Domenica 30 aprile 2023

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L’EDITORIALE DI NANDO TROISE

CASORIA E I SUOI VELENI

SENZA MAI DIMENTICARE LE AREE DISMESSE, LE BEGHE CONSILIARI, LE TRATTATIVE…

“Suggerisco una maggiore presa sulla Città. Un reportage sulle scuole di Casoria e la situazione covid con foto e interviste ai presidi.

Un reportage sulle strade sporche in via Principe di Piemonte con il problema irrisolto e assurdo delle deiezioni canine (l’amministrazione potrà pure intervenire in qualche modo, no? Al Bosco di Capodimonte hanno imposto la civiltà con cartelli ogni 5/6 metri);

“Potresti magari nei prossimi parlare di sport minori e strutture sportive inesistenti a Casoria”.

Sono solo due dei tantissimi messaggi che mi arrivano da parte dei tanti lettori che stanno usufruendo della edizione digitale.

Parliamo, parliamo di noi, amici. Dei

fortuna abbiamo il nostro lunedì. Chi legge? Questa è la domanda che il lunedì viene posta a tutti coloro che reggono la cosa pubblica ma non solo lì. In realtà si nascondono movimenti estremamente decisivi per il futuro della amministrazione pubblica di Casoria e del suo intero consiglio comunale. Assopite, sembra, le idee invasive di Napoli su via Pio XII, il salotto buono di Casoria. E’ Casoria che dovrebbe scetarsi. Ospite della discussione sono in tanti: France-

sco Emilio Borrelli impossibilitato ad aprire le rampe che dall’asse mediano scendano e salgono su via Caserta al Bravo. Ci sembra giusto che Vincenzo De Luca non risultasse assente in questa discussione un po’ casoriana ed un po’ sanpietrina che noi di Casoriadue cerchiamo in tutti i modi di non fare addormentare. I 28 mila metri quadrati situati tra via Giacomo Brodolini e via Pio XII sono oggetto del desiderio sia della Città Metropolitana che di altri.

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La partecipazione, finora, del presidente della Regione Campania, non vi è stata.

Il Consiglio Comunale di Casoria e la 7’ Municipalità di San Pietro a Patierno hanno il dovere che il dibattito con il Comune di Napoli non venga annullato. Già in passato ed in altre occasioni abbiamo denunciato la grave e palese mancanza di cultura ed il pochissimo amore verso la propria terra che va sì criticata ma anche difesa in talune funzioni.

La Città di Casoria è viva. Raffaele Bene, il Consiglio Comunale di Casoria, il consiglio municipale della 7’ municipalità di San Pietro a Patierno devono raccogliere quanto seminato. Hanno certamente sbagliato tutti quelli che hanno governato questa Città dal dopoguerra ad oggi nel non aver capito che quei 28mila metri quadrati di terreno che tutte le generazioni sia di Casoria che della vicina San Pietro a Patierno hanno chiamato “la pista” utilizzandolo come galoppatoio avrebbero prima o poi fatto gola al Comune di Napoli che ne risulta PROPRIETARIO.

Cosa dire? Tutte le amministrazioni comunali succedutesi a Casoria hanno forse tradito quella zona genuinamente casoriana.

Sarebbe potuto diventare un grandissimo Parco Pubblico, organizzato per far galoppare i cavalli come era proprio nelle sue origini, invece di tenerlo lì abbandonato come fa questa Città per tantissime altre realtà casoriane.

Titoli Casoria ne ha perduti tanti, per sottolineare le incongruenze di casa nostra. La Rhodiatoce tra viale Europa e via Boccaccio doveva e poteva veder realizzato al posto del nylon la Città del Libro, della Comunicazione e della Informazione; la Resia, sulla Statale Sannitica, poi diventata Montedison, di proprietà Enichem, doveva essere trasformata in un P.I.P. (piano insediamento produttivo) invece, oggi, è nelle mani di una proprietà privata e mai una amministrazione sia essa commissariale che politica si sia domandata o domandi perché? La Tubi Bonna in via Padula in un Parco Residenziale. Sono tutte lì

con i loro capannoni ed i segreti di morte che essi custodiscono. Poi ce ne sono tante altre: tutte lì a seminare attraverso il silicio, l’amianto, i fumi tossici, le resine fenoliche e superfenoliche un’altissima percentuale di morti per tumori di ogni genere e di ogni tipo. Casoria fa in media 1000 morti l’anno, più della metà con metastasi tumorali. Le abitudini e la indifferenza fanno convivere i suoi abitanti con tutto questo. Molti soggetti politici casoriani si lamentano per le lettere anonime, per le interrogazioni sia comunali che parlamentari e per le tante denunce inviate sia alla Corte dei Conti che alla Procura della Repubblica. Sono in tanti, ormai, a raccontarci i misteri che girano attorno agli scioglimenti dei consigli comunali di Casoria, sia quello per infiltrazioni camorristiche avvenuto nel lontano 2005 sia l’ultimo quando 14 consiglieri comunali si presentano in un insolito orario mattiniero allo studio notarile per mandare il Sindaco Pasquale Fuccio a casa.

Sono storie che i soggetti che hanno ballato nell’autunno del 2005 e poi quelli che fecero cadere dallo scranno di Sindaco prima Stefano Ferrara poi Vincenzo Carfora ed infine Pasquale Fuccio conoscono molto bene. Alcuni di essi sono in tutte le quattro storie. Ci sta chi ha pensato di avere il bandolo della matassa e poi non rieletto nel 2019, facendo accordi, trasversali e non, riuscendo ad unire i 9 della opposizione con i 5 della stessa maggioranza, le riunioni un po’ ovunque anche in un centro sportivo, le protezioni ed i salvataggi. Attori di un palcoscenico che vedo recitare sin dal novembre del 1970, alcuni di essi sono ancora presenti oppure hanno passato il testimone di reggitore della res publica a figli o nipoti. Solo la morte è riuscita a sottrarre dal palcoscenico alcuni di essi. Casoriadue, a carattere popolare. A questo giornale è stato chiesto da qualche consigliere comunale di maggioranza poi passato all’opposizionedi fare UN GIORNALISMO DI INCHIESTA.

Riportare a galla, all’attenzione della

politica, del consiglio comunale, della Giunta Municipale, dei nuovi Dirigenti di Settore, di Forze dell’Ordine e Magistratura gli spinosi casi dei terreni della Resia e sul come da Enichem siano passati in mani private. L’acquisto per 2 miliardi di lire più iva degli uffici di via Piave situati all’interno del Parco Le Querce che per anni hanno ospitato il Settore dei Servizi diretti alla Persona e da dieci anni chiusi ed abbandonati nonostante un esoso prezzo condominiale. Ci chiedono del Parco Buontempo: scrivevamo una ventina di anni fa ed oggi scopriamo che il rapporto tra inquilini, Comune di Casoria e Banche si avvia alla cancrena. L’AREA DISMESSA

SNAIDERO costata anche essa quasi due miliardi di lire diventato durante l’amministrazione Fuccio Asilo Comunale). INCHIESTE, REPORTAGE, REPORT ci chiedono. Ce lo chiedono i consiglieri comunali ai quali, ricordiamo, è consentito l’accesso agli atti amministrativi, per il controllo e poi una eventuale denuncia sia politica che amministrativa. Mi hanno chiesto un reportage sulle palestre scolastiche. Ci hanno assicurato assessori e dirigenti che sono tutte monitorate dalla pubblica amministrazione.

Si discute. Raffaele Bene mormora. Ci chiedono di aggiornare la Città ed i nostri lettori sul patrimonio comunale abbandonato, su alcuni condoni sì ed alcuni condoni no. Ci chiedono di raccontare le trattative in corso per nuovi assessori. Ci chiedono del PalaCasoria, intitolato a quel grande atleta che è stato Mimmo D’Alise. Ci chiedono della esternalizzazione del Servizio Entrate ed Ufficio Tributi. Ci chiedono tanto: i PICS, i finanziamenti europei, regionali. Cercheremo di seguire tutto quello che a noi è umanamente possibile. Lo faremo nel rispetto dei nostri lettori che vorremmo più partecipi. Ricordando ancora una volta che la INDIFFERENZA E’ CONNIVENZA. Da Casoria parte oppure arriva un treno per chissà dove. Non interessa. Qui interessa la Città di Casoria, la Frazione Arpino. Insistiamo.

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In occasione della “Giornata Mondiale della Terra “ ( World Earth day ), la più grande manifestazione a livello mondiale a difesa del Pianeta, che si celebra il 22 aprile di ogni anno, anche l’I.C. 1° Ludovico da Casoria, come ha dichiarato la Dirigente scolastica, prof. ssa Maria Grazia Puzone, “in linea con il PTOF e con il Piano Ri-generazione scuola ha reso omaggio alla Terra con momenti di sensibilizzazione e riflessione sui temi della sostenibilità ambientale e della salvaguardia per aumentare la consapevolezza sul ruolo

che ciascuno deve avere nel prendersi cura dell’ambiente e della natura”. L’evento, svoltosi il 20 aprile scorso (ricadendo il 22 di sabato, ndr) nell’Auditorium dell’Istituto scolastico di via Pio XII, ha visto coinvolti studentesse e studenti della secondaria e alunni della primaria.

