha degli obiettivi di espansione in America Latina e la formazione di un gruppo di dodici ragazzi per la realizzazione di una compilation di brani inediti, più un mini tour di tre tappe che toccherà l’Italia da Nord a Sud. Che tipo di musica è la vostra? «La nostra musica non è diversa da altri generi, piuttosto, cambia quello che cerchiamo di trasmettere attraverso le nostre canzoni. I nostri sono messaggi positivi, di amore universale e passione per la vita».
Che tipo di seguito ha questo genere in Italia? «In Italia purtroppo c’è ancora un pregiudizio molto forte nei nostri confronti. Siamo considerati un genere di nicchia e questo ha finito per scoraggiare tantissimi ragazzi di talento. La situazione è completamente diversa all’estero dove la nostra musica ha trovato un canale naturale anche tra le radio più popolari». Come ti è venuta in mente l’idea del talent? «Il talent è la formula più veloce per scoprire talenti nascosti, è nato per offrire quelle opportunità che sono state negate a me nel nostro Paese». Avete già concluso le audizioni a Napoli, Torino e Catania. Com’è andata? «Benissimo! Nonostante le limitazioni legate al Covid si è creata un’atmo-
sfera magica che ha superato di gran lunga le nostre aspettative». Che cosa accadrà dopo le audizioni? «I dodici cantanti scelti saranno i protagonisti di un disco con dodici tracce inedite che presenteremo in autunno con un grande evento live finale. Partiremo poi, appena sarà possibile, per un mini tour che toccherà diverse città da Nord a Sud. Al premio della critica andrà invece una borsa di studio». Chi ha avuto il compito di selezionare i ragazzi in giro per l’Italia? «La nostra giuria è composta da compositori, musicisti, vocalist e giornalisti. In squadra abbiamo Nausica della Valle, Aurelio Pitino, Amedeo Battaglia, Daniele Palladino, Pasquale Di Maso e Luciano De Felice». Dove volete arrivare? «Vogliamo uscire dall’anonimato e portare il nostro messaggio a più persone possibili, soprattutto in questo periodo. Sarebbe stato molto più facile produrre il talent all’estero dove sappiamo di avere un pubblico trasversale e un riscontro diverso, invece, abbiamo voluto fare il percorso inverso. Partire da qui per sbarcare oltre Europa. La nostra sfida è essere riconosciuti a “casa”».
I cento anni di nonno Antonio
Il 23 aprile del 2021 il concittadino Antonio Manfredi compie cento anni, un’età vissuta a cavallo di due secoli tra eventi e circostanze che hanno visto il nostro mondo mutare profondamente. Uomo del Sud, fiero di essere napoletano, di eccezionale elevatezza morale ha partecipato alla II guerra mondiale. Prigioniero in Germania, sopravvissuto alla durezza dei campi di sterminio, non ha mai ricevuto, né richiesto particolari onorificenze. Ha dedicato la sua vita al lavoro e alla famiglia, senza mai rimpiangere le sue umili origini. In occasione dei 160 anni dell’Unità d’Italia il traguardo dei suoi cento anni appare come una gradevole coincidenza che speriamo possa essere di buon auspico per i familiari e per quanti non si arrendono all’avanzare dell’età. Auguri di cuore al nostro “mast’ Antonìo”
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QUALCHE RIFLESSIONE SULLA POLITICA
In maniera del tutto inaspettata, sta lentamente facendo capolino un sentimento assolutamente particolare, amplificato dalla drammatica contingenza nella quale ci stiamo dibattendo. Facciamo riferimento al senso di nostalgia per la politica, intesa in una sua specifica declinazione, sembra presente nelle riflessioni anche degli intellettuali, che impartiscono ogni giorno lezioni dalle colonne dei grandi giornali. In particolare, sembra cominciare ad avvertirsi la mancanza di figure che vivano la politica come esperienza totalizzante, 24 ore su 24 come scriveva in questi giorni Gramellini sul Corriere. A distanza di qualche decennio possiamo affermare che, sull’onda dell’indignazione legittima per ruberie e malversazioni, abbiamo buttato il bambino con l’acqua sporca. Oggi è necessario ripensare l’impegno in politica, che come scrisse qualcuno, quando è incessante, “è il prezzo della libertà”, badando ovviamente a non cadere in una forma malsana di desiderio di “acqua sporca”. E se l’impegno in politica deve
