Domenica 27 Giugno

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DOMENICA 27 GIUGNO 2021

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Settimanale di Informazione

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ANNO XXI - N° 26 - DOMENICA 27 GIUGNO 2021

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CHIARA D’APONTE

L’uomo, il campione e il tennis: presentato a Casoria “Terra Mia”, la storia di Pino Ferrara raccontata da Giovanna D’Anna

Lo scorso tredici giugno, presso il “Tennis Casoria”, si è tenuta la presentazione del libro “Terra Mia” scritto da Giovanna D’Anna e dedicato alla vita, alla carriera e a tutti i sogni realizzati e da realizzare di Pino Ferrara, campione di tennis dalla gloriosa carriera. Alta è stata la partecipazione all’evento. Moderatore della serata il nostro direttore Nando Troise che ha affermato che “Casoria non è solo città di santi ma anche di tantissimi campioni”. Il direttore ha poi sottolineato che il tennis è uno sport ipnotico e che solo mettendosi alla sua mercé lo si può capire fino in fondo. Ha partecipato alla presentazione anche

il sindaco di Casoria Raffaele Bene che ha parlato di questa occasione come di un “momento di gioia” dopo le sofferenze imposte dalla pandemia. Il primo cittadino ha parlato di Giovanni e Pino Ferrara come di due istituzioni della città, due splendide persone che hanno la “capacità di trasmettere positività”. Per il sindaco lo sport ha un ruolo culturale decisivo ed è “la miglior cura per l’essere umano” in quanto è ciò che da identità all’intera comunità. Anche Dario Sarnataro, giornalista ed autore della prefazione di “Terra Mia”, non ha voluto far mancare il suo saluto e il suo pensiero su questo libro. Ha in primis elogiato Giovanna D’Anna per la sua bravura nello scrivere e poi ha sottolineato come il libro viaggi lungo due binari paralleli: da un lato la storia personale di Pino Ferrara e dall’altro la storia del Pino tennista che combatte per realizzare i suoi sogni. Dopo Sarnataro ha preso la parola l’autrice del libro, un’emozionata Giovanna D’Anna che ha raccontato la genesi del testo. Tutto parte proprio dai racconti di Pino che lei ha voluto imprimere sulla pagina scritta affinché possano essere ricordati per sempre. continua a pag. 4


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4 SEGUE DA PAG. 3 Quanto al titolo, l’autrice ha affermato che è stato scelto per ricordare le due più grandi passioni di suo marito: la musica, in particolar modo quella di Pino Daniele (Terra Mia è il titolo di una delle sue più celebri canzoni) e i campi in terra rossa. Il messaggio che l’autrice vuole far passare è che la vita va vissuta con grinta ed ottimismo senza aggrapparsi troppo ai ricordi. “Terra Mia” non è, infatti, un semplice racconto di eventi passati ma rappresenta la consapevolezza di aver avuto tante esperienze. “Ognuno può essere autore del proprio libro”, dice la D’Anna. Significativo anche l’intervento di Ciro Troise che, da appassionato di tennis nonché ex giocatore, ha sottolineato quanto questo sport sia formativo perché “in campo sei da solo. Non ci sono

riserve, allenatori o staff quando sei un amatoriale”. Sottolinea poi quanto il tennis sia uno sport imprevedibile, una vera e propria metafora della vita. La vera chicca della presentazione però è stata l’intervento in videochiamata di

molti campioni di tennis come, ad esempio, Umberto Rianna, Claudio Pistolesi e Ugo Pigato. Una bella giornata di sport e di amicizia dunque, la prima, si spera, di una lunga serie.

ANTONIO BOTTA

Nella solennità di S. Ludovico da Casoria, celebrazione eucaristica presieduta da S. Ecc.za don Lucio Lemmo

“RISCOPRIAMO LA DIGNITA’ DI FIGLI DI DIO E SIAMONE FIERI”

In occasione della “Festa liturgica di S. Ludovico da Casoria”, che ricorre ogni anno il 17 giugno, le Suore Francescane Elisabettine Bigie hanno organizzato una serie di iniziative al fine di preparare lo spirito a vivere in maniera degna la santa ricorrenza. Dall’otto al quindici giugno nella Casa Natale di Casoria si è svolta la celebrazione dei vespri; il 16 giugno, a Posillipo è stata celebrata la Messa presieduta dal Rev. P. Dario Ferrara; il 17 giugno si è svolta la celebrazione eucaristica presieduta da S. Ecc. za Mons. Lucio Lemmo, lo stesso giorno del primo anniversario del transito al Cielo di suor Elvira; infine il 19 giugno, è stata organizzata nell’Oasi di S. Ludovico una serata insieme in musica. In un clima di orante raccoglimento, nello spazio antistante la cappella, presso la Casa Natale del Santo,si è celebrata, come poc’anzi accennato,

Il 17 giugno scorso, aperto l’anno giubilare di festeggiamenti per i 150 anni di fondazione dell’ Istituto Serafico di Assisi, che all’epoca ospitava e curava non vedenti e sordomuti, ed oggi ospita ragazzi con varie disabilità la liturgia eucaristica animata dalla corale della parrocchia S. Benedetto. Hanno concelebrato, insieme con il vescovo Lemmo, don Mauro Zurro, parroco della basilica pontificia S. Mauro, don Pasquale Fioretti, Antonio Iavarone, Pasquale Muto, Fr. Nicola

Gilda e Fr. Felice Pannone. Nella riflessione omiletica, seguita alla proclamazione della Parola (profeta Isaia, I lettera di S. Giovanni, la parabola del “Buon Samaritano” dal vangelo secondo Luca) il Celebrante, ha messo in luce che la cittadinanza di Caso-

ria è stata convocata intorno all’altare ( il sindaco Raffaele Bene, le varie Autorità, i parroci, le congregazioni religiose della Città, i fedeli) per essere comunità, evidenziando che “ essere comunità è molto importante, perché i problemi si risolvono insieme, in qualsiasi contesto non si può camminare da soli, quindi la “chiamata” di oggi è uno stimolo, un impegno a ricominciare, con la consapevolezza di dover passare dall’ “io” al “NOI””. “Certo, ciò costa fatica, ma, in questo impegno, S. Ludovico ci insegna molto! Vorrei sottolineare, al riguardo, alcuni punti di una Sua lettera. Egli scrive che “che tutti partecipiamo di Lui nella grazia e nella natura dei doni spirituali e temporali; voi ed io siamo tutti figli di Dio. La nostra dignità di cristiani è la più alta, fra tutte è quella che più si avvicina a Dio, il quale è con noi sino alla consumazione dei


DOMENICA 27 GIUGNO 2021 secoli”. Riflettiamo, allora, insieme su questa dignità che ciascuno di noi possiede e di cui dobbiamo essere fieri. Noi siamo creature nate da Dio e quindi abbiamo una dignità da custodire, da difendere; noi non siamo nati per caso, nessuno di noi è giunto su questa terra per combinazione, nessuno di noi si può sentire un escluso, uno scarto, anche se qualche volta qualcuno ci fa sentire tale”. Da tale dignità, ha proseguito il Vescovo, ha origine la “vocazione cristiana”, chiamati, quindi col Battesimo, sacramento con il quale abbiamo ricevuto la dignità, ad essere figli di Dio, e noi dobbiamo essere davvero fieri di questa figliolanza! Accorata l’esortazione di don Lucio a riprendere in mano la nostra vita, acquisendo uno stile esistenziale coerente con la dignità divina che possediamo. “Troppe sono le persone depresse, insoddisfatte, frustrate,perché si sono aggrappate a realtà che le hanno deluse e illuse”. Ma non bisogna arrendersi, occorre avere la forza di guardare dentro noi stessi per riscoprire l’incommensurabile dono della dignità , di cui siamo padroni e che nessuno può distruggere. Un altro punto della lettera

di S. Ludovico letto e commentato dal Celebrante è stato il seguente: “Quantunque l’uomo si separi da Dio, Dio, però è con noi, è dentro di noi, e noi non possiamo allontanarci da Lui, anche se non volessimo essere più suoi figli. Egli è così stretto con noi, così legato a noi con vincolo di carità suprema che non c’è nessuna forza, neanche quella del diavolo, che possa separarci da Dio. Siamo uniti a Lui nella creazione, nella redenzione e nella risurrezione”. Anche S. Paolo, ha commentato mons. Lemmo, afferma che “nessuno potrà mai separarci dall’amore di Dio”. Da qui, il suo invito ad essere cristiani più autentici. Ha ripreso ancora la lettera nel punto in cui S. Ludovico scrive che l’uomo non è capace di separarsi

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da Dio, e che anche se pecca, Dio è sempre suo padre. Infine, facendo riferimento all’esortazione di S. Ludovico, “ torna a Dio, applica tutto te stesso per la salvare la tua anima”, il Vescovo ha richiamato l’urgenza di riscoprire il senso del peccato per evitarlo, di cui liberarsi con l’accostamento frequente al sacramento della riconciliazione e con la partecipazione alla santa messa. Questo perché noi siamo fatti per l’eternità, per il Paradiso e, quindi, bisogna darsi da fare per non incorrere nella morte dell’anima. In una società liquida, segnata da corruzioni, furbizie, rapporti coniugali fragili, infedeltà e culle vuote, stiamo dando una testimonianza sbagliata ai giovani che, grazie a Dio sono lungimiranti.. “Dio non

ci abbandona mai, ha concluso, “ma non mettiamoci nelle condizioni di non farci salvare da Lui. Chiediamo a S. Ludovico, a suor Elvira , ai Santi di Casoria di aiutarci a vivere in questa Città la realtà di Dio, cittadini capaci di avvertire in sé la dignità di figli di Dio, senza creare differenze, ingiustizie, esclusioni ed emarginazioni.” Il 17 giugno scorso si è anche aperto l’anno giubilare di festeggiamenti per i 150 anni di fondazione dell’ Istituto Serafico di Assisi che all’epoca ospitava e curava non vedenti e sordomuti, ed oggi ospita ragazzi con varie disabilità. Nell’omelia del Vescovo di Assisi, mons. Domenico Sorrentino, durante la solenne celebrazione eucaristica, ha evidenziato che S. Ludovico da Casoria è stato un mistico, rapito dall’amore di Dio e, invaso da tale amore, è stato capace di unire in sé la dimensione contemplativa con quella della carità concreta. E’ stato artefice, dunque, di un amore generativo, che infondeva negli altri con le mirabili opere a favore dei deboli, degli ultimi, degli esclusi. Le strutture dell’Istituto Serafico, sono, in tal senso, un’opera di questo amore che don Tonino Bello definirebbe “contempl…attivo”.

