DOMENICA 5 GIUGNO 2022
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Settimanale di Informazione
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ANNO XXII - N° 23 - DOMENICA 5 GIUGNO 2022
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ANTONIO BOTTA
L’ESPONENTE PD, GIOVANNI MARIGLIANO, OSPITE DELLA TRASMISSIONE “LA COPERTINA” IN ONDA SU NANO TV
NETTO IL DISSENSO SULLA CHIUSURA DELLA CASA COMUNALE AD ARPINO
“Con i continui rimpasti, il Sindaco non riesce a trovare una quadra; ad Arpino servizi sempre più disattesi; mai si è provveduto per collegare la Megafrazione con Casoria; ciò ha determinato una mancata conoscenza degli abitanti di Arpino per la storia culturale e religiosa del Centro urbano. Si costituirà un Comitato per manifestare il dissenso contro la chiusura della Casa comunale in via B. Croce, dove si realizzerà un ospedale di comunità.
Ospite de “La Copertina”, programma settimanale condotto da Nando Troise sul sito web “Nano Tv” è Giovanni Marigliano, “una delle massime espressio� ni politiche della frazione Arpino e non solo”. Nel precisare che il tema della puntata è Arpino, il Conduttore evidenzia che l’Ospite “vanta una lunga storia politica, tutta a “sinistra” fino ad oggi nel PD”. Nell’indicare la copertina del numero di Casoriadue, risalente all’ottobre 2021, dal titolo “Il PD contro il Sinda� co”, Troise invita Marigliano a commentarla. Dopo i dovuti ringraziamenti per l’invito, l’Intervistato afferma che il Sindaco “è una persona perbene”, il giudizio, dunque, negativo è politico; a tal riguardo, sostiene che “i servizi pro� gressivamente vengono meno”, l’Ammi� nistrazione ha scelto il dissesto finanzia� rio, una scelta negativa, diversamente
dall’Amministrazione precedente che si trovava in una situazione di predis� sesto finanziario”, attuando una gestione della Cosa pubblica che permetteva margini di manovra tali da non incidere negativamente sulla vivibilità giornaliera dei cittadini. Quindi, pur in una condizione difficile sul piano economico, “quell’Amministrazione realizzò atti amministrativi positivi. Oggi il sindaco Bene sta ancora fruendo di quei risultati amministrativi”. Marigliano prosegue nei suoi rilievi critici sottolineando le difficoltà in cui versa la cittadinanza, ponendo in evidenza le continue sostituzioni degli assessori, pur quando sembrava che stessero operando con efficacia. Ciò significa che “il Sindaco non riesce a trovare una quadra, non permettendogli di governare nell’interesse della propria comunità”.
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4 Dall’articolo a firma Michele Mitraglia, il cui titolo è quello poc’anzi citato, il Conduttore richiama la parte relativa al passaggio di tre consiglieri comunali e due assessori di Obiettivo Comune dalla Maggioranza all’Opposizione, precisamente nel PD accanto a Pasquale Fuccio e a Orsino Esposito, chiedendo a Marigliano di esporre le sue considerazioni in merito. “E’ stata una decisione buona e positiva. A livello personale, mi sarei aspettato un percorso diverso, perché questi consiglieri nella prece� dente Amministrazione a guida Fuccio erano all’opposizione; certo, noi come PD siamo inclusivi, ma avrei voluto da parte loro una franca riflessione in vir� tù del fatto che essi, stando all’opposi� zione nella passata consiliatura, hanno contribuito a mandare a casa Fuccio”. Per Marigliano, un’ammissione di colpa sarebbe stata opportuna, dichiarando, senza peli sulla lingua, che recarsi dal notaio per affossare un’Amministrazione comunale è una battuta d’arresto per la Politica; aggiungerei io, quella nobile, che persegue il Bene comune, non quella di parte: la Politica che mira a realizzare progetti migliori per il territorio, non la mezza politica afflitta dalla sindrome della litigiosità, tale per cui Casoria, come ha sostenuto Troise, “ha il record nazionale per il ricorso al notaio con il fine di sfiduciare il Primo cittadino”. La nostra Città ha bisogno non di diffidenze e sospetti reciproci che rinviano la soluzione di annosi problemi, non di forzati bracci di ferro che fiaccano le energie, ma di un serio e costruttivo confronto dialettico, animato fin quando si vuole, ma volto a costruire, non a inasprire i problemi. Chi amministra deve fornire soluzioni, non essere parte del problema. “Io sono del parere” puntualizza Marigliano, già assessore nella Giunta Fuccio, “che bi� sogna andare in Consiglio comunale, dibattere le questioni dove c’è dissenso,
verificare se ci sono i numeri politici per portare avanti un’Amministrazione; là dove mancano le condizioni per prose� guire, si prende atto di ciò e si procede con l’iter che porta a nuove elezioni”. Annota Troise che i 14 consiglieri responsabili della sfiducia a Pasquale Fuccio il 18 dicembre 2018 - sottoscritta presso il notaio – hanno ammesso in seguito di avere sbagliato a “mandarlo a casa”; poi, dopo aver sollecitato l’ex Sindaco a partecipare alla sua trasmissione sul “revisionismo storico”, si affronta il tema “Arpino”. La prima domanda rivolta a Marigliano riguarda il mancato collegamento tra la frazione Arpino e Casoria centro, vuoto mai colmato: separano le due 6 chilometri che mai ci si è preoccupati di unire. L’Ospite conferma chiaramente la cesura mai composta tra i due Centri urbani, aggiungendo che c’è stato una sola volta il tentativo con pullmini di collegarli. Quindi il “vuoto, che, oltre che amministrativo è anche culturale, non è stato mai col� mato”; rincara la dose il Conduttore
rimarcando che il “gap è sociale, tecni� co, politico e finanche religioso, perché molti arpinesi ignorano anche che Ca� soria vanta 5 Santi, non escluso qualche sacerdote”. Marigliano pone l’accento sul fatto che “il cittadino di Arpino è in grado di governare tutto il territorio di Casoria, oltre alla megafrazione, al contrario il cittadino di Casoria, non conoscendo le problematiche di Arpino, non è in grado di amministrarla; inol� tre gli atti amministrativi deliberati per Arpino sono considerati concessioni. L’unico che si è dimostrato capace di amministrare Casoria nella sua inte� rezza è stato Enzo Amato, sapendo che Arpino copre il 30% del territorio di Casoria, nel quale occorre assicurare vari servizi, disattesi, ad oggi, da questa Amministrazione, benché in essa siano presenti anche amministratori arpinesi, tra l’altro autorevoli e bravi”. Su esplicita domanda del Nostro, l’esponente del Pd fa un’analisi sulle responsabilità dei politici casoriani residenti ad Arpino nel non essere stati capaci di
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realizzare una progettualità di sviluppo e di rilancio della Megafrazione, poiché, a suo avviso, rispetto agli Amministratori della Prima Repubblica, che erano motivati nell’impegno pubblico da motivi ideali incarnati nei partiti storici del PCI, della DC, del PSI …, nella seconda Repubblica sono evaporati i valori, i princìpi e si entra nell’agone politico per una scalata personale; quindi, “nessuna idealità di progetto, si passa da una formazione politica all’altra senza problemi, perché la politica è intesa quale mezzo di ascensore sociale”. Eppure, spiega il Conduttore, proprio ad Arpino nasce il “toponimo di Casoria”, che non è Casa d’oro per il grano che biondeggiava nelle campagne, come er� roneamente si crede, ma il nome deriva da Casuri, casolari, capanne costruite lungo il fiume Sebeto, che scorreva nel territorio arpinese, nel quale sfociava l’affluente Lufrano”. “Arpino” afferma il Direttore di Casoriadue “conta circa 30.000 abitanti, più di città come Casavatore, Casandrino, Bacoli. Eppure non riesce a diventare una Centro cittadino autonomo con un proprio sindaco e compagine governa� tiva. Perché? Ecco la risposta di Marigliano in breve: “In passato tentativi sono stati fatti, ma con esiti negativi; va aggiunto che con la formazione di un nuovo Comune, i costi crescerebbero con aggravio sul bilancio statale; non va dimenticato che Arpino contribuisce al bilancio del Comune di Casoria con le proprie attività. Tuttavia la richiesta dei cittadini arpine� si di un Comune autonomo è fortissima. Un referendum aperto a tutti i cittadini, compresi i residenti a Casoria centro, sarebbe la prima tappa, certo è che se ci fosse la possibilità di concreta realiz� zazione dell’autonomia amministrativa, sarei disposto ad affrontare questa av� vincente avventura”. Nella parte conclusiva della conversa-
zione si è ribadito da parte del Conduttore, che essendo scollegate le due Città, il 70 – 80% degli abitanti di Arpino ignora la storia artistica e culturale di Casoria, con il rilievo da parte di Marigliano che ciò non fa che accrescere la disaffezione della cittadinanza arpinese verso il luogo natìo di S. Ludovico, Centro religioso e artistico noto a livello nazionale per la Basilica minore “S. Mauro” e per i complessi monumentali fondati da S. Giulia Salzano, S. Maria Cristina Brando, l’Oasi del fraticello francescano e l’Istituto della beata Velotti. La richiesta di un Comune autonomo di Arpino è accresciuta, annota l’Ospite, per la mancanza o mal funzionamento di servizi essenziali. Altra osservazione storica di Troise è che Arpino vha una scuola dedicata a Nino Cortese, il corpo riposa “in una tomba maestosa che si trova vicino alla chiesa madre del cimitero di Casoria, è uno degli storici italiani più importanti di tutti i tempi. Se si decidesse di portare in visita didat� tica gli studenti della Cortese presso la tomba dello Storico, ciò costituirebbe un problema burocratico e amministrati� vo”. “Per questo”, propone Marigliano, “occorrerebbe una navetta per la circolazione all’interno della frazione Arpino con stazionamento presso deposito ATAN, e un’altra che assicura il collegamento con il centro di Casoria. Ma è noto, con il dissesto finanziario sono due servizi impossibili da realizzare”. Ultimo argomento di discussione la chiusura del Municipio di via S. Benedetto Croce per realizzarvi un “ospedale di comunità”. Ecco ciò che si è chiesto a Marigliano: “è stata fatta una conferenza di servizio per capire se l’area individuata è la location adeguata per realizzare un’iniziativa di questo tipo”? Qual è il parere del Comando dei vigili urbani? Cosa ne pensa il Dirigente all’urbanistica? Mi interessa conoscere il loro punto di
vista. Si tenga presente che oggi la Casa comunale è necessaria per trentamila abitanti. L’ospedale di comunità a quanti abitanti occorre? Ai residenti di tutta la Provincia? Se così fosse, la stradina in cui verrebbe collocato l’ospedale è adatta per accogliere tutti coloro che vi affluirebbero? Nei pressi, sono situate due scuole, la “Cortese” e un plesso della scuola primaria più avanti; tra l’altro, occorre fare i conti anche con la carenza di organico della Polizia Municipale. Quindi, favorevole all’ospedale di comunità, ma nutro perplessità sulla scelta del sito individuato. Perché chiudere la Casa comunale per la quale hanno battagliato Rapullino, De Feo, Mariano Marino, sede necessaria per consentire agli arpinesi di accedere ai servizi di cui avevano bisogno senza essere costretti a spostarsi al Centro? Ricordiamo che essa è stata finora anche sede del consi� glio circoscrizionale, sede di matrimoni civili, sede del delegato di Arpino, dove egli riceveva il pubblico. So che queste sedi saranno distribuite sul territorio. La sede dell’ufficio anagrafe un tempo si trovava sotto un condominio. Si tor� nerà di nuovo lì per tale sede? E’ questa la scelta dell’Amministrazione? Ovvia� mente quest’ultima è un’affermazione provocatoria. La trasmissione si è conclusa con la notizia di un incontro svoltosi il 30 maggio scorso nel Parco dei Principi, via Domenico Colasanto, organizzato dal PD locale mirato alla costituzione di un Comitato aperto a tutte le forze politiche del Consiglio comunale, alle associazioni del territorio arpinese e ai cittadini, con l’obiettivo, in primis, di marcare il proprio dissenso sulla chiusura della Casa comunale, di esaminare la questione del IV Circolo didattico “Carlo La Catena” e di prendere in visione tutte le altre problematiche di Arpino richiamate nell’intervista.
