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DOMENICA 11 GIUGNO 2023
IL FILM PRODOTTO DA BENE
Al Cinema Rossi o all’UCI presto “La Ecologica”. Un altro dei film rivoluzionari (ma fino a un certo punto) di Raffaele Bene.
Raffaele Bene e Paola Ambrosio come è noto, sono rispettivamente Sindaco e Assessore a Casoria. A tempo poi (non) perso si occupano di cinematografia. Per una strana coincidenza anche l’aiuto regista del film appartiene alla famiglia dell’amministrazione: si sono succeduti in questo ingrato compito di sceneggiatore cinematografico tanti di loro: Auricchio, Giardini, Aceto, frequentatori assidui essendo stati qualche anno fa i presidenti di Casoria Ambiente. Tutti scelti a questo delicatissimo incarico in virtù di una grande esperienza nel mondo della cinematografia.
I primi passi, invece, di Massimo Iodice, casoriano di generazioni e nato a pochi metri dalla Basilica Minore di San Mauro Abate, nel campo della ecologia, della nettezza urbana e dell’ambiente sono stati quanto mai promettenti. La sua preparazione, il suo gusto si sono subito imposti e naturalmente la curiosità da parte di tutti di questo nuovo remake di un film già visto qualche mese fa, in
L’ISOLA ECOLOGICA
parte realizzato dai suoi predecessori e finanziato dai casoriani, è notevole.
Scandalo amministrativo a Casoria
Il….. Sindaco cieco. I consiglieri comunali, gli assessori ed i revisori dei conti muti.
CINQUE ANNI FA, a gennaio 2018, i
magistrati del nuovo tribunale di Napoli Nord concedevano a 25 persone della pubblica amministrazione avvisi di garanzia per falso in bilancio e abuso di ufficio. Succedeva il finimondo. I consiglieri comunali sia quelli di maggioranza che quelli di minoranza uniti si scagliavano contro “l’arbitro”. Sono iniziati gli interrogatori. Gli avvocati (ognuno degli avvisati ne
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LO SCASSABOLLE
mise uno) si recavano al Tribunale a ritirare “le carte” (radio fante fa sapere che sono più di cinquemila pagine). Molti degli avvisati sono rientrati nel consiglio comunale regolarmente eletti. I dirigenti del PD, esenti da avvisi di garanzia, non ritengono terminato l’incontro.
Il Pubblico Ministero ha lavorato su denunce precise, l’ultima della quale presentata alla Caserma dei Carabinieri di Casoria il 20 agosto 2017, cioè quando tutti erano a mare a “mostrar le chiappe chiare”, qualcun altro lavorava nel denunciare quello che lui ritiene malefatte amministrative, contabili e addirittura penali; in aggiunta alle denunce le interrogazioni parlamentari di senatori e deputati al parlamento. Nelle tantissime pagine c’è anche una “velata” accusa verso chi non ha visto niente.
Si era solo all’inizio di una delle tante brutte pagine che vive la Città di CASORIA.
POLEMICA
VELENI TOSSICI – TUMORI
Lo conoscono tutti, fanno finta, gli indifferenti ed i pseudo indifferenti di non conoscerlo, ma c’è un abitante della città di Casoria che si chiama VELENI TOSSICI. Male; La terra dei fuochi, da tanti anni, sembra abbia dichiarato una sottile guerra alla nostra città che finge di essere all’oscuro di tutto. CINQUE ANNI FA, sulla Circumvallazione esterna di Napoli detta anche asse mediano sembra che siano state sequestrate due autobotti di “fertilizzanti”. Gli Ispettori Ambientali, l’annonaria, i poliziotti ambientali e le altre forze dell’ordine si lasciarono
andare ad una critica così feroce verso i veleni tossici che continuano ad avvelenare le terre di Contrada Casamerola, la zona poderale di Ponte tre luci, Cimiliarco, Santa Maria a Cerano, la Cantariello, Cupa San Martino, Fossa del Torricchio, via Cava.
Non si sa cosa ne pensano i magistrati che indagarono sulla “bonifica” della Resia avvelenata da 90 fusti di resine fenoliche e superfenoliche o il Settore Ambiente della bonifica da parte di ICE SNEI della vecchia Rhodiatoce o il Distretto Sanitario n. 43 dell’Asl sulla bonifica dell’ISP in via Padula (la vecchia Tubi Bonne) oppure che ne pensano i clienti della Cutolo Metallorganica e della Dyrup. Dimenticavo (perdonatemi cari addetti ai lavori del veleno e delle bonifiche, del tossico e dei tumori) dell’Alenia, una volta FAG; l’ultima area dismessa accusata da tanti manifesti in giro per la Città di Casoria che nei suoi capannoni ci siano segreti di morte.
Per finire vi do i dati del 2017 Lo Stato Civile mi informa: a Casoria in tutto il 2017 si sono verificati 692 decessi. Di questi 456 nelle loro abitazioni e 236 presso strutture ospedaliere. La maggior parte di questi decessi è stata causata da patologie tumorali. Era prima della esplosione della pandemia da coronavirus scoppiata a marzo 2020. Dispiace molto dover comunicare che gli Uffici del Comune di Casoria non abbiano la possibilità di comunicare il numero di morti a Casoria e quanti nella Frazione Arpino e neanche quanti maschi e quante femmine.
Per questo auspichiamo il ritorno del progetto EPICA voluto dall’allora direttore del distretto 43 dell’Asl Napoli 2 Nord, Ferdinando Russo e portato avanti dai Medici di Base (o di famiglia).
BENE – PUC – MEF –
Breve discorsino sulla differente situazione della città di CASORIA di quattro anni fa e di Casoria attuale.
Una delle differenze da non trascurare è costituita dai problemi che questa Amministrazione ha trovato CON l’impopolarità di dover instaurare una politica di rigore.
Sarebbe giusto ed opportuno (maggiormente nel loro stesso interesse) che il Sindaco, la Giunta Municipale, i consiglieri comunali di maggioranza, le commissioni consiliari e le società municipalizzate organizzassero un incontro con LA CITTA’, RACCONTANDO, la politica del rigore, i risparmi, i tagli, ed anche come intendono affrontare i veleni tossici di cui sono piene le aree dismesse, procurando morti e disastri ambientali, informare sulla prossima apertura dell’Isola Ecologica in via Lufrano. Comunicare gli sviluppi avuti sul turismo religioso. Il Comune di Pietrelcina, il piccolo paese di Padre Pio, ha ottenuto dalla Regione Campania, grazie all’impegno del consigliere regionale Erasmo Mortaruolo, un contributo di 1 milione e ottocento mila euro.
La domanda nasce spontanea: cosa è STATO fatto, invece, per “il piccolo paese agricolo e polveroso che ha dato i natali a San Ludovico”? Ed anche conoscere l’impegno per la Città che ha visto nascere le opere di Cristina Brando, Giulia Salzano, Luigia Velotti e di una intera storia sacra e religiosa. In questo incontro alla Città, misto di salotto sociale o di educazione finanziaria, portare a conoscenza della Intera Citt à de ll’impegno di questa amministrazione su la lotta dell’Assessorato ai Servizi diretti alla Persona contro i fitti passivi, contro gli sperperi oppure dell’Assessorato alla Pubblica Istruzione sull’andamento scolastico in corso.
Si NOTI BENE: tra il dare e l’avere, fitti attivi e passivi, Casoria non è in equilibrio. Nessuno è “vergine”. L’occasione ve la sto suggerendo da quando vi siete insediati. Mi raccomando: non venite a raccontarci che è in atto una pandemia da coronavirus.
Il Piano Urbanistico Comunale e l’accordo fatto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze per quanto riguarda il Settore Entrate (che questa amministrazione ha esternalizzato) non possono aspettare più.
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QUESTIONE DI STEMMA
“La foto del giorno”: il logo è sbagliato anche sulle auto di servizio, si risolva una volta per tutte la questione. Tra le tante cose strambe che possono accadere nel mondo, è certamente degno di nota quel Comune che utilizza, sulle auto di servizio, su documenti e tabelloni stradali, un logo diverso dallo stemma ufficiale della città. Insomma, lo stemma sbagliato.
Questo Comune è Casoria, dove di effigi rappresentative ne girano due, ormai da anni, e la confusione dopo tanto tempo è diventata atavica, tanto da smuovere storici e veterani per fare un po’ di chiarezza.
Sembra tutto sia nato da un sito web, sul quale è stato caricato per la città casoriana un altro logo simile a quello originale. Da allora, c’è evidentemente chi lo scarica da Internet, compreso i dipendenti comunali, per vari utilizzi d’ufficio, sebbene sia specificato che quello non è il logo ufficiale (il quale è di proprietà del Comune e quindi non utilizzabile liberamente).
Un errore figlio della mancata conoscenza, dello scarso attaccamento alla storia e all’identità cittadina, che ha finito per destare disagi e confusioni; errore che ha sollevato non poche polemiche, soprattutto da parte di uno dei paladini più agguerriti, il direttore di Casoriadue, Nando Troise, che in vari momenti e in numerose sedi ha fatto notare la questione, sulla quale si soprassiede da troppo tempo con facilità e superficialità. Sarebbe, forse, da pignoli portare avan-
SBAGLIATO
ti una battaglia simile e pretendere che venga usato il logo giusto, storico, in rappresentanza della città? Questo potrebbe pensarlo chi non ama fare troppa polemica, chi non ama Casoria, o semplicemente chi è preso da questioni senz’altro più importanti, come i dirigenti comunali cui è stato chiesto di fare qualcosa. Non credono sia irrilevante, invece, le tante figure autorevoli intervenute durante la trasmissione “La foto del giorno” su NanoTv di qualche giorno fa. Stiamo parlando di Emilio e Francesco Polizio, di Pasquale Tignola, e tanti altri, fino allo storico Giuseppe Pesce, intervenuto a spiegare l’equivoco del sito internet e a definire, semmai ce ne fosse ancora il bisogno, quali sono i colori e le caratteristiche del logo ufficiale. Tutto questo su sollecito del direttore Troise,
che ha mostrato in diretta i disegni ufficiali ripresi dai gonfaloni antichi e depositati ufficialmente.
Il logo esatto è quello che sta sulla facciata del Municipio, o sulle divise della polizia locale, ha un casale giallo, con tegole rosso ‘mattone’, con sopra una corona dorata. Questo logo è una stilizzazione, una semplificazione dello stendardo antico, facente parte della collezione degli stemmi ufficiali del 1818 del Ministero della Cancelleria, mentre a Casoria si conserva ancora una copia autenticale del 1932. Lo stemma che sarebbe sbagliato, invece, rappresenta un casale simile, con tegole di un rosso più acceso ed ha una corona grigia e non dorata. Secondo la ricerca effettuata, sembrerebbe il logo di una cittadina siciliana, Basicò. Lo Statuto Comunale, all’articolo 9, descrive lo stemma così: “Lo Stemma del Comune ufficialmente rappresentato sul Gonfalone, sul bollo e su ogni altro documento raffigura una casa di colore giallo ocra con tetto di tegole rosse su sfondo azzurro, il tutto racchiuso da rami fronduti”. Non cita ulteriori dettagli e, forse, si presta a equivoci restando leggermente vago. In conclusione, si auspica un dibattito, una conferenza di uffici, qualsiasi iniziativa volta ufficialmente a chiarire la questione e superare gli errori commessi, soprattutto a evitare che lo stemma sbagliato venga nuovamente riutilizzato. In fondo, come tante altre cose, non dovrebbe essere troppo difficile, basterebbe un po’ di buona volontà!