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6 RITA GIAQUINTO

Sorrento: comincia l’estate in un clima di incertezzE

L’Italia chiama, le perle delle nostre coste campane urlano, ma se l’Europa e l’America non rispondono, la ripresa si fa lenta e complicata. Siamo a Sorrento, la cittadina costiera della Penisola sorrentina che, situata di fronte alla baia di Napoli, è famosa in tutto il mondo per i suoi scorci mozzafiato, per un panorama che resta nel cuore ed un dedalo di stradine antiche dove perdersi ha il sapore di agrumi e di mare. E lo sanno molto bene quei turisti, soprattutto inglesi e americani, che, purtroppo, la pandemia sta tenendo ancora lontani. E questo si trasforma nelle difficoltà di cui, con grande disponibilità, ci parla il Sig. Diodato Scala (in foto), appartenente ad una famiglia di albergatori dal 1955, proprietario, insieme al cugino Carlo, del Hotel Continental di Sorrento, un elgantissimo albergo tra i più antichi della città, tra i pochi a riuscire in qualche modo a difendersi dalle conseguenze nefaste di una pandemia che – oggi più che mai – sta presentando il conto a tutte quelle attività che vivono di turismo. Quando avete riaperto? “Diciamo che nella nostra attività, da dopo le feste di Natale, arrivavano continuamente notizie non confortanti. Non si sapeva se aprire e, soprattutto, come aprire. Ci siamo portati tutte queste incertezze e preoccupazioni fino a dopo Pasqua. Noi albergatori della Penisola sorrentina facevamo tante riunioni, ed eravamo tutti molti prepreoccupati, soprattutto per i nostri dipendenti, i quali prendevano la disocuppazione per due, tre mesi, dopodichè rimanevano senza entrate. Per questo motivo, noi, come Hotel Continental, abbiamo preso una posizone ben precisa: abbiamo deciso di aprire il 30 aprile proprio per i no-

stri dipendenti. Siamo stati tra i primi, se non proprio i primi, ad aprire l’azienda con pochissimi clienti, ma, avendo il ristorante all’ultimo piano, la nostra Terrazza Vittoria, con vista mare, in una poszione davvero speciale, abbiamo pensato che, da qui, potevamo riprendere a lavorare in un certo modo. E questo, devo dire la verità, in parte è successo”. Da dove viene il clima di incertezze che si respira a Sorrento? “Il problema è che il flusso di clienti dei mercati più importanti, come il mercato inglese ed il mercato americano con cui Sorrento lavora in una percentulae del 90%, è completamente mancato. A tutt’oggi, non sappiamo quando gli inglesi potranno riprendere le partenze. Noi sapevamo che il 2 luglio si sarebbero riaperti i voli dall’Inghilterra e invece - è una notizia dell’altro ieri (l’articolo viene redatto in data 22/06/2021, n.d.r.) - abbiamo saputo che questa riapertura è stata nuovamente rimandata a data da destinarsi. Degli americani, invece, non sappiamo proprio nulla. Lei potrà immaginare cosa possa voler dire questa situazione ancora di paralisi per

una cittadina come Sorrento che vive di questo tipo di turisti”. Nelle vostre programmazioni che andamento prevedete? “Nei nostri programmi, pensiamo che a settembre, ottobre si possa realizzare qualche cosina in più, che si possa lavorare un pochino in più, raggiungendo il 50%, il 60% della nostra forza produttiva. Un segnale abbastanza positivo è il fatto che stiamo ricevendo prenotazioni per il 2022, facendoci considerare il prossimo anno nuovo, un anno davvero importante, come noi immaginavamo. Da Pasqua ad ottobre del 2022, posso dire che si comincia a vedere più movimento. Adesso lavorare significa “difenderci” ed io sono molto preoccupato per i nostri concittadini, per chi ha i negozi, le piccole attività che faranno fatica a riprendersi da questo duro colpo che la pandemia ha rappresentato anche a livello economico. Se lei viene a Sorrento, si renderà conto da sola, come è accaduto a me proprio questa mattina camminando per il centro, a Piazza Tasso, c’erano soltanto tre tavolini occupati che prendevano la consumazione. Il resto, tutto vuoto. Siamo, praticamente a luglio, e ci sono ancora alberghi, anche di catene importanti, che non hanno ancora potuto aprire e stanno ancora chiusi. Uno scenario incredibile. Per me, questa è un’altra annata difficile. Stiamo lavorando un po’ di più con gli amici di Napoli e della Campania che vengono a trovarci il sabato e la domenica”. Come si fa a gestire un grande albergo come il Suo, come si fa a “difendersi”, come ha detto Lei? “Riusciamo a stare a galla perché la struttura è una proprietà di famiglia. E


DOMENICA 27 GIUGNO 2021 come noi, riescono a reggere tutti quelli che non devono pagare il fitto dei locali. Ma chi è in affitto, in questi due anni, sicuramente, se non ha una posizione solida, va in serie difficoltà. E noi, comunque, pur essendo proprietari, a fine anno, se siamo bravi, dobbiamo cercare di pareggiare i conti. Non possiamo ancora disporre di tutta la forza produttiva. Attualmente, il nostro albergo ha, a regime, n. 45 dipendenti. Dovrei arrivare a n.55, n. 56 dipendenti ma non me lo posso ancora permettere. Ma sono convinto che già siamo stati abbastanza bravi a far entrare una buona parte di dipendenti a lavorare”. Pandemia a parte, quali caratteristiche fondamentali deve avere un albergo per continuare una tradizione antica come la vostra e soddisfare anche il cliente più esigente? “Sicuramente, è un mestiere in cui ci vuole tanta, ma tanta passione ma la cosa fondamentale è il personale: la mia famiglia mi ha insegnato che sono i dipendenti a fare l’albergo. Se hai ottimi dipendenti, i clienti non ti dimenticano.

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Poi ci metti il tuo per farli stare bene, per non fargli mancare niente, ma il personale deve essere formato da grande professionalità e dotato di un profondo rispetto per il cliente e per le sue esigenze”. I Suoi dipendenti sono tutti vaccinati? “Si, sono già tutti vaccinati perché noi come associazione albergatori della

penisola sorrentina, in particolare di Sorrento, abbiamo vaccinato noi i nostri dipendenti, ci siamo autotassati, ci siamo caricati delle spese per poterli vaccinare tutti proprio per raggiungere quanto prima possibile il Covid free. In un albergo di Sorrento, all’hotel Vesuvio, nel mese di marzo, abbiamo fatto installare le cabine ed organizzato il tutto affinchè tutti i nostri dipendenti fossero vaccinati in breve tempo. Parliamo di circa n. 4000 dipendenti in tutta la Penisola sorrentina. Abbiamo fatto questa cosa che ritenevamo fosse importante e fondamentale per una ripresa in tutta sicurezza”. Una sicurezza che sosterrà le grandi capacità di reazione di una città come Sorrento che, siamo certi, con il ripristino di tutte le rotte internazionali, sarà perfettamente in grado di rimettere in moto quei meccanismi economici che la pandemia ha inevitabilmente raffreddato. Ma “lì dove il mare luccica e tira forte il vento…” rimarrà quella cartolina dipinta sul mare che tornerà presto a respirare a pieni polmoni e ad incantare il mondo

MARIA CRISTINA ORGA

IO RACCONTO STORIE

Io racconto storie. Rubo a casaccio stracci di memorie e poi li allaccio in nodi stretti stretti tiro fuori vecchie foto dai cassetti le guardo e mi rigiro tra le mani sempre il mio ieri non c’è mai domani. Io raccolgo scorie brandelli di emozioni un poco spurie banali come testi di canzoni che durano un’estate presto finite e mai dimenticate. Stagioni andate… Riciclo i sogni miei e di quanti dietro i ricordi nascondono i rimpianti accordi dissonanti… trasparenti come fantasmi non vedi ma li senti anche gli orgasmi li soffochi tra i denti metti il bavaglio al cuore e poi ti penti se il grido dell’amore non lo senti. Racconto storie io se sono false o vere lo sai Dio… per me è ormai quasi un mestiere

io fondo ciò che è tuo con quel ch’è mio e butto nel calderone maschere d’occasione paura distrazione noia disperazione problemi che non hanno soluzione mescolo tutto e bevo la magica pozione. Raccolgo storie io salvandone qualcuna dall’oblio qualche ritaglio da mettere in cornice anche uno sbaglio se sai ascoltare dice. E io son qui già pronta a rimediare a medicare con le mie parole a scegliere magari un bel finale. Certo il passato non lo so cambiare non ho la forza di modificare mi manca anche il coraggio per osare riesco a malapena a respirare e ho smesso già da tempo di pensare… solo una cosa sono brava a fare raccogliere le storie e raccontare. Non mi fermare.


