Domenica 6 Giugno

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DOMENICA 06 GIUGNO 2021

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ANNO XXI - N° 23 - DOMENICA 06 GIUGNO 2021

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DOMENICA 06 GIUGNO 2021

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L’EDITORIALE DI NANDO TROISE

UNA CITTA’ IN STATO COMATOSO

Va bene dare i larghi, le piazze e le strade a illustri personaggi non casoriani ma benemeriti e vicini alla Città. Va bene manifestare, con la consulta per le persone con disabilità, per l’accoglienza, l’inclusione e l’integrazione delle persone “diversamente abili”, riunendo le organizzazioni AIAS e ANIDA. Tutte queste iniziative sono lodevoli e giustamente stanno al cuore al Sindaco di Casoria e ai casoriani animati da veri ideali. Va bene pure che siano iniziative di risonanza mediatica. E’ però naturale che tanti casoriani si chiedano se il sindaco non abbia troppe cose da fare per avere qualcosa da dire a chi vive e lavora in città. Casoria versa in uno stato comatoso per assenza totale del trasporto pubblico, poca pulizia, nessun decoro urbano, nessun controllo del territorio e pessimi servizi in genere; blocco opere pubbliche e di ogni progettualità (dagli impianti sportivi ad Arpino). I pochi dipendenti comunali rimasti non fanno altro che emettere grida di dolore. L’alibi del Sindaco per questo “non governo” della città è senza dubbio formi-

IL “NON GOVERNO” Nell’attesa della nuova Giunta Municipale

dabile: non ci sono soldi e ci sono anzi debiti spaventosi che vengono dalle precedenti amministrazioni. Verissimo. Ma, in una simile situazione,

che cosa la cittadinanza deve ragionevolmente aspettarsi dal Capo del “non governo”? In primo luogo, un discorso di verità, pur se fatto di lacrime e sangue, anziché accenni trionfalistici (su turismo religioso, arte contemporanea, cultura). In secondo luogo, basta litigi tra assessori, quelli di vecchia nomina con quelli che la nomina non l’hanno ancora avuta o con quelli che l’hanno rifiutata, tra consiglieri comunali della stessa maggioranza e con altri interlocutori, al di là di chi è e ne sono tanti che sono più o meno abusivi. In terzo luogo, un po’ di ascolto e dialogo, anziché fastidio e insulti, con quanti (istituzioni private, giornalisti, cittadini ecc.) fanno rilievi e avanzano proposte di buon senso. Infine, ma non certo per importanza, un minimo di riflessione, in un clima più sereno e di maggiore coesione sociale, sull’apporto che i privati possono dare per evitare il disastro e l’esasperazione che si va diffondendo. continua a pag. 4


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4 SEGUE DA PAG. 3 Per esempio, se c’è l’emergenza - e l’emergenza c’è – è saggio pensare di affidare a referenziate imprese private alcuni servizi pubblici (poniamo : il trasporto pubblico; la riscossione; ) con gare europee, i cui bandi contemplino nel dettaglio esigenze sociali e prestazioni indispensabili per i cittadini (periferie ecc.).

Il sindaco, da uomo di legge, sa bene che un conto è la proprietà e il controllo di un servizio, un altro conto è la gestione. Ora, per quanto si debba mettere nel conto pure il profitto aziendale, non è che per una sola gestione privata sotto controllo pubblico, va lesa l’intangibile sacralità di un bene comune o di un servizio. Sempre che, è logico, non si voglia difendere a tutti i costi un servizio pubblico che non c’è.

IL SINDACO CALMO

Consigli a RAFFAELE BENE: come conquistare cuori, menti e vittorie

LA PARABOLA DELLA LEADERSHIP

LA CULTURA

La parabola della leadership dovrebbe essere personale, non generica. I vari archi dipendono più da te che dai lavori. Pensaci bene prima di decidere se accettare o meno. ---------------------La transizione da membro di uno staff a leader è meno semplice di quando si pensi. Bisogna capire che, a prescindere da quando un leader possa non dare troppo peso ad alcune sue parole o azioni, ha comunque una grande influenza su chi ha intorno. Prendi le tue responsabilità seriamente, abbi cura delle persone e non abusare del tuo potere. ---------------------Le difficoltà di gestione di una grande organizzazione a volte sono invisibili dall’esterno. Assumere un nuovo ruolo richiede il massimo della coscienziosità. Se non hai svolto bene i tuoi compiti non puoi lamentarti che ti hanno “rifilato una fregatura”. ---------------------Ogni rapporto, con il passare del tempo, può logorarsi, e arriva il momento di cambiare. Mai prenderla sul personale, ogni cosa ha un suo ciclo. Tutto sta nell’essere più produttivi possibili all’interno di questo ciclo. ---------------------La schiettezza nei rapporti con il leader (Sindaco) deve essere tollerata. Anzi, un Sindaco deve incoraggiarla per il suo stesso bene. Non è un’opzione, è indispensabile. ---------------------Trova soluzioni, non perdere tempo a cercare i colpevoli. ---------------------Il rispetto è una valuta le cui quotazioni possono salire o scendere ogni giorno a seconda del tuo comportamento e delle tue scelte, non è la chiave di tutto. ---------------------Non aspettarti sempre lealtà dalle persone con cui lavori. Cerca di motivarle a grandi prestazioni nell’immediato e fai capire che ti importa davvero di loro e della loro crescita professionale. ---------------------La fiducia reciproca è la punta della piramide relazionale, dimostra a chi ti sta intorno che può fidarsi di te e del tuo interesse per le sue capacità dal primo giorno.

L’educazione culturale è efficace. ---------------------Gestire la Giunta Municipale è importante quanto gestire le capacità. La Giunta Municipale ti rappresenta ogni giorno in momenti cruciali. Sii certo che abbiano capito bene i progetti elettorali, e anche il modo in cui intendi utilizzarli. ---------------------Non sempre si ha bisogno davvero di quello che si credeva di volere. I cambiamenti possono essere liberatori: non opporti per partito preso. Presto sarai di ispirazione per altre persone, se riuscirai a far capire loro che sono lì per una ragione. ---------------------La fiducia è indispensabile per delegare mansioni. ---------------------La fedeltà è il fulcro di ogni relazione. Entrare a far parte di una famiglia è difficile, ma una volta entrati lo è ancora di più essere esclusi. ---------------------La fedeltà va dimostrata nei confronti delle persone. ---------------------Sforzati di comprendere la natura della Città di Casoria. Che storia e cultura ha? E’ una realtà piccola o una Città importante? ---------------------Fai dei passi per avvicinarti alla cultura della Città di Casoria in cui sei immerso. Dimostra di essere consapevole del fatto che sei solo un “ospite” in una casa altrui e ne verrai ripagato. ---------------------Non sopravvalutare il valore della fedeltà di assessori e assistenti. Non tutti continuano a crescere alla velocità di cui hai bisogno. Le persone ti giudicheranno in base alla produttività della Giunta che hai costruito, non in base alla tua o alla loro fedeltà. Gestisci le aspettative della gente in modo da proteggere le persone che guidi.


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LA GERARCHIA ---------------------Non avere paura di delegare: nessuno è così bravo da fare tutto. ---------------------Non dare mai l’impressione di star “gestendo” i rapporti. ---------------------Non fare favoritismi, ricorda che si tratta di amministrare il danaro pubblico (che è sacro!!!). ---------------------Devi instaurare e alimentare la miglior relazione con le persone che hai a disposizione. Da questo dipenderà anche il tuo rapporto con la gente (con chi ti ha votato e chi no). ---------------------Fai in modo che la dirigenza ti segua nel tuo percorso. Falle capire che ha voce in capitolo. Parlaci, meglio troppo che troppo poco, illustrale le tue idee – chiave per arrivare alla soluzione dei problemi e gestisci le “grane” che queste idee possono creare. La dirigenza è composta da Rocco, Mancaniello, Sciaudone, Napolitano, Di Napoli. Relazionati agli assessori e agli impiegati – innanzitutto e soprattutto in quanto persone.

LA GIUNTA MUNICIPALE ---------------------Recluta le persone (posti chiave vuoti ce ne sono ancora tanti) in base ai tuoi valori e alla sintonia culturale. Mentre costruisci un gruppo tieni sempre a mente la tua “squadra futura”. ---------------------Evita intermediari (rapporti netti e chiari!). Più passaggi ci sono, più le cose si fanno complicate e si crea spazio per gli equivoci. Se possibile, parla direttamente con la persona interessata: il rapporto personale che hai con lui è la migliore polizza assicurativa nei momenti difficili. ---------------------Non puoi controllare un assessore. Puoi solo dargli le giuste informazioni affinché raggiunga quello che si desidera raggiungere. ---------------------Recluta in base al tuo budget, che spesso vuol dire dai una chance ai giovani. Non aver paura, prendila come opportunità. ---------------------La prima volta che incontri uno dei tanti colloqui che stai a fare (Casoria Ambiente, Avvocatura, P.I., I settore ecc) dimentica l’abc del tuo lavoro, le regole base. Prenditi il tempo per capirlo in quanto persona, capire ciò che lo ha reso quello che è, cosa conta nella sua vita e chi lo ha “plasmato”. ---------------------Aiuta gli egoisti a capire le soddisfazioni e le ricompense che derivano dal mettersi al servizio delle esigenze altrui. ---------------------La “presa a bordo” di (amministratore unico della società in house a totale capitale pubblico Casoria Ambiente, il dirigente del Settore Affari Generali e del Personale, il responsabile del servizio Contratti e Contenzioso, il responsabile dell’Ufficio Stampa, il dirigente del settore Pubblica Istruzione e Assistenza Sociale, il dirigente del settore Lavori Pubblici, Inquinamento e Manutenzioni) è una cosa seria. Più è forte la tua cultura, più è difficile per l’altro integrarsi. Sii aperto, ascolta

5 e dimostra di volerti prendere cura dei nuovi. ---------------------Il tuo lavoro non è motivare – questo devono farlo da soli -, il tuo lavoro è non demotivare. In quanto Sindaco, la tua responsabilità è nei confronti delle persone di cui sei a capo.

IL LUOGO DI LAVORO ---------------------Il carisma vince sempre sulla coercizione ---------------------Stronca le faide sul nascere, il più rapidamente possibile. Conflitti reiterati possono causare danni seri. ---------------------Incoraggia la Giunta Municipale a prendere possesso dell’ambiente e della cultura del luogo di lavoro. E’ la loro seconda casa, il loro domicilio politico ed amministrativo, il posto in cui trascorreranno un sacco di tempo. Lascia che gli assessori diano una loro impronta. ---------------------Incoraggia gli elementi che ti danno energia, allontana quelli che te la tolgono. Gli assessori siano molto coinvolti individualmente non è abbastanza, devono essere allineati con gli obiettivi elettorali a

LA RESPONSABILITA’ lungo termine. Nessuna delle due cose, da sola, è sufficiente. ---------------------La pazienza non sempre è una virtù; non aspettare troppo quando devi prendere una decisione importante. ---------------------Cerca di non arrabbiarti troppo spesso; se succede di rado ha più effetto. ---------------------Arrabbiati solo per le cose davvero importanti: la mancanza di rispetto nei confronti dell’etica lavorativa o verso la sua applicazione, la violazione della cultura e dei valori. ---------------------Gli assessori vogliono svolgere un ruolo attivo nella guida del mezzo che porterà tutti a disposizione. Tieni sempre a mente le tue figure di riferimento: dai primi mentori a quelli che hanno raggiunto traguardi cui aspiri anche tu.

I VALORI ---------------------Staccare la spina è fondamentale: trova un tuo santuario. ---------------------“Sii fedele a te stesso”: non puoi essere quello che non sei, quindi non ci provare nemmeno.


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6 ANTONIO BOTTA

Il consigliere comunale Alessandro Graziuso, ospite del programma “La Copertina”, condotto dal Direttore di Casoriadue Nando Troise

«PASSATI ALL’OPPOSIZIONE PERCHE’ AL SINDACO MANCA UNA VISIONE DELLA CITTA’»

Ospite del programma “La Copertina”, condotto nello studio dell’emittente web Nano TV dal direttore di Casoriadue Nando Troise, é Alessandro Graziuso. Nel presentarlo, il conduttore riferisce che é consigliere comunale di Casoria, uno dei più giovani consiglieri, 30 anni, figlio di Salvatore Graziuso, sindaco della città di Casoria dal 1994 al 1999 e anche Direttore del Consorzio cimiteriale di Casoria, Casavatore, Arzano nel 2015. Alessandro è stato il capolista di Obiettivo Comune, nella coalizione che aveva come candidato sindaco Raffaele Bene. La coalizione era composta da “Noi di Arpino” e “Verdi”, “Insieme per Casoria”, “Obiettivo Comune”, “Casoria Libera”, “Cittadini per Bene”, “Casoria Viva” e “Casoria nel Cuore”. Vinse le elezioni con l’avv. Bene, ottenne due assessori, Franco Russo e Ilaria Capone. Questo è successo a luglio 2019. A dicembre 2020 rottura completa e totale. Nasce la maggioranza oppositiva, i due assessori abbandonano, vengono sostituiti, ad Obiettivo Comune si aggiunge il consigliere comunale eletto in Casoria nel Cuore, Enzo Ramaglia. Pochi giorni fa, nell’ultimo consiglio comunale, svoltosi in presenza dopo molti mesi, avviene addirittura il passaggio all’opposizione dei tre consiglieri comunali di Obiettivo Comune, Alessandro Graziuso, Stella Cassettino e Nicola Rullo, a cui si è aggiunto Vincenzo Ramaglia. Perché questa scelta? “Sono grato al Direttore, che mi dà la possibilità di fornire le giuste spiegazioni della decisione di non far più parte della maggioranza. Ai più attenti osservatori delle vicende politiche locali non sfuggirà che già a luglio 2020, alcuni consiglieri comunali, tra cui quelli di Obiettvo Comune, il consigliere di “Casoria nel Cuore” e la consigliera oggi

appartenente al gruppo misto Luisa Marro già avevano espresso al Sindaco la necessità di cambiare marcia, di dare un cambio di rotta all’Amministrazione. Siamo stati fin dall’inizio una voce critica all’interno della maggioranza, il nostro percorso, che ci ha portato ad arrivare ad un punto di rottura o di divisione talmente distante da questa maggioranza da spingerci all’opposizione, è stato un passaggio graduale a partire da luglio ai giorni nostri. Diverse le motivazioni: innanzitutto, abbiamo criticato quella che è una gestione alquanto superficiale della “cosa pubblica”; abbiamo più volte evidenziato come ci fosse la necessità di una gestione anche della macchina comunale, dei dirigenti che sono il motore principale insieme ai dipendenti per il funzionamento dell’Ente comunale, ponendo in rilievo come ci dovesse essere una gestione della macchina dirigenziale più attenta e meno rispondente ad esigenze non dettate dall’interesse pubblico. Faccio qualche esempio, per essere più chiaro: c’è stato un nuovo dirigente contabile al Comune di Casoria,

