Domenica 20 Giugno

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DOMENICA 20 GIUGNO 2021

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Settimanale di Informazione

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ANNO XXI - N° 25 - DOMENICA 20 GIUGNO 2021

Visita guidata alla Casa Natale di San Ludovico

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DOMENICA 20 GIUGNO 2021

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RITA GIAQUINTO

La casa natale di Padre Ludovico: santità e pace in un luogo sacro di Casoria

In una interessante diretta sul canale web NanoTV, il nostro Dir. Nando Troise ci mostra l’importanza e la bellezza di uno dei luoghi di culto più importanti di Casoria: la casa natale di San Ludovico da Casoria, oggi sede delle Suore Francescane Elisabettine Bigie. Ai microfoni del direttore c’è infatti la Madre Superiore, Suor Maria, di Panama, che ci ha aiutato a scoprire tutto quello che c’è da sapere sulla gigantesca figura di Padre Ludovico, conosciuto e presente in tutti i luoghi francescani del mondo. Ai ringraziamenti per la presenza della stampa con cui Suor Maria ci apre le porte di questo luogo sacro, la Madre Superiore ci spiega innanzitutto con quale spirito le suore bigie cercano di dare continuità all’opera iniziata da San Ludovico: “Vi ringrazio per avermi dato la possibilità di mostrare la spiritualità di questo grande santo, conosciuto in ogni parte del mondo. Io sono stata rapita dal suo carisma, ed è per questo che mi trovo qui a Casoria, dove ho conosciuto e maturato la mia

spiritualità. Quando abbiamo iniziato, con Suor Crocifissa, eravamo in tre. Quasi non sapevamo che fare, ma poi, come dice il Papa, ci siamo avviati alla ricerca dei fratelli più bisognosi, quelli che stanno di fianco a noi, proprio come fece Padre Ludovico nel suo tempo. Per questo penso sia importantissimo per tutti i napoletani, sapere non solo ciò che ha fatto, ma ciò che è stato, per la cultura, per la politica, per la fratellanza.

Sono tutti aspetti che bisogna riscoprire insieme, perché la sua è una santità che deve essere collettiva, deve irradiare il popolo”. Nel mostrare a Suor Maria una copertina del nostro settimanale di qualche mese fa, le parliamo di un articolo redatto dall’autorevole collega Antonio Botta che ci ricorda che Padre Ludovico è stato considerato il San Francesco del secolo XIX. continua a pag. 5


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SEGUE DA PAG. 3 Così ci spiega Suor Maria: “Certamente la santità ha tanti aspetti: quella di Ludovico è quella ordinaria, quella semplice, quella della fratellanza. Mentre San Francesco era un ascetico, un mistico. Questo non vuol dire che Padre Ludovico non era mistico, il suo misticismo era nel volersi fare ricercatore dell’amore di Dio, ma questo lo ha portato ad essere il San Francesco del secolo XIX nella carità. Anche per questo per noi la carità è molto importante. Ma non carità nel senso di mettere le mani in tasca e dare, ma riconoscerla come spiritualità innata in ognuno di noi battezzato. A lui bastava uno sguardo per intuire la povertà dell’altro, anche con l’ascolto, con un sorriso. Ecco, per Padre Ludovico questa era santità”. Prima di entrare nella Chiesa, Suor Maria ci parla della parte esterna, del viale – via Nuova Padre Ludovico - che conduce alla casa natale del Santo. “Alcune cose, sono sincera, mi fanno tristezza. Per invitare il popolo a venirci a visitare, il Santuario dovrebbe essere più dignitoso all’esterno. Da tanti anni che siamo qua, ancora oggi, trafficano tante cose, fino alle tre del mattino, ci hanno anche rotto le finestre. Non è dignitoso per un Santo napoletano mostrare un santuario un po’ trascurato all’esterno. Quindi chiedo a voi casoriani di aiutarci anche in questo, per mantenere dignitosamente l’esterno di questo santuario. L’amministrazione comunale è già al corrente di tutto, quindi è ora che provvediamo a tenere bene il culto così bello di questo Santo”. Ricordiamo che di fianco al santuario c’è un’oasi, dedicata a San Ludovico, ma ideata, costruita dalle Suore Elisabettine Bigie già da qualche anno: “Si, questo spazio è stato creato dalla nostra consorella che non è più tra noi, Suor Elvira Piscopo, molto cara per me, che ho seguito personalmente nel suo primo cammino, e posso dire che è una testimonianza per tutti piena, focosa come Padre Ludovico, desiderosa di manifestare la sua spiritualità. Sin dall’inizio ha seguito Cristo nella concretezza”. Ancora nel cuore di tutti coloro i quali hanno avuto la gioia di conoscerla, aggiungiamo alle parole di Suor Maria l’augurio che per Suor Elvira sia accesa la fiaccola della santità, perché lei stata Santa in vita. L’intervista prosegue all’interno della Chiesa, dove si è rapiti da un’atmosfera di pace, serenità e tranquillità, nonostante a pochi metri di distanza ci sia il traffico ed il caos di piazza Cirillo e delle sue arterie. Ma è un luogo di pace

perché – come ci spiega Suor Maria – si respira la santità che Padre Ludovico ci ha insegnato: “La santità non è altro che vivere il presente così com’è, accogliendolo, è per questo che chi viene qua si sente a suo agio”. Quando è possibile visitare questa Chiesa? “Oltre alla domenica alle 9.30, la chiesa è sempre aperta dal lunedì al venerdì dalle ore 6.45 a mezzogiorno e dalle 17.30 alle 19.30. Abbiamo molti momenti di riflessione e di spiritualità, leggiamo gli scritti di San Ludovico per farli conoscere ai fedeli, il mercoledì abbiamo la spiritualità di San Ludovico con l’alfabeto della Croce, il venerdì facciamo l’adorazione della Croce, dove si spiega questa spiritualità che va scoperta con il dolore che ognuno di noi porta; la Lectio Divina tutti i pomeriggi alle sei. In questi giorni stiamo celebrando i 150 anni della fondazione di Assisi per riconoscere quest’opera che per Padre Ludovico era una melodia di perfezione; il 17 giugno celebreremo Padre Ludovico, dato che a marzo non si può, perché coincide con la quaresima. Alle ore 18 ci sarà una Messa solenne guidata dall’Arcivescovo Padre Lucio Lemmo. Voglio ricordare il quadro realizzato da un casoriano, Mimmo Abriola, che ce ne ha fatto dono per raccontare dei primi bambini africani di Padre Ludovico”.

Santuario, chiostro, refettorio, tutti luoghi di pace, ben curati e ben tenuti da queste suore che vivono di carità e di provvidenza: “E’ così, confermo. I casoriani sono tanto generosi, sanno che noi non abbiamo nessuna opera, e viviamo di provvidenza e della nostra creatività. Infatti, organizziamo anche un mercatino, facciamo lavoretti con le nostre mani. E tutte le sere preghiamo per tutti coloro che ci chiedono una preghiera per qualche caro in difficoltà”. Chiudiamo con l’Ospizio Marino a Posillipo dove la tomba di San Ludovico è tornata dopo essere stata nel Monastero di Santa Chiara a Napoli. Altro luogo incantevole creato da lui per i suoi pescatori e dove lui aveva espressamente chiesto di giacere. Ma sono tante le difficoltà per arrivare alla sua tomba, bisogna camminare molto: “Certamente ci sono delle difficoltà, e il nostro pensiero, il nostro progetto è di costruire un ascensore e realizzare un museo. Per fare tutto questo però ci vuole un po’ di pazienza, il progetto è grande e c’è bisogno di un po’ di tempo in più”. Dopo aver assicurato Suor Maria che la testata giornalistica CasoriaDue ed il canale web NanoTV saranno sempre a completa disposizione delle Suore Bigie per tutto quello che riterranno opportuno comunicare affinché il culto di San Ludovico si diffonda sempre di più e possa accompagnare una sempre maggiore crescita religiosa e culturale dei nostri concittadini, affidiamo a Suor Maria il saluto ed il commiato da questo incontro che ci ha permesso di approfondire un argomento così importante per la nostra Casoria : “Vi ringrazio e sono felice del dono che mi avete fatto di poter parlare della nostra comunità che vive della forza che ci ha trasmesso il suo fondatore. Il mio saluto finale è un invito a tutti a ritornare a Dio così come Padre Ludovico ci ha insegnato: ricercare una santità semplice, una santità quotidiana, di cui oggi tutti ne abbiamo veramente bisogno”.


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6 ANTONIO BOTTA

A colloquio con Fiorenza Calogero, cantante e attrice stabiese di fama internazionale

L’ARTISTA CHE METTE “A NUDO L’ANIMA DI NAPOLI” Pur essendo molto impegnata nelle prove per i suoi spettacoli, in questo periodo di riaperture, l’artista Fiorenza Calogero, stabiese di fama internazionale, si è mostrata immediatamente disponibile alla richiesta di concedere l’intervista. Nelle varie esperienze artistiche, in cui ha riscosso rilevanti successi a livello nazionale e internazionale, ha sempre messo in mostra le sue spiccate doti canore e qualità interpretative, valorizzate da Maestri del calibro di Roberto De Simone e di Enzo Avitabile. Iniziamo con il videoclip dal titolo “Si vide all’animale” che lei ha dedicato a Raffaele Viviani, poeta e drammaturgo. Lo sguardo è posto anche su Castellammare di Stabia, città in cui lei risiede e che ha visto anche i natali del grande Artista, cantore dei poveri e degli emarginati d’inizio del Novecento. Ponga in rilievo i motivi che l’hanno invogliata a realizzare il video, in uscita il prossimo anno, da cui sarà prodotto anche un docufilm, e gli aspetti che lo caratterizzano. “L’idea di associare disco e videoclip a un cortometraggio è nata durante le mie passeggiate in tuta e scarpette da ginnastica, quando mi sono imbattuta in una Castellammare sorprendente e ancora sconosciuta. Grazie al nostro amico Andrea De Falco, che mi ha guidato in questo percorso, ho capito che non si può raccontare Viviani senza calarsi nel suo vissuto umano. I palazzi, le leggende, i sentieri inesplorati e le antiche chiese ci riportano indietro nel tempo,

“Videoclip dedicato a Raffaele Viviani; nel concerto “Napulannura” reinterpreto le opere di grandi Maestri del passato: Renato Carosone, Sergio Bruni, Angela Luce, Concetta Barra. Roberto De Simone mi ha aiutato a capire la direzione che avrei dovuto prendere; il legame tra il teatro napoletano e la musica tradizionale, il jazz e e la world music è la naturale evoluzione del mio percorso di crescita. Negli anni sono entrata in contatto con artisti e Maestri del calibro di Enzo Avitabile” a quella parte di città che dopo il terremoto dell’80 non siamo stati più capaci di immaginare e valorizzare”. Il progetto prevede anche la partecipazione di artisti stranieri e un gruppo di stabiesi. E’ così? “Sì, ci sono tanti ragazzi stabiesi che hanno collaborato alle riprese del video. Innanzitutto la regista Iolanda Salvato e poi le comparse, i tecnici, gli operatori e tutte le persone del posto che ci hanno aiutato a conoscere meglio il nostro centro antico. Per quanto riguarda il disco, invece, le musiche sono arrangiate e rielaborate dal compositore e chitarrista Marcello Vitale.

I brani sono una grande jam session di artisti e di musicisti che ho conosciuto in questi primi venticinque anni di attività, tra i quali Rosalia de Souza, M’Barka Ben Talheb, Lucia Mazzotta, Simona Boo, Ebbanesis, Elena Ledda e Rosalba Spagnuolo”. Lei ha dato un importante contributo alla ricerca e alla diffusione dei canti tradizionali dell’Italia meridionale. Indichi alcuni lavori per lei più significativi con cui si è concretizzato questo suo encomiabile progetto mirato a valorizzare le tradizioni, la cultura popolare del nostro Sud e soprattut-

to i sentimenti “veraci” che da sempre albergano nel “cuore” di Napoli. “Recentemente ho riportato in scena lo spettacolo NapulAnnúra, un progetto che mette a nudo l’anima di Napoli facendola vibrare di passione. In questo concerto reinterpreto le opere di grandi Maestri del passato che hanno contribuito a rendere immortale il patrimonio musicale napoletano: Renato Carosone, Sergio Bruni, Angela Luce, Concetta Barra, solo per citarne alcuni, spingendomi poi fino al Settecento Napoletano, ovvero quel periodo di grande vivacità culturale che ha contribuito a rendere Napoli la capitale europea dell’arte, del teatro e soprattutto della musica”. Lei ha lavorato con il grande Roberto De Simone, che l’ha coinvolta in ruoli significativi in spettacoli che hanno ottenuto un grande successo, a livello nazionale e internazionale, tra cui “La Gatta Cenerentola”, e “Lo Vommaro a Duello”. Che cosa ha appreso di importante, a livello professionale, dalla collaborazione con De Simone? “Mi ha offerto la possibilità di misurare le mie potenzialità, mi ha aiutato a capire la direzione che avrei dovuto prendere, soprattutto nei primi anni di attività, quando non avevo maturato ancora una consapevolezza. Il ‘rito di iniziazione’ è avvenuto con il debutto ne “La gatta Cenerentola”, il banco di prova tecnicamente più impegnativo e costruttivo per un interprete esordiente: lì ho capito che non sarei mai più scesa da un palcoscenico . Il suo repertorio voca-


DOMENICA 20 GIUGNO 2021 le comprende canzoni napoletane e anche varie forme di jazz. A quali interpretazioni di canti partenopei è maggiormente legata e quali successi, soprattutto, rispetto al ruolo di cantante e di interprete l’hanno particolarmente gratificata? “Il legame tra il teatro impegnato e la musica tradizionale, il jazz e la world music è la naturale evoluzione del mio percorso di crescita. Negli anni sono entrata in contatto con artisti e maestri del calibro di Enzo Avitabile, produtto-

7 re artistico del mio quarto disco “Nun tardare sole”, finalista della sezione interpreti del Premio Tenco. Frequentare, vivere, condividere la musica di Enzo significa costruire un puzzle che inevitabilmente ti porta alla world music”. In qualità di attrice ha partecipato anche a un episodio della serie TV de “Il commissario Ricciardi”. Come definirebbe questa sua esperienza? “Molto interessante e divertente. Devo ringraziare Alessandro D’Alatri che mi ha dato la possibilità di interpretare il ruolo di Marietta, ‘a guardiaporte”, nel quinto episodio dal titolo “Vipera”. Ha ottenuto importanti riconoscimenti. Quali di essi l’hanno emozionata di più? “Tutti i premi e i riconoscimenti fanno piacere. Quando il giornalista-musicologo Pietro Gargano mi ha dedicato due pagine nella sua Enciclopedia della canzone classica napoletana devo ammettere di aver provato un senso di orgoglio e grande fiducia. Sicuramente il risultato di anni di gavetta, di duro lavoro e soprattutto sperimentazione”. Il colloquio con Fiorenza Calogero termina con l’augurio di riprendere, con gli allentamenti delle misure di sicurezza anti Covid e le progressive

riaperture, la sua attività artistica con grandi successi di pubblico e di critica. Lo spirito umano ha bisogno di Arte e di Cultura, esse sono il respiro dell’anima. L’emerito Pontefice Benedetto XVI, il 22 Novembre del 2009, in un memorabile discorso agli Artisti (poeti, musicisti, attori, scrittori, pittori…), citando un’espressione di Paolo VI, disse: La vostra Arte è quella di carpire dal cielo dello spirito i suoi tesori e rivestirli di parola, di colori, di forme, di accessibilità”.


