LA NERA MADONNA DEL CARMELO E LA REGIONE CAMPANIA CON LA SUA GUIDA, NAPOLI
Intanto, da queste parti, si parla, come è giusto di Regione. Apprendiamo con sgomento che Vincenzo De Luca presidente, si troverà coinvolto nei tortuosi scontri con le Regioni del Nord. AUTONOMIA DIFFERENZIATA, che brutta parola. Piace tanto a Calderoli ed alla Lega Nord per l’autonomia della Padania come credo non piaccia ai parlamentari della coalizione di Giorgia Meloni della Trinacria, della Campania, Puglia e Lucania. A comunicarcelo dolorosamente, non è il Mattino, che dovrebbe farci capire una buona volta per sempre che è un giornale di Napoli ma il Corriere della Sera. Il quotidiano di Milano ci informa pure che pochi producono a Napoli e moltissimi trafficano. I nostri conti in disavanzo. Per pareggiarli occorre l’apporto esterno. L’esterno – avverte chi scrive – è l’Italia. Quindi noi pure, o napoletani, o campani, o meridionali. Viene anche scoperto che fatichiamo due volte: per inventarci un lavoro e lavorare. Vero: un esercito di free lance e/o di
partita Iva, precari, casse integrazioni a migliaia, tantissimi i giovani andati via, chi in Francia e chi in Germania, qualcuno anche e addirittura in Costa d’Avorio. Quale è il maggiore problema dei nostri problemi? Lo confidavo alcuni giorni fa ad alcuni dei consiglieri al Consiglio Regionale della Campania: Severino Nappi della Lega, Borrelli, oggi parlamentare, di Europa Verde, l’assessore Fortini ed altri sperando di suggerire loro un concetto fondamentale per il futuro dei nostri giovani: “creare le condizioni e le occasioni per valorizzare nella Campania e per la Campania la materia grigia che per una ragione storica e sociologica è più cospicua di quanto non lo sia in altre regioni, non soltanto del Mezzogiorno”.
Materia grigia significa ragionare, criticare, obiettare, discutere. Personalmente mi sono reso perfettamente conto che non basta impadronirsi di una scrivania per stare a posto con la coscienza. Tutt’altro. Il successo degli organi di
opinione pubblica napoletana (in special modo le webtv ed i portali di informazione) prende l’avvio giusto da questo rilievo.
La maggior parte di essi si sono accorti che la Nazione e la Città cambiava e cambia volto e costume e hanno fatto quadrato appunto ed il mio invito ed il mio incoraggiamento va proprio a loro. Alessandro, Massimiliano, Marco, Mirko, Ciro, Sabrina, Rosa, Jolanda, Francesca, Antonio, Manuel, Titti e Nicoletta accolgano il mio invito e sostegno.
L’unica speranza – ci viene detto profeticamente – è che una opinione pubblica resa più vigile dalla appartenenza a questa Regione e il ceto più vasto degli intellettuali e dei tecnici abbiano la forza di denunziare il vecchio costume.
Napoli deve diventare la guida della Regione Campania. Potrà diventare la guida della Regione solo se la sua classe dirigente acquisterà coscienza del compito che deve svolgere. Inserito in questo contesto occorrerebbe una iniziativa.
Tutti i presidenti delle Regioni Meridionali in sinergia e sintonia con tutti i Sindaci delle Città Meridionali (intendo da Frosinone a Licata) dovrebbero ogni giorno ricordare alle regioni del Nord le parole di PAPA Francesco: “Solidarietà!!! Non può il fatturato venire prima della salute. Chiedere la collaborazione nell’accoglienza dei fratelli di colore”. Il Sud, grazie alla provincia, deve agitare dai suoi scogli, una vecchia e buona bandiera. La “costruzione” di un discorso veramente meridionale.
Lo sanno tutti: da De Luca a Gaetano Manfredi, da Ciro Borriello a Chiara Marciani, da Alessandra Clemente a Rosaria Galiero, da Emanuela Ferran-
ANTONIO BOTTA
te, Lucia Fortini e Armida Filippelli compresi i nostri scienziati, Ascierto, Giordano, Parrella, Montesarchio, Anna Maria Colao, Paolo Grieco; Bassetti, Remuzzi, Zangrillo, Ricciardi, Brusaferro, Ranieri Guerra devono trovare una sinergia e sintonia NAZIONALE, coinvolgendo gli scienziati napoletani in America, in particolar modo l’afragolese Antonio Giordano e Camillo Ricordi. Solo così questo brutto male che ha ammazzato 35mila persone in Italia potrà essere definitivamente scomparso. Invece, in settimana, ha fatto altre due vittime: Cosimo e Giacomo.
La Regione Campania ha la possibilità di mostrare carattere e continuità.
GARANZIA DI UN LIVELLO DI SODDISFAZIONE A 5 STELLE NEL 95% DEI CASI
L’intervista al giovane “rampollo” ventiseienne, Ciro Cafarelli, dell’azienda Euronics – Gruppo Tufano potrebbe essere considerata il seguito di quella effettuata lo scorso anno. Pur essendo molto impegnato, trova il tempo di accogliermi con la consueta spigliatezza e simpatia, sfoderando un raggiante sorriso e salutandomi come se fossi una persona familiare, nota da tempo. Senza preamboli, mi dice spontaneamente che le responsabilità e i compiti, rispetto allo scorso anno, richiedono una maggiore responsabilità.
Ciò, ha aggiunto, lo stimola a dare di sé sempre il meglio per conquistarsi la fiducia accordatagli, consapevole che, proprio perché é membro della famiglia Cafarelli, vuole farsi apprezzare per le proprie competenze, potenziandole al massimo, e non per legami parentali. Afferma ciò perché sa che i suoi coetanei potrebbero considerarlo un “privilegiato”, avendo avuto davanti la strada in discesa, ma così non è perché, fin da piccolo, gli esempi dei
In qualità di azienda sponsor, seguiamo il calcio Napoli da ormai tanti anni, da quando la stessa non era in serie A, e vedere oggi che abbiamo toccato con mano il trofeo più ambito d’Italia è davvero una grande soddisfazione. All’ interno dei nostri punti vendita ci sono tantissime promozioni che durano tutto l’anno;
familiari gli hanno fatto capire che niente si fa per niente e che la cosiddetta “pagnotta” occorre conquistarsela con il
sudor della fronte, con sacrifici, sapendo che con la laboriosità, le rinunce, lo studio e le giornate spese sui libri, si
raggiungono i traguardi attesi.
“
E’ vero” ammette, “la mia situazione di partenza, appartenendo alla famiglia Cafarelli, mi ha agevolato, ma proprio per questo ho voluto, nel mio percorso di vita fin qui compiuto, andare avanti, e, non poche volte in salita, fidando solo in me stesso, nella mia tenacia e perseveranza.
La prima domanda non può non fare riferimento alla conquista del terzo scudetto della squadra del Napoli, di cui l’azienda Euronics Gruppo Tufano è sponsor. Quali i sentimenti e le emozioni provati? Come i clienti dell’Azienda possono fruire di vantaggi rispetto alla possibilità di assistere allo stadio Maradona a qualche partita?
Sotto un profilo personale noto un certo buon umore in città; finalmente dopo più di 30 anni il Napoli torna a vincere lo scudetto sancendo una vittoria non semplicemente dal punto di vista calcistico, ma una vittoria di tutta la città. È un po’ una
rinascita del popolo napoletano, un anno di ripartenza... un anno 0. Le emozioni che ho provato sono davvero forti, noi in qualità di azienda sponsor, seguiamo il calcio Napoli da ormai tanti anni, da quando la stessa non era in serie A, e vedere oggi che abbiamo toccato con mano il trofeo più ambito d’Italia è davvero una grande soddisfazione.
Da Euronics Tufano abbiamo offerte e campagne promozionali 365 giorni l’anno, è noto che coloro che scelgono di affidarsi a noi per l’acquisto della propria elettronica di consumo, spesso sono omaggiati della possibilità di andare allo Stadio Maradona ad assistere ai match di serie A e sporadicamente anche di Champions League. Abbiamo dato questa possibilità a tanti tifosi /consumatori, i quali sono più che felici di andare a rimarcare maggiormente il rapporto di fiducia reciproco che da 60 anni perdura, continuando a sceglierci come punto di riferimento per i propri acquisti tecnologici. Oltretutto, acquistando la nostra Carta vip al costo di 39.99€ si ha la possibilità di avere accesso ad un servizio altamente improntato ad incrementare la soddisfazione dei consumatori; pertanto, si entra in un universo di vantaggi, dal biglietto per assistere alla partita del Napoli, alla possibilità di vincere 3 auto mediante l’estrazione finale che si terrà a fine anno, fino a scontistiche esclusivamente applicate a prodotti specifici e ambiti per i possessori della stessa
È’ trascorso un anno dalla prima intervista: pare che il tuo ruolo nell’Azienda sia ulteriormente cresciuto, oc-
cupando un posto di rilievo nella promozione pubblicitaria. Cosa puoi dirci al riguardo?
All’inizio, è nato tutto un po’ come un ‘’gioco’’ quando mio padre mi propose di occuparmi di questo ramo aziendale in cui si era creata l’esigenza di dare una nuova ‘’veste pubblicitaria’’ al gruppo Euronics Tufano. Mi ci sono cimentato senza particolari aspettative e soprattutto sporadicamente fino ad essere poi una presenza ‘’costante’’ all’interno di tutta la fase comunicativa aziendale. Mi fa piacere aver posto in essere un nuovo modo di comunicare che riscuote consensi a detta di una pluralità di persone che spesso esprimono il proprio parere in merito. Una domanda allettante, soprattutto per la fascia giovanile: qualche novità interessante, anche per il rapporto qualità – prezzo, tra gli smartphone, tablet, computer o altro che sono in vendita presso le aziende Euronics -Tufano?
Come detto precedentemente, all’ interno dei nostri punti vendita ci sono tantissime promozioni che durano tutto l’anno; pertanto, è SEMPRE un buon momento per fare un salto da Euronics Tufano per schiarirsi un po’ le idee e poter effettuare acquisti in massima comodità anche dal punto d i vista finanziario, pagando in comode rate senza interessi.
Anche quest’anno la media dei dati di vendita è stata soddisfacente o avete riscontrato un calo per l’inflazione che ha raggiunto punte di oltre il 9 %?
A seguito di molteplici anni in cui il mercato ha subito forti oscillazioni positive e negative in termini di vendi-
te ( a mio avviso un mercato estremamente condizionato da input esterni), nel periodo post - Covid l’elettronica di consumo sta assumendo progressivamente un ruolo cardine nel processo di connessione, soprattutto ponendosi come garante di continuità per lo svolgimento dell’attività lavorativa e DAD; ci troviamo ad oggi, diciamo, ad un punto di equilibrio, seppur con un decremento sicuramente in termini di vendite, in virtù dello scetticismo generale che si è creato a causa delle discrepanze in termini di politica internazionale, con ripercussioni sulla nostra economia. Nel punto vendita di Casoria, uno spazio è dedicato alla vendita dei libri, che, in un’azienda di prodotti tecnologici ed elettronici, sono considerati “di nicchia”.
Concordi? Come valuti la vendita? E la vendita, invece, degli e book come procede?
In realtà lo spazio dedicato alla vendita fisica di libri è presente in tutti i nostri punti vendita del gruppo (all’ incirca 30) presenti in 3 regioni d’Italia, diamo sempre la dovuta importanza alla vendita fisica di prodotti che stanno pian piano effettuando la transizione digitale, al fine di rendere l’esperienza d’acquisto completa a 360 gradi per il consumatore finale. Tale scelta è risultata vincente in quanto sempre più persone ci scelgono anche per questa categoria merceologica.
Poiché hai assunto il ruolo di Ambassador, come persuaderesti acquirenti che si sono rivolti ad altri competitor del campo, senza mai comprare da Euronics? A te la parola ...
Per questa domanda mi piace rispondere con una dichiarazione fatta da Dave De Cecco : ‘’ La concorrenza può essere feroce, ma deve essere sempre leale ’.’
Non mi esprimo sull’experience di acquisto presso altri rivenditori al dettaglio, che sicuramente faranno al meglio il loro lavoro; mi limito a giudicare l’esperienza di acquisto che Noi siamo in grado di dare al cliente finale un livello di soddisfazione a 5 stelle nel 95% dei casi Coloro che ci scelgono sicuramente potranno contare su professionisti altamente specializzati nella loro branca di riferimento, consentendo di consigliare al meglio il pubblico durante il processo consulenziale di vendita, aumentando al massimo l’incidenza di soddisfazione dei consumatori.
