DOMENICA 26 GIUGNO 2022
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Settimanale di Informazione
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ANNO XXII - N° 26 - DOMENICA 26 GIUGNO 2022
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ANTONIO BOTTA
L’ING. MILONE, DIRETTORE TECNICO DELLA OTTOGAS, OSPITE DE “LA COPERTINA”, PROGRAMMA CONDOTTO DA TROISE
LE SOLUZIONI PER MIGLIORARE L’APPROVVIGIONAMENTO IDRICO A CASORIA
Ospite de “La Copertina”, su Nano Tv, l’ing. Giuseppe Milone, Direttore tecnico della “Ottogas”, servizi idrici integrati. Come sempre, Nando Troise mostra all’Ospite una copertina del settimanale Casoriadue, questa volta del 5 settembre 2021, dal titolo “Scandalo Acqua”, invitandolo a commentarla. “Lei”, dice l’Ingegnere, “mi invita a ricordare un momento di grande difficoltà che abbiamo avuto in quell’occasione. Nel mese di agosto si era verificato un grosso guasto su un adduttore regionale, che convoglia l’acqua verso tanti Comuni, tra cui Casoria. Tramite gli adduttori, realizzati in cemento armato per la Regione Campania dalla Cassa del Mezzogiorno negli anni ’60, l’acqua, proveniente dal Molise, viene convogliata nei Comuni campani. Tali adduttori sono ormai datati e, quindi, ogni tanto si verificano dei guasti. In quel caso, fu un guasto molto importante, che lasciò
a secco alcuni Comuni. Noi riuscimmo, con la grande collaborazione della Regione, ad attenuare, per quanto possibile, il disagio della popolazione, creando dei bay pass provvisori da altri adduttori regionali. Ebbi modo di dichiarare, in quell’occasione, ciò che si sarebbe dovuto fare per ammodernare gli adduttori negli anni, in modo da evitare episodi del genere. Ritengo che sia un tema ancora attualissimo, sul quale la Regione, insieme con l’Ente idrico campano, deve assolutamente intervenire. Hanno, intanto, realizzato un piano d’ambito, che prevede degli interventi per rigenerare o duplicare gli adduttori. Però, i tempi tecnici e/o politici sono lunghi. Il Conduttore fa riferimento all’intervista contenuta nel Settimanale effettuata da Maria Cristina Orga, indicando il lago d’acqua che si formò nella zona circostante al guasto a Pascarola; prima di intervenire sull’adduttore, quindi, si
rese necessario prosciugare l’area. Fu il motivo per il quale diversi furono i giorni nei quali si soffrì il notevole disagio della mancanza d’acqua. “Organizzammo, per questo” spiega il Direttore della Ottogas “ servizi di autobotti e altri interventi”. Troise legge Il titolo dell’articolo - intervista, “Breve storia e poca gloria della sparizione dell’acqua a Casoria”, con l’incipit e cede di nuovo la parola all’Intervistato, il quale ribadisce che gli adduttori, essendo vetusti, andrebbero sostituiti e raddoppiati, ma occorrono investimenti cospicui, che la Regione e l’Ente idrico stanno cercando di ottenere. Potrebbero servire, a tal fine, anche i fondi del PNRR, le progettualità già ci sono, andrebbero riprese e messe in atto. Sui tempi e sui costi che richiederebbero i lavori, Milone risponde che sui primi non é possibile ipotizzare previsioni, anche perché alcune zone sono state espropriate e accedervi non è facile. Ecco, inoltre,
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4 altre risposte fornite dall’Ingegnere sulle domande di Troise: gli investimenti devono servire a rammodernare le reti idriche, che non sono più sufficienti per l’approvvigionamento idrico , anche per gli sviluppi urbanistici sregolati; la necessità del rifacimento dei manufatti è necessario per le perdite d’acqua durante i deflussi; lo spreco idrico è enorme. Si tenga conto che gli adduttori sono stati realizzati in modo promiscuo dai costruttori in tempi di speculazione edilizia, ciò non solo a Casoria, ma in molte città del Mezzogiorno. “Ci vuole il coraggio politico di far confluire i fondi, in una progettualità d’insieme, sui Comuni disagiati, ai quali dovrebbe essere permesso l’accesso a questi fondi, dove vi sono reti idriche colabrodo, al fine di migliorare di molto la situazione. In vari Comuni, manca un gestore come noi che frequentemente monitora la rete ed effettua interventi manutentivi là dove è necessario. Dunque, urge far arrivare i fondi dove si palesano criticità.” In attesa degli sperati interventi, “ noi”, prosegue l’Ingegnere, sempre sollecitato dal Conduttore, “abbiamo eseguito lavori importanti di allacciamento ad altri adduttori regionali, in modo che nel caso, malauguratamente si dovesse verificare un altro guasto, come quello di Pascarola del 25 agosto 2021, abbiamo già pronti dei bay pass che possono ancora di più ridurre i disagi dei cittadini. Dello stesso numero di Casoriadue, Troise indica un altro articolo scritto da Gaia Moschetti, nel quale viene riportato il parere di cittadini intervistati sul grave episodio; a tal proposito, Milone evidenzia la sinergia, in quei giorni turbolenti, tra i mezzi di informazione, i Comuni coinvolti (oltre a Casoria, Afragola, Cardito, Caivano, zone di Casavatore), la Regione Campania e la Ottogas.
“La Ottogas ha già pronti i progetti per ammodernare la rete idrica nelle due zone periferiche di via Nazario Sauro e dintorni e nella zona Lufrano, Arpino. Ci vuole il coraggio politico di far confluire i fondi in una progettualità d’insieme sui Comuni disagiati. Gli adduttori andrebbero rimossi, perché vetusti. Per il sottosuolo gruviera di Casoria Antonio Boemio, Vincenzo Grimaldi e Guido Cerbone hanno effettuato un meticoloso e importante studio. Andrebbero effettuati gli opportuni interventi”. Si muovano le Istituzioni in campo: Regione Campania, Ente idrico campano e Amministrazioni locali.” Riferisce che la Ottogas è interessata ad un progetto di “manutenzione e gestione delle fognature, soprattutto del territorio del Centro storico di Casoria, nel cui sottosuolo si trovano molte cavità antropiche.” Prendendo spun to da questa notizia, Troise chiede all’Ingegnere di spiegare agli spettatori web di Nano Tv e ai lettori di Casoriadue digitale l’attività svolta dalla Ottogas dagli inizi. L’intervistato spiega di essere nati “con la metanizzazione del Mezzogiorno in base alla legge 84 dell’80, siamo stati tra i primi nel Sud a realizzare l’impianto con i fondi europei e nel 1986 collaudammo la rete e iniziammo l’esercizio della rete gas, che poi è durato fino agli anni 2000, quando è stato ceduto. Il servizio idrico è cominciato parallelamente agli inizi degli anni 2000. Da quando siamo a Casoria abbiamo realizzato tanti chilometri di nuova rete, soprattutto per portare l’acqua alla frazione di Arpino, ma anche per potenziare il Centro storico”. A tal proposito, il Conduttore ricorda che prima che operasse la Ottogas, quando il servizio idrico era gestito dall’acquedotto del Comune, a Casoria negli appartamenti situati ai piani alti i rubinetti erano a secco, tanto che si fu costretti a installare
i serbatoi. Con la Ottogas il problema della mancanza d’acqua ai piani alti si risolse definitivamente, motivo per il quale i serbatoi non furono più utilizzati. In certi casi, fu addirittura necessario applicare i riduttori, talmente forte era la gittata idrica. Milone riferisce che si riuscì “a realizzare con l’aiuto della Regione un nuovo punto di adduzione regionale, mentre Casoria ne aveva uno solo nella zona di via Concordia, una delle traverse della statale Sannitica. Ci collegammo all’adduttore regionale di Casavatore e da lì, tramite una bretella di adduzione, si arrivò a via Pio XII, da lì si è prolungata fino alla circumvallazione esterna per giungere ad Arpino. Quindi ne hanno beneficiato varie strade, però c’è da precisare che noi siamo legati anche alla quantità d’acqua che la Regione riesce a fornire, sia come pressione sia come portata. Ci sono stati momenti nei quali c’era un regime pressorio più elevato, nel contempo, però, forse anche per evitare rotture o per una questione di maggiore consumo da parte di altri Comuni, la pressione idrica è andata man mano decrescendo negli anni. Quindi quella situazione felice da lei fotografata dianzi, si é attenuata. Va aggiunto
che Casoria, a differenza di altri Comuni, ha una caratterizzazione urbanistica legata a fabbricati di 6 - 7 piani ( “anche 14” puntualizza Troise, come quello di via Marco Rocco), pertanto, più i piani sono alti più è difficile farvi giungere l’acqua. La frazione di Arpino era alimentata in maniera provvisoria, da tubazioni dell’Arin, l’acqua giungeva dai pozzi di Cancello, perciò conteneva residui ferrosi; adesso, invece, grazie ai lavori effettuati ,possono usufruire di acqua regionale, come al centro di Casoria”. Sul sottosuolo gruviera di Casoria, il Conduttore, prima di far intervenire l’ing. Milone, spiega che “tre amici, Antonio Boemio, Vincenzo Grimaldi e Guido Cerbone hanno effettuato un meticoloso e importante studio, evidenziandone i problemi gravosi”. L’Intervistato sottolinea che “il fenomeno delle cavità, presente nel Centro storico di Casoria (qui annota Troise “non antico nel senso di fradicio, come era inteso un tempo dai palazzinari”) e in tanti Comuni del Napoletano è legato al reperimento del materiale da costruzione e quindi molti fabbricati sono sorti su cavità scavate ad hoc, alloggiate nel banco di tufo; al di sopra del banco di tufo, ci sono sedimenti di lapilli, pozzolana e altro. Esse hanno sfiati di aerazione che portano in superficie, con lo scopo di aerare la cavità sottostante attraverso il cortile dell’edificio. Col passare degli anni le cavità sono state abbandonate, alcune sono state riempite da materiali di risulta, non sono accessibili e le infiltrazioni dal soprasuolo per acque meteoriche, di fogna, della rete idrica, provocano cedimenti. Alcuni di questi sono provocati anche da instabilità del manufatto complessivo sottostante o soprastante, per ammodernamenti di costruzioni vecchie. Tutto questo richiederebbe, come
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più volte detto alle varie Amministrazioni, un censimento effettivo delle cavità, anche aggiornando lo studio da lei citato. Una volta effettuato tale censimento, bisogna rifare, come proposto da noi al Comune mediante un progetto elaborato dalla Ottogas, dei sottoservizi in quelle arterie dove c’è la presenza consistente delle cavità, rendere attenuti il manufatto fognario e quello idrico, separandoli dal manufatto dei fabbricati”, rivedendo, di questi ultimi, gli impianti interni. In questo modo il rischio di sprofondamento si ridurrebbe al minimo, perché tutto sarebbe sotto controllo. E’ un progetto fattibile, è questa la strada da seguire”. Dopo aver ricordato lo sprofondamento avvenuto nello slargo S. Mauro, dove “per la protezione dei Santi casoriani non vi fu alcun morto, il Nostro ha proposto al sindaco Bene di cedere la gestione del servizio fognario alla Ottogas. Poi propone all’attenzione dell’ing. Milone gli ultimi due argomenti: il primo è “i confini di Afragola. Qual è la situazione, in particolare, in via Nazario Sauro?”. “Va precisato” spiega l’Ospite “che la rete idrica, nella parte nord della Città, quella a cui lei fa riferimento, era ed é tuttora alimentata dalla rete di Afragola. Noi abbiamo fatto un progetto, tempo fa, di potenziamento dell’intera rete idrica della parte nord di Casoria, che prevedeva il raggiungimento di questa parte
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terminale in modo da dare un servizio completo anche agli abitanti di questa zona ai confini con Afragola. Avevamo anche ottenuto la possibilità di avere un’ulteriore adduzione da quella regionale, proprio per fornire questa zona e dare un approvvigionamento continuo e sufficiente. Questo progetto è rimasto nel cassetto, si attendono alcuni passaggi tecnici con l’Amministrazione. Ci auguriamo che possa essere approvato per realizzarlo, in modo da sanare questa situazione anomala; anomala, però, fino a un certo punto, perché in tanti Comuni, dove operiamo si riscontra questa situazione ai confini, perché gli insediamenti abitativi non sono stati seguiti da investimenti infrastrutturali adeguati”. Interloquisce Troise ponendo in rilievo il disagio dei cittadini di via Nazario Sauro e arterie adiacenti, soprattutto a seguito di una voragine, rimarcando anche l’interesse della Ottogas, nelle persone di Giuseppe Milone e di Luca Rivelli, a soddisfare le richieste dei residenti della zona. “Io capisco” afferma l’Ingegnere “ il disagio degli abitanti di quell’area confinante con Afragola, perché loro erano prima utenti della rete cittadina di Afragola; poi, ad un certo punto, c’è stato un accordo fatto in maniera grossolana fra le due Amministrazioni in base al quale gli utenti di quella zona passavano al Co-
mune di Casoria con fornitura di acqua da parte del Comune di Afragola: è un ibrido che non funziona. Ecc o perché il disagio è aumentato. Si può risolvere, come dicevo prima, realizzando un potenziamento, una rete nuova, sfruttando questa nuova adduzione regionale che ci è stata consentita dalla Regione”. Da qui l’appello del Conduttore al sindaco Raffaele Bene a risolvere definitivamente l’annosa questione mettendo in atto il progetto della Ottogas. Ultimo argomento: Lufrano, antico affluente del fiume Sebeto, che fluiva attraverso Casoria la sua effigie, annota il Conduttore, si trova sulla porta del Maschio Angioino, zona Cittadella, frazione Arpino. Domanda di Troise: “Com’è la situazione in quella zona per quanto riguarda Ottogas?” “Questa zona”, risponde Milone fu costruita abusivamente, non è stata mai raggiunta dalla rete cittadina; quindi, gli abitanti si collegarono in maniera abusiva alla rete dell’ex Arin. oggi ABC (Acqua, Bene Comune); per tali motivi, per anni c’è stato un braccio di ferro tra l’Ente idrico citato e il Comune di Casoria, che si sarebbe dovuto occupare della questione. Anche per questa zona, abbiamo preparato un progetto che è stato approvato dalla circumvesuviana per il sovrappasso ferroviario; quando ,però, lo sottoponemmo all’Ente locale, nella persona dell’architetto Napolitano ci fu detto che, essendo quell’area abusiva, quindi edificata non a norma in base alle caratteristiche urbanistiche richieste, andrebbe soggetta a un piano di recupero. La Ottogas, perciò, potrà intervenire solo dopo che l’Amministrazione attuerà il piano di recupero. Pare che essa lo stia approntando. L’Ente idrico campano dovrebbe farsi carico di far confluire i fondi del PNRR, anche per l’attuazione del progetto della Ottogas a beneficio di 70 utenti della zona Lufrano come per l’altra area periferica di via Nazario Sauro e dintorni. “Noi” conclude Troise “abbiamo acceso i riflettori, ora gli Enti preposti si diano da fare!”