Ciro De Rosa, peraltro già andato via. Noi non ritenevamo essenziale un dirigente contabile, sia chiaro che non ne facciamo una questione di persona; il fatto è che abbiamo sempre palesato la necessità di avere un dirigente tecnico, già vi era un dirigente contabile inserito all’interno dell’organico. A questo punto, Graziuso, citando l’esempio della dott.ssa Alida Di Napoli, vincitrice di concorso, dirigente da destinare, in base a specifiche competenze, nel settore politiche sociali e invece utilizzata in altri settori, addirittura in quelli di carattere tecnico, ha affermato che la gestione dirigenziale, così come viene amministrata, “é scellerata”, aggiungendo che tale situazione si estende alla “gestione dell’intero Ente comunale”. “Abbiamo più volte sottolineato” ha proseguito “che questa Amministrazione è lontana, troppo lontana da quelli che sono i bisogni dei cittadini. Un altro caso, da citare come esempio, che evidenzia il livello di distacco dell’Amministrazione dai bisogni della Cittadinanza, è il fatto che da domenica ( dal 30 maggio, n.d.r.) il Comune di Casoria


DOMENICA 06 GIUGNO 2021 non avrà un centro vaccinale, a differenza di tanti altri Comuni dell’area Nord di Napoli”. Interviene Troise: “ Avevo avuto sentore attraverso amici del Distretto 43 della chiusura del Centro presso il presidio ospedaliero “S. Maria della Pietà”, confermatomi dall’amico Domenico Maglione, insieme a fra Carlo Mangione, ora in Sicilia; già da giorni ho uno scambio epistolare con chi può dirsi responsabile della mancanza del Centro vaccinale a Casoria; non ho avuto risposta, l’unica ricevuta è della segretaria dell’assessore regionale Fortini, la quale mi ha rassicurato riferendo che arriverà sul cellulare di chi dovrà avere la seconda dose la comunicazione relativa al Centro presso cui recarsi. “Colgo l’occasione” interloquisce Graziuso “per ringraziare l’ospedale di Casoria per la sua disponibilità a consentire le vaccinazioni, stigmatizzando che in un grande centro urbano come Casoria, Comune guida delle città a Nord di Napoli, non vi sia un centro vaccinale”, a differenza di altri Comuni, citati da Troise: Afragola, Frattamaggiore, Frattaminore, Cardito, Casavatore. “Il totale distacco dagli interessi della Città” riprende l’esponente di Obiettivo Comune “é la mancanza di visione, lo abbiamo anche riscontrato negli incontri di maggioranza in cui non si ponevano in primo piano i temi di questioni cruciali per la città di Casoria, ovvero la mancanza di sicurezza, la necessità di una città più pulita, il dissesto della viabilità stradale. Le riunioni, per quasi 18 mesi, avevano come argomento il dissesto finanziario, le esternalizzazioni, il PUC (Piano Urbanistico Comunale) e PICS (Programma Integrato Città Sostenibile): quattro argomenti importanti, tuttavia, non possono costituire gli unici “elementi che caratterizzano un’Amministrazione”. Con riferimento al dissesto, l’ho votato insieme ai miei colleghi di lista; per l’esternalizzazione abbiamo una visione diversa, poiché dal nostro punto di vista essa non era necessaria sulla gestione ordinaria, che andava solo rafforzata con supporto all’ufficio competente, con spesa minore a carico dell’Ente; quanto al PUC e al PICS ritengo che tutti i consiglieri abbiano una responsabilità, sia di maggioranza che di opposizione”, ammettendo il fallimento della politica locale, che non è riuscita ad attuarli. Sul PUC, il Conduttore lamenta che tale strumento urbanistico,

7 benché sia in progettazione da circa 21 anni, non è ancora pronto, gravando sulle casse comunali per ingenti quantità di denaro. Graziuso promette che sul costo chiederà notizie al Dirigente della Ragioneria o all’Assessore alle Finanze, sottolineando che è giusto che sul PUC ci sia anche una pressione della Regione perché sia approvato entro scadenze temporali stabilite dalla normativa. “Già fu bocciato”, puntualizza “da Città Metropolitana, ma, non essendo stato riveduto entro tempi prefissati, si è dovuto ricominciare daccapo con dispendio di denaro pubblico”, essendosi avvicendati negli anni, precisa Troise, molti architetti. Graziuso pone, poi, il dito sulla piaga quando denuncia una mancanza di un dialogo franco e aperto tra gli esponenti delle formazioni politiche del Palazzo, e ciò si nota anche nelle commissioni consiliari. “Vari atti, ad esempio, vengono portati nelle commissioni un minuto prima dell’inizio del Consiglio comunale. Noi siamo passati all’opposizione perché riscontriamo anche la mancanza di un confronto costruttivo”, riferendo che l’ultimo consiglio comunale, nel quale pure sono stati approvati atti molto importanti, come il regolamento sul diritto di superficie, è durato ben 14 ore perché talvolta la discussione è degenerata. Sulla domanda di Troise su chi sia il responsabile della scelta di andare all’opposizione, Graziuso ha risposto che la decisione di lasciare la coalizione di maggioranza “è politica”, per “una visione diversa rispetto al nostro modo di intendere, ribadisco, il modo di amministrare la Città. Saremmo stati irresponsabili se fossimo rimasti all’interno della maggioranza che gestisce la “cosa pubblica”. Ci auguriamo che la nostra scelta costituisca un monito al Sindaco ad uscire dall’immobilismo in cui si trova. Quali i vostri rapporti politici con il sindaco Bene e il leader politico Tommaso Casillo, alla luce della decisione di non governare all’interno della coalizione della maggioranza entro la quale siete stati eletti ponendovi all’opposizione? Nonostante i nostri sforzi, non siamo riusciti a capire che tipo di attività amministrativa, quale visione per la città abbia in mente il sindaco Bene e quale sia il suo programma futuro. La coalizione non è fondata su un reale progetto politico… E’ un’osservazione amara questa da

te fatta di mancanza di progetto politico, perché una coalizione si forma su un progetto che si condivide “E’ vero, si è condiviso un progetto quando ci si è riuniti attorno alla figura dell’avv. Bene, ma col tempo, già nei primi tre – quattro mesi non ci siamo più riconosciuti nel modo di attuazione del programma elettorale”. In riferimento a Casillo, citato dal conduttore, il giovane consigliere ha spiegato che la loro voce critica all’interno della coalizione di maggioranza, rivendicava un cambio di passo in netta antitesi col modo di gestire la cosa pubblica dell’ex senatore, sostenendo che Casoria ha bisogno di dare un taglio netto alla maniera di fare politica praticata negli ultimi 15 anni; si sperava, a tal riguardo, che Bene facesse da “guida” ai giovani consiglieri entrati a far parte nell’agone politico per la nascita di una nuova classe politica “under 40”, speranza che, purtroppo non si è avverata. Appunto, qual è la visione della Città degli “under 40”? In primis è necessario partire dalle piccole cose, partendo dalla sicurezza e, quindi, occorre una costante interlocuzione col Prefetto per una vigilanza del territorio mediante una maggiore presenza delle forze dell’ordine; occorre, inoltre creare luoghi di aggregazione per i giovani, meno giovani e rendere spazi più accessibili per le persone disabili; ancora, con i fondi regionali migliorare i fondi stradali (in uno stato pietoso, n.d.r.). Infine, rendere le aree dismesse risorse di sviluppo della Città. Interloquisce Troise affermando che su un’area dismessa pubblica è stato realizzato da Pasquale Fuccio un asilo nido, ma quasi tutte le aree dismesse sono private. “I fondi comunitari potrebbero servire per acquistarle, ma ciò che urge è l’attenzione massima che l’Amministrazione deve porre alle scuole del territorio e alla cultura”. L’intervista si è conclusa con la menzione dei tre consiglieri passati dall’opposizione alla maggioranza, G. Fico, G. Troiano e A. Puzone, e con l’appello di Alessandro Graziuso alla classe politica, giovani e meno giovani, della Città di “rimboccarsi le maniche per la rinascita del nostro territorio. Possa essere la nostra scelta un esempio per stimolare un cambio di rotta, un reale cambiamento per far uscire Casoria dallo stato di agonia in cui versa da 15 anni a questa parte.


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RITA GIAQUINTO

Bellezza, Benessere e Buongusto: Rossella Giaquinto, Gianni Maddaloni e Gino Sorbillo sul lungomare è terno secco e vincente !

In un pomeriggio in cui il lungomare di Napoli è riuscito a mostrarci il meglio di sé, dove l’azzurro del cielo e del mare si sono confusi in quel dipinto che il mondo ci invidia, con un sole primaverile che si è prepotentemente fatto avanti ad illuminare questi primi, energici tentativi di ripresa post-pandemia, la puntata all’aperto de La Copertina condotta dal Dir. Nando Troise sul canale web NanoTV, ha visto protagonisti importantissime figure imprenditoriali della nostra città, che hanno puntato sulle proprie competenze per creare una rete che unisca bellezza e solidarietà. Ideatrice dell’evento che si è svolto nello spazio all’aperto della pizzeria di Gino Sorbillo al civico 1 di via Partenope, è l’ormai famosa imprenditrice napoletana Rossella Giaquinto che, ancora una volta, ha messo i suoi progetti, sempre brillanti ed efficaci, a completa disposizione del benessere: la realizzazione di un siero alla vitamina E per la nostra bellezza, i cui proventi sono stati, in parte, devoluti a sostegno della palestra Star Judo di Gianni Maddaloni, il tutto presentato nel tempio del buongusto, al cospetto della regina “margherita” preparata con lievito madre che Gino Sorbillo sta esportando in tutto il mondo. Ed è proprio a Rossella Giaquinto che il Dir. Troise chiede di raccontarci di questo evento. Come hai coniugato questo triduo meraviglioso di bellezza, benessere e buongusto? “Abbiamo pensato di puntare su un tris d’assi : bellezza, buongusto e benessere” – così esordisce Rossella con una punta di orgoglio per i tanti successi raggiunti fino ad oggi. E continua: “Li abbiamo coniugati insieme perché camminano insieme: la vitamina E migliora la nostra pelle; lo sport rappresenta il benessere per una vita sana; una pizza sana, come quella di Sorbillo realizzata con lievito madre, fa bene al buongusto, quindi al nostro corpo. Ed ecco che nasce un trinomio tra il nostro istituto di bellezza, Gianni Maddaloni con lo sport e Gino Sorbillo che ci ha ospitato. Un trinomio per presentare il nostro siero alla vitamina E, un prodotto che noi già avevamo ma che abbiamo ristilizzato durante la pandemia. E questo mi è sembrato il modo migliore per presentarlo, lanciando un segno positivo di ripartenza”. Andiamo sul piano tecnico, cos’è la vitamina E? “La vitamina E nasce tre anni fa in co-marketing con un’azienda che si occupa di sieri vitaminici per il viso. In questi tre anni, ha avuto un grande successo e ci è stata molto richiesta. Con il passare del tempo, abbiamo capito i punti di forza ma anche le criticità di questo prodotto, e quindi durante la pandemia non

ci siamo fermati, ma abbiamo deciso di ristilizzare un po’ tutto il concetto della vitamina, sia nel packaging che nella ricetta. E’ venuto fuori un risultato eccezionale, tanto che abbiamo presentato il nuovo INCI all’Università Federico II di Napoli che ce lo ha approvato. Questo ci ha dato grande forza, grande coraggio, grande orgoglio, perché in piena pandemia ci vuole davvero tanto coraggio a pensare ad un nuovo progetto, a pensare di investire, e senza fermarsi. Una spinta venuta proprio dalla Federico II che, al compimento di tutti i test effettuati, ci ha accettato questa formulazione. Oggi con noi è presente anche una delle professoresse di Chimica e Tecnologie farmaceutiche, la Prof. Sonia Laneri, che ha sentenziato l’efficacia e la bontà del prodotto, una bontà che non poteva che unirsi alla bontà del buongusto e dello sport. La vitamina E è la vitamina della bellezza per ecccellenza, estratta dalla frutta secca. E’ un olio naturale che, unito ad altri oli vegetali, è potenziato dall’enzima Q10 che ha arricchito il siero. Più lo utilizzo, più passano i giorni, più sono contenta di aver realizzato un prodotto così bello, così importante, che fa bene alla nostra pelle ma anche al nostro cuore, perché una quota parte della vendita di queste vitamine andrà a Gianni Maddaloni”. A cosa serve, come si usa e dove si compra? “La vitamina E è un forte antiossidante, si utilizza sul viso: di mattina, dopo la detersione e prima della crema che abitualmente usiamo, ci protegge dalle polveri sottili e dai metalli pesanti. Massaggiando il siero sul viso, ridoniamo alla nostra pelle un altro po’ di questo enzima Q10 che abbiamo in natura, ma che col tempo, svanisce causando l’invecchiamento. Utilizzato


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la sera, dal momento che il miglior turnover cellulare si realizza tra mezzanotte e le quattro del mattino, ci sveglieremo con un viso illuminato, profondamente rilassato e rinnovato”. E’ utilizzabile anche dagli uomini? “Certamente ! Va bene per tutti, non c’è differenza di genere, anzi io invito sempre di più i maschietti a prendersi cura della propria pelle, perché è importantissimo che sia elasticizzata, luminosa, e quindi tonificata. E’ possibile acquistare questo prodotto nel nostro Istituto di bellezza in via Onofrio Fragnito, n.49 al Rione Alto, oppure attraverso il nostro sito www.nausicaashoponline.it”. Ai microfoni di NanoTV è la volta di Gianni Maddaloni. Molto difficile parlare di lui, sintetizzare tutto quello che ha fatto e che rappresenta, a partire dai suoi figli : “I mie primi tre figli, Pino, Laura e Marco hanno vinto 39 medaglie d’oro, quattro coppe del mondo, un’olimpiade. Laura ha sposato Clemente Russo, campione mondiale di box. I miei primi tre figli hanno fatto una grande carriera judoistica. Marco ha vinto anche L’isola dei Famosi e Pechino Express, è un po’ lo showman della famiglia. La mia seconda famiglia è composta da Francesco, maestro di Judo; Ilenia, maestra di danza. Poi c’è Bright, un bambino della Costa d’Avorio che ho adottato quando aveva due anni. Oggi ne ha 18, è campione di Judo internazionale, ed è entrato in Polizia, un altro grande traguardo per me e per la mia famiglia. Poi c’è Serena, cintura marrone, è il mio sosia perché anche a lei piace aiutare la gente e stare con i bambini”. Un commento su questo evento così speciale che ha visto so-