essere incessante, per garantire la libertà, è opportuno restituire centralità alla figura del militante, colui che per definizione è consacrato all’attività politica. Da esso non si può prescindere, per avere una azione di governo, a tutti i livelli, efficace. Abbiamo vissuto la pia illusione che la cultura libresca dei tecnici potesse adeguatamente soppiantare le doti, che si affinano nella trincea della militanza. Tuttavia, non si è badato ad un aspetto importante: i libri non possono esaurire tutti i casi, i problemi, le vicissitudini che la vita presenta ad ogni piè sospinto. E che invece vengono conosciuti, e spesso affrontati, da coloro che sui territori si espongono. La frequentazione di particolari tematiche diventa una scuola formidabile, per chiunque poi si trovi nella condizione di ricoprire ruoli di responsabilità amministrativa e di governo. Contestualmente, si impara a confrontarsi, argomentando, e quindi mettendo alla prova costantemente le proprie convinzioni. A questo proposito,
va detto che anche per quel che riguarda le idee che si professano la militanza è una scuola fondamentale. Quando le proprie idee vengono forgiate nella fatica dello studio, costante e sempre più impegnativo, diventa difficile voltare ad esse le spalle. E quindi la coerenza, sulla cui natura di valore ultimamente si sono inopinatamente sollevati dubbi, diventa coessenziale all’azione del militante : è un habitus mentale, che rende inaccettabili i trasformismi e i consociativismi. La precondizione, tuttavia, è rappresentata dalla libertà individuale, quella da padrini e padroni, che impongono scelte e decisioni molto spesso lesive della dignità. Il ritorno alla politica deve essere interpretato in questo senso. Solo in questo modo, uomini liberi potranno chiamare altri uomini liberi, molto spesso ritirati in maniera sdegnata nell’area del disimpegno e dell’astensionismo, in difesa della comune libertà. La quale, come sosteneva la Arendt, “o è politica o non è”.
DANIELA LOMBARDI
ROMA, “ECCELLENZA ITALIANA” DI ASSOTUTELA IN MEMORIA DEL GIUDICE FALCONE
C’è grande attesa per la nuova edizione del “Premio Assotutela 2020/21 per le Eccellenze Italiane”, che si svolgerà il prossimo 27 maggio, presso la scuola di Formazione e aggiornamento della Polizia Penitenziaria “Giovanni Falcone”, situata in via di Brava 99, a Roma. L’iniziativa quest’anno avrà un significato particolarmente simbolico e sociale poiché cadrà a ridosso dell’anniversario dell’uccisione del compianto giudice Falcone da parte della Mafia Siciliana e si svolgerà nel piazzale antistante la teca in memoria di un vero e proprio martire dello Stato Italiano. Come ormai tradizione, dunque, torna l’attesa kermesse, fortemente voluta e organizzata dall’associazione del presidente, Michel Emi Maritato, e che attribuisce un riconoscimento a tutti quei personaggi che nell’anno appena passato si sono contraddistinti, per meriti e competenze, nel
mondo della ricerca, dello sviluppo, della cultura, del sociale, dell’economia, della politica e della beneficenza, al fine di portare avanti lo sviluppo e il rilancio della nostra nazione. Un paese, l’Italia, che sta attraversando una complicata crisi pandemica ma che è composta da tante persone che credono nel sogno e nella opportunità di cambiare il sistema Paese e farla ritornare allo splendore di un tempo. Il riconoscimento “Eccellenza Italiana” di Assotutela verrà consegnato dal presidente Maritato mentre conduttori di eccezione dell’evento saranno i noti e apprezzati giornalisti, Giovanni Lucifora e Fabio Camillacci. Prevista la partecipazione di autorevoli esponenti del mondo istituzionale, militare, politico, culturale, sociale e non solo: oltre cinquanta le personalità che quest’anno saranno Eccellenza Italiana.