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CASORIA: NELLA PARROCCHIA S. GIUSTINO DE JACOBIS CELEBRAZIONE EUCARISTICA PRESIEDUTA DALL’ARCIVESCOVO BATTAGLIA A CONCLUSIONE DEL 2° CONGRESSO EUCARISTICO PARROCCHIALE
“ABBIATE UNA PROFONDA NOSTALGIA DEGLI ASSENTI”
A conclusione del 2° Congresso Eucaristico Parrocchiale, si è svolta, il 18 giugno scorso, una solenne concelebrazione eucaristica nella parrocchia S. Giustino de Jacobis presieduta da Sua Eccellenza Rev. ma mons. Domenico Battaglia, Arcivescovo Metropolita di Napoli. Prima della Messa, il parroco, don Arcangelo Caratunti, a nome della comunità parrocchiale, ha rivolto il saluto a don Mimmo, rievocando il “profumo di stupore”, che avvertì quando il 16 ottobre 1988 si insediò nel “nuovo locale adibito a Chiesa e nel nuovo e variegato territorio”. “La prima cosa” ha ricordato “che si è mossa in me e che non mi ha più abbandonato è stata quella di “sognare”, da intendere, tale termine, come “ visione capace di orientare, di indicare la direzione di marcia in questa eterogenea realtà”. La condivisione del suo “sogno”, ha spiegato don Arcangelo, “é stato il punto di partenza generativo della comunità”, desiderando insieme con i fedeli “una comunità che da massa di persone anonime divenisse popolo di Dio, da nuclei familiari a comunità parrocchiale “famiglia delle famiglie”. Abbiamo amato la strada più che le mura. Abbiamo sognato e atteso che le famiglie e i giovani fossero l’ossatura di questa visione, vivendo 29 Esperienze per famiglie e 23 Esperienze per giovani.” E’ stata privilegiata, dunque, una pastorale “che toccasse tutti e ciascuno, che mirasse all’unità con la celebrazione dell’Avvenimento Redentore, di 2 Sinodi Parrocchiali e con oggi di 2 Congressi Eucaristici Parrocchiali. Credo che attraverso la realizzazione di progetti per minori a rischio, l’assistenza scolastica per i bambini, soprattutto quelli del campo Rom, il Centro di “Messa alla Prova” e “Custodia Cautelare”, con l’Ambulatorio medico per i disagiati, con l’Oratorio, i giovani e i giovanissimi, stiamo imparando ad essere l’abbraccio e la carezza di Dio. Il dono del pastorale al “Padre e fratello carissimo”, ha concluso il Parroco, vuole si-
gnificare il proposito di voler essere di sostegno nel cammino sinodale “per un attento ascolto, per una vera comunione, per una fruttuosa partecipazione e per una rifiorita missione. Questi punti programmatici, racchiusi anche nel documento finale di questo Congresso Eucaristico, sono e saranno le linee che seguiremo nei prossimi anni verso il 3° Sinodo Parrocchiale, affinché siano rivelatrici di sempre nuovi entusiasmi.” Nell’omelia, don Mimmo, richiamando il sogno di don Arcangelo ha affermato
che “solo chi sogna può evangelizzare e una chiesa che non sogna non evangelizza. Dobbiamo, perciò, riappropriarci di questo sogno, perché é il sogno di Dio da realizzare: in esso riscopriamo la forza e la bellezza del nostro essere comunità. E’ la ragione per la quale veniamo a Messa, nella quale professiamo e testimoniamo che davvero Gesù Cristo è il Signore della nostra vita. Il Celebrante ha evidenziato che bisogna recuperare, riscoprire quel sogno, per effondere, nell’essere testimoni del Signore, “ il profumo di Dio, profumo della carezza, che si coglie nell’abbraccio, nella tenerezza, nella forza e nel coraggio di prendersi cura della vita, di ogni vita” soprattutto di chi arranca sui crinali del proprio percorso esistenziale. A tal riguardo, richiamando il brano del Vangelo sulla moltiplicazione dei pani e dei pesci, proclamato durante la liturgia della Parola, nel quale gli apostoli suggeriscono a Gesù di congedare la folla “perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare, don Mimmo ha sottolineato che “il Signore non manda via nessuno, non allontana mai. E’ vero, prosegue il Presule, il Vangelo fa riferimento all’ora tarda, al luogo deserto, simboli di solitudine, di incomprensione, di fatica, di voglia di pensare a se stessi, di chiudere gli occhi e il cuore ai bisogni dei fratelli affamati: “sono momenti in cui mettiamo avanti le nostre stanchezze e non si ha più il coraggio di perseguire i sogni, ciò fa parte della nostra umanità, dei nostri limiti, ma il Signore scommette su di noi, ha fiducia in noi e dice: “Voi stessi date qualcosa da mangiare”. E se sbagli, se metti in mostra i tuoi limiti, Dio non ti giudica, si china per rialzarti e rinnovare la Sua fiducia in te. E se credi che puoi dare poco, basta quel poco, ugualmente mettilo a disposizione, importante è condividere.” La gente, ha rimarcato don Mimmo, ha fame di senso, di attenzioni, di affetto, d’ amore; noi possiamo diventare pane per i fratelli. “Si dice che a Messa andiamo
DOMENICA 26 GIUGNO 2022 a fare la comunione, togliamo l’articolo “la” e cambia il senso della frase: a Messa facciamo comunione, non permettiamo al pane eucaristico di essere pane dentro di noi, ma condividiamolo, facciamo comunione con chi soffre. Dopo aver raccontato l’episodio dell’incontro avuto da giovane con l’arcivescovo brasiliano don Helder Camara, che tanto ha influito sulla sua vocazione sacerdotale per la scelta di condividere totalmente la vita degli abitanti di Recife, una delle zone più povere del Nordest brasiliano, don Mimmo ha così concluso la sua riflessione omiletica: “Gesù è nel pane, ma lo si riconosce nello spezzare il pane. Vi auguro di avere sempre una profonda nostalgia degli assenti.” Al termine della celebrazione, animata dalla corale parrocchiale, l’Arcivescovo, dopo aver benedetto e sottoscritto il progetto comunitario scaturito dal Congresso, ha ringraziato, oltre a don Arcangelo, i sacerdoti concelebranti, i diaconi, i ministranti e l’assessore Marianna Riccardi in rappresentanza dell’Amministrazione di Casoria. INDIRIZZO DI SALUTO Noi siamo… il buon profumo di Cristo (2 Cor 2,14) Padre e fratello carissimo, nell’accoglierti in questa “trentacinquenne” comunità sentiamo, attraverso la pienezza del tuo ministero, il buon profumo di Cristo. Se il profumo è pervadente e non invadente, ne abbiamo sentito la fragranza con la tua inconfondibile passione, con la tua marcata fraternità e sensibile paternità, nella sorpresa che il 12 giugno dello scorso anno ci facesti ad Assisi. Era anche il profumo dello stupore, dell’abbraccio e della tenerezza che affidasti alle famiglie. Lo stesso profumo di stupore l’ho avvertito nei miei occhi quando, il 16 ot-
7 tobre 1988 a poche ore dalla mia ordinazione, con ancora le mani profumate dal crisma, misi per la prima volta piede in questa realtà. Una realtà tutta nuova: nuove le persone, nuovo il locale adibito a Chiesa, nuovo e variegato il territorio. La prima cosa che si è mossa in me e che non mi ha più abbandonato è stata quella di “sognare”. Quel sognare che immise in me un processo generativo. Anche se giovane inesperto prendevo coscienza che il mio sognare non voleva essere un’evasione che mi faceva perdere il contatto con la realtà della vita quotidiana, ma della visione capace di orientare, di indicare la direzione di marcia in questa eterogenea realtà. Mi chiedevo allora e mi chiedo oggi: quale è il sogno che vogliamo realizzare? Qual è la trasformazione reale che vogliamo generare nel mondo che cambia? L’appartenenza alla comunità non è generata da qualcosa che si fa ma dal condividere una visione, un sogno. Quello è stato il punto di partenza generativo della comunità. Infatti, il sogno è desiderio, attesa, spinta creativa… È sapere che qualcosa di nuovo dovrà succedere. Sì, perché prima ancora di programmazioni, avevamo bisogno di visioni. Abbiamo sognato e desiderato una comunità che da massa di persone anonime divenisse popolo di Dio, da nuclei familiari a comunità parrocchiale “famiglia delle famiglie”. Abbiamo amato la strada più che le mura. Abbiamo sognato e atteso che le famiglie e i giovani fossero l’ossatura di questa visione, vivendo 29 Esperienze per famiglie e 23 Esperienze per giovani. Lo stesso profumo dell’abbraccio l’abbiamo avvertito adottando una pastorale che toccasse tutti e ciascuno, che mirasse all’unità, con la celebrazione dell’Avvenimento Redentore, di 2 Sinodi Parrocchiali e con oggi di 2 Congressi Eucaristici Parrocchiali. Questi eventi di grazia ci hanno condotto ogni giorno al roveto
ardente che è l’altro; questo richiede, come Tu stesso hai affermato nel tuo intervento all’Incontro nella Chiesa Cattedrale con i referenti del sinodo il 17 marzo scorso: “Togliti i sandali!... C’è un roveto ardente in ogni uomo… davanti al quale occorre davvero denudarsi i piedi…” Lo stesso profumo della tenerezza non si è fatto aspettare, perché tutto: eventi lieti ed eventi tristi sono stati vissuti come una carezza di Dio. Così, “Chi, nel cammino della vita ha acceso anche soltanto una fiaccola nell’ora buia di qualcuno, non è vissuto invano.” (S. Teresa di Calcutta) Credo, che attraverso la realizzazione di progetti per minori a rischio, l’assistenza scolastica per i bambini, soprattutto quelli del campo Rom, il Centro di “Messa alla Prova” e “Custodia Cautelare”, con l’Ambulatorio medico per i disagiati, con l’Oratorio, i giovani e i giovanissimi, a nostra volta, stiamo imparando ad essere una carezza di Dio. Sappiamo che “Non è il cammino che è difficile, è il difficile che è cammino.” (S. Kierkegaard) per questo, il dono che ti facciamo di un pastorale, semplice ed essenziale nella forma, vuole significare che noi vorremmo essere di sostegno nel cammino Sinodale, per un attento ascolto, per una vera comunione, per una fruttuosa partecipazione e per una rifiorita missione. Infatti, questi punti programmatici, racchiusi anche nel documento finale di questo Congresso Eucaristico, sono e saranno le linee che seguiremo nei prossimi anni verso il 3° Sinodo Parrocchiale, affinché siano rivelatrici di sempre nuovi entusiasmi. Come la promessa che si scambiano gli Ebrei (durante la loro Pasqua): “Ci vediamo l’anno prossimo a Gerusalemme” L’Shana haba’ah b’Yerushalayim, Ti dico dal profondo del cuore: “Ci vediamo il 09 settembre prossimo ad Assisi per la 30ª Esperienza Famiglia ”.
Piazza Benedetto XV, 5/A 80026 Casoria (NA) itegas.srl@libero.it Tel. 081. 757.31.07 338.490.71.90 339.415.87.00
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8 RITA GIAQUINTO
SALUTE & BENESSERE
MSC CROCIERE: TUTTI A BORDO TRA CIELO, MARE, DIVERTIMENTO E TANTO RELAX
Con l’ultima puntata della Summer Edition del format Salute & Benessere di Rossella Giaquinto, le telecamere della rete web NanoTV sono entrate nel magico, incantevole mondo della nave da crociera Seaview della MSC Crociere. Autorevole voce narrante del giovedì pomeriggio è stato il Dr. Francesco Manco, Area Manager per il Sud Italia della MSC. Da una delle più belle navi della flotta in sosta presso la Stazione Marittima di Napoli, Rossella ed il Dr. Manco ci hanno raccontato quanto è importante per il nostro benessere fare l’esperienza di una crociera: una soluzione avvincente per una vacanza piena di confort e di relax, per poter visitare più di una città in pochi giorni, per godere di spettacoli, musica, balli, condividendo momenti che resteranno indimenticabili. Come lo stesso Dr.Manco ci racconta: “Sicuramente la crociera offre tantissime possibilità, ma è innanzitutto una vera evasione dalla nostra quotidianità, da ciò che per un anno intero facciamo tutti i giorni. La socializzazione su una nave come questa è inevitabile: la Seaview trasporta oltre cinquemila persone, che possono arrivare fino a 42 nazionalità diverse. Da non sottovalutare l’aspetto culturale di una crociera: di fatto è un viaggio alla scoperta di nuove città, per conoscerne storia e tradizioni, esaltando l’arte culinaria di quella nazione che si va a visitare. Su una nave abbiamo tante possibilità di coniugare la parola benessere: lasciarci tutto alle spalle, vivere a pieno i nostri centri benessere, le nostre SPA, una cucina dedicata anche al wellness per i più esigenti, non soltanto per stare in forma, ma perché abbiamo sempre quei clienti che vogliono avere, anche in vacanza, la cultura del mangiar sano”. Ogni anno, venticinque milioni di persone scelgono di fare una crociera, un dato interessante soprattutto se pensiamo che è ancora in grande crescita; un incremento bruscamente interrotto dalla pandemia, in un periodo in cui la crocie-
ra come vacanza era in forte ascesa sul mercato turistico. Ora, con le riaperture, torna sul podio delle scelte. Una richiesta che possiamo vedere come naturale conseguenza delle offerte che ogni anno la compagnia di navigazione studia per attirare un numero sempre maggiore di clienti, accontentando tutte le fasce di età, dai bambini, ai teenager, ai Senior, agli adulti senza dimenticare gli sposi e i viaggi di nozze. Il commento di Manco: “Siamo sicuramente ripartiti alla grande,e questo dipende da un’offerta sempre più diversificata. Che deve sempre migliorare: quindi aumenteremo la flotta, toccheremo più isole, altre mete. E’ importante avere spazi dedicati ad ogni fascia di età, che possano soddisfare completamente la vacanza di ciascun segmento. Addirittura, il miniclub per i più piccoli è a completa disposizione anche nel caso in cui i genitori volessero
fare escursioni lasciando i propri piccoli a bordo. In sostanza, la crociera ha un’offerta per tutti i gusti, tutte le età e, soprattutto per tutti i portafogli”. A bordo di una delle navi più belle della flotta, Rossella si fa raccontare da Francesco Manco quali sono le altre navi che partiranno da Napoli e soprattutto quali saranno gli itinerari: “La Seaview io la definisco una nave cabriolet perché segue sempre il sole: ha tanti spazi all’aperto, un grande bordo piscina, è stata progettata affinché gli ospiti vivessero il mare, ne sentissero l’odore ed il sapore sempre. Unitamente a questa nave che partirà ogni lunedì alla volta di Messina, Malta, Barcellona, il sabato avremo la MSC Opera, un po’ più piccola che può offrire una vera crociera per famiglie. Riprenderemo a toccare Tunisi, dove non arrivavamo più dal 2015, quindi un’altra grande opportunità, un
DOMENICA 26 GIUGNO 2022 altro grande prodotto a scaffale per dare ai nostri clienti una maggiore scelta. Infine, una notizia proprio veramente last minute, abbiamo avuto l’esigenza di rimettere la MSC BELLISSIMA sul porto di Napoli, perché la Seaview e la Opera sono quasi tutte sold out per tutta la stagione. Quindi, la nave BELLISSIMA viene a dare una mano alle altre due compagne e partirà dal 14 luglio da Napoli ogni giovedì. L’itinerario sarà prevalentemente Valencia, Barcellona che si alternerà con Tarragona, città di dominazione romana, a Sud della capitale catalana. BELLISSIMA è una nave che si presta davvero ad ogni tipo di segmento e di esigenza”. Le navi da crociera sono tra le aree a più alta densità abitativa – come ci racconta Rossella – quindi possono accogliere migliaia di persone contemporaneamente. La socialità è dunque un tema molto importante: bar, ristoranti, casinò, teatro, discoteca, intrattenimento di ogni tipo, giochi e parchi acquatici anche per i più giovani. Navi che diventano particolarmente adatte ai gruppi: gruppi di amici, gruppi aziendali, che decidono di stare sulla nave perché hanno la possibilità di avere tutto in un unico calderone: si possono riunire, fare briefing ma darsi
9 anche al divertimento più sfrenato. Ma in tema di Salute & Benessere è doveroso affrontare il tema della ecosostenibilità che anche per la MSC è sempre oggetto di attente valutazioni: “Infatti a fine anno sarà varata una nuova classe di navi che andrà ad LNG, ovvero Liquid Natural Gas che sarà completamente a gas a impatto zero sull’ambiente. Anche se, al di là di questa innovazione, nei porti quando attracchiamo, utilizziamo un tipo di carburante differente rispetto a quello usato in navigazione, che è molto, ma molto meno inquinante. Attualmente noi possiamo dire di essere comunque a impatto zero, perché anche se le navi inquinano al 20% , noi seminiamo e piantiamo alberi in alcune isole per bilanciare questo inquinamento”. Il Dr. Manco si riferisce alla Ocean Cay Marine Reserve, una vera isola che appartiene alla MSC che si trova a sessanta miglia da Miami. Una vera estensione della nave, infatti tutto ciò che si trova a bordo, lo si trova anche sull’isola. Riservata soltanto agli ospiti della nave, è caratterizzata da un faro, cinque spiagge, spiagge per bambini, ristoranti e piscine private. Un’isola dove possono, ovviamente attraccare solo le navi della MSC e dove i crocieristi si godono
il mare e la natura in totale relax: non è necessario portare documenti, né soldi perché è come se continuassero a stare sulla nave. Lo Yacht Club, invece, altra sezione interessante, è una crociera nella crociera: 90 suites all’interno della nave, con maggiordomo a propria disposizione H24, ristorante riservato e piscina privata. Insomma, il massimo del confort. Ultimo progetto in cantiere è la costruzione di quattro navi extra lusso: una cabina potrà costare anche quindici mila Euro, ma sarà tutto incluso e anche gli itinerari guarderanno sul mondo. Partenza e rientro non saranno dalla stessa città, ma potranno essere anche in città di continenti differenti, con una durata che potrà variare dai dieci ai venti giorni. Un’azienda, dunque, la MSC sempre in fermento, con idee, progetti, ambizioni che possano soddisfare ogni tipo di richiesta ed i clienti più esigenti. Resta, in ogni caso, quello della crociera un viaggio che consente di staccare completamente dalle pressioni di una vita che si fa sempre più stressante e dove la vista dell’acqua, l’odore del mare, il contatto perenne con l’aria fresca e divertimenti di ogni tipo alleviano l’affaticamento mentale reintegrando energie, salute e benessere.
