LA “VOCE” DI NAPOLI E DELLA PROVINCIA
E’ noto che il quotidiano “ROMA” ha festeggiato, qualche mese fa, i 160 anni di vita: una testata storica, dunque, che ha dato e dà “voce” alla città Napoli, ai suoi drammi e alle sue conquiste, al de grado e al riscatto, alle miserie e alle ric chezze, alle sordide brutture, ma anche alle incantevoli bellezze. La prestigio sa testata, che è il più antico quotidia no italiano post unitario, ha contribuito con servizi, reportage, inchieste, grazie a valenti “firme” (Evola, Longanesi, De Sanctis, Signoretti, Giovannini …) a dare un forte impulso alla crescita del la coscienza civica e a una sensibilità più viva per gli interessi generali della collettività partenopea. Tra i collabora tori del “ROMA”, benché occasionale,
figura anche il Direttore di Casoriadue Nando Troise, il quale mi racconta un episodio riguardante un’intervista effet tuata per il quotidiano napoletano: “Nel luglio del 1986 intervistai in spiaggia, a Sorrento, Osvaldo Bagnoli, fresco di scudetto con il suo Verona. Predisse in quel piacevole colloquio con lui che il Napoli avrebbe vinto lo scudetto sulle ali del Mondiale che Maradona aveva vinto con la sua Argentina. E così fu”! Il rapporto di Troise con il “ROMA” è inscalfibile. Nella periodica rubrica “Notizie Dal Mondo”, da lui condotta su Nano Tv, commenta di frequente notizie riportate dal predetto giornale, apprez zandone la chiarezza e la completezza. Dal 2013, il giornale è edito da una co
operativa che si regge sull’impegno as siduo e appassionato delle maestranze e dei suoi giornalisti, sotto l’abile guida del Direttore Antonio Sasso, definito il “ grande traghettatore, capace di tene re la barra diritta nel mare burrascoso
IL “ROMA” HA COMPIUTO, QUALCHE MESE, FA I 160 ANNI DI VITA
DON MIMMO BATTAGLIA: “DA QUANDO SONO ARRIVATO A NAPOLI, COME ARCIVESCOVO E PASTORE DI QUESTA MERAVIGLIOSA E IMPAREGGIABILE TERRA,HO IMPARATO A LEGGERE QUOTIDIANAMENTE IL “ROMA”E HO CAPITO CHE IL RAPPORTO AFFETTIVO TRA I NAPOLETANI E IL “ROMA” NON È AFFATTO OCCASIONALE ED EPIDERMICO, MA COSTITUISCE UN LEGAME SENTIMENTALE E VITALE”
degli ultimi difficili decenni”. Toccante e pervaso di profon da nostalgia il fondo scritto dal giornalista Mimmo Car ratelli per celebrare l’Evento. Eccone uno stralcio: “ Un giornalismo di corsa ha can cellato il giornalismo roman tico dei miei tempi, vent’an ni nel “Roma”, da quando avevo ventitré anni, ed era il mestiere più bello del mon do, un artigianato che di ventava di alta classe per il contributo di giornalisti di grande livello, maestri indi menticabili. Sono ormai più di vent’anni che il giornale nasce sui computer con ridu zione di forzelavoro. Il mio giornalismo è finito quando il “progresso” ha cancella to la tipografia, le macchine per scrivere, le redazioni af follate, una vita pulsante di impegno e vanità con perso naggi irripetibili, gli ultimi “artisti” della carta stampa ta. Ho capito che non era più il mio mondo quando fummo inchiodati al computer con i menabò prestabiliti. La crea tività era finita”. Nell’occasione della felice ricorrenza dell’anniversa rio, moltissimi gli auguri ricevuti da personalità della cultura, esponenti politici, da rappresentanti dell’asso ciazionismo laico e religioso. Sono stati accolti con enor me soddisfazione da tutto
lo staff redazionale anche gli auguri dell’Arcivescovo della Diocesi di Napoli, S. ECC. Mons. Domenico Bat taglia, per tutti don Mimmo.
“Quello che viene ricorda to e celebrato” ha scritto il Prelato “è un anniversario importante e rilevante per questo glorioso giornale, che ha saputo andare oltre la cronaca per diventare e raccontare la storia di Napoli e, di riflesso, quella italiana, interpretando fatti ed eventi con uno stile editoriale e culturale tutto proprio e particolare, in adesione alle esigenze formative dei tempi e dei lettori. Da quando sono arrivato a Napoli, come Ar civescovo e Pastore di que sta meravigliosa e impareg giabile terra,ho imparato a leggere quotidianamente il “Roma”e ho capito che il rapporto affettivo tra i na poletani e il “Roma” non è affatto occasionale ed epi dermico, ma costituisce un legame sentimentale e vitale che, da una parte, spiega la lunghissima vita del giorna le e, dall’altra, si spiega con l’attenzione che viene pun tualmente dedicata a ogni singola componente sociale, a ogni avvenimento e a ogni pezzo della città e della pro vincia, offrendo una informa zione puntuale e ad ampio raggio”.
“Questa impostazione,” ha proseguito don Mimmo “che evidentemente è stata voluta e mantenuta negli anni, con sente al lettore di avere una conoscenza generalizzata e non generica di tutta la co munità territoriale, rappre sentata con serena aderenza ai fatti e ai personaggi so prattutto scevra da ogni vi sione scandalistica. Di tutto va dato atto e merito ai Gior nalisti che si sono succeduti
nel tempo, per stare all’oggi, a quanti sono attualmente im pegnati nella “confezione” del “Roma”, che ringrazio sentitamente per l’attenzione che costantemente dedicano alla vita della Chiesa locale. A loro rivolgo di cuore l’au gurio di continuare a dare il proprio impegno professio nale per la storica Testata e per la straordinaria Napoli, con tanta passione e coerente fedeltà alla verità.
www.casoriadue.it
CASORIA: TANTA STORIA, POCA MEMORIA
La grande storia della città di Casoria è stato il tema de LA COPERTINA che il Dir. Nando Troise ha condotto sulla rete web NanoTV insieme ad un ospi te prestigioso, il migliore che si poteva scegliere per poter affrontare questo tipo di argomento: Giuseppe Pesce, storico, scrittore, giornalista, esperto di comuni cazione ed editore. La copertina che gli si chiede di commentare risale ad un nu mero che evoca, per mezzo di una foto della basilica di San Mauro, la storia di Casoria. Il primo commento di Giuseppe Pesce è esplicativo della crisi di identità che vive questa città nonostante il gran de passato di cui potrebbe vantare presti gio e fasti: “Casoria è una città che ha una storia ma non ha memoria. Perché i casoriani sono smemorati, disinteres sati, non gli interessa la loro storia, per questo hanno poco futuro. Piedi di argil la che non riescono a camminare” – così esordisce il nostro storico che, ripren dendo la foto della copertina continua: “La chiesa di San Mauro ha una storia fondamentale: a questa chiesa sono le gati i miti fondativi della comunità di San Mauro, è stato sempre un grande centro di aggregazione anche quando intorno è crollato tutto. Appartengo a quella generazione della costruzione del dopo terremoto: in quegli anni, Casoria cadeva a pezzi perché fu pesantemente colpita, ma anche perché era una città già in parte fatiscente. C’è stata tanta speculazione, tanta cattiva edilizia ngli anni ’60 e ’70, e il cuore della città si sgretolò. La mia generazione ha avuto davanti tutta una serie di macerie, basti pensare che io ho fatto la scuola media, senza la scuola. Non credo che le nostre
siano le chiese più belle del mondo, ma sono le chiese dove da bambino io ho conosciuto la bellezza: Pietro Di Mar tino, le tre tele di Domenico Antonio Vaccaro a San Mauro; Giovan Vincenzo D’Onofrio, detto il Forlì, molisano, ha fatto due pale bellissime. Non ci arren deremo, perché la storia di Casoria va raccontata”.
Ma andiamo proprio all’origine: da dove proviene il nome della città? Gaetano Ca passo sosteneva che il toponimo derivas se da “Casuri”, i capanni lungo le sponde del fiume Sebeto, tanto che riteneva che il cognome più diffuso fosse Casolaro proprio dal nome Casuri. Il pensiero del Prof. Giuseppe Pesce non coincide con questa teoria a sostegno della quale non esistono documenti. La sua tesi è diver
sa: “Fin dal Medioevo questa città viene chiamata Casa Aurea, Casa d’or, poi ef fettivamente che cosa sia la casa aurea è un altro discorso. Potrebbe essere in terpretata come un luogo verace, molto produttivo dal punto di vista agricolo. Ho fatto una ricerca con cui mi sono confrontato con il Prof. Ferone e Car mine Matarazzo, Direttore dell’Istituto di Scienze Pastorali della facoltà teolo gica di Napoli, e c’è una forte possibilità che la casa d’oro sia in realtà la famo sa casa d’oro degli Artemisi:a Casoria viene ritrovata una lapide della fine del II secolo che parla di un tempio dedi cato ad Artemide, un tempio che aveva il soffitto fregiato di cassettoni d’oro. Nella lapide, le famiglie del territorio ringraziano questo ricco benefattore dal
nome molto curioso che si chiama Lucio Munazio Ilariano, Munazio molto simi le ad Equizio, l’attribuito padre di San Mauro, e gli offrono cinquanta pezzi di terra per ringraziarlo. Nella leggenda di San Mauro, c’è questa storia dell’offer ta dei pezzi di terra di San Mauro alla chiesa di San Benedetto; Munazio ha un figlio, considerato l’eroe di questo popolo, di questa comunità degli Arte misi, probabilmente il figlio di Munazio era un condottiero, ha servito l’impero da qualche parte, in suo onore vengono erette statue, ritratti, e come si chiama il figlio? Si chiama Mario. Un nome molto simile a Mauro. A Casoria è stata ritro vata la lapide nel 1912, è stata portata a Napoli, è stata studiata. Quando si sarà persa l’idea del culto di Artemide, sarà rimasta la leggenda della casa dal sof fitto di oro”.