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8 ANTONIO BOTTA

La piccola Noemi, ferita due anni fa a Napoli in un agguato camorristico, dal Papa con don Mimmo Battaglia

“DONO D’AMORE”

La mamma della piccola: “Un’emozione unica e una promessa mantenuta, grazie a don Mimmo per aver realizzato un sogno”. A piazza Nazionale un murales dedicato alla bambina E’ il suo stile genuinamente evangelico, quello del servizio, “senza se e senza ma”: don Mimmo Battaglia, Arcivescovo della diocesi di Napoli, sulle orme del suo predecessore, il cardinale Sepe, sta offrendo il profilo altissimo del suo ministero episcopale, incarnando una chiesa “missionaria”, in uscita verso tutte le persone che per fragilità e disagi vari hanno bisogno di sostegno, facendo sentire il suo calore umano, ascoltandoli, innanzitutto, e partecipando con premura e piena condivisione alle loro difficoltà. Lo ha dimostrato anche nell’ultimo suo encomiabile dono d’amore, accompagnando a Roma da Papa Francesco, insieme ai genitori, Noemi, la bambina ferita per errore in un agguato di camorra a Napoli, in piazza Nazionale, due anni fa. Commossi e grati la mamma e il papà della piccola, per l’intensa esperienza che don Mimmo ha fatto vivere all’intera famiglia, consentendo, in particolar modo a Noemi, di sperimentare, tramite Sua Santità, la tenerezza del cuore di Dio. Intensa la gioia della mamma, che ha dichiarato: “Un’emozione unica e una promessa mantenuta, grazie a don Mimmo per aver realizzato un sogno. Siamo sicuri che grazie al suo impegno, ma anche nostro e ai suoi insegnamenti faremo grandi passi avanti nella nostra città …

noi ci crediamo. Grazie di tutto”. L’arcivescovo Battaglia già in un’altra occasione ha mostrato la sua vicinanza a Noemi e alla famiglia, partecipando alla cerimonia d’inaugurazione del murales dedicato alla bambina proprio nella stessa Piazza dove, colpita da un proiettile, fu vittima incolpevole in una resa di conti di stampo camorristico, rischiando di morire. Davanti al murales, firmato da Noemi, alla presenza di altri esponenti istituzionali della Città, don Mimmo ha pronunciato parole di fuoco pervase da ansia di giustizia, spronanti al superamento della passiva rassegnazione al male con espressioni che devono scuotere le coscienze di tutti: “Non mi spaventa il rumore dei disonesti quanto il silenzio degli onesti. Napoli non è stata ricevuta in eredità dai nostri padri, ma in prestito per i nostri figli: perciò, c’è bisogno dell’impegno di tutti perché tutti hanno il diritto di abitarla. Forte e rigoroso il suo appello a “rimboccarci le maniche per dire sempre no all’indifferenza e sporcarci le mani per la giustizia, la verità e la pace”. In ogni contesto, l’Arcivescovo Metropolita di Napoli richiama con passione l’impegno dei credenti in Cristo a tessere relazioni di cura per fare della propria

vita “un dono d’amore” . Ultimamente, nella Chiesa Cattedrale, in occasione della Solennità del Santissimo Corpo e Sangue del Signore ha sottolineato, nella riflessione omiletica, che “quando si riceve l’eucarestia, voi non venite a fare la comunione, ma venite a fare comunione”, specificando che si realizza certamente l’intimità con il Signore, ma si diventa anche un solo corpo in una unità non solo con il capo, che è Cristo, ma con tutte le sue membra. Come pure, si adora l’ostia nel tabernacolo, dove c’è la presenza reale di Gesù, ma fuori dal tempio “ci sono altri tabernacoli, che sono tabernacoli scomodi, anche lì il Signore è presente e vivo. Sono i tabernacoli della miseria, sono i tabernacoli della solitudine, sono i tabernacoli della sofferenza. Sono i tabernacoli del dolore, sono i tabernacoli della povertà. E tu che fai? Io che faccio? Non puoi voltarti dall’altra parte, non puoi neanche pensare di risolvere il tuo problema o il problema degli altri con una ostentata elemosina, senza il coraggio di guardare chi ti sta di fronte negli occhi. Lì è presente il Signore, che sta bussando alla porta del tuo cuore; anche quello è Corpo e Sangue di Gesù. Non voltarti dall’altra parte perché stai gettando il pane, lo stai gettando“.


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NANDO TROISE

CONSIGLI AL SINDACO DI CASORIA IL PRODOTTO Studia il business del Comune di Casoria, le persone che guidi se lo aspettano. Se restano deluse non le guiderai ancora per molto. ----------------Non ignorare tutti coloro che nell’ombra lavorano per te perché sono elementi a “basso mantenimento” ----------------a TUTTI capitano fasi più o meno buone; rivolgi a tutti le stesse attenzioni e preoccupazioni. ----------------Se ti viene una grande idea in maniera casuale, mettila in pratica. ----------------Informati, scopri quale identità vuole fondare o mantenere LA TUA amministrazione e se sei allineato con essa. Chiediti: come è strutturata la dirigenza? A chi dovrai riferire? Chi dovrà riferire a te? Le risposte a queste e altre domande saranno fondamentali per l’esito del tuo mandato. ----------------Affronta ogni giornata come se l’indomani gli assessori della tua Giunta dovessero implodere. Questa “paranoia positiva” ti costringerà a capire il loro sviluppo e ad anticipare le vere cause di un loro possibile deragliamento. ----------------Rendi gli assessori partecipi dei tuoi problemi. Coinvolgili, incoraggiali a essere parte attiva delle soluzioni. Se si crea una situazione di stallo, la decisione finale spetterà sempre al Sindaco. ----------------Ricordati che in assoluto non esistono né grandi Sindaci né grandi leader. Sono grandi quando gli assessori che guidano, e a seconda dello spazio che riescono a ottenere ogni giorno da questi assessori per mettere in pratica le loro idee.

comunica agli assessori. Grazie al tuo ruolo guida, hai con loro “crediti emotivi” per fare in modo che queste intuizioni approdino al Consiglio Comunale. ----------------La psicologia è tutto. Sarà la mente dei tuoi assessori e della maggioranza intera a condurti al successo. FA in modo che le persone credano in sé stesse. ----------------Una comunicazione chiara è fondamentale, soprattutto quando si tratta di spiegare decisioni difficili.

LA CRESCITA I DATI Evita I “GIOCHETTI psicologici”. Concentrati sulle cose importanti, ovvero i risultati. ----------------Gli strumenti di analisi più importanti sono i tuoi occhi e il tuo cervello. Osserva attraverso le lenti della tua esperienza e non farti distrarre. ----------------CREA uno spazio in cui gli esperti possano crescere e lavorare bene. Non trattarli con sufficienza, dà loro credibilità ma fai anche in modo che capiscano che l’unico motivo per cui sono lì è aiutarti a risolvere i problemi. ----------------Allo stesso tempo non avere paura dei dati e delle analisi; accogli con favore le nuove scoperte e il margine di vantaggio che potrebbero darti. ----------------Accogli con favore i dati ma ricorda che, in quanto Sindaco, il tuo ruolo è tradurli in intuizioni ed essere la persona che le

Le regole possono essere elastiche, ma ci sono dei limiti. Fa in modo che tutti sappiano quali siano. ----------------La sicurezza in sé stessi è contagiosa. Come racconta David Mamet in Casa di giochi, “Perché lo chiamano “segreto di autostima”, perché tu stimi me?”. “No, perché io ti contagio con la mia, di autostima”. I grandi Sindaci infondono certezze. ----------------Non è facile percepire sé stessi come Sindaco. Ricordati sempre che se qualcuno ti ha votato vuol dire che crede in te, quindi fidati del giudizio delle migliaia di persone che ti hanno votato. ----------------Di solito, le persone amano il loro lavoro. Non uccidere questo amore. ----------------L’intensità è importante, ma attenzione: per essere seri non è necessario essere tristi.

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10 CIRO TROISE

La Primavera 1 è uno spiraglio di luce, il Napoli deve coglierlo Ritornare nella serie A della categoria può ridare entusiasmo al settore giovanile ma è necessario dare senso a questo risultato

Sembrava che il Napoli fosse destinato ad un pessimo epilogo della stagione. Su tutte la delusione della Champions sfumata per il suicidio sportivo contro il Verona, poi la mancata qualificazione dell’Under 17 ai quarti di finale e, invece, al centro sportivo di Collecchio è venuto fuori uno spiraglio di luce. Il Napoli è fuori dall’inferno del campionato Primavera 2, la retrocessione in serie B nella categoria più vicina alla prima squadra significa non avere sbocchi di crescita. Quale giovane interessante, di prospettiva viene a giocare in Primavera 2? Come si fa a crescere misurandosi in un contesto dal livello mediocre? I ragazzi migliorano se possono misurarsi con giocatori più forti, in scenari stimolanti. Il Napoli passa dall’affrontare la Primavera della Salernitana o del Cosenza a tornare sui campi di Roma, Milan, Juventus, Inter in diretta televisiva. Sembra poco e, invece, cambia tantissimo, il Napoli oggi ha un altro bigliettino di visita sia per trattare ragazzi di qualità in giro per l’Italia e per il mondo che nel coltivare l’ambizione interna dei più piccoli che vedono la Primavera come un primo traguardo. Il primo tempo di ParmaNapoli sembrava riproporre i tristi presagi di un anno balordo e, invece, è venuta fuori una entusiasmante reazione nervosa, di anima, orgoglio, cuore, premiata dalle qualità individuali di alcuni ragazzi. Ancora una volta sono stati i ragazzi della nostra terra, cre-

sciuti sin dall’attività di base a determinare questa risalita. Labriola ha segnato sette gol, ha ribaltato il destino di un’altra annata in Primavera 2 con una giocata fantastica, Cioffi è riuscito anche a debuttare in serie A, D’Agostino è una speranza per il futuro, Ambrosino è venuto fuori dopo un percorso complicato nelle categorie che precedono la Primavera. Tutti made in Naples, caro presidente, altro che ragazzo acquistato dal Verona pagando 2 milioni di euro (cosa mai fatta tra l’altro) di cui si parlava a Castel di Sangro dieci mesi fa. Questo gruppo è formato quasi interamente da ragazzi cresciuti con la maglia azzurra, le uniche aggiunte nel giro dei titolari sono il portiere Idasiak, un affare straordinario nel rapporto qualità-prezzo, il difensore Spedalieri arrivato a gennaio e i centrocampisti Sami e Cataldi, l’autore del cucchiaio all’ultimo rigore.

Merita una menzione positiva anche Stefano Stefanelli, arrivato a fine ottobre per sostituire Valoti che si è catapultato in un lavoro di gestione molto complicato. È stata un’annata balorda, condizionata dal Covid, dalle sospensioni, dalle esigenze della prima squadra, da tanta confusione interna. Il ritorno in Primavera 1 è uno spiraglio di luce, bisogna seguirlo, altrimenti si defila e, perdendolo di vista, si ritorna nell’oscurità. Le voci su un taglio del budget per il vivaio non sono entusiasmanti, ancora di più reiterare l’errore di non formare la squadra Under 18 che servirebbe per aspettare i ragazzi classe ‘2004 non ancora pronti. Per le società neopromosse non è obbligatoria ma sarebbe molto opportuno costituirla per non disperdere il talento. Bisogna investire, costruire una squadra valida per il campionato Primavera 1 a 18 squadre, portando il Napoli in una dimensione lontana dal-

le ultime tre in classifica che retrocederanno. Si tratta di un torneo tosto, competitivo, ogni stagione rischiano club importanti di capitolare. La Lazio è penultima e al playout potrebbe incrociare una tra Bologna e Torino, realtà importanti che nel vivaio ci credono abbastanza. Non va ripetuto l’errore dell’estate del 2019 quando si è sottovalutata l’uscita di Gaetano dalla Primavera. La promozione dei ragazzi di Cascione deve rappresentare una spinta anche per ristrutturare il vivaio nelle categorie dall’Under 17 in giù. Meno cultura del risultato, più lavoro di prospettiva insistendo sui dettagli, monitoraggio costante del territorio che è il Sudamerica d’Italia e continua a dare soddisfazioni. Basta guardare la Nazionale per ricordarselo con Insigne, Immobile e Donnarumma a costituire la bussola della Campania Felix.

