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Settimanale di Informazione
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ANNO XXII - N° 13 - DOMENICA 27 MARZO 2022
LA DISABILITA’
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ANTONIO BOTTA NEGLI STUDI DI NANO TV, OSPITE DE “LA COPERTINA”, GIUSEPPE SANNINO, PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE ANIDA
A CASORIA RIVISITAZIONE DEI CONTRASSEGNI H E DISPOSITIVO TOMMY
Ospite del programma “La “Copertina, trasmesso su “Nano TV” e condotto da Nando Troise, è Giuseppe Sannino, “ospite molto importante per il ruolo che occupa e la materia che cura, la di� sabilità in senso lato. Mostra la copertina del numero di Casoriadue, pubblicato il 19 dicembre 2021, dal titolo “Casoria Fuori Dal Comune”. Invitato dal Conduttore ad esporre liberamente le sue opinioni rispetto al titolo predetto, Sannino afferma che per la normativa a favore dei “diversamente abili” l’Italia è all’avanguardia, “ma il problema è la sua applicazione. Io cerco sempre di calarmi nel territorio in merito a questioni anche “spiccio� le” , ma il Comune di Casoria si mostra poco sensibile rispetto ai problemi che, non risolti, rendono difficile la vita dei disabili. A tal riguardo, Troise chiede al Presidente di ANIDA, Associazione Nazio-
“L’associazione che presiedo è nata soprattutto per agevolare l’inserimento dei disabili nel mondo del lavoro; a Casoria circa 2600 – 2700 contrassegni H, ma il 15 – 20% assegnati a persone che in Città mancano; chiesta una Commissione ad hoc per rivedere la questione. Il dispositivo Tommy utile per i parcheggi alle persone con disabilità, disponibilità dell’Amministrazione comunale ad applicarlo. Appello finale: occorrono volontari per la Consulta, in via Pio XII, ex pretura. nale Italiana Diversamente Abili, quali finalità essa persegue. Prima di illustrarne le finalità, Sannino dice che anch’egli è diversamente abile, essendo stato colpito dalla Poliomelite nel 1950, quando non era ancora stato scoperto il vaccino antipolio da Sabin, che, secondo il Conduttore, dovrebbe essere proclamato santo per ciò che di straordinario ha fatto
nella sua vita. “ANIDA” spiega “è nata nel 2005, perché mi resi conto che altre associazioni avevano un po’ perso il loro ruolo combattivo. Per questo, con una decina di amici, tutte persone di alto livello, aprii una prima sede nel viale Gramsci, a Napoli. Iniziammo tutta una serie di battaglie, confrontandoci con la sindaca Iervolino.
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4 Ci furono interlocuzioni anche con il governo nazionale, allora era Premier D’Alema. Ci impegnammo per l’inse� rimento dei disabili nel mondo del la� voro, ritenuto da loro prioritario fra le richieste: collocato nel posto giusto, un disabile non è un peso, ma una ricchezza: se tu a un disabile, che ha difficoltà motorie, poni davanti scale da salire nel posto di lavoro, è chiaro che si è compiuta una scelta stupida, ma se svolge un’attività adeguata alle sue possibilità, allora, sì che egli può dare il meglio di se stesso. Occorre an� che tener conto che il datore di lavoro, per l’assunzione di un disabile riceve benefici fiscali. L’ANIDA, dunque, na� sce principalmente per il lavoro. Una decina di anni fa, anche a Casoria fu aperta una sede dell’Associazione che presiedo. Era Sindaco Ferrara, ma io, in realtà, ho operato, più che altro a li� vello provinciale, regionale e naziona� le, ogni tanto facevo qualche capatina a Casoria, ma qui riscontravo a livello politico poca disponibilità a recepire i bisogni dei disabili. In verità, non sono mai riuscito a creare una squadra di di� rigenti sul nostro territorio. Negli ulti� mi tempi, essendo anche pensionato da qualche anno, mi sono maggiormente affezionato al mondo di Casoria”. Il primo argomento su cui Troise invita Sannino a parlare è la viabilità in rapporto alle esigenze dei diversamente abili di circolare senza frapposizione di barriere ed ostacoli. “Una questione aperta è il parcheggio per chi ha seri problemi di carattere motorio e ha necessità di spostarsi con un veicolo; sulla vettura, si indica il cosiddetto contrassegno, che dovrebbe consentire, secondo il DPR, di sostare quanto più possibile vicino al luogo presso cui i disabili devono giun� gere, ma senza intralciare il traffico. Le delibere regionali hanno allargato le maglie, nel senso che il contrassegno è stato dato anche a disabili non
con gravi patologie motorie e, quindi, esso ha perso la sua funzione, quella di agevolare disabili con specifiche infermità a livello di arti inferiori”, ossia coloro che circolano solo ed esclusiva� mente in carrozzina, e, quindi, quando sono in auto, hanno solo loro il diritto di parcheggiare vicinissimo ai posti a cui devono accedere. Insomma è stato assegnato anche a chi non ne aveva bisogno. “In Italia sono un milione e mezzo coloro che fruiscono del contrassegno, in Campania oltre 100.000, a Casoria all’incirca 2.600 – 2.700; rilasciato, pertanto, con leggerezza. A Casoria, un paio d’anni fa, in un consi� glio comunale si stabilì di effettuare una verifica riguardante il contrassegno: è da chiarire che esso viene rilasciato a tempo determinato, circoscritto, cioè a un periodo perché momentaneamente si è invalidi, e a tempo indeterminato. Per avere il contrassegno bisogna essere visitati da una Commissione dell’ASL, che stabilisce, in base alla patologia riscontrata, se si possa averlo o meno. Ma il vero problema è il controllo sul territorio per verificare a chi esso spetta di diritto e a chi no. Allora, si potrebbe risolverlo, affidando al medico curante la decisione di stabilire, dopo che è trascorso il tempo in cui si aveva diritto a beneficiarne, se rinnovarlo o meno a un paziente.” Tale proposta, interloquisce il Conduttore, agevolerebbe il lavoro degli uffici “H”. Si tratterebbe di seguire” prosegue Sannino, “la stes� sa procedura dell’INPS nei confronti di quanti, per un’invalidità riscontrata, assegnano la relativa pensione; succes� sivamente, richiamano a campione per stabilire se rinnovare o meno il diritto alla pensione, poiché , nel frattempo, potrebbero essere migliorate le condi� zioni di salute, tanto da revocarla. Così dovrebbe avvenire con il contrassegno; in questo periodo, infatti, anche in virtù di una delibera del consiglio comu-
nale di Casoria approvata e in unità d’intenti col Direttore del Distretto 43 Napoli2 Nord, col sindaco Bene e col comandante della Polizia Municipale, dott. Sciaudone, si vorrebbe adottare tale procedura; sono convinto che i possessori del contrassegno diminuirebbero del 30 – 40%. La delibera co� munale, però, approvata nell’ottobre del 2019, non è stata ancora applicata. In verità, fra le altre richieste non ottenu� te, c’ è anche l’istanza fatta al Diret� tore dell’ASL, di creare dei posti liberi esclusivamente per i disabili”, egli ha inviato l’istanza al Comune”, ma finora niente di nuovo sotto il sole. Ancora in attesa di dar seguito a quanto stabilito nell’incontro fra Bene, Sciaudone, Bove e l’associazione ANIDA, accordo stipulato “qualche anno fa”, è stato creato, nel frattempo il dispositivo Tommy, “un dispositivo di sicurezza, già attivo nella prima municipalità di Roma e a Genova: è una piastra che viene posta sul parcheggio riservato ad un disabi� le, collegata ad un telecomando con un numero identificativo; essa invia un se� gnale acustico non appena un abusivo occupa lo spazio assegnato a chi spetta di diritto. Dopo averne parlato col Sin� daco, l’assessore D’Anna, che si occupa degli interventi di Polizia Municipale sul territorio,e l’ass. Riccardi, delegata alla sicurezza e all’assistenza sociale, ho preso contatti con l’azienda costrut� trice di Bologna,è stata organizzata una videoconferenza col titolare e sono stati presi degli accordi. Il dispositivo viene a costare poco, circa 500 euro all’anno. Ho proposto di applicarne una decina in via sperimentale; esso risolverebbe il problema alla radice”. E’ vero, sarebbe un valido ausilio per le persone disabili, che spesso si trovano in enorme difficoltà, costrette a far intervenire i vigili, che non sempre possono accorrere con tempestività per rimuovere l’autovettura abusiva; comunque, dopo qualche gior-
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no, ugualmente troverebbero lo spazio occupato da qualche altro veicolo. Secondo argomento scottante: le barriere architettoniche. Anche su tale problematica, Sannino, col suo senso pratico e dotato di gran ragionevolezza, pone in rilievo tante incongruenze, scelte definite anche da Troise “obbro� briose”. Qualche esempio: marciapiedi nei pressi dei negozi, che ostacolano l’accesso ai disabili; strade il cui fondo stradale è costituito dalle cosiddette “pietre del vesuvio”, che fanno sobbalzare chi le percorre con la carrozzina, piazza Cirillo ristrutturata senza tener conto delle esigenze dei diversamente abili. Alla domanda del Conduttore sulle inadempienze di coloro che non prendono provvedimenti a favore dei disabili, pur avendone alcuni fra i propri parenti, Sannino giustamente osserva che non sa dare una risposta, bisognerebbe rivolgere, infatti, la domanda ai diretti interessati; egli pone in rilievo, piuttosto, che anche problemi risolvibili in poco tempo, a Casoria diventano insormontabili. Un esempio: sei mesi fa ha chiesto al Sindaco, agli assessori D’Anna e Riccardi di provvedere per uno scivolo in via Principe di Piemonte nei pressi di un esercizio commerciale, perché lui stesso ha trovato enormi difficoltà con la carrozzina, ma ancora il Comune non ha provveduto : problemi economici, è la risposta,”ma si tratta di una spesa di qualche centinaio di euro”. Un’altra domanda di Troise è relativa a un esposto di Sannino all’ass. D’Anna,
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pubblicato anche sul settimanale Casoriadue, in merito a “una quantità sbalorditiva di contrassegni H circolanti a Casoria” . C’é stato qualche riscontro ? Ecco la risposta dell’Ospite: “L’assessore D’Anna mi ha assicurato che avrebbe chiesto al Comune 5.000 euro per l’installazione di una decina di dispositivi “Tommy”. Per martedì, 22 marzo, mi avrebbe fatto sapere se la richiesta sarà accolta. Come ho ricordato prima, a Casoria sono stati consegnati circa 2.600 – 2700 contrassegni; dalle prime verifiche dell’ASL Napoli due Nord, si è accertato che il 15 -20% dei contrassegni sono stati consegnati a persone che a Casoria mancano; non si sa se siano andate via. Che dire? Sciatteria, incompetenza di persone che occupano posti sbagliati … Occorre costituire una commissione ad hoc per rivedere tutta la situazione e rilasciare i contrassegni solo a chi ne ha effettivamente bisogno. E’ giunta, a tal riguardo, una respon� sabile che già si sta occupando della questione; la commissione dovrà ri� chiamare tutti quelli che ne beneficia� no per verificare se vi sono ancora le condizioni per averlo. Ho riscontrato la disponibilità di Pasquale Bove, ma noi come Associazione e principalmente il Comune dovremo sollecitare il Diretto� re generale D’Amore ad attivarsi per la costituzione della commissione. Anche al Consiglio regionale va effettuata una verifica per il controllo dei contrassegni H, tutto è stato rallentato, hanno detto, per il Covid, ma c’è bisogno di ripartire
anche là con buona lena con rivisita� zione dei contrassegni e aggiornamento della banca dati. E’ necessario, per noi di ANIDA, avere anche il sostegno della stampa e di altri mezzi di informazione per diffondere le notizie e interventi a favore dei disabili. Quando, ad esempio, si parla di con� trollo del territorio, e c’è una rimozione di un veicolo perché parcheggiato nello spazio riservato alle persone diversa� mente abili, occorre rendere pubblica questa operazione di intervento, perché bisogna colpire uno per educare 100”. Troise ha rimarcato che Nano TV è sempre sul territorio per segnalare, denunciare, riferire e che il settimanale Casoriadue, insieme con il sito omonimo, è disponibile a fare spazio ad ogni richiesta di ANIDA. Altra importante notizia fornita da Sannino é stata la risposta affermativa ricevuta dal Ministro ai Lavori Pubblici e alle infrastrutture Giovannini, per tramite della dott.ssa Claudia Caputi, Responsabile della segreteria che si occupa dei rapporti con la stampa del predetto Ministero, alla richiesta del Presidente di ANIDA di essere ricevuto dal Ministro per la questione del lavoro ai disabili. L’incontro è stato fissato fra sei mesi. Infine un appello lanciato da Sannino: “La Consulta dei Disabili, costituitasi a Casoria, con sede in via PioXII, in un ufficio al pian terreno dell’edificio dell’ex Pretura, accanto alla stazione dei Carabinieri, chiede la disponibilità di volontari ( genitori di disabili o non, giovani …) con requisiti tali da poter contribuire a dirimere questioni riguardanti le varie problematiche che devono affrontare i disabili di ogni età, ma, in particolar modo, gli anziani”. Sempre bisogna ricordarsi ciò che ha scritto una mamma di due bambini gravemente disabili: “Non è la disabilità che fa della loro vita un’esperienza in� felice. Ogni vita è degna se noi ne ri� conosciamo la dignità, se rimuoviamo gli ostacoli che sbarrano la piena rea� lizzazione di quella vita. Ogni persona malata può vivere una vita normale esclusivamente se riconosce la dignità della propria vita negli occhi degli al� tri. Questo è il messaggio che i miei figli avvertono”.
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6 MARIA SAVERIA RUSSO
PARLARE DI DISABILITÀ: LE PAROLE SONO IMPORTANTI LELLO MARANGIO SI RACCONTA: “L’IRONIA BISOGNA SAPERLA UTILIZZARE, ALTRIMENTI PASSI PER LO SCEMO DEL VILLAGGIO ANCHE SE NON LO SEI”.