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8 CIRO TROISE

Il calcio e la guerra del risparmio: vanno cambiate le regole

Il calcio sta ancora lottando per Basta pensare al fatto che la serie superare la pandemia. Eccetto A si è affidata a Dazn senza avere la parentesi dell’Europeo voluta nemmeno la piena certezza che dalla Uefa, negli stadi la deroga sotto il profilo infrastrutturale e vale solo per 1000 spettatori al tecnologico tutto regga al meglio. massimo. Lo stato d’emergenza La visione del calcio italiano dura fino al 31 luglio, poi bisogna è portare a casa qualcosina in riscrivere una nuova epoca perché più oggi, poi si vedrà domani senza la doverosa riapertura in che condizioni saremo. Le degli stadi il calcio fa fatica a abitudini degli italiani non vanno respirare. Il sottosegretario con sottovalutate, basta pensare che il delega allo Sport Valentina Vezzoli mondo del pallone non ha ancora ha dichiarato che il prossimo recuperato i “reduci” di Mediaset campionato inizierà con il 25% di Premium dopo tre anni. pubblico negli stadi, con l’obiettivo I presidenti stanno provando a I presidenti a lavoro sulla di aumentare gradualmente gli trovare mediazione con l’Aic per “spending review” ma non spettatori sugli spalti in relazione il taglio di due stipendi, si cerca basta il risparmio, bisogna alla campagna vaccinale e alla un accordo collettivo anche con battaglia contro il Covid-19. Si gli allenatori perché situazioni cambiare le regole entrerà negli stadi con il green pass, come la buonuscita che l’Inter ha come accaduto agli Europei. concordato con Conte andrebbero regolamentate. Il calcio senza tifosi è un altro sport, uno scenario arido, lo Il calcio ha un problema di sistema e dovrebbe trovare una dimostra la differenza d’atmosfera tra Europei (anche al 25% risposta ampia, complessa, non dei palliativi. Neanche lo della capienza) e Coppa America a porte chiuse. shock della Superlega ha imposto la necessità di fare un’analisi Non basteranno certamente gli stadi aperti per risolvere tutti profonda. Bisogna trasformare il rapporto di lavoro con i problemi del calcio italiano che va alla ricerca di liquidità e calciatori e procuratori, rivoluzionare la legge 91 trasformando tenta la via della ricostruzione dopo i danni della pandemia. i giocatori in liberi professionisti con l’obbligo di pagare il I presidenti stanno ridiscutendo tutto: opzioni previste nei proprio agente. contratti, commissioni da elargire ai procuratori, ottenendo È un mondo dallo scarso equilibrio emotivo, in cui s’accetta anche un altro anticipo del 15% da ottenere da Dazn. troppo serenamente che Donnarumma, mentre bacia la maglia È stata rinviata la decisione sul calcio-spezzatino, un altro del Milan, rifiuta otto milioni d’ingaggio e va al Paris Saint falso problema. Germain. Se si persegue la via del professionismo, non bisogna La domenica alle 15 di solito in Italia si giocano al massimo giocare con i sentimenti, altrimenti si rischia di spezzare tre partite, cosa cambierà con lo spezzatino? Il problema è la sempre di più il legame tra i protagonisti del calcio e i tifosi. visione, non si punta a trasformare il sistema, correggerlo in Serve una svolta etica, all’insegna dell’equilibrio finanziario, maniera profonda, si va avanti d’iniziative singole per provare emotivo, senza dimenticare che il business si regge sui tifosi, a massimizzare il profitto immediato senza guardare alla quelli che mettono la benzina in un’automobile che deve prospettiva di lungo periodo. regolare la velocità del suo cammino.

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GENNARO MOSCA

CARABINIERI, I NOSTRI ANGELI

La mia compagna, tra le piccole incombenze che la vita non ci fa mancare, ha avuto quella di essere nominata amministratore di sostegno – si legga solo rogne – di due sorelle un po’ pazzerelle, diciamo così. Due signore di mezza età con cui la vita non è stata del tutto benigna, perché le ha private della piena facoltà di intendere e volere, o se vogliamo gli ha dato la specialità di vedere il mondo da una diversa prospettiva. Una, peraltro, sulla sedia a rotelle. In questi casi il nostro Ordinamento prevede che il Tribunale nomini un amministratore che sovraintende alle necessità dell’amministrato. Ma, si sa, la Legge nei suoi confini non è mai chiarissima, tant’è che qualcuno disse che c’è sempre una zona di penumbra della norma, e allora se a quell’amministratore – peraltro con la sensibilità di donna e madre – ci si rivolge per chiedere piccoli favori anche oltre il dovuto, come procurare la spesa quotidiana, piuttosto che un po’ di compagnia in sede di vaccino antiCovid, quella penombra della Legge, o solo quella sensibilità, fa si che il buon amministratore non si sottragga. Stanotte, una disavventura finita bene solo grazie ai Carabinieri. A mezzanotte, la sorella sulla carrozzina chiama a casa per

IL GRILLO PARLANTE

informare l’amministratore, che riposava beata accanto a me, che l’altra è uscita sbraitando l’infausto intento di mettere fine ai suoi giorni infelici. Sul mio letto scatta il panico totale. Al di là dei timori connessi alla responsabilità giuridica, forse anche da escludere, tuttavia il risvolto umano prevale. Bisogna fare tutto il possibile per ritrovarla. Telefonata ai Carabinieri, il piantone – nonostante l’ora tarda – trascrive le generalità e chiede una foto della scomparsa. Trasmette tutto alla Caserma superiore di riferimento. Dopo 10 minuti squilla di nuovo il telefono di casa, un Maresciallo chiede ulteriori informazioni ed emerge che la signora potrebbe essersi nascosta nel cantinato del fabbricato condominiale. Una pattuglia all’una si ritrova presso il loro domicilio per

entrare e verificare. Niente. Alle cinque la telefonata dei Carabinieri ci informa che la signora è stata ritrovata. Neanche un fratello o il più caro amico sarebbero stati così gentili e disponibili, e soprattutto così efficaci. I Carabinieri. L’unico arresto che non gli perdoniamo è quello di Pinocchio. Si fa per dire. Ma, a parte questo, sono degni di ogni onore, gloria e gratitudine, per la disponibilità, l’abnegazione, la diligenza. Il coraggio. Perché quando un piccolo Comune resta isolato dalla neve, c’è sempre una pattuglia a portare viveri e medicinali. Perché quando c’è un anziano solo, a rischio di essere truffato, c’è un Carabiniere che lo aiuta a non incappare nell’imbroglio, o a fargli compagnia.

Perché a controllare la nostra sicurezza ci sono Loro. A combattere la malavita e assicurarci ordine. Dove c’è una barricata e disordine c’è sempre un Carabiniere, con la sua faccia stanca e la divisa linda, pronto a riportare il rispetto delle regole. Perché il Diritto vive anche attraverso la coercizione della forza della Legge. E i Carabinieri sono la forza dello Stato. Se raramente qualcuno dimentica la ragione per cui sta là, sopra quella barricata, e non onora quella bellissima divisa, a me non importa. Non è qualche deviazione che scalfirà la mia fede in queste donne e uomini che sanno cos’è l’onore e il sacrificio. Sono fiero non solo quando sento l’Inno di Mameli prima della partita della Nazionale, ma ogni volta che un Carabiniere onora l’Italia. Perché lo fa con spirito, testa, cuore e fatica. Non c’è bisogno di eroismo per vestirsi di gloria, bastano piccoli gesti, come la disponibilità di notte a scendere in strada per cercare una picchiatella che girovaga per la città. Quando la prossima volta un Carabiniere mi fermerà per un controllo di routine, prima di ogni cosa devo ricordarmi di dirgli grazie, ripensando a questa notte e a tutte quelle in cui grazie a Lui e ai suoi Colleghi il mio sonno è tranquillo. Altro che barzellette.


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10 RAFFAELE SILVESTRO

La storia dietro il Pianista La musica, è la più nobile delle arti, ed in quanto tale, ha tantissime sfaccettature, ognuno a modo suo racconta la propria storia o narra amori, avventure, pensieri, drammi. Prima di coloro che raccontano però, ci sono quelli che dal nulla la creano, come Enzo Sorrentino, musicista di successo del panorama Internazionale. La sua storia parte all’età di 4 anni quando si innamora del pianoforte, avendo poi anche il dono dell’orecchio assoluto riesce a riprodurre qualsiasi cosa ascoltasse. A 9 anni entra nel conservatorio di musica a Napoli, dove vi studierà fino al diploma conseguito con il massimo dei voti all’età di 19 anni, ad oggi, come ci dice il nostro Enzo, il giorno del diploma rimane il momento più emozionante della sua vita legata al piano, essere davanti a mostri sacri della musica e riuscire a superare sapientemente l’esame è stato per lui un qualcosa di incredibile. Dopo gli studi diventa insegnante di

pianoforte e grazie ad un’intervista su Rai1, con Gigi Marzullo, entra a far parte del mondo della televisione sfornando musiche per programmi televisivi. Dopo la Rai passa anche per Media-

set, dove si occupa di alcune fiction e film passati in prima serata, tutti seguiti dalla sua sapiente musica. Il grandissimo salto di qualità avviene quando è scelto per musicare una delle puntate più importanti della serie “L’amica Geniale”, grazie a questa opportunità la sua fama diventa ora internazionale, la sua musica viene ascoltata in oltre 150 paesi del mondo. Abbiamo chiesto ad Enzo Sorrentino quali fossero i progetti imminenti nella sua carriera, ci ha spiegato come sono già in programma concerti con uno dei sassofonisti più famosi del mondo Jimmy Sax, tutto sotto la sua diligente supervisione. Oltre tutto ciò, la sua fama continua a crescere visto che ci ha raccontato come il prossimo anno si occuperà della musica di molti film internazionali targati Sky, Amazon e Netflix. Un vanto per la nostra terra, non può che essere così, Enzo Sorrentino: una delle migliore Eccellenze Campane.