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MARIA CRISTINA ORGA

DOPO “LA GENOVESE” CON CARNE “FUJUTA”, NANDO TROISE CONDUCE “LA COPERTINA” CON SPADAFORA “FUJUTO” E CON MARCO GIORDANO IN MENÙ

Nulla di fatto per il nostro implacabile direttore, che ha provato con ogni mezzo e canale ad avere ospite della sua “Copertina” l’onorevole Vincenzo Spadafora, ma stavolta non è riuscito a portare a termine la missione, nonostante alcuni membri del suo staff abbiano iniziato la loro attività giornalistica proprio con Nano TV. Ma fatalmente accade che quanto più è vertiginosa e rapida l’ascesa alla ribalta, tanto più lo è la perdita di memoria, come se la notorietà si cibasse delle esperienze cannibalizzando il passato in una palingenesi totale. A chi si fosse perso qualche passaggio, ricordo che Vincenzo Spadafora fu eletto deputato per il Movimento 5 Stelle nel collegio di Casoria con il 63% delle preferenze ed ex ministro del governo Conte. Ciò non ostante, è ormai una primula rossa per il territorio che lo ha portato trionfalmente alla ribalta della politica. Spadafora, infatti, ha scelto di brillare per assenza, proprio come la carne nella famosa “Genovese con carne fujuta” piatto povero del popolo minuto di borbonica memoria, che non potendosi permettere l’acquisto di qualche pezzo di spezzatino da aggiungere a sedano, carote e generose dosi di cipolla per portare in tavola la tradizionale squisitezza, ribattezzò con la poetica dicitura “Genovese con carne fujuta”, la ben più umile pasta con le cipolle, nobilitata a ben altro rango per la gioia dei commensali di ogni ceto sociale. E come la carne nella “Genovese fujuta” ha fatto l’ex ministro per le politiche giovanili del Conte bis

Negli studi di Nano TV, al fianco del nostro instancabile direttore questa settimana c’è Marco Giordano, giornalista, mattatore di Radio Punto Nuovo, Calciomercato.it e TV Luna, ospite del web rotocalco “La Copertina”, occhio giornalistico sempre vigile sull’attualità politica, culturale e sociale del nostro territorio negandosi alle domande dei giornalisti locali, tant’è che già qualche mese fa la sottoscritta ha vanamente tentato di strappargli un’intervista telefonica. D’altronde, se ha detto “No” a Nando, che speranze potevo avere io? Va be’. Torniamo in studio dal nostro direttore e dal suo ospite in carne e ossa e disponibilità che questa settimana è Marco Giordano. Già il 10 maggio 2020, il nostro Ciro Troise, (figlio di Nando per chi ama le saghe familiari) aveva scritto un articolo con una serie di domande rivolte all’allora ministro dello Sport rimaste inevase che il nostro incontenibile direttore ha girato al suo ospite, nome illustre di Radio Punto Nuovo, Calciomercato.it e volto di TV Luna, uno dei giovani giornalisti di punta del panorama campano. Nando parte

subito con la prima domanda. Abbiamo sofferto le domeniche senza pallone e quindi, tornando alle domande rimaste inevase quel fatidico 10 maggio 2020 e facendo un po’ di amarcord, ti chiedo: perché Pecoraro non ha denunciato prima la mancata comunicazione tra Orsato e il VAR in Inter-Juventus e cosa ha aspettato per dimettersi visto quanto dichiarato anche sugli episodi di razzismo durante Inter-Napoli del 26 dicembre 2018? Grazie a Le Iene e al nostro collega Filippo Roma, la domanda resta attualissima, tant’è che Sigfrido Ranucci ha dedicato un’intera puntata di REPORT a questo tema. Iniziamo dicendo che la risposta non c’è: tutti abbiamo chiesto a Giuseppe Pecoraro, ex prefetto di Roma e

all’epoca capo della procura della Federcalcio, perché non l’ha fatto prima e lui non ha mai risposto. Solo successivamente Pecoraro ha iniziato un percorso volto a far chiarezza, ma l’interrogativo resta. Il suo successore Chinè ha evitato a sua volta di affrontare la questione che resta irrisolta. Marco Giordano è qui come persona informata sui fatti per tentare una ricostruzione tra ieri e oggi e allora chiedo ancora: Pecoraro sottolineava la necessità di riformare il calcio italiano, come la presenza degli arbitri nel consiglio federale come componente politica. La domanda è: perché questo aspetto non viene approfondito in modo serio? Perché c’è bisogno di mantenere in equilibrio i poteri interni alla Federcalcio. In questo momento è un organismo elefantiaco che comprende dalla serie A ai dilettanti, mondo che non si appartengono per niente. Ed è assurdo pensare che i dipendenti di una associazione di arbitri siano gli stessi che debbono avere un contatto coloro che giocano al calcio. Gli arbitri devono essere fuori dalla FIGC, altrimenti il conflitto ci sarà sempre. Come fanno i nostri web spettatori a seguirti su Radio Punto Nuovo? Da Napoli e provincia basta sintonizzarsi sui 99.0 MhZ in FM, poi sul sito ci sono le frequenze per le altre province, oppure ci sono l’app gratuita o lo streaming. La mia trasmissione si chiama Punto Nuovo Sport Show e va in onda tutti i giorni dalle


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12 13 alle 15. Su Calciomercato.it invece è una web TV e con tanti amici, tra cui Ciro Troise parliamo di calciomercato e non solo e lo portiamo a tutti coloro che lo amano. Di calcio mercato si parla troppo e male. Se ne parla H 24 e 365 giorni l’anno spesso solo tanto per parlare, dando rilievo a notizie che non ci sono o servono solo, come quelle sul cambio allenatore del Napoli, a distrarre e non lasciare spazio alle giuste critiche per partitacce e figuracce come quella recente del Napoli col Verona, oscurata proprio dal balletto degli allenatori papabili. La terza domanda riguarda il presidente De Laurentis: perché due anni fa non intervenne dopo Inter-Juventus o almeno prima di FiorentinaNapoli? Voglio svelare un aneddoto: noi provammo a far avere a De Laurentis anche le carte del referto arbitrale che vide Orsato avere un voto molto molto alto. Gli arbitri per ogni singola partita vengono valutati da un osservatore che ad Orsato in Inter-Juventus diede 8,50. Ti fermo, perché la prossima domanda è: se è stato davvero così bravo, come mai da quella sera non ha più arbitrato l’Inter? Come dicevo, provammo a far avere a De Laurentis i referti prima che finissero pubblicati nel libro di Gavillucci. Ne eravamo a conoscenza già per una nostra inchiesta giornalistica. Chiedemmo un intervento perché all’epoca non poteva farlo una testata, ma una società. Il Napoli poteva chiedere gli atti e far emergere quello che era successo, ma non lo fece. Non so perché. Non credo a connivenze o a strani giochi di potere che senza una prova materiale non prendo proprio in considerazione. De Laurentis e il Napoli hanno fatto una scelta societaria che, anche se non condivisa, va comunque rispettata. Resta il

fatto che è assurdo che Orsato sia stato premiato per quella pessima prestazione. È corretto bollare le dichiarazioni di un ex prefetto ed ex presidente della procura federale come se fossero gli sfoghi di un signor nessuno che non conosce il protocollo VAR? Parliamo sempre di Pecoraro… No, ma purtroppo il mondo del calcio è stato messo per troppi anni nelle mani di persone che non ne conoscono i meandri. Ci vorrebbero uomini che lo conoscono. La giustizia sportiva ad ogni è più che altro onoraria e funziona con la spartizione di poltrone e incarichi onorifici. Guarda caso, grazie a Filippo Roma e a Le Iene che si sono fatti aiutare a leggere il labiale di Orsato da due sordomuti si è capito quello che parlava con il VAR. Alla fine, tuttavia, Filippo e le Iene sono stati querelati da Orsato, da Valeri e dall’AIA. E non è questa la strada per fare chiarezza e avvicinare la gente al calcio e fugare i sospetti. Io ho un sogno: quando sarà aperto il fascicolo contro Le Iene, che questo dibattito giudiziario sia reso pubblico in TV. Come accade per “Un giorno in pretura”. Altra domanda: nella riforma del calcio italiano post pandemia c’è spazio per la trasparenza secondo te? Quando sarà introdotto il sorteggio integrale nelle decisioni arbitrali, visto che nell’unico anno che è successo, lo scudetto non lo ha vinto una Big ma il Verona? È solo una coincidenza? Verrebbe da dire di no, visto che è successo solo una volta, guarda caso. La trasparenza non c’è e per la mia esperienza non stiamo andando nella direzione auspicata. Perché dà ancora fastidio che i giornalisti facciano domande scomode o intervistino qualcuno non gradito all’AIA.

Voltiamo pagina. Se la salute è l’assoluta priorità è più facile disciplinare la ripresa di palestre o centri sportivi o della serie A? Visto che la serie A è tornata e le palestre no. L’allora ministro Spadafora per sua ammissione non conosceva niente della materia di cui si andava ad occupare, cioè lo sport. Furono assunte misure di carattere populistico. Spadafora non decideva se riaprire il calcio attraverso le decisioni del CTS o il dialogo con le federazioni, ma basandosi sull’umore popolare racconto attraverso i sondaggi. Ad oggi infatti laa carriera politica di Spadafora non mi sembra abbia goduto di un “up grade” dopo la sua esperienza come ministro. non ha ruoli di primo piano nel Movimento, né altrove. Mi pare dunque che possiamo dire che il suo successo sia dovuto solo alla capacità di legarsi sempre agli ambienti giusti. Sicuramente ottimo politico, nella gestione del problema sport durante la pandemia ha manifestato tutte le sue lacune cercando il consenso. Le prossime domande le dovremmo fare alla Vezzali, a Mario Draghi o a Daniele Franco, ma le faccio a te. In caso di stop come colmare il gap del denaro proveniente dal meccanismo della mutualità per la serie C e i dilettanti? Io vorrei sapere se negli altri Stati sono rincretiniti al punto tale da fare in modo che tutte le squadre, dalla seria A alla quinta divisione si affrontino tra di loro. Si vuole utilizzare un meccanismo con cui tutte le grandi squadre abbiano un confronto con le piccole per avvicinare il pubblico dei piccoli centri al calcio e irrobustire le casse di quelle società piccole con un introito extra e a ridare importanza al calcio. La mutualità, ovvero il travaso di denaro che deve arrivare dalla A alle serie inferiori deve


DOMENICA 20 GIUGNO 2021 essere fatto in maniera diversa che deve consentire lo sviluppo anche economico delle serie minori e allontanare anche i fenomeni di infiltrazioni camorristiche e criminali nelle piccole società. Qual è il piano per limitare le perdite economiche dei lavoratori del mondo dello sport? Ad oggi lo sport vive una crisi pazzesca e quindi anche i presidenti delle grandi squadre devono limitare i costi eccessivi, anche nella scelta dei giocatori troppo costosi in una fase nella quale i tifosi pagano cara una balcanizzazione dei diritti TV che fa malissimo e allontanerà la gente da questo sport. La serie B e la serie C hanno chiesto al governo la cassa integrazione per i lavoratori calciatori compresi che guadagnano meno di cinquantamila euro l’anno. Il presidente dell’associazione italiana calciatori, Umberto Calcagno ha ottenuto delle risposte importanti: si sono avuti dei fondi che hanno consentito ai calciatori delle serie inferiori di avere risposte soddisfacenti, quindi plaudo al lavoro di Calcagno. Dal punto di vista fiscale auspico che il governo Draghi faccia degli interventi di natura normativa, attraverso cui scindere l’AIA dalla FIGC, un tetto alle commissioni degli agenti, un limite a quelle che possono essere le operazioni di bilancio, delle divisioni tra prestiti, patrimoni dei giocatori ecc. interventi a costi zero che garantiscono trasparenza. Se il calcio poi, con interventi di defiscalizzazione, riesce generare posti di lavoro visto il seguito che ha ben ven-

13 ga. L’azienda calcio non deve più essere utilizzata per le fortune di pochi ma per dare più lavoro e più spazio ai giovani attraverso alle nuove tecnologie. Alla sottosegretario Vezzali vorrei chiedere se sa quante società di calcio tra la C e i dilettanti falliranno e se ha studiato un piano per aiutarle. Noi abbiamo l’incombenza di mantenere i presidi di cultura sportiva in tutti i territori, squadre che devono essere supportate non da finanziamenti , ma da alleggerimenti del carico fiscale in modo da non doversi più affidare a determinati sistemi che poi conducono: A- a pagare un giocatore dilettante cinquanta o sessantamila euro l’anno. B- ad evadere il fisco . C- ad eludere il contatto con il territorio per rifarsi ad altre dinamiche che col territorio non c’entrano nulla. Altre due domande che avrei fatto a Spadafora e giro a te. Qual è il piano per colmare le perdite degli altri sport senza gli introiti del calcio? E come si pensa di risolvere il problema della Pay TV? Prima parlavamo di balcanizzazione dei diritti TV e infatti si sta perdendo il controllo anche da parte di quella che può essere un’etica italiana dei diritti TV. DAZN in Italia mantiene dei piccoli presidi di piattaforma geolocalizzata ben lontano dall’Italia, ma la spartizione dei diritti non fa altro che creare problemi ancora più ampi perché non sappiamo se ci sono accordi tra il governo italiano e la piattaforma. DAZN ovviamente non ha interesse che ci siano, ma se venti, trenta milioni di persone ogni fine settimana si collegano alla piattaforma non

può essere lasciata in completo appannaggio di un’azienda privata, ci deve essere un intervento dell’istituzione pubblica che consenta a tutti i cittadini fruitori di quell’evento di poterlo vivere con maggiore serenità, come avviene in altri paesi. Tra l’altro avere al governo Draghi non più un ministro dello sport ma solo un sottosegretario, la Vezzali, pone lo sport fuori dalle priorità dell’agenda politica e quindi è veramente difficile. Chiudi ora dando tutte le novità che hai sul calcio oggi, come se fossi in diretta dai tuoi canali. In questo momento il Napoli sta aspettando delle offerte per sapere se ci sarà mercato per Koulibalì e Fabian Rui- Al momento nulla per Koulibalì e pare qualcosa dalla Spagna per Ruiz. Se agli europei mostrerà grandi cose, i meccanismi si metteranno in moto. Per gli acquisti di centrocampo il Napoli da Basic a Kopmein che potranno entrare nei desideri di Spalletti il quale pare si voglia riprendere Vecino già alle sue dipendenze all’Inter. Per la difesa; se ne andrà Maximovic, se ne andrà Husai e bisogna capire come si muoverà per sostituirli. Al momento Parisi dell’Empoli non sembra essere un’idea prioritaria del Napoli. Ci sono altri nomi che si stanno facendo per il pacchetto arretrato. Resta da capire anche il destino di Ospina che piace alla Fiorentina, alla Lazio, alla Juve e all’Atalanta e dovrebbe lasciare il posto ad un secondo portiere che non dovrebbe essere Andrea Consigli, perché Meret sarà titolare indiscusso.


