Domenica 29 Marzo

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DOMENICA 29 MARZO 2020

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Settimanale di Informazione

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ANNO XIX - N° 13 - DOMENICA 29 MARZO 2020

Emergenza Ambientale

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RITA GIAQUINTO

Quando un virus attacca territori già malati

Emergenza Ambientale

L’abbandono, troppo spesso, regna sovrano. E, quando questo accade, in un inconsapevole regime di anarchia, tutti si sentono liberi di fare quello che vogliono, per fino la violenza di un virus influenzale che ci ha fatto sprofondare in uno dei momenti più bui della nostra storia dal secondo dopoguerra, senza avere, fino ad oggi, alcuna certezza scientifica sul come e quando finirà. I nostri governanti, costretti, improvvisamente, a fare i conti con anni di irresponsabilità politiche, hanno tentato la via dell’isolamento sociale e dell’esortazione a seguire precise norme igieniche per contenere la diffusione del contagio da Corona-virus. Ma noi, cittadini di un territorio già malato e contaminato di per sé, non possiamo distrarci dallo squallido spettacolo che, puntualmente, ormai da più di un anno, ci offrono il degrado urbano e le discariche a cielo aperto che “coronano” alcune delle nostre strade. Parliamo, in modo particolare, delle rampe di immissione sulla Circumvalla-

zione esterna di Napoli (in foto), in un punto che copre tre Comuni di Napoli, e cioè Città Metropolitana, Casoria e Casavatore: strade che rappresentano le arterie di congiunzione con i Comuni limitrofi, con Napoli e con le reti autostradali e che invece di essere migliorate, in quanto biglietto da visita per chi accede a Casoria, sono lasciate andare ad un deterioramento che apre le porte alla virulenza di un contagio rendendone la diffusione, con tutta probabilità, anche più rapida. Infatti, uno studio recentemente realizzato dalla Società italiana di medicina ambientale, in collaborazione con alcune Università italiane, sembra indicare un collegamento tra il numero di contagi da Covid-19 e lo stato di inquinamento dei territori. Lo smog della Cina e della Pianura Padana, al momento tra le zone più colpite del mondo, ne rappresenta un caso esemplare, da cui questi studi sono, appunto, partiti. continua a pag. 4


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Le particelle di quelle famose “polveri sottili” che provengono dalla nebbia contaminata e anche dalle discariche, di cui spesso si eliminano le tracce incendiandole, farebbero da “trasportatori” di virus e batteri che rimangono nell’aria anche per giorni, addensandosi, con tutte le terribili conseguenze che conosciamo, anche nei nostri polmoni. Più e più volte il nostro settimanale si è fatto portavoce di questa emergenza ambientale, una denuncia che, con forza e vigore, continueremo a portare avanti per il benessere dei cittadini e del territorio. E’ di non più di un mese fa, una nostra intervista fatta al Dr. Raffaele Del Giudice, Assessore all’ambiente del Comune di Napoli, che, sempre disponibile a collaborare per un’informazione chiara e trasparente, ci disse che gli ostacoli principali nella risoluzione di questo grave problema erano i seguenti : verificare di chi fossero precisamente le responsabilità; la mancanza di dirigenti e funzionari nella pubblica operatività che non sono stati chiamati a sostituire le tante unità

andate in pensione; la scelleratezza dei tantissimi cittadini incivili che considerano le strade e le rampe di accesso il posto migliore per poter gettare, non solo immondizia, ma tessuti tessili, scarti di fabbriche, fino ad arrivare a divani, frigoriferi, vasche da bagno…insomma, arredamenti completi. Abbiamo risentito il Dr. Del Giudice per un aggiornamento: “Il lavoro stava procedendo per individuare le varie competenze. Purtroppo, adesso siamo tutti impegnati nelle operazioni di igienizzazione ma, appena la nuova Dirigente, che dovrà arrivare tra poco, sarà operativa, riprenderemo il discorso della rimozioni dei rifiuti abbandonati da delinquenti incivili”. Ritornano, accanto alle lungaggini della macchina politica, troppe volte ingolfata da una burocrazia che soffoca i diritti primari di un territorio, gli atti vandalici di chi, con disprezzo e noncuranza, continua a violare le più elementari norme del vivere civile. Purtroppo, per questa malattia, non c’è cura. E l’emergenza, virus a parte, sarà sempre culturale, prima che ambientale e sanitaria.

ANTONIO BOtTA

Intervista al prof. Giovanni De Rosa, Dirigente scolastico dell’ IS. A. Torrente

I PUNTI DI FORZA E DI CRITICITA’ DELLA DIDATTICA A DISTANZA

Studenti seduti davanti al computer (per chi ce l’ha), il loro sguardo attento e, talvolta, comprensibilmente perplesso, la loro disponibilità e buona volontà ad approcciarsi in maniera diversa allo studio, i suggerimenti e l’incoraggiamento dei docenti, i consulti fra i ragazzi sui social, i loro tentativi non riusciti e quelli con gioia andati a buon fine: tutto ciò è accaduto in poco più di un mese, da quando, per l’emergenza epidemiologica, è stata disposta la sospensione delle attività didattiche e si è dato avvio alla didattica a distanza, praticata, come ha più volte dichiarato il Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, “per non abbandonare gli studenti e per portare a termine con modalità diverse e innovative quest’anno scolastico”. Dei risultati è prematuro parlarne,ma, in questa fase, è da porre in rilievo che è ammirevole la disponibilità e il coinvolgimento degli insegnanti nell’attuare la didattica digitale. I punti di criticità sicuramente non manca-