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IL CORO POLIFONICO MIRABILIA VOCIS A SANTA CHIARA PERFETTO CONNUBIO TRA MUSICA, ARTE E STORIA
Domenica 19 giugno in una delle sale dell’antico complesso monumentale di Santa Chiara, nel cuore del centro storico di Napoli, si è esibito il coro polifonico Mirabilia Vocis, dell’associazione culturale e musicale Cantate Domino di Casoria. I venticinque elementi del coro diretto dal M° Daniela Michela Di Monaco si sono esibiti con un repertorio classico dell’intramontabile musica napoletana nella Sala Maria Cristina, una delle più ampie del Monastero, arricchita da due grandi affreschi trecenteschi. Un appuntamento ormai consolidato tra il coro ed il Monastero che, quest’anno, si è inserito nella “Festa internazionale della Musica”, evento a sostegno della ripartenza del comparto artistico- musicale, uno dei più penalizzati dalla pandemia, e della Green Music Economy, a difesa della ecosostenibilità per il rispetto della natura e del nostro martoriato pianeta. La musica classica napoletana, alla quale il destino del Monastero è straordinariamente legato, è stata padrona assoluta della serata in un percorso che ha esaltato passaggi e melodie dei maggiori musicisti e compositori della nostra storia: Libero Bovio, Salvatore Di Giacomo, Giuseppe Turco e Luigi Denza, Sisca e Cardillo, De Curtis e Labriola, Barberis e Galdieri, indiscussi protagonisti dell’epoca d’oro della canzone napoletana che hanno contribuito ad esportare a livello internazionale la fantasia, la passione e la poesia della nostra arte. “Munasterio ‘e Santa Chiara”, doveroso omaggio alla chiesa francescana che ha ospitato l’evento, è stata la canzone d’apertura. Scelta non casuale anche per la valenza storica dei versi dalla melodia ampia e ariosa che, con una sostenuta drammaticità, alternano l’angoscia della distruzione di Napoli e del Monastero all’indomani del dopoguerra, alla speranza della ricostruzione, della rinascita, di una fiduciosa ripartenza. “Te voglio bene assaje”, “Reginella”, “Era de maggio” sono state, a seguire, solo alcune delle undici canzoni in cui il coro ha espresso interpretazione intensa, con un ritmo ed un fraseggio di notevole dinamicità. Tutte interessanti le estensioni dei nostri cantori, che hanno saputo ben modulare la potenza delle loro voci in conformità alle
note armoniose ed al romanticismo di quei testi storici che hanno esaltato i valori basilari dell’esistenza: amore per la propria terra, passione per la propria amata. Si sono dimostrati, ad ogni passo, abili esecutori in grado di tradurre artisticamente il senso, profondo ed indimenticabile, delle storie che da oltre un secolo accompagnano la vita di ogni napoletano ma che ci hanno resi famosi in tutto il mondo anche per il nostro modo di creare musica, di produrre arte. Inevitabili “O sole mio” - indiscusso capolavoro mondiale, cantato ed inciso ovunque - e “Funiculì Funiculà”, che hanno chiuso la straordinaria kermesse. Con queste due canzoni, i Mirabilia Vocis sono riusciti a sfruttare al meglio la tessitura elastica del complesso vocale, donando espressione intensa a queste due opere maestre, animando tutto il discorso sonoro con scioltezza, armonia e spontaneità. Tutto ciò che, in sostanza, caratterizzano – da sempre – Napoli e i napoletani. Un altro grande successo per il nostro coro polifonico e per chi ama la musica in tutte le sue forme, soprattutto quelle che si esplicitano in comunione con il patrimonio artistico e storico della nostra città.
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MARIA CRISTINA ORGA
IO RACCONTO STORIE magazine
OFF LINE BISTROT: BENVENUTI A CASA, DOVE IL CIBO È MUSICA La prima cosa che ti colpisce quando arrivi da Off Line è un magnifico pianoforte a coda nero e lucente che sonnecchia sulla sinistra e concede la sua maestosa eleganza all’ospite che varca la soglia di quello che subito appare come un posto magico, intarsiato di punti luce che ne valorizzano l’ambiente e i dettagli di impatto immediato, come il lungo banco di legno corredato da alti sgabelli da aperitivo che svolta a gomito a sinistra verso il fondo della sala a elle, e che accoglie il visitatore con un rilucente piano in vetro retroilluminato, all’interno del quale fa bello sfoggio di sé una parata di etichette di bianchi, rossi, rosé e bollicine di alta gamma, immediatamente seguiti da una superba selezione di frutta fresca che titilla le papille al punto da costringerle ad una pavloviana acquolina anticipatrice dei piaceri che il palato brama e attende. E non resterà deluso, il palato, quando sarà il momento di portare la forchetta alla bocca, anzi. Ma prima di parlare di cibo, lasciamo scorrere ancora intorno lo sguardo curioso di occhieggiare la cucina a vista, dove lo chef Enzo D’Auria, con la sua corte di vice, vice del vice e aiuti, imbandisce le pietanze con gesti fluidi e sapienti, in una ipnotica danza. I tavoli sono sulla destra, sobri e discreti. Alcuni anche in fondo, volutamente defilati, per chi ha voglia di stare un po’ più per conto suo, come in una sorta di privé “open space”. In sottofondo la filodiffusione. Niente schermi accesi, né finali di coppa, né Mariedefilippi con il codazzo di amici, o Isoledeifamosi o presunti tali, niente rombi di Formula Uno, o chiac-
chiericcio di opinionisti improvvisati esperti della cosmica vacuità, niente video a palla di adolescenti anemici e depressi dai nomi inverosimili che biascicano litanie di ovvietà finto trasgressive e parolacce su un tappeto ritmico sempre uguale e voci intercambiabili che così non ti sbagli. In sottofondo solo la filodiffusione. Musica. Quella vera. E a basso volume per giunta, una coccola, che ti fa venire voglia di conversare a mezza voce guardando l’interlocutore negli occhi e dimenticando il cellulare in tasca. E scusate se è poco. Mentre se lì che ti rilassi sorseggiando una bionda italiana fredda che ti fa campare cent’anni, (ma anche un prosecchino va bene, se preferite) arriva lui, Ciro Vin-
ci, uno dei due padroni di casa, che di questo posto è l’anima e quando inizi a parlarci, capisci… L’idea di aprire un bistrot dal nome evocativo “Off Line” e che ha un target decisamente singolare sulla Sannitica, una strada non proprio centrale, da dove nasce? Inizialmente il locale è stato aperto dal mio socio, Castrese Trinchillo. Io e lui ci conosciamo da trent’anni, un giorno mi propose di condividerne la gestione e accettai. Chiamarlo “Off Line” non è stata una scelta mia, ma mi piace molto: è perfetto per il bistrot, perché appena chi varca la soglia entra in “modalità off line”, cioè non pensa più a niente se non all’arte culinaria che possiamo of-
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frirgli. Lei, dunque, è subentrato in un secondo momento: prima di cosa si occupava? Io sono un docente e un musicista. Ho uno studio di registrazione e scrivo musica per programmi televisivi nazionali. All’ingresso si viene accolti da un magnifico pianoforte a coda: evidentemente c’è un nesso con il suo essere un musicista… Sì. Infatti. Io ho due figli, ma pianoforte per me è il terzo figlio che mi sono portato dietro quando è iniziata questa avventura. A casa ho il mio piano, ma ho voluto comprarne uno da mettere qui per dare una vita diversa al locale… Da Off Line quindi si fa musica dal vivo. Assolutamente sì. Abbiamo ospitato da poco una serata jazz e ne avremo altre, non solo jazz, ma anche pop, funky, con personaggi dello spettacolo a livello nazionale che sono anche produttori affermati. Mi piacerebbe dare spazio anche ai ragazzi, ma per ora preferisco puntare su nomi di un certo livello. C’è un calendario eventi per la stagione estiva? Lo sto strutturando per il mese di Luglio. Per ora posso dare due date: la prima sarà il 13, con il jazzista e produttore Mimmo Cappuccio, l’altra la
stiamo definendo. Ma non mancheranno belle sorprese. Non anticipiamo troppo… il consiglio ai lettori è di tenere d’occhio i social di Off Line nelle prossime settimane per essere aggiornati. Ora però torniamo a lei: com’è che un musicista, produttore, docente di musica, decide all’improvviso di fare l’imprenditore? Io avevo in mente di aprire una struttura per anziani, perché sono anche un ex infermiere e proposi a Castrese di farlo insieme. Lui mi rispose che aveva un ristorante, questo, che faceva fatica e mi invitò ad aiutarlo a dargli nuovo slancio. Siccome io amo cucinare e ho un ottimo palato grazie al fatto che mia mamma era chef decisi di provare. E stiamo iniziando a vedere i primi risultati. Che impostazione ha il bistrot? Credo quella giusta, perché siamo quasi sempre pieni, a cena ma anche a pranzo. Quali sono i punti di forza di Off Line? Sicuramente non la posizione, ma la qualità del servizio e la struttura nel suo insieme. Quando sono qui il design mi dà l’impressione di non essere a Casoria… Ubicazione defilata in una strada secondaria di Casoria… come fate a far conoscere il bistrot al maggior numero di persone anche di altre città e a quale target vi rivolgete?
La nostra clientela è un po’ particolare, anche se ci rivolgiamo a tutti, dando grande importanza alla qualità degli ingredienti, partendo dall’olio della frittura, che è rigorosamente De Sanctis. I nostri clienti si accorgono subito che mangiano pulito e di qualità. Il nostro menù spazia tra mare e terra, poi facciamo anche finger food e molti aperitivi per chi non preferisce cenare. Per chi è consigliato: amici, coppie, famiglie, business man…? Per tutti: dalle cerimonie alle cene di lavoro. Chi c’è in cucina? Chef, cuochi… un po’ di giovani bravi che mettono il cuore nelle preparazioni e anche nella coreografia del piatto. E che tutti in cucina amino il loro lavoro, dal primo chef al lavapiatti al cliente arriva sotto forma di benessere. Assumere giovani è importante, perché significa anche dare opportunità di lavoro in un territorio in cui la crisi occupazionale è forte. Assolutamente sì. I ragazzi sono molto qualificati, ma spesso in cucina vengono affiancati da Enzo D’Auria che è un docente del Torrente, l’istituto alberghiero di Casoria. A proposito di cucina, la scelta di renderla “a vista” è motivata dalla volontà di rendere evidente a tutti la qualità del lavoro che vi si svolge, o anche di coinvolgere l’avventore in una familiarità casalinga? Il vetro non nasconde nulla, così il cliente può vedere tutto quello che succede in cucina… Quali sono i piatti forti del bistrot? Ce ne sono parecchi, dai paccheri con ricciola e vongole ad una semplice genovese con la carne nella pasta, oppure pasta e patate con provola, o ancora pasta e fagioli con le cozze, per restare nella tradizione. Poi ci sono piatti delle elaborazioni diverse, piatti più sofisticati, sempre di mare e terra o solo di
DOMENICA 26 GIUGNO 2022 mare… molti clienti dicono: “Fate voi, perché sappiamo che lavorate bene e vogliamo una sorpresa:” Una cucina di tradizione innovata, quindi… Esatto. Finger food, aperitivi e apericena vanno di moda in molti locali. E all’Off Line i clienti cosa preferiscono? Molti preferiscono la cena. Il finger food è più richiesto a pranzo, anche se la maggioranza resta legata ai piatti e non agli assaggi. Quale portata è più richiesta? I primi? Direi gli antipasti, perché pur essendo tradizionali, come parmigiana di melanzane o di zucchine, sono molto buoni e particolari. Poi ci sono le verdure alla julienne pastellate, bocconcini di mozzarella di bufala di un ottimo caseificio di Casoria, che vanno dai trenta ai duecento grammi e tanto altro ancora. Torniamo alla comunicazione come si fa ad arrivare a chi non sa che esiste e dov’è Off Line? Io ho molte conoscenze personali e poi conosco molte scuole e sono conosciuto anche in quelle in cui non ho insegnato, per cui tante persone sanno di Off Line, sono già venute e vengono. E stiamo avendo ottimi riscontri. Poi di bocca in bocca la voce si sparge, infatti molti amici mi mandano loro amici e così via… il passaparola funziona sempre. Una domanda da avvocato del diavolo: in un periodo di grossa crisi economica e di prezzi impazziti, quanto è accessibile in bistrot? Io sono solito chiedere alle persone di quale budget dispongono, in modo da non metterle in difficoltà e farle mangiare bene comunque. Abbiamo anche un menù fisso, proprio per dare la possibilità a tutti di mangiare bene senza spendere troppo. Chiedo il budget disponibile anche a chi viene a prenotare una cerimonia, proprio per andare incontro
13 a tutte le esigenze. Questa è una informazione davvero preziosa! Torniamo alle origini: da quanto tempo è iniziato il suo percorso ad Off Line e che idea si è fatto per il suo sviluppo? Sono qui da febbraio, per l’esattezza dal giorno di San Valentino e da allora ad oggi ho già avuto un ottimo riscontro, considerato che, quando apri un’attività, ci vogliono almeno due anni per vedere qualche risultato. Castrese aveva aperto a fine 2019, ma il ristorante non era mai partito, perché subito dopo c’è stato il Covid e anche dopo stentava a decollare. Io dico che nelle cose devi metterci il cuore, perché è allora che avrai successo. E non parlo di successo economico, ma personale. Come nella musica. Io scrivo tanta musica. Quindi ad Off Line il cuore è arrivato a San Valentino… Sì. Cosa ha scelto di proporre per l’occasione? Una cena per tutti gli innamorati e poi da lì è partito tutto. Il locale era pieno: c’erano circa novanta persone. Il mio amore per questo locale è nato quella sera. Io volevo tutt’altro, poi mi sono innamorato… Ricorda il menù di quella magica serata? C’era un antipasto tra terra e mare, poi linguine con granchio come primo, frittura di pesce e un turbante di orata con patate duchessa e gamberi per secondo. Menù afrodisiaco! Quanto è disposto a sacrificare la musica per Off Line? Questa è una domanda molto pertinente! Non sacrificherei mai la musica, né per Off Line, né per altro al mondo. Lei suona qui o pensa di farlo? Preferisco che siano gli altri a suonare quel pianoforte che considero la mia ombra. a me non piace espormi tanto. Suono quando sono solo.
Noto che non ci sono video, nonostante attraggano molti avventori, ma una musica a volume moderato in sottofondo. Personalmente apprezzo la scelta. Ci dice a cosa si deve? È una scelta precisa. A volte, soprattutto la domenica, quando ci sono le partite o la Formula Uno, le persone mi chiedono di accendere la TV, ma io rispondo che devono considerare lo schermo appeso come un quadro nero e concentrarsi sul quadro di pietanze che hanno nel piatto e sul palato. E funziona. All’entrata si viene accolti in ordine di apparizione dal pianoforte, dalla vetrina di vini e da quella della frutta fresca. È un percorso visivo premeditato? I vini sono importanti. Quando si entra in un locale, la prima cosa che fai è cercare la bottiglia che ti piace, perché il vino è fonte primaria del pasto. Abbiamo una vasta scelta nella carta dei vini, da una fascia molto bassa a quella alta. La frutta c’è perché è un po’ parte di me, perché quando avevo cinque-sei anni e iniziavo a studiare pianoforte ho lavorato nei mercati. Non a caso frutta e pianoforte sono affiancati. A parte le mie emozioni personali, è importante anche per il cliente sapere che può mangiare frutta fresca, a fine pasto o anche solo frutta. Anche se la parte che più mi tocca è quella del ricordo di quando ero piccolo ed ero uno scugnizzo e poiché non avevo grandi possibilità, per pagarmi le lezioni di pianoforte a cui non volevo rinunciare, trasportavo le cassette di lattuga che pesavano un chilo o due e quindi le potevo sollevare e poi osservavo gli altri. Anche perché pensavo sin da piccolo che non solevo sottostare a nessuno, non volevo che qualcuno prendesse la mia vita nelle sue mani. La mia vita la dovevo decidere io, guadagnando o non guadagnando non era importante. L’importante era che nessuno si approfittasse di me, come è successo da
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14 piccolo, quando il mio datore di lavoro al mercato intascava molti soldi e a me dava una miseria, nonostante facessi tutto il lavoro. Alle cinque del mattino mi veniva a prendere, alle sette e mezzo mi riportava e dopo il mercato andavo a scuola. Al pomeriggio studiavo, perché ho sempre studiato e poi andavo anche al negozio. Una vitaccia per un bimbo di sei anni! I suoi genitori glielo consentivano? Sì, perché io li tormentavo col fatto che volevo studiare pianoforte e comprarne uno. Sono nato con quel pensiero. Mamma non voleva. Mio padre mi diceva: “Questo ti posso dare con tre sorelle femmine” e io ho iniziato a crescere da solo per strada. Ho imparato tante cose e poi alla fine ho scelto bene. Uno scugnizzo con l’anima d’artista. Si può dire che la musica l’abbia sal-
vata? Sì. C’era una signora che non dimenticherò mai: avevo dodici anni e facevo la terza media perché ero un anno avanti e lei mi diceva di lavorare con i guanti perché altrimenti mi sarei rovinato le mani. E un pianista, come un chirurgo, non può rovinarsi le mani… piuttosto le deve assicurare! Infatti. Io ho curato piaghe gravi e ulcere da decubito per anni, perché ho studiato scienze infermieristiche e poi ho frequentato un master proprio sulla cura delle piaghe. Avere a che fare con i pazienti mi ha dato tanto, anche per far sì che io fossi libero. E mi sento pienamente libero. La libertà è lo spirito che ho nella mia anima. Avere a che fare con la sofferenza l’ha aiutata ad apprezzare il bello?
Sì. Ne parlavo qualche giorno fa con una collega a cui dicevo che vedo tante persone che hanno tanto ma non lo sanno apprezzare. Io invece dalla sofferenza ho imparato ad apprezzare tutto, dallo spazzare a terra, a dirigere un’orchestra, che può essere un ristorante o una vera orchestra di musicisti. Chiudiamo in dolcezza. Quali sono le specialità di Off line per il dessert? I dolci li facciamo noi e sono tutti buoni: caprese, plum cake, babà, delizie al limone, cannoli siciliani…ce n’è una vasta gamma, perché lo chef ha una buona mano per i dolci. Una buona ragione per venire da Off Line? Venire per sentirsi a casa. Benvenuti a casa potrebbe essere lo slogan del bistrot? Benvenuti a casa... sì, mi piace!
ANGELA CAPOCELLI
EMANUELE CERULLO: ORGOGLIO NAPOLETANO
Emanuele Cerullo nasce nel 1993. A soli 14 anni, poco più che bambino, esordisce con la raccolta di poesie “Il coraggio di essere libero”. Nel 2016 pubblica la sua seconda raccolta di poesie, “Il ventre di Scampia”: un messaggio sulla Scampia di cui i media non parlano, una dichiarazione d’amore nei confronti della poesia. Dopo aver ricevuto diversi riconoscimenti per il suo impegno civile, Emanuele ha cominciato ad insegnare italiano e storia negli istituti superiori, senza mai abbandonare il suo lavoro coi minori a rischio. Egli scrive, inoltre, su giornali e riviste: un ragazzo che ha molto da dire e che si dà tanto da fare, un esempio per i giovani, soprattutto quelli della nostra città. Raccontati a chi non ha avuto il piacere di conoscerti: chi è Emanuele Cerullo? Domanda difficilissima, cominciamo bene. Sono un uomo di 29 anni che vuole comprendere il mondo per renderlo comprensibile. Per provare a fare tutto ciò, insegno nelle scuole, scrivo libri e provo ad impegnarmi coi giovani che crescono in contesti sociali di estrema marginalità. Quanto ha influito il contesto in cui sei cresciuto su chi sei diventato oggi? Il contesto sociale mi ha indubbiamente influenzato e ancora oggi resta accesa la lampadina che mi invita ad occuparmi di ogni forma di minoranza e marginalità.
E in realtà non sono diventato nessuno e non voglio diventare nessuno, provo solo a comprendere quello che mi circonda per renderlo comprensibile. Che ruolo hanno avuto l’istruzione da una parte e la voglia di scrivere dall’altra nella tua vita? In parte mi ricollego alla risposta precedente. Aggiungo che il mondo dell’istruzione che mi ha formato non mi ha soddisfatto: il liceo è un acquario in cui navighiamo senza curarci delle problematiche che attanagliano la nostra società… non a caso mi scagliavo contro molti miei compagni di scuola, che sono stati anche dei formidabili secchioni, ma asserviti alla logica del voto alto per essere più bravo dell’altro e per eccellere,
quello che accadeva fuori non aveva alcuna attenzione dentro le aule, e questa cosa per me era e resta gravissima. Ma gli ultimi tre anni di scuola li ho fatti al professionale, e lì non si avvertono quei valori piccolo borghesi di chi sarà “la nostra classe dirigente” (espressione fin troppo ripetuta dai nostri docenti quando eravamo studenti), ma essendo un diploma finito si prova ad avere un approccio più concreto verso il mondo del lavoro: spesso i tentativi sono fallimentari. Ma attualmente ritengo più problematico un liceo che un istituto professionale. Quindi il ruolo che ha avuto l’istruzione nella mia vita mira ad uno sguardo complesso sul presente dei giovani. Perché è del presente che ci dobbiamo occupare. Troppo comodo dire ai ragazzi che sono il nostro futuro. Questa frase è una beffa. Loro, semmai, sono il presente, ma a furia di proiettarli nel futuro rendiamo meno credibile il presente. Quali sono i tuoi progetti futuri? Continuare a fare quello che sto facendo: insegnare e occuparmi dei libri miei e altrui. E magari anche scovare talenti e scoprire altre piccole realtà del mio paese. Qual è il messaggio secondo te più importante da lanciare ai tuoi alunni e ai nostri lettori più giovani? Non accontentarsi mai di quello che vedono e di mettere amore e disciplina in ogni cosa.
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ANTONIO ROCCO A “LA COPERTINA”: “FATTO FUORI PER MOTIVI POLITICI MA FINO A CHE HO POTUTO HO CERCATO DI AIUTARE LA CITTÀ” Durante una recente puntata de “La Copertina” programma web condotto dal nostro Direttore Nando Troise è intervenuto Antonio Rocco che fino a poche settimane fa era Assessore agli affari generali e del personale del comune di Casoria. Il fitto scambio di battute tra il nostro direttore e Rocco parte da una conversazione che i due hanno avuto, tramite messaggi, lo scorso 11 maggio. Alla domanda del Direttore: “non sei più assessore?” Rocco rispose “no. Sono equilibri politici Nando, lo sai. Io sono stato chiamato come tecnico per programmare ed assumere nuovo personale. Il piano è stato fatto, bisognava approvare il bilancio per poter capire quanti fondi si avevano a disposizione. Sarà il sindaco (che ha preso la delega a questo assessorato) a portare avanti ciò che io ho iniziato”. Il Direttore Troise ha poi chiesto a Rocco di spiegare il contenuto del messaggio in maniera “non politichese”. Rocco spiega: “io ho fatto una sintesi in questo messaggio di ciò che ho potuto capire di quanto accaduto. Io avevo un ruolo preciso: aiutare l’amministrazione a confezionare un piano avente ad oggetto l’assunzione di nuovo personale. Progetto difficile perché, ricordiamo, il Comune è in dissesto. Alla domanda: “come mai il Sindaco Bene si è rivolto a te?” l’ex assessore ha risposto: “Io sono stato funzionario alle risorse umane e ai servizi sociali al Comune di Quarto. Ho lavorato poi anche per Pozzuoli e Marano e per questo motivo ho acquisito determinate competenze. Proprio per le mie competenze sono stato chiamato a luglio 2021 dal sindaco che mi conosce personalmente. Ci sono stati alcuni incontri. Io però ero restio perché lontano dalla vita politica cittadina. Non avevo più tessere di partito e aderenze locali visto che per 18 anni ho lavorato altrove. Ma il sindaco è riuscito a convincermi. Io però sono stato chiaro fin dal principio: se non viaggiamo a 300 km orari sarà impossibile arrivare ad assumere nuovo personale, cosa che, purtroppo, si è verificata. I termini per assumere nuovo personale sono scaduti a dicembre 2021 e non siamo riusciti
a rispettarli. Ricordo che il comune di Casoria, grazie al famoso concorsone della Regione Campania, era riuscito ad ottenere le 9 unità di cui aveva assoluto bisogno. Abbiamo avuto a disposizione sei vigili urbani e tre elementi tra categoria D e C. Fu Santi Giuffrè, il commissario prefettizio dell’epoca, ad aderire al bando nel 2017. Le nove unità sono effettivamente arrivate ma non abbiamo potuto assumerle perché, in quanto comune in dissesto, per assumere personale abbiamo bisogno di autorizzazione da parte di una commissione del Ministero dell’Interno per poter procedere e il tutto era soggetto all’approvazione del bilancio di dissesto. Il bilancio di dissesto fu approvato nei tempi previsti, il bilancio consuntivo e di previsione no. Questo ha bloccato tutto e non ha consentito l’assorbimento del personale. Sull’amministrazione delle città Rocco ha dichiarato: “Ormai nei consigli comunali ci trovi sempre le stesse persone che, di tanto in tanto, cambiano casacca ma son sempre le stesse, messe lì o per amicizie politiche o perché facenti parte di famiglie note locali. Siamo in una situazione storico politica che alcuni analisti definiscono “indifferenza della democrazia” proprio perché non c’è confronto sulle questioni urgenti, non c’è una vera
democrazia perché gli attori protagonisti sono sempre gli stessi, con colori diversi, ma sempre gli stessi. Per questo motivo la gente non ha più interesse per la politica. E non sto parlando solo di Casoria, ma dell’Italia intera. Per quella che è stata la mia esperienza a Casoria posso dire di non aver mai assistito a consigli comunali degni di questo nome ma più che altro a battibecchi che nulla avevano a che fare con la risoluzione dei problemi della città”. Il Direttore Troise si chiede e chiede a Rocco quale sia lo stato di salute della pubblica amministrazione e Rocco risponde che: “ormai siamo in una fase di piena emergenza. In realtà è da anni che è così. Lo stiamo vedendo ultimamente nell’ambito della sanità ma anche nella pubblica amministrazione sono anni che chi va in pensione non viene rimpiazzato. Il ministro Brunetta ha infatti dichiarato che nei prossimi anni dovranno essere impiegate nella pubblica amministrazione non meno di 800mila unità. Se lo si riuscirà a fare o meno non lo so, quello che so è che il personale è poco e, presto o tardi, tutti o quasi tutti i comuni italiani andranno in dissesto e nelle stanze dei palazzi comunali non ci sarà nessuno in grado di compilare domande per partecipare a bandi che permettono di acce-
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16 dere ai fondi europei, che sono ossigeno in un paese fortemente indebitato come l’Italia. Dal 2018 al 2021 abbiamo perso 152 unità di personale comunale. Al comune di Casoria dovrebbero lavorare 517 unità di cui 9 dirigenti. Attualmente ci sono 250 dipendenti e 4 dirigenti su 9. Ciò significa che i dirigenti devono assumere degli interim”. Troise chiede se sia umanamente possibile che il capo della polizia municipale abbia l’interim per la salvaguardia di ambiente e patrimonio e l’ex assessore risponde che “tecnicamente e normativamente è possibile. Ma in questo modo gestire la cosa pubblica diventa impossibile. Anche perché spesso si affidano compiti eterogenei ed incompatibili tra loro allo stesso dirigente.” Caso simbolo quello del Comandante della Polizia Municipale: “Quando andai a parlare con il comandante la prima volta” dice Rocco” il personale era costituito teoricamente da 105 unità ma in servizio ce ne erano 38. Il comandante mi disse che per lui era impensabile gestire questa situazione disastrosa e, contemporaneamente, CHIARA D’APONTE
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avere l’interim di ambiente e tutela del patrimonio”. Sorge spontanea la domanda al nostro Direttore: “ma ora che il sindaco ha l’interim per quanto riguarda il personale, assumerà?”. A tale domanda Rocco risponde: “nel mio piano originario, che prevedeva una spesa di due milioni di euro, oltre alle assunzioni ci sarebbero state anche 24 progressioni verticali (perché il personale meritevole va premiato). Ma il Comune ha dovuto ridurre drasticamente le risorse e da due milioni siamo passati a poco più di 750 mila euro con i quali si proverà ad assumere entro il 2022 19 unità. Servono, tra gli altri, 1 dirigente amministrativo, un istruttore direttivo informatico, 4 categorie c di istruttore amministrativo, 1 istruttore tecnico, un istruttore direttivo di vigilanza ma, lo ribadisco, noi siamo un comune in dissesto e quindi ogni piano deve ottenere l’approvazione della COSFEL (Commissione per la stabilità finanziaria degli enti locali)”. Dove saranno prese le risorse? “Siccome la situazione è decisamente urgente non
ci sarà tempo per bandire un concorso e dunque il personale potrebbe essere preso, previo accordo tra le parti, dagli elenchi degli idonei (quindi vincitori di concorso non assunti) di altri comuni”. Sul finire della chiacchierata col suo gradito ospite il Direttore Troise fa due riflessioni importanti. La prima è relativa alla brutta piaga dei tributi non riscossi: “Tutti i sindaci di Casoria che ho conosciuto mi hanno detto che ogni volta che sono andati a Roma a chiedere aiuto gli è sempre stato risposto che senza un’adeguata e capillare riscossione dei tributi era assolutamente inutile venire a Roma col cappello in mano. Polizio, a tal proposito, parlava non di servizio tributi ma di “servizio entrate”, sottolineando così il valore fortemente positivo e fondamentale del pagamento delle tasse”. La seconda riflessione trae spunto dall’ “indifferenza democratica” citata da Rocco. Secondo il Direttore si tratta di “finta indifferenza. Tutti leggono tutto e tutti sanno tutto e non perdono occasione di fartelo notare. Sembrano silenti ma in realtà sanno e vedono tutto.”
SE NON LO SAI TE LO SPIEGO IO!
Bentornati amici della mia umile rubrica! Anche oggi il nostro Direttore Nando Troise mi ha fornito uno spunto interessante. Ormai lo sapete, con questa piccola rubrica cerco di spiegarvi il significato di termini che si usano spesso ma dei quali non tutti conoscono il significato. Come avrete potuto leggere nel resoconto da me fatto de “La Copertina” il Direttore Troise ed il suo ospite di puntata, l’ex assessore Antonio Rocco, hanno spesso utilizzato la parola interim. Ma voi sapete cosa significa? Beh, se non lo sapete ve lo spiego io! Interim è termine che deriva dal latino e significa “nel frattempo”. Si usa soprattutto quando si parla di incarichi, politici o di altra natura. E’ quel periodo di tempo che intercorre tra la fine di un mandato e l’inizio di un altro. Insomma dire che i 4 dirigenti del comune di Casoria hanno degli incarichi ad interim significa che oltre al proprio ruolo devono ricoprirne altri e lo faranno fin quando non saranno nominati dei nuovi dirigenti. Quel “fin quando” è proprio l’interim.
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ANGELO VOZZELLA
MARCO COLURCIO: CHIARIMENTI E PROSPETTIVE PER LA “SUA” ARPINO
Ospite de La Copertina di Nando Troise su NanoTV, il nuovo Assessore parla di progetti e disservizi: “Gli uffici comunali chiusi riapriranno sempre ad Arpino nei prossimi giorni; il quartiere ha bisogno di più attenzione, ma le difficoltà sono tante” Candidato con “Noi di Arpino”, Marco Colurcio è sempre più un esponente di punta dell’amministrazione Bene; attualmente in quota “Verdi” e nuovo assessore alla sicurezza e agli interventi di polizia sul territorio. Nell’appuntamento de La Copertina su NanoTV di mercoledì 22 giugno, il direttore di Casoriadue, Nando Troise, invita subito il suo invitato a commentare l’argomento del giorno. “Arpino è Casoria!” Innanzitutto grazie del tempo che dedichiamo a questo argomento, anche perché in questo periodo particolare ci sono vari conflitti su Arpino tra diversi esponenti politici. Già al tempo del sindaco Carfora, abbiamo ottenuto dei miglioramenti grazie all’impegno di ‘Noi di Arpino’, ma c’è da dire che Arpino è sì Casoria, ma non ha l’attenzione che un quartiere con così tanti abitanti meriterebbe. Le rappresentanze arpinesi nell’assise comunale sono da sempre scarne, quindi quando un’amministrazione parte con una programmazione dà sempre priorità al centro della città, ai suoi problemi più annosi, che pure vanno affrontati ma purtroppo a discapito di una progettazione a lungo termine che investirebbe anche Arpino. La durata breve delle precedenti amministrazioni non ha giovato a questo tipo di programmazione più a lungo termine. Un esempio è il rifacimento di via Nazionale delle Puglie: un tratto di strada così importante da anni non viene rifatto, nonostante dei fondi extra- comunali. Oggi, per fortuna, abbiamo affidato la progettazione esecutiva di quest’arteria e dobbiamo affidare soltanto i lavori. A partire da questo riassetto urbanistico contiamo di dare più servizi all’intero quartiere, come il rifacimento del sistema fognario. Spero che l’amministrazione sia lungimirante e riesca davvero a investire sul quartiere, magari grazie ai fondi del PNRR. E’ chiaro, comunque, che Arpino è nato
come un prolungamento di Napoli e molte famiglie, come la mia, si sono trasferite lì dal capoluogo. Allora era solo un quartiere dormitorio. Allora, Nando Troise, incalza l’assessore e diventa più diretto e schietto, come in passato aveva fatto anche con il sindaco, anche lui di Arpino, Michele Fasano. Arpino non sta peggio di Casoria centro, sfido chiunque a dimostrarmi il contrario… Il problema è che manca unione. Il calcio per quattro anni riuscì a unire, a creare senso di fratellanza tra il quartiere Arpino e il resto di Casoria. Quando voi consiglieri e assessori di Arpino inizierete a congiungere questi due pezzi di città, visto che manca conoscenza della cultura e della storia di Casoria ? metaforico e fisico che unisca queste due città. Quando? Noi abbiamo provato con Carfora e poi con Fuccio ad esternalizzare il servizio navetta per migliorare la mobilità tra i due pezzi di città. La pandemia non ha giovato a questi progetti, ma adesso speriamo di poter fare meglio e lavorare verso questi obiettivi. L’esponente PD, Giovanni Marigliano ha dichiarato “netto il dissenso sulla chiusura della casa comunale ad Arpino”… tu cosa ne pensi? A seguito di questo è nato un comitato cittadino e Giovanni Marigliano ne è uno degli esponenti. Io e il Sindaco incontreremo questo comitato ed io ho al-
largato l’invito a tutti gli esponenti della maggioranza affinché ci sia chiarezza e si lavori insieme per superare il problema. Tutto è nato con lo spostamento di alcuni uffici il cui stabile non era stato ritenuto sicuro dall’ASL, per cui non avendo i fondi per ristrutturare in tempi brevi, in via precauzionale sono stati allontanati i dipendenti dell’ufficio patrimonio, ambiente, stato civile, urbanistica e polizia ambientale… in tutto una decina di dipendenti che adesso sono stati spostati in via Ada Negri, sempre ad Arpino, ed altri presso il polifunzionale alla Cittadella. Naturalmente, adesso, dovendo affrontare tanto lavoro, i Pics, il PNRR, gli spazi saranno un po’ stretti. Si è detto che si stanno togliendo tutti i servizi ad Arpino, ma come detto questi uffici resteranno ad Arpino e riapriranno in settimana, perché sebbene siano stati spostati momentaneamente a Casoria centro, manca poco per la messa in sicurezza dei locali che li ospiteranno. La struttura chiusa in via B. Croce, invece, avrebbe la possibilità di essere ristrutturata in tempi veloci, grazie a dei fondi PNRR in disponibilità dell’ASL per una progettazione di ospedale di comunità (che non è un ‘centro per drogati’, anche se nel caso non ci sarebbe nulla di male). In ogni caso è tutto in cantiere e sono valutazioni in corso d’opera: potremmo dare tutto all’ASL ma pensare di garantire un presidio di legalità con la polizia municipale in
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18 una stanza della struttura. Tutto questo sarà meglio chiarito anche al Comitato di Arpino che incontreremo in questi giorni per un confronto presso la sede comunale. E’ assurdo, intanto, che per un documento ci si debba spostare così lontano. Come è possibile che un Comune faccia diventare casa propria, una sua struttura, inagibile? Sembra che la vecchia casa comunale stia messa anche peggio dei locali di via B. Croce e sarà ristrutturata grazie ai fondi PICS e anche i locali in via Castagna, mai aperti, dovrebbero diventare un asilo… ma ci crederò quando vedrò lì dei bambini! Tornando all’argomento, leggiamo e commentiamo il titolo dell’articolo di Antonio Botta: “Con i continui rimpasti il Sindaco non riesce a trovare una squadra, ad Arpino servizi sempre più disattesi e lo scollegamento sia fisico che culturale tra i due pezzi di città aumenta sempre più, pronto un comitato contro la chiusura degli uffici di Arpino”. Ci ricolleghiamo al discorso. Lo stesso Marigliano, assessore con Fuccio, ricorderà che sono stati fatti vari tentativi in passato per offrire più servizi di trasporto ma che non è stato possibile, soprattutto ora che viviamo in un mo-
mento di dissesto (sembra la solita scusa ma purtroppo dobbiamo fare i conti con i numeri…). Non ci sono un capitale economico né le risorse umane per poter dare alla città i servizi necessari. Abbiamo difficoltà per il trasporto scolastico, ma anche nel ritiro dei rifiuti… in generale, il coraggio di dichiarare dissesto adesso si paga con tutta una serie di ritardi e disservizi; chiunque avesse rivestito la carica di sindaco si sarebbe trovato di fronte questa situazione, figlia di una gestione pluriennale ‘leggera’… Naturalmente si scontentano i cittadini, che pagano per avere dei servizi e non ritardi e problemi, anche se c’è da dire che il 65% della popolazione non paga la Tari, questo è un problema annoso. La riscossione tributi, infatti, non funziona da trent’anni. Neanche la privatizzazione dell’ufficio tributi riesce a dare risultati, uno degli esempi è Afragola dove l’esternalizzazione non ha funzionato. Speriamo almeno, auguriamo al sindaco e alla città, che i progetti previsti dai fondi Pics vedano un taglio del nastro entro le scadenze… anche se in questi decenni di storia di Casoriadue di progetti iniziati e che mai hanno visto la luce ce ne sono stati tantissimi, fatto salvo per alcune opere come la piazza Cirillo e piazza
Benedetto XV. Abbiamo una grossa responsabilità e tanti milioni di euro, purtroppo e per fortuna da gestire. Il nostro augurio è che con tanto lavoro riusciremo a completare tutti i progetti in cantiere. Per quanto riguarda il settore della sicurezza, che hai ereditato da Vincenzo D’Anna, non approfondiamo perché sei in carica da solo un mese. Un episodio, quello del cane investito sulla Sannitica, dove proprio ieri sei andato a fare un sopralluogo, merita però un tuo commento a chiusura di quest’intervista. Sono stato sul posto col figlio della persona investita e che è stata in pratica salvata dal suo pastore tedesco, Dick, che ha attutito il colpo. Suscitatomi attenzione questo tristissimo episodio, ho preso dei suggerimenti dalle persone che abitano lì in quel posto dove ci sono stati vari incidenti stradali e altri problemi. Non si dovrebbe correre ai ripari quando ci scappa il morto, ma tornato al comando di polizia municipale, ho messo il mio impegno per attivare dei dissuasori di velocità nella zona… anche se una cosa molto importante è non essere folli correndo nel centro città. Importantissima sarà, quindi, anche l’opera di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale per tutelare la vita di tutti noi.
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CIRO TROISE
SPALLETTI E ADL, EVITATE LA CRISI DEL SECONDO ANNO
In amore, tra mito e realtà, esiste la leggenda della crisi del settimo anno. Nel Napoli, invece, è prassi abbastanza diffusa la crisi del secondo anno nel rapporto tra De Laurentiis e gli allenatori. È sfuggito Mazzarri a quest’abitudine, anzi le prime scosse sono arrivate alla fine della seconda stagione alla guida del Napoli. Si sono poi imbattuti più o meno tutti in questa dinamica, anche Sarri. Nel 2016, la seconda estate di Maurizio sulla panchina del Napoli, arrivò la cessione di Higuain con Sarri che, mentre s’avvicinava l’inizio del campionato, sottolineava che il valore assoluto della squadra fosse calato. Nelle difficoltà poi il Napoli si è esaltato perché dopo il primo infortunio di Milik viene fuori l’intuizione Mertens centravanti (sperimentata già in ritiro) e nasce la squadra più bella, quella che dalla notte di Madrid fino all’epilogo della stagione dei 91 punti incanta tutti nel mondo, diventa manifesto di bellezza ed entusiasmo. La risposta è stata meravigliosa ma la crisi ci fu con un’estate traumatica. Non riuscirono a superare la crisi del secondo anno Benitez e Ancelotti. Dopo l’ottima prima annata, Rafa s’aspettava di migliorare l’organico a sua disposizione, si trovò con Rafael al posto di Reina e nella ricerca dei rinforzi a centrocampo si passò da Mascherano a David Lopez, ufficializzato la mattina di Athletic Bilbao-Napoli. La crisi era già dilagante, Benitez aveva detto che non sarebbe stata una tragedia perdere il playoff di Champions e, dopo la sconfitta di Bilbao, era pronto a dimettersi, lo fermò De Laurentiis. Tutta l’annata fu vissuta nel contesto di una guerra di posizione fino a quando Benitez non raggiunse l’accordo con il Real Madrid e organizzò la separazione. Sul campo si andò avanti e l’annata si chiuse male ma alcuni episodi potevano farla diventare magica: a dicembre arrivò la Supercoppa, si perse la semifinale di Coppa Italia con un gol di Lulic in fuorigioco,
quella di Europa League con lo scandalo della rete concessa al Dnipro a Fuorigrotta e il rigore di Higuain contro la Lazio avrebbe potuto cambiare le sorti del campionato, acciuffando il quarto posto. Ancora peggio è stato il secondo anno di Ancelotti, un trauma che dovrebbe fungere da lezione per la gestione dei rapporti interni. Sul mercato ci sono tre linee diverse, De Laurentiis, Giuntoli e Ancelotti non hanno unità d’intenti. L’attuale allenatore del Real Madrid voleva accelerare sul rinnovamento, il Napoli conservò la sua ossatura e molto presto ci furono difficoltà di relazione sulla filosofia di calcio da proporre tra la squadra e Ancelotti. I risultati in campionato furono pessimi, il Napoli, quando fu esonerato Ancelotti, aveva solo 21 punti dopo quindici partite e soprattutto il 5 novembre ci fu l’ammutinamento. A cosa serve questo excursus? Historia magistra vitae, con Spalletti bisogna evitare la crisi del secondo anno. Le divergenze percepite negli ultimi giorni hanno ricordato quelle pagine buie o almeno il rischio di sprofondare di nuovo in uno scenario non armonico. De Laurentiis ha voluto trattenere Spalletti, l’ha anche stuzzicato sulla ridicola invocazione della napoletanità, con la sapiente risposta dell’allenatore sul camper. Il gestore del gruppo è Spalletti, che sarà a Castel Volturno tutti i giorni a dover seguire umori, fare scelte, relazionarsi con le pressioni. Tocca, quindi, a lui avere voce in capitolo sul Napoli che verrà. I segnali inquietanti ci sono: la mossa Bernardeschi è sembrata una fuga in avanti di De Laurentiis, l’eventuale virata su Meret non può mai rendere felice un allenatore che nell’ultima stagione ha puntato su di lui solo in Europa League. Bisogna ritrovare la luce dell’unità d’intenti e dribblare il buio della crisi del secondo anno.
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MARIA LUPICA
IL FIUME PALERMITANO IL RITORNO DEGLI AIRONI ALL’ORETO
Nascita: Il fiume Oreto è uno dei fiumi più importanti della Sicilia, nasce a sud della capitale sicula, nella verdeggiante Conca d’Oro e scorre nella valle omonima e il suo bacino si estende per ben 23 chilometri e attraversa Altofonte, Monreale e Palermo per sfociare nel Mar Tirreno. Dopo l’interramento dei fiumi Kemonia e Papireto è l’unico corso d’acqua rimasto a Palermo. Il suo regime torrentizio gli permette di mantenere un deflusso di acque sufficiente anche nei mesi più caldi dell’estate, grazie alla presenza di molte risorgive e alla ricchezza della portata della falda che lo alimenta alla nascita. Morfologia: Il suo lungo percorso è frastagliato di grotte, infatti il sottosuolo calcarenitico che attraversa è caratterizzato fa cavità a pozzo di stretta imboccatura che si allarga di molto ad imbuto o a campana, usate come cave di pietra, contribuiscono allo sviluppo urbanistico, ne sa qualche cosa anche la costruzione della Chiesa di Sant’Antonio in Corso Tukory. Storia: La sua storia è ultra millenaria, nei territori limitrofi sono tornati alla luce reperti del Paleolitico superiore. Nel IV secolo A.C. la sua zona terriera e è conosciuta con il nome di “giardino di Sicilia”, per la sua vegetazione lussureggiante. Fino all’inizio del secolo scorso è un fiume pulito che lungo le sue rive ospita una molteplice varietà di flora e fauna davvero unica, un tempo alla sue foce nuotano anguille, tinche e grossi storioni, oggi purtroppo estinti. È testimone silenzioso dell’assalto cartaginese da parte del generale Asdrubale fratello del più famoso e glorioso Annibale, nel 251 A.C. Nel IV secolo A.C. la sua zona terriera e è conosciuta con il nome di “giardino di Sicilia”, per la sua vegetazione lussureggiante. Fino all’inizio del secolo scorso è un fiume pulito, dove ancora ci si poteva andar a giocare. Da scavi archeologici del XVIII emergono fattorie e ville signorili e nel XX secolo, a Piano di Sant’Erasmo, vengono scoperti resti di una villa romana. Del resto abbiamo sue notizie da parte di Polibio, poi non si hanno più per diversi secoli sue notizie palesi, anche se non perde la sua importanza per irrigare le terre circostanti. Il primo e duraturo rapporto di questo fiume e la sua città si ha intorno al 900 D.C. con l’arrivo degli arabi, che costruiscono lungo la sponda meridionale diversi mulini ad acqua. L’arabo ‘Ibn Hawqal, lo descrive così: “scorre a mezzogiorno del paese un grande e grosso fiume che s’appella Wadì ‘Aabbàs, sul quale sono piantati di molti mulini, ma l’acqua di esso non si adopera per l’irrigazione degli orti nè dei giardini”. È nel periodo normanno dell’isola che si ha una spinta edilizia di considerevole portata sulle sue sponde: Nella parte bassa sono costruiti la Chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi (1071), nel 1125 per volere dell’Ammiraglio Giorgio Antiocchia sia il Ponte Ammiraglio, il secondo ponte più antico in Europa dopo quello sul Rodano e dotato di ben undici arcate, che la Chiesa di San Michele del Ponte li vicino, chiamata anche San Michele del Ponte. Alla fine del XVI secolo abbiamo le Chiese di San Nicolò degli Scannati e quella di Santa Maria la Sanità, nel 1602.
Nella sua parte alta, nel 1088 è costruito il Monastero della Madonna dell’Oreto, Nel 1140 il Monastero di San Nicolò Lo Guargaro, poi chiamato Madonna della Grazia. Nel 1304 nel castello di Altofonte la regina Eleonora, moglie di Federico II d’Aragona da alla luce Pietro che passa poi alla storia come re di Sicilia. Nel 1793 non si allunga la via Maqueda sino al convento di Santa Maria di Gesù perché passare oltre il fiume risulta troppo oneroso. Il 29 Aprile del 1963, è inaugurata la linea ferroviaria Palermo-Bagheria e la prima stazione è edificata proprio in via Oreto vicino alla chiesa di Sant’Antoninello lo Sicco, poco distante dalla stazione centrale odierna. Nel 1930, su una struttura precedente è costruito l’attuale Ponte Oreto. Degrado: Purtroppo agli inizi del secolo scorso, entrando nel palermitano, comincia insensibilmente ad inquinarsi fino a diventare letteralmente una fogna a cielo aperto, inadeguati i progetti varati per salvarlo, inattuato è pure il progetto dell’istituzione di un parco, fino a che nel 2018 è avviato un confronto per la costituzione del “Contratto di fiume” che finalmente permette di attuare azioni concrete per la sua riqualificazione. Conclusioni: L’altro giorno mi trovo a passare sul ponte del fiume Oreto, un’altra volta messo a nuovo, e gettando uno sguardo distratto sulle sue acque noto qualcosa in movimento tra la rada vegetazione che sbuca dalle sue acque grigie e ancora inquinate. Aguzzo la vista per cercare di capire cosa è, alla fine capisco che si tratta di un airone solitario che sentendosi osservato, si nasconde timidamente tra i rami dell’arbusto. Tiro fuori il mio smartphone e faccio un rapido paio di scatti senza badare alla messa a fuoco e poi mi allontano lesta, per non disturbarlo ulteriormente. Spero in cuor mio che presto tornino nelle sue acque, altri uccelli acquatici, le anguille, le tinche e persino gli storioni di un tempo ormai andato. FONTI: FIUME ORETO | I Luoghi del Cuore - FAI (fondoambiente.it); Il fiume e la valle dell’Oreto di Palermo - Nuove Verrine; Il fiume Oreto: storia, ricordi e speranze di recupero | www. palermoviva.it; Airone: conosciamo l’affascinante trampoliere delle paludi (tuttogreen.it).
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MARIA LUPICA
S.T.D: NON SOLO UNO STUDIO DI INGEGNERIA
Buona domenica amici lettori. Oggi diamo il benvenuto al dottor Vincenzo D’Anna, socio fondatore dello studio S.T.D. Dottore. Il vostro non è il solito studio, ci dica come è nato. Allora, il nostro studio di ingegneria nasce nel 2015, frutto dell’evoluzione professionale che svolgo dagli anni novanta come libero professionista che si chiama …., sono anche l’amministratore unico Che fini persegue? Quando progettiamo le opere edili, la priorità è rispettare l’ambiente, perché il mondo deve andare verso la cura dell’ambiente. In che modo? In tanti modi, anche nell’ambito del risparmio energetico. Chi sono i soci fondatori? Sono soci di capitali, non sono ingegneri, se abbiamo bisogno di altri ingegneri li prendiamo a progetto. Quanti dipendenti avete? Non abbiamo dipendenti, ma collaboratori esterni.
Che tipo di clienti avete? Abbiamo soprattutto clienti privati, ma anche enti pubblici. Abbiamo costruito delle scuole a Casoria, in via Castagna di fronte alla polizia municipale, e in via Pietro Nenni e anche per conto dell’Iacp “Istituto autonomo case popolari”. Cosa si possono aspettare da voi? Cerchiamo di curare tutte le loro legittime esigenze, dalla semplice consulenza, alla progettazione e persino all’esecuzione dei lavori a trecentosessanta gradi, infatti possiamo anche avvalerci di squadre di operai altamente specializzate e qualificate per affidabilità. Nel lockdown avete avuto problemi? Come tutti, abbiamo pagato il blocco dei lavori nei cantieri. Lo Stato ci ha ri-
conosciuto un ristoro che ci ha permesso di recuperare in parte le perdite. Adesso la domanda spinosa. Cosa ne pensa del bonus edilizio 110%? Purtroppo questa norma non ha sortito gli effetti sperati, è stata emanata in modo impeccabile, ma in seguito ha subito ben nove, dieci modifiche che si sono tradotte in un netto svantaggio, è più di un anno e mezzo che la stiamo studiando. Secondo me dovevano affidarsi ad un pool di esperti come noi per emanarla legislativamente. Hanno creato sono caos e confusione che ha avvantaggiato solo una certa categoria quella dei non onesti. Una spada di Damocle sulla testa? Precisamente, purtroppo molti dei progetti sono rimasti allo stadio embrionale, senza possibilità di sviluppo. Lo Stato dovrebbe intervenire con più decisione per evitare questi loschi raggiri. Indubbiamente. Infatti si sta organizzando manifestazioni il 24 giugno per scioperare direttamente a Roma.
MARIA LUPICA
SAN GIUSEPPE CAFASSO OVVERO L’ANTICA CHIESA DEI BENEDETTINI A PALERMO
Nome: La chiesa di San Giuseppe Cafasso di Palermo deve il suo nome a Giuseppe Cafasso - nato a Castelnuovo d’Asti 1811 e passato a miglior vita a Torino nel 1860, ebbe tra i suoi figli spirituali San Giovanni Bosco, dedicò la sua intera vita ai carcerati e ai condannati a morte, il suo soprannome è “prete della forca” – Anticamente viene chiamata chiesa dei Benedettini o Chiesa di San Giorgio in Kemonia. Ubicazione: È una chiesa consacrata è ancora attiva nel pastorale del Secondo Vicariato palermitano. Ubicata proprio nel centro della zona protetta patrimonio dell’Unesco, in via dei Benedettini 16, dove un tempo scorreva il fiume Kemonia, vicino ai bastioni meridionali di Palazzo dei Normanni. A lato si può ammirare il Palazzo Marrozzo della Rocca, ex Monastero dei Benedettini Bianchi di Monte Oliveto, ora sede di alloggi per militari e l’antico carcere femminile palermitano, ora restaurato e adibito ad ostello. Storia: La chiesa è ricostruita nel 1701, alcuni degli antichi ruderi su cui poggia, sono ancora visibili, come la sua parete destra che risale al periodo medioevale arabo-normanno. Nel 1866 subisce una parziale ristrutturazione in stile neoclassico, al suo interno si possono ammirare splendidi dipinti e nell’abside abbiamo degli stucchi di Giovan Maria Serpotta. Festeggia il suo santo patrono per ben tre giorni: il 23,24 e 25 giugno. Tour: Il campanile della chiesa che risale alla seconda metà
del Settecento, è inserito da diversi anni nella “Vie dei tesori”, vi si può accedere sia dalla Chiesa, sia da una entrata apposita a scivolo esterna al luogo di culto per poi salire attraverso una stretta ed angusta scala a chiocciola. Vale assolutamente la pena di accedervi con un’offerta per sostenere le spese di gestione, infatti dalla cima si può godere di un panorama veramente unico ed indimenticabile che lascia letteralmente senza fiato. Alla vista si offrono non solo le cupole rosse e il chiostro di San Giovanni degli Eremiti, i tetti della Cattedrale e Palazzo Reale, risalente al periodo normanno, ma persino la visione di altre chiese del centro storico come la splendida Chiesa Gesuita di Casa Professa e di Monte Pellegrino e mentre una leggera brezza ti accarezza, ti penti amaramente di non avere un paio d’ali per poterti librare liberamente proprio come un uccello sulla nostra incantevole città. FONTI: (18) Parrocchia San Giuseppe Cafasso Palermo | Facebook; Parrocchia San Giuseppe Cafasso – Secondo Vicariato – seconda zona pastorale (arcidiocesi.palermo.it); Campanile della Chiesa di S. Giuseppe Cafasso | www.palermoviva.it; Giusèppe Cafasso, santo nell’Enciclopedia Treccani.
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MARCO ESPOSITO
CASORIA TRA I COMUNI ATTENZIONATI PER PROGETTO “HUBITAT” ALLA FIERA INTERNAZIONALE DEL WEB MARKETING
Anche il comune di Casoria è stato attenzionato al web marketing festival di Rimini per aver saputo utilizzare i fondi del PNRR nonostante il dissesto finanziario. Anche quest’anno sono state tante le novità presentate al Web Marketing Festival di Rimini, la fiera internazionale dell’innovazione dove vengono presentate le tecnologie digitali che nasceranno nell’immediato futuro. Un’edizione molto partecipata dai professionisti della comunicazione digitale che sono accorsi in massa da ogni parte del mondo per conoscere in anteprima tutte le novità che ci saranno nel campo della robotica, intelligenza artificiale, formazione e digitalizzazione. Molto interessante la presentazione del progetto Hubitat con la realizzazione di una rete di Hub sul territorio italiano che promuovono
iniziative nel campo dell’innovazione e della sostenibilità che quest’anno ha visto presente anche la regione Campania grazie alla collaborazione con il Vicepresidente del PAD (Polo delle Abilità Digitali) dott. Espedito D’Antó. “Grazie
all’intesa costruita in questi anni con Cosmano Lombardo ed il suo staff abbiamo costruito un percorso importante, dichiara Espedito D’Antó, che vede la rete Hubitat approdare in Campania con i comuni di Casoria ed Acerra che sono stati attenzionati e soprattutto il comune di Oliveto Citra, un piccolo borgo in provincia di Salerno che quest’anno ha esposto alla fiera e che a settembre inaugurerà il proprio Hub in occasione del “Sele D’oro” evento nazionale fortemente voluto dal sindaco Mino Pignata” Nel panel finale dedicato alla pubblica amministrazione si è parlato con i sindaci presenti di PNRR e trasformazione digitale con gli interventi di Espedito D’Antò, delle deputate Anna Laura Orrico, Mirella Liuzzi e dell’europarlamentare Andrea Cozzolino.
ROSSELLA VERZE
NELL’ANNO DEL SIGNORE 2020 MAGNIFICA PRESENTAZIONE DELL’ULTIMA SILLOGE DI MARIANUNZIA MASULLO
Il 17 giugno, presso lo storico complesso monastico “S. Maria in Gerusalemme”, detto “Le Trentatré”, in collaborazione con la Libreria Colonnese, protagonista è stata la bellezza, quella che suscita stupore, ammirazione, indicibile gioia. “Nell’anno del Signore 2020” di Marianunzia Masullo, silloge vincitrice assoluta del Premio Nazionale di Letteratura Italiana Contemporanea, indetto dalla Laura Capone Editore, ci ha guidato con naturalezza in un percorso di svelamento delle dinamiche interiori che hanno connotato l’animo umano nel 2020, durante il primo lockdown. Nella complessità e fragilità del nostro animo solo l’arte vera può penetrare per esprimere e rendere fruibili a tutti quelle emozioni profonde e quelle sensazioni che in qualche modo nel 2020 hanno accomunato l’intera umanità, provata da una situazione inedita e inimmaginabile. Dopo gli onori di casa ad opera di Francesco Galluccio, la parola è passata a Nino Ragosta, che ha presentato dettagliatamente evento e relativi protagonisti.
Impeccabile e coinvolgente la conduzione di Annamaria Pianese che si è doverosamente soffermata a decantare le competenze dell’autrice e dei relatori. “Marianunzia Masullo ha ampiamente meritato la pubblicazione gratuita della silloge in quanto vincitrice del Premio Nazionale di letteratura italiana con-
temporanea; - ha affermato con soddisfazione la dott.ssa Laura Capone e ha ulteriormente precisato - Questo concorso bandito da alcuni anni a questa parte dalla casa editrice, Laura Capone editore, ha visto spesso protagonista la Masullo, i cui testi sono stati pubblicati nell’antologia del premio, Ma questa
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DOMENICA 26 GIUGNO 2022 volta, la nostra autrice, ha sbaragliato tutti i concorrenti, meritando la pubblicazione della silloge, considerata dalla giuria particolarmente significativa e pregna di significati profondi e condivisibili.” La dott.ssa Capone, illuminata e abile imprenditrice dell’editoria, ha tenuto a precisare: “Il premio non ha scopo commerciale ma è un evento culturale che mira a scoprire e divulgare talenti letterari ed artistici. Significativo è il nostro impegno verso le scuole alle quali i testi vengono regalati affinché gli studenti possano leggerli e sia possibile intavolare un dibattito con loro”. Tanti meritati complimenti sono stati fatti a questa donna che vive come una missione la sua professione, in un momento storico quale l’attuale, certamente non propenso verso la cultura. Nel cuore dei versi, poi, si è addentrata la prof.ssa Vittoria Caso, autrice della prefazione. «Quella poesia che vive in noi, silenziosa, implicita, nei meandri più reconditi della nostra anima, trova espressione nei versi dell’autrice, quale testimonianza di un momento, un hic et nunc, un luogo, un universo emotivo in cui tutti indistintamente possiamo specchiarci. È vero, quanto afferma Freud: “I poeti sanno penetrare nella realtà e nei sentimenti degli uomini con immediatezza e incisività”; infatti, Marianunzia libera il “fanciullino” che c’è in lei, dalle convenzioni e dalla razionalità ed esprime la propria interiorità con semplicità
25 ed efficacia, a dispetto dell’imperante conformismo. La sua poesia esprime e suscita emozioni: in ciascun lettore, la parola poetica, filtro tra l’interiorità del poeta e il mondo esterno, suscita un ricordo diverso, una differente e soggettiva interpretazione, a secondo della sua cultura, sensibilità, personale storia, ne evoca un momento, un sogno, un desiderio sopito. Il poeta, in questo caso la nostra amica Marianunzia Masullo, avverte il mistero che pervade l’universo, l’inquietudine che connota il cuore umano in quel momento storico, il 2020, in cui l’uomo, smarrito, brancola alla ricerca della luce. È la poesia quella luce! Afferma Victor Hugo: «C’è uno spettacolo più grandioso del mare ed è il cielo. C›è uno spettacolo più grandioso del cielo ed è l›interno di un’anima» in questo complesso e fragile universo che è l›animo umano l’autrice ci guida, in punta di piedi, dove solo l’arte vera può penetrare per riuscire poi ad esplicitarlo e renderlo fruibile a tutti. Ecco, l’oceano infinito di bellezza dove lo stupore si fa ammirazione, indicibile gioia, è qui, in questa silloge, in questi versi da leggere, ascoltare, gustare». Le riflessioni della prof.ssa Caso, evidentemente condivise dal folto pubblico, hanno suscitato calorosi applausi. Splendidi gli intermezzi musicali, suonati alla chitarra dal M° Emmanuele Capasso; le note della Sonata k 259 di D. Scarlatti, del Capriccio n 24 op. 20 di L. Legnani e della Sonata n 21di N. Paganini, magistralmente interpretate dal
giovane e bravissimo musicista, sono state particolarmente gradite e apprezzate. Altrettanto applaudite sono state le letture ad opera del prof. Ciro Verde, ricche di pathos e sentimento. Infiniti ringraziamenti e complimenti all’artista Lavinio Sceral, autore della bellissima copertina. «Nell’anno del Signore 2020 è il racconto di un percorso emozionale che si sviluppa in un anno, il 2020, in cui le nostre vite sono state proiettate in una dimensione tragicamente nuova, una trasposizione irreale in un tempo cristallizzato. Un anno che passerà alla storia, come l’anno in cui l’umanità intera, a causa di un virus, ha visto stravolgere la propria esistenza, mettendone in discussione le certezze, “la vita racchiusa in una bolla traspare prorompente e disarmante la sua evanescenza”. – ha affermato dulcis in fundo l’autrice - Un anno in cui ho avvertito la necessità di ripercorrere il mio vissuto, alla ricerca di “sprazzi di luce salvifica, immagini sparse ma nitide di remota, sottratta, normalità,” o rifugiarmi nel ricordo affettuoso dei miei cari, per trovare un appiglio sicuro a cui aggrapparmi. Ritrovare la serenità, è stata la chiave di volta “per rappacificarmi con l’universo e ricongiungermi al tutto di cui sono parte”. L’autrice, Marianunzia Masullo, visibilmente emozionata, dopo aver spiegato la genesi dei suoi versi e i doverosi ringraziamenti, si è a lungo trattenuta in un tripudio di dediche e firma-copie.
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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA AVV. FRANCESCO POLIZIO
LA CITTÀ DI CASORIA SENZA IDENTITÀ E SENZA FUTURO
Il ruolo di protagonista della città di Casoria negli anni ottanta rese possibile la realizzazione sul territorio, con risorse nazionali, dei grandi collettori per la raccolta delle acque nella zona di via duca d’Aosta e nella zona sportiglione. Nello stesso periodo storico, sempre con risorse nazionali, fu possibile realizzare il rifacimento della rete idrica e numerosi edifici scolastici. Non fu trascurata la funzione sportiva con la sistemazione dello stadio San Mauro e la realizzazione del centro sportivo polifunzionale. Furono portate a termine le iniziative per edifici comunali a Casoria centro ed a via Benedetto Croce, delle ville comunali a Casoria ed ad Arpino, del tribunale e della caserma dei carabinieri Il protagonismo della città di Casoria fece scattare gelosie ed invidie che portarono al ribaltone politico come quello del gennaio 1992 deciso all’hotel Meditteraneo. Invece di continuare l’opera di risanamento della città negli anni successivi si assisteva allo stupro violento del territorio, alla diffusione di rioni residenziali sorti in aree destinate all’attività produttiva senza realizzare le dovute e necessarie infrastrutture di rete. Nell’ultimo ventennio abbiamo, anche, subito l’onta dello scioglimento del consiglio comunale per condizionamento camorristico. Le amministrazioni, manipolate ed usate, non duravano spesso l’intera legistratura amministrativa. Amministratori e dirigenti, nominati
senza i requisiti di legge, servivano i padroni di turno ed assistevano al degrado degli edifici pubblici senza intervenire adeguatamente e tempestivamente. Il patrimonio edilizio residenziale comunale, realizzato con risorse pubbliche veniva lasciato all’ incuria ed alla depredazione, agli abusi sia in materia edilizia sia in materia di allacciamento idrico ed elettrico. Sul patrimonio comunale si è registrata una continua, dolosa e reiterata omissione dei pubblici poteri, a fronte della scandalosa situazione occuppativa e possessiva degli alloggi. Abbiamo ancora davanti agli occhi lo stupro di piazza Cirillo, di piazza Santa Croce e piazza Benedetto XV, costato quasi 5 milioni di euro, che ha alterato e modificato la funzione di alcune piazze storiche. Si assiste al sistematico degrado delle istituzioni scolastiche senza i dovuti interventi di manutenzione che devono essere costanti e continui. Assistiamo al mancato utilizzo del centro sportivo polifunzionale che un privato concessionario continua a sfruttare, con un Comune che non è capace di mettere a servizio della collettività le aree funzionali per accogliere una squadra di pallavolo di serie b, una squadra di basket, incontri di pugilato, spettacoli teatrali e musicali, nascondendosi dietro un contenzioso da superare e risolvere. E che dire dello scempio sulle rampe di accesso alla città di Casoria, delle aree da bonificare che non vengono bonifica-
te, degli interventi di sistemazione viaria che non vengono controllati perchè chi padroneggia le strutture non sollecita i controlli adeguati. Non c’è struttura commerciale sul territorio che abbia rispettato la normativa vigente. Non è possibile assistere all’ignominia dello stemma del comune di Casoria che non è quello giusto; ci vuole mezz’ora per risolvere la questione. Nella sostanza il comune di Casoria ha insediato il deserto delle idee e delle intelligenze. Dopo tanti anni e per amore della città sentiamo il bisogno di lanciare un appello alle intelligenze residenti sul territorio, soprattutto alle donne ed ai giovani, per prepararsi per il prossimo appuntamento elettorale amministrativo che non è molto lontano. Spazziamo via chi non ama la città e chi per anni l’ha sfruttata facendo prevalere gli interessi personali rispetto ai bisogni della collettività. Bisogna recuperare l’identità ed il protagonismo della città di Casoria nella realizzazione di uno sviluppo ordinato e composto con insediamenti infrastrutturali extracomunali a servizio non solo della nostra comunità, ma della Regione Campania e dell’Italia, facendo prevalere la politica ed il rispetto delle regole. In tale direzione si può contare sulla personale disponibilità a dare una mano per affermare dignità, responsabilità e cultura di governo. Prof. Avv. Francesco Polizio
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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
UNA PIAZZA PER BUD SPENCER, CI PENSA IL COMUNE DI NAPOLI INTANTO A VEGA CULTURA LA FIGLIA CRISTIANA PRESENTA IL LIBRO «UN GIGANTE PER PAPA’»
Il comune di Napoli vuole dedicare una piazza a Carlo Pedersoli, meglio conosciuto come Bud Spencer: “Il prossimo 27 giugno ricorreranno sei anni dalla morte di Bud Spencer, attore, sceneggiatore, produttore nonché icona italiana nel mondo e l’amministrazione comunale di Napoli non può esimersi dal conferimento di un doveroso tributo attraverso l’intitolazione di una piazza”. A lanciare la proposta è il consigliere del Comune di Napoli Gennaro Demetrio Paipais che aggiunge: “Carlo Pedersoli è stato una leggenda per una intera generazione, ha dato lustro alla nostra città in tutto il mondo e nel corso delle interviste anteponeva la napoletanità all’italianità”. “Accolgo con grande piacere la richiesta del collega Paipais a sei anni ormai dalla morte del noto attore Bud Spencer”, dice il presidente della commissione Urbani-
INTANTO A BUD SPENCER LA FAMIGLIA HA DEDICATO UN LIBRO, CHE IN QUESTI GIORNI È STATO PRESENTATO DALLA FIGLIA NELL’AMBITO DELLE INIZIATIVE DI VEGACULTURA, PROMOSSO DA VEGA FOOD CON IL SUPPORTO DI MARICAN GRUPPO CANCIELLO. stica del Comune di Napoli, Massimo Pepe che annuncia la calendarizzazione una riunione dell’apposita commissione consiliare per valutare la proposta. “Bud Spencer – sottolinea ancora Pepe che conclude dicendo – lo ricordiamo come attore ma è stato anche un campione italiano di nuoto, uno sceneggiatore e un produttore televisivo
di successo. Ricordarlo è il minimo che possiamo fare per un cittadino napoletano che ha dato tanto al nostro Paese ed alla nostra città in questo senso andrà il lavoro che faremo in commissione urbanistica con delega alla toponomastica”. Intanto a Bud Spencer la famiglia ha dedicato un libro, che in questi giorni è stato presentato dalla figlia
nell’ambito delle iniziative di VegaCultura, promosso da Vega Food con il supporto di Marican Gruppo Canciello. Cristiana Pedersoli ha presentato il libro “Bud, un gigante per papà”. Cristiana svela per la prima volta tanti aneddoti e curiosità dando la possibilità ai lettori di conoscere Bud Spencer anche nella sua veste privata.
CARMEN VICINANZA
PNRR, FORTE PREOCCUPAZIONE PER RITARDO SU CONTRASTO POVERTA’ EDUCATIVA
I membri del Gruppo di lavoro nominato dal dicastero dell’Istruzione denunciano: “Il ministro ci dia riscontro politico o sarà occasione mancata” I firmatari, membri del Gruppo di lavoro nominato con decreto del Ministero dell’Istruzione per elaborare le indicazioni per il contrasto della dispersione scolastica e il superamento dei divari territoriali nell’ambito dell’attuazione del PNRR, esprimono forte preoccupazione in merito al rischio che gli investimenti previsti si traducano in un’occasione mancata per la lotta alla povertà educativa. Durante le scorse settimane, il Gruppo di lavoro ha prodotto un documento dettagliato di 36 pagine, con puntuali indicazioni e raccomandazioni operative elaborate al fine di “non ripartire ogni volta daccapo”, consegnato al Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.
“Siamo in attesa di un riscontro politico da parte del Ministro” dichiarano Ludovico Albert, Franco Lorenzoni, Andrea Morniroli, Vanessa Pallucchi, Don Marco Pagniello, Marco RossiDoria, Chiara Saraceno. “Non abbiamo ricevuto una risposta ufficiale su un programma di investimento educativo a sostegno dei soggetti e delle situazioni più fragili, che fa tesoro dell’esperienza. Per questo siamo molto preoccupati, perché consapevoli dell’attesa per un investimento che deve raggiungere presto e bene scuole e territori colpiti da crescente povertà educativa. Auspichiamo una risposta positiva nei prossimi giorni, soprattutto per le centinaia di migliaia di bambini/e e ragazzi/e, scuole e insegnanti, enti locali, civismo educativo del Terzo settore italiano”.
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SAME GAME, UNA NO WAR SONG DI MOLOTO, FEAT BABSKIN
Da oggi disponibile in digital download “Same Game” una no war song di MOLOTO feat Babskin. Same Game, brano dal sound trip hop – elettronico, racconta del gioco perverso del potere in cui propaganda e finanza sono principali attori del perpetuo meccanismo distruttivo dei conflitti, in cui non ci sono mai vincitori. Il brano si sviluppa in poche frasi ripetute ciclicamente, come da una radio libera in un corpo musicale dall’impronta elettronica, minimal (la firma inconfondibile di Moloto), che decolla poi in un’invocazione d’amore, nucleo del pezzo, con la particolarità e la dolcezza della voce di Babskin. Same Game esce con l’etichetta Aida Music. “Speriamo di portare già alla fine del 2022 la nostra musica in concerto -dichiarano gli autori- che sarà accompagnata da video e grafiche create appositamente: la narrativa dei nostri brani si sviluppa in un lavoro che abbraccia la musica con un insieme di elementi artistici” Moloto e Babskin lavorano sempre in parallelo con musica ed immagini, ogni canzone è parte di un unico lungometraggio in cui video, disegno, performance, compongono con il suono l’immaginario evocato dagli artisti. “La preparazione dell’album ha richiesto tempo -continuano- ma adesso
stiamo uscendo col primo brano ma il tempo era anche quello che ha reso possibile un progetto che ci rispecchiasse in ogni aspetto. Il tempo è forse il privilegio più grande che ci è stato concesso nei due anni (difficili) appena passati”. Moloto alias Stefano Florio musicista, compositore dj e producer italiano, insieme a Babskin alias Elodie Lebigre cantante e artista italo francese pubblicano il singolo the Same Game. Li potremo vedere live a partire da Ottobre 2022, quando cominceranno le date nei club. Moloto breve bio: Moloto, nome d’arte di Stefano Florio (Messina, 18 settembre 1969), è un musicista, compositore disc jockey e producer italiano. Ha registrato e suonato come Produttore
e compositore di molti progetti, collaborando con discografiche multinazionali e indipendenti, diretto l’orchestra al Festival di Sanremo, ha al suo attivo come compositore/produttore 3 Dischi d’oro 1 DVD di platino, 1 Best European Act, 1 TRL Awards, 1 Wind Music Awards, 1 Premio Recanati/Musicultura. Fondatore e direttore artistico di Aida Music etichetta discografica indipendente. Babskin breve bio: Babskin, nome d’arte di Elodie Lebigre (Viareggio,1980), è una cantante , artista e direttrice artistica italofrancese. Artista eclettica e figlia d’arte, lavora nell’ambito del carnevale e del teatro di strada internazionale. Dal 2004 è direttrice artistica della Compagnia del Carnevale, produce spettacolo in Italia e in giro per il mondo oltre ad avere all’attivo numerosi premi di cui 4 vittorie al carnevale di Viareggio. Nel 2013 incontra Stefano Florio con cui inizia a collaborare per la realizzazione dello spettacolo di chiusura della Macao Latin parade, in seguito scrivono assieme vari brani e decidono a collaborare nei rispettivi progetti. Nel 2014 inizia ad esibirsi live con Luca Bassanese e la P.o.p in tournee internazionali toccando alcuni fra i maggiori festival europei (Sziget festival, Paleo Festival , Esperanzah festival, Rennes).
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ANTONIO D’ADDIO
RITORNA LA PARTITA DEL SORRISO L’11 LUGLIO 2022 LA IIA EDIZIONE A TORRE DEL GRECO Diamo un calcio alla guerra!: questo lo slogan che l’Associazione UNION ha ideato per un grande evento di solidarietà di respiro nazionale, che si terrà lunedì 11 luglio 2022, alle ore 20:30, allo Stadio “Amerigo Liguori” (Viale Ungheria, 38), a Torre del Greco, in provincia di Napoli. Si tratta de La Partita del Sorriso, giunta alla sua seconda edizione, patrocinata dal Comune di Torre del Greco, nella persona del Sindaco Giovanni Palomba e del vicesindaco Enrico Pensati, fortemente voluta dall’Assessore allo Sport, Giuseppe Speranza, che ha affidato l’incarico al Presidente dell’Associazione, Ciro Torlo, di mettere insieme le sinergie necessarie per la sua realizzazione, e sostenuta da Antonio Colantuono, presidente della Turris, che fin da subito ha appoggiato questa giusta causa offrendo la sua piena disponibilità. Come nella scorsa edizione, saranno due le nazionali di calcio coinvolte, una composta da attori e da personaggi dello spettacolo l’altra da imprenditori campani, il cui presidente è il dott. Alessandro Gambino, che giocheranno una partita all’insegna del sorriso e della solidarietà. Schierate in prima linea tante personalità del mondo artistico nazionale, che stanno aderendo con entusiasmo per dare il proprio contributo ad una nobile iniziativa, ma anche associazioni terze che abbracciano il progetto, come la Caritas Decanale e Associazioni San Vincenzo de Paoli. L’incasso sarà devoluto a favore dei corridoi umanitari, fornirà supporto ai cittadini ucraini in guerra e alle loro famiglie coinvolte, e sarà funzionale alla spedizione di materiale sanitario e generi alimentari. Iniziano già a circolare i primi nomi: Biagio Zurlo, tecnico di campioni della Boxe Vesuviana come la grande Irma Testa e il nuovo fenomeno Michele Baldassi, Alessandro Di Ruocco, il capitano della squadra degli imprenditori campani, mentre per la rosa della Nazionale del Sorriso al momen-
to sono confermati Genny Scarpato, Ciro Ceruti, Marco Maddaloni, Davide Marotta, Alessio Gallo, Diego Laurenti, Ivan Boragine, Luca Riemma, Renato Biancardi, Roberto Olivieri, Cristiano Di Maio, Gianluca Di Gennaro, Emanuele Ceruti, Paco de Rosa e tanti altri che hanno dato la loro adesione, ma che non sveliamo ancora per non far perdere l’effetto sorpresa. Prima della partita ci saranno dei momenti musicali e di aggregazione con la cantante e attrice Anna Capasso, sempre sensibile agli eventi solidali, lo speaker radiofonico Il Conte Max, il dj Erick D’Urzo e il mitico Decibel Bellini, storico speaker del Calcio Napoli, dj, vj, autore e conduttore, capace di coinvolgere e di creare l’atmosfera adatta per ballare, cantare ed emozionarsi. Inoltre daranno un valido sostegno e scenderanno in campo contro la guerra il gruppo Ultras Corallino gli Hijos De Barrios. Ma non solo, ci saranno tanti altri artisti nazionali e internazionali per una voce che non ha confine, alla consolle scenderà in campo, direttamente da Radio DJ e M20 il Dj producer Get Far Mario Fargetta, che ha fatto la storia della dance music, con le note internazionali della pop singer
Ivana Lola, che vanta prestigiose collaborazioni con Offer Nissim, dj di Tel Aviv, remixer di Madonna, presente in grandi eventi a Parigi, prodotta in America, a Los Angeles, dal producer Roberto Zincone. La Partita del Sorriso raccoglie e coinvolge in sé un’immensa rete di supporters, da Antonio D’Addio, responsabile della comunicazione, ad Alfonsina Longobardi, responsabile dell’ospitality e food, da Domenico Morra, Max Soria, Carlo Loffredo, Yuri Piccirillo, Davide Tatè, Tea Paolino e Miriam Novella, coordinatori dell’evento, all’avvocato Luigi Ascione, che cura la parte legale, ma anche giornalisti, fotografi, blogger, che sosterranno l’iniziativa attraverso i propri canali. Un ringraziamento anche a Saba Service, che trasformerà lo stadio in un’area concerto. La conferenza stampa si terrà il prossimo 4 luglio, alle ore 18.00, presso l’Hotel Poseidon di Torre del Greco, dove verrà svelato il cast completo dell’evento. L’Associazione UNION nasce con lo scopo di creare eventi socio-culturali a sostegno di organizzazioni No Profit presenti sul territorio. Il Presidente Ciro Torlo, da sempre impegnato nel sociale, si è prefissato il nobile obiettivo di realizzare momenti di alta aggregazione che vedono protagonisti i soggetti di fasce deboli raccogliendo fondi per il loro sostegno. L’associazione ha già realizzato eventi di grande rilievo sociale negli scorsi anni: la Partita del Cuore nel 2013, una giornata di gioia immemorabile per i Torresi, il cui incasso fu devoluto a favore dell’associazione Onlus Unitalsi; la Partita del Sorriso nel 2016, con la partecipazione di artisti del mondo dello spettacolo e imprenditori, il cui incasso fu devoluto all’associazione Onlus Il Gazebo Rosa, a favore delle donne e contro coloro che usano la violenza sui minori. Ancora, nel Natale 2016 la Union ha distribuito dolci e giocattoli in piazza Santa Croce di Torre Del Greco con ospiti del mondo dello spettacolo, donando un sorriso a
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IN ARRIVO “AIÒN”, LA RIVISTA APERIODICA DI FILOSOFIA ERMETICA EDITA DA STAMPERIA DEL VALENTINO SULL’ESOTERISMO OCCIDENTALE E SULLA MILLENARIA TRADIZIONE PARTENOPEA
Con “Aiòn” la Stamperia del Valentino inaugura, sotto la direzione di Luca Valentini, una nuova formula editoriale, la rivista aperiodica di filosofia ermetica che mira alla pubblicazione di monografie specialistiche su temi selezionati della cultura classica e dell’esoterismo occidentale, con un occhio di riguardo al bacino del Mediterraneo e alla millenaria tradizione partenopea. Il solco d’ispirazione è e sarà sempre la cultura esoterica napoletana e la grande spiritualità europea. Tra gli argomenti approfonditi in questo numero di “Aiòn”, “Tέλος: il compimento iniziatico ed ermetico-teurgico” di Luca Valentini; “Tradizione e Iniziazione: la via del cuore” di Daniele Laganà; “La Tradizione Solare nel pensiero di Massimo Scaligero” di Stefano Arcella; “Echi di esoterismo nella poetica di Giovanni Pascoli” di Mauro Ruggiero; “L’insegnamento straordinario di un uomo sconosciuto: Georges Ivanovič Gurdjieff” di Vittorio Varano; “Pensiero magico e palingenesi alchimica” di Ivan Dalla Rosa; “Tradizione Primordiale e Ordini Iniziatici” di Sigfrido E. F. Höbel; “La luce di Venere - Afrodite e quella di Psiche (prima parte)” di Alessandro Orlandi; “Cristina Campo e la scrittura magica: verità e simbolo in Parco dei cervi” di Luca Maccaferri. Con pagine di chiusura dedicate a segnalazioni e recensioni librarie a cura dell’editore Paolo Izzo. “Aiòn era nel mondo misterico primitivo l’antico nume dell’Eternità, il Dio che rappresentava la forza
vitale interiore che sublimava sia il tempo sia le forme transitorie di credenza religiosa”, spiega Valentini. “Abbiamo deciso di riferirci a tale espressione sacrale perché il senso stesso dell’ermetismo è quello di trascendere l’aspetto formale della spiritualità per cercare di assurgere all’essenza incondizionata che alberga solo nella caverna interiore di ogni uomo”. In base a quali criteri vengono scelti gli argomenti da approfondire? “Di solito” continua il direttore, “vi è già un’idea di massima sulle linee generali con cui caratterizzare la singola pubblicazione, un argomento comune che possa legare tutti i contributi: per
tale motivo abbiamo scelto la forma della monografia. Poi, vi è la fortuna di avere un gruppo di collaboratori e di amici tramite la cui identità di vedute nel merito favorisce la stesura di saggi come un comune indirizzo ermeneutico”. Ogni numero si basa su precisi filoni oppure i capitoli vengono organizzati secondo i temi che le vengono proposti? “Si decide a priori il tema di fondamento che debba caratterizzare ogni pubblicazione: il n.1 è dedicato al tema dell’Iniziazione, il n. 2 al tema della Magia nel mondo antico; probabilmente, il n. 3, alla straordinaria personalità di Giordano Bruno. Non vi è nulla di casuale”. Sarà sempre presente il capitolo dedicato alle segnalazioni e recensioni? “Sì, è un capitolo che con l’Editore abbiamo deciso debba essere fondamentale, sia per segnalare le tante pubblicazioni della Stamperia, sia perché riteniamo doveroso informare i nostri lettori sulle più recenti iniziative di stampa nel mondo della tradizione classica ed esoterica”. Quanti numeri prevede e con quale “aperiodica” e orientativa cadenza? “Questo possono saperlo solo i Numi: ogni numero nasce, si sviluppa e prende corpo quando vi è un’idea di studio che si palesa. Potremmo pubblicare 3 numeri in un anno e 0 in cinque: lo spirito è quello della libera ricerca, senza vincoli, senza doveri, un po’ come la Sirena Partenope e la Sapienza a Napoli. Quando “ci va”, come ripeto spesso ironicamente a Paolo Izzo, l’Editore”.
