NEL RISPETTO DELLA VITA $ PERICOLO Buon Natale
Buon Natale all’Amministrazione Comunale, continua e contigua con tutte le amministrazioni precedenti. Al Sindaco di Casoria Raffaele Bene, ai suoi consiglieri, la nuova Giunta Municipale, quella del rilancio amministrativo e politico della gestione della cosa pubblica: Buon Natale agli assessori: Paola Ambrosio alla Ecologia e Nettezza Urbana; Rosario Poliso alla Ragioneria, Bilancio, Finanze, Tributi, Economato e Patrimonio Comunale; Marianna Riccardi alla Sicurezza Sociale ed alla Assistenza Sociale; Marco Colurcio agli Interventi di Polizia sul Territorio, Roberta Giova agli Affari Generali e del Personale; Vincenzo Russo alla Pubblica Istruzione ed alla Cultura; Tommasina D’Onofrio all’Assetto del Territorio. Tutto uguale, nessuna “rivoluzione” sotto il cielo plumbeo di Casoria. Corsi e ricorsi storici: anche
questa amministrazione, quella di Raffaele Bene, vive un Natale travagliato: Giunta Municipale cambiata e nuove deleghe. Voci nuovi e volti nuovi tutto uguale come qualche anno fa successe ai Sindaci del passato andati poi a casa con dimissioni davanti al Notaio.
Buon Natale alla Intelligence Investigativa che avrebbe dovuto supportare e sopportare la “missione” “rivoluzionaria” dell’Amministrazione Comunale in una Città sciolta tre volte e terra di degrado, monnezza, malaffare, malapolitica, scippi, rapine ed estorsioni.
Buon Natale alla Camorra, alla variegata geografia camorristica che stringe attorno a sé la Città dei Santi e dei Beati: “ogni potere è legato a un sentimento”; una lotta impari.
Buon Natale alla delinquenza, sia quella micro che quella macro, agli scippatori, a quelli delle rapine e dei conflitti
a fuoco, a quelli degli arresti domiciliari ed ai carcerati ed agli esattori delle estorsioni. Buon Natale ai commercianti vittime del disordine. Rincuoriamoli dicendo che solo attraverso il disordine si trova l’ordine. Buon Natale ai lestofanti, ai maneggioni ed ai ladroni.
Buon Natale, quindici anni dopo, a quei loschi figuri che si macchiarono del più vile atto che questa Città abbia conosciuto: l’aggressione al mio amico Vincenzo Russo, detto il direttore. Buon Natale al ricordo dei morti di questa Città: ci fanno sapere che la media è di 1000 morti l’anno. Il coronavirus ha inferto un altro durissimo colpo.
Buon Natale ai razzisti. A Casoria esiste un razzismo generazionale ed un razzismo psicosociale.
Buon Natale ai movimenti politici (i partiti non ci sono più), sempre litigiosi tra di loro, ignari delle loro fortune.
Buon Natale a Casoria Ambiente, una Azienda a totale capitale pubblico con unico socio il Comune di Casoria che il nuovo amministratore unico, Massimo Iodice, si sta adoperando per normalizzarla. Buon Natale anche a lui ed al suo staff di collaboratori.
Buon Natale a tutti gli attori della commedia “Scuole a Casoria, tanti Istituti, tante Storie”. Auguri ai presidi, vicepresidi, le insegnanti ed alle mamme, anche ai papà, ai consigli di istituto, agli studenti. Buon Natale agli assessori azzerati del Comune di Casoria: Vincenzo D’Anna, Giovanna Guarino, Ilaria Capone, Patrizia Di Monte, Franco Russo, Luigi Goffredi e la dimessosi Ornella Esposito, Francesco Girardi (chissà se ho dimenticato qualcuno in questo tourbillon di voci nuovi e volti nuovi), Brancaccio ecc. Auguri alle Suore che ancora ospitano in sedi adeguate. Buon Natale agli studenti, tornati finalmente nelle loro aule. Buon Natale ai vecchi politicanti sciolti per camorra, alle figure emergenti ed anche alle vecchie cariatidi.
Buon Natale a Tommaso Casillo, Presidente della Società Regionale Sanità, una delle 10 cariche più importanti in Italia.
Orrore all’indifferenza: la borghesia dei giorni nostri, un agglomerato informe che se non fosse per i soldi non saprebbe a cosa appassionarsi e su cosa tradire. Un ceto assente, vuoto, vacuo, triste, degradato. Usano mezzucci loschi per sopravvivere, un misto di piccoli ricatti, di atti di potere, di ribellioni velleitarie. Una borghesia, la nostra, afona, apatica, persa dietro le diavolerie tecnologiche. Arresa non solo ad un in evitabile declino ma anche alla pretesa di rappresentare una funzione sociale. Indifferente a sé stessa, e non solo al mondo che la circonda. Una indifferenza ancora peggiore verso lo Stadio San Mauro che aspetta leggi meno restrittive per poter ritornare ad essere il tempio del calcio e dello sport casoriano, le aree dismesse con i loro capannoni abbandonati e i loro segreti di morte, il ricordo di Città del Libro, il Parco Buontempo, una querelle infinita tra banche, Comune e residenti, l’area ex Snaidero in via I Maggio, diventata grazie all’amministrazione Fuccio un
Asilo Nido Comunale, la toponomastica. Buon Natale ai Centri Commerciali, al Parco Commerciale, ai palazzinari (il cemento è il loro petrolio!).
Buon Natale a chi con la prevaricazione, l’offesa, l’aggressione, il turpe linguaggio riesce ad ottenere dal pubblico servizio privilegi di ogni genere. Buon Natale ai sindacalisti del servizio pubblico, Buon Natale ai dirigenti dismessi del Comune di Casoria ed a chi è ancora in carica. Buon Natale ai cittadini di Casoria, anonimi annoiati che affollano per noia i centri commerciali ed i luoghi di culto. In questi giorni prenatalizi neanche il colore delle zone riesce a fermare la loro continua voglia di shopping. Buon Natale al popolo sussidiato che ringrazia il contributo, il buono libro, il reddito di cittadinanza, il reddito di emergenza, i ristori, il fondo di solidarietà alimentare, la borsa di studio, la mensa scolastica, semiconvitto, le assistenze domiciliari e, poi, le lottizzazioni, il permesso a costruire, le dia ecc.
Buon Natale a Rosa Chiappetti, anima di questo giornale, Buon Natale a Rino
Buonaurio, Luigi Carraturo e Nunzio D’Andrea, compagni di viaggio di questa avventura giornalistica, Buon Natale alla intera redazione. Buon Natale agli inserzionisti pubblicitari.
Buon Natale a tutti i colleghi del Settore “Sicurezza e Mobilità” del Comune di Casoria; all’ennesimo esilio trovai tanta amicizia.
Buon Natale a quei giovani della politica: sanno bene che manca il coraggio; coraggio: detto di persona che non si tira indietro di fronte a situazioni difficili. Forza d’animo, vigore, fermezza, risolutezza, ardire.
Buon Natale a chi denuncia il malaffare, i prezzi altissimi, i fitti passivi, il cemento incontrollato, il petrolio e la monnezza.
Buon Natale a tutti i miei collaboratori: a tutti coloro che attraverso l’impegno nella stampa locale ho accompagnato all’iscrizione all’Elenco Pubblicisti dell’Ordine Nazionale Giornalisti (Adara, Irma, Daniela, Maurizio, Paolo, Giuseppe, Leandro, ecc.)
Buon Natale ai Carabinieri del 112, alle ambulanze del 118, ai vigili del fuoco del 115, alle gazzelle del 113. Buon Natale al Maggiore Diego Miggiano, alla Capitana Valentina Bianchin, al Luogotenente Giuseppe Giunta ed alla intera Compagnia dell’Arma dei Carabinieri di Casoria.
Buon Natale ai colleghi delle altre testate, Mimmo Maglione, Marco Di Caterino, Domenico Cicalese, Peppino Bianco, Serena Laezza, Raffaele Carlino ed Elena Petruccelli. Buon Natale a Maurizio Cerbone ed alla redazione della webtv Nanotv.
Buon Natale ai Campioni di Casoria: Mauro Sarmiento, Enzo Picardi, Gioia Marzocca, Luca Maresca. Buon Natale al grandissimo Nino D’Angelo. Buon Natale all’artista Antonio Manfredi ed a tutti i suoi collaboratori del Museo di Arte Contemporanea. Buon Natale alle Eccellenze di Casoria.
Buon Natale a Gianluigi Osteri, responsabile del Teatro Gelsomino, augurando a lui ed a noi di organizzare quanto prima tanti altri cartelloni teatrali.
Buon Natale a Casoria, la mia Casoria, a quella vecchia ed a quella nuova.
Buon Natale
MARIA CRISTINA ORGA
IO RACCONTO STORIE magazine
“PER AMORE DEL MIO POPOLO”:
IL MIRACOLO DI NATALE DI DON PEPPE DIANA
Le migliaia e migliaia di turisti che nelle scorse settimane hanno preso d’assalto Via San Gregorio Armeno, la capitale indiscussa del presepe per vivere l’incanto della festa più bella dell’anno soggiogati dalla bellezza e dalla bravura dei maestri che da generazioni si tramandano i segreti dell’arte presepiale classica napoletana, oltre agli immancabili protagonisti della classica natività (Maria, Giuseppe, il Bambinello, pastori e pecorine, angeli, lavandaie e tutti i rappresentanti delle arti e mestieri della Napoli del ‘700), hanno trovato le new entry 2022. Eh sì, perché ogni anno i talentuosi maestri aggiungono ai titolari storici sempre nuove statuine, con le fattezze dei personaggi che più hanno fatto parlare di sé sulla scena italiana e internazionale e, naturalmente, il posto d’onore non poteva che essere occupato dalla compianta regina Elisabetta II, raffigurata con una galleria di outfit tutti rigorosamente completi dell’immancabile cappello in ogni foggia e colore possibile, abbinato alla borsetta, of course. Accanto a lei, bionda, sorridente e soddisfatta, la prima presidente del consiglio italiano donna, Giorgia Meloni. Sarebbe sta-
to bello che accanto a loro e a Maradona, dio laico del pallone albiceleste e azzurro che non manca mai, ci fosse anche un mite pastorello dallo sguardo appassionato, il colletto bianco e lo spillino a crocifisso appuntato sul bavero della giacca nera d’ordinanza, anzi d’ordinazione sacerdotale: don Giuseppe Diana. Ecco, l’ho detto e ora mi sento meglio: un posto nel presepe napoletano dovrebbe essere riservato a lui, giovane parroco di Casal di Principe entrato nella storia suo mal grado. Suo malgrado sì, perché don Peppe non aveva altra velleità che testimoniare il Vangelo, quella parola del Cristo che nasce oggi tanto semplice e assoluta da far tremare il mondo nelle fondamenta e che dalle fondamenta ha scardinato il potere tracotante e sanguinario delle famiglie di camorra che, partendo da Casal di Principe, per anni e anni avevano allungato indisturbate i tentacoli in gran parte dell’area a nord di Napoli. Ma chi era questo piccolo uomo che osò sfidare la camorra? Nato il 4 luglio 1958 a Casal di Principe da una famiglia di proprietari terrieri, Giuseppe entra nel seminario di Aversa a soli dieci anni e lì frequen-
ta la scuola media e il liceo classico. Si laurea in Teologia biblica e poi in Filosofia e nel 1978 entra nell’Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani (AGESCI) dove fa il caporeparto. Nel marzo 1982 corona il suo sogno di essere ordinato sacerdote e successivamente parroco nella sua città, nella parrocchia di San Nicola di Bari. Insegna materie letterarie e religione, ma il suo sogno è di liberare i suoi concittadini e la sua terra dalle grinfie della camorra. Erano
i tristi anni del dominio assoluto del Clan dei Casalesi, capeggiati dal boss Francesco Schiavone, Sandokan, per gli amici, ma soprattutto per i nemici. Non contenti di controllare i traffici illeciti, i Casalesi si erano evoluti nella Camorra imprenditrice, riuscendo a permeare gli enti locali e a gestire fette rilevanti di economia legale. Mentre gli inquirenti indagavano e le istituzioni annaspavano, don Peppe si imbarcò da solo nella crociata contro il malaffare, chiamando a raccolta
gli uomini di buona volontà dall’altare e trasformando ogni omelia in un’esortazione ai suoi concittadini ad uscire dal torpore dell’omertà e della rassegnazione e ad agire, con passione sempre più viva e palpitante, convinto che, per quanto tempo e fatica ci vogliano, alla fine il bene vince sempre sul male. Una presenza scomoda la sua, tollerata inizialmente dai camorristi, convinti che nulla avrebbero potuto le parole di un prete esaltato sull’enorme potere dei soldi e della paura da loro saldamente detenuta, almeno finché, durante la messa di Natale del 1991, don Peppe, sostenuto da tutti i parroci della forania di Casal di Principe e dell’Aversano, diffuse in tutte le chiese una dichiarazione di guerra aperta, una lettera aperta dal titolo Per amore del mio popolo, manifesto dell’impegno contro il sistema criminale e che voglio riproporvi oggi che è Natale, perché a distanza di ventun anni, le parole di don Peppe sono purtroppo più che mai attuali. «Siamo preoccupati -scriveva- Assistiamo impotenti al dolore di tante famiglie che vedono i loro figli finire miseramente vittime o mandanti delle organizzazioni della camorra. Come battezzati in Cristo, come pastori della Forania di Casal di Principe ci sentiamo investiti in pieno della nostra responsabilità di essere “segno di contraddizione”.
