DOMENICA 6 MARZO 2022
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Settimanale di Informazione
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ANNO XXII - N° 10 - DOMENICA 6 MARZO 2022
LA GUERRA
C&C
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MARIA CRISTINA ORGA
IO RACCONTO STORIE magazine
SIAMO TUTTI UCRAINI
Ucraina non è un nome scelto a caso per una terra che nello scacchiere geo� politico europeo rappresenta uno spazio cuscinetto inserito tra le due potenze mi� litarmente egemoni nel mondo: Ucraina significa infatti letteralmente “Al Confi� ne”. In nome omen, mai più vero come in questo caso: nel nome c’è il destino, solo che stavolta non si tratta del desti� no di una singola persona, ma di una nazione dalla lunga tradizione di civiltà che, dalle ceneri dell’ex URSS, cerca da decenni di conquistare una indipenden� za politica, economica, civica, cultura� le, una credibilità e un’affidabilità nelle relazioni internazionali. Un percorso lungo e irto di ostacoli costruito un mat� toncino alla volta con pazienza, fatica e inossidabile tenacia da un intero popolo che tenta di voltare le spalle ad un pas� sato autocratico, tirannico e repressivo e abbracciare i principi della democrazia e del pluralismo, del dialogo e delle li� bertà civili. In un mondo sano, civile e umano, lo sforzo dell’Ucraina andrebbe applaudito e segnato a dito come esem�
Dopo il Sars Covi2, l’aggressione armata all’Ucraina da parte della Russia di Putin, è il nuovo incubo in cui siamo precipitati nostro malgrado, travolti insieme al resto del mondo in una guerra pretestuosa e pericolosa dai risvolti imprevedibili
pio virtuoso. Nello scellerato presente devastato dal monoteismo dell’Ego Sum di qualche misero mortale che si crede dio, invece, viene interpretato come il peggior atto di eresia e di lesa maestà che mai stato sovrano ma fino a un certo punto potesse mai immaginare e ha of� ferto il pretesto perfetto per scatenare un gelido vento di odio e di morte che in un amen si è trasformato in un tornado dalla forza distruttiva crescente che rischia di
spazzare via il mondo come lo abbiamo conosciuto finora, senza darci nemmeno il tempo di fumare l’ultima sigaretta che non si nega al condannato e di recitare le ultime preghiere. Sono giorni che ri� suonano sinistre le sei maledette lettere della parola guerra. Una parola che pen� savamo bandita per sempre dal nostro orizzonte di figli privilegiati del Vecchio Continente che, forte di trattati, libera� lismi e robuste democrazie, ci eravamo cullati nella convinzione malriposta che neanche nel peggiore degli incubi ci sa� rebbe mai toccato di guardarla in faccia la guerra, con la sua orripilante masche� ra di sangue e disperazione. E invece. Perché? È la domanda che naviga negli occhi sgranati dal terrore e dall’incredu� lità. Perché al destino non si può sfuggi� re e se poi quel destino lo porti dichia� rato nel nome, ti marchia per sempre ed ogni tentativo di scrollartelo di dosso non produce altro risultato che ustionarti la pelle e sfigurarti, come il peplo avve� lenato dall’implacabile Medea che cinse in un avello di fuoco la sciagurata Glau�
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4 ce, colpevole solo di aver amato l’uomo sbagliato, quel Giasone incantatore che fu la sua rovina. Perché dunque l’Ucrai� na si dibatte disperatamente ed eroica� mente nella rete che le hanno stretto in� torno le armate di Putin, mentre l’Europa e la Nato, incredule in un primo momen� to che alle minacce sarebbero seguiti fatti di tale immensa sciagurata portata, hanno lasciato ben presto il davanzale della finestra, mettendo prontamente in campo azioni economiche e militari sen� za precedenti? Tante sono le domande che tutti si fanno ma a cui nessuno sa dare risposta: come evolverà la situa� zione? Il conflitto si espanderà ulterior� mente? Putin farà davvero ricorso alle armi atomiche come ha già minacciato di fare con agghiacciante freddezza? È questa la temuta alba dell’Armageddon nel quale si apriranno i cieli, si scoper� chieranno le tombe e una voce dall’al� to tuonerà il giudizio inappellabile per tutti gli esseri umani viventi e vissuti? O invece il conflitto resterà circoscritto per cessare del tutto nel più breve tempo possibile? La ragione in breve tornerà ad illuminare le menti offuscate e le armi faranno silenzio per lasciare il posto alle parole della diplomazia? Chi può dirlo. E se non possiamo sapere come andrà a finire cerchiamo almeno di capire come e quando tutto è iniziato. Ucraina, dicevamo, significa letteral� mente Al Confine e, dal punto di vista geopolitico indica lo spazio cuscinetto tra due superpotenze, come ricorda� to all’inizio. Per garantire l’equilibrio, questo spazio deve restare neutrale, non deve cioè essere di nessuno. Dopo la caduta del muro di Berlino, nel 1989, che resta una delle pagine più felici ed esaltanti della storia moderna e contem� poranea, tra il presidente russo Michail Gorbaciov e quello statunitense George Bush viene stipulato un patto non scritto che prevede il ritiro delle armate rosse a patto che la Nato si impegni a non in� globare le ex repubbliche prima inglo� bate nell’URSS. Quando nel 1993 nasce l’Unione Europea, viene offerta alle ex repubbliche sovietiche la possibilità di aderirvi, ma la condizione per iniziare una negoziazione per valutarne l’ingres� so è il diventare membro dell’alleanza atlantica. Dal 1999, diventano pertanto membri della Nato e poi dell’UE Polo� nia, Ungheria, Romania, Estonia, Let� tonia, Lituania, Repubblica Ceca e coì via. Da tempo anche l’Ucraina vorrebbe mettersi al riparo dell’ombrello dell’UE, ma dovrebbe a sua volta compiere il fa�
tidico passaggio precedente e per Putin, ex militare, ex agente segreto del KKB, “democraticamente” (per così dire) al potere dal 1999 cresciuto a pane e so� spetti, avere la Nato alle porte di casa suona come una minaccia alla sicurez� za russa, mentre gli USA sono dell’idea che uno stato sovrano (e l’Ucraina lo è) può scegliere di quale blocco politico e militare far parte. L’inconciliabilità del� le posizioni fornisce a Putin il pretesto per un’escalation di rinforzi militari alle frontiere con un contingente di 127.000 uomini al confine con l’Ucraina, 47.00 al confine con la Bielorussia, con il consenso delle repubbliche satelliti di Mosca, Moldavia e Transnistria. Intan� to Stati uniti, Inghilterra e Paesi Baltici hanno fornito all’Ucraina potentissimi sistemi antiaerei, droni e laser. Il duello muscolare è passato presto da minaccia a fatto compiuto e le truppe russe hanno sfondato i confini penetrando, assedian� do e bombardando la capitale Kiev e tutte le principali città ucraine, ostaco� lati dall’eroica resistenza delle milizie ucraine e di migliaia di civili, uomini e donne, che hanno imbracciato le armi per difendere il loro Paese e la loro liber� tà, forti della giustezza delle loro ragioni e dell’impavido esempio del loro presi� dente Zelenskji, che ha rifiutato ogni of� ferta di asilo e protezione ed è rimasto al suo posto, nel suo Paese, in prima linea, nonostante sappia di essere l’obiettivo n.1 designato da Putin. Forti del soste� gno internazionale i combattenti tentano con ogni mezzo di contenere la dilagan� te superiorità militare russa, mentre in pochi giorni gli obiettivi cosiddetti stra� tegici ma anche interi quartieri residen�
ziali delle città ucraine sono stati ridotti a cumuli di macerie fumanti e milioni di profughi hanno dovuto abbandonare le loro case, i loro beni e anche, straziante realtà di cui nessuno parla, i loro amati compagni a quattro zampe, perché nei rifugi bunker sotterranei o nelle metro� politane, dove si sono ammassati fin dai primi lugubri fischi di sirena per sfug� gire alle granate che piovono dal cielo plumbeo, cani e gatti non posso entrare. Sembra un dettaglio, cosa vuoi che sia il sacrificio di cani, gatti, criceti, conigli da compagnia, pappagallini e pesci rossi di fronte all’immane tragedia umana della guerra? Chiunque di voi, che come me, ha tra i membri della sua famiglia un non umano non può non sentire il cuore stringersi fino a far male e gli occhi ri� empirsi di lacrime anche per questa che è un ulteriore strazio imposto da questa incomprensibile tragedia. Un esodo bi� blico di profughi intanto, fluisce, come sangue da una ferita che non cicatrizza. Sono milioni ormai i civili che tentano con ogni mezzo di abbandonare il Pae� se in fiamme, accolti dai vicini europei con uno slancio di solidarietà concreta e partecipata mai vista prima. L’umanità prevale sugli egoismi personali, l’em� patia sulla barbarie, mentre su Mosca si è abbattuta la grandinata di sanzioni internazionali tese a colpire i patrimo� ni di Putin e dei grandi oligarchi che lo sostengono, che si sono spinte fino ad escludere le banche russe dal sistema di pagamenti internazionali Swift. Dopo un’iniziale indecisione da parte dei Pa� esi più esposti al ricatto energetico di Mosca (ricordiamo che l’Italia per pri� ma, dipende per il 40% dalle forniture
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di gas russo e rischia di subire come ri� torsione l’interruzione dell’erogazione del gas o ulteriori, gravosissimi aumen� ti del suo costo), l’Unione Europea ha raggiunto una compattezza di posizioni, prendendo gravissimi provvedimenti all’unanimità per sanzionare l’aggresso� re e inviando aiuti umanitari e militari a Kiev. E se è vero che se la Russia inter� rompe il flusso di gas con cui rifornisce l’Europa avremo seri problemi energe� tici, è altrettanto vero che alla canna del gas Putin rischia di far attaccare il suo popolo, perché metà del suo bilancio di� pende proprio dalla vendita del gas. Mi� sure mai attuate in passato, che hanno sì
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portato le controparti ad accettare a se� dersi ad un primo timido tavolo di trat� tative tra seconde e terze linee che poco o nullo potere decisionale hanno, ma non a far tacere le armi. Misure dram� maticamente pesanti per la popolazione russa che questa guerra non l’ha voluta, non la vuole e che, nonostante sapesse a cosa andasse incontro, è scesa in piazza a manifestare per la pace, ben sapendo che sarebbe finita in manette sotto le manganellate della polizia di Putin, che, democraticamente, tollera tutte le voci purché facciano eco alla sua. Misure eccezionali mai adottate prima, sinistro presagio di ancor più sinistre complica�
zioni degli scenari internazionali, alle quali Putin, ben sapendo che il suo de� stino è inestricabilmente legato all’esito di quella che ai suoi occhi doveva essere poco più che una sfilata di carri armati e che invece si è rapidamente infiammata fino al rango di guerra vera, si ostina a rispondere con nuove e più aggressive minacce all’Europa. Chiaro e costante è il riferimento allo scatenamento della catastrofe nucleare cui accenna con un mefistofelico sorrisetto come ultima ratio. La sua richiesta è chiara: ci fermere� mo solo se metterete per iscritto che l’U� craina non farà mai parte della Nato, che la Nato non condurrà esercitazioni lungo i confini della Russia e che Washington non manderà truppe nei Paesi baltici. Muoia Sansone con tutti i Filistei, sem� bra essere il mantra della sua esaltata follia: “Se io non vinco, perderanno tut� ti”. E nessuno può escludere che siano solo parole. IN SILENZIO Resto in silenzio ed in silenzio prego. E insieme al mondo io trattengo il fiato e aspetto. E tremo. mc
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GUERRA IN UCRAINA: LE TESTIMONIANZE DI DUE DONNE DI QUELLA TERRA MARTORIATA CHE VIVONO IN ITALIA
“SONO TRISTE, ARRABBIATA E IN PROFONDA PENA PER MIA NIPOTE. SI FERMI IL MOSTRO! ”
“Al momento i miei familiari stanno bene. Quali sono i miei sentimenti? Sono stanca e arrabbiata, perché il mondo intero non è riuscito a fermare il mostro”. Il “mostro” è Putin. E’ lo sfogo di una signora ucraina che attualmente lavora nei pressi di Milano, dopo avere assistito a Casoria, in qualità di badante, anziane non autosufficienti. “In Ucraina, a qualche centinaio di chilometri dal confine con la Romania, vivono mio marito, mia figlia sposata con nipote ; sono in apprensione, non lavoro con tranquillità. Vivo in Italia dal 1998, ho sempre lavorato per provvedere alla cura di due genitori malati, successivamente per la mia famiglia,soprattutto per mio marito, che ancora ha bisogno di cure. Lì si pagano tutti i medicinali e le analisi mediche; in ospedale, per un intervento chirurgico, spetta ai familiari del paziente pagare tutto, anche per l’uso degli strumenti chirurgici, comprese le siringhe, oltre alle divise che indossano i chirurghi al momento dell’operazione; per non essere abbandonato a se stesso, un malato, per la cura postoperatoria, altrettanto deve pagare gli infermieri per assicurarsi un’assistenza adeguata. Se mancano i soldi, ti dimettono prima del tempo”. La signora teme per l’incolumità dei familiari, anche se, al momento, la città dove risiedono è lontana dagli scontri”. “Tanti” dice “sono stati i morti per la pandemia e ora, a causa dell’aggressione militare russa, altre lacrime saranno versate per l’uccisione di militari ucraini e anche di civili.” Soffre, in particolar modo per la nipotina, vista l’ultima volta nell’agosto del 2019, quando giunse in Italia con il nonno, suo marito, per festeggiare il sessantesimo compleanno della nonna e il quarantesimo anniversario del loro matrimonio. “Le limitate possibilità economiche consentirono solo a loro due di partire, mia figlia con il marito no. Per due giorni siamo stati in albergo, in una cittadina vicino Venezia. Ho un altro figlio, che da anni si è stabilito in Italia, vive presso Bergamo, è sposato
con due figlioletti. E’ terribile pensare a mia nipote lì, in Ucraina, spaventata, tra l’urlo delle sirene, lo scoppio tremendo delle bombe, lo sguardo impaurito dei genitori” E io spero e prego che le armi tacciano quanto prima! Già, i bambini! Li scorgiamo nei servizi televisivi tenuti per mano dalle mamme, sguardo smarrito, incapaci di capire una realtà troppo dolorosa e crudele per il loro mondo innocente; mantengono stretti un coniglietto di peluche, un orsetto, qualche giocattolo, una bambola. E’ come aggrapparsi a qualcosa che li richiami alla vita a cui hanno diritto, una vita fatta di giochi, di affetti, di sorrisi, di carezze. Lasciano il loro mondo, le loro abitudini, i loro amichetti, le loro maestre, staccandosi dai loro papà, dai nonni, dal loro habitat diventato un inferno e, per questo, portati lontano in un posto più sicuro. Scorgono lungo il cammino veicoli distrutti, strade dissestate, piene di enormi fossi, armi, munizioni, caseggiati anneriti e distrutti. E’ ancora più terribile, per loro, darsi una ragione di uno scenario sciagurato di morte, capire i motivi di una devastazione turpe e malvagia. Nello scoppio dei terremoti, un adulto riesce a dare una risposta alle loro domande, ma quale risposta fornire ad un bambino che chiede il perché dello scoppio di una guerra? Tra le vittime civili figurano anche loro: Alisa Hlans, sette anni. Stava giocando con i suoi amici quando la sua scuola elementare è stata colpita da un raid russo venerdì, 25 febbraio. La piccola è stata una delle sei vittime del bombardamento che ha colpito il villaggio di Okhtyrka, vicino al confine nordorientale; a Mariupol e Kharkiv, sono avvenuti disastrosi attacchi contro i civili: un cinema è stato distrutto, abitazioni sono state sventrate. Molti i morti, anche bambini: un attacco a obiettivi civili, motivo per il quale la Procura presso il Tribunale internazionale dell’Aja ha deciso di aprire un’ inchiesta per crimini contro l’umanità e crimini di guerra. Polina frequentava invece l’ultimo anno della scuola primaria a Kiev.