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6 RITA GIAQUINTO
ISTITUITO IL PREMIO “MIMMO RONGA”
PRIMO TRAGUARDO PER SANCIRE LA MEMORIA DI UNA VERA ECCELLENZA NAPOLETANA NELLA MEDICINA TRASFUSIONALE All’indomani della prematura, improvvisa scomparsa del Prof. Mimmo Ronga, indimenticato medico, Primario emerito e Direttore della Struttura Complessa di Medicina Trasfusionale dell’IRCCS -Istituto Nazionale dei Tumori di Napoli Fondazione Pascale, il desiderio dei suoi tre figli fu, sin da subito, quello di realizzare qualcosa di importante che, nel tempo, avesse potuto ricordare il fondamentale ruolo che il loro papà aveva avuto contro la discriminazione di sesso e genere per una donazione di sangue sempre più libera, volontaria e scevra da ogni tipo di pregiudizio. Fare, dunque, qualcosa di concreto per rendere davvero eterna la sua memoria. E non perché fosse semplicemente il loro papà, ma per portare avanti quella che è stata la grande lezione - umana e professionale - impartita da questo generoso, tanto pragmatico quanto resiliente medico napoletano in tutto il suo percorso. Un percorso da sempre basato sulla strenua difesa del diritto alla salute di ogni cittadino. Senza alcuna distinzione. Ebbene, quel desiderio, divenuto, man mano, ferma e decisa volontà, ha comincia-
to a prendere forma, concretizzandosi nel primo Premio intitolato alla memoria di Mimmo Ronga : lo scorso 5 maggio, infatti, a Rimini, durante il 44° Congresso Nazionale della SIMTI (So� cietà Italiana di Medicina Trasfusionale e Immunoema� tologia) è stato consegnato il Premio “Mimmo Ronga” al Dr. Ivo Beverina, autore del miglior lavoro originale italiano pubblicato nel 2021 sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale “Blood Transfusion”.
Il premio, che è stato consegnato da due dei tre figli del primario emerito, il Prof. Mario Ronga e l’Avv. Guendalina Ronga (tutti presenti in foto, insieme al vincito� re, Dott. Beverina e al Dott. Francesco Fiorin, Presidente SIMTI) - inaugura quello che, dal prossimo anno in poi, sarà un vero e proprio bando di concorso pubblico annuale. Particolarmente coinvolgente è stato l’intervento, lucido ed emozionato, del figlio Mario, Direttore U.O.C.
di Ortopedia e Traumatologia all’Università degli Studi di Messina, che con una presentazione breve ma accurata, ha riassunto la vita e le tortuose vicissitudini giudiziarie che il papà ha dovuto “suo mal� grado” subire, come stesso lui diceva. Siamo a fine giugno del 1997, quando Mimmo Ronga riceve una lettera anonima da parte di una sua paziente nella quale si informava la stessa di aver ricevuto una sacca di sangue da un donatore omosessuale, dando per scontato che si trattasse di sangue infetto. Dopo essersi accertato che il sangue provenisse da un donatore sano e in assenza di fattori di rischio, Ronga, per tutelarsi, presenta un espostodenuncia alla Procura della Repubblica contro ignoti. Il 1° luglio 1998, comincia il calvario durato sette lunghi anni: viene rinviato a giudizio per aver trasfuso sangue di un donatore omosessuale; nel 1999 inizia il processo che lo porterà, dopo circa un anno e mezzo, alla condanna di primo grado a otto mesi di reclusione, con 300mila lire di multa e l’interdizione dall’esercizio della professione sanitaria per due anni (quest’ultima deliberata l’11 maggio 2001). Salito alla ri-
DOMENICA 5 GIUGNO 2022 balta di stampa e TV, alcuni credettero nella sua serietà, ma molti, tra amici e colleghi, lo abbandonarono. Una vera persecuzione, causata, per lo più, da un decreto del 1991 ambiguo, poco chiaro e aperto ad interpretazioni contrastanti. Ma la caparbietà, che ha da sempre contraddistinto il carattere del nostro medico, prese il sopravvento e, sicuro di aver agito correttamente, diede inizio ad una battaglia non personale – lui non si è mai sentito né un martire, né un eroe – bensì civile: sensibilizzò autorità ed importanti personalità della città, della Regione, coinvolgendo anche il Dr. Veronesi, all’epoca Ministro della Sanità. Si aprì un vero e proprio “Caso Ronga” che approdò alla nuova Legge Veronesi (2001-2005), attualmente in vigore, che ri-
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dava dignità alla donazione di sangue senza discriminazione di sesso e genere e che, finalmente, fece chiarezza sui diritti e i doveri del donatore di sangue. Nel 2003, fu assolto in formula piena da tutte le accuse : “il fatto non sussiste”. Per chi volesse approfondire, ricordiamo il libro “Rinviato a giudizio. Il calvario di un medico”, scritto dalla giornalista Angela Matassa a quattro mani con il professore, protagonista della vicenda. Reintegrato nel suo posto di lavoro, Ronga continuò la sua battaglia contro la disinformazione, realizzando una sorta di vademecum del donatore che, a prescindere dalle attitudini e dall’orientamento sessuale, deve essere valutato dal medico secondo un’assoluta libertà. “Se l’ignoranza prevale,
il pregiudizio vince”: questo è l’illuministico incipit quasi kantiano (Immanuel Kant era uno dei suoi filosofi preferiti, n.d.r.) del testamento umano e scientifico che Ronga ci ha lasciato e che non era rivolto soltanto ai medici e ai trasfusionisti, ma ai pazienti, ai cittadini, ai donatori che vanno tutelati e difesi, sempre. Evidentemente attaccato per problemi interni alla struttura ospedaliera o, probabilmente, per la sua attività sindacale che lo ha visto, per una vita, protagonista di spessore della ANAAO (il sindacato dei medici italiani, n.d.r.), la sua guerra non è mai stata contro la struttura che ha visto Ronga diventare Primario emerito e dove, in scienza e in coscienza, egli ha sempre agito secondo principi di giustizia, correttezza ed equità. E dove, anzi, ci auguriamo
con forza, ci sia unione d’intenti di tutte le parti coinvolte affinché si possa procedere, dopo il Premio Ronga, con il secondo auspicio non solo dei familiari, ma di quanti hanno nutrito profonda stima nel suo operato: dedicare alla sua memoria il reparto di medicina trasfusionale del Pascale, in nome di tutto quello che ha fatto questo medico casoriano, vera eccellenza della nostra sanità napoletana e campana. Se è stata cambiata una legge, se si sono sdoganati pericolosi pregiudizi, se è stata portata avanti una battaglia culturale, non solo medico-scientifica, contro l’omofobia, la malagiustizia e la discriminazione, è soprattutto grazie a quanto è accaduto in quel reparto. Che tutti ci auguriamo possa, presto, portare il nome del Prof. Mimmo Ronga.
