Domenica 29 maggio

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DOMENICA 29 MAGGIO 2022

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Settimanale di Informazione

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ANNO XXII - N° 22 - DOMENICA 29 MAGGIO 2022

LA STRAGE DEGLI INNOCENTI

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ANTONIO BOTTA

GIOVANNA GUARINO, GIÀ ASSESSORA ALLO SPORT E CULTURA, OSPITE DE “LA COPERTINA” SU NANO TV

“STADIO E PALACASORIA APERTI? IL MERITO E’ DI TUTTE LE FORZE AMMINISTRATIVE”

Ospite de “La Copertina”, programma web condotto da Nando Troise su Nano Tv, è l’ avv. Giovanna Guarino, già assessora alla Pubblica Istruzione, Cultura, Sport e Tempo libero del Comune di Casoria. Nel ringraziare la dott.ssa Guarino e i web spettatori, il Conduttore ha espresso, con la franchezza che lo contraddistingue, la sua profonda delusione per il nuovo scambio avvenuto all’interno della Giunta Municipale con la sostituzione di tre valenti assessori: oltre a Guarino, Enzo D’Anna e Antonio Rocco. Unico criterio per individuare chi debba ricoprire ruoli pubblici di grande responsabilità è il merito, afferma Troise; invece, come al solito, come ammesso da un consigliere di maggioranza in un messaggio inviato su WhatsApp al Direttore di Casoriadue, bisogna constatare – è il commento dello scrivente - non solo con delusione, ma con rabbia e sdegno che si seguono i soliti, opportunistici criteri, raggiungendo, nelle stanze del potere, compromessi al ribasso. Ecco, dunque il commento del predetto consigliere comunale: “ I cambi sono funzionali a logiche politiche, non di bravura. I miei colleghi, usciti dalla Giunta, sono tutti validissimi” (sic !!). Che dire? Se questo è lo stato dei fatti, dove sono le finalità no-

bili della Politica e di una gestione amministrativa trasparente e onesta della “Cosa Pubblica”che tanto vengono sbandierate, negli interventi pubblici, solo per carpire consenso ai cittadini? Perché ci si meraviglia, poi, della disaffezione della gente nei confronti della Politica, se si ammette candidamente che la meritocrazia conta zero nella selezione di amministratori? Quale spazio, allora, ha la persona con le sue qualità umane e professionali rispetto alle cosiddette “logiche politiche?” . E’ giusto considerare amministratori ritenuti validi solo delle “pedine” da manovrare e spostare per calcoli “di scuderia”, facendo prevalere gli interessi di parte su quelli della Cittadinanza? Ecco il commento dell’avv. Guarino sul cambio avvenuto in seno alla Giunta: “ Io non sono qui per criticare; non nascondo il dispiacere per la mancata continuità, però non trovo errato il cambiamento che viene fatto nelle Giunte, perché bisogna dare anche spazio all’elettorato, a chi effettivamente ha creduto nelle persone che hanno portato avanti determinate politiche. Quindi, assolutamente non c’è nessuna critica da parte mia, né nei confronti dei colleghi o dei già assessori che, come me, sono stati cambiati e né nei confronti delle persone che effettivamente lavorano per Casoria, perché mandato signifi-


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DOMENICA 29 MAGGIO 2022 ca anche metterci la faccia: abbiamo fatto squadra, abbiamo lavorato e l’abbiamo fatto con impegno, nel rispetto reciproco sia delle nostre competenze che delle nostre persone”. Chiaramente Troise ha posto l’accento sulle garbate riflessioni dell’ Ospite, evidenziandone le doti di persona moderata e cortese, ma la lettura di qualche messaggio di altro consigliere comunale di maggioranza lo conferma nella sua ferma contrarietà alle “logiche spartitorie, che di logica non hanno nulla”, poiché gli stessi messaggi su WhatsApp contengono espressioni di lode e di bravura verso la Guarino, la quale ribadisce quanto già dichiarato in precedenza, aggiungendo che, proprio perché non casoriana, ma frattese, durante il mandato ricevuto si è confrontata di frequente con Dirigenti scolastici, per capire a fondo le problematiche delle scuole locali, in un dialogo costruttivo e fecondo al fine di trovare insieme le giuste soluzioni. “Le dinamiche politiche non spetta a noi assessori spiegarle” puntualizza “anche perché noi amministriamo”, facendo intendere che non spetta a lei fornire spiegazioni di atti politici. A tal riguardo, il Conduttore sollecita il Sindaco o chi per esso a motivare “sul piano politico e amministrativo”, per dovere nei confronti dell’opinione pubblica, gli scambi avvenuti nella Giunta, ciò senza nulla togliere

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“ Non nascondo il dispiacere per la mancata continuità, ma non trovo errato il cambiamento che viene fatto nelle Giunte” . La delusione del conduttore Troise: “Le logiche spartitorie hanno avuto la prevalenza sulla meritocrazia. Encomiabile il lavoro dell’ass. Guarino.” alle referenze sicuramente positive dei nuovi assessori nominati. Queste considerazioni di Troise “provocano” lo scrivente a qualche altra domanda posta a chi governa Casoria: i nuovi cambi a seguito di patteggiamenti fra le parti, giovano al Bene comune? E in che modo? In questi cambi di assessori quale peso hanno avuto le esigenze degli studenti della Città, delle famiglie dei disabili costretti a lottare per i diritti dei figli, dei disagi dei residenti nelle periferie di Casoria, della paura dei negozianti rapinati, dei giovani che non possono formarsi una famiglia per il lavoro precario o per difficoltà a trovare casa a causa di fitti proibitivi? Si ha l’impressio-

ne, e spero di sbagliarmi, che il timone della barca, invece di orientarsi verso i problemi urgenti da risolvere relativi all’istruzione, al lavoro, alla casa, alla vivibilità dell’ambiente, abbia seguito altre rotte, quelle di tornaconto di schieramento. Ma veniamo alle domande “tecniche”: in riferimento alla copertina di Casoriadue del settembre 2021, dal titolo “Scuola Rifatta”, il Conduttore chiede all’avv. Guarino di commentarlo liberamente. “Sulla scuola abbiamo lavorato tanto, anche perché essa aveva la necessità di riprendere appieno. Molto l’impegno profuso sulla ripresa della refezione scolastica e anche se ci sono stati degli intoppi, ci siamo riusci-

ti e l’abbiamo attivata, anche con delle piccole modifiche migliorative, accogliendo le esigenze dei genitori che si trovavano in difficoltà nel non poter lasciare i bambini a scuola nell’orario prolungato; un servizio, quindi, anche a domanda individuale. E’ stato importante assicurare dei servizi ai bambini, ad esempio l’utilizzo delle palestre, altro servizio a domanda individuale; il Covid, purtroppo, ha creato problemi: le Società, le Associazioni sportive, in piena pandemia, hanno lasciato in sospeso delle gare ed è noto che con lo sport i bambini socializzano, si divertono, imparano ad osservare regole; quindi c’era necessità di ripristinare l’utilizzo delle palestre in orario extrascolastico e di dare ai bambini la possibilità di ricominciare a praticare sport e di ritornare gradualmente alla normalità. La scuola in toto si è ripresa, nel suo ordinario e anche nel suo straordinario; così come sta continuando anche oggi; ho lasciato in ufficio tantissime domande per il riutilizzo delle palestre. Sullo stesso numero del giornale citato poc’anzi, Troise indica un’intervista di Maria Cristina Orga alla dott. ssa Adriana Aprea, Dirigente scolastica nel Comune di Pontassieve (Firenze), già maestra e vicaria per molti anni presso l’I. C. “Carducci” di Casoria. Alla Guarino viene chiesto di commentare quanto dichiarato dalla neo

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6 Dirigente in merito alla ripresa in presenza dell’anno scolastico 2021 - 2022 dopo la pratica non funzionale della Didattica a Distanza; nella stessa intervista Aprea rimarcò rilievi critici sul funzionamento delle scuole negli anni in cui aveva insegnato a Casoria, notando una notevole differenza rispetto all’attenzione e all’impegno verso le problematiche scolastiche dell’amministrazione locale di Pontassieve. “La DAD”, ha affermato l’Ospite “é servita a non perdere il contatto con gli alunni, da tenere, in qualche modo, impegnati durante il confinamento domiciliare, evitando che potessero perdere due anni di istruzione”, evidenziando che, tuttavia, ai ragazzi è mancata la possibilità di socializzare e di interagire fisicamente con i coetanei e con gli insegnanti e ponendo l’accento sui benefici per il mondo infantile e adolescenziale della relazionalità di vicinanza, che consente soprattutto ai docenti di comprendere le difficoltà e i disagi degli studenti per intervenire in modo adeguato. Altro commento chiesto dal Direttore all’ Ospite de “La Copertina” è un articolo di Franco Pezzella sulle Opere d’arte custodite nella Basilica S. Mauro, nel quale l’articolista si soffermò su “alcune testimonianze figurative di S. Ludovico da Casoria dell’Ottocento e del Novecento”, facendo anche riferimento a frate Angelico di Maria, al seguito Pasquale Calabrese, artista nato a Matera nel 1852, un devoto del Santo casoriano, che lasciò la sua città per seguirLo, morì, infatti, nel 1926 a Casoria”, lamentando che nella toponomastica della città non figura il citato frate. Guarino, che già aveva ricevuto in dono da Troise un libro sui tesori d’arte della Basilica predetta, ha sottolineato la ricchezza artistica della Città esaltando l’enorme spessore umano e spirituale di padre Ludovico, “che ha dato lustro alla Città” A tal riguardo, ha menzionato l’iniziativa culturale promossa con le Suore Elisabettine Bigie

dal titolo “L’oasi di Babbo Natale”, che fu sospesa per l’incremento dei contagi da Covid. Dopo che Troise, citando un articolo scritto da Carmine D’Argenio, ha elogiato la mirabile opera edificata da Ludovico da Casoria, l’Istituto dedicato a S. Francesco, in cui potessero essere investiti dall’amore di Dio, premurosamente assistiti, sostenuti e confortati bambini e ragazzi ciechi e sordi. Da allora, precisamente il 17 settembre 1871, come sottolineò anche lo scrivente in un articolo dal titolo “I ragazzi del Serafico sorridono anche nel dolore”, sono trascorsi 150 anni; per questo, l’Istituto Serafico di Assisi, per dare avvio alle celebrazioni dell’anniversario, organizzò due eventi nelle serate del 17 e 18 settembre scorsi; altre iniziative sono proseguite e proseguiranno nel corso del corrente anno. Dalla Cultura allo Sport: mettendo in mostra un’altra “copertina” dal titolo “Con i Picardi Casoria è in Italia e in Europa” Troise riconosce all’ avv. Guarino il giusto merito di aver fatto riaprire il Palacasoria per le Arti Marziali e per l’apertura dello stadio S. Mauro il 20, 21 e 22 maggio scorsi. “Lo Sport” ha affermato l’Intervistata “fa riscoprire il senso della comunità, crea aggregazione, abbatte tutte le barriere, anche quelle architettoniche. Ricordo che il 29 agosto dello scorso anno partecipai ad una manifestazione sportiva organizzata da un’associazione di sordomuti; nonostante non sentissi parlare, vedevo gioire e l’anello comunicante era lo sport. La promozione dello Sport è stato uno degli obiettivi del mio Assessorato; preciso che non solo io ho aperto, ma per le aperture tutti abbiamo collaborato: ho lavorato con l’Amministrazione, con i Dirigenti di settore, con l’Ufficio legale. A tal riguardo interloquisce il Conduttore per dire che l’arch. Salvatore Napolitano gli telefonò in piena notte per riferirgli che stavano lavorando al posizionamen-

to dei fari presso lo stadio S. Mauro. Puntualizza Guarino che l’apertura dello stadio è stata rinviata a causa del Covid nei mesi da gennaio a marzo e per creare i protocolli di sicurezza necessari per renderlo accessibile, al fine di evitare contagi. Gradualmente con interventi di manutenzione ordinaria si sono create le condizioni per poter riaprire lo stadio. Nella mattinata del 20 maggio si è svolto l’evento di atletica leggera che ha avuto seguito anche nei due giorni successivi. Vi hanno partecipato atleti italiani ed europei, provenienti dalla Francia e dalla Spagna. “Si confrontano in circuiti di Atletica,” ha spiegato “io sono andato a salutare gli atleti e ancora di più mi sono reso conto che a Casoria c’è uno splendido stadio, che rende lustro alla Città.” Anche per la riapertura del Palacasoria, prosegue l’Avvocatessa, è stato svolto un lavoro di cooperazione e di sinergia “tra le forze amministrative: l’Ufficio legale, il Settore patrimonio e Lavori Pubblici, il mio Assessorato”; l’intervento manutentivo ugualmente ha posto in sicurezza gli spazi per le gare di Arti Marziali. “Il Palacasoria” ha sottolineato “ha un grande valore sociale e culturale, un Bene pubblico che non va assolutamente depauperato, ma valorizzato”, anche per consentire, ha aggiunto Troise, alle squadre di Pallacanestro e di Volley di giocarvi. A tal proposito ha auspicato che il neo assessore allo Sport, dott. Vincenzo Russo, si adoperi per consentire alla squadra del Volley, quarta in serie B, di giocare nel Palazzetto casoriano, dopo aver disputato per tutto l’anno a Giugliano. Guarino ha assicurato che il lavoro da lei svolto proseguirà nell’ottica della continuità e della corresponsabilità. La trasmissione si è conclusa con l’annuncio della gara di Gianluca Picardi, svoltasi il 27 maggio nel Palacasoria e con i ringraziamenti alla dott. ssa Giovanna Guarino per il lavoro encomiabile svolto da Assessora.


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MARIA CRISTINA ORGA

IO RACCONTO STORIE magazine

LA (VERA) STORIA DELL’UNITÀ D’ITALIA: NEL SUO ULTIMO LIBRO ENRICO FAGNANO RACCONTA LA VERITÀ VISTA DA SUD Unità d’Italia e questione meridionale mai risolta: se per la matematica cambiando l’ordine dei fattori il prodotto non cambia, per la Storia e l’economia cambiare il punto di vista scrive la “vera verità”, ovvero quella nascosta da sempre dalla retorica degli “invasori” come polvere sotto al tappeto.