Il parere di Svitlana: “La popolazione sta scappando, le infrastrutture distrutte, la resistenza è affidata ai nostri uomini che moriranno per la patria, che non c’è più. Si ponga fine alla guerra con un negoziato”. Il dramma dei bambini.
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Secondo le autorità, è stata uccisa in uno scontro a fuoco insieme ai suoi genitori in un attacco russo; il fratello e la sorella sono stati ricoverati in ospedale, una in terapia intensiva, l’altro in un nosocomio pediatrico; altri bambini, affetti da tumori, ricoverati presso un centro specializzato dove ricevono le cure di cui hanno assolutamente bisogno, sono costretti a scappare di continuo nei bunker durante i raid aerei; il guaio è che cominciano a mancare i farmaci per la loro terapia. Domenica scorsa, in prima pagina, “Il Fatto Quotidiano” ha lanciato un drammatico appello: “Non si facciano mancare i farmaci ai bambini ucraini oncologici”. Ho contattato Svitlana alcuni giorni fà, altra signora ucraina che vive in Italia. Ecco il suo parere: “I fondi stanziati dall’Europa e dall’America non aiutano la popolazione ucraina, servono per fornire armamenti, per potenziare la resistenza contro la Russia.” mostrando la sua disapprovazione per questa scelta che alimenta il conflitto; per lei urge “che sia promosso un negoziato al più presto possibile, per porre fine allo scontro bellico” (negoziato iniziato qualche giorno fa, n.d.r.) . “I miei genitori, in questo momento, stanno cercando di avviarsi verso la frontiera. Io e mio fratello, che vive in un altro
Stato,vogliamo che essi scappino dall’Ucraina, è pericoloso per loro starci per i bombardamenti”. Per lei le sanzioni economiche contro la Russia non servono a fermare la guerra, di cui già si registrano i pesanti effetti sul suo Paese: l’economia ucraina è in coma profondo, puntualizza, “le infrastrutture sono completamente distrutte; i trasporti, le scuole, gli ospedali, tutto devastato. “La popolazione” conclude “sta scappando”, questo significa già aver perso la guerra, la resistenza è affidata ai nostri uomini che moriranno per la patria, che non c’è più. Ribadisco: noi ucraini, che viviamo in Italia, insieme con tutti gli altri che risiedono in altri Paesi europei, invochiamo con fermezza una trattativa che metta d’accordo i contendenti, per giungere alla pace”. La trattativa, fortunatamente è iniziata; al momento in cui scrivo, martedì 1 marzo, posso solo sperare che sia fruttuosa e giunga ad un accordo pacifico fra le parti belligeranti L’ultimo pensiero va ancora ai bambini, riportando quanto scritto per loro da una giornalista, Marina Corradi: “Nei treni stracarichi forse una grazia è il sonno, che incanta e inganna: non è vero, bambino, non è successo niente, è stato solo un brutto sogno”.
ANTONIO BOTTA
AFRAGOLA: CHIESA S. MARCO IN SYLVIS RESTAURATA CON L’8 PER MILLE E BONUS FACCIATA
“Torna al suo splendore la chiesa di San Marco in Sylvis, grazie al contributo dell’otto per mille per il restauro del campanile e del bonus facciata per le parti esterne del tempio” – commenta, soddisfatto, l’ing. Francesco Gravino, che ha curato gli interventi insieme agli architetti Gennaro Fico e Giovanni Iengo Antonio. “Si restituisce alla città di Afragola un bene culturale e religioso di alto valore artistico. E’fondamentale evidenziare come i bonus edilizi rappresentano una grande opportunità per il restauro di beni vincolati, in proprietà ecclesiastica”. Un ottimo lavoro di gruppo, dunque, iniziato il 26 aprile 2021 e terminato il 18 febbraio scorso, svolto tra impresa esecutrice Kam Costruzione SRL, direttori e responsabile del progetto esecutivo, sotto la vigile presenza del parroco don Peppino Delle Cave, il quale pone in rilievo che “nel tempio, dichiarato immobile di interesse storico – artistico con decreto n. 17 del 30 /06/2020, emanato dalla Commissione Regionale per il Patrimonio Culturale della Campania”, c’è la memoria della fede, della cultura della città di Afragola, della chiesa afragolese; qui troviamo le radici della nostra fede, perché già nel I secolo c’è la presenza di Pietro e del suo alunno e interprete Marco, che vanno a Roma ad
evangelizzare. All’inizio del IV secolo, S. Gennaro, Vescovo di Benevento, prima di subire il martirio il 19 settembre 305, anche lui si ferma dietro l’edicola votiva, pietra absidale, che la gente, nel linguaggio popolare, chiama “la chiocciola dei pulcini”: la chiocciola rappresenta Gesù, che cova in noi, come i pulcini, una nuova vita grazie al Battesimo; dunque, la gente viene ad attingere da Cristo, Sapienza del Padre, la propria fede cristiana” Acquistano ancora più valore gli interventi di restauro e di risanamento conservativo in questo clima di spirito sinodale nel quale le parrocchie, “fontane del villaggio” (significativo il pozzo situato proprio sul sagrato) sono chiama-
te a mostrare anche il volto della carità, della vicinanza spirituale e materiale, della prossimità tradotta in mani tese e cuori aperti. “S. Agostino” afferma, a tal riguardo, don Peppino “paragona la Chiesa a una chiocciola, perché svolge la sua azione materna di misericordia, accogliendo tutti sotto il suo manto, proprio come una chiocciola raccoglie sotto le sue ali i pulcini. “Gli interventi strutturali, ha spiegato l’arch. Fico “volti ad assicurare l’equilibrio statico del campanile, sono stati realizzati mediante il risanamento di muratura in pietrame con iniezioni di miscela legante e la ricostruzione di parti di paramenti murari; altri interventi hanno riguardato il ripristino della salubrità dell’edificio e il miglioramento dell’estetica della struttura”. Gli eccellenti risultati ottenuti mostrano, senza ombra di dubbio, che i contributi economici stanziati dallo Stato e dalla Chiesa cattolica per la riqualificazione di strutture edilizie, se spesi in assoluta trasparenza, consentono effettivamente di riqualificare il patrimonio edilizio ed ecclesiastico, garantendo la loro messa in sicurezza. Un vivo ringraziamento a don Giacomo Equestre e a don Eduardo Parlato, delegati diocesani che hanno seguito il processo progettuale e realizzativo.
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8 RITA GIAQUINTO
SALUTE & BENESSERE
DANIELA DANESI: UNA VERA ARTISTA DELLA SARTORIALITÀ PARTENOPEA
Siamo arrivati alla fase finale di Moda & Shopping, la rubrica che Rossella Giaquinto ha realizzato come spin off del suo format di successo Salute & Benessere, ogni giovedì pomeriggio alle ore 15 sul canale web NanoTv. Una elegante parentesi, quella di Moda & Shopping, con cui Rossella ha pensato bene di creare un salotto on the road visitando gli atelier di alta sartoria napoletana, parallelamente alla Fashion week di Milano. Questa parentesi è stata chiusa nella prestigiosa casa di moda della stilista Daniela Danesi una vera artista della sartorialità napoletana, creatrice di abiti femminili e stampe di alta moda. Rossella entra subito nel vivo dell’intervista e, per rimanere nel tema del benessere, chiede alla Danesi quanto sia importante per le donne fare acquisti sani: “E’ importantissimo e le donne lo hanno anche imparato molto bene. Oggi sono perfettamente in grado di creare il loro stile, unendo, ad esempio, l’etnico al formale. Nel mio atelier,cerchiamo di interpretare la fisicità della donna, nel rispetto dei suoi colori, dell’incarnato,realizzando anche le stampe che io disegno e personalizzo. Con i modelli giusti la mia cliente si sente più tranquilla e serena, perché noi abbiamo il compito di esaltare i pregi del suo corpo. La particolarità della sartoria è proprio questa : creare outfit giusti per ogni donna, nel rispetto del suo corpo, del suo carattere, personalizzando il capo di abbigliamento”. Interessante sapere da Rossella che, nella Fashion Week di Milano, tra i focus principali c’è stato il tema dell’inclusività. Daniela Danesi si è dimostrata precorritrice in questo campo, occupandosi già in passato nelle sue sfilate, di multirazzialità e donne vittime di violenza. Questo il suo racconto: “Si tratta di un evento del 2019. Ritengo che ogni donna dovrebbe essere di costruzione per la risoluzione dei problemi che attanagliano le altre donne. Con questo evento, ho appoggiato una sartoria con a capo una donna nigeriana, vittima di aggressioni e violenze, e che voleva realizzare una sua piccola collezione. L’ho appoggiata fornendo stoffe, filati, collaborando per una formazione lavorativa. E’ stato un
impegno forte in cui ho creduto molto e credo ancora. Penso che ciascuna, sia a livello imprenditoriale che in qualità di donna, dovrebbe nel suo quotidiano sostenere progetti del genere. E’ chiaro che sarebbe auspicabile essere appoggiati dalla politica. Per quanto possiamo fare nel nostro piccolo, resta il fatto che il tempo che tu gli dedichi, lo togli all’azienda. Lo Stato dovrebbe intervenire per dare supporto a questi progetti”. Ma, a proposito di problematiche a impatto sociale, la nostra stilista è anche molto impegnata in una moda che possa definirsi sostenibile a trecentossessanta gradi. Cosa si intende, dunque, per “moda sostenibile”? : “Questa espressione si usa con grande faciltà, senza capire che va realizzata nel concreto non solo per i nostri successori, ma proprio per il pianeta stesso.La filiera industriale tessile dovrebbe unsirsi per portare avanti questo progetto. Così come è accaduto per gli imbustaggi nei
supermercati, la stessa rivoluzione dovrebbe avvenire nel tessile. E anche qui ribadisco la necessità dell’intervento della politica. Dieci anni fa, tentai di portare a Biella una filatura di maglieria con un derivato del latte, e sul tessuto un derivato del bambù. Ma ci rendemmo conto che il costo della materia prima era altissimo. Di conseguenza, la vendita di quel capo così realizzato doveva necessariamente uscire ad un costo altrettanto alto. Noi imprenditori, da soli, non possiamo e non siamo nulla. Nel tessile si usano ancora le buste e le grucce di plastica. Va fatta una rivoluzione che non può e non deve riguardare solo l’uso di tessuti naturali”. Il Direttore di rete, Maurizio Cerbone, che, con piacere, ha deciso di accompagnare Rossella in queste sue esterne, si dimostra particolarmente interessato alla natura artistica della Danesi. Il contenuto artistico: Lei vede i suoi clienti, li incontra, li osserva e poi li
DOMENICA 6 MARZO 2022 veste, che cosa significa? “Il contenuto artistico lo formo io. Da stilista, faccio in modo che ogni capo che io creo, lo dedico alla singola donna, e deve avere un tocco di arte, di contemporaneità. Io sono molto per la Street art, anche le mie stampe, quelle che noi disegnamo in atelier e stampiamo a Como, hanno sempre un fondo artistico. La personalizzazione fa parte del lavoro sartoriale. Chi viene qui, si lascia andare, si lascia consigliare”. Insomma, un’esperienza di quasi trent’anni che andrebbe trasferita alle giovani generazioni. Come si fa a tramandare quest’arte?: “Ci tengo a dire che fare impresa è una cosa molto difficile.La formazione è soprattutto grande volontà e grande competenza. La competenza si acquisisce non solo frequentando istituti di moda,ma soprattutto sul campo. Durante la pandemia,ho approfittato della stasi lavorativa per rimet-
9 termi in discussione, facendo studio e ricerca, avvalendomi anche di altri professionisti della moda, usando tecniche di modellistica, facendo corsi, studiando sempre di più la parte tecnica della costruzione di un abito. Di giovani, purtroppo, devo dire ce ne sono davvero pochi a seguirci, anche perché il nostro è un lavoro artigianale e di grande impegno”. Purtroppo, ritorna ancora, nelle sue parole il dato di fatto di un artigianato messo troppo da parte dalle istituzioni: “Noi abbiamo difficoltà anche nella ricerca del personale da formare, quindi è molto difficile avere continuità. Ho fatto questa scelta professionale di rimanere a Napoli, ci ho creduto e ho investito tanto, ma alla fine, tutto quello che abbiamo non possiamo trasmetterlo perché non abbiamo i locali dove poterlo fare, non abbiamo un polo di esposizione, una scuola, anche perché se io devo
insegnare non posso seguire più la mia produttività.” Ed è per questo motivo che Rossella, NanoTV e la nostra redazione lasceranno un faro sempre acceso su tutte le possibili progettualità che possano sostenere i nostri artigiani, tradizione dei nostri territori e vere eccellenze nel mondo. Ma, al termine dell’intervista, Rossella non poteva non farsi raccontare come sarà la donna di Daniela Danesi nella collezione primavera-estate: “Nella collezione che ho creato, il protagonista è l’esplosione del colore, come segno ed di vita: turchese, fucsia, giallo. Stampe molto più piene di colore che per me significa entusiasmo per la vita”. Daniela prediligerà tessuti molto più leggeri, più morbidi, naturali tanto da renderli impalpabili al tatto. Un perfetto “made in Italy” che preferirà abiti e pantaloni larghi, come segno di leggerezza e – speriamo – ritrovata libertà.