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8 ANGELO VOZZELLA
INTERVISTA A MAURIZIO CERBONE, DIRETTORE DI NANOTV UN SALTO NELL’ATTUALITÀ E NEL GIORNALISMO, UN BREVE VIAGGIO NELL’AREA NORD DI NAPOLI
Il giornalismo. Vita vissuta. Intreccio con il territorio e tutte le sue contraddizioni. Un lavoro… il più bello per chi lo fa con passione, con senso di responsabilità e rispettoso, sempre, della libera espressione. Questo credo sia lo spirito con il quale Maurizio ha dato continuità al lavoro del fratello Natale Cerbone, cui è dedicata una fondazione per sostenere il laboratorio di giornalismo e per organizzare diverse iniziative culturali sul territorio. Ciao Maurizio. Oggi possiamo affermare che NanoTv è una delle principali fonti di informazione qui in Campania… ma raccontaci un po’ la storia, il cammino che ha portato il tuo progetto editoriale a questo livello. Per buona parte della mia vita non mi sono occupato di giornalismo, ma ho studiato agraria ed ero appassionato dei vini italiani che promuovevo all’e� stero. Nel ’94, ormai trentenne, sono tornato a Napoli, mi sono sposato e ho iniziato a lavorare per l’azienda di fa� miglia, una casa editrice. Proprio nel ’94, mio fratello Natale Cerbone, giornalista del Mattino, poli� tico, commercialista, fondò “Cogito”, il primo giornale locale in carta patinata, una rivista quindicinale ancora tutt’og� gi in essere. In maniera molto appassionante, mio fratello mi coinvolse nella redazione di Cogito. Iniziai curando l’aspetto com� merciale e i rapporti con enti e istituzio� ni. Fu lo stesso Natale, sul finire della sua malattia, a chiedere alla nostra fa� miglia di continuare il suo lavoro, nel suo ricordo. Ho lavorato con Cogito fino al 2007, quando ho poi deciso di fondare Napolinord.it , il primo giorna� le web locale con certe caratteristiche, come la web tv che chiamammo “Na� noTV”, per acronimo di Napoli Nord e per l’uso delle nanotecnologie sempre più diffuse nel campo giornalistico. NanoTv �������������������������������� è ������������������������������ oggi diventato un punto di ri� ferimento, anche per i campani all’este� ro che rappresentano circa il 30% dei nostri web-spettatori. Tante soddisfazioni sono merito sì della continuità, ma anche di chi ci ha sempre
seguito e sostenuto. Di cosa si occupa NanoTV? Qual è la programmazione? NanoTv è generalista, abbiamo un’am� pia programmazione, sempre attiva, sette giorni su sette. Tutti i giorni, a mezzogiorno, c’è la rassegna stampa nazionale e internazionale a cura del direttore di Casoriadue, Nando Troi� se, “Notizie dal mondo”, e a seguire ci sono io con la mia trasmissione quo� tidiana “Polis Nostrum”, nella quale spazio a 360° tutto quello che succede. Lunedì pomeriggio, “salotto letterario” con Simona Lazzaro; martedì “Sport in Rosa” condotto da Mariapia Angeli� no; “Hermes, obiettivo giustizia” con Carmen Di Pietro; il mercoledì la tra� smissione Next Generation di Martina Orecchio; giovedì “Salute e Benessere” con Rossella Giaquinto, che cura anche la rubrica “Un caffè con me”; il vener� dì torna “La Copertina” di Nando Troi� se e va in onda un programma sportivo curato da mio figlio Fabio. Sabato e domenica e un po’ tutti i giorni, ci sono le dirette, su eventi culturali e sportivi, scoop e storie lungo tutto il territorio campano. Tutte le sere alle 19,15, a cura dei diret� tori Domenico Silvestre ed Elisa Carbo� ne, con l’ausilio della squadra di Na� noTv, forniamo un telegiornale di tutto rispetto, il NanoTG, davvero all’altezza di quelli nazionali. Tutti s’impegnano con passione e pro� fessionalità. Le energie di questi giova� ni hanno fatto sì che NanoTV diventasse leader nella comunicazione qui in Cam� pania. Il video di NanoTv più condiviso in assoluto? Cosa ne pensi del legame tra notizia e visualizzazioni ? E del legame con la politica e i finanzia-
menti? Il video che ha girato di più è stato quello del Sindaco di Afragola che dice “Il virus si prende così…”. E’ diventa� to virale ed è stato riportato da tutta la stampa nazionale. Noi non andiamo a caccia di like. La crescita dei nostri follower è basata sulla nostra costante presenza sul terri� torio, sulla verifica puntuale di tutte le notizie, come ci insegna il direttore di Casoriadue, Nando Troise. Non faccia� mo copia e incolla: le cose le scriviamo noi, spesso le nostre notizie arrivano proprio dalle dirette che facciamo. Fi� nanziariamente possiamo vantarci di non aver legami con nessun partito. Ci finanziano le aziende private che ci chiedono solo visibilità e di fare bene il nostro lavoro per accendere dei fari sul nostro territorio. Come si fa a stare sempre sul pezzo, sempre presenti quando succede qualcosa, come fai tu? Il segreto è innanzitutto avere il cellula� re della redazione sempre acceso e di� sponibile. Devo anche ringraziare tutti i nostri utenti che ci inviano costante� mente le segnalazioni. Buoni rappor� ti con forze dell’ordine e anche con il mondo della politica: i politici ci invita� no e ci segnalano spesso eventi o situa� zioni, perché ci tengono a dare rilievo uscendo su NanoTV. Tutto questo aiuta ad esserci sempre e può capitare anche di arrivare sui luoghi prima delle forze dell’ordine o di lanciare notizie prima di tutte le più grandi testate nazionali, che spesso utilizzano i nostri servizi. Cosa ne pensi di come il giornalismo e i media italiani hanno gestito l’informazione sulla pandemia e sulla guerra? Sono stato in viaggio dieci giorni a Cra�
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covia, Varsavia, Vienna, per lavorare a dei reportage dal fronte. Parlando con le persone del luogo, non ho notato lo stesso allarmismo per gli avvenimenti che si vive in Italia. Facendo zapping sulle reti italiane, tutti i programmi par� lano degli stessi argomenti. Prima la pandemia, oggi anche la guerra, diven� tano quasi le uniche notizie. Ciò perché la politica ha bisogno che si parli di altro, per nascondere le operazioni e le strategie governative e altre dinamiche
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d’affare e di potere. Ultime battute. Se ti dico “rimpasto di giunta”? Spesso la politica nasconde tanti equi� libri, accordi sottobanco coi consiglieri comunali, spartizioni. Solo affari e poca scuola politica come almeno era un tempo. Oggi nello scenario della politi� ca diventano protagonisti i “portavoti”, si mettono in gioco tanti interessi. Bombe. Questo territorio è ancora ostaggio di
tante dinamiche mafiose. Ne abbiamo raccontati tanti di questi eventi. Confi� do nel buon lavoro e in più mezzi per le forze dell’ordine e un’efficienza mag� giore del sistema giudiziario. Arrivano i fondi del PNRR… Le nostre macchine amministrative non hanno personale adeguato per la ge� stione di questi progetti, questo mi pre� occupa. I fondi arrivano ma bisogna saperli gestire bene. Speriamo che i sei consi� glieri di Città Metropolitana provenien� ti dai Comuni dell’area nord facciano un buon lavoro per portare investimen� ti sui nostri territori, nell’ambito del piano di finanziamento di Città Metro� politana che è in discussione in questi giorni. Penso, ad esempio, alla stazione di Afragola, che va riscattata dalla sua condizione di ‘cattedrale nel deserto’. Scuole e spazi inagibili… Scuole e spazi chiusi e abbandonati sono i frutti di una politica locale ina� deguata. Ho seguito da vicino la lotta di mamme, alunni e insegnanti e la situazione mol� to critica del plesso ‘B. Croce’ di Ca� savatore chiuso a metà anno scolastico. Gli spazi sportivi, le scuole, vanno ri� aperti e va finanziato il futuro dei gio� vani.