Anche questa settimana sono tornata a curiosare nelle pieghe della Copertina il rotocalco di attualità e cultura che il nostro instancabile direttore conduce in diretta web per Nano TV. Una copertina nel senso proprio del termine, giacché, sotto il fuoco di fila delle domande di Nando stavolta c’è Enrico Fagnano, scrittore, organizzatore culturale, presidente dell’associazione La parola abitata con la quale ospita autori impegnati nella ricerca poetica. Per quanto intellettuale e poeta, anche ad Enrico Fagnano vengono sottoposti, come di prassi, l’analisi e il commento della foto e del titolo dell’articolo di apertura di un numero di CasoriaDue e stavolta il bersaglio è centrato in pieno: La cultura è partecipazione democratica è il fulcro della riflessione al tavolo. La cultura è l’inizio di tutto: apre la mente e consente alle persone di conoscere se stesse e gli altri. Quando circola e viene promossa, si fa partecipazione democratica, perché induce al rispetto che è democrazia e partecipazione; è l’antidoto ad ogni forma di prevaricazione e di prepotenza. Cultura e partecipazione democratica sono binomio interconnesso. Apre al dibattito Fagnano. A Nando che motiva la scelta rifacendosi allo spazio dedicato in quel numero alla scultura che in quanto bellezza suscita stupore, l’ospite prontamente aggiunge Stupore e bellezza sono i caratteri fondamentali della vera arte. Se la cultura è necessaria per conoscere, l’arte è ne-

cessaria per migliorare e vivere bene e riconoscere il bello dentro ciascuno. Domenico Sepe, che si ispira dichiaratamente a Vincenzo Gemito, è lo scultore delle cui opere si parla nell’articolo in esame. Gemito è un gigante della scultura napoletana, non sufficientemente conosciuto e riconosciuto, che invece dovrebbe essere un simbolo della nostra città, così come il suo allievo Gabriele Zambardino, misconosciuto e ignoto ai più, al pari di Augusto Perez. Tre scultori napoletani, visionari e magnifici che in altre città sarebbero celebrati con mostre, convegni e quant’altro, mentre a Napoli i nostri talenti, artistici, letterari, poetici, tendiamo a sottacerli e ad esaltare chi viene da fuori, evidenziando una forma di provincialismo radicata nel tempo. Mi dici che a Sepe è stato dedicato un convegno a Casoria e non mi

meraviglia: paradossalmente è più facile organizzare eventi culturali in provincia che a Napoli città. La ragione è che la gente risponde di più, perché c’è più amor proprio e più orgoglio per le cose che si fanno. Anche l’organizzazione è più snella. La città è dispersiva. A questa affermazione il Nostro, che sul territorio è noto per essere, tra le altre virtù, anche un indiscusso promotore di eventi artistici e culturali sempre premiati dalla presenza di un pubblico numeroso, si rizela un po’ e lancia un appello agli amministratori partenopei perché gli venga concessa la possibilità di organizzarne qualcuno nel cuore della città madre, in modo da dimostrare che ogni evento fatto bene e di qualità riesce ad attrarre estimatori anche in un contesto caotico e dispersivo com’è la grande città. Aspettiamo di sapere se qualcuno gli risponde. Nel caso, io sono già pronta ad offrirgli tema e contenuti! Ma torniamo in studio, per sentire il padrone di casa informare l’ospite del fatto che, a giustificare il titolo in esame, La cultura è partecipazione democratica oltre a Sepe, c’erano il convegno e il progetto sostenuto da TerraNostra, che della sostenibilità, della cultura, dell’arte e della partecipazione reale dei cittadini ha fatto ragione di esistere e, da quando i cancelli degli spazi in cui svolgevano le loro attività sono stati chiusi soprattutto di resistere. TerraNostra è un nome bellissimo. Tutti noi dovremmo occuparci della nostra terra -interviene Fagnano- se lo faces-

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8 simo, diventeremmo una forza che non può essere fermata. Invece molti accettano i compromessi e badano solo ai propri interessi. La conversazione si sposta quindi sull’ultimo libro di Enrico Fagnano, pubblicato e distribuito da Amazon ed è acquistabile solo on line, salvo che nella libreria napoletana Dante e Descartes a Piazza del Gesù, alla libreria Victoria di Praia a Mare e a Bagheria, in Sicilia, dove è nato un gruppetto di fans di Fagnano che stanno portando il volume in tour in tutta la Trinacria. La Storia dell’Unità d’Italia, questo il titolo, è dedicato all’unificazione dell’Italia dal punto di vista del Sud. Unificazione e non unità d‘Italia. Perché questo distinguo è la domanda che il Nostro pone allo scrittore. Spesso uso i due termini in maniera intercambiabile, perché quella Italiana non fu una vera e propria unità scelta dai popoli, ma una vera e propria invasione, nella quale i Mille furono mandati in avanscoperta, ma dietro di loro c’era una coalizione internazionale. Sto facendo molte presentazioni sia in Campania, che in Sicilia, in Calabria che in Puglia e dovunque vada incontro persone che non ne possono più della leggenda metropolitana dell’Unità d’Italia. Trovo persone che amano il mio libro anche fuori dal Sud e questo mi meraviglia, come mi meraviglia il successo commerciale che sta avendo ovunque, perché sono un autore di nicchia che vende cento-duecento copie in genere. E invece stavolta le vendite superano di gran lunga ogni aspettativa. Forse perché è un libro in cui non c’è rabbia, né rancore o astio. Non è un libro “contro”: racconta i fatti per quelli che sono stati, supportati da documenti e testimonianze di politici ed economisti dell’epoca e quindi può essere letto e apprezzato anche dagli Italiani del Nord. È una ricerca storica che ho svolto prevalente-

mente alla biblioteca nazionale di Napoli per anni, al punto che i funzionari, sapendo ormai cosa cercassi, mi tenevano da parte i testi utili alla mia ricerca che non avevo ancora consultato. Mi hanno scritto dei lettori del Nord, non ultima una signora di Milano che ha letto il libro per curiosità e mi ha scritto su Messenger che si vergognava di essere settentrionale e l’avrebbe fatto leggere a tutti i suoi amici per far conoscere loro la verità. La storia va raccontata perché la verità è un bene non negoziabile, anche quando è scomoda. Tutti i Paesi hanno qualcosa di cui vergognarsi, ma la verità la ammettono e ne fanno anche trama di film per farla conoscere a tutti. Si fa i conti con la verità, ma noi dobbiamo ancora imparare a fare i conti con il nostro passato e questo è un male, perché i meridionali continuano a pensare di essere destinati ad essere sottomessi e i settentrionali continuano a guardarli dall’alto in basso. Bisogna riconquistare l’orgoglio perduto dal Sud. Con la solita prontezza di spirito, Nando vola di metafora in metafora e ricorda che Gabriel Garcia Marquez diceva che il calcio è la metafora della vita, quin-

di invita a riflettere sul peso che ha la capacità calcistica da Frosinone a Licata e viceversa dalla stessa Frosinone alle Alpi per richiamare all’importanza economica che ha il Meridione, giustamente tornato al centro anche delle progettualità dell’imminente (si spera) PNRR. Poi scarta di lato e richiama l’attenzione di Fagnano sul titolo del libro. Il titolo va letto con il sottotitolo che è riportato nella quarta di copertina “ciò che è accaduto realmente in Italia dopo il 1860”, racconta la Storia dell’Italia unita vista dal punto di vista dei meridionali, non con la lente deformante di chi la racconta guardando le cose dal Nord. Ho voluto collocare all’inizio del libro una poesia di Carlo Bini sulla fortuna e i suoi rovesci per ricordare che le cose cambiano e che noi meridionali possiamo risorgere, ma dobbiamo iniziare a crederci ed essere consapevoli della storia dei territori che abitiamo e così riusciremo a riconvertire le nostre sorti. A questo punto il padrone di casa fa una riflessione-appello rivolta ai presidenti delle regioni del nord sottolineando come la storia delle relazioni ancora


DOMENICA 29 MAGGIO 2022 squilibrate e conflittuali tra italiani del Nord e del Sud potrebbe cambiare se ammettessero, in particolare dalla Lombardia, che il punto di vista della narrazione post-unitaria è stato quanto meno fazioso e inaugurassero una dialettica nuova senza retorica e luoghi comuni. Persone appassionate come te e i tanti giovani che si stanno aggregando e cominciano di nuovo a credere e a investire energie e passione nei loro territori possiamo smantellare finalmente tutti i luoghi comuni, condivide l’ospite. Con tutti i distinguo del caso, il direttore ammette che l’unico che ha sempre parlato e parla in maniera non retorica, appassionata e costruttiva del Sud e della Campania in particolare è Vincenzo De Luca e un po’ Antonio Bassolino, così come Musumeci si batte per la Sicilia e il neopresidente della Calabria. Meno fiducia invece, ripone nel sindaco di Napoli Manfredi. Cita poi l’esempio virtuoso della Germania, che, caduto il muro, ha immediatamente e concretamente riunificato Berlino Ovest e Berlino est, facendo sì che nessuno ricordasse e rimpiangesse divisioni e contrapposizioni. Perché i tedeschi hanno fatto onestamente i conti con la loro storia e dopo i mea culpa si sono impegnati sul serio a dare al mondo e ancor prima a se stessi una nuova, credibile e rispettabile immagine di sé, mentre noi, se ci va bene e non ci danno grossolanamente dei Gomorristi, nel mondo portiamo ancora l’immagine di pizza e tarantella, d’o paese ‘e Pullecenella come fosse un motivo di orgoglio aggiungo mestamente io. Oggi il politico meridionale non può battersi per il Sud con il fioretto, ma deve far ricorso alla scimitarra -interviene Fagnano- e il ponte sullo Stretto sarebbe un’opera che ci porterebbe un grande beneficio. In Italia esistono tre mercati: uno che comprende regioni del centro e del nord che sono ben collega-

9 te dal punto di vista infrastrutturale, il che consente alle merci di poter essere distribuite con facilità, un altro del sud continentale e poi ce n’è un altro, quello siciliano, che coinvolge quasi cinque milioni di persone, ma le imprese siciliane hanno difficoltà a far arrivare i loro prodotti in Calabria. Il ponte trasformerebbe concretamente le sorti economiche e anche turistiche del meridione e diventerebbe anche una grande attrattiva. Non capisco per quali motivi ancora non si voglia fare il ponte, forse solo per tenerlo sempre in una condizione di sudditanza e sottosviluppo. Nonostante l’impegno della ministra per il Sud Carfagna, io non crederò alla reale intenzione di questo governo di far decollare il Sud finché non verranno avviati i lavori di costruzione del ponte, perché è l’opera che ci serve. Le elemosine non servono né a chi le fa, né a chi le riceve, quindi, basta elemosine. In questo momento, nove, tra le dieci più costose opere pubbliche in cantiere in Italia sono al Nord. Dal 1860 al 1900 il Sud ha vissuto un incessante trasferimento di ricchezza verso il Nord, ma quello che è successo dal 1915 in poi è ancora peggio. Fino ad allora il Banco di Napoli finanziava l’agricoltura e tanti politici meridionali, tra i quali Salvemini, Nitti si battevano per il Sud e ottennero leggi speciali, ma quando nel 1900 esce il libro di Nitti Nord e Sud tra le due Italie c’è un divario. Per ogni 100 lire di PIL prodotte da un cittadino del Sud, uno del Nord ne produceva 89. Oggi c’è un abisso: per ogni cittadino del Nord che produce le stesse 100 lire di PIL uno del Sud si ferma a 58. Il PIL è un dato indicativo, conta e non conta, fatto sta che la realtà è questa. È stato scavato un abisso. Dopo la Grande Guerra il Sud è precipitato senza rialzarsi più, ricevendo la mazzata finale dei quarant’anni di sovvenzioni della

Cassa per il Mezzogiorno che era un boomerang: si buttavano i soldi al Sud e tornavano al Nord: quasi l’80% delle imprese finanziate erano settentrionali; venivano ad aprire una finta succursale al Sud che doveva essere finanziata al 70%, ma con artifici finanziari riceveva nei fatti oltre il 100%. Gli utili prodotti tornavano al Nord, i dirigenti di livello erano del Nord. Che cosa è rimasto al Sud? La bassa manovalanza. E quando sono finiti i finanziamenti hanno chiuso tutto e il problema è stato scaricato sulle spalle dei lavoratori meridionali. A Nando tremano i polsi: ricorda che proprio grazie alla Cassa per il Mezzogiorno, negli anni 50, Casoria, Arzano e Casavatore furono trasformati in fiorenti poli industriali e oggi, 70 anni dopo, bisogna verificare che tutte quelle grandi aziende chimiche si sono trasformate in aree dismesse, lasciando sul campo, per così dire, per sovrappiù, tonnellate e tonnellate di veleni. I finanziamenti che ricevevano le industrie che all’epoca si insediarono nelle aree oggi dismesse ricevevano finanziamenti statali pagati con denaro pubblico, ovvero proveniente dalle tasse dei cittadini contribuenti, metà del quale veniva da cittadini del Sud -si inserisce opportuno Fagnano-. I cittadini del Sud hanno finanziato imprese del Nord che si sono riportati al Nord utili e profitti e qui hanno lasciato i capannoni dismessi con i loro segreti di morte. Per tornare al libro, si scopre che le banche Roshild di Londra e di Parigi, finanziarono la guerra dei Savoia alla conquista del Sud, della quale anche la massoneria inglese, i servizi segreti inglesi e piemontesi erano tra i fautori e loro hanno predisposto tutto. Quindi non furono solo i Mille con la camicia rossa a conquistare il Sud, ma a loro vennero affiancati ben millecinquecento tra i peggiori e più efferati mafiosi siciliani, assoldati dai servizi inglesi e piemonte-


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10 si in chiave antiborbonica, a cui si affiancarono militari inglesi e piemontesi in congedo. E questa è verità, riportata anche in un decreto del 1860, che chiunque può trovare anche su Internet, nel quale re Vittorio Emanuele riarruola i militari piemontesi che si erano accodati a Garibaldi, nel novembre del 1860. Il destino del Regno dei Borbone era già stato scritto da tempo da una coalizione potentissima. Nel secondo capitolo c’è un altro mistero: il povero Ippolito Nievo aveva scoperto cose che non andavano, molti ammanchi, soldi spariti, raccolse i documenti relativi con l’intenzione di portarli a Cavour e denunciare quanto stava accadendo, ma il piroscafo Ercole su cui viaggiava fatalmente saltò in aria. E il suo pronipote Stanislao scrisse un libro dal titolo Il campo in fondo al mare, nel quale racconta di aver assoldato dei palombari per raggiungere il relitto e cercare di capire e anche se non riesce a dimostrarlo, afferma alla fine che il piroscafo, al 90% era stato fatto saltare in aria volutamente con una bomba, per evitare che Nievo, grazie ai documenti in suo possesso, dimostrasse

che non si stava facendo l’unità d’Italia, ma una serie di rapine una dietro l’altra a cui Cavour era contrario, perché i soldi del Sud dovevano sì servire per pagare i debiti del Piemonte ed evitargli il fallimento, ma poi bisognava fermarsi lì, per evitare malumori eccessivi e possibili rivolte. Tant’è che, con i soldi del Sud rimasti dopo la copertura dei debiti sabaudi, voleva costruire delle opere pubbliche importanti nel Sud. Ci furono tre o quattro sedute drammatiche, con scontri fisici in aula, alle quali pose termine imponendosi e dando ordine di portare a termine le opere pubbliche, ma da lì a pochi mesi, nel giugno del 1861, nonostante godesse di ottima salute, morì improvvisamente con febbri inspiegabili anche ai medici a cinquant’anni. E quindi di quelle opere non se ne fece più niente. Prima dell’Unificazione non c’era grande differenza tra Sud e Nord, anzi, il Sud aveva tante risorse non ancora sfruttate, come i terreni demaniali e quelli ecclesiastici, le monete di metallo prezioso del Banco di Napoli che ammontavano a quattrocento milioni e altre che negli anni successivi avrebbero dato i loro frutti nel Sud

e invece andarono ad arricchire il Nord. Tutto qua. E scusate se è poco. Letta a capa sotto la Storia cambia completamente, solo che pochi se ne ricordano e ad un numero ancor minore importa. Meglio non sapere, infilare la testa nella sabbia e animare invidie, rancori, pregiudizi, complessi di inferiorità, sudditanze, sfruttamenti, mafie e camorre, haters da stadio e da movida e tenere i terroni zitti e buoni aggrappati al reddito di cittadinanza, mentre ci scandalizziamo dei sospetti avvelenamenti al polonio, delle operazioni militari speciali e di tante altre amenità che non sto qui a elencare oltre, perché a furia di raccontare oggi il mio stomaco sta subendo una contestuale violenta iperacidità. Almeno, però, cerchiamo di essere onesti e ricordiamoci che la Storia è maestra di vita per chi vuole imparare a campare e che, come certi amori, con esemplare coerenza fa dei giri immensi e poi ritorna, sempre uguale, dal Neolitico ad oggi, immutabile e terribile. Terribile e immutabile come l’essere umano. Perché la Storia da millenni fa questo di mestiere: racconta le umane gesta che francamente spesso non sono un granché, anzi.