Parlare di disabilità, significa soffermarsi su un tema complesso e denso di significati, ma allo stesso tempo può essere una buona opportunità per avere un piccolo spunto di riflessione da cui partire per guardare con più attenzione una realtà che, con le sue particolarità, colpisce e incuriosisce, ma spesso frena e intimorisce, perché la “diversità” che si manifesta improvvisamente davanti a noi, ci mette di fronte a delle novità che vorremmo da una parte conoscere, ma che magari per pigrizia e errate convinzioni che si sono radicate nella parte più profonda e nascosta di noi, preferiamo accantonare o categorizzare in modo rapido e deciso. Quando una persona ha una disabilità, di qualsiasi natura essa sia, spesso tende ad essere identificata a primo impatto come un soggetto in difficoltà, che ha necessità particolari, a cui bisogna dare una risposta nel modo più veloce e impersonale possibile seguendo “sterili” standard diagnostici, considerando secondo questa prospettiva la disabilità come fenomeno che descrive totalmente e racchiude dentro di sé l’identikit della persona che abbiamo di fronte. Credo che sia fondamentale, invece, seguire una strada diversa: la persona con cui entriamo in contatto prima di tutto è un individuo con specifiche peculiarità e caratteristiche che non possono essere racchiuse e “inglobate” nella sua disabilità che, seppur presente, non è la sola e unica protagonista della sua esistenza. Per entrare realmente in relazione con l’altro, è necessario soffermarsi a conoscerlo, decentrarsi dal nostro punto di vista e mettersi nei “panni” dell’altra persona in modo empatico, senza atteggiamenti di superiorità o di pietismo, ma ponendosi allo stesso livello ed essendo il più possibile genuini e spontanei. Chi ha una disabilità non chiede “corsie preferenziali”, sente solo la necessità di essere ascoltato con le proprie peculiarità individuali e vuole essere parte integrante del proprio contesto di vita. Mille parole e cento concetti potrebbero sottolineare ancora di più quanto è vasto e variegato il tema della disabilità, ma penso fermamente che solo chi vive questa condizione possa davvero utilizzare
le parole giuste e cogliere davvero l’attenzione del lettore. Lello Marangio è umorista, autore, regista, sceneggiatore napoletano. Scrive per il teatro, per il cinema e per la televisione. Autore di cabaret per noti cabarettisti come Peppe Iodice, Lino Barbieri, Lucio Caizzi, Nello Iorio, Lino D’Angiò, Alan De Luca, Paolo Caiazzo, Guido Palliggiano, Biagio Izzo, Maria Bolignano, Peppe Maiulli, I Ditelo Voi, Enzo Fischetti, e i DuexDuo. E’ anche uno scrittore: tra i sui manoscritti ritroviamo “Il mercatino di Roccagioiosa. Venghino signori venghino”, “Una lunghissima giornata di merda” e “Al mio segnale scatenate l’inferno. Libro disabilmente comico.” Lello ha accettato il nostro invito per una breve intervista e, siamo certi, che troverete stimolo e tanta passione solo leggendo le sue parole. Lello vorrei partire, ovviamente se ti senti a tuo agio nel rispondere a questa domanda, col chiederti il perché tu ti ritrovi su una sedia a rotelle. All’età di 4 mesi ho contratto il virus della poliomelite ad entrambe le gambe. La polio è una malattia infame, che uccide o degrada i muscoli anche nel tempo, e pur lasciandoti un margine di autonomia alla fine sei costretto a spostarti in car-
rozzina. Non so se è sia una cosa mia, ma seguo diversi influencer sui social e c’è questa ragazza che, come te, si ritrova su una sedia a rotelle. Ha più volte sottolineato di come le nostre città, non siano per tutte, palazzi senza ascensori per chi è su una sedie a rotelle, musei senza rampe. Inoltre ha evidenziato come, la maggior parte delle volte, il volto delle persone disabili venga utilizzato sempre come termine di paragone per far sentire le cosiddette persone “sane” bene con le loro vite. “Mi preoccupo di un brutto voto quando c’è chi ha una disailità”. Ti rispecchi in queste parole? No, non mi rispecchio e poi non mi piacciono neanche le influencer. Non credo affatto che qualcuno usi il volto delle persone disabili per altri fini. Io ho una visione molto più reattiva della disabilità e lo dico anche nel mio libro “Al mio segnale scatenate l’infermo”, nella vita bisogna darsi da fare, da disabile o no. Che poi la società fa di tutto per complicare la vita a noi disabili mettendoci fra le ruote milioni di barriere architettoniche questo è vero. La gente un po’ se ne fotte dei problemi di chi ha il fisico non propriamente da ballerino e noi, ballerini glielo dobbiamo far notare sempre, anche con interviste tipo questa. Ti infastidiscono cose come il sorriso degli sconosciuti e le offerte d’aiuto non richieste? No, non mi infastidiscono affatto. Anche io da disabile spesso sorrido agli altri e se posso li aiuto. Se poi i sorrisi vengono dalle belle donne è un motivo in più per riceverli. Come tutti. Ci sono momenti di debolezza in cui ti chiedi “ma perché?” Momenti in cui vorresti essere un’altra persona? I momenti di debolezza li hanno tutti, sfido chiunque a dire il contrario. Nella mia vita però non ho mai pensato neanche per un istante di essere un’altra persona. Anzi disabile o no, da quando faccio il lavoro di autore e scrittore anche con certi riscontri, molti avrebbero voluto essere me. Hai scritto diversi libri sulla disabilità. Ancora prima che Nando mi chiedes-
DOMENICA 27 MARZO 2022 se di intervistarti ricordo di aver letto “Una lunghissima giornata di merda”, ed ho adorato l’idea delle dieci storie, con protagonisti con storie diverse ma con questo unico denominatore comune: a tutti tocca una lunghissima giornata di merda. Capita. Può capitare… la giornata di merda può capitare a tutti ed è capitata anche a me, e non solo una. Infatti l’idea del libro mi è venuta proprio quando stavo vivendo una mia lunghissima giornata di merda, quando cioè sono rimasto per quasi 2 ore bloccato in auto sotto ad una galleria della tangenziale di Napoli mentre avevo un appuntamento molto importante. Nessuno è immune alle giornate di merda, basta essere preparati, saperle riconoscere e tentare di evitarle o, se si può, affrontarle con la giusta carica. Tu sei uno degli autori teatrali e musicali più importanti nel panorama napoletano. Essere disabile, nel mondo dello spettacolo, penalizza? Ci sono stati dei momenti in cui hai sentito il pregiudizio? Il pregiudizio mai. Sono apprezzato per il fatto di essere un umorista, un autore non per come sono, cioè non per il fatto di essere disabile, ma per quello che scrivo. I disabili hanno una loro diretta responsabilità nel confronto con gli altri, tutto dipende da come uno si pone al cospetto con loro. Se ci sai fare gli altri la tua disabilità non la noteranno neanche, noteranno ed apprezzeranno altro, tipo il fatto di essere un bravo autore con buone idee. Questo conta, e poi se io mi accorgessi solo per un attimo che una persona avesse dei pregiudizi nei miei confronti lo manderei a fare in culo seduta stante. I tuoi spettacoli sulla disabilità emozionano, fanno riflettere, il tutto utilizzando sempre l’ironia. Diciamo che io non faccio spettacolo sulla disabilità, ho scritto solo un libro nel quale, da autore comico, parlo della
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mia disabilità in maniera ironica, faccio ridere e il lettore ha accolto benissimo questa mia maniera di raccontare l’handicap diversa dalla solita accezione drammatica, infatti il libro è andato e va benissimo nelle vendite in libreria Anche nella tua vita di tutti i giorni utilizzi spesso l’ironia? Per sforzare situazioni e conversazione che, magari, diventano pesanti. Si, l’ironia per me è una connotazione precisa ed identificatrice dl mio carattere, risolvo molto con quella. Ma attenzione, l’ironia bisogna saperla utilizzare altrimenti passi per lo scemo del villaggio anche se non lo sei Anche nell’altro tuo libro “Al mio segnale scatenate l’infermo. Libro disabilmente comico”, l’ironia è padrona. E’ padronissima. Come dicevo prima, abbinare l’handicap all’ironia ha fatto si che quel libro diventasse un best seller. Una operazione apparentemente in contrasto ma che ha avvicinato molte persone con un sorriso alle problematiche legate all’handicap. Visto che non vogliamo farci manca-
re nulla, tu sei anche autore. Autore del ‘The Peppy Night Fest’ di Peppe Iodice. In più di 30 anni di lavoro autoriale ho scritto per moltissimi comici, ma con Peppe Iodice è stato un vero e proprio colpo di fulmine che dura ormai da 15 anni che ha portato a scrivere quasi 10 spettacoli teatrali. Insieme abbiamo fatto tanta televisione, scritto i testi per Zelig, per tantissimi programmi e da 2 anni è arrivato questo Peppy Night che, senza peccare di immodestia, ha avuto e sta avendo un successo clamoroso e il 2 aprile chiuderemo questa edizione al Palapartenope davanti ad un sold out di 3500 persone Quali sono i tuoi progetti in cantiere? Tanti, commedie, programmi televisivi e dopo il mio ultimo libro “Il Mercatino di Roccagiosa” uscito ad ottobre scorso, ce ne sarà uno nuovissimo che uscirà ad agosto. Sempre comico e sempre passionale e sempre edito dalla mia Casa Editrice HOMO SCRIVENS Per concludere, ti piacerebbe lanciare un messaggio non solo alle persone con una disabilità, ma a chiunque per riuscire così a superare quei preconcetti che ancora sono insiti nella mente umana. Si, ma solo perché me lo chiedi. Ti cito un passo del mio libro: “io e la mia disabilità abbiamo fatto tutto insieme, io dipendevo da lei e lei dipendeva da me. Un po’ l’ho odiata, un po’ l’ho disprezzata. Un po’ l’ho snobbata, un po’ l’ho accettata ma sempre a modo mio. Sono convinto che contemporaneamente al virus della poliomielite, il mio corpo sia stato contagiato anche dal meraviglioso batterio dell’ironia facendola divenire il mio registro di vita e, mentre il primo infettava maligno il mio corpo, l’altro contaminava irrimediabilmente la mia mente rendendola comica” Il messaggio è questo: vivete imponendovi sempre di avere fame di vita.
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8 MARIA CRISTINA ORGA
IO RACCONTO STORIE magazine
STORIA DI CHIARA CHE NON SI ARRENDE MAI Ho una paraparesi spastica agli arti inferiori - esordisce Chiara con la massima naturalezza e subito capisci di che pasta è fatta. Poi continua senza por tempo in mezzo, perché cose da dire ce ne sono tante e da fare ancor di più - sono nata di sette mesi e mezzo, quindi con una gravidanza pretermine, ma il problema non è stato questo, piuttosto il fatto che non sono stata estratta subito e quindi ho subito un’ipossia neonatale che mi ha comportato danni solo all’apparato motorio, butta lì come una cosa banale, poco più che un fastidioso dettaglio. Ma una paraparesi non è un dettaglio e la vita di Chiara non ha nulla di ordinario, come il suo tono lascerebbe intendere. Chiariamo subito: Chiara è il nome che avrebbe dato a se stessa se avesse potuto esprimere un parere alla fonte battesimale la spigliata avvocata (avvocatessa per i puristi della grammatica, ma a me piace più il femminile in -a) poco più che quarantenne di cui ho deciso di raccontare la storia. E perché ho scelto proprio la sua, tra le numerose declinazioni di disabilità che avevo a disposizione lo capirete continuando a leggere. E mi direte che ho scelto bene. Dunque, andiamo a conoscere la nostra protagonista di oggi. Che bambina sei stata? Una bambina terribile. Nulla di diverso da quello che sono adesso. Sì, nulla di diverso, ma ci saranno state delle difficoltà da piccolina, delle frustrazioni… che tu ricordi, qual è stata la prima? Bah… frustrante magari era essere osservata dagli altri, poi ci ragioni e ti rendi conto che anche tu sei un osservatore e quindi… poi io sono sempre stata una che rispondeva, non me lo sono subito. Certo era un po’ una scocciatura essere osservata da gente estranea per la quale destavo curiosità. A casa invece no, perché ho sempre fatto tutto, sono sempre stata autonoma. Quello che mi infastidiva erano le osservazioni da parte degli altri e ci sono ancora oggi. Ma oggi hanno tutt’altra natura: più che altro oggi ispiro cattiveria. Cattiveria? E perché? Perché quando gli altri si rendono conto che sei una persona riuscita si incattiviscono. Però magari chi mi osserva non
QUANDO LA DISABILITÀ È NEGLI OCCHI DI CHI GUARDA: CONVERSAZIONE A DENTI SCOPERTI CON UNA BRILLANTE QUARANTENNE DOTATA DELLA “DIVERSA ABILITÀ” DI RIMBOCCARSI LE MANICHE ANZICHÉ PIANGERSI ADDOSSO capisce che la vita è il risultato dei tentativi che tu fai. In ogni cosa io mi butto, ci provo e vede quello che ne esce. Invece ci sono persone, normodotati o non che siano, che non ci provano proprio. Tu hai una sorella di tre anni e mezzo più piccola di te. Quando eravate bambine che relazione avevate? Quella che hanno tutte le sorelle. Io ho fatto una vita normalissima, nonostante la disabilità, di più normale dei normodotati. Certo, la mia vita desta curiosità perché ci si aspetta che chi è disabile faccia una vita un po’ più protetta, non provi determinate cose. E invece io ho provato tutto. La forza di credere in te l’hai trovata da sola o te l’hanno data i tuoi genitori? Mia mamma mi ha dato una grande spinta, ovviamente perché la mamma è sempre la figura prevalente della famiglia. Tra i genitori è sempre la figura femminile quella a cui è deputata la gestione familiare. Un po’ io sono una