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10 MARIA CRISTINA ORGA
IO RACCONTO STORIE magazine
LUCA BLINDO: DALL’HIP HOP ALLA CANZONE D’AUTORE
Nato a Napoli 29 anni fa, Luca Scotto Di Carlo, lascia presto la città di Partenope per esigenze familiari che portano i suoi a scegliere l’Hinterland di Napoli nord, ed esattamente quel rione Salicelle di Afragola che negli anni si rivela molto più che un luogo, quando piuttosto un mondo simbolo dei tanti mondi allocentrici che banalmente vengono poi definiti periferie. Quelle periferie in cui manca tutto a parte una splendida umanità, la cui pulsione vitale, lo slancio verso il bello, la ricerca di ascolto e di opportunità, vengono troppo spesso sopraffatte da una rabbia sorda, deviante, tossica e implosiva, sfociano nel degrado e nell’illegalità, in un suburbio di regole irregolari e devianza. Quelle stesse meravigliose periferie in cui fioriscono sogni e alti ideali e quella stessa pulsione vitale e l’irrinunciabile ricerca del bello, nutriti dalla rabbia sana di scrivere un’altra storia, una storia di riscatto, una storia in cui riconoscersi e di cui essere fieri producono eccellenze. E Luca Scotto di Carlo è una delle eccellenze degli allocentrici mondi che cingono Napoli in quell’ abbraccio di Eros e Thanatos che la rende unica al mondo. Aveva appena dieci anni Luca quando iniziò a suonare il pianoforte e a dodici anni inizia a scrivere testi rap e fonda un duo con Tony Phone, amico d’infanzia, facendo incetta di premi tra il 2007 e il 200 e imponendosi nel panorama Hip Hop con il brano ‘O Quartiere che gli vale l’attenzione della TV tedesca che decide di dedicare un intero reportage ai due giovani per raccontare la loro musica, ma anche la vita quotidiana di due ragazzi in una realtà difficile e complessa
Già voce affermata nel panorama musicale del rap di protesta e impegno sociale, il rapper del Rione Salicelle di Afragola approda alla melodia cantautorale con l’ultimo cliccatissimo “Me manche assaje” ed è subito boom di ascolti
come quella della periferia napoletana. E da lì è un profluvio di sperimentazioni, progetti, consensi e riconoscimenti. Lungo sarebbe citare tutte le tappe della già lunga carriera. Luca, che smesso pubblicamente il troppo impegnativo cognome Scotto di Carlo lo ha traslato in un più immediato Blindo, che si sente ormai �������������������������������� artisticamente maturo per consegnare al pubblico la sua anima cantautoriale che impregna “Me manche assaje”, l’ultimo romanticissimo brano di Blindo in piattaforma da poche settimane e già cliccatissimo, che l’implacabile fiuto giornalistico del nostro Nando Troise riconosce come succulenta ghiottoneria da offrire al pubblico dei web spettatori, convocando immediatamente negli studi di Nano TV il cantautore Afragolese per sottoporlo al fuoco di fila delle domande che tutti fans e (per ora) semplici simpatizzanti vorrebbero fargli per conoscerlo meglio. E Luca, generosamente si concede. Delle canzoni, come delle poesie
non si parla, non vanno spiegate, non vanno sottoposte ad autopsia. La loro forza è riuscire a parlare al cuore di tutti, ad emozionare, ad incarnare in musica e parole sentimenti in cui tutti si possono riconoscere. Attraverso la mia musica voglio dare un impatto diverso della mia persona e far capire che Luca Blindo non è solo il rapper arrabbiato che parla di proble� matiche giovanili, ma anche un cantau� tore che sa scrivere di tutto, compreso l’amore- afferma l’ospite sollecitato da Nando, e poi passa a ringraziare chi con lui ha creduto nel progetto e lo ha aiutato a realizzare il brano e il video che impazza su Youtube, raggranellando oltre trentamila visualizzazioni nei soli primi quattro giorni di proiezione. Nando, da sempre alla ricerca di eccellenze dei territori allocentrici, non sbaglia un colpo e invita Luca a parlare di sé e di quel fatale transito familiare che da Bagnoli lo ha portato al rione Salicelle e a diventare il rapper Blindo. Relativamente alle scelte dei miei geni� tori posso dire solo quello che mi hanno raccontato loro, perché quando sono venuto ad Afragola ero ancora molto piccolo. Ma una cosa è certa: cambia la realtà. A Bagnoli bastava uscire di casa e trovare la vita per strada, mentre qui è più difficile. Ma si sono adattati bene. e anch’io che mi sento afragolese a tutti gli effetti e celebro nei miei testi questo territorio. Io sono un cantautore e scri� vo tutti i miei testi, anche quest’ultimo, mentre la musica è del mio insostituibile fraterno amico Ludo a cui devo l’inco� raggiamento a credere in questo brano e per far sapere alle persone che oltre
DOMENICA 5 GIUGNO 2022 il rapper in me c’è il cantautore appas� sionato, che nella voce, oltre al graffio della rabbia sa mettere anche l’abbrac� cio avvolgente dell’amore. Venendo da un contesto particolare come il rione Salicelle e vivendo situazioni particola� ri, non potevo che partire dall’Hip Hop, dalla musica rap che in italiano vuol dire ritmo e poesia in cui mi sono subito riconosciuto. L’ineffabile nostro direttore svolta di scatto, come solo lui sa fare e dalla melodia cantautorale sposta l’attenzione sul docufilm Salicelle Rap realizzato dopo la scoperta di Luca nel 2011 da parte della TV tedesca di cui vi dicevo prima, proiettato per anni in molte sale cinematografiche italiane e tedesche incluso l’afragolese Gelsomino preziosa agorà cine teatrale e musicale da anni caduto in oblio. Il documentario porta la firma di una re� gistra straordinaria Carmen Te ed effet� tivamente ha avuto un grande successo in Italia e in Germania. Nel 2011 avevo solo 18 anni ed ero molto restio all’i� dea di realizzare questo documentario. Ricordo che Carmen per convincerci e tenerci buoni portava pacchi di meren� dine, perché eravamo un po’ ribelli, ma quando abbiamo capito come voleva raccontare il rione Salicelle, di cui si parla solo quando fa notizia in negativo, abbiamo immediatamente abbracciato il progetto. Qui le Salicelle sono pre� sentate a trecentosessanta gradi, delle ombre e delle luci, come il parroco don Ciro Nazzaro che si spende per offrire ai ragazzi opportunità e riscatto e altre realtà positive, incluso me, come riferi� mento musicale. Il progetto ha coperto l’arco temporale 2011-2017 e il mio rammarico è che mio padre non l’abbia visto finito perché purtroppo è manca� to nel 2016. Al Gelsomino il 12 maggio 2018, a condividere con me l’emozione enorme di trovarmi davanti una sala gremita con me c’era solo mamma… E qui Nando affonda subito la lama nei ricordi di quella imperdibile serata. Fu una cosa bellissima, quel concerto, oltre a promuovere me come artista e mostrare fino a che punto fossi amato dal territorio, aveva anche una finalità benefica, perché parte del ricavato ven� ne devoluto alla SKO Arianna Amore onlus, un’associazione milanese per la lotta alle leucemie infantili presieduta da Pasquale Amore, che è il padre della bimba che purtroppo a nove anni è man� cata e che collabora con il San Gerardo di Monza, con cui mi relaziono. Quella
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sera sul palco mi raggiunsero tanti ami� ci artisti, anche molti attori di Made in Sud e vedere una platea così piena al Gelsomino, dove avevo mosso i primi passi è stato davvero straordinario. Io mi sento sempre un esordiente e vivo con emozione tutto quello che mi accade. Mi emoziono anche quando la gente mi fer� ma per la strada e mi chiede una foto, perché vuol dire che ciò che faccio fun� ziona ed è la mia benzina. Nando svolta di nuovo e chiede a Luca di raccontare dell’incontro con la regina ella domenica, la zia nazionale Mara Venier. Un giorno per caso ci siamo resi conto che un brano sulla Venier nessuno l’a� veva scritto e così nacque Arriva Mara, scritto da me in una notte intera nella quale studiai la sua storia, essendo suo fan e musicato da Filippo Bucci� no. Così fummo invitati a Domenica In e passammo oltre un’ora a parlare con lei in camerino a riflettori spenti: mi ha dato tanti bei consigli, è una persona di cuore. Quell’incontro mi diede anche l’opportunità di curare la sigla del pro� gramma nel 2019, poi la pandemia ci ha bloccati. Mara è una grandissima e molto umile. I più grandi sono umili. Ci sentiamo ancora. La prossima domanda del Nostro è relativa alle 130.000 visualizzazioni totalizzate dal brano Libertà. Il 24 dicembre pubblichiamo questo brano: MDM, ovvero la coreografa Mena Di Maso, Fit, Luca Blindo: Li� bertà. Inaspettatamente, perché il bra� no parla degli artisti più penalizzati dal Covid, quelli del settore della danza, del teatro e della musica, abbiamo avuto molto successo. Abbiamo raccontato
gli aspetti bui, del tutto chiuso e del ba� vaglio all’arte che tanto ha penalizza� to gli artisti, che sono stati considerati dalle autorità l’ultima ruota del carro e che hanno sofferto terribilmente il lock down, ma senza le cui dirette tante per� sone non avevano alcuna possibilità di svago. Quando un artista non può lavo� rare e vivere la sua passione e il contat� to col pubblico è davvero terribile. Il 9 aprile al teatro Umberto di Nola Luca Blindo ha mietuto un altro riconoscimento, arrivando terzo al festival Voci di Napoli, ricorda Nando. Questo festival canoro si occupa della musica emergente di Napoli e non solo ed è organizzato da Angelo Iannelli che è anche l’organizzatore del premio Am� basciatore del Sorriso che ho vinto nel 2016 come eccellenza nel sociale per il mio impegno nei confronti di varie associazioni benefiche. Fu una grande soddisfazione: un grande maestro come Pino Mauro che ti mette 10 non è poco. Alla fine, vinse però una ragazza di Nola, perché il voto era sia tecnico che del pubblico e quest’ultimo mi penalizzò per due soli punti. L’anticipazione di progetti, programmi e prossimi impegni chiude la conversazione in studio. Me manche assaje ci accompagnerà tutta l’estate: saremo in programmazione live e social; quindi, tenete d’occhio le pagine fb e Istagram Luca Blindo, dove ci saranno tutti gli aggiornamenti. Poi saremo ospiti in va� rie trasmissioni radio e tv e testate gior� nalistiche. Ci vediamo lì. Poi a settem� bre ci saranno novità importanti… …in attesa delle quali abbiamo intanto un’intera estate per goderci la musica di Luca Blindo!
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PRONTUARIO DI ATTUALITÀ: SE NON LO SAI, TE LO SPIEGO IO!