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FRANCO PEZZELLA

Casoria, Collegiata di San Mauro: le testimonianze d’arte e di fede rubate

Come altre chiese italiane anche la Collegiata di San Mauro ha subito negli ultimi decenni una serie di furti sacrileghi che l’ha depauperata di alcune importanti testimonianze di fede e d’arte del passato: in primis del venerato Busto-reliquario in argento, oro e rame del santo Patrono, ma anche di un Reliquario a braccio in argento, di una statua in argento di San Filippo Neri, di un Crocifisso, di un Calice, di una Pisside, di una Porticina di tabernacolo e della Teca con le reliquie di San Nicola Pellegrino, oggetti anch’essi tutti in argento, di sei Candelieri in ottone, di altri due Crocifissi lignei, di due Putti in marmo, di due Paliotti, di una Coppia di colonnine, di vari Marmi commessi e scolpiti nonché del gruppo scultoreo raffigurante il Battesimo di Gesù che sormontava il battistero, attribuito a Lorenzo Vaccaro. Il Busto-reliquario di San Mauro, come documenta una polizza di pagamento datata 14 marzo 1602 rintracciata già nel lontano 1913 dal benemerito archivista Giovan Battista D’Addosio tra le carte dell’antico banco napoletano dell’Ave Gratia Plena, era stato realizzato tra il 1601 e il 1602 dall’argentiere fiammingo Giovanni Rovere, attivo a Napoli e in Italia meridionale tra il 1592 e il 1609. Le fonti documentarie lo indicano, infatti, artefice di diversi manufatti sacri tra cui un calice e la relativa patera d’argento commissionatogli da Isabella della Rovere, principessa di Bisignano, forse per farne dono ai gesuiti, ai quali era particolarmente devota (a Napoli

fu fondatrice, tra l’altro della chiesa del Gesù Nuovo e della Casa dei professi della Compagnia di Gesù); di un altro calice e della patera, sempre in argento per i Padri cappuccini di Bari; di un non meglio specificato oggetto sacro per il monastero napoletano di Santa Caterina a Formiello. Nel busto casoriano - come si evince da una rara fotografia d’epoca - il santo era raffigurato, secondo una consolidata iconografia, in posa ieratica e in atteggiamento benedicente, fasciato da una tonaca fittamente pieghettata e da un rocchetto (una sorta di sopravveste indossata dal papa e da alti prelati), col capo coperto dalla mitria e il pastorale nella mano sinistra, simboli della sua dignità vescovile in quanto abate di Mon-

tecassino (il cenobio benedettino era, ed è tuttora, infatti, un’abbazia nullius, ossia un territorio ecclesiastico analogo alla diocesi, il cui responsabile aveva e ha poteri pari a quelli dei vescovi). Sul petto risaltava una grande pettiglia in argento - costellata di gemme preziose e recante al centro un reliquario a finestra - che era, forse, fatta indossare al busto, insieme alla mitria impreziosita anch’essa da gemme, solo in occasione delle festività solenni e delle processioni. Sappiamo, infatti, che, ancorato su una portantina, il 15 gennaio, ricorrenza della morte del santo, e la seconda domenica di luglio, giorno tradizionalmente dedicato alla rievocazione dell’arrivo delle sue reliquie a Casoria, il busto era portato in processione per le vie della città. L’opera, per la qualità scultorea e per la straordinaria tecnica orafa si collocava fra i risultati più significativi dell’arte argentaria napoletana del tardo Cinquecento. Il busto fu rubato la notte del 10 gennaio 1982. Con esso furono trafugati il reliquario a braccio e un calice, di ignoti argentieri napoletani del XVII secolo. Busto e reliquario a braccio furono fatti rifare qualche anno dopo, nel 1986, dalla nota azienda di “Arredi Sacri e Restauri Vincenzo Catello” di Napoli. Ancora prima del Busto di San Mauro, in un momento non meglio precisabile, era stata rubata anche la statua in argento di San Filippo Neri - di cui non c’è rimasta nessuna immagine - che le fonti riportano realizzata nella seconda metà del Settecento da Filippo Del Giudice

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12 assieme ai due figli Giuseppe e Gennaro, esponenti di una delle più accorsate botteghe di orafi ed argentieri napoletani del secolo che si serviva spesso dei modelli scultorei creati dal celebre Giuseppe Sanmartino. I tre argentieri furono autori, tra l’altro, singolarmente o insieme di diverse opere: in particolare Filippo realizzò i due Candelabri monumentali con figure allegoriche di virtù e putti (1745), la statuina dell’Immacolata, il Busto di Santa Maria Maddalena penitente (1757) e gran parte degli arredi liturgici per la cappella del Tesoro di San Gennaro, di cui curò, peraltro, “la politura e l’imbiancatura”, una Croce astile (1758) per il convento di San Gregorio Armeno, il Parato di candelieri per la sacrestia della basilica di San Nicola a Bari e, unitamente ai due figli, un busto argenteo di San Pietro e una replica della statua casoriana di San Filippo per l’omonima cappella di Forio d’Ischia, andate entrambe perdute. Scomparso il padre, morto nel 1786, i suoi due figli, oltre a succedergli nella “pulitura, accomodatura, indoratura” delle oreficerie della Cappella del Tesoro, realizzarono, invece, un Ciborio, due Bracci a muro e due Paliotti, sempre in argento, per

gli altari laterali della stessa Cappella, il San Giuseppe col Bambino (perduto) e il San Vito per l’omonima chiesa di Forio d’Ischia (1787) e, ancora, il Tobia con l’arcangelo Raffaele per la sacrestia della Cappella del Tesoro di san Gennaro (1797). Dal 1794 al 1798 detennero altresì l’appalto per la monetazione d’argento, incarico che fu loro confermato anche dopo la rivoluzione del ’99. Nella notte del 1°luglio del 1988, fu invece trafugato il piccolo gruppo marmoreo con la rappresentazione del Battesimo di Gesù che una tradizione locale non ben controllata attribuiva a Lorenzo Vaccaro. Posto su un basamento raffigurava San Giovanni Battista, avvolto in un mantello, nell’atto di rovesciare con una scodellina l’acqua del fiume Giordano sulla testa di Gesù, inginocchiato e con le mani giunte sul petto, per battezzarlo. Col Battesimo, sostituito in seguito da un Putto, anch’esso attribuito al Vaccaro, furono trafugati due putti in marmo, due paliotti, una coppia di colonnine e vari marmi commessi e scolpiti tra cui, verosimilmente, alcuni documentati manufatti realizzati nel 1721 dal marmoraro napoletano Gennaro Ragozzino per la cappella di San Francesco.

Lorenzo Vaccaro, padre di Domenico Antonio, è figura di scultore architetto e pittore di primo piano nell’ambito dell’arte napoletana tardo-barocca perché se ne tracci in questa sede un sintetico profilo. Basterà ricordare che testimonianze della sua prolifica produzione si ritrovano nelle più importanti chiese napoletane, nonché ad Aversa, Pozzuoli, Foggia, Grottolella (Av), Frattamaggiore, Madrid e Toledo. Più modesta fu, invece, la produzione di Gennaro Ragozzino, figlio di Giovan Camillo e fratello di Giuseppe e Francesco anch’essi marmorari, di cui ricorderemo solo, per esigenza di sintesi, i lavori, realizzati con i congiunti, nella chiesa dei Santi Sossio e Severino, in quella della Maddalena e nella cappella di Santa Barbara in Castel Nuovo a Napoli, nella chiesa di Santa Maria a Pugliano di Ercolano, e, quelli da solo, nella chiesa di Santa Maria della Pace, nella cappella di San Sebastiano in Castel Nuovo, nella chiesa di Santa Maria Egiziaca, nella Congrega della Redenzione dei Cattivi a Napoli, e nella chiesa dell’Annunziata di Marcianise, lavori realizzati tra la fine del XVII secolo e i primi decenni del secolo successivo.

ANTONIO BOTTA

Nella villa comunale di Casoria, presentato il libro della scrittrice e poetessa Giulia Campece, “La soldatessa inglese”, edito dalla neonata Casa Editrice d’Anna

UN AMORE COSI’ GRANDE DA RIEMPIRMI DUE INTERE VITE

Aria di festa e di ritrovata letizia del cuore, il 17 giugno scorso, nel rivedersi in presenza, dopo le restrizioni anti Covid, nella villa comunale di Casoria, dov’è confluito un folto pubblico, fra ragazzi e adulti, per partecipare a un evento di alto profilo culturale: la presentazione del libro della scrittrice e poetessa Giulia Campece “La soldatessa inglese”, edito dalla neonata Casa Editrice D’Anna. L’Autrice casoriana è invitata spesso dai dirigenti scolastici del territorio a parlare con gli studenti dei suoi testi, che sono letti con vivo interesse dai ragazzi. Infatti, già nelle precedenti opere letterarie (“Casoria … una

volta”, “Donne senza volto”, “Farida”, “Te lo racconto”), con una scrittura fluida e uno stile narrativo intriso di profondi sentimenti d’umana solidarietà, Ella ha reso partecipi i lettori di storie tratte

da avvenimenti accaduti, nelle quali s’intrecciano l’amore e il dolore, l’odio e la voglia di pace e di giustizia, la cinica indifferenza e la tenerezza del cuore, sempre lasciando nell’animo, dopo la lettura

dei suoi racconti, un forte desiderio di seminare la speranza, di coltivare il bene, di praticare la legalità e le virtù civiche. Tra il pubblico, le Autorità istituzionali e scolastiche, salutate dal sempre spumeggiante conduttore Christian Sanna , tra cui il sindaco R. Bene che, nel suo intervento introduttivo, emozionato e contento, ha espresso parole di elogio per Sergio D’Anna e alla famiglia per la realtà editoriale da loro fondata, auspicando che intorno al grande valore della cultura, di cui Giulia Campece e l’editore D’Anna ( anche titolare dell’omonima libreria ) sono indubbiamente promotori, si


