Domenica 4 Dicembre

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1 DOMENICA 4 DICEMBRE 2022 Settimanale di Informazione Distribuzione gratuita - E-mail: casoriadue@libero. it ANNO XXII - N° 41 - DOMENICA 4 DICEMBRE 2022 Show Room Casoria Via Pascoli, 21 info 081 7584382 infodelprete@virgilio.it www.delpretemarmieceramiche.it CENTRO STAMPE SRL Via Pietro Casilli - n°26 80026 Casoria (NA) Tel. 0813086022 CENTRO STAMPA DIGITALE TROPPI SUICIDI
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Nel programma “La Copertina”, in onda su “Nano TV”, il conduttore Nando Troise inizia con l’annunciare una brutta notizia, già pubblicata sul sito web di cui è Direttore, casoriadue.it.: il suicidio di una giovane donna di 32 anni, avvenuto in via Carlo Poerio dove lei risiedeva. Nel riferire che il terribile accaduto gli era stato comunicato su wap da un agente di polizia del commissariato di Casal di Principe, ha aggiunto che ha verificato la notizia, prima di pubblicarla, chiedendone la conferma al Comandante della locale caserma dei carabinieri di Casoria, il maresciallo Giuseppe Giunta, il quale ha immediatamente risposto che effettivamente la giovane casoriana si era tolta la vita e che proprio in quel momento si stava recando sul posto. Inoltre, Troise ha chiarito che, di solito, i giornali locali e nazionali non pubblicano notizie di persone che si suicidano, perché ciò può determinare un effetto di emulazione, inducendo

altri a compiere lo stesso gesto. E’ ciò che accadde, riferisce il Conduttore del programma, già nella seconda metà del 1700 quando il poeta Johann Wolfgang Goethe (1749-1832) pubblicò nel 1774, a soli ventiquattro anni, I dolori del giovane Werther, un romanzo epistolare

incentrato sui tormenti e le sofferenze anche amorose, di un giovane borghese - il ventenne Werther - per la bella Charlotte, già promessa sposa ad un altro uomo. Dopo varie vicissitudini, egli si suicidò. “Ma” annota il Direttore di Casoriadue “ non potevo non pubblica-

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UN’ALTRA GIOVANE CASORIANA HA RINUNCIATO A VIVERE: L’HA ANNUNCIATO NEL PROGRAMMA “LA COPERTINA” IL DIRETTORE TROISE DISAGIO GENERAZIONALE, CHE FARE?
ANTONIO BOTTA

re la notizia del luttuoso evento, perché a Casoria, da tempo, diversi giovani si suicidano senza che mai l’ASL territoriale abbia mai affrontato la sconcertante problematica, investendo in uno screening e in una ricerca delle cause gli psicologi”. Quindi, Troise ha voluto rendere nota la notizia del suicidio della giovane trentaduenne, dopo che anche lui si era recato sul posto per un ulteriore accertamento di quanto accaduto, perché non si può sempre mettere la testa sotto la sabbia e credere, ingenuamente, che ignorando il rischio da esso ci si difende. Tutt’altro! Il caso “suicidi a Casoria” va affrontato. Per tale motivo, ha spiegato il Conduttore, già in un numero del settimanale Casoriadue, risalente a febbraio 2022, di cui alle sue spalle mostra la foto della copertina raffigurante il palazzo, egli riportò nell’editoriale “Domande senza risposte” la notizia di un altro suicidio di una ragazza casoriana di 28 anni. Quelle domande, rimarca, sono ancora senza risposte da parte del Sindaco, benché lo abbia più volte invitato nello studio di Nano Tv. Ecco la stoccata pungente:il Primo Cittadino, che è anche giornalista pubblicista, pensa di non avere bisogno di un “ufficio stampa” (legge 150/2000), perché tiene lui personalmente i contatti con i cittadini, informandoli sui social. Stimolato, allora, dal Conduttore parlo della terribile vicenda accaduta in via Carlo Poerio, la stradina che da via Principe di Piemonte conduce in via Pessina, senza alcuna pretesa, però, di fornire una risposta su un problema complesso, qual è quello del disagio psichico dei giovani, il cui effetto più devastante è di rinunciare definitivamente a vivere. Se ne parla solo per acquisirne una maggiore consapevolezza e focalizzare l’attenzione su una problematica giovanile dolorosa, al fine di far emergere il fenomeno per riflettere, in particolar modo, su modalità di aiuto per chi vive in situazioni di disagio psicologico. Duran-

te la fase acuta della pandemia, è stata rimarcata la mancanza della “medicina del territorio”, ossia di un modello organizzativo che consenta di disporre di strutture e/o di professionisti sanitari per qualsiasi tipo di emergenza, anche quella psichica. Questo è un problema strettamente “politico”, che richiede fondi adeguati, ma nel disegno di legge recante il bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2023 gli stanziamenti alla Sanità non sono affatto sufficienti per quanto riguarda la medicina territoriale. Dunque, come sempre, tra il dire e il fare, c’ é di mezzo il mare. Tuttavia, come già sta accadendo nelle scuole, soprattutto dopo la pandemia, si potrebbero istituire anche presso le ASL territoriali, con opportuni incentivi, sportelli di ascolto psicologico per fornire validi aiuti e adeguati sostegni ai giovani in sofferenza psichica. Ciò è tanto più necessario in questo tempo complesso in cui, per i giovani, il futuro è pieno di incognite. Lo psicanalista Massimo Recalcati, a tal proposito, già nel periodo antecedente alla pandemia, alla guerra e all’emergenza climatica, nel libro “Il complesso di Telemaco” ha scritto: “Nessuna epoca come la nostra ha conosciuto una libertà individuale e di massa come quella che sperimentano i nostri giovani. Tuttavia a questa nuova libertà non corrisponde nessun promessa sull’avvenire La vecchia generazione ha disertato il suo ruolo educativo consegnando, di conseguenza, ai nostri figli una libertà fatalmente mutilata. L’offerta incalzante di nuove sensazioni si è moltiplicata quasi a riparare l’assenza drammatica di prospettive nella vita”. Lo psichiatra Paolo Crepet, come effetti della crisi educativa segnalata da Recalcati, denuncia che i ragazzi di oggi mancano di autonomia, di autostima e di creatività, intesa, quest’ultima, come capacità di trovare soluzioni ai problemi che si presentano. Su questi tre pilastri, per Crepet, occorre rifondare

il percorso formativo nelle scuole. E’ un quadro ovviamente sommario e parziale delle cause del fenomeno delle sofferenze psicologiche in età giovanile, ma è bastevole per far capire, in linea generale, la dimensione del problema, che investe la famiglia e la scuola, nelle loro responsabilità educative, poi la politica, le associazioni culturali, le strutture religiose.

Ciò che a mio modesto avviso urge, e su cui la comunità cittadina si deve sentire interpellata, è il contrasto al dilagare di solitudini delle famiglie con figli in situazione di sofferenza psicologica. Non vanno assolutamente lasciate sole! Già nel 2017 segnalava ciò l’arcivescovo di Milano Mario Delpini, nel discorso alla Città di Milano. Egli sollecitava a praticare la sana e salutare abitudine del “buon vicinato”, del tempo che fu, quando ci si aiutava vicendevolmente tra le famiglie dello stesso palazzo, con una vicinanza premurosa di aiuto, di sostegno.

Oggi ci si tappa in casa, si erigono muri di diffidenza, ognuno si fa i fatti propri. Ma il senso di comunità lo si sperimenta proprio all’interno dei fabbricati, tra famiglie dello stesso pianerottolo. Dobbiamo imparare a “ farci i fatti degli altri” in senso positivo, non per inciuciare, spettegolare, fomentando il chiacchiericcio da “comari”, dunque, ma per una prossimità di cure, fatta di assistenza affettiva, di condivisione, di partecipazione ai drammi delle persone vicine. Ciò che è tremendo nei caseggiati in cui si è iperconnessi tecnologicamente, ma lontani fisicamente, non è il soffrire, ma il soffrire da soli. Il Covid ci ha fatto prendere maggiore coscienza che nessuno è bastevole a se stesso, che abbiamo bisogno gli uni degli altri, in una tessitura di relazioni amicali, dove già il fatto di esternare a qualche cuore disponibile il proprio malessere, ricevendo un abbraccio, un sorriso, una parola di incoraggiamento, un

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consiglio utile, può far desistere da gesti disperati e propositi di suicidio. Che dirti, allora, giovane trentaduenne di Casoria, morta suicida in un’età nella quale si è in fase di costruzione del proprio progetto di vita? L’individualismo, il rinchiuderci in noi stessi come monadi, come isole separate dal mare dell’indifferenza ci ha resi tutti più cinici, incattiviti, “impantanati” in noi stessi. Perdonaci, allora, per non aver saputo leggere nel tuo sguardo segni di insofferenza, di solitudine, di malessere. Siamo un po’ tutti responsabili della tua estrema decisione. E’ proprio vero, sai,ciò che ha scritto l’arcivescovo Don Mimmo Battaglia nella lettera pastorale “ Di che cosa stavate discutendo per la strada ?” …Prima di ogni cosa, valore, ideale, ci sono i nomi, i volti, le

storie. Non ci sono i poveri generici,ma coloro che incontro, non i malati, ma i volti conosciuti del dolore, non i problemi sociali, ma la storia concreta di chi ha incrociato il mio cammino. La gratuità è tutta in questo riconoscere il volto dell’altro, guardarne gli occhi, fermarsi davanti a questo sguardo. La gratuità non è non aspettarsi di essere ricambiati ma è il consegnarsi senza riserve a quello sguardo. Pronti a rispondere della speranza e non pronti a difendersi, non pronti ad affermare se stessi. Riconoscere l’altro nella sua dignità conduce a riconoscere che ciascuno ha bisogno dell’altro. La gratuità, evocando il bisogno dell’altro, riempie il mondo, lo dilata, perché apre alla ricerca condivisa del bene. È per questo che la gratuità salva dalla solitudine”. E’ in questa

verità, che i cristiani misurano la loro fede, non sul numero delle genuflessioni e sulla quantità di volte che si partecipa alle liturgie; così come i non credenti misurano la grandezza della loro umanità in loro dalla capacità di costruire relazioni vere, per un’amicizia sociale dove si evidenzia dell’altro ciò che ha di positivo, non il negativo. In mille faccende affaccendati, non riusciamo a cogliere ciò che è importante e fondamentale nel nostro vivere quotidiano. Possa la tua estrema decisione aiutarci a capire come sia necessario far parte di una rete di solidarietà su cui contare quando nel cielo incombono nuvole nere e non si sa come ripararsi dalle tempeste imminenti. Che tu, giovane donna, possa nuotare in un oceano di luce, quella luce che fra noi ti è mancata.