Prendendo spunto dalle notizie principali prese da giornali nazionali e locali e lette e commentate dal nostro Direttore Nando Troise nel corso del suo web programma “Notizie dal mondo” (in onda dal lunedì al venerdì alle ore 12.00 sulla pagina Facebook di NanoTv) ho pensato di farvi cosa gradita creando questa piccola rubrica. Mi sono resa conto che troppo spesso chi lavora nel mondo dell’informazione da per scontato che il pubblico conosca tutti i concetti fondamentali, tutti i retroscena ed il significato di tutte le parole usate per parlare dei temi di più stretta attualità. Ma non sempre è così. Ed è per questo motivo che ho pensato di fornirvi un piccolo prontuario. Ho preso in esame la puntata di “Notizie dal mondo” andata in onda lo scorso 27 maggio. Tanti ed interessanti gli argomenti trattati: i primi 130 de “Il Mattino”, uscite editoriali di pregio quali “Parigi magica” di Vittorio del Tufo (edito da Neri Pozza) e “L’attrito della vita. Indagine su Renato Caccioppoli matematico napoletano” (edito da “La nave di Teseo”). Ma sui
giornali di quel giorno c’era anche tanta cronaca nera. Tra le tante una notizia in particolare ha attirato la mia attenzione. Mi riferisco alla terribile strage messa in atto dal diciottenne Salvador Ramos ai danni di 21 innocenti, 19 dei quali erano bambini. La strage è avvenuta lo scorso 25 maggio ad Uvalda, Texas, e da quel giorno un po’ ovunque leggiamo/ascoltiamo un’espressione: lobby delle armi. Non credo di dovervi spiegare cosa sia un’arma ma sapete invece che cos’è una lobby? Beh, se non lo sapete, ve lo spiego io! Lobby è un termine inglese che deriva però dal tardo latino “laubia” e sta per “loggia, tribuna”. La lobby è un
gruppo di persone che, senza appartenere ad un corpo legislativo e senza incarichi di governo, si propone di esercitare la propria influenza su chi ha facoltà di decisioni politiche, per ottenere l’emanazione di provvedimenti normativi, in proprio favore o dei suoi clienti, riguardo a determinati problemi o interessi (fonte Treccani). Detta in soldoni: fare parte di una lobby significa utilizzare ogni mezzo possibile per tutelare il proprio settore. Chi fa parte di una lobby o chi protegge una lobby di solito ha una grande influenza a livello politico pur non essendo tecnicamente un politico. La lobby delle armi è dunque un gruppo di persone molto influenti che tutela la produzione e la distribuzione delle armi. Le stragi che ormai negli USA sono diventate una terribile prassi e che si verificano con tale frequenza soprattutto per l’assurda facilità con la quale��������������������������������������� lì������������������������������������ si può acquistare legalmente un’arma, per la lobby delle armi sono soltanto un piccolo ed insignificante danno collaterale.
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I 130 DE “IL MATTINO”
CONGRATULAZIONI AL DIRETTORE FEDERICO MONGA CHE DA OGGI PASSA A “LA STAMPA” DI TORINO ED AL NUOVO DIRETTORE FRANCESCO DE CORE PER L’INCARICO RICEVUTO MATTEO SALVINI E FEDERICO MONGA
CATERINA BALIVO
MAURIZIO DE GIOVANNI
CATERINA BALIVO
ROSANNA MARZIALE
DANILO IERVOLINO
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ITEGAS SRL: COMPETENZA E SERIETÀ A SERVIZIO DEI CLIENTI Già intervistato da noi di recente, Nicola Rullo si è di nuovo reso disponibile per un’intervista ma, stavolta, in quanto imprenditore. Lasciamo che sia egli stesso a parlarci di Itegas. Quando e come è nata l’Itegas? La Itegas srl nasce nel 2003, come con� tinuo della ditta individuale Idrotermo� elettrica di Rullo Giovanni (mio padre), conservandone le esperienze e mante� nendo gli stessi operai. Viene costituita precisamente nel Marzo 2003, poco pri� ma che mi laureassi in Ingegneria civile, sia per prospettive di ampliamento lavo� rativo e strutturale, sia per permettermi di farne parte e come socio maggiorita� rio e come legale rappresentante. Installazione di impianti elettrici in edifici o in altre opere di costruzione (inclusa manutenzione e riparazione)… Di cos’altro si occupa la società? Essendo la Itegas srl un continuo ge� nerazionale, “un bene di famiglia” , ci siamo sempre occupati prevalentemen� te di impianti idrici, termici, elettrici, di impianti di adduzione per gas metano, di installazione di caldaie e climatizzazio� ne. La nostra principale attività. Negli anni, precisamente nel 2006, avviamo anche lavori nel settore edile, con ri� strutturazioni edifici residenziali e non, nuove costruzioni, e manutenzioni edili varie. Nel 2015 diventiamo point Union gas ed Energy spA, aprendo una sede operativa in Piazza Benedetto XV a Ca� soria, dove grazie alla liberalizzazione del mercato energetico, proponiamo ai nostri clienti anche offerte per le forni�
ture di gas metano ed energia elettrica. Avete dei progetti futuri? “Del domani non v’è certezza”, pen� siamo ad andare avanti giorno dopo giorno, sacrificio dietro sacrifico, pas� so dopo passo. Le spiego: purtroppo le leggi del mercato lavorativo sono in continua mutazione e corrono veloci, bisogna cambiare pelle di continuo e adeguarsi, puntare su lavorazioni che vanno forte in quel preciso momen� to, questo per avere sempre commesse di lavoro nuove e tenere a distanza la concorrenza. Le faccio qualche esempio attinente. C’è stato un periodo in cui, con la nascita dei centri commerciali, si ebbe un calo nelle vendite di caldaie e climatizzatori (per le piccole socie� tà come la nostra), dovuto alla grande
pubblicità che attirava a loro clienti, per non perdere terreno, ci proponiamo e diventiamo installatori di fiducia per gruppi come Euronics Tufano e Leroy Merlin. Poi con la liberalizzazione del mercato energetico, verso il 2012 inco� minciamo a far parte del circuito Union gas ed Energy spA, ci crediamo e con il dovuto impegno nel 2015 apriamo un point per contrattualizzare e gestire loro clienti sul territorio arrivandone a con� tare oggi circa 5000. Dal 2019 abbia� mo puntato molto sullo sconto in fattura beneficiando dei bonus edilizi, abbiamo incrementato il personale, aumentato il fatturato. Il governo però non è stato capace di gestire al meglio il processo di monetizzazione, facendo rischiare a molte imprese di non quadrare i conti. Magari sui bonus edilizi ci soffermere� mo la prossima volta. Dunque, la muta� zione di una società è fisiologica e con� sente di non ridurre ne il fatturato ne il personale. In sostanza speriamo nel fu� turo augurandoci sempre di migliorare e di poter dare lavoro e dignità ai nostri collaboratori. Quali sono le vostre linee guida? Beh! Le nostre linee guida o meglio i no� stri punti di forza sono : • Essere onesti, seri e rispettosi dei clienti • Un lavoro ben fatto è la migliore pub� blicità per future commesse • Puntare sempre su operai qualificati, volenterosi ed educati • Aggiornarsi continuamente • Non mollare mai davanti alle difficoltà
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CIRO TROISE Il momento è complicato, il Napoli ha la sfida più difficile dell’era De Laurentiis: abbassare il monte ingaggi, costruire una squadra competitiva magari anche rinnovandola perché a fine ciclo, usando un’espressione di Spalletti. Tutto questo va fatto poi dopo che per anni il Napoli ha scelto la via della conservazione, cioè tenere l’impianto di base delle stagioni di Sarri dedicandosi alla “rivoluzione dolce” con tanto di restaurazione obbligata quando, tra ammutinamento e classifica, la gestione Ancelotti era deragliata. Tenere in bilico Koulibaly e Mertens per un presidente ai minimi storici nel consenso popolare è esercizio complicato ma De Laurentiis ha l’argomento da sfruttare in tutte le stagioni, da Lavezzi ad Insigne: l’arma della napoletanità. La contraddizione incredibile è che l’autore del “je accuse” in stile Masaniello ha fatto retromarcia sulla napoletanità. Invocava nei primi anni il “Napoli dei napoletani”, poi ha compiuto una scelta, blindando tutto a Castel Volturno e non prendendo mai una casa a Napoli sia per la prima squadra che per il settore giovanile. Le storture del territorio l’hanno sempre tenuto
LA NAPOLETANITÀ È UN’ARMA AD USO E CONSUMO lontano, basta pensare quando il Napoli si trovò senza centro sportivo per i guai della struttura di Sant’Antimo, casa del vivaio per tanti anni. Il Napoli si vede poco sul territorio, non ha rapporti consolidati con i tifosi neanche sotto il profilo istituzionale. Negli ultimi recenti sono stati organizzati due allenamenti a porte aperte e uno fu confermato a due giorni dall’ammutinamento e, infatti, diventò scenario di contestazione.