RITA GIAQUINTO

IL DR. VINCENZO D’ANNA SALUTA LA NUOVA GIUNTA DI CASORIA BILANCI E PROGETTI DELL’EX ASSESSORE

Lo scorso 11 maggio, con un comunicato stampa, il Sindaco di Casoria, Avv. Raffaele Bene ha provveduto a dare notizia dell’azzeramento della Giunta Municipale presentando il nuovo esecutivo. Le deleghe alla Polizia Municipale, mobilità urbana e Protezione civiledell’ormai ex Assessore Vincenzo D’Anna sono state trasferite per intero ad un nuovo Assessore, Marco Colurcio. Alla luce di questa decisione del Sindaco, abbiamo chiesto all’Ing. D’Anna di fare una sorta di bilancio di quanto realizzato dal suo assessorato in questi circa 18 mesi di attività:“All’inizio del 2021, proprio in un’intervista su questo settimanale, fissavo dei punti al mio assessorato. Tra i progetti più importanti figuravano il tema della videosorveglianza, la lotta alla sosta selvaggia per i posti auto e gli scivoli per i diversamente abili ed il PUC, visto come discorso più generale

per il miglioramento dell’intera mobilità del territorio. Per quanto riguarda la videosorveglianza,le posso dire che durante il mio assessorato, abbiamo partecipato a due bandi : uno era per la lotta contro la vendita degli stupefacenti in prossimità delle scuole, e avevo preparato un progetto che individuava una serie di scuole sul territorio con l’apposizione di telecamere che permettevano di verificare la vendita degli stupefacenti fuori al plesso scolastico, ma facevano sì che queste telecamere guardassero anche le strade su cui impattavano gli ingressi delle scuole. Fortunatamente, le posso dire che questo bando ha avuto un esito favorevole ed il Comune è stato finanziato per un importo di € 50.000,00. Quindi lascio al nuovo assessore questo progetto finanziato da dover rendere esecutivo dopo l’appostamento in bilancio delle somme che devono provenire

dall’ente che aveva erogato il bando. Un altro punto importante che sarebbe stato messo in approvazione del prossimo bilancio, era la richiesta di finanziamento per il famoso acquisto dei dissuasori sonori da posizionare sui posti auto dei diversamente abili: avevamo individuato una tecnologia che si riconduceva ad un sistema denominato Tommy. L’ausilio di questa placca da installare nell’asfalto, dotando il possessore del posto assegnato (quello con il numeretto, per intenderci) di un telecomando di attivazione e disattivazione dell’allarme sonoro, può essere un deterrente per la sosta selvaggia. Ad esempio, io, che non sono possessore del posto, vado a parcheggiare, la macchina non rileva il meccanismo e quindi la placca emana un allarme sonoro. Nonostante la atavica carenza di personale nel settore della Polizia Municipale, negli ultimi tempi si era cercato


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di incentivare il controllo degli stalli dei diversamente abili, sia quelli numerati che quelli non numerati: su questo si era iniziato un progetto con i percettori del reddito di cittadinanza congiuntamente al settore delle politiche sociali che aveva individuato una serie di figure da poter collocare anche nella PM come ausilio alla viabilità. Individuati come assistenti civici, con pettorine gialle, facilmente individuali, con il simbolo del comune di Casoria avrebbero avuto, ma, spero, avranno, per la continuità del progetto, il compito di fare da deterrente contro la sosta selvaggia delle macchine, incentivando l’automobilista a non parcheggiare nei luoghi dove non è previsto, anche dal codice della strada”. Così come fatto all’esterno delle scuole per controllare il traffico all’ingresso e all’uscita dei bambini? “Si, infatti lo stesso progetto, sempre con i percettori di reddito, è stato già fatto per l’intera annualità scolastica passata, fino al mese scorso, con gli assistenti civici al di fuori dei plessi scolastici”. L’ex assessore, firmatario a fine anno 2021 dell’adozione del nuovo PUC – il nuovo piano urbano comunale - si dice ancora molto preoccupato delle unità sempre insufficienti all’interno del Comando della Polizia municipale che avrebbe bisogno, in relazione al numero degli abitanti di Casoria, di almeno 120 unità, e che oggi, tra pensionamenti già effettuati e quelli in corso, arriva a contare l’esiguo numero di trenta unità divisi in due turni di lavoro. Ma, a questo proposito, D’Anna ci tiene particolarmente ad aggiungere qualcosa: “Approfitto di questo spazio per mandare un ringraziamento al corpo della Polizia locale che, proprio nonostante le difficoltà oggettive per essere in sottorganico, si sono sempre resi disponibili in questo anno e mezzo del mio assessorato. Un ringraziamento particolare va al Comandante Sciaudone ed al Vice Comandante Onorato”. Una difficile eredità per Marco Colurcio. Vi conocete? “Conosco sicuramente l’amico ed ex consigliere Marco Colurcio che, di fatto, mi ha sostituito nell’assessorato. Gli auguro, come già fatto immediatamente dopo la nomina, un buon lavoro e spero che possa portare a compimento questi progetti iniziati con il mio assessorato, per vederli realizzati, a beneficio della nostra collettività”. Quanto può incidere sulla cittadi-

lancio le somme necessarie anche per il settore per poter mettere in funzione i meccanismi sonori per i posti auto a vantaggio dei diversamente abili”. La decisione del Sindaco sulla Sua sostituzione è scaturita da qualche sopraggiunto screzio all’interno della Giunta, oppure è semplicemente una rimodulazione organizzativa? “Le confermo che la mia sostituzione non è scaturita da nessuno screzio, anzi posso testimoniare che la Giunta di cui ho fatto parte cerca sempre di più il confronto tra le parti. Nonostante tutta la dialettica che può essere accesa in qualsiasi ambiente, c’è confronto sulle iniziative prese insieme e che proseguiranno come progetti dei nuovi responsabili dell’esecutivo.La nuova Giunta nasce da un discorso di equilibri politici e dalla mancanza,in quella precedente, della sostituzione dell’assessore al bilancio dimissionario. La sostituzione di un altro soggetto nasce dalla nomina di un assessore la cui delega all’urbanistica, il Sindaco, sin dall’inizio del suo mandato, ha tenuto per sé, fino all’adozione del PUC. Oggi siamo ������������������������� in una fase di prosieguo di un lavoro già improntato e il Sindaco ha ritenuto di “liberarsi” di questa delega assegnandola ad un altro soggetto. In sintesi, è una Giunta che integra la mancanza di alcuni esponenti e che nasce anche per una questione di equilibri politici ma senza nessuno screzio, nessuna presa di posizione – almeno per quanto mi riguarda – né un allontanarsi da un progetto che mi ha visto partecipe e che spero, in tutti i modi, possa proseguire ed essere migliorato, come dicevo prima. L’importante è non bloccarsi con le proprie idee, cioè non credere mai che le proprie idee siano le migliori, ma aprirsi al confronto, da cui nascono sempre grandi cose che, condivise, vanno a vantaggio di una collettività”. A chiusura dell’intervista, l’Ing. D’anna ci tiene particolarmente a fare un invito: “Lavorerò sempre affinché i professionisti e le menti pensanti, anche lavorativamente impegnate su altri settori, ritornino a dialogare tra di loro – indifferentemente dalle posizioni di appartenenza, di idee, di schieramento o contrapposizione – per il bene della città. E’ una cosa a cui tengo molto, ed è un invito che farò sempre : tutti i professionisti, che volessero partecipare e collaborare al bene di questa città, non devono sentirsi esclusi, ma sempre partecipi, in qualsiasi momento e in ogni tipo di

nanza e sul benessere del territorio la mancanza di continuità di un assessorato? “Sicuramente la mancanza di continuità penalizza un progetto. Credo però che questa amministrazione abbiamo un solo intendimento, e cioè fare il “Bene”- proprio come il cognome del Sindaco - di questa città. Quindi qualsiasi persona sostituisca un’altra, credo che il faro principale sia- e resterà sempre - portare a termine i progetti iniziati. Ovviamente, con la possibilità di migliorarle, così come per tutto. Le parlo da ingegnere dove applico questo modo di ragionare all’edilizia: un progetto nasce ma durante il corso delle opere può e deve essere migliorato. Lo stesso metro di valutazione può essere applicato anche alla politica”. A proposito di politica, il suo percorso si ferma qui con quest’ultimo assessorato “Sicuramente la mia attività politica proseguirà. Nel tempo, non so sotto quale forma, ma sicuramente proseguirà. Il mio interesse per la politica nasce dalla mia famiglia, dai tempi della scuola, dal mio percorso universitario: politica intesa come possibilità di mettere le proprie idee a disposizione della collettività. E questo continuerà senz’altro”. Ha qualche rammarico? “Diciamo che un rammarico può essere quello di non aver potuto continuare e, quindi, realizzare di fatto i due progetti di cui parlavo prima: l’esecutivo dell’apposizione delle telecamere e anche la possibilità di approvare in bi-


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LA SFIDA PIÙ DIFFICILE E COMPLESSA DELL’ERA DE LAURENTIIS

Più difficile del 2013, quando andò via Mazzarri e ci fu la rivoluzione Benitez o del 2015, quando l’arrivo di Sarri diede vita ad una bellissima storia, o del 2018 con Ancelotti. Il Napoli di De Laurentiis ha nel 2022 la sfida più complessa della sua era. Sullo sfondo c’è la battaglia legale contro la multiproprietà, la scelta che si dovrà fare tra Napoli e Bari, gli interessamenti che sta avendo da qualche fondo. Non sappiamo cosa succederà, per il momento c’è da fare un lavoro complicato: rinnovare la squadra abbassando il monte ingaggi. Nelle altre occasioni i costi s’alzarono, c’erano i milioni delle cessioni di Cavani o Jorginho, di un progetto societario in piena enfasi e la Champions League stava diventando un’abitudine. Tutto questo poi accade in uno scenario con tanti avversari: il Milan è in crescita, l’Inter avrà comunque un livello alto, la Juventus si sta già rinforzando sul mercato, Sarri e Mourinho sulla panchina di Lazio e Roma potranno incidere di più, c’è la Fiorentina che è una variabile impazzita e l’Atalanta non ha le coppe europee, può concentrarsi solo sul campionato. De Laurentiis in un’intervista ha parlato

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dell’esempio del Milan ma sembra poco credibile come riferimento per il Napoli. C’è una struttura dirigenziale solida, autorevole, con persone di calcio come Maldini e Massara che hanno piena autonomia in tutte le scelte. Il contrario della risposta di De Laurentiis al vuoto che a Castel Volturno s’avverte: “Ho capito che devo spostare la Filmauro a Napoli”. Al Milan c’è l’empatia con la tifoseria mentre a Napoli fino a qualche mese fa c’era l’applicazione severa del regolamento d’uso con le multe anche per una bandiera che poteva ostruire la visuale in curva. Hanno un bravissimo dirigente che rappresenta la storia del club, ne incarna l’anima e, infatti, il senso d’appartenenza è vivo, basta pensare a Tonali che abbassa le pretese per continuare la sua avventura in rossonero. Potremmo andare avanti ancora con altri esempi ma guardiamo a ciò che conta più di ogni altra cosa: la condivisione del progetto tecnico, l’unità d’intenti. Fa la differenza, consente di tenere il livello alto anche nelle perdite dolorose come quella di Insigne. Spalletti ha chiesto più forza, fisicità e si è speso soprattutto per trattenere Koulibaly, attratto dal Barcellona che in difesa ha già preso

Christensen. Per Xavi Kalidou è l’erede di Pique e il reparto arretrato blaugrana dovrebbe perdere Lenglet, Umtiti e Mingueza. Il Napoli ha questa domanda da porsi: vendere Koulibaly per 35-40 milioni darebbe la possibilità di sostituirlo senza grosse ripercussioni tecniche? No, come ha spiegato Spalletti la squadra ne uscirebbe sferzata, perderebbe un riferimento dopo che è andato via anche Insigne. Vale lo stesso discorso per Mertens ed Ospina, i casi lasciati in sospeso tra i contratti in scadenza. Gli azzurri hanno chiuso con la miglior difesa insieme al Milan, programmando per la prossima stagione bisognerebbe custodire l’impianto nella fase di non possesso e aggiungere freschezza a livello offensivo. Si può crescere costruendo una squadra che valorizzi Osimhen e Lozano, di maggiore impatto fisico e con maggiore capacità di attaccare sia in verticale che in ampiezza, riempiendo di più l’area di rigore. La continuità nel lavoro di Spalletti è un valore ma c’è una condizione indispensabile: l’allenatore va ascoltato, aiutato e protetto nei momenti difficili, non com’è accaduto nell’immediato postpartita di Empoli.

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MARIA SAVERIA RUSSO

PARLA L’ORGANIZZATORE BRUNO SPOTI: “IL CROSSFIT SPORT ANCORA SOTTOVALUTATO IN ITALIA”

CASORIA E SPORT: GRANDE SUCCESSO PER LA SECONDA EDIZIONE DELL’ “ULTIMATE BOX LEAGUE NAPOLI INTERNATIONAL FITNESS COMPETITION”

Il 20, 21 e 22 maggio nella città di Casoria, allo stadio comunale San Mauro, si è tenuta la seconda edizione della manifestazione sportiva “Ultimate Box League”, una delle competizioni più importanti di Functional Fitness in Italia. Il direttore di NanoTv, Maurizio Cerbone, ha ripreso proprio alcuni dei momenti sportivi e assieme al consigliere comunale di Casoria, Orsino Esposito, ha parlato dell’importanza dello sport, dell’importanza del turismo derivante non solo dai luoghi di culto, ma anche del turismo sportivo. Per poi parlare di CrossFit. Più di 700 atleti, tra uomini e donne, provenienti dall’Italia e da tutto il mondo. Queste le parole del consigliere comunale di Casoria, Orsino Esposito. “Oggi qui si riuniscono, praticamente, circa 700 atleti provenienti da tutta Italia e delle delegazioni slovene, francesi, inglesi. Sono atleti che vengono per confrontarsi su una disciplina, il crossfit, che è una disciplina che li vede impegnati in una serie di attività fisiche. Casoria già l’anno scorso ha presentato questo evento, grazie al mio impegno ma soprattutto all’impegno di Bruno Spoti e la sua compagna Emanuela: sono due ragazzi che da sempre sono impegnati in questa disciplina e hanno portato lustro alla nostra città, facendo arrivare atleti da tutta Italia e da tutta Europa. Questa è una tappa ufficiale del loro campionato, viene inserita in un contesto di campionato italiano. Casoria finalmente diventa un centro importante: trovano un po’ di respiro anche le nostre attività produtti-

ve. Avere 700 persone che arrivano dall’estero e che devono essere alloggiati, devono mangiare sul nostro territorio, portano ricchezza al nostro territorio. Io penso che questo tipo di evento debba essere intensificato perché è una strada, insieme al turismo religioso, che può portare la nostra città ad avere uno scatto d’orgoglio e a rimettersi in riga per poter affrontare le sfide.” Ma cos’è il CrossFit? Il crossfit è una disciplina motoria creata da Greg Glassman negli Stati Uniti negli anni ‘70. Divenuta popolare solo 20 anni più tardi, quando nacque la prima palestrabox a Santa Cruz, in California, ha subito una vera e propria globalizzazione solo dopo il 2008. Nel 2012 si contavano circa quattromila palestre e centri fitness nel mondo; ad oggi sono più di ottomila.