A livello personale, ti senti soddisfatto nella professione che svolgi o miri più in alto? E dove vuoi arrivare?
Ad oggi mi sento di dire che mi ritengo abbastanza soddisfatto, ma bisogna sempre puntare più in alto nella vita. Porto avanti parallelamente carriera universitaria e carriera lavorativa, cercando di dare il giusto peso ad entrambe nel momento opportuno.
Dal punto di vista didattico sono già laureato, ma comunque ambisco ad un titolo magistrale, stesso discorso per quanto concerne il lavoro, coltivo ed implemento la mia passione aziendale per l’amministrazione e contabilità. Cerco di dare sempre il mio contributo e le persone che si affidano a me sanno di poter contare su una persona la cui dedizione e orientamento al risultato è massima.
È ANCORA IL TEMPO DI FESTEGGIARE
I social rappresentano uno sfogatoio, la fiera degli impulsi, fotografano spesso reazioni poco lucide. Come accaduto nel post-partita di Monza-Napoli, in cui ho letto commenti fuori dalla realtà, se qualcuno fosse arrivato da Marte pensava che gli azzurri avessero condotto un campionato da metà classifica. Il Napoli, invece, ha vinto lo scudetto dopo 33 anni, per la prima volta senza Maradona, l’ha fatto con cinque giornate di anticipo, conquistando così anche un tempo lungo per festeggiare e dare spazio a chi finora ha giocato poco ma ha vissuto le dinamiche del gruppo dando il proprio contributo.
Piuttosto che pensare ad appesantire le prestazioni e il risultato delle ultime gare, Napoli deve prendersi il diritto di festeggiare a lungo, godersi questo lungo arrivederci a questo campionato meraviglioso in cui la squadra di Spalletti ha costruito anche le condizioni per rendere poco influente un potenziale e prevedibile calo nel finale di stagione. Il Napoli ha spento le speranze delle inseguitrici nel cammino tra gennaio e marzo in cui ha vinto tutte le gare eccetto le sconfitte contro Inter e Lazio. È stato il momento dell’allungo dopo aver chiuso a +8 sulle inseguitrici il periodo pre Mondiale e il girone d’andata a 50 punti.
Dopo la sosta, gli azzurri hanno lasciato per strada un po’ di lucidità nelle scelte soprattutto a livello offensivo, come dimostrano i soli sette gol realizzati nelle ultime dieci gare disputate tra campionato e Champions League.
Il Napoli ha costruito il suo cammino sulla bellezza del suo gioco, sull’identità aggressiva e sulla capacità di dominare la partita e avere allo stesso tempo grande forza nel ricomporsi dietro la linea della palla. Non può snaturarsi, se cala un po’ nella capacità di essere se stesso fa fatica ma è stato un calo dolce considerando che ci sono ancora le bandiere
ai balconi e appena undici giorni fa con il pareggio di Udine esplodeva la gioia di Napoli per uno scudetto tanto atteso e indimenticabile.
Non c’era bisogno della gara di Monza per comprendere il valore tattico e professionale di Di Lorenzo e Kim che per motivi differenti sono stati dei pilastri del Napoli. Di Lorenzo è un “passepartout” del gioco di Spalletti. Fa tutto: difende in area, tiene la linea, insieme a Mario Rui o Olivera sulla fascia sinistra è il primo sfogo della costruzione dal basso soprattutto quando Lobotka è schermato, sa venire dentro al campo e suggerire nuove linee di passaggio. L’armonia con cui si muove in mezzo al campo andrebbe studiata nei vivai perché Di Lorenzo si occupa di tutto con efficacia: lo scivolamento sulla linea difensiva, la diagonale, i movimenti sulla catena di destra, la sovrapposizione interna da mezzala nell’azione dell’assist ad Elmas contro la Cremonese o l’attacco allo spazio tra le linee come quando fa gol contro l’Eintracht Francoforte. Kim è il volto-copertina della trasformazione del Napoli perché spezza la linea, riduce gli spazi da coprire con il coraggio e la personalità nell’anticipo.
Il Napoli deve onorare il finale di campionato, ovviamente soprattutto dopo la sconfitta di Monza contro l’Inter toccherà alla formazione tipo con il rientro di Politano dal primo minuto nella zona destra dell’attacco. Spalletti farà leva sulla voglia di rivalsa per la sconfitta dell’andata, sul desiderio di battere un’altra big al Maradona soprattutto perchè essere reduce dalla qualificazione alla finale di Champions League. Può capitare che in questo finale di stagione, il Napoli possa steccare qualche altra prestazione, fa parte della storia del calcio abbassare il livello mentale d’attenzione ed energia dopo aver acquisito un risultato così importante. Basta aprire il libro dei ricordi: l’ultima Juventus campione d’Italia, dopo la certezza aritmetica del tricolore, ha perso a Cagliari e in casa contro la Roma.
È ancora il tempo di festeggiare, almeno fino al 4 giugno con l’onda lunga dell’entusiasmo che si trascinerà anche nei ritiri estivi. Il Napoli sta programmando il futuro, riparte da Spalletti ma avrà il difficile compito di sostituire Giuntoli e Kim. Ci sarà tempo e modo di approfondire il futuro, ora è ancora il tempo di festeggiare.
IO RACCONTO STORIE magazine
GENNY BASSO: IL GENIO NAPOLETANO DEL PIANOFORTE
Napoletano, classe 1984, la “meravigliosa promessa del concertismo internazionale”, come lo definì il poeta del pianoforte, Aldo Ciccolini, mentore e amico, di cui Basso fu ultimo allievo e assistente, godendo la gioia e il grande privilegio di condividerne gli ultimi anni nel buen retiro parigino. All’indimenticato Maestro, scomparso nel 2015, Genny Basso ha dedicato il suo primo album uscito contemporaneamente in diversi Paesi europei: “Mozart, Chopin, Castelnuovo Tedesco” prodotto dall’etichetta tedesca Ars Production. Il disco è un sapiente viaggio tra le musiche di Mozart e Chopin, magnificamente interpretate che conquista l’ascoltatore sin dalle prime note del Notturno in do minore Op.48 n.1 di Chopin, per concludersi con la travolgente perla rappresentata dalle ultime quattro tracce: “Piedigrotta 1924 (Rapsodia napoletana)” di Mario Castelnuovo Tedesco, compositore fiorentino formatosi al Conservatorio di San Pietro a Majella a Napoli all’inizio del ‘900 con Beniamino Cesi. Una vita accompagnata dalla musica e alla musica dedicata, quella di Genny Basso, fin dalla più tenera età.
Hai incontrato la musica
già nella più tenera età e subito da piccolo Genny a piccolo genio il passo è stato breve. Ci racconti come e quando tutto ha avuto inizio?
Mi sono avvicinato alla musica, dal punto di vista della consapevolezza della scelta quando ero molto piccolo, nel senso che i miei primi ri-
cordi, che risalgono a quando avevo cinque anni sono già associati alla musica. A quell’età avevo già deciso di fare quello che faccio adesso, ma il contatto con la musica avviene sicuramente prima ed è strettamente legato ad una circostanza in particolare: mia madre lavorava a scuola e aveva i suoi impegni
quotidiani di gestione della casa, dei figli e del suo lavoro, non aveva sempre il tempo di cullarmi, per cui molto spesso, per farmi addormentare mi lasciava accesa la radio sintonizzata su Radiotre, quindi, mi addormentavo ascoltando la musica classica. In seguito, ogni volta che ho visto uno strumento di qualunque tipologia mi ci sono avvicinato sempre con grande entusiasmo. Pensa che ho conservato una lettera a Babbo Natale scritta a sei anni, in cui gli chiedo in dono un “violino vero musicale”.
E Babbo Natale il violino vero te lo portò?
No. In compenso però i miei genitori colsero e accolsero subito la mia voglia di fare musica a costo di grandi sacrifici, per il notevolissimo peso economico per lezioni, spartiti, acquisto dello strumento eccetera, che per il tempo che mi hanno dedicato, poiché ci voleva tempo per accompagnarmi a scuola di musica che stava al Vomero mentre noi abitavamo a Villaricca. Tra l’altro io ho frequentato le scuole a Montesanto dalla terza elementare fino al quinto liceo. E poi c’è stato in prima elementare il maestro che insegnava musica in classe e mi sentiva suonare al flauto delle melo-
die complesse ad orecchio, come la Primavera di Vivaldi, ad esempio, per nulla facile da riprodurre al flauto. Allora mandò a chiamare i miei genitori e disse loro che secondo il suo parere dovevo iniziare il prima possibile lo studio del pianoforte e già la settimana dopo cominciai a prendere lezioni, i miei genitori mi comprarono un pianoforte verticale e da lì ho iniziato in maniera molto spontanea e naturale un percorso che non mi ha mai abbandonato.
All’inizio hai preso lezioni private. Quando sei entrato in Conservatorio?
Dopo aver vissuto un’esperienza musicale in college prima a Dublino e poi a Londra per un paio di mesi nell’estate della mia terza media, ho cominciato a studiare privatamente con un insegnante del Conservatorio e ho dato gli esami di solfeggio e del quinto anno da privatista. Poi sono entrato in Conservatorio e stavo preparando l’esame di ottavo. Il mio maestro era Luigi Averna, capodipartimento della classe di pianoforte e in quegli anni stava nascendo il nuovo ordinamento sperimentale, che dava nuove potenzialità anche nella scelta dei programmi e nella varietà dei corsi e il mio maestro, che ne era il responsabile, ci tenne molto ad indirizzarmi in quella direzione. Il maestro Averna era molto molto bravo, ma andò in pensione quando stavo per diplomar-
mi; quindi, l’ultimo anno lo feci con la maestra Laura De Fusco che aveva la sua stessa impostazione, quella della scuola di Vincenzo Vitale, che era una scuola napoletana molto importante. Io poi per molti aspetti, durante la mia esperienza parigina al fianco di Aldo Ciccolini, ho avuto poi modo di scoprire un altro modo di concepire sia la tecnica pianistica che soprattutto l’approccio a 360° artistico sia allo strumento che alla musica in senso più ampio. Cosa suoni al diploma? E poi cosa succede?
I tre movimenti di Petruska di Stravinskij, che sono una trascrizione per pianoforte di una suite da un balletto russo, considerato tuttora tra i brani più complessi, anche perché Stravinskij non era un pianista di grande esperienza come ad esempio Rachmaninov; quindi, la sua era una scrittura un pò particolare e ancora più complessa. Per me che amavo e amo il concetto della sfida scegliere uno dei brani più difficili mai scritti per pianoforte era congeniale. È stata una bella esperienza anche di formazione, che mi ha aiutato a crescere anche dal punto di vista tecnico. Dopo il diploma inizio l’attività concertistica e l’incontro con Aldo Ciccolini ha creato la vera svolta nella mia attività artistica. Dove vi siete incontrati?
A Napoli. Lui dava delle lezioni in un negozio di pianoforti. Non erano delle vere masterclass pubbliche, si sapeva che faceva lezione lì
e io chiamai per prenotarmi, senza immaginare che il giorno stesso in cui mi conobbe successe... Cosa gli suonasti?
il valzer in LA minore Op.44 n.2 di Chopin, un brano molto lento, diciamo semplice, che si studia anche i primi anni di conservatorio, che però contiene un mondo di poesia, di ispirazione, di profondità unici. Gli portai anche il primo movimento della sonata n.2 dell’Op.35 di Chopin, però le sue considerazioni arrivarono dopo il valzer. Proprio in quel momento mi propose di andare a Parigi e di vivere in casa con lui per fare un’esperienza internazionale e perché secondo lui avrei dovuto anche conoscere poi un ambiente dal punto di vista artistico, pianistico e musicale in generale un po’ più ampio rispetto al contesto un po’ locale da cui provenivo. Dopo un mese, ero a Parigi, ma prima passai attraverso delle masterclass in cui mi ritrovai
a fare il suo assistente. Lui non aveva l’abitudine di avere un assistente, ma mi volle con sé.
C’è stata subito tra voi una risonanza, un colpo di fulmine.