Dopo i saluti del sindaco Raffaele Bene, che ha ringraziato la Dirigente e il corpo docente per l’invito a partecipare a un’iniziativa mirata a riflettere sulle “tematiche ambientali”, la prof.ssa Claudia Salvato, nell’intervento introduttivo, ha evidenziato che la “Giornata della Terra” è stata istituita nel 1970 dalle Nazioni Unite con l’obiettivo di sensibilizzare alla tutela e alla conservazione delle risorse naturali del Pianeta. Tale obiettivo è diventato, negli anni, sempre più urgente e centrale al punto che dal 2015 è divenuto uno degli elementi cardini dell’Agenda 2020/30 dell’ONU e dei connessi 17 obiettivi dello sviluppo

sostenibile”. “Quest’anno” ha proseguito la Professoressa “la nostra scuola ha abbracciato il Piano Ri -generazione scuola, attivando una serie di iniziative volte a sensibilizzare l’intera comunità scolastica sulla tutela della biodiversità, consumo e produzione responsabili, riduzione dello spreco alimentare, ciclo e riduzione degli imballaggi, energia pulita e accessibile per diffondere la cultura della sostenibilità”. Salvato ha sottolineato che “questo di oggi non è uno spettacolo, ma un momento di riflessione che, speriamo, possa servire a mobilitare le coscienze”, concludendo con la notizia che dopo il momento di riflessione gruppi di bambini della primaria avrebbero partecipato a una serie di attività predisposte per loro nel cortile.

Proprio una rappresentanza di alunni delle classi terze della primaria, ben coordinati dalla prof.ssa di Musica Francesca Strazzullo, con l’accompa-

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TERRA” ALL’I.C.
ANTONIO BOTTA CELEBRAZIONE DELLA “GIORNATA MONDIALE DELLA
1° LUDOVICO DA CASORIA
“Anche i dinosauri pensavano di avere tempo”, rimarcando l’urgenza, senza più indugi, di promuovere lo sviluppo sostenibile, che consiste nell’usare con giustizia le risorse naturali per la soddisfazione dei nostri bisogni, ma senza compromettere assolutamente la vita delle generazioni future.
L’APPELLO IMPERIOSO DEI RAGAZZI/E: “VOGLIAMO GIUSTIZIA CLIMATICA. ORA”!

gnamento del prof. Agostino Saviano alla percussione e della prof.ssa Lidia Ciocchetti al pianoforte, ha dato avvio all’evento con un gradevole momento musicale utilizzando lo strumentario di Orff (triangoli, piatti, legnetti …). Un video, che ha mostrato gli effetti disastrosi dell’inquinamento, di eventi meteorologici estremi sempre più diffusi e frequenti, ha posto in rilievo che “se non proteggiamo la natura, non possiamo proteggerci”.

Purtroppo, come ha denunciato l’Unicef, un miliardo di bambini in tutto il mondo è a rischio per gli stravolgimenti del clima. I bambini sono i meno responsabili per le cause del cambiamento climatico, ma sono anche coloro che ne subiranno le conseguenze per la maggior parte della loro vita. Con la canzone “Ha perso la città” del cantautore Niccolò Fabi, interpretata dall’intonatissimo coro con l’ausilio di un’agile coreografia, è stata segnalata la bassa qualità della vita cittadina, a causa della cementificazione degli spazi urbani, limitando le aree verdi soprattutto per i piccoli e anche per gli anziani. Sempre attraverso il linguaggio musicale si è avvertito un senso di gioioso stupore quando è parso di ascoltare la voce del Creato con alcuni suoni della savana, riprodotti dai bravissimi ragazzi e ragazze del coro – abilmente diretti dalla Strazzullo -, riportandoci alla bellezza incontaminata e originaria della natura, ai suoi fremiti e vibrazioni. E ancora di più si è percepito che per metterci in sintonia con il cosmo occorre recuperare, in questa società rumorosa e dell’eccesso di immagini, il silenzio. Inoltre, mediante due canti africani, si é ascoltata la voce di popoli che soffrono il peso peggiore della crisi climatica. Non è un caso che siano i giovani dell’Africa e di altri Paesi a rischio

quelli più attivi nel cercare di evitare le catastrofi che il cambiamento climatico sta già provocando. Le Nazioni Unite rilanciano l’allarme: siamo 1,15 gradi sopra il livello di guardia, il riscaldamento del Pianeta va, dunque, subito fermato. Risoluti e imperiosi, a tal riguardo, i monologhi pronunciati da due ragazze, che hanno chiesto ai decisori politici del mondo, in maniera perentoria, fatti, non promesse. “I media ci riportano solo ciò che i nostri leader faranno, ma noi vogliamo giustizia climatica. ORA! Anche i dinosauri pensavano di avere tempo”, rimarcando l’urgenza, senza più indugi, di promuovere lo sviluppo sostenibile, che consiste nell’usare con giustizia le risorse naturali per la soddisfazione dei nostri bisogni, ma senza compromettere assolutamente la vita delle generazioni future. Bambine e bambini della primaria, al riguardo, dopo il momento di riflessione, hanno mostrato, con attività ecologiche in palestra e nell’orto agricolo, alcuni comportamenti ecologici da assumere, soprattutto nel nostro rapporto con i rifiuti, con la pratica corretta della raccolta differenziata, partecipando anche a una divertente caccia al tesoro. Non è mancata anche la lettura all’aria aperta, come messaggio lanciato agli adulti di creare spazi urbani per attività formative per i bambini, ma anche come stimolo a leggere per capire, informarsi, avere gli occhi aperti sul mondo per averne cura. Proprio l’occhio, realizzato dagli studenti/esse su idea della prof.ssa Sofia Stilo, é stato scelto come simbolo dell’Evento, quale sollecitazione agli adulti a non abbassare lo sguardo sul proprio presente, ma a volgerlo verso il futuro dei propri figli e nipoti con scelte oculate per la tutela della biodiversità e l’utilizzo delle energie rinnovabili, al fine di evitare l’impiego dei com-

bustibili fossili responsabili del fenomeno dell’effetto serra e quindi del surriscaldamento del pianeta. L’icona posta come distintivo su ogni maglietta degli alunni e degli studenti rappresenta anche lo sguardo delle future generazioni verso il mondo; nell’occhio, infatti, si notano i colori della bandiera della pace, per far emergere il loro anelito a costruirla, perché essa è il prodotto di un impegno, di un cammino da percorrere insieme: organismi internazionali, decisori politici, gente comune, confessioni religiose. Solo la pace, fondata sulla giustizia, sull’uguaglianza effettiva, sul rispetto della dignità di ogni uomo, sulla solidarietà, è garanzia di sviluppo umano e può assicurare una vita dignitosa a coloro che domani abiteranno la Terra. All’occhio è associata anche l’immagine dell’onda. Essa ha richiamato in me il verso del profeta Isaia (43, 19): “Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa” e il grido del profeta Amos: “Piuttosto come le acque scorra il diritto e la giustizia come un torrente perenne” (5: 24): un forte invito a inondare la Terra di speranza, irrorandola con le acque della giustizia e della pace, ma anche una sollecitazione a non dimenticare che al bene dell’acqua deve accedere tutto il genere umano, e ciò è possibile unicamente se ciascuno si impegna a non sprecarla. Oltre ai docenti già citati, è doveroso menzionare la professoressa Nadia Perone, tutti i docenti dell’infanzia, della primaria e secondaria, impegnati nella realizzazione del Piano Ri –generazione Scuola, un progetto di ampio respiro, di durata triennale, sostenuto dal Consiglio d’istituto, presieduto dalla dott.ssa Daniela Midiri, che partecipa con estremo interesse a tutti gli eventi realizzati dalla scuola intitolata al Santo di Casoria.

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I PERCHÈ DELLA RIVOLUZIONE MANCATA DI FUCCIO

Come il cinese, come il giocatore di scacchi, come il pappicio con la noce è il Magnifico diRettore della nostra testata, Nando Troise, il più stimato e temuto giornalista d’inchiesta del mondo web televisivo di Napoli Nord. Astuto come una volpe, paziente come un ragno, intesse trame di domande profumate di ambrosia in cui è impossibile non cadere, cedendo alla lusinga della voce flautata del Nostro sirenetto, che avvolge, accarezza, abbraccia, blandisce e al momento giusto, quando il sole allo Zenit sgombra il terreno da ogni ombra, ratto e fulmineo estrae la Colt dalla fondina esplode il colpo che centra il bersaglio e poi soffia soddisfatto sulla canna godendosi l’espressione attonita dell’interlocutore che tenta di imbastire un’articolata, quanto evasiva arringa a sostegno di argomentazioni dalla struttura ben fragile. Ad accettare l’invito a partecipare all’ormai celebre salotto d’inchiesta web televisivo ideato e condotto dal Troise e sparato in rete da NANO TV è stato il temerario e incauto luogotenente della Guardia di Finanza Giovanni Del Prete, membro del consiglio comunale di Casavatore ed ex esponente di opposizione della giunta guidata da Pasquale Fuccio, il sindaco di Casoria che aveva promesso la Rivoluzione Casoriana, che dopo decenni di decadenza avrebbe restituito alla città da lui amministrata una nuova primavera. Molti animi si infiammarono alle proposte del sindaco Fuccio, schierandosi dalla sua parte senza se e senza ma. Almeno in apparenza. Molti altri si infiammarono altrettanto all’idea di ostacolarne in ogni modo l’ambizioso disegno, attribuendogli la sindrome di Giulio Cesare. Come dite? Non avete mai sentito parlare della sindrome di Giulio Cesare? Ovvio: l’ho appena inventata! Però rende l’idea della necessità (presunta) del regicidio. Mi spiego meglio dunque: tutti sanno che intorno alla metà del primo secolo avanti Cristo il condottiero romano fu investito dal Senato della Res Publica del titolo di dittatore, ovvero plenipotenziario militare nominato per sei mesi in situazione di necessità e urgenza. Tutti sanno altrettanto che Cesare, dopo aver tratto il dado passando il fiume Rubicone, sca-