9 stenere la tua palestra “Giornate come queste sono da ricordare. Ci consentono di continuare, di andare avanti. Avere una telefonata da Rossella Giaquinto che mi dice : “Gianni sto organizzando qualcosa per te, per aiutarti con le bollette, a sopravvivere in questo momento di pandemia” è stata una cosa molto, ma molto importante, quindi io ho avuto un segnale di grande affetto da parte di Rossella e da Gino Sorbillo, un gran signore, che ci ha voluto ospitare, ma anche dalla BCC di Amedeo Manzo che, come Rossella e Gino sono eccellenze, garanti degli ultimi, di chi ha bisogno”. Star Judo non è solo Scampia, non è solo Secondigliano, ma Napoli, Italia “Star Judo vuol dire percorso Maddaloni che, a sua volta, significa accoglienza, vuol dire che se qualcuno è in difficoltà, lo sport non lo paga, e poiché nelle perfiferie ci sono tantissime persone che non possono pagare, perché molti mariti sono detenuti, perché sono disoccupati in un momento di pandemia, il persorso Maddaloni non fa altro che dare sussistenza ed assistenza a chi non si può permettere tante cose”. Chiudiamo con Gino Sorbillo: dicci tutto quello che vuoi su questo tris. “E’ un’iniziativa che mi emoziona, ho appoggiato in pieno l’idea di Rossella di questo incontro tra bellezza, sport, la nostra pizza ed i vini del Sannio beneventano, infatti è con noi anche Libero Rillo, Presidente del Consorzio tutela vini del Sannio : le eccellenze che ci contraddistinguono, che raccontano Napoli e la Campania nel mondo. E’ un evento che rappresenta le nostre forze che si uniscono per ripartire, dopo questo difficilissimo periodo di pandemia che abbiamo vissuto e che, a tratti, stiamo ancora vivendo. Abbiamo bisogno di questo : di slancio, di unione, di rete, di solidarietà, di generosità, per ripartire, tutti, nel migliore dei modi”. Importante è ricordare che, anche grazie al movimento mediatico che si è scatenato attorno a questo evento, il maestro Maddaloni ha ricevuto alcuni bonifici in forma anonima, grazie ai quali la cifra è arrivata ai cinquemila Euro donati dalla BCC di Napoli, nella persona del Vicepresidente della banca, il Dott. Ferdinando Flagiello (in foto nel momento della donazione). Ancora una volta, Napoli ha dimostrato di avere un grande cuore, di esserci nel momento in cui viene chiamata a dare tutto ciò che può, e di avere grandi competenze nel mondo dell’imprenditoria, del commercio, del sociale, dello sport. Un universo che va avanti, che pensa, progetta, investe e non si arrende, come solo la fantasia, la passione e l’ingegno delle nostre eccellenze possono fare. Rossella Giaquinto, Gianni Maddaloni e Gino Sorbillo, un terno davvero vincente e su cui puntare per un futuro di grandi, meritati successi.


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10 CIRO TROISE

Il Napoli è un caos calmo, deve ritrovare anima ed empatia

Il silenzio sembra trasferire una situazione piatta, calma in cui tutto si muove lentamente ma, quando De Laurentiis non parla, c’è un vulcano pronto a venir fuori. Sono passati otto giorni da Napoli-Verona, il silenzio stampa continua ancora e tanti tifosi invocano chiarezza, chiedono l’analisi dei protagonisti. Napoli vive di fantasmi, ci sono tante vicende storiche che hanno alimentato quest’abitudine a ricercare ciò che non si vede: dallo scudetto perso nel 1988 all’arbitraggio di Orsato in Inter-Juventus del 2018. Prima di Napoli-Verona non è accaduto nulla, De Laurentiis è arrivato allo stadio alle 20:40, cinque minuti prima, non è riuscito a fare la ola con la squadra. Considerando la sua scaramanzia, il presidente avrà il rammarico di non aver compiuto questo rito propiziatorio. La squadra sapeva da tempo che Gattuso sarebbe andato via a fine stagione, non c’è mai stata alcuna speranza di riaprire un dialogo con De Laurentiis. Ringhio, anzi con il Napoli in Champions e la Juventus in Europa League, probabilmente sarebbe stato scelto dai bianconeri per il grande rilancio, era tutto pronto e Gattuso ha perso così una grande occasione per la sua carriera.

La missione di Spalletti va oltre il campo, bisogna ricostruire l’entusiasmo Contro il Verona è accaduta una dinamica che nel calcio non è una novità, abbiamo visto i Napoli-Perugia, Roma-Lecce, Lazio-Inter, Perugia-Juventus. Il Napoli probabilmente è entrato in campo, convinto di portare a casa la partita, poi le difficoltà sono aumentate con l’ostico piano tattico del Verona e la tensione ha “mangiato” gli azzurri fino a bruciare ogni energia nervosa. Gattuso ha provato a non sovraccaricare la tensione, rimanendo di più in silenzio ma nella ripresa si è fatto sentire. L’assalto finale era un segnale di disperazione, l’Sos era: se non ce la facciamo col gioco, spediamo il pallone in area di rigore. Il tifoso, però, legittimamen-

te delle ricostruzioni di noi giornalisti si fida il giusto, vorrebbe sentire le parole dei propri beniamini, la considera una forma di risarcimento danni per la grandissima delusione. Il silenzio alimenta le voci fantasiose, la corsa ai complotti e soprattutto rende ancora più complicata la necessità di ricreare entusiasmo. La strada è in due parole che il Napoli ha spesso abbandonato negli ultimi anni: anima ed empatia. Il Governo probabilmente per l’inizio del prossimo campionato riaprirà gli stadi al 50%, bisogna costruire un percorso e un clima adeguato. Trionfi il dialogo e non l’applicazione folle e severa del regolamento d’uso dell’autunno del 2019, con il Grande Fratello che distribu-

iva multe a casa. Gattuso globalmente ha fatto un buon lavoro, riprendendo il Napoli a dicembre 2019 in condizioni pessime sotto tutti gli aspetti: condizione atletica, armonia di spogliatoio, rendimento e scarsa fiducia nei propri mezzi. Ha rimesso in piedi una squadra che ha vinto la Coppa Italia, chiuso il girone di ritorno dello scorso campionato con 38 punti, tra luci ed ombre è riuscito a fare l’upgrade tattico con Osimhen ma non ce l’ha fatta a completare l’opera. Non solo per i risultati che nella seconda stagione sono stati deludenti ma anche perché il Napoli rimane una squadra fragile sotto il profilo mentale. Spalletti può essere l’uomo giusto per questa transizione, ha spessore, personalità, sa tatticamente aggiungere e non stravolgere ma serve un clima generale di cambiamento. Bisogna risolvere il nodo Giuntoli: avere un direttore sportivo non pienamente coinvolto nelle scelte non è il modo migliore per costruire un clima sereno. De Laurentiis ha una missione molto difficile: dare a Spalletti una squadra competitiva tenendo sempre d’occhio i conti, ricreare un’anima ed empatia con i tifosi, costruire un equilibrio che garantisca serenità al club.

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ANTONIO BOTTA

Napoli. Nella Sala del Capitolo di S. Domenico Maggiore, premiati i finalisti della Va edizione del Premio Internazionale “Emozioni in Versi”

“SINFONIA” DI BELLEZZA

In una location suggestiva, la Sala del Capitolo del museo di S. Domenico Maggiore, in Napoli, si è svolta il 29 maggio scorso la “Serata di Gala” nel corso della quale sono stati premiati i finalisti della V edizione del Premio Internazionale “Emozioni in Versi” organizzato dall’associazione culturale “La Madia dell’Arte”. Ad accogliere i poeti e gli scrittori vincitori delle tre sezioni, poesia in lingua, poesia dialettale e racconto breve, il presidente dell’Associazione, prof. Massimo Capriola, scrittore, poeta e scultore, e il dott. Christian Sanna, vice presidente, sociologo, scrittore, poeta e anche presentatore arguto, brillante, dotato di fine ironia congiunta a profondità di pensiero. Le emozioni suscitate dai versi di liriche suggestive e dalle meraviglie della musica hanno elevato lo spirito inebriato dalla fusione di parole poetiche, di note musicali, di canti e di raffigurazioni di arte pittorica in una bellezza capace di suscitare sogni e speranze, dopo il periodo triste e amaro di confinamento domiciliare per l’emergenza pandemica, e di ampliare gli orizzonti della mente e del cuore oltre gli angusti limiti della materialità. Il fine di “Madia dell’Arte “, mediante gli eventi culturali che organizza periodicamente, é di comunicare, infatti, la bellezza, di far comunicare nella bellezza e attraverso la bellezza. Lo scopo è stato raggiunto mirabilmente anche nell’ultima manifestazione in cui le declamazioni delle poesie, distintesi “per la qualità linguistica, lo stile letterario e il contenuto”e accompagnate dal sottofondo musicale del M° Marcello Puthod alla tastiera, hanno destato moti interiori intensi, toccando nel profondo la sensibilità dei partecipanti.

Se la poesia è musica composta con le parole, e durante il Galà se n’è avuta una conferma, si potrebbe affermare, senza tema di smentita, che i partecipanti (tra cui la scrittrice e poetessa, già docente Giulia Campece e il coniuge, prof. Francesco Iorio, già Dirigente scolastico dei Licei, saggista e pubblicista) hanno assistito a una splendida e sublime “sinfonia” alla quale hanno offerto il loro prezioso contributo, oltre che i poeti premiati, gli artisti del Diva Plectrum Quintet (Adolfo Tronco, primo mandolino; Roberto Padula, mandolino; Giovanni Leonetti, chitarra; Giuseppe Causa, mandoloncello; Massimiliano del Gaudio, secondo mandolino;) e la violoncellista Fabiola De Angioletti. Ciliegina sulla torta, la cantante Francesca Curti Giardina, ospite d’onore della manifestazione, la quale, accompagnata alla chitarra dal valente M° Nicola Campanile, ha mostrato le eccelsi qualità della sua arte canora interpretando magistralmente tre canzoni classiche napoletane: “Era de maggio”,

“Marechiaro” , “Mme voglio fa na casa ‘mmiez o mare”. Applausi lunghi e scroscianti sono stati il doveroso e grato omaggio all’ Artista, capace di far vibrare le corde del cuore con la sua voce limpida e armoniosa. Prestigiosa la giuria esaminatrice dei testi, che ha avvalorato ancora di più la qualità culturale e letteraria del Premio, valutando con massimo scrupolo, in base a condivisi parametri, e con assoluta imparzialità le poesie e i racconti provenienti da più parti d’Italia e dall’estero: Lello Imbriglio, prof. universitario e formatore, Presidente della Commissione; Angela Cascella, docente e dirigente scolastico in attesa di nomina, oltre che giornalista pubblicista; Anna Iaccarino, laureata in Scienze del Servizio Sociale, poetessa e scrittrice; Imma Castaldo, docente di Materie letterarie; Bruno Lanza, autore – musicista, molto noto per la insuperabile “INCANTO” scritta nel 2008 per Andrea Bocelli; Giuseppe De Silva, giornalista professionista, autore televisivo, conduttore di TG, scrittore; Pasquale D’Anna, laureato alla Federico II, Direttore del Domenicale. Pregevole l’antologia contenente le poesie e i racconti dei finalisti. Al termine della serata di Gala, cosa è rimasto nel cuore dei poeti e poetesse, degli autori/autrici di racconti premiati con coppe e trofei di ottima fattura e diploma e di altri partecipanti? Sicuramente una sensazione magica di stupore nella vita, con le sue ombre tenaci e luci dorate, che i poeti e gli artisti incoraggiano a contemplare con occhi affascinati e commossi. E sovvengono, al riguardo, i versi di Giovanni Pascoli: “Oh! nulla, io dico, è bello più, che udire un buon cantore poi che ti si muta in cuore il suo dolore in tua felicità”.

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ATTENTI A QUELLA “D” IL GRILLO PARLANTE

Vivo tra Sorrento ed Agerola, ad un passo dalla bellissima Positano. Talvolta mi allungo ad Ercolano, terra di Storia ed Archeologia. Capri ed Anacapri mi sembrano ad un tiro di schioppo. In verità, io volevo restare a Napoli, ma quando si scelse il luogo dove vivere, la mia compagna mi disse: «Od io (scelgo), o tu, tutt’e due non si può». Ed ad ella toccò scegliere. Tutte queste ad, ed, od, al posto di a, e, o. Quante belle ‘d’. Ma sono tutte necessarie? Riscrivo senza. Vivo tra Sorrento e Agerola, a un passo dalla bellissima Positano. Talvolta mi allungo a Ercolano, terra di Storia e Archeologia. Capri e Anacapri mi sembrano a un tiro di schioppo. In verità, io volevo restare a Napoli, ma quando si scelse il luogo dove vivere, la mia compagna mi disse: «O io (scelgo), o tu, tutt’e due non si può». E a ella toccò scegliere. Senza tutte quelle ‘d’ non va forse meglio? Si chiama ‘d’ eufonica, cioè che suona bene, ma non sempre, e si usa per evitare la successione tra la vocale di una preposizione o(d) una congiunzione e quella iniziale della parola che segue, come invece succede nello iato. Però in questo le due vocali sono vicine giocoforza, sviato, copiato, agiato, mentre tra quelle parole c’è la possibilità di scegliere se mettere o no la nostra consonante, che si incontra spesso anche se non è necessaria. Forse è un retaggio del Latino, dove la ‘e’ era ‘et’, oppure la ‘o’ era ‘aut’. Trovo la ‘d’ anche quando non ci vuole, e(d) allora i miei occhi strabuzzano, perché penso a(d) ognuno di quelli che

gongolano scrivendola, ritenendo così di essersi avvicinati un pochino a Dante e(d) a Manzoni. Lo stile è stile, anche nella scrittura, unico, personale. E non c’è scuola che te lo insegni. Ma prima di pensare allo stile, occorre metter mano alla grammatica, e non solo. Ahinoi – e(d) io per primo – una volta accertato che non ci sono errori grossolani, dimentichiamo di frequente che il testo ne può avere tanti altri, come quest’eccesso di ‘d’ che dovrebbe suonare sempre bene, e(d) invece a volte no. Perché non c’è solo la grammatica. Tra lessico, ortografia, sintassi, semantica e chi più ne ha – sfidando il buon Lettore a distinguere l’errore d’un tipo dall’altro – c’è pure la fonosintassi. Insomma, a parlar chiaro, quando si scrive occorre tenere a mente anche le regole pensate

per chi leggerà quelle parole, o meglio, come se le pronunciasse a voce alta, che grazie a queste regole suoneranno e scorreranno meglio. Raddoppi, elisioni, troncamenti, ‘d’ eufonica, tutti necessari a rendere più fluido il virtuale eloquio, e dunque la lettura. Non è un errore grammaticale scrivere: ‘ho comprato una grande bella auto.’ Ma quanto suona male. Invece ‘una gran(de) bella auto’ è una felicità. Se è scritto così. Regole invisibili o(d) ignote ai più, la cui inosservanza non determina nel Lettore l’intimo biasimo dell’errore di grammatica od ortografia – e confermo ‘od’, tra un momento l’apparente contraddizione sparirà – ma che, se rispettate, rendono la lettura un piacere un po’ più grande. E(d) allora, anche se a questo punto sarà chiaro, la ‘d’ eufonica quand’è che ci vuole e quando no? Se le due vocali vicine sono uguali la si mette. Ed è corretto. Proprio così. Se sono differenti, e allora non ci vuole, dico, e allora no. O altrimenti è un appesantimento della scorrevolezza. D’altra parte ‘Cristo si è fermato a Eboli’, e non sarà certo perché l’Autore temeva che con la ‘d’ qualcuno equivocasse ‘Cristo si è fermato a(i) deboli.’ Chissà quanti non lo sanno. Perché come dice il Direttore di questo rotocalco, che bontà sua ancora pubblica queste mie farneticazioni: «La Lingua Italiana è bellissima. Ma per molti resta un mistero». E è proprio allora che mi sorge un dubbio: si riferirà a altri, od ad un ignorante come me?