Coscienti che, come chiesa, “dobbiamo educare con la parola e la testimonianza di vita alla prima beatitudine del Vangelo che è la povertà, come distacco dalla ricerca del superfluo, da ogni ambiguo compromesso o ingiusto privilegio, come servizio sino al dono di sé, come esperienza generosamente vissuta di solidarietà”.
La Camorra oggi è una forma di terrorismo che incute paura, impone le sue leggi
e tenta di diventare componente endemica nella società campana. I camorristi impongono con la violenza, armi in pugno, regole inaccettabili: estorsioni che hanno visto le nostre zone diventare sempre più aree sussidiate, assistite senza alcuna autonoma capacità di sviluppo; tangenti al venti per cento e oltre sui lavori edili, che scoraggerebbero l’imprenditore più temerario; traffici illeciti per l’acquisto e lo spaccio delle sostanze stupefacenti il cui uso produce a schiere giovani emarginati, e manovalanza a disposizione delle organizzazioni criminali; scontri tra diverse fazioni che si abbattono come veri flagelli devastatori sulle famiglie delle nostre zone; esempi negativi per tutta la fascia adolescenziale della popolazione, veri e propri laboratori di violenza e del crimine organizzato. È oramai chiaro che il disfacimento delle istituzioni civili ha consentito l’infiltrazione del potere camorristico a tutti i livelli. La Camorra riempie un vuoto di potere dello Stato che nelle amministrazioni periferiche è caratterizzato da corruzione, lungaggini e favoritismi.
La Camorra rappresenta uno Stato deviante parallelo rispetto a quello ufficiale, privo però di burocrazia e d’intermediari che sono la piaga dello Stato legale. L’inefficienza delle politiche occupazionali, della sanità, eccetera non possono che creare sfiducia negli abitanti dei nostri paesi; un preoccupato senso di rischio che si va facendo più forte ogni giorno che passa, l›inadeguata tutela dei legittimi interessi e diritti dei liberi cittadini; le carenze anche della nostra azione pastorale ci devono convincere che l›Azione di tutta la Chiesa deve farsi più tagliente e meno neutrale per permettere alle parrocchie di riscoprire quegli spazi per una “ministerialità” di liberazione, di
promozione umana e di servizio. Forse le nostre comunità avranno bisogno di nuovi modelli di comportamento: certamente di realtà, di testimonianze, di esempi, per essere credibili. ll nostro impegno profetico di denuncia non deve e non può venire meno. Dio ci chiama ad essere profeti. Il Profeta fa da sentinella: vede l’ingiustizia, la denuncia e richiama il progetto originario di Dio (Ezechiele 3,16-18); Il Profeta ricorda il passato e se ne serve per cogliere nel presente il nuovo (Isaia 43); Il Profeta invita a vivere e lui stesso vive, la Solidarietà nella sofferenza (Genesi 8,18-23); Il Profeta indica come prioritaria la via della giustizia (Geremia 22,3 -Isaia 5). Segue un’accorata esortazione alla preghiera che è fonte di speranza (cit.) e un accorato appello alla Chiesa e alle chiese del territorio perché ritrovino il ruolo profetico di denuncia e di annuncio. Altro che semplici auguri di buon Natale! La lettera di don Peppe scuoteva i cuori e turbava gli animi, segnando un punto di non ritorno. E lo sapevano bene i Casalesi, che non riuscirono più a dormire sonni tranquilli e decisero che quel prete si era montato un po’ troppo la testa. Lo lasciarono in pace un altro po’, senza mai perderlo di vista però, certi che prima o poi tutta la polvere che don Diana sollevava sarebbe tornata, per legge fisica, a posarsi impalpabile e impenetrabile lì dove doveva stare e tutto avrebbe ripreso a scorrere come prima. E invece no. Don Peppe non mollava e la gente cominciava a credere che davvero potesse rialzare la testa, raddrizzare le spalle e dire no. I no al sistema iniziarono a fioccare e i problemi conseguenti pure. Don Peppe sapeva di nuotare ben al di fuori del limite delle acque sicure e più se ne allontanava, più forti e vigorose erano le
sue bracciate. Da quel Natale, i conti non tornavano più ai boss e neppure ai gregari: mo’ basta, quel prete ingombrante andava tolto di mezzo. Nel 1991, lui aveva fatto a loro il peggior regalo di Natale che si sarebbero aspettati e, visto che non la smetteva di intralciarli, loro gli avrebbero ricambiato la gentilezza il 19 marzo, 1994, in occasione del suo onomastico, con un gentile omaggio che lo avrebbe lasciato letteralmente senza fiato.
Alle sette e venti di mattina, don Peppe percorreva il corridoio che collega la sagrestia della parrocchia con la chiesa, accompagnato dall’amico fraterno Augusto Di Meo, quando un tizio a volto scoperto gli si fece incontro. “Chi di voi due è don Peppino Diana?”, domandò. “Io”, rispose il sacerdote, che un attimo dopo crollava a terra crivellato di colpi, col volto sfigurato. Consegnato il pacco, il sicario girò sui tacchi e se ne andò indisturbato. L’esecuzione di don Peppe Diana, compiuta in perfetto stile camorristico fece scalpore non solo in Italia ma in tutta Europa. Mandanti ed esecutori di don Peppe vennero identificati, arrestati, processati e condannati, mentre lo scomodo prete anticamorra, morto per amore del suo popolo, operava il più grande miracolo di Natale dei nostri tempi: risvegliare le coscienze dormienti, come fece l’angelo annunciatore con i pastori nella piana di Betlemme nella Notte Santa e infondere nei suoi concittadini e in tutti gli uomini di buona volontà vessati dalle mafie, il coraggio di spezzare le catene, al cielo, fare un respiro profondo e riassaporare il gusto della libertà. Un miracolo pagato con la vita.
Un miracolo che ha restituito la vita e la dignità a un intero popolo. E quel popolo siamo noi. Non dimentichiamolo mai. Buon Natale.
CON SALVATORE IAVARONE : “I CITTADINI DI CASORIA NON CI CREDONO PIÙ!”
In una delle passate puntate de LA COPERTINA ospite del Dir. Troise è stato il Consigliere comunale di maggioranza, Salvatore Iavarone, da tutti considerato oppositore dei tanti errori che commette quella che secondo, il Direttore, è una mediocre amministrazione. Iavarone che, tra le altre cose, ci onora della sua presenza collaborando anche con il nostro settimanale CasoriaDue, è – a dir la verità – uno dei pochissimi esponenti politici a non tirarsi mai indietro agli inviti in studio da parte del Direttore, il quale, per l’occasione, gli sottopone il commento e la critica di un numero del settimanale recante il titolo “La città deve partecipare” per evidenziare il totale stato di rassegnazione in cui versano i cittadini della nostra comunità. Un titolo per il quale il Direttore è stato aspramente criticato da un funzionario il quale sosteneva che, invece, la città partecipa attraverso gli eletti. A Iavarone la parola per spiegare l’increscioso sentimento di indifferenza che permea la nostra Casoria: “Faccio un attimo un passo indietro, per chiarire che se oggi siamo in dissesto amministrativo è colpa delle amministrazioni precedenti responsabili di questo scempio. Io dico sempre che i problemi che esistono nella nostra città sono sempre gli stessi da anni ma che non vengono mai risolti, perché mai affrontati concretamente. Lo sprepero di denaro viene da decenni addietro per cui questa amministrazione si è trovata a dover pagare anche lo scotto di decenni di mala politica. E,ovviamente, ha dei limiti. Ma speriamo che però passi per essere l’amministrazione che i problemi li risolve: penso al PUC, ai PICS, alla questione parco Buontempo, alla questione aree dismesse. Dobbiamo essere bravi ad invertire la tendenza”.
Sul commento alla copertina, Iavarone è lucido e chiaro: “Ho lavorato anche su altri comuni, ma trovo che nella città di Casoria ci sia una minore partecipazione; ad esempio, su alcune tematiche non vengo incalzato dai cittadini: ad Afragola io avevo la fila fuori la porta;
a Casoria , penso che siano venuti a trovarmi dieci cittadini in tre anni. C’è un problema; e dopo due anni e mezzo mi sono dato la risposta: non c’è partecipazione a Casoria perché la gente non ci crede proprio più; la gente è stanca; ed è così su ogni cosa, dalla buca per strada alla discarica di 40.000 metri quadrati, la gente è scettica e non crede che vengano aggiustate, che l’amministrazione affronti i problemi. La politica per dieci, venti, trent’anni ha stancato così tanto che non c’è più la fiducia da parte dei cittadini. Dobbiamo capire i modi e gli strumenti da usare per non lasciare i cittadini così indifferenti. Anzi, “rassegnati” è il termine giusto”. In realtà, politica e indifferenza a parte, e su cui sicuramente torneremo con il nostro ospite, il vero motivo per cui Salvatore Iavarone ha chiesto di avere la parola negli studi di NanoTV è la toponomastica a Casoria e il rinnovo, l’adeguamento, il civile cambiamento dei nomi di tante strade che in questa città hanno ancora la prima, la seconda, la terza traversa! Vedi via Castagna, via Puccini, solo per fare qualche esempio, alle cui traverse si potrebbero opportunamente assegnare i nomi di personaggi della nostra cultura, di politici, religiosi
– prestigiosi e illustri - a cui identità e memoria di Casoria sono profondamente e storicamente legate. Il racconto di Salvatore Iavarone: “Tutto partì da un articolo che scrissi per CasoriaDue sul Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e dalla mia proposta, poi approvata in Giunta, di titolare la villa comunale che tanto abbiamo voluto su un bene confiscato al quartiere Stella, a Carlo Alberto Dalla Chiesa. Anche perché quello che comunemente viene definito “Largo Carlo Alberto Dalla Chiesa”, tra via Diaz e via Duca D’Aosta, non esiste, perché in realtà si tratta di giardinetti, e non di un Largo. Detto, fatto; dalle pagine di CasoriaDue siamo passati all’approvazione della proposta di intitolare quella villa comunale a quel Generale protagonista di tanta parte della storia italiana.