DOMENICA 27 GIUGNO 2021 possa contribuire a rendere la comunità cittadina più coesa e unita. A seguire, D’Anna il quale ha posto l’accento sull’impegno che attende gli amministratori locali, tramite il PICS (Programma Integrato Città Sostenibile), di valorizzare spazi all’interno del Comune, come il teatro della scuola M. L.King, il parco Michelangelo e la biblioteca civica per farne luoghi di cultura, favorendo incontri e dibattiti, stimolando il confronto civico e costruttivo. Un esempio è “il salotto culturale nella mia libreria, ha affermato, “ma io ho prestato gli strumenti, artefice è la prof.ssa Vittoria Caso”. Dopo avere evidenziato che, fondando la Casa Editrice,si è rimesso in gioco, cambiando ruolo, con l’ambizione di ampliare il raggio della sua attività editoriale nell’area a nord di Napoli, ha concluso ponendo in luce che “la filiera dell’editoria è produttiva, ma bisogna che le librerie, baluardo della cultura, della legalità, siano sostenute dallo Stato con una tassazione meno proibitiva”. Successivamente, la dirigente scolastica Armida Filppelli, Assessora alla formazione professionale della Regione Campania, autrice della prefazione, ha messo in luce, fra l’altro, l’importanza della scelta della scrittrice Campece “di dedicare il Romanzo ai ragazzi, ai quali si parla poco”, sottolineando che la storia d’amore narrata, ambientata a Casoria, “restituisce loro vicende della seconda guerra mondiale, consentendo di conoscerne le terribili conseguenze anche nella propria Città. Relatrice della serata, la prof.ssa Vittoria Caso, Docente humanae litterae e Presidente dell’Associazione Culturale “Clarae Musae”. Ha spiegato che il romanzo “é una storia ricca di tensione, curiosità, aspettative, in cui protagonisti sono sicuramente sentimenti tra i quali amore, rancore, amicizia, gioia, dolore, che si intrecciano, si rincorrono, si alternano. Il sentimento che domina è l’amore, quello vero, quello che dura

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al di là del bene e del male, al di là delle barriere spazio-temporali dei confini territoriali e geografici. L’amore che illumina, che dà, che alimenta i sogni, che dura anche postmortem. Accanto all’amore,tuttavia, c’è anche il rancore che, alimentato dal pregiudizio, si traduce in odio. Sorprendentemente assurdo è che un simile sentimento lo provi una madre per il proprio figlio, capro espiatorio probabilmente di una situazione difficile e del dolore da lei provato per la morte prematura del marito. “La vicendevole dialettica fra i sentimenti anima il romanzo e fa tristemente constatare come e quanto il pregiudizio, in qualità di lente deformante, condizioni l’essere umano fino ad indurlo alla meschinità e all’inganno”. “Com’è ormai tipico della scrittura di Giulia Campece” ha proseguito la Relatrice “le descrizioni accurate, mai fini a sé stesse, ci rendono partecipi di momenti di vita, e contemporaneamente sono funzionali alla caratterizzazione dei singoli personaggi e dei loro stati d’animo, del loro modo di essere e di agire. Vite che si incrociano in un momento drammatico, storicamente difficile quale è stato la Seconda Guerra Mondiale,

che gioca nell’articolazione del romanzo un ruolo fondamentale. La storia locale, cara al cuore di Giulia, è presente in quasi tutti i suoi scritti e diciamolo pure mentre dai più si ritiene che la storia con la s maiuscola sia quella generale, Giulia innalza a dignità letteraria la storia della sua Casoria. “In Casoria una volta”, “in Donne senza volto” e anche qui Casoria c’è, sottende il romanzo con le sue stradine, i suoi vicoli, le sue piazze, la cultura contadina e patriarcale, sempre attingendo rigorosamente a fonti, quando riporta le notizie storiche. Altra peculiarità del Romanzo, che la prof.ssa Caso ha sottolineato, è la capacità di avvincere il lettore e ciò avviene “quando la trama ci tiene costantemente in sospeso e non troviamo quel punto in cui sembri conveniente interrompere la lettura”.Questo perché “anche in “La soldatessa inglese”l’intreccio é il cuore pulsante del progetto narrativo, la capacità di costruire con cura le situazioni, legandole l’una all’altra, creando un nesso causa effetto”.Nel racconto, infatti, “la vita di tre famiglie s’intreccia, ogni singolo accadimento genera altre attese che riguardano non solo i protagonisti, ma anche altri personaggi”. La commovente storia d’amore “tra Olivia Dowson della Contea di East

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14 Sussex”, “arruolatasi nell’esercito inglese e inviata in Italia, e Lorenzo De Angelis, casoriano,” ha quale suggestivo e incantevole scenario la Reggia di Caserta. “E proprio nella Reggia di Caserta” evidenzia la Presidente di Clarae Musae “divenuta importante snodo organizzativo durante la Seconda Guerra Mondiale, la coppia trascorrerà ore intense e indimenticabili di gioia e di serena armonia. Dolore e sofferenza non saranno risparmiati ad Olivia, ma la forza interiore che connota le donne emerge anche in lei e l’aiuterà a superare la tragedia della morte del suo amato Lorenzo”. La situazione conflittuale fra Lorenzo e la propria madre, contraria alle nozze perché accecata dal pregiudizio (attraverso l’opposizione di scopi e l’assurdità dei comportamenti della prima), non solo conferisce dinamicità all’opera, ma stuzzica la curiosità del lettore. Il conflitto esterno innesca quello interno, giunge alle estreme conseguenze con la morte di Lorenzo e la crisi esistenziale profonda di Olivia che, tuttavia, fatti i conti con la propria anima, riesce ad affrontare e superare il dolore. È una

vera e propria metaforica battaglia con se stessa, di cui risulta vincitrice. Tornerà in Italia? Sì, assieme a Lorenzo Junior, il figlio che riesce almeno in parte a colmare il vuoto lasciato dalla perdita del suo amato marito. Ancora una riflessione prima di chiudere: Squarci poetici qui e lì sono indicativi dell’animo dell’autrice e illuminano il romanzo di bagliori di luce”. Negli intermezzi musicali, i melodiosi brani musicali eseguiti al violino e alla chitarra rispettivamente dal M° Geraldina Rainone e dal Maestro Francesco Chiacchio, a cui si è aggiunta la superba e calda voce del M° Francesco Iorio, nipote dell’autrice Giulia Campece, medesimo nome del nonno, prof. Francesco Iorio, hanno deliziato cuore e mente dei partecipanti al convegno, destando, nella verdeggiante location, emozioni intense, riverberi interiori di dolce nostalgia di affetti lontani, d’amori perduti, ma anche conquistati e di cui, nel tempo che avanza, sempre più si scopre la bellezza, la grandezza e la profondità. Lo stesso amore coltivato dagli sposi Campece – Iorio, ai quali, con sorpresa, nella ricorrenza del

cinquantesimo del loro matrimonio, dopo il dono dell’omaggio floreale, è stata dedicata una bellissima poesia in vernacolo scritta e declamata dalla prof.ssa Vittoria Caso. Eh, sì ! Non poteva concludersi nel modo migliore la magnifica serata, nella quale si è parlato d’amore: quello vissuto e descritto dalla soldatessa inglese, la quale, poiché era corteggiata con insistenza da molti uomini dopo la morte del marito, li rifiutava sempre con queste parole: “Ho avuto per pochi anni un amore così grande che la sua intensità potrebbe riempirmi due intere vite”. E’ questo il tipo d’amore che lega i coniugi Giulia e Francesco, tanto grande da voler perseguire, come ha puntualizzato lo scrittore francese M. Quoist “fino alla fine il progetto, preparato insieme e liberamente deciso”; tanto autentico da “dar fiducia all’altro, al di là delle ombre e della notte”; tanto solidale e fedele “da sostenersi a vicenda al di là delle cadute e delle ferite”. Degni di menzione la fotografa Iana Salerni per la stupenda copertina del libro, raffigurante, in primissimo piano, un volto femminile dallo sguardo intenso, e il tecnico audio Giuseppe Chierchia.

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La dignità del centro storico di Casoria è persa! Da tre anni che assistiamo ad un evento assurdo quanto indignitoso per un intero quartiere, la chiusura al traffico veicolare e pedonale di via Marco Rocco. Un’ arteria fondamentale, che collega il centro storico e la piazza principale di Casoria con Via Principe di Piemonte, chiusa e abbandonata dove si assiste quotidianamente a sversamenti di rifiuti di ogni genere e dove la criminalità purtroppo la fa da padrona! Una viabilità interrotta che non fa altro che congestionare il già assurdo traffico del centro storico che ha visto perdere un’altra arteria fondamentale oltre e Via Cardinale Maglione nel quartiere San Mauro. E’ incredibile quanto curioso che da due anni l’amministrazione Comunale e Ufficio Tecnico non interviene affinché venga ripristinata la legalità e si restituisca alla città tutta una fondamentale arteria viaria. Storicamente quella strada ha ospitato negli ultimi 50 anni quelle che erano le botteghe artigiane della Città, forse le

ultime rimaste, che purtroppo di cose si sono viste negare il proprio diritto di sopravvivenza commerciale. Ci chiediamo e chiediamo perché gli organi preposti, ovvero il Comandante della P.M., il dirigente dell’ufficio tecnico e il Sindaco in testa nulla fanno per risolvere la problematica, Amministrazione assente e sorda che lascia morire il commercio di quartiere, che non si preoccupa della sicurezza dei suoi cittadini, che finge di non vedere lo stato di degrado e di abbandono che a macchia d’ olio questa situazione sta generando e che non riesce a ripristinare una degna viabilità che ad oggi purtroppo è al collasso per tutto il centro storico. I cittadini e Commercianti del centro storico Casoria chiedono immediata risposta e di porre in essere tutte le azioni politico-amministrative necessarie per il ripristino della “legalità e della viabilità” della Via Marco Rocco. I cittadini di Casoria