“capatosta”, sono una che ci prova e un po’ sono anche stata spinta. Unisci le due cose e ottieni dei risultati. Hai scelto un curriculum di studi impegnativo e svolgi una professione impegnativa che non ci si aspetterebbe secondo i cliché, i pregiudizi, gli stereotipi… …gli stereotipi di vita che oggi ci sono, nel senso che, se hai una disabilità devi fare una vita più tranquilla. Invece per me non vale nulla di tutto questo. Ho voluto fare l’avvocato da sempre. Perché proprio l’avvocato? Sono una persona che ha sempre avuto una chiacchiera molto facile, sono stata sempre molto spigliata: infatti, purtroppo per gli altri, a un anno e mezzo parlavo già come parlo adesso e in più fin da piccola ho sempre avuto una spiccata curiosità per i processi, per tutto ciò che riguarda l’ambito giudiziario e quindi non potevo che fare l’avvocato e alla fine sono andata in udienza a rappresentare gli altri. Adesso, in virtù del calo del contenzioso mi sono rimessa nuovamente in gioco: ho fatto un concorso, l’ho vinto e adesso sono nella pubblica amministrazione. Qualcuno potrebbe pensare che nella pubblica amministrazione, stante la disabilità, tu sia entrata attraverso un canale privilegiato e non per meriti personali. Assolutamente no, perché ho fatto un concorso come tutti gli altri e l’ho superato. Non ho usufruito di nessun canale privilegiato perché non si è trattato di un’assunzione diretta. Tu vivi da sola: perché questa scelta? Vivo da sola perché l’ho scelto, perché si sta più tranquilli e sostanzialmente io da sola non ci sto quasi mai perché sto quasi tutta la giornata fuori; quindi, quando torno ho il tempo di sistemare le cose e di andare a dormire. Quindi di fatto vivo da sola, ma è come se non lo fossi mai perché sono impegnata tutta la giornata fuori casa. Gestisci a modo tuo tempi e spazi, quindi. sì, però, poiché faccio molte cose devo avere una gestione militare, molto calcolata per gestire tutto, anche perché devo rilevare che quando le cose le fanno gli altri non le fanno mai bene, perciò
DOMENICA 27 MARZO 2022 preferisco tagliare la testa al toro e fare direttamente tutto io. Sei più esigente verso te stessa o verso gli altri? Decisamente verso me stessa. Verso gli altri non lo sono, a meno che non mi creino un problema, caso in cui entro nel merito. Capita che persone con disabilità usino il loro stato in maniera pietistica, per ottenere la benevolenza degli altri, o sconti dalla vita. Ti è capitato di incontrarne? Non è il mio caso, ma mi è capitato di incontrarne, ma si trattava di persone con una personalità poco concludente. Le persone che fanno questo sono persone inconcludenti e quindi hanno bisogno di tutta una serie di appoggi, di aiuti e quant’altro a causa della loro insicurezza, che è indipendente dalla disabilità. Invece io ho capito sin da subito che l’appoggio non serviva, anche perché non è detto che tu ti possa appoggiare alla persona giusta, mentre chi fa da sé fa per tre. Tu guidi la macchina, una macchina con comandi ovviamente adattati alle tue esigenze. Hai preso la patente per necessità o perché ti piace guidare? Ho preso la patente quasi subito, a ventun anni, perché mi piace guidare e perché essendo una persona autonoma volevo essere indipendente anche negli spostamenti. Non solo l’auto: tu sfidi il traffico anche in scooter elettrico. Per strada che approccio c’è nei tuoi confronti da parte degli altri? C’è chi ne apprezza la comodità e chi chiede che problema ho e se ce l’ho, perché in virtù di tutto quello che faccio qualcuno non ci crede nemmeno… Come si comportano gli automobilisti, i pedoni, quando ti incrociano? Devo stare attenta perché molti non sanno guidare…sostanzialmente come quando vado in macchina. Non cedono il passo e peraltro i marciapiedi non
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sono fruibili, perché o mancano di discesa o sono rotti o troppo alti e lo scooter non ce la fa a salirci, quindi giro nel traffico della strada. Eccoci alle barriere architettoniche: quali limiti ti pongono e come li superi? Barriere ce ne sono tante, ma provo a farcela da sola, quando però uno scalino è troppo alto, ad esempio, chiedo una mano. Da sempre mi sono allenata anche a fare le scale, perché sono entrata nell’ottica che volere è potere e quindi… ormai mi sono così abituata che le barriere quasi non le vedo più. Il fatto è che non c’è un interesse a voler far funzionare le cose in generale e ad abbattere le barriere architettoniche. Fortuna che io ce la faccio… Quanto lo Stato è deficitario nei confronti delle persone con disabilità? Totalmente. Lo Stato non considera per nulla le persone con disabilità, al punto tale che non offre alcuno strumento. Dovrebbe prendersi cura in toto della persona, invece non offre niente né
come mezzi, né come strumenti, né come canali lavorativi. È totalmente assente. Concretamente: la prima cosa da chiedere quale sarebbe? Tutti gli strumenti necessari da quando si rileva il problema a quando il disabile si sistema lavorativamente. L’inserimento nel mondo del lavoro è fondamentale, perché così lo Stato non deve erogare prestazioni, come fa adesso, peraltro insufficienti. Ci vogliono: assistenza sanitaria, presidi riabilitativi, insegnanti di sostegno… gente competente però! Purtroppo, le persone competenti sono poche e non è facile trovarle in questo campo. Oggi che esiste il telelavoro, ad esempio, la possibilità di essere formati e di accedervi va data a tutti. Oggi anche una persona che ha la SLA, può trasformare con il solo movimento della testa e degli occhi attraverso un computer quello che pensa in parole. La tecnologia deve essere al servizio dell’inclusione, che oggi, invece, non si fa: lo Stato vede il soggetto disabile come un soggetto negativo, al
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10 quale erogare, e neanche in tutti i casi, una prestazione previdenziale di bassa sussistenza, perché gli importi sono assolutamente iniqui. Quando viene meno la famiglia, perché come dicevi prima i genitori non sono eterni, che destino hanno le persone con disabilità che non sono autonome come te? Purtroppo, quando la disabilità è grave c’è solo l’istituto. Lo vedo con tanti figli di amici che hanno problemi di autismo: alcuni sono non verbali, quindi il loro destino è segnato. Quando i genitori vengono a mancare c’è solo l’istituto, se non ci sono fratelli e se i fratelli ci sono, il disabile diventa una zavorra a vita. Per questo si deve puntare sull’autonomia fin da subito, a meno che non si possa proprio fare. In che modo i genitori possono spingere il figlio disabile verso l’autonomia fin da subito? Anche non aiutandolo, perché provi a fare le cose in cui non riesce. La prima volta in cui sei stata non aiutata, te la ricordi? Pensa che a sette anni andavo già in piscina e negli spogliatoi non erano ammessi i genitori; quindi, io mi dovevo fare la doccia, asciugare, usare il phon, che è bollente e può sfuggire di mano stando in piedi, vestire e preparare il borsone totalmente da sola. E alla stessa età già stavo da sola a casa, apparecchiavo e sparecchiavo, facevo il letto. Ero autonoma, nessuno faceva le cose al posto mio. Ci vuole autonomia. Si prova, si sbaglia, poi si vede come si deve fare e si riprova. I bambini con difficoltà vanno mollati subito. Non bisogna fare come molti invece fanno, cioè surrogare. E oggi qual è la difficoltà più grande che affronti ogni giorno? Quelle che affronta chiunque. Per fortuna non ho dolori e riesco a condurre la mia vita senza particolari problemi. Certo il fatto che io sia sempre anda-
ta avanti e indietro, anche in tribunale e non mi sia mai appoggiata agli altri mi ha aiutata, ma riconosco di avere fortunatamente una struttura fisica che funziona, altrimenti non potrei fare tutto quello che faccio. Ho reso il corpo duttile con l’allenamento costante, se non l’avessi fatto probabilmente avrei più problemi. E sul lavoro gli altri come si comportano verso di te? All’inizio c’era un po’ di diffidenza, quando poi si è visto che io sono particolarmente risoluta e lavoro, l’atteggiamento è cambiato. Qualcuno l’ho dovuto mettere a posto nella maniera più consona, ma come per gli altri ambienti di lavoro, anche nel mio ci sono delle belle persone e delle altre che non lo sono. Se ti proietti nel futuro, diciamo tra vent’anni, come ti vedi? Al lavoro, come oggi. Ma spero nel frattempo di progredire nella carriera. Rispetto alla vita quotidiana, se la tecnologia va avanti come sta facendo me ne potrò agevolare. La domotica è utilissima. Mi piace, ad esempio, il fatto che quando esci di casa con un solo comando spegni tutto o poi accendi tutto prima di rientrare, acqua calda, termosifoni, tutto quanto. Credo sarà utile a tutti, non solo a me. Cosa senti di suggerire ai genitori che hanno figli diversamente abili per aiutarli ad accettarli e a fare la cosa giusta? Io sono fermamente convinta che si può affrontare qualsiasi difficoltà o situazione. Tutto è volerlo affrontare. Partendo da un percorso di analisi che a me ha fatto molto bene. Percorso che dovrebbero fare sia i genitori, sia il bambino, iniziando quanto prima possibile, perché chi ha una disabilità e i suoi genitori devono capire fin da subito come gestire le situazioni, le dinamiche familiari. Io l’ho fatto e lo consiglierei. Chi si prepara a una vita, passami l’espres-
sione, “diversa” lo dovrebbe fare per capire anche come deve gestire il suo problema, perché l’approccio con cui lo affronterà porterà o meno a certi risultati o a mantenere uno status quo. Per i genitori è importante perché tendono ad essere iperprotettivi o eccessivamente ansiosi nei confronti del figlio con disabilità. Io non sono d’accordo, perché l’iperprotezione non porta a niente: tu ti devi rafforzare come persona e poi devi affrontare la vita non diversamente da una persona normodotata. La vita la devono affrontare tutti e in qualsiasi condizione. Sei credente? Sì. La fede ti è stata d’aiuto per affrontare la disabilità? No, no. La fede mi ha aiutata e aiuta a prescindere. Il fatto che ci sia la disabilità è irrilevante, perché o lo fai tu o lo faccio io, il percorso di fede è quello. Tu capisci che c’è un aiuto, punto. Non c’entra niente con la disabilità. Tornando all’analisi, quando fai analisi, la fai su tutto, anche sulla disabilità e su come gli altri si approcciano a te. A volte i genitori sbagliano proprio l’approccio: la persona disabile non è diversa come persona, ha delle abilità diverse; quindi, va aiutata a raggiungere quanta più autonomia possibile, perché i genitori non sono eterni e tutti devono essere autonomi. Certo quando si può. Quando invece non è possibile arrivare alla totale autonomia come nel mio caso, ma la persona in carrozzina, ad esempio, se ha un problema solo fisico ma ragiona, deve capire cosa può fare, come lo deve fare e non lasciarsi andare e non fare niente solo perché sta in carrozzina. Ti piace il mare? Molto. Mi piace molto nuotare nelle acque non confinate. Ho fatto anni di piscina, ma adesso ho lasciato in virtù dei capelli. Perché il cloro li rovina, intendi? Sì. Anche l’aspetto ha la sua importan-
Piazza Benedetto XV, 5/A 80026 Casoria (NA) itegas.srl@libero.it Tel. 081. 757.31.07 338.490.71.90 339.415.87.00
DOMENICA 27 MARZO 2022 za, fa parte della cura di sé. Quando sei più piacevole ti si aprono più porte, ti senti meglio con te stessa, sei più tranquilla…però ‘acqua è importante, perché ti rilassa e poi quando nuoti entri in un rapporto molto particolare con te stesso. Il nuoto poi richiede sempre di mettersi continuamente in gioco, perché se lo fai con regolarità acquisisci anche delle competenze respiratorie, se invece lasci le perdi. Il nuoto ti insegna che bisogna sempre ricominciare. Mai pensare di essere arrivati e fermarsi. Metafora perfetta del tuo cammino! Il tuo segreto, quindi, è non arrendersi mai. Sì: non arrendersi mai. Provarci sempre. in qualsiasi campo, il risultato si costruisce: se ci provi può darsi che qualcosa ci esca, se non ci provi, è certo che non otterrai niente. La tua più grande paura? Inutile che ci pensi, tanto devo affrontare tutto. Quando si pone un problema lo affronto. Non posso permettermi di fare passo. Nella vita non ho mai potuto fare passo e penso che non lo farò mai. Vale anche le paure: le affronto e poi vedo man mano quel che mi si presenta. Le mie armi sono volontà, fede, caparbietà e provarci in ogni circostanza. Molti, anche normodotati, pensano che è una bella fatica e che è più facile chiedere!
11 Chiedere… non è detto poi che quello che chiedi ti venga fatto bene. Io potrei trovare anche dieci persone a cui chiedere, ma se chiedo mi devo accontentare di ciò che mi viene dato. Quando faccio posso invece stabilire il come, il quando, il perché, il per come e anche come utilizzare quello strumento. Il consiglio migliore che tu possa dare è fate come me… Il consiglio migliore è FATE. Non fate come me, perché potrebbe anche darsi che il mio essere risoluta vada bene per quel che mi riguarda, ma per un’altra persona potrebbe essere troppo. Quindi è più giusto dire FATE, perché ognuno deve avere la libertà di determinare: fate e determinate. Che lezione di vita! Ve l’avevo detto all’inizio che Chiara era una persona da conoscere assolutamente! A proposito di conoscere: due righe sulla paraparesi spastica, con cui la nostra protagonista convive dalla nascita, giusto per farvi capire di cosa stiamo parlando e di quanto sia illuminante e preziosa la testimonianza che abbiamo appena raccolto. Perché a sentir lei qualcuno potrebbe aver avuto l’impressione che si tratti di poco più che una leggera asimmetria del passo. E invece la paraparesi spastica è una forma di paralisi cerebrale dovuta a lesioni del sistema piramidale, ovvero
alla parte dell’encefalo adibita al controllo motorio, che può manifestarsi in seguito a complicanze insorte durante il parto per vari motivi (nel caso di Chiara si è trattato di ipossia), o avere origini ereditarie. È una malattia neurodegenerativa, caratterizzata da una compromissione di entrambi i lati del corpo, con interessamento degli arti inferiori e comporta problemi di deambulazione, conferendo la caratteristica “andatura a forbice” e difficoltà nello stare seduti o rimanere in posizione eretta. Con il passare del tempo, la spasticità può portare iperflessia agli arti inferiori, (che dà origine a una successione rapida e ritmata di contrazioni e decontrazioni muscolari), dolore articolare e deformità delle strutture ossee adiacenti ai muscoli ipertesi e mi fermo qui. Se aggiungiamo che la nostra eroica Chiara vive da sola, svolge una professione per la quale è “esposta” e che molta gente “non sta bene con la testa”, sarete d’accordo con me sulla scelta di non corredare questa storia con una sua foto e di non rivelare il suo vero nome. Del resto, per dirla con Shakespeare, che importanza ha un nome? Una rosa non avrebbe lo stesso inebriante profumo se non si chiamasse rosa? E Chiara, o comunque si chiami, è davvero così: un portento. Potete credermi: io la conosco
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12 CHIARA D’APONTE
CIRO FERRARA: ANDARE OLTRE LA DISABILITÀ È POSSIBILE!