no, come ha anche evidenziato il prof. Giovanni De Rosa, Dirigente scolastico dell’IS. Andrea Torrente: un presidio scolastico di rilievo nel nostro territorio per l’offerta formativa proposta a tantissimi ragazzi di Casoria e del circondario, sia per la valida preparazione necessaria al proseguimento degli studi universitari e sia per gli sbocchi occupazionali che offre ai giovani che intendono inserirsi nel mondo del lavoro. Ringraziamo il Prof. De Rosa per la sua disponibilità a concedere l’intervista, fautore, come lui ha affermato, della “libera informazione” Com’è stata organizzata la didattica a distanza nell’Istituto che dirige? Il giorno successivo alla pubblicazione del DPCM del 4 marzo, che disponeva la sospensione delle attività didattiche, per mantenere un doveroso rapporto con la comunità docente ho convocato ad horas nella sala conferenze dell’istituto i componenti dello staff di presidenza e i do-

centi con incarico di funzione strumentale, alcuni dei quali sono componenti del team digitale. Con il loro supporto, ho verificato le condizioni tecniche per la predisposizione di un sistema di formazione a distanza e ho definito le prime indicazioni operative volte a promuovere iniziative di didattica alternativa alla formazione in presenza, al fine di tutelare e garantire il diritto allo studio a tutti gli alunni in un momento così delicato per la scuola italiana. Sono convinto che vada tutelata, anche in condizioni difficili come quelle che stiamo vivendo, la libertà di insegnamento, che si connota come libertà di ricerca, di sviluppo e sperimentazione di iniziative volte prioritariamente al mantenimento della relazione educativa. Pertanto, ho invitato tutti i docenti a mantenere una costante relazione coi propri alunni e con le proprie classi in maniera autonoma, ma in aderenza all’arco temporale delle ordinarie atti-


DOMENICA 29 MARZO 2020 vità didattiche – evitando ad esempio le ore serali - utilizzando e integrando gli strumenti ritenuti da ciascuno a sé più congeniali (messaggistica, whatsapp, piattaforme dedicate per la classe virtuale, come gli applicativi della GSuite), dando suggerimenti, offrendo spunti di ricerca, proponendo esercitazioni, sollecitando approfondimenti, tutte attività che dovranno poi essere verificate nei modi e nei tempi che saranno indicati una volta terminata l’emergenza. Quali i punti di forza e di criticità finora emersi? Mi ha favorevolmente sorpreso l’ampio e spontaneo coinvolgimento del personale docente che, già nelle prime ore di sospensione delle attività, si è organizzato in autonomia per raggiungere tutti gli studenti mediante contatti e messaggi telefonici, in una realtà territoriale difficile e molto estesa, in quanto la nostra utenza proviene da numerosi comuni dell’area nord di Napoli. La loro premura nel far sentire presente la nostra istituzione a tutte le famiglie, ma soprattutto ai più deboli, dà la dimensione di quanto sia sviluppato il senso di appartenenza alla comunità scolastica. E’ pur vero, però, che la didattica a distanza impatta significativamente sull’organizzazione delle famiglie, sulle loro possibilità economiche e richiede delle competenze di base che non sono, attualmente, alla portata di tutti gli alunni. Sotto questo profilo, mi preoccupa il rischio che una simile pratica, messa in atto in corsa e senza le dovute fasi di formazione anche per alunni e famiglie, possa accrescere il divario sociale, a scapito dei più deboli. A questo proposito, infatti, ho chiesto ai

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consigli di classe, per il tramite dei docenti di sostegno, di prestare particolare cura alla relazione con gli alunni che seguono una programmazione differenziata, mantenendo un costante contatto con le loro famiglie e mettendo a disposizione i materiali didattici ritenuti più adatti a ciascun alunno. Tuttavia, è proprio nell’area della disabilità che emergono le criticità maggiori, inutile negarlo. Dobbiamo avere tutti – dirigenti, docenti, famiglie e soprattutto responsabili a livello ministeriale - piena consapevolezza che la didattica a distanza non potrà mai riuscire ad integrare del tutto l’attività in presenza, a maggior ragione in un caso come quello attuale, in cui anche i servizi assistenziali non riescono ad assicurare il consueto sostegno con personale qualificato. Qualora la sospensione delle attività didattiche si dovesse protrarre oltre il mese di Aprile, com’ è molto probabile, sarebbe favorevole a prolungare l’anno scolastico fino al termine del mese di giugno con l’inevitabile diffe-