Ovviamente da lì nacque l’idea di presentare nomi anche per altre strade. Dobbiamo pensare ad un piano che rappresenti dieci persone che non hanno strade già intitolate alla loro memoria ma che rappresentano la storia della nostra comunità. Bisogna investire sulla storia di Casoria e farla conoscere ai giovani. Stiamo favorendo, come commissione, anche la realizzazione di al-
cuni opuscoli sulla storia di Casoria da distribuire nelle scuole, stiamo concretamente pensando di investire il nostro tempo sulla storia della nostra comunità locale perché è chiaro che se non c’è un senso forte di appartenenza, non ci sarà interesse. Mi impegno a portare alla commissione, e poi in consiglio, non una sola proposta sulle traverse, ma almeno dieci. Questo vuol dire che dobbiamo immaginare un tavolo di lavoro, avendo ben chiaro l’elenco da attuare per non
ANTONIO BOTTAfare doppioni, e pensare di “premiare” le dieci personalità legate alla storia della nostra cittadina che meritano una strada”.
Inevitabile il ricordo del Direttore Troise a quando fu chiamato – dall’allora Sindaco Fuccio – a formare una commissione per il rinnovo della toponomastica a Casoria. Lo stesso Direttore pensò a Giuseppe Pesce, al Prof. Ludovico Silvestri, a Franco Palladino e Giulia Campece. Ognuno fece tre nomi. La rosa del
Direttore puntò su Carlo Alberto Dalla Chiesa, Maria Del Giudice, la prima scienziata casoriana ed il Prof. Ferone. Palladino scelse nomi di Arpino per rappresentare quella frazione di 30.000 abitanti. Il lavoro, dunque, è stato già avviato : ci sono – o ci dovrebbero essere – in archivio carte che parlano e, comunque, validissimi punti di riferimento di quella commissione che ancora ogggi potrebbero essere interpellati e coinvolti in un lavoro del genere.
NATALE IN CITTA’ ALL’INSEGNA DELLA GIOIA E DELLA SOLIDARIETA’
Tanta l’allegria dei bambini nel largo “Chiara Lubich” di via Duca D’Aosta, dove si sono divertiti con giocolieri, artisti di strada e trampolieri in un’animazione fantastica. Celestiale la “Ninna nanna” al Bambino Gesù in Chiesa.
Il 18 dicembre scorso, dopo la celebrazione della Messa delle 10,30, celebrata dal parroco don Agostino Sciccone, una moltitudine di ragazzini, accompagnati dai genitori, sono confluiti nel largo Chiara Lubich del quartiere “Duca D’Aosta”, di fronte alla parrocchia S. Antonio Abate: lo splendore del sole e un cielo terso, sgombro di nuvole, hanno incorniciato una magnifica mattina di festa, nella quale i bambini si sono divertiti insieme dopo un lungo periodo di confinamento per le norme antiCovid Con i giocolieri, gli artisti di strada e i trampolieri hanno scherzato, gioito, sorriso in un’animazione fantastica, applaudendo, chiacchierando, gridando di felicità, stupendosi; si sono scorti occhi sprizzanti allegria, volti contenti e ridenti non solo dei piccoli, ma anche degli adulti. Immortalati i momenti di coinvolgente divertimento dagli scatti dell’immancabile cineoperatore e fotografo Biagio Bencini. Presente alla festa l’assessore alla cultura Vincenzo Russo, il quale ha dichia-
rato che quest’anno l’Amministrazione comunale ha deciso di “ regalare un cartellone unico solamente per i piccoli, “Natale in allegria” per i bambini, per la loro gioia, e siamo contenti di partire dalle periferie: tanti eventi sono in programma dal 17 dicembre fino al 29 dicembre”.Fra essi, concerti che si terranno nelle chiese: Il 26 dicembre, nella parrocchia S. Antonio Abate,alle 19,00 canti e brani musicali sul Natale delizieranno gli animi”; il 28 dicembre,nella Basilica di S. Mauro, alle ore 19,30,vi sarà il concerto del coro “Estri Armonici” che sarà diretto dal M° Aminta De Luca; altri eventi ancora si svolgeranno in piazza Cirillo”.
Alcune famiglie della comunità parrocchiale S. Antonio Abate hanno messo in vendita dolciumi vari, il cui ricavato sarà utilizzato per l’acquisto di materiale di facile consumo, - pennarelli, cartelloni, album da disegno … - con cui i bambini del catechismo e i ragazzi dell’oratorio svolgono svariate attività ludico – formative. Russo ha anche
annunciato che “grazie ai finanziamenti della Città Metropolitana, l’Amministrazione comunale ha ideato una serie di iniziative a partire da questo mese fino a settembre 2023. Siamo felici, dunque, di regalare momenti di spensieratezza alle tante famiglie casoriane”. Di domenica, dunque, le ville comunali e i parchi cittadini diventeranno, in questo periodo e nel prossimo anno, luoghi di ritrovo, dove si potrà riscoprire il senso dello stare insieme, il piacere di far parte di una comunità che apre le “porte” del cuore e tesse relazioni cordiali e serene, riprovando, così, la bellezza della festa. La pandemia ancora di più ci ha resi consapevoli di quanto abbiamo bisogno gli uni degli altri, di guardarci negli occhi, di ascoltare e di dialogare, creando ponti e non barriere frapposte fra i cuori, perché, come ha scritto il poeta tedesco Holderlin, “Noi siamo un colloquio”, viviamo, cioè in una trama di rapporti, in un intreccio di nodi. E ciò lo si può capire già da come nasce la vita, da una relazione d’amore.
Lo stesso Signore, per nascere fra noi, per diventare nostra “carne”, ha avuto bisogno del calore umano, dell’amore di due genitori, Maria e Giuseppe. A riguardo, è stata celestiale e suadente la “Ninna nanna al Bambino Gesù” cantata in Chiesa, nella Messa per i bambini del catechismo, dal coro della scuola di canto “The Voice”, di cui è titolare il M° Giovanna Pandolfi Si sono svolte anche due iniziative di solidarietà, in questa settimana,: la prima, “Tombola solidale,”organizzata nell’Istituto A. Torrente, il 18 dicembre scorso, dall’Ambulatorio Polispecialistico di Medicina Solidale San Ludovico da Casoria, Onlus, che si trova preci-
samente nella sede delle suore elisabettine bigie, dov’è nato il Santo cittadino, alla cui spiritualità d’amore “sfrenato” il presidente, dott. Pasquale Longhi e tutti i medici e infermieri si ispirano nella loro opera d’amore, dedicando ore di volontariato per chi è nel bisogno e necessita di una consulenza medica specialistica gratuita, di farmaci, ma anche di un incoraggiamento, di un sorriso, di un sostegno fraterno. Il ricavato sarà devoluto a bambini ospiti di una casa famiglia e ad anziani soli, residenti di una Casa di riposo. La seconda “Tombola di Beneficenza” si è svolta martedì 20 dicembre presso il Madrinato S. Placido, organizzata dalla Fraternità OFS
di Casoria. Inoltre, il 27 dicembre ci sarà un “Pranzo Solidale” nella parrocchia S. Maria delle Grazie organizzato dalla Proloco insieme per la città di Casoria, dalle suore elisabettine bigie e dall’associazione la cittadinanza della buona notizia. Gesti di gratuità e di amore acquistano, in questo periodo, per chi è credente, un valore profondo, poiché la celebrazione dell’incarnazione di Dio, che ha scelto, fin dalla nascita di identificarsi negli ultimi, nei “senza tetto”, in coloro che sono rifiutati ed emarginati, costituisce un forte stimolo a vivere il Natale all’insegna della solidarietà. Le iniziative predette consentono di “accarezzare” la “carne” del Bambino Gesù in chi è escluso, nudo, solo.
E’ lì che si trova Dio, è lì che si trova il Signore. Significativa, a tal proposito, la conclusione della lettera che don Tonino Bello scrisse indirizzandola “A Gesù che nasce”: “ Ricordati di tutti i poveri e gli infelici […] Ricordati, Signore, di chi ha tutto e non sa che farsene: perché gli manchi tu. Buon Natale, fratello mio Gesù, che oltre a vivere e regnare per tutti i secoli dei secoli, muori e sei disprezzato, minuto per minuto, su tutta la faccia della terra, nella vita sfigurata degli ultimi”.
ENZO CAMPAGNOLI: UNA VITA PER LA MUSICA
Questa settimana abbiamo avuto il piacere di chiacchierare con il maestro Enzo Campagnoli polistrumentista, compositore e Direttore d’orchestra.
Nel 2023 tornerà a Sanremo per la diciassettesima volta. Ma le emozioni della diciassettesima saranno le stesse della prima volta? E soprattutto cosa prova in generale quando si esibisce?
Essere in Eurovisione o davanti a poco pubblico regala le stesse sensazioni? Certamente si! E’ l’artista che rende magico il luogo. O in trattoria o a Sanremo il posto lo illumina l’artista. E, per quanto mi riguarda, ogni esibizione regala delle emozioni incredibili. L’arte è magia e la magia il vero artista la porta in ogni luogo!
Secondo lei essere nati in provincia può essere un ostacolo al raggiungimento dei propri obiettivi artistici?
Non solo lo è ma le dirò di più: da Roma in giù, ma con particolare riferimento a Napoli ed alla sua provincia, la strada verso il successo è piena di ostacoli. Ostacoli posti da chi vive da Roma in su e che non tollera la nostra naturale propensione all’arte. I meridionali, i campani in particolar modo, sono artisti fin dentro al midollo. Abbiamo un talento naturale ed un’energia che il mondo intero ci invidia.
Ora, io mi ritengo una persona buona e corretta e quindi non mi sentirà mai parlare male degli altri. Ma certamente nel mondo artistico c’è un gran senso di protezione verso ciò che si è costruito. Da qui scaturiscono quelle che molto semplicisticamente vengono bollate come invidie e gelosie. Nonostante tutto però io sono anche convinto che, nonostante le avversità, bisogna farsi trovare pronti quando i treni delle occasioni ti passano davanti. Bisogna sempre continuare a studiare e a prepararsi perché presto o tardi l’occasione arriverà: sarebbe da stupidi non poterne approfittare perché non ci si è fatti trovare pronti. Mi parli dei suoi esordi. Come è iniziato ciò che l’ha portata alla fama internazionale?
Io sono nato con la batteria in mano! E’ da quando ho sette anni che lavoro. Seguivo mio padre. Ero il suo batterista per le feste di matrimonio. E da lì non mi sono più fermato.