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RAFFAELE SILVESTRO

Elisa Carbone, il volto principale del WEBgiornale di NanoTv

Il giornalismo televisivo, ormai da molti anni, è la nuova frontiera di questo straordinario mestiere. Con la messa in onda delle notizie, l’immediatezza le fa da padrone. Negli ultimi anni però, una nuova frontiera del giornalismo si è fatta avanti: quella del web. In questo ambito, molti si cimentano, utilizzando queste webtv come rampa di lancio per la televisione. Tra questi giornalisti che intraprendono la carriera “televisiva, abbiamo conosciuto Elisa Carbone, il volto principale del telegiornale di NanoTv, una realtà ben ramificata sul territorio regionale. La storia della nostra giovane Elisa, sembra quasi quella dei predestinati. Sin dalla giovane età, i suoi programmi preferiti erano i telegiornali di tutti i canali, appena ne finiva uno, ne cercava un altro. Per una ragazzina di dieci o dodici anni, potrebbe essere strano amare i tg, per lei no, l’interesse alla politica nazionale e a tutti i fatti avvenuti era gioia pura. Intelligente, preparata, perspicace e soprattutto appassionata, interesse che si è portata fino a quando non ha iniziato a scrivere per le prime testate giornalistiche, dove le sue principali mansioni erano la politica nazionale e non.

La gavetta è stata lunga, mentre studiava e si laureava in giurisprudenza, Elisa, continuava a seguire la sua passione, fino alla chiamata di Maurizio Cerbone, direttore di NanoTv, che le ha permesso di fare il salto definitivo alla webtv, dove ora, dopo due anni, è la direttrice e conduttrice del telegiornale. Dal suo approdo a NanoTv, tante sono state le idee messe in campo e le innovazioni apportate da Elisa Carbone, che insieme a tutta la redazione ha portato la webtv al livello che tutti noi oggi conosciamo. Elisa ci ha poi parlato di come è stata dura lavorare durante questo anno di pandemia, il dover scendere per andare a lavoro nella desolazione più totale, dover dare sempre brutte notizie, parlare dei casi in aumento, i primi decessi, una cosa che l’ha segnata e formata ancora di più. Per la nostra giornalista non ci sono progetti futuri al momento, le piace cimentarsi in tutto, fare sempre nuove esperienze, ma nel frattempo, per poterla ammirare mentre alla perfezione fa il suo lavoro, tutte le mattine su NanoTv presenterà il telegiornale in pillole e la sera quello completo. La preparazione e la professionalità di Elisa sono elevatissime, tanto basta a seguire lei e il suo telegiornale.


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14 MARIA CRISTINA ORGA Il vecchio arrivava tutti i giorni a mezzogiorno in punto con il suo passo sbilenco e lo sguardo alto all’orizzonte. Potevi regolare l’orologio. Nell’attimo esatto in cui il campanile batteva l’ultimo tocco, appoggiava le mani sul parapetto di pietra gialla. Lanciava gli occhi e il cuore in un punto indefinito all’orizzonte e increspava leggermente la ragnatela di pieghe che il tempo aveva ricamato sul suo viso. Era quanto di più simile ad un sorriso gli riuscisse di abbozzare. E restava lì. Immobile. Sole o vento che ci fosse lui era lì. Le vecchie mani appoggiate alla roccia antica. Aggrappate alla storia. «’O nonn’… staje n’ata vota ccà?», lo schernivano i lazzari di Santa Lucia che avevano marinato la scuola e bighellonavano intorno al magico castello sull’acqua. «Ma che tieni ‘a guardà semp’ miezo ‘o mare? Che d’è? Aspiette a quaccheduno?» Lui sollevava appena gli angoli delle labbra sottili verso l’alto e annuiva impercettibilmente. Aspettava qualcuno sì. Ogni giorno a mezzogiorno. Così era. Respirava tirando su col naso l’aria salmastra fin dove i suoi logori polmoni potevano: inspirava tre volte, secondo una sua personalissima numerologia e si riempiva il cuore del profumo di quel mare con cui ogni giorno a mezzogiorno faceva l’amore, mentre con lo sguardo seguiva i profili dell’abbraccio della Grande Madre. Ruotava la testa di qualche centimetro verso sinistra (inspiraespira lentissimamente… e uno…) e salutava punta Campanella, poi incrociava l’isola dei faraglioni (inspira-espira piano… e due…), infine beveva Posillipo, uno spicchio di Procida e l’Isola Maggiore, allungata nel blu come un enorme cetaceo sonnolento (inspira-espira a fondo questo è l’ultimo… e tre!). Dopo gli girava un po’ la testa e ridacchiava zitto tra sé e sé. L’ebbrezza da pieno di ossigeno e salsedine era l’unica che ancora si potesse concedere per perdere un attimo il controllo e quel lieve stordimento gli ricordava che sì, era ancora vivo. Come il mare di Napoli. Con il cuore allegro allora, si girava verso la città e appoggiava le spalle al parapetto. Coglieva solo in sottofon-

UN RACCONTO

IL VECCHIO a Papowskji, maestro di vita

do, come una scenografia vociante e colorata allestita ad hoc per il suo personale diletto, la presenza operosa dei venditori di porcellane di Capodimonte, conchiglie-presepe con dentro il Golfo e San Gennaro, oppure il Golfo e Maradona (che è lo stesso, anzi per qualcuno, addirittura meglio), magneti di gessolino colato in piccoli stampi a forma di Capri, Ischia e Procida, o di limoni di Sorrento, statuine della Madonna di Pompei, modellini del Vesuvio in vera pietra lavica e riproduzioni dei più celebri reperti tirati fuori dalle ceneri millenarie di Ercolano e Pompei. Tutti oggetti fatti a mano da sapienti artigiani napoletani, origginali overamente, t’o ggiuro ‘ncoppa ‘a mammà!, anche se tutti inspiegabilmente made in China (perché i napoletani, si sa, sono i veri colonizzatori del mondo: dove vai vai, trovi qualcuno che accenna il motivetto di ‘O sole mio, sa dire pizza, spaghetti e Gomorra e almeno una volta nella vita ha sentito parlare delle eruzioni del Vesuvio). Ma quelli che lo divertivano di più erano le frotte di turisti con o senza ombrellino segnalatore, occhi a mandorla e Nikon reflex al collo, oppure calzoncini corti, calzettoni lunghi nei sandali a

strisce, guance rubizze, capelli a spazzola e parlata austroungarica, stupefatti e mescolati alle altre mille sfumature di pittoresca umanità che attraversavano il ponte col naso in su, mentre già pregustavano il panorama che avrebbero goduto dalle terrazze del Castello Cuore di Napoli, gettavano un orecchio distratto al cicaleccio della guida che balbettava nella loro lingua mal masticata e presa in prestito per l’occorrenza, spezzoni di leggende su uova magiche e sirene, opportunamente farcite di aneddoti improvvisati al momento e scelti in base al grado di attenzione che gli straniti ospiti, sopraffatti da tanta bellezza, mostravano. Allora il vecchio allungava le orecchie sorde a raccogliere quegli accenti e li passava in rassegna nella memoria cercando i più familiari, quelli che aveva sentito in quei giorni terribili in cui tutto ebbe inizio. E fine. E ricordava. A dispetto dell’età, ricordare era ciò che gli riusciva meglio: luci, ombre, colori, forme, voci, parole, volti, sapori, odori. Schioccava la lingua e li sentiva nel naso, in bocca, sulla pelle, nelle orecchie, negli occhi, nel cuore. Non aveva dimenticato niente. E il mare era lì a fargli da eco. Il mare di Parthenope, che gli sussurrava suadente e irresistibile non te scurdà… nun te scurdà… m’arraccumann’ a te, si’ rimasto sul’ tu… si’ l’urdemo… e lui non aveva tappi di cera per non sentire, o alberi maestri a cui legarsi a doppio giro di corda per godere quel canto in ogni fibra del corpo e resistere alla tentazione di tuffarsi tra i flutti insidiosi per raggiungere la sua incantevole donna-pesce sullo scoglio de Li Galli dove lasciarsi annegare, pazzo d’amore e finalmente immemore e felice. Guardava la città il vecchio, e ricordava diligente. Ricordava di quando la collina del Vomero, assiepata di brutti palazzoni squadrati, era un giardino lussureggiante punteggiato di ville gentilizie e profumato di fiori d’arancio. Guardava il Monte Echia e le rampe di Pizzofalcone, consumate dai tanti su e giù dal Corso Vittorio Emanuele e ritorno. Guardava Posillipo e Mergellina e riassaporava adolescenti baci rubati e carezze proibite tra gli scogli neri. Guardava i Grandi Alberghi del Lungomare che nasconde-


DOMENICA 06 GIUGNO 2021 vano magnificamente i vicoli umidi di Santa Lucia dove tutto era iniziato. E finito. E iniziato ancora. Per non finire mai. Nella primavera del ’44 a Napoli la guerra pioveva dal cielo. Le sirene ululavano a tutte le ore del giorno e della notte. Per i vicoli, come lungo le gradinate monumentali che uniscono la città alta alla città bassa era un fuggi-fuggi di gente impazzita dalla paura, dalla fame, dai lutti. Immense nubi di polvere gialla si alzavano al cielo come da bocche insospettate del Vesuvio, che intanto stava a guardare impassibile da lontano sbuffando grigio vapore. Ogni tanto una boccata più piena, come l’ultimo tiro soddisfatto da una sigaretta gustata dopo pranzo, sparava in cielo un cumulonembo profumato di zolfo che oscurava il sole per ore e ricadeva poi in una danza di piccole foglie nere sul lastrico dei palazzi, accarezzando bianchissime lenzuola rattoppate fresche di lisciva e olio di gomito. Francobolli impalpabili e micidiali rigurgitati dal ventre d’’a Muntagna si appoggiavano sui gerani rossi amorevolmente allevati nelle teste di terracotta fuori alle logge, macchiavano le falde dei borsalini dei signori, appesantivano gli ombrelli delle signore, erano la gioia degli scugnizzi che correvano in giro ridendo sguaiatamente mentre facevano a gara a chi ne acchiappava di più, manco fossero iridescenti bolle di sapone da scoppiare tra le mani in un applauso improvvisato alla vita che, nonostante tutto, a Napoli non si arrendeva mai. A niente. Né al Vesuvio, né alla guerra. Tremava Napoli ad ogni nuovo gemito di sirena, mentre la contraerea scrutava il cielo alla ricerca dei bolidi rombanti che apparivano a stormi come uccellacci neri e scaricavano sulla gente inerme e sulle pietre testimoni di storia millenaria grappoli di brutte supposte micidiali. Fiiiiiiiiiii …. boooooooommmm!!!!... Le mani sulle orecchie, le pupille dilatate, le mascelle contratte, vecchi storpi, donne con i neonati al collo, bambini scalzi e uomini di serie B parcheggiati a casa da un timbro d’infamia sul certificato della visita di leva scappavano dai vasci come formiche impazzite, le braccia ingombre di coperte, cocchie di pane, bottiglioni d’acqua e correvano verso i rifugi presidiati da soldati in