De Laurentiis ha più volte ribadito che è venuto a fare impresa, l’ha fatto a suo modo ed ha portato a casa risultati straordinari, sia sportivi che economici, considerando la dimensione del Napoli. Il club è in mani sicure, ha retto i danni della pandemia e delle ultime stagioni, con la rivalutazione del marchio ha mantenuto anche una certa stabilità finanziaria in questa fase così complicata. Sono le contraddizioni che,
però, inquietano: perché De Laurentiis può pensare a fare impresa, anche a tagliare gli ingaggi mentre Koulibaly e Mertens, che sono imprenditori di se stessi, dopo aver promosso la città di Napoli anche fuori dal campo di gioco, devono essere accusati di pensare alla vile moneta? Perché tirare fuori l’arma della napoletanità prima su Spalletti e poi su Koulibaly e Mertens quando per diciotto anni il Napoli ha scelto di non vivere la città? Non ci crede più nessuno, basterebbe dire la verità: non ce li possiamo più permettere, scegliamo di cambiare per una valutazione finanziaria che di conseguenza è anche tecnica. Così come il Napoli lavora per abbassare il monte ingaggi, Mertens e Koulibaly hanno il diritto, dopo aver onorato maglia e città, di fare le scelte che ritengono più opportune senza dover passare per “schiavi della vile moneta”. È un’arma che non funziona più, è meglio dire la verità, senza smentire i giornalisti il giorno prima e confermare poi che il problema era la vile moneta. Il dado è tratto, per De Laurentiis è meglio tuffarsi nel mare aperto della sua nuova sfida piuttosto che affidarsi ai film già visti nel passato.
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MARMI E CERAMICHE DEL PRETE UNA TRADIZIONE DI CASORIA
Buonasera amici lettori, oggi parliamo di una società a conduzione familiare che è arrivata già alla quarta generazione, a parlarcene abbiamo come ospite Antonio del Prete a cui do il benvenuto. Come già ho accennato, diverse generazioni di imprenditori suoi avi si sono succeduti alla conduzione della vostra ditta familiare. Ci dica come è iniziata questa attività? Questa nostra attività inizia verso i primi del novecento, ad opera del mio bisnonno Pasquale Del Prete che si oc� cupa di decorazioni marmoree sia di chiese che di opere funerarie, poi è su� bentrato nonno Angelo, infine mio padre Domenico e mio zio Pasquale, con l’av� vicendarsi delle generazioni si comincia ad interessarsi alla ceramica. È sempre molto difficile essere figlio d’arte. Come ci si sente in questo ruolo? Si è vero. È sempre difficile essere figlio d’arte, in quanto c’è sempre da con� frontarsi con le generazioni passate e il modo in cui hanno operato nella ge� stione, ma proprio grazie a questi inse� gnamenti dati dal passaggio di padre in figlio ho tratto la forza, la volontà di po� ter fare sempre meglio per poter cresce� re, ampliare l’attività con la creazione di altri settori. La società in cui muove i primi passi questa vostra attività non è certo quella di adesso. In che modo pensate di stare a passo coi tempi? Ovviamente la società in generale è
cambiata, questo ha fatto mutare le esigenze dei clienti. Per questo abbia� mo inserito il nuovo settore delle cera� miche. Adesso abbiamo uno showroom di oltre settecento metri quadri dove i nostri clienti possono visionare un va� sto assortimento di materiale, inoltre nell’aria outlet possiamo accontentare tutte le tasche dei clienti. Certo un gran bello showroom. Ma come pensate di continuare a crescere in questo settore? A quanti dipendenti oggi date lavoro? Con noi lavorano nove dipendenti e stiamo cercando di crescere ulterior� mente, di ampliare il nostro settore an� che in questo difficile momento, in modo da creare più opportunità. Davvero lodevole. Ma questo non le risparmia la domanda spinosa. Siete ubicati a Casoria. Pensate di trasferire la vostra ditta o di aprire altre succursali? In una città avreste una clientela maggiore. Questa idea ci stuzzica da parecchio tempo, ma intendiamo limitarci ad apri�
re altri punti vendita, non abbiamo la benché minima idea di andar via da Ca� soria. Perché qui è la nostra sede stori� ca, dove siamo nati e ci siamo sviluppati in più di un secolo. È questo l’obbiettivo principale che ci siamo posti. Quanti siete i titolari della azienda? Siamo in cinque titolari dell’azienda, tra fratelli e cugini, siamo una azienda a conduzione familiare. La ringrazio per la sua cortesia e la lodo per la sua perseveranza, non è facile in un Italia in cui molti imprenditori, spaventati dalle troppe tasse e dal costo dei dipendenti, pensano di trasferire le loro attività lavorative all’estero, restare saldamente attaccati alle proprie origini. Si è molto dura, ma il fatto proprio di essere figli d’arte ti da questa forza di non mollare, di rimanere fedeli alla loro memoria. Speriamo che le prossime generazioni siano disposti a seguire le vostre orme. Speriamo di riuscire a trasmettere anche a loro questo amore in questo settore.
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EDUARDO SCARPETTA, LA NAPOLI DI UNA VOLTA Nascita: Nasce a Napoli il 13 marzo 1853, figlio di buona famiglia – come si appellano tra i comici gli attori non figli d’arte-, terzo genito di Emilia Rendina e Domenico Scarpetta, ufficiale agli Affari ecclesiastici presso il ministero del governo borbonico e addetto alla revisione delle opere teatrali. Probabilmente è questa attività paterna che lo incoraggia e lo spinge a calcare il palcoscenico, in palese contrasto con la volontà del genitore che invece lo vuole istruito a seguire le sue orme di funzionario pubblico. Debutto: Esordisce a 15 anni nei teatrini delle fiere, dopo un breve ed infruttuoso tour in Calabria, si rivela a San Carlino nella farsa “Feliciello, mariolo de ‘na pizza” impersonando Don Felice Sciosciammocca a scapito del tradizionale Pulcinella, maschera creata per lui da A. Petito, che interpreta per tutta la sua vita. Dopo la dipartita di Petito forma una sua compagnia teatrale e riscuote sempre un grande successo nel settore comico. Invece nel drammatico fallisce categoricamente, il suo teatro stabile diventa il San Carlino finché non viene demolito nel 1884 e lui trasferisce le sue recite al Fiorentini. Opera una svolta decisiva nella recitazione, segnando la fine del vecchio modo di recitazione, che lascia una coscienza professionale anche nei teatranti mai vista prima. Smette di calcare il palcoscenico alla vigilia della prima guerra mondiale, a soli cinquantotto anni ed è ancora sulla cresta dell’onda del suo immenso successo. Preferisce continuare come autore di testi e affida al figlio Vincenzo tutto il suo vasto repertorio che comprende versioni napoletane di pochades e vaudevilles e sue creazioni personali fra cui Miseria e nobiltà, A nutriccia e Nu turco napolitano. Controversie: Ha una disputa legale con il celebre poeta Gabriele D’Annunzio a cui chiede il permesso di rappresentare sul palco –Il figlio di Iorio- una sua parodia personale della sua più famosa opera letteraria “La Figlia di Iorio”, il Vate nega il suo consenso quando è ormai troppo tardi e l’opera teatrale è già in scena, ne segue una denuncia di plagio che si risolve in tribunale. Per Edoardo è una vittoria-sconfitta, sostengono il poeta Marco Praga, fondatore della Società degli autori, mentre dalla parte del commediografo si schierano i periti Giorgio Arcoleo e Benedetto Croce. È proprio quest’ultimo che riesce a farlo assolvere per non aver commesso il fatto. Anni dopo la figlia
di Eduardo, Maria riceve la confidenza del figlio di D’Annunzio, Gabriellino che suo padre è rimasto influenzato proprio da Marco Praga nella speranza di ottenere una condanna con conseguente risarcimento morale ed economico. Discendenza: Capostipite di una importante stirpe teatrale, oltre a Vincenzo nato dal matrimonio con Rosa De Filippo, figlia di un modesto commerciante partenopeo, è padre naturale anche di Maria (Mascaria), nata da una relazione con Francesca Giannetti e di Eduardo, Peppino e Titina De Filippo nati da una relazione avuta con Luisa De Filippo, nipote di sua moglie. Ha altri figli, Eduardo e Pasquale De Filippo nati da una relazione con la sorellastra della moglie. Sarebbe padre anche di Ernesto Murolo, ufficialmente figlio di Vincenzo Murolo e Maria Palumbo, a sua volta padre del famosissimo cantautore Roberto. Domenico che pur portando il suo cognome, non è suo figlio, ma il frutto di una storia d’amore tra la moglie Rosa e il re Vittorio Emanuele II. Si spegne all’età di settantadue anni, il 23 novembre del 1925, i gusti del pubblico sono cambiati un’altra volta e anche la sua epoca è ormai al tramonto. Ai suoi funerali partecipa una folla immensa, il feretro che ne contiene le spoglie mortali esce dall’androne del suo palazzo portato a spalla anche dai figli Vincenzo e Domenico, il suo corpo imbalsamato riposa in una bara di cristallo nella cappella delle famiglie Scarpetta, De Filippo e Viviani al Cimitero di Santa Maria del Pianto a Napoli. Aneddoti: Spesso sul palcoscenico certi giovani villanzoni lo insultano “Cornuto!!!”, ma lui non si scompone affatto e risponde a tono ogni volta: “Si, ma le mie sono corna reali”. MARIA LUPICA FONTI: Scarpétta, Edoardo nell’Enciclopedia Treccani; SCARPETTA, Eduardo in “Dizionario Biografico” (treccani. it); Eduardo Scarpetta e la storica vittoria nella causa contro D’Annunzio e la Siae (napoliateatro.it); L’infanzia – Eduardo Scarpetta; Gli esordi – Eduardo Scarpetta; Il successo – Eduardo Scarpetta; Le polemiche – Eduardo Scarpetta.