SCUOLA CALCIO GIOVE ACADEMY, VERA ECCELLENZA DEL TERRITORIO

Ospite del Dir. Troise nella fascia quotidiana LA COPERTINA sulla rete web NanoTV, è Giuseppe Iovino, Direttore Generale della scuola calcio di Afragola, la Giove Academy. Dunque, l’argomento è lo sport, il calcio e i giovani. Dopo aver salutato in diretta web il padre di Giuseppe, Antonio Iovino, Presidente della scuola, il Direttore chiede all’ospite, anima di questa società dal punto di vista tecnico e calcistico, di raccontare la storia di quella che è una vera eccellenza dei nostri territori che contribuisce, in maniera egregia, a realizzare quelle tre cose essenziali che devono poter fare i bambini che si iscrivono ad una scuola calcio: socializzare, fare attività fisica e, soprattutto, divertirsi – come afferma il Dir. Troise. Così inizia il racconto di Giuseppe: “La nostra è una società che nasce nel 2018. Siamo arrivati al quinto anno della nostra attività, con tanti successi, ormai siamo un’eccellenza del territorio, abbiamo ragazzi che abbracciano

tutti i comuni limitrofi del territorio, ma anche stranieri. È un lavoro che facciamo innanzitutto per passione, ci teniamo tanto alla crescita e alla formazione dei ragazzi. Quest’anno, abbiamo bambini che vanno dal 2017 al 2006, quindi dai 5 ai 17 anni. Gli obiettivi delle varie fasce di età sono diversi: per i più piccolini, la prima cosa è il divertimento e socializzare. Ovviamente, come società, abbiamo il dovere di farli seguire comunque da istruttorieducatori che siano preparati e sappiano per bene cosa fare con i ragazzi. Per questo ci avvaliamo del supporto dell’Udinese, che per quanto

riguarda lo scouting è tra le squadre migliori al mondo. Questa affiliazione è molto importante per noi, perché sentiamo forte il loro supporto, che va dalle visite mensili sulle nostre strutture da parte dei tecnici dell’Udinese alla formazione che viene fatta ai nostri tecnici, sia attraverso delle sedute a Udine, sia con dei corsi di formazione svolti online che ci consentono di avvalerci dei tecnici del settore giovanile ma anche della prima squadra dell’Udinese. Ciò vuol dire che noi utilizziamo tutte le metodologie di allenamento che ci impartisce l’Udinese. Infatti, i nostri ragazzi crescono tanto con

gli allenamenti. La cosa importante è che gli allievi abbiano una certa costanza, che a loro piaccia quello che fanno. Se c’è questo, la crescita è soltanto una conseguenza del lavoro svolto.

Oltre agli allenamenti di campo, abbiamo varie aule: aule tattiche, aule dove si svolgono lezioni anche a livello sociale, sale ricreative, la palestra che diventa sempre più importante perché comunque si sta andando verso quella che è la fisicità di un calciatore. Le nostre vittorie non sono i tornei e i campionati, ma dare la possibilità ai ragazzi di avere un futuro nel calcio. Siamo riusciti a dare circa 22 ragazzi a società professionisticheCosenza, Benevento, Turrisdove vanno a fare comunque campionati nazionali, altri ragazzi in Juniores nazionali, come San Giorgio, Nola, altri ancora Foligno, Pianese, quindi esordi di 2005 in prima squadra in serie D che è tanta roba, così come altri ragazzi “under” che hanno già giocato tra promozione

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RITA GIAQUINTO

ed eccellenza. Quest’anno abbiamo aderito ai voucher della Regione, per consentire anche alle famiglie che non hanno possibilità, di far giocare a calcio i propri figli. Il ragazzo della Guinea del 2006 che abbiamo dato al Cosenza, lo scorso anno, lo abbiamo curato noi a 360 gradi, dal permesso di soggiorno all’iscrizione a scuola. Si sta già allenando con la prima squadra, sono già tante le società di procuratori importanti che lo hanno avvicinato. E questa per noi è una grande soddisfazione” Anche per dare soddisfazione a chi lavora con - e per - la Giove Academy, ci sembra opportuno ricordare almeno i nomi degli istruttori: lo staff tecnico, nella sua completezza è costituito, da Mister Pisani e Mister Cuomo,passando poi per Mister Celardo, che guida la prima squadra in prima categoria; Mister Sabatelli, Mister Moccia, Mister Anastasio Simone e Mister Anastasio

Vincenzo che è il preparatore dei portieri, Mister Giovanni Mazza, ed infine lo stesso Iovino. Qualche Mister allena più categorie. L’obiettivo principale è mettere i ragazzi sotto la luce ed i riflettori degli osservatori, avendo comunque tante relazioni e tante amicizie con scout di varie squadre: “Infatti spesso preferiamo far giocare ragazzi sotto età, ad esempio nella categoria 2006, abbiamo tanti 2007, abbiamo un 2008 perché pensiamo che comunque far giocare i ragazzi nelle fasce di età più alte li spinga a migliorare; i 2006 fanno già apparizioni in prima squadra, perché è tutta esperienza che va a loro beneficio”.

La scuola conta attualmente circa 160 ragazzi, più la prima squadra, ed è dislocata per gli allenamenti in tre strutture : la prima si trova in via Lautrec, nei pressi degli uffici comunali, alle spalle dello stadio Moccia, dove si allenano dai 2017

fino ai 2013, possono giocare finché fanno calcio a 6, a 7; poi quando passano a calcio a 9, che è essenzialmente la categoria esordienti, che quest’anno è 2010/2011, giocano a calciotto, quindi calcio a 9, all’impianto alle Salicelle, un impianto gestito dalla società Alba Oriens. Poi ci sono quattro categorie che giocano a 11 al Audax, a Casoria : “Si, in attesa di spostarci al Luigi Moccia dove in effetti eravamo prima. A causa del rifacimento dello stadio, dei lavori e quant’altro, ci siamo dovuti spostare. La prima categoria si allena sempre al Audax di Casoria e gioca al Papa di Cardito”. E a questo punto, si apre la grande ferita degli stadi chiusi e mai più riaperti: a parte il Luigi Moccia che, a breve, dovrebbe riaprire, ma che ha costretto la Giove Academy ad emigrare, il Direttore –insieme a Giuseppe Iovino – ripercorre la grande storia calcistica di quegli stadi comunali come il FARAONE

di Caivano, il Sabatino De Rosa ad Arzano, il De Cristofaro di Giugliano, gli stadi di Crispano e Frattaminore, purtroppo ancora chiusi e dove non ci si può né allenare, né disputare partite.

La proposta del Direttore Iovino va all’amministrazione comunale di Casoria, per poter usufruire dello Stadio San Mauro, dove attualmente si gioca una sola partita ogni 15 giorni.

“Un impianto come il San Mauro ha ovviamente dei costi” – prosegue Iovino, e continua : “far giocare solo una squadra comporta costi esagerati, quindi darci la possibilità di far giocare un’altra squadra andrebbe a beneficio anche del Comune di Casoria. E’ vero che il manto è erboso, ma farci giocare ad esempio a settimane alterne con il Casoria, anche il sabato pomeriggio, sarebbe un vantaggio per la nostra scuola calcio ed il Comune” E per lo sport in generale, aggiungiamo noi.

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IO RACCONTO STORIE magazine

LUCA MARESCA: ECCELLENZA CASORIANA

Ah Casoria, Casoria. Quanta pena per amor tuo! Quante lacrime e quanto veleno ingoiano i tuoi figli, costretti a destreggiarsi tra inefficienze e disagi e con che pena noi, tuoi appassionati cronisti, raccontiamo con dolore e raccapriccio le tue mancanze, o tuoi tramonti tutt’altro che dorati, le tue bellezze perdute, le tue occasioni mancate, la pochezza di tanti abitatori (perché cittadini è tutt’altro concetto e abitanti ha comunque una sua rispettabilità), quanti avventori dal portafoglio gonfio non si sa bene come e dalla discutibili aderenze e frequentazioni hanno allungato mani avide e rapaci su di te, quanti amministratori (che neanche un condominio di quattro piani e otto appartamenti in totale avrebbero saputo gestire) si sono improvvisati risanatori delle tue piaghe che, medici troppo pietosi, hanno poi lasciato incancrenire e quante altre brutture potremmo elencare se volessimo continuare a farci del male anche oggi come spesso accade! E invece, dopo questa appassionata e dolente sottospecie di requiem in stile prefica greco siracusana, per una volta smettiamo di batterci il petto e fustigarci con il cilicio e raccontiamo la bella storia di un’eccellenza di Casoria, un ragazzo che porta nel mondo con orgoglio il marchio di fabbrica di una città che tra le pieghe della veste non nasconde solo piaghe, ma tesori di pregio e valore, come Luca Maresca, che riscatta con il suo esempio, intere generazioni di ragazzi disorientati, disorganizzati, disillusi e disponibili spesso ahimè a lasciarsi ammaliare dal canto di funeste sirene che li attirano

Karateka dal palmares ricco e prestigioso, Luca Maresca è campione sul tatami e nella vita: un’eccellenza di cui Casoria può essere orgogliosa.

in labirinti di devianza e micro-macro criminalità da cui poi difficile, se non impossibile, venir fuori è. Ma partiamo dall’inizio: chi è Luca Maresca? È un giovane karateka made in Casoria, che nella sua carriera ha bruciato tutti i record italiani, portando i colori azzurri sulle vette più prestigiose delle competizioni mondiali! Qualcuno di cui essere davvero fieri. Soprattutto perché figlio di questa nostra martoriata città. E oggi è la sua storia che vogliamo raccontare. Anzi no. Facciamocela raccontare direttamente da lui! Avevo otto anni quando ho cominciato ad accostarmi al karate ed è stata una scelta molto casuale: non provengo da una famiglia di karateki che avrebbero potuto indirizzarmi su quella strada, ma provando vari sport mi sono soffermato su quello che mi aveva affascinato di più. Io ero un bambino iperattivo e vivace e il karate mi dava una disciplina aiutandomi a

contenere, a governare e a incanalare la mia energia. La disciplina, le regole, il senso del rispetto erano le cose che mi attiravano di più. Consiglierei a tanti bambini di praticare le arti marziali perché veramente insegnano le regole, la disciplina e il rispetto e li formano come atleti, come sportivi e come persone. Eri un bambino che andava contenuto quindi, alla ricerca di qualcosa e qualcuno che ti contenesse. Il qualcosa l’hai trovato nel karate, il qualcuno è stato il tuo maestro?

Il mio maestro è stato importantissimo per me, è stato il mio punto di riferimento da piccolo e mi ha indirizzato sulla strada giusta. Mi ha cresciuto e ancora oggi abbiamo un bellissimo rapporto. È Mario Cicchella e insegna ancora a Casoria. Con lui ho in legame particolare. Anche grazie a lui mi sono appassionato a questo sport e ho cominciato a diventare bravo fin da piccolo:

ho cominciato a gareggiare già a dodici anni e che avessi talento si è visto subito. Ero bravo anche perché ero talmente appassionato di karate che entravo in palestra alle tre del pomeriggio e uscivo alle dieci di sera, perché seguivo tutti i corsi che c’erano: da quelli dei bambini di cinque anni, fino ai giovani di vent’anni.

Quando hai capito che saresti diventato un professionista?

La strada dell’agonismo mi si è aperta verso i quattordici anni, (ora ne ha ventotto, ndr) quando sono entrato nella nazionale giovanile dove si è vista un po’ della mia stoffa a livello agonistico e ho avuto consapevolezza di quello che volevo fare, di qual era il mio sogno. A sedici anni ho vinto il mondiale giovanile e lì ho avuto la certezza. Già a diciassette anni la Polizia mi aveva mandato a chiamare e mi aveva chiesto in prestito e a diciannove anni mi sono arruolato.

Entrare in Polizia ti è servito per poter gareggiare o indossare la divisa rappresentava un’altra tua passione?