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ROBERTA D’AGOSTINO
SOGNI, COLORI E BISOGNI - XV RASSEGNA TEATRALE ACCADEMIA VESUVIANA DEL TEATRO E CINEMA DI GIANNI SALLUSTRO
“Sogni, Colori e Bisogni” è la rassegna teatrale itinerante a cura dell’Accademia Vesuviana del Teatro e Cinema di Gianni Sallustro in collaborazione con la Talentum Production di Marcello Radano, che quest’anno giunge alla sua quindicesima edizione, e si svolge dal 29 giugno al 17 luglio 2022 al Teatro Instabile Napoli e al Teatro Di Costanzo Mattiello di Pompei. La rassegna è dedicata alla piccola Lorena Boccia, allieva dell’Accademia prematuramente scomparsa. Con questa rassegna, che mette in luce il talento dei giovani - afferma Gianni Sallustro, regista e direttore artistico della rassegna - ho voluto evidenziare la necessità di continuare a sognare dopo un periodo drammatico, quello della pandemia. I sogni, soprattutto quelli alimentati dall’arte, dal cinema, dal teatro, sono importanti perché migliorano la nostra vita. I colori sono le emozioni che vengono drammatizzate con la recitazione. I bisogni sono quelle necessità come lo stare insieme, il condividere, il confrontarsi, l’interagire. Compito del teatro e del cinema è quello di rigenerare lo spirito, l’anima. Così come ho voluto fortemente ‘rigenerare’ il Teatro Instabile Napoli, dove si svolgerà parte della rassegna, luogo magico, cercando di dirigerlo artisticamente rispettando il passato legato al suo fondatore Michele del Grosso, ma dandogli anche la mia impronta artistica. Mercoledì 29 e giovedì 30 giugno al Teatro Instabile Napoli le proiezioni dei due cortometraggi “Con occhi diversi” ed “Io” entrambi incentrati sul mondo dei bambini, diretti da Gianni Sallustro e realizzati da Giovanni e Lucrezio Catapano, fanno da prologo alla rassegna. Venerdì 8 luglio e Sabato 9 luglio 2022 alle ore 20,30 al teatro Instabile Napoli va in scena “Lo magnifico cunto” adattamento e regia di Gianni Sallustro da “Lo cunto de li cunti” di Giambattista Basile. Si tratta della favola di Cenerentola nella sua prima versione napoletana scritta, alla quale poi attinsero Perrault e gli altri favolisti successivi al Basile. Si prosegue sabato 16 luglio al teatro Di Costanzo Mattiello a Pompei alle ore
20.30 con “Una farsa chiamata vita” di Gianni Sallustro ispirato ad un testo di Vincenzo Scarpetta. Sofia, sorella di Don Saverio, confessa al fratello di essere stata vittima di una violenza quando accompagnò il fratello a Roma venticinque anni prima. Da quella violenza è nato don Felice Sciosciammocca, figlio naturale e segreto di Sofia, ora fidanzato con Marietta, figlia di don Saverio. Chiude la rassegna domenica 17 luglio “Non ti pago” di Eduardo De Filippo. Quagliuolo, gestore di un botteghino di banco lotto a Napoli, è un accanito giocatore che non indovina mai un numero vincente. Al contrario, il suo impiegato Mario Bertolini, interpretando casualità e sogni, vince sempre; un giorno al Bertolini capita perfino di vincere una ricca quaterna datagli in sogno proprio dal defunto padre del suo datore di lavoro ma Ferdinando Quagliuolo si rifiuta di pagargli la vincita e trattiene la giocata sostenendo che quella fortuna in realtà spetta a lui. Il defunto padre, venuto in sogno a Bertolini, ha commesso un involontario errore di persona, perché Bertolini abita proprio nella stessa casa dove un tempo abitava Ferdinando quando il padre era ancora in vita. Da qui si sviluppa la commedia piena di colpi di scena. I PROTAGONISTI Gianni Sallustro, attore, regista, doppiatore e direttore artistico dell’Accademia Vesuviana del Teatro e del Cinema. Diplomato all’Accademia d’Arte Dram-
matica del Teatro Politeama di Napoli, e diplomato come mimo attore presso l’I.C.R.A project di Michele Monetta, ha, inoltre, il diploma di 1° livello e di 2°livello di Doppiaggio conseguito presso “Professione doppiaggio” di Roma. Sallustro annovera nel suo curriculum���������������������������������� ��������������������������������� esperienze teatrali, cinematografiche e televisive. Tante le fiction Rai e Mediaset da lui interpretate (La squadra, Un posto al sole, Carabinieri, Sette vite, I Cesaroni, Un Medico in Famiglia). Ha lavorato con grandi maestri come Massimo Ranieri, Gabriele Lavia, Emma Dante, Antonio Calenda, Antonio Capuano, Roberto De Simone, Michele Del Grosso e il grande Dario Fo. Tanti i cortometraggi e lungometraggi girati, alcuni dei quali hanno ricevuto importanti riconoscimenti come L’Eredità di Raffaele Ceriello e Il peso esatto del vuoto di Vincenzo Pirozzi. Molteplici sono i riconoscimenti ricevuti tra cui, ultimi in ordine di tempo: Miglior attore XIV edizione del Corto e Cultura Film Festival, città di Manfredonia, Premio GARGAUNIA -Miglior attore ALL’Officinema Film Festival , XVIII EDIZIONE, premio come miglior attore di teatro e cinema conferito dalla Camera dei Deputati – Fondazione AISPIS. L’Accademia Vesuviana del Teatro e Cinema diretta da Gianni Sallustro L’Accademia Vesuviana del Teatro e Cinema diretta da Gianni Sallustro è una scuola di recitazione teatrale e cinematografica che si propone di dare ai giovani e ai meno giovani un’occasione per esprimere le loro qualità, coltivare le loro passioni. Nella recitazione il corpo, la voce e la mente sono gli strumenti attraverso i quali si rappresentano le emozioni. Sono queste emozioni che danno vita a un personaggio sul palcoscenico e dietro la macchina da presa. Bisogna avere, quindi, prima un certo controllo su: corpo - mente – voce per poi passare alla dimensione delle emozioni. Per ultimo, bisogna studiare il personaggio attraverso l’analisi dei testi e della vita dello stesso. Per queste motivazioni l’Accademia fa vivere, studiare e sperimentare il teatro, il cinema, la musica, il canto ai suoi allievi affinché respirino il mondo dell’arte a 360° gradi. In questo
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34 modo gli si garantisce un’alta preparazione con docenti qualificati e con l’allestimento di spettacoli teatrali e prodotti audiovisivi. La storia del T.I.N. Fondato dal 1967 da Michele Del Grosso il TIN – Teatro instabile di Napoli trovò sede in via Martucci. Si sono esibiti giovani artisti tra cui Roberto De Simone, la Nuova Compagnia di Canto Popolare, Peppe Barra, Pino Daniele, Edoardo Bennato, Franco Battiato, Francesco De Gregori, Antonello Venditti Fra il 1968 ed il 1969 il Teatro Instabile ospita alcune delle più significative esperienze internazionali del momento: The Open Theatre con The serpent e The mask,
Les Trèteaux Libres di Ginevra con Quo Vadis? Del Grosso è fra gli artefici di una storica tournée del Living Theatre. L’attività del Teatro Instabile prosegue fino a metà degli anni Settanta; negli anni ‘80 Del Grosso fonda il Teatro Tenda 80, un circo itinerante che porta il teatro nelle piazze. Nel 2001 rifonda il Teatro Instabile nel cuore di Napoli in vico Fico del Purgatorio (sua attuale sede), all’interno dello storico Palazzo Spinelli. Significativa nell’ultimo ventennio la collaborazione tra il TIN, l’Accademia Vesuviana del Teatro e Cinema e la Talentum Production.Nel 2006 va in scena la prima re-
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO Il Premio Letterario “Una Città Che Scrive” è stato fondato nel 2016 a Casalnuovo di Napoli da Giovanni Nappi. Venerdì 10 giugno 2022 si è tenuto l’evento per le premiazioni della “settima edizione” di questo importante Premio Letterario. Quest’anno il concorso, che ha registrato ben 712 partecipanti, è stato interamente dedicato all’Isola di Procida, Capitale Italiana della Cultura 2022, con la sezione speciale intitolata “Procida Nel Cuore”. Tra i 12 finalisti, i cui testi sono stati pubblicati nell’antologia “Procida nel Cuore”, edita dall’associazione “Una Città Che…”, è presente il Prof. Gaetano Caputo, la cui poesia, “Il sentiero della tua bellezza”, è un omaggio alla splendida Isola, caratterizzata da fantastici scorci naturalistici.
IL SENTIERO DELLA TUA BELLEZZA (PROCIDA) E così, dopo un po’, la stradina si fa sentiero e le case colorate, ormai lontane si affacciano sul gran davanzale naturale. Le ginestre, in piena fioritura donano un colore e un profumo oltre la bordura. E cosi, tutt’intorno, è circondato da un colore giallo raggiante che dona un’ emozione inebriante. Più in là due gabbiani volano nel cielo azzurro, limpido, perfetto come il loro amore netto. Poi d’un tratto si tuffano nel mare cristallino e consapevoli del loro destino per sempre unito scrutano l’orizzonte infinito. È così che vidi per la prima volta il vero volto del tuo splendore senza trucco, né finzioni, né inganni e nacque in me la speranza di una nuovavita e di un’esistenza autentica e serena lungo il sentiero della tua bellezza.
trospettiva dedicata a Manlio Santanelli, che spazia nei primi venticinque anni della produzione del drammaturgo napoletano, culminando con la prima assoluta di Sei prime scene. Fino al 2020 il teatro ha ospitato spettacoli diretti da Michele Del Grosso ed interpretati da Gianni Sallustro come “Caravaggio”, “La gatta cenerentola assassina per amore”, “Razzullo e Sarchiapone sotto ‘o tendone”, rivisitazione circense da La cantata dei pastori di Andrea Perrucci, “Mater Camorra e i suoi figli” da Brecht, “‘O vico” di Raffaele Viviani tutti lavori che portano la firma in regia di Michele Del Grosso e Gianni Sallustro.
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Grazie di cuore per la donazione del tuo 5x1000 all’Associazione Marameo Onlus, regolarmente iscritta all’Anagrafe e della quale sono Co-Fondatore e Presidente. 1) Poni la tua firma nel primo riquadro in alto a sinistra: “SOSTEGNO DEGLI ENTI DEL TERZO SETTORE ISCRITTI NEL RUNTS DI CUI ALL’ART. 46, C. 1, DEL D.LGS. 3 LUGLIO 2017, N. 117, COMPRESE LE COOPERATIVE SOCIALI ED ESCLUSE LE IMPRESE SOCIALI COSTITUITE IN FORMA DI SOCIETÀ’, NONCHÉ DELLE ONLUS ISCRITTE ALL’ANAGRAFE.” 2) Riporta nell’apposito spazio il codice fiscale dell’Associazione Marameo Onlus: 97490160583. Solo con queste due operazioni aiuterai a realizzare il nostro progetto “La Casa di Marameo” che ospiterà gratuitamente i familiari, non residenti, dei malati oncologici ricoverati nelle strutture ospedaliere di Roma. Giuseppe Bifulco
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TORNEO LETTERARIO NAZIONALE Seconda Classificata la nostra concittadina Giovanna D’Anna
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Il casoriano Amedeo Blasotti, diretta espressione del Presidente della Giunta regionale della Campania Vincenzo De Luca, passa da Direttore amministrativo dell’ASL Caserta a Direttore generale ASL Caserta. Gli lascia il posto l’afragolese Ferdinando Russo diventato direttore generale del Policlinico Vanvitelli di Napoli. Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. Reg. 5116 del 28/02/2000
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Direttore Responsabile: Ferdinando Troise WEB: C&C CENTRO STAMPE SRL - CASORIA Questo numero è stato chiuso il 23 giugno 2022
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SENTITE CONDOGLIANE ALL’AVV. MARIANO RUSSO PER LA PERDITA DELLA SUA CARA FIGLIA VINCENZA LA REDAZIONE DI CASORIA DUE, ADDOLORATA PER IL GRAVE LUTTO CHE VI HA COLPITO, PARTECIPIA SENTITAMENTE AL VOSTRO DOLORE
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