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ANGELO VOZZELLA
MARIA CRISTINA ORGA
NUOVA VITA ALLA CAPPELLA DEL CARMINE
Camicia immacolata e cravatta in tinta con il completo blu di ordinanza, braccia aperte ad avvolgere la scrivania sul cui piano appoggia le mani con sempre maggiore padronanza del mezzo, il Nostro Direttore Nando Troise appare sempre più a suo agio nelle vesti di anchorman di punta di NANO TV, magnificamente telegenico e disinvolto e oggi anche legittimamente compiaciuto degli aggiornamenti che si appresta a condividere con il suo pubblico. Legittimamente e giustamente compiaciuto, perché, una volta tanto, può distendere i tratti del volto in quello che assomiglia molto ad un sorriso, pur se velato del sano dubbio che sostiene i saggi, i quali prima di dire gatto vogliono giustamente essere certi di averlo nel sacco. Per poi liberarlo immediatamente, tranquilli, che di violenza contro gli animali e tutti gli esseri viventi ce n’è ben oltre il tollerabile. Sempre posto che sia lecito tollerare seppur la minima soglia di umana protervia e crudeltà. E nelle more, per quanto mi riguarda, non lo è in nessun caso, figuriamoci verso i gatti che sono di certo i viventi verso i quali io nutro amore incondizionato e tale deferente adorazione da affermare convintamente che se rinasco voglio nascer gatta, auspicando di meritare tale privilegio. Eh sì, se comincio coi gatti prendo una tangente che ci porta troppo lontano dall’argomento di nostro interesse, quindi prendo un bel respiro, assumo il tono più distaccato e professionale che mi riesce di recuperare e torno sul pezzo. Ovvero sulla puntata del rotocalco web televisivo “La foto del giorno” attraverso il quale l’ineguagliabile Nando aggiorna i cittadini dei fatti e soprattutto
dei misfatti di rilievo giornalistico che accadono nell’area a nord di Napoli. E generalmente c’è poco da stare allegri, ma oggi alle spalle del brizzolato mezzobusto campeggia la foto dell’edicola affrescata sulla parete posteriore della cappella del Carmine che si affaccia nella stradina adiacente piazza Domenico Cirillo a Casoria, che ritrae la Madonna Nera del Monte Carmelo con il Bambino sulle ginocchia attorniata da angeli festanti, davanti alla quale cam-
peggia un’impalcatura a dimostrazione concreta del fatto che, dopo anni e anni di degrado, predazione e abbandono, finalmente l’Amministrazione comunale ha iniziato i lavori di ristrutturazione dello storico sito sacro, la soddisfazione del Troise è evidente, come lo è la sua gratitudine al parroco dell’adiacente collegiata di San Mauro Abate, che aveva salvato dai predoni di opere sacre la seicentesca statua della Madonna Nera che troneggiava nella Cappella, traendola saggiamente al riparo nella Basilica Minore di San Mauro Abate. Cautamente rallegrato all’idea dell’auspicata apertura del cantiere, non appena letto il comunicato stampa diramato dal Sindaco Bene, il diffidente Cronista ha chiesto immediata conferma della notizia all’assessora Tommasina D’Onofrio, responsabile della realizzazione dei PICS e ha ceduto al compiacimento solo quando lei gli ha confermato la fondatezza della notizia, dandogli garanzia che i lavori sono davvero iniziati, addirittura dalle fondamenta per la messa in sicurezza. Deo Gratias, è proprio il caso di dire. Resta da vedere quanto dureranno e se magari si affiggesse anche un cartello su cui fosse possibile risalire alla ditta che se ne occupa e al responsabile tecnico, sarebbe tutto più trasparente e credibile. Altra storia invece è quella raccontata attraverso fin troppo eloquenti immagini da un cittadino automobilista che mostra Via Contrada Ferrarese in Afragola, una stradaccia lastricata di buche e voragini che costringe gli automobilisti ad una perenne gimcana con correlata straziante sofferenza dei giunti e degli ammortizzatori di tutti i veicoli che la percorrono. Alla denuncia del web spettatore
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Il restauro della Madonna del Carmine e altre amenità ne “La foto del giorno” di Nando Troise che commentiamo insieme
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esasperato per il quotidiano disagio e l’esoso conto del meccanico, si aggiunge l’appello del direttore-conduttore che accoglie e rilancia la segnalazione al sindaco di Afragola Antonio Pannone e dei suoi collaboratori perché intervengano tempestivamente. Il prossimo focus è sullo stato dei lavori di ripristino del sottopasso di via Concordia alluvionato di cui ci siamo occupati due settimane fa, che finalmente è stato riaperto e sarà presto interessato dai lavori di definitiva sistemazione.
Parola dell’Assessora Tommasina D’Onofrio, che non manca di rispondere puntualmente e con pertinenza ad ogni
ANTONIO BOTTA
domanda dell’implacabile Cronista Conduttore. Ha dell’incredibile, infine, il furto perpetrato da due ignoti incappucciati e inguantati che si sono introdotti nottetempo a Casoria nella stazione della Polizia Locale, che da anni non ha più un antifurto in quanto “disturbava” la quiete pubblica notturna, attivandosi spesso a causa di un falso contatto. A riprendere i malviventi, le telecamere di zona, che però non hanno potuto impedire la sottrazione di giubbotti e radiotrasmittenti. Comunque, pare che le indagini in corso si stiano muovendo lungo una pista attendibile. Resta da sperare che, come la Basilica di Santa
Chiara fu dotata di porte di ferro all’indomani della sacrilega predazione di cui fu fatta oggetto, entrando contestualmente nel glossario dei proverbi napoletani più noti e significativi, anche la stazione di Polizia Locale casoriana si veda restituito un antifurto efficace e soprattutto funzionante, nel caso in cui i due mariuoli o loro degni compari avessero bisogno di altri walkie talkie o qualche giubbotto d’ordinanza che torna sempre utile per ordire truffe ed estorsioni varie. Siamo all’assurdo. Bah. Io è meglio che mi fermi qui… ma voi cliccate sul link sottostante, mi raccomando!
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SPETTACOLO AL “MARADONA”, IN UN CLIMA DI TRIPUDIO E DI GIOIA, PER FESTEGGIARE IL TERZO SCUDETTO
PAROLE DI SINCERA GRATITUDINE PER SPALLETTI
Spettacolo post partita nello stadio “Maradona”condotto da Stefano De Martino si canta, si ride, si balla si applaude, ci si emoziona. Artisti napoletani e non esprimono con le loro esibizioni la gioia per la conquista del terzo scudetto in un tripudio meraviglioso. La cantante israeliana Noa, presente con il quartetto d’archi campano del Solis String Quartet, è stata l’unica artista straniera, invitata direttamente dal presidente De Laurentiis, ad esibirsi e ha destato meraviglia per la melodiosa interpretazione delle canzoni e anche per la pronuncia napoletana impeccabile. Sugli spalti e al centro del campo sportivo, sotto uno splendido cielo stellato, si è vissuta un’esperienza magica, nella quale lo sport, ancora di più, ha svolto la funzione di contribuire a rafforzare il legame sociale della comunità partenopea, e non solo, in un unico abbraccio con i calciatori campioni d’Italia, seduti sulle panchine per assistere allo spettacolo. Al netto delle polemiche, di quanto si è detto sul rapporto tra De Laurentiis e il Mister, resta il fatto positivo che la
Nobile la scelta del Mister di donare all’amico don Luigi Merola, quindici giorni prima della vittoria dello scudetto, i soldi ricevuti con la vittoria del Premio Bearzot, grazie al quale il sacerdote potrà portare avanti i suoi progetti, tra cui anche quello calcistico, a favore dei ragazzi a rischio per il loro recupero: un gesto che orienta verso la riscoperta del valore sociale del calcio.
squadra e la società sportiva hanno offerto un valido esempio a tutti di come nella vita, con il sacrificio, l’impegno, la coesione di gruppo e un’oculata programmazione si raggiungono risultati
attesi e sperati. Un ringraziamento particolare va a Spalletti che è stato in grado di aiutare e sostenere ciascun giocatore, stimolando ognuno a dare il meglio di sé. E’vero, verissimo ciò che più di un
artista nel corso della serata gli ha detto con gratitudine: l’allenatore va via fisicamente, ma nel cuore di ogni tifoso, di tutti gli sportivi, v’è un angolino dove egli resterà tra le persone più care per quello che ha dato a Napoli e all’hinterland napoletano. In particolare, vorrei porre in rilievo un gesto nobile che Spalletti ha compiuto una quindicina di giorni prima della vittoria dello scudetto.
Si recò dal suo amico don Luigi Merola, noto per il suo coraggioso impegno nel contrasto alla camorra proprio con il progetto calcistico “’A voce d’’e creature”, mirato a recuperare ragazzi che abbandonano la scuola, al fine di sottrarli all’influenza malefica del “sistema”. Spalletti dialogò con i bambini, trascorse con i ragazzini momenti preziosi, stette loro vicino, li abbracciò, rispose alle loro domande, mostrandosi disponibile e gioioso. Poi, ha raccontato don Luigi, “ci ha regalato tutti i soldi ricevuti con la vittoria del Premio Bearzot, grazie al quale potremo portare avanti i nostri progetti”.
Scorgo in questo nobile gesto
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anche una sollecitazione a promuovere il valore sociale del calcio, troppo relegato, tale aspetto, ai margini da chi si occupa di questo sport nella sua dimensione unicamente o prevalentemente agonistica, economica, competitiva. Molte più attenzioni, a mio avviso, andrebbero riservate, da parte delle istituzioni e del mondo sportivo, in particolare di quello calcistico, a creare soprattutto nei territori periferici attività mirate ad assicurare la funzione socio – educativa dell’agonismo sportivo e calcistico in un contesto associativo ( scuole, parrocchie, centri di aggregazione vari) nel quale bambini e ragazzi, che non possono permettersi di frequentare le società sportive e le palestre private, avrebbero l’opportunità di imparare a raggiungere traguardi personali e di gruppo, accettando umilmente il valore degli avversari, a sentirsi perdenti, mai sconfitti, e a saper gioire della vittoria ,senza alcuna boria e ostentazione delle proprie capacità; luoghi come i tanti oratori parroc-
chiali, dove giovani e adulti ammirevoli, nel nascondimento, senza tanti clamori, coinvolgono i minori, incoraggiandoli nell’assunzione di responsabilità e, così facendo, offrono valide alternative alla strada, al rischio di perdersi, di essere intruppati nella manovalanza del crimine. Possa, allora, questo scudetto essere da incentivo a promuovere poli educativi con proposte calcistiche, ricreative, formative e culturali capaci di contribuire, insieme con la famiglia, la scuola e le parrocchie, alla crescita armonica di ogni ragazzo, soprattutto di quelli che per motivi vari sono esclusi da opportunità di crescita umana e culturale.
“Gente, magnifica gente di questa città” ha cantato Sal da Vinci verso la conclusione dello spettacolo seguito da un coro di cinquanta – sessantamila spettatori: un commosso omaggio, non solo ai calciatori, al Presidente che vede il futuro “azzurrissimo”, alla Società Calcio Napoli, agli sponsor, ma ai napoletani, tifosi e non, ai cittadini
dell’hinterland che hanno festeggiato nello stadio e nelle piazze, nelle strade, a casa davanti alla TV, senza eccedere, senza creare disordini, abbellendo con colori azzurri e bianchi i luoghi pubblici e i parchi. E’ la stessa canzone da cui il nostro Arcivescovo, don Mimmo Battaglia, trasse spunto per l’omelia pronunciata durante la celebrazione eucaristica in Cattedrale in occasione della festa di S. Gennaro, il 19 settembre 2022. Egli fece riferimento, in particolare, a questo passaggio del testo musicale: “Ma per i ragazzi che toccano il fuoco/ e possono bruciarsi/per questi ragazzi che stanno crescendo/e vogliono imparare/ per questi ragazzi che alzano le braccia e si vogliono salvare/ ci sta tutta la magnifica gente di questa città”, utilizzando le predette parole per esortare a vincere la cultura mafiosa, la povertà educativa e la forza della violenza “con la linfa dell’amore che scioglie i grumi dell’egoismo e dell’indifferenza”.”Sono certo” , rimarcò “che anche
lui (S. Gennaro, ndr), unisce la sua voce a quella dei più piccoli per chiedere il miracolo della solidarietà, per impetrare dai nostri cuori induriti e indifferenti il prodigio del bene comune, per invocare la liquefazione di quei grumi sociali fatti di promesse non mantenute, di impegni dichiarati e non perseguiti, di individualismi incancreniti, che faticano a creare rete e comunità”, concludendo con questo appello: “Gente di Napoli, ogni figlio di questa città ti appartiene ed è per questo che occorre impegnarsi ancor di più nel patto educativo ridestando il “noi”in chi si occupa di educazione”.