Appena diventato adolescente ho inizia-
to a studiare e quindi ho studiato anche oboe e pianoforte. Poi sono diventato Direttore. Ma in ogni caso io sono partito dalle feste, ho fatto tanta gavetta. Ma ne sono felice perché la tanta gavetta mi ha insegnato l’umiltà, il lavorare sodo, il rispetto per il lavoro proprio ed altrui e soprattutto mi ha insegnato a non svendermi. Forse è questa la cosa che contraddistingue gli artisti contemporanei: l’anteporre il profitto o comunque il fatto di dover dimostrare di esistere e di essere produttivi alla qualità della musica che si propone. Prima ogni artista produceva e pubblicava uno, massimo due, singoli all’anno e in questo modo la gente aveva la possibilità di impararli per bene, di canticchiarli, di farli propri. Ora invece molti artisti pubblicano non meno di sei singoli all’anno. Le persone non hanno neanche il tempo di memorizzarne il ritornello. A riprova di quello che dico c’è un’osservazione semplice da fare: ci ha fatto caso che le canzoni del passato le ricordiamo tutti a memoria mentre quelle che vengono pubblicate oggi no, se non in rari casi? Torniamo un attimo ai suoi esordi. Mi ha detto che a sette anni già lavorava: ma riusciva a conciliare la sua vita da bambino con il lavoro?
No, devo essere onesto. Ho saltato molte tappe, ho dovuto rinunciare a tante cose. Quando i miei coetanei scendevano per giocare a pallone io magari ero appena tornato da lavoro e non avevo proprio la forza per uscire.
Oppure è capitato spesso di litigare con le varie fidanzatine che ho avuto perché spesso dovevo annullare le uscite. Magari promettevo alla fidanzata del momento di portarla fuori a cena nel weekend poi tornavo a casa e mio padre mi diceva che in quel weekend avremmo dovuto lavorare. Ovviamente non sempre venivo creduto perché all’epoca non c’erano ancora gli smartphone e quindi non avevo la possibilità di messaggiare, videochiamare o comunque dimostrare che stavo lavorando facendo una “storia” su Instagram. Ho perso molto però era inevitabile: ogni scelta di vita comporta dei sacrifici.
Tornando al Campagnoli musicista, compositore e Direttore d’orchestra posso sapere come giudica la musica neomelodica attuale?
Beh, io sono stato per decenni accanto a Mario Merola e Nino D’Angelo. Ovvio che la scena musicale attuale, per quanto riguarda il genere neomelodico, è tutt’altro ma per me non esiste un “migliore” o un “peggiore”. La musica è musica e come tale va rispettata. Tra l’altro alcuni neomelodici hanno una estensione vocale pazzesca. La sola cosa che mi dispiace è che queste voci non siano educate e migliorate attraverso lo studio. Ma per il resto non ho molte critiche da rivolgere a questo genere. Fin quando ci saranno persone che si emozionano ascoltandola la musica neomelodica avrà senso di esistere.
Per concludere: quali canzoni della tradizione napoletana dedicherebbe ai nostri lettori?
Il repertorio è sterminato! Però ne sceglierei due “Uocchie C’arraggiunate” che è in grado di esprimere i concetti più belli e puri con parole semplici e “Che lle conto” che Palomba scrisse per Sergio Bruni e della quale, se mi è consentito, vorrei che fosse riportato il seguente frammento:
Che lle conto a st’uocchie mieje che lle dico ggià ‘a dimane nun te ponno cchiu’ guarda’ Comm’’o spiego a chesti mmane ca sta faccia accussi’ bbella nun t’’a ponn’ accarezza’
Che lle conto a chistu core dico nun a vule’ bbene Chesto nun c’’o pozzo di’ ca si pure mme faje male chillo nun me sta a senti’
CONCEDETE AL NAPOLI IL DIRITTO DI LAVORARE E SPERIMENTARE
A Napoli non si è più abituati alla sconfitta neanche in amichevole, le partite contro il Villarreal ed il Lille hanno fatto quasi notizia in tal senso. È giusto riflettere su cosa non è andato per il verso giusto ma bisogna partire da un concetto: questo periodo serve a lavorare, sperimentare e prendersi anche qualche rischio.
Il Villarreal è avanti nella preparazione, martedì 27 dicembre scenderà in campo in Coppa del Re e il 31 ha il derby di Liga contro il Valencia di Gattuso, ha lavorato tanto per assorbire le idee di Setien buttando subito dentro i reduci dal Mondiale come Jackson, autore del gol del 2-1. Ci può stare mettersi in difficoltà, sperimentare il 4-2-3-1 con Raspadori dietro Osimhen nel momento in cui mancano sette titolari e farlo contro una squadra di grande qualità nel palleggio dopo aver fatto allenamento anche la mattina della gara. Ci può stare fare tanti cambi nella ripresa adattando
anche Di Lorenzo al centro della difesa. Anzi ci deve stare perché è il valore aggiunto che fornisce questo periodo anomalo di sosta, sono giunte intuizioni come Raspadori mezzala in questo modo. Le priorità sono altre: ritrovare la migliore condizione come con Kvaratskhelia che nella ripresa sabato sera ha già sfornato i numeri realizzati nella prima parte della stagione. Più gioca più migliora, mettendo minuti nelle gambe i movimenti saranno più fluidi e magari acquisirà fiducia attraverso le sue giocate. Vale anche per coloro i quali finora hanno giocato meno, come lo stesso Demme, autore del retropassaggio errato che porta al gol dell’1-3 ma che ha avuto la forza di superare l’errore e di riuscire a riportarsi in mezzo allo sviluppo del gioco. Al di là dell’episodio, è parso un giocatore con la voglia di dare il suo contributo, ha bisogno di alzare i ritmi, può avvenire solo se riesce a trovare più
spazio. Sarà fondamentale che tutti abbiano questo spirito, lo scambio Bereszynski-Zanoli, con l’inserimento di Contini che alimenta la colonia dei prodotti dal vivaio, è una dichiarazione d’intenti. Il Napoli, a differenza di quanto accaduto in passato, non lascia nulla, vuole avere una rosa che abbia valori omogenei in tutti i reparti. È un’operazione che conviene a tutti: alla Sampdoria che abbassa il monte ingaggi, mette a posto l’indice di liquidità per eventuali altri innesti come Dragovic, al Napoli che butta dentro un vice Di Lorenzo esperto, pronto, reduce dal Mondiale giocato sulla fascia sinistra, a Zanoli che in un contesto affascinante e complicato potrà fare esperienza, misurare le proprie qualità giocando finalmente con continuità. Sirigu al momento rimane, con Contini il Napoli è, però, tranquillo in caso di altri eventuali stop di natura fisica del portiere ex
Genoa. Sirigu ha saltato cinque convocazioni su ventuno gare ufficiali e nelle amichevoli finora non c’è mai stato, ha giocato soltanto il 24 agosto nel test contro la Juve Stabia.
Il Napoli, quindi, si cautela, con tempismo si è già mosso con questo scambio di prestiti inserendo anche il diritto di riscatto per Bereszynski. Ha dimostrato anche in quest’occasione di saper costruire e cogliere le opportunità.
A Spalletti e al suo Napoli va concesso il diritto di lavorare e sperimentare, recuperando tutte le risorse a disposizione. Si procede con cautela anche per Rrahmani che da qualche giorno è tornato a lavorare con il pallone e il 27 dicembre, alla ripresa dopo Natale, dovrebbe rientrare in gruppo.
Siamo alle battute finali, fra poco si fa sul serio, il 4 gennaio è sempre più vicino, il Napoli si goda le ultime opportunità di sperimentare, poi torneranno le certezze.
UN ALBERO NATALIZIO, REALIZZATO CON 200 BOTTIGLIE DI PLASTICA, DONATO AL COMUNE
All’ingresso del palazzo comunale,in piazza Cirillo, è stato collocato, in bella mostra, un albero di natale. “Dove sta la notizia?”, potrebbe qualcuno giustamente obiettare. “Se ne vedono tanti e di varie tipologie, in ogni dove, in questo periodo!”. La novità è nel fatto che l’assessore alla cultura Vincenzo Russo l’ha talmente apprezzato da chiedere a chi l’ha realizzato di porlo all’esterno della Casa municipale. Ma a chi appartiene e, soprattutto, perché è piaciuto tanto a Russo? Ecco soddisfatta la curiosità di chi legge: l’albero di Natale è stato realizzato dai bambini delle classi terze della scuola primaria S. Mauro, segmento dell’I. C. P. Ludovico da Casoria. Ha attirato l’interesse dell’Assessore, tanto da entusiasmarsene fino al punto di chiederlo in prestito ai baby artisti, perché è stato costruito con 200 bottiglie di plastica e con altro materiale riutilizza- altro to nell’ambito di un laboratorio di riciclo creativo dal titolo “I Bambini Ricicloni”. Tale laboratorio è parte integrante di un percorso interdisciplinare mirato a ridurre, riutilizzare e riciclare i materiali differenziati a scuola e/o in famiglia. Lunedì, 19 dicembre, dunque, una rappresentanza di alunni delle classi terze, quattro per ogni classe, accompagnati dalle maestre Imma Di Paola, Fiorenza Minunno e Giovanna Papaccio, si sono recati in piazza Cirillo, accolti con gioia, vicino all’albero, dall’assessore Russo, che, dopo essersi complimentato con loro e i compagni/e per il mirabile lavoro svolto, ha ascoltato con attenzione gli interventi dei bambini, i quali hanno illustrato sinteticamente il progetto, evidenziando, in particolare, le attività concernenti la riduzione dei rifiuti, soprattutto quelli in plastica, il riuso di materiali differenziati per la realizzazione di manufatti e addobbi natalizi, “luminarie della scuola “S. Mauro”, e il riciclo effettuato in modo creativo della carta usata, per trasformarla in fogli e cartoncini da utilizzare come biglietti d’auguri natalizi (“Una ricetta per fare la carta”). A seguire, hanno recitato tre filastrocche, le prime due sul riciclo e sul rispetto dell’ambiente, la terza dal titolo “Insieme per il futuro”; successivamente, hanno drammatizzato una scena del
L’assessore
alla cultura
Vincenzo Russo, molto grato, ha posto il mirabile manufatto all’ingresso della Casa Municipale, dove ha accolto una rappresentanza dei “Bambini Ricicloni” delle classi terze
racconto tematico “La storia di Pulilandia”.
Il dono a sorpresa ai bambini dell’assessore Russo è stato l’intervento di due giovani dell’ associazione “Frammenti d’arte”, che realizza spettacoli teatrali, orientando i bambini a cimentarsi sia nell’arte della recitazione, sia ad esprimere con la mimica le proprie emozioni e vissuti. Gli alunni, infatti, si sono divertiti a rappresentare qualche sequenza del racconto ““La storia di Pulilandia”, senza usare il linguaggio verbale, solo con i gesti e le espressioni del volto.
Le insegnanti hanno spiegato che il progetto “ecologico”, programmato dal gruppo docente delle classi terze ( oltre alle tre maestre già citate, A. Costanzo, S. Panaro, G. Sellitto, M. Napolitano, P. Rocco, C. Ianniello, F. Murolo, A. Dandolo, G. Tardi, S. Buonomo, F. Iovine, C. Petriccione, G. Tuccillo), è parte integrante di “RiGenerazione Scuola”, il Piano attuativo del Ministero dell’Istruzione degli obiettivi dell’A-
genda 2030 dell’ONU pensato per accompagnare le scuole nella transizione ecologica e culturale e nell›attuazione dei percorsi di educazione allo sviluppo sostenibile previsti dall’insegnamento dell’educazione civica”. In tale Piano, sono coinvolte tutte le classi di scuola dell’infanzia, primaria e scuola secondaria di primo grado dell’I. C. P. Ludovico da Casoria, con percorsi di apprendimento differenziati, a seconda dei vari segmenti; progetti, quindi, commisurati alle varie fasce d’età degli alunni, sulla base di 4 “pilastri” proposti dal Piano, ma volti tutti a far maturare la consapevolezza che “ lo sviluppo è sostenibile se risponde ai bisogni delle generazioni presenti e non compromette quelle future, per imparare ad abitare il mondo in modo nuovo” (MIUR).