15 divisa e senza, adolescenti prestati alla causa che facevano tirocinio di resistenza e sognavano di fare la storia con un fazzoletto rosso al collo e un moschetto in mano. E soprattutto, assaporavano il momento in cui avrebbero avuto davanti a sé un ufficiale biondo con la sua odiosa croce uncinata luccicante sul petto, seduto e disarmato, le mani legate dietro la spalliera della sedia con una corda dei panni. Quel giorno si sarebbero finalmente tolti la soddisfazione di guardarlo negli occhi di ghiaccio e puah! scaricargli una bella sputazzata in faccia. Perché quel momento sarebbe venuto, prima o poi. Eh sì. ‘O Pateterno è lungariello ma non è scordariello e le offese che avevano fatto a Napoli, quei crucchi di merda uno di questi giorni le avrebbero pagate tutte. Intanto, mentre loro sognavano il momento della resa dei conti, accumulavano saliva in bocca e dirigevano il traffico degli sfollati meglio di vigili urbani con paletta e fischietto, i crucchi di merda benedicevano Parthenope aspergendola con una generosa gragnuola di bombe. Napoli sottoterra è incredibile. Chilometri e chilometri di vie, piazze, vicoli. Come ci sono sopra. Tali e quali. Anzi, anche di più. Quello che manca sono solo i palazzi, ma sottoterra i palazzi non servono. Anche il clima è gradevole: l’equilibrio tra umidità e temperatura dell’aria è perfetto: 18-22 °C, da invecchiarci il vino e stagionarci i salumi. Ad averceli. Il vino e i salumi. Dopo aver percorso in discesa una stretta scala o un ripido accesso digradante, gli sfollati sapevano già perfettamente dove andare, come avessero una bussola interiore. Le famiglie si riunivano senza neanche doversi cercare. Si sedevano in silenzio, ognuna nel proprio angolo. E respiravano. Allora qualche vecchia tirava fuori una corona e biascicando un In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti Amen dava il via ad un Rosario a mezza voce a cui tutti, man mano che i denti cessavano di battere, le mani di tremare e il cuore recuperava un ritmo sostenibile, si

univano a fior di labbra, mentre sopra le teste gli aerei rombavano assordanti e volavano basso per centrare meglio gli obiettivi e non sprecare neppure un ordigno. Le munizioni costano, si sa. I rifugi sotterranei erano meglio delle case. La Municipalità di Napoli, ancora impregnata di generosità borbonica nonostante il re fosse Savoiardo da più di ottanta anni, aveva dotato le caverne di luce elettrica e confortevoli ritirate con tanto di sanitari in porcellana Richard Ginori, sciacquone e acqua corrente per lavarsi le mani e non solo. Cose di lusso, di cui ben pochi degli ospiti della Napolidisotto poteva godere a casa propria. E in molti infatti approfittavano grati. Come si dice: chi non apprezza non merita, quindi... Quel giorno il vecchio, che vecchio non era ancora, bighellonava con altri ragazzetti della sua età per le scalinate del Petraio, quando il Vesuvio sbuffò più stufo del solito e il cielo si annerì di cavallette ronzanti, cariche di morte. Guagliù, fuimm’! Il panico si scatenò in un lampo. Le brigate volanti erano arrivate in silenzio e quando furono avvistate era ormai troppo tardi. Ra-ta-ta-ta-ta-ta-ta-ta-tà, scariche di mitra a volo radente spazzavano vicoli e falciavano cristiani ‘ndo’ coglio coglio, da ogni angolo spuntavano maschere insanguinate, si levavano grida di donna e pianto di bambini. I militari fermavano la gente che, pazza di paura, vagava disorientata e la spingevano urlando verso l’ingresso del rifugio più vicino. Nel porto le navi sciaguattavano sonnolente fino a quando le vibrazioni dell’aria falciata dai bombardieri non produssero onde così alte da rovesciare i legni dei pescatori di Santa Lucia e far oscillare pericolosamente i cargo e le fregate alleate di stanza all’Immacolatella. Mai la guerra era stata così vicina. Ra-ta-ta-ta-ta-ta-ta-ta-tà, sventagliavano a pelo d’acqua i cecchini dell’aviazione ora nemica, animando schizzi e sbuffi che avrebbero fatto allegria se non fossero stati carezze di piombo fatale. A centinaia i pesci affiorarono pancia in su, a chiedere anche loro il perché di tanto accanimento. Non ebbero risposta. Avvolto da polvere e fumo irrespirabile


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16 il vecchio, che vecchio non era ancora, sciamava in mezzo alla folla disordinata, saltando i gradini a quattro a quattro, irresistibilmente attratto dall’odore salmastro che, complice il vento favorevole, gli alti spruzzi prodotti dalle bombe portavano alle sue narici. Scendeva verso Chiaia, diretto a Santa Lucia. Sentiva che qualcosa di grosso stava accedendo. Voleva sapere. Voleva vedere. Voleva esserci. Fosse anche stata l’ultima cosa che avrebbe fatto in vita sua, sentiva che ne valeva la pena. «Addo’ fuje, guagliò?!», gli disse un ragazzo poco più grande di lui con una divisa addosso arpionandolo ad un braccio. «Trase dint’ ‘o rifuggio, che ccà fore te pigli ‘na bomba ‘ncapa. ‘Sti strunze oggi fanno ‘o vero!». Il vecchio che vecchio non era ancora si girò come morso da una tarantola verso la voce di colui che lo bloccava al bicipite e incrociò gli occhi buoni del giovane soldato. «Lassame sta’!», gli sibilò con una determinazione che costrinse l’altro a mollare la presa e restare a guardarlo con le braccia abbandonate lungo i fianchi mentre rotolava giù per le gradinate di porfido avvolto dalla nebbia delle facciate che si sgretolavano. Incurante delle bombe, sordo ad ogni richiamo, animato da una smania che neanche lui stesso capiva, il vecchio che vecchio non era ancora scendeva a rotta di collo schivando pezzi di cornicioni e proiettili vaganti come avesse un radar incorporato, spintonando sagome umane e saltando trincee improvvisate, come un olimpionico. Quando fu ai piedi delle gradinate, solo poche centinaia di metri lo separavano ancora dal mare che con voce di sirena lo aveva chiamato a sé. Respirò a fondo riempiendosi i polmoni dell’ossigeno sufficiente a sgattaiolare via dalle grinfie dei vicoli e di quelli che ancora tentavano di fermarlo gridandogli dietro «Addò vaje, guaglio’? Ma sì pazzo? Te vuo’ fa accidere? Trase dint’o rifuggio!». E solo quando fu davanti al castello sull’acqua si fermò. Di colpo. Come avesse finito la corrente. Appoggiò le mani al parapetto. Tremavano. Il cuore gli scoppiava in petto. Ma le gambe avevano ancora voglia di

correre. Fremevano. Guardò il Vesuvio, la forma a chioma di pino mediterraneo che il pennacchio andava assumendo, indifferente allo scempio che davanti ai suoi occhi si consumava. Alle sue spalle il campanile di Santa Lucia batteva dodici rintocchi. Comm’è bello ‘o mare ‘e Napule, pensò. E annusò l’aria piccante di sale e zolfo, leccandosi le labbra. Sorrise. Increspando appena gli angoli della bocca all’insù. Ad un tratto un rombo più ringhioso degli altri, assordante. Si portò le mani alle orecchie serrando le mascelle per il dolore. Ra-ta-ta-ta-ta-ta-ta-ta-tà… Boooooommmmmm! ...fu l’ultima cosa che sentì. Poi più niente. Lo spostamento d’aria lo scaraventò all’indietro di qualche metro. Cadde. Aveva ancora le mani sulle orecchie. Quando le tolse, si guardò i palmi. Erano coperti di sangue e di una pappetta spugnosa biancastra. Rimase a terra, tossendo forte. Attorno a lui fumo acre, calcinacci e pezzi di lamiera che danzavano in aria silenziosi, come animati dalla bacchetta di un prestigiatore. Eleganti. Affascinanti. Si pulì le mani strofinandole sui pantaloni, poi si girò su un fianco e provò ad alzarsi. Un dolore lancinante lo colse quando provò a caricare la gamba sinistra. E uno strano calore gli correva lungo la guancia destra. Si strofinò la mano sul viso. La ritirò rossa e bagnata. Strinse i denti e si trascinò di qualche metro, poi facendo leva sul parapetto si rialzò a fatica a testa bassa, come inchinandosi alla maestà del Magico Castello di Virgilio. Guardò alla sua sinistra: il porto era completamente invaso da una fitta coltre grigia: spirali nere e fiamme altissime si levavano dalle ciminiere di quello che era stato un orgoglio della marina alleata e ora non era altro che un groviglio di lamiere fumanti. Un silenzio irreale continuava ad avvolgerlo. Come se la città fosse improvvisamente diventata deserta. La gamba gli pulsava e il dolore gli annebbiava il cervello. Alzò lo sguardo al cielo. Niente in volo, né un palommo, né un

cacciabombardiere. Girò gli occhi intorno. Niente neanche qui. Nemmeno il latrato di un cane. Nemmeno l’immancabile pianto di un neonato. Nemmeno i fischi di richiamo degli scugnizzi che avvertivano del cessato pericolo. La collina davanti al mare era punteggiata di roghi e macerie. Il mare alle sue spalle profumava di speranza e di promesse. Sorrise ancora. Nonostante tutto. Abbracciò il Golfo con lo sguardo, ancora una volta, da Punta Campanella a Posillipo, come se fosse l’ultima. Con uno struggimento mai provato, misto ad una strana gratitudine di cui gli sfuggiva il senso. Poi si costrinse a risalire gradino dopo gradino la città fino al Corso, con quel passo sbilenco che sarebbe stato suo per sempre, nel silenzio più assoluto. A quell’ora a casa di certo lo stavano già piangendo. Passava tra la gente vociante che defluiva dai rifugi rianimata dallo scampato pericolo. Vedeva le bocche muoversi ma nessuna voce gli arrivava al cervello. Gli sguardi al cuore sì, però. Come quando sulla prima rampa del Petraio incontrò quello del militare che aveva tentato di trattenerlo e dirigerlo verso l’ingresso del cunicolo che arrivava sottoterra per metterlo in salvo. La nuca appoggiata su un sasso, pancia in su come i pesci all’Immacolatella, il soldato guardava il cielo. Senza vederlo più. Il vecchio che vecchio non era ancora si fermò. Si chinò verso il ragazzo che adesso, senza berretto d’ordinanza, i riccioli neri scarmigliati e il volto disteso mostrava tutta la sua acerba età, gli sorrise e gli accarezzò le palpebre con l’indice e il medio della mano destra e gli chiuse gli occhi buoni mentre una dolcezza struggente che non avrebbe mai dimenticato gli allagava il cuore. «Statte buono, guaglio’… e grazie.», gli sussurrò come saluto a fior di labbra. Poi ricominciò ad inerpicarsi sulla gradinata a denti serrati. Il dolore alla gamba era lancinante. Lasciò le lacrime libere di scivolare lungo le gote e sorrise. «Meno male che a Napule ce stà ‘o mare…», pensò.


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Rossella Verze IC 2 MOSCATI MAGLIONE - PREMIATI GLI ALUNNI-POETI

NULLA FERMA LA POESIA, NEANCHE LA PANDEMIA

“LA VITA È UN DONO” è stato il tema della quarta edizione del concorso di poesia che, ideato dalla prof.ssa Lina Sanniti, invita alla creazione di versi tutti i discenti dell’ I.C. 2 Moscati Maglione. Il tema proposto, ampio e di particolare pregnanza in un momento storico difficile quale quello attuale, caratterizzato da tutte le conseguenze che la pandemia ha comportato a livello di vite umane, ha dato la possibilità ai tanti “poeti in erba” di spaziare tra le variegate sfumature di argomenti come l’amicizia, la pace, il sogno, la natura. La commissione costituita dalla prof.ssa Lina Sanniti per la secondaria e dalla prof. ssa Flora Addeo per la primaria, classi quarte e quinte, è stata presieduta dalla prof. ssa Vittoria Caso. Non una sola cerimonia di premiazione il 28 maggio, ma ben tre, una per ciascun plesso scolastico, al fine di evitare assembramenti, nel pieno rispetto delle norme anticovid, hanno permesso di premiare i vincitori e le vincitrici del concorso, in un’atmosfera gioiosa e gratificante. Prima di consegnare attestati e medaglie, la Dirigente Scolastica prof.ssa Virginia De Robbio, ha sottolineato come questa iniziativa l’abbia entusiasmata, confermandole che la poesia, genere senza tempo, fresca e viva nonostante abbia attraversato secoli e secoli, sia utile alla costruzione dell’identità personale: “attraverso la poesia i giovani hanno la possibilità di scrutare in se stessi, accogliere nella propria interiorità gli elementi sia individuali e connotanti il soggetto, sia

universali che accomunano tutti gli esseri umani. Nell’attuale società, spesso dominata dalla superficialità, analizzare il proprio io e gli elementi che connotano gli esseri umani è sicuramente di stimolo alla crescita umana e culturale, alla costruzione di relazioni significative con gli altri e con l’ambiente di vita”. Ha elogiato, poi, la prof.ssa Lina Sanniti che da ben quattro anni è ideatrice e organizzatrice della bella iniziativa, cui dedica gratuitamente il proprio tempo. “I temi proposti ai ragazzi, -ha precisato la prof.ssa Sanniti- Terra mia rinasci (prima edizione - presidente di giuria Ketty Martino), Io e gli altri (seconda edizione - presidente Ferdinando Tricari-

co), Il mondo intorno a noi ( terza edizione – presidente prof.ssa Vittoria Caso) hanno dato la possibilità soprattutto di riflettere e poi di mettere a nudo emozioni e sentimenti.” “Tradurre in parole e in versi sentimenti, emozioni, sensazioni e suscitarne in chi legge analoghe o contrastanti: ecco la poesia” ha confermato la prof.ssa Caso, complimentandosi con i teneri autori dei versi per la loro creatività ed originalità e per averle consentito di leggere nei loro cuori. Ha inoltre ringraziato la D.S. per la fiducia accordatale e la prof.ssa Sanniti, fine poetessa, autrice di incisivi versi, per averla coinvolta ancora una volta in questa full immersion nella poesia: percorso di crescita,

unico nel suo genere. LA VITA è UN DONO, dunque, tema di quest’anno, ha suscitato una riflessione a 360 gradi sul valore inestimabile della vita: “Tutte belle le poesie, intense, toccanti, originali non è stato facile scegliere” ha affermato, infatti, concordemente la commissione, nel premiare tutti i partecipanti, ai quali è stato consegnato un attestato di merito mentre scroscianti sono stati gli applausi per i vincitori, premiati con medaglie. Si sono classificati al primo posto ex aequo per la scuola primaria: Emmanuel Arreso 4° B; Giulia Cimmino 5° B; Rosy Morlino 4° C; menzioni speciali sono state conferite a: Gabriele Coppeta 4°B, Francesco Sigillo 4° C, Erika Sorrentino 5° C, Lorena Bevilacqua 5° B, Claudia Salomone 5° B, Davide Ferrara 5° B. Vincitrici ex aequo per la secondaria: Antonella Palumbo 3°A, Viviana Loffredo 2°H, Carmen Caiazzo 3°D. Menzioni speciali: Anna Cortese 2°C; Alessandra Piscopo 1°D, Myron D. Agosto 2°D, Giuseppe Virzo 2°D, Angelo Arreso 1°H, Eleonora Marigliano 3°H, Angela Abbate 1°G, Serena Napolitano 1°G. Bravissime anche le allieve della 3°C : Rosa Grieco, Michela Cinicolo, Martina Monteriso, Rosaria Mazzei che hanno partecipato scrivendo versi in lingua inglese. Quale ulteriore gratificazione, le poesie dei primi classificati saranno pubblicate nel Diario del prossimo anno scolastico: ancora una volta la comunità scolastica dell’IC2 Moscati Maglione si conferma una magnifica realtà scolastica!