Don Battaglia, infatti, è l’ideatore e il promotore di un progetto educativo, in fase di realizzazione con il partenariato del Ministero dell’ Istruzione, costituito da vari organismi attivi in campo formativo, con il fine di arrivare prima della camorra per tutelare i ragazzi a rischio, ostacolando la dispersione scolastica e assicurando loro il diritto allo studio.
8 DOMENICA 11 GIUGNO 2023
Scorrono ancora le emozioni della festa, il popolo napoletano sparso nel mondo ha atteso 33 anni ma ha potuto godere di una sorta di risarcimento morale, potendo godersi un campionato dominato, con una festa durata un mese e in realtà le bandiere esposte ai balconi da febbraio. Un campionato da record dove il Napoli ha portato a casa tutto: primato assoluto, miglior risultato europeo della propria storia in Champions League, miglior attacco, miglior difesa, miglior differenza reti, capocannoniere della serie A. Il Napoli resterà competitivo, può lottare ancora per la vittoria ma bisogna rendersi conto che si tratta di un’annata irripetibile anche perché le stagioni sono tutte diverse. C’è stato il Mondiale, la stagione si è spaccata in due tronconi, a gennaio 2024, invece, ci saranno la Coppa d’Africa e la Coppa d’Asia. La città si goda la straordinarietà della festa, vincere da queste parti consegna i protagonisti alla leggenda perché il successo non può mai essere un’abitudine. Stavolta è veramente finita e, quindi, ci tocca pensare al futuro, a ciò che verrà.
De Laurentiis ha vinto quasi tutte le sfide, spesso quando la strada si è fatta impervia ha saputo tirar fuori risorse inaspettate. Non può essere solo fortuna, è fiuto, lungimiranza, capacità di vedere ciò che gli altri non osservano. Rispetto a tutto ciò che ha accompagnato la storia del Napoli in questi diciannove anni, De Laurentiis è chiamato ad affrontare la sfida più difficile della sua avventura nel calcio. Tra vincere e non vincere c’è tutta la differenza del mondo, l’ha capito benissimo De Laurentiis. In pochi mesi ha annullato qualsiasi conflitto in città, è stato acclamato, ha risolto anche la storica “guerra” con il tifo organizzato, ha partecipato ai vertici istituzionali. Il Napoli è inevitabilmente dopo lo scudetto in un’altra dimensione, avrà gli occhi addosso di tutti gli avversari che vorranno subito destituire il trono. Dentro questa trasformazione del proprio status, c’è da ricostruire il proprio gruppo dirigente con la probabile partenza di Giuntoli e l’addio di Spalletti. Una scelta che va rispettata ma un po’ di malinconia è inevitabile. Ha deciso di andar via da vincitore so-
prattutto perché con De Laurentiis ha avuto un rapporto tormentato sin dalle prime settimane. L’obiezione è che anche gli altri allenatori hanno attraversato delle criticità ma ci sono due differenze fondamentali: Spalletti mette da parte ma non dimentica, tiene le cicatrici sulla sua pelle, anche quelle dell’anno scorso e ogni tanto le ricorda, poi non ha la fame di Mazzarri, Sarri, quelli che a Napoli hanno avuto il trampolino di lancio. Spalletti è un fuoriclasse della panchina, aveva raccolto meno finora rispetto al suo valore anche per la sua spigolosità caratteriale e le vicende vissute a Roma e Milano, lo scudetto a Napoli ha fatto giustizia anche per lui.
De Laurentiis è un uomo solo al comando, sta affrontando questa scelta così complicata da solo, con pochi consiglieri. Uno status che gli piace, forse lo esalta anche, tocca a lui ritrovare un nuovo equilibrio. Una mossa che sembra voler fare per ripartire è provare a trattenere Osimhen magari anche con un rinnovo del contratto che possa proiettare fra un anno la sua eventuale cessione. De Laurentiis merita ovviamente la fiducia piena, sincera, lo dice la Storia. Lo scudetto per questa città era un’ossessione, un sogno che sembrava impossibile. Ora che è accaduto, Napoli guardi avanti ma senza dimenticare la sua storia fatta di identità e senso d’appartenenza.
9 DOMENICA 11 GIUGNO 2023
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I GRANDI DI IERI E DI OGGI: E DOMANI?
Come sempre numerosissimi i positivi commenti che giungono nella trasmissione “La Copertina” condotta Nando Troise direttore del seguitissimo settimanale Casoria Due, all’indomani della pubblicazione del periodico; altrettanti gli spunti su cui impostare la nostra riflessione. Al di là delle consuete questioni politiche e amministrative locali, su cui tanto c’è tanto da dire e, soprattutto, tantissimo da fare, la scrivente, questa settimana si soffermerà su due figure che in molti hanno posto in evidenza nei loro commenti: il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e don Lorenzo Milani, illustri personalità, perché tali vanno considerate, ma non al fine di sottolinearne nuovamente le “gesta”, piuttosto allo scopo di evidenziare quanto personaggi di tale spessore, fuori dal coro omologato degli ipocriti, posti oltre gli schemi di un perbenismo becero, siano stati propagatori di realtà e stili di vita alternativi a quelli del buoncostume fariseo, della correttezza dei falsi moralisti, presenti in ogni luogo e capaci, solo apparentemente, di portare avanti rivoluzioni e ribellioni, per poi lasciare immutata ogni cosa…. quanti mediocri, quanti inetti di sveviana memoria, quanti smidollati: eh sì! E’ vero , il coraggio, se non lo si ha non
lo si può acquistare al supermercato: conigli si nasce e conigli si muore, di Don Abbondio è piena la storia antica, moderna e contemporanea: l’ardire non riempirà mai un cuore vuoto, privo di emozioni, povero di sentimenti, in cui alberga un unico scopo: il proprio tornaconto, ma, almeno, si abbia il buon senso di inneggiare a fronte bassa (si perdoni il controsenso) dinanzi a siffatti eroi, riconoscendo la propria pochezza al cospetto di chi il coraggio l’ha avuto al punto di perdere, consapevolmente, il dono più prezioso che esista, sia pure nella notte più buia, quale resta quello della vita: morire per la giustizia: che cosa straordinariamente meravigliosa pur nella sua intrinseca tragicità! Che dire poi di don Lorenzo Milani? Il prete controcorrente, quello vero, colui che non chiede né cerca fasti ma va alla ricerca degli ultimi e, in ambito scolastico, fa del tutto per consentirne la rinascita. Un rivoluzionario della didattica, don Lorenzo Milani, non un docente che esige opprimendo, ma un accompagnatore, un sostegno, un’ancora a cui aggrapparsi nelle difficoltà, per poi riprendere a solcare i mari del sapere e del saper fare. Certo, molti insegnanti hanno sposato il modello “don Milani”, ma quanti ancora si fossilizzano nel pre-
tendere dagli allievi quello che per loro è conoscenza, una conoscenza stereotipata, vuota, nozionistica, avulsa dalle necessità contingenti: eppure, al di là di questa sedicente cultura, per questa categoria, tutto è ignoranza e tutto è inutilità. Per non parlare poi di coloro che pensano che l’empatia sia una sorta di patologia, magari da evitare, come il coronavirus, infatti non è raro ascoltare frasi del genere: “l’umanità la lascio fuori dall’aula”…una vera e propria bestemmia, giacché chi opera con l’uomo, qualsiasi possa essere l’età, l’estrazione, la condizione, non può prescindere dal comportarsi “umanamente” e quindi empaticamente: non si muore mica…ma , tuttora, ci sono tanti professori fermamente convinti che il “muso duro” abbia la meglio sulla baldanza giovanile di manzoniana memoria, incuranti di dar vita ad un muro contro muro dall’esito nefasto per i singoli, per la scuola, per la cultura, per la società, in pratica, per la vita stessa… ancora encomiabile il suggerimento del direttore Troise di combattere l’endemica indifferenza dei casoriani, partendo proprio, guarda caso, dai docenti e dai dirigenti scolastici, affinché ricordino e riportino alla luce le azioni e la storia di coloro ai quali sono intitolate le
scuole del territorio e le strade in cui esse sono ubicate: da Moro a Gandhi, da Ludovico da Casoria a Mauro Mitilini, dall’antico al nuovo, quanto c’è da insegnare ai casoriani dei casoriani e quanto c’è da imparare: questa, e concordo in pieno col Direttore, è la prima via del riscatto sociale e umano della nostra terra che, per sua fortuna, annovera nomi illustri anche tra i contemporanei, basti pensare alla scrittrice Giulia Campece, al nostro poliedrico Antonio Botta, all’artista Antonio Manfredi, al maestro Vincenzo Sorrentino e a tanti che, magari sono nell’anonimato, ma che, nel loro piccolo, pure rendono grande il nome di questa città. Facciamo sì che passato e presente si incontrino, così da diventare una cosa sola: il futuro della nostra, nonostante tutto, bellissima e gloriosa storia!
11 DOMENICA 11 GIUGNO 2023
MARGHERITA DE ROSA s.r.l. ® Via Pietro Nenni snc 80026 Casoria (Na) Via Bottaro snc 80058 Torre Annunziata (Na) Via Don Sebastiano De Rosa snc 80022 Arzano (Na) Distributori di carburanti
CHIARA D’APONTE
COSA RESTERÀ DI QUESTO SCUDETTO?
La coppa ormai è nostra, il terzo scudetto è cucito sulle maglie e sui cuori di tutti noi e la festa che durava da più di un mese è (e finalmente aggiungerei) finita. Ora è lecito chiedersi: ma cosa resterà di tutto questo? Cosa resterà di questa storica cavalcata verso la vittoria? Cosa resterà dei festeggiamenti e del clamore che si è fatto intorno alla città di Napoli? E, soprattutto, cosa resterà del Napoli Campione d’Italia? Partiamo dall’ultima domanda: la sola, granitica, certezza ad oggi è che siamo senza allenatore. Luciano Spalletti ed Aurelio De Laurentiis hanno ufficialmente divorziato. Dei calciatori invece non possiamo dire nulla visto che lo stesso presidente in questi ultimi giorni ha dichiarato che nessuno sarebbe andato via e che la rosa, semmai, sarebbe stata integrata con dei rinforzi. Per quanto riguarda la cavalcata verso la vittoria, beh, resteranno impressi nella memoria parecchi momenti: la coppia Kvara Osimhen, la possenza e la tecnica di Kim, certamente il goal di Raspadori alla Juve all’ultimo secondo disponibile. E poi resterà il bel gioco di squadra, forse non elegante e spettacolare come quello sarriano, ma sicuramente performante e vincente. Resteranno le lacrime di Decibel Bellini e il caffè di Starace che “it’s like honey”: parola di Victor Osimhen! Certamente resteranno però anche le decine di palle goal sciupate, i troppi rigori sbagliati, la solita propensione a soffrire le squadre che si chiudono troppo. Infine: cosa resterà dei festeggiamenti? Personalmente temo
di soffrire della sindrome del “Sabato del villaggio” di Leopardiana memoria Ho atteso per anni che arrivasse questo benedetto terzo scudetto, ho fantasticato per tanto tempo su come sarebbero stati i festeggiamenti a Napoli nel caso in cui il terzo sigillo si fosse finalmente impresso nel grande libro della storia di questa città (perché, ormai lo sappiamo, il Napoli e Napoli sono una cosa sola e i successi dell’uno sono anche i successi dell’altra). E ora che è tutto finito mi è rimasto addosso un senso di delusione. Come Leopardi anche io ho amato più i preparativi per la grande festa che non la festa stessa. Ero paradossalmente più contenta quando non vi era la certezza matematica di aver vinto il campionato che non durante la noiosa attesa della fine dello stesso. Non ho gradito particolarmente la festa organizzata al “Maradona”, più simile ad una “Corrida” che ad un grande show. I festeggiamenti in strada non erano nulla di che, una specie di veglione di Capodanno fuori stagio-
ne ma niente di così eclatante. Non ho gradito affatto che i successi calcistici della nostra squadra siano stati usati come pretesto per lucrare su ogni cosa: bandiere e sciarpe da stadio che prima ti venivano vendute per pochi spiccioli in queste settimane sono stati venduti a prezzi folli. Chiunque ha pensato di lanciare una propria linea di prodotti a tema Napoli (persino l’iconico CantaTu ha una sua “Napoli edition”). E sicuramente non gradisco che ora tutti gli striscioni, tutte le centinaia di chilometri di plastica bianca ed azzurra usati per fasciare qualunque cosa e per creare meravigliose decorazioni stiano lì a marcire nell’attesa che il tempo o qualche mano pietosa li porti via. Ma, del resto, il senso delle cose è tutto qui. Come dice un vecchio proverbio nostrano “Ogne scarpa addeventa scarpone”. E quindi ogni cosa bella è destinata a perdere di fascino e di valore e l’evento che tutti aspettavamo da una vita si è afflosciato come uno striscione vecchio e logoro.
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RAFFAELE FUMO
L’AMORE PER L’ARMA, PER SUA MOGLIE, IL SUO FORTE SENSO DELLA GIUSTIZIA E DEL DOVERE:IL GENERALE CARLO ALBERTO DALLA CHIESA
Quando si parla di Prima Repubblica non si può non menzionare Carlo Alberto Dalla Chiesa, simbolo della resistenza e della lotta al terrorismo e alla mafia, nacque a Saluzzo, in Piemonte nel 1920, nel 1942 entrò nell’Arma dei Carabinieri, l’anno successivo si laureò in giurisprudenza, durante la Seconda guerra mondiale si oppose di partecipare alla cattura dei partigiani.
In Campania, al Comando Compagnia di Casoria (Napoli), si distinse nelle operazioni di lotta al banditismo. Dopo l’esperienza a Casoria fu inviato nel 1949 in Sicilia, presso il Comando forze repressione banditismo, agli ordini del colonnello Ugo Luca. In quel periodo indagò anche sulla scomparsa a Corleone, poi rivelatasi omicidio, del sindacalista socialista Placido Rizzotto, giungendo ad incriminare l’allora emergente boss della mafia Luciano Liggio, il posto di Rizzotto sarebbe stato preso dal politico comunista Pio La Torre, che in seguito verrà anch’esso ucciso da Cosa Nostra. Nell’ottobre 1973, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa divenne comandante della 1ª Brigata Carabinieri con sede a Torino. In quegli anni (i cosiddetti anni di piombo), si ritrova a fronteggiare le Brigate Rosse, i quali erano la più grave minaccia in Italia. Nel maggio del 1974 fondò il Nucleo Speciale Antiterrorismo, a settembre dello stesso anno il Nucleo catturò i fondatori della Brigata Rossa, ovvero, Renato Curcio e Alberto Franceschini, grazie anche alla collaborazione di Silvano Girotto, detto “frate mitra”. Dopo due anni, a causa dei metodi utilizzati riguar-
dante l’infiltrazione degli agenti tra i brigatisti e sulla tempistica dell’arresto di codesti, Il reparto venne sciolto. Nel 1978, il generale Dalla Chiesa fu incaricato di condurre le indagini per il rapimento di Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, da parte delle Brigate Rosse. In agosto fu nominato Coordinatore delle Forze di Polizia e degli Agenti Informativi con poteri speciali per la ricerca e la cattura degli assassini di Aldo Moro, fu di grande importanza il lavoro del generale. In quell’anno morì a causa di un infarto anche la sua prima moglie, Dora Fabbo con la quale ha avuto tre figli: Rita (nata nel 1947 durante il soggiorno a Casoria), Nando (anch’egli carabiniere) e Romeo. Ebbe un enorme vuoto dentro di lui, era molto legato, inizierà a tenere un diario con il quale confiderà i suoi segreti più intimi: “Sono oltre quaranta giorni che vivo senza quella creatura. Senza un segno da colei alla quale avevo donato, dall’età di 19-20 anni, la mia stessa esistenza”.
Il 6 aprile 1982 venne nominato prefetto di Palermo dal Governo Spadolini I, il tentativo era quello di cercare di avere gli stessi successi ottenuti con il banditismo e le BR, anche con la mafia. In più di un’occasione esprimeva il suo disappunto per il mancato sostegno dello Stato: “Mi mandano in una realtà come Palermo con gli stessi poteri del prefetto di Forlì, se è vero che esiste un potere, questo potere è solo quello dello Stato, delle sue istituzioni e delle sue leggi, non possiamo delegare questo potere né ai prevaricatori, né ai prepotenti,
né ai disonesti”. Invece per quanto riguarda Cosa Nostra: “La mafia è cauta, lenta, ti misura, ti ascolta, ti verifica alla lontana”. il 3 settembre 1982, ventiquattro giorni prima del suo compleanno, Dalla Chiesa, assieme alla sua seconda moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente di scorta Domenico Russo, fu ucciso in un attentato, passato alla storia come “la strage di via Carini”.
I funerali si tennero il 4 settembre nella chiesa palermitana di San Domenico, in tanti protestarono contro i politici presenti, colpevoli di aver lasciato in balia della solitudine il generale, fu risparmiato dalle critiche solamente il Presidente della Repubblica Sandro Pertini. La figlia Rita
Dalla Chiesa pretese che fossero immediatamente tolte di mezzo le corone di fiori inviate dalla Regione Siciliana (a quell’epoca era presidente Mario D’Acquisto che aveva polemizzato con il prefetto).
Sul feretro del padre furono deposti il tricolore, la sciabola, il berretto della sua divisa da Generale con le relative insegne e la sciarpa. Furono condannati all’ergastolo per l’omicidio del generale Dalla Chiesa e per quello di sua moglie e dell’autista
i mandanti: i boss Totò Riina, Bernardo Provenzano, Michele Greco, Pippo Calò, Bernardo Brusca e Nenè Geraci. Nel 1992, il collaboratore di giustizia Tommaso Buscetta ruppe il silenzio dopo otto anni e raccontò che i boss Stefano Bontate e Gaetano Badalamenti gli avevano riferito che Giulio Andreotti avrebbe chiesto a Cosa Nostra di uccidere il generale Dalla Chiesa “perché conosceva segreti connessi al caso Moro e suscettibile di infastidire seriamente Andreotti”. Il figlio Nando gli ha attribuito una visione paternalistica della democrazia, definendolo in Delitto imperfetto un «uomo del Novecento con profonde radici nel secolo precedente», vale a dire nell’Ottocento, Il senso delle gerarchie e l’innata deferenza nei confronti della legge e dell’ordine costituito fecero di lui un leale servitore dello Stato anche negli anni più bui della Guerra Fredda, quando componenti non marginali delle istituzioni strizzarono l’occhio all’eversione di destra. Il figlio lo riteneva “capace anche di spregiudicati compromessi, ma sempre nel vincolo di quello che egli riteneva fosse il superiore interesse dello Stato”.
13 DOMENICA 11 GIUGNO 2023
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA PROF. AVV. FRANCESCO POLIZIO
IL RISANAMENTO FINANZIARIO DEL COMUNE NON C’È
Il dissesto finanziario ed amministrativo del Comune di Casoria ha origine con l’amministrazione Carfora che viene condannata dalla Corte dei Conti per la violazione del Patto di stabilità relativo all’anno 2012.
Le amministrazioni che sono seguite, comprese le gestioni commissariali, non mettevano in essere politiche per fermare lo squilibrio dei conti e non adottavano le misure correttive per risanare il bilancio. L’amministrazione Bene al suo insediamento preferì procedere nelle assunzioni e nella spesa senza contare sulle entrate con il risultato di essere costretto, alla fine, a procedere alla declaratoria del dissesto finanziario avvenuta con la deliberazione consiliare n. 22 del 5/8/2020, in conformità di quanto previsto dall’art. 246 del d.lgs. 267/200.
Con decreto del Presidente della Repubblica del 28/10/2020 veniva nominata la commissione straordinaria di liquidazione.
Successivamente con deliberazione n. 24 del 14/09/2021 veniva approvato il bilancio stabilmente riequilibrato 2020/2022 che veniva poi approvato dal Ministero dell’Interno con una serie consistente di prescrizioni.
L’organo di revisione relaziona trimestralmente al consiglio comunale ed all’organo regionale di controllo. Le relazioni trimestrali dei revisori sono tipiche, sono precedute dall’invito ai dirigenti a relazionare sulle misure di risanamento poste in essere con riferimento specifico ai punti indicati nelle precrizioni ministeriali e si concludono, sempre, nello stesso modo, con raccomandazioni ed inviti che non trovano, normalmente, ri-
scontri e provvedimenti conseguenti. Le rituali relazioni trimestrali dell’organo di revisione evidenziano e ricordano l’inosservanza delle prescrizioni contenute nel decreto ministeriale e la segnalazione dei fatti all’autorità giudiziaria competente per l’accertamento delle ipotesi di reato.
Lo stesso organo di revisione sottolinea il ritardo delle relazioni dei vari settori dell’amministrazione ed addirittura certifica che i settori 3, 4, 6, 7 ed 8 e l’organismo straordinario di liquidazione non hanno trasmesso le relazioni dovute.
Al momento il risanamento dei conti al Comune di Casoria non c’è stato e non si intravede.
Si verificano ritardi incomprensibili di alcuni dirigenti nel riscontrare le prescrizioni ministeriali e si consumano omissioni che pregiudicano le procedure per i tributi evasi e per la riscossione dei residui attivi di competenza dell’organismo di liquidazione.
Non si è avviato il piano di alienazione con la dismissione che è essenziale per l’attività di liquidazione dell’OSL.
In sostanza non risultano adottate misure concrete di risanamento dei conti da parte degli amministratori e della dirigenza. Si è scelto la procedura semplificata, ma non risulta la compiuta rilevazione della massa passiva e della massa attiva, ai sensi degli artt. 254-258 TUEL.
Non si rinviene dalle relazioni presentate dai revisori che sia stata assicurata all’OSL la liquidità della massa attiva per procedere a soddisfare i creditori.
L’OSL non ha ancora presentato un rendiconto di gestione e non risulta avviato procedimento per la contrazione di un
mutuo.
Il mancato risanamento dei conti determina inevitabilmente il perpetuarsi nel tempo dello squilibrio finanziario che si scarica sulle amministrazioni successive con danno per la collettività che subisce la riduzione delle prestazioni.
L’art. 265 del TUEL prevede che per il Comune in dissesto il riequilibrio della propria finanza entro 5 anni dall’adozione del bilancio stabilmente riequilibrato.
A partire dal bilancio 2020 gli amministratori devono assicurare il pareggio del bilancio sulla base dello schema stabilmente riequilibrato, mentre per la gestione del bilancio per il dissesto, di competenza dell’OSL, deve condurre ad un saldo finale di pareggio sostanziale tra la massa attiva e passiva.
L’incertezza dei tempi di recupero, sia con riguardo alle pretese dei creditori, ma anche rispetto agli elettori, non può trasferirsi sulle generazioni future.
Emergono alcuni dati che condannano l’operato di amministratori, dirigenti e dell’Organismo Straordinario di liquidazione.
La percentuale di riscossione dei residui per le entrate di IMU, TARI, violazioni al codice della strada, fitti attivi e canoni patrimoniali è bassissima.
Non risultano dismissioni del patrimonio comunale.
Naturalmente la situazione di criticità ed il mancato raggiungimento del risanamento dei conti nel corso dell’esercizio del mandato elettivo obbliga le autorità di controllo a dare notizia della grave violazione delle legge alle altre autorità competenti per colpire gli illeciti conseguenti alla condotta violativa realizzata.
14 DOMENICA 11 GIUGNO 2023
www.casoriadue.it
A Casoria, nel quartiere periferico “Duca D’Aosta”, nei pressi dello slargo Carlo Alberto Dalla Chiesa, opera una “Casa – famiglia” che ospita donne con un passato difficile alle spalle; alcune hanno vissuto anche l’esperienza della detenzione in carcere, pronte a rifarsi una vita, a riprendere il cammino esistenziale recuperando la loro umanità smarrita: un’oasi d’amore in cui l’evangelizzazione si lega inscindibilmente alla promozione umana, un esempio concreto di “chiesa in uscita” che va incontro alle persone sole, emarginate, vulnerabili, che tocca, dunque, “la carne di Cristo” ferita, su cui si versa il balsamo della misericordia. Ne parlo con la responsabile, dott.ssa Angelica De Assis, di origine brasiliana, ma da molti anni in Italia. Ascoltandola, ho ri-
cordato un’osservazione che mi ha particolarmente colpito, contenuta nell’ultima lettera pastorale dell’Arcivescovo della diocesi di Napoli don Mimmo Battaglia, dal titolo“Di che cosa stava-
te discutendo per strada?”: “ Prima di ogni cosa, valore, ideale, ci sono i nomi, i volti, le storie. Non ci sono i poveri generici, ma coloro che incontro, non i malati, ma i volti conosciuti dal dolore, non i problemi sociali, ma la storia concreta di chi ha incrociato il mio cammino. La gratuità è tutta in questo riconoscere il volto dell’altro, guardarne gli occhi, fermarsi davanti a questo sguardo”. E’ quello che accade nella casa – famiglia del nostro territorio
“Casa d’oro” è il nome scelto per lo spazio domestico di accoglienza e di solidarietà. Per quale motivo?
“Casa d’oro” è il nome venuto in mente a una del gruppo, quando ci siamo fermate a come chiamare questa casa. In un primo momento non mi piaceva, ma poi ho ricordato che “Casa d’oro”
15 DOMENICA 11 GIUGNO 2023
AD ANGELICA DE ASSIS, RESPONSABILE DELLA “CASA – FAMIGLIA”
OPERA A CASORIA
DONNE CON UN PASSATO DIFFICILE ALLE SPALLE, DESIDEROSE DI RICOMINCIARE, DI USCIRE DALLO STATO DI INVISIBILITÀ!! DA QUI IL DESIDERIO DI VIVERE CON LORO UNA REALTÀ DI FAMIGLIA. LA PROVVIDENZA CI ASSISTE. ESPERIENZA DI FRATERNITA’ IN SPIRITO DI COMUNIONE Paone Travel S.r.l. Via Avellino, 1 S.S. Sannitica 87 Km. 7,400 80026 Casoria (NA) Tel 081 7571311 e-mail: info@paonetravel.it www.paonetravel.it
ANTONIO BOTTA INTERVISTA
CHE
OSPITA
è un titolo con il quale si invoca Maria, la Madre di Gesù nelle litanie. Allora mi si è spalancato il cuore! Maria è la madre dell’accoglienza, ed è a Lei che vogliamo affidare quest’Opera ed è lei il nostro dover essere!
Sei laica, non consacrata, eppure hai compiuto una scelta nella quale la fede, si potrebbe dire, è impastata di vita e la tua vita tutta impastata di fede. Da dove ha origine la tua vocazione?
Ogni realtà che nasce è sempre legata ad una chiamata, non nasce come un fungo, staccato da un contesto. Ecco la grande attrattiva del tempo moderno: penetrare nella più alta contemplazione e rimanere mescolati fra tutti, uomo accanto a uomo. Vorrei dire di più: perdersi nella folla per informarla del divino, come si inzuppa un frusto di pane nel vino. Vorrei dire ancora di più: fatti partecipe dei disegni di Dio sull’umanità, segnare sulla folla ricami di luce e, nel contempo, dividere con il prossimo l’ onta, la fame, le percosse, le brevi gioie.
Mi hai fatto ricordare un’espressione del vescovo don Tonino Bello, che invitava a dare una testimonianza “CONTEMPL …ATTIVA”…
Rende bene l’idea questo termine coniato da don Tonino, “perché l’attrattiva del nostro, come di tutti i tempi”, come ha scritto anche Chiara Lubich, “è ciò che di più umano e di più divino si possa pensare: Gesù e Maria, il Verbo di Dio, figlio d’un falegname, la Sede della Sapienza, madre di casa”. �ue- ”. �uesto testo, letto in un momento particolare di ricerca vocazionale, è stata la scintilla che mi ha portato a scoprire la mia dimensione. Essendo la descrizio- . descrizione perfetta dei Volontari/e di Dio, una branca del Movimento dei focolari, non è stato difficile comprendere essere questa la veste che mi calzava a perfezione. Non è stata forse questa la stessa strada percorsa da Gesù? Immerso completamente nel Padre, ma altrettanto immerso nell’umanità fino a scendere con essa negli inferi?
E allora parlaci un pò della tua vita
tutta Impregnata di divinità e umanità. Ho sempre lavorato con gli “ultimi” nelle periferie di Napoli, attraverso sportelli di ascolto e di accompagnamento, prima ai Ponti Rossi, nella parrocchia di San Tarcisio Martire e poi nella zona marina con l’associazione Kades. Ed è stato in quest’ultima che ho potuto toccare con mano la realtà di tante donne disorientate e sole, spesso abbandonate dalle proprie famiglie: ex detenute, donne che dopo il percorso in centri di recupero si trovano in uno stato di totale indigenza, senza casa, lavoro, a volte prive di iscrizione all’anagrafe, e di conseguenza dei servizi alla persona. E tuttavia desiderose di ricominciare! Desiderose di uscire dallo stato di invisibilità!! Da qui il desiderio di vivere con loro una realtà di famiglia, un’esperienza di fraternità dove le relazioni sono alla pari in uno spirito di comunione e di condivisione, dove l’Amore che risana e ricostruisce si concretizza in incoraggiamento, sostegno, correzione, attenzione ai bisogni … e dove ogni tipo di emarginazione e discriminazione viene automaticamente eliminato. Uno stile di vita che permette al Signore Risorto di essere presente e di camminare con noi: “Dove due o tre sono riuniti nel mio nome io sono in mezzo a loro” (Mt 18, 20). Non è forse Lui l’Amore che risana e vivifica?
Chi ti ha aiutato nella realizzazione del progetto di “Casa – famiglia”e chi ti sostiene in questa Opera divina e umana?
La concretizzazione del progetto é stata possibile grazie all’esistenza, nel seno del Movimento dei focolari, dell’Associazione “Focus Focolari”, che, essendo uno strumento di promozione e di sviluppo sociale con attenzione al bene e alla cura delle persone, si presta in maniera appropriata a fare spazio a questa nostra realtà. Non meno preziosa, anzi di fondamentale importanza è stata la disponibilità di alcune persone del territorio ad affiancarmi e condividere la mia esperienza: Enza Agosto, Gelsomina Lamagna, Carmela Castaldo e Franca Orefice, e una catena di amici
medici, infermieri, assistenti sociali … altrettanti anelli e canali indispensabili. Chi ti segnala le ospiti che accogli ?
Le nostre ospiti arrivano dalla rete: assistenti sociali, Istituti religiosi, Associazioni del territorio e altre, con i quali nasce sempre una bellissima collaborazione che tende alla continuità nello scambio reciproco. L’accoglienza è di tipo transitorio, con la durata massima di sei mesi, salvo situazioni o esigenze particolari ed è mirata ad accompagnarle in un percorso verso l’autonomia, bandendo ogni forma di assistenzialismo e appoggio. Fondamentale è il lavoro di rete con le strutture pubbliche e private presenti nel territorio: Servizi sociali, Centro di igiene mentale, Associazioni varie – per fare qualche nome, Fondazione Massimo Leone , con particolare riferimento al loro intervento in ambito sanitario – Emergency. Puoi raccontarci un episodio in cui hai “toccato con mano” che in questo progetto di “Casa – famiglia” è soprattutto Dio a sostenerti?
Vari, nel corso di questa corale esperienza, sono stati gli episodi nei quali il Signore è intervenuto provvidenzialmente tramite persone sempre pronte a fornirci un aiuto concreto, mostrandosi disponibili e generose. Voglio raccontare brevemente ai lettori di Casoriadue un episodio accaduto di recente: la dottoressa Paola Vastarella, responsabile del reparto oculistico dell’ospedale dei Pellegrini e mia oculista, mi ha sempre aiutata nel servizio ai poveri, mettendosi a disposizione per qualche visita gratuita. Desideravo metterla al corrente di questa realtà di Casoria, ma aspettavo il momento opportuno. Un giorno, cercando accoglienza per una persona in difficoltà, le è stato dato il mio numero di cellulare. “Non è possibile, sei tu”? Raccontami tutto! �uando le ho riferito del progetto, spontanea e felice di essermi di aiuto, ha esclamato: “Ho sempre sognato fare ciò che stai facendo tu! Voglio aiutarti economicamente, perché così è come se lo facessi io!” E’ solo un esempio a dimostrazione di quanto la Provvidenza ci assista!
16 DOMENICA 11 GIUGNO 2023
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L’ETERNA STORIA IRRISOLTA DELLA RIQUALIFICAZIONE DI VIA DELLE PUGLIE
L’eterna storia irrisolta della riqualificazione di via delle Puglie, un finanziamento concesso dalla rete ferroviaria italiana da oltre 15 anni. La nuova antica -storia della perdita di finanziamenti e della mancata partecipazione ai bandi PNRR.
Nel mio breve periodo di Assessore ai Lavori Pubblici, precisamente nel mese di giugno 2021, ci fu un forte impulso per l’avvio delle procedure per l’affidamento della progettazione definitivaesecutiva della riqualificazione di via Delle Puglie, per la partecipazione al bando per il finanziamento dell’asilo Nido in Via Castagna, (poi ottenuto) per il perfezionamento del finanziamento di 2 milioni di euro per la riqualificazione del Parco dei Pini (perfezionato), nonché per la definizione dell’affidamento della gestione e manutenzione dell’impianto di pubblica illuminazione dell’intero territorio (anche questa fu una storia controversa e sotto certi aspetti strana, perché non furono definite e risolte le attività in essere, bloccate da anni, che avrebbero comportato spese a carico del Comune per 1 milione di euro l’anno e non per 600.000 euro l’anno, come poi avvenuto)
Per l’inizio di tali attività, ricordo che mi fu vicino, con un forte impegno personale, solo il senatore Tommaso Casillo, il quale si prodigò fattivamente per l’espletamento delle procedure sopra
evidenziate.
Invece, per quanto riguarda via delle Puglie, l’amministrazione e buona parte dei consiglieri di maggioranza restarono indifferenti di fronte alle inadempienze relative alla mancata utilizzazione del finanziamento, indispensabile per riqualificare in maniera significativa una zona importante ma degradata della frazione Arpino. Sono trascorsi due anni (oltre ai 15 precedenti nei quali non fu iniziata nessuna attività), dalla revoca del mio incarico di Assessore e i lavori non sono concretamente iniziati, anzi non è stata nemmeno pubblicata la gara per l’affidamento dei lavori.
E intanto Arpino continua ad essere lasciata irrimediabilmente indietro dall’amministrazione comunale, e in primis dal Sindaco Bene, il quale non ha utilizzato e perso i fondi già concessi per:
- la ristrutturazione della Scuola La Catena per 5 milioni di euro.
- la demolizione della scuola Nino Cortese per un finanziamento di 1.200.000 euro, al fine di realizzare sull’area demolita, la scuola innovativa per un importo di 5 milioni di euro, concessi nel 2015;
-Non ha partecipato ai bandi pubblicati per il PNNR per la riqualificazione della Casa Comunale di Arpino, perché c’è la precisa volontà di cederla in comodato d’uso all’Asl NA 2;
-Non ha partecipato ai bandi del PNRR
per la riqualificazione del verde attrezzato in Via Toti, attualmente in una situazione di totale abbandono e degrado. -Non ha partecipato ai bandi del PNRR per la ristrutturazione e riqualificazione delle tante strade degradate del territorio.
- Non ha risolto l’annoso problema della carenza idrica del territorio a confine con Afragola, inviando solo di recente alla Regione, il progetto per il potenziamento della rete idrica di larga parte del territorio per l’importo di 3.500.000, euro. È opportuno precisare che la promessa di tale finanziamento è avvenuta nel 2020. Purtroppo va fatta la considerazione che le tante opportunità di finanziamento che offriva il PNRR, non sono state utilizzate, addirittura, quando sono state utilizzate, si è preferito dare priorità per richiedere un finanziamento per la costruzione di un nuovo teatro, e non per demolire e ricostruire l’edificio della Scuola La Catena.
Le opportunità e le possibilità di ottenere ingenti finanziamenti, come quelli previsti dal PNRR, non si ripeteranno per i prossimi anni.
È stata una grande e importante occasione, irrimediabilmente persa, per accompagnare un concreto sviluppo della città, eliminando il degrado in molti edifici scolastici, nella case comunali, nelle areee a verde e riqualificazioni delle strade.
17 DOMENICA 11 GIUGNO 2023
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA ENZO AMATO
18 DOMENICA 11 GIUGNO 2023
Federalberghi Isola di Capri guarda con preoccupazione all’estate che sull’isola sta scoppiando in tutti i sensi e chiede con forza una regolamentazione degli arrivi nel porto di Capri in attesa dell’avvio della corsa notturna per lo scarico delle merci prevista, secondo rumors non ufficiali, per lunedì prossimo.
“L’enorme interesse per l’isola non può che essere accolto con grande soddisfazione ma non annulla una serie di preoccupazioni che vanno aumentando a causa dell’insufficienza di infrastrutture e servizi a disposizione sia dei turisti che dei residenti e quindi delle condizioni vergognose in cui si vive, si transita e si opera a Marina Grande” è il grido dall’allarme è del presidente di Federalberghi Isola di Capri Lorenzo Coppola che punta il dito in particolare sulle condizioni del Porto di Capri.
“E’ una situazione sempre più preoccupante che rende necessario un intervento celere, mirato ed efficace – denuncia il Presidente Coppola - �uella che negli anni era un tematica legata alla qualità del territorio, oggi è diventata una questione di sicurezza a causa dell’incuria di noi tutti. Non è più accettabile che chiunque abiti, lavori, visiti o semplicemente transiti in quell’area strategica debba sottostare a condizioni che vanno ben oltre il limite dell’umana tollerabilità”. Federalberghi sottolinea come negli anni si sia tanto discusso su diverse possibili soluzioni, senza però mai prendere provvedimenti realmente
efficaci che attenuassero il problema e si sono avanzate varie ipotesi, compresa quella clamorosa del numero chiuso di turisti.
“Personalmente – dice il presidente Coppolanon credo che la “soluzione” del numero chiuso sia una strada percorribile poiché Capri può e deve costituire patrimonio globale ed inoltre, sarebbe difficile in un sistema come il nostro immaginare un’organizzazione che garantisca il funzionamento serio di tale meccanismo. Occorrerebbe, tuttavia, attuare una strategia strutturata di diversificazione tra i flussi di turismo giornaliero e quello stanziale e di redistribuzione dei flussi in un arco più lungo della giornata e dell’anno solare”.
A peggiorare la situazione c’è stato il recente sgrottamento del Molo 21 è che ha dato il colpo di grazia ad una situazione che sembra quasi di non ritorno; “Se nello scorso mese di settembre ricorrere ad una nave notturna per le merci sembrava una necessità, oggi sarebbe un atto irresponsabile rifiutare la cosa. La qualità del turismo caprese è a forte rischio e siamo tutti responsabili, nessuno escluso. È necessario far fronte comune per affrontare con coesione, serietà e competenza la situazione. Non credo rappresenti immotivato catastrofismo attribuire meramente al caso l’aver scampato fino ad oggi gravi incidenti e disagi irreversibili. Ne va dell’immagine di Capri e del senso civico di cittadini, operatori turistici e amministratori”.
19 DOMENICA 11 GIUGNO 2023
ANTONIO DEL PIANO
Crescere insieme, perfezionandosi SICUREZZA EDILIZIA AMBIENTE VIA G. ROCCO, 2 - 80026 CASORIA (NA) TEL./FAX +39 081 19105654 - CELL. +39 335 8157475 E-MAIL: stdgroupsrls@virgilio.it - stdgroupsrl@pec.it
FEDERALBERGHI ISOLA DI CAPRI: INTERVENIRE SUBITO A MARINA GRANDE, LA SITUAZIONE DEL PORTO E’ UNA VERGOGNA
BRILLANTE SUCCESSO PER MAGIE DEL BELCANTO A DORIA PAMPHILJ A ROMA
In uno dei Palazzi più belli della Capitale, presso gli appartamenti privati della Famiglia Floridi Doria Pamphilj “ The Secret Apartaments”, quale miglior modo poteva essere per festeggiare il 2 Giugno, Festa della Repubblica, con il bellissimo Concerto intilolato “Magie del Belcanto” e la voce di due grandi e strepitosi artisti lirici italiani, il soprano Olga De Maio ed il tenore Luca Lupoli, accompagnati al pianoforte dalla pianista Sara Ferrandino,curato dall’Associazione Culturale Musicopaideia. Bellissimo concerto in un luogo magico, con la musica ed il belcanto dei due artisti lirici partenopei, di valenza internazionale, un pubblico internazionale entusiasta di turisti e visitatori, caloroso e da sold out. Momenti di vera arte, per una serata indimenticabile di belcanto ed elevazione spirituale che gli artisti, eccellenza ed orgoglio del nostro patrimonio partenopeo nel mondo, hanno trasmesso ed espresso, soprattutto attraverso emozioni di vera elevazione spirituale e morale ai valori dell’amore universale, di pace e solidarietà che perseguono anche con la storica Associazione Artistico Culturale Noi per Napoli APS, di cui sono legali rappresentanti ed artisti!
Il soprano Olga De Maio ha cantato in modo divino, trasmettendo empatia ed
una profonda e soave emozione, sia nei brani operistici, come la pucciniana O mio babbino caro, che nelle magiche melodie partenopee, in particolare Torna a Surriento.
Il tenore Luca Lupoli ha interpretato con grande sentimento e pathos un’aria pucciniana di eccelsa bellezza, “E lucevan le stelle” dalla Tosca di Puccini, trasportandoci con l’immaginazione sugli spalti di Castel Sant’Angelo, luogo naturale della Romanza.
Insieme in duetto ci hanno regalato perle del reperto operettistico, quali Tace il labbro, Tu che m’hai preso il cuor da Lehàr ed in più, straordinaria innovazione interpretativa a mo’ di duetto, dell’aria dal Rigoletto di Ver-
di “La donna è mobile”, in cui si sono magnificamente materializzate le sembianze della donna nel soprano Olga De Maio...”
E poi eccellenti i duetti de “A vucchella, da Di Giacomo Tosti “Marechiare”, per concludersi con il Libiam ne’ lieti calici da La Traviata di Verdi.
Insomma un fantastico excursus tra repertori diversi, in cui i due artisti hanno dimostrato di esibire una versatile duttilità vocale oltreche’ scenica.
A suggello di tutto la meravigliosa location del Palazzo Doria Pamphilj ed in particolare la sezione “The Secret Apartaments”, tra le meraviglie della naturale scenografia del bagno di Dafne e Diana, le stanze decorate ed arredate con oggetti di varie epoche, dipinti di grandi maestri della pittura, dal Barocco all’Ottocento : l’Archivio, il Salone, la Camera dei bambini, la Sala degli Amorini, la Sala da pranzo e il Ninfeo di Diana, la sala da bagnoalcova pompeiana commissionata dal principe Filippo Andrea nel 1840 per farne dono alla moglie Mary Talbot. Auguriamoci presto di rivedere i due artisti partenopei di nuovo all’opera in un nuovo recital o spettacolo in qualche altra prestigiosa location storica di Roma e di applaudirli per il loro Belcanto e le emozioni autentiche che trasmettono.
20 DOMENICA 11 GIUGNO 2023
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA ASS. NOI PER NAPOLI
DANIELA LOMBARDI
DOPPIO OMICIDIO. STOP A QUESTE STRAGI IL PARERE DELLA PSICOTERAPEUTA ELISA CAPONETTI
E come sempre accade quando viene commesso un efferato delitto, si inizia a scavare nella vita della vittima senza porre alcun rispetto e alcuna tutela della sofferenza dei familiari devastati dal dramma vissuto. E’ inimmaginabile il solo pensare alla totale distruzione interiore che possano provare. Tutto diventa mediatico. Ma del resto siamo un popolo di voyeuristi, narcisi ed esibizionisti ed è così che a poche ore dal crimine, la madre di Impagnatiello mostra il proprio dolore in diretta tv. Tutti pronti ad esprimere il proprio parere, tutti esperti di psiche umana e di criminologia. In questi giorni si è sentito e letto davvero di tutto! Ma la vittima non dovrebbe essere messa al centro? Dov’è la sua tutela? Sicuramente non nel dare in pasto a tutti, dettagli della sua vita intima e privata e ancor meno dall’emettere giudizi senza alcuna cognizione di causa. E così ogni occasione diviene strumento per ottenere visibilità. Triste davvero constatare come una vicenda umana già di per sé tragica venga utilizzata senza alcun ritegno.
In merito poi a quanto accaduto, è stato escluso che Alessandro Impagnatiello abbia ucciso con premeditazione e crudeltà. Occorre ricordare che è stato un delitto lucido e programmato nei dettagli. L’assassino secondo quanto riferito dagli inquirenti avrebbe effettuato un attenta ricerca su internet sulle modalità per disfarsi del corpo di Giulia, ma anche su come rimuovere le tracce di sangue e come alterare un test del DNA, oltre ad aver acquistato dei guanti utilizzati per compiere questo reato disumano. Non è stato certamente un agito avvenuto in un momento di non lucidità. Ma ancor più agghiacciante quanto emerge dai messaggi resi pubblici scambiati tra Giulia e Alessandro. La ragazza nei giorni precedenti aveva espresso la volontà di lasciarlo manifestando tutta la rabbia e la frustrazione per le continue bugie raccontate dal suo compagno. Così avrebbe scritto: “Basta, rispetta la mia decisione. Con te non sono felice” e ancora: “Non voglio più stare al fianco della persona sbagliata” E lui invece di accetta-
re questa decisione, assumendosi le proprie responsabilità, le risponde facendola sentire inadeguata e sbagliata: “Veramente vuoi che ci dividiamo ancora prima che nasca un bambino? Ma che madre sei?”. E’ evidente che Impagnatiello voleva si essere libero ma doveva essere lui a deciderlo mantenendo il controllo della relazione e di Giulia fino alla fine, non le ha infatti permesso di essere lasciato. Inaccettabile per lui, pur avendo un’altra relazione, subire un abbandono. E’ dovuto essere lui stesso a decretare la fine della loro storia e lo ha fatto nella modalità più terribile!
21 DOMENICA 11 GIUGNO 2023
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22 DOMENICA 11 GIUGNO 2023
w w w . c a s o r i a m b i e n t e . i t
Al via la 16a edizione con la grande attrice Susi Sánchez, Madrina d’onore, che riceve il Premio Cuore di Napoli. Una nuova ‘Menina’ del pittore Alfredo Palmero scelta come nuova immagine ufficiale del Festival.
La 16ª edizione del Festival del cinema spagnolo e latinoamericano apre le danze con due appuntamenti estivi, a Napoli (FOQUS Quartieri Spagnoli, dal 23 al 30 giugno 2023), e a Messina (Parco Horcynus Orca, dal 30 luglio al 1 agosto 2023). Dopo l’estate, la manifestazione celebrerà il suo appuntamento centrale a Roma (dal 5 al 12 novembre), per poi continuare il suo tour in Italia con tappe a Genova, Padova, Campobasso, Matera, Cagliari e Bergamo.
Ad aprire questa nuova e ricca edizione, scelta come Madrina d’onore, l’attrice Susi Sánchez, musa delle ultime produzioni di Pedro Almodóvar (“Dolor y Gloria”, “Julieta”, “Gli amanti passeggeri” e “La pelle che abito”), e fresca vincitrice del Premio Goya 2023 come Miglior attrice non protagonista nel film “Cinco lobitos”. Il film, diretto da Alauda Ruiz de Azúa, sarà proiettato il 23 giugno alle 21:30 presso FOQUS, alla presenza dell’Ambasciatore di Spagna e del Sindaco di Napoli, che consegneranno a Susi Sánchez il Premio Cuore di Napoli.
Tra gli eventi in programma ai Quartieri Spagnoli, l’anteprima assoluta di “La
Singla” di Paloma Zapata, che racconta la vita di Antoñita Singla, la grande ballerina non udente di flamenco che dalle baracche di Barcellona arrivò a esibirsi all’Olympia di Parigi. L’evento speciale di chiusura è dedicato al documentario argentino “Abuelas” di Cristian Arriaga, sulle nonne di Plaza de Mayo e la loro lotta per localizzare e restituire alle legittime famiglie tutti i bambini sequestrati e desaparecidos nell’ultima dittatura militare (1976-1983).
A Messina, il Festival si apre con un’altra anteprima assoluta: “Suro”, esordio alla regia di Mikel Gurrea, che, dopo l’ottima accoglienza all’ultimo Festival di San Sebastian, sarà presentato per la
prima volta in Italia al parco Horcynus di Messina, domenica 30 luglio. La nuova immagine ufficiale del Festival rinnova la collaborazione con Alfredo Palmero, uno dei pittori spagnoli contemporanei più interessanti nel panorama artistico internazionale, noto per la sua serie di “Meninas”: dipinti di donne realistici, a tratti surreali, dove la tradizione incontra la modernità. La Menina della 16a edizione del Festival rispecchia lo spirito della manifestazione: fiera della propria Storia e con uno sguardo rivolto al futuro. Nato a Barcellona, classe 1966, Alfredo Palmero appartiene alla terza generazione di una stirpe di artisti, iniziata con il nonno, il Maestro Palmero, con cui condivise sin da subito la passione per la pittura. Il riferimento ai dipinti degli antichi maestri nel suo lavoro è chiaro: non a caso la serie “Meninas” prende il nome dal celebre dipinto di Diego Velázquez, uno dei più importanti ritrattisti del Barocco spagnolo. Il Festival del cinema spagnolo e latinoamericano è organizzato da Exit Media e riceve il sostegno di: Ambasciata di Spagna in Italia, Ministero della Cultura (Mic), Regione Lazio, Ambasciate di Argentina e Perù, Acción Cultural Española, Instituto Cervantes, IILA (Istituto Italo Latinoamericano) e Turespaña.
Tutti i film sono proiettati in versione originale sottotitolata in italiano.
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REGGI & SPIZZICHINO 16° FESTIVAL DEL CINEMA SPAGNOLO E LATINOAMERICANO ITALIA
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2023
MARGHERITA DE ROSA
IN RICORDO DEL PROFESSORE RAFFAELE DI MATTIA
Il 6 giugno, presso la sede del Liceo Statale Gandhi si è svolta una cerimonia commemorativa del compianto professor Raffaele Di Mattia, strappato alla vita troppo presto dalle complicanze del covid. Alla presenza della famiglia, dei colleghi, degli allievi e di tanti che l’hanno conosciuto e amato, il prof. Antonio D’Addio ne ha ricordato le caratteristiche, i suoi modi di fare, la professionalità: poi è stato piantato un ulivo, in sua memoria e alla moglie è stata consegnata una targa.
Una delle sue allieve ha poi dato lettura di quello che Raffaele è stato per tutti noi, e che, umilmente, la sottoscritta ha tentato di delineare: “Ciao, Raffaele, ovunque tu sia, ci consoli il pensiero che abbia conservato il tuo fare ironico, che era la lente attraverso la quale guardavi la realtà e leggevi quanto c’era nella mente e nel cuore di ognuno. Non è un errore definirti conoscitore di anime, chi ti ha incontrato e ha creato con te un rapporto empatico, sa che eri un amico, un amico vero e leale, pronto, talvolta, a
pronunciare le verità più scomode senza timore alcuno di eventuali conseguenze. Ti ricordiamo come un uomo senza paura, forse per un pizzico di incoscienza o per una non comune onestà intellettuale. Ci hai lasciato troppo in fretta, certo, non è stata una tua scelta, ma non possiamo e non dobbiamo dimenticare il collega, l’amico, ma anche la persona
diretta con cui ci si scontrava per ritornare più uniti, in un sentimento vero e condiviso. Ti cerchiamo ancora, tutti, colleghi, alunni, personale ATA: manchi immensamente, manca la tua capacità di sdrammatizzare ogni cosa, anche la morte…quanti insegnamenti hai lasciato a ciascuno, caro prof. Di Mattia, e qui, in questo Liceo rimarrai l’icona di una filosofia che era ed è vita. Sei stato, come ti piaceva dire, “un cavallo di razza” fino alla fine: per noi sei qui, tra queste mura, col tuo sorriso, le tue battute, le tue risate e quella ironia che fa di un uomo un grande, perché questo eri e rimarrai, caro Raffaele: un grande per tutti noi, per chi ti ha amato e non può dimenticarti e può solo dire che sei vivo nei ricordi, negli affetti, luoghi in cui la morte non esiste.
Grazie di tutto, prof. Raffaele Di Mattia!” e io aggiungo il mio personale ed affettuoso “ciao”, perché sempre Raffaele mi ha sostenuta, rallegrata, compresa…allora, ciao Raffaele, grazie di tutto: ora farai sorridere di gusto gli Angeli….
La Superiore Generale Suor Carla Di Meo e le Suore Vittime Espiatrici di Gesù Sacramentato nella gioia dello Spirito, nella lode al Sacro Cuore
INVITANO
la S.V. alla presentazione della nuova biografia
La Via del Cuore
vita della Serva di Dio Madre Maria Pia Brando scritta dal Rev. Sacerdote Don Antonio Salvatore Paone
Postulatore della causa di Beatificazione e Canonizzazione della Serva di Dio
Martedì 27 Giugno 2023 - Ore 19,00
presso l’istituto “Sacro Cuore” via Roma, 53 oppure Via Sacro Cuore, 16 - Mugnano di Napoli
INTERVENGONO
Prof. Carmine Matarazzo Rev, Suor Elisa Tozzi
MODERA
Antonio Salamandra
Al termine siete tutti invitati a un momento di festa insieme
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Rev. Don Antonio Salvatore Paone
CARMEN VICINANZA
MARCO CAVALLO INCONTRA NAPOLI
Due giornate di riflessione sul senso e la prospettiva del lavoro sociale e educativo. 13 e 14 giugno 2023.
Marco Cavallo è una grande scultura di legno e cartapesta realizzata nel 1973 all’interno del manicomio di Trieste, allora diretto da Franco Basaglia, ispiratore della legge sulla chiusura dei manicomi. Esibito in tutto il mondo per sensibilizzare politica e opinione pubblica, è diventato il simbolo dell’umanità nascosta, della lotta sociale, medica, politica, delle istanze di libertà e del riconoscimento della dignità delle persone.
Nei giorni 13 e 14 giugno sarà a Napoli per due giorni di appuntamenti immaginati subito dopo la scomparsa di Franco Rotelli, protagonista e artigiano di una delle pagine più belle e dignitose della storia italiana, la Legge Basaglia e il processo che ne è seguito. La chiusura dei manicomi, la nascita delle imprese sociali, i processi di libertà, emancipazione, rispetto e felicità di migliaia di persone a cui era negato l’accesso alla dignità e all’aver spazio nel mondo. Un processo che in questi anni è stato messo a dura prova dai tagli alla sanità pubblica, dalla de-strutturazione dei servizi territoriali; dalla sanitarizzazione forzata anche dei bisogni sociali; dalla sistematica precarizzazione del lavoro di operatrici e operatori, pubblici e privati.
Due giornate concepite non per fermarsi al ricordo, o al solo ambito della sofferenza mentale, ma che intendono allargare lo sguardo a tutte le esperienze e luoghi del lavoro educativo, sociale e socio-sanitario che ancora oggi, spesso in un contesto di grande fatica e isolamento, interpretano tali attività come processi di liberazione e emancipazione delle persone più fragili e delle comunità. Non per loro ma con loro. Non per fare del bene ma per tentare di promuovere e tutelare diritti.
Saranno protagoniste le esperienze che ostinatamente provano a fare un lavoro sociale che non si accontenta, che non contiene, ma tenta di cambiare, che sa essere visionario e non pigro, che considera le persone non oggetti ma soggetti con cui lavorare, soggetti politici. Due giornate pensate come incontro collettivo con Marco Cavallo, simbolo di incredibile liberazione, che provano
a mescolare linguaggi e attori diversi rimettendo al centro un’idea di welfare pubblico e universale.
Franco Rotelli, con altre e altri, ha contribuito a rendere conciliabile l’inconciliabile. Ci ha aiutato a considerare possibile quello che viene proposto come impossibile. Dobbiamo tornare a abitare entrambe le dimensioni e su di esse orientare il nostro fare, per evitare il rischio di finire, più o meno consapevolmente, a colludere con politiche di contenimento e non di cambiamento, di svilimento del nostro lavoro e di privatizzazione del welfare a partire dalla sanità e della scuola.
Il programma completo delle attività delle due giornate:
13 giugno ore 15,30 - Marco Cavallo in Piazza
Passeggiata a suon di percussioni del laboratorio musicale capitanato da Maurizio Capone che parte dalla scuola Bovio-Colletta di Via Carbonara per arrivare a Porta Capuana dove Marco Cavallo incontra la stampa, le persone del quartiere e gli stand delle attività che legano la cura a percorsi di inserimento lavorativo, produzione di economie, forme di rigenerazione urbana e culturale: Bottega Che Follia - laboratorio Centro Diurno Lavori in corso - Aquilone; Laboratorio Sartoria Ciak si cuce; Cargo bike Libro Mobile; Le Lazzarelle; Casa Lorena; i giovani e le giovani del laboratorio di arti visive di Dedalus cooperativa sociale.
Partecipano: Maria Caniglia (Presidente IV Municipalità), Raffaella Guarracino (Ass. al Welfare IV Municipalità) ore 18.30 – Marco Cavallo incontra l’Ex Opg Je So’ Pazzo - Casa del Popolo Visita della struttura con Francesca Petito che racconta gli spazi, le trasformazioni e le attività.
Incontro: “Fare spazio nel mondo a chi non lo ha”, con Tania Castellaccio (Responsabile Area Accoglienza donne Dedalus), Dario Stefano dell’Aquila (Scrittore), Novella Formisani (Psichiatra sportello medico popolare Ex-Opg), Assunta Maglione (Psichiatra), Bruno Romano (Progetto Ubuntu), Luca Trapanese (Assessore al Welfare Comune di Napoli)
Coordina Giacomo Smarrazzo Presidente Cooperativa E.R.A. ore 20 - aperitivo conviviale
ore 21 – proiezione docufilm “Varchi Attivi” regia di Pasquale D’Imperio con la voce narrante di Michele Placido. Introducono la visione: Angelo Malinconico (Psichiatra), Marco Rossano (Sociologo e Presidente Associazione Premio Fausto Rossano) e Paola Russo (Psichiatra)
In molte parti d’Italia la sinergia tra Servizi pubblici per la salute mentale e terzo settore ha rappresentato una reale opportunità per l’applicazione della legge 180. Il documentario nasce dalla felice interazione in Molise tra queste due anime dell’assistenza psichiatrica, tanto da potersi affermare che l’abituale sequenzialità della creazione dei servizi si sia invertita. Il rapporto tra Angelo Malinconico, psichiatra del DSM, e gli operatori della cooperativa Nardacchione hanno determinato un movimento culturale, politico, sociale che, superando resistenze di varia natura, ha determinato l’attivazione del primo CSM della Regione. L’iniziale progetto di una riflessione più localistica ha lasciato gradatamente il posto a considerazioni ben più articolate e generali sullo stato dell’arte dell’assistenza psichiatrica in Italia e sui rapporti tra gli attori capaci di produrre salute mentale.
14 giugno ore 17 – Marco Cavallo a Castel Capuano
presentazione libro Educare Controvento: storie di maestre e maestri ribelli con l’autore Franco Lorenzoni, discutono:
Ettore Acerra (Direttore Ufficio Scolastico Regionale) Nicola Cotugno (Scrittore e formatore) Aldo De Chiara (Presidente Fondazione Castel Capuano) Maria Grazia Giannichedda (Presidente Fondazione Basaglia) Alfredo Guardiano (Magistrato Ass. Astrea) Antonia Marino (Dirigente IC Bovio - Colletta) Giulia Milanese (Associazione A Voce Alta) Annamaria Palmieri (Segreteria CIDI Napoli) Nicola Ricci (Segretario Cgil Regionale) Maura Striano (Assessora alla Scuola e Istruzione del Comune di Napoli)
Coordina Andrea Morniroli dirigente Dedalus Cooperativa Sociale
L’evento è promosso da: Dedalus Cooperativa Sociale, Associazione Premio Fausto Rossano, Cooperativa sociale
E.R.A, CIDI Napoli, Associazione A Voce Alta, Ex-Opg Je So’ Pazzo
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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
A NAPOLI LA SECONDA CONFERENCE CAMPANIA MALATTIE CRONICHE
CITTADINANZATTIVA CAMPANIA: “DOVE SONO I FONDI, RIPARTITI DAL GOVERNO E DESTINATI ALLE REGIONI, DEDICATI ALLO STUDIO, ALLA DIAGNOSI E ALLA CURA DELLA FIBROMIALGIA?”
Avere trasparenza sui fondi richiesti dalle singole Regioni e sugli eventuali programmi messi a punto dalle stesse per la diagnosi precoce, l’avvio di percorsi di presa in carico multidisciplinare dei pazienti con fibromialgia e l’individuazione dei centri specializzati sul territorio per la cura della patologia. Anche di questo si parlerà il prossimo 16 giugno alle ore 15.00 presso la Sala Consiliare del Comune di Napoli, in via Verdi, nel corso della seconda Conference Campania Malattie Croniche 2023. Sarà un momento importante organizzato dall’Associazione AISF Campania (Associazione Italiana Sindrome Fibromialgica) e da Cittadinanzattiva Campania dove, quest’ultima, si è attivata appunto facendo un’indagine civica per l’impiego e la destinazione dei fondi, ripartiti dal Governo e destinati alle Regioni, dedicati allo studio, alla diagnosi e alla cura della fibromialgia. Ad oggi, purtroppo, sottolineano gli attivisti di questo sodalizio, la Regione Campania non ha dato risposte esaustive e quindi l’Aisf Campania, a distanza della prima conferenza che c’è stata lo scorso anno, si è resa promotrice di fare trasparenza sul riparto e sull’utilizzo di questi fondi alla presenza di diversi reumatologi di tutte le province campane.
Ricordiamo che ad essere colpiti da questa patologia cronica sono circa 1,5-2 milioni di italiani, in 9 casi su 10 si tratta di donne, per lo più in età giovane. Fra i sintomi più diffusi vi sono dolori muscolari e articolari diffusi, sensazione di affaticamento continuo, disturbi del sonno, mal di testa, difficoltà di memoria e attenzione.
“I dati di questa indagine - dichiara Tiziana Nicoletti, Responsabile del Coordinamento nazionale Associazioni dei Malati Cronici di Cittadinanzattiva che sarà tra i relatori di questa giornata a Napoli - sono essenziali per riflettere su quanto ancora ci sia da fare per rispondere fattivamente alle richieste di salute e assistenza dei cittadini affetti da fibromialgia e dei loro caregiver. Per questo
chiediamo alle Istituzioni di impegnarsi per cambiare la situazione attuale: innanzitutto bisogna erogare subito i fondi che la legge prevede, in modo che le Regioni possano organizzare e attivare i vari servizi sul piano territoriale. Non basta: è anche imprescindibile e doveroso che il Ministero risponda concretamente ai cittadini che attendono dal 2018 - anno in cui la Commissione permanente sui LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) ha dato parere favorevole - aggiornando i LEA e inserendo la fibromialgia tra le malattie croniche riconosciute. Come Cittadinanzattiva e Coordinamento nazionale Associazioni dei Malati Cronici, - conclude Nicoletti - proseguiamo il nostro impegno nel voler garantire maggiore e migliore accesso alle cure in maniera uniforme, al fianco dei cittadini e, in dialogo con le Istituzioni, anche con il monitoraggio su qualità ed esiti di salute, una volta che i fondi saranno stati assegnati.”.
“L’indagine condotta da Cittadinanzattiva nel 2022 e nei primi mesi di quest’anno – afferma carminuccia Marcarelli, Referente Aisf Campania – evidenzia che c’è ancora molto da fare per dare risposte concrete ai bisogni di salute delle persone affette da fibromialgia e dei loro familiari e garantire un equo accesso alle cure e in maniera uniforme su tutto il territorio. La Regione Campania, in merito alla richiesta fatta da Cittadinanzattiva sull’impiego e la destinazione dei fondi dedicati allo studio, alla diagnosi e alla cura della fibromialgia, ha fornito una risposta interlocutoria che riferisce che è tutto in fase di programmazione. Nulla più! Le Regioni sono in netto ritardo sul tema della trasparenza. Noi sappiamo che sarebbero stati stanziati lo scorso anno dal Governo diversi milioni di euro. Già questi sarebbero fondamentali per cominciare ad assicurare diagnosi e cure a queste persone. Ad oggi però non abbiamo un quadro chiaro che ci dica quanto le Regioni li abbiano effettivamente richiesti e come li stiano utilizzando. Ci
auguriamo – conclude Marcarelli – che con questa conferenza del 16 giugno si faccia chiarezza su tutto e ci arrivino risposte certe”. Intanto la organizzazione evidenzia che la partecipazione a questa importante giornata è libera e gratuita e che bisogna comunque prenotarsi alla mail: aisfnapoli2021@libero.it.
Per informazioni più dettagliate Carminuccia Marcarelli, referente Aisf Campania cell. 34714803410815634897
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QUEI GIOCHI TATTICI DI TROPPO
Se l’attuale (latente) crisi di amministrazione ha un pregio, esso è dato dal fatto che stavolta anche nella stessa maggioranza ci si comincia a porre qualche domanda circa l’opportunità di proseguire lungo gli impervi sentieri di questa scombinata consiliatura.
E ci si comincia ad interrogare sulla convenienza di affidarci ad amministrazioni come quelle partorite dal Consiglio Comunale eletto nel 2019.
Tanto più che mai come in questi giorni è stato evidente che l’unico magnete per la maggioranza è costituito dal desiderio di 14 consiglieri comunali di tenersi stretto il proprio seggio in Consiglio Comunale. A maggior ragione dopo le dimissioni dal notaio di turno che, per ognuno dei suddetti consiglieri comunali, rende oltremodo incerto le prospettive di rielezione. Tutto ciò è un male, affermano due autorevolissimi ex Sindaci ultrasettantenni, sostenendo che, in una situazione come quella che si è venuta a creare, le elezioni dovrebbero essere addirittura “un obbligo”.
Invece ci si avvia ad affrontare tantissimi argomenti importanti per la Città di Casoria in condizioni di eccezionale quanto evidente fragilità.
Per di più, l’attuale “platea politica ed amministrativa” ha nominato diversi membri della Giunta Municipale che “dureranno” chissà fino a quando. Le istituzioni amministrative – mortificate oltre modo dall’andamento nient’affatto lineare della consiliatura – sono allo stato pressoché prive di quella energia che in genere proviene dalla investitura popolare. E anche sui modi con cui si accinge a programmare la destinazione delle risorse in arrivo dall’Europa, dal Parlamento Italiano e dalla Regione Campania, PICS e PNRR.
Per chiarezza va detto che mettere nel
TENSIONI IN MAGGIORANZA I DISSIDENTI: QUESTO CONSIGLIO COMUNALE È AL CAPOLINEA
: “SCUOLE, TRIBUTI, PUC, PICS, DISSESTO, COS’ALTRO PUÒ SERVIRE PER COLPIRE BENE?”
GRAZIUSO
conto l’anticipo delle elezioni non significa scivolare per una sorta di automatismo verso la immediata interruzione della consiliatura. Vuol dire piuttosto alzare il livello della scelta che dovrebbe porsi tra una Giunta Municipale di indiscutibile autorevolezza e rappresentatività (ammesso che l’attuale consiglio comunale sia in grado di conferirgli ade-
guata legittimazione) e la convocazione dei comizi elettorali. Solo l’opzione vera di una brusca interruzione può far leva sul senso di responsabilità dei consiglieri comunali e costringerli a por fine a quei giochi tattici che li sta portando (o li ha già portati) sulle sabbie mobili. Da opzione autentica, dicevamo, non “un’evocazione tattica e senza convinzione”. Tre consiglieri comunali, Gennaro Fico, eletto nelle fila della Lega, Gennaro Trojano, eletto nella lista di Angela Russo ed Alessandro Puzone, eletto in Forza Italia, hanno sempre esitato di fronte alla prospettiva dell’interruzione anticipata di questa consiliatura. Ho interpellato diversi soggetti politici di varie estrazioni: da Fratelli d’Italia a Campania Libera, da Potere al Popolo ai Verdi, dal Pd alla Cgil, compreso Cisl ed Ugl facendomi conoscere l’obiezione posta dai più: è concepibile “andare al voto nel mentre si attuano i Piani Integrati Città Sostenibile”? Ma rovesciamo la domanda: come è possibile affrontare tante emergenze di questa Città con un esecutivo così indebolito? Condannando il Paese per i prossimi mesi a “consigli comunali senza respiro”?
Se poi si pensasse di riparare allo strappo venuto alla luce nell’ultimo mese con un rammendo, è difficile pensare che un rattoppo del genere, per quanto ben cucito e magnificato dai cucitori, regga per più di qualche settimana. E saremmo ad altre lacerazioni. A quel punto le elezioni sarebbero inevitabili, ma non più come esito di una scelta meditata e consapevole.
Ormai nella maggioranza nessuno si fida più di nessuno. Qualche sinistro scricchiolio si avverte anche nei rapporti tra il Sindaco ed altri suoi alleati. Questa, però, è un’altra storia. Ve la racconteremo.
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PARTITI E STRAPPI VISTI DA PALLA AVVELENATA
Salvo accordi scritti, la collaborazione con questo settimanale è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. In nessun caso si garantisce la restituzione dei materiali inviati. Del contenuto degli articoli e degli annunci pubblicitari sono legalmente responsabili i singoli autori. È vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari.
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Questo numero è stato chiuso il 8 giugno 2023
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