rimento degli esami di Stato? Considerato lo sforzo notevole che la scuola sta compiendo in un tempo così limitato per assicurare una forma di continuità alla didattica intrapresa, pur con tutti i limiti che questa modalità comporta - perché deve essere chiaro che fare scuola vuol dire in primo luogo curare la relazione educativa, che necessita per definizione di vicinanza e presenza – ritengo che non sia opportuno prolungare l’anno scolastico. Una simile scelta, infatti, col differimento degli esami di Stato, impatterebbe sull’intera organizzazione universitaria, in quanto dovrebbe slittare necessariamente anche l’inizio dell’anno accademico. É noto che gli Istituti scolastici dovranno rendicontare al MIUR il lavoro svolto. Cosa farebbe lei emergere da questa modalità innovativa di insegnare con i mezzi digitali? Metterei in evidenza che si può implementare solo ed esclusivamente come modalità integrata per lo sviluppo delle competenze. Penso ad esempio alla possibilità di fornire agli alunni materiali di diverse tipologie per realizzare correttamente la flipped classroom – il che, a dire il vero, è già una realtà per diversi docenti del mio istituto – ma che sarebbe opportuno definirne natura, limiti e confini a tutela della privacy. Deve essere chiaro a tutti, infatti, che la didattica a distanza, nella pluralità di modi con cui può essere erogata, ha un suo preciso statuto, non può e non deve mimare tempi e struttura di quella in presenza, cosa che al momento, nell’improvvisazione dovuta all’emergenza, sta invece accadendo.

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GRAZIE DI CUORE A TUTTI I LETTORI

In questo momento epocale connotato da insolite difficoltà, in cui tutti sono costretti a casa per evitare il contagio, mentre tanti eroi per caso quotidianamente combattono contro un nemico colossale per pericolosità ma infinitesimale per grandezza, il settimanale Casoria2 non ha voluto lasciare i suoi tanti lettori senza notizie. Indubbiamente la scelta più facile sarebbe stata rinunciare ad essere in edicola. Ma più facile per chi? Certamente non per chi svolge l’attività giornalistica con passione e dedizione! Anzi, Casoria2, grazie alla perfetta sintonia tra redazione, direzione, editore, ha ritenuto opportuno intensificare il lavoro per soddisfare la vera e propria fame di informazioni che più che mai caratterizza il momento. I redattori, dal più giovane al meno giovane, dal più esperto al meno esperto, mettendo a frutto ciascuno le proprie competenze, hanno tenuto fede all’impegno preso con il direttore e da lui solertemente sollecitati hanno confermato curiosità, passione per la scrittura, preparazione culturale, abilità nella raccolta

e selezione delle informazioni, capacità di scrittura. Interviste a medici ed a farmacisti, così come a esperti sia del settore sanitario, sia dello sport e della scuola, sia di qualunque altro settore, hanno fornito suggerimenti preziosi per placare l’ansia in una situazione drammatica qual è l’attuale. Il numero dei lettori, per la gioia di noi tutti, è aumentato. Centinaia di messaggi gratificanti sono pervenuti al direttore Nando Troise in questo ultimo mese e copiosi complimenti per la varietà, la chiarezza e la ricchezza degli articoli, per la solerzia, la tenacia, la determinazione con cui Casoria2 sta svolgendo un lavoro di pubblica utilità. Sollecitare la partecipazione, il senso comunitario, la crescita civile e culturale della popolazione locale sono sicuramente obiettivi che il settimanale si pone da molti anni. Molteplici, infatti, sono i bisogni dei cittadini cui il giornale dà voce così come consente alla classe politica e agli amministratori di rispondere alle eventuali critiche ed esprimere le proprie ragioni e il proprio punto di vista.

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Sicuramente senza la stampa locale il bisogno d’informazione delle periferie sarebbe duramente frustrato. Non dimentichiamo che libertà d’espressione, di stampa, di pensiero sono valori, conquistati a caro prezzo da uomini e donne che hanno lottato duramente fino ad immolare la propria vita sull’altare della libertà. C’è chi ha sottolineato che avrebbe preferito altri articoli al posto della pubblicità: è vero la pubblicità c’è ma è indispensabile perché consente al giornale di esistere. Casoria 2 va in stampa proprio grazie al supporto della pubblicità, i suoi redattori scrivono per passione gratuitamente senza forzature, senza strumentalizzazioni ma i costi di stampa sono oggettivi e ineludibili. Noi tutti della redazione, con l’augurio che Casoria in futuro possa godere di un’informazione quantitativamente maggiore senza nulla togliere alla qualità, desideriamo ringraziare i lettori per i complimenti ricevuti e, doverosamente, il direttore Nando Troise per essere una guida attenta e sollecita.

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IMMA CASTRONUOvO

TIGNOLA: “LA SOSPEnsioNE aMministrativa...” L’Avv. Pasquale Tignola, Consigliere di maggioranza in seno al Consiglio Comunale di Casoria, ci ha gentilmente concesso l’intervista che segue, in un momento di indefettibile e necessaria sospensione dell’attività politica a seguito delle misure di contenimento della pandemia che ci ha travolti. Avvocato, lo scorso 6 marzo, il Presidente del Consiglio Andrea Capano, alla luce delle vigenti disposizioni normative in merito al contrasto ed al contenimento del virus Covid-19, ha decretato la sospensione delle riunioni del Consiglio Comunale a data da destinarsi sulla base di quanto sarà successivamente stabilito. L’attività amministrativa è dunque, legittimamente, sospesa. Come è noto l’attività è sospesa, nel senso normativo del termine, (il consiglio è un assembramento per definizione e la sua assemblea è condizione necessaria per ogni decisione). La puntualizzazione nasce perché aldilà della sospensione dell’attività consiliare e delle commissioni è noto a tutti che il Sindaco quotidianamente sta svolgendo un’attività costante. Lo stesso primo cittadino ci informa frequentemente di tutte le azioni che mette in campo, accogliendo suggerimenti e idee da parte dei consiglieri. Sono inoltre frequenti call conference con i capigruppo in cui ci aggiorna sui casi presenti in città e su tutto quanto si stia facendo in termini di controllo del territorio, sanificazione e altro. Molti sotto questo punto di vista chiedono di fare di più e voglio tranquillizzare la città, tutto quello che è in nostro potere fare lo stiamo organizzando e via via attuando. Lei, in quanto Consigliere di maggioranza, ci può anticipare i rumors in seno al Consiglio? Avrete degli importanti provvedimenti da decidere, all’atto della ripresa, dalla definizione della situazione dei lavoratori della GI.ONE , all’approvazione del Piano Urbanistico Comunale (il P.U.C.), all’utilizzo dei Fondi Europei in relazione al Programma Integrato Città sostenibile(P.I.C.S.) che il Presidente della Commissione Territorio, Lavori Pubblici, urbanistica, Ambiente, Viabilità e Vivibilità, Avv. Salvatore Iavarone, ci ha egregiamente illustrato su come verranno a breve investiti per la nostra città, alla paventata ipotesi di