La celeberrima enciclopedia Treccani definisce la disabilità come la “condizione di coloro che presentano durature menomazioni fisiche, mentali, intellettive o sensoriali che, in interazione con barriere di diversa natura, possono ostacolare la loro piena ed effettiva partecipazione nella società su base di uguaglianza con gli altri”. Oggi vi faremo conoscere un giovane uomo che sovverte totalmente l’ultima parte di questa definizione. E’ una persona energica, con tanti sogni ed obiettivi e che, certamente, non si è fatta schiacciare dalle avversità. Vorrei che lei raccontasse ai nostri lettori la sua vita partendo proprio dalle origini: quando è nato? Dove? Vorrei che raccontasse loro della sua disabilità. Quindi vorrei che raccontasse come è stata per lei la vita sia in famiglia che a scuola che in società. Se ci sono stati ostacoli da superare, se è stato difficile fare amicizia, se ha subito bullismo. Insomma io vorrei che mi aiutasse a trasmettere, attraverso la sua storia personale, un messaggio di forza e di speranza. Mi chiamo Ciro Ferrara, ho 33 anni ed abito a Casoria. Quando avevo pochi mesi mi fu diagnosticata la SMA e cioè l’Atrofia Muscolare Spinale. È inutile dirvi che da quel momento iniziano i miei tour ospedalieri, la fisioterapia, le visite mediche e viaggi della speranza. Ovviamente nella mia vita non c’erano solo cure ed ospedali. Sono andato a scuola e me la sono cavata, i bambini in quella fascia d’età sono molto curio� si, del resto anche io lo ero, ma non ho avuto grandi problemi di inserimento. Durante l’adolescenza, come tutti, an� che io ho iniziato ad intrecciare le prime amicizie a fare le prime seratine fuori. Non nascondo che quel periodo è stato un po’ duro per me. Io ero così preso dai miei amici e dalle mie attività quotidia� ne da dimenticare di avere una disabili� tà! A quell’età io riuscivo a reggermi in piedi con l’aiuto dei tutori, addirittura
giocavo in porta a calcetto e quando ar� rivava quel momento della giornata nel quale i miei genitori mi dicevano di tor� nare a casa perché dovevo andare a fare fisioterapia io ci restavo malissimo! Era sempre brutto lasciare tutto ed andare via. Alle superiori io ero sempre molto attivo nell’ambito della mia classe, af� frontavo le mie difficoltà motorie con grande ironia ed ero sempre il primo ad organizzare le cose. Ho sempre pre� so parte ad ogni iniziativa: dai “filoni” alle manifestazioni, dalle gite ai viaggi. Una volta compiuti i 18 anni e raggiunta la tanto temuta maggiore età, come tutti ho iniziato a capire che da quel momen� to avrei dovuto cominciare a dare una direzione alla mia vita. In questo perio� do ho iniziato ad approcciarmi alla mia disabilità in maniera più matura ed ho iniziato a fare delle scelte di studio, di lavoro e di vita privata che tenessero conto dei miei problemi di salute. Ov� vio, non sempre ci sono riuscito ma, del resto, si è giovani e si ha voglia di spe� rimentare! La giovinezza è il periodo in cui si fanno le cose più belle, iniziando dalle prime uscite più lunghe, le serate, le cene, i viaggi con gli amici, qualche esperienza amorosa (tranquilli! Pure i disabili possono!). Per quanto riguarda i viaggi sono stato un po’ in giro per l’I� talia (il paese più bello del mondo per me), in Spagna, in Olanda, a Londra, in Francia e in Germania. Ho preso treni, aerei, barche, navi, sono stato sulla neve e persino in moto! Gioco in carrozzina al Power Chair Football. In effetti ho fatto
delle cose in carrozzina che, se solo ci ripenso, mi vengono i brividi! Mi sono anche iscritto all’Università perché sen� to il bisogno di rimettermi in gioco. Quali sono le difficoltà quotidiane per una persona con disabilità che vive nel nostro territorio? Non posso negarlo, le difficoltà quoti� diane ci sono e, purtroppo, sono pure tante. Partendo dalle strade, marciapie� di, rampe dei disabili rese inaccessibili dalle auto che vi parcheggiano accanto o sopra, parcheggi per disabili occupati da normodotati, trasporti non attrezza� ti. L’elenco potrebbe durare per decine di pagine. Quindi l’obbiettivo è sensi� bilizzare le amministrazioni comunali, impegnarsi per fare in modo che anche le persone disabili possano vivere nel loro quotidiano in modo più accessibile. In realtà ancora oggi ci sono tantissimi esercizi commerciali pieni zeppi di bar� riere architettoniche. Ma ricordate che anche un disabile vive e consuma come un normodotato. So del suo impegno nella consulta dei disabili. Di cosa si tratta? Ora sono membro semplice ma tempo fa ne ero il Presidente. La consulta nasce per dare sostegno e supporto alle per� sone con disabilità ed alle loro famiglie. Per sua stessa natura la consulta non ha potere deliberativo ma consultivo, quindi raccoglie proposte e le presenta all’amministrazione. Cosa, secondo lei, si potrebbe fare in concreto per migliorare la vita quotidiana delle persone con disabilità? Sono convinto che la chiave del suc� cesso sia la sensibilizzazione ad ogni livello: dalle scuole dell’infanzia alle più alte sfere dell’amministrazione cit� tadina. L’intera collettività deve essere consapevole delle problematiche che riguardano il mondo della disabilità e tutti insieme dovremmo lavorare per un mondo a misura d’uomo, sia esso nor� modotato o disabile.
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RUBRICA “L’AVVOCATO RISPONDE” DI MARIO SETOLA
DIFFICOLTA’ A DEAMBULARE ED INDENNITA’ DI ACCOMPAGNAMENTO
Egregio Avvocato, mi chiamo Giuseppe e scrivo da Cardito. Volevo chiederle se a mio padre, 71 enne con problemi alle gambe spetta l’indennità di accompagnamento e se si come fare dal momento che la Commissione Medica ha riconosciuto un’invalidità ed un’inabilità lavorativa totale e permanente del 100%. E vorrei inoltre mi dicesse se mia sorella, può beneficiare anch’essa dell’indennità di accompagnamento dal momento che è gravemente ammalata e deve sottoporsi a chemioterapia. La ringrazio anticipatamente e le faccio i complimenti per l’interessante appuntamento settimanale con le sue risposte. Gentile Giuseppe, innanzitutto grazie per i complimenti e per avermi contattato. Per quanto riguarda suo padre, la legge recita che per beneficiare dell’indennità di accompagnamento, il soggetto si dovrebbe trovare in “una impossibilità di deambulare senza l’ausilio permanente di un accompagnatore, o di non essere in grado di compiere gli atti quotidiani della vita”. L’indennità di accompagnamento non è in ogni caso incompatibile con lo svolgimento di attività lavorativa ed è concessa anche ai minorati nei cui confronti l’accertamento delle prescritte condizioni sanitarie sia intervenuto a seguito di istanza presentata dopo il compimento del sessantacinquesimo anno di età. L’indennità di accompagnamento è incompatibile con analoghe prestazioni concesse per invalidità contratte per causa di guerra, di lavoro o di servizio. Nel suo caso, purtroppo, qualora, ritenga che la valutazione della commissione medica sia errata, il verbale della può essere impugnato, a pena di decadenza, nel termine massimo di 6 mesi dalla data di ricevimento dello stesso. Per quanto riguarda il secondo quesito, quello riguardante sua sorella, la risposta è positiva in quanto al malato che si deve sottoporre a chemioterapia e sia in condizioni di difficoltà spetta l’indennità di accompagnamento per il periodo delle cure. Ha stabilito tale importante principio la
Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, con la sentenza n°10212 del 27 maggio 2004 dichiarando che la normativa in vigore -la Legge n°18 dell’11 febbraio 1980- non vieta il riconoscimento del diritto di accompagnamento per periodi molto brevi. Entrando nel dettaglio, la Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso di un cittadino cui era stata negata l’indennità in parola, ha sostenuto testualmente che “nessuna norma vieta il riconoscimento del diritto a indennità di accompagnamento anche per periodi molto brevi”. Ciò ovviamente qualora ne sussistano (come evidentemente sussistevano nel caso in esame) i requisiti, ossia l’impossibilità di deambulare e/o l’incapacità di compiere gli atti quotidiani della vita. In altri termini, il principio nomofilattico che i Giudici della Suprema Corte hanno enucleato è che il diritto all’indennità sussiste anche a fronte di una perdita di autonomia transitoria (come quella che può conseguire ad un trattamento chemioterapico) mentre hanno cassato l’interpretazione restrittiva, oltre che erronea, sostenuta dai giudici di merito, secondo cui tale diritto sorga esclusivamente in presenza di una condizione persistente, ossia stabilizzata nel tempo, e verosimilmente inemendabile. La sentenza della Corte di Cassazione, tuttavia, non attribuisce un diritto automatico all’indennità di accompagnamento per tutti coloro che
sono in chemioterapia. Il diritto nasce se queste stesse persone si trovano -come chiunque altro, per effetto della malattia neoplastica e del conseguente trattamento, ovvero per qualsiasi altra infermità, (si pensi ad esempio a gravi lesioni traumatiche)- in condizioni tali da determinare l’uno e/o l’altro dei seguenti requisiti: 1) impossibilità di deambulare: da intendersi come incapacità a mettere in atto la complessa funzione neuromotoria della deambulazione in termini sufficientemente validi e sicuri ed anche ricorrendo ad ausili ortopedici; 2) incapacità di compiere gli atti quotidiani della vita, considerando le materiali capacità della persona di assicurarsi, in autonomia ed efficacia, le minime funzioni vegetative e di relazione (la vestizione, la nutrizione, la cura ed igiene personale, l’espletamento dei bisogni fisiologici, la capacità di valutare ed evitare pericoli e rischi o di richiedere soccorso ecc…) ossia quelle azioni elementari di un soggetto in buona salute di corrispondente età. L’importo dell’indennità, è stato fissato, con circolare Inps in circa 528,00 euro mensili per l’anno 2022. Avv. Mario Setola – Civilista Esperto in Diritto di Famiglia Cardito (Na) Corso Cesare Battisti n. 145 Cell. 3382011387 Email: avvocato.mariosetola@libero.it
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14 ANTONIA GIACOMETTI
L’AIAS CONTINUA IL SUO PERCORSO, VOLTO ALL’INCLUSIONE DEI RAGAZZI DISABILI
Dal 1986 operante sul territorio di Casoria con la precisa scelta di voler dar vita ad una nuova cultura dell’handicap, volta all’inclusione dei ragazzi disabili, l’Aias continua il suo percorso e il suo lavoro nonostante varie difficoltà. L’associazione si occupa sostanzialmente dei servizi alla persona e della formazione professionale, ha dovuto rallentare su quest’ultimo fronte proprio a causa della pandemia. Di contro i servizi alla persona sono aumentati perché le richieste sono sempre più numerose. A tal scopo, a seguito Bando di
Gara l’A.I.A.S. ha istituto e organizzato da oltre due anni, presso l’ufficio dei servizi sociali del Comune di Casoria, lo sportello “Home care premium”, formato da alcuni qualificati consulenti che si occupano di dare indicazioni e di fornire servizi e assistenza domiciliare a persone non autosufficienti e loro famiglie, destinatari sono i dipendenti pubblici e statali in servizio e/o in pensione e per i loro familiari. L’ A.I.A.S. si occupa di questo sportello, senza lesinare energie da ben due anni, nonostante non sia ancora mai arrivato il
pagamento previsto dal Comune di Casoria e finanziato dall’INPS. E questo vale anche per altri servizi alla persona, che l’ A.I.A.S. di Casoria porta avanti nonostante le inadempienze economiche degli Enti Locali. Uno degli ultimi progetti, invece, portati a termine dall’Aias è stato quello dal titolo “Mani in Pasto”. Grazie al finanziamento della Regione Campania sono arrivati a termine due corsi gratuiti che si sono concretizzati in diciassette incontri tra lezioni teoriche e laboratori per la pratica del lavoro
con la ceramica e altre dieci lezioni di marketing e comunicazione per provare ad avere gli strumenti e competenze oltre a commercializzare i prodotti ed ottenere in tal modo anche un’occasione professionale. I ragazzi disabili, gli accompagnatori e i loro familiari hanno seguito con attenzione i due corsi, impegnandosi a fondo nella produzione di oggetti di ceramiche ed acquisendo alcune tecniche di marketing nelle lezioni teoriche. Prossimamente saranno consegnati gli attestati. E, sempre presso l’Aias di Casoria, è prossimo
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l’avvio del progetto “Nessuno Escluso”: l’inserimento lavorativo dei giovani disabili, finanziato dalla Regione Campania e dal Ministero del Lavoro, in cui è previsto ancora un corso di formazione per operatori bar e servizi. L’
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A.I.A.S. Casoria non si ferma qui: istituito con la legge 104/1992 proprio nel 1992, il Centro Socio-Educativo è da sempre rivolto ai ragazzi disabili. Attualmente, gestito dall’ A.I.A.S. di Casoria, secondo la legge 328/2000,
si è trasformato in Centro Sociale Polifunzionale per disabili presso la sede di via G. Matteotti ed è finanziato dal Comune di Casoria, capofila dell’ambito territoriale n.18, in virtù dei fondi della Regione Campania.