A proposito di toponimi, il Dir. Troise non può non ricordare la speciale com missione costituita in occasione dell’am ministrazione Fuccio, con l’intento di rinnovare la toponomastica di Casoria: sostituire, ad esempio, via Padula o via Castagna con via Carlo Alberto Dalla Chiesa, via San Paolo VI oppure via Ma ria Del Giudice. La commissione in cui Troise coinvolse personalità di spicco come la Prof. Giulia Campece, Franco Palladino, Ludovico Silvestri e lo stesso Pesce cadde insieme alla Giunta di Pa squale Fuccio. Proprio in riferimento al Generale Dalla Chiesa, Pesce ricorda di
quanto è stato importante per Casoria, in un momento di ricostruzione del do poguerra: “In un archivio ho trovato un documento dove ho scoperto che dovette fronteggiare una dura reazione cittadina quando, il 2 giugno del 1946 al referen dum vinse in tutta Italia la Repubblica, e a Casoria, come a Napoli, uscì la vit toria schiacciante a favore alla Monar chia. Un morto e sei feriti in seguito ad attacchi alla Chiesa San Mauro e alla caserma dei Carabinieri, istituzioni “ac cusate” di aver sponsorizzato e sostenu to la Repubblica”.
Ma l’incontro non può concludersi sen za parlare degli ultimi libri scritti da Giuseppe Pesce: IL LATO B DELLA
STORIA : la storia di Berlusconi vista attraverso i racconti che ne hanno fatto cinema e televisione. La premessa alla seconda edizione è stata scritta da Furio Colombo, il massimo del giornalismo mondiale. Non è un libro contro di lui, ma un racconto di cosa è stata l’Italia negli anni in cui Berlusconi ha rivolu zionato la comunicazione della politica. Pur se attaccato, ha dominato la scena e ha cambiato la testa degli italiani. Il se condo libro è NAPOLI DOPOGUERRA INFINITO, anche questa una ricostru zione del dopoguerra di Napoli: “Infi nito perché i napoletani sono rimasti affezionati all mito delle macerie, per ché se siamo “sgarrupati”, possiamo essere imperfetti, possiamo lamentarci. Noi non amiamo uscire dalla precarie
tà. Ovviamente, è una provocazione”. L’ULTIMO DEI NAPOLETANI è un testo importantissimo: “Le copie sono esaurite. Ne ho fatto un’ampia donazio ne per metterlo a disposizione di istituti, biblioteche, studiosi, sono storie che non ha mai affrontato nessuno. E’ la biogra fia completa di Francesco Proto, il pri mo deputato di Casoria al Parlamento nel 1848 e poi quello del 1860. Di lui si sapeva pochissimo. Ho riscoperto e ri pubblicato, inserendo nella bibliografia del Parlamento italiano, la mozione di inchiesta che fece Proto al primo Par lamento italiano. Successivamente, fui contattato dalla Treccani, e ho fatto il profilo biografico di Francesco Proto nel dizionario biografico della Treccani”. L’ultimo libro è NAPOLI AI CONFINI DEL LUNGO OTTOCENTO è la storia del collegio elettorale di Casoria, dalla rivoluzione del 1799 all’avvento della prima guerra mondiale: “E’ interessante vedere come a Napoli, a Casoria è nato l’impegno politico dei cattolici, vietato perché c’era il non expedit, il Vaticano sosteneva che era sconveniente per i cat tolici fare politica. A Casoria hanno fat to politica deputati - come i Rocco- che per tanto tempo hanno fatto la storia del movimento cattolico in Italia e nel Mez zogiorno”.
Anche questa una storia che pochi cono scono. La memoria dei casoriani è per duta, ma come tutto ciò che si perde può essere ricercato, ritrovato, recuperato.
SOGNO TRICOLORE
Classe 1951, settantuno anni splendidamente indossati, Giuseppe Bruscolotti è una delle voci più autorevoli e ascoltate quando si parla di Napoli. Terzino per vocazio ne, ha protetto anima e corpo la porta azzurra davanti all’e stremo difensore per sedici stagioni di fila, dal 1972 al 1988, indossando la fascia di capitano per cinque stagioni. Nella sua lunghissima car riera in maglia azzurra non ha mai smesso di credere nel sogno e di dare il massimo in ogni gara, sollevando al cielo due Coppe Italia (nel 1975/76 e nel 1986/87), una Coppa di Lega Italo-Inglese (nel 1976) e ha conquistato il mitico scudetto agguantato dal Napoli nell’indimenticabi le stagione 1986/87 al fianco di Diego Armando Maradona. Rimasto a lungo il calciatore azzurro con più presenze in tutte le competizioni, Palo ‘e fierro, come era soprannomi nato per il fisico possente e la capacità di resistere in piedi agli scontri fisici con gli av versari, Bruscolotti, appese le scarpette al chiodo non ha mai abbandonato il calcio: dopo aver fondato una scuola calcio con la vocazione di sottrarre i ragazzini alla strada e alle cat tive compagnie, che per anni ha operato a San Sebastiano al Vesuvio, aprì anche un ri
storante dall’evocativo nome di “10 maggio 1987”, l’in dimenticabile data dello scu detto azzurro, chiuso poi nel 2014 e un punto scommesse sportive a Fuorigrotta che lo ha catapultato alla ribalta del la cronaca nei giorni scorsi per una brutta storia di usura della quale è rimasto vittima e della quale scegliamo di non parlare per rispetto e perché ad indagini ancora in corso lo riteniamo deontologicamente scorretto nonché perché, con un opinionista del suo calibro vogliamo parlare della splen dida stagione che il Napoli di Spalletti sta vivendo quest’an no. Dopo la vittoria della scor sa domenica sulla Roma, gra zie al piede fatato di Osimhen che insacca all’80mo in uno stadio Olimpico ancora off li mits ai tifosi azzurri dopo gli acerrimi scontri tra le avverse tifoserie che nel 2014 costò la vita a Ciro Esposito, divenuto simbolo dell’insensata violen za ultras, il Napoli svetta soli tario e torna a far sognare. Mister all’Olimpico il Na poli piega i Giallorossi tra gli spalti vuoti di bandiere azzurre e adesso svetta soli tario in classifica. Una bella soddisfazione!
Certo! Anche se io certe limi tazioni non le capisco. Abbia mo vissuto momenti veramen te particolari in passato… si
dirà “Va be’ c’era il gemel laggio”, però… la gente va abituata a certe cose. Io pen so che le restrizioni alla lunga non fanno bene, specialmente nello sport. Chi sbaglia è giu sto che paghi, però poi non bi sogna penalizzare tanta gente, tante famiglie che vanno allo stadio a vedere uno spettaco lo. Io credo che bisognerebbe pensarci…
Quindi, secondo lei, biso gnerebbe togliere il divieto? Bisogna colpire i facinorosi e i violenti che danno fasti dio allo sport, mentre gli altri avrebbero diritto ad andare allo stadio. Ai tempi di Vinici abbiamo fatto dei derby con quarantacinquemila napole tani nello stadio Olimpico e da una parte e dall’altra le due tifoserie erano uno spet tacolo. All’epoca esisteva proprio il gemellaggio. Era uno spettacolo sullo spetta colo. Bisognerebbe far vedere quelle immagini alla gente. Io credo che il modo giusto per spegnere la violenza sia quel lo: mostrare due tifoserie in uno stadio stracolmo che as sistono ad una gara facendo ciascuna il tifo per la propria squadra con spirito sportivo. Il tifo ci deve essere: è norma le che ognuno difenda i propri colori, ma poi bisogna sempre ricordare che è una partita di calcio e non bisogna andare
oltre.
Il bel gol di Osimhen ha por tato il Napoli in cima alla classifica. Come lo vede? È tornato in forma? E cosa ha significato per Spallet ti vincere sul campo di una squadra che ha allenato in passato?
Osimhen dopo l’infortunio è tornato da vincitore. E per Spalletti preparare la propria squadra alla meglio e andare a vincere contro la Roma… che vuoi di più.