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MARCO STILETTI

Casavatore, riapre l’ufficio anagrafe nel Parco Acacie

Giugno sembra il mese dove le promesse che Vito Marino, sindaco di Casavatore fece in campagna elettorale, sembrano avverarsi. Dopo messo un altro tassello per i soggetti H per aiutarli nella loro vita istituendo la figura del Garante, ecco l’apertura del tanto agognato Ufficio anagrafe al Parco Acacie precisamente nel Le Cranto, da tempo locazione per il supermercato Eurospin e del negozio di giocattoli oltre ad essere zona residenziale. L’Ufficio, quindi, grazie al supporto dell’assessore D’Elia e ai consiglieri Daniele e Giovanni Esposito al loro lavoro instancabile, ha aperto martedì scorso 15 giugno e osserverà da lunedì a venerdì i seguenti orari dalle 9 alle 13. Per ora ci lavoreranno solo due dipendenti per garantire tutte le informazioni e le pratiche ai cittadini della zona nuova di Casavatore, mentre rimane sempre l’ufficio di Via Palizzi per la parte della popolazione che vive nel centro storico. L’Ente assicurerà sicuro i seguenti servizi: iscrizioni anagrafiche, denuncia di

nascita: entro 3 giorni, presso l’Ospedale dove avviene la nascita. matrimoni e denuncia di morte. Tutti certificati che servono al cittadino e ormai da più di trent’anni al Parco Acacie non riuscivano ad ottenere. Grazie all’amministrazione Marino e alle sue promesse ora tutto questo è possibile. Ora ci chiederemo quale sarà o quali saranno i prossimi punti previsti

che si realizzeranno a breve per migliorare Casavatore, visto che con la pandemia che si sta debellando man mano tutto può essere fatto nell’immediato se si lavora bene. L’assessore D’Elia e i due consiglieri Esposito con grande dedizione hanno fatto rinascere le istituzioni e riuscire dove nessuna giunta precedente negli ultimi anni è arrivata a tanto.

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CASORIA, “ALLEANZA PER CASORIA” CELEBRA I SUOI PRIMI VENT’ANNI DI IMPEGNO SUL TERRITORIO

Sono ormai passati venti anni, da quel 6 aprile del 2001, giorno in cui cominciò l’avventura di un gruppo informale di giovani, che decise di declinare la sua vocazione alla socialità, sporcandosi le mani dei colori stupendi del volontariato. Con il tempo, il progetto di quei giovani è cresciuto e si è strutturato con loro, conseguendo risultati ragguardevoli nell’ambito della promozione sociale. L’impegno di attivisti e simpatizzanti è stato principalmente rivolto alla diffusione della cultura della legalità, e alla promozione della cittadinanza attiva, presso i giovani e i giovanissimi provenienti dalle realtà più disagiate del territorio. I vari progetti, realizzati in tal senso, hanno ottenuto il riconoscimento della loro valenza sociale da istituzioni nazionali e locali e da vari partner privati. Il vero fondamento dell’azione

della nostra realtà associativa sta però nella indipendenza, anche materiale, da qualunque altro soggetto. Le attività sono portate avanti prevalentemente con le forze dei soci, e questo permette di informarle ad una precisa visione del mondo e a dei precisi valori. Siamo convinti che questa caratteristica ci consentirà di tagliare altri traguardi importanti, grazie al gruppo di giovani e meno giovani che, sotto la guida della presidente Paola Frediani, animano ancora le nostre proposte ed idee per il territorio. Proveremo a far germogliare i semi, che hanno lasciato i nostri amici che non sono più tra noi, e ai quali abbiamo dedicato la serata del 22 giugno, scelta per celebrare il traguardo con una cena sociale, in occasione della quale i partecipanti hanno aderito ufficialmente all’associazione.


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Shazar Gallery presenta Silvia Papa “Sintomalia” Martedì 29 giugno dalle ore 16.00 la Shazar Gallery di Napoli presenta Sintomalia la personale di Silvia Papa. Il progetto che prende vita negli spazi di via P. Scura ha avuto un’anteprima alla MIAPHOTO fair nel 2019, ed è stato finalista al premio BNL per la fotografia. Presenti in mostra 15 dittici ed il video Sintomalia, con le musiche di Federico Marchesano, opere che appaiono rappresentative del lavoro dell’artista torinese e della sua visione quale trasposizione emozionale delle esperienze. L’accostamento è tra le suggestioni dei particolari, degli sguardi lanciati durante un lungo peregrinare ad angoli disparati, e l’emozione che si traduce in movimento corporeo, forma e sensazione si inseguono, vengono avvicinate, si scambiano e si raccontano in un dialogo aperto. Questo spazio emotivo rarefatto è come un enigma da decifrare; si manifesta come movimento e rivela relazioni tra strati di realtà che solo apparentemente non coincidono. Sintomalia esplora corrispondenze e richiami tra questi molteplici piani della realtà, tra il movimento esterno del corpo nello spazio e i movimenti interiori, tra il movimento nelle forme e la forma nel movimento, tra questo spazio sfuggente di ombre e latenze e quello solo in apparenza più evidente e concreto del visibile. Sintomalia riflette in pieno la filosofia e l’estetica di Silvia Papa: “La fotografia è innanzitutto per me la ricerca di una connessione

intima tra il mondo interno ed esterno, tra il corpo e la percezione, tra i movimenti dello spirito e il movimento nella materia e nello spazio, e la celebrazione di speciali momenti di luminosa empatia e pura intuizione.” Sintomalia sarà visitabile fino al 10 set-

tembre dal lunedì al venerdì dalle ore 16.00 alle 20.00 o su appuntamento. La prenotazione è possibile su tutti i canali ufficiali della Shazar Gallery. Silvia Papa Fotografa, viaggiatrice e ricercatrice di tradizioni culturali e visioni del mondo, Silvia Papa si specializza in Comunicazione dei Beni Culturali nel 2012 con un dottorato di ricerca al Politecnico di Torino (II Fac. Di Architettura) e una tesi sul concetto di tempo e spazio nelle arti visive fra oriente e occidente, presente tecnologico e antropologia. Dal 1998 espone in fiere e gallerie d’arte nazionali e internazionali, collaborando anche con artisti di altre discipline, realizzando video-body performances e laboratori di approccio emozionale all’immagine. Il suo lavoro è stato acquisito in alcune importanti collezioni private. Dal 1986 esplora diversi continenti e incontra culture diverse in lunghi viaggi. Il progetto Sintomalia, prodotto da Shazar Gallery, è stato selezionato tra i finalisti del Premio BNL alla MIA Photo Fair 2019 (Milano, Italia) il progetto Acqua (Chromo_Cosmos) ha vinto il concorso Earthink Festival nel 2017 e il prototipo del libro fotografco “Ma Lì? Visioni dal Mali e dal Burkina Faso”, appena pubblicato per Prospero Ed. (Italia), è stato selezionato per la sezione Photo Book dell’Athens Photo Festival 2019 e per la collezione permanente dell’ Hellenic Center for Photography (Atene - Grecia).

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Alla BMT di Napoli ritorna la gradita sorpresa di Pulcinella con il burattino Gennarino l’ambasciatore del sorriso Angelo Iannelli diverte gli espositori

Alla Borsa Mediterranea del turismo è ritornato l’ultimo Pulcinella di Napoli, l’attore Angelo Iannelli, definito L’ambasciatore del sorriso per il suo impegno sociale in particolare verso i meno fortunati. L’eroe moderno, visto il momento difficile che versa il turismo causa Pandemia, ha indossato il camicione bianco, la maschera nera e ha fatto conoscere a tutti i presenti della BMT “Gennarino” il suo figlioccio, un burattino donatogli dal maestro Adriano Ferraiolo. Pulcinella non è passato inosservato nell’area espositiva riservata ai tour operator provenienti da tutto il mondo ed alle grandi compagnie crocieristiche.

Il simbolo di Napoli, ha voluto dare speranza e rallegrare tutti, richiestissimo in particolare negli stand del Giappone, Cuba, la Regione Campania, Il Comune di Napoli, Radio Turismo, Cassaesercenti di Procida e tanti altri, a tutti ha donato il suo sorriso e la sua speranza. Angelo Iannelli tra i personaggi più attivi in Pandemia, ricordiamo ha scritto due libri Pandemici “Viaggio Nella Pandemia la sfida di Pulcinella “Pandemia seconda ondata Rabbia e Confusione la sfida di Pulcinella” Il cortometraggio

Pulcinella sfida la Pandemia, il contest gastronomico “Io resto a casa e cucino specialità” la Pulcibefana, donando giocattoli a tutti i bambini con il personaggio metà befana e metà Pulcinella, il Panariello del sorriso, ha organizzato due edizioni del Premio Eroi del Sorriso, dedicato ai ragazzi fragili, gli invisibili, coloro che più di tutti hanno sofferto in Pandemia. Ora il Pulcinella sociale è atteso da altre numerose iniziative tra cui, il tour “la rinascita” giunto alla V Tappa: cultura, moda, musica e spettacolo in giro per l’Italia, senza dimenticare il prestigioso Premio Ambasciatori del Sorriso.