Il CrossFit è un programma di rafforzamento e condizionamento fisico mirato ad acquisire benessere completo e generale. E’ definito “lo sport del fitness” e consiste nello svolgere “movimenti funzionali ad alta intensità costantemente variati”. I movimenti funzionali sono movimenti composti che coinvolgono più distretti muscolari e articolazioni, si realizzano con contrazioni che vanno dal centro all’estremità e mimano gli schemi di reclutamento motorio della vita di tutti i giorni. L’obiettivo del CrossFit è quello di potenziare la competenza individuale in tutte le attività fisiche e predisporre gli atleti ad ogni eventualità e sfida fisica, allenando tutte le abilità fisiche riconosciute. Ma cosa cambia dalla palestra tradizionale? Il CrossFit è rapido: ogni lezione dura un’ora. Ha

così concentrato in un’ora le sedute di 2 o 3 ore usualmente svolte nelle palestre e nei centri sportivi di tutto il mondo. Il Crossfit è immediato: dà risultati in tempi brevi ed i primi miglioramenti si notano già dopo un paio di mesi. Il CrossFit è divertente: la varietà della tipologia di allenamento e degli attrezzi utilizzati rende questa disciplina molto divertente. Non esistono noia e monotonia. Ma, soprattutto, il CrossFit è COMMUNITY. Il CrossFit incita il sostenersi a vicenda e lo stare insieme. Non ci si allena individualmente ma ci si sente parte di un “gruppo”. Ed è proprio su questo senso di Community che Bruno Spoti, uno degli organizzatori dell’evento, si è soffermato nelle breve intervista con Maurizio Cerbone. “Questo è diventato oramai un evento internazionale, arrivano atleti professionisti non solo da tutte le regioni italiane ma anche dalla Spagna, dalla Francia, dall’Inghilterra. E’ diventato un evento mondiale. Quest’anno contiamo più di 700 atleti. Un evento che oltre a parlare di sport parla di COMMUNITY, di divertimento perché le persone vengono qui per divertirsi. Poi questo è un evento che rende Casoria una città fortunata perché questa è una delle tappe ufficiali del loro campionato. Speriamo in una terza edizione, sempre più importante e, soprattutto, mi auguro che la nostra passione riusciremo a trasmetterla anche ai nostri concittadini casoriani, alla Campania intera. Il CrossFit è uno sport che in Italia sta ancora crescendo.”


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VESCOVO LEMMO: “MERAVIGLIOSA LA VITA CON LA RISCOPERTA DELL’AMORE DI DIO”

In occasione dei festeggiamenti di Madre Giulia Salzano, Fondatrice della congregazione delle Suore Catechiste del Sacro Cuore, si è svolta il 17 maggio scorso, nella Chiesa dell’Istituto religioso in Casoria, nella ricorrenza della Sua nascita al Cielo avvenuta nel 1929, una solenne concelebrazione liturgica presieduta da Sua Ecc.za Rev.ma Mons Lucio Lemmo. La Santa Messa, animata dalla corale delle religiose e concelebrata da don Vincenzo Scippa e da don Giuseppe Sannino con la partecipazione di alcuni ministranti, ha colmato l’animo dei fedeli di sentimenti di giubilo e di lode, espressi con canti di gaudio, acclamanti l’Eterno Padre che ha compiuto prodigi d’amore e di bene in Santa Giulia. Nella riflessione omiletica, il Vescovo ha esortato l’assemblea a non sciupare la propria vita, a non sprecarla, ma a fare di essa “un’avventura meravigliosa”, seguendo l’esempio di Madre Giulia. Ma come rendere prezioso il nostro tempo, che sembra scorrere in maniera banale e ripetitiva? “A volte” ha proseguito il Presule “pare che la nostra esistenza non abbia alcun senso”, da noi vissuta in maniera stancante, quasi a trascinarcela come un peso, soprattutto quando è costellata di eventi dolorosi. Facendo riferimento alla I Lettera di S. Paolo ai Corinzi, proclamata nella Liturgia della Parola (“Mi sono fatto debole con i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno” ), il Celebrante ha invitato a “sperimentare dentro se stessi l’amore di Dio, a tal punto da avvertire la voglia, il forte desiderio di trasferirlo a tutti. Come S. Giulia, che, innamorata

CASORIA: SOLENNE CONCELEBRAZIONE EUCARISTICA IN OCCASIONE DEI FESTEGGIAMENTI DI S. GIULIA SALZANO di Gesù, ha sentito prorompente il bisogno di farlo conoscere”, impegnandosi a educare alla fede, ad evangelizzare i ragazzi “finché avrò l’ultimo filo di vita”. “La tua vita” ha proseguito mons. Lemmo, “deve essere totalmente protesa verso gli altri, che tu ti fai, come afferma S. Paolo, una sola cosa con loro”, facendoti uno con chi incontri nel corso della giornata: il coniuge, il figlio, l’amico, l’insegnante ... ; vivi, dunque,la tua vita

non sorvolandola, ma calandoti dentro la tua esistenza, vivendola dal di dentro. In questo modo, scopri che in tutte le realtà c’è l’amore di Dio. Questo amore è come un filo d’oro che unisce tutte le realtà della tua esistenza. Ti sembrano occasioni, casualità, e invece scopri che tutto ciò che ti capita corrisponde a un disegno d’amore che Dio sta svolgendo nella tua vita. Vista in tale prospettiva, l’avventura umana sulla terra, ha concluso il Vescovo, acquista senso se rendiamo il nostro tempo spazio dell’amore, vivendo la nostra fede con testimonianze di pace, di concordia, di misericordia, di accoglienza, sull’esempio di S. Giulia Salzano che, oltre ad anticipare la spinta che la Chiesa ha dato all’evangelizzazione e alla catechesi, svolse il suo apostolato, dispensando consigli a quanti aprivano il loro cuore alla sua accogliente comprensione: per tutti, giovani, soldati, mamme, aveva parole di conforto ed incoraggiamento. Lei, come tutti i Santi, ci sprona a cogliere ciò che è essenziale nella vita, a dare, appunto, più tempo alle relazioni di cura, indicando i rettilinei dell’amore. Al termine della celebrazione, dopo i ringraziamenti, da parte di suor Antonella, al Vescovo, ai concelebranti e ai fedeli, tra cui una rappresentanza di bambini e dei loro genitori, è stata invocata S. Giulia, beatificata da Papa Giovanni Paolo II nel 2003 e poi canonizzata da Benedetto XVI nel 2010, per intercedere presso il Signore per la concessione delle grazie invocate. La serata si è conclusa in un clima di fraterna gioia con l’offerta di un rinfresco nel cortile dell’Istituto.


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RITA GIAQUINTO

PER LA PRIMA VOLTA TRE ATLETI DELLA RUN FOR LOVE P-AC ALLA 100 KM DEL PASSATORE

Sono stati tre gli atleti che, per la prima volta, hanno portato i colori della Run for Love p-AC a brillare sull’impegnativo, arduo ma straordinario percorso della 100 Km del Passatore: la 48^ edizione di una delle ultramaratone più belle del mondo che, da Firenze a Faenza, ha messo a dura prova piedi, gambe, testa e cuore di tutti i 2.121 impavidi partecipanti tra cui 500 donne, 1.000 esordienti e 43 atleti provenienti da 26 nazioni straniere. I nostri eroi in giallo-fluo sono stati: gli esordienti sulla lunga distanza Raffaele Damiano e Antonio Capasso, ed il veterano Vincenzo Borzacchiello. Tutti e tre hanno egregiamente portato a termine questa gara spettacolare con i tempi di: Raffaele Damiano che chiude in 12h12m58s (454° posto) Antonio Capasso che chiude in 12h39m36s (572° posto) Vincenzo Borzacchiello che chiude in 12h52m38s (638° posto) Accanto ai loro nomi, è doveroso ricordare gli accompagnatori: Rosario Caiazzo e Gaetano Guarino - anche loro iscritti alla RfL-pAC - e Pasquale Mormile, un caro amico dei tre atleti. Tre presenze fondamentali e necessarie che hanno supportato e sostenuto la fatica dei nostri atleti facendogli sentire, ad ogni chilometro, l’affetto loro e di tutta la squadra che, da lontano, ha tifato per la tanto temuta e ardita impresa. Se correre può cambiare la vita, una ultramaratona la può stravolgere: è quello che è accaduto ai nostri runners in un continuo amplificarsi e moltiplicarsi di straripanti ed indescrivibili emozioni. Particolarmente toccanti le parole con cui, al termine della gara, Raffaele Damiano ha voluto condividere con tutti i suoi compagni, la magia di un momento indimenticabile: “Nonostante le condizioni meteo proibitive dovute ad un caldo asfissiante, sono riuscito, con i colori e, soprattutto, i valori della Run for Love tatuati sul cuore, a coronare il mio sogno sportivo e, soprattutto, introspettivo. È stata, infatti, un’avventura che mi ha illuminato la vita; ogni avventura è un’apertura radicale che fa saltare gli schemi e ci indica chi siamo davvero. Vorrei ringraziare il prezioso supporto morale di tutto il gruppo”.

Antonio Capasso, che si è unito a questi calorosi ringraziamenti, ci ha raccontato delle incredibili emozioni a partire dal momento dell’iscrizione alla gara nel mese di gennaio, fino all’ultimo metro della corsa: “Ci vorrebbe un libro per descriverle tutte!”. È proprio così; non basterebbero chilometri di fogli per spiegare cosa possono essere quei cento chilometri lunghi e impegnativi da percorrere, tra il caldo delle ore del giorno e il buio della notte, dove, per la prima volta, sembra di toccare le stelle. Tratti pianeggianti e salite brusche. Curve e tornanti senza fine. Pendenze addolcite, ma poco tempo per riprendere fiato; segmenti alti e impervi del tracciato, energie in esaurimento; altimetrie che fiaccano, insidiosi dislivelli arrancano; cielo e terra che si fanno asfalto, in un unico orizzonte; si vuole mollare, si piange, ci si dispera dentro, si crede – esattamente come nella vita – di non farcela più. Ma poi sfila accanto una parata di angeli – gli altri runners - che si danno forza donandoti forza, e allora gioisci; senti chi, da quaggiù e da lassù, non ti fa sentire solo, corre con te, lo senti addosso, leggero come la tua anima, a sostenere, passo dopo passo, la tua fatica. In uno strano, incostante equilibrio tra velocità e distanza, tra vittorie e fallimenti, incontri te stesso, forse per la prima volta. E per la prima volta fai amicizia con la parte più vera di te. Stanco, stremato, a tratti impaurito, labbra tremanti, sguardo affannato, ma inspiegabilmente forte, lucido su un limite che va oltre i muscoli, leviga le ossa, oltre i ventricoli e le arterie, in un’aritmia che quasi soffoca ma che fa del sogno il tuo traguardo migliore. Arriva la lunga fase di declivio, pochi chilometri pianeggianti e poi in discesa fino alla strada che, più favorevole, ti mostra il traguardo, l’arrivo, la medaglia che abbracci tra gemiti e affanni, lacrime e sorrisi, in un moto scomposto di sensazioni dinanzi ad un miracolo. Perché come ogni nuovo giorno, l’alba di un’ultramaratona è un vero miracolo della vita. A Raffaele, Antonio e Vincenzo l’ammirazione di tutti (in particolar modo della sottoscritta) per il coraggio, la fermezza e la tenacia.


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RAFFAELE DI PASQUALE: 30 ANNI DI SUCCESSI

Non ha bisogno di presentazioni né di descrizioni perché è il suo nome stesso ad evocare la sua carriera. Ecco a voi Raffaele Di Pasquale con un’intervista esclusiva. Lei è stato l’unico allenatore dilettante in Italia ad aver vinto nella medesima stagione sportiva campionato e coppa nelle tre competizioni regionali: cosa ricorda di quelle emozioni? Il risultato conseguito quest’anno corona degnamente la mia più che trentennale carriera calcistica. Sapere di essere il primo e l’unico allenatore dilettante ad aver centrato questo prestigioso risultato per me è motivo di grande orgoglio. Il fatto stesso che le premesse di questo record siano state costruite in epoche diverse significa che il successo è stata una costante del mio agire professionale. Chiaramente le sensazioni e le emozioni provate sono corrispondenti alle varie età: grande entusiasmo a 35 anni, la conferma delle mie competenze a 45 anni, ed adesso, in età più avanzata, la consapevolezza del mio valore. C’è da aggiungere che nell’89/90, oltre alla vittoria del campionato e della coppa, ci laureammo Campioni d’Italia, prima squadra meridionale. Di questi successi devo ringraziare i presidenti delle rispettive società, in special modo il dottor Crispino che fu il primo a credere

in me, e tutti i calciatori che ho avuto il privilegio di allenare, senza I quali non avrei potuto raggiungere alcun risultato. Se mi permetti, vorrei segnalare un altro risultato che mi riguarda: il primo allenatore dilettante ad essere stato ammesso ed avere conseguito il titolo di UEFAPRO. Ex under 18, 1989/90 con il Comprensorio Frattese, 1999/2000 Eccellenza con l’Ercolano e 2021/22 Villa Li-

terno... La sua carriera è stata veramente ricca di soddisfazioni! Si è mai pentito, invece, di qualche scelta? Ha rimorsi o rimpianti? Certo che nella mia lunga carriera ci sono stati momenti difficili e complicati, ma debbo dire che ho cercato di trarre da tutte le esperienze vissute sempre il lato positivo. Due cose certamente le ho comprese: non accettare più proposte che non mi convincono completamente; prestare molta attenzione alle qualità umane delle persone che ti propongono il lavoro. Nel 1972 ha giocato a Casoria. Com’è stata quella esperienza? L’esperienza di Casoria è stata meravigliosa. Ero molto giovane. Fui accolto con molta curiosità, in quanto proveniente dal settore giovanile del Napoli. Avvertivo intorno a me un po’ di scetticismo ma grazie al direttore Nando Troise, allora direttore sportivo della squadra, tutto è andato bene perché, insistendo molto su di me, fece in modo che gradualmente guadagnassi la fiducia dei compagni e che riuscissi a diventare uno dei protagonisti di quella esaltante avventura. Non era facile in quanto, essendo un 10, come ama definirmi Nando, era inusuale che il compito di arrecare il contributo di estro e fantasia fosse affidato ad un giovanissimo.


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MARIA LUPICA

O MONACIELLO IL PICCOLO MONACO DELLA CITTÀ PARTENOPEA

Tradizione: Tra le molte leggende popolari campane “O Monaciello, oppure U Munaciello” occupa senza ombra di dubbio il podio. Si tratta di uno spiritello leggendario davvero singolare e importantissimo del folklore napoletano, molti addirittura non ritengono che sia solo il frutto di racconti popolari e credono davvero alla sua esistenza. Le sue manifestazioni o apparizioni che dir si voglia, non si contano e a volte lo si sentirebbe pure ridere beffardo mentre mette in atto uno dei suoi scherzetti. Il suo comportamento ha diverse sfaccettature, può lasciare nelle abitazioni in cui si intrufola denaro in dono, ma è responsabile anche di dispettucci vari, come sfiorare le belle e giovani donne, rompere o far sparire oggetti e soffiare nelle orecchie degli ignari dormienti a guastargli il sonno. Due sono le tradizioni relative alla sua nascita: Una la colloca storicamente nel 1445, sotto il regno di Alfonso d’Aragona e dovuta all’unione adulterina tra una nobildonna napoletana con un suo lacche, quindi un illegittimo figlio dell’amore affidato ad un monastero. Purtroppo muore di li a poco, anche perché costantemente rifiutato da tutti come foriero di sventure per il suo aspetto deforme, continuando la sua breve esistenza terrena da spettro e tirando scherzi a poveri malcapitati che comunque si possono sempre rifare giocando al lotto le sue marachelle ai loro danni, secondo la tradizione più popolana della città. L’altra tradizione storicamente più veritiera invece fa risalire la sua esistenza nel “pozzaro”, l’operaio addetto alla manutenzione delle cisterne dell’acquedotto, che spesso si introduce nelle abitazioni proprio attraverso questi pozzi. A volte per rubare del cibo, altre volte per insidiare la avvenente padrona di casa. Se costei gradisce le sue attenzioni, le lascia un omaggio gradito, in caso contrario diventa molto dispettoso. Il suo credo è ancora oggi sentito e rispettato, ci sono persino poesie dedicate a questo inquieto e simpatico spiritello che “a chi arricchisce e a chi appezzentisce”: Aspetto: Si presenta di bassa statura forse un bambino o un vecchio deforme, sempre vestito di un saio dell’ordine domenicano, da qui il suo nome e con delle scarpe con lussuose fibbie d’argento. Altre fonti lo descrivono invece vestito del saio dei trovatelli ma scheletrico e addirittura scalzo.