Quest’anno la squadra è giovane, entusiasta e non sembrano esserci prime donne. È un vantaggio? Lei come la vede?
Io dico che vogliono andare lontano. Da uomo di spoglia toio ho capito che forse c’e rano dei residui di situazioni vecchie. Forse si sono elimi nate le vecchie scorie e quin di si è creato un entusiasmo nuovo. Abbiamo visto una squadra trasformata. I nuovi arrivi ci sono stati però i tito lari sono quelli che ruotano. Tra i nuovi acquisti c’è chi ha giocato, chi non ha gioca to, chi solo alcuni minuti per partita, ma comunque hanno giocato tutti, anche i nuovi. L’ossatura è in gran parte quella dell’anno scorso però con uno spirito diverso, per ché l’innesto dei due giovani sicuramente ha alzato il li
vello perché Kvaratskhelia in attacco e Kim in difesa sono due fenomeni. Kim è un di fensore dei vecchi tempi, uno che non molla l’avversario, è molto aggressivo, non disde gna di giocare, tant’è che ha fatto gol pure lui. è una bella realtà e quindi è chiaro che il Napoli è arrivato a questo li vello. Anche l’entusiasmo si è alzato. La squadra si convin ce sempre di più e all’Olim pico ha dato un’ulteriore pro va del suo carattere, perché comunque ha dovuto subire un’aggressione iniziale della Roma, pressing e anche cal cioni, quindi… sono segnali importanti che ci dicono che la squadra è capace anche di leggere i momenti impor tanti della partita e questo è fondamentale. Non va a te sta bassa. Quando la Roma ha concesso spazi e di poter verticalizzare abbiamo visto subito la capacità di attacco dei giocatori del Napoli fino al gol di Osimhen. Il trend vittorioso durerà? E su quali gambe? Chi vede più in forma lei in questo momento?
Sulle gambe di tutti. C’è gen te che stava in panchina, ha avuto possibilità di entrare, come Raspadori e Simeone, anche se lui ha giocato meno. Gente che ha avuto la pos sibilità e si è presentata alla grande. Il Napoli ha bisogno di tutti. È chiaro che c’è an cora qualcuno che fa fatica… Chi vede più in affanno?
Forse Elmas era un po’ in af fanno, ma comunque hanno tutti tanta voglia e tanta vo
lontà. Sono segnali importan tissimi per un allenatore. C’è qualche area che va rin forzata o qualcuno che va spostato?
Ci sono sempre delle alter nanze durante la gara. Al cune sostituzioni sono quasi sempre standard perché il lavoro degli esterni special mente è dispendioso. Vedia mo quindi che sulla linea di destra Politano e Lozzano si alternano in ogni partita, giocando un tempo per uno o una partita per uno. Per il re sto, la squadra di base è quel la lì, con Anguissà al centro campo. Quando lui è fuori il Napoli al centrocampo perde molto. Il reparto difensivo è bene assortito e protetto pro prio dalla linea mediana per ché Anguissà è uno di peso, di forza fisica e anche tecni ca; ha un po’ di tutto. Lobot ka non si discute, Zielinskj sta crescendo: quest’anno finalmente sta facendo vedere partite incredibili. In avanti c’è l’imbarazzo della scelta, perché il Napoli ha dimo strato, senza Osimhen di fare comunque grossi risultati.
Poi abbiamo visto Osimhen con quale grinta è sceso in campo e lo dimostrano i gol che fa. Sono tutti ingredienti che servono a questo Napo li, che però, come squadra è ben compatta e ben assortita in tutti i reparti. Anche quelli che stanno fuori danno il loro contributo quando entrano e questo per un allenatore è la mamma dal cielo.
Molte volte il Napoli è par tito con molto sprint e poi
ha deluso. Stavolta allora ci possiamo credere davvero? Credere bisogna crederci. Non fare pensieri alla distan za, no. La cosa importante è pensare ad ogni incontro che si va a disputare, poi per il resto, si arriva ad un certo punto e allora uno può espri mersi al meglio, quindi anche sbilanciarsi per eventuali tra guardi da raggiungere, però oggi la cosa importante è mantenere questa continuità, questi equilibri fino a dove possibile. Fra non molto si arriverà alla sosta e io mi auguro che il Napoli riesca a mantenere questo vantaggio perché è molto importante. Rispetto agli altri anni, con la sosta lunga quest’anno Spalletti ha la possibilità di ricaricare la squadra per il rush finale. Gli altri anni si è trovato in corsa e ha dovuto andare fino in fondo sempre con la stessa preparazione, perché oggi di lavoro se ne fa pochissimo giocando tre volte alla settimana. Il mio pensie ro è che questa sosta a cui ci costringono i Mondiali farà molto bene al Napoli. Secondo lei, i cambi in squa dra hanno portato Spalletti a cambi di strategia o la sua tattica è sempre la stessa? Quest’anno lo vedo molto più pronto. Anche domenica sem brava che Osimhen dovesse uscire, poi Spalletti ha visto che la Roma stava tentando qualcosa per vincere non lo ha sostituito ed è stata un’i dea brillantissima. Lo vede quindi più corag gioso nelle scelte, più auda-
ce?
Vedo che ragiona di più, è più pronto. Quelli che entra no sono giusti per qualità e caratteristiche. A Roma, per esempio, hanno cambiato la partita.
Tra poco comincia il mer cato d’inverno. Si aspetta acquisti o cessioni impor tanti?
Non avventuriamoci su cose che non ci competono. C’è una società, ci sono i respon sabili, gli addetti ai lavori e penseranno loro insieme all’allenatore se devono prendere o devono dar via. Io non credo che possano far partire gente di un certo livel lo, poi non lo so. Spetta alla società decidere.
Cosa è cambiato dai tempi del suo Napoli da scudetto ad oggi e cosa le fa più nostalgia e cosa invece apprezza?
Il calcio ha subito uno stra volgimento in tutti i settori. Come per tutte le cose, ci sono i cambiamenti. Era un calcio più spettacolare forse. Ma devo dire che negli anni il Napoli ha avuto possibilità, con Sarri o lo stesso Spalletti di fare un bel gioco, anche se è mancato sempre quel pizzi co alla fine per coronare tutto il lavoro che avevano fatto bene fino alla fine. Quest’an no mi auguro che sia diver so, perché vedo una squadra molto più avanti delle altre. Un’ultima domanda: oggi c’è e chi è “il Bruscolotti” tra i calciatori del Napoli?
Kim. Ha le movenze dei di fensori di tanto tempo fa, dei miei tempi. Mi emoziona.
ALBANO: “NON MI STANCHERÒ MAI DI PORTARE «FELICITÀ» NEL MONDO!”
prio non sopportava?
Il personaggio che abbiamo avuto il pia cere di intervistare questa settimana, cari lettori di Casoria Due, non ha bisogno di molte presentazioni. E’ nato a Cellino San Marco ma è ormai famoso in tutto il mondo. E’ attivo sulla scena musicale dal 1965 collezionando 26 dischi d’oro e ben 8 dischi di platino. Stiamo parlando di Albano Antonio Carrisi, per tutti sem plicemente Albano.
Lei ha iniziato giovanissimo a muo vere i primi passi nel mondo della musica. Con grinta, pazienza e ovviamente grazie alle sue indiscutibili doti canore si è guadagnato un suo posto di rilievo nel mondo dello spettacolo.
La mia domanda è: è più facile acqui sire visibilità ed iniziare una carriera come cantante oggi (visto che oggi ci sono più strumenti come i social, You Tube, i talent show) o è stato più facile per Lei negli anni ’60 del secolo scorso?
Penso che siano difficoltà diverse e si tuazioni diverse. Ai miei tempi non c’e rano i talent show. Sicuramente anche all’epoca c’era competizione, ma anche in questo caso si tratta di un tipo di com petizione diversa: prima c’era soltanto il singolo individuo che voleva fare il cantante e sceglieva il percorso da fare: quindi o iniziava in un gruppo, o chiedeva audizioni a case discografiche o a qualche scopritore di talenti. Oggi invece ci sono questi talent show, come
Amici o X Factor, che ogni tanto guardo e che mi piacciono perché sono interes santi e formativi per chi vi partecipa: chi vi partecipa e ci rimane sei, sette mesi, può entrarne cardinale ed uscirne Papa. Il talent ti fornisce una formazio ne di prim’ordine e può spalancarti di verse porte e diverse opportunità. Nel corso della Sua lunga carriera Lei non si è limitato a fare il cantante. E’ stato protagonista di film, testimonial di vari marchi e varie sono state le sue incursioni nel mondo della televisione. Ma Lei si sente a suo agio anche in queste altre vesti?
Io faccio solo le cose che mi piace fare. Quando mi proposero dei ruoli da attore per me fu una sorpresa però l’ho fatto e mi sono divertito molto. Ricordo quando mi dissero che avrei dovuto fare il mio primo film insieme a Franco Franchi e Ciccio Ingrassia che in quel periodo ba stava pronunciarne i nomi per far scop piare a ridere! E io li ho avuti di fronte a me, ci ho lavorato insieme e…mamma mia! Che sofferenza dover restare seri! Sono stati due grandi geni del cinema!