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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DALL’AVV. FRANCESCO POLIZIO

La vicenda del parco Buontempo Rivisitare la vicenda “Buontempo” a distanza di tempo, rispetto alla sua realizzazione, impone la lettura degli atti e la visione d’insieme degli avvenimenti che produssero il ricorso alla convenzione e non deve mancare la lettura della strumentalizzazione politica della questione Buontempo che è costata al Comune di Casoria circa 200 milioni di vecchie lire per il pagamento di parcelle professionali per un procedimento penale inventato e costruito per affondare gli avversari politcii ed oltre 5 miliardi di lire senza avere la proprietà degli appartamenti grazie all’insipienza degli amministratori e dei dirigenti del Comune di Casoria. La vicenda ha come punto di partenza la delibera consiliare n. 149/A del 29/2/1986 e della conseguente convenzione stipulata tra il Comune di Casoria ed impresa Buontempo per realizzare n. 72 alloggi destinati a soggetti in particolari condizioni di disagio economico e sociale. Gli immobili, realizzati nei tempi previsti, venivano consegnati dall’impresa Buontempo al Comune di Casoria attraverso un collaudo provvisorio a seguito della spinta di tanti nuclei familiari che rivendicavano l’abitazione. Al momento della consegna provvisoria degli alloggi il Comune aveva versato all’impresa Buontempo la somma di lire 4.445.905.815 con la riserva di versare il residuo definitivo di lire 2.356.248.813 al momento della stipula del contratto. A seguito dell’occupazione degli immobili ed in attesa della stipula del contratto cominciarono le diatribe tra il Comune e l’impresa Buontempo che, nel frattempo, a corto di liquidità, aveva acceso un mutuo fondiario, sugli immobili realizzati, con il banco di Napoli-Istituto S. Paolo. Il Comune di Casoria contestava all’impresa Buontempo di aver violato i patti convenzionali, mentre l’impresa Buontempo contestava al Comune il mancato pagamento del residuo credito che avrebbe consentito il pagamento delle

rate del mutuo gravanti sulla proprietà realizzata. Intanto per il mancato pagamento delle rate di mutuo l’istituto S. Paolo in data 3/1/1992 attivava il procedimento di pignoramento degli immobili che nel frattempo erano stati occupati dagli assegnatari. La diversità delle posizioni del Comune di Casoria e dell’Impresa Buontempo nella valutazione del rapporto pubblicistico e privatistico accendeva un contenzioso infinito che perdura ancora non essendosi trovata una soluzione nel tempo a partire dal gennaio 1992 quando era possibile e conveniente per le parti interessate una transazione soddisfacente. Le giunte in carico a partire dal 1992 sono ricorse agli studi legali per trovare una soluzione ed è stata sempre indicata la strada della transazione per giungere alla soluzione della vertenza. Nel gennaio 1992, in carica la Giunta Fasano, con la presenza dei socialisti e dei comunisti, l’istituto S. Paolo notificò al Comune di Casoria un pignoramento immobiliare per le rate scadute del Mutuo non pagate dall’impresa Buontempo che riguardavano il periodo 1/1/1988 – 1/7/1991. L’impresa Buontempo diffidava il Comune ad adempiere al pagamento del

residuo credito con invito a farlo direttamente all’istituto di credito estinguendo l’ipoteca e riservando ad una successiva trattativa l’eventuale ulteriore residuo. Nonostante le indicazioni di una transazione possibile da parte dei professionisti incaricati dal Comune, capace di soddisfare il credito della Banca e mettere al sicuro la proprietà degli alloggi realizzati, si preferì di far marcire la situazione con il risultato attuale di un contenzioso in essere che ha visto salire il credito dell’istituto bancario da circa 2 miliardi di vecchie lire a 5 milioni di euro con la soccombenza del Comune che non ha più la proprietà degli alloggi e con le azioni dell’Impresa Buontempo che rivendica alcuni milioni di euro. Allo stato è in corso una procedura attivata dall’Istituto S. Paolo con iscrizione ipotecaria, pignoramento immobiliare e la procedura esecutiva per la vendita della proprietà superficiaria. Esiste anche un contenzioso davanti alla Corte di Cassazione sulla natura della controversia che presenta aspetti pubblicitari e privatistici la cui pronuncia può mettere la parola fine ad una vicenda che si poteva transigere nel gennaio 1992. Intanto la sofferenza sommerge gli occupanti che sono ora costretti ad interloquire con gli avvocati ed il notaio dell’istituto bancario ed investe il Comune che subisce un consistente danno per aver evitato la transazione e per aver proseguito un giudizio che si trascina da un trentennio, senza trovare una soluzione soddisfacente per le parti in causa. Le amministrazioni, che si sono avvicendate, nel tempo, non hanno mai perseguito l’interesse pubblico preferendo assistere e partecipare al contenzioso. È ancora utile sperimentare una soluzione che metta al riparo le abitazioni ed i legittimi assegnatari, invitando l’istituto bancario a calare le pretese e la ditta Buontempo a seguire un momento transattivo senza rivendicare risarcimenti insussistenti. Prof. Avv. Francesco Polizio

www.casoriadue.it


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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA ANITA CURCI

Presentazione libro “Memorie dal futuro” di Silvana Campese l’8 giugno 2021 alla Libreria Raffaello di Napoli Si presenta martedì 8 giugno 2021 alle ore 18 alla Libreria Raffaello in via Michele Kerbaker 35 a Napoli “Memorie dal futuro”, il romanzo fantapolitico di Silvana Campese (pagg 250, 18,50 €), Phoenix Publishing. Modera il giornalista Davide Cerbone. Presenti l’autrice, Lucio Righetti e Pino Cotarelli. Letture di Enrica Buongiorno. “Dall’ultimo capitolo del romanzo”, spiega Silvana Campese “traggo un passaggio che risulta efficacemente introduttivo e funzionale allo scopo di presentarlo: “Avevamo ricominciato daccapo. Dal Punto Zero. Quelli del Dopo di noi sapranno se la gestione del Potere diventerà migliore di quella del Passato Proibito. Sopravvissuti e pesti, contaminati e malati, ancora avevamo la Moria, l’Archeologia devastante del Passato Proibito con le scheletriche testimonianze di paesi e città bombardate e terre ancora piagate e cieli plumbei e freddo gelido e caldo atroce. Ed eravamo esposti alle ire del Pianeta vigliaccamente ferito che ancora reagiva con i suoi violenti, inarrestabili uragani e le grandi incontrollabili alluvioni e i suoi terremoti di incommensurabile forza. E i venti sterminatori che diffondevano morbi non curabili”. Il “punto zero” rappresenta il luogo regolatore e governatore della dimensione semi-primitiva illustrata nel modo in cui deve apparire agli occhi dei suoi abitanti il nuovo mondo, per volontà di chi comanda nel villaggio alle falde della montagna (il Taburno) da cui si dipana il lungo e avventuroso racconto. L’autrice narra, in maniera fantastica e metaforica, esperienze e passaggi ispirati alla propria esistenza: il cammino, il transito nel tempo e nello spazio, innanzitutto intellettuale. L’ambizione è quella di aprire un dialogo

con i giovani, a cui è destinata l’opera, sul destino del pianeta. La narrazione si apre con un percorso collettivo di ricerca, scoperta e rivelazione. Il desiderio di conoscenza, soprattutto nell’eroe odisseano Cisarò, è l’irrefrenabile motore di tutta la vicenda, una forza interiore cui nessuna guardia può opporsi, perché nessuna censura, nessun limite o repressione possono tenere carcerato il pensiero. Cisarò sfida la Legge dei Saggi che regola la vita di ogni abitante della terra e parte alla ricerca della conoscenza per poi formare il fatidico gruppo degli Inseparabili. Galassia Clio, antenata del villaggio nella quale Silvana Campese si identifica, dà vita e voce al suo personaggio a cui consegna il testimone nella speranza che passi di mano in mano. Il percorso si svolge in vari luoghi, tra cui Napoli e quel che resta della non ben identificata catastrofica fine del mondo. L’autrice, in questo testo, esprime le sue opinioni sul futuro del pianeta in

relazione agli sconvolgimenti climatici e pandemici o di altro genere che quel degrado stava già provocando quando, nel 2001, ha cominciato a scrivere il romanzo. “A motivarmi” chiarisce “furono, e sono, proprio la rivolta dolorosa nel profondo del mio animo contro quei fattori pericolosi e devastanti che andrebbero combattuti tutti, collettivamente e senza sosta. Fattori che continuano a generare conseguenze allarmanti, non ultimo l’inquinamento ambientale e climatico, il surriscaldamento globale e loro apocalittiche prospettive, a cominciare dagli stravolgimenti ambientali e la nascita di nuovi virus, come il Covid19 attualmente in corso”. GUARDA il book trailer Memorie dal futuro di Silvana Campese - Phoenix Publishing - YouTube L’AUTRICE Silvana Campese, napoletana, scrittrice, attivista, col nome di Medea, nel gruppo femminista delle Nemesiache di Lina Mangiacapre/Nemesi. Ha collaborato con la rivista “Mani-Festa” ed ha pubblicato il romanzo Prisma, la raccolta di racconti Strada facendo, l’epistolario tenuto con l’amico poeta Lello Agretti Contrappunto per soli timpani ed oboe, La Nemesi di Medea (con L’Inedito Edizioni di Fabio Martini) e Parthenope Inferno Celeste con la casa editrice Phoenix Publishing. LA CASA EDITRICE Phoenix Publishing è il ramo editoriale della Phoenix Film Production. Pubblica fumetti, saggistica, narrativa. L’obiettivo è quello di divulgare contenuti di alta qualità selezionando scrittori sia emergenti che affermati, con un’attenzione alle opere nuove, originali e dal sapore cinematografico.


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20 MARICA DE MARTINO

Il Museo CAM apre le porte a brand storici Uno dei poli culturali di Casoria lo troviamo ubicato in Via Duca D’Aosta e porta il nome di CAM Contemporary Art Museum. Il CAM è un museo che vive dal 2005 ed è stato fondato dal suo direttore Antonio Manfredi. Il museo riunisce arte e bellezza contemporanea, che regala sensazioni suggestive al visitatore una volta che varca la soglia d’ingresso. Al suo interno troviamo 1200 opere di arte contemporanea di pittura, scultura, fotografia, video, arte multimediale ed installazioni di importanti artisti provenienti da tutto il mondo. Trovandoci in uno dei periodi più bui della nostra epoca, poiché stiamo fronteggiando una pandemia che non molla la nostra libertà e normalità, i musei e tutte le attività di spettacolo sono state duramente colpite da essa ed è per questo che il Dott. Manfredi ha avuto un’idea nuova e alternativa per suscitare curiosità nei visitatori ed invitarli nel suo regno. Quest’idea nasce proprio per rispondere al Covid e metterlo a tacere in quegli istanti in cui ci si trova all’interno del museo; si tratta di un’iniziativa che permette al visitatore di fare un tuffo nel passato o deliziarsi dinanzi alle proprie passioni. Il CAM ha organizzato delle mostre chiamate “AperiArt” e sono una serie di eventi che ci permettono di osservare da vicino oggetti di brand che hanno fatto la storia come Disney, Coca Cola e in ultimo la Vespa, ma presto sarà ospite anche

Harley Davidson. Tutti gli oggetti esposti sono di proprietà di collezionisti privati che, affidandoli temporaneamente al museo, hanno permesso a tutti i cittadini di dare uno sguardo ravvicinato a pezzi più unici che rari. In particolar modo nella mostra della Vespa, si poteva notare come un mezzo nato negli anni 40 sia ancora così attuale. All’interno della mostra vi era un excursus di modelli del brand dalla più antica alla più moderna; erano presenti anche dei contachilometri di ormai 40 anni fa che segnavano “la vita quotidiana” di una persona in giro per le strade della città. La mostra sarà presente ogni venerdì a partire dalle ore 18, con brand diversi adatti a tutti i gusti ed oltre ad ammirare la collezione si può consumare un aperitivo in compagnia dell’arte. E’ un’iniziativa che ci permette di arricchire la nostra conoscenza e di entrare in contatto con qualcosa di veramente unico che ai più piccoli desta stupore, ma ai più grandi fa riaffiorare ricordi di un tempo passato.

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Salvatore Iavarone

Consigliere Comunale di Casoria

Nei PICS un finanziamento per un patrimonio culturale locale

Il Comune di Casoria finanzia la ristrutturazione del CASORIA CONTEMPORARY ART MUSEUM (CAM)

Il PO FESR Campania 2014/2020 riconosce alle città di medie dimensioni, come Casoria, il carattere prioritario dello sviluppo delle aree urbane nell’affrontare le sfide economiche e sociali finalizzate al miglioramento della qualità della vita e prevede un Asse dedicato allo Sviluppo Urbano Sostenibile, che individua quali destinatari le 19 Città Medie della Campania (Acerra, Afragola, Avellino, Aversa, Battipaglia, Benevento, Casalnuovo di Napoli, Caserta, Casoria, Castellammare di Stabia, Cava de’ Tirreni, Ercolano, Giugliano in Campania, Marano di Napoli, Portici, Pozzuoli, Salerno, Scafati e Torre del Greco) che, in qualità di Organismi Intermedi, attuano la strategia per lo sviluppo urbano, tenendo presente i 4 driver principali verso cui orientare gli interventi e che riguardano: a) contrasto alla povertà ed al disagio; b) valorizzazione dell’identità culturale e turistica della Città; c) miglioramento della sicurezza urbana; d) accessibilità dei servizi per i cittadini. I Programmi Integrati Città Sostenibile – PICS - sono programmi complessi orientati al perseguimento di obiettivi di crescita socio-economica, rivitalizzazione energetica ed ambientale, miglioramento della qualità ed efficienza, la cui attuazione da parte delle Autorità Urbane delegate, comprende una pluralità di azioni integrate, improntate: • alla sostenibilità e consolidamento della dotazione infrastrutturale; • ai temi relativi al contrasto alla povertà ed al disagio;

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• all’accessibilità dei servizi per i cittadini; • alla valorizzazione dell’identità culturale e turistica della Città; • al miglioramento della sicurezza urbana. A Casoria sono oltre dieci gli interventi previsti per oltre 12 milioni di euro, tra questi un importante intervento per la Cultura al Museo CAM, questa settimana andiamo nello specifico per spiegare l’intervento. Il Casoria Contemporary Art museum (CAM) è una realtà culturale interessante, molto attiva sui temi dell’arte contemporanea, a livello nazionale e internazionale. Nell’ambito delle azioni del PICS si prevede un intervento volto alla riqualificazione degli spazi espositivi al fine di potenziarne la visibilità e l’attrattività a scala cittadina e metropolitana. La proposta per il CAM prevede, in particolare, il lavoro sullo spazio esterno all’edificio, al fine di garantire una migliore accessibilità e fruibilità, e la riqualificazione dello spazio espositivo, posto al livello seminterrato dell’edificio, per accrescere la qualità di fruizione e conservazione dei manufatti artistici. L’intervento ha come finalità la promozione dell’inclusione sociale, il contrasto alla povertà e a ogni discriminazione. Il CAM è localizzato in un edificio che ospita anche l’istituto scolastico comprensivo “Palizzi”. Lo spazio del museo, complessivamente circa 1200 mq su di unico livello, è disposto ad una quota di -2,27 dal livello stradale ed ha accesso, mediante una rampa inclinata, da via Calore (traversa di via Duca di