ANGELA CAPOCELLI
IL GASLIGHTING: UNA POCO CONOSCIUTA FORMA DI ABUSO PSICOLOGICO
Il Gaslighting è un tipo di manipolazione psicologica esercitato da chi, mirando ad avere più potere, manipola la sua vittima portandola a dubitare della propria stessa memoria e percezione della realtà. Il termine, in inglese, letteralmente significa “luce emessa da una lampada a gas”, ma è rendibile come “manipolazione psicologica maligna” dal momento che in psicologia Gaslighting significa “annebbiare” la mente, far “impazzire” qualcuno negando o manipolando fatti accaduti, in modo da far dubitare l’altra persona delle proprie facoltà mentali per renderla psicologicamente insicura. Esso deriva dall’opera teatrale Gaslight del drammaturgo britannico Patrick Hamilton (messa in scena nel 1938) che racconta di un marito intento a modificare elementi dell’ambiente circostante al fine di portare la moglie alla pazzia, convincendola che sia lei a ricordare male o inventarsi le cose. Tecnica comune tra narcisisti perversi e manipolatori, il Gaslighting è lento e subdolo (dunque la vittima non si accorge del lavaggio del cervello che sta subendo) tuttavia molto violento. Esso può essere esercitato in diversi modi: negando (da parte di chi ha commesso qualcosa) che gli eventi siano mai accaduti, mettendo in scena episodi bizzarri con l’intento di disorientare la vittima, dicendo bugie, confondendo il bersaglio e mettendolo in ridicolo davanti agli altri. Insomma, in una parola, i carnefici creano CONFUSIONE, consapevoli che questa indebolisce le persone e che è un ottimo strumento per creare un rapporto di dipendenza della vittima da sé. Ma perché tutto questo? Qual è il fine di questa manipo-
lazione psicologica? CONTROLLARE qualcuno, SOTTOMETTERLO e creare un culto della propria persona. Secondo il dottor Ramani Durvasula, alcune delle frasi tipiche del carnefice sono: «Non ho detto questo, hai capito male come sempre», «Ti ricordi male come sempre», «Questo non è mai successo, ti inventi le cose», «Ma stai bene? Mi sto preoccupando per te perché dici cose strane». Se vivete con qualcuno che vi ripete queste cose in continuazione fareste bene ad allontanarvene: il Gaslighting è molto più diffuso di quanto si possa immaginare e molto più difficile da individuare di quanto si possa pensare. Se vi sentite confusi, disorientati e insicuri non temporeggiate: rivolgetevi a qualcuno di competenza, non restate soli!
DOMENICA 6 MARZO 2022
10 CHIARA D’APONTE
PAOLO D’APONTE: “INSEGNO AI MIEI RAGAZZI CHE È CON LA CONSAPEVOLEZZA CHE SI COMBATTE LA PAURA” È indubbio che questi siano giorni cupi, giorni di tensione e paura. L’incertezza è palpabile, le immagini che incessantemente occupano ogni spazio disponibile in tv, su internet e sui giornali sono fonti di ansia. Insomma anche se non è iniziata e, si spera, non inizierà mai, l’intero mondo occidentale sta già subendo i contraccolpi psicologici della Terza Guerra Mondiale. Ma i ragazzi delle scuole superiori come stanno vivendo questo periodo particolare? Di questo e di tanto altro abbiamo parlato con il Professor Paolo D’Aponte, docente di religione presso l’ISIS “Emilio Sereni” di Afragola. Per prima cosa vorrei che spiegasse a tutti che il docente di Religione non è un catechista e che durante l’ora di religione non si parla solo ed esclusivamente di cattolicesimo. Ormai insegno da trentotto anni e da sempre dico ai miei ragazzi che non ho né la capacità né il compito di fare il catechista o di suscitare la fede negli studenti. Il mio compito è semplicemente quello di illustrare come nel corso dei secoli l’uomo si sia approcciato al tema della fede, come i popoli si siano posti domande sull’immateriale e sull’invisibile e quali risposte si siano dati nel tempo. Ha detto di insegnare da trentotto anni. Quindi di conflitti internazionali ne avrà visti parecchi. Ha mai parlato di guerra con i suoi studenti? Certamente. C’è un’attività che svolgo da parecchio tempo: dimostro ai miei ragazzi che ogni anno, anche se i media non ne parlano (forse perché non tutte le guerre sono mediaticamente attraenti) ci sono nel mondo almeno dieci guerre. Guerre che io definisco di serie B, dimenticate, conflitti tra popoli o atti di terrorismo di cui, non si sa bene perché, non si parla. Insomma ogni anno dimostro che il “mai più” che si disse all’indomani della fine della Seconda Guerra Mondiale è diventato col tempo il “vabbè, quasi mai più”. Devo dire che tra i tanti il conflitto che forse mi è rimasto più impresso è quello legato alla ex Jugoslavia perché a posteriori fu’ raccontato da testimoni e soccorritori
che nei confronti dei civili furono attuate delle atrocità tali da fare impallidire quelle che furono perpetrate ai danni di ebrei, disabili, omosessuali, zingari ed oppositori nei cosiddetti “campi di sterminio” durante il secondo conflitto mondiale. Quello che a tutt’oggi mi perplime è il fatto che l’umanità abbia raggiunto col tempo dei progressi incredibili dal punto di vista tecnologico, scientifico, medico e quindi ci sarebbero tutti i presupposti per vivere nella maniera più dolce e gradevole possibile il nostro percorso terreno. E invece noto che l’uomo spesso usa in maniera negativa le sue conoscenze e che, con allarmante frequenza, i progressi di cui parlavo prima sono usati per fare del male, non per facilitare la vita delle persone. E le nuove conoscenze applicate alla guerra rendono la stessa forse ancora più terribile di quella che si combatteva con la spada e la lancia. Lei è un insegnante ma è principalmente un uomo, un padre di famiglia, un nonno. Avrà come tutti le sue paure e le sue ansie. Come riesce a non trasmetterle ai suoi studenti? La chiave di tutto è la consapevolezza, parola che, i miei ragazzi lo sanno, io uso spessissimo. Essere consapevoli ti aiuta ad avere meno paura. Insegnare la consapevolezza, sia come padre, sia come nonno che, a maggior ragione, come insegnante è in realtà insegnare a non avere paura. Bisogna dunque sapere ciò che si fa e ciò che si vuole fare, dove si vuole andare e quali mezzi utilizzare per giungere dove si vuole. È importante non confon-
dere i fini con i mezzi. I fini possono essere anche buoni ma i mezzi per raggiungere questi fini non possono essere prevaricatori. Don Tonino Bello diceva sempre che per mantenere la pace bisogna parlare con tutti, anche con chi si oppone fermamente al dialogo. Un dialogo che, in epoca di globalizzazione, dovrebbe essere semplicissimo. Ma sappiamo che purtroppo la globalizzazione ha un fine prettamente commerciale ed economico, non ha nulla a che vedere con la condivisione di saperi, tradizioni, storie. Ma i suoi studenti cosa pensano della guerra? La temono? A scuola attualmente abbiamo alcuni ragazzi Ucraini che sono, comprensibilmente, molto preoccupati per la situazione. Sarò onesto: in generale i ragazzi non hanno una grande consapevolezza di ciò che sta succedendo, la vivono come una cosa lontana. Qualcuno mi ha detto “basta che non venga da noi!”. E parlo di ragazzi di quinto superiore i quali si dicono pronti a compiere gesti di solidarietà spicciola, quali inviare abiti, cibo, sms solidali, firmare petizioni ma mi rendo conto che non hanno ben chiaro cosa sia una guerra. Ma ovviamente io mi riferisco a ciò che vedo dal mio piccolo osservatorio. Crede che in questo una responsabilità sia da attribuire anche alla scuola? Voglio dire: io mi sono diplomata nel 2007 e, a stento, riuscimmo ad arrivare in storia alla Seconda Guerra Mondiale spiegata, tra l’altro, in fretta e furia e ad una settimana dall’inizio degli esami di stato. Ora so che la situazione è addirittura peggiorata… Indubbiamente la storia è materia bistrattata nelle scuole. Ma la colpa, mi creda, non è degli insegnanti. È che le cose sono organizzate male, i programmi ministeriali sono sempre più striminziti e, a volte, non si ha il tempo neanche di finire i medesimi. Ecco, anche in questo caso, parlerei di fini. Quali sono i fini della scuola? Certamente la scuola deve informare i suoi studenti. Deve far veder loro ciò che è stato perché è grazie a ciò che altri hanno fatto prima di noi che noi siamo riusciti ad andare avanti.