Ho lavorato anche con Nino Taranto e Paolo Villaggio ha debuttato proprio in “Pensando a te” uno dei miei “Musica relli” (come chiamano oggi questa tipo logia di film).
Mi tolga una curiosità: ma Lei ha mai avuto delle antipatie artistiche? In somma c’erano dei colleghi che pro
Penso sia una caratteristica dell’animo umano: in tutti i mestieri le persone svi luppano simpatie ed antipatie. Il mondo dello spettacolo non fa eccezione. Cer tamente ci sono simpatie ed antipatie; qualcuna malcelata altre evidenziate ma, ripeto, ovunque ci siano esseri uma ni si incorre in questo rischio. Io però antipatie, giuro, non ne ho mai avute! Ho visto alcuni averne nei miei confron ti ma io ho sempre cercato di carpire i segreti dietro il successo e la bravura dei miei colleghi, la tecnica del canto, la tecnica dell’agire. Io nei confronti dei miei colleghi mi pongo come fossi un alunno, mi sento tale anche oggi alla mia veneranda età. Insomma ho sempre cercato di fare al massimo il mio mestie re. E il peggior critico di me stesso sono sempre stato io! Più che dirmi “Oh! Quanto sei bravo!” mi dico sempre “vediamo dove hai sbagliato, vediamo come avresti potuto fare meglio”.
Lei ha fatto e continua a fare concer ti in tutta Italia ed in tutto il mondo. Posso chiederLe qual è la sua canzo ne più amata dal pubblico italiano e quale quella più amata dal pubblico straniero?
Non sbaglio quando dico “Felicità”. In tutte le parti del mondo, appena partono le prime note la gente impazzisce! Mi scusi ma devo chiederglielo: non si è stufato di cantarla di continuo?
Quando sali su un palcoscenico e vedi un popolo in subbuglio per una canzo ne, come fai a dire “no, non la faccio, mi sono stufato”?!? Piuttosto mi dico “ma quanto è bello! Ma che bel brano ho ideato! Quanto è bello con un brano trasmettere felicità anche a chi in quel momento non ne ha!”. Io ringrazio Dio che nella mia vita sia arrivata anche “Felicità”.
Dio. Ecco, inconsapevolmente ha in trodotto la domanda che voglio farle ora. Vorrei che mi raccontasse il Suo rapporto con la fede.
Io sono nato in una famiglia molto cre dente. Ho vissuto in un paese in cui era no quasi tutti credenti, tranne un paio di atei che poi erano anche comunisti. Ri cordo un aneddoto che fece ridere tutta Cellino: marito e moglie. Lui comunista
sfegatato, con figli comunisti sfegatati, e bestemmiatore! Ad un certo punto la moglie dice “se ti sento ancora bestem miare io me ne vado da questa casa!” Allora lui ha preso tutti i santi che nomi nava, li ha messi in un paniere e, invece di bestemmiare i santi, diceva: “Man naggia i santi panieri!”. La moglie era tutta contenta e diceva: “finalmente ce l’ho fatta! Non bestemmia più!”. Poi però dopo qualche giorno, facendo le pulizie sotto al letto, trovò il paniere con tutti i Santi dentro…e la battaglia tra i due continuò!
Insomma io sono nato in un ambiente molto cristiano, sono cresciuto con la maniera cristiana. Sono regole di vita e di comportamento che una volta impa rate non le dimentichi più, le hai dentro per sempre.
Poi, certo, negli anni Novanta ho avu to un momento di smarrimento, perché mi sono successe le cose peggiori che possono accadere ad un essere umano e quindi mi sono allontanato da Dio. Poi però mi sono reso conto che in questo modo soffrivo due volte, sia per quello che mi era successo sia perché ero lon tano da Dio e allora sono tornato sui miei passi.
E la mia vita in qualche modo cambiò. Ho pensato che in fondo anche Dio ha perso un figlio, glielo hanno ammazzato.
E quindi mi sono detto “se persino a lui è accaduto come puoi tu non mettere nel paniere delle cose che possono accader ti anche questa?”. Fino a quel momento della mia vita per me era impensabile anche solo ipotizzare di poter perdere un figlio. Ma poi è avvenuto… Posso permettermi di chiederLe come si fa a gestire un dolore simile? So bene che avere altri figli aiuta, così come aiuta tenersi impegnati con il lavoro, coltivare hobby. Ma ci sono sempre dei momenti nei quali sei totalmente solo con te stesso e scappare dal dolore è impossibile. Lei come ge stisce questi momenti?
Quella ferita rimane sempre. E purtrop po ogni volta che ci ritorno su devo fare di tutto per cercare di guardare avanti e guardarmi intorno, mi aggrappo ai figli che sono rimasti con me. Sicuramente anche aggrapparsi alla fede può aiutare molto.
Qual è il Suo rapporto con l’amore? Sia chiaro: a me il gossip non interes sa. Parlo di amore per i figli, per gli amici anche per il pubblico. Se io penso all’amore penso all’amore in ogni sua forma.
Amore per la musica (meno male che esiste!), amore per la natura, amore per i figli, amore anche per le donne che ho amato (e che non sono state molte in
effetti!). L’amore deve essere per tutto ciò che ci circonda: per una notte buia come per un giorno fantastico, per il ritorno delle rondini o per il canto dei gabbiani che a volte è straziante e a vol te sa di mare.
Quali sono i suoi progetti per il futuro? Dove rivedremo Albano nei pros simi mesi?
Ho tenuto pochi giorni fa un concerto a Zurigo. Poi ho concerti in Bulgaria, Romania, Polonia, Germania, Spagna. Mi sto preparando per un probabile Sanremo perché mi piacerebbe festeg giare i miei “4 volte 20” durante que sto festival che io ho sempre amato fin da quando ero bambino. Sanremo è un evento importante e non è un fatto per vecchi! Basti pensare che i Måneskin hanno ottenuto il successo mondiale grazie a Sanremo. Ma chi è l’erede di Albano?
Di gente bravissima ce ne è però ognu no di noi è unico nel suo genere. Così come non ci sarà mai un nuovo Adriano Celentano e non ci sarà mai un nuovo Domenico Modugno così non ci sarà mai un nuovo Albano. Ci saranno imita tori e scimmiottatori, ma ognuno di noi è unico. Come detto però ci sono molti giovani bravissimi uno in particolare, secondo me, è Marco Mengoni. Lo ri tengo bravissimo!
IL DRAMMA DELLA LUDOPATIA A CASORIA
Nel 2021 nel territorio del Comune di CASORIA con le sale giochi e scom messe chiuse per circa 8 mesi e gli ap parecchi spenti per lo stesso periodo a causa della pandemia sono stati spesi nel gioco d’azzardo 186.375.105,34 € (milioni) tutti questi soldi sono peraltro sottratti al resto dell’economia reale e i territori si impoveriscono.
La cifra è davvero altissima, ma di gran lunga minore a quella degli anni prece denti. Provate a immaginare se questa cifra fosse stata immessa nel tessuto economico sociale, attraverso acquisti in negozi locali.
Nella foto allegata a questo articolo sono riportari i dati dei soldi scommessi a Casoria sia sui giochi Fisici che tele matici, uno schema schematico diviso per singoli mesi.
Il gioco si divide in 2 canali: gioco FISI CO (slot, Vlt, gratta e vinci etc) e gioco TELEMATICO, ovvero tutto il gioco a cui è possibile accedere online da remo to (anche in questo caso si può, ad esem pio, giocare ai gratta a vinci online, alle slot, o al poker on line).
In premessa va ricordato che il gioco d’azzardo, attraverso un’ascesa presso ché irrefrenabile, ha assunto oramai da anni dimensioni di volumi di denaro im pressionanti, che in più di un’occasione danno luogo a fenomeni degenerativi di natura economica e sociale.
Per avere piena contezza di cosa signi fica l’azzardo, mettiamo all’attenzione alcuni dati: nell’arco temporale che va dal 2006 al 2016 in Italia sono stati vei colati nei canali del gioco 759 miliardi di Euro, con una perdita netta per i gio catori di oltre 181 miliardi.
Si tratta, con ogni evidenza, di decadi menti che penetrano il tessuto dei terri tori in varie forme: creano dipendenza patologica tantoché, con nota ufficiale, l’Istituto Superiore di Sanità ha stimato che in Italia l’azzardo rappresenti un’at tività che coinvolge una popolazione di circa 5,2 milioni ‘abitudinari’ di cui circa 1,2 milioni sono considerati pro blematici, ovvero con dipendenza; det te circostanze impoveriscono il tessuto economico e talvolta rappresentano un veicolo d’infiltrazione per gli interessi malavitosi che, attraverso pratiche di riciclaggio, usura e imposizione traggo no importanti guadagni. Non di meno giova ricordare cosa, questo fenomeno,
rappresenti in termini economici: pre venzione, cura della malattia da gioco (Gap) e contrasto all’illegalità hanno un costo altissimo che tutti i cittadini, attra verso la fiscalità generale, sono chiamati indirettamente a corrispondere.