L’ A.I.A.S. di Casoria a seguito Bando di Gara è affidataria di un servizio simile a Sorrento. In quasi 40 anni di attività gli ostacoli non sono mancati, ma la tenacia è stata più forte e l’AIAS è arrivata fin qui…to be continued…
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CENTRO STAMPE SRL Via Pietro Casilli, 26 - 80026 Casoria (NA) - Tel. 0813086022 e-mail:ceccentrostampesrl@gmail.com
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16 RITA GIAQUINTO
SALUTE & BENESSERE
ROSSELLA CI PRESENTA L’ISTITUTO MATER DEI ESEMPIO CONCRETO DI INCLUSIONE SCOLASTICA E SOCIALE
In un periodo in cui sono oltremodo diffusi fenomeni di dispersione scolastica e mancanza di prospettive professionali dei tanti giovani che vivono in condizioni socio-familiari disagiate, il progetto a cui ha dato vita l’Istituto Mater Dei di Napoli ci sembra straordinariamente al passo con questi tempi che richiedono sempre maggiori strategie di inclusione. Grazie alla conduttrice Rossella Giaquinto, sempre più attenta nella scelta dei suoi prestigiosi ospiti, la genesi e le intenzioni di questo istituto sono stati i protagonisti dell’ultima puntata del suo affermato format Salute & Benessere sulla rete web NanoTV. Portavoci del progetto sono state due importanti figure della scuola:la Prof.ssa Alessandra De Mercato, docente di Lettere ed il Prof. Gianluca Botta, hairstylist. Con il loro aiuto, siamo entrati nel dettaglio di una realtà che, come vedremo, porta tanti benefici a quei ragazzi che trovano difficoltà nell’inserimento o nel proseguimento del loro percorso nelle scuole istituzionali, come i licei, o i tecnici ed i professionali. Un benesssere che ritorna, più che amplificato, ai loro docenti e a quanti hanno deciso di abbracciare un grande progetto di autentico altruismo sociale. Ma è proprio alla Prof. De Mercato che Rossella chiede di raccontarci la storia dell’Istituto: “Questo progetto na� sce da un sogno delle Figlie della Carità di San Vincenzo de Paoli, in modo particola� re dal sogno di Suor Simona Biondin, di origine napoleta� na, che ormai vive a Torino da più di vent’anni, dove diri� ge una scuola di formazione
professionale, una eccellen� za della Regione Piemonte. Erano anni che lei serbava il sogno di portare a Napoli, la sua città di origine, questo stesso tipo di formazione. E, nonostante tutte le enormi difficoltà, Suor Simona ci è riuscita, tramite l’aiuto ed il sostegno della sua comuni� tà, e grazie al fondamenta� le intervento della Regione Campania che ha approvato e finanziato il progetto, con grandi sforzi ed energie, per� ché non è stato facile. Final� mente, nel settembre 2020 nasce l’Istituto Mater Dei”. Si tratta, dunque, di un corso di formazione completamente gratuito riconosciuto dalla Regione per l’orientamento al lavoro: gli allievi possono accedervi senza dover pagare né costi di iscrizione, né rette, al termine del ciclo delle scuole medie; studiano sia le materie canoniche, quindi italiano, matematica, inglese, storia, geografia, scienze, informatica ma, parallelamente, seguono corsi e laboratori di attività pratica che si suddivono nella scelta di due
indirizzi: operatori del benessere, per poter diventare parrucchieri ed acconciatori, ed operatori alimentari, per diventare panettieri, pasticcieri e pizzaioli. Gianluca Botta, hairstylist, porta le competenze maturate nel suo settore seguendo i ragazzi del corso per operatori del benessere. Ci racconta così la sua esperienza: “Si tratta di un progetto straordina� rio: i ragazzi seguono que� sto duplice percorso, teorico e pratico. Con la docente di italiano ci occupiamo molto spesso anche di comunicazio� ne, sembra banale, ma invece è importantissimo per noi che abbiamo un contatto diretto con la persona. Non dobbia� mo saper curare solo l’im� magine, ma dobbiamo anche saper parlare, capire e farci capire. Infatti, facciamo delle simulazioni di come si riceve una cliente, stesso all’inter� no del laboratorio dove ab� biamo realizzato un negozio completo di tutti gli arredi. In un primo momento, gli stu� denti lavorano sulle teste di bambole, così hanno modo di
capire come viene fatto il la� vaggio, l’asciugatura, i colo� ri. Fatto questo, cominciano a lavorare su di loro. La parte più bella del lato pratico ed operativo è proprio lo stage, perché i ragazzi vanno nelle aziende esterne per vedere come è la vera attività lavo� rativa. Mettere a frutto tutto quello che hanno imparato è l’obiettivo principale, in modo che, una volta finita la formazione, possano trovare lavoro. Si tratta, molto spes� so, di ragazzi che prendiamo proprio dalla strada per for� nirgli la possibilità e l’op� portunità di un futuro che si basi sulla dignità del lavoro e dell’occupazione. D’altro canto, ci sono le aziende che, spesso si rivolgono a noi per chiederci manodopera spe� cializzata e formata, di cui la nostra società è carente. Quindi diventiamo anche un valido serbatoio per gli im� prenditori”. Una platea che proviene dai quartieri più difficili di Napoli, Rione Traiano, la Torretta, Quartieri Spagnoli, Sanità che dimostrano, nella
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maggior parte dei casi, di avere grandi potenzialità, come, con grande empatia la Prof. De Mercato ci spiega: “Vengo� no ragazzi da contesti socioculturali complessi, da situazioni al limite. Noi li accogliamo, facendo un lavoro di recu� pero, cercando anche di cambiare le loro vite. Deve essere una crescita didattica ed educativa: uno dei nostri obiettivi principali è insegnargli a rivolgersi agli altri in un italiano corretto con gentilez� za ed educazione. Noi docenti dobbiamo riuscire laddove la società, troppe volte, fallisce: motivarli con una formazione di altissimo livello. Solo in questo modo sapranno inserirsi nel mondo del lavoro: dopo solo il primo anno, vanno subito in stage, quindi vengono a scuola per due giorni e negli altri tre vanno a lavora� re. E’ una organizzazione importante che noi speriamo di migliorare sempre di più, perchè la verità è che cresciamo insieme”. E il Maestro Botta aggiunge : “Ma in� fatti la cosa che ci dà più gioia è vedere un ragazzino che all’inizio non sembra neanche intenzionato ad andare avanti, che sta da noi perché ha 15 anni e ha l’obbligo di andare a scuola. Poi però ci mettiamo a lavorare, con impegno, ottenendo subito grandi risultati. Non ci dimentichiamo che sono ragazzi in
quell’età tra i 14 e i 16 anni, difficile, di cambiamenti dove le scorciatoie sono a portata di mano”. Nella scuola ci sono, attualmente, più di 80 ragazzi, una prima classe di operatori alimentari, una prima di acconciatori, e le seconde. Ogni classe è formata da circa 20 studenti, al termine dei tre anni, con il superamento di un esame finale, viene rilasciata una qualifica dalla Regione valida a tutti gli effetti. Con il compimento del quarto anno, si ottiene un diploma professionale finito, e, per chi vuole, il conseguimento del quinto anno integrativo consente agli studenti l’iscrizione a qualsiasi facoltà universitaria. La squadra che si è riuscita a formare attorno a questo esemplare progetto è di uno spessore umano e professionale veramente notevole: insieme ai docenti ospiti della trasmissione, ricordiamo la tenacia di Suor Simona Biondin, il sostegno di Armida Filippelli, esponente della Regione Campania con una lunghissima esperienza nel mondo dell’istruzione, Suor Rita e Suor Annalisa che, quotidianamente, combattono per fare in modo che tutto fili liscio nell’Istituto. Chiudiamo con un doveroso riconoscimento a tutti i docenti del Mater Dei che fanno della loro professione una vera e propria missione: educatori, più che insegnanti, chiamati a
formare competenze, dando a giovani, spesso impauriti,quella discreta dose di sicurezza, autostima, fiducia in sé stessi e coraggio che sono gli unici veri strumenti per diventare cittadini consapevoli, economicamente indipendenti e liberi di scegliere in modo sano e virtuoso. Una possibilità per tutti che non esclude nessuno. Le iscrizioni per il prossimo anno scolastico sono già aperte e tutto il corpo docente sarà ben lieto di aprire le porte dell’Istituto a chiunque voglia saperne di più. Per info, contatti al numero 081 35 05 438 – segr.cfpmeterdei@gmail.com Segreteria aperta dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 13.30 Istituto Mater Dei in via Santa Luisa De’ Marillac, no.11 – 80122 Napoli (pressi Arco Mirelli) Essere, sapere, fare.
Crescere insieme, perfezionandosi SICUREZZA EDILIZIA AMBIENTE VIA G. ROCCO, 2 - 80026 CASORIA (NA) TEL./FAX +39 081 19105654 - CELL. +39 335 8157475 E-MAIL: stdgroupsrls@virgilio.it - stdgroupsrl@pec.it
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RITA GIAQUINTO
“LETTERATURA IN MUSICA”: L’ULTIMO LAVORO DEL CANTASTORIE GIANLUCA LALLI
Quanto mai interessante la piacevole chiacchierata con Gianluca Lalli, musicista, cantautore e regista marchigiano che, da tanti anni ormai, ha fatto delle sue due maggiori passioni, la letteratura e la musica, la sua professione. Un progetto cominciato quindici anni fa, in una scuola campana, precisamente a Cava dei Tirreni, quando Gianluca decise di racchiudere otto favole di Gianni Rodari in un disco che lo ha reso un vero “cantafavole” nelle scuole. Dalle favole di Rodari all’Odissea di Omero il passo è stato, se non breve, sicuramente naturale per un artista come Gianluca che cerca di realizzare qualcosa che abbia un certo spessore sociale e letterario. Il nostro cantastorie ci ha raccontato così la sua ultima opera: “Ormai sono tanti anni che faccio il cantafavole nelle scuole, insegnando ai bambini anche come scri� vere le canzoni partendo dalle favole o dai racconti della nostra letteratura. Però avevo sempre il desiderio di rea� lizzare qualcosa di più alto riguardo alla letteratura, e allora mi sono messo in studio per due, tre anni e ho prodot� to questo disco dal titolo“Letteratura in musica” dove ci sono le opere importan� ti occidentali a cominciare da Omero, Foucault, Orwell, Alda Merini, poeti del ‘900. Sono un artista che ama guarda� re il sociale, è la mia peculiarità ed è la molla che mi muove, per cui canto di
personaggi come Elena di Troia, colei a cui viene attribuita la colpa della guer� ra tra achei e troiani, come una donna che si discosta dalla misoginia greca: si riscatta, fa capire che lei non è la Pene� lope ligia, obbediente ma che vive anche di passioni, della possibilità di innamo� rarsi di un altro uomo. Ancora, parlo di Tersite, praticamente il primo portatore di handicap nella letteratura occidenta�
le: viene picchiato da Ulisse perché non voleva fare la guerra, era un pacifista. Tante storie che ci fanno capire che le società non si evolvono mai”. Con quale criterio hai scelto le opere da mettere in musica? “La scelta è stata fatta seguendo un normale per� corso scolastico, cominciando, appun� to, dall’antichità con Omero passando per “La Nave dei folli” questo libro del 1494 del tedesco Sebastian Brant dove viene fatta una critica alla societ�������� à������� di al� lora, trattando il tema della follia molto caro all’Occidente ma allo stesso tempo fastidioso: Brant dice che i folli erano i “diversi” del tempo, che, quindi, ve� nivano messi su questa nave portata al largo, diciamo né in cielo, né in terra. Stessa cosa con Foucault, che parla di come venivano considerati i folli, come pecoroni servienti e non come gente con quella creatività che può cambiare le cose. Sono personaggi che più o meno si somigliano con temi trattati da scrittori che hanno tentato con le loro opere di cambiare un po’ il corso della storia”. E tu ti senti un menestrello, un giullare, un po’ come Angelo Branduardi? “E come no! Prendiamo tutto da tutti, siamo inevitabilmente condizionati da chi ci ha preceduto,assolutamente sì. Mi ispiro a De Gregori, De André, Bran� duardi, Rino Gaetano sono tutti miei maestri. Poi ho deciso di approfondire
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20 nella musica la letteratura anche per� ché sono musicoterapista e faccio tante esperienze con gli anziani, i malati di Alzheimer, di Parkinson, malati di men� te e mi sono reso conto che la musica è un veicolo assolutamente efficace e pro� fondo di conoscenza, curiosità, di gran� de stimolo. Tanto per gli anziani quanto per i bambini e gli adolescenti. Con la musica possono essere stimolati ad ap� profondire un argomento letterario a cui magari da soli non si avvicinerebbero mai”. Le musiche le componi tutte tu?“Scrivo tutto io, poi c’������������� è������������ l’arrangia� tore De Angelis, un bravissimo musici� sta. Ma devo dire che nella mia carriera ho avuto collaborazioni sempre molto importanti, in questo disco ad esempio, c’è il chitarrista di Roberto Vecchioni, il tastierista dei Modena City Ramblers”. Una carriera iniziata dopo essersi trasferito a Roma dove, nel 2005, Gianluca vince un concorso nazionale su Rino Gaetano. Questa è l’occasione per incontrare la
sorella e quanti lo avevano realmente conosciuto. Testimonianze, approfondimenti ed incontri che lo porteranno, nel 2019, alla realizzazione di un docufilm sul cantante di Crotone che sta avendo molto successo. Una vicinanza non casuale con Rino a cui Gianluca si avvicina per l’interesse che entrambi hanno mostrato per le problematiche sociali ma anche per quell’abbigliamento teatrale, che riporta ad una simbologia sempre ben precisa: “Nel cantafavole anche io ho un cilindro fatto a mano, e ho una valigia, come quelle degli emigranti, dove trasporto le favole. Tutto fa parte di una messa in scena che è comunque la vita, tutti ci mascheriamo, non per far colpo superficialmente, ma per attirare l’attenzione. Il 2 aprile farò una diretta dalla mia pagina con un concerto sulla diaspora con una collega che insegna in una Università in Canada: sarà il rac� conto, attraverso poesie e canzoni, degli oggetti che gli emigranti provenienti dal Sud Italia portavano con sé. Storie di emarginazione, povertà, solitudine che
racconterò con canzoni mie o come Ti� tanic di De Gregori”. E se la musica ti rapisse d’improvviso, oltre ad una favola, cosa porteresti nella tua valigia?“La speranza. Per poterla a mia volta regalare, ovunque vada, a chi ne ha bisogno in questo mo� mento. Come scrisse Rodari in una sua breve ma intensa poesia: “Alla povera gente che non ha da campare, darei tut� ta la mia speranza senza fargliela paga� re”. Oltre ad ascoltarlo sui portali di musica, Gianluca Lalli sarà felice di inviare una copia del suo CD “Letteratura in musica” con una dedica personalizza, basterà contattarlo sui suoi profili social. Chiudiamo ricordando ai nostri lettori che è anche autore di un libro edito dalla casa editrice di Caserta, Officina Milena Edizioni “Conosci te stesso” dove invita i lettori a guardare le cose un po’ più in profondità. Magari con la leggerezza dei fonemi di un pentagramma e le note preziose dei versi di una poesia.
RITA GIAQUINTO
LA RUN FOR LOVE E I GRANDI NUMERI ALLA MARATONA DI RIMINI Domenica 20 Marzo 2022 : un altro importante appuntamento del calendario podistico si aggiunge a questo rinnovato tempo di riaperture e di ripresa : si è corsa, infatti, in una splendida domenica di sole e di grinta, la 7^ Edizione della Rimini Marathon e la TenMiles (10 Miglia - 16km) in cui l’incantevole perla della riviera romagnola ha dato il meglio di sé e della sua storia millenaria. La Run for Love project Anna Cerbone, presentissima ad un appello così importante e prestigioso, ha schierato nella 42 km e 194m ben cinque atleti: i veterani della squadra Anna D’Antò, Mario De Francesco e Giovanni Saviano, e gli esordienti sulla lunga distanza Gennaro Piscopo e Bartolomeo Severino. Invece, sulla Tenmiles di 16 km, che ha arricchito il programma riminese, hanno corso Agostina Ferrara e Gaetano Brilla. Una cornice di festa preparata in modo impeccabile dall’organizzazione della manifestazione podistica, la Asd Rimini Marathon che ha accolto gli oltre 3.000 atleti giunti per le due competizioni. Ai tanti impavidi atleti, si sono aggiunte le tante famiglie arrivate a Rimini per la gara ludica motoria Family Run. Ai nastri di partenza, il sole e l’entusiasmo dei partecipanti hanno riscaldato il cuore di tutti i presenti : alle 9.30 è scattata la partenza per tutti, e via via migliaia di maglie colorate provenienti da ogni parte d’Italia hanno riempito le strade di Rimini regalando a corridori e spettatori lo spettacolo di una gioiosa primavera. Gli atleti della RfL-pAC hanno dato lustro ai colori societari : tutti hanno realizzato brillanti prestazioni di cui la squadra e la società sono immensamente orgogliosi. In ordine di arrivo, sono così giunti al traguardo: Giovanni Saviano 3h21m42s (il suo miglior tempo); Anna D’Antò supportata dal marito Mario De France-
sco, ha tagliato insieme a lui il traguardo in 3h28m52s (miglior tempo di sempre per la guerriera D’Antò); Gennaro Piscopo e Bartolomeo Severino hanno terminato la gara, rispettivamente, in 4h15m32s e 4h16m03s. Per ciascuno di loro questa maratona ha rappresentato la risposta migliore ai tanti sacrifici fatti, alla costanza degli allenamenti e a quell’inspiegabile desiderio di superare, con successo e determinazione, i propri limiti. Per la 10 miglia la coppia Brilla/Ferrara ha goduto della gioia di ritornare a correre una competizione podistica l’uno accanto all’altra con la spensieratezza e la leggerezza caratteristiche di questo tipo di manifestazione. I nostri atleti hanno fatto rientro a casa, tra gli applausi e la fierezza di tutti i compagni di squadra, e felicissimi di aver trascorso con grande armonia uno splendido weekend a Rimini, fatto di condivisione, amicizia e grande passione per lo sport, in perfetto stile Run for Love.
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CIRO LA ROCCA NOSTRO INVIATO A LONDRA
QUI STANFORD BRIDGE.............
La situazione è questa: i potenziali proprietari del Chelsea conosceranno nelle prossime ore se faranno parte della rosa dei candidati preferiti : la banca d’affari statunitense Raine Group ha indicato che al più presto verrà deciso un gruppo ristretto di due o tre contendenti. Ma ci si aspetta che i contendenti imparino già da Mondi(Gruppo internazionale Britannico di Imballaggi e carta) se verranno inoltrati alla fase successiva. Una raffica di offerte ufficiali è arrivata in tempo per la scadenza delle 21 di venerdì 18/3, con la famiglia Rickrtts, Todd Boehly, Sir Martin Broughton, Woody Johnson, Nick Candy e Saudi Media, tutti in lizza per assumere il controllo. Certo che per una buona ripartenza si spera che i contendenti abbiano esperienza nel possedere squadre sportive, sarebbe l’opzione preferita, ma ciò non esclude altri offerenti. Chelsea, Premier League e Governo vogliono tutti una vendita rapida, e Raine ha lavorato alle offerte durante lo scorso weekend. Gli aspiranti proprietari hanno finalizzato le loro proposte con offerte di maggiore coinvolgimento dei fan e la riqualificazio-
ne di Stanford Bridge come chiave per i loro tentativi di convincere Raine a inoltrare le loro offerte alla fase successiva. La famiglia Ricketts, proprietaria della squadra di Baseball dei Chicago Cubs, è sostenuta dal gestore di Hedge Fun Ken Griffin, che vale circa 20 miliardi di sterline. Hanno anche un’esperienza molto recente nella ricostruzione di Wrigley Field, il che li rende tra i candidati più forti. Boehly che in parte possiede i La Dodgers, ha messo insieme un consorzio che include il miliardario svizzero Hanstorg Wiss e il promotore immobiliare Jonathan Goldstein. È stato tra i favoriti sin dall’inizio del processo. Anche Broughton - l’ex Presidente del Liverpool e British Airways è emerso come un candidato serio, unendo le forze con Seb Coe. Anche la società d’investimento Globale con sede a Londra, Centricus, ha confermato di aver presentato un’ offerta. Certo è che la tifoseria (mentre scrivo) è in forte fermento e radunata nel centro di Londra scatenando un putiferio tipico inglese mettendo in subbuglio la città per fare pressione su chi deve decidere presto e bene. Al prossimo aggiornamento.
QUI DUBLINO, ULTIMISSIME DA BALLANDO CON LE STELLE..... Dopo 2 mesi di competizioni con 11 coppie in pista ed un susseguirsi di successi ad ogni puntata, Pasquale la Rocca e Nina Carberry domenica scorsa 20 marzo hanno superato con un netto 1° posto la semifinale qualificandosi per la finale di Domenica 27. L’euforia intorno a questa coppia per le strade di Dublino è tanta, non ci resta che incrociare le dita e aspettare l’esito finale.
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LETTERATURA, TEATRO E SOLIDARIETÀ A PIETRASANTA UNA GIORNATA DA VIVERE
Mercoledì 30 marzo sarà una giornata all’insegna della letteratura, del teatro e della solidarietà. Il PCRF (Palestine Children’s Relief Fund) e il Circolo CRO di Pietrasanta insieme daranno vita ad un doppio appuntamento con la cultura. Il primo appuntamento è alle 18,00 nei locali del Circolo di Porta a Lucca con la presentazione del libro finalista al Premio Strega Giuditta e il monsù edito da Baldini+Castoldi di Costanza di Quattro a moderare l’incontro la giornalista e scrittrice Elena Torre. E si prosegue alle 21.00 al Teatro Comunale con lo spettacolo Barbablù scritto dalla Di Quattro per la regia di Moni Ovadia che interverrà durante la serata e interpretato da Mario Incudine. A prestare la voce alle donne di Barbablù nove brave attrici italiane: Marianella Bargilli, Roberta Caronia, Lella Costa, Elisa Di Dio, Mirella Mastronardi, Elisabetta Pozzi, Amanda Sandrelli, Silvia Siravo, Pamela Villoresi. “Dare vita e voce ad una delle donne di Barbablù è stato bello -racconta Marianella Bargilli- quello di Moni Ovadia è uno spettacolo importante su un tema che è tristemente attuale sul quale nes� suno deve mai chiudere gli occhi” I biglietti sono disponibili su TicketOne, in prevendita al CRO, Preaao il Teatro Comunale di Pietrasanta “Barbablù è una favola antica, che af� fonda, come molte favole, le sue radici in una lontana verità storica. – dichiara Costanza di Quattro autrice del testo- Perrault, nel XVII secolo, non fa altro che tradurre e raccontare la storia di Gilles de Rais, condottiero al seguito di Giovanna d’Arco, uomo cru� dele e perverso ossessionato da una
idea bigotta e superstiziosa di Dio. Le sette mogli dello uxoricida sono lie� vemente tratteggiate da Perrault, come se la loro esistenza fosse semplicemen� te funzionale al racconto, una giustifi� cazione per le nefandezze di Barbablù. Ho, pertanto, provato a guardare la fa� vola da un’altra prospettiva, ho cercato di dare voci, nomi, personalità e anima alle creature uccise e a quell’ultima che forse rivendica, salva e scuote un intero universo. Raccontare oggi Barbablù si� gnifica, dunque, tracciare un percorso di rivoluzione culturale nei confronti di tut� te le forme di soggezione psicologica, di soprusi fisici e morali. Perché Barbablù, purtroppo, non è ancora morto.” “Partecipare ha una rilevanza moltepli� ce. -dice Martina Luisi Coordinatrice del PCRF Italia- Questa iniziativa, contribu� irà a portarci nuovamente a teatro dopo
un lungo periodo di pandemia in cui molte iniziative come questa sono state inevitabilmente interrotte. Al contempo riteniamo che sia fondamentale diffonde� re la cultura della Grazia e della Bellez� za, oltre che della Pace e della Giustizia, di cui il nostro mondo sembra avere un disperato bisogno a fronte della violen� ze e delle sciagure a cui continuamente assistiamo. La tematica del femminicidio su cui è incentrata la rappresentazione è drammaticamente attuale e al contem� po è un vero onore per noi poter contare sull’aiuto di questa compagnia teatrale per raccogliere fondi utili a sostenere il nostro lavoro in Palestina. Palestine Children’s Relief Fund (PCRF) è un’organizzazione non governativa e non profit fondata nel 1992 negli Stati Uniti per offrire assistenza umanitaria e soccorso medico gratuiti ai bambini del Medio Oriente gravemente malati e feriti nel corso dei conflitti, senza distinzione politica, nazionale o religiosa. Nel nostro paese è rappresentata da PCRF-Italia, associazione costituita nel 2013 a Pietrasanta e composta prevalentemente da medici e infermieri che operano a titolo volontario per garantire il diritto universale alle cure e l’accesso ai servizi sanitari ai minori della Palestina. In particolare PCRF-Italia interviene con missioni mediche specialistiche presso gli ospedali pubblici palestinesi, con il loro equipaggiamento e la formazione del personale locale, grazie al sostegno di donazioni private e di numerose istituzioni, come la Regione Toscana, le Aziende Sanitarie del Sistema Sanitario Toscano, la Chiesa Valdese, diverse Fondazioni private e altre organizzazioni di volontariato territoriali.
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CIRO TROISE
SERVE UN’ALTRA PROVA DI RESISTENZA
IL NAPOLI SENZA OSIMHEN, RRAHMANI E DI LORENZO NELLA PIÙ COMPLESSA DELLE OTTO STORIE CHE MANCANO Ve la ricordate la resistenza del Napoli senza quasi tutti gli uomini-chiave? Ovviamente qualche danno ci fu, quel maledetto mese di dicembre con le sconfitte interne contro Atalanta, Empoli e Spezia e il successo a San Siro come unica gioia. Il Napoli, però, si è fatto forte nelle difficoltà, quando in condizioni difficilissime ha strappato un pareggio fondamentale a Torino contro la Juventus, nella vittoria di San Siro o in quel gennaio con 10 punti in quattro partite mentre si giocava la Coppa d’Africa. C’è da fare un’altra resistenza, il Napoli andrà a Bergamo nella più complessa delle otto storie da scrivere con tre assenze pesanti: Di Lorenzo, Rrahmani e Nel primo tempo l’Udinese ha imbri- alle grandi sfide giocate brillantemente Osimhen. Il terzino destro azzurro, che gliato il Napoli, Cioffi avrà preso spunto contro le big nonostante le assenze: il per continuità e livello di prestazioni è il da Pioli alzando il baricentro di qualche 4-0 alla Lazio, il successo a Milano e il migliore giocatore della stagione, man- metro rispetto al solito e schermando i pareggio di Torino contro la Juventus. cherà sicuramente almeno nella gara centrocampisti nello sviluppo del gio- L’Atalanta non è la macchina da gol decontro la Fiorentina, si spera di recupe- co, su tutti Lobotka. Fabian Ruiz, che gli anni scorsi, ha il settimo attacco del rarlo per Napoli-Roma. convive con la pubalgia da alcuni mesi, campionato (il Napoli il sesto), l’assenSu Anguissa non dovrebbero esserci sembrava con il motore scarico e, infatti, za prolungata di Zapata è stata pesantisproblemi per Atalanta-Napoli, il cen- la migliore occasione del primo tempo sima anche perché è calato il rendimentrocampista camerunense ha terminato è arrivata con un lancio a scavalcare la to di Muriel. La squadra di Gasperini ha la gara contro l’Udinese con un affati- linea di Koulibaly per Insigne. La mossa segnato venti gol in meno in campionato camento ai flessori e ha condiviso con Mertens ha cambiato la partita, il Napoli rispetto alla scorsa stagione ma ne ha lo staff medico del Napoli e della sua è diventato più verticale, ha mandato in anche incassati sette in meno perché ha Nazionale di evitare rischi con i viaggi tilt la fase di non possesso dell’Udinese. cercato di rimediare alle difficoltà offene altre due gare fondamentali in chiave È anche una questione di energia, lo scu- sive migliorando la fase di non possesso. Mondiale per il suo Camerun. gnizzo di Lovanio con l’atteggiamento Il Napoli, in vista delle ultime otto gare Il giallo ad Osimhen non c’era, tocca senza palla ha caricato la squadra e sono che possono valere un sogno incredibiil pallone con il braccio in appoggio saliti tutti in cattedra. le, deve migliorare a livello offensivo, mentre era in scivolata e prima devia il Insigne dialogava meglio con lui, ha soltanto il sesto attacco del campiotiro con il tallone. È un errore dell’ar- Osimhen si sentiva più libero rispet- nato con dodici gol in meno dello scorso bitro di campo e quindi ci può stare a to al primo tempo quando i tre centrali campionato. La dipendenza da Osimhen differenza di quando sbaglia il Var con dell’Udinese lo asfissiavano e la cate- è evidente, Victor è rientrato dal primo quattordici inquadrature a disposizione, na di destra è tornata a macinare gioco, minuto a Venezia il 6 febbraio scorso e come accaduto per il rigore su Belotti come dimostra l’azione del secondo gol. ha segnato sei degli ultimi dieci gol del in Torino-Inter e quello su Osimhen in Un altro aspetto importante è che final- Napoli in campionato, si è procurato due Napoli-Milan. Il Napoli continua nella mente al Maradona si è respirata di nuo- rigori contro Inter e Barcellona e dovesua strategia del profilo basso, scelta che vo l’atmosfera da fattore campo con il va esserne assegnato un altro contro il non funziona come dimostra, invece, tifo che non ha mollato dopo il gol di Milan. l’attenzione ottenuta dal Milan dopo lo Deulofeu e lo sviluppo di un’empatia A Bergamo Victor non ci sarà e da quelsfogo di Maldini. evidente tra squadra e pubblico. la gara dovranno salire in cattedra tutti Contro l’Udinese il Napoli ha ritrovato Il Napoli deve guardare al suo percorso gli altri: Mertens e gli esterni offensivi la forza di vincere in rimonta, non acca- per acquisire autostima e fiducia in vista Politano, Insigne e Lozano che hanno deva da Fiorentina-Napoli del 3 ottobre. della partita contro l’Atalanta, ripensare segnato troppo poco.
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A TU PER TU CON ANNA CAPASSO
CONCLUSA UN’ALTRA BELLA PUNTATA DEL PROGRAMMA DI PARTENOPE TV Promossi sul campo e da questa settimana il programma molto seguito e apprezzato “A TU PER TU” ha cambiato giorno e collocazione orario, infatti va in onda, sempre sulle frequenze di Partenope Tv (canale 188 per la Campania e Basso Lazio, canale 190 per la Puglia e la Calabria e in streaming su www.partenope.tv), la domenica alle ore 13,15 e in replica alle ore 21,00 e di nuovo in replica il sabato alle ore 21,00. Una promozione dovuta al successo e al gradimento del pubblico e degli addetti ai lavori e di questo ringraziamo l’editore Angelo Ucciero. La trasmissione, condotta dal giornalista Antonio D’Addio e dalla presentatrice/speaker radiofonica Ida Piccolo ha avuto come graditissima ospite l’artista poliedrica Anna Capasso, cantante, autrice, attrice, perfettamente a suo agio nello studio televisivo che si è raccontata con schiettezza e spontaneità ricordando i suoi inizi. Infatti la sua passione per il mondo dello spettacolo nasce sin da piccola, quando cantava davanti a uno specchio e si divertiva a recitare davanti ai suoi parenti, in seguito sono arrivate le sue prime esperienze in campo musicale in numerose manifestazioni locali. La Capasso ha esordito nel mondo dello spettacolo a soli 10 anni, lavorando a teatro, è stata protagonista per sei anni all’Accademia della canzone di Sanremo, dove è giunta sempre alla �������������������� finale nazionale, ha avuto esperienze come
speaker radiofonica, conduttrice, attrice sia di teatro che di cinema, autrice, un’artista a 360 gradi, che spazia a livello canoro dalla musica italiana a quella inglese. Nel corso della puntata Anna ha parlato della sua bella esperienza di corista nel tour di Giorgia, dei suoi spettacoli teatrali, dal debutto in “Quartieri Spagnoli” a “Donne in viaggio da Napoli a Broadway” e poi “Due ore all’alba”, al fianco di Patrizio Oliva, “24 maggio 1900”, dedicato ad Eduardo De Filippo, per la regia di Gigi Savoia, “Festa di Piedigrotta” con Nello Mascia, “Lacreme Napulitane” con Francesco Merola e Gloriana, il musical “Napoli in frac” con la regia di Enrico Maria Lamanna, “Festa di Piedigrotta”, regia
di Nello Mascia, “Ma che ne sai se non hai fatto il varietà?” con Claudio Insegno, “Profumo di donna” con Pino Insegno, “Tre pecore viziose”, “Al di là del mare” con la regia di Gaetano Liguori, “Ditegli sempre di sì” diretto da Gigi Savoia e tanti altri. Ma si è parlato anche di televisione grazie al suo programma cult “Targati Napoli”, con la regia di Maurizio Palumbo, alla serie tv “Sangue del tuo Sangue”, “Un posto al sole-Estate”, “Un posto al soul”, con Serena Rossi e Gianni Lanni, “Stasera tutto è possibile” su RaiDue e “Leggerissima Estate”. Ma anche cinema: “Vacanz... ieri, oggi e domani” con Carlo Croccolo, “Gramigna”, il film candidato al David Di Donatello nel 2018, tratto
dalla storia vera, raccontata nel libro del giornalista Rai, Michele Cucuzza, insieme a Luigi di Cicco, figlio del boss della camorra dell’Agro aversano, con Biagio Izzo ed Enrico Lo Verso, “Bruciate Napoli” con Patrizio Rispo, “Fujtevenne”, “Napoli nel cuore”, “Don Vesuvio” e “La musica è finita”. La Capasso ha raccontato anche il suo forte legame con il nonno Vittorio, il suo impegno nel sociale, le sue battaglie al fianco dell’Unicef e della Lilt e l’ideazione del premio nazionale L’Arcobaleno Napoletano in collaborazione con la ����������������������� Fondazione Melanoma Onlus��������������������������� diretta dal professore ��� Paolo Ascierto, oncologo e medico ricercatore dell’Istituto dei Tumori Pascale di Napoli, inoltre in studio ci ha omaggiato di tre suoi brani di grande successo: “Come pioggia”, “Bye Bye” e “Ballo da sola”. Non potevano mancare i filmati e le testimonianze fotografiche relative alla carriera, agli incontri artistici, al suo privato e i videomessaggi inviati da Michele Cucuzza, Mario Esposito, Gigi Finizio, Salvatore Esposito, Roberto Alessi, Rosa Praticò, Laura Mosca, Gino Serrao, Ivan Boragine e Andrea Sannino. Per la rubrica In cucina con Gemyy la nostra food blogger Gemma Caruso ha preparato la pasta alla norma. Un grazie particolare all’editore Angelo Ucciero, che crede fortemente nel programma, e al direttore artistico Renato De Carmine. La regia del programma è di Antonio Di Gennaro.