La mia divisa è una divisa sportiva, quella del gruppo di Polizia delle Fiamme Oro. A parte il fascino della divisa, il mio scopo era far sì che la mia passione diventasse una professione e grazie alle Fiamme Oro ho potuto realizzarlo, perché è l’unico modo per far sì che praticando uno sport del genere tu venga anche stipendiato e gareggiare a livello agonistico entrando in un gruppo sportivo militare. Questo per me aveva priorità su tutto. Ho trovato quindi realizzazione lavorativa realizzando la mia passione. Quindi il tuo lavoro consi-

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MARIA CRISTINA ORGA

ste solo nell’allenarti e nel gareggiare con i colori delle Fiamme Oro?

Io sono un poliziotto a tutti gli effetti, ma non svolgo il ruolo ordinario, cioè attività di Polizia. Gareggio con i colori della Polizia. Tra le arti marziali, cos’ha in più il karate?

Le arti marziali sono tutte speciali e affascinanti. Il karate, tuttavia è oggettivamente più completo: il Taekwondo è uno sport prevalentemente di gambe, il Pugilato solo di braccia, il Judo è fatto solo di prese e proiezioni, mentre il karate abbraccia tutte e tre le componenti.

Torniamo a parlare di te. Dopo la vittoria nei mondiali giovanili a solo sedici anni, com’è proseguita la tua carriera?

Ormai sono quasi quindici anni che gareggio in nazionale. Ho vinto quattro titoli europei e due bronzi mondiali. Ho avuto enormi soddisfazioni. Una delle soddisfazioni più grandi è stata la vittoria alle olimpiadi europee a Baku, nel 2015 dove già qualificarsi era difficile e io riuscii a conquistare un argento che valeva oro. (il suo è stato il primo podio italiano nella storia del karate agli europei- ndr) Dopo quattro anni, ho fatto un cambio di categoria e sono riuscito a vincere l’oro nelle competizioni europee successive. La medaglia olimpica è sicuramente quella che ha più prestigio, però anche vincere il titolo mondiale è stato di grande soddisfazione. La mia carriera ora prosegue con enorme soddisfazione del mio gruppo sportivo della Polizia, che mi segue. Ho un ottimo rapporto con i miei allenatori e ho uno staff completo di cui sono orgoglioso. Ogni giorno lavoriamo insieme e questo mi dà grandi soddisfazioni: avere persone intorno a te con cui condividere il percorso, non solo conquistare i risultati. Tu sei casoriano e sei un

modello per i giovani della tua città, molti dei quali hanno bisogno di riferimenti positivi, come te. Sei riuscito in questo?

Di sicuro per i ragazzi che frequentano la palestra. Poi ho tanti amici tra i ragazzi di Casoria e loro hanno sempre apprezzato quello che ho fatto e che continuo a fare. Sono orgoglioso di essere uno dei punti di riferimento di Casoria. Qualche tempo fa sono stato invitato al comune per una premiazione e ho ricevuto anche una targa dal sindaco di Casoria per il mondiale vinto e anche di questo sono orgoglioso.

Qual è la prossima sfida che ti attende?

Il mese di dicembre sarà di pausa. Io mi devo riprendere da un piccolo infortunio muscolare e poi a gennaio si ricomincia con un fitto tabellone di gare: saremo in Egitto a fine mese, per una gara di qualificazione ma l’obiettivo principale sono gli Europei a marzo. Facendo dei buoni piazzamenti alla Coppa del Mondo in Egitto, andremo poi a qualificarci per gli europei.

Quando non sei in palestra, che cosa ami fare?

Stare con gli amici e in famiglia è la cosa che mi piace e mi rilassa. Ho una vita sociale molto attiva, mi piace affiancare agli allenamenti le serate con gli amici, come tutti i ragazzi ella mia età. Un atleta come te deve seguire una dieta particolare? Deve cercare di mangiare in modo pulito. Io sono molto fortunato, perché ho un metabolismo veloce che mi fa assimilare poco. Certo, uscendo a cena con gli amici mangio qualcosa in più, compenso con gli allenamenti. Ma ci tengo a mangiare sano e ad evitare schifezze. Prima delle gare in particolare, quando c’è qualche chiletto da eliminare per rientrare nella fascia di peso, ma è tutto regolare.

Fare qualche sacrificio a tavola è ben ripagato dalla soddisfazione dei risultati sul tatami! Assolutamente!

Fino a che età si può gareggiare a livelli alti come quelli a cui sei arrivato tu? Più o meno trentuno, trentadue anni.

Tu, a fine carriera cosa farai?

Allenerò una sezione giovanile delle Fiamme Oro qui a Napoli. Probabilmente alla Sanità, perché lì c’è già una sezione aperta per il Judo e il Pugilato, dove si potrà appoggiare anche il karate. La Polizia, con le Fiamme Oro, ci tiene molto ad essere nei quartieri difficili e disagiati come la Sanità. E riesce a togliere ragazzi dalla strada e a farli salire sul tatami?

Certamente! E quelli sono i risultati più belli: non solo togli un ragazzo a rischio criminalità dalla strada, ma lo fai entrare in Polizia grazie allo sport e chissà che poi a fine carriera non entri anche come poliziotto effettivo in servizio attivo. La Polizia interviene nei quartieri a rischio aprendo delle scuole, delle palestre, si avvicinano i ragazzi allo sport e di conseguenza alla legalità. Ci sono anche ragazze tra le Fiamme Oro del karate?

Sì, tante. La nostra squadra è composta da quattro ragazzi e dieci ragazze, quindi sono la maggioranza.

E anche le ragazze hanno raggiunto risultati importanti come i tuoi?

Sì. La nella squadra delle Fiamme Oro sono molte le ragazze nazionali che hanno vinto titoli importanti. Sono anche più forti degli uomini. Tu hai iniziato a praticare arti marziali a otto anni. È quella l’età giusta per portare un bambino o una bambina in palestra a provare il karate?

Sì. Più o meno è quella. È bene iniziare fin da piccoli.

Le arti marziali insegnano tanto: disciplina, valori e rispetto, le cose più importanti di cui abbiamo bisogno nella vita quotidiana. Consigli anche ai bambini che hanno bisogni educativi speciali di praticare karate?

Sì. Consiglio le arti marziali in generale, non solo il karate, perché insegnano a concentrarsi, migliorano l’attenzione, la pazienza e la capacità di impegnarsi per raggiungere un obiettivo. Anche io, per esempio, mi sono impegnato a diplomarmi quanto prima per raggiungere l’obiettivo di poter fare karate come professionista. Diventa una motivazione importante.

E una motivazione serve per migliorare sempre. Hai notato dei cambiamenti nei ragazzi dopo la pandemia?

No. Però quello che vedo è che stanno tutti con i cellulari in mano, sui social e praticano meno sport. Questo crea delle difficoltà ai bambini che si approcciano alla palestra. Quando io ero piccolo, se non ero in palestra giocavo a calcetto. Ed era molto meglio. quindi per i bambini meno cellulari, meno Play Station e più palestra.

Sì. Meno cellulari, più divertimento e più sport.

Parola di campione. E giusto per capire di che calibro sia, chiudiamo con il suo palmares:

Mondiali

Madrid 2018: bronzo nel kumite a squadre

Dubai 2021: oro nel kumite a squadre

Europei

Istanbul 2015: oro nei -60 kg.

Giochi del Mediterraneo Mersin 2013: oro nei -60 kg. Orano 2022: argento nei -67 kg.

Giochi europei

Baku 2015: argento nei -60 kg.

Minsk 2019: oro nei -67 kg.

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È UNO DEI SET PREFERITI DAI REGISTI. MA NON È TUTTO ORO QUEL CHE LUCCICA

E’ da tempo immemore che Napoli viene scelta come location in cui ambientare storie. Che siano romanzi, poesie, serie tv o film Napoli con i suoi vicoli stretti, coi suoi colori unici, con le sue pietre trasudanti storia è davvero da sempre sulla bocca di tutti. Tra i vari quartieri e Rioni di cui si compone la città il Rione Sanità è uno dei preferiti. E’ in piazza Sanità che fu girata la famosa scena del Pazzariello di “L’oro di Napoli”. Tra Sanità e Moiariello è ambientato “Nostalgia”, romanzo di Ermanno Rea diventato recentemente film con protagonista Pierfrancesco Favino.

Ultima in ordine di tempo la zona cosiddetta Miracoli, che sempre del Rione Sanità fa parte, che nei giorni scorsi ha ospitato le riprese di alcune scene della quarta stagione de “I bastardi di Pizzofalcone” fortunata serie tv che si ispira ad una serie di romanzi scritti da Maurizio de Giovanni.

Quello di “Napoli perenne set a cielo aperto” è un tema piuttosto dibattuto in città.

C’è chi ne è entusiasta e chi si dimostra alquanto insofferente. Fa indubbiamente piacere sapere che Napoli sia uno dei luoghi preferiti da produttori e registi, fa piacere sapere che l’arrivo di grandi troupe abbia dei risvolti economici positivi e, diciamocelo, è anche eccitante osservare da vicino le fasi di preparazione di un set, i mille ciak fatti per registrare una scena, ascoltare le indicazioni del regista e poter essere a pochi passi dai nostri attori preferiti. Ma a tutto questo fanno da contraltare alcuni fastidiosi disagi, come il fatto di avere

quasi quotidianamente intere strade occupate dai camion delle varie produzioni cosa che rappresenta, in una città in cui atavico è il problema dei pochi spazi disponibili per parcheggiare le auto, un vero problema. Non sempre poi le troupe quando vanno via lasciano tutto pulito. Infine tutte queste attenzioni su Napoli si ripercuotono in maniera decisamente negativa sul settore immobiliare.

Ormai affittare una casa a Napoli, specie nei quartieri più centrali, è diventato realmente impossibile: i canoni

d’affitto sono scandalosamente alti (chi vi scrive si è recentemente imbattuta in un annuncio in cui si metteva in locazione una stanza di dieci metri quadri per la “modica” cifra di SETTECENTOCINQUANTA euro al mese) e i proprietari si rifiutano categoricamente di affittare a famiglie o a genitori single prediligendo gli affitti brevi (leggi B&B, ormai a Napoli in ogni palazzo ce ne è almeno uno) e pretendendo miriadi di garanzie. Sempre più napoletani quindi stanno lasciando la città preferendole paesi limitrofi più abbordabili e vivibili. Tutto ciò suscita una piccola riflessione: se non si invertirà la rotta, se non verrà presto posto un freno alle speculazioni di alcuni proprietari di immobili Napoli finirà per diventare una città fantasma, un enorme B&B popolato solo da turisti e troupe televisive. Per cui ben vengano i vari Denzel Washington, Alessandro Gassman e Pierfrancesco Favino ma che senso ha Napoli senza napoletani che la abitino?

www.casoriadue.it

LE NOTIZIE DEL TERRITORIO IN TEMPO REALE

Se siete giunti fino a qui saprete certamente di star leggendo un settimanale che si chiama “Casoria Due” e sicuramente saprete che tale settimanale si occupa di approfondimenti. Chi vi collabora prende un tema, che può essere politico, culturale, culinario, legale, sportivo e chi più ne ha più ne metta e lo approfondisce attraverso interviste, snocciolamento di dati o attraverso sue riflessioni personali. Ma, si sa, il mondo corre veloce e c’è sempre un avvenimento che val la pena raccontare. Ed è per questo che, ormai 14 anni fa, è nato il sito internet www.casoriadue.it . Su questo sito di facile lettura potrete trovare non solo tutte le edizioni del nostro settimanale ma anche le news in tempo reale su tutti gli avvenimenti che interessano il nostro territorio.

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CHIARA D’APONTE SANITÀ SUPERSTAR! IL QUARTIERE DI TOTÒ

ORA DOVREI ESSERE A SCUOLA, MA…

Lunedì 28 novembre si è tenuto un primo incontro tra amministrazione e abitanti del campo rom, prossimo appuntamento il 12 dicembre. Altri due abitanti hanno, intanto, ottenuto la cittadinanza italiana, mentre continua il supporto legale e sociale dei volontari. Questo articolo, però, è per Jennifer e il suo coraggioso intervento nella sala consiliare. Voi ce l’avete i figli? Li mandate a scuola? Noi amiamo andare a scuola, anzi ora è proprio lì che dovremmo stare, con compagni di classe e insegnanti, invece, è mai possibile che dobbiamo stare qui per chiedere ciò che è un nostro diritto? – la sala consiliare si gela, in silenzio, ascoltando Jennifer, 16 anni, intervenire con indignazione durante l’incontro tra abitanti del campo Rom e l’amministrazione comunale di Casoria.

Un funzionario prova a interromperla, dandole ragione e provando a giustificare le difficoltà amministrative e gli intoppi legali, ma è lì che Jennifer, con la sfrontatezza di un’adolescente carica di rabbia e forse di altre mille emozioni, s’impone: “Sto parlando io, fatemi finire!”.

Ormai non sa proprio cosa farsene di chi le dice che siamo tutti uguali, che c’è la buona volontà, che però bisogna aspettare. Così vale anche per questo articolo, non avrebbe senso se non per dare spazio alle sue parole.

Sta parlando lei, quindi noi zitti, perché di voce, di pace, di diritti, già gliene abbiamo rubati abbastanza. Se voi camminate per strada, nessuno vi dice niente, passate inosservati. Quando camminiamo noi, lo facciamo tra gli insulti, siamo prive di andare ovunque, perché subiamo sempre i pregiudizi della gente… ‘attenti che sono ladre!’. Eppure se mi taglio, mi faccio male, come anche voi… Io sono nata in Italia, da generazioni viviamo qui, eppure non abbiamo ancora il diritto a un dottore, ad avere dei documenti che possano farci lavorare come tutte, per andare a scuola senza problemi. Il nostro codice fiscale provvisorio scade a dicembre… mi dite voi come facciamo ad andare a scuola da gennaio?

Non avete idea di quanto sia difficile vivere in queste condizioni. Andiamo avanti con mille sacrifici, spesso ci manca da mangiare, non possiamo guidare un’auto perché sprovvisti di documenti, non possiamo fare nulla, per noi è tutto più difficile… ma tutto questo vi sembra giusto? E’ normale per voi? Tutto intorno si sente qualche singhiozzo di pianto, sono i genitori, gli amici di J., emozionati per come quella piccola e grande donna possa aver rappresentato con passione le esigenze di una comunità intera, di famiglie costrette all’emarginazione, a causa dell’inefficienza degli uffici, della cecità della politica, della farraginosità di certi regolamenti.

Gli occhi sono ancora lucidi e il cuore ancora tremante per quel grido all’ingiustizia così puro e autentico. Di certo, sarà servito a qualcosa… Per l’iscrizione a scuola, ma anche per un futuro dove nessun debba più rivendicare diritti all’apparenza così semplici, la cui negazione fa gridare: “Sto parlando io, fatemi finire!”.

Grazie Jennifer, che nel chiedere di andare a scuola come le altre ragazzine della tua età, stavolta sei tu a farci una lezione. Ed ora che la dignità di quelle parole e di quei sentimenti sono state pronunciate dai banchi dove solitamente siedono le istituzioni, la storia ha preso già un altro corso e nessun governo, nessuna discriminazione, potrà mai più cambiarla.

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Approcciarsi agli altri con atteggiamento rispettoso, non essere giudicante, chiedere le cose ‘per piacere’, saper riconoscere i propri errori e saper chiedere scusa, dire Grazie, aiutare chi è in difficoltà, sostenere gli altri.

Sono alcuni dei quarantacinque punti messi insieme da un lavoro di scrittura collettiva dell’associazione La Mescolanza, in occasione del ‘World Kindness Day’, la giornata della gentilezza come guida nel comunicare. La data cadeva il 13 novembre, ma il Manifesto redatto da tanti giovani e meno giovani, lavoratori, immigrati, studiosi e filosofi, “è sempre aperto e deve essere uno strumento utile per tutti i giorni, non solo in occasione di un evento”, come ci fa sapere Bruna, presidentessa dell’associazione che ha promosso l’iniziativa. Si può consultare integralmente sulle pagine social de La Mescolanza, ma forse vi capiterà di trovarlo affisso in giro, perché l’idea è quella di una massima diffusione dei suoi contenuti. Così, in un mondo dove i politici s’insultano tra i banchi parlamentari, dove il body-shaming e le tante forme verbali di disprezzo e discriminazione verso il

diverso abbondano, in un momento storico dove la violenza della quotidianità e l’individualismo sbaragliano il dialogo e la sana convivenza tra le persone, ecco un po’ di appunti per restare umani e non offendere, di proposito o involontariamente, le persone che ci circondano. Una chiave importante che ci dona quest’elenco di buone pratiche e propositi è il rispetto e l’ascolto, innanzitutto, di noi stessi e dei nostri bisogni. L’altruismo è necessario, ma un sano egoismo, è addirittura fondamentale per stare bene con noi e con gli altri e le altre: “ascoltare i bisogni degli altri senza dimenticare i miei”, “avere parole gentili verso me stesso”, “conoscere me stesso e avere cura di me”, “parlare con le persone onestamente e con chiarezza”.

Bisogna avere pazienza, condividere, curare le relazioni, lottare sempre contro le ingiustizie, avere un atteggiamento umile, comprendere quali cause storiche ci sono dietro un determinato atteggiamento, evitare linguaggi offensivi come “sei troppo magra”, “ricchione”, “chiattone”, “negro”… Insomma, avere curiosità, rispetto e interesse per chi ha un aspetto o una cultura diversa dalla nostra. Tutte cose che all’occhio meno attento possono sembrare scontate, ma è proprio la nostra superficialità troppo spesso a far del male agli altri. L’impegno, difficile ma bello e gratificante, è essere gentili, perché le nostre parole, le nostre azioni possono cambiare la vita nostra, degli altri e, magari, possono addirittura cambiare il mondo.

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ANGELO VOZZELLA “PER ADULTI, GIOVANI E BAMBINI CHE VOGLIONO IMPEGNARSI NELLA COSTRUZIONE DI UNA SOCIETÀ MIGLIORE” UN MANIFESTO DELLA COMUNICAZIONE GENTILE E ANTIDISCRIMINATORIA Acquista il tuo spazio pubblicitario chiama Tel. 081 3086022 3384356954 - 3404120171

COLPA E RISCATTO AL MONASTERO DELLE PENTITE A NAPOLI

Il 25 novembre è ormai una data storica, in cui si celebra la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. E proprio in questa data, nella sala consiliare di Casoria è stato presentato l’ultimo romanzo di Giulia Campece dal titolo “COLPA E RISCATTO AL MONASTERO DELLE PENTITE A NAPOLI”.

Il romanzo, edito dalla casa editrice D’Anna di Casoria, è stato accolto da un pubblico numeroso e colto costituito da autorità amministrative, scolastiche, docenti, poeti, pittori, scultori nonché giovani attenti alla cultura. Sia il sindaco dott. Raffaele Bene, sia l’assessore P.I. e Cultura dott. Vincenzo Russo hanno elogiato quali eccellenze del territorio la prof.ssa Giulia Campece e la prof.ssa Vittoria Caso, dichiarandosi entusiasti per questa e le successive iniziative che saranno poste in essere.

C’è, infatti, un altro aspetto che è necessario evidenziare: Colpa e riscatto al monastero delle pentite a Napoli è il primo protagonista di una nuova rassegna dal titolo VOCE ALLE DONNE che l’associazione Clarae Musae, per volontà della prof. ssa Caso, ha deciso di organizzare in collaborazione con D’Anna editore Non poteva esserci opera più

degna per aprire questa rassegna che si propone di dare voce non solo alle autrici ma anche a tutti gli autori che parlano, raccontano, poetano di donne.

L’incontro è stato coordinato con eleganza e gioiosità dal sociologo Christian Sanna e non sono mancati intermezzi musicali curati dalla splendida voce di Francesca Gaudiero

Relatori di eccellenza sono stati la professoressa Vittoria Caso presidente Associazione Clarae Musae, Nando Troise direttore di Casoria 2 e Giuseppe D’Anna responsabile della omonima casa editrice. “Questo romanzo ci conduce in momenti e luoghi caratteristici di Napoli, ci fa rivivere tradizioni ormai cadute nell’oblio, evidenzia come le donne abbiano sofferto a causa dei tanti pregiudizi e dei numerosi stereotipi che purtroppo in gran parte ancora oggi costituiscono un pesante fardello. - ha affermato Nando Troise - Ho letto con piacere tutti i libri scritti da Giulia, li ho trovati sempre avvincenti grazie sia all’intreccio, sia allo stile fluido e piacevole così come alla sua capacità di penetrare nell’animo dei personaggi”. Giuseppe D’Anna, responsabile della D’Anna editore, ha ricordato non senza emozionarsi, i primi passi realizzati

con entusiasmo e intraprendenza dal padre dottor Sergio D’Anna, stimato e benvoluto da tutti e si è dichiarato “Pronto a proseguire il percorso già iniziato, anche se sicuramente non è semplice nell’era della virtualità promuovere testi cartacei. Tuttavia la casa editrice D’Anna pubblicherà testi pregevoli e di qualità, convinta che nei libri, come afferma Piero Dorfles, si possano trovare le risposte adatte a tutti i quesiti che la vita ci pone”. La prof.ssa Vittoria Caso in una relazione ricca e articolata è andata al cuore del testo: “La narrazione nel suo sviluppo evidenzia quanto il sé femminile sia stato lungamente lacerato tra diritti e doveri, tra espressione e repressione, tra emozioni sincere e false apparenze, tra difficoltà e amarezze nel pubblico e nel privato e come la strada

percorsa nei secoli dalle donne sia stata tortuosa, burrascosa, tutta in salita, irta di ostacoli causati da condizionanti e atavici pregiudizi.”

“Non è la prima volta che Giulia Campece dà voce e volto a donne che hanno sofferto nel corso della loro vita -ha inoltre sottolineato- a causa di una società rigidamente patriarcale tesa a lasciare intatta la gerarchia dei ruoli. L’autrice, infatti, attraverso la narrazione di storie individuali, presenta modi di essere e di pensare tipici sia degli anni a cavallo tra ‘800 e ‘900, sia del ‘900 quando da una parte la società patriarcale, dall’altra l’ideologia borghese benpensante, basata su atavici stereotipi, determinava ingiustizie insanabili e schiaccianti prevaricazioni sulla donna in ogni fase della vita e della quotidianità. Non mancano descrizioni

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ROSSELLA VERZE PRESENTATO L’ULTIMO ROMANZO DI GIULIA CAMPECE A CASORIA

di usi e costumi, accanto a suggestioni dal tono nostalgico, così come a momenti di introspezione si affiancano momenti di riflessione e di tenerezza; il contenuto è spesso reso dinamico dalla forma dialogica diretta e indiretta, che rende piacevole la lettura e rende l’opera meritevole di un sentito plauso.” “Zia Elisa – ha ulteriormente spiegato la prof.ssa Caso, entrando nella specificità dei personaggi – narra la storia di Assunta e Adelina, accomunate dalle medesime aberranti dinamiche familiari: due ragazze ingenue e sensibili considerate “col-

pevoli” e che vengono rinchiuse nel Monastero delle pentite per espiare le loro colpe, per potersi riscattare e poi eventualmente trovare un ruolo nella società…vite vissute, esperienze dolorose sono il fulcro del romanzo il cui impianto narrativo suscita l’interesse del lettore, ne cattura l’attenzione dal principio alla fine, lo avvince in un turbinio di emozioni.”

Le letture, curate dalla bravissima attrice Imma Torri, hanno dato a tutti i presenti la possibilità di addentrarsi nel cuore di questo bel romanzo e coglierne ulteriori dettagli. Ovviamente, per conoscere a

fondo la storia di Assunta e Adelina e delle altre “pentite”, che trascorrono una parte della propria vita nello storico monastero, è necessario leggere l’opera.

E, infatti, l’autrice ha firmato decine di copie alle tante persone che non si sono fatte scappare l’opportunità di dedicarsi a quest’avvincente lettura.

Sicuramente nell’ambito del ruolo di Consigliere Comunale sono tra quelli che maggiormente scrivono, “inondando” spesso gli uffici di pec con proposte e segnalazioni. In alcuni articoli presenterò alcune di queste proposte, sulle quali poi ovviamente stiamo lavorando con gli uffici preposti. Tra queste, ne ho scelte due, su cui stiamo lavorando in questo periodo. La prima riguarda la necessità di recuperare due strade oggi in pessime condizioni, e si tratta di Via Duca D’Aosta e Via Nazario Sauro, e la necessità di realizzare il tratto mancante in via Pagano con via Pennasilico, che permetterebbe ad un intero quartiere di raggiungere agevolmente vari assi viari maggiori. Ecco la nota inviata per la richiesta della problematica, che ha poi attivato dei tavoli di confronto.

Al Sindaco Raffele Bene - Al Dirigente Napolitano

“Con la presente si richiede di programmare in tempi brevi tre progettazioni da tenere a disposizione dell’amministrazione in caso di uscita di bandi e possibilità di finanziamenti. Si richiede di predisporre un progetto di recupero della fogna e della strada di Via Nazario Sauro, della strada di via Duca D’Aosta e del collegamento mancante tra via Pagano e Via Pennasilico (tratto mancante). Avere tre progetti pronti, signi-

ficherà essere pronti ad utilizzarli nel momento di uscita di bandi e finanziamenti”.

Via Nazario Sauro è oggetto di una richiesta di finanziamento nell’ambito del finanziamento “CIS Acqua Bene Comune” e siamo in attesa dell’esito del finanziamento, anche per Via Duca D’Aosta. Ora serve attivare un tavolo per recuperare un vecchio progetto per il collegamento tra via Pagano e via Pennasilico, progetto utilissimo per la zona periferica di Casoria ai confini con Afragola. Altra battaglia utile è quella della dismissione del patrimonio comunale, per i beni presenti fuori comune.

Ecco la nota inviata: Al Sindaco Raffaele BENE - Al Dirigente al Patrimonio “Con la presente, visto che il comune è proprietario di beni fuori dal perimetro cittadino, è dato che tali beni sono nell’elenco dei beni da alienare, si richiede di attivare le procedure necessarie per l’alienazione. I beni fuori comune, sono in condizioni non ottimali e difficilmente potranno essere valorizzati dall’ente. Nello specifico si trovano nel Comune di Napoli ed Afragola”.

13 DOMENICA 4 DICEMBRE 2022 SALVATORE IAVARONE – CONSIGLIERE COMUNALE DI CASORIA PROPOSTE PER IL TERRITORIO, NUOVI COLLEGAMENTI VIARI PER MIGLIORARE LA VIABILITÀ ® Via Pietro Nenni snc 80026 Casoria (Na) Via Bottaro snc 80058 Torre Annunziata (Na) Via Don Sebastiano De Rosa snc 80022 Arzano (Na) Distributori di carburanti

AI CANTIERI CULTURALI DELLA ZISA, A PALERMO DEGUSTAZIONE E ARTE

Tre giorni tra degustazione e arte ai Cantieri culturali della Zisa di Palermo

Dal 16 al 18 dicembre di quest’anno, sotto le Tre Navate dei Cantieri Culturali della Zisa, nella nostra Palermo, torna “DeGusti ArteAmici lettori, per la gioia dei buongustai, sotto le Tre Navate dei Cantieri Culturali la Terza edizione di “DeGusti Arte”

In questi soli tre soli giorni si possono gustare e soprattutto apprezzare, con il modico prezzo di €10,00, non soltanto vini e raffinate specialità gastronomiche nella nostra Sicilia. Ma soprattutto eventi culturali: questa la formula di successo che la rende strepitosa. Poiché si può brindare con quaranta e più diversi vini di pregio di tutta l’isola, degustare eccellenze gastronomiche dei nostri caseifici e conserve dolci o salate, deliziarsi con miele di arnia, cioccolato di Modica e tanto altro. Come caffe prodotti e lavorati da siciliani, in Sicilia. Il tè in barrique e le creazioni di Chiara Mascellaro, la famosa e apprezzata bartender palermitana vincitrice indiscussa di molte importantissime competizioni internazionali. Che per non farci mancare nulla in questa importante occasione, ha creato solo per noi tre interessanti e unici cocktail con diversi spirits artigianali. Ma possiamo anche godere di musica jazz o partecipare a talk e focus. Che animeranno il dibattito sulla cultura alimentare siciliana. Inoltre, sono presenti, ben sei editori indipendenti siciliani, che presentano nella manifestazione altrettanti autori. Per poter riscoprire con gusto, del palato e no, il forte e stretto legame tra enogastronomia e letteratura. Infine non mancano neanche pittori e ar-

tisti per dipingere tele e quadri utilizzando olio, vino, cacao e caffè.

Insomma il palinsesto di questa manifestazione enogastronomica e culturale siciliana è ricchissimo di eventi, tanti i focus e momenti di approfondimento. Quindi «Si può fare, storie di strepitoso successo” che vede protagonista il racconto d’impresa di giovani imprenditori del territorio, o «La Sicilia è donna» interviste a donne che contribuiscono ad arricchire la cultura imprenditoriale femminile nell’agroalimentare, con tanta forza di volontà e coraggio. Come arrivare a questa manifestazione già all’apertura?

È semplice amici lettori; gli autobus che ci passano vicini sono il: 106, 124 e il 389P.

Per gli interessati, palermitani e no. Allego di seguitò il prospetto illustrativo: Cantieri Culturali alla Zisa - Palermo Dal 16 al 18 dicembre 2022

Per chi volesse maggiori informazioni si connetta alla pagina Facebook Cantieri Culturali alla Zisa e invii loro un messaggio, rispondono quanto prima.

Conclusioni

Quindi, ovunque voi siate e da dove venite: se volete passare un fine settimana all’insegna del buon gusto gastronomico e culturale, non fatevi sfuggire questa manifestazione per tutta la famiglia, amici e conoscenti.

FONTI: Degusti Arte dal 16 al 18 Dicembre ai Cantieri Culturali della Zisa di Palermo - Palermo (virgilio.it); “DeGusti Arte” a Palermo: tre giorni dedicati alle eccellenze enogastronomiche siciliane (balarm.it).

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Dalle 17.00 a mezzanotte 10 euro (ticket per la degustazione) Biglietti acquistabili direttamente al botteghino sul posto.

“LE BUGIE CON LE GAMBE LUNGHE” IN UNA INTERESSANTE RIVISITAZIONE DI DOMENICO PALMIERO

Quella andata recentemente in scena al Teatro Lendi di Sant’ Arpino (CE) è stata una godibilissima commedia di Eduardo, “Le bugie con le gambe lunghe”.

Il regista, Domenico Palmiero, ha offerto una rappresentazione fedele allo spirito del Suo Autore, pur con l’inserimento di poche ma interessanti libertà registiche ne hanno rafforzato il messaggio sotteso .

In quest’opera il Maestro indaga nell’animo umano con la profondità propria di chi lo conosce bene; siamo nel secondo dopoguerra, ed Eduardo dipinge con tratti sapienti le figure cardine della sua commedia: il marito fedifrago e cornuto, cui l’amante - a sua volta incinta di un altro - tenta di attribuire la paternità del nascituro, una giovane donna arricchita coi proventi della sua attività di ex prostituta, ed un uomo, Libero (di nome ma non di fatto), innamorato della suddetta ma con sorella zitella a carico, tristemente oggetto di interesse da parte di un vecchio tirchio benestante che vede in ella un investimento economico per la sua vecchiaia.

Tutti sanno l’uno dell’altro ma tacciono facendo finta di non sapere; Libero, il solo che si batte perché la Verità venga a galla, viene aspramente redarguito e alla fine cede anch’egli, concedendosi di sposare la giovane parvenue di cui è segretamente innamorato ma che rifiutava temendo il giudizio della società, essendo ella una ex prostituta ed egli un poveraccio; alla fine, come dirà Eduardo, con una consapevole amarezza che trapela in tutta la sua opera,“ le bugie con le gambe lunghe sono quelle che tutti noi dobbiamo aiutare a camminare per non far cadere l’impalcatura della società”.

Ed è proprio quest’ amara consapevolezza del Suo Autore che il brillante regista, Domenico Palmiero, ha voluto mettere in evidenza, aggiungendo, nell’ultima scena dell’ultimo atto, un qualcosa che la sceneggiatura originale non prevede: una piccola scossa di terremoto, che, per qualche istante, spaventa i protagonisti, ma che poi, vedendo che nulla era successo, che l’impalcatura era ancora intatta, sebbene qualche piccola insignificante crepa, continua dritta per la sua

strada di implacabili Bugie.

Il regista apre la scena mostrando un’impalcatura in essere, dei men at working che magistralmente rimandano, nello spettatore, l’idea della società che si sta ricostruendo dopo la fine della seconda guerra mondiale, e dei personaggi fermi, immobili ; una voce fuori capo annuncia la fine della guerra, e, solo allora, i personaggi prendono vita, iniziano a muoversi, a fare la propria parte nella società: a parere di chi scrive, questi “innesti” del regista sono stati molto arguti e ad hoc, ben interpretando lo spirito del suo straordinario Autore.

Lo abbiamo intervistato, Domenico Palmiero, e siamo rimasti letteralmente basiti quando abbiamo appreso la sua giovane età, a fronte di una già cospicua esperienza: classe 2000, si è diplomato al Liceo Artistico “San Leucio” di Caserta, ma, essendo figlio d’arte, recita già dall’età di sei anni; a dieci anni fonda, nell’oratorio di quartiere, la sua prima compagnia, che battezza “Fratello Sole Sorella Luna” che poi trasformerà successivamente nell’acronimo F.S.S.L.; intraprende una proficua e perdurante collaborazione con il Liceo Artistico San Leucio, che spesso cura la sceneggiatura delle sue rappresentazioni, come nel caso di specie, supportato dall’incondizionato appoggio della sua Dirigente, la Dott.ssa Immacolata Nespoli, che si adopera incessantemente per offrire a studenti e discenti di ogni fascia di età, corsi e servizi sempre più all’avanguardia e innovativi .

Appena ventiduenne, ha già all’attivo svariate regie; vincitore, lo scorso anno, della XII edizione del Premio di cabaret “Fratelli De Rege”, ci racconta come ha approntato la regia di quest’opera: “I personaggi sono di facciata, ma dentro sono vuoti e scenograficamente abbiamo un palazzo all’interno tutto vuoto, ancora in costruzione, con dei muratori su di un’impalcatura che poi, durante la messa in scena della commedia, capiremo che è retta da bugie con le gambe lunghe, un’impalcatura che può crollare all’improvviso, non appena qualcuno si decida a dire una verità”; e ancora, “Qui vediamo l’amarezza di Eduardo, quando fa dire ai suoi personaggi “mannag-

gia ‘a guerra”, anche se poi, in realtà, non è la Guerra a creare queste brutture della società, ma è l’animo umano, che non cambia mai; se ci riflettiamo, questo argomento, che Eduardo tratta in maniera acuta, è molto attuale, perché questo Covid in qualche modo per noi è stata una guerra; oggi, molti attribuiscono al Covid tante cose, in modo a volte anche grottesco….ma l’umanità, l’ipocrisia, le bugie, ci sono e ci sono sempre state a prescindere, non possiamo appellarci oggi al Covid o, come allora diceva Eduardo, nel ’46, alla guerra; a prescindere dalla guerra, l’animo umano è cosi”.

Vi snoccioliamo le prossime date di questo interessante artista: domenica 4 Dicembre è in scena a Pomezia, sempre con questa commedia; poi, il 26 dicembre, nella sala consiliare di San Marco Evangelista con “ Vi presento il teatro”, un evento gratuito, in cui Domenico Palmiero va in scena da solo, in un recital legato a doppio filo a diversi Autori, da Salvatore Di Giacomo a Eduardo, a Raffaele Viviani, Antonio de Curtis e Ferdinando Russo.

Il 12 marzo andrà invece in scena al Teatro Iovinelli di Caiazzo con “Il berretto a sonagli”. Per info e contatti: si invita a visitare le relative pagine fb e instagram; su facebook, fssl compagnia di teatro, su instagram, compagnia teatrale fssl. Noi facciamo i nostri complimenti ed auguriamo una lunga carriera di soddisfazioni a questo giovane talentuoso regista, certi che ne sentiremo parlare molto presto ed a lungo, perché di classe e di contenuti, questo artista, ne ha da vendere.

15 DOMENICA 4 DICEMBRE 2022
IMMA CASTRONUOVO
16 DOMENICA 4 DICEMBRE 2022 Via Nazario Sauro, 30 - 80026 Casoria - Tel/Fax 081 757.36.55 - Tel: 081 540.61.74 info@pugliesetermoidraulica.it

RUBRICA “L’AVVOCATO RISPONDE” DI MARIO SETOLA

Egregio avvocato, mi chiamo Sandro e scrivo da Nola, l’estate scorsa un amico di mio fratello è entrato nel nostro giardino saltando la recinzione. Il mio cane, vedendolo e credendo fosse un malintenzionato, gli è saltato addosso, mordendogli il braccio e procurandogli una ferita. Mia mamma ha accompagnato subito il ragazzo al pronto soccorso, dove gli hanno medicato la ferita e dato 15 punti. Oggi ci è arrivata una richiesta di risarcimento danni di 15.000 euro. Siamo sconvolti per l’accaduto, spero presto di ricevere qualche suo consiglio.

Gentile Sandro, la domanda di risarcimento, appare infondata. La responsabilità del padrone o del detentore dell’animale per i danni dallo stesso cagionati a terzi va esclusa quando il danno è stato determinato dal fatto colposo del danneggiato. In questo caso è evidente che il ragazzo, accedendo alla vostra proprietà privata attraverso un movimento anomalo, ossia saltando un muretto, ha involontariamente creato una situazione di grave pericolo, un evento cioè che il cane ha percepito come pericolo per la casa e per l’incolumità dei suoi abitanti. L’istinto di fare la guardia è innato nel cane e non si può certo penalizzare l’animale per una reazione naturale scatenata da un gesto umano sbagliato. Il cane ha giustamente cercato di bloccare “l’intruso” che, pur con le migliori intenzioni, ha certamente compiuto un gesto sciocco. Saltare la recinzione rappresenta una grave imprudenza specie perché, trattandosi di un amico di famiglia, certamente era a conoscenza della presenza dell’animale. Questo fatto potrebbe però essere messo in discussione e sarebbe quindi

opportuno provarlo, anche tramite la dimostrazione dell’esistenza di appositi avvisi “attenti al cane” ai margini della vostra proprietà. In ogni caso l’accedere ad una proprietà privata in quel modo potrebbe integrare gli estremi del reato di violazione di domicilio, reato perseguibile a querela dell’offeso. L’art. 124 c.p. prescrive che la querela sia presentata nel termine perentorio di tre mesi dalla notizia del fatto costituente reato. La giurisprudenza ha chiarito che tale termine comincia a decorrere dalla effettiva conoscenza del fatto che ha la persona offesa, anche in relazione alla sua qualifica di reato e alla individuazione dell’autore. Si può, ad esempio, sapere che è accaduto un determinato evento, ma non avere da subito gli elementi per qualificarlo come reato. In tali casi il termine comincerà a decorrere dal momento in cui il quadro oggettivo e soggettivo sarà completo. Inoltre, l’onere di provare che la querela è stata proposta non tempestivamente grava su chi vuole far valere la decadenza, e l’eventuale incertezza deve essere interpretata a favore del querelante. Quindi

ritengo abbiate sufficiente “potere contrattuale” per far ritirare la richiesta di risarcimento danni. Immagino che nessuno di voi voglia intentare una causa, però potreste rappresentare alla famiglia del ragazzo tale circostanza, magari mandando una lettera di risposta alla richiesta di risarcimento danni. Sarebbe importante verificare se nella richiesta di risarcimento danni o in altro documento viene descritta la dinamica dell’incidente. Credo, comunque, che vi siano gli estremi per resistere in giudizio contro la richiesta di risarcimento danni avanzata dalla controparte.

Cordiali saluti

Avv. Mario Setola – Civilista Esperto in Diritto di Famiglia Cardito (Na)

Corso Cesare Battisti n. 145 Cell. 3382011387

Email: avvocato.mariosetola@libero.it

Piazza Benedetto XV, 5/A 80026 Casoria (NA) itegas.srl@libero.it Tel. 081. 757.31.07 338.490.71.90 339.415.87.00

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Si è conclusa con un grande successo di partecipazione, da parte di tanti studenti, la prima settimana di appuntamenti legati all’evento “Vivere nel Vulcano - I Campi Flegrei”. La manifestazione promossa dall’associazione Lunaria2 Onlus, presieduta da Sonia Gervasio. L’evento conclusivo è stato caratterizzato dalla premiazione dei ragazzi dell’istituto Pergolesi di Pozzuoli, che hanno partecipato alla realizzazione della favola scientifica “Flegrella”, ispirata alla cultura dei Campi Flegrei. Nella giornata conclusiva c’è stata anche l’apertura ufficiale della mostra “Oro Nero del Mediterraneo”, allestita presso il Museo Archeologico dei Campi Flegrei al Castello di Baia.

La mostra è curata da Franco Foresta Martin, Licia Corsale e Anna Russolillo. A tagliare il nastro è stato il responsabile del Museo, l’archeologo Pierfrancesco Talamo, che ha confermato il ruolo dei Parco «sempre disponibile e coinvolto in iniziative dedicate alla divulgazione per i più piccoli come alla ricerca scientifica specialistica».

In una dozzina di pannelli sono spiegate le proprietà fisiche e chimiche dell’ossidiana e come può un magma, fuoriuscito dal vulcano, trasformarsi in un prodotto vitreo, riconoscibile per i suoi piani di frattura concoidi, cioè concavi o convessi. «Qualunque frammento di utensile in ossidiana, grande o piccolo, noi troviamo sul terreno, esso, sottoposto ad opportune analisi, rivela l’impronta geochimica del giacimento di provenienza. È possibile ricostruire da quale apparato vulcanico esso ebbe origine, e quanta distanza ha compiuto la materia prima dalla sorgente fino all’area di lavorazione ed uso», ha spiegato Franco Foresta Martin geologo e divulgatore, impegnato in prima linea nelle ricerche sulle ossidiane.

«Con questa mostra abbiamo voluto puntare l’attenzione su un materiale di natura vulcanica, l’ossidiana, il cui studio permette di ricostruire le relazioni tra i primi insediamenti umani del Mediterraneo», ha detto Anna Russolillo, presidente dell’associazione Villaggio Letterario.

La mostra organizzata si avvale del patrocinio della Regione Campania, in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, il Parco Archeologico dei Campi Flegrei, il Laboratorio Museo di Scienze della Terra di Ustica e Villaggio Letterario è stata subito meta della visita di oltre cento persone tra alunni e genitori dell’Istituto Pergolesi di Pozzuoli. Il taglio del nastro è stato preceduto dalla presentazione della importante ricerca scientifica: “Geoswim: mappare le coste del Mediterraneo. Uno sguardo sulle coste vulcaniche”, a cura di Stefano Furlani, Pietro Aucelli e Gaia Mattei.

18 DOMENICA 4 DICEMBRE 2022
MARCO MARTONE AL CASTELLO DI BAIA AL VIA LA MOSTRA: “ORO NERO DEL MEDITERRANEO” Crescere insieme, perfezionandosi SICUREZZA EDILIZIA AMBIENTE VIA G. ROCCO, 2 - 80026 CASORIA (NA) TEL./FAX +39 081 19105654 - CELL. +39 335 8157475 E-MAIL: stdgroupsrls@virgilio.it - stdgroupsrl@pec.it

Tradizionale appuntamento all’openday dell’I.C. Ludovico da Casoria... che ritorna in presenza!!! Gli OPEN DAY sono finalizzati alla presentazione dell’Offerta Formativa, ad illustrare l’organizzazione delle diverse sedi e a fornire tutte le informazioni relative alle iscrizioni alle sezioni dell’Infanzia, classi prime della Primaria e della Secondaria di 1° grado. “Ogni azione della nostra vita tocca una corda che vibrerà in eterno”: questa frase di Edwin Hubbel Chapin, incipit del nostro PTOF, sintetizza chiaramente le nostre finalità; nel nostro Istituto Comprensivo, infatti, lo studente è in grado di iniziare ad affrontare in autonomia e con responsabilità le situazioni tipiche della propria età, esprimendo la propria personalità in tutte le sue dimensioni. Egli ha con-

sapevolezza delle proprie capacità e dei propri limiti ed impara a mettere tutto questo in gioco, in funzione del rispetto di sé e degli altri, apprezzando la diversità culturale e religiosa. Infine, collabora per la costruzione del bene comune esprimendo le proprie opinioni e manifestando la propria sensibilità. La nostra Offerta formativa è caratterizzata da una serie di azioni che vogliono promuovere la salvaguardia del nostro Pianeta, riassunta nell’espressione “THERE IS NO PLANET B” , a partire dall’ambiente che in cui viviamo per assolvere al dettato costituzionale di formare uomini e donne responsabili. Venite a trovarci e vi renderete conto del fermento che c’è, di come nel nostro Istituto ogni singolo alunno è al centro di qualsiasi azione formativa.

L’iniziativa è proposta dall’Associazione “Una Città Che…” ed è curata da Giovanni Nappi, che aveva già diretto con straordinario successo due edizioni del Villaggio di Babbo Natale a Casalnuovo prima della pandemia. Da giovedì 8 dicembre a domenica 18 dicembre 2022 presso il piccolo Museo Biblioteca Sociale Giacomo Leopardi, di Via Roma 148 a Casalnuovo di Napoli. L’ingresso all’evento è gratuito. Casalnuovo di Napoli si appresta ad ospitare la prima edizione di “BABBO NATALE AL MUSEO”, da giovedì 8 dicembre a domenica 18 dicembre 2022. L’iniziativa è proposta dall’Associazione “Una Città Che…” ed è curata da Giovanni Nappi, che aveva già diretto con straordinario successo due edizioni del “Villaggio di

Babbo Natale a Casalnuovo” prima della pandemia. “Per oltre 10 giorni Babbo Natale condividerà gli spazi del piccolo museo con opere di arte contemporanea, con le sculture in bronzo del maestro Domenico Sepe, con la Sibilla Cumana, con Dante, con Leopardi, con il presepe e con i pastori di San Gregorio Armeno dedicati alla sartoria, con gli oli su tela del maestro Mario Borrelli, con le medaglie di Giacomo Manzu’, di Emilio Greco, con le opere di Pericle Fazzini. Insomma, un modo per avvicinare tante persone all’arte, alla cultura e alle nostre tradizioni, attraverso un’iniziativa di aggregazione e animazione, gioiosa e tipicamente natalizia”, lo afferma Giovanni Nappi, fondatore del piccolo Museo Biblioteca Sociale Giacomo Le-

opardi.

La Sfilata con BABBO NATALE Babbo Natale arriverà in slitta nel pomeriggio di giovedì 8 dicembre 2022. Dalle ore 17.00, da Piazza Immacolata e sulla Via Roma, una sfilata accompagnerà Babbo Natale presso il Museo, dove è stata allestita la stanza per accogliere grandi e piccini che vorranno incontrarlo. Durante tutto l’evento verranno organizzati anche spettacoli di giocoleria, magia e clowneria, con ingresso gratuito. Non mancherà l’animazione con gli Elfi e saranno organizzati momenti di lettura animata. L’inaugurazione dell’evento, alle ore 10.00 del giorno dell’Immacolata, sarà affidata, invece, ai canti di Natale. Dal 12 al 18 dicembre ci sarà, inoltre, un trenino turistico in Città.

19 DOMENICA 4 DICEMBRE 2022
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
TRADIZIONALE APPUNTAMENTO ALL’OPENDAY DELL’I.C. LUDOVICO DA CASORIA...CHE RITORNA IN PRESENZA!!! CASALNUOVO DI NAPOLI: SI ATTENDONO LE FESTIVITÀ NATALIZIE CON L’EVENTO “BABBO NATALE AL MUSEO”
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

PICCOLI gesti fanno la DIFFERENZA CALENDARIO DELLA RACCOLTA

Differenzia bene per te, per i tuoi figli e per la tua città.

ORARI per conferire: dalle 21 alle 24

Lunedì

Plastica e metalli

Si conferisce: Contenitori vuoti per liquidi; flaconi vuoti per detersivi; vaschette per dolciumi e alimenti; Polistirolo; Tutti i contenitori ed imballaggi.

Inquadra il QR code e Scarica l’APP per prenotare un ritiro ingombranti, sfalci e potature.

Martedì - Giovedì Domenica

Umido

Si conferisce:

Avanzi di cibo Fondi di caffè; filtri di tè; Bevande ad infusione; Tovagliolini; Piante, terriccio, semi, fiori secchi ,scarti di frutta e verdura.

Mercoledì

Secco indifferenziato

Si conferisce: Gomma, giocattoli, pannolini; Assorbenti, CD, DVD, VHS; Penne; sacchi per aspirapolvere; spazzolini; rasoi; Lettiere per animali; fazzoletti di carta usati.

Vetro

Si conferisce: Bottiglie (anche rotte); Vasetti; Bottigliette, barattoli.

Controlla la tua zona

SULL’APP e sul sito www.casoriambiente.it

per sapere quando conferire.

Seguici su e sul sito web www.casoriambiente.it

Venerdì

Carta e cartone

Si conferisce: Giornali, riviste, quaderni; Fogli, cartone e cartoncino; Contenitori; scatole in cartone per alimenti; Tetrapak, imballaggi, Contenitori in cartone per frutta.

Riduci, Ricicla, Riusa.

20 DOMENICA

ELENA TORRE

HEY MR BACHARACH È IL NUOVO MERAVIGLIOSO

DISCO DI NICK THE NIGHTFLY

Appena uscito e disponibile in tutti i negozi di dischi e nei principali store digitali il nuovo disco della Nick The Nightfly Orchestra dal titolo Hey Mr Bacharach pubblicato su etichetta Incipit Records e distribuito da Egea Music.

Nick rende omaggio ad uno dei compositori più influenti ed amati di tutti i tempi. Una magnifica impresa musicale quella di unire il Pop raffinato di Bacharach con lo Swing della sua The Nightfly Orchestra composta da bravissimi musicisti che nel 2023 celebrerà 20 anni di storia. Arrangiato dall’ottimo sassofonista e arrangiatore, il maestro Gabriele Comeglio, il disco vede la partecipazione di una nuova voce femminile carica di swing che si unisce alla storica orchestra con un timbro pop soul e molto radiofonico: la giovane cantante italo scozzese Maggie Charlton. I Say a Little Prayer feat. Maggie sarà il singolo in promozione radiofonica. Tanti i brani di Bacharach affrontati nel disco ma la scelta della tracklist è ricaduta su quelli più amati da Nick. “Ho scelto quelli che fanno parte della memoria musicale che ho di lui - dichiara - nel disco c’è anche un mio brano originale

“Still In Love” che dedico a Mr Bacharach, è un brano dove ad influenzarmi è stata la sua musica. Ho avuto il piacere di intervistarlo in diverse occasioni – aggiunge – ed il mio ricordo di lui è di una persona piacevolissima, colta, curiosa, simpatica e piena di aneddoti sulla sua lunga vita nel mondo della musica. Il ricordo più nitido di Bacharach che ho è stato in occasione di un suo concerto all’Arena di Milano, che ho presentato e assistito dal palco, insieme alla mia famiglia. Un concerto indimenticabile. Quella sera ascoltando le sue musiche ho rivissuto una parte della mia vita e pensavo a quanta magia c’è dentro una canzone, legata a ricordi e momenti della vita e che ci accompagnerà per sempre. Spero che il nostro omaggio alle musiche di Burt Bacharach, Hal David e gli altri autori vi piacciano -conclude - regalandovi emozioni e momenti belli come i nostri durante le registrazioni e l’esecuzione dal vivo di Hey! Mr Bacharach”

Il disco include i seguenti brani: Arthur’s theme (The best that you can do), Close to you, I say a little prayer, Still in love, I’ll never fall in love again, This guy’s in love with you, Walk on by, What the world need now is love.

21 DOMENICA 4 DICEMBRE 2022
22 DOMENICA 4 DICEMBRE 2022 Via Indipendenza, 23 - 80026 Casoria (NA) ristorante-bistrot partenopeo Via Indipendenza, 23 - 80026 Casoria (NA) 3663591108 Per info e Prenotazioni: Lo scenario perfetto per i vostri momenti indimenticabili

«Non sono uno scrittore e non ne ho le pretese, ma la vita mi ha fatto riflettere su come poter aiutare la ricerca per le malattie oncologiche – dichiara l’autore Beppe Pellegrino nella sinossi dell’opera - così ho pensato di scrivere questo libro come semplice narratore di alcune esperienze che ho vissuto nella mia vita “da viaggiatore” e di qualche piccolo consiglio o insegnamento che ho imparato durante tutti i miei anni passati a vagabondare per il mondo. E tutto questo con lo scopo di raccogliere fondi per la ricerca. Un percorso di vita fatto di

alti e bassi, ma sempre vissuto appieno con uno spirito curioso verso la scoperta del mondo e di tutte le sue meraviglie, unito ad un mix di fatalismo e superficialità con cui affrontare qualsiasi ‘fuori programma’ secondo una delle mie massime, la mia celebre frase: “Qualcosa ci inventiamo!”».

“Qualcosa ci inventiamo. Un viaggio lungo due vite”, il libro scritto a quattro mani da Beppe Pellegrino e Marta Boldi, servirà a dare un grande contributo al Comitato Ricerca Contro le Leucemie che da oltre 10 anni si impegna a dare il proprio sostegno aiutando le persone colpite dalla leucemia.

“Qualcosa ci inventiamo” è una delle massime con cui l’autore Beppe Pellegrino ha sempre affrontato le sfide che i diversi ambiti della quotidianità gli hanno posto davanti al suo cammino, dal lavoro fino alla malattia. Un mantra a cui aggrapparsi ma anche uno stile di vita da cui tutti e non solo chi è affetto dalla malattia possono prendere ispirazione. L’opera raccoglie ricordi ed esperienze vissute da Pellegrino nei luoghi più belli del mondo con l’obiettivo di aiutare chi soffre a trovare la forza dentro di sé e sostenere nel contempo la ricerca per le leucemie.

BEPPE PELLEGRINO - Autore Giuseppe Pellegrino nasce a Milano agli inizi degli anni ’60, quando viaggiare era per pochi. Dopo l’adolescenza si appassiona alla subacquea e la passione per il mare lo porterà lontano, ad esplo-

rare mari che in quegli anni erano ancora incontaminati. Riesce a fare della sua passione una professione, si trasferisce a 18 anni alle Maldive dove inizia a lavorare come istruttore subacqueo, ma la curiosità, l’intraprendenza e il suo spirito libero lo portano alla scoperta dei 5 continenti prima come istruttore poi ricoprendo ruoli di crescente responsabilità all’interno di prestigiosi Resort in giro per il mondo. Dopo 20 anni alla scoperta del mare e del mondo, torna a Milano come Direttore generale di un importante tour operator, diventando un punto di riferimento nel settore turistico italiano. Orgoglioso padre di 2 figli, Filippo e Virginia, che condividono con lui la passione per i viaggi.

MARTA BOLDI – Autrice

Cresciuta fra set cinematografici e teatri, coltiva fin da giovanissima la passione per la scrittura, il mondo del musical e il cinema. Laureata in Linguaggi dei Media, si specializza con il Master in International Screenwriting and Production all’Università Cattolica di Milano e studia presso la School of Visual Arts di New York. Nel 2016 pubblica il suo primo libro Le Mie Tre Vite (Edizioni Piemme).

Donazione libera a partire da 15 euro incluse spese di spedizione. L’intero ricavato servirà a sostenere la ricerca della Onlus. Per qualsiasi informazione, potete contattarci al seguente indirizzo mail qualcosacinventiamo@gmail.com

23 DOMENICA 4 DICEMBRE 2022 DANIELA LOMBARDI “QUALCOSA CI INVENTIAMO”, IL LIBRO DI BEPPE PELLEGRINO PER IL COMITATO RICERCA CONTRO LE LEUCEMIE CENTRO STAMPE SRL Via Pietro Casilli, 26 - 80026 Casoria (NA) Tel. 0813086022 e-mail:ceccentrostampesrl@gmail.com Manifesti, Striscioni, Volantini, Brochure, Cartelle ecc... www.casoriadue.it
24 DOMENICA 4 DICEMBRE 2022

OPINIONE DI ANTONIO CERBONE

Ci risiamo, è evidente che il passato non riesce ad insegnarci niente. Il famoso titolo del mattino “FATE PRESTO” è di nuovo attuale. E calza a pennello per Ischia 2022, dove è di nuovo tragedia, l’ennesima: una colata di fango che fa vittime e tutti si chiedono cosa si possa fare, quali prevedimenti adottare e, soprattutto, si chiede al Governo di non fare mai più condoni edilizi. La realtà è che tutto quello che succede è un fenomeno naturale: una lenta ma inesorabile erosione dei crinali di montagna, dove i sedimenti sciolti e non aggregati, sotto l’azione di piogge, sono sempre più frequenti ed estremi e franano lungo questi stessi crinali; se poi, lungo questi, ci sono case o uomini accade il peggio. E così tutti gridano al “rischio idrogeologico”. Io, più correttamente, lo chiamerei “rischio antropico”, perché il pericolo di frane o smottamenti, come detto, è un fenomeno naturale che deve avere il suo corso. Il vero pericolo sono soprattutto le costruzioni, sia alla luce del sole che nel sottosuolo, costruite negli anni e che continuano ad essere costruite: collocate in luoghi assurdi, strutturate male e mantenute ancor peggio, spesso senza infrastrutture di sicurezza.

Ad Ischia c’è una località chiamata Fango e penso che il nome non sia un caso, la memoria del passato spesso ci premunisce eventi futuri, ecco perche è necessario un cambiamento nel nostro approccio verso questa problematica. Oggi la Protezione Civile, che svolge un lavoro encomiabile in caso di calamità, ma soprattutto in regime non di emergenza, nel fare prevenzione, e per dare forza al cambiamento dovrebbe chiamarsi Prevenzione e Protezione Civile. Il valore della prevenzione sembra essere oggi più che mai necessario: occorre partire dalle scuole ed arrivare alle famiglie, solo così si può arrivare a sollecita-

re anche la politica a prendere decisioni concrete in questo senso.

La prevenzione, infatti, pone preventivamente le sue basi facendo cogliere la differenza tra pericolo e rischio, sapendo che con il primo dobbiamo imparare a convivere, mentre il rischio può essere ridotto e va ridotto con interventi mirati. Difatti, il pericolo indica qualcosa che ha il potenziale di causare danni, mentre il rischio è la probabilità che si verifichi un danno, in base all’esposizione a tale pericolo. Un edificio, anche nuovo e costruito perfettamente, risente del pericolo di crolli, ma quando è abitato c’è il rischio che si possano perdere vite umane, come purtroppo è avvenuto in questi giorni con Casamicciola.

Questa prevenzione opera attraverso una pianificazione virtuosa, ossia il Piano di Emergenza Comunale (PEC), che progetta ed organizza tutte le attività e le procedure che devono essere adottate per affrontare un evento calamitoso nel territorio, attraverso l’organizzazione di risorse logistiche e di scambio del-

le informazioni; la Condizione Limite per l’Emergenza (CLE) di insediamento urbano ripresenta la condizione per il superamento della crisi conservando l’operatività delle funzioni strategiche per l’emergenza e l’accessibilità e la connessione con il territorio, pur in concomitanza con il verificarsi di danni fisici e funzionali tali da condurre all’interruzione delle funzioni urbane presenti, compresa la residenza.

Quella prevenzione che ci fa aumentare la nostra sensibilità personale tanto da portarla nelle nostre case e nei nostri condomini oggi serve ad attuare anche piani di emergenza familiari e condominiali, poiché sapere preventivamente come comportarsi può salvare la vita durante un’emergenza.

Noi Architetti da anni promuoviamo questi principi nelle scuole con un programma chiamato “ARRIVA ZIO TERRY! LA TUA CASA È SICURA?”.

Zio Terry è il terremoto, cosi chiamato dalla Maestra Marta Messina in una filastrocca che preparava i suoi bambini alla calamità, ma per noi architetti potrebbe essere qualsiasi calamità. Logicamente, più che l’esclamazione iniziale, il messaggio di prevenzione sta nella domanda successiva:”LA TUA CASA È SICURA?” e spesso nei questionari da noi proposti ne esce un quadro avvilente, in cui i ragazzi non sanno quanto siano sicure le case che abitano. Ancora peggio sono le risposta degli adulti, che spesso affermano: “Non c’è da preoccuparsi, tanto non sappiamo quando succede”. E se la domanda ora la facessi a te che leggi? Cosa risponderesti?

*Architetto, Consigliere dell’Ordine degli Architetti PPC di Napoli e Provincia; Referente Operativo SUD Italia STN Struttura Tecnica Nazionale per gli Architetti

25 DOMENICA 4 DICEMBRE 2022
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RITORNANO I TAPPETI AL PALAZZO REALE DI NAPOLI

Aperti 17 tappeti conservati nei depositi per valutare lo stato conservativo e per progettare i restauri con la collaborazione del Centro La Venaria Reale.

Già esposto uno, tra i più pregiati, commissionato nel 1668 da Luigi XIV per il Louvre. Al Palazzo Reale di Napoli grazie a un accordo con Il Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”, si sta procedendo a una schedatura degli oggetti conservati nelle sale dell’Appartamento Storico.

In questi giorni sono stati aperti 17 tappeti conservati nei depositi per valutare lo stato conservativo, gli eventuali restauri da effettuare e la possibilità di una loro ricollocazione nelle sale dell’Appartamento Reale.

Tra questi è stato visionato il primo di 93 tappeti commissionati da Luigi XIV per la Grand Galerie del Louvre, eseguiti tra il 1668 e il 1688 dalla Manifattura della Savonnerie e realizzato da cartone di Charles Le Brun, intitolato Le quattro parti del mondo.

Negli anni Ottanta del Settecento questo tappeto era utilizzato da Luigi XVI nella Sala da pranzo del castello di Fontainebleau, nel 1812 fu poi spostato a Roma nel Palazzo del Quirinale, scelto come reggia da Napoleone. Poco dopo il 1814 Gioacchino Murat lo portò nel Palazzo Reale di Napoli insieme ad altre opere e arredi.

Da questa settimana e in attesa del re-

stauro è esposto all’interno della sala delle Guardie del Corpo, nella quale è precluso l’accesso ai visitatori che, però, possono ammirarlo affacciandosi dalle sale adiacenti. Il progetto molto più ampio, affidato al Centro di Venaria, prevede la schedatura conservativa degli oggetti esposti, dipinti, arredi, suppellettili conservati nell’Appartamento Storico e nei depositi. A seguito della ricognizione dello stato degli oggetti si procederà a un preventivo per il restauro, che sarà affidato attraverso un bando pubblico, all’inizio del prossimo anno, interessando inizialmente quattro ambienti: la Sala da pranzo del corpo diplomatico adiacente

al Teatro di Corte, la Sala del Trono, la Galleria degli Ambasciatori e il Salone d’Ercole.

“Il restauro e il riallestimento dell’Appartamento Storico è uno degli interventi fondamentali del Piano Strategico “Grandi Progetti Beni Culturali”, nell’ambito del quali il Ministero della Cultura ha assegnato al Palazzo Reale di Napoli un finanziamento di 23 milioni di euro – afferma il direttore Mario Epifani - Per il momento abbiamo deciso di concentrarci su quattro tra le sale principali del percorso di visita, con l’obiettivo di restituire un assetto il più possibile fedele a quello documentato quando il Palazzo era ancora abitato dalla famiglia reale. Il visitatore potrà così apprezzare maggiormente la preziosità degli arredi e delle opere d’arte conservate nell’Appartamento e rivivere il fasto di una reggia”

La finalità è quella di ricostruire un percorso filologico fissando la data di riferimento del 1907, anno in cui fu redatto l’ultimo inventario del palazzo in quanto residenza reale.

Il Centro di Venaria sta lavorando quindi con una squadra altamente specializzata in tutti settori (tessuti, metalli, arredi lignei, etc.) e concluderà il lavoro nel mese di gennaio, con la collaborazione dei restauratori di Palazzo Reale, Ugo Varriale con Francesca De Martino e la storica dell’arte Alessandra Cosmi.

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DIANA KÜHNE
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29 DOMENICA 4 DICEMBRE 2022

C’ERA UNA VOLTA IN ITALIA GIACARTA STA ARRIVANDO

Scritto e diretto da Federico Greco e Mirko Melchiorre, con Roger Waters, Jean Ziegler, Ken Loach, Gino Strada, Michael Marmot, Vittorio Agnoletto, Adriano Cattaneo, Ivan Cavicchi, Nicoletta Dentico, Santo Gioffrè, Gavino Maciocco, Warren Mosler, Carlo Palermo, Maria Elisa Sartor, Randall Wray e Michele Caligiuri, Cataldo Curia, Mimmo Formaro, Ninì Formaro, Mimmo Massaro, Cataldo Perri Esce in sala il 5 dicembre, partendo dalla Calabria, “C’era una volta in Italia –Giacarta sta arrivando” il seguito ideale di “PIIGS”, fortunato documentario del 2017 degli stessi autori Federico Greco e Mirko Melchiorre. Il film parte da Cariati, in Calabria, dove un manipolo di ribelli di ogni età decide di protestare come nessuno ha mai osato fare, occu-

pando l’ospedale con l’obiettivo di ottenerne la riapertura.

Nel frattempo alcuni dei più importanti intellettuali, medici, esperti e attivisti italiani e internazionali (fra cui Gino Strada, Kean Loach e Roger Waters che già nel dicembre dello scorso aveva lanciato un appello per la riapertura dell’ospedale) ci svelano le vere responsabilità locali e globali dell’attacco alla salute pubblica, e sostengono la lotta di Cariati. La sanità pubblica in Italia è infatti ridotta al lumicino da decenni di tagli al bilancio e privatizzazioni.

Il “Piano di rientro” che ha decretato nel giro di una notte la chiusura dell’ospedale di Cariati (e di altri 18 ospedali soltanto in Calabria) è lo specchio di un’epoca nella quale il diritto alla salute è sempre meno garantito.

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REGGI & SPIZZICHINO
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Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. Reg. 5116 del 28/02/2000

Direttore Responsabile: Ferdinando Troise

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Questo numero è stato chiuso il 1 dicembre 2022 Direzione, Redazione, Amministrazione e Pubblicità Via Pietro Casilli, 26 - 80026 Casoria (NA) - Tel. /Fax 08113086022 email: casoriadue@libero. it

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