In realtà non esiste in Italia una vera e propria legge organica che regola la materia del gioco d’azzardo: nel no stro Paese le normative che regolano le scommesse sono molto ampie e l’intera offerta è di fatto disciplinata dai Codici Civile e Penale, da leggi speciali, da sen tenze della Corte Costituzionale, da in numerevoli decreti in materia e dal Testo Unico delle leggi di pubblica sicurezza (Codice Penale del 1930 agli articoli 718 e seguenti e Codice Civile del 1942 agli articoli 1933 e seguenti, sentenza della Corte Costituzionale n. 237 del 2006 e nel TULPS del 1931 nell’articolo 110, e da provvedimenti contenuti nella Legge di Stabilità (2016)
La regolamentazione del gioco d’azzar do è riservata allo Stato centrale che la esercita tramite l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. L’Amministrazione af fida in concessione l’esercizio del gioco a privati, i quali apportano gli investi menti necessari allo sviluppo del settore mediante strumenti imprenditoriali ido nei e lo gestiscono secondo le normative vigenti.
Il mercato del gioco d’azzardo in Italia è attualmente gestito, per conto dello Stato, da Concessionari attraverso una capillare rete industriale che interessa circa 150 mila imprese e coinvolge circa 150 mila addetti.
9,4 milioni di conti gioco aperti, appar tenenti a 4,1 milioni di soggetti diversi 42 tipologie di lotterie istantanee (gratta e vinci dati Maggio 2021)
24 tipologie di “gratta e vinci” on line (dati Febbraio 2021)
Giochi a base ippica, possibile su Ip
pica nazionale mediante: “scommessa vincente nazionale” – “scommessa ac coppiata nazionale” – “scommessa nuo va Tris nazionale” - possibile su Ippica Internazionale mediante: Scommessa “Vincente internazionale” - Scom messa “Accoppiata internazionale”Scommessa “Tris internazionale“ - su Scommesse Ippiche in Agenzia - su V7, ovvero una scommessa multipla a tota lizzatore su base ippica che consiste nel pronosticare i cavalli classificati al pri mo posto nelle sette corse oggetto del concorso, quali “trotto, galoppo, ecc.”
Apparecchi: 321.136 in esercizio Slot + Vlt (dati Febbraio 2021)
Manifestazioni Scommesse a Quo ta Fissa autorizzate: Sono ben 4226 e spaziano dalla disciplina del Surf, alla Lotta Greco Romana, dal Golf al Rug by; si può scommettere sui campionati dell’Atletica leggera americani, fino a giungere al Volley praticato nello Stato dello Yemen.
5 tipologie di giochi numerici a tota lizzatore (Superenalotto, Win for Life, ecc.)
8972 siti di scommesse inibiti da ADM (Novembre2020)
2 tipologie di bingo, di sala (attraverso oltre 200 Sale Bingo presenti sul territo rio nazionale) e a distanza
D’altro canto, più di ogni e qualunque riflessione, parlano i numeri delle tran sazioni registrate sulle piattaforme di SOGEI: prendendo in considerazione le sole transazioni dell’anno 2013, emerge un dato impressionante: il gioco d’az zardo legale, nell’anno in questione, ha fatto registrare 1,33 miliardi di transa zioni trasmesse dalle varie piattaforme di gioco connesse ai sistemi di controllo realizzati e gestiti dalla società del Mini stero dell’Economia e delle Finanze che si occupa della trasmissione di tutti i dati
dell’anagrafe tributaria.
1,33 miliardi di giocate all’anno, volen dole “spicciolare”, stanno a significare 3,6 milioni di giocate effettuate ogni giorno, quasi 152.000 all’ora, 2.530 al minuto, 42 al secondo, notti comprese. Nel 2021, purtroppo i numeri sono cre sciuti del 750% rispetto al 2013 e infat ti, le transazioni registrate sono state 10 miliardi. E 10 miliardi di transazioni re gistrate, vogliono dire 10 miliardi di gio cate, tasti pigiati, puntate, scommesse etc. ovvero 27,4 milioni al giorno, quasi 1,2 milioni l’ora, 2.530 al minuto, 317 al secondo. Notti, domeniche e festività comprese. Tutto questo con le Sale chiu se per un arco temporale importante a causa della Pandemia.
Per anni ci è stato raccontato che, se lo Stato avesse gestito in maniera diretta il Comparto dei giochi, si sarebbero debel lati tutti quei fenomeni degenerativi che l’azzardo produce a tutto beneficio delle casse erariali. In realtà, è stato fallito su tutta la linea:
1) il mercato dell’illegale prospera su di un binario parallelo difficilmente quan tificabile;
2) all’esito di molteplici indagini rea lizzate dagli inquirenti, è stato acclarato che maggiore è l’offerta anche del gioco lecito e più semplice è per le consorterie malavitose fare affari;
3) i numeri dei malati da patologia da gioco in carico ai servizi sociali e sani tari non rendono purtroppo l’idea della disperazione che la dipendenza produce 4) per contrastare tutta questa serie in terminabile di degenerazioni che il gio co produce, occorrono una quantità di soldi esorbitante che, i Governi che si sono succeduti, NON hanno mai voluto quantificare e che andrebbero «scom
putati» dai denari che vengono inseriti a bilancio classificati come proventi dei giochi.
Al riguardo UIF (Ufficio informazio ni finanziarie di Banca d’Italia, ovvero l’unità speciale di Banca d’Italia che si occupa del riciclaggio di denari) audito in Commissione Antimafia e alla stregua certamente di numeri per difetto, poiché tutti coloro che sono obbligati in solido a farlo non segnalano, ha stimato che NEI SOLI PRIMI 6 MESI DEL 2019, le con sorterie malavitose attraverso l’azzardo, abbiano riciclato 250 milioni di euro.
All’esito di investigazioni che hanno ri guardato la gestione di siti di scommesse sportive on line e il fenomeno del match fixing è emerso come anche le tecnolo gie offrano opportunità di infiltrazione, soprattutto in ambito transnazionale at traverso il sistematico ricorso a piatta forme di gioco predisposte per frodi in formatiche, spesso allocate all’estero (su tutte Malta) che consentono l’evasione fiscale di consistenti somme di denaro”.
Il rischio di infiltrazioni mafiose, all’e sito delle indagini, non riguarda solo il gioco illecito e le scommesse clande stine, ma anche il mercato del gioco e delle scommesse legali. La penetrazio ne riguarda la gestione di slot machine, VLT e scommesse sportive on line ed il fenomeno del match fixing (ovvero la possibilità di decidere il risultato degli incontri) nonché l’apertura di sale gioco, agenzie e punti di raccolta scommesse. Bisogna dunque aver presente che “Al pari della ‘ndrangheta, Cosa nostra e la camorra proiettano i loro interessi verso settori ad alta redditività, come quello dei giochi e delle scommesse legali ed illegali’’.
I Sindaci di molti Comuni e diverse Re
gioni italiane, in qualità di responsabili della Salute pubblica, stanno emanando regolamenti e restrizioni circa l’attua le offerta di gioco, anche in virtù degli avvenuti pronunciamenti della Cor te Costituzionale (su tutti la sentenza n.220 del 2014) e del Consiglio di Sta to, promulgati a seguito di vari ricorsi presentati da gestori dell’azzardo, circa la responsabilità di tutori della Salute Pubblica, così come dettato dalla Costi tuzione della Repubblica. Cosa fare per contrastare questo feno meno? NON perseguire politiche proi bizionistiche, la storia insegna che non pagano. La parola d’ordine deve essere regolamentare un mercato fuori control lo.
Come? Attraverso l’utilizzo di tutti gli strumenti politici e amministrativi che la legge consente di attivare, soprattutto in ordine alla tutela della salute pubblica; avviando progetti e politiche di sensibi lizzazione sul tema dell’azzardo; solle citando Governo e Parlamento affinché venga approvata una legge organica na zionale che disciplini la materia.
Nelle more dell’approvazione di una Legge nazionale che muova dalla tute la della persona e della salute anziché dal gettito per l’erario crediamo che sia importante rafforzare e rilanciare l’azio ne di contrasto nei confronti di questo tema.
Intanto a Casoria abbiamo proposto come IV Commissione consiliare, ed ap provato in consiglio comunale un Rego lamento su “Sale da gioco e giochi leci ti”, un primo passo a cui devono seguire iniziative ed azioni di sensibilizzazioni, come questo articolo, che raccontano il dramma dei numeri del gioco e della lu dopatia.
LE STRANEZZE NELL’AMMINISTRAZIONE DELLA CITTÀ DI CASORIA
Leggo sempre con attenzione il settima nale CasoriaDue e i suoi articoli, tutti sempre interessanti e congruenti.