Lui aveva a che fare con i migliori musicisti del mondo, però sia dal punto di vista umano (aveva anche lui origini napoletane e nonostante vi abbia molto sofferto e l’abbia odiata, ha anche profondamente amato Napoli) e anche artistico sì, c’è stata tra noi una risonanza e anche un colpo di fulmine da parte mia, perché mi trovavo a fianco di una leggenda della storia della musica, uno dei più grandi pianisti del Novecento. Per me è stato un immenso onore e un immenso privilegio, che si sono centuplicati nel momento in cui ho avuto la possibilità di vederlo studiare quotidianamente e di avere con lui uno scambio umano sincero, profondo, basato sulla lealtà e sul rispetto. Sentivo che aveva piacere
nel comunicare il suo mondo interiore. Tra l’altro era una persona di novant’anni, con tante sofferenze legate anche a problemi di natura fisica e anche ad una stanchezza verbale, ma anche un po’ emotiva, psicologica. Aveva avuto una vita lunga e complessa e per me è stata l’occasione per scoprire il mondo che si può celare dietro una persona, un artista così straordinario. Vederlo studiare con dedizione, umiltà e mettersi in gioco quotidianamente, come se non avesse ancora compreso tutto, nonostante fosse così un grande è stato il più grande esempio che potesse darmi. Con lui non ho mai fatto una lezione frontale nel senso tradizionale del termine; mi ascoltava studiare mentre in poltrona faceva le parole crociate e poi magari, quando ci ritrovavamo la sera al ristorante dove amava molto andare, diceva la sua sulla mia esecuzione e mi proponeva delle soluzioni interpretative. Era straordinario. Illuminante… se comincio a parlare di Aldo Ciccolini non la smetto più. E allora facciamo un salto. Parliamo dell’esperienza a Parigi
Parigi per me non è stata un’esperienza legata alla città o agli ambienti. Penso sia una delle città più belle del mondo, ma come esperienza musicale mia non è stata folgorante relativamente al fatto che ho vissuto Parigi in funzione di Aldo Ciccolini per diverse ragioni: la pri-
ma, una mia inclinazione caratteriale: avrei potuto fare un ragionamento più egoistico e iniziare a costruirmi una vita sociale lì autonoma, invece mi rendevo conto di godere del privilegio particolare di vivere accanto ad un uomo straordinario e che quell’esperienza sarebbe stata molto più significativa. Ho vissuto la città, ovviamente, ma niente può essere paragonato all’impatto che ha significato essere al fianco di Ciccolini in maniera totalizzante. Se così non fosse stato non avrei avuto il privilegio e l’opportunità di scoprire il mondo che c’era attorno e dietro all’artista e di imparare tante cose, anche nel modo in cui approcciarsi all’arte, alla musica. Noi ascoltavamo le arie d’opera per ore intere, ci confrontavamo… è stata un’esperienza particolare.
Visto che io ho vissuto un’infanzia, un’adolescenza e una gioventù molto attiva, non sono mai stato chiuso nella dimensione totalizzante dello studio senza confrontarmi col mondo esterno, non mi ha pesato affatto quel tipo di vita. Ho fatto comunque anche l’’Ecole Normale a Parigi, quindi un po’ i ritmi di studio, un po’ la scuola, un po’ l’esperienza con Aldo che ha incluso anche i due mesi in cui lui è stato molto male e stava in ospedale perché aveva avuto un intervento al rene.
In quegli anni a Parigi ho fatto anche delle tournée, anche in Spagna, ma allo stesso tempo cercavo di mantenere
una mia presenza accanto a lui che, in qualche modo, aveva bisogno. Era uno scambio: viaggiavo con lui, lo accompagnavo ai concerti, o a fargli da assistente, motivo questo per me di grande orgoglio, perché non aveva mai avuto un assistente. Grazie a lui ho conosciuto molti amici e molti allievi con alcuni dei quali ho mantenuto il rapporto di docente e continuo a seguirli a dieci anni di distanza, nonostante si trovino in posti diversi del mondo: uno è in Sardegna, uno in Portogallo, per esempio. Quella di Parigi è stata un’esperienza molto bella anche da questo punto di vista. Quando sei andato in Giappone? Come sei stato accolto? Cosa ti è piaciuto del Paese del Sol Levante? Ci sono stato due volte tra il 2017 e il 2019. Il primo anno sono stato invitato come presidente di commissione dell’International Piano Competition Asia e il secondo anno ho fatto una serie di concerti come ambasciatore dell’Italia con un festival a Kushima tutto incentrato sulla cultura musicale italiana. Sono astato accolto come un re, perché in Giappone c’è una cultura legata all’arte, alla cultura, ma soprattutto c’è una fascinazione nei confronti di ciò che viene dalla cultura europea e italiana in particolare, rispetto alle quali gli orientali e i giapponesi in particolare sono straordinariamente affascinati. Questa è una cosa che
mi ha riempito di orgoglio e che mi ha fatto sentire a casa, nonostante i tanti chilometri di distanza. Molte poi sono le cose che mi hanno colpito: da un punto di vista più diretto, legato al mio mondo, quello del concerto, del pianoforte, mi ha colpito la ritualità con la quale si partecipa ad un concerto in Giappone: è come un evento sacro, che va rispettato nella maniera più totale. Durante il concerto non c’è un rumore in sala, non un bisbiglio, né un giubbino o un ombrello che viene spostato. Si svolge tutto nel rispetto e nel creare quella sensazione di accoglienza e di calore da parte di chi veramente vuole ascoltare, assorbire, arricchirsi. E questa cosa è piuttosto forte, perché stare sul palco, di fronte a tante persone e sentire prima di iniziare il silenzio che si sente solo in sala d’incisione è suggestivo e per un attimo anche imbarazzante. È lo specchio di un popolo che riesce a dare amore attraverso questo atteggiamento di rispetto e di accoglienza.
Poi nel 2021 l’esordio discografico dedicato a Ciccolini, con l’album Chopin, Mozart, Castelnuovo Tedesco. Come hai scelto i brani per il disco? E come è stato accolto il disco?
Ho scelto tutti brani che in qualche modo mi rimandano al periodo di formazione, di crescita, di scambio artistico con Aldo Ciccolini; quindi, sono brani che dedico a lui,
per un motivo o per un altro: per citare solo due esempi, uno dei brani è proprio il valzer in LA minore di Chopin che gli ho suonato il giorno in cui ci siamo incontrati, su Mozart ho lavorato tanto a Parigi e su di lui Aldo mi dava dei consigli, anche non specificamente al pianoforte, oltre che su un discorso legato alla diteggiatura, che sembra una questione tecnica ma determina l’interpretazione e poi la Rapsodia di Piedigrotta di Castelnuovo Tedesco, per omaggiare Napoli che è anche la città di Aldo e che è il brano che negli ultimi anni lui ha suonato più spesso, al San Carlo come in Giappone, in molti recital e quindi, anche se non ho mai avuto il piacere di suonarglielo direttamente, perché ho cominciato a studiarlo dopo la sua scomparsa, è comunque un brano che mi legava molto a lui. ovviamente tutti questi brani sono anche quelli attraverso i quali sentivo di potermi esprimere in maniera completa anche in un percorso storico che attraversasse periodi differenti, dal ‘700 di Chopin alla musica del ‘900 di Mario Castelnuovo Tedesco che tra l’altro è un autore che andrebbe approfondito e conosciuto di più. Aldo si è impegnato molto in questo senso.
La voglia di eseguire brani della tradizione classica na-
poletana da dove nasce?
Allora, questo è un discorso che sta prendendo sempre più piede: infatti c’è un progetto discografico e il mio secondo disco avrà proprio come tema Napoli, sia da un punto di vista classico, attraverso le opere dei grandi compositori ispirate a Napoli, sia attraverso i miei arrangiamenti in chiave classica. Il progetto penso sia nato in maniera consapevole da un punto di vista discografico negli ultimi cinque o sei anni, da un punto di vista di scelta artistica penso che in maniera inconsapevole sia nato almeno trenta anni fa perché le canzoni che io suono e la cultura musicale napoletana è stata la prima, insieme alla classica, alla quale mi sono legato. Ricordo una signora, lei veniva dalla Basilicata, che mi cantava le canzoni napoletane e poi mia madre, nonostante non fosse una pianista, strimpellava ad orecchio melodie come Piscatore ‘e ‘stu mare ‘e Pusilleco con un solo dito e qualche accordo della mano sinistra. Canzoni che a sette, otto anni io già suonavo ad orecchio e che mi sono rimaste nel cuore. Crescendo le suonavo con i miei arrangiamenti la domenica nei ristoranti dove c’era un pianoforte e poi come bis alla fine dei mie concerti. Il discorso ha poi preso una piega molto
più consapevole, per cui ho iniziato a scriverle, a fare un lavoro di composizione molto più articolato e complesso, fino al punto da pensare di farne una produzione discografica ed è questa appunto la direzione nella quale sto andando. Quando uscirà quindi il nuovo disco?
Bisogna un po’ attendere perché dipende un po’ dal mercato discografico, dal rapporto con l’etichetta, da tutta una serie di cose. È tutto ancora in cantiere, però l’idea di fondo che anche la mia vita musicale e artistica possa essere legata a qualcosa che appartiene alla mia crescita, alla mia formazione, a quello che ho respirato da quando ero piccolo per me è molto importante. Un’ultima domanda: come fare ad avvicinare, ad educare i giovani, i ragazzi alla musica classica?
La domanda è complessa e riguarda tantissimi ambiti. Non si può risolvere in un solo modo, bisognerebbe unire tantissime forze. Però come risposta principale mi verrebbe da dire che più che educarli all’ascolto della musica classica, bisognerebbe educare i ragazzi alla bellezza, perché significa educare a tutta la musica, in modo che chi si sente più vicino alla musica classica può diventare un interprete,
o un compositore; chi invece si sente più vicino ad un altro genere o ad un’altra forma d’arte può fare altro però sempre con la consapevolezza e la conoscenza di quella che è la bellezza di cui l’essere umano ci ha fatto dono nel passato e nel presente. Come è importante conoscere un’opera d’arte, farsi un giro in un museo, è importante conoscere la musica classica ma anche altri generi perché quando si è educati alla bellezza i vantaggi sono tanti e diventa anche più semplice che le sale da concerto possano essere frequentate anche dai più giovani. Però per educare alla bellezza bisogna partire molto presto e quindi è una responsabilità condivisa che riguarda le famiglie, la scuola dell’infanzia, la scuola primaria. Andrebbe messo in moto un meccanismo molto complesso, ma alla fine non è la musica classica che dovrebbe beneficiarne in senso specifico, ma tutto ciò che è espressione del bello, a partire dalla letteratura, a tutte le forme di espressione artistica, come la fotografia, il cinema…insomma è importante questo: la consapevolezza ci aiuta a godere in senso completo di un’opera d’arte che sia musicale, classica, o di altro genere. Insomma, ancora una volta, la bellezza ci salverà.
CHIARA D’APONTE
AFRAGOLESE: LA VERA STORIA DI UNA SQUADRA PICCOLA MA DAL CUORE GIGANTE
I rossoblu d’Afragola hanno un passato di tutto rispetto: campi polverosi, di provincia bassa, ma spirito combattivo da vendere.
Fin dai primordi, dagli albori persi nella belle epoque dei primi anni ’30, quando l’Afragolese ufficiosamente calcava i campi sfibrati della serie C che fu.
Ma la “vera” storia dell’Afragolese inizia a metà degli anni ’40, col presidentissimo Ciaramella, quando i boys della società calciavano rivolti al campanile della chiesa di S.Antonio, e la domenica le campane risuonavano come il fischio di chiusura della partita, con calciatori e tifosi ad intonare canti e cori che si mischiavano con gli inni e le preghiere. Dal ’76 lo stadio di casa sarà il Comunale “Moccia”, ed è lì che Maradona, agli albori degli anni ’80, tricoricciuto spirito del divino D10s,
verrà omaggiato da migliaia di afragolesi in festa, durante l’amichevole che il Napoli di Ferlaino disputerà coi rossoblu. Gli anni ’80, sfrenati d’edonismo socialista, furono quel-
li della consacrazione per l’Afragolese, col presidente Palladino in tribuna ed il Mister Faustinho Canè in panca, buoni piedi da ex Napoli e testa fine da brasileiro impenitente; ancora si ricordano del capitano Arbitrio, con la bombarda nei piedi: nell’ ’85 una sua stangata bucò la rete contro il Pomigliano, con l’arbitro che non convalidò e neanche controllò il buco lasciato dal balòn. Dopo i fasti, immancabile viene la polvere.