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DAVIDE GUIDA
In edizione digitale il “Premio Cuori Empatici in Corsia” con Edda Cioffi e Vincenzo Martino
Domenica 2 maggio alle ore 16,00 i popolari presentatori di eventi e trasmissioni radiofoniche e televisive Edda Cioffi e Vincenzo Martino, in collaborazione con la Associazione Culturale Vesuvius e della DGPhotoArt (azienda di comunicazione e produzione multimediale) condurranno il “Premio Cuori Empatici in Corsia”, in una particolare edizione digitale. In questo particolarissimo evento interverranno e verranno premiati, anche se per l’occasione in maniera virtuale, nomi illustri della medicina e non solo, che si sono distinti nell’umanità e sensibilità con cui si attivano nell’ambito della propria attività professionale: il chirurgo plastico e estetico dott. Leonardo Corsaro; il podologo e posturologo dott.
Antonio Pacilio; la psicologa e psicoterapeuta dott.ssa Maria Zeccato; il medico dentista dott. Giovanni Sansone; il presidente di “Io, amico del mio cuore”, dott. Giuseppe Somma; il pediatra dott. Carlo Alfaro; la biologa nutrizionista dott.ssa Maria Pia Chiacchio; l’autista soccorritore nonché governatore della Misericordia di Arzano Pasquale Martino. Questa edizione a causa delle attuali restrizioni sanitarie avverrà in edizione completamente digitale tramite diretta streaming in ambiente social-network. Ospiti speciali dell’evento saranno Angelo Iannelli, artista poliedrico, poeta e scrittore, e Davide Guida, regista, sceneggiatore e videomaker di cortometraggi a sfondo sociale.
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Campania: Asl Na2, domenica vaccinazione ad accesso libero in quattro hub
Domenica dalle 9 alle 19, presso quattro centri vaccinali, l’Asl Napoli 2 Nord offrira’ la vaccinazione contro il Covid19 ad accesso libero - senza registrazione su piattaforma regionale - per tutti i cittadini residenti nei 32 Comuni di competenza dell’Azienda sanitaria e aventi sopra i 60 anni di età. L’annuncio in una nota: I centri vaccinali che offriranno questa tipologia di servizio sono: a Pozzuoli, PalaTrincone, Via Cosimo Luigi Mic-
coli, 7, a Giugliano, scuola Levi Montalcini, Via Antica Giardino, ad Afragola al centro Lumo Via Ugo La Malfa, 15 - 80021, a Forio d’Ischia al palazzetto dello Sport. Per essere vaccinati basterà: avere piu’ di 60 anni, essere residente in uno dei 32 Comuni di competenza dell’ASL Napoli 2 Nord e presentarsi al centro portando con sè un documento di identita’ valido e il tesserino sanitario. (Ren) NNNN
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Casavatore, Croce Rossa instaura un punto informazioni all’interno del centro vaccinale
La Croce Rossa non si ferma e l’apporto al centro vaccinale si fa sempre più intenso. Nella palestra del comprensivo De Curtis nella zona del Parco Acacie gli uomini del presidente della Croce Rossa Napoli Nord, Giambattista Ganzerli sono pronti a dare informazioni in riguardo ai vaccini. Un’ampia postazione è stata data alla Croce Rossa per dare giuste indicazioni alla cittadinanza. Aperto già da mercoledì 21 aprile lo sportello proseguirà, come tutto il resto della giornata, per fornire giuste informazioni. In una postazione ad hoc dove ci saranno alcuni operatori che aiuteranno la popolazione a registrarsi sulla piattaforma per ricevere il vaccino e saranno pronti a darvi qualsiasi spiegazione riguardo al tema. La struttura è stata scelta sia dall’Ufficio tecnico del Comune, sia dal comando dell’Ufficio Vigili Urbani e sia dalla Croce Rossa visto che Palazzetto e altre palestre sono da riqualificare e l’unica che è stata costruita ultimamente era proprio questa perciò si è pensato subito alla De Curtis. Essa è stata scelta e ha convinto per grandezza e doppie entrate e anche per facilità parcheggio con ampio spaziale.