Aosta). L’articolazione funzionale è libera, con l’esposizione liberamente disposta nei cinque bracci della struttura. Nell’area di ingresso sono localizzati un piccolo foyer e gli uffici. Il Casoria Contemporary Art museum (CAM) è una realtà culturale interessante, molto attiva sui temi dell’arte contemporanea. Il progetto prevede un intervento volto alla riqualificazione di alcuni spazi del centro al fine di potenziarne la visibilità e l’attrattività cittadina e metropolitana. La proposta prevede, in particolare, un lavoro sullo spazio esterno, al fine di garantire una migliore accessibilità e fruibilità, e la riqualificazione del piano seminterrato dell’edificio per accrescere la qualità dello spazio espositivo. Lo spazio esterno è pensato come avamposto espositivo (e per performance ed eventi all’aperto) in grado di segnalare il suo carattere sperimentale, legato all’arte contemporanea, attraverso i colori vivi della pavimentazione in cemento al quarzo e la presenza di installazioni artistiche all’aperto. La direzione di via Calore che fiancheggia il CAM è leggermente modificata al fine di ampliare lo spazio fruibile dai pedoni e di accogliere l’arrivo della pista ciclabile che collega i diversi interventi previsti dal PICS. Il tappeto colorato, a partire dalla via Duca d’Aosta, si sviluppa sino all’accesso al pianto seminterrato del CAM, che avviene tramite due comode rampe disegnate per eliminare le attuali barriere architettoniche. Lo spazio interno è pensato in modo tale da garantire la massima flessibilità ad

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22 ospitare diverse esposizioni temporanee, ma anche laboratori artistici e diversi appuntamenti culturali. L’ala dell’edificio mediatamente prossima all’ingresso è pensata come uno spazio “relax” in cui poter collocare una caffetteria, un book shop, una sala lettura; il centro dello spazio in cui convergono i diversi bracci dell’edificio è pensato come il luogo dei laboratori, arricchito dalla presenza di arredi mobili modulari e componibili in legno; la maggior parte dello spazio nelle due grandi ali laterali è destinato ad ospitare le mostre permanenti e temporanee. I servizi e gli spazi per il personale sono stati razionalizzati e ridistribuiti per una diversa e più discreta fruizione. Il CAM è uno spazio flessibile dedicato all’arte, alla creatività, alla loro diffusione: traendo spunto da importanti spazi destinati all’arte contemporanea tra i più noti quelli del Palais Tokyo a Parigi - si è previsto di conservare l’aspetto “neutro” e apparentemente “non finito” della struttura, perché ritenuto particolarmente adatto a spazi destinati ad accogliere le sperimentazioni e installazioni d’arte contemporanea. Interventi previsti: Interventi di sistemazione dello spazio esterno: Scavo a sezione obbligata e sistemazio-

ne mediante massetto in cls armato delle nuove rampe di accesso. Pavimentazione in cemento al quarzo colorato in pasta, installazione di arredi esterni in legno ed impianto di illuminazione. Arretramento della recinzione su via Calore e sostituzione della recinzione con struttura in tubolari metallici annegati in cordolo di cls armato (non visibili), al fine di garantire riconoscibilità e trasparenza. Sistemazione dello spazio a verde prospiciente la nuova rampa e dell’area di parcheggio su via Duca d’Aosta Rifacimento dell’impianto di raccolta delle acque piovane con dotazione di un serbatoio per lo stoccaggio delle acque grigie da utilizzare, opportunamente filtrate, per l’irrigazione e l’antincendio e la formazione di rain garden idonei a favorire l’infiltrazione profonda delle

Salvatore Iavarone

acque meteoriche provenienti sia dalla copertura che dall’area aperta; Creazione di nuove uscite di emergenza; Protezione delle murature perimetrali da umidità in controspinta e realizzazione di intonaci deumidificanti sulle superfici interne e sulle restanti pareti ove esposte al fenomeno di umidità di risalita. Tinteggiatura complessiva con pitture silossaniche ad alta traspirabilità ed a base calce per le superfici sufficientemente protette. Spostamento e adeguamento alla normativa vigente dei servizi igienici. Inserimento di un impianto di ventilazione meccanica a tutt’aria con recuperatori di calore. Verifica, adeguamento e integrazione degli impianti elettrico, idrico, termico, di smaltimento, di segnalazione e antincendio; Realizzazione di un sistema di illuminazione, volto alla valorizzazione degli spazi espositivi e basso consumo energetico con gestione sia automatizzata che manuale e remota; Sostituzione degli infissi interni ed esterni; Fornitura di arredi, attrezzature informatiche e audiovisive. (informazioni tratte dagli allegati ai PICS Comune di Casoria). Consigliere Comunale di Casoria

Nei PICS il finanziamanto per il recupero del Teatro

L’auditorium Martin Luther King, il Comune di Casoria finanzia la ristrutturazioneNe

Il PO FESR Campania 2014/2020 riconosce alle città di medie dimensioni, come Casoria, il carattere prioritario dello sviluppo delle aree urbane nell’affrontare le sfide economiche e sociali finalizzate al miglioramento della qualità della vita e prevede un Asse dedicato allo Sviluppo Urbano Sostenibile, che individua quali destinatari le 19 Città Medie della Campania (Acerra, Afragola, Avellino, Aversa, Battipaglia, Benevento, Casalnuovo di Napoli, Caserta, Casoria, Castellammare di Stabia, Cava de’ Tirreni, Ercolano, Giugliano in Campania, Marano di Napoli, Portici, Pozzuoli, Salerno, Scafati e Torre del Greco) che, in qualità di Organismi Intermedi, attuano la strategia per lo sviluppo urbano, tenendo presente i 4 driver principali verso cui orientare gli interventi e che riguardano: a) contrasto alla povertà ed al disagio; b) valorizzazione dell’identità culturale e turistica della Città; c) miglioramento della sicurezza urbana; d) accessibilità dei servizi per i cittadini. I Programmi Integrati Città Sostenibile – PICS - sono programmi complessi orientati al perseguimento di obiettivi di crescita socio-economica, rivitalizzazione energetica ed ambientale, miglioramento della qualità ed efficienza, la cui attuazione da

parte delle Autorità Urbane delegate, comprende una pluralità di azioni integrate, improntate: alla sostenibilità e consolidamento della dotazione infrastrutturale; ai temi relativi al contrasto alla povertà ed al disagio; all’accessibilità dei servizi per i cittadini; alla valorizzazione dell’identità culturale e turistica della Città; al miglioramento della sicurezza urbana. A Casoria sono oltre dieci gli interventi previsti per oltre 12 milioni di euro, tra questi un importante intervento per la Cultura al Teatro della Martin Luther King, questa settimana andiamo nello specifico per spiegare l’intervento. L’auditorium Martin Luther King è connesso all’omonimo plesso scolastico, costituito da più blocchi collegati da ballatoi articolati a croce greca. Nell’ambito delle azioni del PICS si prevede un intervento volto alla messa in sicurezza e all’adeguamento funzionale della struttura teatrale esistente, nonché interventi sugli spazi aperti che ne consentano la piena e completa utilizzabilità, indipendentemente dagli orari e dallo svolgimento delle attività sco-


DOMENICA 06 GIUGNO 2021 lastiche. Il nuovo auditorium è pensato come uno spazio versatile e disponibile sia ad accogliere le diverse scenografie e allestimenti delle tante possibili pièces teatrali che ad ospitare diverse sperimentazioni laboratoriali. L’intervento ha come finalità la promozione dell’inclusione sociale, il contrasto alla povertà e a ogni forma di discriminazione. L’intervento consiste nell’adeguamento della struttura teatrale esistente, integrata alla scuola secondaria di primo grado Martin Luther King, attualmente in cattivo stato di conservazione e in sostanziale disuso. La proposta prevede la creazione di uno spazio accogliente e flessibile atto ad ospitare laboratori, manifestazioni teatrali, e allestimenti differenti sia nello spazio interno che in quello esterno antistante la struttura. Una prima importante trasformazione riguarda il sistema degli accessi: la struttura attualmente ha un solo accesso principale dall’interno della scuola (verso la via Aldo Moro), e una uscita secondaria, dal magazzino posto sul retro, nell’area esterna pertinenziale della scuola (verso la via Angelo Poliziano). Il progetto prevede la creazione di un accesso indipendente tramite una comoda rampa, al posto degli attuali gradini, accompagnata da una parete filtro rivestita con listelli di legno colorati, nella parte posteriore dell’edificio a est; alla rampa si accederà dallo spazio esterno pertinenziale riqualificato attraverso la creazione di una pavimentazione in cemento colorato e un sistema di arredi modulari in legno. Lo spazio esterno si presta ad ospitare anche manifestazioni en plein air; esso è raggiungibile anche mediante la pista ciclabile che collega tutti gli interventi del PICS, e ospiterà anche la pista di atletica riqualificata. L’ambiente attualmente utilizzato come magazzino verrà trasformato in foyer e il connettivo, che portava al vecchio magazzino, verrà trasformato in un ambulacro espositivo in cui poter allestire mostre fotografiche e in archivio per immagini delle manifestazioni teatrali e laboratoriali del nuovo spazio M. L. King. Il nuovo auditorium è pensato come uno spazio versatile e disponibile sia ad accogliere le diverse scenografie e allestimenti delle tante possibili pièces teatrali che ad ospitare diverse sperimentazioni laboratoriali. Per rendere lo spazio flessibile, la

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23 sala si svilupperà su una unica quota e le nuove poltrone saranno dotate di sedili con braccioli ribaltabli automaticamente a totale scomparsa nel pavimento. All’interno dell’auditorium si è previsto l’uso di pannelli fonoassorbenti per il rivestimento del soffitto e delle pareti (tipo Tensilence) e di una nuova pavimentazione in parquet industriale con trattamento ignifugo. Gli interventi previsti sono: Interventi di efficientamento atti a portare l’edificio in classe energetica “A”, consistenti in: rifacimento della impermeabilizzazione e della coibentazione delle coperture, sostituzione degli infissi esterni, sostituzione dell’impianto di climatizzazione e ventilazione con uno ad elevata efficienza. Ridistribuzione interna, eliminazione barriere architettoniche e riqualificazione dell’auditorium. Tali interventi si articolano in particolare nelle seguenti azioni: - Interventi di sistemazione dello spazio esterno con pavimentazione in cemento al quarzo colorato in pasta, con convogliamento delle acque superficiali in impianto di raccolta e smaltimento previa raccolta in impianto tampone a trincea drenante, installazione di arredi esterni in legno. -Demolizione dei gradini esistenti di accesso dall’ingresso lato est e costruzione di una rampa. -Rifacimento dell’impianto di scolo delle acque piovane con installazione di un serbatoio per lo stoccaggio delle acque grigie da utilizzare per la irrigazione e l’impianto antincendio. - Adeguamento delle uscite di emergenza. -Spostamento e adeguamento dei servizi igienici. -Inserimento di nuovo sistema di ventilazione meccanica a doppio flusso. -Adeguamento e integrazione degli impianti elettrico, termico, idrico, antincendio adatti a locali di pubblico spettacolo; -Sostituzione di infissi e vetrate interni ed esterni; -Fornitura di arredi interni ed esterni, illuminazione. -Insonorizzazione acustica delle pareti dell’auditorium con inserimento di pannelli fonoassorbenti. -Opere di tinteggiatura e verniciatura delle superfici metalliche e lignee. (informazioni tratte dal programma PICS Casoria)

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DARIO SARNATARO

MANI IN PASTO - opportunità per i disabili

Inclusione, integrazione. Futuro, chances di lavoro, possibilità di crescita. Declinazioni assonanti e convergenti per definire il senso, la “ratio”, delle attività dell’Aias di Casoria, avamposto da sempre di solidarietà e welfare della città. Con questo spirito la Onlus si appresta a realizzare un altro progetto importante: “Mani in Pasto”, ovvero una serie di opportunità per i disabili (ma anche per le loro famiglie e per i volontari del terzo settore) per avere una formazione utile per il futuro, sicuramente soddisfacente per l’inclusione sociale e l’integrazione nella vita quotidiana. L’associazione guidata dal presidente Salvatore Giacometti propone infatti due corsi gratuiti di formazione, finanziati dalla Regione Campania con risorse statali del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Si tratta del corso di Operatore artigianale di ceramica (della durata di 50 ore) e del corso di Marketing e Comunicazione (di 30 ore). Ovvero l’Aias propone diciassette tra lezioni teoriche e laboratori per la pratica del lavoro con la ceramica e altre dieci lezioni per pro-

vare ad avere gli strumenti per vendere o piazzare commercialmente i manufatti prodotti. Corsi gratuiti, come si diceva, le cui iscrizioni sono aperte e che dureranno sino a maggio 2022. Un modo per favorire l’integrazione nel mondo del lavoro per le persone con disabilità (o per i loro familiari) al fine di dare nozioni per chi

intende svolgere il ruolo all’interno di un laboratorio di ceramica. Durante i corsi di osserveranno il parallelismo e le differenze con altre figure professionali legate ai Servizi Sociali. L’Aias di Casoria attende gli iscritti, per continuare la sua opera di assistenza e solidarietà, nel segno dell’inclusione.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Trianon Viviani, riparte “il Teatro delle Persone” curato da Davide Iodice

Dopo la riapertura al pubblico con il concerto di Nicola Piovani, al Trianon Viviani ripartono anche le attività di arte e inclusione sociale del progetto il Teatro delle Persone, fin qui sospese a causa della pandemia. Da venerdì 18 giugno prossimo il via al “Prologo” del progetto del regista Davide Iodice, con il primo dei due laboratorî intensivi – a partecipazione gratuita – dedicati in particolare a soggetti fragili e ad adolescenti, a cura della Scuola elementare del Teatro | Conservatorio popolare per le Arti della scena e di Puteca Celidonia. Insieme alle guide e ai tutor della Scuola, Iodice guiderà, fino al 30 giugno, il laboratorio l’Enciclopedia delle Emozioni, un primo passo verso la ricomposizione della frattura psicologica, relazionale e sociale che la pandemia ha causato specie nelle fasce sociali più svantaggiate. Il laboratorio accoglierà un massimo di quaranta candidature

tra le circa centocinquanta già arrivate per la partecipazione all’annualità ‘20/‘21 della Scuola elementare del Teatro. Intanto Puteca Celidonia lancia l’avviso per partecipare al laboratorio dal titolo Alla ricerca del teatro perduto, il percorso intensivo di espressività teatrale rivolto ad adolescenti dagli 11 ai 15 anni di età, che si terrà dal 13 al 18 luglio. Con le parole chiavi del gioco, il rispetto e l’ascolto, sarà aperto a un massimo di venti ragazze e ragazzi. Per parteciparvi è necessario inviare una mail di richiesta entro martedì 6 luglio. Le domande saranno selezionate in ordine di arrivo. Info e prenotazioni: teatrodellepersone@teatrotrianon. org. Il Trianon Viviani riapre così le porte alla comunità e al territorio riprendendo il filo di una relazione mai interrotta e che ora si riannoda anche attraverso le attività di questo progetto di arte e inclusione sociale.