Le decadi ultime sono un saliscendi di promozioni e debaclè, coi rossoblu che rifondano se stessi, ripartendo e scalando, tignosi come l’erba del fu S. Marco, dignitosamente militando nei campionati regionali: attualmente la squadra è in serie D, con la grinta di sempre, la stessa di quei provinciali rocciosi che non mollano mai.
ANGELO VOZZELLA
LA VOCE DI CHI GRIDA NEL DESERTO
“LA SITUAZIONE NON È BUONA”: I COMMENTI ‘ON THE ROAD’ DALLE PALAZZINE DI CASORIA
Si trova per strada, “On the road”, al Parco SIE, una delle prime iniziative di edilizia popolari di Casoria, tra le palazzine, Largo San Giustino de Jacobis, in Via Cimarosa, con vicino via Castagna e via Calvanese.
Ha deciso di leggere lì i commenti all’editoriale del n.19 del giornale, “La situazione non è buona”, il direttore Nando Troise.
Il pezzo del direttore s’altalenava tra le cose che non vanno, molte, e quelle che invece sono degne di nota e di merito, in una città, Casoria, il cui futuro e la cui condizione sta molto a cuore a Nando e a tutta la redazione e, certamente, anche ai tanti lettori e lettrici…. ragion per cui, tra un’informazione e l‘altra, è giusto che s’elevi anche il grido di protesta e di dolore dei suoi cittadini. Grida che poi, ogni tanto, riecheggiano e portano anche a qualche risultato utile.
Lungi dall’essere, dunque, fine a sé stesso questo grido, perché altrimenti sarebbe solo un lamento, una lagna. Dall’analisi di una condizione non rassicurante per le tante strutture comunali, per le vie della città non pulite, per la viabilità e la situazione politica a tratti raccapricciante… da tutto questo letame, insomma, sarebbe bello nascano dei fiori, come auspicava Faber, il cantautore Fabrizio De Andrè. Quali fiori è presto detto, lo si capisce bene anche dai commenti all’argomento, letti in diretta durante la trasmissione su NanoTV: una cittadinanza più attiva e una rigenerata classe politica capace di rispondere con efficienza e trasparenza alle esigenze della città.
Antonino Siniscalchi, da Sorrento, condivide la preoccupazione per “l’allarme sulle carenze e il degrado”, scrivendo, “osservo e noto una rassegnazione sconcertante, soprattutto da parte di chi dovrebbe intervenire”. Mauro Reccia, uno dei fondatori dell’associazione casoriana “Un balcone sul futuro”, scrive “Se fossimo in Sicilia, direi che sei vicino ai Cento passi”, facendo riferimento alla storia dell’attivista Peppino Impastato, ucciso a Cinisi dalla mafia.
Federica, ragazza trentenne, invece, sottolinea che, soprattutto “la situazione dei giovani non è buona”, mentre la scrittrice di Casoria Giulia Campece, con un pizzico di rassegnazione, commenta che “all’orizzonte non s’intravedono miglioramenti”. Il prof. Francesco Iorio scrive “Vox clamans in deserto (la voce di colui che grida nel deserto, ndr)… le persone che abitano la città sono indifferenti e la politica è incapace, dalle ceneri uscirà mai una nuova classe dirigente?” .
Carmine Bellucci, comandante della stazione della GdF di Frattamaggiore, spera che la discussione sia da stimolo alla politica e porti dei risultati. Ciro La Rocca, padre del talentuoso e famoso ballerino Pasquale, si chiede “Chi lo sa se un giorno si formerà un consiglio comunale che prenderà sul serio questo dramma casoriano, preoccupandosi almeno per il futuro dei propri figli”. L’Avv. Francesca Del Prete si dice “pienamente d’accordo, veramente andrebbe fatta una riflessione seria e trovare un canale comunicativo efficace con i ragazzi”. Massimo Iodice, amministratore di CasoriAmbiente, ha invece commentato: “La nostra città, come tutto il Paese, non è estranea alla questione della carenza della classe dirigente, per generare miglioramenti tutti della società civile devono fare la propria parte, partendo dal mondo scolastico, universitario, dell’impresa, fino agli addetti all’informazione”. Ultimo commento, speranzoso, arriva dall’ex capitano della polizia locale, Carlo Di Mattia, “Speriamo che i giovani apprezzino e si facciano avanti per poter demolire la vecchia classe politica!”. Il direttore Troise ci tiene a concludere sottolineando, a riguardo della questione generazionale, che “le mele marce ci sono anche tra i giovani” e che “di persone perbene e capaci ce ne sono anche tra i più anziani”.
Dalle palazzine casoriane, sotto la pioggia incessante delle ultime settimane che ha allagato una città il cui sistema fognario s’intasa ch’è una bellezza; dai quartieri popolari, che griderebbero i propri bisogni come fanno il verdummaro o l’arrotino che arrivano a tutto volume col triciclo ambulante; dal direttore Nando Troise e i suoi cento passi (forse qualcuno in più da fare) contro palazzinari e affaristi di questa città… è tutto.
ANGELO VOZZELLA
IL LOGO DEL MIM, UN PO’ FASCIO E UN PO’ BIMBO
Sarà per celebrare il terzo scudetto del Napoli o si sarà ispirato a un’azienda di latticini? Forse, è stato fatto con ‘Paint’? Il logo del “Ministero dell’Istruzione e del Merito”, caricato sui social ufficiali del Governo qualche giorno fa, ha scatenato tanta ironia e disappunto.
E’ davvero divertente scorrere tra le migliaia di commenti Facebook arrivati in poche ore sotto all’immaginetta, che nelle reazioni emoticon vanta quattromila ‘risatine’ e mille ‘faccine tristi’ e manco duemila ‘like’; meno divertente è pensare a quanto davvero questo logo sia imbarazzante e ben rappresenti un Governo che di “meritevole” ha davvero ben poco, uno dei governi più ignoranti e sconcertanti della storia d’Italia. Questo, purtroppo, lo confermano i fatti: basti pensare che la “i” maiuscola non vuole il puntino sopra (I) e il logo ministeriale un bel puntino ce lo mette eccome, con tanto di bandiera italiana. Già il cambio del nome del Ministero, una volta “MIUR Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca”, adesso MIM, per
sottolineare il concetto di un Merito che non è mai valso a nulla e che, di solito, cela una visione classista della società (ma questo è un altro e complesso discorso…) aveva fatto discutere e non poco. Adesso il logo, che ha attirato tanti e più commenti: “Ministero dei Meme. Penso sia il logo più brutto della storia dell’umanità. E’ uno scherzo, vero? Neanche su Paint sarebbe uscito così… madre santa! Miiiii… non ci posso credere! I miei studenti di grafica in terza superiore lo farebbero meglio. Fa molto alleanza nazionale con quel tocco di disney che mancava. Un logo proprio tecnicamente inadatto! Orrore, pare dei cartoni ani-
mati per bimbi piccoli. Se il merito si valuta come avete valutato questo logo, siamo messi bene! Pensavo non poteva esserci nulla di peggio del nome, ma poi è arrivato il logo.
Molto adattabile per un centro di protesi dentali. Non è un logo, ma un’offesa a tutti i professionisti del settore grafico. Mi piacerebbe conoscere i meriti del grafico.
Vorremmo sapere questo logo quanto è costato. Orrore. Sembra una ditta di giocattoli. Diminutivo di Domenico, giusto?”… e, così, all’infinito. Ha commentato perfino Gesù, dal suo profilo fake: “il mio amico, con trenta denari lo faceva meglio!”
Non è passata inosservata, infine, ma in realtà molto rilevante, la stilizzazione del fascio littorio, simbolo fascista, con il richiamo ai colori di Fratelli d’Italia e alla vecchia fiamma tricolore. Insomma, il suggello di un governo da ultimo e ridicolo ‘rigurgito fascista’, prima di essere definitivamente seppelliti dalla storia. E così sia.
MARGHERITA DE ROSA
La trasmissione ha inizio con l’editoriale di Nando Troise, intitolato “Casoria sta svelando ingiustizie e disuguaglianze”, mentre Ciro Troise scrive “ Le dediche dello scudetto”: bellissima la chiusura dell’articolo, riportata qui di seguito: “le emozioni non tornano, riempiono l’anima, vanno godute fino in fondo, insieme come sa fare un popolo. Si stu sciore torna a maggio, pure a maggio io stongo cca….” e ci siamo tutti, aggiungerei perché le emozioni sono vita: bravo Ciro, figlio d’arte e talentuoso di suo. Chiara D’Aponte titola il suo articolo “Si può fare!” Per indicare la piccola rivoluzione ( ma non tanto piccola, direi, viste le difficoltà nella manutenzione ordinaria della città) che ha portato al ripristino della villetta Cimarosa; Antonio Botta ha poi pubblicato un articolo relativo al libro scritto dalla prof.ssa Procaccini, intitolato “Donna” e presentato nel salotto letterario “Vitanova” di Napoli: “D” , una consonante
che introduce tanti vocaboli che rientrano nell’universo femminile. in quanto la ‘d’ di donna indica, per l’autrice, anche dono, dolore, dolcezza, dramma, dignità, poiché sono questi gli elementi che co-
stituiscono la sostanza autentica del cosiddetto sesso debole che, in realtà, tale non è affatto. Il direttore Troise ha poi segnalato il nobile gesto della scrittrice che ha devoluto i diritti d’autore ricavati
dalla vendita del libro alla “Fondazione Santobono –Pausillipon” dove, i pazienti, come tutti sapranno, sono bambini… Maria Cristina Orga, nella sua rubrica “ Io racconto storie, magazine”, ha ripreso il discorso sul Museo Archeologico Nazionale di Napoli, definendolo uno scrigno culturale e artistico, nel quale alla bellezza delle collezioni relative alle civiltà che nel passato erano presenti nel Mediterraneo, si affiancano mostre del nostro tempo; della scrivente si legge poi dell’elevazione a Santuario della chiesa di San Nunzio Sulprizio e San Domenico Soriano, sita a Napoli, a piazza Dante, della stessa autrice la copertina presentazione del settimanale Casoria Due, che il direttore Troise correda di commenti ed ulteriori informazioni e curiosità nella trasmissione di Nano Tv, Raffaele Fumo poi tratta delle nuove frontiere della chirurgia a Napoli, riportando la sperimentazione effettuata dal prof. Franco Corcione nell’ambito della medicina oncologica. E non finisce qui, diceva il buon Corrado Mantoni, perché nella rubrica “Riceviamo e pubblichiamo” Luigi D’Emilio, leader della Funzione Pubblica dell’area metropolitana, annuncia l’avvenuto accordo circa la formazione e l’informazione dei dipendenti dei servizi pubblici.