dichiarazione di dissesto finanziario. Cosa ci può anticipare, in merito? Ora la priorità è affrontare questa emergenza, poi arriverà il momento delle scelte e delle decisioni. Abbiamo vissuto mesi difficili, sia per quanto riguarda la questione GI.ONE ma anche Parco Buontempo. Su quest’ultimo, grazie alla fattiva collaborazione fra maggioranza e alcuni componenti dell’opposizione, si è riusciti a trovare dei fondi messi a disposizione dalla Regione Campania, che metteranno la parola fine ad una vertenza aperta da trent’anni. Puc, situazione contabile, Pics sono le sfide che questa amministrazione ha innanzi e sono certo che quando l’attività amministrativa riprenderà a pieno ritmo ci faremo trovare preparati per queste opportunità che possono cambiare il volto della nostra città. Lo faremo, in maniera franca e chiara, auspicando contributi non solo da parte dell’opposizione ma anche da parte della città. Lei pensa davvero che possa avvenire il rilancio di Casoria, dopo questo ennesimo incontrollabile attacco all’economia Nazionale in generale ed alla nostra Città, in particolare? Se sì, in che misura, nella Sua qualità di Consigliere di maggioranza, ritiene si possa intervenire? Che tipo di misure si potranno adottare? L’Italia intera sta attraversando un momento cruciale, che rimarrà impresso nelle menti di ognuno di noi e nella storia. Non c’è mestiere, attività o professione che non sia stata coinvolta da questa emergenza. In particolare colgo l’occasione per ringraziare quanti in prima linea medici, infermieri e forze dell’ordine stanno danno il massimo, mettendo a ri-

schio anche la loro vita pur di risolvere questa emergenza sanitaria. Una volta superata la pandemia si dovranno affrontare misure economiche straordinarie che inevitabilmente dovranno essere prese dal Governo e dall’Europa, che in queste prime battute non è sembrata così pronta. Sarà un periodo difficile, e se i Comuni ne avranno la possibilità, dovranno fare la loro parte, sono certo rialzeremo la testa. Un virus ci ha letteralmente annientati, da ogni punto di vista, svelando tutta la nostra vulnerabilità: siamo stati, di fatto, privati del Bene più grande che diamo così tanto per scontato, la Salute; del lavoro, del sostentamento economico, del rapporto con gli altri. Crede che, dopo che sarà tutto passato, i Grandi Manipolatori dell’Economia Mondiale vareranno un nuovo equilibrio economico-sociale? In questi giorni in quarantena, sto leggendo molto e invito tutti a farlo. Non limitiamoci a ricevere passivamente informazioni, attraverso i media, cerchiamo notizie, compariamole e verifichiamole, collocandole nelle giusta dimensione temporale. Questo momento drammatico almeno ci ha fatto riscoprire un senso di appartenenza che forse avevamo dimenticato. Siamo orgogliosi di essere italiani, la nostra sanità pur nella difficoltà, si sta riscoprendo fra le migliori al mondo. Chi vorrebbe trovarsi negli Stati Uniti dove fino a qualche giorno fa un tampone costava migliaia di dollari? o in Inghilterra dove il Primo Ministro ha candidamente esclamato, salvo poi tornare sui suoi passi, prepariamoci a perdere i nostri cari. Siamo un esempio nel mondo e veniamo guardati con ammirazione e solidarietà. Stiamo conoscendo un’Italia all’avanguardia con menti eccellenti e bisognerà partire da queste consapevolezze per ripartire più forti che mai. Nel ringraziare il Consigliere Tignola per le sue parole di conforto, in un momento così difficile quale quello che stiamo vivendo, vogliamo essere fiduciosi, e credere che ce la faremo. Gli interrogativi sono tanti, e restano tali. Il futuro è incerto, anzi, è un presente che viviamo giorno per giorno. Noi siamo l’Italia, l’Eccellenza, non dimentichiamolo. Alziamo la testa e facciamo, ognuno, la nostra parte. Uniti, ce la faremo.


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8 CIRO TROISE

Un movimento che complessivamente è già in calo di credibilità non può mostrare spaccature e personalismi La premessa è che il sistema calcio in Italia era già in grande difficoltà, la bella storia dell’Atalanta, il Decreto Crescita, che ha favorito l’acquisto di giocatori dall’estero come Eriksen per esempio, e le ambizioni dell’Inter avevano fatto dimenticare un mondo poco competitivo nella realizzazione degli stadi, nella vendita dei diritti televisivi all’estero e, per quanto compiuto da varie società compreso il Napoli, anche per il settore giovanile. Il club di De Laurentiis ha il merito di avere i conti in ordine mentre ci sono società senza programmazione, senz’anima, tenute in piedi dal sistema dei prestiti a cui la Fifa vuole dare un freno. È una crisi generale, la serie A soffre la dipendenza dai meccanismi della legge Melandri, la B da quando non è più su Sky è diventata molto più povera, la serie C è composta da troppe squadre e, infatti, in ogni anno si contano i fallimenti a campionato in corso e soprattutto deve fare i conti con lo stesso impianto fiscale della A, una situazione che soffre da anni. I presidenti spesso ossessionati dall’accumulo di denaro dimenticano la prima regola del calcio: esso esiste grazie ai tifosi, è diventato un business di grande livello, uno dei settori più importanti dell’economia del Paese per il suo seguito dovuto soprattutto alla passione. Non è scontato che ci sia per sempre, la gente può abituarsi a vivere senza pallone se

Il calcio italiano stavolta non può sbagliare: è la sua ultima occasione si dovesse spezzare il legame umano tra il calcio e il suo pubblico. Stavolta le istituzioni che governano questo sport non possono sbagliare, devono salvare il pallone sulla linea all’ultimo istante, se subiscono questo gol l’arbitro fischia la fine e si va tutti a casa, naturalmente partendo dai più deboli, da quelle categorie che, non potendo contare sulle pay-tv, hanno bisogno di non perdere l’identità sociale, legata al campanile, all’orgoglio di coloro i quali vedono nella squadra della propria città la rappresentanza

territoriale. Il calcio non deve dare prova di spaccature e personalismi, mettere da parte gli egoismi e finora non è stato così. Chi ha paura di retrocedere vuole fermare tutto e risparmiare il più possibile, chi vuole riconquistare i suoi tifosi con l’ambizione cinica di vincere lo scudetto minaccia di ripartire e poi è costretto a fare retromarcia. L’Italia si è fermata, ci sono tanti settori che rischiano un disastro senza precedenti ma l’unico mondo che sbraita, si divide a colpi di critiche reciproche è

solo quello del calcio. In questi giorni in situazioni molto più serie abbiamo compreso quanto sia importante il ruolo di mediazione della politica e quanto sia pericoloso il suo assoggettamento all’impresa, le istituzioni del calcio devono dribblare le trappole dei presidenti e mettere al centro una visione che guardi all’interesse collettivo. Hanno bisogno di ripetere la lezione di Rousseau per intenderci. Si riparta solo quando le condizioni sanitarie lo permetteranno ascoltando le indicazioni dei medici, bisogna coltivare il desiderio di vivere anche lo sport senza comunicare in maniera ossessiva continua ansia per i danni economici e soprattutto limitare gli effetti del disastro facendo le riforme che si dovevano realizzare da anni. Si riducano le squadre in A, B, C e D, si introducano dei criteri semplici e seri per far sì che si riparta in maniera solida nel rispetto delle regole finanziarie, si sostenga l’investimento nei vivai e si controlli che ciò venga fatto in maniera consistente e proporzionale al fatturato, si metta mano in modo serio alla questione degli stadi, con l’aiuto del Governo si approfitti della sosta per rafforzare le difese immunitarie del sistema calcio. Unità, compattezza, senso di responsabilità per avere un volto umano, così i tifosi apprezzeranno e la voglia di pallone diventerà la benzina della ripartenza. Senza tutto ciò, neanche per il calcio andrà tutto bene.

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ESPEDITO D’ANTO’

EMERGENZA E DIGITALE. LA (RI)SCOPERTA DEL WEB DALLO SMART WORKING AI SOCIAL MEDIA Fin dai primi giorni in cui si è dilagata l’emergenza coronavirus l’attenzione di diversi settori è stata rivolta in modo particolare al digitale. Sono anni che il mondo intero investe in sviluppo e tecnologia per migliorare e semplificare le vite degli esseri umani. Un concetto che ha sempre visto l’Italia fanalino di coda dell’Europa. Tanti sono stati i solleciti e le agevolazioni alle nostre aziende per incentivarle ad investire nella digitalizzazione. Ricorderete il famoso “Voucher Digitalizzazione” quei 10.000 euro a disposizione delle aziende per la costruzione di un sito web. Tanti ne sono stati erogati, tante sono state le aziende che hanno ricevuto i soldi ma davvero pochi sono stati i siti web che realmente sono stati messi online per funzionare. L’emergenza non sta facendo altro che accelerare un processo di selezione naturale che sarebbe avvenuta con il tempo perché chi non ha creduto ed investito un minimo nella digitalizzazione della propria attività oggi si trova in seria difficoltà, ma si sarebbe trovato tra qualche anno ugualmente nella stessa difficoltà anche senza emergenza. Il momento in cui ci troviamo ha chiarito fin da subito un concetto fondamentale: che si parli di un piccolo negozio di alimentari oppure di una grande azienda, che si parli di un sindaco di un piccolo comune o del Presidente del Consiglio, chi aveva già da prima il supporto del web sta riuscendo a gestire in maniera ottimale la vendita e la comunicazione a distanza. Pensiamo ad un piccolo negozio di alimentari che si è dovuto riorganizzare per le consegne a domicilio, sicuramente sarà molto più agevolato a prendere gli ordini via facebook che via telefono: si possono gestire molte più comande contemporaneamen-

te, il cliente può scegliere dal catalogo dei prodotti pubblicati ed il margine di errore è notevolmente ridotto. Pensiamo ad un sindaco di un piccolo comune che non ha mai sviluppato i canali social e si è ritrovato dalla sera alla mattina a dover comunicare notizie urgenti ed essenziali ai cittadini, molti ci hanno provato lo stesso ed hanno prodotto non pochi danni: dal mancato rispetto della privacy ai video che sono diventati oggetto di satira. Pensiamo alle aziende che si sono dovute riorganizzare di punto e in bianco per lo smart working: una modalità che permette di lavorare a distanza, riduce i costi e fa bene al pianeta perché riduce l’inquinamento. Una modalità di lavoro che in realtà esiste già da tempo e che è stata sempre snobbata dalla maggior parte delle aziende italiane, oggi è diventata una necessità che per svolgerla correttamente ha bisogno di una serie di strumenti digitali come software e riconoscimenti dell’identità a distanza e chi non aveva già da prima un minimo di organizzazione interna oggi si trova in seria difficoltà. Pensiamo al settore dell’istruzione ormai obsoleto, superato ed inefficace nella sua natura tradizionale. A seguito dell’emergenza è stato possibile saltare tutta la macchinosa burocrazia scolastica ed universitaria per permettere di seguire le-

zioni e sostenere esami a distanza. Infine pensiamo alla vita privata di ognuno di noi e come è cambiato l’utilizzo del web: quanti di voi lo stanno utilizzando per ricercare informazioni utili e di valore, quanti hanno effettuato il loro primo acquisto online, quanti la loro prima videochiamata e quanti di voi hanno seguito un tutorial per imparare una cosa nuova come fare la pizza in casa o sistemare una maniglia rotta. Tutti, ma proprio tutti, abbiamo finalmente scoperto un utilizzo diverso del web e dei social media che può andare a nostro vantaggio e migliorare la nostra vita quotidiana. Il mondo intero non era preparato ad affrontare queste emergenza e non era nemmeno preparato a questo uso massiccio del web, infatti è stato proprio il fondatore di facebook ad annunciare un sovraccarico dei server della sua società che comprende l’elaborazione dei dati della piattaforma facebook, instagram, messenger e whatsapp, aggiungendo che non sa se le sue macchine possono reggere ulteriore incremento dovuto all’avanzare della pandemia nel mondo. Ma mentre in Italia stiamo partendo da queste piccole e banali scoperte, nei paesi più tecnologicamente avanzati come Cina e Corea hanno utilizzato il digitale per sconfiggere in tempi record l’avanzare dell’epidemia. Anche in Italia si sta parlando dell’uso dell’intelligenza artificiale e di un app che possa monitorare e mappare gli spostamenti e i contatti, questo non solo permetterebbe di limitare altri contagi, ma permetterebbe ai soggetti sani di poter uscire e riprendere l’attività economica. Per questo staremo a vedere e continueremo ad analizzare punto per punto l’evolversi della vicenda tenendo informati i nostri lettori.


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Coronavirus. Buone notizie dalla scienza Le dichiarazioni del prof. Silvestri e l’ottimismo che viene dalla conoscenza Tutti noi stiamo vivendo un tempo immobile e paradossale dominato purtroppo dall’incertezza e dalla paura, alimentate costantemente da allarmismi e fake news che bombardano psicologicamente senza scrupoli i nervi più scoperti di una società già in ginocchio. C’è chiesto di preservare un bene prezioso, quello della salute rimanendo in casa. Le mura domestiche però sembrano star strette ancora a troppi che, in barba alle regole continuano a insistere nella propria pericolosa incoscienza, mettendo a repentaglio la salute dei propri cari e rischiando di vanificare i sacrifici di chi, invece, osserva quanto imposto dal decreto. La nostra testata giornalistica si propone con questo articolo “scientifico” di infondere un po’ di ottimismo tra i lettori riportando alcuni dei punti salienti di importanti dichiarazioni rese dal prof. Silvestri. Cerchiamo in questo modo di dare risposta a quelle che sono le domande più ricorrenti a proposito dell’argomento coronavirus. Guido Silvestri è un illustre medico italiano, capo del dipartimento di patologia all’Emory University di Atlanta e direttore della divisione di microbiologia e immunologia allo Yerkes National Primate Research Center . “Scrivo questo post alla fine di una giornata di 14 ore tra ospedale e laboratorio. Sono stanchissimo ma credo fermamente che fare BUONA INFORMAZIONE sia utilissimo in un momento difficile come questo. ORIGINE DEL COVID-19. E’ uscito due giorni fa uno studio sistematico delle sequenze genetiche di SARS-CoV-2 che dimostra con certezza che il virus ha un’origine naturale e zoonotica (da animali, e in particolare pipistrelli e pangolini). Per questo la storia del virus “creato” in laboratorio si conferma una bufala colossale. VIRUS NEI BAMBINI. Lo studio comprensivo dell’infezione nei bambini cinesi dimostra che su 2145 casi totali oltre il 90% erano asintomatici, lievi o moderati, con un solo decesso riscontrato, per una letalità dell’infezione che è, per gli infettati sotto i 18 anni, pari a <0.05% . LETALITA’ DEL COVID-19. Mentre i morti aumentano drammaticamente sia in Italia che in altri paesi, è importante ricor-

dare che sulla base dei dati complessivi a disposizione la letalità stimata è inferiore al 2%, il che significa che il 98% delle persone infettate guarisce. Il numero alto di morti che osserviamo in questi giorni è pertanto da relazionare al numero alto di persone infettate, spesso con sintomi lievi o addirittura senza sintomi. Ricordo anche che tutti i dati disponibili confermano che la stragrande maggioranza dei decessi ha più di 60 anni e presenta comorbidità importanti (diabete, ipertensione, COPD, cardiopatia ischemica, etc). VIRUS SULLE SUPERFICI. Uno studio recente indica che SARS-CoV-2 vive fino a tre giorni in certe superfici come plastica e acciaio, e solo per poche ore in superfici come cartone e rame. Il virus sembra sopravvivere per tempi brevi, alcune ore al massimo, come aerosol. Evitiamo paranoie del tipo “il virus sopravvive nell’asfalto per mesi”, che sono basate sul nulla. IMMUNITA’ NATURALE. I dati sull’immunità naturale verso SARSCoV-2 che è acquisita da persone infettate e guarite non sono al momento tali da permettere affermazioni perentorie, ma per quanto sappiamo sugli altri coronavirus, un’immunità naturale almeno temporanea dovrebbe svilupparsi per un periodo di almeno 6-12 mesi. TERAPIE. Al momento la cosa più importante nei casi severi o critici di COVID-19 (che sono una minoranza) é il supporto respiratorio, mentre non ci sono “farmaci magici” che fanno guarire dalla malattia, né in Russia né altrove. Però ragionevoli speranze vengono da antivirali come il Remdesivir, e immunomodulatori come Tocilizumab, Baraticinib,

ed altri. Ricordo che queste ultime sono terapie da riservare a casi severi o critici, mentre quelli lievi e moderati guariscono da soli o con terapia sintomatica. VACCINO. Si sta lavorando alacremente su diverse piattaforme vaccinali, in particolare vaccini a RNA e vaccini a base della proteina spike (S) ricombinante. Questi vaccini potrebbero essere pronti per gli studi clinici iniziali (safety + immunogenicity) entro il prossimo autunno, anche se per studi di efficacia clinica vera e propria ci vorranno probabilmente 1218 mesi. EFFETTO TEMPERATURA. Continuano ad esserci indizi (non prove, ma certamente indizi ) che i danni della pandemia di COVID-19 possano almeno in parte attenuarsi con l’arrivo della primavera. In questo senso sarà importante seguire l’andamento dell’epidemia in Africa, America Latina e Sud-Est Asiatico, in particolare Malaysia, Indonesia, Filippine, India e Bangladesh (e forse anche nell’Italia del Sud). EFFETTO CIARLATANI. Per favore smettiamo una volta per tutte di ascoltarli. Mi riferisco sia ai ciarlatani in malafede (che sono solo degli sciacalli, cialtroni ed accattoni ) che a quelli, ahimè, in buonafede, cioè persone credulone ed impaurite che spargono disinformazione perché, molto semplicemente, non sanno di cosa stanno parlando. La disinformazione non serve mai a nulla, in generale e tanto meno in una situazione come questa. OTTIMISMO, SEMPRE E COMUNQUE. Io rimango nonostante tutto fermamente ottimista, e sono convinto che tra qualche mese torneremo a vivere come prima, anzi, che vivremo meglio di prima se da questa grande paura avremo imparato le giuste lezioni, come scienziati, come cittadini e come umanità in generale. Perché questa è la vera, grande sfida che dobbiamo vincere tutti insieme, anche per onorare nel modo migliore possibile le vittime di questa malattia.”. Ebbene concludiamo con l’incoraggiamento rivolto a tutti a fare tesoro d questa esperienza e a stringere i denti fin quando sarà ritenuto necessario. Presto ritorneremo a vivere una vita normale che avrà certamente un gusto diverso, nuovo e magari davvero migliore.


DOMENICA 29 MARZO 2020 ANGELA CAPOCELLI

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Il dramma di chi vive la quarantena lontano dalla propria terra