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INTERVISTA A VINCENZO CIRILLO: CALCIO… E NON SOLO

Vincenzo Cirillo è stato uno dei migliori portieri degli anni 70, indimenticabile ad Afragola e non solo. Amante del cinema, esperto di calcio, sensibile alle questioni ambientali, ci ha dedicato un po’ del suo tempo per ricordare i tempi gloriosi della sua carriera. Quando le è nata la passione per il calcio? È nata da subito perché in quegli anni il calcio era VERO CALCIO. Poi sono sempre stato innamorato del mio stesso ruolo, di portiere. E in effetti ho fatto una determinata trafila: dall’oratorio ho giocato alla Rappresentativa campana come miglior portiere della Campania… poi ci sono state opzioni anche dalla Roma però mi ritrovai con la Casertana. Ho dei bellissimi ricordi del biennio con la Casertana, dei campionati Primavera e dei viaggi in Europa, in Italia, sentendomi un vero professionista. Poi sono approdato alla corte di Afragola, di cui sono profondamente innamorato. Per quanto riguarda i tifosi afragolesi ci sono tutt’ora delle manifestazioni di affetto nei miei confronti che mi commuovono. Ho giocato per molti anni con l’Afragolese, ho militato con l’Internapoli, al Vomero al Collana… La propensione, a cui lei prima ha accennato, che ha sempre provato verso il ruolo di portiere è più fisica o psicologica? Mi spiego: è una cosa per la quale bisogna essere portati a livello di struttura fisica? O ci sono altre componenti che esulano dal corpo? Nel calcio di allora, lo voglio specificare, quello del portiere era un ruolo particolare. Io sono cresciuto con grandi campioni e uomini, sia a livello nazionale che internazionale. Sono sempre stato innamorato del ruolo di portiere perché è molto particolare: un attaccante può sbagliare e non succede niente, un centrocampista può sbagliare e non succede niente, idem il difensore ma se sbaglia il portiere è una tragedia perché è un gol sicuro. Quindi, quanto meno si sbaglia meglio è. Ecco perché mi ha sempre affascinato e ho sempre cercato di farlo nel migliore dei modi. Lei ci ha tenuto a sottolineare “il calcio di ALLORA”, lasciando intendere una certa differenza tra il calcio di

una volta e quello dei nostri giorni… Ci spieghi. Sì, il calcio di oggi mi annoia completamente. In molti si meravigliano di questo ma purtroppo non vedo più la grandezza e la qualità di un tempo. Ecco perché mi annoia. Se devo assistere a una partita mi rendo conto che è una noia mortale: non vedo l’estro del calciatore ma soltanto un qualcosa di meccanico. Si passano la palla continuamente però non vedo vero estro, vera diligenza calcistica per ogni singolo individuo… per non parlare del ruolo di portiere, su cui preferisco non mettere bocca per non dover sottolineare gli errori grossolani dei portieri di adesso. Purtroppo non vedo vere qualità nel calcio moderno ma soltanto un business a livello di procuratori e di soldi. Se lei dovesse individuare un portiere che le piace del calcio attuale quale sarebbe? Sono sincero, sono solo due i portieri che mi hanno colpito: quello della Germania, Neuer, e quello del Brasile, Alisson. Sono gli unici due portieri del calcio moderno che mi hanno colpito per la loro personalità e per come stanno tra i pali. Hanno la mia massima stima. Sta seguendo gli Europei? No, perché mi annoio, mi hanno fatto disinnamorare, anche a causa dell’operato di giornali e giornalisti… Non ho nulla contro i giornalisti, sia chiaro. Sono stato responsabile di polizia ambientale per 23 anni e ho aiutato anche giornalisti che scrivevano per il Mattino, ma non solo, riguardo tematiche ambientali come il cambiamento climatico, l’im-

portanza della raccolta differenziata… insomma, problematiche importanti che purtroppo si sottovalutano… Perché dice che si sottovalutano? Perché sebbene le questioni ambientali siano sotto gli occhi di tutti non se ne parla abbastanza. Per capire la gravità della situazione basta vedere i nubifragi e le trombe d’aria che, in passato, non riguardavano il nostro paese. Lo sversamento di rifiuti e scorie industriali nei fiumi e di conseguenza nei mari è un altro grave problema. Altro cancro è la raccolta rifiuti. Tra cui quelli pericolosi che quasi sempre finiscono tra i rifiuti normali (e quindi in discariche) alterando i terreni e le falde acquifere. Il discorso è particolarmente importante ed ampio per definirlo in poche parole… Ultima domanda, riguardante, di nuovo, il calcio: cosa ne pensa riguardo la rinomina dello stadio San Paolo a Diego Armando Maradona? C’è chi contesta questa cosa ma io non ho nulla in contrario perché è stato intitolato a un campione che ha fatto sognare tutti i cittadini di Napoli e provincia. Non ne nascerà più uno simile, con tutti i suoi difetti sul versante umano, non avrà mai eguali a livello calcistico. Ha dato delle soddisfazioni a Napoli e provincia che purtroppo non credo si ripeteranno più. Non si sta mettendo da parte un santo ma si sta celebrando un campione che ha donato grandi gioie alla città. Per quanto io contesti quello che è stato il suo modo di vivere, Maradona ha dato delle soddisfazioni talmente grandi da meritare l’intitolazione di questo stadio.


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CHIARA D’APONTE

“Deluso dal Sindaco. Casoria è in uno stato comatoso” Enzo Ramaglia a ruota libera sulla politica cittadina

Ama Casoria ed è per questo che è estremamente deluso. Enzo Ramaglia in poche battute descrive, dal suo punto di vista, lo stato disastroso in cui versa la politica cittadina. Lo fa con garbo ma con estrema durezza. Non usa mezzi termini: la situazione è seria e bisogna agire nel minor tempo possibile. Ecco quanto ha dichiarato nel corso di questa breve intervista. Vorrei ripercorrere brevemente con lei la sua storia personale e politica. Chi è Enzo Ramaglia? Come si è avvicinato alla politica? Sono un cittadino nato e cresciuto a Casoria, ho vissuto a pieno il centro storico gestendo un’edicola, prima con mia madre e poi con mia moglie. Ho un mio lavoro e da sempre sono stato attratto dal sociale, per molto tempo ho fatto sindacato sia nel settore edicola che nell’industria per cui lavoro. Alla politica mi sono avvicinato fin da ragazzo essendo molto amico dell’avvocato Giovanni Spina che è stato per anni il mio mentore. Personalmente ho iniziato circa 13-14 anni fa con la Margherita e poi con liste civiche di orientamento Centro-sinistra Ha fatto notizia il suo recente passaggio dalla maggioranza all’opposizione. Potrebbe spiegarmi i motivi che l’hanno portata a compiere questo passo importante? Quali le cose che l’hanno più delusa e spinta ad andare via? Questa mia ultima candidatura è stata dettata soprattutto dalla scelta del candidato Sindaco, è stata proprio la sua persona a darmi l’input di formare una lista insieme a Ferrara e Ricciardi e correre e vincere per lui. Credevo molto nel suo essere persona perbene e che avesse una giusta visione del territorio e ci ho creduto a lungo nonostante fin dall’inizio ci siano state una serie di defaiances sia nei miei confronti che nei

confronti della mia lista. Su questo punto ho sorvolato perché il bene del paese è sempre stato per me la priorità e qualora si fosse iniziata una politica giusta, chiara, leale e trasparente sicuramente avrei dato il mio modesto appoggio. Ma come ben noto dopo pochi mesi si è pensato a fare assunzioni di livello dirigenziale per poi subito dichiarare il dissesto finanziario della città, senza alcun tipo di ragionamento atto a cercare di evitarlo anzi con la prerogativa di votare dopo poco la Privatizzazione dell’ufficio tributim un atto sempre a discapito dei cittadini. Altro errore per me fondamentale è che questa amministrazione è andata avanti sulla falsa collegialità, portando avanti atti importanti decisi da pochi adepti. Casoria, si sa, ha una superficie molto ampia ed è densamente abitata. Per sua natura è quindi soggetta a problemi endemici e la sua gestione è decisamente complessa. Ma quali sono, a suo avviso, i problemi più urgenti cui bisogna mettere mano al più presto possibile? Le città a Nord di Napoli sono effettivamente complicate da governare e Casoria essendo quella con più densità abitativa è quella che soffre di più alcuni mali endemici. Avendo, tra l’altro, una superfice non molto estesa, al contrario

di ciò che si pensa. Oggi più di ieri la priorità è dare vita in modo serio alle aree dismesse unici spazi rimasti nel cuore della città con un PUC mirato alla visione qualificativa e non speculativa. Altra priorità è quella della sicurezza, la microcriminalità è, purtroppo, in costante aumento e diventa necessario rafforzare il controllo da parte delle forze dell’ordine e incrementare il sistema di video-sorveglianza. Altra nota dolente sono le strade impraticabili, visto che il Comune è in dissesto è difficile anzi impossibile, mettere mano alla cassa comunale, quindi l’unica opportunità è quella di non perdere i fondi stanziati dalla comunità Europea e dalla regione. Questi per me sono i provvedimenti più urgenti anche se l’elenco sarebbe molto più lungo. Saprebbe indicarmi la ricetta perfetta per poter governare Casoria nel migliore dei modi? Negli anni la situazione è sicuramente peggiorata, il nostro paese si trova in uno stato comatoso e di disservizio generale, nonostante vanti una posizione strategica e goda di una storia e di capacità considerevoli, purtroppo a Casoria negli anni il protagonismo ha prevalso sul bene comune e il conflitto privato sull’interesse dei singoli cittadini. Una cittadina che conta ben 80.000 abitanti non può ancora vivere nell’ombra come se fosse una periferia di Napoli, ma dovrebbe offrire opportunità, servizi, prospettive ed idee che rafforzino le radici e facciano rinascere il senso di vivere nella propria comunità. La ricetta perfetta non ce l’ho, sarebbe bello averla, ma una cosa di cui sono certo è che chiunque si accinga al governo della città nei prossimi anni deve avere forte il senso di appartenenza al territorio e amore per lo stesso. Solo cosi c’è speranza di ripresa.


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“ERA PROPRIO NECESSARIO” INTERVISTARE DIEGO PAURA!

È un piacere intervistarlo, è sempre lui a doverlo fare agli altri ma adesso i ruoli si invertono e parliamo con l’artista del popolo. Giornalista professionista dal 1997, Diego vorrei che mi raccontassi le emozioni di allora e la comunicazione su carta stampata. «Ho avuto la fortuna di intraprendere questa attività professionale che andavo ancora a scuola. Era il 1988, avevo 16 anni e mezzo, e per volontà di mia madre iniziai a frequentare la redazione giornalistica della “Rotopress”. Poi, nel 1991 diventai Pubblicista e dopo 6 anni Professionista: ieri, come oggi, l’emozione di essere un giornalista è sempre forte. Dispiace solo che, purtroppo, in Italia - non essendoci una legge che regolamenta in maniera concreta le notizie sul web - i giornali cartacei man mano stanno scomparendo. Chiaramente parlo di quelli a tiratura quotidiana. In altri Paesi europei, invece, le notizie sul web vengono solo diffuse, ma con l’invito ad approfondire il tutto in edicola, sul giornale vero e proprio». A parte gli anni cosa è cambiato oggi con l’informazione affiancatosi al web? «Oggi fare il giornalista è sempre più motivo di esposizione, parlo per i giovani che si avvicinano alla professione. Dispiace dirlo, ma spesso e volentieri si intraprende questa attività solo perchè ti dà la possibilità di poter arrivare in determinati posti o perchè ti fa conoscere calciatori, artisti e personaggi di una certa caratura... Lo spirito del giornalista, almeno per come la penso io, è totalmente altro». Vanti grandi collaborazioni con tv, radio e carta stampata, in che modo gestisci tutto? «Diventa sempre più complicato, ma sono soddisfatto di questo “accavallarsi”: il mio impegno principale resta quello con il “Roma”, di cui sono socio cooperante e responsabile della redazione “Spettacoli”. È un ventennio, ormai, che collaboro con i periodici, iniziai a fine Anni ’90 con il “Tv Radiocorriere”, oggi sono una delle firme di punta di “Novella 2000” e “Visto”. Beh, per smaltire il lavoro - in modo particolare per i set-

timanali - scrivo molto di notte. Per le radio e le tv l‘impegno è minimo, ma ugualmente mi dà tanta energia essere presente». Capo redattore spettacoli del quotidiano “Roma”: di quante responsabilità ti carichi ogni giorno? «Molte, ma non mi pesano affatto... La “cucina” redazionale è abbastanza complessa, ma facendola ormai da 33 anni è diventata per me come una vera e propria passeggiata. Anche quando ho la giornata libera, comunque, sono attaccato al computer per gestire “a distanza” le mie pagine». Quali sono le tue peculiarità? «Amo stare in mezzo alla gente, e traggo energia da questo. Sono un inguaribile ottimista, penso che si possa trovare sempre una soluzione ai problemi. Infine, a volte mi intristisco pensando ai miei cari che non ci sono più». Come ti liberi dallo stress e dal mood giornaliero? «Condividendo qualcosa di piacevole ed interessante con la persona che amo». Su cosa hai riflettuto durante la pandemia?

«Che una catastrofe del genere avrebbe dovuto farci mutare, in positivo. Invece, ci si è incattiviti ancora di più. E così non va bene». Ci racconti qualche tua anteprima o progetto lavorativo? «Ho ricevuto una proposta per realizzare una mini-serie tv tratta dal romanzo che, nel 2019, ho scritto a quattro mani con la collega Anna Stromillo. Stiamo valutando attentamente. È una grande soddisfazione anche perchè il prodotto dovrebbe essere trasmesso dalla Rai». Ultimamente ti abbiamo seguito su rtl 102.5 play in “news”: è ufficiale l’ingresso nella grande famiglia della Radiovisione? «Da sempre - e 24 ore su 24 - sono collegato con “Rtl 102.5”. Con il patron Lorenzo Suraci in più occasione abbiamo discusso di una mia collaborazione, ma abbiamo sempre rimandato. Da qualche mese sto collaborando con Francesco Fredella realizzando dei collegamenti nel corso del suo programma su “News”. Ci divertiamo molto... L’ultimo è stato nel corso della puntata dedicata a “Non è la Rai”, con Miriana Trevisan, Eleonora Cecere e la mitica Enrica Bonaccorti. Presto ci saranno interessanti novità che mi riguarderanno». Quali consigli daresti a chi intraprende la strada del giornalismo? «Di farlo con grande professionalità, serietà ed abnegazione. Il giornalista è una persona che si sacrifica. Anche se, ribadisco, il prototipo attuale è quello che molti mostrano sui social: esistono persone che tendono, presuntuosamente, a far mostra di ciò che sanno - o credono di sapere - e che non perdono occasione per intervenire su ogni argomento, ostentando in modo sussieguoso e irritante un “sapere”, spesso superficiale e, talvolta, anche presuntuoso. Ebbene, questo non è fare giornalismo... È esibizionismo. Il giornalismo è cosa diversa». Ha concluso Diego Paura con questa intervista esclusiva per i lettori di Casoria due interessante ed originale come il suo modo di amare il popolo napoletano e di essere sempre vicino all’arte e alla cultura partenopea.


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GENNARO MOSCA

IL FUORIGIOCO: REGOLA DI VITA

In età giovanile, secoli fa, ho frequentato degli sport da giocatore della domenica, tra cui il basket. Essendo una schiappa, e non gioendo del contatto fisico con l’avversario, anche quando il gioco era dalla mia parte del campo puntualmente me ne stavo da solo nella metà avversaria proprio sotto il canestro, aspettando che qualcuno della mia squadra mi passasse la palla per poi provare a fare i due punti. Ovviamente, con questa idea, non ebbi lunga vita e il mister non ci mise molto a trovare le parole per dirmi di provare altri sport, suggerendo espressamente di darmi all’ippica. Se anche nel basket ci fosse stata la regola del fuorigioco, non avrei potuto pensare a quella trovata bislacca e, forse, mi sarei integrato nella squadra. Quella del fuorigioco è una delle regole maestre del calcio, senza la quale addirittura non si potrebbe giocare, perché tra i dieci che corrono ce ne sarebbe di sicuro qualcuno a riproporre quella stessa genialata di stare fisso sotto la porta avversaria, e allora ogni azione si ridurrebbe a un traversone verso quell’avamposto. La regola non è stata sempre come la conosciamo oggi. All’inizio, nella seconda metà dell’ottocento, è molto limitativa, perché impedisce qualsiasi passaggio in avanti. Il calciatore con la palla può solo

IL GRILLO PARLANTE

passare indietro in direzione della sua porta, come nel rugby, mentre il lancio in avanti è fuorigioco. La norma ha il fine di imporre a chi tiene la palla di superare l’avversario con un dribbling e non attraverso un cross in avanti. Se questo rende il gesto atletico del singolo più difficile e forse avvincente, tuttavia limita il gioco di squadra. Per questo, agli inizi del ‘900, il fuorigioco cambia. Prima si introduce il concetto di fuorigioco passivo, cioè il giocatore che non interviene nell’azione – anche se oltre il penultimo difensore avverso – non la inficia. Poi si arriva a quello attuale, alla linea ideale dietro cui non è mai fuorigioco. A parte il fine concreto di rendere possibile il gioco, la propensione ideale e più nobile di questa regola è impedire che l’avversario sia attaccato dalle spalle,

perché invece va sempre affrontato vis a vis. Lealtà, parità delle armi, correttezza, sono i principi che ispirano questa norma di gioco, come dovrebbe essere per la nostra vita. L’idea di porsi con questi presupposti di fronte all’altro è fondante di una società sana ed evoluta. Nei rapporti personali, sociali, economici, dovrebbe essere così; per esempio nei contratti si qualifica come principio di buona fede, ossia l’affidamento che la controparte non escogiti artifici, raggiri, omissioni che diversamente indurrebbero a non stipulare. Questo dovere non c’è solo nei rapporti privati, ma perfino tra gli Stati, nel Diritto Europeo, le diverse Comunità cooperano in leale collaborazione.

Insomma, il fuorigioco è il paradigma di una regola basilare della nostra vita, che ci impedisce disonestà, scorrettezza, fino al divieto del pettegolezzo, della critica e della sordida melliflua calunnia che sono sempre – manco a dirlo – alle spalle di chi le riceve. Di contro, si staglia il fairplay che porta a riconoscere nell’altro un po’ di noi e della nostra stessa voglia di vincere, e per questo a trattarlo come di dovere. Perché, nello sport come nella vita, se l’importante è partecipare, ancora di più è farlo con assoluta onestà. Se qualche volta ce ne dimentichiamo, commettendo fallo di slealtà, proviamo a immaginare Collina che punizione ci fischierebbe in faccia, o addirittura che colore di cartellino solleverebbe dal taschino. C’è sempre un secondo tempo e una partita di ritorno fuori casa, nella quale l’avversario – ripagandoci pan per focaccia – potrebbe infilare la furbetta manina, come qualcuno tanto bravo riuscì in quel Mondiale. Ma quest’azione lasciamola fuori da giudizio, e nell’immaginario solo come una bellissima furbacchionata. La nostra vita è un’altra cosa. A noi la furbacchionata di turno farebbe solo tanto male. Lasciamo che resti irripetibile. Anche perché mica siamo tutti Diego?!

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18 ELENA TORRE - ANNA BENEDETTO

La forza delle donne: torna a Napoli per un altro debutto nazionale Marianella Bargilli, nei panni di Virginia Woolf

Torna in scena a Napoli, per un altro debutto nazionale, Marianella Bargilli. Sarà infatti il 6 e il 7 luglio 2021, nel Cortile della Reggia di Capodimonte a Napoli con “Una stanza tutta per sé” di Gian Maria Cervo liberamente tratto dal celeberrimo saggio di Virginia Woolf e prodotto dall’associazione Culturale Progetto Teatrando. Bargilli vestirà i panni della scrittrice inglese e per un’ora sarà protagonista, insieme alle musiche originali di Mario Incudine, di un viaggio che condurrà il pubblico in una riflessione sui diritti, sulla libertà, sulla rivendicazione, con intelligenza e umorismo, umorismo che fu proprio di Woolf. Napoli ha già visto Marianella Bargilli in diversi ruoli con molti spettacoli, tra cui “Il Bugiardo” di Carlo Goldoni con la regia di Alfredo Arias nella prima al Napoli Teatro Festival 2015 e al Mercadante con la tournée de “L’Affarista” di

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Honoré de Balzac, regia di Antonio Calenda. Oggi torna con un pezzo di letteratura che affronta in modo diretto il rapporto della società con il femminile, perché la questione dei diritti delle donne tristemente non è ancora, per niente, risolta. Marianella Bargilli, questo spettacolo è in qualche modo anche una stanza tutta per te? “Sì, ho una stanza tutta per me, ed è la stanza della mia creatività. Senza quella mi manca un pezzo. Sono nata così: ho sempre avuto il mio spazio creativo, anche da piccola, con i miei ‘show’ da bambina. Ho sempre creato spazi e luoghi per creare con la mente”. Come lo stai preparando? “Sto preparando questo spettacolo approfondendo le tematiche, parlandone, ma ho sempre un atteggiamento molto rispettoso verso i personaggi e il lavoro che vado a fare e sento sempre che deve arrivare a una ‘pagina vuota’ da riempire con le prove, le indicazioni della regia, quello che il testo da quel giorno in poi mi comunica. Arrivo con un’idea mia di quello che vado a fare ma non con cose già decise sui personaggi. Penso che questo lavoro si crei ogni volta dall’inizio, anche se hai il tuo bagaglio, le tue istruzioni, il tuo sapere e la tua formazione rispetto al lavoro, ma rimetto insieme questi elementi nel momento in cui inizio il lavoro. Il primo giugno abbiamo iniziato le prove e per me è sempre come il primo giorno di scuola. Ho proprio un cestino con cui porto le mie matite, il mio taccuino, tutte le cose che mi servono per lavorare, per cui siamo partiti, io e il cestino, per fare il primo giorno di scuola!” Nel tuo ruolo di attrice hai mai sperimentato in prima persona il “peso”

di essere donna? “Essere donna è un peso che riguarda tutti i settori. Io sono molto ‘maschia’ come carattere, e a volte quando mi rendo conto che mi trattano da donna perché sono una donna, mi dà molto fastidio e tiro fuori le unghie, per questo mi piace affrontare questo testo: perché in un certo senso si parla di questo. Il mondo femminile lo sperimento in teatro a Roma, al Quirino-Vittorio Gassman che proprio con un gruppo di donne abbiamo preso all’inizio in gestione nel 2009 e la forza femminile è stata vincente. Le donne sono capaci di fare tutto con sensibilità, gusto e una potenza diversa da quella maschile, che va valorizzata. Quando non viene né accettata né valorizzata perché l’uomo si sente minore rispetto alla donna, allora non c’è meritocrazia. Quindi evviva una stanza tutta per sé, evviva Virginia Woolf, evviva il teatro!”

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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA FRANCESCO POLIZIO

Prima di affrontare l’argomento delle aree dismesse ed i mancati controlli, dell’uso delle risorse del programma PIU Europa sciupate in maniera miserevole, delle mancati riscossioni che hanno prodotto il dissesto finanziario, va superato il pregiudizio di chi ipotizza la possibilità di un arruolamento di Polizio per qualche personaggio presente nell’agone amministrativo. Da tempo passiamo al setaccio gli atti amministrativi del Comune di Casoria e rivolgiamo critiche precise e documentate all’operato degli amministratori, improvvisati e sprovveduti e soprattutto ad una dirigenza senza titoli e requisiti per reggere le sorti di un Comune come Casoria che vanta tradizioni di efficienza amministrativa e capacità gestionali. Chi governa la città di Casoria si deve preoccupare, da subito, di nominare dirigenti capaci e preposti ad affrontare la gravosa situazione finanziaria recuperando risorse, mettendo a posto i conti, facendo funzionare la macchina amministrativa, privilegiando la competenza e la professionalità e non i clienti di turno. Nelle note inviate a CasoriaDue abbiamo evidenziato

Aree dismesse, risorse sciupate, mancate entrate: di tutto e di piu’ ... che al Comune di Casoria, non da oggi, non vengono rispettate le elementari regole di una sana amministrazione. Negli ultimi tempi si è giunti al disastro amministrativo e finanziario perchè si è speso senza copertura delle entrate, ci si è affidato alla pratica dei debiti fuori bilancio, si è preferito coprire i misfatti edilizi consentendo parchi residenziali al posto delle attività produttive. Si è evitato di affrontare seriamente il nodo della riscossione delle entrate che non produce voti, si sono preferiti dirigenti che hanno solo usato il Comune per vincere il concorso per dirigente con tutte le anomalie del caso, si è voluto percorrere la strada di avere una maggioranza consiliare che vota senza rendersi conto delle responsabilità che assume e diciamo anche con un’opposizione che non esercita il suo ruolo in maniera dovuta. Con i numeri a disposizione

l’opposizione può richiedere la convocazione straordinaria del consiglio comunale per discutere dell’assetto organizzativo e funzionale dell’apparato comunale, della situazione di Casoria Ambiente Spa, delle verifiche sul patrimonio comunale, dell’esame degli interventi edilizi per la realizzazione delle residenze. Il quadro rappresentato riguarda molte amministrazioni che si sono avvicendate negli ultimi anni che hanno sempre guardato al ritorno immediato senza una visione di una città proiettata nel futuro. In tale contesto una condanna senza appello riguarda l’uso distorto ed anomalo dei fondi europei consumati per piazza Cirillo, piazza S. Croce, piazza Benedetto XV che suonano come un’offesa alla storia della città di Casoria; e poi spendere oltre 2 milioni di euro per una strada (via Ventotene) per favorire gli insediamenti abusivi che insistono sul tratto stra-

dale è una vergogna ulteriore; così è vergognoso vedere i marciapiedi di via Principe di Piemonte invasi da erbacce, escrementi di cane, piante essiccate Per quanto riguarda le aree dismesse che destano giuste preoccupazioni nella collettività perchè le industrie che operavano risultavano ad alto tasso di inquinamento, i controlli vanno richiesti dal Comune e sono effettuati dagli organismi competenti. Il Comune ha a disposizione i dati comunicati dagli Enti preposti e sarebbe utile una doverosa comunicazione. Per l’area dell’Ex Resia, la Regione e l’ARPAC hanno svolto il proprio lavoro ed hanno comunicato la conclusione ad ottobre del 2019 relativamente alle indagini preliminari ambientali da cui è emerso che non è stato superato il livello della soglia di contaminazione, per cui non risulta inquinata la falda acquifera. Il territorio della città di Casoria con 750mila metri quadrati soggetti a verifiche ambientali deve trovare nei pubblici amministratori un’attenzione particolare per poter programmare, attraverso la negoziazione, lo sviluppo produttivo ed una migliore qualità della vita.

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Gli affreschi di Vincenzo Galloppi nella Collegiata di San Mauro di Casoria

Le tre tele settecentesche realizzate dal pittore giuglianese Pietro Di Martino per il cassettonato della Collegiata di San Mauro, di cui abbiamo discorso in un precedente numero di questo settimanale, non sono i soli dipinti presenti in questa chiesa a narrarci dei fatti salienti della vita del santo: gli fanno, infatti, buona compagnia, ben cinque affreschi, distribuiti tra l’abside e il transetto, eseguiti nel 1890 dal pittore napoletano Vincenzo Galloppi. I dipinti raffigurano Benedetto che accoglie Mauro e Placido nel monastero di Subiaco, Mauro che accoglie Florio nel Monastero di Glanfeuil, L’arrivo delle reliquie di san Mauro a Casoria, posti rispettivamente sulle pareti absidali destra e sinistra e sotto la volta, Mauro che accoglie Lino guarito dalla cecità e Mauro che guarisce un giovane in coma, affrescati, invece, nell’ordine, sotto la volta sinistra e destra del transetto. Come di Martino, anche Galloppi, per elaborare quattro delle sue composizioni, si servì, verosimilmente, del secondo libro dei Dialoghi di San Gregorio Magno e della Vita Mauri Abbatis scritta da Oddone, abate del monastero di Glanfeuil sulla scorta di una precedente biografia dettata da Fausto, un monaco compagno di san Mauro, testimone oculare di alcuni avvenimenti della vita del futuro santo. Nel primo degli affreschi absidali è rappresentato il momento in cui Mauro e Placido, rampolli di nobili famiglie romane di fede cattolica, condotti a Subiaco dai rispettivi padri, Equizio e Tertullo, furono affidati a Benedetto da Norcia per essere avviati alla vita monastica. Nella parete di fronte è raffigurato, invece, la circostanza in cui Florio - che era stato maestro di palazzo di re Teodeberto e il donatore del fondo di Glanfeuil sul quale erano sorti successivamente,

ad opera di Mauro, il monastero e l’oratorio di San Martino - abbracciò la vita religiosa ricevendo l’abito religioso dallo stesso Mauro. Nella volta absidale è raffigurato, infine, l’episodio più caro alla memoria devozionale locale: quello che - non rievocato da alcuna cronaca, ma da un’antica tradizione orale cittadina riportata una prima volta dal preposito Mattia D’Anna nel 1828, e poi dal preposito Arcangelo Paone nel 1893, con qualche so-

stanziale differenza circa il periodo nel quale sarebbe avvenuto (agli inizi del Cinquecento secondo D’Anna, nel periodo angioino secondo Paone) - vuole che a portare le reliquie del Santo a Casoria fosse stato casualmente un giovane cavaliere francese, al servizio di uno dei tanti eserciti che nel corso dei secoli, dalla caduta dell’Impero romano in poi, hanno imperversato nella nostra Penisola per conquistare città e territori. Più recentemente lo storico Giuseppe Pesce ha ipotizzato trattarsi del Maresciallo di Francia Odet De Foix, conte di Lautrec, che fu a capo, nel 1527-28, della spedizione inviata in Italia dal re di Francia Francesco I per riconquistare l’ex Regno di Napoli, già appartenuto agli angioini e poi vicereame spagnolo dell’imperatore Carlo V. In ogni caso il pio racconto, riportato alla lettera nell’affresco dal Galloppi, narra che il destriero cavalcato dal giovane cavaliere, il quale era solito portare sempre con sé per devozione una reliquia del santo, nel mentre passava davanti alla chiesa di Casoria per dirigersi a Napoli, si arrestò improvvisamente e non volle più saperne di proseguire fino a quando il cavaliere non ebbe consegnato le reliquie di san Mauro in suo possesso al parroco, uscito dalla chiesa richiamato dal vociare concitato della gente accorsa per assistere all’insolito evento. Peraltro l’avvenimento era ricordato fin quasi alla metà del secolo scorso dalla cosiddetta “Festa di luglio” durante la quale la piazza e le strade del quartiere che si sviluppa intorno alla chiesa erano ornate con arcate di luminarie sotto alle quali si posizionavano centinaia di bancarelle con


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ogni sorta di vivande, leccornie e mercanzia varia. I due affreschi del transetto narrano invece di altrettanti miracoli operati da Mauro durante il suo soggiorno in Francia: quello davanti alla chiesa abbaziale di San Maurizio, nella omonima località dell’attuale cantone svizzero di Vallese, con cui dopo aver invocato il nome di Gesù, restituì la vista a Lino, un giovane nato cieco, abituale frequentatore del tempio, il quale, riconoscente, decise di dedicare il resto della sua vita al diaconato, e quello operato in un villaggio presso il monte Giura con il quale, dopo la disperata insistenza della madre, guarì un giovane infermo in coma da due giorni. Vincenzo Galloppi è figura di artista napoletano, vissuto tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima metà del secolo successivo, che, ancorché poco noto agli stessi addetti ai lavori, ebbe una notevole attività, come pittore di quadri e frescante, non solo a Napoli, dove decorò diverse chiese (San Nicola da

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Tolentino, San Domenico Soriano, Santa Maria dell’Avvocato, Santa Maria di Caravaggio, Santa Maria del Soccorso a Capodimonte, San Gennariello al Vomero, chiesetta del Santo Natale, Santa Maria della Stella, Santa Maria della Fede, cappella dell’Addolorata a Secondigliano, parrocchiale di San Pietro a Patierno, alcune cappelle del cimitero di Poggioreale), ma anche in provincia (a Castellamare di Stabia, Scanzano, Frattamaggiore, San Giuseppe Vesuviano, Giugliano, Nola, Portici, Procida), nel Salernitano (a Campagna e Scafati), in Terra di Lavoro (a Pietramelara e a Roccaromana), nel Frusinate (ad Atina), a Taranto nella chiesa di San Francesco da Paola, e finanche nella lontana isola di Corfù, dove, nel 1891, sotto la volta della Sala dei Ricevimenti dell’Achilleion di Gastouri, la splendida residenza estiva dell’imperatrice Elisabetta d’Austria altrimenti nota come Sissi, affrescò un’Allegoria delle Quattro stagioni e delle Ore.

www.casoriadue.it RAFFAELE SILVESTRO

Italia Mele e il Napoli, amore infinito Il giornalismo sportivo campano, ha dalla sua parte molti bravi e capaci giornalisti, persone che vivono a 360 gradi il calcio e qualsiasi altro sport. Tra i tanti nel settore, abbiamo fatto una chiacchierata con Italia Mele, giornalista di Canale 8. La sua storia, o meglio, il suo amore per il calcio, nasce grazie ad una persona, il compianto Diego Armando Maradona. Lei, grande tifosa del Napoli sin da piccola, rimane folgorata dalle gesta del campione argentino, tanto da farla avvicinare al mondo del calcio da grande appassionata. Nei primi anni duemila poi, inizia anche il lavoro nell’ambito delle comunicazioni come ufficio di stampa di alcune agenzie che si occupavano di eventi sia in ambito nazionale che internazionale. Dopo la parentesi come ufficio stampa, passa totalmente al mondo dello sport, con la creazione del giornale 100x100napoli del quale ne è la direttrice, inoltre è l’inviata principale delle partite del Napoli per Canale 8, ovviamente sempre in

ambito delle conferenze stampa degli azzurri e per le partite sia in casa che in trasferta. Con l’avvento della pandemia ovviamente anche il lavoro è cambiato. Ci ha raccontato Italia, che è stato veramente difficile passare dall’essere costantemente in giro per l’Italia, visto che viaggiava sempre al seguito del Napoli ogni settimana, ad essere in studio visto il blocco degli spostamenti e del campionato. Si è anche espressa sulle modalità con le quali è stato svolto quest’ultima stagione: “non è stato calcio, il calcio senza tifosi non può vivere e andare avanti, è stato bruttissimo andare nei posti più belli del mondo (gli stadi) e vederli completamente vuoti con le voci dei giocatori e allenatori che rimbombavano, non si può continuare così”. Ovviamente ci accodiamo anche noi al pensiero di Italia Mele, dobbiamo tornare a vivere e dobbiamo tornare a ripopolare gli stadi, ad urlare e cantare per la nostra squadra del cuore e fortunatamente, con gli Europei, pare ci stiamo avvicinando a questa “normalità”.


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Al Festival del Cinema Italiano 2021 il trucco c’è, e parla napoletano

Ripartono gli eventi e Napoli torna in prima linea, anche in trasferta. Sono state infatti tre giovani partenopee le truccatrici ufficiali del Festival del Cinema Italiano 2021, la rassegna organizzata a San Vito Lo Capo (TP) che celebra e valorizza le produzioni nazionali di lungometraggi e corti di registi affermati e di giovani esordienti, in particolare le opere prime e seconde dei film usciti nelle sale nell’ultimo anno. Elisabetta Cesarano, Giulia Santaniello e Francesca Ricciardi sono state infatti accompagnate dalla docente di trucco Nina Ferrara per rappresentare l’Accademia Liliana Paduano, official partner della manifestazione diretta da Paolo Genovese e dedicata quest’anno a Nino Manfredi, nell’ambito di un sodalizio di lunga data tra due eccellenze: una nel campo dell’estetica, l’altra in quello dello spettacolo. A loro quindi l’onore e il compito di truccare i protagonisti di un red carpet particolarmente atteso, vista la lunga pausa degli eventi in presenza, a partire dalla presentatrice Veronica Maya che ha condotto la serata conclusiva del Festival al Cine Teatro Comunale

Quattro allieve dell’Accademia Liliana Paduano per il red carpet delle pellicole tricolore trasformato per l’occasione in PalaFestival, che andrà in onda su Rai2 il 13 luglio alle 11.30. “E’ stata una bellissima ripartenza con Paolo Genovese, Paolo Conticini, Serena Autieri, Donatella Finocchiaro, Giusy Buscemi, Christian Marazziti – ha commentato la Maya - il Sud è sempre più capace di accogliere le produzioni

cinematografiche e sono stata davvero contenta di poter avere accanto delle ragazze straordinarie e super competenti, sempre puntuali e all’altezza della situazione con attrici veramente di spessore che si sono affidate e lasciate andare alle attenzioni di make – up con un bellissimo risultato in vista della messa in onda su Rai Due. Un bellissimo modo di tornare a lavorare come siamo abituati dopo l’anno che abbiamo passato e che ci stiamo, spero, buttando alle spalle”. Tra i protagonisti dell’edizione 2021 anche Dario Cassini, Pietro Castellitto, Umberto Riccioni Carteni con Giampaolo Morelli, Lorenza Indovina e Barbara Ronchi, Alessandro Roia, Alessandra Mastronardi, Neri Marcorè e Francesco Pannofino, oltre a tanti altri addetti ai lavori del Bel Paese. “La nostra aspirazione – ha spiegato il CEO dell’Accademia Carlo Matthey – è che gli addetti ai lavori verifichino che Napoli è fucina di creatività, affidabilità e passione per questo lavoro: i valori che cerchiamo di inculcare alle nostre allieve, le migliori testimonial del nostro impegno”.

TOMMASO PELLEGRINO

“Aumentare borse di specializzazione di competenza regionale per far fronte a carenza di specialisti. Presentata interrogazione”

“In Campania, Il Piano di rientro imposto dal commissariamento, ha comportato conseguenze significative nel Sistema Sanitario regionale che ha subìto una riduzione di oltre 45mila unità tra medici, infermieri e altro personale sanitario, determinando, nello specifico, una cronica carenza di medici specialisti”, - ha dichiarato Tommaso Pellegrino, capogruppo di Italia Viva in Consiglio Regionale della Campania, che ha presentato al Presidente della Giunta Vincenzo De Luca, un’interrogazione, al fine di chiedere le misure più opportune per fronteggiare tali problematiche e soprattutto di valutare l’ipotesi di incrementare le borse di specializzazione di pertinenza regionale. “Un recente studio ha stimato un saldo negativo tra neo specialisti e medici in uscita dal SSR entro il 2025 di 1090 unità. La carenza di specialisti – ha continuato Pellegrino - da tempo evidenziata dalle direzioni dei nosocomi e delle aziende sani-

tarie locali, si è manifestata in tutta la sua serietà non solo nell’attuale fase pandemica, ma anche in tempi ordinari con una crescente difficoltà a coprire i turni. Riconosciamo al Presidente De Luca un’azione meritoria finalizzata a recuperare il gap che separa la Campania dalle altre regioni italiane in termini di dotazione organica del Servizio sanitario regionale e una capillare programmazione e pianificazione di nuovi concorsi che portino a un ripristino della pianta organica in rapporto alla popolazione campana. Nonostante la Regione annualmente già eroghi borse per le scuole di Specializzazione in Medicina e Chirurgia, certamente potrebbe essere utile e necessario un ulteriore sforzo al fine di attivare un numero maggiore di borse di specializzazione di competenza regionale, rivolte a giovani medici, linfa vitale per il nostro servizio sanitario regionale”, ha concluso Pellegrino.


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Salvatore Iavarone

Consigliere Comunale di Casoria

Un piano per la disabilità a Casoria

Il tema della Disabilità diventa centrale a Casoria, anche la commissione Politiche Sociali si sta attivando ed ho avuto personalmente un appuntamento con Sannino presidente dell’associazione ANIDA. Tra i temi trattati quello della mappatura delle strisce gialle e dei posti riservati a disabili con indicazione specifica della targa. Una mappatura da rendere anche pubblica (per la parte delle strisce libere e gratuite a disposizione dei disabili). Serve poi un controllo dei pass disabili concessi sul territorio. La commissione è a lavoro anche per la questione barriere architettoniche e presto per un audizione delle associazioni locali che trattano il tema della disabilità. Riportiamo due comunicati dell’associazione ANIDA che ha avuto incontri con l’amministrazione, soprattutto a seguito di una serie di controlli della Polizia Municipale che ha in modo particolare intensificato i controlli sui posti riservati a disabili, azione coordinata dall’assessore D’Anna. Comunicato stampa: “Il giorno 11 giugno si è tenuto un incontro presso l’assessorato in Via Pio XII tra l’ Assessore alle Politiche Sociali dott.ssa Marianna Riccardi, una delegazione dell’A.N.I.D.A. guidata dal suo Presidente Giuseppe Sannino e collegati in modalità web l’ assessore alla Sicurezza Urbana dott. Vincenzo D’Anna e il dott. Alberto Artioli Sales Manager della società Bridge 129 che si occupa del progetto place4me con l’ obiettivo di installare e gestire i dispositivi Tommy sul territorio nazionale , una piastra di 30 cm dotata di sensori che verificano l’occupazione dell’area di parcheggio riservata ai disabili e che

si attivano con un segnale sonoro in presenza di veicolo non autorizzato. Il progetto è già partito in via sperimentale nel I municipio di Roma e nella città di Genova. La riunione si è conclusa dopo oltre un’ora di discussione nel merito, con l’ impegno del dott. Artioli di inviare una proposta ancora più vantaggiosa rispetto a quella presentata durante l’incontro già fattibile in termini di costi/ benefici, per l’installazione di almeno una decina di postazioni pilota per verificarne l’efficacia e l’efficienza sul territorio casoriano. In questi giorni il Sindaco Raffaele Bene ha comunicato sui social che sono stati potenziati i controlli del territorio relativi a stalli per la sosta e scivoli per diversamente abili. Sannino ha preso atto della buona volontà dell’amministrazione e del Sindaco, ma l’esperienza gli suggerisce che senza un supporto tecnologico come Tommy, si riproporranno i soliti problemi di sotto organico dei Vigili urbani, che non possono effettuare controlli giornalieri e ripetuti su tutto il territorio casoriano. Inoltre, come chiesto dall’associazione in questi giorni, dovrebbero partire le verifiche per i possessori dei contrassegni “H” da parte dell’ ASL Distretto 43 Casoria in modo da poter verificare se

sussistono ancora tutti i presupposti per i circa 2500 possessori solo nel Comune di Casoria. L’associazione continuerà a vigilare sugli impegni presi, ma se i buoni propositi non si trasformeranno in azioni concrete e risolutive, l’associazione sarà sempre pronta a denunciare la cattiva Politica”. Comunicato Stampa: “Come preannunciato nella riunione tenutasi con l’A.N.I.D.A. il 20 maggio presso il Comune di Casoria alla presenza del Sindaco Raffaele Bene, l’Assessore alle Politiche Sociali Marianna Riccardi, l’Assessore alla Sicurezza Urbana e Mobilità Vincenzo D’Anna, il Direttore dell’ASL NA2 Nord Pasquale Bove e il Comandante della Polizia Municipale di Casoria Giuseppe Sciaudone, da oggi partono i controlli per garantire il diritto alla Mobilità dei Disabili di Casoria. L’assessore D’Anna ha dichiarato che da oggi 25 maggio 2021 è partito il controllo da parte della Polizia Municipale di Casoria degli stalli e dei posti riservati ai disabili col fine di scoraggiare l’uso improprio da parte dei cittadini con gravi conseguenze di mobilità per i veri Disabili. Il Presidente dell’AN.I.D.. A Giuseppe Sannino chiede a tutti i cittadini di Casoria la massima collaborazione nel far rispettare il diritto alla Mobilità dei Disabili e di segnalare all’associazione eventuali anomalie. L’associazione dal canto suo oltre a monitorare i risultati di tali iniziative, ha proposto e sta valutando anche soluzioni tecnologiche già utilizzate in altre parti d’Italia per garantire il diritto di parcheggio ai disabili e per agevolare il lavoro della Polizia Municipale locale”.

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24 RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA CGIL

MOBILITA’ SOSTENIBILE

Gent. Assessore I rappresentanti della CGIL area nord di Napoli (nel corso dell’incontro di ieri 14 giugno, presso la parrocchia di S. Mauro) hanno ribadito la disponibilità a produrre, con il Comune di Casoria e per esso l’Amministrazione in carica, proficue sinergie riguardo l’argomento in oggetto. Un percorso iniziato con il Compianto Assessore Raffaele Petrone e che si è interrotto ma che confermiamo l’intenzione di proseguire con Lei. Un’iniziativa CGIL organizzata per discutere sul futuro del trasporto pubblico locale nell’area metropolitana a nord di Napoli (Afragola-Arzano-Casavatore-Casoria e Casoria Arpino.) L’inquinamento ambientale in cui vive la popolosa area in questione è certificato dal drammatico dato epidemiologico per quanto attiene le patologie tumorali, cresciute in maniera esponeziale negli ultimi 40 anni. Un’area offesa e vilipesa da scelte scellerate che, a partire dalla seconda metà degli anni cinquanta ad oggi, ne hanno compromesso la vivibilità. Una concentrazione abnorme di aree industriali pesantemente inquinanti che, nel giro di un ventennio, sono state dismesse e tali sono rimaste tuttora, a custodire gli indizi e le prove delle “loro malefatte”. Ma con la dismissione non è finita la sofferenza, ad ammalorare l’aria c’è stata, una staffetta, un passaggio di testimone tra le industrie ed il traffico autoveicolare che, nella zona in esame, è superiore anche a quello della città capoluogo: Napoli. In questi comuni (in particolare la popolosa Casoria che fa da cerniera rispetto al capoluogo), si pagano tutte le negatività di un piano dei trasporti sfacciatamente napolicentrico. Una pianificazione fatta senza tenere conto di quante persone dalla provincia, a vario titolo, quotidinamente si recano a Napoli. A tal proposito si evidenzia il seguente dato ISTAT gennaio ’19 sulla popolazione • Regione Campania 5 milioni ca.; • Area Metropolitana di Napoli 3 milioni ca.; (la più popolosa d’Europa) • Densità AM-NA 2.616,68 ab./km² • Superficie AM-NA 1.178,93 km² • Città di Napoli 950 mila ca.; • (Afragola-Arzano-Casavatore-Casoria) 200 mila ca. Se questo è il male riteniamo che per la cura sia doveroso di ricucire il filo della speranza di quanti ancora, come noi, credono che la normalizzazione dell’area a nord di Napoli passi

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necessariamente per un concreto riordino e potenziamento del trasporto pubblico intermodale ferro-gomma. La “cura del ferro”, tanto benefica per quelle nazioni che l’anno adottata (Olanda, Austria, Danimarca, Germania ecc.), necessaria per combattere l’anemia degli spostamenti e delle relazioni, superare la debilitazione e sostenere lo sviluppo, dovrà essere proficuamente integrata da un altrettanto efficiente servizio pubblico su gomma (ex C.T.P.), quest’ultimo da troppo tempo quasi totalmente assente. All’attualità l’unico collegamento ecosostenibile (ma non esaustivo specie nelle ore serali e nei giorni festivi ) con Napoli è garantito su ferro da Trenitalia del gruppo Ferrovie dello Stato Italiane. Nello specifico, la mancanza di un servizio su gomma che colleghi le località in questione con la Stazione RFI/FSI di Casoria viene surrogata, prevalentemente, dall’uso del mezzo proprio, soluzione quest’ultima che crea non pochi disagi sia in termini di traffico sia per l’inquinamento che da esso ne deriva. Un T.P.L. efficiente libera le strade dall’auto privata e migliora la qualità della vita e di questo il Piano Regionale dei Trasporti deve tenerne conto impegnando i finanzimenti europei che prevedono generosi capitoli di spesa a favore della mobilità sostenibile senza ricorrere ad ingiustificate economie: vigiliamo affinchè siano UTILIZZATI! Abbattiamo il muro che le lobby capitalistiche hanno realizzato tra l’economia e l’ecologia! Intanto ci ritorna l’idea che individuava la Stazione FS di Casoria, come punto nodale d’interscambio per il bacino Afragola-Arzano-Casavatore-Casoria ed Arpino. Riprendiamo quel percorso da noi intrapreso nel novembre del lontano 94, con una campagna di sensibilizzazione all’uso dei trasporti pubblici conclusasi con un convegno tenutosi nel giugno del ’96, dal titolo <<Auto ? No grazie, preferisco vivere !>> Rammentiamo ciò non per vantare diritti di primogenitura ma cogliamo l’occasione per sottolineare l’unità di intenti e progetti che sostiene nostra comune idea di organizzazione del territorio. L’auspicio è che tale unità diventi sempre più patrimonio comune delle donne e degli uomini che con noi condividono idee, progetti e la necessità di promuovere una dialettica costruttiva e leale con tutte le forze in campo. La politica deve essere innanzitutto servizio, quando invece è figlia della solite illusioni diventa poi confusione.

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MARCO STILETTI

Casavatore, approvata dalla prima commissione la proposta per il Garante per i disabili

Il sindaco Vito Marino durante la giornata della disabilità lo scorso novembre a un mese e più dalla sua vittoria elettorale annunciò ai vari soggetti H che avrebbe fatto molto per loro e il Garante per persone con disabilità è il primo passo per dare supporto. Dopo che il primo cittadino l’ha inviata agli uffici preposti e poi sviluppata e redatta dal consigliere Giovanni Russo (nella foto), su proposta iniziale del consigliere Elisabetta Puzone, è stata approvata il 14 giugno, da tutti i componenti della prima commissione consiliare, presieduta dalla presidente Elena Alessio (nella foto). Un traguardo, quello raggiunto dalla commissione, in favore della privacy dei cittadini più bisognosi. Come sancito dal regolamento, il Garante, che svolge il suo incarico in piena libertà ed indipendenza e non è sottoposto ad alcuna forma di controllo gerarchico e funzionale. La figura può intervenire di propria iniziativa o sulla base di segnalazioni scritte relative a disfunzioni, irregolarità, scorrettezze, ritardi e omissioni dalle quali sia derivato o possa derivare un danno materiale o morale alla persona disabile. Egli inoltre promuove l’esercizio dei di-

ritti e delle opportunità di partecipazione alla vita civile, sociale e di utilizzo dei servizi comunali delle persone disabili residenti nel territorio del Comune di Casavatore, con particolare riferimento ai diritti fondamentali, al lavoro, alla formazione, alla cultura, all’informazione, all’assistenza, alla tutela della salute, allo sport e tempo libero, per quanto nelle attribuzioni e nelle competenze del Comune stesso. Infine cura le iniziative e i momenti di sensibilizzazione pubblica su temi riguardanti le persone con disabilità. Un lavoro portato a termine con tanta

fatica, ma che darà sicuramente grandi soddisfazioni. Un ulteriore passo che l’amministrazione Marino con il gruppo consiliare “Rinascita per Casavatore” in particolare che porta a compimento un magnifico servizio per la comunità. I componenti della prima e terza commissione, una del PUC e l’altra degli affari istituzionali, sono sempre stati attenti alle tematiche sociali. Entrambe sono sempre attente ad ogni tema e lavorano per raggiungere ogni qualvolta gli obiettivi per la comunità. Nonostante le difficoltà l’ostinazione su ogni problema da risolvere è talmente tanta che prima o poi si arriverà su tutti gli obiettivi da raggiungere annunciati nella campagna elettorale.

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ROBERTA D’AGOSTINO

I doppiatori Christian Iansante ed Angelo Maggi tra i docenti della sede napoletana dell’Accademia del doppiaggio

Lunedì 21 giugno 2021 il doppiatore Christian Iansante dalle 10.00 sarà a Napoli per i provini degli aspiranti corsisti dell’Accademia del Doppiaggio nella sede della scuola presso l’Auditorium Novecento ex Phonotype (via Enrico de Marinis 4). Angelo Maggi doppiatore ed attore di successo noto per essere la voce italiana di Tom Hanks e per avere doppiato Robert Downey Jr. nel ruolo di Tony Stark/Iron Man nel Marvel Cinematic Universe, Hugh Grant, Tim Robbins, Timothy Hutton, Steve Guttenberg, Danny Huston, Jackie Chan, Rupert Everett, John Turturro, e la voce del commissario Winchester dei Simpson è uno dei docenti dell’Accademia del doppiaggio. Continua il successo dell’Accademia del Doppiaggio che ogni anno raddoppia il numero degli iscritti e forma buona parte dei doppiatori italiani più richiesti ed importanti. Napoli è stata l’ultima città italiana in ordine di tempo ad accogliere una sede

dell’Accademia già presente a Roma, Milano, Firenze, Padova e Pescara ed i corsi attivi in città sono quello base e quello avanzato. Il corpo docenti, unito alla organizzazione dei corsi, sono il fiore all’occhiello dell’Accademia; Christian Iansante, che tra i vari attori ha doppiato Bradley Cooper, Ewan McGregor e Christian Bale, Johnny Depp, Ben Stiller, Andrey Lincoln di The walking dad, Matt Damon, Jude Law, Colin Farrell, Vince Vaughn, Ben Affleck, ed è la voce ufficiale di Radio 24 e del canale televisivo FOX, ed Angelo Maggi, sono due tra i doppiatori più noti d’Italia e con le loro lezioni rendono i corsi tra i più efficienti del panorama italiano. Sono molto legato a Napoli - dichiara Angelo Maggi - Mio nonno materno, Angelo è stato colui ha inventato il turismo in Italia. Con lui ho vissuto 30 anni meravigliosi ed è stato sufficiente per darmi gran parte della sua napoletanità e a farmi anche così conoscere,

inizialmente, Eduardo che poi mi sono ritrovato come l’insegnante alla Bottega teatrale che ho fatto con il mio maestro Vittorio Gassman a Firenze nel 1980. Avevo tra gli insegnanti il grande Eduardo che, insieme alla napoletanità di mio nonno, mi ha aiutato a creare il carattere del commissario Winchester dei Simpson che ormai è diventata una voce iconica. Napoli è una città che risponde bene al doppiaggio – dice Christian Iansante - e questo mi fa molto piacere. É una piazza fantastica; i ragazzi si sono dimostrati in questi due anni, probabilmente, i più liberi d’Italia nel senso che le emozioni escono senza troppi problemi e tutti sono un pò attori a Napoli quindi riescono a vivere liberamente le sembianze di un altro senza giudizio. I napoletani però hanno come debolezza quella di sottovalutare certe problematiche più che altro tecniche legate al doppiaggio. Pensano di potere continuare a suonare con la cadenza napoletana ma