www.casoriadue.it
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IDA PICCOLO
TEATRO ITALIA AD ACERRA PIENO PER L’ASSEMBLEA DI ACERRA - ECOLOGISTI & CITTADINI
C’è voglia di confronto, di politica e di dibattito ad Acerra, in provincia di Napoli. Lo dimostra l’assemblea di Ecologisti & Cittadini che si è tenuto nel teatro Italia gremito domenica 20 marzo alle 10.30. Tra gli ospiti istituzionali, presente anche il presidente del consiglio comunale Andrea Piatto. L’evento è stato moderato da Ida Piccolo, uno dei volti più conosciuti in Campania nell’ambito delle tv locali. L’incontro è cominciato con l’intervista da remoto ad Alfonso Pecoraro Scanio, ex ministro dell’Ambiente tra il 2006 e il 2008 (governo Prodi) e Presidente del Consiglio Generale della Fondazione UniVerde. Pecoraro Scanio ha raccontato degli interventi messi in campo quando era Ministro e di come oggi ci sia una netta differenza tra chi parla di Green e chi, invece, lo pratica. L’incontro è proseguito con due sketch rispettivamente dell’attore Angelo Di Gennaro e del cabarettista, tra gli altri di ‘Made in Sud’, Enzo Fischetti. Sono
intervenuti sul palco anche diversi esponenti, di schieramenti anche differenti, di movimenti civici e associazioni del territorio che hanno rimarcato i progressi di questi ultimi anni ad Acerra e delle cose ancora da fare. Chiusura con il cantautore Luigi Libra, che ha presentato il suo libro ‘Terra viva. Luoghi, storie, personaggi, eccellenze’,
e con la portavoce dell’associazione di Acerra - Ecologisti & Cittadini, la professoressa Barbara D’Inverno che ha messo in luce su quale linea dovranno andare le prossime decisioni politiche. Un’associazione che vuole far sentire forte e chiara la propria voce nella tornata elettorale 2022 che vedrà coinvolto anche il comune di Acerra.
MARIA LUPICA
L’ARCHITETTO DELLA REGGIA DI CASERTA, PRECURSORE DEI TEMPI
La sua opera più grande fu indubbiamente la reggia di Caserta, una meraviglia di bellezza tra realtà e sogno, ora patrimonio dell’Unesco. Fortemente voluta già nel 1750 da Carlo di Borbone (1752-1775) che per splendore e grandezza superò Versailles e non solo perché era dotata anche di acqua corrente e servizi igienici come il bidet. Costruita dominante fra i monti Tifatini con a fronte il mare, fra Aversa e Maddaloni, ha una pianta rettangolare lunga duecento cinquanta metri e larga centottanta. Si compone di ben milleduecento stanze, quattro cortili, una cappella e persino un teatro che non era previsto nel progetto originario del palazzo, infatti non si trovano informazioni relative all’edificio né nei primi disegni preparatori del Vanvitelli, né nelle prime tavole della prima edizione della Dichiarazione. Quindi la
sua costruzione iniziò nel 1756, tre anni dopo l’inizio dei lavori per la Reggia. Da secoli si erge come la più grandiosa
espressione di quel rinnovamento classico architettonico che è alla base dello stile del suo ideatore di cui ne sappiamo ben poco. Ebbe i natali tra il 12 e il 26 maggio 1700 a Napoli, il suo padrino di battesimo fu l’illustre viceré della città campana e di cui, per onore portò il nome. Sua madre era la partenopea Anna Lorenzani, figlia del medaglista Giovanni Andrea. Il padre di Luigi era il pittore di vedute l’olandese Gaspard van Wittel, detto Gaspar dagli occhiali, poi italianizzato in Gaspare Vanvitelli, chiamato nel 1699 a Napoli dal vicerè Luigi Francesco de la Cerda, duca di Medina Coeli per affrescare il Palazzo reale. Egli cerco di indirizzarlo alla pittura con scarsi risultati, ci restano comunque di lui in quest’arte: la decorazione absidale della chiesa del Suffragio a Viterbo, gli
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affreschi della cappella delle reliquie in S. Cecilia a Roma, un quadro a olio della Santa nella stessa cappella e dei cartoni per la riproduzione in mosaico dei quadri della Basilica di San Pietro a Roma. Quindi, notando la sua forte inclinazione all’architettura, preferì affidarlo al siciliano, di cui era molto amico, Filippo Juvara perché ne diventasse il mentore e la prima notizia di una collaborazione del Vanvitelli con Juvara ci proviene da Lione Pascoli: Il giovane Vanvitelli, di ritorno da Roma e in compagnia paterna e in possesso di suoi vari disegni di architettura per abbellire stanze e persino chiese che non furono prese in considerazione, incontrò Juvara allora impegnato nel disegno in prospettiva della nuova chiesa patriarcale e del real palazzo di Lisbona, a questa circostanza sono connessi alcuni disegni preparatori riferibili a una collaborazione tra loro. Così il rinomato architetto, su richiesta paterna, accetto di prendere il giovane ancora in erba sotto la sua ala protettiva e la sua guida gli fu indispensabile per farlo diventare uno dei più abili costruttori ita-
liani. Luigi Vanvitelli proseguì poi sulle sue gambe, arrivando ad osservare e misurare i monumenti della Città Eterna, prese a modello Vitruvio e i trattatisti del ‘500. Riuscì così a delineare il suo stile, che fu unico ed inimitabile: Accostò il barocco al classicismo arrivando ad adattare lo stile francese al già raffinato gusto italiano, ma per arrivare a questa sua maturità artistica dovette passarne ancora tanta di acqua sotto i ponti. Ci è dato sapere che i suoi primissimi lavori furono il restauro del palazzo Albiani e le chiese di S. Francesco e di San Domenico a Urbino, mentre il suo primo progetto importante fu la costruzione del Lazzaretto di Ancona nel 1733. Nel 1735 si trasferì a Roma e ottenne la carica di architetto di S. Pietro, in quegli anni trasformò le Terme di Diocleziano nella Chiesa di Santa Maria degli Angeli, lavoro iniziato dal più illustre Michelangelo Buonarotti, e il progetto di una cappella per il re portoghese. Rimase a Roma finché il re di Napoli ottenne il permesso da papa Benedetto XIV di averlo al suo servizio, inizio così per lui
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l’ultimo e più fecondo periodo della sua laboriosa esistenza, gli si devono tra le altre cose: La costruzione dell’acquedotto Carolino, ben quaranta chilometri di conduttura che si snodano sapientemente attraverso cinque colline e su tre viadotti. Il ponte di Eboli e quello di Benevento. Malauguratamente la sua vita terrena terminò il 10 marzo del 1773, quando i lavori della reggia erano terminati purtroppo soltanto sulla carta, ma ancora ben lungi dall’essere effettivamente completati. Tra i quattro figli che ebbe, Carlo, nome probabilmente datogli proprio in onore dell’illuminato monarca borbonico, più di tutti fu quello che seppe raccogliere la sua eredità e continuare la sua opera, dal 1773 fu il primo architetto di corte. Neanche la sua esistenza bastò a completare i lavori della Reggia, dovettero susseguirsi altri architetti, che si erano formati proprio alla scuola del Vanvitelli, portando a compimento solo nel secolo successivo questa residenza reale più unica che rara. Fonti: Enciclopedia Treccani
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DOMENICA 27 MARZO 2022
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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
ANCORA INVASA DA RIFIUTI ED INGOMBRANTI LA CIRCUMVALLAZIONE ESTERNA A CASORIA
Borrelli: “Nessun intervento nonostante le nostre denunce. Ora bisogna bonificare e prevedere misure preventive.” È ancora critica la situazione rifiuti sulla circumvallazione esterna di Napoli nei pressi dell’uscita Casoria, come segnala un’automobilista al Consigliere Regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli. I rifiuti sono accumulati lungo la banchina e ad un certo punto, arrivati all’uscita Casoria, nasce una vera e propria discarica, che include sacchi della spazzatura ed anche divani e materassi, che invade la corsia.
“Avevamo denunciato la medesima situazione più di una settimana fa ma ancora nulla si è fatto. Sollecitiamo degli interventi di bonifica anche perché questi rifiuti sono un pericolo sia per gli automobilisti ed i centauri che percorrono la strada che per l‘ambiente. Bisogna capire inoltre che non si può decidere di intervenire solo quando il problema diventa emergenziale, ma occorre prevedere contromisure preventive in modo da incastrare e punire gli incivili e gli inquinatori che vanno sanzionati e puniti in maniera severissima”. ha dichiarato Borrelli.
FABRIZIO KÜHNE
NAPOLI, SUCCESSO NEL PRIMO WEEKEND PER LA MOSTRA VAN GOGH MULTIMEDIA E LA STANZA SEGRETA
Avvio positivo per la mostra “Van Gogh Multimedia e la Stanza Segreta” a Palazzo Fondi dedicata all’artista olandese. Quasi mille persone, nelle prime due giornate, hanno affollato le sale dell’esposizione multimediale realizzata dalla società Navigare srl. Particolarmente apprezzata, dai giovani, la sezione con la visione in 3D, mentre per gli altri visitatori ha destato grande interesse la Stanza Segreta, dedicata a 12 opere originali provenienti da collezioni private, degli artisti del periodo Impressionista come Cormon, Gauguin, Cézanne, ToulouseLautrec, Monticelli, Bernard e Mauve. Attrazione per gli under 40 le sofisticate tecnologie della VR Experience per la visione 3D delle opere attraverso un visore personale che consente ai visitatori ad un’osservazione tridimensionale con la tecnologia dell’Oculus VR360 QHD, usata come strumento per avvicinare un più ampio pubblico all’arte. Una modalità già largamente sperimentata con successo dagli organizzatori con altre esposizioni e che trova con i dipinti di van Gogh la massima resa, come spiega il promoter della società Salvatore Lacagnina:
“L’uso della multimedialità e della riproduzione digitale offre grandi opportunità nel campo della fruizione dell’arte. Inol� tre, in particolare nel caso di van Gogh, la tecnologia di alta qualità consente di far risaltare l’uso del cromatismo che ac� cende e rimanda a significati più profondi, più intensamente esistenziali, esattamente come nelle intenzioni dell’artista”.
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
AVVISO DI CONVOCAZIONE DELL’ASSEMBLEA ANNUALE DEI SOCI
A tutti i soci maggiorenni e i loro indirizzi CONVOCAZIONE DI ASSEMBLEA ORDINARIA PER L’APPROVAZIONE DEL RENDICONTO AL 31/12/2021 E’ convocata per il giorno 28/04/2022 alle ore 19:00 in prima convocazione e, occorrendo, per il giorno 28/04/2022 alle ore 20:00 in seconda convocazione, presso la sede sociale in Casoria,via Nazionale delle Puglie n°234, l’assemblea ordinaria dei soci dell’A.P.D.G.QUASAR Alessandro Imbaldi per discutere il seguente Ordine del giorno: Esame ed approvazione del rendiconto chiuso del 30/12/2021; Varie ed eventuali; Potranno intervenire all’assemblea tutti i soci in regola con il versamento della quota associativa. Nell’eventualità di nuova emergenza covid l’assemblea si svolgerà sulla piattaforma zoom. Il Presidente Galderisi Emilia
DOMENICA 27 MARZO 2022
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AL TEATRO AUGUSTEO “IL RUGANTINO” Al Teatro Augusteo di Napoli, Piazzetta Duca D’Aosta 263, da domenica 3 a domenica 10 aprile 2022, con esclusione di venerdì 8, Serena Autieri e Michele La Ginestra saranno protagonisti in scena con la maschera amara e dissacrante di “Rugantino”. Lo spettacolo, prodotto da Il Sistina, con la supervisione di Massimo Romeo Piparo, fonde mirabilmente tradizione e modernità, e viene presentato nella versione storica originale di Garinei & Giovannini, scritta con P. Festa Campanile e M. Franciosa, collaborazione artistica di Gigi Magni. Con le splendide musiche del M° Armando Trovajoli, le preziose scene e i bellissimi costumi originali firmati da Giulio Coltellacci: un ritorno imperdibile alle radici e un’occasione per riscoprire un classico del teatro musicale italiano. Sul palco Serena Autieri, straordinaria interprete dell’intrigante personaggio di Rosetta, donna bella, altera e irraggiungibile, che fa battere il cuore di Rugantino, un ruolo in cui l’attrice napoletana dà prova di grande maturità artistica. Al suo fianco Michele La Ginestra, che torna a vestire i panni di Rugantino, indossati per la prima volta 21 anni fa. Nel ruolo di Eusebia, Edy Angelillo, e per la prima volta nel ruolo di Mastro Titta, Massimo Wertmuller.