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ANTONIO D’ADDIO

‘NNAMMURATA ‘E ‘STA CITTÀ IL NUOVO SINGOLO DI RAFFAELLA DE SIMONE

È uscito il 31 maggio, il nuovo singolo di Raffaella De Simone, raffinata interprete della musica napoletana classica e moderna, dal titolo ‘Nnammurata ‘e ‘sta città, un brano ritmato, colorato, estivo, ballabile, trascinante che ci mostra un lato inedito dell’artista partenopea. Team vincente non si cambia: il testo è stato scritto da Mario Guida, un poeta sensibile e versatile, la musica, gli arrangiamenti e la direzione artistica sono stati curati dal maestro Gaetano Campagnoli, un fuoriclasse del panorama musicale, mentre il prodotto è stato registrato e mixato presso lo studio Musicanima Record. Il video è stato realizzato da Antonio Levita, noto regista al quale si affidano grandissimi artisti e aziende internazionali. “Dopo M’he fatto turna’ a nascere, in cui ho cantato il mio amore per la persona che mi ha fatto rinascere, ho voluto testimoniare il mio amore per Napoli, un teatro a scena aperta, dove si fondono suoni, colori, usi e costumi, un mix che la rende un posto incantevole, unico. Le bellezze dei luoghi, il calore e l’ottimismo della gente, la sensibilità e la carnalità delle persone ti avvolgono e ti confortano, basta fare una passeggiata sul lungomare per dimenticare gli affanni e le preoccupazioni, basta un giro per le strade antiche, dove si respira la storia, o per quelle più moderne, dove c’è aria di progresso e di innovazione, per rimanere affascinati dal panorama che ti abbraccia e ti infonde un senso di libertà. Esiste un amore immenso per la città di Napoli e per i napoletani, che non finirà mai. Questa volta gli autori si sono superati, hanno trovato le parole e le sensazioni giuste per raccontare il mio amore per Napoli con le sue bellezze naturali ed artistiche e la mia ammirazione per un popolo accogliente, altruista e generoso. Sono soddisfatta del brano, ho avuto la possibilità di condividere quest’esperienza artistica con ottimi e valenti musicisti: Gianfranco Campagnoli alla tromba solista, Claudio Romano alle chitarre, Rossano Campagnoli alle percussioni. Ho riconfermato

anche il regista del video, il bravo Antonio Levita, che ha scelto delle location meravigliose, il Castel dell’Ovo, il Borgo Marinaro, via Chiatamone, via Partenope, il lungomare Caracciolo, e ho voluto inserire anche dei ballerini della Dance Sport Lab perché le note sono trascinanti e ti spingono a muoverti e a scatenarti, ormai, dopo il lockdown e tante chiusure, la gente ha il diritto di svagarsi e di distrarsi. Antonio D’Agostino è l’attore che interpreta il trombettista. Ho adottato anche un look più sbarazzino e aggressivo, sono allegra, felice, contenta, appagata e voglio esternare questi miei stati d’animo a tutti!!!”. La supervisione del progetto è stata affidata a Sebastiano Monda. Un doveroso ringraziamento a S.A.C.E.P. Sud srl di Salvatore Attanasio, a Security Services, al Bar 2000 Marigliano di Maurizio Marzullo e al Santuario Caffè di Pompei. Raffaella De Simone calca le scene nazionali e internazionali da tanti anni con un successo sempre crescente, ha fatto varie tournée in tutta Europa, ha parteci-

pato a importanti trasmissioni televisive e ha avuto ottimi apprezzamenti da critici molto severi. Raffaella ha iniziato la sua carriera artistica nel 1984 con il pianobar, in seguito si avvicina alla tradizione classica napoletana eseguendo le più belle perle del nostro patrimonio musicale. Corista di Dori Ghezzi, ha partecipato al Festival di Castrocaro e a Una voce per Sanremo. Ospite molte volte da Paolo Limiti nel programma in onda su Rai Uno, Ci vediamo in Tv, e nella trasmissione La Vita in Diretta, ha vinto il primo Festival Città di Pulcinella al Teatro Italia con il brano “’E stammo ‘nzieme” mentre nel 1998 si è classificata al terzo posto al Festival di Napoli, trasmesso da Rete 4, con il brano “’E parlammone ancora” scritto per lei da Federico Salvatore. Nel 1999 invitata da Pino Moris e dal maestro Augusto Visco registra per tv tedesca Rtd il programma Non c’è paese più bello cantando Maria Marì. Nel 2000 comincia la sua avventura a Napoli International con il programma Riflettori su Napoli, trasmesso in tutto il mondo, sempre in quell’anno, il 4 giugno, al teatro Sannazaro partecipa all’evento Canto Bovio, presentato da Pippo Baudo. Nel 2001 viene scelta da Mario Merola per Piazzetta Merola e cominciano i suoi concerti all’estero, a Londra, a Saarbrucher in Germania, a Marsiglia in Francia, a Liegi in Belgio, a Barcellona in Spagna, e in Italia, in vari teatri cittadini tra cui Il Primo e il Mercadante. Nel 2002 e nel 2003 ritorna al Festival di Napoli con due brani molto belli ed apprezzati, ‘A voce d’’e criature e Masaniè, contenuti nel lavoro discografico “Masaniè”, prodotto dalla Partenopeart e distribuito dalla Zeus Record “Serie Oro”, con dieci brani scritti da un team affiatato e vincente, Gennaro Quirito, Mario Guida, i fratelli Gaetano e Vincenzo Campagnoli, ed arrangiati dal bravo e versatile Vincenzo Campagnoli, affermato musicista e direttore d’orchestra. Raffaella ha scritto anche un libro sulla sua vita privata ed artistica dal titolo “La forza della voce”.

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Franco Lobefalo IL SUMMER WHITE PARTY Protagonista della nostra intervista di oggi è il Dott. Franco Lobefalo, imprenditore d’eccellenza, organizzatore di eventi e manager di tanti personaggi famosi dello spettacolo. In poche domande vogliamo scoprire alcune curiosità riguardanti questo ultimo anno, dove tutto è stato fermo ed adesso finalmente anche grazie alla Campagna vaccinale c’è una ripartenza per ogni settore. Salve Dott. Lobefalo come sta? Come ha vissuto questo ultimo anno di fermo totale? Dove sappiamo che lei copre molti ruoli e molti settori che vanno dall’imprenditoria alla moda, allo spettacolo, alle collaborazioni importanti. “Buona sera a voi, usciamo da un lungo periodo che è stato per tutti noi un periodo “di fermo generale” dovuto come tutti sapete da questa Pandemia che sembra essersi “dileguata” o quasi. Un periodo dove la Moda e lo Spettacolo hanno dovuto “frenarsi” nei vari comparti creando non pochi problemi a tutte le persone che in questi settori vivono la loro quotidianita’ e dove ognuno si è adeguato alle problematiche lavorative, come mi piace asserire noi abbiamo una marcia in più..” la cazzimma” In che modo sta organizzando questa “ripartenza” e cosa ne pensa della

campagna vaccinale della Campania? “Mi ritengo fortunato, ho un Team Eccellente, giovane, vivace, intelligente e con sani obiettivi,insomma siamo una famiglia, ritengo opportuno vaccinarci tutti, senza paura, perché se non lo facciamo tutti rischiamo di non andare da nessuna parte”. Già si sta parlando come ogni anno del famosissimo evento “Lobefalo’s Summer White Party”, l’evento estivo tanto atteso dove vediamo già data fissata per l’11 Luglio 2021 sempre in dresscode white, come sarà quest’anno? Ci sono novità? Ma sopratutto ci sarà la grande eleganza, il grande divertimento che la contraddistingue come sempre? “Il Lobefalo’s Summer White Party è una festa consolidata, abbiamo creato

un evento dov’é un “Cult” esserci, dove la forza sono le Istituzioni e la Grande Imprenditoria, la Grande Comunicazione, gli amici di sempre. La presenza dei nostri Partner é un aspetto conclamato specie in un periodo difficile come questo. L’aspetto artistico é certamente quello più seguito ma resta la partecipazione nel Super Prive’, l’ambizione per pochi eletti. La location del Dubai Village è certamente un aspetto rilevante, dove la bellezza si concilia con la grande amicizia col Dott. Gaetano Ambrosio ed il dottore Dott. Pasquale De Vita”. Una delle novità che leggiamo anche dai suoi social è la prima edizione del premio “Donne in carriera”, in cosa consiste questo premio? Cosa andrà premiato in questa primissima edizione? che farà felice anche il mondo femminile perché ci sono tante donne imprenditrici manager di aziende importanti e non solo che lavorano sodo ma è anche un’occasione per valorizzare la donna in tanti aspetti. “In effetti il Premio Donna in Carriera è un aspetto importante ed innovativo del nostro Party. Premieremo alcune Donne che oltre la bellezza hanno anche un ruolo importante nell’Economia e hanno saputo distinguersi nel proprio lavoro”.

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by ASD Evergreen

giugno-luglio 2021

Calendario gare RISULTATI

Prima giornata giorno

data

campo

ora

MEC SAN PORTAGRANDE

SCARAMUZZA CUBA LIBRE

martedì

08-giu

LOGGETTA

20.30

TECHMADE

NEVOLA INVESTIGAZIONI

martedì

08-giu

VOLLA

20.30

OLD BOYS

ATLETICO POSILLIPO

mercoledì

09-giu

BILLY

20.30

FMF ROSSO POMODORO

AVIS STELLA ROSSA A.F.

giovedì

10-giu

KENNEDY

20.30

EVERGREEN

GESIN

giovedì

10-giu

DUE PALME

20.30

giorno

data

campo

ora

RISULTATI

Seconda giornata AVIS STELLA ROSSA A.F.

OLD BOYS

martedì

15-giu

SCHIANA

20.30

EVERGREEN

MEC SAN PORTAGRANDE

martedì

15-giu

DUE PALME

20.30

TECHMADE

ATLETICO POSILLIPO

giovedì

17-giu

VOLLA

20.30

SCARAMUZZA CUBA LIBRE

FMF ROSSO POMODORO

martedì

15-giu

ASTRONI

20.30

GESIN

NEVOLA INVESTIGAZIONI

giovedì

17-giu

KENNEDY

20.30

giorno

data

campo

ora

RISULTATI

Terza giornata MEC SAN PORTAGRANDE

AVIS STELLA ROSSA A.F.

giovedì

24-giu

LOGGETTA

20.30

TECHMADE

EVERGREEN

lunedì

21-giu

VOLLA

20.30

ATLETICO POSILLIPO

FMF ROSSO POMODORO

lunedì

21-giu

LOGGETTA

20.30

SCARAMUZZA CUBA LIBRE

GESIN

OLD BOYS

NEVOLA INVESTIGAZIONI

martedì

22-giu

ASTRONI

20.30

mercoledì

23-giu

BILLY

20.30

giorno

data

campo

ora

RISULTATI

Quarta giornata AVIS STELLA ROSSA A.F.

TECHMADE

giovedì

01-lug

SCHIANA

20.30

FMF ROSSO POMODORO

EVERGREEN

martedì

29-giu

KENNEDY

20.30

GESIN

ATLETICO POSILLIPO

lunedì

28-giu

KENNEDY

20.30

OLD BOYS

SCARAMUZZA CUBA LIBRE

martedì

29-giu

BILLY

20.30

NEVOLA INVESTIGAZIONI

MEC SAN PORTAGRANDE

giovedì

30-giu

SIMPATIA

20.30

giorno

data

campo

ora

lunedì

05-lug

SCHIANA

20.30

mercoledì

07-lug

DUE PALME

20.30

lunedì

05-lug

LOGGETTA

20.30

RISULTATI

Quinta giornata AVIS STELLA ROSSA A.F.

GESIN

EVERGREEN

OLD BOYS

ATLETICO POSILLIPO

MEC SAN PORTAGRANDE

SCARAMUZZA CUBA LIBRE

TECHMADE

martedì

06-lug

ASTRONI

20.30

NEVOLA INVESTIGAZIONI

FMF ROSSO POMODORO

giovedì

08-lug

DUE PALME

20.30


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RISULTATI

Semifinali COPPA OVER giorno

4a girone A

5a (sorteggio)

dal 12 al 15/7

4a girone B

5a (sorteggio)

dal 12 al 15/7

data

campo

ora

data

campo

ora

data

campo

ora

data

campo

ora

data

campo

ora

RISULTATI

Quarti di finale COPPA CHALLENGE giorno

2a girone A

3a (sorteggio)

dal 12 al 15/7

2a girone B

3a (sorteggio)

dal 12 al 15/7

RISULTATI

Semifinali COPPA CHALLENGE giorno

1a girone A

dai quarti (sorteggio)

1a girone B

dai quarti (sorteggio)

dal 19 al 22/7

RISULTATI

FINALE COPPA OVER giorno

dal 19 al 22/7

RISULTATI

FINALE COPPA CHALLENGE 50 giorno

26 o 27/7

SQUADRA CAMPIONE COPPA CHALLENGE

Formula torneo: Le 10 squadre partecipanti sono suddivise in 2 gironi da 5 squadre ognuno. Per evitare la giornata di riposo, ogni squadra disputerà le partite con tutte le squadre dell'altro girone (come se fosse un girone da 6 squadre portandosi i punti nella classifica del proprio girone), alla fine delle 5 giornate di gara la prima classificata di ogni girone accederà direttamente alle semifinali, mentre la seconda e terza classificata accederanno ai quarti di finale dove, con gare ad eliminazione diretta, si giocheranno la qualificazione alle semifinali. Sia nei quarti che nelle semifinali in caso di parità si procederà direttamente con i calci di rigore. Intanto la quarta e quinta classificata per ogni girone accederà alle semifinali di COPPA OVER. NB: per tutti gli accoppiamenti si procederà con sorteggio come indicato dal tabellone. GIRONE A

GIRONE B

AVIS STELLA ROSSA All Friends

FMF ROSSO POMODORO

ATLETICO POSILLIPO

GESIN

EVERGREEN

OLD BOYS

MEC SAN PORTAGRANDE

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Editore CASORIA DUE s. a. s società messa in liquidazione

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Sentite condoglianze alla nostra collaboratrice Maria Cristina Orga per la perdita improvvisa del caro

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