Munaciello, munaciello… For’a cca, stammatina, m’è paruto ’i senti’ ’a presenza d’u munaciello. Chillu pazziariello s’annasconne, sficchia ’a sotto i gunnelle, se ’nfizza ind’ i burzette, sott’ i cappielle, ind’ i cazette. ’U munaciello fa despiette, nun porta rispetto pe’ nesciuno… e stammatina sta spannenno p’u viculo ’a nutizzia ca Halima s’è fidanzata cu’ Peppe l’imbianchino. Che ce sta ’i particolare? Ce sta ca Halima è marucchina e Peppe è nato aret’ u Casino. ’U Munaciello ’n ’se dà pace… ripete chello ca dice Giusummina, chello ca ’nzorfe Maculatina, chello ca iastemma Ceccillo quanno se ’ncontra cu Turillo. Se fanno ’a croce c’a mano cemmerza pecché… a parole simme tutte frate e po’..? Po’… se guarda a comme te vieste, a chello ca mangi, a comme iastimme e a comme prieghe. Simme tutte uguali… se dice… ma po’… a chille ca è vicino a te? E’ meglio ’nce dà tanta cunfidenza… l’uoglie ’n’se po’ ammesca’ c’u vino… ce sta sempe chi sta cchiù aiaute e chi hadda tene’ ’a capa avasciata. Simme tutte figl’ i Ddie, ma vuo’ mette? Tu si’ tu e io so’ io.


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18 RUBRICA “L’AVVOCATO RISPONDE” DI MARIO SETOLA

Egregio Avvocato, mi chiamo Raffaele, ho 30 anni e scrivo da Afragola. Prima dell’estate scorsa avevo prenotato con un mio amico una vacanza di una settimana in un villaggio turistico in Marocco. Al nostro arrivo abbiamo constatato che la struttura mostrata nelle foto del catalogo ed i servizi promessi non corrispondevano a quelli realmente offertici. Abbiamo passato una settimana totalmente diversa da quella che pensavamo di aver acquistato. Il personale del tour operator è stato molto disponibile e si è scusato per i disagi. Ma sinceramente non ci basta e vorremmo sapere se si può fare qualcosa per ottenere un risarcimento. Grazie Vedi Raffaele, se ti può consolare, questa disavventura è capitata anche al sottoscritto, solo che nel mio caso ci fu anche il furto dei bagagli. Non c’è mai limite al peggio. Comunque, la disavventura da voi vissuta rientra nell’ambito del cd. danno da vacanza rovinata, argomento peraltro già oggetto qualche mese fa del quesito di un altro lettore. È tuttavia doveroso rispondere anche a te e sarà senz’altro positivo per tutti “rispolverare” l’argomento. Capita spesso che i servizi, le escursioni acquistate nelle agenzie di viaggio e promosse da un tour operator non vengano eseguite affatto ovvero siano difformi da quelle inizialmente offerte nel pacchetto. I rapporti contrattuali tra tour operator e viaggiatore sono disciplinati dal Decreto Legislativo n. 111/1995 che ha attuato la direttiva comunitaria n. 90/314/CEE, dalla Legge n. 1084/1977 con cui l’Italia ha ratificato la convenzione internazionale relativa al contratto di viaggio firmata a Bruxelles del 23.4.1970. Nel tuo quesito non sono indicate in maniera dettagliata le difformità che avete incontrato una volta giunti nel villaggio. Resta il fatto che nell’ipotesi di inadempimento contrattuale del tour operator, il viaggiatore ha diritto al risarcimento del danno sia patrimoniale che morale. Tralasciando l’aspetto relativo al risarcimento del danno patrimoniale dovuto ex art. 1218 e seguenti del Codice Civile,

maggiori difficoltà ha incontrato a livello giurisprudenziale il riconoscimento del diritto al risarcimento del danno cd. non patrimoniale. Tale voce di danno mira a risarcire il pregiudizio che si sostanzia nel disagio e nell’afflizione subiti dal turista per mancato godimento della vacanza intesa come momento di svago e riposo. Recentemente due pronunce della Cassazione (nn. 8827-8828/2003) hanno riconosciuto la risarcibilità di tale danno a prescindere dalla presenza di una fattispecie di reato. Alla luce di tale nuovo orientamento nel caso di danno ingiusto da cui sia derivata una lesione ai valori della persona riconosciuti e tutelati a livello costituzionale il danno non patrimoniale, cd. morale, viene risarcito anche nell’ipotesi in cui il fatto non integra gli estremi del reato. La risarcibilità di tale danno inoltre è stata affermata dalla Corte di Giustizia CE la quale ha statuito che il fondamento normativo di tale risarcibilità va rinvenuto nella direttiva n. 90/314/ CEE. Recentemente un Giudice di merito ha stabilito che un turista aveva diritto al risarcimento del danno determinato dal disagio e stress sopportato a causa dell’inesatta esecuzione della prestazione promessa dall’organizzatore del viaggio. In sede di giudizio una volta che il viaggiatore ha allegato l’inadempimento contrattuale in capo al proprio orga-

Avv. Mario Setola – Civilista Esperto in Diritto di Famiglia Cardito (Na) Corso Cesare Battisti n. 145 Cell. 3382011387 Email: avvocato.mariosetola@libero.it nizzatore del viaggio è quest’ultimo che deve fornire al Giudice la prova di aver fatto tutto quanto richiesto dalla legge e che l’evento lesivo era imputabile o ad un terzo o al caso fortuito ovvero a forza maggiore. Si deve ricordare ai nostri lettori che, se si è protagonisti durante la propria vacanza di una disavventura ricollegabile all’organizzatore del viaggio, non appena si rientra in Italia si deve provvedere a denunciare al proprio tour operator quanto accaduto chiedendo il risarcimento del danno, il tutto a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno nel termine di dieci giorni lavorativi dal rientro dal viaggio. L’inoltro della raccomandata può essere omesso solo se il turista ha avuto modo di denunciare al proprio organizzatore l’evento lesivo nell’immediatezza del fatto. E’ molto importante che, prima dell’acquisto di un pacchetto turistico, vengano attentamente lette le condizioni generali di contratto che normalmente sono riportate in fondo ad ogni catalogo. Va rammentato che acquistato il viaggio il cliente ha diritto di ricevere una copia del contratto di vendita. Cordiali Saluti

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LUIGI CARRATURO

LUCA BLINDO/MR HYDE “LA NUOVA CANZONE È GIÀ UN SUCCESSO”

E’ stato presentato giovedi 19 maggio il video ufficiale su Youtube e su tutti i Digital store il nuovo singolo di Luca Blindo in feat con Ludo Brusco (MR HYDE). Entrambi reduci da diversi successi ; Luca Blindo in feat con MDM (Mena Di Maso) “LIBERTA’” e “TSUNAMI” suo ultimo singolo . MR HYDE in feat con Rico Femiano “SI A COSA CCHIU BELLA “e l’ultima in uscita “NUN PO’ FERNI” in feat con Roberto Colella. Da anni sono legati da una forte amicizia, hanno pensato di fare una canzone insieme dal titolo “ Me manche assaje” che sembra destinata a diventare una hit che ci terra’ compagnia per tutta la bella stagione ed oltre. Il nuovo pezzo è stato annunciato sui social con toni entusiasmanti dal cantautore campano Luca Blindo che ha invitato i fans a tenersi forte per la bellissima notizia. In pochi giorni un boom di visualizzazioni, tantissime condivisioni, interviste, messaggi da parte di tutti. Testo e Musica di LUCA BLINDO e MR HYDE.

Rec e arrangiamenti FILIPPO BUCCINO Mix e master: ROSARIO ASSENTATO Chitarre ELMO BUCCINO Sax GAETANO CAMPAGNOLI Video a cura della LM PRODUCTION Regia video: LUCA BLINDO e MENA DI MASO Riprese e montaggio MICHELE DE ANGELIS (MIDEA VIDEO) Gli attori GRAZIA BERNARDO E PASQUALE CELARDO. Il video è offerto da : CAFFETTERIA ALBA - VIALE S. ANTONIO 29/31 AFRAGOLA (NA) DANCE PROFESSIONAL SCHOOL KATYMEN DANCE di MENA DI MASO- VIA VENEZIA , 1 , AFRAGOLA (NA) BRAND EVOLUTION e DEGER LIVE. ME MANCHE ASSAJE è una canzone che butta uno sguardo al passato, a ricordare un amore che è presente nonostante sia interrotto con la speranza che ritorni...una canzone d’amore per chi ancora ama, dove il presente fa male, ma i sogni, i ricordi fanno la loro parte.


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20 BARBARA CARERE

IL CANTANTE GIANNI FIORELLINO PRESENTA IL SUO PRIMO VINILE “LA MIA LUNGA STORIA D’AMORE” ALLA MONDADORI DEL VOMERO

Il cantante Gianni Fiorellino presenterà martedì 31 maggio alle ore 17 presso la Mondadori del Vomero in Via Luca Giordano 73/A a Napoli il suo primo vinile in edizione limitata prodotto dalla Zeus Record, che raccoglie dieci tracce tra le canzoni più rappresentative della carriera dell’artista partenopeo, senza voler tener conto in questo album della canzoni che hanno raggiunto successo popolare. Una Collection, la prima, che rappresenta la passione per la musica, non quella digitale alla quale siamo abituati ai giorni nostri bensì quella materiale, quella di un tempo che con non pochi sacrifici, ancora lega artisti come Gianni, ai supporti vinili e strizza l’occhio agli appassionati del genere. Biografgia Gianni Fiorellino nasce il 3 aprile del 1982 a Napoli. Già a 7 anni inizia gli studi di pianoforte; si diploma in seguito in pianoforte ed inizia ad esibirsi in locali e teatri napoletani con successo. A

14 anni è già protagonista del suo primo disco dal titolo E io canto. Dal 1997 in collaborazione con Mario Simeoli della Clacson Records scrive

brani musicali e in quell’anno dà vita a C’è una voce in giro. L’anno a seguire produce Dolce pulcino (con Mariano Barba e Vittorio Riva alla batteria) e nel 1999 vince il Festival di Napoli con il paroliere Antonio Casaburi con la canzone “Girasole”. In quest’anno riceve anche il “premio Renato Carosone”. L’anno successivo il brano farà parte del nuovo disco intitolato Futurosemplice. Nel 2001 la sua prima raccolta di brani dai lavori in studio precedenti dal nome Racconti di... vita. Nel 2002 partecipa al Festival di Sanremo nella sezione Giovani con la canzone “Ricomincerei” in collaborazione con Antonio Casaburi, arrivando 4º in classifica. Il brano sarà contenuto nel disco Gli amori sono in noi dello stesso anno. Successivamente partecipa al “Festival dei Due Mondi” di Spoleto come jazzista al pianoforte acustico. Nel 2003 partecipa nuovamente al Festival di Sanremo con la canzone “Bastava un

Crescere insieme, perfezionandosi SICUREZZA EDILIZIA AMBIENTE VIA G. ROCCO, 2 - 80026 CASORIA (NA) TEL./FAX +39 081 19105654 - CELL. +39 335 8157475 E-MAIL: stdgroupsrls@virgilio.it - stdgroupsrl@pec.it


DOMENICA 29 MAGGIO 2022 niente”, arrivando 5º in classifica. Partecipa nel 2004 al reality show Music Farm (Rai 2). Il 15 agosto 2004 registra il suo primo album dal vivo da piazza Diaz a Napoli dal titolo Live Tour (Agosto 2004 Napoli): uscirà tre mesi dopo con 18 brani, tra i quali un inedito. Nel 2005 esce l’album Passion con dieci nuovi brani in collaborazione con artisti Kevin Hettenne, Dodi Battaglia e Mario Reyes. Dal 2006 recita nel musical Masaniello, interpretando il ruolo del protagonista. Nel 2008 tenta di qualificarsi per l’Eurovision Song Contest 2008 per la Bulgaria, ma non ci riesce per pochi voti. Nello stesso anno dà vita alla sua seconda raccolta intitolata XLMC - Per la mia città, che viene presentata il 27 dicembre in piazza Dante a Napoli. Nel 2012 esce il nuovo album 30, in occasione del suo trentesimo compleanno e l’anno successivo pubblica il suo secondo live dal titolo 30 cum laude (Live in Milan 17.09.2012) con alla chitarra Ciro Manna, al basso Christian Capasso e alla batteria Antonio Muto. Nel gennaio 2014 la collaborazione con l’autore di sempre Antonio Casaburi e con Vincenzo D’Agostino porta alla distribuzione di un nuovo album di inediti dal titolo Sangue napoletano, quasi tutto in napoletano. Nel dicembre 2015, con la firma di Vincenzo D’Agostino, esce il disco in lingua

21 napoletana Io mantengo le promesse su etichetta Zeus Records con Lele Melotti alla batteria. Nel gennaio 2017 prende parte alla sceneggiata Zappatore, un progetto di Nino D’Angelo in ricordo di Mario Merola, essendo così impegnato a teatro insieme a Francesco Merola, per la regia di Bruno Garofalo. Il 3 ottobre dello stesso anno pubblica il suo nuovo lavoro discografico quasi tutto in lingua napoletana, intitolato Overo se po’ ffa’, distribuito dalla Zeus Records e che vede di nuovo alla batteria Lele Melotti. Il 18 settembre 2018 pubblica il singolo fuori disco L’unica femmena, via Zeus Records, con testo di Vincenzo D’Agostino, musica e arrangiamenti dello stesso cantautore e con il ritorno alla batteria di Mariano Barba. Il 4 aprile 2019 pubblica il blu-ray/ doppio live Overo se po’ ffa’ Live Palapartenope, distribuito anch’esso dalla Zeus Records, tratto dal suo spettacolo nel teatro-tenda di Fuorigrotta il 10 novembre 2018, che registra il sold-out a pochi mesi dall’annuncio. Il live vede sul palco musicisti come Mariano Barba (batteria), i due musicisti di Peppino Di Capri Pasquale De Angelis (basso) e Antonio Balsamo (tastiere), i giovani Guido Della Gatta e Raffaele Salapete (chitarre). Il 5 novembre dello stesso anno annuncia il nuovo disco Sono sempre io, che sarà distribuito dalla

Mea Sound dal 9 dicembre. Il disco contiene i singoli “Malatia” (con Franco Ricciardi) e “Tre rose rosse” che lo anticipano ampiamente, com’è stato comunicato dall’annuncio di un nuovo concerto-spettacolo al teatro Palapartenope di Napoli, dal titolo Sono sempre io - Da un viaggio lungo una vita, che si è tenuto l’11 gennaio 2020. Da questo concerto è estratto il singolo “Nun riattacca’” che precede il disco live in fase di lavorazione durante il periodo di stop causato dalla pandemia Covid-19. In attesa della ripresa dell’attività live fermata dalle disposizioni restrittive che vigono in Italia, Gianni pubblica il singolo homemade “Nisciuna nuttata nun po’ maie ferni’” che vede il cantautore anche alla batteria. Il 31 marzo 2021 annuncia il suo tredicesimo disco C’era una volta Peter Pan in uscita in anteprima il 12 aprile sulla sua pagina Facebook. Il 13 aprile via Zeus Record viene pubblicato il disco accompagnato dal DVD del live al Palapartenope del gennaio 2020 Sono sempre io - da un viaggio lungo una vita e dal singolo “Carme’”. L’album contiene anche il brano pubblicato quasi un anno prima “Nisciuna nottata nun po’ male ferni’”. In questo lavoro discografico oltre alla presenza di Mariano Barba in 5 brani, c’è anche Steve Ferrone in “Chillo è sempe ‘o stesso”, opentrack, e in “Un bravo attore”.

