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CLIMATE CLAIM: MEZZA ITALIA TRAVOLTA DALL’ACQUA. INONDAZIONI ANCHE A CASORIA
Negazionisti e terrapiattisti di tutto il mondo: rassegnatevi! Il cambiamento climatico non è l’ennesima teoria complottista imbastita dagli untori del Covid19 per rallegrarci con l’ennesima crisi globale nel caso non ci fossero bastati pandemia, ritorno dei talebani, guerra in Ucraina, repressione violenta, inflazione alle stelle, crisi di sistema, collassi economici, stragi nel Mediterraneo, guerra in Sudan, pericolosi rigurgiti vetero nazionalisti e chi più ne ha più ne metta. Finché con pietismo peloso guardavamo alla TV rimbalzare da Indonesia e disperati dintorni nelle nostre pupille le strazianti immagini di tsunami apocalittici, terremoti devastanti, immanenti colate laviche rigurgitate dalle profondità degli Inferi e risputate fuori a cancellare intere regioni, sentendoci al sicuro nelle confortevoli braccia delle nostre comode poltrone, tutto in fondo sembrava poco più realistico di uno di quei fantasy apocalittici che fanno la fortuna delle grandi Major hollywoodiane, di quelle che magari, finito il telegiornale sceglievamo in coerente continuità emozionale per trascorrere la serata e tirare l’ora di andare a letto a fare per contrappasso sogni belli.
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Che strane bestie ce stanno dint’a ‘stu bosco! Mi viene da pensare parafrasando una celebre battuta di un ancor più celebre film del Principe della risata. Che strane bestie siamo, davvero. L’unica specie vivente affetta da delirio di onnipotenza divina, convinta che ogni vivente e ogni elemento minerale esista per essere asservito ai suoi capricci senza alcuna contropartita. L’unica bestia che uccide per il gusto di farlo, che avida accumula immemore della propria caducità e dell’assenza di tasche del più prezioso sarcofago, insaziabile e rapace, corrotta dall’avidità e della smania di sopraffazione. L’unica che costruisce la propria distruzione giorno per giorno con le sue stesse mani e poi si meraviglia quando, guarda un po’, le conseguenze della sua scelleratezza le ricadono addosso.
E anche in quel caso la colpa è sempre di qualcun altro. Imperativo categorico: la colpa è sempre di qualcun altro e il cattivo non sono io. Bah. Durante la pandemia cantavamo dai balconi, ci illudevamo che da una prova generale di annientamento di tale annichilente portata saremmo tutti usciti mondati dai peccati originali e non. Uomini nuovi saremmo stati, consapevoli del valore dell’esistenza e della necessità di preservare ogni più piccola e umile creatura, pervasi da un afflato di fratellanza universale che ci portava a cantare Abbracciame sui balconi con un’unica voce vibrante di emozione e promesse.
E invece. Siamo maestri dell’oblio, specializzati nel dimenticare le promesse, come i fioretti fatti ai Santi e alle Madonne nell’urgenza del pericolo e puntualmente disattesi appena le cose si mettono meglio. Quando poi impreviste e imprevedibili su di noi si aprono le cataratte del cielo e si abbattono le furie degli elementi, ecco arrivare il panico, il dolore, il lutto, la disperazione, l’incredulità del fatto che una catastrofe epocale come la serie di alluvioni che ha travolto l’Italia nelle scorse settimane, devastando soprattutto l’Emilia-Romagna possa essere capitata a noi. Eppure. Per decenza e rispetto non aggiungerò inutili commenti ai milioni di parole e di immagini irradiate dagli schermi televisivi, dai giornali, dalla Rete e da ogni altro canale di comunicazione, ma solo il mio sincero cordoglio e l’auspicio che stavolta riusciremo davvero a fare una seria operazione di consapevolezza e ad assumere tutte le azioni conseguenti. Non solo la Pianura Padana ha subito le conseguenze di quel cambiamento climatico non più vaticinato da visionari allarmisti scienziati pazzi, ma innegabilmente già in atto.
Da Nord a Sud si contano danni, si aggiunge paura a paura, disagi a disagi, dolore a dolore. La stessa Casoria non è stata risparmiata, pur se, fortunatamente, i danni qui sono stati davvero risibili rispetto a quanto accaduto altrove. Salvo che per il discusso caso del sottopasso di cui si è occupato il nostro indomito direttore Nando Troise ne “La foto del giorno” il rotocalco web televisivo di NANO TV del 16 maggio scorso. Cambiamo dunque tono narrativo e raccontiamo la storia, iniziata venerdì 12 maggio intorno alle 14 e conclusasi quattro giorni dopo. Tutti i casoriani conoscono bene quel sottopasso, che diventa fiume da guadare in canotto ad ogni temporale. Figurarsi cos’era dopo le tempeste di maggio.