DOMENICA 6 MARZO 2022 Una frase attribuita a Newton è assai emblematica: “se sono potuto andare avanti è perché sono salito sulle spalle dei giganti che mi hanno preceduto”. E questo vale per ogni ambito del sapere. Anche del sapere pratico. Ma la scuola deve anche formare cittadini. E questa seconda attività è ormai difficilissima da portare avanti perché la concorrenza è spietata. E per concorrenza intendo le interferenze del mondo dei social che veicolano una serie di valori che sono ben lontani da quelli che i miei genitori hanno cercato di trasmettermi. Attualmente pare che il mondo dei ragazzi, invece di essere sconfinato, sia diventato, proprio a causa dei social, infinitamente piccolo. Se vuoi far parte del “gruppo” devi parlare solo di pochi argomenti (i famosi “trend” del momento) e se non li conosci o non ti interessano automaticamente vieni isolato. Ovviamente non
11 tutti i ragazzi sono così. Se la sentirebbe di inviare un messaggio di speranza ai suoi studenti e a tutti i giovani? Io, per natura, non sono un pessimista. Ed ho grande fiducia nei ragazzi. Lo so, il periodo storico è quello che è: ormai anche in Italia abbiamo la cultura (importata dagli Stati Uniti) del “vincente”. Il migliore, il più forte o il più furbo è celebrato, il “perdente” è messo in un angolo. Deve credermi, prima dell’arrivo in Italia dei telefilm americani, qui a Napoli i termini “vincente” e “perdente” non si erano mai sentiti e non li usava nessuno. Probabilmente perché eravamo tutti perdenti all’inizio! Ad ogni modo e nonostante tutto io vorrei dire ai ragazzi di non perdere la speranza, di credere molto nella scuola e nella loro formazione. Ai miei ragazzi dico sempre: il prossimo Presidente della Repub-
blica, il prossimo grande scienziato, la prossima grande personalità in grado di cambiare il mondo in positivo, in questo momento sono seduti in banchi uguali ai vostri e stanno seguendo le vostre stesse lezioni. Quindi perché non potreste essere dei loro competitori? E anche se non riusciste a diventare membri dell’elite perché non impegnarsi comunque a diventare la migliore versione di se stessi? Sa cosa diceva il famoso Martin Luther King? Se non puoi essere un pino sul monte, sii una saggina nella valle, ma sii la migliore piccola saggina sulla sponda del ruscello. Se non puoi essere un albero, sii un cespuglio. Se non puoi essere una via maestra sii un sentiero. Se non puoi essere il sole, sii una stella. Sii sempre il meglio di ciò che sei. Cerca di scoprire il disegno che sei chiamato ad essere, poi mettiti a realizzarlo nella vita.
IDA PICCOLO
A TU PER TU CON ANTONELLO RONDI
CONCLUSA UN’ALTRA PUNTATA DEL PROGRAMMA IN ONDA SU PARTENOPE TV Seguitissima e molto apprezzata anche questa nuova puntata di “A TU PER TU”, in onda sulle frequenze di Parte� nope Tv (canale 188 per la Campania e Basso Lazio, canale 190 per la Puglia e la Calabria e in streaming su www. partenope.tv). La trasmissione, condot� ta dal giornalista Antonio D’Addio e dalla presentatrice/speaker radiofonica Ida Piccolo, in onda, il martedì sera, alle ore 21,00, ha avuto come graditissimo ospite l’artista Antonello Rondi, alias Vittorio Acunzo, cantante, autore, atto� re, voce splendida classica napoletana, artista eclettico, uomo di straordinaria umanità, riservato e umile, perfettamente a suo agio nello studio televisivo di Partenoe Tv, che si è racconta� to con schiettezza e spontaneità ricordando i suoi inizi. Il ma� estro Rondi nel ‘71 e ‘72 ha studiato canto con il maestro Mino Campanino, in seguito, in un locale, viene notato dal Professor Antonio Taccogna, proprietario della BBB Records, e viene in� trodotto ufficialmente nel mondo della canzone, ha debuttato, nel 1973, nella manifestazione “Le Nuove Canzoni Di Napoli” teletrasmessa da Rai Uno, presentata da Nino Taranto e Sylva Koscina, dove presentò Buscie d’ammore. Nel ’75 si presentò in teatro con Antonio Casagrande e registrò il primo album con classici arrangiati da Tony Iglio, nel ’76 Nino Rota lo elogiò e lo invitò a studiare lirica a Roma. Il primo grande successo fu “I’m’arricordo ‘e te”, anche Nino Taranto gli scrisse una canzo� ne, “Nun partì”, nel ’78 ottenne consensi “Popolo po’”. Tra un disco e l’altro, accompagnato dal pianista Bruno Vitale, ha fatto decine di tournee in tutto il mondo (Asia, Australia, Giappone, Argentina, Canada, Stati Uniti), tanto teatro, numerose com�
medie musicali in costume d’epoca, ha partecipato a molte trasmissioni televi� sive nazionali, mentre nel 2001 è������� arri� ����� vato secondo al Festival di Napoli. Nel corso della puntata Rondi ha svelato an� che la sua passione per gli animali, per la squadra del Napoli, il suo legame con la famiglia e gli amici, ha eseguito dal vivo alcuni dei suoi grandi successi, ha parlato del libro Lo scugnizzo dei Quartieri, la sua biografia, scritta da Antonio Romano, giornalista, scrittore ed Edito� re radiofonico, a cura di Edizioni Mea per la collana “I volti di Napoli”, a cui è allegato un CD con i più famosi cavalli di battaglia dell’artista e tre inediti, arrangiato da Gianfranco Caliendo tra cui ‘E guagliune d’’e Quartiere “, brano scritto dallo stesso Caliendo e Flora Contento. Non potevano mancare i filmati e le testimonianze fotografiche relative alla carriera, ai colleghi, alla vita privata e i videomessaggi inviati da Dario Sebastiani, Maurizio Roselli, Paolo Cuccaro, Enzo Cano� ro, Gennaro Mellone, Gianfranco Caliendo, Antonello Cascone e Luciano Salvetti. Una curiosità? È soprannominato tonsille d’acciaio per la sua voce potente, inossidabile, chiara e pulita. Un desiderio? Creare una Stabile del folklore e della canzone napoletana. Per la rubrica In cucina con Gemyy la nostra food blogger Gemma Caruso ha preparato riccioli con crema di ba� silico, tonno e granella di mandorle. La puntata andrà in onda anche sulle frequenze di Radio Amore giovedì alle ore 22. Un grazie particolare all’editore Angelo Ucciero, che crede forte� mente nel programma, e al direttore artistico Renato De Carmi� ne. La regia del programma è di Antonio Di Gennaro. La replica televisiva domenica alle ore 21,00.
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12 MARIA SAVERIA RUSSO
VINCENZO SORRENTINO CI RACCONTA TUTTI I SEGRETI DEL SUO SUCCESSO ED I SUOI PROSSIMI PROGETTI.
Molti di noi vedono la gestualità dei maestri d’orchestra come movimenti alla rinfusa, come “un matto che si sbraccia da un podio.” In realtà il direttore d’orchestra è stato, è e sarà sempre essenziale nell’esecuzione musicale. Il direttore è colui che scandisce tempo e dinamiche del suono donando personalità all’esecuzione. L’abilità del direttore sta nella gestione e del coordinamento del complesso sistema di musicisti, decine di persone con emozioni e personalità diverse, un popolo che, come un organismo unico, si muove all’unisono (o meglio coralmente) dando origine ad un’opera d’arte. Ci vuole studio, impegno, rigore, cuore e tanta passione. L’uso della gestualità è senza dubbio l’aspetto più teatrale della direzione, diventato parte dell’immaginario collettivo legato a questa figura professionale. La gesticolazione ufficiale ha funzione tecnica: serve per battere il tempo, è l’abc del solfeggio. Per quanto riguarda la bacchetta, è un prolungamento della mano, un strumento che rende il movimento più fluido per il direttore e maggiormente visibile per l’orchestra. Questo strumento deve essere leggero, slanciato e perfettamente bilanciato, deve risaltare tra le luci del palco e rispetto all’oscurità della sala. Il colore della bacchetta è importante, ecco perché spesso è bianca o addirittura fluorescente. L’orchestra è formata da professionisti, musicisti che hanno studiato e praticato per anni e anni ed è certo che in assenza del direttore saprebbero suonare ugualmente. Ma non è questo il punto: è il direttore d’orchestra a dare il via allo spettacolo, a scandire il tempo, ad aiutare l’ingresso degli strumenti, a fare musica e a dirigere, legando i musicisti e le singole melodie in un tutt’uno. Il direttore dà colore e interpretazione alla musica, si fa portavoce di emozione e tecnica ferrea che esprime con il proprio corpo. Dà forma al suono e unisce l’orchestra, il coro, i solisti e il pubblico, creando l’armonia. Siamo fortunati ad avere un giovane direttore d’orchestra cresciuto proprio a casoria, un vero GENIO musicale, Vincenzo Sorrentino.
“Amo tutta la musica: l’importante è che sia fatta bene.” Nato a Napoli e cresciuto a Casoria, Vincenzo Sorrentino sin dall’età di 5 anni è stato denoninato “Genio” musicale e la sua grande passione per la musica ha cominciato ad esternarsi: col suo straordinario “orecchio musical”, riesce ad interpretare melodie al momento e rielaborare classici famosi e molto complessi. Alla sola età di nove anni è stato ammesso al regio Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli dove si diploma nel 2004 in pianoforte. Terminata la sua formazione accademica, Sorrentino si dedica alla composizione. La sua produzione si orienta essenzialmente verso tre strumenti in particolare: il pianoforte, la chitarra e l’arpa. Vincenzo Sorrentino, sulla soglia dei 40 anni, è Maestro e Direttore d’Orchestra, autore delle sigle di Pizza Girls, il programma di La5 dedicato alla pizza secondo le donne. Pur essendo giovane, Vincenzo ha già alle spalle una lunga carriera di successi nazionali e internazionali, che lo vedono continuamente attivo nella creazione di musiche per il cinema e la televisione. Ma come fa, un ragazzo così giovane, a districarsi con successo tra mille impegni lavorativi e personali? Utilizzando il titolo del suo stesso libro, Vincenzo è un
vero “Miracolo di note.” Nell’incipit di questo suo libro uscito nel 2016, il Maestro racconta di aver scoperto da giovanissimo di avere la capacità di riprodurre tutti i suoni percepiti, in seguito a un brutto incidente domestico che lo porterà a stare in coma per alcuni mesi. Ma al risveglio, il piccolo Vincenzo si riprenderà senza danni fisici, e dotato di uno straordinario orecchio musicale. L’orecchio assoluto di Vincenzo è un dono che hanno pochi musicisti al mondo: se ne accorgerà la sua insegnante di pianoforte, Loredana Marino, che lo accompagnerà durante tutti gli anni di studio al Conservatorio “S.Pietro a Maiella” di Napoli. Da allora, Vincenzo, di strada ne ha fatta tantissima, dedicando tutta la sua vita alla musica. Il maestro Sorrentino, tra i suoi mille impegni, ci ha concesso un’intervista e siamo felicissimi di condividere questa breve chiacchierata con tutti voi! Maestro, cominciamo con una domanda di rito: quando ha capito di dover dedicare la sua vita alla musica e perché? Penso di essere nato con la musica dentro, non c’è mai stato un momento in cui io non abbia pensato alla musica: a 4 anni già suonavo ad orecchio la tastie-
DOMENICA 6 MARZO 2022 rina giocattolo che era stata regalata a mio fratello maggiore. Cercavo di riprodurre le note delle canzoni che mi cantava mia madre durante il giorno, tanto che una sera attirai l’attenzione di mio padre che mi scoprì intento a suonare con la tastiera di mio fratello. E così, a 6 anni, decisero di farmi studiare pianoforte con un maestro di musica. Devo dire che il pianoforte per me è stata una salvezza, perché si tratta dello strumento più completo al mondo, in grado di sostituire un’intera orchestra: per il mio orecchio assoluto è stata una fortuna. Chi o cosa è la sua più grande ispirazione? Quali artisti la influenza maggiormente? La mia musica ha un’impostazione classica che però si evolve anche verso sonorità mediterranee. Sono tante le mie influenze, anche se adesso ho una mia identità precisa che mi fa mettere il pianoforte in primo piano. Ogni volta che compongo, parto sempre dal piano. Da piccolo amavo Carosone, lo suonavo in continuazione, ma mi ispiravo anche a Piazzolla e alle sue musiche argentine. Crescendo mi sono appassionato tanto anche alle musiche dei film, cominciando ad apprezzare sempre di più Morricone e Piovani. Devo però dire che da qualche anno ho iniziato a guardare anche alla musica dance con sonorità più pulite che si abbinano con la musica classica. E’ questa la chiave per avvicinare i giovani alla musica classica che continua ad essere per pochi. Nonostante la mia predilezione per il classico, amo in realtà tutta la musica: l’importante è che sia fatta bene. Come è stato scrivere per la colonna sonora de L’amica geniale? È più difficile scrivere per se stessi o per altri? E’ stato emozionante scrivere per l’a-
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mica geniale, un’esperienza fantastica, piena di emozione. Saverio Costanzo mi ha chiamato per comporre le musiche dell’ottava puntata della serie, quella incentrata sul matrimonio di Lila. Subito dopo, mi ha chiesto di trovargli una band che suonasse le mie musiche, proprio durante la scena del film. Siccome avevamo pochissimo tempo, non era semplice trovare qualcuno che accettasse di essere guidato nell’esecuzione musicale. A quel punto mi ha chiesto se avessi voglia di partecipare come attore e io ho subito accettato. Ho chiesto a dei maestri del San Carlo di accompagnarmi in quest’avventura e in 15 giorni abbiamo girato tutta la puntata. È stata un’esperienza fantastica, anche se la soddisfazione più grande è stata quella di figurare tra i nomi dei compositori ufficiali della serie. L’amica geniale ha sicuramente rappresentato una svolta per me, perché è stata distribuita in 168 Paesi. E da lì, poi, mi sono stati affidati altri progetti importanti con Mediaset, che mi vedono impegnato tra film e programmi televisivi. Essendo versatile come compositore, non ho difficoltà a comporre per me e
per gli altri. Ogni progetto per me è interessante perché credo che la musica, a certi livelli, da le stesse sensazioni, a prescindere dal progetto. La pandemia ha colpito duramente il mondo dello spettacolo e della musica. Come è stato influenzato il panorama musicale dal Covid e anche lei come ha vissuto il fare musica in questo periodo. E’ stato un periodo duro per i musicisti, in quanto non hanno potuto esibirsi a causa del Covid; nel mio caso sono riuscito a “sopravvivere” grazie alle colonne sonore che ho composto in sala per i film. Quindi sotto questo punto di vista mi reputo fortunato. Ho sempre lavorato per gli altri, ma durante la pandemia ho deciso di mettermi a lavorare a qualcosa di mio. Da qui è nato “New Life”, un brano che è uscito da poche settimane e che è riuscito a conquistare le classifiche di gradimento di tutte le piattaforme social e di Spotify. Ho deciso di unire la musica dance a quella classica per avvicinarmi ai giovani. Era una prova, non mi sarei mai aspettato questo successo. Conludiamo questa chiacchierata parlando dei suoi progetti e delle due prospettive future! Il mio brano, New Life, è solo il primo di tanti altri che seguiranno. Grazie alla Wonder sono diventato anche il direttore d’orchestra di Jimmy Sax, e quest’anno ci esibiremo insieme nei teatri più importanti d’Italia, per approdare poi all’estero. Ma oltre alla discografia e agli impegni live, sarò impegnato anche sul lato cinematografico, grazie a due film con protagonisti Enzo Salvi e Maurizio Battista (i sequel di “Din Don” 3 e 4) che andranno in onda su Italia Uno (il primo dal 12 Marzo in prima serata).
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14 CIRO TROISE
LA VITTORIA DELLA CONSAPEVOLEZZA
I tifosi del Napoli da molti anni non vivevano un’emozione forte come quella vissuta all’Olimpico ieri sera, forse bisogna tornare indietro alle reti di Diawara e Koulibaly nella stagione dei 91 punti. Una gioia che forse può essere utile a far capire a tutti che bisogna godersi il viaggio, senza caricare di pressioni negative il percorso. Contano i fatti: il Napoli è passato per difficoltà di ogni tipo e, a differenza della scorsa stagione, non si è mai disunito. La Coppa d’Africa, il Covid, gli infortuni muscolari hanno fatto in modo che si creasse uno stato d’emergenza durato, che il Napoli fosse costretto a giocare partite con pochissimi cambi. Abbiamo più volte sottolineato il valore del pareggio di Torino contro la Juventus ottenuto in condizioni molto complicate, con Petagna ed Elmas (che si era appena negativizzato) come unici cambi a disposizione. Quella partita ha rappresentato una svolta e, infatti, il Napoli nel girone di ritorno è primo in classifica con diciotto punti in otto partite, senza aver mai perso. Poteva far meglio in Coppa Italia contro la Fiorentina e nella gara di ritorno contro il Barcellona ma non bisogna dimenticare i contesti per l’analisi. Con-
tro la Fiorentina c’erano tante assenze, contro il Barcellona gli azzurri hanno pagato gli errori che hanno portato allo 0-2 dopo tredici minuti. Sbagli che diventano letali contro una squadra di livello superiore a tutta la serie A, con principi di gioco che rappresentano una cassaforte e rafforzata da un mercato importante. Come la partita contro la Juventus, anche quella contro la Lazio può rappresentare una svolta perché è una vittoria che riempie l’anima. Siamo a fine febbraio, è un campionato ancora vivo, con una bagarre in testa che riscalda il cuore, considerando gli anni del dominio bianconero e la parentesi dell’Inter di Conte. La quota scudetto sarà bassa,
forse anche meno degli 85 punti di cui ha parlato Allegri. Non è una questione di calcoli ma di sensazioni, è la chimica del calcio che lo rende magico perché il modo in cui Insigne si libera della negatività all’Olimpico, il sinistro di Fabian Ruiz, la corsa sotto il settore ospiti, le lacrime di Spalletti, la festa di Politano con i tifosi lasciano il segno. La corsa al biglietto per Napoli-Milan è una fotografia dell’entusiasmo che ha determinato la vittoria contro la Lazio. Se la partita contro la Juventus fu la serata della resistenza, quella contro la Lazio può essere il momento della consapevolezza non solo nei propri mezzi ma anche nella
capacità di superare i limiti, come avvenuto nel finale della gara di ieri, quando il Napoli non ha accettato il pareggio ed è andato all’assalto del successo. Il Napoli è chiamato a crederci perché ci sono tanti fattori che lo consentono: la crescita di capitan Insigne, che si è sbloccato riguardo alla mancanza del gol su azione che lo tormentava, il fattore Osimhen, l’assenza di coppe ed impegni a differenza di Inter, Milan e Juventus. Il calendario è ostico ma è un campionato atipico, in cui nessuna gara è scontata. Sarà così almeno fino a quando qualche verdetto sarà un po’ più chiaro, quindi, bisogna vivere il viaggio senza pensare troppo al futuro.
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ELENA TORRE NOSTRA INVIATA AL CARNEVALE DI VIAREGGIO
UNA SETTIMANA ALL’INSEGNA DEL SOLE E DEL CARNEVALE Una settimana all’insegna del sole e del carnevale quella vissuta a Viareggio che ha messo in scena uno spettacolo da ricordare. Sui viali a mare i giganti di cartapesta hanno sfilato domenica 27 febbraio, martedì primo marzo e sabato 5 e lo faranno ancora sabato 12 per il gran finale. Il corso del martedì grasso che chiude ufficialmente il canonico periodo di festa è stato celebrato con un meraviglioso spettacolo pirotecnico che verrà ripetuto anche dopo il corso del 12. Un Carnevale che ha visto come ogni anno anche la partecipazione di numerosi ospiti ufficiali come Juliana Moreira, Edoardo Stoppa, Liana Orfei, ma che ha attratto anche molte personalità del mondo della cultura e dello spettacolo che hanno assistito allo spettacolo, mescolati alla folla festante e ammirato le costruzioni dei maestri della cartapesta. Tra loro in perfetto spirito carnevalesco il regista Luca Ramacciotti che ha diretto opere liriche e spettacoli in tutto il mondo “Il Carnevale di Viareggio -
ha dichiarato - per me è un atto teatrale. I carri e le mascherate raccontano una storia supportata da movimenti, dalle coreografie, dalla musica e, in molti casi, un uso sapiente delle luci.” E poi l’attrice e compositrice Maria Laura Baccarini in visita in Italia da Parigi dove risiede da alcuni anni che racconta come in città abbia trovato una “bellissima atmosfera di festa e di stupore … i carri sono magnifici … e - aggiunge - nella luce del tramonto rosa violaceo viareggino, questi immensi personaggi sembravano reinventare la realtà. In un momento come quello che stiamo attraversando, il rito del Carnevale è ‘terapeutico’”. E ancora personalità internazionali che la-
vorano nel campo del cinema come la toscana Monica Donati che da anni si occupa di cinema in Francia e si muove tra i più importanti festival internazionali, ma che non esita a prendere un aereo per assistere al Carnevale passando nella stessa settimana dalla cerimonia dei César vinti (ben cinque da film di cui si è occupata) alla sfilata dei carri. Valore aggiunto al carro Reset! Dei maestri Lebigre-Roger anche la presenza del cantautore Luca Bassanese che oltre a comporre un brano appositamente per loro si esibisce dal vivo ad ogni appuntamento facendo ballare tutte le maschere. Ma il carnevale non è solo sfilate, ma anche mostre, tante tutte da visitare nei musei cittadini primo fra tutti quello del Carnevale alla Cittadella, ma non solo, eventi, presentazioni, premi in un calendario di eventi che andrà avanti anche durante tutta la prossima settimana aspettando il gran finale che designerà anche il vincitore di questa centoquarantonevesima edizione.
Piazza Benedetto XV, 5/A 80026 Casoria (NA) itegas.srl@libero.it Tel. 081. 757.31.07 338.490.71.90 339.415.87.00
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DOMENICA 6 MARZO 2022 SALVATORE IAVARONE*
17 CONSIGLIERE COMUNALE DI CASORIA
EX IMI SUD E LA BONIFICA “DIMENTICATA”
L’ex Acciaieria del Sud è un fabbrica ancora attiva e ben visibile anche dalla stazione di Casoria. Una realtà storica del nostro territorio, sul territorio di Casoria, ma ai confini con Afragola. Dopo oltre 40 anni di silenzio, ho riportato alla luce una storia che in tanti a Casoria avevano dimenticato, lasciando per decenni una montagna di rifiuti a cielo scoperto. Vi racconto dalle pagine di questo giornale una questione avviata il 29 Aprile 2021 dal sottoscritto in qualità di Consigliere Comunale, che con protocollo n 4411 scrivevo al comandante della Polizia Municipale per richiedere una immediata verifica dell’area posta sul retro della ex IMI SUD di Via Diaz a Casoria ai confini con Afragola. Una fabbrica attiva e ben visibile anche dalla stazione di Casoria. Sul retro della fabbrica, soprattutto dal lato di via Mameli e Via Mameli e Pennasilico è ben visibile la presenza di scarti ed inerti in grande quantità, basterebbe verificare anche da Google Earth. La risposta che ho avuto dalla polizia municipale recitava “NON si riscontravano rifiuti stoccati e ne di altro genere”. Ovviamente la situazione, ben visibile a tutti coloro che decidono semplicemente di VEDERE, è ben diversa. Non sarebbe il caso di prevedere una caratterizzazione di queste montagne di
inerti presenti sul retro della struttura? Non sarebbe il caso di verificare la proprietà delle aree e prevedere un ordinanza di ripristino dello stato dei luoghi? Possibile che in tanti anni nessuno abbia visto? Possibile che anche dopo una nostra segnalazione nessuno abbia voluto vedere? Ovviamente non mi sono fermato, ho prima chiesto in modo informale una risposta, non avendo avuto risposta ho scritto una nuova pec inviata il 10 dicembre 2021 e che qui riporto: Al Sindaco Al Comandante della Polizia Municipale Con la presente a seguito di precedente nota inviata in qualità di Consigliere Comunale e Presidente della IV Commissione Consiliare, in cui si invitava la PM ad un intervento di verifica e controllo dei rifiuti stoccati nel retro della società IMI SUD, vista la nota di risposta della PM (che si allega), nella quale si sostiene che non vi sono rifiuti, si allegano foto che dimostrano in modo evidente che nell’area della IMI SUD vi sono INSOLITE montagne di scarti di lavorazione ammassate a ridosso di abitazioni. Si resta in attesa di risposta scritta, in mancanza della quale si convocherà una commissione consiliare in seduta pubblica ENTRO E NON OLTRE SETTE GIORNI. Vorremmo anche sapere in che modo è stato effettuato il vostro sopralluogo per il quale chiediamo dettagliate spiegazioni. cordiali saluti Salvatore Iavarone Presidente della IV Commissione
Ho provveduto poi a convocare una seduta della IV Commissione consiliare della quale sono presidente, per il grave rischio salute, ho convocato in commissione il comandante Sciaudone, che dopo l’ultima mia pec, si era attivato a reperire la documentazione e ad un nuovo sopralluogo. È emersa una storia davvero assurda, che troppi avevano voluto dimenticare a Casoria.
È emersa un ordinanza ����������������������������� (n.38 del 13 febbraio 2001) dell’allora sindaco De Rosa Giosuè (l’unico ad essersi attivato nel 2001, poi andato via non continuarono la sua azione), l’ordinanza intimava la rimozione di rifiuti, mai avvenuta. Ma cosa ancora più grave è emersa una relazione del 2002 del Ministero dell’Ambiente e dei Noe dei Carabinieri, che parlano di ben 70.000 mq di rifiuti pericolosi per la salute dei nostri concittadini. Non vogliamo in questa sede entrare nello specifico, nelle responsabilità, nelle omissioni ecc, ma ci interessa che immediatamente siano rimossi i rifiuti. La relazione del ministero dell’Ambiente, vecchia di oltre 20 anni pone interrogativi e preoccupazioni notevoli. In commissione abbiamo chiesto al comandante di essere celere su questa questione, non possiamo più aspettare, serve rimuovere quei rifiuti. Il Comune ha avviato l’iter procedurale che porterà ad un ordinanza in danno per il provato. Temo che non basterà e siamo pronti a coinvolgere la Prefettura e il responsabile per la terra dei fuochi presso la prefettura di Napoli. Come sempre faremo chiarezza fino alla fine su questa situazione, nell’interesse dell’ambiente della nostra città e della salute dei nostri concittadini. A chi certamente vorrà strumentalizzare questo mio articolo contro l’amministrazione della quale faccio parte, faccio notare che sempre, anche in questo caso, quando sono in gioco gli interessi dell’ambiente e della salute, non riconosco maggioranze ed opposizioni. Sono certo che su questa situazione accenderemo i riflettori in modo da risolvere definitivamente il problema, ma allo stesso tempo resto sconcertato che se non eravamo intervenuti noi, in oltre 40 anni nessuno aveva risolto questa questione, estremamente dannosa per la salute dei nostri concittadini. *Responsabile Regionale Dipartimento Ambiente Europa Verde
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18 RUBRICA “L’AVVOCATO RISPONDE” DI MARIO SETOLA
CONDOMINIO SENZA TABELLE MILLESIMALI, QUOTE NON NECESSARIAMENTE UNIFORMI Egregio avvocato, mi chiamo Veronica e scrivo da Aversa, abito in un condominio composto da otto unità abitative ed abbiamo deciso di nominare un amministratore. Le chiedo: sono obbligatorie le tabelle millesimali? Ed inoltre, io abito al piano terra, devo pagare la stessa quota di chi abita al terzo piano pur avendo casa più piccola e posizione che usufruisce meno dei servizi? Gentile Veronica, partiamo da una certezza: Le tabelle millesimali non sono obbligatorie. I condomini, infatti, possono gestire in via di fatto la ripartizione delle spese condominiali. Lo ha precisato la Cassazione in una recente sentenza. Le tabelle millesimali sono uno strumento di supporto nel calcolo degli oneri spettanti a ciascun condomino e possono esistere o non esistere indipendentemente dal regolamento condominiale, che immagino abbiate redatto ed approvato. In mancanza è strettamente necessario farlo ed inserirvi le varie caratteristiche delle unità abitative onde poterne stabilire le quote condominiali. È quindi valido, e le consiglio di farlo redigere, un regolamento condominiale che non abbia tabelle allegate. Per la ripartizione delle spese infatti, non è necessaria l’approvazione formale di una tabella scritta; i condomini sono liberi di stabilire un criterio di ripartizione, di comune accordo e nel rispetto della legge
e dell’eventuale regolamento condominiale. Ciò che conta, e vengo a rispondere alla tua legittima domanda sulla necessaria diversificazione delle quote, è che tale criterio non violi quanto disposto dalla legge, secondo cui la divisione delle spese deve tener conto della differenza tra parti comuni dell’edificio, parti utilizzate dai condomini in misura diversa e parti da cui solo alcuni condomini traggono utilità (scale, cortili, pulizia delle scale, illuminazione delle scale e condominiale ecc). Con particolare riferimento alle parti comuni dell’edificio, la legge detta il criterio della proporzionalità: i condomini, cioè, sono tenuti al pagamento delle spese in misura proporzionale al valore della proprietà di ciascuno. Tale criterio può essere derogato tramite regolamento condominiale contrattuale (quello, cioè, approvato da tutti i condomini in sede di acquisto dell’immobile) oppure con delibera assembleare approvata all’unanimità.
Ciascun condomino può impugnare la ripartizione delle spese quando questa non rispetti i criteri dettati dalla legge o dal regolamento condominiale. Causa frequente di impugnazione è quella della non corrispondenza fra la quota di spesa condominiale e il valore dell’immobile di proprietà. Quindi, cara Veronica, se l’uniformità delle quote pensi ti penalizzi in virtù delle discriminanti appena enunciate, non pagare la quota ed invia una lettera raccomandata A/R all’amministratore nella quale lo inviti alla redazione di un regolamento di condominio da cui scaturiscano quote condominiali eque, e non uguali per tutti! Cordiali Saluti Avv. Mario Setola – Civilista Esperto in Diritto di Famiglia Cardito (Na) Corso Cesare Battisti n. 145 Cell. 3382011387 Email: avvocato.mariosetola@libero.it
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MAYA REGGI E RAFFAELLA SPIZZICHINO
Città Novecento
In sala il 14, 15 e 16 marzo, “Città Novecento”, docufilm diretto da Dario Biello e prodotto da Filmedea. Presentato alla Festa del Cinema di Roma. Tra i protagonisti Alessandro Haber, Antonio Pennacchi nella sua ultima intervista per il cinema, Massimo Cacciari e storici e critici dell’architettura. In occasione della recente nomina di Capitale Europea dello Spazio 2022, assegnata alla Città Metropolitana di Roma Capitale, esce in sala il 14, 15 e 16 marzo, Città Novecento, docufilm scritto e diretto da Dario Biello, prodotto da Filmedea in co-produzione con Luce Cinecittà, presentato in anteprima mondiale nella sezione Riflessi alla scorsa Festa del Cinema di Roma. Città Novecento è l’episodio “pilota” che darà vita all’omonima serie, in corso di sviluppo da parte di Filmedea, dedicata alla Città di Fondazione del XX° e del XXI° Secolo. Un progetto nato da un’intensa attività di ricerca sul tema, seguendo il solco tracciato dai riconoscimenti UNESCO al Villaggio Operaio di Crespi d’Adda, alla Città Aziendale di Ivrea e alla Città Razionalista di Asmara, in Eritrea. “Con queste premesse – ha sottolineato il regista Dario Biello - è stata avviata un’attività di divulgazione e rappresentazione su scala nazionale coinvolgendo studiosi, istituzioni, università e artisti, che insieme hanno reso possibile la creazione di una Rete di Città di Fondazione. L’opportunità di realizzare una serie di docufilm tematici nasce dall’interesse emerso su questo tema e dalla disponibilità di documentazione visiva e grafica spesso ancora inedita. ‘Città Novecento’ è un’opera di sperimentazione e ricerca con la quale
vogliamo raccontare le città come luoghi nei quali fare impresa, innovazione, architettura e socialità identitaria, un viaggio che inizia dalla fondazione dei villaggi della rivoluzione industriale del XIX° Secolo e intende spingersi fino alle città della rivoluzione spaziale del XXI° Secolo”. Il docufilm è realizzato con rari filmati provenienti dall’Archivio Storico Luce, dalla Cineteca del Friuli e dall’Archivio Multimediale Città Morandiana che si affiancano a parti di ricostruzione storica interpretata da Alessandro Haber e da oltre 100 comparse in costume intervallate da interviste inedite a personalità di spicco del mondo culturale e accademico: dal filosofo Massimo Cacciari, allo scrittore e operaio Antonio Pennacchi (nella sua ultima intervista per
il cinema), allo storico Emilio Gentile, dalle storiche dell’architettura Claudia Conforti e Marzia Marandola, al critico Luigi Prestinenza Puglisi e all’ambasciatore e S.V.P Avio Giorgio Novello. Protagonista di questo esordio Colleferro, in provincia di Roma, la Città Fabbrica della Bombrini Parodi Delfino, che grazie al titolo di Città della Cultura della Regione Lazio 2018, ha saputo estendere il tema della Città di Fondazione a quello quello dell’innovazione tecnologica, da Villaggio Operaio che si rigenera diventando oggi Capitale Europea dello Spazio. Ma Colleferro è stata anche l’occasione per celebrare la figura del grande progettista Riccardo Morandi, maestro dell’ingegneria del Novecento, salito alle cronache con la tragedia del Ponte sul Polcevera a Genova, che a Colleferro lavorò incessantemente dagli anni Trenta fino alla sua morte, per realizzare il progetto della Città Morandiana, trasformando il centro abitato da Villaggio Operaio Liberty in Città di Fondazione Aziendale. Sinossi: Colleferro: Archetipo della Città di Fondazione del Novecento. Oltre un secolo di progresso e sviluppo, raccontato da Alessandro Haber attraverso la fiction, ambientata in una fabbrica e il suo centro abitato, dal Villaggio Operaio liberty, al piano di Riccardo Morandi, l’evoluzione urbanistica e sociale dalla città razionalista degli anni Trenta, fino alla Città Aziendale del Dopoguerra. Un viaggio tra il lavoro e l’innovazione tecnologica di una comunità che ha saputo rigenerarsi aprendosi al futuro, fino a diventare proprio quest’anno, nel 2022, la Capitale Europea dello Spazio.
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META: GRANDE SUCCESSO PER LA GIORNATA DELLA LEGALITÀ NEL RICORDO DI FALCONE E BORSELLINO
Testimonial Federico Cafiero De Raho e Don Tonino Palmese. Si è celebrata con grandi consensi a Meta(NA) Venerdi 25 Febbraio 2022 “La Giornata della Legalità in ricordo dei giudici Falcone e Borsellino” Fortemente voluta dal Comune di Meta guidato dal Sindaco Giuseppe Tito, dall’Associazione Centro Culturale S.Lucia, Presidente Tobia Cafiero, dall’associazione Vesuvius A.P.S. Presidente Angelo Iannelli e dalla scuola statale Fienga - Buonocore, Dirigente Scolastico Ester Micculuopi. Istituzioni, Associazione e Scuola unite, con lo slogan “Educare alla legalità “iniziando dalle scuole. La manifestazione ha visto protagonisti gli studenti con un loro amico speciale il super eroe “Pulcinella” l’attore e scrittore Angelo Iannelli che ha curato e condotto con ironia e leggerezza l’incontro a scuola. Emozioni dal mattino alla presenza di diverse personalità alla scuola Fienga-Buonocore con l’inagurazione “Dell’atrio della legalità” poi il “Talk show” dove gli alunni hanno svolto un lavoro pedagogico e ludotetico, si sono confrontati sul tema e hanno chiesto delle risposte alle personalità intervenute: Giuseppe Tito, Sindaco di Meta, Federico Cafiero De Raho (Già Procuratore Nazionale Antimafia, Don Tonino Palmese (Vicario Episcopale per il settore Carità e Giustizia dell’Arcidio-
cesi di Napoli) Lucia Fortini (Ass.e alla Scuola, alle Politiche Sociali e Giovanili-Regione Campania) Massimiliano Manfredi (Consigliere Regionale-componente della commissione speciale anticamorra) Angela Aiello (Assessore alla Pubblica Istruzione Comune di Meta) il confronto è proseguito al Centro Culturale Santa Lucia tra Federico De Raho e Don Tonino Palmese, moderatodall’ avvocato Bianca Maria Balzano (Assessore alla Cultura e alle Pari opportunità Comune di Meta) la giornata si è conclusa nella Sala Consiliare Comune con l’ incontro –dibattito “ Per non dimenticare”a 30 anni dalle stragi di Capace via D’Amelio. Il sacrificio di
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Falcone e Borsellino e delle loro scorte alla presenza di una rappresentanza del Liceo Classico “Publio Virgilio Marone” che hanno proposto un loro progetto in ricordo di Falcone e Borsellino L’evento si è svolto nel rispetto delle normative anticovid. Soddisfatti gli organizzatori che hanno proposto istituzionarla . La giornata si è conclusa con il pensiero del Sindaco Giuseppe Tito che ha voluto ricordare G.Falcone “Chi tace e piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e cammina a testa alta muore una sola volta”. Comunicato Stampa Ass-Vesuvius – Centro Culturale S. Lucia.