Di Angelo Vozzella è il servizio inerente alla situazione di stallo dello stadio Moccia di Afragola: i giocatori della Virtus devono allenarsi in un’area limitata e le partite sono disputate a porte chiuse. Amaro il commento del direttore, il quale, senza giri di parole, mostra il suo rammarico per aver creduto che ad Afragola il Comune funzionasse meglio che altrove, invece, potemmo dire che la storia si ripete, omologata, quasi ovunque nelle nostre zone, mentre ciascuno vorrebbe, come cantava il grande Pino Daniele “tutta n’ata storia”…dunque, il Moccia langue da lungo tempo, però qualcosa di positivo si registra altrove, infatti Graziella Melania Geraci ci informa dell’avvenuta presentazione della prima personale dell’artista brasiliana Thai Mahinard, avvenuta presso la Shazar Gallery: e si sa, l’arte è una ventata
di ossigeno tra i tanti veleni che respiriamo, simbolicamente e concretamente; ancora di artisti ci parla Barbara Carera nel suo articolo, annunciando l’esibizione del cantante napoletano Livio Cori, al teatro Bolivar, dove presenterà il suo nuovo progetto discografico intitolato SOLIDAGO. Antonio Iesce poi riferisce della bella iniziativa che il 28 maggio avrà come protagonista la terra natale di san Pio, Pietrelcina, dove si terrà una fiaccolata per i malati oncologici, evento denominato, a giusta ragione, “ una luce per la vita”; ancora nella rubrica Riceviamo e Pubblichiamo si comunica che l’Amministrazione locale ha ricevuto ed esposto la bandiera della CRI nella giornata mondiale dell’ente in parola. In proposito, il direttore ha ricordato il furto avvenuto nei locali che ospitano, la Polizia Municipale; i malviventi, con facilità, hanno avuto accesso ai locali e, essendo a conoscenza della presenza di telecamere, si sono “incappucciati” a dovere, portando via radio ricetrasmittenti e qualche giubbotto….l’evento ha fornito a Troise l’opportunità di ribadire la necessità di una maggiore sicurezza: com’è possibile che nella struttura non ci fosse un antifurto? Insomma, il male prevale sempre sul bene, ma auspichiamo che la bandiera della CRI sventoli e trasmetta, con il suo ondeggiare, almeno la certezza di una presenza a sostegno di chi versa nel bisogno. Ancora spazio per notizie positive, sempre relative ad iniziative di tipo artistico, infatti, Francesco Russo ci informa della “Crociera della musica napoletana”, giunta alla sua quindicesima edizione, e che si svolgerà dal 23 al 30 settembre. Sempre nella rubrica Riceviamo e Pubblichiamo l’Associazione “Noi per Napoli” ha comunicato il grande successo riscosso al museo “Diego D’Aragona Pignatelli Cortes “dalla performance: ‘Magie del bel canto e danze d’epoca’, patrocinata dalla Regione Campania. Il sindaco di Casavatore, Luigi Maglione, ha poi nominato il “garante della persona disabile” e questa sicuramente va evidenziata come notizia positiva ma soprattutto quale nobile iniziativa (non casoriana). Simonetta de
Chiara Ruffo, nel suo articolo, ha riferito che il professor Giuseppe Argenziano è il nuovo presidente della SideMast (Società italiana di Dermatologia e delle malattie sessualmente trasmesse); il dottor Argenziano vanta una lunga ed onorevole carriera di ricercatore. Una notizia positiva è stata giudicata dal direttore, non senza il consueto rammarico, non essendo essa proveniente da Casoria, quella relativa al progetto ACCSEA, nel cui ambito le imprese cercano nuovi professionisti della logistica tra gli studenti degli istituti tecnici della Campania, ma ciò, come riportato dall’autore dell’articolo, Antonio Del Piano, avviene a Bagnoli…Marco Calafiore annuncia poi il ritorno del grande Claudio Mattone all’Augusteo con la performance “per Napoli e il Napoli”, un evento di beneficenza realizzato attraverso la registrazione da parte di artisti e “volontari” della canzone “ Napule mia”. Veronica Caprio, poi, ha reso noto che Monte di Procida ospiterà le finali nazionali di Baskin, disciplina sportiva realmente “inclusiva” in quanto non esistono limiti di età per i partecipanti e l’obiettivo consiste nel far sì che ciascun atleta mostri le sue abilità sul campo: effettivamente si tratta di un modo nuovo di concepire lo sport, di cui la giornalista descrive le caratteristiche in modo dettagliato. In Riceviamo e Pubblichiamo si comunica l’inaugurazione della mostra fotografica, affiancata da momenti musicali, intitolata Aperiart-Azzurro Napoli. Seguono diverse locandine di eventi e nell’articolo di Fabrizio Kuhne si rendiconta l’incontro tra AFINA (Associazione filiera italiana della nautica) e cinque ministri per trattare tematiche, problematiche e iniziative legate al settore nautico. “La Copertina” si conclude con l’ultimo articolo del settimanale in cui Reggi e Spizzichino ci illustrano la “Matera fiction”, evento culturale proiettato, come ha smesso in luce il direttore, a delineare quella che sarà la tv del futuro. C’è, dunque, da leggere per tutti, da imparare e prendere atto che questo settimanale è un riflettore acceso sulla ribalta del mondo.
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MARGHERITA DE ROSA
La trasmissione del direttore Troise ha inizio proprio con il titolo della copertina del settimanale Caoria Due: “la situazione non è buona”, che gli offre l’opportunità di commentare il disagio che la città di Casoria vive a più livelli; Troise fa poi riferimento al “successo” ottenuto nel concreto, per il ripristino, a tutto tondo, della villetta del parco SIE, dedicata a don Peppino Diana e nella quale, finalmente, la normalità e la vivibilità sono tangibili, per cui i bambini del quartiere possono tranquillamente giocare, com’è giusto che sia alla loro età.
Poi, ancora, ricorda che la Cittadella dello sport non dovrà nascere a scapito del verde in via Duca d’Aosta, portando alla luce, ancora una volta, l’interesse ambientalista che lo contraddistingue. Il direttore riprende poi l’articolo di Antonio Botta, che ha intervistato il sindaco, l’avv. Raffaele Bene, il quale ha affrontato temi diversi, da quello del suicidio (a Casoria la frequenza è preoccupante), alla situazione del Palacasoria, alle aree dismesse, per giungere infine alla funzione dei locali di via Pò. Si parla poi della trasmissione “On the road” nell’articolo della scrivente, trasmissione in cui si affrontano i problemi “dal vivo” e le immagini sono accompa-
MARGHERITA DE ROSA
I CINQUANT’ANNI
La scorsa domenica, 14 maggio, presso la Chiesa del SS. Sacramento dell’Istituto delle Suore Vittime Espiatrici di Gesù Sacramentato, alla presenza della Madre Generale della congregazione, suor Carla di Meo, della Preside dell’istituto, Suor Giocondina Ciervo, si è svolta una solenne concelebrazione, presieduta da S.E. Monsignor Vincenzo Pelvi, Vescovo della Diocesi di Foggia –Bovino, evento nel quale si è condivisa la gioia della ricorrenza del cinquantesimo anno della sua ordinazione sacerdotale; com’egli stesso ha evidenziato, però, la
gnate dai commenti del direttore. Sempre della stessa penna è poi la cronaca religiosa delle cosiddette “Quarantore” svoltesi a Mugnano, presso la Chiesa del Sacro Cuore della congregazione delle VEGS, a cui fa seguito l’articolo relativo alla trasmissione “La foto del giorno”, sempre condotta da Nando Troise, nella quale si espone quanto è stato realizzato, grazie alle pressioni di Casoria due, delle diverse trasmissioni su Nano TV e in virtù della disponibilità del geometra Accurso. Nell’articolo di Grazia D’Aponte, è poi evidenziata l’assurda situazione creata da marciapiedi che dividono Napoli da Casoria in più luoghi del territorio, così che basta attraversare una strada per essere napoletano o casoriano…di tale problematica Troise si era già interessato ne “La Copertina”; Raffaele Fumo poi ha, ancora una volta, evidenziato la condizione penosa della Circumvallazione Esterna, definita una discarica a cielo aperto.
Maria Cristina Orga, invece, cambiando completamente argomento, ha presentato la mostra di Aulo Pedicini al Mann (Museo Archeologico Nazionale di Napoli), mentre Vivien Buonocore ha trattato di Casoria e delle sue conoscenze circa l’intelligenza artificiale. Segue poi nella rubrica “Riceviamo e Pubblichia-
mo” la lettera dell’avvocato Francesco Polizio, che riflette circa le condizioni economiche e politiche del territorio, mentre è ancora Antonio Botta l’autore dell’articolo relativo alla Messa celebrata dal Cardinale Emerito, S.E. Crescenzio Sepe, ad Afragola, nella chiesa di San Marco In Sylvis, in cui il Presule esorta i fedeli ad avere sempre fiducia nell’amore di Dio. Ancora in “Riceviamo e pubblichiamo” viene annunciata la nascita del Parco dello sport a Casoria, mentre Rossella Verze racconta della premiazione avvenuta all’I.C. 2 Moscati –Maglione per il concorso: Pace, un sogno possibile!; di Marco Calafiore vi è poi la dedica d’amore a Napoli e al Napoli, realizzata in musica; sono presenti poi articoli su presentazioni di libri, perfomance strumentali, come quella tenuta da Deborah De Luca, esponente di musica Techno, presso l’Arenile di Bagnoli, seguono ancora tante altre informazioni, relative agli argomenti più svariati così come numerose informazioni, che testimoniano la presenza sul territorio di un giornale ricco, poliedrico che Troise sintetizza in questa trasmissione, sollecitandone la lettura diretta e alimentando quella sana curiosità che egli sa suscitare con le sue stuzzicanti argomentazioni.
data era commemorativa di una grande figura di consacrata della congregazione delle VEGS, infatti il 14 maggio era il giorno onomastico dell’indimenticata Madre Gemma Imperatore, con la quale il Presule aveva un particolare legame spirituale e un filiale rapporto affettivo. Nel saluto iniziale, letto dall’adoratrice laica Annamaria Credendino a nome della comunità, degli adoratori stessi e di quanti hanno avuto la possibilità di conoscere ed apprezzare il servizio apostolico di monsignor Pelvi, è stato detto quanto segue: “grazie, Eccellenza, o
don Enzo, come l’abbiamo sempre chiamata quando ha iniziato con noi laici questo cammino, invitandoci ad attuare la preghiera di riparazione e di adorazione sulle orme della fondatrice, Santa Cristina Brando….noi adoratori siamo piccole cellule ma la nostra unione dà forma al corpo della Chiesa che è Cristo stesso. A lei va il nostro ringraziamento per esserci stato sempre vicino, così come tuttora è vicino a coloro che le sono stati affidati e dei quali sa comprendere le esigenze…un uomo, prima che un sacerdote, che ha posto in primo piano, nella sua vita, la volontà di Dio, ponendosi all’ascolto dell’altro: pur non avendo risposte, don Enzo, è sempre pronto ad accogliere il gregge di cui è pastore. Non si stanchi mai, Eccellenza: la Chiesa ha bisogno di pastori, di vescovi che sappiano inginocchiarsi dinanzi al prossimo…in lei, don Enzo, abbiamo sperimentato tutto ciò, e per questo ringraziamo il Signore, pregandolo affinché Lei continui a svolgere con la stessa delicatezza ed incisività il suo ministero pastorale”. Com’è tipico del suo stile umoristico, S.E. ha replicato di essere stato, in questo modo, già santificato, suscitando l’ilarità degli astanti. Nell’omelia ha poi così parlato: “prima di approfondire le letture di oggi, vorrei ringraziare la Madre generale suor Carla Di Meo, Suor Giocondina, gli adoratori, i sacerdoti concelebranti, il diacono, perché sono qui a condividere questo importante momento in cui ricordiamo il dono del mio sacerdozio ma anche per non dimenticare Madre Gemma, che, con la sua saggezza, le sue intuizioni volle che questa congregazione diventasse la ‘congregazione dell’adorazione’. La nostra messa è dunque per lei, affinché, con la sua celeste intercessione, consenta perenne fedeltà al carisma della fondatrice, Santa Cristina Brando”. Passando poi alle riflessioni relative al Vangelo del giorno, S.E. ha sottolineato che esso faceva da cerniera tra il tempo di Pasqua e la prossima Ascensione, seguita dalla Pentecoste e ha auspicato che proprio le parole di Cristo, presenti nella lettura, possano essere il fondamento dell’esperienza degli adoratori: “se mi amate, seguite i miei comandamenti: Gesù si propone, non si impone, non vuole essere seguito a tutti i costi: rispetta la nostra libertà, la personale volontà, perciò afferma: se vorrete, sarete miei discepoli…
egli è un Dio che si dona e per ottenere tale dono, la prima cosa da farsi è non essere esigenti con se stessi, rimanere in sintonia con Lui, abbandonandosi alle sue braccia. Cosa significa osservare i suoi comandamenti? Egli è il comandamento e i comandamenti sono la vita stessa di Gesù…bisogna lasciar entrare Cristo nelle nostre vite: più Gli si fa spazio, più ci si rende conto che non si riesce a stare lontano da Lui…Gesù è amore e noi dobbiamo essere uniti a Lui attraverso l’Eucarestia. Chi non si lascia amare da Cristo diventa apatico, indifferente, la Messa si trasforma in una formalità, la preghiera in abitudine, poiché manca la vera relazione con Cristo. Dobbiamo vivere all’insegna dell’io in Te, del Tu in me, laddove quel ‘te’ e quel ‘tu’ sono Gesù Cristo, al quale noi dobbiamo una risposta. Adorare, altro non significa che dimorare in Cristo, ascoltare la Parola e approfondirla per cogliere quanto Dio vuole dirci e quel che desidera sia fatto da ciascuno. Anche nella stanchezza, fermiamoci ad adorare, non è necessario parlare: Dio legge nel segreto dei nostri cuori, nel silenzio delle nostre voci. La nostra presenza comunque è segno, anche silente, che Cristo non è morto invano, che quel pane spezzato per la salvezza dell’umanità rimane nostro cibo di vita, che l’Eucarestia è il luogo in cui attingiamo forza per riprendere il difficile percorso dell’esistenza, consentendoci di diventare pane per tutti, sull’esempio di Cristo….se il tralcio non è legato alla vite, la linfa non può raggiungerlo ed esso
morrà: così avverrà per noi: se ci stacchiamo da Gesù Eucarestia moriremo dentro, morirà la nostra fede; invece Cristo vuole che la sua memoria continui per il nostro tramite: stare dinanzi all’Eucarestia significa farci illuminare dallo Spirito Santo, lo stesso Spirito che consentì agli apostoli di abbandonare le mura del Cenacolo e di andare a predicare la Parola di Gesù: l’invito è lo stesso anche per noi…e perché ciò avvenga non dobbiamo mai staccarci dall’ Eucaristia, altrimenti rischiamo di interrompere quel circuito vitale, che ci dà forza: non importa se siamo stanchi, se non abbiamo parole: nel silenzio dell’adorazione, Dio leggerà la nostra preghiera e ci donerà l’energia per imitare il Figlio suo, morto per amore, amore che continua a ispirare chi vuole seguire Cristo, nella piena libertà e per volontaria scelta” . Nulla impone Dio, ma il suo richiamo è forte, tanto forte: don Enzo, cinquant’anni fa rispose “si” a quell’irresistibile chiamata, chiamata che l’ha reso pastore semplice, umile, mai stanco: quel ‘sì’, S.E. continuerà a ripeterlo, trasmettendo serenità a chi lo ascolta e speranza in chi avverte la tristezza insinuarsi nel suo cuore: grazie a S.E., alla sua chiarezza, al modo fraterno con cui ci ha ricordato che ciò che conta è amare Cristo e il prossimo nel silenzio di una preghiera che diventa offerta della propria fragilità e certezza di una forza che solo dall’Eucarestia promana e rende chi adora portatore di luce e speranza per quanti incontrerà lungo il cammino della vita.