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Al via la XXVIII edizione di “Cinema intorno al Vesuvio” a cura di Arci Movie 44 serate di cinema, ospiti e cortometraggi

44 giornate di cinema all’aperto con importanti focus sul cinema napoletano, sul nazionale di qualità e sul cinema per ragazzi, appuntamenti con ospiti, cortometraggi, serate con ospiti sulle terrazze di Villa Bruno, per una ripartenza in grande stile. Una nuova sfida per Arci Movie che, nonostante difficoltà legate al periodo di pandemia e alle conseguenti restrizioni, ha deciso di realizzare l’edizione XXVIII di Cinema intorno al Vesuvio, la rassegna estiva ospitata a Villa Bruno realizzata con il comune di San Giorgio a Cremano, la Regione Campania ed il Ministero della Cultura. Ad aprire la rassegna sabato 26 giugno alle 21.15 (il film è in programma anche domenica 27 giugno) sarà il pluripremiato ‘Volevo nascondermi’ (2020, 120’) di Giorgio Diritti film che ha trionfato ai Nastri d’Argento, ai David di Donatello e al Festival di Berlino con uno straordinario Elio Germano nei panni del pittore Antonio Ligabue. Il film racconta la vita dell’artista, che sin da bambino trova nella pittura il suo personale riscatto al senso di solitudine ed emarginazione. Una storia che rappresenta anche un’occasione per riflettere sull’importanza della “diversità”, intesa come qualità, talento e dote preziosa che appartiene a ogni essere umano, che lo rende unico e capace di offrire qualcosa di utile alla società. “Arci Movie riparte con il grande cinema per la nostra arena di San Giorgio a Cremano - dice Roberto D’Avascio, presidente di Arci Movie - Tutta la nostra associazione ha fatto in queste settimane uno sforzo enorme per ripartire a Villa Bruno con una rassegna lunga, di grande qualità, con tanti incontri ed ospiti per andare incontro al nostro pubblico, in astinenza da cinema da troppo tempo. Il cinema si fa insieme ai nostri soci, ai tanti spettatori che ci seguono da anni, agli appassionati di cinema. Si riparte bene solo se saremo tutti insieme. La nostra arena sarà di nuovo piena di tante presenze in sala davanti al grande schermo e questo restituirà un senso al nostro lavoro” “Cinema intorno al Vesuvio rappresenta la ripartenza dei grandi eventi nella nostra città - fa sapere il Sindaco Giorgio Zinno. Quasi 50 giorni di cinema e serate con ospiti del panorama cinematografico nazionale, nel nostro meraviglioso parco di Villa Bruno, appena restaurato. L’inaugurazione della rassegna, curata da Arci Movie, coinciderà quindi con la parziale riapertura al pubblico di una prima parte del parco. Una sorta di “battesimo culturale” che restituisce alla nostra comunità quella vivacità artistica di qualità, a cui la nostra città era abituata. Cinema Intorno al Vesuvio infatti è approdata in città 5 anni fa e rappresenta una delle kermesse più attese, non solo dai sangiorgesi ma da gran parte dei cittadini che vivono in provincia di Napoli, proprio per la qualità del programma e per il prestigio degli ospiti che vi prendono parte”. La rassegna prosegue, lunedì 28 giugno (in programma anche il 29 giugno), con la proiezione di La dea fortuna per la regia di Ferzan Ozpetek con Stefano Accorsi, Edoardo Leo, Jasmine Trinca, Sara Ciocca, Edoardo Brandi, Barbara Alberti, Serra Yilmaz. L’arrivo di

due bambini lasciati loro in custodia per qualche giorno, potrebbe dare alla relazione di Arturo e Alessandro un’insperata svolta. Il film ha ottenuto 8 candidature e vinto 3 Nastri d’Argento, 4 candidature e vinto un premio ai David di Donatello. Mercoledì 30 giugno, primo evento della rassegna con ospiti: il regista Antonio Capuano e l’attrice Teresa Saponangelo presentano Il buco in testa, il film diretto da Capuano con la stessa Saponangelo, Tommaso Ragno, Francesco Di Leva, Vincenza Modica, Gea Martire. Una giovane va alla ricerca del terrorista che ha ammazzato il padre quando era piccola. Il film ha ottenuto 2 candidature ai Nastri d’Argento. Confermato l’appuntamento, molto apprezzato dal pubblico, con “Corti in villa”, giunto alla quarta edizione, una selezione di cortometraggi provenienti dai più importanti festival italiani e stranieri. “Questa edizione di Cinema intorno al Vesuvio - dichiara Antonio Borrelli, curatore di Corti in villa - è piena di contenuti, con due focus importanti sul cinema italiano e sul cinema napoletano, numerosi incontri con ospiti, conversazioni sul cinema, e, infine, una nuova offerta di cortometraggi italiani e internazionali, capaci di raccontare al meglio - tra fiction, animazione e documentario - questa forma di espressione artistica, spesso vera e propria palestra per i nuovi talenti”. Si parte il 0 con BEING MY MOM di Jasmine Trinca (Italia, 2020 – 12’) che ha partecipato alla Mostra del Cinema di Venezia nella Sezione “Orizzonti”. In una torrida giornata, in una Roma deserta, una madre e una figlia camminano senza sosta, trascinando una grande valigia. Le due sembrano cercarsi, sfuggirsi, ribaltare continuamente i loro ruoli naturali. Finché, in un solo gesto, si disvela davanti a loro l’epifania inaspettata di quell’amore. Si replicano anche gli Incontri in Terrazza sulle splendide terrazze di Villa Bruno; in questa edizione sono attesi: Daniele Gaglianone, Angelo Curti, Rosita Marchese, I fratelli De Serio, Antonietta De Lillo e Giuseppe Borrone. Le arene estive di Arci Movie nascono nel 1994 con l’idea di animare l’estate dell’area vesuviana con il cinema sotto le stelle. In poco tempo, ma con costanza, il progetto si è ampliato con l’organizzazione di diverse arene estive, immaginando un vero e proprio percorso del cinema alle pendici del Vesuvio: a partire da Ponticelli, passando per Torre del Greco, San Sebastiano al Vesuvio, Cercola, Volla, Pomigliano d’Arco, Boscoreale, San Giorgio a Cremano, fino ad arrivare a Santa Maria Capua Vetere. Questi appuntamenti estivi testimoniano da anni lo sforzo culturale dell’associazione nella promozione del cinema e della cultura per un pubblico più ampio e diversificato, attraverso una proposta quotidiana, dalla fine di giugno alla metà di settembre, arricchite da eventi speciali, incontri con ospiti del mondo dello spettacolo e della cultura, film per bambini e anteprime nazionali con più di 20.000 presenze l’anno. Le arene, così come lo storico Cineforum organizzato al Cinema Pierrot, nascono grazie al contributo di un collettivo che attraversa diverse generazioni e che arriva fino ad oggi.


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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Arte e innovazione d’impresa: al via “WINE ART CONTEST” e “GREENPRIX” Il mondo del vino incontra i giovani e le imprese: al via due concorsi nazionali, il Wine Art Contest e il GreenPrix, dedicati all’arte, alla cultura, all’innovazione e alla sostenibilità nei settori wine, agrifood, enoturismo e dell’industria culturale e creativa settoriale. A lanciarli è il MAVV, il Museo dell’Arte, del Vino e della Vite, impresa culturale nata per promuovere il settore come risorsa di sviluppo economico e patrimonio artistico, scientifico, culturale e storico del territorio e che ha sede nel prestigioso palazzo Reale di Portici. Sostenuta, tra gli altri, dal Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, l’iniziativa è volta a coinvolgere, valorizzare e promuovere giovani talenti artistici e neoimprenditori. Il Wine Art Contest, dal profilo creativo e artistico, è dedicato a tutti coloro che intendono esprimersi attraverso le varie forme d’arte ispirandosi al vino, mentre il GreenPrix consiste in un riconoscimento conferito a giovani imprese e startup innovative che operano nel settore dell’enologia. La partecipazione ai due concorsi è gratuita. I regolamenti di candidatura sono pubblicati online sui siti e

i social media ufficiali del MAVV Wine Art Museum (www.museoartevino.it, www.wineartmuseum.com, www.wineartfest.com). La premiazione dei vincitori si terrà il 24 settembre nella Reggia di Portici. Wine Art Contest MAVV Tra arte, cultura e paesaggio il concorso dà spazio alla creatività di giovani talenti, mettendo al centro il nettare degli Dei, il Vino. La manifestazione prevede assegni premio, audizioni, partecipazioni a festival (Wine Art Fest), workshop, performance e produzioni. Il contest sarà gestito sui social con la fase finale in presenza alla Reggia di Portici, nel rispetto della normativa per la gestione dell’emergenza pandemica. Iscrizioni fino al 6 settembre prossimo, con l’invio delle

opere e delle performance artistiche candidate (foto, clip, audiovisivi, etc.), al sito www.contest.museoartevino.it. Un comitato di esperti del MAVV Wine Art Museum selezionerà venti opere da sottoporre a una giuria formata da personalità di alto profilo, culturale, artistico e sociale. Il primo classificato riceverà un assegno di 1.000 euro. Saranno conferiti assegni e riconoscimenti anche al secondo e terzo classificato, nonché premi speciali (design e comunicazione visiva, danza, fotografia e video, pittura e disegno, musica e suoni, canzoni, etc.). Gli artisti selezionati saranno coinvolti in workshop ed eventi del MAVV Wine Art Museum e dei partner del concorso. GreenPrix MAVV

Creare un’impresa è un’opera d’arte. Questo il concetto a cui si ispira il MAVV e con il quale promuove il GreenPrix, un premio speciale nel mondo del vino per valorizzare le idee e i progetti di startup e aziende, che si sono distinti per innovazione, creatività e sostenibilità. L’idea migliore, nel campo del wine, l’agrifood, l’enoturismo e l’industria creativa e culturale del settore, sarà premiata con percorsi di incubazione e/o accelerazione (mentoring, tutoring, empowerment imprenditoriale, formazione strategie di marketing e comunicazione, networking e funding) e di supporto manageriale per la consulenza contabile, fiscale, advisory legale, amministrativa, finanziaria di startup e di finanza agevolata a cura di partners qualificati. Il soggetto vincitore, designato da una commissione giudicatrice, composta da personalità del mondo sociale, economico, culturale e da esperti, verrà accompagnato nella sua crescita grazie a un supporto specialistico e consulenziale del valore di 26.000 euro. La call si chiuderà il 13 settembre e le candidature sono aperte nell’area dedicata del sito www.contest.museoartevino.it.