Crescere insieme, perfezionandosi Sicurezza edilizia Ambiente VIA G. ROCCO, 2 - 80026 CASORIA (NA) TEL./FAX +39 081 19105654 - CELL. +39 335 8157475 E-MAIL: stdgroupsrls@virgilio.it - stdgroupsrl@pec.it


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28 in film spagnoli, francesi, americani non c’è mai la possibilità di poter inserire dei suoni regionali. Non parliamo poi del gruppo “GL” che, molto spesso, per i napoletani non esiste, ma in ogni modo adoro il modo di approcciare al lavoro dei napoletani e campani. Completano il corpo docenti Davide Marzi, Giorgio Borghetti, Francesco de Francesco, Andrea Lavagnino, Alberto Angrisano e Sara Ricci. Lavagnino è noto per avere doppiato Alvaro Morte, “Il Professore” della serie evento di Netflix La casa di carta. De Francesco è la voce Italiana di Jason Momoa in Aquaman. L’obiettivo principale dell’Accademia del doppiaggio è formare persone che abbiano i mezzi e le possibilità concrete di tentare una strada tanto entusiasmante quanto complessa come quella del doppiaggio: per questa ragione la fase di selezione degli allievi risulta essenziale come base per consentire agli allievi la crescita e lo sviluppo delle loro capacità attoriali. Oltre ad una forte motivazione, essenziale in tutte le attività artistiche, vengono valutate le attitudini personali, la predisposizione per le attività di studio, le capacità e la propensione verso un lavoro delicato e profondo come quello che fa l’attore su sé stesso, prima di dar corpo, e quindi voce, ad un personaggio. Per accedere ai corsi bisogna sostenere un provino con Christian Iansante Lunedì 21 giugno dalle 10.00 si effettueranno i provini degli aspiranti corsisti in via Enrico de Marinis 4 negli storici studi della Phonotype. L’accesso ai provini sarà scaglionato ed esclusivamente su prenotazione per rispettare tutte le misure di sicurezza anticovid previste nei decreti ministeriali. Nella sede di Napoli dell’Accademia del doppiaggio sono attivi: Corso base: Lo scopo del corso è quello di avvicinare gli allievi all’arte del doppiaggio e del teatro attraverso un’esplorazione del proprio universo emotivo, una scoperta dei linguaggi espressivi e comunicativi e uno studio stilistico sia poetico che umoristico. Il percorso intende fornire stimoli per conoscere prima di tutto sé stessi, per poi semplicemente mettersi in gioco, confrontandosi con gli altri. Il corso offre la possibilità di avvicinarsi al mondo del doppiaggio partendo dagli elementi fondamentali del mestiere dell’attore. Corso avanzato: Entrare profondamen-

te nello sguardo, nel vissuto, nell’animo di un personaggio è fondamentale per un doppiatore: il movimento di un labbro, di un occhio, di un sopracciglio, un tremolio lievissimo o un tic più marcato, rivelano tutto un mondo interiore, un universo di esperienze, di emozioni, di storie che vivono in un solo gesto e che devono rivivere in una battuta, una frase o una sola parola. Ed è per questo che il metodo adottato dell’Accademia del Doppiaggio, nella prima fase del corso si baserà sul metodo Stanislavskij -Strasberg. Nella seconda fase le lezioni si trasferiranno in sala di doppiaggio, dove verranno apprese tutte le tecniche del mestiere del doppiatore. Di fronte a leggio, microfono e copione, scorreranno le immagini di film, cartoni animati, documentari, soap e fiction televisive: qui gli allievi si misureranno con l’originale, prestando loro stessi la propria voce agli attori protagonisti dei filmati. Diversi gli ex allievi che oggi svolgono il lavoro di doppiatore professionista come Francesco Cavuoto, Benedetta degli Innocenti (ha doppiato il Premio Oscar Lady Gaga in A Star is Born), Francesco De Francesco (Jason Momoa in Acquaman), Niccolò Guidi, Guido Di Naccio, Alessia Rubini e molti altri. Per partecipare alle selezioni che consentono l’accesso ai corsi è necessario prenotarsi ai numeri 081.18096545 oppure chiamare il direttore Walter Bucciarelli al 348.8133081. COS’E’ IL DOPPIAGGIO? Il doppiaggio è il procedimento col quale nei prodotti audiovisivi si sostituisce la voce originale di un attore, o di un personaggio, con quella di un doppiatore”: questa è la definizione presente su Wikipedia di un’arte nella quale gli italiani sono i maestri indiscussi a livello mondiale. Da questa descrizione, il doppiaggio appare come un mero procedimento tecnico di “sostituzione” dell’originale in favore di un prodotto posticcio. Quel che, invece, non appare, è l’importanza del fattore artistico che contraddistingue questo mestiere: il doppiaggio non è una mera sostituzione di voce, ma la restituzione di un’emozione attraverso la voce. E, per questo, ciò che fa la differenza è proprio l’arte dei professionisti di questo settore, la loro capacità di giocare (inteso come il “to play” inglese utilizzato per definire la recitazione) con le situazioni, con i volti e le espressioni degli attori.

I PROTAGONISTI: ANGELO MAGGI: Laureato in Biologia presso l’Università La Sapienza di Roma, nel 1979 è tra i primi allievi della Bottega Teatrale di Firenze ed esordisce nell’opera Fa male, il teatro di Luciano Codignola con Vittorio Gassman, poi in Enrico IV di Pirandello con Giorgio Albertazzi per la regia di Antonio Calenda, Il mercante di Venezia di Shakespeare e L’avaro di Plauto con Mario Carotenuto e I ragazzi irresistibili con Vittorio Caprioli.

Come doppiatore, Maggi è la voce italiana di Tom Hanks ed ha prestato voce a John C. McGinley nel ruolo del dottor Perry Cox nella serie televisiva Scrubs – Medici ai primi ferri, Mark Harmon nel ruolo dell’agente Leroy Jethro Gibbs in NCIS – Unità anticrimine, JAG – Avvocati in divisa, NCIS: Los Angeles e NCIS: New Orleans, Robert Downey Jr. nel ruolo di Tony Stark/Iron Man nel Marvel Cinematic Universe, Gary Oldman nel ruolo del commissario James Gordon ne Il cavaliere oscuro e Il cavaliere oscuro – Il ritorno di Christopher Nolan, Bruce Willis in The Sixth Sense – Il sesto senso e in Unbreakable – Il predestinato, nonché a Tom Hanks in Cast Away, Prova a prendermi, Cloud Atlas, The Terminal e Il ponte delle spie. Tra gli attori doppiati, anche Hugh Grant, Tim Robbins, Timothy Hutton, Steve Guttenberg, Danny Huston, Jackie Chan, Rupert Everett, John Turturro. In episodi successivi della serie animata I Simpson, presta la voce al commissario Clancy Winchester e al Reverendo Lovejoy, in sostituzione di Enzo Avolio. Per il personaggio di Lovejoy è stato poi sostituito da Nino D’Agata a partire dalla seconda parte dell’ottava stagione. Tra le produzioni cinematografiche ha partecipato a Sapore di mare, di Carlo Vanzina e nel successivo Sapore di mare 2 – Un anno dopo, di Bruno Cortini. Successivamente è protagonista di Zero in condotta, di G. Carnimeo. Recita quindi in Mi faccia causa di Steno e Il coraggio di parlare di Leandro Castellani. In televisione ha partecipato a fiction


DOMENICA 20 GIUGNO 2021 Rai e Mediaset, tra cui Il maresciallo Rocca, Distretto di Polizia, Il capitano e Questa è la mia terra ed è stato Pio XII in Paolo VI – Il Papa nella tempesta. Nel luglio 2008 ha vinto il premio “Leggio d’oro voce dell’anno” Nel 2019 viene scelto come nuova voce di Woody nel film Toy Story 4, in sostituzione di Fabrizio Frizzi e interpreta Cesare Previti in 1994. Il 7 dicembre 2019 vince, per la sezione doppiaggio, il Premio Internazionale “Vincenzo Crocitti”. CHRISTIAN IANSANTE: Affermato doppiatore italiano, Christian Iansante nasce il 19 febbraio 1966 a Thal, comune del Canton San Gallo, in Svizzera. Originario e residente dell’Abruzzo, è noto per avere prestato la propria voce, sul grande schermo italiano, a star di Hollywood come Matt Damon, Jude Law, Colin Farrell, Vince Vaughn, Ben Affleck, Owen Wilson, Ahmed Best (nella saga di Star Wars), Luke Wilson e Joseph Fiennes.

Uno dei primi lavori importanti di Iansante nel doppiaggio è quello di Trainspotting (1996) di Danny Boyle, in cui presta la voce al protagonista eroinoma-

29 ne incarnato da Ewan McGregor. Tra i personaggi che ha amato di più ci sono quello del problematico ragazzo prodigio interpretato da Matt Damon in Will Hunting - Genio ribelle (1997) di Gus Van Sant e quello del divo del cinema tormentato dalla dipendenza dall’alcool e dalla cocaina incarnato da Matthew Modine in Blackout (1997) di Abel Ferrara. Altri suoi lavori celebri sono il doppiaggio di Christian Bale in Metroland (1997) di Philip Saville, Velvet Goldmine (1998) di Todd Haynes, Shaft (2000) di John Singleton, Harsh Times - I giorni dell’odio (2006) di David Ayer e Nemico pubblico - Public Enemies (2009) di Michael Mann. Doppia un allucinato Johnny Depp in Paura e delirio a Las Vegas (1998) di Terry Gilliam e un Guy Pearce affetto da un disturbo della memoria in Memento (2000) di Christopher Nolan. Presta la propria voce a Val Kilmer nei panni del leggendario attore pornografico John Holmes in Wonderland - Massacro a Hollywood (2003) di James Cox. È Tristano con Mads Mikkelsen in King Arthur (2004) di Antoine Fuqua. Doppia Jason Lee nella commedia Clerks II (2006) di Kevin Smith. Presta la propria voce a Sam Rockwell alle prese con Zaphod Beeblebrox, il personaggio a due teste e tre braccia di Guida galattica per autostoppisti (2005) di Garth Jennings, e il supereroistico Iron Man 2 (2010) di Jon Favreau. Doppia il sex symbol Michael Fassbender nell’epico 300 (2007) di Zack Snyder e nel western Jonah Hex (2010) di Jimmy Hayward. Torna alla commedia doppiando Bradley Cooper

in Una notte da leoni (2009), Una notte da leoni 2 (2011) e Una notte da leoni 3 (2013) di Todd Phillips, così come in Appuntamento con l’amore (2010) di Garry Marshall, A-Team (2010) di Joe Carnahan, Limitless (2011) di Neil Burger, The Words (2012) di Brian Klugman e Lee Sternthal, Come un tuono (2012) di Derek Cianfrance e Il lato positivo Silver Linings Playbook (2012) di David O. Russell. Iansante ha doppiato anche numerosi lungometraggi animati, tra cui Hercules (Hermes, 1997) della Disney, Il libro della giungla 2 (Lucky, 2003), Gli Incredibili - Una “normale” famiglia di supereroi (Buddy Pine/Sindrome, 2004), Ant Bully - Una vita da formica (Zoc, 2006), The Reef - Amici per le pinne (Jin, 2006), Gnomeo e Giulietta (Daino, 2011), Frozen - Il regno di ghiaccio (il Duca di Weselton, 2013) e Il castello magico (Daniel, 2013). Diversi anche i personaggi di serie televisive a cui il doppiatore italiano ha lavorato, come Squadra Speciale Cobra 11 (Rainer Strecker nel ruolo dell’ispettore di polizia Ingo Fischer), Buffy l’ammazzavampiri (Nicholas Brendon alle prese con Xander Harris), Lost (Ken Leung nel rulo di Miles Straume), Private Practice (Tim Daly nei panni di Pete Wilder), True Blood (Sam Trammell nella parte di Sam Merlotte), Doctor Who (David Tennant come decima incarnazione del Dottore), The Walking Dead (Andrew Lincoln alle prese con Rick Grimes), Sherlock (Martin Freeman nel ruolo di John Watson).

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

NAPOLI IN VARIETA’ AL CASTEL DELL’OVO Riprendono le attività del Teatro Lazzari Felici all’aperto grazie all’APS Insolitaguida Napoli, da sempre impegnata nella promozione del territorio e della cultura napoletana, con un evento imperdibile: Venerdì 2 Luglio ore 20:00 nella panoramica terrazza di Castel dell’Ovo andrà in scena lo spettacolo Napoli in varietà a cura di Diego Sanchez. Una singolare performance che si articola fra musica ed esilaranti monologhi. Uno spettacolo originale, a metà strada tra il teatro, la musica ed il cabaret. Caratteristica peculiare l’interazione con il pubblico, che non rimane passivo spettatore, bensì attivo interprete, cosicché lo spettacolo si sviluppa agile e go-

dibile, per un pubblico in vena di divertirsi. Spumeggianti Macchiette, esilaranti sketch rendono il tutto un vero e proprio varietà. Location dell’evento speciale la terrazza panoramica di Castel dell’Ovo, da dove è possibile ammirare l’intero golfo di Napoli in tutta la sua bellezza. Per prendere parte all’evento, contributo di partecipazione € 12, organizzato dall’Associazione Insolitaguida Napoli e Teatro Lazzari Felici, è necessario prenotare chiamando / whatsappando il 3389652288, oppure tramite i siti web www. insolitaguida.it o www.lazzarifelici.it, dove è possibile procedere anche all’acquisto online.


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Augurissimi

Infiniti auguri a Domenico Romano che oggi riceve la Prima Comunione, insieme al papà Pietro e alla mamma Flavia.

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