www.casoriadue.it
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MENS SANA IN CORPORE SANO WAV-E-SPACE IL METODO FITNESS ALL’AVANGUARDIA
Buongiorno amici lettori, oggi do il benvenuto al nostro ospite Gianluigi Abbate intervenuto per illustrarci un metodo innovativo veramente eccezionale di allenamento. Diversi anni fa avete iniziato una attivata all’insegna del rinnovamento e della modernità. Per prima cosa che significa “wav-espace”? E’ il nome di un’azienda internazionale che ha dato il via ad un nuovo metodo innovativo di fare fitness: l’ EMS. E’ nato circa 20 anni fa in Europa, ma è arrivato in Campania da circa 5 anni. Da cosa è partita questa iniziativa e soprattutto perché a Frattamaggiore, in una città più grande avrebbe avuto più possibilità? È stata fatta un’indagine di mercato, sia dall’azienda che da noi privati. Il pri� mo step è stato individuare una strut� tura adeguata che potesse soddisfare le nostre esigenze: un’ ampia sala, 4 spogliatoi personali in modo da garan� tire al cliente la propria privacy, uno studio per la nutrizione e per effettuare un anamnesi del cliente per scegliere insieme il percorso più adatto alle sue esigenze . La scelta del luogo è ricaduta su Frattamaggiore anche perchè è ben collegata alla rete viaria il che permet� te di raggiungere il nostro centro fitness con estrema facilità dalle zone limitrofe e no, infatti si può arrivare da noi an� che con la linea ferroviaria che dista circa 10 minuti a piedi. La nostra non è la classica palestra. Abbiniamo l’e� lettrostimolazione all’attività fisica, con l’enorme vantaggio di ridurre i tempi di allenamento, infatti, con un solo allena� mento settimanale di 15 minuti sostitu� iamo circa 4 ore di allenamento svolto in modo tradizionale. Il nostro metodo consente di aumentare la contrazione naturale dei muscoli, attivandoli fino agli strati più profondi, riuscendo ad attivare l’ attività metabolica ed accele� rando in maniera duratura il metaboli� smo basale, andando quindi a diminu� ire la massa grassa in favore di quella magra. Offriamo diversi pacchetti che si sposano perfettamente con le esigen� ze di tutti i clienti. Colgo l’ occasione di invitare tutti i lettori di Casoria2 di prenotare una prova di allenamento di prova gratuito. Interessante! Quasi quasi mi candido
volontaria anch’io per provare. È invitata. Grazie, molto gentile. Facciamo orario continuo 8,30-20,30, allenamento one to one. Quindi ognuno ha un personal trainer individuale tutto solo per se? Si, ogni cliente ha a sua disposizione un personal trainer a lui dedicato. In base all’obiettivo che il cliente vuole rag� giungere è possibile: dimagrire, ridurre la cellulite, alleviare i vari dolori ar� ticolari (ridurre mal di schiena), tonifi� care, incrementare la massa muscolare, migliorare la postura, recuperare da un infortunio, migliorare le prestazio� ni sportive. Inoltre da noi non occorre portare il borsone perchè forniamo tutto l’occorrente sia per l’ allenamen� to che per la doccia ( underwear, cal� zini antiscivolo, slip monouso, ciabatte monouso, telo doccia, bagnoschiuma e shampoo). Il tutto nel proprio spogliato� io personale. Guardi mi sono letteralmente persa nelle sue parole, “mens sana in corpore sano” e ho quasi dimenticato di porle altre domande. Mediamente quante persone aiutate ogni anno a recuperare la salute, oltre il fisico? Ha centrato proprio il punto, i nostri clienti sono così assidui che fatico a chiamarli tali, sono diventati amici, in quanto in molti continuano a porre fidu� cia in noi da ben quattro anni, cioè da quando abbiamo aperto. Siamo in 2 ad aver dato vita al centro: io e Gennaro Sollo, amici sin dall’infanzia. Purtroppo
la pandemia non ci ha giovato, costrin� gendoci a restare chiusi per un bel po’. L’iniziativa è stata tutta privata, non ab� biamo ricevuto finanziamenti da parte di enti pubblici. Quindi gli enti pubblici non hanno accolto l’opportunità di poter curare la riabilitazione di persone bisognose con metodi veramente innovativi ed efficaci? Esatto. Adesso la domanda spinosa. Avete una struttura all’avanguardia che come tutte le palestre ha subito dei danni a causa del Covid. Lo Stato vi ha sostenuto in qualche modo, attraverso indennizzi o altro? La domanda è davvero spinosa. Gli aiuti economici ricevuti dallo Stato sono stati davvero irrisori, e solo grazie all’assi� duità dei nostri clienti, innamorati di questo nuovo concept di allenamento, attraverso il passaparola, ci stanno aiu� tando ad uscire da questo periodo di crisi. Abbiamo l’obiettivo di espanderci con altre sedi, data la richiesta in au� mento. Mi conceda un’altra domanda spinosa: Lei si sottopone a questo tipo di allenamento? Assolutamente si, prima ero solito alle� narmi in una palestra tradizionale ma appena ho provato l’allenamento EMS non ne ho potuto più farne a meno. Ci sono convenzioni di mutua con voi? Attualmente no, ma stiamo lavorando per ottenere delle convenzioni con il si� stema sanitario per i meno abbienti.
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ELENA TORRE
IL GRANDE TEATRO ITALIANO CHIAMA E MARIANELLA BARGILLI RISPONDE UNA STAGIONE SCOPPIETTANTE QUELLA SUL SUO ORIZZONTE
Giugno 2022. Una stagione teatrale, quella di Marianella Bargilli che si prevede ricca, impegnativa e di grande spessore. Un’estate e un autunno che si profilano nel segno della grande prosa. Dopo il successo di Uno, nessuno e centomila, con Pippo Pattavina e la regia di Antonello Capodici che ha riscosso ovunque unanime consenso di pubblico e critica registrando nelle cinquanta date della tournée moltissimi sold-out, Bargilli torna a confrontarsi con la grande prosa e il 7 agosto a Sarsina sarà di nuovo Fedra. La Fedra è quella di Racine la stessa che ha debuttato ad ottobre scorso al teatro Olimpico di Vicenza e torna in scena nell’adattamento di Patrick Rossi Castaldi ne firma anche la regia Fedra di Jean Racine. Insieme a Marianella Bargilli Fabio Sartor, Alessandro d’Ambrosi, Silvia Siravo, Leonardo Sbragia con la partecipazione di Paila Pavese i costumi dono di Daniele Gelsi. “Fedra è uno dei personaggi, più belli, complessi e forti che un’attrice possa af� frontare- dichiara Bargilli- un personag� gio che ti mette alla prova e che ti aiuta
a crescere. Sono molto felice di ripren� dere questo spettacolo che ho amato e di cui sono molto soddisfatta e di lavorare ancora con Patrick, una collaborazione davvero preziosa.” Mentre a settembre sarà il suo Assassinio nella cattedrale ad inaugurare in pri-
ma assoluta il 22 con repliche 23 e 24 la stagione del teatro Olimpico di Vicenza dopo l’Overture delle muse del 18. Scritto nel 1935 da Thomas Stearns Eliot, ma costruito come una tragedia greca, vedrà al Fianco di Marianella Bargilli, Moni Ovadia, la regia è affidata a Guglielmo Ferro. “Assassinio nella cattedrale è un testo importante e sono felice di farlo e sono contenta di condividere questa esperienza con Moni perché è un attore che stimo da sempre. In più ritornare a Vicenza, all’Olimpico, per due anni consecutivi con due progetti diversi e importanti mi rende davvero orgogliosa e mi fa sentire anche un po’ fortunata” E sempre Ferro dirigerà la coppia Bargilli-Pattavina ne I Vicerè tratto dall’omonimo romanzo di Federico De Roberto che debutterà in Sicilia in autunno. “Tornare sulle scene con Pippo con un nuovo testo mi emoziona e mi rende felice oramai siamo una copia di fatto (sorride n.d.r.) è un uomo di grande esperienza, un uomo di mestiere e una persona molto divertente e piena di energia, non potevo chiedere di meglio”
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III EDIZIONE “I RACCONTI DI DIONISO”
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Vivere l’esperienza immersiva di una proposta teatrale in un luogo storico, attraverso un linguaggio moderno, che intercetta le attuali esigenze del pubblico, offrendo una fusione equilibrata tra arte, storia, antropologia e territorialità. Torna ad Avella il festival dedicato al mondo classico e al teatro grecoromano,“I Racconti di Dioniso”. Giunta alla sua III edizione, la kermesse, a cura di Nicola Le Donne, si svolgerà dall’11 giugno al 18 settembre 2022, sviluppandosi in 12 appuntamenti. Novità di quest’anno, il Festival si snoderà in tre differenti sfere di azione: un nucleo centrale dedicato agli spettacoli, in postazione fissa e itinerante, che avranno luogo all’Anfiteatro Romano; i monologhi, alle Tombe Romane; infine, le attività laboratoriali al Teatro Biancardi. Tanti i nomi di rilievo del teatro e della critica teatrale coinvolti per questa III edizione: Mario Autore, Corrado Taranto, Rosaria De Cicco, Laura Pagliara, Chiara Vitiello. E ancora, Giulio Baffi, giornalista e critico teatrale che terrà un workshop su Dioniso, la maschera e il mito. “Il passato remoto che si possa in qualche modo aprire a un futuro remoto attraverso il presente è la meraviglia che ci fa vivere il teatro”Giulio Baffi. Altra novità dell’edizione 2022 è la collaborazione con l’Università degli studi di Napoli Parthenope, grazie alla presenza di M. Luisa Iavarone, professore ordinario di pedagogia spe-
rimentale, che terrà un laboratorio teatrale finalizzato alla ricostruzione di un coro greco. “La no� stra adesione come università – racconta la Iavarone - al progetto teatrale di Nicola rientra in una volontà di appropriarsi dell’arte in tutte le sue forme affinché essa possa confluire nel percorso for� mativo degli educatori”. Ha preso parte alla conferenza stampa di presentazione del progetto anche la soprintendente Raffaella Bonaudo, che ha speso parole di approvazione per un progetto semplice e sperimentale al contempo: “iniziative come questa – spiega la Bonaudo - sono di grande aiuto per dare una chiave di lettura nuova del mon� do antico, più leggera, più vicina alla realtà dei giovani”. La città di Avella ha una storia ricca e importante, da preservare e divulgare anche al di fuori delle mura cittadine: “aiutateci a mettere in luce la ricchezza culturale e archeologica del nostro territorio” - afferma Vincenzo Biancardi - sindaco di Avella La rassegna si chiuderà con l’assegnazione di un Premio finale a chi ha dato lustro, nel corso della sua carriera, e si è adoperato per la divulgazione della cultura e del teatro greco-romano. “Questa rassegna – racconta Nicola Le Donne – rappresenta lo sforzo di un giovane che vive di e per il teatro, crede nella cultura e con la realtà teatrale M&N’s è riuscito a mettere in piedi tutto il programma senza attingere ad alcun tipo di finan� ziamento pubblico”.