L’AUTOMEDICAZIONE PEDIATRICA: UNA PRATICA ASSOLUTAMENTE DA EVITARE!
Nell’infanzia, così come negli adulti, è fondamentale conoscere cosa può succedere quando si associa un farmaco ad un alimento, ovvero pratica comune messa in atto durante uno dei pasti fondamentali della giornata. Questa pratica, quasi sempre sottovalutata, potrebbe avere profonde risultanze sulla biodisponibilità del farmaco, ossia sulla dose di farmaco effettiva che passa in circolo e quindi responsabile dell’effetto terapeutico. Per renderci conto di questa problematica basti pensare a una pratica molto comune, ossia quella di mescolare al cibo un farmaco di difficile accettazione da parte del bambino (a volte per il sapore), proprio per ottimizzarne la compliance.
Ebbene, questa pratica pur facilitando l’accettazione del farmaco da parte del bambino, può generare una serie di eventi che possono annullare l’efficacia del farmaco oppure potenziare l’azione del medicinale con possibili insorgenze di reazioni avverse, a volte anche serie.
L’automedicazione nei bambini è piuttosto comune e spesso legata al raggiungimento del sollievo dai sintomi di patologie comune, come raffreddore, febbre o tosse, per i quali sintomi l’effetto palliativo si raggiunge utilizzando cortisone ed antibiotici. A tal riguardo ci sarebbe molto da dire! Pratiche che possono arrecare gravi conseguenze per il bambino. I dati riportati dal 35° “National Poison Data System of the American Association of Poison Control Centers for Children” mostrano che i bambini sotto i cinque anni sono le maggiori vittime di casi d’intossicazione da farmaci per automedicazione (oltre il 35%). L’incertezza riguardo l’efficacia e la sicurezza dei medicinali disponibili
per i piccoli pazienti contribuisce a considerare i bambini un gruppo a rischio. Va ricordato che la maggior parte dei medicinali oggi utilizzati in età pediatrica, è stata testata e sperimentata solo negli adulti e molto spesso non in formulazioni o forme farmaceutiche appropriate all’età infantile. La prescrizione di farmaci per i bambini segue gli stessi principi di sicurezza degli adulti, sebbene vi siano più peculiarità e meno prove scientifiche sistematiche. Fattori come età, altezza, massa corporea e la fase di sviluppo, influenzano la risposta farmacologica. Tra questi, l’età e lo stadio di sviluppo dei bambini, tra l’altro molto variabile e differente in questo segmento di popolazione, interferiscono in modo notevole nella farmacocinetica dei farmaci. Pertanto, variazioni di pH, tempo di svuotamento gastrico, motilità gastrointestinale, attività enzimatica, renale ed epatica, sono i maggiori responsabili della alterata biodisponibilità dei farmaci (Per approfondimenti si consulti il lavoro interessante pubblicato su The AAPS Journal (2020) 22:6, DOI: 10.1208/s12248-0190380-46).
I rischi intrinseci per i medicinali tendono a essere più rilevanti nei bambini, perché loro hanno caratteristiche che li rendono più vulnerabili rispetto agli adulti, come le differenze farmacocinetiche e farmacodinamiche, la suscettibilità all’ingestione di farmaci a causa di una difficile comprensione, l’automedicazione praticata dai genitori verso i propri figli, le informazioni limitate sull’uso razionale dei medicinali e, soprattutto, sull’assenza di sviluppo di farmaci specifici.
Per tutti i motivi sopra menzionati, i farmaci da prescrizione per la popolazione pe-
diatrica dovrebbero essere usati in modo razionale e sicuro. Inoltre, bisogna essere consapevoli del fatto che le interazioni non devono essere viste solo in ambito terapeutico, ossia riduzione dell’effetto di un principio attivo oppure insorgenza di tossicità ma anche in ambito nutrizionale.
Infatti, se è vero che l’azione del farmaco può essere modificata dal cibo, è anche vero che la biodisponibilità di una sostanza nutritiva introdotta con la dieta, può essere compromessa dal farmaco, favorendo lo sviluppo di altri eventi patologici.
I farmaci assunti durante un pasto, per esempio mescolati al cibo per facilitarne l’accettazione da parte del paziente, possono andare incontro a fallimenti terapeutici e causare un effetto tossico sull’organismo del bambino, poiché alcuni alimenti stimolano la produzione di sostanze gastriche che, a loro volta, possono ulteriormente favorire la dissoluzione dei farmaci somministrati incrementando la loro dose abituale. Inoltre, molti alimenti e gli stessi farmaci, possono modificare la motilità gastrica e intestinale. Detto questo, sappiamo bene che la diminuzione della velocità intestinale favorisce il completo assorbimento del farmaco, consentendogli di raggiungere livelli di tossicità per l’uomo. Figuriamoci
nel bambino. Inoltre, molti medicinali interferiscono con la quantità di cibo ingerito, alterando l’appetito, facendolo aumentare o ridurre, il che può influire direttamente sullo stato nutrizionale dei pazienti, soprattutto in terapie croniche. Alcuni farmaci possono anche alterare l’assunzione di alimenti a causa della comparsa di nausea e vomito, portando a un processo di repulsione del cibo, danni alla funzione orale dovuti a una persistente diminuzione della sensazione di gusto e perdita totale di gusto, irritazione della mucosa gastrica e alterazione del tratto gastrointestinale. Nell’infanzia, poiché i rapidi tassi di crescita sono accompagnati da marcati cambiamenti nello sviluppo, e nella funzione degli organi, l’incapacità di fornire nutrienti adeguati durante questo ciclo di vita ha maggiori probabilità di causare effetti negativi sia sullo sviluppo e del peso, che sulla crescita del bambino. Pertanto, è bene tenere in considerazione quanto appena detto soprattutto quando si prova a mascherare l’odore o il sapore di un farmaco con il cibo per ottimizzarne l’accettazione da parte di un bambino. È bene consultare sempre il medico o il farmacista e mai prendere proprie iniziative che potrebbero portare a serie conseguenze per mancanza di effetti terapeutici e insorgenza di tossicità.
ELENA TORRE
TORNA IN SICILIA DA DOVE È PARTITO UNO, NESSUNO E CENTOMILA LO SPETTACOLO DEI RECORD CON MARIANELLA BARGILLI E PIPPO PATTAVINA
Torna in Sicilia da dove è partito lo spettacolo dei record Uno, nessuno e Centomila con Marianella Bargilli che interpreta tutti i ruoli femminili della pièce e Pippo Pattavina.
Lo spettacolo che ha iniziato il suo viaggio proprio nella terra di Pirandello due anni fa, qui ritorna per concludere la tournée dopo aver riscosso consensi in tutta Italia di critica e pubblico sarà in scena al Teatro Massimo da venerdì 19 a sabato 27 maggio ore 21,00.
“Lo spettacolo concluderà il suo viaggio a Palermo dopo due stagioni molto intense -dichiara Bargilli- una città magnifica nella quale non recito da diversi anni e nella quale torno con grandissima felicità in una terra, la Sicilia, che è da sempre vicina al mio cuore”. Mentre Pippo Pattavina sarà Moscarda, Maria-
RAFFAELE FUMO
nella Bargilli interpreterà Dida la moglie di Moscarda Annarosa la figura che scompone le carte di questo ragionamento pirandelliano nei confronti dell’identità, considerata la pazza, la folle, sparerà a Moscarda ben due volte. Un occasione unica dunque per assistere ad uno spettacolo che rappresenta il punto più alto della riflessione di Luigi Pirandello sulla società e l’individuo, l’essere e l’apparire, la natura e la forma da lui stesso definito “più amaro di tutti, profondamente umoristico, di scomposizione della vita”. Le musiche originali sono di Mario Incudine, la regia affidata ad Antonello Capodici. Uno, nessuno e centomila con Marianella Bargilli e Pippo Pattavina Regia di Antonello Capodici Musiche originali di Mario Incudine Produzione Associazione progetto teatrando ATA Carlentini.
“CAPISCO CHE IL SUO SPIRITO JUVENTINO LO PORTA A GUARDARCI CON GRANDE SOFFERENZA”: SIPARIETTO AL CONSIGLIO COMUNALE DI AFRAGOLA
C’è aria di festa a Napoli, la squadra ha vinto il terzo scudetto nella sua storia, dopo 33 anni, generando un entusiasmo che riecheggia incontrastato. Testimone di esso anche nei banchi del consiglio comunale della città di Afragola, protagonista di questo inaudito siparietto è il consigliere comunale Gennaro Giustino, il quale il 5 maggio si è presentato in abbigliamento non proprio consono, facendosi richiamare dal presidente della seduta, Biagio Castaldo, subito il botta e risposta( con frecciatine al sindaco Antonio Pannone).
Da qui la replica: “Sono particolarmente sobrio stamattina… Oggi è una giornata speciale per un popolo, per una Nazione, si festeggia da Londra a Parigi, nelle piazze di Torino, sotto il Duomo della Madonnina… e noi, stamattina, ancora una volta, invece, in questo Consiglio Comunale. Abbiamo fatto la vigilia di San Marco, la vigilia di Natale, ci facciamo il post scudetto…Anzi, in verità, mi aspettavo che il Sindaco, che ama celebrare tutto e il contrario di tut-
to, stamattina si fosse alzato e avesse speso qualche parola rispetto a un evento che ha una portata storica, sociale, culturale e anche economica di proporzioni immani.
Capisco il suo spirito juventino, però è una vittoria del popolo e noi napoletani autentici siamo contenti che milanisti, juventini, interisti e quant’altro si associano a questa festa. In questo momento è più alto e nobile quello che ci unisce che quello
che ci divide”.
Il Sindaco, in realtà, aveva già annunciato una iniziativa per lo scudetto: nella tarda serata del 4 maggio, subito dopo la fine della partita, aveva comunicato che per festeggiare per tutto il mese di maggio, la facciata del Municipio di Afragola verrà illuminata con luci azzurre. Ovviamente non sono mancate le polemiche, ma ci soffermiamo poco, i veri problemi sono altri.