Il palcoscenico del teatro Augusteo si trasformerà nella Roma papalina ottocentesca grazie a una storia commovente, ironica e nostalgica, in cui brillano personaggi scritti magistralmente, che emozionano e fanno ancora riflettere: seguendo le vicende di Rugantino, chiacchierone e sbruffone dall’animo nobile e dalla impareggiabile verve, fino al triste ma edificante epilogo, il pubblico tornerà a cantare successi famosi in tutto il mondo e che non subiscono lo scorrere del tempo: “Roma nun fa la stupida stasera”, “Ciummachella”, “Tirollallero” e
altre ancora. Trama: Roma, 1830, sotto il papato di Pio VIII. Rugantino, giovane popolano un po’ spaccone e nullafacente, vive di espedienti aiutato da Eusebia, che lui spaccia per sua sorella. I due riescono a ottenere vitto e alloggio prima da un anziano prelato, che quando muore non lascia loro nulla, poi dal boia dello Stato Pontificio, Mastro Titta, che si innamora di Eusebia e ne è presto ricambiato. Rugantino invece brucia di passione per la bella Rosetta, moglie del violento e gelosissimo Gnecco Er Matriciano, e scommette che riuscirà a sedurla prima della Sera dei Lanternoni. Dopo varie peripezie e stratagemmi, Rugantino seduce la ragazza ma imprevedibilmente se ne innamora, per questo in un primo momento non fa parola con gli amici della sua impresa, poi però cede alla vanagloria ferendo i sentimenti di Rosetta. Quando Gnecco viene ucciso da un criminale, Rugantino si fa trovare accanto al cadavere e si autoaccusa dell’omicidio, affermando di aver compiuto il fatto per amore di Rosetta. Il protagonista, imprigionato e condannato a morte, sarà giustiziato da Mastro Titta: forte dell’amore di Rosetta, Rugantino dimostrerà di essere un vero uomo affrontando la morte.
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA ASSOCIAZIONE VESUVIUS
PULCINELLA RILANCIA IL TURISMO ALLA BMT DI NAPOLI CON IL SUO SORRISO
Espositori e addetti al settore entusiasti Alla Mostra D’oltremare di Napoli, grande entusiasmo tra i tour operator e addetti al settore per la XXV edizione della Borsa Mediterranea del Turismo, svoltosi dal 18 al 20 Marzo. Tra le tante personalità che hanno partecipato, non è passato inosservato un gradito ospite “Pulcinella” Angelo Iannelli, il Clark Kent italiano dotato di un superpotere, quello di mettere di buonumore chiunque incontra . Il supereroe, ha indossato il camicione bianco, il cuppolone, la maschera nera e in compagnia del burattino “Gennarino” ha regalato sorrisi, in maniera particolare
ai bambini . In un momento storico difficile, la maschera più famosa al mondo è voluta affiancare gli addetti al settore nel rilancio delle attività turistiche e per donare spensieratezza e speranza. L’attore Angelo Iannelli, definito anche Ambasciatore del Sorriso per il suo impegno nel sociale è stato richiestissimo per foto e selfie,in particolare negli stand di: Treni Italia, Cuba ,Albania, Valle d’Aosta, Sardegna,Vesuvius Cultural Turismo, Regione Campania, Radio Turismo e tanti altri. Con la sua ironia che lo caratterizza, ha promozionato gli stand espositori con brevi monologhi pulcinelleschi.
DOMENICA 27 MARZO 2022
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ANITA CURCI
IN LIBRERIA “AVVENTURE NAPOLETANE”DI GIACOMO CASANOVA, ESTRATTO DA “LA STORIA DELLA MIA VITA”. A CURA DI MARIO PRISCO PER STAMPERIA DEL VALENTINO
Questo breve estratto dall’opera del celebre avventuriero e libertino del Secolo dei Lumi (190 pagine - euro 20), raccoglie i capitoli legati alle sue esperienze napoletane. Egli giunse nella capitale borbonica negli anni Quaranta del XVIII secolo e scrisse La storia della mia vita negli anni finali della sua esistenza. A curare il volume firmato Giacomo Casanova e dal titolo Avventure napoletane, edito da Stamperia del Valentino, è Mario Prisco il quale correda il libro di una nutrita, attenta e appassionante introduzione. Lo scenario, quello di un ciarliero quanto picaresco Settecento, vede muoversi al proprio interno re, regine, papi, nobili e prelati intrisi di libertinismo e di passione insana per il gioco d’azzardo, tra duelli - di cui fu attore anche il Casanova, su una spiaggetta di Posillipo - e intrighi di corte. È un approccio leggero a un’opera altrimenti mastodontica (la prima traduzione italiana consta di ben ventidue volumi) ma godibilissima, come lo sarebbe stata un secolo e mezzo dopo una pochade francese alla Feydeau o alla Hennequin, con la differenza che il Casanova qui riporta storie di vita vissuta, per quanto romanzate possano essere. E i personaggi con i quali il Nostro ha contatti sono ben reali e noti sullo scenario storico dell’epoca, dall’abate Galiani ai coniugi Goudar, da re Ferdinando IV a Bernardo Tanucci. Un’occasione da non perdere per calarsi in una realtà sì lontana nel tempo, ma per tanti aspetti ancora molto attuale.
Il curatore Mario Prisco è nato a Napoli e vive da anni a Soriano nel Cimino (Viterbo). Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: La città verticale. Napoli nella letteratura dagli ultimi decenni dell’Ottocento al nuovo millennio (Oèdipus, 2006 Finalista Premio Alvaro 2007), “Napoli vista dagli americani. Viaggio letterario nel Novecento” in Viaggiatori americani in Campania (Rubbettino, 2008), “Napoli: meta involontaria e mito eroico di Eleonora de Fonseca Pimentel” in Viaggio e mito (Oèdipus 2009), “La canzone migrante.
Viaggio verso gli States” in Letterature americane e altre arti (Oèdipus 2010), L’alfiere della scena. Il teatro di Roberto Bracco (Oèdipus 2011), Adorabile uragano. Dalle lotte risorgimentali alla ‘Miseria in Napoli’. La straordinaria avventura di Jessie White Mario (Stamperia del Valentino 2011), “Perché rieditare il teatro di Roberto Bracco?” in Omaggio a Roberto Bracco in “Meridione”, (Edizioni Scientifiche Italiane 2013), l’introduzione e la curatela a Roberto Bracco: Opere I (Editoria & Spettacolo 2013), Opere II (Editoria & Spettacolo 2014), Opere III (Editoria & Spettacolo 2017), Port’Alba o la magia dei libri (Stamperia del Valentino 2017), Parole e vite oltre le note (Stamperia del Valentino 2021) e i romanzi L’eredità di Jefferson (Alessandro Polidoro Editore 2016) e Il paziente scaduto e il sole di Mogadiscio (Robin 2021). La casa editrice Editore dal 2002, Paolo Izzo, alter-ego della Stamperia del Valentino, gestisce con estremo rigore le scelte editoriali della sua “creatura”. Il risultato è un catalogo di alto profilo sia nell’ambito della cultura napoletana, che in quello della produzione di stampo umanistico, esoterico e storico. La Stamperia del Valentino vuole riportare all’attenzione del pubblico la Napoli colta, folkloristica e letteraria. A tal proposito seleziona opere rivolte al curioso colto come allo studioso, con un occhio all’originalità e completezza dei temi proposti.
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DOMENICA 27 MARZO 2022
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CRITERIUM MINISCI, COME 400 BAMBINI DIVENTANO CAMPIONI
Concluso con successo il circuito di tre gare per i bimbi dai 4 agli 8 anni, sospeso nel 2020 per la pandemia. Premiati i vincitori assoluti. Si è concluso a Roccaraso il terzo Criterium Minisci, un circuito di gare riservato esclusivamente ai piccoli sciatori dai 4 agli 8 anni. Tanta voglia di tornare a sciare, di stare all’aria aperta e di ritrovare i compagni di gioco per i bambini che non hanno potuto più indossare gli sci dal marzo 2020 a causa del Covid. Dopo quasi due anni di stop sono finalmente tornati sulle piste da sci e l’edizione di quest’anno ha superato le più rosee previsioni di partecipazione. Più di quattrocento gli iscritti in ciascuna delle tre gare, organizzate da 4 sci club del Comitato Campano Pugliese, Sci club Napoli, sci club 2010, Sai e sci club 3punto3 con 260 partecipanti della categoria superbaby (nati negli anni 2014 e 15) e 150 della categoria topolini (classe 2016-17 e 18). La prima gara, disputata a fine febbraio, è stata il miniGS, un primo approccio con lo slalom Gigante in cui le distanze tra le porte sono proporzionali al loro fisico e alle loro capacità. La seconda prova a marzo, il miniMIX, è stata utile per imparare i cambi di ritmo, con alternanza di pali stretti e curve da gigante. E domenica scorsa si è concluso il Criterium con il mini cross, dove saltini, onde e curve paraboliche hanno rappresentato un’ottima occasione per sviluppare le abilità motorie. Per molti di loro è stato un bel gioco, per tutti una medaglia per aver partecipato ed una felpa per ricordare l’edizione di quest’anno. Tanto l’anno prossimo ne avranno una nuova, questa sarà sicuramente piccola, perché i piccoli sciatori crescono in fretta e alcuni di loro diventano dei veri campioni, come è successo a Giada D’Antonio dello sci club Vesuvio che questa settimana ha vinto ben 2 medaglie d’oro ai Campionati Italiani Children. Al termine del circuito sono stati premiati i vincitori assoluti del Circuito per le cinque categorie in gara, sia maschili sia femminili, ovvero 10 categorie differenti con un ex aequo e 6 sci club rappresentati. Superbaby 1 Femminile: Azzurra Maria Pierro (Ski tribe) - Maschile : Leonardo de Cinti (Sai) Superbaby 2 F: Martina Schiano (sc Napoli) a pari merito con Andrea Colantoni (sc 3punto3) - M: Daniel Oddis (sc Roccaraso) Topolino 2016 F: Gaia Oddis (sc Aremogna) - M: Matteo Cozzolino (sc Napoli) Topolino 2017 F: Ginevra Taricani (sc Napoli) M: Guido Signoriello (ski tribe) Topolino 2018 F: Nicole Pignata (sc Napoli) M: Vittorio Marinari (sc Napoli)
DOMENICA 27 MARZO 2022
32 DANIELA LOMBARDI
UN APPELLO DELL’AMICA DEGLI ANIMALI - MAURA ANASTASIA
Andrea Cisternino ed i suoi 4 collaboratori senza cibo ne’ acqua a Kiev distrutta. Rischiano di morire anche le centinaia di cani randagi ed altri animali che l’ex fotografo ha pietosamente accolto in dieci anni nel suo Rifugio Kj2L’ aiuto di Antonio Razzi, Eleonora Mendicino, Gianluca Comazzi, Edoardo Raspelli... Romano di origine, bravo fotografo già in gioventù, si è sempre distinto per il suo grande amore per gli animali. Un amore così grande che spesso lo ha mandato incontro a situazioni anche molto difficili. Da più di dieci anni cura il suo “Rifugio Kj2 “ a nord di Kiev dove ci sono tantissimi animali di tante specie diverse, tutti salvati da situazioni difficili, randagi malati, picchiati, od abbandonati dai loro padroni. Lui, Andrea Cisternino, poi li ha rimessi in piedi con un amore incredibile che supera tutto. Fino ad ora niente e nessuno era mai riuscito a fermarlo, neanche un incendio doloso che gli aveva semidistrutto il rifugio ed ucciso molti dei suoi amati
quattro zampe. Fino a poche ore fa non lo aveva fermato nemmeno la guerra, neppure l’invasione russa contro l’Ucraina e i bombardamenti, la distruzione di case ospedali e rifugi, il massacro, le stragi dei civili uomini donne vecchi bambini.. Andrea Cisternino invece adesso è bloccato insieme ad altre quattro persone e i suoi 400 animali in una zona controllata dai russi. Sono senza acqua e cibo da giorni. La richiesta d’ aiuto arriva attraverso il coraggioso giornalista Claudio Locatelli che dall’ Ucraina, con un video, ha fatto sapere la grave situazione di Andrea, dei suoi amici collaboratori e del loro rifugio. Tra i tanti, Andrea Cisternino ha una grande amica, anzi, l’ “L’Amica degli Animali” per antonomasia, Maura Anastasia, sarda di origine ma da sempre nella Bergamasca, che lancia un accorato appello: alla Farnesina, all’ ambasciata italiana perché seguano con urgenza questo caso. “Bisogna salvare il nostro connazionale!” Occorre far arrivare soccorsi con la Croce Rossa ma è necessario che ad attivare questo sia il governo ucraino. L’ ambasciata italiana in Ucraina con sede a Leopoli dice di conoscere il caso e che se ne sta occupando. Ma la situazione non è così facile, la Farnesina infatti, visto l’ aggravarsi della situazione, aveva invitato gli italiani a lasciare l’ Ucraina. “Io Andrea lo conosco bene, conosco il suo grande amore per gli animali che ci accomuna; lui non lascerà mai il suo rifugio e i suoi animali; è capace di morire per loro. Spero che dal cielo mio figlio Jacopo, che anche lui conosceva bene, gli dia la forza di resistere, gli mandi un angelo a salvare lui e i suoi animali”- così dice Maura Anastasia. Maura Anastasia, attrice e grande amante degli animali, ricorda come lei ed Edoardo Raspelli ( insieme hanno sempre
Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. Reg. 5116 del 28/02/2000
Editore C&C CENTRO STAMPE SRL
Direttore Responsabile: Ferdinando Troise WEB: C&C CENTRO STAMPE SRL - CASORIA Questo numero è stato chiuso il 24 marzo 2022
Direzione, Redazione, Amministrazione e Pubblicità Via Pietro Casilli, 26 - 80026 Casoria (NA) - Tel. /Fax 08113086022 email: casoriadue@libero. it
fatto beneficenza e si sono prodigati per fare raccolte cibo con mille iniziative tra calendari , filmati, pubblicità senza scopo di lucro) abbiano conosciuto Andrea Cisternino. Nel 2015, un contadino poco di buono gli incendiò il rifugio e loro due, sempre pronti a fare beneficenza, organizzarono una cena per poterlo aiutare. Ma tutti in Italia, tra associazioni e amicizie, vogliono bene e hanno sempre aiutato Andrea, un eroe che si è sempre distinto per il suo coraggio. Maura Anastasia nel sentire la situazione che ora è diventata gravissima si è prodigata a mettere in allarme prima Edoardo Raspelli, poi un’ amica, la giornalista Loredana Mendicino ed infine l’ amico comune Antonio Razzi che ha provveduto a sollecitare ulteriormente il governo italiano. Tra le migliaia di persone ed associazioni che hanno seguito attivamente questi momenti e si sono prodigate per aiutare ci sono stati anche, in particolare, il consigliere regionale della Lombardia Gianluca Comazzi, Gianluca Felicetti presidente nazionale della associazione LAV, Anna Rita Salaris e tutta l’associazione L.E.I.D.A.A. di Michela Vittoria Brambilla.
Salvo accordi scritti, la collaborazione con questo settimanale è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. In nessun caso si garantisce la restituzione dei materiali inviati. Del contenuto degli articoli e degli annunci pubblicitari sono legalmente responsabili i singoli autori. È vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari.
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È venuto a mancare giovedì mattina il mio compagno di banco alle superiori, l’amico CIRO ALBANO. Le mie condoglianze affettuose alla moglie ed ai figli.
Il settimanale in edizione digitale CASORIADUE si stringe al dolore struggente dell'amico, più volte inserzionista e sostenitore ROSARIO LEONCINO per la sfortunata morte del fratello SALVATORE. Le nostre sentite condoglianze alla moglie SUSANNE ed ai figli PATTY ed ANTONIO.
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