Ma non mi spiego però gli nterventi del consigliere Iavarone che presiede la IV commissione consiliare ed ha una pre senza nell’esecutivo Bene.
Richiama l’attenzione sull’esigenza di assicurare provvedimenti in maniera ambientale e riporta documenti e pos sibilità per ottenere risorse finanziarie.
A volte si capisce che lui si sente all’op posizione perchè non riesce ad incidere sull’amministrazione. È anche singola re che il presidente della commissione consiliare declama e denuncia lo scem pio di via Cantariello, ma dimentica di essere presente nell’esecutivo dove può chiedere interventi necessari per libera re la discarica a cielo aperto che esiste sul percorso che collega Casoria con Afragola e con gli insediamenti com merciali presenti nell’area.
In politica al verificarsi di certe situa zioni di incomunicabilità si traggono le
conclusioni.
È convinzione di tanti che sedersi al po tere è utile e conveniente.
Altra storia riguarda la posizione di tre consiglieri comunali che hanno presen za in Giunta, ma dichiarano di non esse re soddisfatti e non sono concludenti nel loro peregrinare amministrativo.
Altra nota stonata è il rapporto tra diri genza ed assessori con la nota dell’as sessore alle finanze che non riesce ad avere la documentazione richiesta dai dirigenti e dai funzionari.
Anche in tale caso emblematico non si è capaci di esercitare il proprio ruolo po litico di direzione nei confronti di una dirigenza riottosa e non rispettosa delle prerogative dell’esecutivo.
Se a ciò si aggiungono le osservazioni pertinenti e permanenti del collegio dei revisori che nelle relazioni trimestrali ripetono costantemente l’esigenza di preparare la documentazione che non riescono ad avere e richiamano ammi nistratori e dirigenti ad ottemperare alle
prescrizioni ministeriali per superare il dissesto amministrativo e finanziario del comune, si ha un quadro desolante del modo di gestire il comune di Caso ria e si è di fronte ad un dato allarmante sul cattivo funzionamento della pubbli ca amministrazione.
Altra nota dolente investe amministra tori e dirigenti che hanno fatto poco o niente per assicurare le risorse neces sarie all’organismo di liquidazione per soddisfare la massa creditoria che am monta, allo stato, alla considerevole ci fra di circa 40 milioni di euro. Cioè non si intravedono provvedimenti idonei per recuperare le risorse in par ticolare dalle procedure di alienazione dei beni i cui proventi non si assicurano a breve scadenza. C’è bisogno di recu perare il ruolo di governo per far uscire la città di Casoria dall’immobilismo e dal torpore amministrativo e finanzia rio. Per un salto di qualità della politica per invertire la tendenza per una buona amministrazione, c’è urgenza estrema.
RETTORIA DI SAN FRANCESCO SAVERIO: PALERMO APRE LE PORTE
La Rettoria San Francesco Saverio di Palermo ospita la mostra della pittrice Ucraina Odarka Pisna
Realizzata tra il 1685 e il 1710 in stile barocco, dall’architetto gesuita Angelo Italia. La Rettoria di San Francesco Sa verio, ispirata agli edifici borrominiani di Roma, non smentisce il suo spirito di compassione e ospitalità.
Buon giorno amici lettori. Oggi do il nostro benvenuto a don Massimiliano Lo Chirco, insegnante di religione e da due anni rettore della chiesa di San Francesco Saverio di Palermo. Nonché organizzatore della mostra “Credere” della pittrice ed esule Ucraina Odarka Pisna. Bellissima iniziativa questa, padre. Poi i quadri che saranno esposti, sono veramente belli e pieni di profondo significato. Lo si può vedere dalle foto in questo articolo Più che organizzatore direi che ho ac colto un invito… Non è una mostra, è un’esposizione, i quadri non saranno venduti.
Interessante. Quanti suoi quadri ven gono esposti?
Quindici quadri a tema “Credere”
La mostra è prevista dal 30 ottobre a metà dicembre?
Si, circa un mese e mezzo, perché parte ciperà anche il Liceo Scientifico Ernesto Basile di Palermo.
Come mai questa iniziativa, padre,
visto che non ha neanche un fine di beneficenza?
Vede: Oggi siamo propensi a dare un prezzo a qualsiasi cosa, più attribuiamo valore alle cose, più ne siamo attratti. Abbiamo perso il senso della vita, siamo diventati troppo materiali. Non diamo valore alla Grazia, dono gratuito, la Misericordia di Dio. In un mondo così materialistico, dico per assurdo che se dessimo un valore simbolico al sacra mento della riconciliazione, chiedendo un contributo economico, le persone farebbero la fila, invece di lasciare il “confessionale deserto”.
Amara constatazione padre, devo dire che neanche io mi confesso frequen temente, circa una volta al mese. Ma torniamo all’Esposizione.
L’Esposizione “Credere” ha molto a che vedere con la fede e la giustizia, soprattutto adesso visto che in questo mondo travagliato, scarseggiano. Odarka Pinsa è arrivata a Palermo con la figlia e il padre circa sei mesi e ora vive in una piccola comunità di esuli ucraini a Caccamo (PA).
Si e non mi meraviglia che si siano create queste comunità di accoglien za qui da noi, in Sicilia l’ospitalità è sacra. Ma ho anche saputo che il pa dre non ha esitato a tornare in patria persino in questo difficile momento, la guerra è sempre una follia. Non ci pos siamo che sperare che questo conflitto assurdo finisca presto, ha già causato troppo dolore e spargimento di sangue, sia tra i russi che tra gli ucraini. Non mi resta che salutarla, aspettando di poter visitare l’esposizione.
DIRITTI DEL CONIUGE SEPARATO NON ANCORA DIVORZIATO
Egregio Avvocato, mi chiamo Leo e scrivo da Fratta. Sono separato consensualmente dall’ottobre 2019, io e la mia ex moglie non abbiamo avuto problemi ma ci siamo accordati molto velocemente.
Tuttavia ho alcune cose da chiederle: Se dovessi comprare un immobile e dovessi morire prima del divorzio, la mia ex moglie sarebbe erede del patrimonio?
Poi, mia moglie quando procederemo con il divorzio, potrebbe rifiutarsi per qualsiasi motivo? Inoltre, cosa succederebbe se prima del divorzio dovessi avere un figlio?
Diventerebbe l’unico erede dei miei patrimoni? La mia ex potrebbe agire in qualche modo rifiutando il divorzio perchè ho avuto una relazione prima del divorzio?
Vedi Leo, se dovessi comprare un bene immobile, durante il periodo di sepa razione legale dei coniugi, e dovessi morire prima del divorzio, tua moglie avrebbe diritto alla quota di legittima sull’immobile stesso, pari alla metà del bene, ai sensi dell’articolo 540, I com ma del codice civile, (la quota di legit tima è pari alla metà, nell’ipotesi in cui tu non abbia figli). “A favore del coniu ge è riservata la metà del patrimonio dell’altro coniuge, salve le disposizioni dell’articolo 542 per il caso di concor so con i figli”. Ai sensi dell’articolo 548, I comma del codice civile, il co niuge a cui non è addebitata la separa zione legale ha diritto agli stessi diritti successori che spetterebbero al coniuge non separato. Poiché, nella fattispecie “de quo”, si tratta di una separazione consensuale dei coniugi, non è stato espresso, da parte del Tribunale, alcun addebito della separazione medesima, a carico del marito o della moglie, nes suna valutazione di colpevolezza. “Il coniuge cui non è stata addebitata la separazione con sentenza passata in giudicato, ai sensi del secondo com ma dell’articolo 151, ha gli stessi di ritti successori del coniuge non sepa rato. Il coniuge cui è stata addebitata
la separazione con sentenza passata in giudicato ha diritto soltanto ad un assegno vitalizio se al momento dell’a pertura della successione godeva degli alimenti a carico del coniuge deceduto. L’assegno è commisurato alle sostan ze ereditarie e alla qualità e al numero degli eredi legittimi, e non è comunque di entità superiore a quella della pre stazione alimentare goduta. La medesi ma disposizione si applica nel caso in cui la separazione sia stata addebita ta ad entrambi i coniugi”. Se, doves si avere un figlio, in data antecedente al divorzio e dovessi morire prima del divorzio stesso, tua moglie avrebbe di ritto alla quota di legittima pari a 1/3 dell’appartamento acquistato; tuo figlio avrebbe anch’egli diritto alla quota di legittima pari a 1/3, mentre la quota di sponibile (la quota dell’appartamento che potresti attribuire liberamente, con testamento) sarebbe pari al restante ter zo (la quota disponibile potrebbe anche essere attribuita a tuo figlio, in aggiun ta alla sua quota di legittima, in modo da far risultare tuo figlio, proprietario della quota di 2/3 dell’appartamento). Tutto ciò, ai sensi dell’articolo 542 del codice civile. “Se chi muore lascia, ol tre al coniuge, un solo figlio, legittimo
o naturale, a quest’ultimo è riservato un terzo del patrimonio ed un altro terzo spetta al coniuge. Quando i figli, legittimi o naturali, sono più di uno, ad essi è complessivamente riservata la metà del patrimonio e al coniuge spetta un quarto del patrimonio del defunto. La divisione tra tutti i figli, legittimi e naturali, è effettuata in parti uguali”.