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ROBERTO CONTE
IL SUOR ORSOLA SCENDE IN CAMPO PER LA PACE IN UCRAINA TAPPEZZANDO TUTTE LE SUE SEDI CON LA BANDIERA ARCOBALENO DELLA PACE
“Il sapere non può essere con la guerra, perché la guerra è un fenomeno di irrazionalità”: il messaggio del Rettore d’Alessandro rivolto ai giovani universitari che dopo lo spettro del Covid ora sono travolti da quello di una guerra tremendamente minacciosa Il cuore del centro storico di Napoli è ‘assediato’ dalle bandiere arcobaleno per la pace. Dalla terrazza del Complesso di Santa Lucia al Monte accanto alla vigna di San Martino al Palazzo del Gaio Sapere in via Chiaia a due passi da Piazza Plebiscito: l’Università Suor Orsola Benincasa si è ‘schierata’ sul fronte della pace tappezzando di bandiere arcobaleno a sette colori tutte le sue sedi. Dal Dipartimento di Scienze umanistiche nel Complesso di Santa Caterina da Siena nel cuore dei Quartieri spagnoli al Dipartimento di Scienze formative, psicologiche e della comunicazione nella storica sede monumentale del Corso Vittorio Emanuele parte un unico e chiaro messaggio: i luoghi del sapere si debbono schierare per la pace. L’allestimento è stato curato dal Centro University Press dell’Ateneo e ha visto coinvolte le ‘maestranze’ dell’Ateneo abitualmente dedite alla ‘cura’ del grande patrimonio culturale (musei, giardini, pinacoteche e tanto altro) dell’antica cittadella monastica di Suor Orsola. “Stavolta abbiamo voluto ‘prenderci cura’ di un indispensabile messaggio di pace - spiega il Rettore del Suor Orsola Lucio d’Alessandro - ed anche di un messaggio di fiducia e di speranza, non solo per la popolazione ucraina così duramente colpita, ma anche per i nostri giovani universitari che proprio in questi giorni stanno uscendo, come tutti noi, da un periodo terribile che li ha privati della loro socialità, che li ha fatti addirittura temere per la propria vita e per quella
dei loro cari, che li ha condizionati in tutti i comportamenti. Proprio adesso, mentre con il ritorno della primavera e la riduzione dei contagi, si fa più intensa la presenza degli studenti nelle aule universitarie, le televisioni e i media di tutto il mondo rilanciano senza interruzione nella vita di questi giovani desiderosi di tornare alla normalità, un nuovo e più terribile terrore: lo spettro della guerra che in Europa non compariva da molti decenni, quella guerra che le generazioni attuali del nostro Paese non hanno di fatto conosciuto, quella guerra che si presenta minacciosa ai confini dell’Unione europea e dentro il cuore
dell’Europa geografica e politica”. Che dire a questi studenti che hanno scelto di formarsi attingendo alla razionalità dei saperi, affidandosi alla narrazione del progresso umano nel corso dei tempi, della scena della storia, della letteratura, dell’arte? Si domanda il Rettore d’Alessandro nel suo messaggio sui social network rivolto ai giovani dell’Ateneo, ma affidato anche alla Crui, la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, per essere rivolto a tutti i giovani del Paese. “Certo, è difficile fornire loro una risposta sottolinea il Rettore - eppure un messaggio di fiducia deve essere dato. Bisogna chiarire a chi avesse qualche dubbio da che parte sta il “sapere” al quale hanno deciso di affidare la propria vita. Il sapere, la scienza, la formazione da che parte stanno in questo momento? Ebbene è per questo che l’iniziativa presa dal mio Ateneo di esporre uno striscione con la bandiera della pace e indicare contemporaneamente che i luoghi del sapere sono saldamente dalla parte della pace, per quanto inutile rispetto alla guerra, è comunque utile come segnale positivo di rassicurazione”. Uno schieramento di campo preciso. “Dobbiamo dire ai nostri giovani chiosa d’Alessandro - che la cultura e la razionalità stanno da una sola parte, il sapere sta da una parte precisa e il sapere, che di fatto ha costruito la storia e ha fatto dell’uomo il costruttore di straordinari mondi, il SAPERE è PER LA PACE. Il sapere non può essere con la guerra, perché la guerra è un fenomeno di irrazionalità, mentre la razionalità umana è per la costruzione della pace, per la ricerca di sempre nuovi equilibri, per una socialità rinnovata e pacifica tra gli uomini e tra le istituzioni politiche”.
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DANTE A PALAZZO REALE
Prorogata fino al 25 aprile la Mostra su Dante a Palazzo Reale di Napoli incentrata su dipinti di Tommaso De Vivo. Ricerche sul pittore hanno rivelato i suoi natali napoletani e la data precisa della sua nascita. Il direttore Epifani ha accolto una delegazione di giovani di Orta di Atella, fino ad ora ritenuto il paese di origine di De Vivo. Sarà prorogata fino al 25 aprile la mostra “Dante a Palazzo Reale” inaugurata lo scorso 3 dicembre, a Palazzo Reale di Napoli e inizialmente prevista fino al 1° marzo 2022. Ancora due mesi, quindi, per visitare l’esposizione, curata da Mario Epifani direttore di Palazzo Reale e da Andrea Mazzucchi, del Dipartimento Studi Umanistici della Federico II, che celebra il Sommo Poeta ed incentrata su tre tele raffiguranti episodi della Divina Commedia, eseguite dal pittore Tommaso De Vivo. Ancora un mese, invece, alla data del 25 marzo il “Dantedì”, la giornata nazionale in cui viene ricordato il Ghibellin fuggiasco con numerose iniziative in tutta Italia promosse dal Ministero della Cultura e, naturalmente, anche a Palazzo Reale di Napoli. La mostra, allestita negli spazi della cosiddetta “Galleria del Genovese”, antico collegamento con il Teatro di San Carlo, pone al centro dell’attenzione i tre dipinti di De Vivo, che rappresentano l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso, realizzati per il re d’Italia Vittorio Emanuele II, che sono esposti a confronto con altre testimonianze della fortuna di Dante nell’arte napoletana intorno alla metà dell’Ottocento, dal celebre dipinto di Domenico Morelli raffigurante Dante e Virgilio nel Purgatorio (1844), a quello di Luigi Stanziano Dante nello studio di Giotto (1864). La peculiarità della mostra che ne ha decretato il successo, oltre alla partecipazione di pubblico di varie fasce d’età, è che oltre all’esposizione dei dipinti, l’esposizione offre un percorso di visita vario e interattivo arricchito dalle proiezioni
multimediali, realizzate da Stefano Gargiulo (Kaos Produzioni) che illustrano, attraverso immagini tratte da codici miniati, il viaggio di Dante nell’aldilà e da un album di litografie di Antonio Manganaro che illustra in tono satirico L’Esposizione marittima visitata da Dante e Virgilio (1871). Nel corso degli studi per la realizzazione della mostra sono stati ritrovati l’atto di battesimo di Tommaso De Vivo che ne certifica il luogo e di nascita la data, a Napoli il 20 febbraio 1794, grazie alle ricerche degli storici dell’arte Antonella Delli Paoli e Carmine Napoli. Fino ad ora, infatti, si riteneva che il pittore fosse nato all’incirca nel 1790 a Orta di Atella, ma i documenti conservati presso l’Archivio di Stato e l’Archivio Diocesano di Napoli ne hanno dato la prova definitiva. Ieri ha visitato la mostra Dante a Palazzo Reale l’Associazione “Go!” (Giovani Ortesi), che ha incontrato il direttore e gli ha consegnato un riconoscimento per aver promosso l’immagine dell’artista che ha comunque origini ortesi. Mario Epifani ha accolto la delegazione regalando ai ragazzi il catalogo della mostra in cui sono citati gli studi e le ricerche sul Tommaso de Vivo. “Sono veramente felice, quando vedo ragazzi così giovani appassionati all’arte e alla cultura e alle radici del proprio paese. Ho appreso che Orta di Atella è il comune più giovane d’Italia con un’età media di poco più di 35 anni, ma che evidentemente non dimenticano il passato e questo ci fa ben sperare per le prossime generazioni”. La mostra è organizzata in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli Federico II, il Dipartimento Studi Umanistici Federico II, la Biblioteca Nazionale di Napoli, l’Archivio di Stato di Napoli e la Reggia di Caserta. La visita è compresa nel biglietto d’ingresso dell’Appartamento Storico del Palazzo Reale Biglietteria www.coopculture.it - Info www.palazzorealedinapoli.org.
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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA MARIANNA RICCARDI* In risposta ad un video circolato ieri sui social riguardo il presunto disinteresse del Comune di Casoria per i funerali di un’anziana indigente, ci tenevamo a chiarire, per amor di verità, alcuni aspetti: I nostri Servizi Sociali, allertati dalla Polizia Municipale attorno alle 20 per un’anziana deceduta alle 17 in sospetta condizione di indigenza, sono intervenuti immediatamente. Da lì in poi scattano procedure e tempistiche legali da rispettare. Il regolamento comunale prevede onere a carico del comune per salme di indigenti, salme di persone appartenenti a famiglia bisognosa, disinteresse dei familiari, mancato accertamento dell’identità. In questo caso, dopo accertamenti e dopo aver contattato i parenti prossimi, abbiamo constatato che l’ISEE della deceduta era pari ad euro 4.135,87. Nonostante ciò ci siamo immediatamente attivati per garantire comunque funerali a carico del Comune. Ieri pomeriggio, dopo 24h, ossia il tempo legale per espletare la procedura, abbiamo provato a ricontattare i figli. Non riuscendoci abbiamo contattato un vicino della deceduta che ci ha rivelato che in realtà le onoranze funebri erano già venute a prelevare la deceduta. Abbiamo poi scoperto che nel frattempo sui social era partita una diretta che, omettendo parti impor-
tanti della vicenda e puntando solamente al sensazionalismo, accusava il Comune di Casoria di disinteresse. Ribadendo che il Comune ha sempre e solo rispettato le normative vigenti e rifiutando ogni accusa ai nostri funzionari e al loro lavoro, constatiamo con grande dispiacere come, per qualche like sui social, si sia arrivati al punto di speculare anche sulle persone decedute. *Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Casoria
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA ANTONIO MANFREDI
MAKE ART NOT WAR - CAM FOR UKRAINA L’11 marzo 2022 a partire dalle ore 20.00, il Museo CAM, ha programmato una grande manifestazione dal titolo “CAM for Ukraina” in solidarietà con il popolo e gli artisti ucraini, con il sostegno di Enti, musicisti e Disco Days. Una mostra con 30 artisti ucraini, che in queste ore stanno inviando le immagini delle loro opere da ogni parte dell’Ucraina, performance musicali live e la vendita delle immagini delle opere in mostra, il cui ricavato sarà donato alla Comunità Ucraina di Napoli per l’acquisto di beni di prima necessità per i loro connazionali in Ucraina. Questo evento vuole esprimere la netta posizione del Museo CAM, degli artisti visivi, dei musicisti ed in generale di tutti gli operatori delle arti e della cultura, di vicinanza a tutti coloro
che soffrono a causa dell’ingiustificato attacco russo all’Ucraina. #museumsagainstwar #cultureunitestheworld #cammuseum ARTISTI Maria Kulikovska - Olga Gurina - Serhii Burbelo - Hanna Kyseleva - Tanya Preminger - Alina Khrapchynska - Ales Faley - Oleg Kharch Grou - Marharyta Zhurunova & Bogdan Lokatyr - Inna Kharchuk - Aspridou Eirini - Ivan Pidhainyi - Viktoriia Bachmann - Marya Matienko - Sergey Borovsky - Lyudmyla Mysko - Koval Julia - Marina Grom - Liudmila Davydenko - Yuriy Mysko - Roman Siryi - Olga Polianska - Siryi - Oleksii - Olga Samar - Elzara Oiseau - Paula Lytovchenko.
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24 ANITA CURCI
IN LIBRERIA IL NUOVO LIBRO DI GIOVANNI CAPURSO “ANSELM GRÜN - UNA SPIRITUALITÀ PER IL NOSTRO TEMPO”
Il nuovo libro di Giovanni Capurso “Anselm Grün - Una spiritualità per il nostro tempo” è una ricostruzione dei grandi temi affrontati da pater Anselm negli anni. Da essa emerge una spiritualità che, senza rinunciare ai tratti fondanti del cristianesimo, dialoga con il nostro tempo inquieto e complesso. “Pretendere di circoscrivere il pensiero di Anselm Grün in un solo libro- dichiara l’autore - è praticamente impossibile, quindi i temi affrontati sono quelli che si legano soprattutto con i miei studi della morale, della psicologia e della psicanalisi”. Il testo, pubblicato dalla storica casa editrice torinese Elledici nel febbraio 2022, segue la precedente pubblicazione intervista “L’angelo della speranza”, e si rivolge a chi vuole avere un’idea più chiara del grande pensatore benedettino e più in generale a chi vuole aprire un dialogo con se stesso, comprese quelle ombre dalle quali vorremmo fuggire ma che ci appartengono. Di certo non è un libro da consumo. Inoltrarsi negli scritti di Anselm Grün è come muoversi in un piacevole percorso fatto di tante viuzze che si intersecano tra loro. Innumerevoli sono gli spunti, i consigli e le meditazioni da lui sviluppati in grado di arricchire il nostro spirito; sono lampi di luce che si aprono nella nostra mente e nel nostro cuore. Dalle sue meditazioni genuine possiamo cogliere gli interrogativi che nascono, non solo dalla solitudine di una cella e dalla profondità della preghiera, ma dall’acuta osservazione di un consigliere spirituale. Di queste diramazioni perciò l’autore ha dovuto imboccarne una. Il taglio che ha dato in questo invito alla lettura del pensiero del monaco
Padre Anselm, per questo, è un maestro dello spirito che rielabora ricette antiche che provengono dai Padri del deserto e dall’insegnamento di San Benedetto per riproporle in una forma fresca e attuale. Quella che ci propone è una spiritualità cristiana che parla all’uomo del nostro tempo. È questo il suo più grande merito.
benedettino è soprattutto legato alle sue preferenze nell’ambito dello studio delle scienze umane, della filosofia e della psicologia, in particolare junghiana. Di certo c’è un aspetto che balza immediatamente agli occhi leggendo i libri di padre Anselm: la propensione a trovare del buono in qualsiasi difficoltà in cui possa incorrere l’uomo nel cammino della sua vita. Possiamo paragonare i suoi libri a dei cartelli stradali, frutto di lunghe elaborazioni interiori originate dell’ascolto delle ferite di anime che vanno a trovarlo da decenni. Nelle sue meditazioni traspare un ottimismo di fondo, proprio di chi vive a stretto contatto con le sorgenti della spiritualità. Il modo in cui viviamo la vita, in fondo, dipende da noi, da come ci poniamo dinanzi ad essa; certo, sempre rafforzati e guidati dalla fede in Dio.