Una progettazione corale, dunque, fortemente sostenuta dalla Dirigente scolastica, prof.ssa Maria Grazia Puzone, e nella quale tutta la classe docente della “Ludovico da Casoria” sta profondendo le proprie competenze ed energie per educare gli studenti dei vari segmenti di scuola a una rinnovata sensibilità ecologica. Certamente, tale Istituto Comprensivo, intitolato al Santo cittadino, P. Ludovico da Casoria, realizzando il Piano “RiGenerazione Scuola”, si pone anche sulla scia delle indicazioni dell’enciclica “Laudato Sì””. Per questo meri- ””. ta l’attenzione dei media. Suggerisco, a tal proposito, alla referente d’Istituto del Piano, prof.ssa Nadia Perone, di inviare una sintesi della progettazione, con documentazione delle attività più significative, alla fine dell’anno scolastico, a Sua Santità. Prossimamente, il Settimanale riparlerà del Piano nei dettagli, intervistando l’ins. Perone. Concludo dedicando all’intera comunità scolastica questa riflessione di Papa Francesco, stralciata dall’Enciclica citata poc’anzi: “ E’ molto nobile assumere il compito di avere cura del Creato con piccole azioni quotidiane, ed è meraviglioso che l’educazione sia capace di motivarle fino a dar forma a uno stile di vita. L’educazione alla responsabilità ambientale può incoraggiare vari comportamenti che hanno un’incidenza diretta e importante nella cura dell’ambiente.”
CASORIA CITTÀ DELLO SPORT: AGGIORNAMENTI SU CALCIO E VOLLEY
Conosciuta come città di Santi, Casoria è anche la città dello sport. Annovera infatti tra i suoi figli pregevoli tennisti, pugili, atleti di taekwondo e, ovviamente, calciatori. Oggi porremo la nostra attenzione su calcio e pallavolo. Ci accingiamo a scrivere il nostro articolo in data 21 dicembre, a poche ore dalla cocente sconfitta casalinga del Casoria Calcio, che si è dovuto arrendere alla FC Pompei, impostasi in rimonta per due ad uno. Le due squadre adesso sono separate da un solo punto in classifica: Pompei occupa la terza posizione, Caso-
ria la quarta.
La sconfitta non fermerà ovviamente la compagine locale, gli uomini di Mister Perrella sono più che convinti di riprendere il terreno perduto, ed è chiaro a tutti, tifosi ed avversari, che il Casoria punti a chiudere la stagione in ottima posizione nel Girone “A “di Eccellenza Campania. E proprio in tale ottica, il Casoria ha annunciato un gran colpo di mercato, acquistando il difensore venticinquenne Antonio Terracciano, che militava tra le fila dell’Acerrana.
Cambiando versante, il Volley Casoria,
squadra che partecipa al girone “H “della serie B nazionale di pallavolo, saluta il 2022 con una netta vittoria ( tre set ad uno) contro l’Omega Mesagne: gli uomini di Mister Paglionico sono riusciti nell’impresa di sopraffare una squadra tosta e motivata, portando a casa un ottimo risultato.
Un grande periodo comunque per le compagini casoriane, che chiudono in bellezza il 2022 alla ricerca di posizioni e risultati che fanno ben sperare i propri tifosi per il prosieguo del campionato, dopo il periodo natalizio.
URGONO INTERVENTI IN VIA KENNEDY E IN VIA MARCONI
“La Foto del Giorno”, il direttore di Casoriadue Nando Troise pronuncia parole dure contro l’inefficienza dell’Amministrazione locale colpevole di “ritardi gravi” nel non rimediare a disfunzioni e irregolarità segnalate dalle foto dei cittadini Estende la sua reprimenda anche ai consiglieri comunali di opposizione, “che non danno segni di vita”. Cita, a riguardo, via Kennedy e via Marconi. “Non sto parlando” dice “di via Francesco Bagni o di qualche altra strada delle periferie cittadine: “periferie per modo di dire” annota “perché l’agglomerato urbano è compreso in quattro kmq. Com’è possibile che non si riesca a controllare un ristretto spazio di territorio? Di via Kennedy, un cittadino ha inviato a Troise la foto del marciapiede al numero civico 59, scrivendo che “sta sprofondando, temo per l’incolumità dei passanti”, aggiungendo che esso è stato divelto da un camion di Casoria Ambiente. La foto con la segnalazione è stata inviata il 17 ottobre 2022, eppure
UN PERSONALE RICORDO DEL PROF. PINO NAVARRA, SCOMPARSO DI RECENTE: QUANDO RICOPRIVA IL RUOLO DI RESPONSABILE DI CITTADINANZA ATTIVA, DICEVA CHE OCCORREVA “DISTURBARE I MANOVRATORI”, OVVERO INCALZARE GLI AMMINISTRATORI, CHE, APPUNTO, DORMIVANO “NELLE QUIETE STANZE” DEL PALAZZO COMUNALE, STANDO LORO COL FIATO SUL COLLO. SEGUITISSIMO REDATTORE DI CASORIADUE, UOMO PROBO, CITTADINO ESEMPLARE,ONESTO, “PENNA” SPESSO IRONICA E PUNGENTE NEI SUOI SERVIZI.
nulla è stato fatto per intervenire sul marciapiede malridotto. Troise comunica di avere inoltrato il messaggio del cittadino “all’assessore agli interventi di Polizia sul territorio Marco Colurcio”, il quale ha risposto “di avere segnalato lo stato del marciapiede a Casoria Ambiente e agli Uffici tecnici. Spero di far risolvere quanto prima”. Commento sconsolato di Troise: “Il marciapiede sta sempre nelle condizioni mostrate nella foto”. Si passa al caso di via Marconi, n° 7, di fronte all’Istituto “Sacro Cuore”, largo
S. Giulia Salzano. Le foto inviate da un cittadino il 14 novembre scorso mostrano una caditoia otturata. Il giorno prima della trasmissione, viene chiesto al civico n° 7 se si è intervenuto sulla caditoia, la risposta è negativa. Il Direttore, allora, contatta il Dirigente del settore tecnico, l’architetto Napolitano, il quale risponde che purtroppo hanno dei problemi e, per questo, non sono ancora intervenuti. Contattato anche il Sindaco, il quale ha anche la delega ai “Lavori Pubblici”, egli comunica a Troise di rivolgersi al Dirigente del Set-
tore Tecnico, “ma io” sottolinea il Conduttore “gli avevo scritto che già mi ero rivolto al Dirigente. Distratto da altre incombenze, non ha fatto caso alla mia annotazione”. Quindi, dal 15 novembre, giorno in cui è stata segnalata la caditoia otturata, non vi è stato apportato alcun intervento. “Fortunatamente”, ha riferito Troise “ha guardato la nostra trasmissione il presidente del Consiglio comunale Andrea Capano, il quale, questa mattina, si è recato nell’ufficio del settore tecnico, che comprende lavori pubblici, manutenzione, inquinamento e assetto del territorio. Pochi minuti fa, mi ha inviato un audio, riferendomi che la ditta aggiudicataria per la pulizia delle caditoie è alla firma. Si tenga presente che il video fu inviato da me il 15 novembre, oltre che al dirigente Napolitano, al Sindaco, all’assessora all’assetto del territorio Tommasina D’Onofrio, anche se la questione non rientra fra le sue competenze, e a Capano. Si è mosso solo quest’ultimo, seppure dopo un mese”.
Intanto, i cittadini, dice il Conduttore, continuano a segnalare irregolarità, come quella di via Cimarosa, convinti che questa trasmissione sia da pungolo agli Amministratori per sollecitarli ad intervenire. E’ indubbio, infatti, che la stampa locale e la trasmissioni via web condotte dal Direttore di Casoriadue siano anche un valido strumento di formazione civica, incoraggiando i cittadini a prendersi cura del Bene comune anche mediante la denuncia delle disfunzioni che riscontrano: un ottimo modo di utilizzo dei cellulari! il compianto prof. Pino Navarra, morto di recente, quando ricopriva il ruolo di responsabile di Cittadinanza Attiva, diceva che occorreva “disturbare i manovratori”, ovvero incalzare gli Amministratori, che, appunto, dormivano “nelle quiete stanze” del Palazzo comunale, stando loro col fiato sul collo. Grande ed encomiabile personalità, il prof. Navarra, seguitissimo redattore di Casoriadue, uomo probo, cittadino esemplare, one-
sto, “penna” spesso ironica e pungente nei suoi servizi, fino a qualche anno fa ancora costruttivamente propositivo nell’indicare la maniera di porsi al servizio della comunità cittadina. Ora le rubriche “La foto del giorno”, “La Copertina, condotte su Nano Tv continuano il suo impegno, permettendo a tanti cittadini di prendersi cura della propria città, del quartiere in cui si vive, segnalando, denunciando, proponendo. E’ il
modo migliore di ricordarlo! Ci univa una reciproca e sincera stima, più di una volta l’ho intervistato, evidenziava, nelle risposte, il dovere sacrosanto di partecipare alla vita politica con disposizione di servizio e non di profitto. Grazie, prof. Navarra, grazie per ciò che da docente ha elargito a generazioni di studenti casoriani; grazie, per avere sempre incarnato la necessità di formarsi una coscienza civica, contrastan-
do l’atteggiamento delegante, il disimpegno sociale. Grazie, per la sua postura di uomo dialogante e garbato. Ci mancherà, mancherà a questa testata! Avrebbe senz’altro gradito le nuove modalità grazie ai media, di coinvolgere la cittadinanza - anch’essa spesso dormiente, passiva, rassegnata -nella ricerca dei mali della Città, non per lamentarsi solamente, ma soprattutto, come lei ha insegnato, a fornire la testimonianza appassionata di un impegno politico serio e competente.
La trasmissione si è conclusa omaggiando la bravissima cantante Milena Setola, della quale è stato mandato in onda il video in cui ha cantato in diverse lingue la canzone di Andrea Sannino, “Abbracciame”. Un bel messaggio natalizio a volersi bene, a costruire relazioni d’amicizia, d’amore, rapporti interpersonali che superano i pregiudizi, le diffidenze, riscoprendo l’arte della riconciliazione, dopo la rottura di muri d’odio, di rancori e di discordie.
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IL SALOTTO DEL FEROCE PUBLIO VEDIO POLLIONE
Un tappeto di marmo bianco con doppia cornice nera, che si affaccia sul mare di Napoli, è il salotto del feroce Publio Vedio Pollione Sparito duemila anni fa, quando la favolosa dimora passa nelle mani di Augusto. Rispunta nella Villa imperiale di Pausilypon del I secolo A.C., il salotto del feroce Publio Vedio Pollione. Uno splendido pavimento bianco mosaicato con doppia cornice nera che potrebbe raccontare finalmente qualcosa anche sul suo primo proprietario, il ricco e spietato cavaliere campano. Il salotto del feroce Publio Vedio Pollione
Il feroce Publio Vedio Pollione, un commerciante di vini e uomo politico di grande successo, tanto da essere molto vicino al primo imperatore dell’Antica Roma. Che l’onora sovente della sua compagnia. Ma solo fino a quando non lo mette in imbarazzo al punto tale da meritare, una volta morto, persino la damnatio memoriae. Tanto che Ottaviano Augusto, erede di tutto il suo ingente patrimonio, ne occupa le domus, la bella casa di Roma e la villa di Napoli. Ma vuole cancellare ogni traccia di lui, la cui amicizia, secondo lo storico latino Tacito, gli viene rimproverata persino molti anni dopo.
Il ritrovamento del salotto del feroce Publio Vedio Pollione Questa scoperta, dopo ben due millenni di storia e circa due secoli d’intense ricerche archeologiche. Arriva da uno scavo che l’archeologo Marco Giglio dell’Università Orientale di Napoli conduce grazie alla concessione del ministero della Cultura. E in accordo con la soprintendenza all’archeologia, belle arti e paesaggio del Comune campano, impegnata in un progetto di valorizza-
zione del parco archeologico di Posillipo. Mentre lavora con Angela Bosco e Rosario Valentini, per mettere a punto un modello tridimensionale di tutti i resti di questa porzione della magnifica villa. “La nostra è ancora un’ipotesi”, sottolinea Giglio, che in questa campagna di scavi è affiancato dai suoi più valenti studenti.
Composizione del pavimento Formato principalmente da minuscole tessere di marmo bianco, il salotto del Feroce Publio Vedio Pollione si trova sotto alle terme fatte costruire quasi certamente dall’imperatore e poi più volte ristrutturate e modificate. I ricercatori ottocenteschi, guidati da un naturalista, l’hanno trovato ma forse senza capire di averlo fatto, così come non sono riusciti a interpretare pienamente le funzioni degli ambienti termali e delle sale di servizio che li affiancano. Tra cui un praefurnium, ossia il forno in cui far ardere le braci destinate a riscaldare il calidarium. Dice Giglio: «Le nuove indagini ci han-
no permesso di capire che l’ambiente con il mosaico è più antico delle terme e appartiene a un salone che si affacciava sul mare ed era ben più grande rispetto al locale che poi è stato occupato dai servizi delle terme”. Ancora manca una datazione certificata Tuttavia manca ancora una datazione stratigrafica, premette l’archeologo, ma in base allo stile quel salone potrebbe risalire “all’età tardo repubblicana o al massimo Augustea”.
Augusto regnò dal 27 A. C., Publio Vedio Pollione muore dodici anni dopo quella data, esattamente nel 15 A. C., ed è allora che la sua favolosa villa napoletana passa nelle mani dell’imperatore. Ma già da qualche tempo però, secondo quanto ci tramandano Seneca e Cassio Dione, prende le distanze da un amico divenuto troppo scomodo proprio per il suo lusso esagerato. E i comportamenti riprovevoli, quanto l’inaudita crudeltà.
Piazza Benedetto XV, 5/A 80026 Casoria (NA) itegas.srl@libero.it Tel. 081. 757.31.07 338.490.71.90 339.415.87.00
Biografia
Nato da una famiglia di ex liberti provenienti da Benevento, Pollione fonda la sua ricchezza sulla produzione e il commercio del vino, deve il suo potere a una serie di prestigiosi e lucrosi incarichi politici, in Asia Minore dove è proconsole. E poi anche come amministratore di una proprietà imperiale in Egitto. Però di buona fama: Infatti Cicerone ne parla malissimo («Numquam vidi hominem nequiorem», scrive di lui, ovvero: «non ho mai incontrato un uomo più iniquo») e si racconta un episodio spiacevole dovuto a una valigia piena di ritratti di matrone romane che non gli hanno rifiutato i loro favori carnali.
Aneddoti storici Si tramanda di una cena, a Posillipo e
con Augusto tra i suoi invitati, in cui per punire uno schiavo colpevole di avergli rotto un bicchiere ha ordinato di farlo mangiare vivo dalle murene giganti della sua peschiera. Seneca e Cassio Dione scrivono che addirittura interviene l’imperatore, a cui il malcapitato e maldestro schiavo implora clemenza per uscirne vivo. Così lo salva e ordina di rompere i vetri preziosi della casa e gettarli nella peschiera al suo posto alle murene. Evidentemente questo non basta all’imperatore che poi, diventato proprietario di quei beni, decise di far dimenticare a tutti il suo originario proprietario. Infausto destino
Così: Prima di tutto fa radere al suolo la sua casa romana all’Esquilino, per sostituirla con un Portico dedicato alla pro-
pria figlia Livia. Medesima sorte tocca anche alla grandiosa villa al mare, costruita in uno dei luoghi più suggestivi della costa napoletana, con le stanze affacciate sull’isola di Gaiola e le dependance. Che arrivano fino alla spiaggia, da una parte la cala dei Trentaremi, dall’altra quella dei Lampi. Infatti Augusto la trasforma in un enorme complesso imperiale, aggiunge edifici sontuosi, porticati, giardini. E persino una parte pubblica con un teatro capace di ospitare circa due mila persone e un altro per la lettura delle poesie. Al posto del salotto con vista in cui Pollione intrattiene gli ospiti per sfoggio dei suoi beni, ordina invece di sistemare le terme, anzi i locali di servizio. Forse ancora una volta a marcare le dovute distanze.
LA GINNASTICA ARTISTICA TORNA A CASORIA
Nella splendida cornice delle Universiadi, il Palacasoria si accende e accoglie 800 ginnaste e ginnasti da tutta la Campania, dieci gli ufficiali di gara impegnati nell’arbitraggio, venticinque le società sportive in campo gara, che dopo gli anni duri della pandemia, tornano a festeggiare con piogge di coppe. Tutto questo è stato realizzabile grazie al sodalizio tra il comune di Casoria, la società QUASAR Alessandro Imbaldi, nella figura della direttrice tecnica, consigliere alla VII municipalità di Napoli Mariafrancesca Imbaldi e i responsabili dell’AICS Mario D’Agostino e Rosa Cilio.
La gara entra nel vivo alle 14:00 del 17 dicembre per concludersi alle ore 20:00 del 18 dicembre, rispettando con precisine strategica la tabella di marcia. Si è colta l’occasione per premiare la società Cag Penisola Sorrentina, altra società legata all’AICS ed ai suoi responsabili, laureatasi campionessa d’Italia al torneo federale allieve gold, nella stessa giornata a Jesolo. Atterrata a Napoli, ha colto l’occasione per sentire ancora una volta l’inno di Mameli risuonare al Palacasoria per le tre campionesse ita-
liane.
L’organizzazione impeccabile e la sinergia fra tutti gli attori coinvolti dalla protezione civile al personale della società Quasar e dell’AICS ha reso possibile fronteggiare una mole di lavoro di un certo spessore Che il Palacasoria, illuminato e vivo per due giorni sia faro di una nuova luce e nuova linfa in tutto il territorio, attraverso i valori che solo lo sport sa trasmettere, inserito in una valida rete di concretezza istituzionale.
PREMIO “DONNE PER NAPOLI” - CARPISA YAMAMAY MIRIADE JAKED, GRANDE SUCCESSO AL TEATRO POSILLIPO
Grande successo al Teatro Posillipo con più di 800 presenze e un prestigioso parterre di premiati e premianti di eccezione per la sesta edizione del Premio “Donne per Napoli” - Carpisa Yamamay Miriade Jaked. Il riconoscimento, ideato dall’imprenditore Raffaele Carlino, presidente di Carpisa e Miriade, con il giornalista Lorenzo Crea direttore artistico dell’evento, premia le donne che hanno dato lustro alla città di Napoli e che si sono distinte in vari settori, dalla cultura alla politica, dall’economia allo sport, dallo spettacolo alla moda e alla ricerca scientifica.
I premi sono stati assegnati, nel corso della serata condotta da Veronica Maya, al Ministro per le Riforme Istituzionali e la Semplificazione normativa e già presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati (premiata da Raffaele Carlino e Lorenzo Crea per la sezione Istituzioni intitolata alla memoria della Senatrice Graziella Pagano, prematuramente scomparsa lo scorso settembre); per la sezione Giornalismo a Tiziana Panella (conduttrice di Tagada su La7, premiata dai giornalisti Enzo Agliardi e Mara Franzese); Stefania Brancaccio (Imprenditoria), cavaliere del Lavoro e vi-
cedirettore di Coelmo, premiata da Raffaele Cercola, ordinario di Marketing alla Seconda Università di Napoli; Emmanuela Spedaliere (Cultura), Direttore generale del Teatro San Carlo, premiata da Mariano Bruno, segretario del corpo Consolare di Napoli; Maria Nazionale (Musica, Cinema e Teatro), attrice e cantante premiata da Gennaro Migliore, Presidente dell’Assemblea Parlamentare del Mediterraneo; Angela Procida (Sport), campionessa paralimpica di Nuoto, premiata dall’ex portiere del Napoli e attuale proprietario dell’Ischia calcio Pino Taglialatela; Nilufar Addati (categoria Inclusione sociale), influencer e conduttrice radiofonica, premiata dall’assessore alle Politiche sociali del Comune di Napoli Luca Trapanese; Barbara Foria (Radio), attrice Tv e conduttrice radiofonica, premiata da Dino Falconio, vicepresidente della Fondazione Ravello; Maria Felicia De Laurentis (Ricerca scientifica), astrofisica e componente del consorzio di ricerca internazionale “Event Horizon Telescope” che ha fotografato nel 2019 il buco nero dell’Universo M87, premiata da Annamaria Colao, cattedra Unesco per l’Educazione alla salute e sviluppo
sostenibile, presidente della Società Italiana di endocrinologia); Alessandra Moschillo (Moda), imprenditrice e direttore creativo di Husky, premiata dal vicepresidente nazionale di Sistema Moda Confindustria e Pianoforte Holding Carlo Palmieri; per la sezione Audiovisivo alle attrici della soap di Rai3 “Un Posto al sole” (presenti Samanta Piccinetti, Mariasole di Maio e Gina Amarante, premiate da Ferdinando Tozzi, consigliere delegato del sindaco di Napoli Gaetano Manfredi per l’industria musicale e l’audiovisivo) e a quelle della serie tv di Rai1 “Mina settembre” (presenti Rosalia Porcaro e Benedetta Valanzano, premiate dal direttore del Centro di produzione Rai tv di Napoli e presidente della sezione Industria Culturale e Creativa dell’Unione industriali di Napoli Antonio Parlati); e infine, per la sezione Giovani, al cast della serie tv di Rai2 “Mare fuori” (presenti Kyshan Wilson e Giovanna Sannino, premiate dall’assessore alle Politiche Giovanili del Comune di Napoli Chiara Marciani, e a Giulia Valentino (Moda), premiata dagli imprenditori Luigi Panza, socio di Miriade, e Francesco Sangiovanni, ti-
tolare del Teatro Posillipo. Nel corso della serata si sono esibiti la giovane cantante Giada Lepore, finalista al Premio Mia Martini e madrina della finale di calcio delle scorse Universiadi di Napoli, che ha aperto il Premio interpretando l’Inno di Mameli e Gianluigi Lembo con la sua band della Taverna “Anema e Core” di Capri. In consolle il dj Marco Piccolo Il Comitato tecnico scientifico del Premio “Donne per Napoli” è composto da personalità del mondo scientifico, accademico, imprenditoriale, della cultura e spettacolo come Annamaria Colao, Raffaele Cercola, Veronica Maya, Francesco Sangiovanni, Enzo Agliardi e Francesco Tripodi (direttore generale di Miriade e amministratore delegato del Napoli Femminile calcio), oltre al presidente Raffaele Carlino e al direttore Lorenzo Crea.
Partner della serata sono stati Techmade, azienda leader nel settore elettronica di consumo rappresentata dal direttore marketing e relazioni istituzionali Lorenzo Falcolini, che ha omaggiato le premiate con i propri apprezzati smartwatch, e Raffaele Caldarelli pasticcere per i propri panettoni artigianali.
EMOZIONI CONTINUE PER I MR.HYDE, DAL TEATRO ALLE SERATE NEI
Il 2 e il 3 dicembre al Teatro Lendi, sono andati in scena Ludo Brusco e Rudy Brasiello.
Il duo napoletano è noto a tutti come i Mr.Hyde ormai dal lontano 2000, 22 anni che vanno dai primi momenti di pianobar retribuito con panino e bibita nei primi locali, fino ai grandi teatri e con grandi numeri.
In queste 2 sere abbiamo assistito a “Sì ‘a cosa cchiù bella” diretto da Elio Brusco. Tanti gli ospiti che si sono alternati nelle due serate. Il venerdì sul palco con i Mr.Hyde si sono alternati Gabriele Esposito con cui hanno omaggiato Nino D’Angelo e Pino Daniele in una versione molto emozionante di “Mente e cuore” e “Je sto vicino a te”. È stato poi il turno di Roberto Colella de La Maschera che con Ludo ha duettato in “Nun po’ fernì” e di Daniele Blaquier (voce dei Neri per caso) con il quale hanno accennato anche una bellissima versione unplugged de “Le Ragazze”. Emozionante anche la presenza dei 2 giovani e talentuosi attori della celebre fiction “Mare fuori”, Antonio Orefice e Maria Esposito. La prima serata si è chiusa con Rico Femiano con il quale hanno interpretato la fortunatissima versione di “Fammi riprovare” portata alla luce con Finizio ed il loro grande
successo “Sì ‘a cosa cchiù bella”.
Il sabato invece l’atmosfera è stata colorata dalla presenza degli amici e colleghi storici dei due ragazzi dei quartieri spagnoli.
Sono infatti saliti sul palco: Emiliana Cantone con “Sì l’unico ammore”, “Sempe” e “Questione ‘e core”, Gianluca Capozzi e la loro versione di “Non voglio perderti”, Rosario Miraggio ed il tormentone “Dove sarai”.
Non è mancato il momento a sorpresa con Francesco Merola, figlio del re della sceneggiata napoletana, chiamato sul palco da Ludo Brusco con immancabile schiaffo sul finale di “Passione eterna”
proprio come avrebbe fatto il grande Mario.
La serata non poteva che chiudersi con Rico Femiano e il grande successo “Sì ‘a cosa cchiù bella” dopo il quale sul palco sono salite tutte le persone che hanno reso possibile queste serate.
“Sì ‘a cosa cchiù bella” è stato frutto della sinergia e dell’affiatamento di tutta la squadra, dai coristi che lo stesso Ludo ha definito “ospiti”, quali Enrico Rispoli, Margherita Marinelli, Ramona Miccio e Maddalena Sorrentino.
Le coreografe Rossella Bruno e Morena Stodut, gli attori Stefano de Clemente, Marcello Giuliano, Raffaele Assante e Valentino Voice che hanno
LOCALI
divertito e fatto riflettere il grande pubblico.
Gianni Madonna che ha contribuito in gran parte all’organizzazione delle due serate.
Fondamentali anche i fantastici musicisti Lele Sabella alla batteria, Alessandro Anzalone al basso, Federico Luongo alle chitarre, Emidio Ausiello alle percussioni, Rocco Di Maiolo al sax, Gianfranco Campagnoli alla tromba e Rudy Brasiello che ha curato gli arrangiamenti alle tastiere.
Impeccabile anche l’outfit dei Mr.Hyde firmato dallo stilista Enrico Riccardi dell’omonima sartoria.
Sono state due serate emozionanti e ricche di grande musica, la stessa con la quale i Mr.Hyde da anni continuano ad emozionare il loro pubblico, un successo dopo l’altro.
“Sì ‘a cosa cchiù bella” dal 2 dicembre è diventato anche un disco raccolta prodotto dalla 10 Records contentente 20 tracce del duo partenopeo. Sabato 17 dicembre nel locale “Rose&Crown” Disco sito a San Sebastiano al Vesuvio,si è svolta la cena spettacolo con i Mr.Hyde, travolgente emozionante tantissime persone che facevano regnare la magia delle loro canzoni .Le tante persone che insieme raccontavano cantando un po’ la storia dei Mr.Hyde con tanto tanto repertorio .
Cultura. Afragola, censimento FAI, “Luogo del cuore”. Iniziativa dell’Associazione Nobis per la chiesetta della Scafatella. Si è conclusa il 15 dicembre l’undicesima edizione del Censimento del FAI- Fondo Ambiente Italiano- per l’iniziativa “Luoghi del Cuore”, una campagna nazionale per i luoghi italiani da non dimenticare.
L’Associazione Nobis di Afragola, diretta dal prof. Domenico Corcione, ha candidato la chiesetta di Santa Maria di Costantinopoli, detta Scafatella, tra i siti del patrimonio artistico nazionale meritevoli di valorizzazione e sensibilizzazione.
Diverse le tappe in città per l’invito a votare per la chiesetta della Scafatella, culminate nella mattinata di domenica 11 dicembre al Complesso monumentale Santa Maria d’Ajello di Afragola. Qui, presso la meravigliosa Cappella dell’Immacolata, una folta rappresentanza dell’associazione, ha illustrato nella meravigliosa cappella del Paradiso ai cittadini le modalità per votare (in maniera digitale) per il censimento FAI.
Nell’occasione sono stati distribuiti anche opuscoli informativi dell’attività di quest’associazione nata nel 2018. All’iniziativa ha preso parte una larga rappresentanza di altre realtà associative del territorio, ad iniziare da Giuseppe Cerbone, presidente de “La Casa del Popolo”, Angelo Laurenza, segretario dei Giovani Democratici di Afragola, Salvatore Salzano, Responsabile di “Movimento culturale Idee Libere” e la giornalista Serena Laezza di Tele Club Italia. L’evento del censimento ha rappresentato anche l’occasione di una visita all’oratorio della confraternita, sito religioso e artistico del XVII secolo, guidata dal
presidente di Nobis, Domenico Corcione. Non sono mancate le visite anche di esponenti politici, quali il consigliere comunale Antonio Iazzetta e il sindaco di Afragola, prof. Antonio Pannone, al quale gli associati hanno mostrato la targa storico – artistica relativa al Palazzo di Città, in attesa di apposizione dalla scorsa primavera: il primo cittadino ha preso l’impegno di posizionarla entro le festività natalizie. Presente alla manifestazione anche Padre Raffale Baia, Parroco di Santa Maria d’Ajello.
“La Cappella della Scafatella – ci spiega il prof. Domenico Corcione, Presidente di Nobis – è ubicata alla periferia della città in prossimità del Centro Commerciale Le Porte di Napoli.
È stata costruita nel XV secolo ed è l’unica cappella rurale di Afragola realizzata per dare un punto di riferimento ai contadini che, in passato, vivendo nei mesi centrali dell’estate nelle masserie delle campagne per i lavori agricoli, non avevano possibilità di frequentare i riti sacri. È una rettoria della chiesa di Santa Maria d’Ajello. Lo stesso nome ufficiale
della chiesa, e della località in cui sorge, mostra un legame odonomastico fra la nuova cappella rispetto alla vecchia Santa Maria d’Ajello. Il curioso termine “scafatella”, che significa “piccola barca priva di vela”, si pensa deriva dalla conformazione geografica dell’area. In occasione di temporali, la vicinanza di un canale secondario del fiume Clanio, il territorio doveva essere soggetto ad allagamenti a causa dei quali si dovesse far uso di piccole imbarcazioni, delle “scafatelle” appunto, appellativo poi passato ad indicare la chiesa stessa. Presenta affreschi risalenti al 1754 ed è tuttora luogo di culto nella festività dell’Ascensione”
La cappella della Scafatella, scorrendo il sito di fondoambiente, ha ricevuto 61 voti nel 2022 e si è classificata al 475° posto della classifica FAI (seguono la Masseria Antonio Ferraioli al 495° posto, con 41 voti, e il Complesso monumentale di San Marco in Sylvis al 519° posto, con 17 voti nel 2022).
Occorrerà aspettare il prossimo mese di febbraio per la classifica definitiva.
A NATALE GLI OFFICINA PARTENOPEA PUBBLICANO UN
Un video natalizio per la band che ha fatto ballare mezza Europa con il brano d’esordio “POSILLIPO”, prodotto dal grande Bill Zimmermann
A un mese esatto dall’uscita del video ufficiale del loro nuovo singolo, “DENTI”, gli OFFICINA PARTENOPEA lanciano – per salutare il Natale 2022 – uno speciale community video del singolo. Dopo aver fatto ballare gli ascoltatori di mezza Europa con il brano d’esordio “POSILLIPO” – prodotto dal grande Bill Zimmerman (producer di Ariana Grande, Coldplay, Mariah Carey, BTS e Usher) – gli OFFICINA PARTENOPEA presenteranno DOMENICA 25 DICEMBRE 2022 (ALLE ORE 12.00) sul loro canale YouTube ufficiale il community video di “DENTI”, single in alta rotazione sulle piattaforme di streaming, inserito in playlist di grande successo come ‘Napoli in Alta Rotazione’ (Napoliinar) e nella playlist di culto ‘Very Neapolitan Hit’. Circa trenta sono le persone che partecipano al community video: “Ab-
biamo voluto coinvolgere persone che fossero testimoni del mondo del lavoro – spiegano i quattro musicisti napoletani – dall’edicolante al barbiere, dal metalmeccanico al disoccupato. Ognuno di loro recita un verso della canzone, una sorta di ‘immersione’ sonora e visiva nella nostra canzone”. Tra i partecipanti al video anche due musicisti: il tenore Alessandro Granato e il chitarrista Gio-
“La Pro Loco Insieme per la citta’ di Casoria”, anche questo Natale - come da tradizione consolidata - organizza in collaborazione con la Chiesa Santa Maria delle Grazie e la Congregazione Suore Francescane Elisabettine Bigie, in onore di “ SAN LUDOVICO DA CASORIA” il “PRANZO SOLIDALE 2022”... momento di pace e solidarieta’ per le persone che si trovano in condizione di bisogno e di disagio , causato non solo dalla crisi economica e sociale, ma anche da uno stato di diffusa solitudine.
Al di la’ di questo momento simbolico che vogliamo condividere con i nostri fratelli piu’ deboli....assistiamo ad un incremento della poverta’...per cui sarebbe cosa giusta e utile, realizzare una mensa per l’intero anno per accogliere i meno fortunati.
Purtroppo essendo un’associazione “senza scopo di lucro “ non riusciamo a soddisfare le continue richieste dei nostri fratelli bisognosi, nonostante i pochi privati - che ringraziamo sempre - che ci sostengono da anni e ci permettono di organizzare questi momenti solidali.