Tra due anni, tua moglie non potrebbe opporsi al divorzio; per sposarsi è ne cessario il consenso di entrambi i co niugi, per separarsi o divorziare è suf ficiente la volontà del singolo coniuge. Tua moglie potrebbe opporsi semmai, alle condizioni del divorzio, ossia, in sostanza, all’importo dell’assegno di mantenimento; in tal caso, il procedi mento del divorzio non sarà consensua le ma giudiziale, con aggravio di costi processuali e di tempo, per entrambi i coniugi. Cordiali saluti.
Avv. Mario Setola – Civilista Esperto in Diritto di Famiglia Cardito (Na)
Corso Cesare Battisti n. 145 Cell. 3382011387
Email: avvocato.mariosetola@libero.it
GIANLUCA PROPOLI RICONFERMATO ALLA DIREZIONE MARKETING E SOCIAL MEDIA DELL’AREA BENESSERE
Reduce dalla edizione del Festival di Sanremo 2022, dove ha curato la Dire zione Marketing e Social Media dell’A rea Benessere Vip targata Dream Mas sage® del Prof. Stefano Serra, il Dott. Gianluca Propoli viene riconfermato anche per l’edizione 2023 per ricopri re questo importante incarico. Va così ad affiancare l’altra figura strategica che affianca il Prof. Serra da anni, la Dott.ssa Veronica Caprio, Responsabile dell’Ufficio Stampa. Assieme saranno le figure chiave per dare visibilità e curare la comunicazione a 360° dell’Area Benessere, dei partner e allievi del Master Dream Massage®.
“Il Dott. Propoli è stato un valido supporto nel coordinare tutti gli aspetti legati alla comunicazione ed al marketing du rante la passata edizione del Festival dei Sogni, evento tar gato Dream Massage® e correlato al Festival di Sanremo, con l’ormai immancabile Area Benessere Vip dedicata agli artisti ma anche agli addetti ai lavori, giornalisti e celebrità presenti a Sanremo in quei giorni.” – il commento del Prof. Serra – “Dopo l’ottimo lavoro svolto prima e durante l’edizio ne del Festival 2022, dove avevamo ancora molte limitazioni e gestito innumerevoli difficoltà operative e logistiche dovute
al periodo post pandemico, ho voluto riconfermare la fiducia al Dott. Pro poli che reputo un professionista molto scrupoloso e sempre pronto a trovare la soluzione migliore nella gestione di questo delicato incarico.” – conclude il Prof. Serra.
Anche per l’Edizione del Festival di Sanremo 2023, l’Area Benessere Vip avrà la sua ubicazione presso il presti gioso Grand Hotel Des Anglais di San remo nel quale, durante tutta la settima na della kermesse, si darà vita ad una serie di eventi esclusivi legati al Festival dei Sogni ed allo stesso Festival di Sanremo con la partecipazione di vip e personaggi dello spettacolo. “Sono profondamente grato al Prof. Serra per avermi riconfer mato la fiducia per ricoprire un incarico professionale di così alto spessore e responsabilità.” – commenta il Dott. Propoli –“Per l’edizione del Festival di Sanremo 2023 abbiamo alzato di molto l’asticella in termini di qualità degli eventi ad esso correlati ma anche di tutto ciò che concerne il cuore pulsante del benessere sanremese durante il Festival, ovvero l’Area Be nessere Vip gestita in maniera impeccabile dal Prof. Stefano Serra che, ormai, è diventato sinonimo di benessere ufficiale del Festival di Sanremo.” – conclude il Dott. Propoli.
Tutto rinnovato per l’edizione tar gata 2022-2023 del talent di musica cristiana nato dalla creatività di Na zireo, esponente pluripremiato della musica gospel contemporanea inter nazionale. Dopo il grande successo dell’edizione pilota del contest, che ha avuto come principali obiettivi l’espansione in America Latina e la formazione di un gruppo di dodici ragazzi per la realizzazione di una compilation di brani inediti, per la seconda edizione ci sono importanti novità.
In primis l’introduzione di ben due nuove categorie che vanno ad ag giungersi al canto: danza e recita zione. Una nuova giuria che vede in prima linea tre nomi di fama inter nazionale:
Pietro Pignatelli per la categoria at tore
Renata Fusco per la categoria canto
Amilcar Moret Gonzalez per la ca tegoria danza. I casting per i profes
sionisti di canto, ballo e recitazione sono già aperti, ma per quest’anno oltre al sito hosceltotemusic.it, dove fin da adesso si possono reperire tutte le informazioni utili, c’è la nuovissi ma App “HO SCELTO TE TALENT disponibile su Google Play ed App Store, unica modalità di iscrizione al contest. A dare il via alle selezioni in giro per il Bel Paese, Rino Esposito e Luciano Buonfiglio. Ma le novità non sono finite: sul palco per la nuo va edizione accanto a Mauro Ferra ris anche la talentuosa Iole Piscopo.
I PREMI
Il primo posto di ogni categoria si aggiudicherà un premio del valore di 2.000 Euro più un contratto di lavoro da 3 a 6 mesi con la Bigart “Turi smo e Spettacolo”, agenzia partner dell’evento.
Sono inoltre previsti il premio della critica e il premio Musical.
È giovane, piena di talento, divertente. Ha stregato il pubblico nella puntata di Via dei Matti n°0 di martedì scorso in onda su Rai 3 dove ha presentato un suo inedito ma chi è Manuela Bollani? Scopriamolo insieme! Sicuramente un’anima in cammino, per non dire direttamente un’anima in pena, che si destreggia tra più per sonalità e passioni. Nel mio delirio di onnipotenza, mi autodefinisco una CantAuttrice – cantante, attrice, autri ce – umoristica, seria a giorni alterni. Nasco artisticamente dal mondo del Musical Theatre, da qualche anno ho iniziato a lavorare ad un mio reper torio originale e, in particolare, ho scritto ed interpretato due One-Woman Show ironico-musicali. Da anni sono una formatrice in ambito artistico-mu sicale, ora sto studiando per diventare Counselor e ho ideato ESCITI!, un per corso di sviluppo personale dedicato a tutti coloro che vogliano esprimere se stessi e comunicare efficacemente in pubblico.
Quando hai capito che la musica sarebbe stata parte della tua vita? Eh tardi, già in età adulta… c’ho mes so un po’! Ho sempre amato i Musical, i più famosi me li ha fatti conoscere mio fratello fin da piccola, e avevo frequentato qualche corso di canto e recitazione da adolescente ma la cosa sembrava non attecchire. Poi, già oltre i vent’anni, ho ricominciato a canta re con un po’ più di convinzione e ho incontrato una compagnia amatoriale di Musical con la quale ho finalmente avuto l’opportunità di sperimentarmi in quello che era (ed è!) davvero il mio linguaggio. È stato come innamorar mi: ho proprio perso la testa come ac
cade con le grandi passioni, nel giro di poco ho capito che non avrei mai più potuto farne a meno e sono partita per studiare all’accademia Bernstein Scho ol of Musical Theater di Bologna. Da lì il mio rapporto con la musica e col palco si è trasformato tantissimo ma l’integrazione tra musica e teatro tipi ca del Musical Theatre mi ha sempre accompagnata.
Dicci tre cose che ami e tre che ti fanno arrabbiare?
3 cose che amo: prendere il sole in riva al mare, il sushi, guardare le cose da più punti di vista. 3 cose che mi fan no arrabbiare: scoprire che non sono Wonder Woman come pensavo di esse
re, gli scherzi antipatici, la rigidità di vedute
A Via dei Matti numero 0 hai presen tato un tuo brano come nasce?
IGNARO, sottotitolato La dà, scritto da me (testo) e Gabriele Landucci (musi ca), nasce come un gioco che svela le dinamiche insite nel corteggiamento e nei ruoli uomo-donna. Si racconta la frustrazione della donna che rimane imprigionata nel ruolo di colei che ten ta di farsi capire quando invece avreb be le idee chiarissime su come vorrebbe che proseguisse la serata. Per contro all’uomo spetterebbe il ruolo di colui che dovrebbe portare avanti l’azione quando invece potrebbe rischiare di non capire i segnali e restare ignaro di quali siano i desideri della donna. Sono storie di vita vissuta, non solo dalla sot toscritta. Credo che ogni donna abbia vissuto questo tipo di serata almeno una volta nella vita e credo anche ogni uomo, solo che forse non lo sa e ne è, appunto, ignaro! Il brano fa parte di entrambi i miei spettacoli: “Molesta – Humour and Music Show” e “C’era una Svolta”, all’interno di quest’ultimo viene cantato dal personaggio di Cene rentola, rivoluzionando così a nome di tutte le principesse Disney l’immagine della fanciulla angelicata. Nella vita oltre la musica anche il teatro cosa ami di quella dimensione? Cosa amo del TEATRO: poter vivere mille vite, dare voce a parti di me che altrimenti farebbero fatica ad uscire, entrare in connessione profonda col pubblico permettendogli di specchiarsi in me e in quello che racconto, mostra re la natura umana in tutte le sue sfu mature
in tutte le sue vulnerabilità...