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FASHION GOLD PARTY 10TH ANNIVERSARY VILLA RUGGIERO OSPITA L’EVENTO IL 3 GIUGNO 2022

Un grande anniversario che sarà celebrato con una serata davvero speciale e ricca di sorprese: il Fashion Gold Party, l’evento, ideato ed organizzato da Alfonso Somma, patron di Moda Gold, agenzia specializzata in cinema, moda, spettacoli ed eventi, e dal modello e attore Nicola Coletta, festeggia i suoi primi dieci anni, il prossimo 3 giugno 2022, a partire dalle ore 18,00, nell’incantevole Villa Ruggiero, in via Guido De Ruggiero, 54, a Brusciano, in provincia di Napoli, situata alle falde del Vesuvio, struttura ricettiva per eventi e cerimonie comprensiva di un albergo con 18 camere confortevoli, fondamentali gli Chef Executive Francesco Esposito e Gennaro Romano, che utilizzano i prodotti della nostra terra rivisitandoli in chiave moderna e che sono parte integrante del successo della struttura. La kermesse sarà presentata dall’affiatata coppia formata da Roberta Scardola, volto noto televisivo e teatrale, vestita per l’occasione da Paolo Iovino Couture, e da Nicola Coletta, top model partenopeo e attore, vestito dalla sartoria napoleta-

na Rousé. Si inizia con un Cocktail di benvenuto, si prosegue con il red carpet, le interviste, le sfilate e le premiazioni. Per questa particolare edizione lo staff ha deciso di conferire i prestigiosi riconoscimenti ai seguenti personaggi del mondo artistico, della canzone, della televisione: Riccardo Polizzy Carbonelli, volto amatissimo di Un Posto al sole grazie alla sua interpretazione di Roberto Ferri, un imprenditore senza scrupoli, che interpreta dal 2001 nella soap opera italiana più longeva, ma anche attore di cinema e di teatro, la star internazionale Montserrat Alcoverro, seguitissima e amatissima in Italia per il ruolo di Donna Ursula Dicenta, la perfida e cattiva della soap spagnola Una Vita, che, per l’occasione, sarà vestita da Mersì Couture, Sofia Piccirillo, la giovane e brava interprete di Bianca in Un posto al sole, attrice emergente e talentuosa, Valeria Cavalli, affascinante attrice italiana, molto famosa anche in Francia, volto noto cinematografico, teatrale e televisivo con tanti progetti in atto, che sarà vestita da Sartoria Sonso-

les, Niccolò Centioni, uno dei divi de I Cesaroni, che, dopo un periodo di assenza dallo schermo, torna in televisione con una serie di sicuro successo, Monica Sarnelli, cantante e raffinata interprete della melodia napoletana classica e moderna, e, per non farci mancare un po’ di gossip, l’attrice Marina Crialesi, che sarà vestita da Paolo Iovino Couture, e l’imprenditore Nicolò Zenga che si sono sposati e che stanno vivendo una bella storia d’amore senza tralasciare i loro impegni professionali, e Enzo Attanasio, famoso attore e comico italiano, volto noto televisivo e teatrale. Saranno presenti anche vari professionisti nel settore della moda e del mondo dello spettacolo: stilisti, giornalisti, fotografi, fashion blogger, modelli, modelle, attori, attrici, personaggi dello star system nazionale ed ex premiati. Allieterà la serata con vari intermezzi musicali il cantautore Antonio Petrosillo, che si sta facendo conoscere e apprezzare dal pubblico e dagli addetti ai lavori. Tra un riconoscimento e l’altro le sfilate di Piero Camello, ischitano,


DOMENICA 29 MAGGIO 2022 con le sue creazioni, uniche ed originali, per ogni donna, abiti d’Alta Moda esclusivi, da cerimonia, da sposa, da cocktail, abiti per esaudire i desideri anche delle clienti più esigenti, da poco è sbarcato anche a Dubai; Mersì Couture di Maria Longobardi, che ama fondere le sue passioni, per creare opere d’ arti, capi sartoriali, esclusivi ed elitari, realizzati con materiali di qualità, visibili anche sulle pagine social; Sartoria Sonsoles con i suoi abiti da sposa e cerimonia su misura e i suoi abiti personalizzati in base al gusto per soddisfare a pieno le esigenze di ogni donna; Imperatrice Sartoriale e il suo elegant shopping, incentrato sulla produzione di capi ed accessori maschili made in Italy, con scelta accurata di tessuti di altissima qualità e la possibilità di provare gli abiti direttamente a domicilio; Paolo Iovino Couture con la sua raffinatezza e charme sia per la donna che per l’uomo, sempre eleganti, sobri, dinamici e mai volgari, stoffe selezionate, colori alla moda, giochi d’intarsi di pizzo,​​trasparenze e ricami; La Box Fashion Lab di Giovanna Panico, stilista storica, artigiana di moda, con una notevole passione per la moda sopra le righe, con i suoi kaftani originali e unici, che non sono tuniche, ma uno stile di vita; i costumi Tarta Swim Wear,​​marchio campano, con collezioni swimwear per lei e per lui, audaci e originali, alla quale si affianca una linea luxury; Alessandra Pirone Jewels con i suoi gioielli, che ogni donna può indossare e personalizzare

in base al proprio stile. Nel corso della serata anche delle Capsule collection: il brand MI di Marianna Ilardo specializzato in pellicceria, pelle e camoscio, con le sue creazioni eleganti, moderne, colorate e di tendenza, impreziosite da pietre e tagli particolari; la Fashion Chic by Lena & Cinzia con la sua collezione femminile chic e l’obiettivo di rendere felice qualsiasi donna nella scelta del proprio abito; la sartoria artigianale Rousè di Domenico Perrotta, che, con creatività, ingegno, pas-

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sione, cura e dedizione, realizza magnifici abiti su misura; Anlia, ovvero lo stilista procidano Antonio Lamina e la sua moda creativa, talentuosa, fantasiosa, con abiti molto particolari, che presentano elementi tipici dell’ isola; La Cappellaia Matta con i suoi cappelli, borse e bijoux unici e particolari di madreperla e pietre naturali. E ancora, l’Omega Rental Srl, azienda specializzata nel noleggio auto di lusso, una realtà giovane, dinamica e attenta alle tendenze emergenti, auto moderne, alter-

native, classiche, sportive e d’epoca, la Mag Academy Innovation Hair Academy, un’accademia di trucco e parrucco uomo e donna, che sarà coadiuvata da Giuseppe Di Fusco Cotril e Stile Libero; Sofia Raffo Make Up Artist. I premi sono stati realizzati dalla ditta vietrese Ceramica Iovine e sono interamente dipinti e decorati a mano. Le coreografie saranno curate da Stefania Maria, mentre l’ufficio stampa è gestito dal giornalista Antonio D’Addio in collaborazione con l’agenzia Massmedia Comunicazione di Sante Cossentino. Media partner ViewPoint edit by Creativityecom Agenzia di grafica, design, multimedia, programmazione, marketing, media planning, collaborazione e ufficio stampa Silvia La Penna, Radio Studio Emme, storica emittente specializzata in musica e cultura napoletana, fondata dalle sorelle Annamaria e Susy Viscardi, foto ufficiali di Gennaro Piscopo. Durante la serata ci saranno le degustazioni di Babà Re, finissimo liquore alla crema di rum e pezzi di babà, e del buonissimo vino di Vincenzo Matrone di Matronae winexperience, prodotto a Boscoreale, ai piedi del Vesuvio, imbottigliato con cura e venduto in tutto il mondo, mentre la torta sarà realizzata dal famosissimo chef patissier Francesco Balestra grazie alle sue meravigliose creazioni dolciarie e ai tanti premi di pasticceria vinti, esposti nel suo laboratorio “La Delizia Gelateria Pasticceria”, sita in Via Ferrovia dello Stato 6, a Ottaviano (NA).


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“SANTA DEGLI IMPOSSIBILI, TI ACCLAMA QUESTO POPOLO” LA CHIESA DI SAN MARCO EVANGELISTA, IN AFRAGOLA, HA ACCOLTO UNA RELIQUIA DI SANTA RITA PER UNA INTERA SETTIMANA: CENTINAIA I FEDELI, DA OGNI PARTE DELLA CAMPANIA.

La devozione è certamente uno dei tratti distintivi della nostra società. Questa parola, devozione, è una parola un po’ desueta, odora un po’ di vecchio, di passato e, allo stesso modo, anche l’aggettivo connesso mirato a qualificare la vita dei cristiani più “impegnati”: oggi si dice impegnati, un tempo si diceva devoti. San Francesco di Sales ha scritto un’ opera nel 1609, Introduzione alla vita devota: cosa può darci un testo scritto più di 400 anni fa? Eppure leggedola, l’opera appare tutt’altro che “desueta”: appare di una attualità sorprendente. Oggi come allora, al cattolicesmo odierno manca la devozione: ma è necessario fare una differenza tra la devozione vera e la devozione finta, che usurpandone il nome ne va a compromettere la fama e la fa associare al fanatismo. La devozione finta è quella del “collotorto”, termine usato per indicare l’atto di reclinare il capo per ostentare devozione, per ostentare una religiosità esagerata e non sincera. La devozione vera, invece, è indispensabile alla fede. E’ indispensabile perché la fede diventi forma della vita. La crisi della fede nasce oggi tipicamente dal timore di mentire; dal timore che la pratica religiosa sia appunto soltanto una pratica, una cosa che si fa quasi per convincersi di credere, ma senza interiore persuasione. La crisi della fede nasce dal difetto di devozione. La devozione a Santa Rita è sicuramente una delle più diffuse in Italia. Soprattutto al sud. Infatti, nella settimana in cui la Parrocchia di San Marco Evangelista in Afragola ha ospitato una reliquia della Santa (un piccolo ossicino proveniente dal polso), sono state centinaia le persone a presentarsi davanti a Lei a pregarla, a chiedere la risoluzione di casi “impossibili”. Ma la cosa sorprendente è stata vedere la parrocchia ricolma di fede, di preghiere sussurrate, il vero incontro spirituale che solo con la fede può saltare fuori. Ma prima di parlare dei vari eventi susseguitosi nella parrocchia di Don Peppino, è necessario fare qualche precisazione. Ma chi era Rita? E perché è la Santa

degli impossibili? Santa Rita è una delle Sante più amate oggi, oggetto di una straordinaria devozione popolare, perché amata dal popolo che la sente molto vicina per la stupefacente “Normalità” dell’esistenza quotidiana da lei vissuta, prima come sposa e madre, poi come vedova e infine come monaca agostiniana. Spesso, quando pensiamo alla vita dei Santi, ci vengono in mente miracoli, episodi “lontani” dalla realtà terrena, un qualcosa di divino. Ed è per questo che Rita appare così vicina: non è stata “straordinaria”, la sua vita non è stata “speciale”. Proprio questo suo essere normale, il suo essere umana, la rende così amata. La prima ricostruzione completa della vita della Santa risale al 1610 ad opera del Padre Agostino Cavallucci che raccolse sia la tradizione orale interna al monastero di Cascia, e degli abitanti di Roccaporena (città natale di Santa Rita), sia il complesso di testimonianze che costituiscono la memoria della vita della Santa. La venerazione per questa piccola suora di Cascia non accenna a diminuire, anzi s’intensifica ogni giorno di più, accompagnata da guarigioni, conversioni, profumi e altro ancora. A Santa Rita la vita non le ha risparmiato nulla: giovanissima, come succedeva

a tutte le ragazze di quei tempi, fu data in sposa ad un uomo iroso e brutale col quale ebbe due figli; tuttavia, con il suo tenero amore riuscì a trasformare il carattere del marito e a renderlo più docile. Il marito fu assassinato e nel giro di poco tempo anche i figli lo seguirono nella tomba. Lei però non si abbandonò al dolore, alla disperazione, al rancore o al desiderio della vendetta, anzi riuscì in modo eroico a sublimare il suo dolore attraverso il perdono degli assassini del marito. Si adoperò instancabilmente per riappacificare la famiglia del marito con gli assassini, interrompendo cosi la spirale di odio che si era creata. All’età di circa 36 anni, Rita buss������������������������� ò������������������������ alla porta del Monastero di Santa Maria Maddalena. Superate le mille difficoltà, con l’aiuto della preghiera ai suoi tre protettori Sant’Agostino, San Nicola Da Tolentino e San Giovanni Battista, finalmente coronò il suo desiderio. ��������������������������� Entrò in convento e lì visse gli ultimi 40 anni di vita in assidua contemplazione, penitenza e preghiera, completamente dedita al Signore. Santa Rita, 15 anni prima di morire, ricevette la singolare «spina” di quella piaga che le si stampò dolorosa sulla fronte, che incessantemente le procurò i terribili dolori e le sofferenze inaudite della coronazione di spine. Ebbe una vita segnata dalla croce, ma tramutò il dolore in una incredibile espressione di amore, in una forza travolgente di elevazione spirituale. La forza di Santa Rita sta nella capacità di saper parlare ad ogni cuore, di partecipare a tutti i nostri problemi e dolori. La Sua intercessione è così potente che il popolo devoto la chiama “Santa dei casi impossibili, avvocata dei casi disperati”. Santa Rita è chiamata la santa degli impossibili, perché Dio ha fatto per sua intercessione miracoli umanamente impossibili. Rita è una donna esemplare: la santa del silenzio, del perdono, della pace, l’avvocata degli impossibili. Ma torniamo adesso a parlare della parrocchia di San Marco Evangelista e della settimana che ha visto protagonista l’arrivo della reliquia di Santa Rita per la comunità. Questa reliquia (un piccolo ossicino del


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polso di Rita), era già stata ospitata circa 4 anni fa nella parrocchia: scoperta questa grande devozione nei confronti di Santa Rita da parte della comunità parrocchiale (e non solo), nel 2019 c’è stata un’ulteriore richiesta per poter ospitare di nuovo questa reliquia itinerante, che si muove da una chiesa all’altra, per tutta la settimana antecedente il 22 maggio, il giorno della sua festa. L’iter per riportarla è stato lungo e tortuoso: l’avvento del Covid ha ritardato i “festeggiamenti” e l’arrivo della reliquia stessa. Eppure, questo momento così difficile per l’essere umano, sia fisicamente ma soprattutto spiritualmente, non ha fatto altro che accrescere la devozione ed infatti, il 16 maggio (data di inizio della settimana dedicata alla Santa nella Parrocchia di San Marco) la reliquia è stata accolta da centinai di fedeli. Fedeli provenienti dall’intera Campania, bambini ed adulti, anziani e malati. Con una piccola processione, accompagnata dalla banda musicale, il collegio liturgico ed il popolo dei fedeli, la reliquia è stata trasporta dal complesso monumentale di San Marco in Sylvis alla parrocchia di San Marco all’olmo. La settimana è stata un’alternarsi di momenti di preghiera e di racconti della vita della Santa: tutte le mattine, all’interno della parrocchia, Don Peppino ha ospitato scuole elementari e scuole me-

riuscito a creare una comfort-zone, un luogo di preghiera, un luogo di pace e di tranquillità, dove per qualche minuto lasciare fuori i problemi ed affidarsi completamente a Santa Rita. La settimana si è conclusa domenica 22 maggio, giorno della solennità di Santa Rita da Cascia, con prima diverse messe la mattina e la supplica alla Santa e poi la Santa Messa Solenne presieduta dal neo Decano Don Carmine Caponetto. Al termine della celebrazione la Santa, accompagnata dal popolo dei fedeli, ha camminato per le strade del quartiere della parrocchia, per poi ritornare in chiesa e salutare i fedeli, per fare ritorno a Cascia. Come la rosa, Rita ha saputo fiorire, nonostante le spine che la vita le ha riservato. In Rita i devoti ricercano certo la santa degli impossibili, ma nel senso che può tutto colei che tanto ha conosciuto, sofferto e tanto ha amato: i devoti cercano la ragazza desiderosa di Dio, la donna dal matrimonio difficile, la sposa privata violentemente dello sposo, la madre che non sa più cosa fare per salvare i propri figli, la vedova capace di perdono e di bontà, la donna consacrata che sta accanto alla Croce per ricevere e distribuire quella grazia e quella salvezza. “Santa degli impossibili ti acclama questo popolo gloria di Cristo fulgida Rita pietosa e provvida.”

die. E’ stata presentata la vita della Santa, è stato spiegato come lei possa essere presa d’esempio, come la sua forza di superare il dolore e trasformarlo in carità possa fare da monito in una società in cui l’apparenza ne fa da padrona e non ci si preoccupa più di calpestare la dignità di un altro essere umano. Don Peppino, con l’aiuto della comunità parrocchiale, dei giovani dell’Azione Cattolica (in particolare Pasquale Carboncino, grande devoto della Santa), è