Ebbene, dalle 14 del 12 maggio al mezzodì del 16 in quel torbido lago che era diventato il sottopassaggio che va da via Concordia a Pietro Nenni attraversando via Gaetano Pelella. è rimasta intrappolata un’auto il cui conducente si era incautamente avventurato a sfidare i marosi. L’auto proveniva da via Pelella e l’intrepido conducente, nonostante il cartello stradale che avvisa del pericolo e vieta il transito in caso di pioggia, ha deciso di sfidare la sorte e lanciarsi nell’acqua convinto forse che la sua berlina bianca full optional possedesse anche alta tecnologia da anfibio militare, come e meglio della Bat-mobile. Risultato: auto annegata e multa da pagare, perché il cartello all’ingresso parla chiaro e con l’acqua alta quel sottopasso non è transitabile. Dura lex sed lex. Conclusione: oltre la beffa il danno e viceversa. Altri allagamenti hanno interessato via Aspromonte e via Montemiletto. Alle 14 la statale Sannitica era un fiume in piena. Il sindaco, sollecitato dall’inarrestabile Nando a rilasciare dichiarazioni, ha candidamente risposto: “Ci sono stati allagamenti in tutta la provincia”, verità sacrosanta, ma commento abbastanza scontato, visto che il direttore intendeva dimostrare al primo cittadino l’unicità assoluta (per quelle che sono le sue conoscenze in merito) del sottopasso casoriano, evidentemente realizzato senza considerare che un passaggio stradale depressionario rispetto alla sede stradale va realizzato tenendo conto della necessità di dotarlo di un adeguato sistema di drenaggio. Vero è che le precipitazioni che si sono abbattute sullo Stivale nelle ultime settimane hanno avuto la potenza distruttiva di vere piaghe bibliche, ma non considerare affatto che quando piove gli avvallamenti diventano pozzanghere è da dilettanti più o meno in buona fede che allo sbaraglio ci mandano gli altri. “Abbiamo provveduto agli espurghi e sono intervenuti i vigili del fuoco”. Mi sembra il minimo sindacale. Ciò nonostante, all’alba di martedì 16 maggio, anzi al mezzodì dello stesso giorno, quando è andata in onda la puntata de “La Foto del giorno” incentrata sugli allagamenti casoriani e in particolare proprio su quello del sottopasso incriminato, la berlina bianca era ancora affondata nella melma al punto che gli agenti della municipale non erano riusciti a leggerle la targa per emettere il doveroso verbale di contravvenzione all’incauto proprietario. Una risposta meno istituzionalmente rigida e piuttosto scontata è stata data al mattatore di NANO TV dall’assessora all’assetto del territorio Tommasina D’Onofrio, la quale ha ammesso che “Purtroppo, finché non partiremo con i lavori definitivi di sistemazione delle pompe, la situazione sarà sempre la stessa” riconoscendo che non di sola pioggia monsonica annega Casoria ma anche di anni di approssimazione (scelgo il termine per salvare la buona fede dei suoi predecessori ove mai ci fosse, ndr) urbanistica comunale. Con cognizione di causa, da tecnico qual è, la dottoressa D’Onofrio rincara: “Quei lavori al sottopasso di Via Concordia furono fatti male,” e poi accende una luce di speranza: “Fortunatamente siamo in grado di terminarli entro questa estate in modo da poterli concludere per quando si andrà incontro alle piogge autunnali”. E tutti a Casoria, direttoremattatore in testa, vogliono confidare nelle sue parole, augurando all’assessora di riuscire a realizzare tutte le opere sulle quali ha promesso il suo impegno, a partire dai piani integrati, chiamati a rendere Casoria una città sostenibile. L’ultimo messaggio che il nostro direttore-conduttore partecipa ai suoi web spettatori è di Giuseppe Notaro, esponente del gruppo FdI casoriano, il quale rende noto che: “Il 26 maggio prossimo proporremo la nostra visione sulla cura e la tutela del territorio, nel corso di una conferenza programmatica che terremo in biblioteca. Del resto, siamo stati gli unici a sollevare il problema idrogeologico del territorio anche nel programma elettorale”. Sarà, intanto la città di San Mauro, mai letteralmente come in questi giorni, fa acqua da tutte le parti. Foto, notizie e commenti del Magnifico DiRettore vi aspettano al link sottostante. https://fb.watch/kz70oqYtO-/