tenò un’inarrestabile offensiva contro i Celti del nord Italia, chiamati Galli, a cui Roma non perdonava ancora, a distanza di quasi duecentocinquanta anni l’infame e ignominioso sacco, unica macchia scura sul suo ricco e scintillante medagliere bellico. E Cesare voleva dar loro una bella lezione una volta per tutte e riportare in equilibrio la bilancia, anzi farla decisamente pendere dalla parte dell’Urbe. Tutti sanno che così fu e che la serie di inarrestabili vittorie di Cesare infiammò i cuori non solo di soldati e centurioni, compiaciuti ed esaltati dalla propria travolgente forza sul campo, ma anche di tutti quei virtuosi cives convinti già all’epoca che il prima i romani fosse la giusta via attraverso cui mettere in equilibrio il mondo, pacificandolo a suon di guerre. Il buon Giulio, che non era solo un uomo d’arme ma anche di lettere, non accontentandosi della versione dei fatti che gli inviati di guerra al seguito dell’esercito avrebbero consegnato alla Storia, tra una pugna e l’altra, nottetempo, nel confortevole appartamento da campo in cui soggiornava, si dilettava

a narrare personalmente ogni evento e ogni particolare della campagna contro i Galli, regalandoci il prezioso De Bello Gallico, il puntuale racconto dei fatti visti attraverso i suoi occhi e filtrati attraverso la sua sensibilità, mostrando, oltre quello militare, anche uno spiccato, insospettabile talento letterario. Di vittoria in vittoria a Cesare sfuggì però un po’ il senso della misura e della realtà e come spesso avviene ai grandi che quanto più grandi sono tanto più fragili diventano, prese a vagheggiare la possibilità di una piccola modifica delle regole del mandato, che avrebbe prorogato il suo status di dittatore da sei mesi rinnovabili a vita, così i senatori non avrebbero dovuto neppure più scomodarsi a riunirsi per discuterne la proroga dell’incarico, a tutto vantaggio del tempo libero che avrebbero avuto per godere delle terme e delle altre delizie che il privilegio del rango concedeva loro sotto forma di ozium. Considerata la popolarità di Giulio, divenuto una vera e propria celebrità in odore addirittura di divino e la necessità della Res Publica di lasciarsi alle spalle, oltre che la lunga era delle guerre di conquista anche e soprattutto quella delle guerre civili, l’idea di Cesare sembrò la soluzione ideale non solo a lui e quindi tutto lasciava presagire che, quando sotto il tiepido sole delle Idi di Marzo del 44 a.C. il nostro si recò in Senato ammantato di porpora e di parole forbite da con cui infiorettare l’orazione epica e indimenticabile con cui avrebbe convinto i senatori a concedergli l’investitura sine die le cose sarebbero andate proprio così. E invece. E invece dell’agognato riconoscimento che sentiva di meritare ricevette ventitré coltellate, sferrate proprio da coloro della cui fiducia e del cui affetto non avrebbe mai dubitato, in nome della libertà della Res Publica e del diritto ad esprimere le proprie opinioni non allineate che l’elezione di Cesare a dittatore a vita si temeva sarebbe stato cancellato per sempre. Tra i quali, com’è noto, il figlio adottivo Bruto. Fine del sogno, il resto è storia. Cosa c’entra Cesare con Fuccio?, diranno subito i miei attenti lettori. C’entra e non c’entra. Ovvero: lungi dalle intenzioni dell’ex sindaco di Casoria l’ambizione

7 DOMENICA 30 APRILE 2023 IO RACCONTO STORIE magazine
A quattro anni e quattro mesi dalla fine dell’Era Fuccio, Nando Troise, ospita a La Copertina Giovanni Del Prete, il “regista” della sfiducia al sindaco Fuccio, in cerca di un perché.

alla nomina a vita di primo cittadino, figurarsi di dictator, certo è che il suo repentino tramonto politico amministrativo si deve ad un processo simile quello riservato a Giulio, in quanto, salito al trono, pardon, vinte le elezioni con un vantaggio non particolarmente eclatante sul competitore, Pasquale Fuccio aveva annunciato, come detto, una grande rivoluzione urbanistica e civica e avviato le azioni conseguenti. Si devono a lui, infatti l’esistenza del parco pubblico di via Michelangelo e diversi interventi di manutenzione urgente a marciapiedi e sedi stradali del centro città che versavano in condizioni di difficile praticabilità. L’operoso sindaco, tuttavia, pare avesse la brutta abitudine di assumere le decisioni operative senza consultare l’opposizione, che, in quanto tale non avrebbe certo indirizzato le scelte, ma voleva

riconosciuto quanto meno il diritto ad esprimere il proprio parere, giusto perché fossero chiare le proprie posizioni. Questa è stata l’unica giustificazione addotta da Giovanni Del Prete al pressing di domande di Nando alla conseguente decisione assunta dai nove consiglieri di opposizione di ordire una congiura ai danni dell’ignaro Fuccio in solido con cinque membri di maggioranza che i dissidenti riuscirono a convertire alla propria causa. Ecco dunque spiegato cosa c’entra Cesare con Fuccio: il primo fu tradito alle 11 del mattino del 15 marzo del 44, attirato con una scusa in senato e finito a coltellate da venti senatori; il secondo invece fu tradito alle nove del mattino del 28 dicembre 2018, sfiduciato e indotto pertanto alle conseguenti dimissioni da quattordici firme apposte da altrettanti consiglieri davanti

ad un notaio di Casavatore. Quando si dice che la penna può più della spada! Il primo venne fatto fuori fisicamente perché voleva imporsi come dittatore a vita in barba alle leggi e alla secolare tradizione repubblicana dell’Urbe, il secondo perché aveva dimostrato la pessima intenzione di far seguire alle promesse i fatti, senza perder tempo ad ascoltare chi non era d’accordo. Insomma: la storia insegna che se non fai sbagli, se fai sbagli. Meditate gente, meditate. Io invece la mia storia di oggi ve l’ho raccontata, quindi mi fermo qui, con buona pace di Cesare e Fuccio. Se volete sapere invece com’è andato in studio il duello, pardon, duetto web televisivo Troise-Del Prete, collegatevi subito al link sottostante. Buona visione.

https://fb.watch/j_cXnFFfxd/

AUTISTICO NON SIGNIFICA DIVERSO!

UNA PICCOLA PRECISAZIONE…

Questo articolo nasce da una riflessione che mi ha suscitato una recente puntata de “La Copertina” programma ideato e condotto dal nostro Direttore Nando Troise. Durante la puntata il Direttore ha letto alcuni messaggi dei nostri lettori relativi ad uno degli ultimi numeri del nostro settimanale “Casoria Due”. L’articolo più apprezzato e più commentato è stato quello della nostra collega Maria Cristina Orga relativo al tema dell’autismo. Commentando il pezzo molti nostri lettori hanno parlato di autismo accostandolo a parole come “disabilità” e “malattia”. Beh, perdonatemi, ma non sono d’accordo. Partiamo da una premessa: non sono autistica, non ho figli, familiari o amici autistici e non ho né le competenze mediche né l’arroganza di voler imporre la mia come unica verità possibile. Ma, per vari motivi, ho indagato a fondo su questo mondo ed alla fine ho capito che per quanto alcune

forme di autismo possano essere realmente invalidanti ed impedire sia all’autistico che a tutta la sua rete familiare di avere una vita serena, in realtà essere autistici non significa essere diversi, non significa essere disabili, non significa essere malati. Non è un modo diverso ma è un altro modo di vivere e percepire la realtà. Come dicevo è vero, ci sono delle persone autistiche che hanno anche delle problematiche collaterali, quelle sì invalidanti, che rendono la loro vita e quella

di tutta la loro famiglia molto pesante. Ed è altrettanto vero che si è scoperto in anni recenti che, in un buon 20% dei casi, l’autismo ha una causa scatenante di natura organica (anomalie metaboliche o anomalie cerebrali).

Nonostante questo però io non parlerei di disabilità, di malattia o di diversità. E le stesse famiglie non dovrebbero più essere trattate e sentirsi come famiglie di disabili. Bisognerebbe far capire loro che l’autistico non va accudito ma va scoperto come

un’isola misteriosa o un pianeta lontano.

Lo so che sembra tutto più facile visto da fuori e lo so che le famiglie di persone autistiche si sentono abbandonate, ghettizzate, non ascoltate e non seguite e so che gli stessi specialisti in alcuni casi ancora trattano l’autismo come una patologia ma, lo ribadisco, non si tratta di accudire un disabile ma di cercare la chiave per entrare nel mondo della persona autistica e, nel frattempo, di rendere più sopportabili tutti i problemi collaterali. Autistico non vuol dire anormale. Del resto, se ci pensate, chi ha stabilito cosa è normale e cosa non lo è? E chi è che stabilisce qual è il modo corretto di approcciarsi alla realtà?

Spero vivamente che nessuno dei nostri affezionati lettori si sia sentito offeso per questa mia piccola precisazione. Non è mia intenzione bacchettare nessuno. Ho solo tentato di fornirvi un punto di vista diverso.

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CHIARA D’APONTE

Più di quaranta alberi, alcuni dei quali secolari, dovevano essere abbattuti, secondo un progetto di 72 milioni di euro, per riqualificare l’area intorno alla Torre Eiffel, in vista delle Olimpiadi francesi del 2024.

Lo sciopero della fame e un sit-in permanente dell’ecologista Thomas Brail, congiuntamente alle proteste dei cittadini parigini, hanno salvato le folte chiome e costretto a revisionare i programmi di costruzione di un nuovo parco intorno allo storico monumento parigino. Al posto di alcune decine di grandi alberi, erano previsti quasi trecento nuovi alberelli sostitutivi e l’ampliamento dell’area non carrabile… Cosa ha spinto, dunque, gli ambientalisti alla protesta e perché il responsabile all’urbanistica Gregoire ha abbandonato l’intento? Le cause sono da ricercare nel valore ‘monumentale’ di alcuni esemplari, ma soprattutto nell’immenso contributo che alberi di grandi dimensioni sono capaci di donare a noi e a tutto il pianeta. Di questo, almeno i francesi, sembra se ne siano ben resi conto, tanto da proporre al Parlamento la Dichiarazione universale dei diritti dell’albero:

“L’albero non può essere ridotto a un semplice oggetto (…) ha diritto al rispetto della sua integrità fisica, aerea (rami, tronco, fogliame) e sotterraneo (rete di radici). L’alterazione di questi organi lo indebolisce seriamente (…)

L’albero è un organismo vivente la cui longevità media supera di gran lunga quella dell’essere umano. Deve essere rispettato per tutta la vita (…) considerato come soggetto di legge”. Questi sono alcuni passaggi della Di-

chiarazione, che mira a essere adottata anche in altri Paesi. L’attenzione verso questa tematica cresce anche in Italia, ma ancora tanti sono i limiti nella gestione del verde urbano e, in generale, ancora tante le violenze perpetuate ai danni del nostro patrimonio arboreo, come abbattimenti indiscriminati e potature ‘selvagge’, in primis le cosiddette ‘capitozzature’.

Esistono, però, degli strumenti per evitare tutto questo e il principale è la conoscenza. Ci sono un po’ di cose che dovremmo sapere e grazie all’Avvocato Luca Saltalamacchia, che si occupa quasi prevalentemente di questioni ambientali e climatiche, ne abbiamo l’opportunità.

Saltalamacchia è l’avvocato civilista che ha lanciato ben cinque giudizi climatici in Italia, ha fatto causa allo Stato Italiano per la sua inerzia nel contrastare il cambiamento climatico, nell’ambito della campagna “Giudizio Universale”.

La maggior parte delle cause che segue o nelle quali si trova a intervenire

per conto dei suoi clienti sono legate a sversamenti di petrolio o alla dispersione nell’ambiente di sostanze inquinanti. E’ in linea con il principio che vedrebbe gli alberi come ‘soggetti giuridici’, cosa che accade anche in molti paesi dell’America latina, mentre negli ordinamenti nostrani, come ci spiega, “siamo ancora inchiodati a una visione antropocentrica dell’ambiente, che va tutelato ma soltanto per i benefici che ne trae l’essere umano e non perché la natura abbia di per sé in capo dei diritti”.

Entriamo, però, nel concreto: come nel caso di Parigi, capita di frequente che a difesa della scelta di abbattere alberi ad alto fusto e folta chioma, si avanzi l’alternativa di piantumare numericamente il doppio o, addirittura, il quadruplo di nuovi alberelli.

“Questo in molti casi è illegittimo, perché in caso di sradicamento di un albero andrebbe riposto un albero di uguale struttura, ma soprattutto è assurdo che in questi tempi di crisi climatica non si valuti che, per esempio, una grande quercia ha dei livelli di assorbimento della CO2 elevatissimi, cosa che piccoli alberi non hanno. Un altro problema è che vecchi e grandi alberi hanno assorbito enormi quantità di CO2 e il loro smaltimento, (spesso vengono bruciati) ne comporta la re-immissione nell’atmosfera”. Alberi di nuovo impianto, poi, non garantiscono attecchimento (potrebbero morire in pochi mesi) e necessiterebbero di molta acqua durante i primi anni di vita.

Oltre all’abbattimento, c’è un’altra pratica davvero sconcertante: “La capitozzatura molto spesso porta alla morte

9 DOMENICA 30 APRILE 2023 ANGELO VOZZELLA CAPITOZZATURE, ABBATTIMENTI, LEGGI E GESTIONE DEL VERDE URBANO. LE PAROLE DELL’AVVOCATO SALTALAMACCHIA, CHE HA FATTO CAUSA ALLO STATO ITALIANO, E DELL’ATTIVISTA PROF. ROSA FORTUNATO
ALBERI HANNO DEI DIRITTI? Piazza Benedetto XV, 5/A 80026 Casoria (NA) itegas.srl@libero.it Tel. 081. 757.31.07 338.490.71.90 339.415.87.00
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dell’albero o, di certo, arreca danno ai cosiddetti “servizi ecosistemici” che vanno a vantaggio della collettività” Questi ‘servizi’ che un albero può offrirci sono svariati: la riduzione degli elementi inquinanti, come il particolato, la produzione di freschezza con la sua ombra e la umidificazione dell’aria, l’abbassamento della temperatura, il ruolo nella stabilizzazione del suolo e nel drenaggio delle acque, le funzioni di supporto per gli insetti impollinatori, il rifugio per la fauna, il valore estetico, che ogni albero fornisce a seconda della sua statura. Abbattere gli alberi o capitozzarli è, dunque, anche un danno di natura economica, perché può portare a frane, dissesto idrogeologico e, in generale, al peggioramento delle nostre condizioni di vita. Inoltre: “Gli alberi di una certa presenza possono essere visti come elementi di decoro urbano e il loro abbattimento può integrare il reato di distruzione o di deturpamento di bellezze naturali”.

Una normativa a tutela degli alberi, dunque, esiste ed è anche molto articolata, come ci fa sapere l’avvocato stesso, ma il problema sorge nel momento della sua applicazione e nelle priorità, nella sensibilità che si ha nell’approcciare all’argomento. “Più che cambiare le leggi, sarebbe il caso di investire nell’educazione degli operatori e nel migliorare il sistema dei controlli”.

Cambiare le priorità significherebbe guardare le cose dal punto di vista dell’albero e, in sostanza, lavorare innanzitutto per tenerlo sano e in vita, mentre “gli addetti ai lavori dei Comuni spesso lavorano su indicazioni che provengono dall’alto e, nonostante siano anche preparati in materia, si affidano a criteri di praticità o prettamente economici”. Nelle scelte di abbattere o potare selvaggiamente gioca, dunque, la facilità di manutenzione, il “si fa prima ed è più sicuro”, anche perché apprendiamo da Saltalamacchia che “un fattore determinante per dirigenti è spesso anche la paura di pagare responsabilità legali nel caso in cui un albero recasse danni a persone”, quindi onde evitare meglio abbattere e ridurre al minimo il rischio, sacrificando però la salute degli alberi e la salute pubblica che ad essi è legata. Unici controllori di queste leggi, troppo spesso raggirate o ignorate, sono sempre più spesso i cittadini. La professoressa Rosa Fortunato, che erigiamo in questa sede come esempio virtuoso, si è trovata spesso a scongiurare abbattimenti e a

salvare la salute degli alberi sul territorio a nord di Napoli ed è riuscita a farlo grazie all’esperienza acquisita e alla conoscenza trasferita lei anche dall’avvocato Luca Saltalamacchia stesso, che sul ruolo degli abitanti e delle abitanti ha spiegato: “E’ un diritto, oltre che un dovere civico, allertare la guardia forestale o la polizia municipale nel caso in cui si abbiano dubbi sulla legittimità di abbattimenti o potature selvagge. Si può fermare il lavoro in corso chiedendo l’accesso agli atti, scrivendo alle amministrazioni tramite Pec, per fare tutti i riscontri del caso, perché non è possibile abbattere un albero senza le necessarie perizie e autorizzazioni che spesso sono anche plurime, riguardanti non solo lo stato dell’albero, ma anche altri vincoli”. Spesso dipende dal paesaggio, ma anche dalle tempistiche, dato che è

vietato potare o abbattere in periodi di nidificazione degli uccelli. “Quando la documentazione non supporta l’azione di taglio o quando l’operazione è avvenuta in maniera difforme rispetto alle autorizzazioni, allora lì possono scattare esposti, denunce o anche azioni civili contro i responsabili”

Per la prof. Fortunato, “gli alberi sanno come crescere e sopravvivere ed è l’invadente mano dell’uomo a modificarne gli equilibri”. Non è vero, dunque, che potando un albero lo si rende più forte e sicuro, semmai è vero il contrario. “Noi umani crediamo di sapere più degli alberi stessi e proviamo a potarli, a dargli una forma diversa, eccetera, una manutenzione scarsa o nulla garantirebbe nessuno spreco di soldi e di risorse… la migliore cosa che si possa fare per un albero che cresca in un ambiente idoneo è certamente quella di contemplarlo e di godere dei suoi benefici, speriamo che lo capiscano!” - ha affermato la prof. Fortunato, che ha poi concluso – “Ogni albero salvato è un tassello della nostra vita, gli alberi grandi sono dei baluardi esistenti non tanto per noi, ma per i nostri figli e il loro futuro…”.

La strenua difesa degli alberi viene talvolta etichettata e liquidata come un qualcosa di ‘ideologico’, ma il discorso è davvero molto più complesso e vario di una semplice presa di posizione, come speriamo che questo articolo sia riuscito a rendere palese. Dunque, se c’è la possibilità di difendere la natura, l’ambiente, non perdiamo mai l’occasione perché è sempre qualcosa di buono, di giusto e di utile. Sempre.

10 DOMENICA 30 APRILE 2023

CASORIA, UNA CITTÀ PULITA SI PUÒ?!

Lo smaltimento dei rifiuti rappresenta certamente una fonte di problemi economici, ambientali, sociali e sanitari, oltre che di preoccupazioni e tensioni nella popolazione che abita vicino agli impianti di trattamento. Punti focali di una politica centrata sulla gestione e prevenzione dei rifiuti devono essere:

• riduzione della produzione di rifiuti

• razionalizzazione degli imballaggi

• raccolta differenziata, riciclaggio, riuso e recupero dei materiali.

Ma cos’è un rifiuto?. Rifiuto è qualsiasi oggetto o sostanza di cui ci disfiamo: residui, scarti, avanzi, oggetti rotti o inutilizzabili, risultato delle attività domestiche o dei processi produttivi. Essi sono classificati in: rifiuti urbani, rifiuti urbani pericolosi, rifiuti speciali e rifiuti speciali pericolosi.

La maggiore problematica dei rifiuti è che causano inquinamento: liquami, gas, sostanze tossiche e materiali non biodegradabili possono inquinare aria, acqua e terra.

I rifiuti costano: rubano spazio e occorrono risorse umane ed economiche per il loro trattamento, ma anche per rimediare ai danni ambientali e sanitari che producono. E infine la questione normativa: chi li deve smaltire i rifiuti?. Di queste tematiche ne ha parlato Massimo Iodice nell’intervista condotta da Nando Troise il giorno 14 aprile 2023. L’intervista: Nando Troise: “Una cit-

tà pulita si può?!. Il punto esclamativo perché grazie al tuo impegno e al tuo management e agli operai l’esclamativo ci sta, ma si può fare sempre di più a te la parola”. Massimo Iodice: “Innanzitutto ti ringrazio per l’invito, una città pulita si può?!. Direttore la verità alla fine è che una città pulita si deve, nel senso che è un diritto dei cittadini che la città sia pulita, dall’altra parte è un dovere cioè che il cittadino deve tenere la città pulita. La società in questi due anni ha fatto passi da gigante, abbiamo iniziato con una prima fase, ovvero il rilancio della società: riportare una immagine nuova all’impresa, un nuovo logo, dunque una nuova reputazione. la seconda fase riguarda la digitalizzazione, abbiamo lanciato un’app(Casoria Ambiente), per far si che i cittadini monitorano la situazione della gestione rifiuti, nei prossimi giorni diffonderemo in modo massiccio il numero verde 800-120486, dove i residenti potranno chiamare per fare la segnalazione dei rifiuti, prenotare il ritiro degli ingombranti, e eventualmente i cassonetti per uso condominiale. Stiamo affrontando anche il problema riguardante le risorse umane: in tutti questi anni non ci è mai stato un cambio generazionale, la media dell’età si attesta intorno ai 58-59 anni, inoltre c’è carenza di personale: tempo fa ci fu un’emergenza rifiuti vetro, dovuta appunto alla mancanza di personale,

nel prossimo futuro l’azienda avrà bisogno di innesti giovani”.

Nando Troise: “Mi sorge una curiosità, voi che amministrate siete coscienti del ruolo che avete?”.

Massimo Iodice: “Io sono cosciente del ruolo che ho, cioè della responsabilità e del contesto, ricoprire il ruolo di amministratore di una società come Casoria Ambiente la quale in Campania è una delle prime insieme all’ASIA per me è motivo di orgoglio e vanto professionale”.

Nando Troise: “La cosa più importante in assoluto: quali sono i compiti, le differenze tra settore ambiente, verde pubblico e Casoria Ambiente?”.

Massimo Iodice: “Faccio una premessa: come ragionamento mi approccio prima da cittadino e poi amministratore di una società, il cittadino quando ha un problema non gli interessa chi ha la funzione di gestire i rifiuti ma vuole che venga

risolta la questione senza se e senza ma. Se vogliamo fare una distinzione per orientare i cittadini, il settore ambiente deve fare: il verde verticale, le villette comunali, le scuole, le aiuole.

Il verde pubblico:

• manutenzione ordinaria della vegetazione arborea ed arbustiva;

• manutenzione ordinaria dei tappetti erbosi;

• manutenzione delle fioriture stagionali;

• pulizia delle aree verdi; Casoria Ambiente per quanto riguarda la proprietà è del Comune, d’altro canto è un committente per il servizio, noi abbiamo una convenzione, facciamo la raccolta dei rifiuti in tutte le sue frazioni, pulizia delle piazze, riserbo del marciapiede e del ciglio stradale anche se, ti dico la verità noi ci spingiamo anche oltre, ovviamente riguardo il riserbo orizzontale, le bonifiche, ad es. località Cantariello (quartiere periferico di Afragola)”.

11 DOMENICA 30 APRILE 2023
RAFFAELE FUMO LA COPERTINA - OSPITE MASSIMO IODICE AMMINISTRATORE UNICO DI CASORIA AMBIENTE S.P.A.

MARGHERITA DE ROSA

La trasmissione condotta da Nando Troise, direttore storico del settimanale Casoria Due, ex Casoria Oggi, sempre da lui diretto, che va in onda ogni giorno alle 11.30 su Nano TV, può definirsi, apparentemente, una rassegna del settimanale citato inizialmente, ma è, in realtà molto di più, poiché non solo gli articoli vengono presentati ma, soprattutto, approfonditi dal direttore che, con dovizia di particolari, arricchisce l’argomento con informazioni di tipo storico, laddove la tematica lo richieda, fornendo un ritratto ancora più completo dei personaggi di cui trattano i diversi servizi giornalistici; Il direttore Troise ha più volte sottolineato che il suo settimanale si occupa non solo di quanto avviene nella nostra città, ma è un vero e proprio occhio sulla nazione e sul mondo, a partire dalle città limitrofe per poi estendersi alla trattazione di quanto avviene in luoghi lontani; la presentazione di Troise, inoltre, si trasforma, grazie alla piacevolezza delle descrizioni, in uno spaccato storico-culturale relativo alle nostre zone, aspetto al quale si affiancano notizie di ogni genere, dal disagio degli ultimi ai problemi mentali, dalla politica alla musica, dallo sport alla religione. La trasmissione di presentazione del settimanale diventa un gradevole momento di informazione e di “formazione” potremmo dire senza tema di smentita, poiché il direttore Troise fornisce al lettore/ spettatore una conoscenza completa delle tematiche in oggetto. Con competenza

e garbo, egli, che può, a giusta ragione, definirsi “la voce storica del giornalismo casoriano”, riesce a coinvolgere il pubblico non solo, appunto, presentando il settimanale ma anche intervistando personaggi di spicco del calcio o della politica, così come, nel contempo, affronta temi scottanti mediante “faccia a faccia” con gli interlocutori di turno, esperti di problemi cittadini ancora irrisolti. Il direttore dà voce a chi non ha voce, facendo sì che vengano posti in evidenza questioni annose, che, nel tempo e nella palese indifferenza di chi ‘poteva’ e non ha agito, sono ormai incancrenite, come, ad esempio, il problema ambientale locale. Insomma, la trasmissione in esame merita di essere seguita dal popolo del web poiché vengono affrontati, con cognizione di causa, i problemi del nostro tempo in quello che può definirsi un filo diretto con il pubblico, il quale ha l’opportunità di interagire simultaneamente col direttore Troise. Non vi è nulla che Nando, nel suo programma, lasci al caso, mostrando particolare attenzione alle responsabilità di cui molti si spogliano; tra i tanti servizi, vale la pena citare quello relativo alla questione di quanti non hanno trovato accoglienza nel territorio casoriano, vale a dire i ROM, la cui questione fu liquidata, a suo tempo, da chi di dovere, con un discutibile umorismo. A questo tema sono tanti gli altri che si aggiungono e vengono dibattuti in trasmissione e il tutto offre allo spettatore prima e al lettore

MARGHERITA DE ROSA

poi la possibilità di riflettere, così che il giornalismo si trasforma in uno sprone a rivedere la propria condotta di vita, la personale coerenza d’azione: insomma, una trasmissione da seguire per essere, sì, informati, ma che si rivela i soprattutto a favorire la partecipazione alla dimensione del bene comune, a cui si accede per il tramite della conoscenza di quella che è la politica, e non solo, ma anche sviscerando gli aspetti morali, etici, umani, che ‘l’essere cittadino consapevole’ di una comunità obbligatoriamente richiede.

Questo è quanto il direttore Troise si impegna a realizzare attraverso i media, per cui non gli si può che essere riconoscenti per “La Copertina”, trasmissione completa ed esaustiva, ma, in special modo, per aver fatto e continuare a fare, un giornalismo attivo, qualsiasi possa essere il canale informativo utilizzato, poiché è nel suo stile “vivere” i fatti con passione, così che il lettori/spettatori si immergano in essi, apprendendo l’arte che caratterizza la vera democrazia: l’esserci, a fatti e non a parole. Pertanto, seguire “La Copertina” è un modo per capire l’oggi, ricordando il passato e proiettandosi nel domani con maggiore consapevolezza. Al direttore Troise, dunque, va tributato il merito di concorrere, grazie al suo giornalismo, alla crescita “critica” dei casoriani e di quanti si avvicineranno a questa trasmissione e al suo settimanale di autentico giornalismo-verità.

IL MITO DI OSIMHEN

Il calcio è una fede, su questo non si discute ed è un credo al quale si aderisce fin da piccoli ma è evidente che necessita la mediazione di un “mito”, mito che nel nostro caso è Osimhen, del quale è diventato amico un giovanissimo ragazzo, di origine casoriane. Il nostro piccolo, con mamma e papà, vive a Torino e gioca ad Alpignano, mentre nonno Peppe, nonna Maria e zio Marco continuano ad essere nostri concittadini. Non ci è non nota la modalità con cui il piccolo sia riuscito a porsi in contatto col grande campione, certo è che le foto che accompagnano il presente articolo mostrano un legame forte e corrisposto da parte del gioca-

tore verso questo bambino che, sicuramente, spera di poterlo imitare.

Cosa augurare al nostro giovane amico se non di perseverare in questa passione, che, se libera da interessi alternativi e da intrallazzi poco chiari, resta una delle più belle, soprattutto per i ragazzi, che, inseguendo un pallone, inseguono un sogno, sogno che, se affiancato dal talento, si trasforma in un meravigliosa realtà, umana e sportiva.

Questo è quanto auguriamo al nostro giovane amico, mentre ad Osimhen chiediamo di mettercela tutta perché Napoli sia campione d’Italia per la terza volta.

12 DOMENICA 30 APRILE 2023

GIOVANI TALENTI: NICOLA POLESE

Nella bella cornice del teatro “Don Orione” di Ercolano, il 19 e il 21 aprile uu.ss., l’Associazione “Iubilate Deo” ha presentato lo spettacolo intitolato “Un Magico Elisir”; in forma scenica, su musiche di Gaetano Donizetti, Solisti, Coro e Orchestra hanno allietato il pubblico con la loro bravura, frutto di talento e preparazione. Ha concorso al successo della performance anche il melodramma donizettiano, caratterizzato da quella leggerezza che coinvolge l’ascoltatore, trasmettendogli energia e facendogli respirare la freschezza di un’atmosfera nuova e leggiadra. Una caratteristica, questa donizettiana, che non conosce tramonto, in quanto, anche noi, donne e uomini del terzo millennio, non possiamo mostrarci indifferenti ad un’espressione musicale che alleggerisce gli spiriti, li risolleva, li rallegra, donando emozioni particolari, che sembrano facilitare l’instaurarsi di una relazione umana, che avviene inizialmente sulla scena per poi proiettarsi sull’uditorio. Chiaramente, il valore dell’arte donizettiana è stata resa “godibile a 360°” grazie alla bravura degli interpreti, giovani artisti, dotati, come già sottolineato, di un indiscutibile talento: protagonisti ineccepibili dell’encomiabile rappresentazione sono stati: i soprano Maria Teresa Polese e Martina Sannino, che hanno, rispettivamente, interpretato il ruolo di Annina e di Giannetta; il tenore, Gianluca Pantaleone, che ha impersonato il personaggio di Nemorino; il baritono, Giuseppe Todisco, cha ha interpretato Belcore, e il basso, Francesco Auriemma, che ha vestito i panni di Dulcamara. Fiore all’occhiello delle due splendide serate, il giovanissimo direttore dell’Ensamble orchestrale, vale a dire il maestro Nicola Polese, figlio del noto tenore Michele, studente di composizione presso il Conservatorio San Pietro a Majella

di Napoli. La direzione artistica è stata affidata ad un altro talento storico, cioè al maestro Giuseppe Polese, supportato nella regia da Liborio Preite, mentre scenografia e costumi sono stati curati da Ornella Iezzone. Vale la pena delineare, a questo punto, con maggior precisione, la personalità del piccolo/grande Nicola Polese, come già detto, figlio d’arte, dotato di un innato, naturale talento; appena venticinquenne, ha già da tempo conseguito il diploma in pianoforte col massimo dei voti al conservatorio San Pietro a Majella; attualmente, come già evidenziato, studia composizione presso lo stesso conservatorio, e, a breve, intraprenderà il percorso che lo condurrà ad essere direttore d’orchestra. E’ lampante, comunque, già da queste prime performance che Nicola è più che incline a tale ruolo, che pone in essere con determinazione, competenza, elementi a cui si affianca una non comune volontà di trarre da coloro che dirige il massimo dei risultati; si evince, inoltre, in lui, un grande rispetto per quanti sono

affidati alle sue cure artistiche, poiché egli mostra una capacità empatica non sempre riscontrabile in chi ha la responsabilità di rendere perfetto chi tale non è, musicalmente parlando: ma Nicola ci riesce, si lascia seguire senza fatica, nella certezza che quanto egli indica, senza esigerlo e non pressando i suoi allievi, per cui sono assicurati risultati eccellenti, dovuti proprio ad un modo di procedere che fa sì che tutti vogliano quello che lui stesso vuole: un vero artista, non promettente, ma di già assurto ad un livello di perfezione che gli spianerà la strada del successo internazionale, perché nella sua determinazione, nella sua professionalità, non disgiunta da una tangibile umiltà, Nicola è già un grande, quindi l’ad majora è un auspicio che minimizzerebbe quanto di straordinario ha finora posto in essere, quindi, auspichiamo di poterlo vedere al più presto annoverato tra i più grandi direttori della storia musicale italiana e internazionale, poiché ne ha capacità e lo merita nella maniera più assoluta!

13 DOMENICA 30 APRILE 2023
MARGHERITA DE
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ROSA
14 DOMENICA 30 APRILE 2023

SALVATORE IAVARONE

CIRCUMVALLAZIONE ESTERNA: LA SITUAZIONE NON È TOLLERABILE

Ritorniamo dalle pagine di questo giornale per parlare della vicenda della rampa della Circumvallazione esterna uscita Casavatore – Casoria. Il nostro giornale si era già occupato di questa storia, con articoli a mia firma e in particolare con una serie di interviste ed articoli del direttore Nando Troise.

La rampa chiusa è di competenza di Città Metropolitana, ma insiste sul territorio della città di Napoli, anche se serve i cittadini di Casavatore e Casoria.

La rampa era stata chiusa per inagibilità, e da quel momento è diventata una discarica a cielo aperto, un posto di facile accesso per quanti hanno la necessità di abbandonare ogni tipo di rifiuto, in particolare inerti. Dopo il clamore mediatico, la rampa era stata ripulita, me essendo ancora inagibile era stata chiusa nuovamente, e la conseguenza è stata il riformarsi di una discarica a cielo aperto. Ora serve un azione sinergica, che porti alla riapertura della strada contestualmente la pulizia.

Nei giorni passati è stata Europa Verde a riaccendere i riflettori sulla vicenda, da rappresentante del consiglio federale nazionale di Europa Verde sono stato sul posto con il deputato Francesco Borrelli

e diversi esponenti del partito, tra i quali Pugliese Rosario, Barbato Antonio e Castaldo Francesco.

Abbiamo chiarito che serve un intervento immediato di Città Metropolitana di Napoli competente per l’intera strada, ci siamo attivati per una riunione congiunta tra Città Metropolitana, Comune di Napoli, Comune di Casoria e Comune di Casavatore, e poi contatteremo la prefettura se non si trova una soluzione immediata. Ma i residenti del luogo devono darci una mano ed essere protagonisti, non possono delegare e stare a guardare, infatti stiamo organizzando un comitato cittadino che riunisce i residenti dei tre Comuni che vivono nella prossimità di questo svincolo.

La situazione assurda, è che anche un secondo svincolo è stato chiuso a pochi metri, ma questa volta la competenza è tutta del Comune di Napoli, lo svincolo in entrata ed uscita, sarebbe troppo stretto e non rispetterebbe i parametri di larghezza previsti dalla norma.

Ma non finisce qui, infatti, proprio sotto questo svincolo vi è anche un ex sotto-

passo in disuso, in passato occupato da rom, che è totalmente coperto da rifiuti di ogni genere, un’area che ricade nel Comune di Napoli e che deve essere bonificata il prima possibile. Insomma una situazione che è una vera bomba ecologica a pochi metri da parchi di nuova costruzione.

Continueremo a seguire con la massima attenzione questa situazione e ci faremo promotori della riunione che metterà intorno ad un tavolo tutti gli attori di questa vicenda.

15 DOMENICA 30 APRILE 2023

MICROBIOTA INTESTINALE E CANCRO: UNA GRANDE OPPORTUNITÀ!

Il microbioma intestinale umano è un ecosistema complesso che può mediare l’interazione dell’ospite umano con il suo ambiente.

Se consideriamo che nel nostro intestino ci sono più di 100 trilioni di batteri e che questi aiutano a modulare le funzioni di sviluppo, le difese immunologiche e nutrizionali del nostro organismo, non possiamo escludere il suo potenziale coinvolgimento con lo sviluppo di varie patologie, tra le quali quelle tumorali, in caso di disbiosi, ovvero condizione di squilibrio nella composizione e nella funzione del microbiota.

I tumori sono patologie croniche molto diffuse nei Paesi più industrializzati e causano gravi oneri sanitari oltre che umani. Da qualche anno sono in corso studi clinici per comprendere il ruolo svolto dal microbiota intestinale nella prevenzione e nella gestione dei tumori. Questo significa che vale la pena prestare molta attenzione agli impatti che può avere il microbiota intestinale sulla nascita e lo sviluppo di tumori, come i tumori del colon, del fegato e della mammella. Inoltre, aspetto non meno importante, è stato dimostrato che il microbiota intestinale può influenzare anche la chemioterapia e l’immunoterapia in atto in un paziente. Infatti, il microbioma intestinale influenza l’efficacia del blocco del sistema PD-1 e del CTLA-4, nonché di altri importanti fattori biochimici e cellulari. Tuttavia, molte domande rimangono ancora senza risposta. In primo luogo, sono necessari approfonditi studi scientifici per comprendere quali fattori siano responsabili del cambiamento nella composizione del microbiota intestinale e l’instaurarsi delle disbiosi.

Tra tutti i fattori che influenzano il microbiota intestinale e il suo fondamentale benessere, la dieta è il più influente ed è facilmente modificabile a causa della notevole diversità e variabilità alimentare, specialmente nei Paesi occidentali. I prebiotici, le fibre alimentari, gli acidi grassi a catena corta e altri composti bio-

attivi sono tutti importanti componenti dietetici utili per la crescita del microbiota benefico intestinale, il quale può proteggere dai tumori e promuovere la salute umana. I loro effetti benefici possono essere dovuti alla fermentazione delle fibre alimentari, al metabolismo di agenti fitochimici, alla sintesi di estrogeni e alle interazioni con chemioterapie e immunoterapie.