GLI ALUNNI DEL LICEO GANDHI DI CASORIA SI INTERROGANO SUL FUTURO DELL’AMBIENTE
Grazie alle lezioni del professor Gaetano Caputo, alla Dirigente scolastica Professoressa Anna Errichiello, sempre aperta ad ogni forma di approfondimento per i suoi alunni, e alla disponibilità della professoressa Anna Luisa Rosaria Marino, nei giorni 23 marzo e 13 aprile abbiamo avuto modo di discorrere di inquinamento ambientale, energie alternative e di transizione ecologica. Il prof. Caputo, geologo e docente di Scienze del Convitto Nazionale, formatosi presso la SPEs (MIUR - MNA) ha illustrato, mediante slide, gli effetti dell’inquinamento generato dall’uomo sugli ecosistemi naturali. Sono stati analizzati i problemi derivanti dall’inquinamento atmosferico dovuto ai gas serra, soprattutto CO2, con conseguente innalzamento delle temperature del clima terrestre per arrivare, infine, alle Scienze Polari e alla fusione dei ghiacciai Antartici e italiani. Si è passato, poi, all’analisi dei più moderni sistemi di produzione di energia. Ciò ha consentito di conoscere innumerevoli concetti e suggerimenti sul tema. Grazie alla transizione ecologica, è possibile affrontare in maniera efficace alcune delle sfide ambientali più delicate come la crisi climatica, diventata un’emergenza stringente e non più rimandabile, la riduzione della dipendenza energetica dai paesi esteri e dalle fonti fossili. L’inquinamento è ormai frequente argomento di conversazione. Non v’è cittadino che, al giorno d’oggi, non abbia udito almeno una volta di tale problematica. La situazione è drasticamente peggiorata e il mondo intero tenta di nutrire le menti dei giovani, di plasmarli e forgiarli, affinché
essi divengano fautori di un nuovo destino. Tramite l’incessante divulgazione di informazioni, inerenti ad ogni singola tipologia di inquinamento, gli Stati tentano di sensibilizzare le nuove generazioni ed istruirle ad aiutare l’ambiente. Soprattutto, insegnano loro a provvedere ad un sistema economico della società, che non si basi solo ed esclusivamente sullo sfruttamento di sostanze non rinnovabili, il cui utilizzo ha contribuito
al danneggiamento del globo terrestre. Secondo dati statistici e fonti scientifiche dall’indubbia attendibilità, pare che la temperatura media del Pianeta sia aumentata di 0,98 °centigradi e che in futuro, tra il 2030 ed il 2050, arriverà fino a +1,5 °. Tale fenomeno comporterebbe non poche preoccupazioni, in quanto porterebbe a differenti escursioni termiche, un aumento della desertificazione, incremento del cuneo salino, la fusione dei ghiacciai, disastri naturali, quali alluvioni e l’innesco di fenomeni franosi. Dunque, con il suffragio di recenti studi, è previsto un futuro non proprio roseo, nel caso non si decida di prendere seri provvedimenti. Come siamo arrivati a tal punto? Una delle principali motivazioni è sicuramente la disinformazione che, diffusa in particolar modo nelle generazioni precedenti, ha garantito lo sviluppo di tale problematica. Di vitale importanza è sicuramente la questione della morale in quanto, secondo molti, la vera risoluzione risiederebbe nell’erudire la popolazione ad un giusto maneggiamento delle risorse e allo smaltimento di queste ultime. Non di minore importanza, è certamente l’argomento del ricavo, che interessa in generale l’economia. Innumerevoli uomini, nostri predecessori, si sono serviti delle risorse naturali della Terra in maniera totalmente scriteriata, senza badare alle conseguenze delle loro azioni, scaturite da una voracia propria di un’illegittima ignoranza. Per porre rimedio, è stata istituita l’agenda 2030, un agglomerato di punti dediti a portare ordine e sistemazione, sino al raggiungimento di una vita migliore.
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L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per l’intero pianeta, creato e sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Essa ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile in un grande programma d’azione per un totale di 169 traguardi. L’avvio ufficiale degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile ha coinciso con l’inizio del 2016, guidando il mondo sulla strada da percorrere nell’arco dei prossimi 15 anni. Sfortunatamente, per via di varie circostanze e problematiche, l’Italia, con molta probabilità, non riuscirà a mantenere i patti sanciti e dovrà prolungare le date. I cittadini dovrebbero applicarsi con dedizione alla causa e dovrebbero aiutare con ogni mezzo possibile affinché le successive generazioni possano godere di un minimo di risorse. Le sostanze non rinnovabili sono preziose ed il modo in cui sono state sprecate, strugge il cuore di tutti coloro che, disperatamente, cercano di porre rimedio ai danni arrecati. Sì è spesso parlato della sostituzione delle fonti non rinnovabili, con quelle invece rinnovabili, ma è un processo lungo, che richiede dispendio economico. Tale sostituzione avverrebbe tra almeno una quindicina d’anni. È dunque
UMBERTO SANSELMO
tragico il modo in cui tentiamo di proporre continuamente nuove risoluzioni, senza essere in grado però, di trovarne una immediata. Quando si parla di cambiamento, si intende un miglioramento lento e graduale. Un’argomentazione interessante, correlata alla questione della distorsione della morale, è la Great Green Wall, cioè la Grande Muraglia Verde in Africa. Le potenze industriali sfruttano enormi territori e ne contaminano le
terre e le vegetazioni. Per porre rimedio, queste ultime investono ingenti somme di denaro per la piantagione di alberi, tentando di bilanciare la situazione. Ovviamente, non è affatto efficace. La Muraglia Verde nasce fondamentalmente per questo motivo (e per contrastare la desertificazione). Nella nostra Città le cose non vanno poi così bene. Purtroppo, siamo ancora alle prese con i problemi dei rifiuti abbandonati illegalmente. Non c’è la cultura del rispetto dell’ambiente. E così abbiamo ripreso alcuni luoghi in cui è stato facile constatare l’incuria e l’inciviltà ancora prorompente. Sono minuscoli e quasi invisibili i rimasugli di speranza per un futuro migliore, volto al benessere di ognuno e ad una giusta convivenza con la natura. Ma la speranza c’è. Seppur abbia le sembianze di una crepa in un muro, e sia sinuosa e sottile, essa è luminosa come non mai ed emerge dalle rovine degli animi. Attraverso manifestazioni, ricorsi, dibattiti, leggi, dobbiamo aiutare la nostra povera Terra, che l’egoismo e la mancanza di giusto raziocinio, ha reso traviata. L’ambiente è stato violentato troppo a lungo. È tempo di curarlo.
Gli alunni della classe 2°A Del Liceo Scientifico Gandhi
ROMANO ROSANNA SI RIMETTE IN GIOCO CON UN NUOVO LAVORO DISCOGRAFICO
Romano Rosanna nasce ad Avellino un po’ di anni fa...
Trascorre la sua infanzia e la sua adolescenza nel suo paesino in provincia di Napoli, Marigliano, dove studia danza classica dai cinque anni in poi. A vent’anni si trasferisce in capitale per studiare in una delle accademie di recitazione e spettacolo. Una ragazza poliedrica che riesce a realizzare parte dei suoi sogni... Con il suo carattere solare e travolgente riesce a farsi conoscere entrando per la porta principale della tanto conosciuta e amata Cinecittà. Spazio tra le reti Mediaset e Rai che l’hanno vista protagonista di vari show televisivi e soap opera. Ricordiamo uomini e donne Ciao Darwin Un posto al sole ecc ecc
Grazie alla sua prima manager Marika, che in effetti è la sua mamma, riesce ad entrare nelle grazie di uno dei più grandi registi del cinema italiano Pupi Avati, col quale collabora per diverse pellicole. Ama l’arte in generale e di tanto in tanto si dedica al disegno realizzando per Papa Wojtyla un’opera, ispirandosi al grande Arcimboldi, la personalizza con elementi esclusivamente del fondo Marino e la riproduce su
foglio d’oro. Attualmente esposta tra le mura vaticane.
Studia pianoforte chitarra e percussioni, si dedica al canto... E da lì comincia un tour in tutta Italia come prima donna in una band facendo cover: dalla Carrà alla Oxa, dalla voce femminile di Ricchi e Poveri alla Power. Come tutti, nella vita, attraversa un periodo buio che la porta ad allontanarsi dalle sue passioni ma la fa anche crescere e maturare nel percorso della vita. Poi la gioia immensa di diventare mamma e da lì di nuovo la luce. Una persona fondamentalmente ottimista con se stessa e col mondo intero che vede il bicchiere sempre mezzo pieno. Ritorna a ballare, diventa campionessa regionale di balli caraibici, ritorna sul piccolo schermo Campano, conduce programmi TV dal calcio all’attualità. Riprende in mano la sua vita e i suoi sogni. Arriva finalmente l’amore che rende tutto più colorato. Ricomincia a spolverare, strumenti e voce. Si rimette in gioco con un nuovo lavoro discografico internazionale, in lavorazione.... Dando il via così ad un nuovo e meraviglioso tempo della sua vita.
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CIRCOLO TERRITORIALE GIORGIA MELONI CASORIA
O R I E N T A R S I CON LE STELLE
Identità, Sviluppo, Territorio, Sicurezza Appunti per il governo della Città
CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE UNDICESIMA EDIZIONE DELL’EVENTO INTERNAZIONALE
Giovedì 25 maggio, alle ore 10.00 in sala Italia-Teatro Mediterraneo alla Mostra d’Oltremare di Napoli, si svolgerà la conferenza stampa di presentazione del Pizza Village Napoli. L’evento internazionale organizzato da Oramata Grandi Eventi, giunto alla sua undicesima edizione, si svolgerà quest’anno all’interno della struttura fieristica partenopea dal 16 al 25 giugno 2023.
Venerdi, 26 maggio 2023, ore 17.30 presso
La Biblioteca Comunale "Mons. Piscopo"
Via Aldo Moro 26
Archiviato il momento di condivisione collettiva, per i noti avvenimenti sportivi, siamo finalmente pronti a lanciare la nostra conferenza programmatica, che apre il lungo cammino verso le amministrative del prossimo anno.
Orientarsi con le stelle, quando sembra che tutti le altre strumentazioni non funzionino: questa, é la qualità che distingue i grandi esploratori, i navigatori più capaci, da tutti gli altri. Lo stato di abbandono, in cui la nostra città versa, testimonia dello sbando totale, nel quale sono precipitati i protagonisti della politica locale, quelli di governo come quelli di opposizione. L’orizzonte temporale dell’amministrazione è limitato praticamente alla giornata. Il degrado della qualità della vita dei cittadini sembra irreversibile.
Uno scenario inquietante, che renderà difficile stimolare la partecipazione dei cittadini alla tornata elettorale, che porterà al rinnovo delle istituzioni locali. Sistematicamente, da anni, un quarto degli aventi diritto disertano le urne. Mostrano di non avere nessun interesse, e soprattutto nessuna fiducia, per dedicare 5 minuti della propria vita per esercitare il più sacro dei diritti in una democrazia.
Occorre parlare a quella parte della città, che presumibilmente diventerà ancora più corposa, ragionando di contenuti, di idee e di visioni. Il prossimo 26 maggio, a partire dalle ore 17.30, presso la Biblioteca civica, in via Aldo Moro 26, racconteremo quello che crediamo si debba fare, ma soprattutto quello che siamo sicuri di poter fare.
Con l’aiuto dei nostri esperti, intellettuali e professionisti che aderiscono alla nostra visione del mondo, tracceremo la rotta. Ci verranno a trovare i nostri rappresentanti delle istituzioni nazionali. Nei prossimi giorni, tramite i canali più frequentati, presenteremo il programma nel dettaglio.
La manifestazione, di grande rilevanza in termini mediatici e di flussi turistici per la città di Napoli e per l’intero territorio regionale, conferma ed amplia il suo format che vede sempre la pizza al centro dell’evento. La partecipazione delle storiche pizzerie partenopee, con i loro maestri pizzaioli, resta uno dei punti di forza principali per celebrare la pietanza più famosa della gastronomia napoletana ed italiana nel mondo. Altro focus, ulteriormente ampliato grazie alla partnership con RTL 102.5 la radio ufficiale della kermesse, è quello dedicato alla musica. Ospiti internazionali, insieme a quelli nazionali ed alle migliori realtà canore del territorio, saranno, ogni sera, interpreti delle serate napoletane del Pizza Village Napoli. Mentre la cultura, grazie alla seconda edizione del premio Napoli d’aMare, sarà protagonista celebrando le radici culturali della nostra città. Tra gli eventi del Pizza Village Napoli ci sarà anche l’importante appuntamento con il campionato Mondiale del Pizzaiolo Trofeo Caputo, che officerà la sua 20a edizione.
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VORRESTI TROVARE UN NUOVO LAVORO O UNA NUOVA OPPORTUNITÀ
PROFESSIONALE A NAPOLI?
Partecipa al nostro Recruiting
Day che si terrà venerdì 26 maggio dalle ore 10.00 alle 13.00 presso la sala Futura dell’hotel Futura, via Nazionale delle Puglie, 195, 80026 Casoria (NA), dove potrai sostenere un colloquio con i nostri account.
Siamo alla ricerca di: Camerieri ai piani - Camerieri di sala - Portieri/ Receptionist
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Gestire le richieste di manutenzione e sostituzione dei contenitori per utenze domestiche e non domestiche.
Informare sui servizi e sugli orari delle isole ecologiche. Segnalare problematiche del servizio di raccolta, spazzamento e diserbo. Prenotare il ritiro di ingombranti e sfalci d’erba.
NUMERO VERDE GRATUITO
800120486
dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 17
e il sabato dalle 9 alle 13.
SIMONETTA DE CHIARA RUFFO
CENTINAIA DI BAMBINI E FAMIGLIE ALLA “PRIMAVERA DI BAGNOLI”
Centinaia di bambini e famiglie alla Sono stati in centinaia i bambini accompagnati dalle proprie famiglie che hanno partecipato alla due giorni della “Primavera di Bagnoli”, la festa organizzata dalla Fondazione Campania Welfare al Parco San Laise di Bagnoli, ex base Nato. L’evento ha beneficiato del contributo della Regione Campania, del patrocinio del Comune di Napoli e dell’INPS. Tante le attività per i bambini, con laboratori, spettacoli teatrali e musicali, ma anche spazi riservati al rapporto genitori/figli. Giunta alla sua quarta edizione, la manifestazione ha visto il coinvolgimento di oltre 40 realtà del terzo settore. Si è svolto anche un momento di approfondimento con il convegno dal titolo Il Welfare per le famiglie. Ad aprire i lavori Patrizia Stasi, Presidente della Fondazione Campania Welfare: “La crisi economica dovuta alla pandemia e alla guerra in Ucraina ha inciso moltissimo sul territorio e sulle famiglie: è infatti notevolmente aumentata sia la povertà educativa che quella economica. Per questo motivo abbiamo incrementato i laboratori e le attività gratuite per le famiglie con sportelli di ascolto e sostegno psicologico; per i ragazzi abbiamo implementato i laboratori per combattere la povertà educativa. Questo infatti oltre a riattivare processi di socializzazione, lascia ai genitori più tempo libero per concentrarsi sulla ricerca di lavoro”. La Primavera di Bagnoli, prosegue la Presidente, come sempre fa da preludio alle attività estive: “Sono già iniziati dieci laboratori per 200 ragazzi dai 3 a 18 anni e in estate partiranno nuovamente i campi estivi dedicati ai bambini dai 5 ai 10 anni. Inoltre in collaborazione con altre associazioni attiveremo gratuitamente anche un campo estivo per i ragazzi dagli 11 ai 17 anni”.
Le fa eco Gavino Nuzzo, Direttore Generale della Fondazione: “Dopo il Covid è aumentata la richiesta di supporto psicologico per i ragazzi, ma anche di assistenza alle famiglie travolte dalla
crisi economica e alle fasce con disabilità, per esempio ai ragazzi autistici. Per ampliare i nostri servizi siamo in attesa dell’approvazione del Piano Urbanistico Comunale; in questo modo destineremo alcuni nostri immobili ai servizi socio sanitari grazie ai proventi derivanti da altri immobili che metteremo a reddito, così potremo aprire altri Centri di accoglienza per incrementare i servizi sociali che eroghiamo”.
Roberto Bafundi, Direttore Coordinamento Metropolitano di Napoli INPS, “fotografa” la situazione del territorio: “A Napoli e provincia c’è sempre più bisogno del nostro Istituto: dopo aver erogato svariati milioni di bonus durante il periodo del Covid, anche nel primo trimestre di quest’anno abbiamo registrato un incremento delle Naspi ed un aumento delle richieste di cassa integrazione che spesso sono servite ad alcune aziende a salvare i posti di lavoro. Purtroppo è ancora molto ingente il numero di lavoratori non contrattualizzati, che in Italia sono stimati intorno ai 3 milioni e duecentomila unità. Se non vogliamo arrivare al collasso del sistema è necessaria l’emersione dal lavoro nero”.
Infine Rodolfo Conenna, Direttore Ge-
nerale Azienda Ospedaliera Santobono Pausilipon, sottolinea l’importanza della responsabilità sociale dell’Azienda Ospedaliera e della collaborazione con le famiglie: “Fondamentale è la collaborazione dell’Azienda Ospedaliera con la famiglia per la riuscita delle cure. Infatti una famiglia formata e consapevole gestisce in modo efficace processi di cura complessi. Tra le iniziative più importanti segnalo un progetto di telemedicina denominato Angelo Custode dedicato ai bambini che soffrono di gravi malattie neurologiche, che restano a casa e che sono continuamente monitorati. Sia le mamme che le famiglie sono formate in itinere così partecipano attivamente alla gestione dei piccoli pazienti. Inoltre da ieri, giorno della Festa della Mamma, grazie alla Giunta Regionale, è partita la distribuzione dei pasti alle mamme “ricoverate”, iniziativa mai realizzata prima in Campania. Infine, grazie ad un accordo con l’INPS abbiamo ottenuto la possibilità di rilasciare i certificati di disabilità direttamente in ospedale, evitando ulteriori lungaggini e passaggi burocratici per le famiglie già provate dalla disabilità dei figli”.
MICHELANGELO IOSSA
BEATLE-MAGÌA UN VIAGGIO NEL MONDO DELLA MUSICA DEI FAB FOUR
NEL NUOVO LIBRO DI VALERIO MATTEI
Dal 20 maggio al 4 giugno 2023 le città di Torino, Napoli e Brescia, ospiteranno le prime tappe del tour promozionale del libro edito da Jack Edizioni.
Non un libro “sui Beatles”, ma un libro “attraverso i Beatles”, un flusso di coscienza innescato dalla magia della band di Liverpool: “Beatle-Magìa” è il titolo del nuovo volume dello scrittore, musicista e blogger romano Valerio Mattei, pubblicato a quattro anni dal libro d’esordio, “Lo Sciamano”. “Messianicità recondita tra musica e parole della band più popolare di sempre” è il sottotitolo di questo affascinante lavoro editoriale pubblicato da Jack Edizioni. Il volume di Mattei sarà al centro di un tour promozionale che toccherà – tra il 20 maggio 2023 e il 4 giugno 2023 – le città di Torino, Napoli e Brescia. L’autore sarà, infatti, ospite dello stand di Jack Edizioni (Padiglione 1 - Stand E42) al Salone Internazionale del Libro di Torino e parteciperà all’evento speciale “Jack EdizioniL’incipit di una casa editrice”, moderato da Luca Maurelli e in programma per SABATO 20 MAGGIO 2023 ALLE ORE 11.00 negli spazi della Sala Lisbona del Centro Congressi Lingotto di Torino.
SABATO 27 MAGGIO 2023 – ALLE ORE 20.30 – Valerio Mattei presenterà il suo libro sul palco del PIT – Art & Music Center di Napoli, nel corso di “Fab Four Party – A Beatles Night”, evento organizzato da Pink Cadillac che vedrà protagonista la band dei Venus and Mars. Ad affiancare l’autore saranno lo scrittore e biografo dei Beatles Michelangelo Iossa, che ha firmato anche la prefazione del libro, e lo scrittore Andrea Raguzzino, fondatore di Jack Edizioni.
DOMENICA 4 GIUGNO 2023, “Beatle-Magìa” sarà al centro del grande Beatles Day organizzato, come ogni anno, da Beatlesiani d’Italia Associati a Brescia, che nel 2023 è Capitale Italiana della Cultura con la città di Bergamo. A presentare il libro nel corso dell’evento bresciano sarà Rolando Giambelli, storico presidente dei Beatlesiani d’Italia Associati, che ha firmato un contributo ‘beatlesiano’ all’interno del libro.
NOTHING IS REAL…
“Più che un libro è un segnalibro – rivela l’autore Valerio
Mattei – il promemoria di un principio che dovremmo avere sempre molto chiaro e molto caro: ‘nothing is real’, nulla è reale come sembra, che la realtà è sogno e viceversa, che di giorno navighiamo l’illusione e di notte ci risvegliamo”.
John, Paul, George e Ringo: una magia. Meglio ancora: una “Beatle-Magìa”, come spiega Mattei in questo suo volume, che dimostra – partendo da un punto di vista sorprendente, sospeso tra la realtà e un altrove fatto di sogno, coincidenza e meraviglia – che i Beatles sono un autentico prodigio della cultura popolare mondiale della contemporaneità.
VALERIO MATTEI
Musicista, blogger, vlogger, cantautore, arrangiatore, Valerio Mattei è nato il 14 ottobre 1980 a Roma, dove vive e lavora. Ha esordito nel 2019 con “Lo Sciamano” (Edilet) racconto in chiave autobiografica volto a suscitare nel lettore prospettive e piani di lettura trascendenti della vita quotidiana.
Dopo essersi esibito fin dall’adolescenza in una lunga serie di concerti dal vivo, durante il periodo del lockdown e della pandemia ha iniziato a sviluppare “Il Faro di Saman”, progetto di comunicazione ‘a tutto tondo’ attraverso le maggiori piattaforme social, votato a diffondere un messaggio di empatia e solidarietà, in un periodo storico molto sfidante.
“Il Faro” è, infatti, la metafora dell’impegno che una persona può sentire di volersi assumere, a un certo punto della propria vita, nel provare ad essere la migliore versione di sé stessa, un riferimento luminoso per sé e per gli altri, nelle tempeste quotidiane. “Saman”, d’altra parte, non è solo un nome spirituale/nome d’arte scaturito dal determinante incontro metafisico con lo Sciamano di cui sopra, ma anche un termine che in alcuni dialetti e lingue “minori” evoca concetti come “armonia”, “insieme”, “musica” e simili.
Anche Beatle-Magìa, il primo libro di Mattei pubblicato con Jack Edizioni, rientra tra i contenuti costruttivi che “Il Faro di Saman”, emerso tra i marosi di uno dei periodi più difficili degli ultimi decenni, vuole portare avanti con un sincero spirito di servizio e dedizione al prossimo nonché agli eterni valori di solidarietà, premura e onestà.
IL 1° GIUGNO ANTEPRIMA ITALIANA DEL FILM I CAVALIERI DELLO ZODIACO A CARTOONS ON THE BAY 2023
Per la prima volta sul grande schermo la saga di Saint Seiya di Masami Kurumada in live-action. Pescara, 31 maggio / 4 giugno 2023.
Sarà presentato in anteprima italiana, giovedì 1 giugno 2023, nell’ambito di Cartoons On The Bay – International Festival of Animation, Transmedia and Meta-Arts 2023, I Cavalieri dello Zodiaco, diretto da Tomek Bagiński. Tratto dalla celebre serie animata, porta per la prima volta sul grande schermo la saga di Saint Seiya di Masami Kurumada in live-action. Giunto alla 27a edizione, Cartoons On The Bay, promosso da Rai e organizzato da Rai Com, torna dal 31 maggio al 4 giugno 2023 a Pescara, dopo il successo dello scorso anno. Seiya - interpretato da Mackenyu - è un testardo adolescente di strada che trascorre il suo tempo alla ricerca della sorella rapita e a combattere per ottenere denaro. Quando in uno dei suoi com-
battimenti sprigiona involontariamente poteri mistici che non sapeva di avere, Seiya si ritrova coinvolto in un mondo di santi in guerra, antichi addestramenti magici e una dea reincarnata che ha bisogno della sua protezione. Per so-
pravvivere, dovrà abbracciare il suo destino e sacrificare tutto per conquistare il posto che gli spetta tra i Cavalieri dello Zodiaco. Il film, prodotto dalla Toei Animation Production e interpretato anche da Famke Janssen, Madison Iseman, Diego Tinoco, Mark Dacascos, Nick Stahl e Sean Bean, uscirà solo al cinema il 26, 27 e 28 giugno 2023 prodotto da Sony Pictures e distribuito da Eagle Pictures. A Cartoons On The Bay saranno ospiti anche il regista e produttore cinematografico britannico Peter Lord e il regista e produttore israeliano Ari Folman, che riceveranno il Premio alla Carriera e Ian Mackinnon, produttore e leggenda della stop motion, che ritirerà il premio Studio of the year 2023 assegnato allo Studio MacKinnon & Saunders e farà anche parte della giuria internazionale del festival, che assegnerà i Premi Pulcinella delle varie categorie del concorso.
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Questo numero è stato chiuso il 18 maggio 2023
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