COMUNICATO DI TERRANOSTRA E LETTERA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE
Venerdì 21 e sabato 22 otto bre, abbiamo assistito all’en nesimo triste spettacolo av venuto nella sala consiliare della Città di Casoria in cui, per due giorni consecutivi, non sono stati completati i lavori assembleari. Per due giorni di fila, lavoratrici e lavoratori, studentesse e stu denti, famiglie con bambini, hanno messo da parte i loro impegni quotidiani, fatto as senza a lavoro, percorso chi lometri, per essere presenti a quello che doveva essere un momento cruciale per la lotta sui beni comuni in città: la di scussione sulla modifica del regolamento comunale per l’inserimento dell’uso civico e collettivo. Siamo arrivate a questo momento attraverso anni di lotta, dentro e fuori i luoghi istituzionali, tenendo aperto e curando uno spazio di proprietà comunale, nono stante le denunce, le indagini, i blitz delle forze dell’ordine e una continua indifferenza da parte della politica locale. La nostra forza: le decine di abitanti presenti in queste giornate per seguire il Con siglio Comunale, per soste nere la nostra idea di città, che fermavano i consiglieri in Piazza Cirillo, sostenendo l’autogestione degli ultimi anni e la futura legittimazio ne dell’uso civico come mo dello partecipato per la futura gestione del parco e degli al tri beni comuni cittadini.
La loro forza: continuare a mostrare una parvenza di apertura verso le istanze del la comunità, senza però dare dei segnali concreti di apertu ra, rinviando poi all’infinito i consigli comunali grazie alle solite marachelle.
Chiediamo che, per cura e rispetto della cittadinanza attiva sulla tematica oggetto della petizione, l’argomento “beni comuni” venga trattato al primo punto all’Ordine del Giorno del prossimo Con siglio e non come settimo e ultimo punto di lavori inter minabili.
Ci aspettiamo, inoltre, un cambio di rotta concreto nel reale coinvolgimento della cittadinanza tutta sulla pro gettazione del parco di Via Boccaccio e sulla futura ge stione dei beni comuni in cit tà. Urgono un tavolo tecnico per l’inserimento delle nostre proposte nel regolamento e la nascita di un osservatorio po polare sui beni comuni. Sap piate che noi non molliamo la presa e, anzi, chiamiamo all’appello tutte le forze cit tadine e le realtà sociali che in questi anni hanno animato e sostenuto questa battaglia, per continuare insieme a diffondere buone pratiche e
buone idee per il bene comu ne. Inoltre, scriviamo pub blicamente al Presidente del Consiglio Comunale:
Egregio Presidente del Con siglio Comunale di Casoria, Andrea Capano, dopo sette mesi di attesa in più rispetto a quanto previsto dai regolamenti comunali, finalmente abbiamo ricevu to notizia che il Consiglio comunale discuterà il punto proposto da una petizione popolare regolarmente pre sentata, rispettando la volon tà di oltre 400 cittadine caso riane, firmatarie della stessa. La prima seduta che inte ressava l’argomento è stata convocata per venerdì 21 ottobre ma poi, dopo ore di dibattito sui primi dei sette punti all’OdG, rinviata a sa bato 22. Per un vizio di forma nella convocazione, anche la seduta di sabato è stata rin viata, a data da destinarsi. Vi chiediamo che, proprio
nell’occasione più unica che rara in cui un comitato citta dino può esprimersi all’in terno dell’assise comunale, le condizioni per la parteci pazione siano rese più age voli come giusto che sia. Già il consiglio è stato convo cato di mattina in un giorno lavorativo, non consideran do che il comitato popolare è composto da lavoratrici e lavoratori, mamme, padri e studenti che, non avendo get toni di presenza o giustifiche a lavoro, hanno dovuto fare non pochi sacrifici per par tecipare a una discussione a cui tanto tengono perché frutto di un impegno civico durato negli anni. Inoltre, i continui rinvii e l’attesa estenuante per un punto così importante per noi, ciono nostante fissato al settimo posto, ritenuto dunque poco prioritario. Crediamo che questo atteggiamento denoti grave incuria nei confronti della cittadinanza e, pertan to, chiediamo un atto di cura verso chi si impegna per il bene collettivo: che il punto in questione sulla modifica del regolamento comunale sulla gestione dei beni co muni urbani venga affrontato come primo punto all’Ordine del Giorno della prossima seduta consiliare, in modo da facilitare la partecipazione del Comitato proponente e della società civile tutta. Confidando nella Vostra di sponibilità, Distinti saluti.
La comunita’ di Terranostra il Comitato Promotore della Petizione il Comitato Cittadino “in sostegno dell’autogestione di terranostra”
NUOVA ORCHESTRA SCARLATTI
MUSICA CLASSICA NAPOLETANA CON IL PIANISTA FRANCESCO NICOLOSI E IL VIOLONCELLISTA DIRETTORE LUIGI PIOVANO
Domenica 6 novembre 2022 alle ore 19:00, la Nuova Orchestra Scarlatti torna nella Sala Scarlatti del Conserva torio di Napoli, in Via San Pietro a Ma jella 35, con la bellezza e il sentimen to della musica classica napoletana, e con due solisti di prestigio: il pianista Francesco Nicolosi e il violoncellista e direttore Luigi Piovano. Musiche di G. Paisiello, G. Martucci, W. A. Mozart. In programma gemme di bellezza e sentimento della civiltà musicale parte nopea del ‘700 e ‘800: G. Paisiello con il suo bellissimo Concerto per piano forte e orchestra n. 4 in sol minore; G. Martucci con due concentrate Roman ze per violoncello e pianoforte; infine un capolavoro di un giovane W. A. Mo zart molto ‘italiano’, la Sinfonia n. 29 in la K 201.
Il pianista catanese Francesco Nicolosi, eccellenza della scuola pianistica na poletana, considerato uno dei massimi interpreti del virtuosismo romantico di Thalberg e Liszt e del repertorio napo letano del ‘700, sarà protagonista in un capolavoro strumentale di Giovanni
Paisiello, il Concerto n. 4 per piano forte e orchestra in sol minore, tutto attraversato da un avvolgente colore passionale, non senza sprazzi di intimi tà già quasi preromantica, per esempio nel Largo: pagina splendida che getta una luce rivelatrice sulla grandezza del
musicista partenopeo, noto essenzial mente come operista, ma anche uno dei venerati modelli del giovane Mozart. Si passerà dal tardo Settecento al tardo Ot tocento napoletano con Giuseppe Mar tucci, il grande compositore capuano capace di fondere una cantabilità medi terranea con la profondità raffinata del grande romanticismo europeo, come nelle due Romanze per violoncello e pianoforte in programma, che vedranno accanto a Francesco Nicolosi un altro solista di gran classe, Luigi Piovano, da oltre vent’anni primo violoncello solista dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, e dedito da anni anche alla direzione d’orchestra, con prestigiose collaborazioni interna zionali da Bacalov a Sokolov.
Piovano dirigerà la Nuova Orchestra Scarlatti in Paisiello e nel brano che completa il programma della serata, la Sinfonia n. 29 K 201 di Mozart: capola voro in cui un Wolfgang diciottenne, fin dal guizzante gesto iniziale dei violini, anima un geniale equilibrio tra contrap punto orchestrale e verve ‘italiana’.
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Tommaso Casillo è il nuovo presidente della Soresa (Società Regionale per la Sanità), società della Regione Campania per la razionalizzazione della spesa sanitaria che svolge il ruolo di centrale acquisti dei prodotti destinati alle aziende del servizio sanitario regionale. Un esponente politico di Casoria, quindi, sarà alla guida di un ente strategico per la sanità campana. “Nascondere la soddisfazione per un incarico così prestigioso – aggiunge – significa non riconoscere il valore e la portata di questa nomina. Tuttavia non mi nascondo la complessità e la delicatezza di tale incarico che impone grande impegno ma soprattutto serietà e rigore amministrativo. Un sentito ringraziamento al presidente De Luca per la fiducia e considerazione politica, ed un grazie ai tanti amici che hanno sempre creduto nel valore della squadra”, così Casillo ha commentato il suo nuovo incarico
Tommaso Casillo, già senatore tra il 2001 e il 2006 e sottosegretario alle Infrastrutture nel Governo Prodi II, ha ricoperto l’incarico di vicepresidente del Consiglio regionale della Campania nella legislatura 2015-2020; ricandidato alle elezioni regionali del 2020 nella lista “Campania Libera”, non è stato rieletto in Consiglio regionale, lavora a stretto contatto da tanti anni con il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca.