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FORSE NON LO SAI, MA PURE QUESTO È AMORE!

Siamo alla frutta! E’ di solito un modo per dire di essere alla fine, ma è da qui che comincia o, meglio, continua, la nostra storia. Un frutteto casoriano, un frutteto collettivo, come cuore e simbolo del nuovo parco di via Boccaccio, Terranostra. C’era una volta e c’è ancora… questa storia può essere raccontata come storia di resistenza, di passione, di un futuro ancora da scrivere, ma che delinea i sui contorni mettendo radici, comunicando nella forma più potente al mondo: il linguaggio della natura.

Questi alberi hanno compiuto tre anni, sono nel pieno della giovinezza e già lasciano assaggiare i primi frutti: ce ne sono per ogni stagione, di diverse varietà. L’intento di chi li ha piantati è stato quello di donare uno spazio didattico per tutte le generazioni, un presidio di salute e di sovranità alimentare per il territorio. Una delle prime richieste avanzate dalla comunità di riferimento del bene comune di Terranostra è stata, infatti, quella di salvaguardare questo patrimonio arboreo nel futuro progetto esecutivo; progetto che sarà consegnato ufficialmente e definitivamente proprio in queste ore. L’abbandono dello spazio di via Boccaccio dell’ultimo anno non ha certo giovato allo stato di salute di questi alberi e di tutta la terra ed è per questo che gli attivisti e le attiviste di Terranostra hanno chiesto a più riprese di potare e monitorare il frutteto e di conoscere lo stato attuale del progetto di parco urbano. Giovedì 16 febbraio ’23 è stato un giorno importante per il nostro racconto, perché chi ha vissuto e curato la terra in questi meravigliosi sette anni di autogestione, dopo essere stata messa alla porta per consentire la realizzazione del parco, ha avuto finalmente la possibilità di rientrarci e, stavolta, senza doversi preoccupare di ulteriori minacce e denunce… (ricordiamo che tre persone tra chi ha piantato questi alberi e curato lo spazio per il bene della collettività tutta sono attualmente indagate). La giornata è stata scandita da due momenti: il primo di cura collettiva e potatura del verde, il secondo di visualizzazione e discussione del progetto esecutivo. E’ stato un evento molto forte, anche emotivamente, per tutte le persone che in questi anni hanno animato e attraversato l’uso civico e collettivo dell’area e che aspettano di poter riprendere le attività e la gestione comune dello spazio che (è proprio il caso di dirlo) ha finora dato i suoi frutti.

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‘Terranostra e il suo futuro’ è stato l’oggetto della trasmissione “La Foto del Giorno” su NanoTV, a cura del direttore Nando Troise, in onda il 9 febbraio.

E’ stata in quella sede che, sfruttando il mezzo fotografico, varie autorità competenti hanno espresso un loro commento, appunto, sulla foto del giorno che ritraeva l’area verde di via Boccaccio.

“Doposcuola, teatro, orti sociali: questo parco è stato gestito in maniera mera- vigliosa dai ragazzi e dalle ragazze che sette anni fa lo occuparono. Poi sono arrivati i PICS, Piano Integrato Città Sostenibili, e da più di un anno questa terra è ritornata ad essere abbandonata” – ha introdotto Troise, che a seguire ha menzionato i commenti arrivati.

L’Architetto Salvatore Napolitano, dirigente dei lavori pubblici, ha fatto sapere che “il progetto prevede la ristrutturazione dei due piccoli edifici presenti, un parcheggio di ingresso, orti sociali, una nuova apertura da via Petrarca”.

“Ci sono troppe criticità sulla cura del verde pubblico, come dimostra lo stato della villa comunale ” è stata, invece, la denuncia del consigliere comunale Salvatore Iavarone che ha definito “un’opportunità per la città la realizzazione del futuro parco in questi 33mila metri quadri di via Boccaccio”.

L’assessore all’assetto del territorio, dott.ssa Tommasina D’Onofrio, che ha aperto un dialogo con la comunità di Terranostra, ha invece annunciato che i lavori cominceranno in primavera e finiranno entro quest’anno: “Avrà una vocazione diversa rispetto al Parco Michelangelo, manterremo la vegetazione presente, incrementandola con degli orti, aggiungendo altri alberi e faremo un’area mercatale al confine con il quartiere di edilizia popolare. Stiamo sperimentando una progettazione aperta che porteremo avanti anche sul posto con i progettisti e gli attivisti, come abbiamo già fatto in un’altra occasione presso la facoltà di Architettura”. Proprio in virtù di questa partecipazione, la speranza della comunità di Terranostra è che “il parco ritorni ad essere un bene comune grazie al riconoscimento dell’uso civico e collettivo e che non siano previste inutili cementificazioni, piuttosto abbiamo chiesto una caratterizzazione agricola e naturalistica del parco che presenta una biodiversità da proteggere” – è stato il commento finale della trasmissione.

Un video dalle pagine social di “Terranostra occupata”, risalente al febbraio di due anni fa, mostra gli sforzi per la realizzazione del frutteto. La bellissima didascalia di quel video, che commenta con semplicità i lavori di piantumazione, merita di concludere questo articolo, proprio nella settimana di San Valentino: “Casoria Respira! Forse non lo sai, ma pure questo è amore…”.

Ebbene, con oggi sono SETTE le candeline che la Run for Love projectAnna Cerbone spegne sulla torta della sua vita: numero perfetto e magico, il sette rappresenta l’emblema della totalità di spazio, tempo ed universo in movimento. A ben pensarci, ciò che accade ai tanti atleti che corrono insieme a questo disegno di amore e di sport. Lo spazio - al tempo stesso - infinito e misurato di una gara, di una distanza o di una maratona; il tempo da percorrere, che segue più i battiti del cuore che il cronometro al polso; l’universo che si muove fino a riempire mente, polmoni e anima di chi ha come unico obiettivo misurarsi con i propri limiti e trasformarli nella propria forza. Una corsa che fedelmente percorre i sentieri della solidarietà, la via del sostegno, la strada dell’amore che, seppur complicata ed impervia, è l’unica da seguire per riuscire a rendere “una grande ambizione” in un sogno senza fine. E correndo, correndo fino ad oggi sono stati raccolti e donati € 47.000,00; sono stati adottati quattro bambini a distanza; 135 atlteti sono gli iscritti all’associazione e quasi lo stesso numero di soci simpatizzanti, non atleti, ma strenui sostenitori di tutti i nostri progetti. E il sette sarà così perfetto da condurci dritto, dritto al prossimo 8 dicembre quando, per la prima volta, la RfL organizzerà la sua prima gara ufficiale. A piccoli passi, abbiamo fatto e faremo grandi cose. In questo giorno dedicato all’amore in ogni sua forma, permetteteci di ricordare il nostro caro, fraterno, indimenticabile amico Andrea che, più di tutti, volle la fondazione di quella che lui ha sempre definito la “grande ambizione” : insieme a lui, nel suo ricordo, che si fa vita e respiro ad ogni evento, osiamo volare, lì dove terra e cielo ci regaleranno sempre una medaglia d’amore.

Un ringraziamento speciale a quanti hanno creduto e continuano a credere, con fiducia, simpatia, condivisione e grande spirito sportivo, in un progetto che, da sette anni, ci ha tatuato il giallofluo sul cuore.

Buon anniversario alla Run for Love project-Anna Cerbone, buon anniversario a quanti rendono possibile questa bellissima realtà.

Antonio Botta

“SUPEREROI”, TERZO POSTO AL FESTIVAL DI

UNA CANZONE SEMPLICEMENTE MERAVIGLIOSA CAMMINERO’ A UN PASSO DA TE, SE AVRAI

Paura Allora Stringimi Le Mani

Per una settimana la RAI ha focalizzato l’attenzione di milioni di italiani sull’ evento sanremese, dedicando pochissimo spazio ogni sera, durante la gara canora, alla tragedia del terremoto in Turchia e Siria: solo il tempo esiguo di indicare il numero di telefono per un’offerta in denaro, rispetto alle lunghe ore di trasmissione del festival canoro. Si è persa, così, una preziosa possibilità, durante la Kermesse, di sensibilizzare il numeroso pubblico televisivo, invitandolo ad offrire un contributo economico “Pro Siria”, un Paese già martoriato da quasi dodici anni di conflitto bellico. Nelle stesse ore, su LA 7, il conduttore Formigli, nella trasmissione “Piazza Pulita”, giovedì 9 febbraio, mostrava scene terribili di palazzi crollati, di case ridotte in macerie, mentre i vigili del fuoco italiani, con coraggio e determinazione, scavavano tra le macerie per trovare persone ancora vive. Li ho visti piangere dall’emozione e abbracciarsi dopo avere estratto dalle macerie bambini raggomitolati o stesi in mezzo alla polvere, sotto i calcinacci con corpo e il volto coperti di polvere. In quelle lacrime, in quegli abbracci sta tutto il senso della solidarietà, dell’altruismo, della passione per il proprio lavoro, svolto con abnegazione e forte senso del dovere E› lì, in quelle stille riganti volti provati dalla stanchezza e dalla fatica, che brillava l’amore, quello autentico, che scalda il cuore, che spinge a non fermarsii mai, pur di salvare una vita umana. Quanta differenza con talune scene viste sul palco dell’Ariston! Non demonizzo Sanremo, al contrario, è un evento –spettacolo che da tempo fa parte delle nostre peculiari tradizioni italiche, ma certi eccessi sfociano nel becero. E’ sicuramente, il festival di Sanremo, una ghiotta occasione per giovani cantanti e musicisti di talento di farsi conoscere al grosso pubblico, un’opportunità di apprezzare le nuove tendenze musicali, ma, per carità, il troppo storpia sempre. Per questo ho apprezzato la fine eleganza, la spontaneità e il sorriso contagioso di Leo Gassman, la delicatezza di Mr Rain e l’amore solido dei “Coma cose” che, dopo un periodo di crisi, hanno deciso di sposarsi, dichiarando anche con la loro canzone che “dirsi addio non è una possibilità” . Finalmente è stato espresso, attraverso un testo cantato sul palcoscenico dell’Ariston, l’amore fondato sull’impegno di reciproca fedeltà dei due partner: un amore che lancia la speranza. L’amore, infatti, vive di speranza, dovendo ogni giorno, nel menage familiare, volgere lo sguardo al futuro, chiamando la coppia, sposata o convivente che sia, a mettersi in gioco sempre di nuovo. La forza della speranza rende capaci di cominciare ogni giorno da capo.

Il terzo premio della canzone di Mr. Rain è più che meritato, senza nulla da obiettare sulla vittoria conseguita da Marco Mengoni, le cui potenti qualità canore sono fuori discussione. Un’espressione ritengo, però, stonata nel testo del vincitore: “Ci siamo fottuti”: troppo greve, a mio avviso; si potrebbe obiettare che è questione di gusti e, quindi “de gustibus non disputandum”, ma io credo che sia soprattutto una questione di stile. Ciò detto, torno alla canzone “SUPEREROI”: i bambini hanno fatto capire che siamo” angeli con un’ala soltanto”. É una frase già letta e ascoltata, ma non importa, andava, in quel contesto, e in questo periodo così difficile, cantata con lo sguardo pulito dei piccoli e dell’interprete. Sì, gli uomini sono angeli con un’ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati. Su questa magnifica immagine, anni fa, il vescovo don Tonino Bello scrisse una intensa preghiera, ecco uno stralcio:

“Ti chiedo perdono, Signore, per ogni peccato contro la vita. Anzitutto, per le vite uccise prima ancora che nascessero. Sono ali spezzate ....Ma ti chiedo anche perdono per tutte le ali che non ho aiutato a distendersi. Per i voli che non ho saputo incoraggiare. Per l’indifferenza con cui ho lasciato razzolare nel cortile, con l’ala penzolante, il fratello infelice che avevi destinato a navigare nel cielo E tu l’hai atteso invano, per crociere che non si faranno mai più”

La canzone è semplicemente meravigliosa, pervasa di poesia e di profonda delicatezza, ricca di spunti su cui riflettere, in particolar modo rispetto al fatto che nessuno di noi è un’isola, nessuno è bastevole a se stesso, ognuno per curare le proprie ferite ha bisogno di un cuore amico, di una persona che gli cammini accanto, perché, appunto, siamo “angeli con un’ala soltanto” . Siamo tutti sulla stessa barca, o ci si salva insieme, o non ci si salva. Il verbo camminare senza l’avverbio insieme non ha senso. “Mi basta un attimo e capisco che ogni cicatrice tua è anche mia/ Mi basta un attimo per dirti che con te ogni posto è casa mia/Perché siamo invincibili, vicini/ E ovunque andrò sarai con me/Supereroi solo io e te/ Due gocce di pioggia che salvano il mondo dalle nuvole /Camminerò/ A un passo da te/ E fermeremo il vento come dentro gli uragani/ Supereroi /Come io e te/Se avrai paura allora stringimi le mani”. Un testo da far girare nelle scuole di ogni ordine e grado. Lo spero!

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