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20 RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA DANIELA LOMBARDI

Edizioni MEA presenta “PROFUMO COMICO DI DONNA” Il nuovo libro di Maria Bolignano con la prefazione di Maurizio Casagrande Ironica, sagace, tagliente. In una sola parola: donna. Edizioni MEA presenta “Profumo comico di donna” di Maria Bolignano, un libro con cui l’attrice napoletana si presenta al suo pubblico in una nuova veste, che non è solo quella di scrittrice. L’attrice scende dal suo amato palcoscenico e, con la dirompente carica comunicativa che da sempre la contraddistingue, dà prova del suo innato talento di autrice. Raffinata e attenta, sottile e mai banale, la penna di Maria intrattiene e fa trattenere il respiro, diverte ed emoziona il lettore attraverso i tanti personaggi che, come in un colorato presepe, vivono nelle sue storie. “Profumo comico di donna” è una raccolta di racconti umoristici che la comica napoletana tira fuori dal cassetto in cui da tempo erano rinchiusi, e che vanno ad aggiungersi ad altri concepiti e scritti durante il lockdown. Tra questi, il testo da stand-up comedy scritto a quattro mani insieme all’amica e collega Fabiana Fazio. A introdurvi nel mondo di Maria Bolignano è la brillante prefazione dell’attore Maurizio Casagrande molto amato dal pubblico partenopeo. ‘La Bolegna’, come si fa chiamare sui suoi canali social, si racconta e reinventa, rompendo lo stereotipo della donna “rosa” tutta tacchi a spillo e rossetto. Come sempre sopra le righe, Maria Bolignano dà sfoggio della vera femminilità, quella che, come anticipa la splendida copertina del libro, si mostra, fiera, vulcanica e vanito-

sa, senza mai rinunciare all’arguzia e alla battuta della vera femmina. Quella capace di parlare anche solo con un occhiolino ;) CENNI BIOGRAFICI dell’artista Maria Bolignano, attrice poliedrica dalla formazione teatrale, vanta una carriera ricca di collaborazioni con numerosi protagonisti del panorama teatrale, televisivo e cinematografico italiano. Tra questi ricordiamo Lello Arena e Luciano Melchionna, con i quali ha condiviso la recente esperienza di una versione teatrale 3.0 del classico ‘Miseria e Nobiltà’ di Eduardo Scarpetta, dove interpreta la famigerata Luisella. Nota al grande pubblico grazie alle trasmissioni di Rai 2 “Made in Sud” e “Fatti Unici”, tra le sue partecipazioni a film e serie tv ricordiamo: “I bastardi di Pizzofalcone” (Rai 1, regia di Carlo Carlei, con Alessandro Gassman), “Un Ciclone in famiglia 2-3- 4” (Canale 5, regia di Carlo Vanzina, con Massimo Boldi), “Ma che bella sorpresa” (regia di Alessandro Genovesi, con Claudio Bisio e Valentina Lodovini), “La nuova squadra” (Rai 3, con Lisa Galantini e Rolando Ravello). Coach di recitazione e assistente del maestro Lello Arena per la Cilea Academy di Napoli (Teatro Cilea), è ideatrice del workshop “Come essere attori e nonostante tutto vivere felici”, che tiene periodicamente in collaborazione con la TCC Teatro di Napoli. Nei panni di scrittrice esordisce con il libro di racconti umoristici “Anche i capitoni hanno un’anima”.

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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

onorificenza al Maggiore Giuseppe Iorio Il Maggiore Giuseppe Iorio è stato arruolato quale militare dil leva nel maggio del 1995. Grazie alla sua perseveranza, alle non comuni doti professionali e alla straordinaria dedizione al servizio è stato sempre apprezzato dai colleghi superiori, pari grado e subordinati, come testimoniano le attestazioni formalmente ricevute durante la carriera. Il costante e proficuo impegno e l’incondizionata dedizione alla Patria gli hanno consentito di raggiungere la categoria degli Ufficiali Superiori, conseguendo il grado di Maggiore, prestando servizio nelle quattro categorie dei gradi dell’ Esercito (truppa, Graduati, Sottufficiali e Ufficiali). Durante la sua carriera è stato impiegato in operazioni all’estero, in Bosnia Erzegovina, Albania, Iraq e Afghanistan, meritando il plauso dei superiori, ricevendo un elogio e un encomio per aver, con il suo instancabile e determinante contributo, portato lustro alla Forza Armata e alla Repubblica in contesti interforze e multinazionali. Per le predette Operazioni è stato decorato di: 2 Croci commemorative per la partecipazione alle Operazioni di concorso al mantenimento della sicurezza internazionale nell’ambito delle

operazioni militari in Afghanistan; 2 Medaglie commemorative NATO - Non Articolo 5, ISAF Afghanistan; Croce commemorativa per le missioni di mantenimento della pace-BOSNIA ERZEGOVINA; Medaglia commemorativa NATO, BOSNIA HERZEGOVINA Croce commemorativa per soccorso umanitario a popolazioni al di fuori del territorio nazionale-ALBANIA; Croce commemorativa per soccorso umanitario a popolazioni al di fuori del territorio nazionale -IRAQ; In ambito nazionale il Maggiore IORIO, oltre alla costante incondizionata dedizione e allo straordinario impegno profuso nello svolgimento delle proprie mansioni, (solitamente incarichi previsti per i gradi superiori al suo) è stato impiegato nell’Operazione “Strade Pulite” durante l’e-

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mergenza rifiuti in Campania 2008/2010, quale Capo Cellula S4 e Ufficiale addetto alla Cellula S4 (branca logistica) della Task Force Genio su base 21°Reggimento Genio Guastatori, impegnata sia nella raccolta dei rifiuti, sia nel presidio di siti di conferimento rifiuti considerati ad alto rischio di compromissione da parte delle organizzazioni malavitose. Per l’opera fornita gli è stata concessa la “Medaglia di Bronzo per attestazione di pubblica benemerenza del Dipartimento della Protezione Civile per attività di soccorso, assistenza e solidarietà nelle operazioni di protezione civile”. Ha inoltre contribuito quale Capo Ufficio Logistico, in maniera determinante, in virtù della consolidata esperienza nel settore e provata professionalità, a formare e dirigere il neo costituito Ufficio Logistico del 17° Reggimento

Volontari, ente preposto alla formazione di base dei Volontari in Ferma Prefissata, considerati priorità di Forza Armata in quanto costituiscono la base dell’ Esercito che in futuro alimenterà i Ruoli dei Graduati e Sottufficiali. Per l’eccezionale impulso alla predetta attività, l’ineccepibile interpretazione del ruolo e l’instancabile azione organizzativa e di comando è stato encomiato dal Comandante del Centro Addestramento Volontari Generale Giuseppe FARAGLIA In sintesi il Maggiore Giuseppe IORIO durante tutta la sua carriera si è distinto per altissime doti etico-morali, elevatissimo senso del dovere e incondizionata disponibilità al servizio, svolto peraltro costantemente con pregevoli risultati, e grazie ad un incrollabile senso di appartenenza alle istituzioni, straordinaria determinazione ed eccezionale motivazione ha contribuito in modo significativo a dare lustro alla Forza Armata di appartenenza e alla Repubblica Italiana in Patria e all’estero. E’ decorato inoltre di: Croce d’Argento per anzianità di servizio; Medaglia di Benemerenza del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio.

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Riconoscimento per l’Artista Mario Abbate

In occasione dell’intitolazione di Largo Mario Abbate, mercoledì 16 giugno si è registrata una presenza numerosa al quartiere Arenella. Il grandissimo Artista, scomparso prematuramente 40 anni fa appena cinquantenne, ha lasciato tracce meravigliose con la sua bellissima voce. Indimenticabili le interpretazioni di “Malafemmena” scritta da Totò. “Indifferentemente”, “Anema e core”, solo per citare alcuni dei grandi successi ottenuti anche all’estero. Il Docente Massimo De Mellis ha realizzato per lui una composizione poetica e la sottoscritta un anagramma ricavato dal suo nome.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DI ELENA TORRE

Quasi pronti per “Una stanza tutta per sé” Le prove dello spettacolo “Una stanza tutta per sé”, interpretato da Marianella Bargilli, continuano senza sosta nelle sale del Teatro comunale Eduardo De Filippo di Cecina, dove anche il regista, Alessio Pizzech, e il drammaturgo, Gian Maria Cervo, stanno lavorando agli ultimi dettagli per la prima nazionale. Un debutto importante per questo spettacolo, tratto dal celeberrimo saggio di Virginia Woolf, previsto per il 6 e il 7 luglio nella meravigliosa cornice del Cortile della Reggia di Capodimonte a Napoli per il prestigioso Campania Teatro Festival di Napoli. E l’entusiasmo di lavorare a questo spettacolo l’attrice lo racconta anche sulle sue pagine social, quando sottolinea “L’amorevole piacere di provare nel teatro del proprio luogo di nascita”. Il Comune di Cecina, la cittadina toscana dove Marianella è nata, è anche copro-

duttore dello spettacolo, insieme all’Associazione Culturale Progetto Teatrando. Tanti i personaggi teatrali ai quali Marianella Bargilli ha dato voce nella sua carriera da attrice di ciascuno dei quali, come racconta, conserva un oggetto che tiene gelosamente sul comodino, come è stato per le piume del cappello di Eliza Doolittle nel “Pigmalione” di George Bernard Shaw, interpretazione che le valse la nomination come “miglior attrice emergente protagonista”. Sulla scrittrice inglese dice: “Mi sto preparando, studiando, approfondendo, leggendo, immaginando e valutando quello che è stato il percorso artistico e di vita di questa donna. Non è per niente facile cercare di riportare in vita una figura così profonda - conclude - e per certi versi anche ingombrante”. Chissà cosa Bargilli conserverà, di Woolf, sul suo comodino.


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Direttore Responsabile: Ferdinando Troise WEB: C&C CENTRO STAMPE SRL - CASORIA Questo numero è stato chiuso il 24 giugno 2021

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