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ELENA TORRE

INTERVISTA ALLA DOTTORESSA CINZIA CIARMATORI

La dottoressa Cinzia Ciarmatori è Medico Veterinario, si occupa da vent’anni di piccoli mammiferi, ma anche di rettili, uccelli, anfibi, insetti oltre a cani e gatti. Lo fa mettendo insieme la sua passione per la medicina integrata e sostenibile a quella per la divulgazione e per le nuove tecnologie. È autrice di diversi libri e da poco è uscito per edizioni Ebook ECM “La medicina dei piccoli mammiferi”. Approfondiamone alcuni aspetti. In che modo è cambiato il rapporto con gli animali in questi anni? Il rapporto con gli animali è cambiato molto più di quanto pensiamo. E soprattutto molto in fretta. Nell’arco di pochi decenni non solo cani e gatti hanno abbandonato quasi del tutto il ruolo di “guardiani” e di “cacciatori di topi” per diventare membri delle famiglie a tutti gli effetti, ma si sono via via aggiunte altre specie nel novero dei “coinquilini”: conigli, furetti, pappagalli, ma anche rettili e anfibi. Agli animali che definiamo domestici chiediamo di adattarsi ai nostri cambiamenti sociali e culturali: famiglie sempre meno numerose, spesso individui singoli, appartamenti di dimensioni sempre inferiori, ambienti urbani distanti dalla campagna da ogni punto di vista. In tutto questo ciò che è cambiato di più è la relazione con gli individui di altre specie. Avere la possibilità di condividere il tempo e gli spazi domestici ha fatto sì che ci conosciamo meglio, ci capiamo di più e proprio per questo sviluppiamo legami affettivi impensabili fino a non troppo tempo fa. Molti studi scientifici stanno confermando il fatto che nel rapporto con gli animali, il cane in particolare, rilasciamo gli stessi neurotrasmettitori responsabili delle relazioni d’amore e d’affetto con individui della nostra specie. Davvero un cambiamento notevole! E quello del veterinario? Il ruolo del medico veterinario è cam-

biato di conseguenza. Oggi chi vive con un animale chiede il massimo delle cure e la medicina veterinaria in questo senso è sempre più avanzata, soprattutto da un punto di vista diagnostico e chirurgico. La distanza che la separa dalla medicina umana è sempre più esigua, negli ultimi anni complice l’avanzamento tecnologico si può mettere a disposizione degli animali davvero molto. Cosa è cambiato nella professione? La differente percezione del legame con individui di altre specie ha fatto sì che il medico veterinario sia diventata una figura di riferimento anche da un punto di vista umano. Eppure in ambito accademico non è prevista (almeno non ancora purtroppo) una formazione dedicata al supporto psicologico dei famigliari di animali. Il medico veterinario è costantemente sottoposto a situazioni emotive complesse: comunicare una brutta diagnosi, accompagnare i famigliari al distacco con i loro compagni di vita è difficile e usurante. Anche per questo la professione veterinaria è quella con i più alti tassi di burnout e di suicidio nel mondo… Perché ha deciso di dedicarsi anche alla divulgazione? Perché credo che faccia profondamente parte del mio lavoro. Per vent’anni mi sono occupata quasi esclusivamente di

clinica, oggi mi rendo conto che con la divulgazione posso raggiungere molte più persone. Mi occupo di nutrizione e di medicina veterinaria integrata, in particolare di omeopatia e fitoterapia e credo fermamente che nell’epoca in cui viviamo si senta forte la necessità di tornare ad una medicina più rispettosa e sostenibile, sia per gli individui che per l’ambiente. Dobbiamo affrontare molte sfide, dall’antimicrobicoresistenza alla crisi climatica e credo sia fondamentale che ognuno di noi faccia la propria parte. Io ho scelto di raccontare che curare in modo meno invasivo ed inquinante si può, nel rispetto di tutti, anche degli animali selvatici che vivono insieme a noi. Lo faccio con la scrittura di libri e articoli, con i post social, ma anche con le consulenze in Telemedicina che mi permettono di condividere informazioni e consigli preziosi. Cani gatti ma non solo? Già. In Italia ci sono oltre sessanta milioni di animali e cani e gatti insieme sono poco più di quindici milioni. Tutti gli altri sono piccoli mammiferi come il coniglio, i criceti, i furetti e molte altre specie, rettili, anfibi, uccelli, pesci e anche insetti. Mi occupo da sempre anche di animali “meno convenzionali” perché credo che abbiano diritto allo stesso livello di cure del cane e del gatto, senza discriminazione di specie! Amare gli animali è abbastanza per rispettarli? Purtroppo no, l’amore da solo non basta. Per rispettare un animale è necessario conoscerne le esigenze etologiche. Dobbiamo sapere di cosa hanno bisogno, cosa devono mangiare, quali sono le loro abitudini in natura per provare a mettere a loro disposizione tutto ciò di cui necessitano per vivere in una condizione di benessere. Dobbiamo sempre chiederci se possiamo essere adatti a loro, non il contrario!

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“IL METODO CARFAGNA?”

Nel leggere l’articolo pubblicato sul Mattino il 18 maggio scorso dal titolo “Il meridione di protesta ha fatto il suo tempo”, non ho capito Tuccillo dove volesse andare a parare quando parla di “metodo Carfagna” ministro per il Sud e coesione territoriale. Neppure ho capito il voler stigmatizzare i comportamenti, a volte irritanti, dei Presidenti di Regione Puglia e Campania presi a pretesto per contrapporli a quelli più miti, gentili e soft della ministra. D’altronde non mi pare che alla “Cernobbio del Sud” (Sorrento) si sia parlato dei veri problemi da sempre irrisolti del sud, e se il risultato è questo, ritengo saranno ancora irrisolvibili del meridione. Certo il risultato di Sorrento ha fatto felice la confindustria, le imprese S.p.A. del nord, che si sono buttate a capofitto per accaparrarsi le commesse che di qui a poco saranno operative per spendere i fondi del PNRR. Detto ciò è necessario porsi alcune domande: • Parlare con tanta indifferenza e superficialità, come se fosse normale, che dopo 150 anni dall’unità d’ Italia il paese di fatto è ancora diviso in due, da una parte il bistrattato SUD, nei fatti trattato come una dependance del nord. E’ normale? • In un qualunque altro paese sarebbe inimmaginabile, ed invece siamo ancora a contemplare il “quadretto” del SUD straccione, urlatore, rivendicazionista protestatario che aspetta col cappello in

mano concessioni dal “più titolato e ricco” nord. Si è forse parlato alla “Cernobbio” dell’unico capitale che ancora c’è al SUD e come preservarlo? Il capitale UMANO. Si è forse parlato del perché negli ultimi dieci anni due milioni di cittadini del SUD, la maggioranza giovani laureati, sono emigrati al nord o in altri paesi? Determinando un depauperamento culturale, economico e sociale, oltre ad un impoverimento del territorio anche dal punto di vista fondiario visto che tante abitazioni e negozi restano chiusi per mancanza di utenti. Si è forse parlato di quali provvedimenti mettere in campo per risolvere la destante mancanza di opportunità lavorative al SUD? Non domani o dopo domani, ma oggi, ieri, affinché si possa fermare questa fiumana umana in cammino verso altri lidi? A proposito dell’ILVA di Taranto (altro riferimento dell’autore) dove il lavoro non è un diritto, ma è diventato un continuo compromesso con la salute. Tutti i lavoratori dell’acciaieria e parte dei cittadini, bambini compresi, di Taranto sono condannati ad ammalarsi (tumori polmonari, del sangue) per la presenza di polveri tossiche emesse dall’ILVA, cosa si è fatto? Cosa si sta facendo? A proposito del 40% dei fondi del PNRR che la ministra Carfagna dovrebbe garantire al sud, vorrei ricordare, che non è certo merito della ministra se questi sol-

di sono stati assegnati al Sud, anzi, forse sono pure pochi perché i conti non tornano. Se all’Italia sono stati assegnati 233 miliardi di euro poco più poco meno, certamente più di altri paesi europei, non è stato per la bravura di questo o di quello nella trattiva Italia Europa, ma perché in Italia insistevano condizioni tali che erano bisognevole di maggiori risorse. E quali erano queste condizioni? Alto tasso di disoccupazione, depressione sociale, carenze di infrastrutture, mancanza di servizi, insomma in una sola parola, il SUDITALIA. Perciò non vorremmo che passasse come una concessione qualcosa che ci spetta e che solo la lungimiranza dell’Europa ci ha concesso a differenza della miopia dello stato italiano che ha sempre trattato il Sud come una colonia del nord. Ora mi chiedo il metodo Carfagna, coniato dal Tuccillo, metterà fine a questa disuguaglianza? I LEP (livelli essenziali di prestazioni) saranno attuati? Le opportunità di lavoro saranno identiche tra nord e sud? La sanità in Calabria verrà messa in condizione di essere una buona sanità o dovremmo ancora assistere a che l’ospedale Gemelli di Roma sia ancora il primo ospedale della Calabria? I bambini del Sud potranno avere il loro asilo nido come quelli della Lombardia, Emilia Romagna, Veneto? Per la verità se il buongiorno si vede dal mattino penso proprio che non ci siamo. Infatti i primi bandi coi fondi del PNRR per la costruzione degli asili nido non


DOMENICA 29 MAGGIO 2022 individuano i luoghi dove non ci sono e si assegnano i fondi per la costruzione, no, perché i bandi prevedono una compartecipazione dei comuni, vale a dire che i comuni ricchi, che hanno più soldi possono contribuire alla costruzione degli asili nido e ricevere i fondi del PNRR mentre i comuni poveri quasi tutti del sud, che difficilmente hanno soldi da mettere, sono destinati a restare a bocca asciutta e continuare a non avere gli asili nidi, (vedi asili nido Milano-Venafro). Chiederei al Tuccillo, visto che è stato sindaco di Afragola, a queste condizioni che speranza avrebbe oggi Afragola per accaparrarsi i fondi del PNRR per la costruzione di un asilo nido, visto che è un comune quasi in dissesto finanziario? Pure questo è il metodo Carfagna? Non sarebbe più semplice e giusto individuare le carenze sul territorio e finanziarle a prescindere dalle condizioni economiche dell’ente locale, come pure ha ribadito il presidente della SVIMEZ Adriano Giannola? E che dire delle dichiarazioni dei gover-

29 natori di Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e il Sindaco Sala di Milano che chiedono ad alta voce, e con una stampa amica a fare da megafono, che tutti i fondi del PNRR che il SUD non riesce a spendere devono essere dirottati al nord, anche questo è il metodo Carfagna visto che non è stata profferita parola sull’argomento. Mi sarei aspettato, se proprio si volesse catechizzare qualche presidente di regione, che il bersaglio fossero questi ultimi, e non Emiliano o De Luca che è pur vero, che a volte hanno fatto giuste rivendicazioni ma in modo “sguaiato o macchiettistico” ma comunque con l’intento di salvaguardare i territori che governano. Se il metodo Carfagna è nello stile, nel linguaggio del “politically correct” dove anche timpani più nobili possono ascoltare ci può anche stare, ma la storia del mezzogiorno ci insegna che solo se ci sono state forti rivendicazioni con azioni non sempre “urbane” questo territorio è stato ascoltato, vedi le rivendicazioni di Reggio Calabria del 1972 che alla fine

portarono alla costruzione del porto di Gioia Tauro e si diede vigore alla questione meridionale. Non puoi chiedere a chi per lustri è stato abbandonato a se stesso senza lavoro, servizi, sanità, imbrogliato sui conti pubblici facendo sì che il nord drenasse soldi a discapito del SUD perché le regole sono state scritte da “bari di Stato”, dicevo non puoi pretendere che le rivendicazioni le si facciano per iscritto e su carta pergamena, sarebbe chiedere troppo. Ritengo invece senza che nessuno si scandalizzi, che c’è bisogno invece di una “nuova resistenza” per vedere soddisfatte le legittime quanto sacrosante rivendicazioni dei meridionali Per concludere, certamente sarà colpa mia, ma non ho capito questa sorta di endorsement alla ministra Carfagna visto che fino ad oggi non mi pare abbia fatto cose mirabolanti per il SUD, sarà una cortesia personale? un riposizionamento? Non ci è dato sapere, il tempo ce lo dirà. A proposito del metodo Carfagna…… preferisco il metodo GIUSTO.

ANITA CURCI

GÓRGO “LA VERA STORIA DI GINEPRA E LANCIAILLOTTO”

Si presenta sabato 11 giugno 2022 alle ore 18 alla Libreria Raffaello in via Kerbaker 35 Napoli, il libro satirico di Angelo Giuseppe Pizza “Górgo. La vera storia di Ginepra e Lanciaillotto. Fatti e misfatti memorabili delle strane genti della Palude Verde ovverosia sulle conseguenze della buona educazione”, Apeiron Edizioni. Ne parla con l’autore, Alexandra Rendhell tra le letture comiche di Lino Volpe e l’ironia musicale di Francesco Ponzo. Diretta Facebook sul profilo di Comunicati Cultura di Anita e Virgilia Curci, che hanno organizzato l’evento. Per la redazione di questo volume, Angelo Giuseppe Pizza si ispira all’invito molesto a partecipare ad una gita fuori porta per sfuggire al solito tran tran cittadino e godere delle estatiche magie offerte da quei rari luoghi di pace in cui la natura è ancora incontaminata, in una località introvabile persino sulle mappe, riportata solo con la vaga scritta: «Hic est scelerata gens», qui si trova una progenie di scellerati. Dove finisca la realtà e cominci la favola satirica non è del tutto chiaro in queste 240 pagine

l’autore. “Mi raccomando, titubanti acquirenti, non limitatevi a leggere il titolo o la quarta di copertina scorsa celermente in libreria, per giudicare. Comprate, comprate, comprate! E poi fatene quel che volete, della carta di questo libro… Della carta, non del contenuto! I prossimi invitati potreste essere voi!” L’autore Angelo Giuseppe Pizza, ingegnere, esperto di rischio sismico ed agibilità delle costruzioni, curatore di saggi letterari ed opere poetiche, ha pubblicato nel 2020 Spiriti Anarchici. Le disavventure spiritiche di uno scrittore fantasma, Gangemi Editore, e con Alexandra Rendhell Viaggio nel Mondo delle Fate, le livre ouvert edizioni.

esilaranti. Ma perché, dopo 4 miliardi e mezzo abbondanti di anni, un posto è rimasto ancora isolato dal resto del mondo? “Non è che sotto sotto ci sarà una fregatura? Ce lo vogliamo chiedere o no, prima di accettare l’invito?” si domanda

La casa editrice Apeiron Edizioni viene fondata a Napoli nel 2001 da Giovanni Di Costanzo che sin dal principio ha manifestato la volontà di creare ponti e aperture nella cultura locale e non solo, per stimolare il dialogo tra la tradizione e l’innovazione.