Grazie al più facile accesso ai dati relativi al genoma delle cellule umane e del microbiota, oggi abbiamo fatto notevoli progressi nel comprendere le relazioni tra il microbioma e lo sviluppo di particolari patologie definite critiche per l’impatto che hanno nella vita sociale. Una grande sfida che si pone oggi è rappresentata dallo svelare il modo in cui integriamo i dati del microbioma in approcci di medicina di precisione per la prevenzione, la diagnosi e il trattamento di malattie come il cancro. Il tratto gastrointestinale è il luogo del nostro corpo non solo più densamente popolato di microrganismi, ma anche con la più elevata diversità genomica. Il carcinoma colorettale (CRC) è il terzo tumore più diffuso al mondo ed è in aumento negli individui di età inferiore ai 50 anni. Questa patologia, tra l’altro critica e debilitante, è associata a specifici fattori dietetici e schemi alimentari che influenzano il mi

crobiota intestinale. Pertanto, la natura del microbiota può essere determinante per la prevenzione, la diagnostica e la terapia del carcinoma colorettale grazie anche all’uso di specifici agenti batterici. La manipolazione del microbiota intestinale, nel tentativo di migliorare i risultati clinici, rappresenta un altro importante traguardo in oncologia. Attualmente sono oggetto di studio diversi metodi per modificare in modo benefico il microbiota intestinale, mediante l’uso di prebiotici, probiotici, trapianto di microbiota fecale o mediante l’uso di una capsula riempita di specifici ceppi batterici. Tutti questi studi sono in fase di sperimentazione e ulteriori sono in corso per comprendere la biologia, la farmacocinetica, la durata ottimale di questi potenziali interventi al fine di migliorare i risultati nei pazienti affetti da cancro. Pertanto, la natura del microbiota può essere determinante per la prevenzione, la diagnosi e la terapia del CRC grazie anche all’uso di specifici agenti batterici. Quest’approccio sarà l’arma più efficace per affrontare la lotta non solo verso il carcinoma colorettale ma per tutte le altre forme tumorali.

È proprio il caso di dire che abbiamo il dovere di trattare bene il nostro migliore alleato, ovvero il microbioma intestinale.

16 DOMENICA 30 APRILE 2023
PAOLO
GRIECO
-
PROFESSORE ORDINARIO IN CHIMICA FARMACEUTICA E TOSSICOLOGIA DIPARTIMENTO DI FARMACIA UNIVERSITA’ FEDERICO II - NAPOLI

È USCITO AMORE E GUERRA A BERLINO, IL NUOVO DISCO DELL’ECLETTICO FEDERICO MARCHIORO

Si intitola Amore e guerra a Berlino, il nuovo disco del cantautore, poeta, scrittore, pittore e operaio, Federico Marchioro. Il titolo dal sapore epico, richiama una stagione cinematografica hollywoodiana di altri tempi, Amore e guerra a Berlino si propone come un concept album sul lato oscuro della globalizzazione. È la globalizzazione bellezza! è il primo singolo estratto, accompagnato dal videoclip.

“Cadute le grandi ideologie di massa del secolo Novecento, l’arte, la musica, hanno il compito di raccontare la nostra più stretta contemporaneità politico, sociale, attraversata dallo scontro in atto tra sovranismo e globalizzazione” -dichiara con forza Marchioro-.

Cinque tracce inedite e una cover di De Gregori, L’abbigliamento di un fuochista, cantata insieme all’artista Luca Bassanese, ci consegnano un Marchioro cantastorie di denuncia, “narratore” controcorrente del suo tempo, che parla di operai, precarietà del lavoro, di migranti e diritti umani violati.

Saldamente ancorate alla migliore tradizione della musica d’autore degli anni ‘70, con ammiccamenti, qua e là, all’underground, all’elettronica, al teatro canzone di gaberiana memoria, Kurfurtenstraße, È la globalizzazione bellezza!, I professionisti della pace, si stagliano decise contro la grande piramide del capitalismo e del

libero mercato, Babilonia dell’iniquità e disuguaglianza sociale. “In queste canzoni, tutte nate prima della pandemia, -continua-, ho cercato di raccontare la solitudine, l’emarginazione e la rabbia sociale celate dietro la grande narrazione del libero mercato e del capitalismo come unico mondo possibile, è il lato oscuro del grande luna-park della globalizzazione che emerge in queste canzoni.” Amore e guerra a Berlino è prodotto da Stefano Florio per etichetta AIDA MUSIC. Questa è la tracklist completa dell’album:

1. È la globalizzazione bellezza!

2. Che Guevara sta suonando l’armonica

3. I professionisti della pace

4. L’abbigliamento di un fuochista

5. Kurfurtenstraße

6. La canzone del grande fuoco

In copertina: Amore e guerra a Berlino (Federico Marchioro, colori acrilici e matita a carboncino su carta): “Due ragazzi si baciano, vivono la loro storia d’amore, tra le luci e le ombre del luna-park di una grande metropoli. All’orizzonte l’oscuro presagio di un qualcosa che verrà, una guerra, una catastrofe nucleare. È la precarietà del nostro essere contemporanei, in eterna lotta tra bene e male, tra amore e guerra”.

17 DOMENICA 30 APRILE 2023
ELENA TORRE
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18 DOMENICA 30 APRILE 2023
w w w . c a s o r i a m b i e n t e . i t

FABRIZIO KÜHNE

PIZZA VILLAGE, DAL 16 AL 25 GIUGNO, ALLA MOSTRA D’OLTREMARE

Gli organizzatori dell’evento, dopo l’accordo con il Comune di Napoli per il cambio di sede, trovano piena intesa per l’attuazione del progetto con i vertici dell’Ente fieristico.

Definita la sede del Pizza Village, in programma dal 16 al 25 giugno p.v. a Napoli, l’evento si svolgerà alla Mostra d’Oltremare. Dopo l’intesa con l’Amministrazione comunale, grazie ad un costruttivo confronto programmatico con il sindaco Gaetano Manfredi e l’assessore al Turismo Teresa Armato, per definire il trasferimento dal lungomare Caracciolo alla nuova sede, oggi è si è trovato l’accordo attuativo del progetto con i vertici dell’ente fieristico.

“La scelta della Mostra d’Oltremare di Napoli per l’undicesima edizione del Pizza Village conferma il suo ruolo di grande attrattore culturale e ricreativo per la città - dice Remo Minopoli, presidente dell’ente -. Ringraziamo l’amministrazione comunale per la fiducia, siamo già al lavoro sulle questioni organizzative”. Soddisfazione anche da parte della consigliera delegata: “Il Pizza Village - aggiunge Maria Caputo, CD di MdO - dimostra ancora una volta che la Mostra è uno spazio poliedrico a disposizione della collettività, in grado di ospitare manifestazioni di rilievo nazionale. Tutto questo rientra nella visione che il Consiglio di amministrazione in carica intende proporre nel piano di sviluppo dei prossimi anni”.

Sarà dunque il quartiere fieristico d’Oltremare ad ospitare, per dieci giorni (ven.16 - dom.25), la manifestazione simbolo dell’incoming turistico e della promozione territoriale più importante della città di Napoli. Una soluzione che soddisfa tutte le parti, come sottolineano gli organizzatori: “Una nuova strategia in linea con la mission del progetto pensato 15 anni fa – spiega Claudio Sebillo, Ceo di Oramata Grandi Eventi titolare della manifestazione –, che garantirà la costante crescita di un evento che favorisce la promozione del territorio e della cultura partenopea e di conseguenza l’arrivo di turisti in città”.

Importante anche la conferma dei partner strategici dell’evento, come ha spiegato Alessandro Marinacci: “Le nuove intese - continua il Ceo di Oramata -

sono infatti fondamentali anche per la progettualità condivisa con i partner del Pizza Village, come il Campionato mondiale del Pizzaiolo Trofeo Caputo o l’intrattenimento musicale realizzato in collaborazione con RTL 102.5. Ora dobbiamo lavorare, in tempi strettissimi, per confermare la qualità di un evento che, per indotto e volano, genera economia e visibilità internazionale”.

Sono proprio Antimo Caputo e Lorenzo Suraci, rispettivamente AD del Mulino e presidente dell’emittente nazionale RTL 102.5, a confermare l’adesione al nuovo corso del Pizza Village. “Il Pizza Village è il più grande villaggio globale della pizza, che si svolge nella sua sede naturale, nella capitale della pizza: Napoli – spiega Antimo Caputo, AD di Mulino Caputo -. Il Campionato mondiale del Pizzaiolo, che quest’anno celebra la sua 20esima edizione con le giornate di gara previste il 19-20-21 giugno, sposa questa filosofia. Quest’anno, inoltre, in occasione del ventennale, si prevede una ancor più significativa partecipazione di stranieri da ogni continente”. “Napoli è bellezza, colore, musica, profumi, sapori. Napoli è Napoli, e come Napoli…nun ce n’è... a Napoli c’è lei, una sola regina, sua maestà, la pizza! Venite a Napoli e ascoltate RTL 102.5 dall’evento più gustoso dell’anno: Pizza Village, alla Mostra d’Oltremare, Napoli, dal 16-25 giugno. vi aspettiamo, più di un milione, all’ascolto di RTL 102.5”.

20 Maggio 2023 presso gli studi dell’emittente Hashtagtv ci sarà il Festival della canzone napoletana…

Tanti sono gli artisti che parteciperanno, tanti saranno gli ospiti che onoreranno con la loro presenza e il tutto accompagnato da una giuria d’eccezione come il M. Vincenzo Polverino, Carmine Frungillo e Alessandro Fiorello.

19 DOMENICA 30 APRILE 2023
“UNA VOCE PER NAPOLI” IL FESTIVAL TARGATO U&S RECORD’S OP MUSIC

AL VIA LA IIa EDIZIONE DEL MEMORIAL PASQUALE APICELLA - GIOVANNI VIVENZIO

Anche Prestinuova tra gli sponsor del torneo di calcio ad 8 che ricorda i due poliziotti morti in servizio Appuntamento domenica 28 e lunedì 29 maggio 2023: palla al centro al Complesso Kennedy di Napoli

Un evento sportivo per ricordare il sacrificio di due valorosi agenti della Polizia di Stato, Pasquale Apicella e Giovanni Vivenzio, morti mentre erano in servizio.

Le finali per entrambi le categorie: Polizia di Stato e Professional, si terranno sabato 27 e domenica 28 maggio 2023 al Complesso

Kennedy di Napoli, sito in via Camillo Guerra, 60.