MARCO STILETTI
LE NUOVE FRONTIERE DEL FANTASY DEL BARBER ANTONIO LICCARDO La virtù di dedicarsi a una professione tanto da diventare esperto nel proprio campo e organizzatore di eventi. Questa è la storia di Antonio Liccardo, barbiere di mestiere, da Casavatore. Ispirato dal grande Wendi Grandinetti, un barber che viene da Torino. Egli è famoso per le sue sfumature fantasy e hair tattoo. Il cambiamento che serve a questo mondo. Liccardo ha preso proprio questo dal suo mentore e ha fatto sì che la sua esperienza portasse cambiamento nel genere hair stylist. Il nuovo vento che spira lo vuole far soffiare Liccardo in tutta Italia. Intanto già a maggio all’hotel Rama di Casalnuovo sono venuti i barbieri da tutta Italia per il corso organizzato sul fantasy ed hair tattoo. Da settembre, poi, ci sarà un tour per la penisola perché le idee non bisogna intrappolarle, farle prigioniere, ma diffondere e portare la tua esperienza e competenza per il progresso. “Sono molto contento per questo corso fatto a maggio. Abbiamo iniziato il processo di cambiamento e abbiamo intenzione io e Grandinetti insieme agli altri barber di livello di continuare. Non trovo le parole per descrivere l’emozione di quei giorni dove ho fortificato la collaborazione con Wendi diventando il suo braccio destro”. Con queste affermazioni Liccardo si candida a diventare un barber di alto livello sempre con l’umiltà che lo contraddistingue.
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CLAUDIO CIOTOLA
PREMIO SAN GIUSTINO - V EDIZIONE
Oltre 300 i ragazzi che hanno partecipato alla cerimonia di premiazione della V edizione del Premio letterario “Don Giustino Russolillo”, tenutasi venerdì mattina presso la Casa Madre delle Suore Vocazioniste, al 22 di Corso Duca D’Aosta. Il riconoscimento, indetto dall’associazione della Stampa campana “Giornalisti flegrei”, presieduta da Claudio Ciotola, e aperto a tutte le alunne e gli alunni delle scuole pubbliche e private, di ogni ordine e grado, presenti su tutto il territorio del comune di Napoli, delle regioni d’Italia e negli altri paesi dove sono presenti le congregazioni di Don Giustino Russolillo - Africa, Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Ecuador, Filippine, Francia, India, Indonesia, Madagascar, Nigeria, Regno Unito, Stati Uniti d’America e Sud Vietnam -, è stato anche corso di formazione dell’ordine dei giornalisti, grazie al sostegno di Ottavio Lucarelli e Mimmo Falco, con la puntuale organizzazione della segreteria a cura di Stefania Monfrecola e Rosa Ciotola, con le riprese video Fabio Iacolare, e la partecipazione del tesoriere Mario Anepeta e dei soci Antonio Di Maio, Luigi Panico e Gianni Pamlers. Cinque le sezioni su cui la giuria si è
espressa: Poesia, Carta stampata; Artistica; Elaborati grafici, e Web; con il conferimento di due Premi Speciali consegnati a due ragazzi speciali. A vincere sono stati i ragazzi dell’ISIS Quarto “Rita Levi Montalcini”, Scuola Madre Russolillo, l’ICS “Ferdinando Russo”, Istituto Comprensivo 72° Palasciano, Istituto Paritario “Domenico Padula”, Istituto Comprensivo “Giovanni Falcone”, l’IC “Massimo Troisi” e l’istituto don Giustino Russolillo. Reso possibile grazie all’impegno di Ciro Di Lauro, Amalia Giacobbe, Luana e Manuela Padula, Suor Teresa Soria, Giulia Supino e di tanti docenti che hanno lavorato anche in dad, il Premio rappresenta lo sforzo di un intero territorio verso i più piccoli nel nome di una figura carismatica e
positiva come Don Giustino, proclamato Santo nel corso della cerimonia di canonizzazione tenutasi lo scorso 15 maggio a San Pietro. Nel pieno rispetto di tutte le norme anti-Covid19, sono stati consegnati anche i premi speciali a personalità e autorità che hanno sostenuto l’iniziativa, la statuina di San Giustino è andata al comandante Biagio Chiariello dei vigili urbani di Arzano per il lavoro che fa sotto scorta, premiato dal giornalista Mimmo Rubio, anche lui sotto scorta, e dal direttore Sasso, all’associazione “Amici di don Giustino”, che ha allestito il palco e ha svolto un egregio lavoro durante la canonizzazione, premio al presidente Giuseppe Leonetti e i due responsabili Vincenzo Russo e Giorgio Pacileo. E, ancora, Premio Speciale al comandante dei vigili urbani di Pianura Soccavo, Luigi Guarino, consegna della statuina di San Giustino dal comandante Ciro Esposito e dal vice comandante Bruno Capuano. Per il lavoro svolto sul territorio e per la canonizzazione di don Giustino Russolillo. Infine premio al giovane praticante giornalista Armando De Martino per l’impegno profuso durante le fasi della Canonizzazione del Beato oggi Santo Giustino Russolillo.
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“PAGINE GIALLE” (HOMO SCRIVENS EDITORE) PROSSIMO LIBRO DI LELLO MARANGIO
DAL PROLOGO di “Pagine Gialle” Fateci caso, da anni ormai è in atto una vera è propria invasione di Commissari, ne siamo subissati. Fra libri, serie tv, film, fumetti e quant’altro, quanti ce ne sono già in giro!? Basta guardarsi intorno: c’è quello che fuma la pipa, quello che lavora nel Sud in un bel posto di mare, quello col ciuffo che parla con i morti e si fa aiutare da un brigadiere, quello senza ciuffo, calvo che fa tutto da solo. Il commissario belloccio che piace alle vedove, quell’altro baffuto che non piace a nessuno. Quello aristocratico che ascolta musica classica, quello che spiega al suo cane le indagini che sta facendo anche se il suo cane se ne fotte. Quello visionario avvolto nella nebbia della sua mente contorta e pure quello che beve il whiskey di una sola marca. Quello con l’impermeabile liso, quello che cita i classici in ogni occasione quasi sempre a sproposito. Quello che suona la tromba in un trio jazz, quello che prende appunti a penna e quello che invece registra e fotografa col cellulare. Quello in pensione ma richiamato in servizio, e quello ancora in servizio che non vede l’ora di andare in pensione.
Quello. Quelli, e quell’altro; sono così tanti i Commissari che si fa fatica a seguirne le gesta uno per uno; ne sono così tanti che, qualche tempo fa pensavo che se in mezzo a loro ci avessi messo anche un commissario tutto mio forse non lo avrebbe considerato nessuno. Per questo, per evitare che quel mio unico commissario non fosse notato, ho
pensato di proporne 7 tutti insieme, così scegliete voi quello che più vi aggrada: Occhipinti, Fabozzi, Molinari, Basile, Beltrami, Martinelli, Carotenuto. Sette detective tutti diversi l’uno d’altro, tutti pronti ad affrontare i casi più disparati, gli assassini più efferati, tutti comicamente agguerriti, tutti preparati tutti che risolvono casi intrigati. Tutti meno uno che invece non risolve mai, anzi fa solo guai e per questo è stato trasferito d’ufficio e con la forza per ben 16 volte in 15 anni di carriera… ovviamente non vi dico chi è fra questi ma leggendo il libro impiegherete pochissimo a scoprirlo. Eccoli i miei 7 commissari riuniti in un unico libro e tutti insieme coinvolti nel comporre una comicissima raccolta di racconti gialli. Cari assassini aprite bene gli occhi, attenti ai passi falsi, non lasciate tracce in giro: i miei Commissari sono arrivati e vi daranno filo da torcere. Forse. Marangio ha pubblicato già 3 libri: nel 2019 “Al mio segnale scatenate l’infermo” Libro disabilmente comico; Nel 2020 “Una Lunghissima Giornata di Merda” Nel 2021 Il Mercatino di Roccagioiosa”
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30 maggio 2022 Fiocco Rosa in casa Graziuso per la nascita della piccola GIULIA. Ai genitori Ilaria Capone e Luca Graziuso vanno i nostri migliori Auguri.
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