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ANGELO VOZZELLA

SCAMPIA: “IL TRENO DEI DIRITTI VA TROPPO LENTO”

IL MEDITERRANEO ANTIRAZZISTA E TANTE INIZIATIVE A SOSTEGNO DELLA CAMPAGNA #ILGRIDASNONSITOCCA in Piazza Giovanni Paolo II, nel cuore del quartiere. “Città della cura”, progetto di ricerca e azione su pratiche e spazi di cura e di emancipazione urbana a Napoli, è partito simbolicamente da Scampia, nell’ambito della giornata di sabato 28 maggio, Festa del cerchio dei popoli, organizzata da “Progetto Pangea”. Non si contano, insomma, le iniziative e anche le raccolte fondi a sostegno della campagna #ilGridasnonsitocca, di cui è facile trovare informazioni sui social. E’ di Felice Pignataro il disegno del treno raffigurato per la Il Mediterraneo Antirazzista rientra in questa serie di azioni decima edizione del Mediterraneo Antirazzista Napoli, che si a supporto e quest’anno sarà intitolato “Il treno dei diritti va tiene mercoledì 1 e giovedì 2 giugno. troppo lento”. L’idea di base è che lo sport possa essere un Felice è stata l’anima, insieme a Mirella La Magna ed altri e mezzo per abbattere le frontiere e costruire diritti. altre attiviste, del Gruppo RIsveglio DAl Sonno, Gridas, nato Un’iniziativa sportiva e sociale di grande valore che ancora a Scampia a inizio degli anni ottanta per scuotere le coscienze una volta, mettendo in rete tante associazioni e spazi del terdelle persone e stimolare la periferia con la creatività, i mura- ritorio, si rivolge a Scampia e ai luoghi apparentemente più les, la diffusione culturale, le lotte, il riutilizzo sociale di spazi marginali come centro di un universo multiculturale, di inteabbandonati. grazione, di accoglienza, come una ‘soluzione’ all’abbandono Una delle manifestazioni di maggiore rilievo organizzate dal e al degrado. Gridas è certamente lo storico corteo del Carnevale sociale di Scampia, oggi replicato in tanti quartieri di Napoli come una resistenza allegra, un conflitto colorato, un vero e proprio carnevale ribelle, come tradizione vuole. Dal 2005 sfila per le strade, proteggendo precari e sfruttate, il busto di San Ghetto Martire, decantato anche dal celebre Enzo Avitabile nell’album “Lotto infinito”; una figura emblematica per chi viene dalle periferie, i cui problemi vengono repressi con “punizioni” piuttosto che essere superati con delle “soluzioni”. Dopo decenni di attività in città, sembrerebbe senza soluzioni e con una punizione pesante (sgombero dell’immobile e diecimila euro da pagare per le spese legali) la situazione stessa dello storico centro sociale, sito in via Monterosa 90/b. Un iter giudiziario lungo che aveva dato in passato anche buone speranze, ma che vede come ultima azione nel marzo scorso Quest’anno in programma alcune piccole iniziative, tra le quala causa civile intentata e vinta dall’Acer, ex- Icap, ente che li un torneo di calcio a 3 in Piazza Garibaldi a Napoli, per gestisce l’edilizia popolare/residenziale in Campania. arrivare poi alla due giorni di inizio giugno con dibattiti, parata A seguito di questa notizia si sono subito susseguite e moltipli- murguera, tornei di basket, calcio e minivolley, allenamenti di cate le iniziative e le azioni di solidarietà al Gridas. pugilato e di acrobatica. “Mirella è felice” è il bellissimo brano dedicato da Roberto “Anche in questa edizione, il Mediterraneo Antirazzista, come Colella, La Maschera, che compare nell’album da poco edito il Carnevale Sociale di Napoli, attraverserà altri quartieri ol“Sotto chi tene core” e che recita “Mirè, pecchè faie accus- tre Scampia, dove comunità resistenti stanno riqualificando sì? Ci inventeremo qualcosa (…) Crideme, vulesse vencere ‘a dal basso campi sportivi in disuso e spazi abbandonati” – si guerra cu’ te. Miré tenive ragione, simme ‘a speranza ‘e dima- legge dall’evento pubblicato sui social, dal quale traspare tanto ne, nuje, nuje figli ‘e ‘na entusiasmo per un’edizione che sarà forse più significativa derivoluzione”. gli altri anni, per il disegno del trenino, per la difesa del Gridas Il gruppo musicale ‘A67 e di ciò che ha rappresentato e ancora rappresenta. ha presentato, a inizio Sembra proprio vero che in questi territori e nelle ‘palazzine’ maggio, in anteprima di tutto il mondo, ‘il treno dei diritti va troppo lento’… ma manazionale, il proprio di- gari riuscirà comunque ad arrivare a destinazione, come sperasco- libro proprio nel va Felice Pignataro quando iniziò quarant’anni fa, da pittore e quartiere Monterosa ed da semplice abitante, a ‘risvegliare dal sonno” una collettività anche il raduno ‘inter- intera. galattico’ di Genuino E’ in corso una petizione per nominare il piazzale della meClandestino ha convo- tropolitana di Scampia “Largo Felice”, per richiamare il diritto gliato realtà agricole e alla bellezza e alla felicità per il quartiere e perché chiunque vi sociali da tutto il mondo passi possa essere felice… ed anche un po’ Felice.


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DOMENICA 29 MAGGIO 2022 FRANCESCO CELIENTO Carabinieri: al via con i sindacati improntati sui principi di democraticità, neutralità e preposti alla tutela degli interessi del personale dell’Arma dei Carabinieri. Tutele garantite dal N.S.C. (Nuovo Sindacato dei Carabinieri) che costituisce, anche a Caserta, la segreteria provinciale nominando Segretario Generale, Gennaro De Falco, e gli aggiunti Carnevale e Buonocore. Una struttura sindacale capillare nella provincia con segretari di sezione ad Aversa, Casal di Principe, Mondragone e Piedimonte Matese. Grazie alla legge 46/22, con le attività del Nuovo Sindacato dei Carabinieri si potrà realmente migliorare la qualità di vita dei propri iscritti che così potranno operare con serenità nell’interesse della collettività.

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GIUSEPPE GAMBI A TIKI TAKA: IL TENORE NAPOLETANO APRE L’ULTIMA PUNTATA CON L’INNO DI MAMELI

Lunedì 23 maggio, in seconda serata, è andata in onda su Italia 1 l’ultima puntata di “Tiki Taka – La Repubblica del pallone”. Il talk calcistico brillantemente condotto da Piero Chiambretti è stato aperto dall’esibizione del tenore napoletano Giuseppe Gambi che ha cantato l’Inno di Mameli incassando il consenso non solo dei telespettatori, ma anche degli ospiti presenti e, soprattutto, del presentatore che lo ha definito “talento assoluto”. Presente in puntata anche Adriano Aragozzini - uno dei più importanti produttori e manager italiani, nonché ex patron del Festival di Sanremo - scopritore del giovane tenore che nei prossimi mesi calcherà i palcoscenici dei più importanti teatri del mondo nell’ambito di una tournée che è iniziata il mese scorso a Praga ove si è esibito in occasione del centenario della dipartita di Enrico Caruso. Chiambretti ha infatti mandato in onda anche le immagini di tale esibizione, in particolare l’interpretazione di “Nessun Dorma”, che ha fatto guadagnare a Gambi un grande consenso in Repubblica Ceca e che il presentatore di Tiki Taka ha voluto dedicare al Milan, squadra vincitrice dello Scudetto. Giuseppe Gambi Giuseppe Gambi è un giovane tenore napoletano noto per il suo timbro elegante, il suo carisma e la presenza scenica. Si è diplomato in canto lirico presso il Conservatorio di Avellino, sotto la guida del maestro Pasquale Tizzani. Ha poi perfezionato i suoi studi sotto la guida di cantanti di fama internazionale tra cui il baritono Felice Tenneriello e il soprano Wilma Vernocchi. E’ risultato vincitore o finalista di concorsi canori nazionali ed internazionali come i concorsi “Campi Flegrei”. “Ritorna Vincitor Napoli 2012” e “Francesco Albanese 2013”, giusto per citarne alcuni... Ha vestito i panni di Pinkerton in Madama Butterfly nell’ambito dell’Atena Opera Festival in Basilicata. Ha poi preso parte a numerose produzioni teatrali in qualità di tenore solista, sia in teatri italiani che all’estero. E’ stato poi protagonista del musical “Aria di Napoli” in scena presso il teatro Trianon Viviani, incassando anche questa volta un clamoroso successo. E’ stato convocato dalla Fondazione Luciano Pavarotti per un evento importantissimo organizzato in occasione dell’anniversario della scomparsa del grande Maestro, e – sempre invitato dalla Fondazione – ha cantato accompagnato da un’orchestra di 100 elementi nella piazza Grande a Modena introdotto da Milly Carlucci. Ha registrato tre album contenenti brani crossover, ascoltabili su tutte le più importanti piattaforme musicali, e registrato diversi video anche essi disponibili online.


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ANTONIO DEL PIANO

L’ALIMENTAZIONE NUTRACEUTICA SBARCA A CAPRI: IL POMODORINO BARONETTO ROSSO DEL PARTENIO PRINCIPE NEI MENU’ DELL’ISOLA AZZURRA

I prodotti del Parco del Partenio ingredienti principali della nuova proposta gastronomica per un’alimentazione sana priva di metalli ed allergeni Nutraceutica e alimentazione: la natura benefica dei prodotti del Parco del Partenio entra nell’offerta agroalimentare e della ristorazione di qualità per sviluppare un consumo consapevole di alimenti privi di metalli ed allergeni. La nuova proposta gastronomica arriva da Capri dove il lavoro di ricerca e sperimentazione del produttore irpino Vito Napolitano questa estate vedrà la consacrazione con la scelta del pomodorino Baronetto Rosso del Partenio per i piatti proposti dal menù del ristorante Pane&Champagne, nel cuore del centro storico di Capri. Il menù è stato presentato nel corso di un incontro che ha visto radunati numerosi ospiti attorno ai tavoli del locale caprese fra cui il sindaco di Capri Marino Lembo, il consigliere della Città Metropolitana di Napoli, Vincenzo Cirillo, la delegata nazionale Coldiretti Giovani Impresa Veronica Barbati, il direttore della federazione provinciale Coldiretti di Avellino Maria Tortoriello e il delegato dell’Istituto Crea di Pontecagnano, Rosa Pepe oltre al management del ristorante e i professori universitari autori di studi e ricerche sugli alimenti nutraceutici. Al centro dell’attenzione un paniere di prodotti del Partenio, dal pomodorino all’olio d’oliva, dal basilico alle nocciole che saranno gli elementi principali nella preparazione delle specialità gastronomiche preparate nel ristorante inaugurato appena quattro anni fa da Maria Grazia Galeotafiore, imprenditrice attiva fra il

nolano e l’avellinese nel campo del retail. Si tratterà di una nuova linea di proposte che guarderà anche ai piatti della tradizione caprese interpretata dallo chef Pasquale De Gregorio in chiave nutraceutica a partire dall’elaborazione della famosa “chiummenzana” presentata in versione gourmet con l’ausilio dei prodotti del Parco del Partenio. “Esaltare i sapori di un tempo con prodotti sani riscoprendo, nel contempo, le antiche tradizioni è la mission a cui il management di Pane&Champagne è chiamato a rispondere. Un menù nuovo e rivisitato pronto a conquistare i tanti turisti che si apprestano ad arrivare sull’Isola che punta sulla qualità e che mette al centro materie prime, tra le eccellenze agroalimentari del Sud d’Italia” commenta Maria Grazia Galeotafiore, amministratrice di Pane&Champagne. Principe della “chiummenzana” nella versione proposta dal ristorante di Capri così come del paniere e di prodotti coltivati in Irpinia, è il pomodorino Baronetto Rosso del Partenio, una varietà Autoctona da Serbo, ovvero un pomodoro appartenente alla tradizione alimentare dell’Italia Meridionale. Si tratta di una bacca che racchiude un patrimonio genetico inestimabile in materia di alimentazione, biodiversità e sostenibilità. Questo “pomodorino” affonda le sue radici alle pendici del Massiccio del Parco Regionale del Partenio, nel comprensorio del Baianese in Provincia di Avellino. Ad oggi la sua presenza è resa nota grazie alla selezione tramandata da diverse generazioni ad opera di Vito Napolitano, innovatore agrario nonché virtuoso imprenditore locale. che ha anche depositato questa varietà al MISE come Scoperta/Invenzione di nuova varietà vegetale. Gli studi agronomici e botanici, le prove sperimentali in campo e le analisi chimico-fisiche e organolettiche effettuate nel corso di dieci anni di studi su suoli

di coltivazione, piante e frutti sono stati certificati da enti ed organismi accreditati che hanno riconosciuto nel Pomodorino baronetto Rosso del Partenio l’assenza di elementi nocivi come istamina, istidina, tiramina, serotonina e solanina, per cui risulta non istamino/liberatorio e privo di nichel. La novità della ristorazione è stata presentata a Capri nelle sale del ristorante “Pane & Champagne” alla presenza di un pubblico interessato e partecipe a cui Maria Grazia Galeotafiore dedica un riconoscente pensiero: “Ringrazio il sindaco di Capri Marino Lembo per la sua presenza in rappresentanza della comunità caprese e l’innovatore agrario Vito Napolitano con il quale è partita questa sfida. Grazie anche al delegato dell’istituto Crea di Pontecagnano, Rosa Pepe per il percorso tracciato e al consigliere della Città Metropolitana di Napoli, Vincenzo Cirillo che, siamo certi, metterà in campo tutti gli strumenti per un turismo green. Veronica Barbati, delegata nazionale Coldiretti Giovani Impresa e Maria Tortoriello, direttore della federazione provinciale Coldiretti di Avellino. Grazie inoltre ai partner per la preziosa collaborazione: l’istituto Crea, il Parco regionale del Partenio, lo Slow Food del Contadino agro nocerino sarnese, la cooperativa agricola Il Guscio di Visciano, l’azienda miele Montuori di Avella e Cantine Santa Fosca. Infine un ringraziamento speciale all’eccezionale staff di Pane&Champagne per la cura di ogni dettaglio”. LO CHEF DI PANE & CHAMPAGNE: PASQUALE DE GREGORIO - Nasce a Napoli nel 1978. Le prime esperienze sono a fianco di noti chef Campani per poi iniziare il suo percorso professionale come Executive Chef in importanti catene alberghiere e di ristorazione. Oggi svolge il ruolo di Chef Consulting per varie strutture della ristorazione, tra cui anche Pane & Champagne sull’Isola di Capri.


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ANCORA CHIUSO LO SVINCOLO PER CASORIA DELLA CIRCUMVALLAZIONE ESTERNA: UNA DISCARICA A CIELO APERTO. BORRELLI: “SONO MESI CHE DENUNCIAMO: BISOGNA BONIFICARE, RIAPRIRE L’USCITA ED INSTALLARE FOTO-TRAPPOLE.” Ancora nessun cambiamento per la situazione, che resta drammatica, dei rifiuti sulla circumvallazione esterna di Napoli nei pressi dell’uscita Casoria, chiusa ormai da tempo e diventata una discarica a cielo aperto di divani, materassi ed immondizia varia, come segnala un automobilista al Consigliere Regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli, già autore di diverse denunce e richieste di intervento sulla problematica. “Sono mesi che denunciamo questa vergogna chiedendo provvedimenti eppure si continua a non fare nulla. Abbiamo nuovamente sollecitato degli interventi di bonifica anche perché questi rifiuti sono un pericolo sia per gli automobilisti ed i centauri che percorrono la strada che per l‘ambiente. Il male però va curato alla radice: occorre prevedere contromisure preventive in modo da incastrare e punire gli incivili e gli inquinatori che vanno sanzionati e puniti in maniera severissima. L’uscita Casoria va al più presto bonificata e riaperta e li dovranno essere installati sistemi di videosorveglianza per incastrare gli sversatori. ”-ha dichiarato Borrelli.

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30 maggio 2022 Al nostro direttore Nando Troise gli Auguri più sinceri di un Felice Onomastico Vi auguriamo di trascorrere un felice onomastico insieme alle tre cose più preziose: salute, felicità e l’affetto dei tuoi cari. La redazione tutta Augurissimi

28 maggio 2022 Oggi sarà per te un giorno importante dove fede e religione ti accompagneranno per tutta la vita, “il tuo battesimo”. Ti auguriamo con tutto l’amore, dal profondo dei nostri cuori, che la tua vita possa essere sempre come il tuo cuore desidera, saremo per te il riflesso della luce del Signore sempre al tuo fianco a sostenerti laddove tu abbia bisogno. GABRIEL PISCOPO sei l’amore di papà Vincenzo e mamma Fabiana. Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. Reg. 5116 del 28/02/2000

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Direttore Responsabile: Ferdinando Troise WEB: C&C CENTRO STAMPE SRL - CASORIA Questo numero è stato chiuso il 26 maggio 2022

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