Si tratta della seconda edizione del torneo amatoriale di calcio a 8 che i colleghi poliziotti di Apicella e Vivenzio, ovvero, gli agenti Massimiliano Fenza e Antonio L’Astorina hanno voluto

organizzare per il secondo anno consecutivo per onorare la memoria di due rappresentanti delle Forze dell’Ordine, che non si sono sottratti al proprio dovere di custodi assoluti della legalità. Oltre 650 i partecipanti, tra colleghi e appartenenti agli Ordini professionali, che per la prima volta hanno aderito all’iniziativa.

Le donazioni raccolte nel

corso dei tre mesi di gioco andranno alla Fondazione Ospedale SantobonoA.O.R.N. Santobono-Pausilipon.

Dopo BNT Banca nel 2022, a sponsorizzare questa seconda edizione sarà Prestinuova: giovane e dinamica agenzia in attività finanziaria di BNT Banca (Banca della Nuova Terra del Gruppo Banca Popolare di Sondrio)

specializzata nel credito al consumo con particolare riguardo alla Cessione del Quinto.

L’organizzazione del torneo conterà sulla presenza del dott. Sergio Caiazza, agente di Prestinuova sul territorio di Napoli e impegnato da tempo in iniziative volte al sociale e alla valorizzazione della legalità e dell’impegno civile.

20 DOMENICA 30 APRILE 2023
RICEVIAMO
MIMMO CAIAZZA
E PUBBLICHIAMO DA

MICHELANGELO IOSSA

TORNA IL SALONE DEL LIBRO - CITTÀ DI PORTICI

DAL 4 AL 6 MAGGIO 2023 IL MUSEO NAZIONALE FERROVIARIO

DI PIETRARSA OSPITA LA SECONDA EDIZIONE DELLA KERMESSE CAMPANA DEDICATA AL LIBRO E ALL’EDITORIA

Tra gli ospiti della seconda edizione: Dacia Maraini, Maurizio De Giovanni, Lorenzo Marone, Chiara Gamberale, Marino Niola ed Elisabetta Moro.

Alle 10.00 del 4 maggio il taglio del nastro: oltre 50 autori, 30 case editrici, decine di eventi.

Sarà il Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa ad ospitare, dal 4 al 6 maggio 2023, Libri in viaggio, la seconda edizione del Salone del Libro – Città di Portici organizzato dal Liceo “Quinto Orazio Flacco” di Portici (NA).

“Più di 50 autori, 30 case editrici, decine di eventi tra laboratori, tavole rotonde, presentazioni, spettacoli teatrali e musicali animeranno la tre-giorni del Salone del Libro.

L’evento vedrà la partecipazione di partner e sponsor importanti, rappresentanti delle istituzioni, non solo territoriali e, soprattutto, il coinvolgimento di tutte le scuole del territorio. - commenta orgogliosa la dirigente scolastica del Liceo “Flacco”, Iolanda Giovidelli - Questi dati fotografano lo straordinario sforzo organizzativo condotto dallo staff della nostra scuola che ha costruito questo appuntamento con infaticabile impegno. A tutti quanti va il mio personale ringraziamento che, naturalmente, estendo a chi con forza e convinzione ha sostenuto e concorso a realizzare questo progetto: Fondazione FS Italiane, Museo Ferroviario di Pietrarsa, Regione Campania, Comune di Portici, Museo Diocesano di Napoli, con la collaborazione, tra gli altri, di Centro San Ciro e Banca di Credito Popolare”. Autori e case editrici rappresentano un equilibrato mix di realtà nazionali e di espressioni del territorio. In qual-

che caso, come Maurizio De Giovanni, i due elementi si fondono: il popolare scrittore ha, infatti, trasformato Napoli nel più affollato set della serialità televisiva.

Oltre a lui, tra gli ospiti più attesi, Dacia Maraini - che riceverà la cittadinanza onoraria da Vincenzo Cuomo Sindaco del Comune di Portici - Chiara Gamberale, Lorenzo Marone, Ugo Cardinale, Michelangelo Iossa, Marino Niola ed Elisabetta Moro. Uno spazio notevole sarà assicurato alla poesia, grazie al contributo di alcuni tra i più noti protagonisti del settore in Italia.

L’anteprima del Salone del Libro di Portici è prevista al Museo Diocesano di Napoli, il prossimo 27 aprile, con la tavola rotonda “Dalla cattiva strada alla retta via”, che vedrà la partecipazione, tra gli altri, di Monsignor Adolfo Russo, Nino Daniele, Gianluca Guida, Samuele Ciambriello.

“Alcuni dei laboratori – prosegue la d.s. Iolanda Giovidelli – si svolgeranno nella vicina sede del liceo, in via Scalea, 30. Si tratta di attività pensate soprattutto per i nostri giovani, ai quali è essenzialmente dedicata la manifestazione.

Realizzati con la partecipazione di prestigiosi protagonisti del panorama culturale italiano, i laboratori vedranno protagoniste le scuole del territorio. I redattori di Comete, il nostro giornale scolastico on-line, cureranno l’ufficio

LIBRI IN VIAGGIO www.casoriadue.it

stampa della manifestazione. La testata, regolarmente registrata, grazie a una convenzione con l’Ordine dei Giornalisti, permetterà ai nostri studenti di diventare pubblicisti al termine del percorso previsto dalle norme vigenti.

Nella giornata di apertura ci sarà un dibattito dedicato alla condizione della donna e l’attrice Cristina Donadio ci emozionerà con letture drammatizzate dal libro “D” di Angela Procaccini. Nella giornata di chiusura è previsto un evento al quale tengo molto che sarà introdotto dall’Assessore regionale all’Istruzione Lucia Fortini: si tratta di una tavola rotonda, moderata dal Presidente dei Maestri di Strada Cesare Moreno, alla quale prenderanno parte, oltre al prof. Mantegazza, gli studenti di diversi istituti del territorio per raccontare la loro idea di scuola”.

Il leit motiv della manifestazione è il viaggio.

L’itinerario tra dimensione letteraria e vivere quotidiano è illustrato nel manifesto di presentazione: “Ogni libro rappresenta un porto sicuro o un rifugio segreto, una fuga dalla realtà, ma anche un’opportunità di crescere e di mettere in discussione sé stessi, le proprie scelte e la propria visione del mondo”.

“Quando si legge – conclude la Giovidelli – la storia non appartiene più all’autore o ai personaggi, ma diventa parte integrante di noi stessi e della nostra vita”

21 DOMENICA 30 APRILE 2023

La terza tappa del concorso Miss Grand International Italy si svolgerà all’ippodromo di Agnano, nell’ambito della 74^ edizione della Lotteria Italia di trotto, lunedì 1° maggio, a partire dalle ore 18.30, organizzata dal responsabile per la Campania del concorso, Franco Capasso. Le ragazze dai 13 ai 18 anni concorreranno per la fascia di Miss Mascotte, mentre le vincitrici, della fascia d’età dai 18 ai 28 anni, passeranno alle finali regionali del concorso internazionale.

In passerella con le coreografie di Rosanna Giaquinto e la voce di Enzo Costanza, anche molti artisti: Aigul Duisheva con le sue performance luminose, Laura Misticone (attrice), Massimiliano Cimmino (imitatore), il musicista di classica napoletana Sossio Grimaldi, Genny Nugnez, Pina Spinosa e il sosia di Cristiano Malgioglio. Prima del concorso di bellezza, alle ore 13 circa, dieci ragazze partecipanti al concorso sfileranno sulle auto d’epoca insieme alla Miss Grand International Mascotte, Giada Cinquegrana.

La band britannica The Police, con il suo frontman Sting, ha recentemente organizzato un concerto nel carcere di Secondigliano, a Napoli. Il concerto, che ha visto la partecipazione di circa 400 detenuti del carcere, è stato organizzato in collaborazione con l’associazione culturale “In-Carcere”.

Durante lo spettacolo, Sting ha eseguito alcuni dei suoi successi più famosi, tra cui “Roxanne” e “Every Breath You Take”, ma ha anche suonato alcune canzoni del suo album più recente, “The Bridge”. Il concerto è stato un’esperienza emozionante e coinvolgente per Sting e per i detenuti, che hanno avuto l’opportunità di assistere a uno spettacolo dal vivo all’interno delle mura del carcere. L’iniziativa è stata un successo e ha dimostrato l’importanza di portare la cultura e l’arte all’interno delle carceri. L’obiettivo dell’evento è stato quello di offrire ai detenuti un’opportunità di svago e di riscatto attraverso la musica e l’arte.

In questo senso, il concerto è stato un’esperienza significativa, sia per i detenuti che per l’artista, poiché ha dimostrato come la musica e l’arte possano essere utilizzate per promuovere il benessere e la riabilitazione dei detenuti.

Sting ha espresso la sua soddisfazione per il successo dell’evento e ha sottolineato l’importanza di continuare a promuovere l’accesso alla cultura e all’arte all’interno delle carceri. L’evento rappresenta un’importante iniziativa di inclusione sociale e dimostra come la cultura possa avere un ruolo significativo nella riabilitazione dei detenuti.

Il concerto di Sting nel carcere di Secondigliano è stato un evento unico che ha offerto un’opportunità preziosa ai detenuti di assistere a uno spettacolo dal vivo di un artista famoso. L’iniziativa è stata un esempio di come la musica e l’arte possano essere utilizzate per promuovere il benessere e la riabilitazione dei detenuti, offrendo loro un’occasione di svago e di riscatto.

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22 DOMENICA 30 APRILE 2023
STING E THE POLICE IN CONCERTO AL CARCERE
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FRANCESCO CELIENTO TERESA D’ANGELO ALL’IPPODROMO DI AGNANO IL 1° MAGGIO LA TAPPA DI MISS GRAND INTERNATIONAL
DI

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n. Reg. 5116 del 28/02/2000

Editore

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Direttore Responsabile: Ferdinando Troise

WEB: C&C CENTRO STAMPE SRL - CASORIA

Questo numero è stato chiuso il 27 aprile 2023

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