Sinossi: In quale modo il cristianesimo può proporsi all’uomo del nostro tempo? Come può rispondere ai suoi bisogni più profondi? Come può dialogare con la psicologia e le scienze umane? In questa introduzione al pensiero di Anselm Grün, monaco benedettino e uno dei massimi scrittori della spiritualità cristiana, l’autore, Giovanni Capurso, si sofferma sui tratti principali del suo insegnamento. Padre Anselm, dice l’autore, è un maestro dello spirito che rielabora ricette antiche che provengono dai Padri del deserto e dall’insegnamento di San Benedetto per riproporle in una forma fresca e attuale. Quella che ci consegna è una spiritualità cristiana che dialoga con le difficoltà e le cadute dell’uomo. L’autore: Giovanni Capurso nasce a Molfetta (BA) nel 1978. È docente, saggista e scrittore. Tra le sue pubblicazioni recenti ci sono “La vita dei pesci” (Manni) e “Il sentiero dei figli orfani” (Alter ego) e “La ghianda e la spiga” (Progedit). Nel 2020 ha anche pubblicato il libro intervista “L’angelo della speranza. Colloqui con Anselm Grün” (Elledici) che affronta le ataviche questioni del bene e del male, del senso della vita, dei cambiamenti del mondo. Scrive regolarmente per periodici e blog culturali.
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
IL TRIANON VIVIANI PER LA PACE IN UCRAINA
Il Trianon Viviani testimonia la necessità della pace immediata a Kiev e la solidarietà per il popolo ucraino. Da stasera, il teatro della Canzone napoletana esporrà all’esterno la bandiera della pace e il palcoscenico, prima di ogni spettacolo, sarà illuminato dai colori dell’Ucraina: il blu del cielo, che simboleggia la pace, e il giallo dei campi di grano che richiama la prosperità. «È questa la testimonianza di solidarietà della dirigenza e dello staff del Trianon Viviani per il popolo ucraino sotto assedio» spiega Marisa Laurito. «Ricordiamo anche la nostra vicinanza emozionale a Odessa – conclude il direttore artistico del teatro –: la città dove si ritiene che Eduardo Di Capua si sia ispirato per comporre la canzone più famosa del mondo, “‘O sole mio”»
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GUERRE&PACE FILMFEST 2022-XX EDIZIONE NETTUNO (ROMA), 1/7 AGOSTO 2022
Al via il bando gratuito per cortometraggi sul tema della guerra e della pace. Iscrizione gratuita entro il 31 maggio Al via la seconda edizione del bando per cortometraggi sul tema della guerra e della pace indetto dal Guerre & Pace FilmFest, la cui XX edizione si terrà a Nettuno (Roma) dal 1 al 7 agosto 2022 – a ingresso gratuito fino a esaurimento posti. Vetrina unica dedicata al cinema di guerra e di pace, il festival è organizzato dall’Associazione Seven, con la direzione artistica di Stefania Bianchi. Un festival caratterizzato da proiezioni di lungometraggi, documentari, dalla scorsa edizione anche cortometraggi, ma anche presentazioni di libri, in collaborazione con le principali case editrici. A iscrizione gratuita, il bando è aperto a lavori che non superino i 29 minuti di durata, ogni autore potrà presentare due opere al massimo e in ogni caso non sarà selezionata più di una opera ad autore. Se il cortometraggio è in lingua straniera sono obbligatori i sottotitoli in italiano. La scadenza per la presentazione dei corti è fissata al 31 maggio. Due i formati richiesti per la selezione: mov o mp4 in HD in formato 1920x1080. Tutte le specifiche sul regolamento e le modalità d’iscrizione al link www.guerreepacefilmfest.it/iscriviil-tuo-cortometraggio. L’organizzazione si impegna a comunicare ai partecipanti le decisioni del comitato di selezione, tramite una comunicazione ufficiale sul sito www.guerreepacefilmfest.it e sulla pagina facebook guerreepacefilmfest, entro il 23 giugno 2022. Tutti i cortometraggi inviati saranno visionati dalla Direzione del festival, che selezionerà 7 cortometraggi, poi presentati e proiettati durante le sette serate del festival.
25 DANIELA LOMBARDI
PRONTO PER I FESTIVAL DEL CINEMA IL FILM SUL BULLISMO
“Bullyng giovani ragazzi”, girato in provincia di Torino, è l’opera prima di Nicola Palmese Protagonista Camilla Ricciardi- Cammei di Maura Anastasia (la psicologa scolastica), Sylvie Lubamba e Barbara De Santi (le insegnanti)- Il ruolo del preside ad Edoardo Raspelli Si intitola “Bullyng giovani ragazzi” l’opera prima di Nicola Palmese, attore e ora anche sceneggiatore e regista. Il lungometraggio, della durata di un’ora e venti minuti, tratta di bullismo, un argomento importante, di grande attualità per la sua drammaticità soprattutto nell’ ambiente scolastico. Le scene sono state girate in provincia di Torino, a Grugliasco, in parte nella sede ENAIP di via Somalia e nell’adiacente parco Ceresa a Borgata Lesna e a Torino. Questo lungometraggio è un docufilm, con scene e situazioni particolarmente toccanti che rappresentano spesso le realtà che oggi vivono molti ragazzi. Sarà quindi un’occasione per riflettere su un tema importante e, purtroppo, di grande attualità quale è il bullismo. Tra i partecipanti Camilla Ricciardi (che tra l’altro, da ragazzina, ha partecipato al televisivo di RAI2 Il Collegio) e che in questo film interpreta il ruolo della ragazza bullizzata. Accanto a lei quattro sedicenni esordienti, nel ruolo dei “bulli”: Ludovica Iacobellis, Simone Palmese, Andrea Signoriello e Diego Puchot. A parte i ragazzi protagonisti, ci sono anche dei cammei: Maura Anastasia interpreta il ruolo della psicologa, Edoardo Raspelli quello del preside. Le insegnanti sono Sylvie Lubamba e Barbara De Santi. Colonna sonora e musiche sono a cura di Mauro Verri. Il film verrà ora mandato ai festival nazionali e internazionali nella categoria “Tema sociale”. Tra questi, anche Cannes e Venezia, fuori concorso come film indipendente. Ci sarà anche un’ uscita sulla tv nazionale e, appena la situazione pandemica lo consentirà, una prima al cinema. Nicola Palmese, particolarmente attento ai temi sociali, non si ferma qui ma ha già in lavorazione il suo prossimo film, sulla droga e ai suoi effetti dirompenti.
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FABRIZIO KÜHNE
COCA-COLA PIZZAVILLAGE@HOME IN TOUR, LE TAPPE 2022 IN PROGRAMMA A PALERMO, PADOVA, BOLOGNA E MILANO
I top player della pizza tornano nelle case degli italiani. Grazie al format del Coca-Cola PizzaVillage@Home, nato nel 2020 per superare i limiti dettati dalla pandemia, l’evento è oggi realtà di condivisione e convivialità e, soprattutto, una maniera nuova per degustare e confrontare a casa, con amici e parenti, le pizze dei migliori maestri pizzaioli d’Italia. Il tour, che durerà quasi un anno e che cresce rispetto al 2021 nei contenuti e nel numero di tappe, partirà da Palermo (10/13 marzo), per giungere ad aprile nelle città di Padova e Bologna e terminare a Milano agli inizi di novembre. La formula vincente, che ripropone l’energia e il gusto dello storico appuntamento del PizzaVillage di Napoli, ha una sua unicità dettata dalla possibilità di poter apprezzare contemporaneamente, sulla propria tavola, diverse pizze realizzate dai maestri pizzaioli che, negli hub di produzione temporanei allestiti nel cuore delle città ospitanti, presenteranno i grandi classici e proposte inedite e ricercate, comodamente consegnate a casa con i riders di Glovo, delivery partner dell’iniziativa. Un evento esclusivo che vivrà soltanto in alcune città, unico nella possibili-
tà che darà ai consumatori di accedere ad iniziative speciali e ricevere la special pizza box con tantissimi prodotti in omaggio, ma anche unico nel prezzo, assolutamente popolare ed accessibile come lo sono la pizza e PizzaVillage da sempre. Straordinari Ambassador dell’evento i The Jackal, che interpreteranno la narrazione delle tappe di Coca-Cola PizzaVillage@Home accompagnando tutto il tour. Come sempre la grande ironia ed un pizzico di leggerezza saranno i tratti caratterizzanti del gruppo partenopeo capace di scalare tutti gli indici di gradimento, dai social a youtube fino alla ribalta del mondo televisivo e cinematografico. All’insegna dell’umorismo anche il contest che premierà i migliori aforismi creativi sulla pizza proposti sui social dagli utenti che riceveranno special box in omaggio ed altre sorprese. Coca-Cola PizzaVillage@Home prosegue anche la sua mission solidale. Fondazione Banco Alimentare Onlus, charity partner dell’iniziativa, opererà a fianco degli organizzatori per lavorare a “spreco zero” e sostenere i meno fortunati. In ciascuna delle quattro città del tour a Banco Alimentare saranno consegnate le materie prime non utilizzate, ma saranno donate anche 1.000 pizze, per aiutare chi si trova in difficoltà. Attori dell’evento, se non protagonisti indiscussi, saranno 14 top player pizzaioli. Davide Civitiello e Antonio Sorrentino (Rossopomodoro) parteciperanno a tutte le tappe, Antonio Falco (L’antica
pizzeria da Michele) sarà presente a Palermo, Bologna e Milano, mentre Errico Porzio (Pizzeria Errico Porzio) e Fabio Cristiano (Antica Pizzeria Da Gennaro) aderiranno alle tappe di Padova e Milano. A Palermo toccherà a Ron Garofalo (Mistral) e Nunzio Billi (Re Borbone); a Padova al forno ci sarà anche Alberto Buonocore (Fresco), a Bologna Pino Celio (Lucignolo BellaPizza) e Angioletto Tramontano (O’ Sarracino Pizzeria). A concludere il tour a Milano ai forni si confronteranno Vincenzo Capuano (Pizzeria Vincenzo Capuano), Giuseppe Crepetti (Fermento) e Gino e Toto Sorbillo (Gino e Toto Sorbillo). Per il secondo anno consecutivo CocaCola conferma la sua partecipazione, in qualità di title sponsor, dell’edizione 2022: pizza e Coca-Cola è il binomio perfetto, una combinazione che mette tutti d’accordo, ideale per trascorrere un momento con gli amici o con la famiglia all’insegna del divertimento e della convivialità. L’evento è ideato e prodotto da Oramata Grandi Eventi e AADV Entertainment e trova il prezioso sostegno anche di Mulino Caputo (founding partner) da sempre supporter del progetto PizzaVillage e fornitore di un prodotto apprezzatissimo da tutti i migliori professionisti al mondo, e degli official partner: Lurisia, Birrificio Angelo Poretti, Latteria Sorrentina, Ciao-Il Pomodoro di Napoli, Caffè Kenon, Ricola ed Amaro Montenegro. Delivery partner in esclusiva, Glovo.
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FRANCESCO CICCHELLA AL TEATRO AUGUSTEO Francesco Cicchella in scena al Teatro Augusteo di Napoli, Piazzetta Duca D’Aosta 263, da venerdì 4 a domenica 13 marzo 2022 con lo spettacolo “BIS!”, scritto da Francesco Cicchella, Gennaro Scarpato e Vincenzo De Honestis. L’artista gioca tutte le sue carte in un one man show esilarante, con cavalli di battaglia come le parodie dei cantanti Ultimo, Achille Lauro, Massimo Ranieri, e tante performance completamente inedite. La comicità si sposa con la musica, come da sempre nello stile del giovane showman, per dare vita a uno spettacolo ricco di emozioni e risate. Sul palco, oltre all’artista partenopeo, che firma anche la regia, troviamo la sua fedele spalla Vincenzo De Honestis, la band dal vivo diretta dal Maestro Paco Ruggiero e ballerine che impreziosiscono lo show con coreografie di Margherita Siesto. La band è composta da Paco Ruggiero - Pianoforte/Tastiere; Gino Giovannelli - Pianoforte/Tastiere; Sebastiano Esposito Chitarre; Umberto Lepore - Basso Elettrico/Contrabbasso; Elio Severino - Batteria; Emilio Silva Bedmar - Sax/Flauto; Fabio Renzullo - Tromba; Chiara Di Girolamo - Voce. Le ballerine sono Naomi Buonomo e Giusy Chianese. E’ una produzione AG Spettacoli & Top Agency, con allestimento e service audio/luci di Summese Service; disegno luci di Francesco Adinolfi; direttore di scena è Ferruccio Pepe; abiti di scena della Sartoria Esposito; abiti da ballo di Mariano Ranno; grafiche a cura di Antonio Scarpato; trucco e parrucco di Ciro Florio; fonico di sala è Massimo D’Avanzo.
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Augurissimi
28 febbraio 2022 Fiocco azzurro in casa Bonetto per l’arrivo del piccolo ETHAN. Cara Flavia e Antonio, vivissimi auguri per la vostra nuova ed emozionante avvenutura. Vi vogliamo bene. I nonni Enzo e Lina, gli zii Pietro, Mariagrazia, Antonia e Enzo e le cuginette Francesca, Sofia, Aurora e Chiara
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