POESIA di Giovanni Cresci
Vecchio Padre
E tempo che ti riveda, vecchio padre. E tempo che l’alito tiepido del kusi mi riporti a te soffiando forte nella vela del mio dhow come se condividesse la mia ansia. E tempo di leggere nei tuoi occhi scuri, corrosi dalle lacrime, il tuo passato ed il mio presente così da non averne più timore. E tempo di ritrovarmi nel tuo abbraccio mentre la tua ispida, canuta barba riga il mio viso ed il mio pianto lo sana. E tempo di tornare, vecchio padre.
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GRAZIA GUARINO
Chef stellati e vip ai fornelli delle mense sociali napoletane
Il particolare momento che stiamo vivendo, oltre a limitare le libertà personali, sta purtroppo provocando un impoverimento della popolazione: coloro che già vivevano in situazioni di indigenza continuano ad essere in difficoltà, e a loro si sono aggiunti i nuovi poveri, ovvero coloro che hanno perso il lavoro, oppure che hanno dovuto chiudere loro attività commerciali aperte da poco rimanendo senza un soldo in tasca in quanto per avviarle hanno utilizzato i risparmi di una vita. Urge, dunque, aumentare i gesti di solidarietà per resistere e preparare le basi per un nuovo inizio. A tal proposito personaggi famosi, imprenditori e chef stellati si mobiliteranno per la seconda edizione del tour di “Cenando sotto un Cielo Diverso”. L’associazione “Tra Cielo e Mare”, presieduta da Alfonsina Longobardi, ha coinvolto tre chef stellati, un famoso pasticciere, due dinamici personaggi molto popolari e importanti imprenditori nel campo del food in un tour che li porterà a cucinare nelle mense animate da anni da realtà parrocchiali che si impegnano a dar da mangiare a persone meno abbienti. Cosi gli chef Domenico Iavarone, Michele De Leo e Peppe Aversa cucineranno un menù stellato a sei mani, utilizzando prodotti del territorio forniti dalle aziende partner dell’iniziativa. Dotati di mascherina, guanti e con ogni precauzione sanitaria dettata dall’emergenza per il Covid-19, gli chef prepareranno i pasti per coloro che si siederanno lunedì 26 ai tavoli della mensa della parrocchia di S. Antonio di Padova (Torre del Greco), mercoledì 28 per coloro che interverranno presso il centro Don Orione di Ercolano e venerdì 30 per gli avventori del centro polifunzionale “Binario della Solidarietà” di Napoli. In particolare, lo chef Domenico Iavarone preparerà dei fusilloni di pasta fresca con pomodorini del piennolo, lo chef Michele De Leo cucinerà un mischiato con fagioli e lardo, e lo chef Peppe Aversa preparerà una zuppetta di lenticchie con calamaro scottato, oltre ovviamente ai secondi piatti e ai dolci che saranno offerti dal pasticciere Vincenzo Mennella. Ad occuparsi della distribuzione dei pasti ci saranno, oltre all’ideatrice dell’iniziativa, Alfonsina Longobardi, Ciro Torlo (modello e attore, ex Mister Italia) e Giuseppe Moscarella (modello, Mister Italia 2020). “Per la seconda volta, a causa dell’emergenza Covid-19, abbiamo dovuto rinunciare a una delle due edizioni annuali di “Cenando sotto un Cielo Diverso” – spiega Alfonsina Longobardi –. Così ci siamo concentrati sull’organizzazione di questo tour per aiutare persone che versano in condizioni precarie”.
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