Dovrebbero essere principalmente le Istituzioni, da noi piu’ volte sollecitate, ad avere più interesse e sinergie verso chi cerca con sacrificio, di occuparsi dei bisognosi, regalando loro un sorriso, un momento di condivisione fraterna, così come sulle orme del nostro “Santo Padre Ludovico da Casoria”, che nella sua vita si e` sempre prodigato per i fratelli poveri. Ci appelliamo a chi volesse contribuire con qualche dolciume, panettoni ecc..di recarsi presso la sede della Pro loco via Pio XII n° 130.
Ringraziandovi anticipatamente...
La “Pro loco Insieme per la citta` di Casoria” Augura a tutti Voi un felice e sereno Natale.
VIDEO NATALIZIO
vanni Cigliano.
Quattro sono le ‘anime’ che danno vita a Officina Partenopea: Rosario Viola è voce e autore della formazione; Luca Roncelli è chitarrista e polistrumentista nonché principale autore e compositore della band; Simona Pinto è chitarrista e corista; Antonio ‘Uke’ Russo è producer e polistrumentista. Autore e compositore di DENTI è Roncelli, che nel brano suona la chitarra flamenca insieme a Simona Pinto; la produzione del brano è firmata da Russo “acasadiuke”, mentre il sound engineering è affidato a Stefano Formato (Enzo Gragnaniello). Sotto la direzione artistica di Dario Sansone (frontman dei FOJA), la band si è lasciata affiancare dal fisarmonicista Claudio “Zingarone” Del Vecchio – già nelle fila dei Guappecartò – e dal bassista Giuliano Falcone dei FOJA. La distribuzione è affidata all’etichetta partenopea FULLHEADS, label de La Maschera, Foja, Pepp-oh, Tommaso Primo, Daniele Sepe e molti altri.
AVVISO SACRO
Ringraziamo gli sponsors:
NATALE A NAPOLI ALTRI NATALI. CO’ TUTTI I SENTIMENTI
Cantate di Natale, danze e dintorni: gli spettacoli di Natale fuori Campo, dal 27 al 30 dicembre, ore 20.30. Teatro Immacolata - via Nuvolo 9, Napoli Prosegue il calendario degli eventi di Natale Fuori Campo, il progetto presentato dall’associazione Sfera Ovale, nell’ambito di Altri Natali, iniziativa realizzata con il contributo del Comune di Napoli. Dopo i workshop formativi il Teatro Immacolata di via Nuvolo 9 ospiterà, dal 27 al 30 dicembre (ore 20.30) 4 spettacoli di musica e danza a ingresso gratuito. A partire dalla Cantata di Natale tra Scilla e Cariddi, martedì 27 dicembre, con Massimo Ferrante (chitarra e voce) Francesco Di Cristofaro (fisarmonica e fiati) Giacomo Pedicini (contrabbasso) Francesco Paolo Manna (percussioni). Una cantata che contiene anche brani presi dalla tradizione degli “Orbi” siciliani, i cantastorie non vedenti che ai primi del ‘600 iniziarono a diffondere i testi dialettali anche di carattere sacro. Furono i Padri Gesuiti dell’epoca a incoraggiare quest’attività, aiutati dalla credenza popolare che la preghiera o il canto dei sofferenti fosse gradita al cielo. Non mancheranno serenate, canzoni d’amore, ninne nanne contro la guerra, leggende cantate (bellissima quella su Colapesce, tanto cara a Benedetto Croce) e versi dal Canzoniere Italiano di Pier Paolo Pasolini. Infine, le strine: canti che tutt’oggi si intonano nelle vie dei paesini calabresi, per augurare un felice Natale e un sereno anno nuovo.
Il 28 dicembre va in scena In nome della Madre, di Erri De Luca, una produzione dell’associazione Campania Danza, a cura di Sfera Ovale, adattamento e regia di Brunella Caputo. Con Brunel-
la Caputo, Concita De Luca e Salvatore Albano. Musiche di Max Maffia. Si racconta la storia di Miriàm/Maria, una ragazza che smette di essere tale all’improvviso. L’annuncio di un angelo in avvento, a porte spalancate, le mette il figlio in grembo. Si racconta dell’accensione della natività nel corpo femminile, dell’amore smisurato di Yosef per la sposa promessa, delle loro nozze, della fuga, di un viaggio su un’asina paziente, di una notte con la luce di una cometa nel buio dell’inverno. È la storia, misteriosa e sacra, di una operaia delle divinità capace di fabbricare scintille. “In nome del padre” inaugura il segno della croce. In nome della madre s’inaugura la vita.
Il 29 dicembre, Altri Natali Straordinari, da un racconto di Alicia GiménezBartlett, una produzione di Akerusia Danza, a cura di Sfera Ovale, con la compagnia giovanile Akerusia Danza, letture di Patrizia Eger, regia di Rosario Liguoro. Lo spettacolo si ispira a una visione atipica del Natale, allo scovare il mistero nella leggenda, i dettagli, ciò che
si nasconde tra un fotogramma e l’altro dell’usuale modo di percepire di Natale; ciò che ci trasporta in altri mondi, dove il Natale ci ritorna indietro in un gioco di specchi.
Il 30 dicembre ultimo spettacolo con La Sposa: micromonologhi al femminile, produzione Akerusia Danza, a cura di Sfera Ovale, regia di Rosario Liguoro, coreografie di Elena D’Aguanno, musiche di Massimo D’Avanzo. Con Rossella Massari, Rosalia Cuciniello, Susanne Poole, Nunzia Russo, Maria Grazia Cavallaro, Terry Gisi, Marcella Martusciello, Raffaella Savastano (la sposa muta). La sposa si basa su un desiderio autentico: indossare l’abito della propria madre in una rappresentazione teatrale e renderlo personaggio. Le spose diventano sei e raccontano sei storie matrimoniali, belle, brutte, fantasiose, tragiche. Sei storie bianche in contrappunto, che parlano di nascita, crescita, vita, interruzione e morte. Le spose sono accompagnate da un’animella danzante e da un angelo che veglia su di loro.
“MATER CAMORRA” LO SPETTACOLO DI GIANNI SALLUSTRO E NICLA TIROZZI TRATTO DA BRECHT, VA IN SCENA AL TEATRO INSTABILE NAPOLI
“Mater Camorra”- ‘O paraustiello da Squarciona di Gianni Sallustro e Nicla Tirozzi, con Gianni Sallustro, Nicla Tirozzi, Ciro Pellegrino, Gianluca Cangiano, Tommaso Sepe, Francesca Fusaro, Davide Vallone, Vincenza Granato, Vincenzo Gambocci, Antonio Pio Del Vecchio, Nancy Pia De Simone, Rosa Vanese, Carlo Paolo Sepe, Noemi Iovino, Paola Carillo, Roberta Porricelli, Maria Crispo, Antonella Montanino, Elisa Sodano, Gennaro Zannelli, Salvatore Ciro Tufano, Luigi Guerra, Sara Ciccone, Anna Sodano, Enrico Annunziata Il 29, 30 dicembre 2022, ore 20.30 e il 6, 7, 8, gennaio 2023 ore 18.30 va in scena “Mater Camorra” al Teatro Instabile Napoli, adattamento da Brecht di Gianni Sallustro e Nicla Tirozzi una produzione Talentum production di Marcello Radano con Accademia vesuviana del teatro e cinema. La regia è di Gianni Sallustro. Quest’anno lo spettacolo festeggia vent’anni di messinscena.
In scena, con Nicla Tirozzi e Gianni Sallustro, ci sono: Ciro Pellegrino, Gianluca Cangiano, Tommaso Sepe, Francesca Fusaro, Davide Vallone, Vincenza Granato, Vincenzo Gambocci, Antonio Pio Del Vecchio, Nancy Pia De Simone, Rosa Vanese, Carlo Paolo Sepe, Noemi Iovino, Paola Carillo, Roberta Porricelli, Maria Crispo, Antonella Montanino, Elisa Sodano, Gennaro Zannelli, Salvatore Ciro Tufano, Luigi Guerra, Sara Ciccone, Anna Sodano, Enrico Annunziata.
Note di regia: “Si può pensare che le donne siano contro le guerre perché nell’immaginario collettivo è il sesso maschile che combatte. Se invece consideriamo intrecciati privato e pubblico, individuo e collettivo, femminile e maschile, in guerra la parte sostenuta consapevolmente dalle donne è sempre stata grande. Sono le donne a garantire solidarietà ed affetti a chi agisce in un teatro di odio e di distruzione. E ancora, in tempo di guerra, sono le donne, oltre a decidere di poter combattere in prima linea, a sopportare un sovrappiù di violenza: gli stupri, la prostituzione coatta oppure la riduzione alla funzione di cura ed assistenza. Anna Fierling, la celebre vivandiera di Brecht, diventa in “Mater Camorra”, Anna ‘a squarciona (Nicla Tirozzi), mentre i suoi tre figli, Eilif, Schweizerkas e Kattrin la muta, vengono ribattezzati Rafele, Tonino e Catarina. Tra gli altri personaggi c’è il Cappellano, (Gianni Sallustro), personaggio che rappresenta una casta di persone paurose e false. Lui non si fa problemi a rinunciare alla sua devozione alla Chiesa per sopravvivere. Il cappellano è inquietante, corrotto, mefistofelico e con connotati zoomorfi, come il resto degli altri personaggi del testo rivisitato. In questa rilettura del drammaturgo di Augusta la vicenda di “Madre Courage” è ambientata nei vicoli di Napoli e nella provincia napoletana e la guerra dei trent’anni si trasforma nello scontro perenne fra i clan, con il surplus di degrado e “bestialità” che questo comporta”.
Caratteristiche del lavoro: Il linguaggio con cui si esprimono gli attori è un insieme dei vari dialetti campani. Lo zoomorfismo è una caratteristica fondamentale dei personaggi dello spettacolo per sottolineare la loro “bestialità”. La “Guerra dei Trent’anni” viene attualizzata nello scontro perenne fra i clan sottolineato da un coro greco di animali che fa immergere lo spettatore in una giungla. I costumi sono ricoperti di soldi macchiati di sangue per evidenziare che il “Dio denaro” è l’unico
interesse dei camorristi. Elemento scenografico dello spettacolo è un carro. Sui suoi quattro lati, sono riprodotte le capuane Matres Matutae che, come sfingi, custodiscono l’enigma della vita. Nello spettacolo si parla delle vittime innocenti di camorra e mafia e di Gaetano Montanino a cui Mater Camorra è dedicato. Guardia giurata, Montanino viene ucciso il 4 agosto 2009 durante una sparatoria avvenuta in piazza Mercato a Napoli, mentre stava svolgendo la sua ordinaria attività di controllo. Montanino e un collega, sono nella macchina di servizio dell’istituto per cui lavorano, “la Vigilante” per il loro abituale giro di controllo delle attività commerciali quando improvvisamente sono avvicinati da quattro delinquenti che intimano loro la consegna delle armi.
La guardia giurata Gaetano Montanino non cede alle pressioni dei rapinatori e non consegna l’arma di ordinanza, consapevole che la stessa sarebbe stata usata dai rapinatori per commettere altri reati, sacrificando la propria stessa vita.
Gaetano viene colpito da 7 colpi di pistola, il compagno è più fortunato, i sei proiettili che lo raggiungono non ledono parti vitali. Processati e condannati i responsabili dell’omicidio. Gaetano Montanino è riconosciuto “vittima del dovere” con decreto del Capo di Polizia n. 599/C/3/GG/34 del 13 marzo 2013. Lo spettacolo ha il patrocinio morale del Comune di Napoli, di Libera, di Associazione A. R. Ca. Agende Rosse Campania, di Articolo 21.
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