Uno degli aspetti più difficili della situazione che stiamo vivendo è, senza dubbio, la quarantena: una sorta di reclusione, di condanna agli arresti domiciliari che non ci permette di svolgere le nostre normali attività. Ma non solo. Restare a casa, per chi vive da emigrato, significa sentirsi ancor più lontani dalla propria famiglia e non avere la possibilità di raggiungerla. È questa la realtà che vivono, ad esempio, i Napoletani che abitano a Milano, ed è dalla loro prospettiva che vogliamo raccontarvi il Coronavirus al nord. Abbiamo intervistato, allora, Luca Coscia: giornalista e opinionista che appare in numerose trasmissioni Tv della Lombardia, seguendo molto da vicino (anche se lontano) la squadra partenopea. Il periodo che l’Italia sta attraversando non è affatto facile e qui a Napoli per esorcizzare l’alienazione si organizzano flash mob e concerti dai balconi. Com’è la situazione lì a Milano? C’è più sconforto o più volontà di reazione? Anche qui c’è volontà di reazione e si organizzano dei flash mob ma più contenuti. Si danno appuntamenti, si accende una candela o si usano i cellulari e poi si canta l’inno nazionale o una canzone popolare (L’italiano, Ma il cielo è sempre più blu ecc). Teniamo conto anche del fatto che qui il problema è maggiormente sentito, non dimentichiamo che più della metà dei contagiati d’Europa è in Lombardia. Le indicazioni degli ultimi decreti vengono rispettate o, come qui, non sono state da subito osservate pienamente? Come si dice, ogni mondo è paese. Io credo che la maggior parte delle persone a Napoli, come a Milano, stiano rispettando le direttive ma i furbetti, se così possiamo chiamarli sono ovunque. Se, ad esempio, abbiamo visto meridionali residenti al Nord scappare nelle loro terre origine, i lombardi si sono recati nelle loro case al mare in Liguria o in Versilia, altri in montagna. Non dimentichiamo che una coppia di Codogno è

stata trovata positiva a Trento. Ma non sono state rare scene di persone che corrono ai Navigli così come a Mergellina, e di gente in strada. La lontananza dalla propria terra d’origine e l’impossibilità di farvici ritorno sono duri da sopportare in un momento come questo in cui ognuno vorrebbe poter stare con i propri cari. Come stanno vivendo questo periodo i tifosi del Napoli che vivono a Milano? Aldilà del discorso tifo, io credo che un napoletano a Milano, e più in generale al Nord, approfitta sempre dei periodi di vacanze, come l’imminente Pasqua, per poter tornare nella propria città. E’ chiaro che con questa restrizione, ciò non sarà possibile. Una situazione che porta, ovviamente, tanta tristezza. Voglio però citare l’iniziativa del Gruppo Facebook Napoletani a Milano, che esiste oramai da un decennio, che sta provando a rendere le giornate meno pesanti, sostenendosi a vicenda, con dei raduni virtuali organizzati con app e video camere. La sospensione del Campionato, per chi fa del calcio un appuntamento immancabile, ha rappresentato un duro colpo ma soprattutto è stata un dei sintomi che hanno confermato la gravità della situazione. Come hanno reagito i nostri tifosi a questa pausa forzata? All’inizio con tantissima delusione anche perché la partita di calcio è un appuntamento sacro. Man mano che la situazione precipitava, però, c’è stata una presa di coscienza e tutti hanno capito che è la cosa più giusta. Sicuramente, in questo momento, la paura, la preoccupazione la stanno facendo da padrona ed il mondo del calcio, pur essendo, abitualmente pane quotidiano, è stato messo da parte. C’è da dire che fin da subito il Club Milano Azzurra, storico club nel capoluogo meneghino, fondato nel 1984, ha voluto sospendere tutte le attività proprio per tutelare la salute dei propri associati.

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DOMENICA 29 MARZO 2020

RAFFAELE SILVESTRO

SOSPENSIONE SOCIALE Negli ultimi due secoli, il nostro paese ha vissuto due guerre mondiali, si sono succeduti prima re, poi tanti, tantissimi politici di ogni partito e schieramento politico, abbiamo subito crisi economiche non indifferenti, siamo diventati grande potenza mondiale per poi ricadere nel baratro, eppure, siamo ancora qui. Del resto l’Italiano è cosi, cade dieci, cento, anche mille volte, ma riesce a rialzarsi sempre, anche perché diciamocelo, alla fine lo stereotipo d’italiano all’estero equivale ai modi di fare di noi napoletani, il parlare urlando, gesticola, dialetto, pizza, mandolino, ma di noi meridionali bisogna ricordare una cosa che è forse la più importante, ‘o napulitane, se fa sicche ma nun more’, ed è questa la chiara raffigurazione del cittadino dello stivale, colui che non si arrende mai. Per questo, in un periodo storico per noi molto difficile, la parola “resa” non deve essere pronunciata. Questo virus ci sta mettendo in ginocchio è vero, ed è vero che le fabbriche stanno chiudendo, ed è anche vero che molte famiglie si trovano senza lavoro, ma essere uniti è l’arma migliore che abbiamo ora. Con la chiusura di grandi e piccoli negozi, purtroppo, l’economia e la vita di un paese intero si fermano lì, in un limbo, che può da un momento all’altro sprofondare in un baratro o anche risalire la china a secondo della costanza, forza e speranza dei cittadini. Purtroppo i numeri parlano chiaro, siamo il primo paese al mondo per numero di decessi, oltre cinquanta mila infetti, ma sono più di otto mila le persone guarite e bisogna ripartire da

questo numero, da coloro che hanno battuto questo male. Ci hanno ripetuto centinaia di volte, nelle ultime settimane, lavatevi le mani, non toccatevi naso, occhi e bocca, uscite solo se strettamente necessario, evitate il contatto fisico con le altre persone, ormai, credo l’abbiate imparato a memoria, ed è cosi che deve essere, devono risuanere nella vostra testa queste avvertenze in un loop infinito, è questo uno stile di vita che non ci si addice, ma cosa puo succedere se per un mesetto ci stiamo in casa? Semplice, la situazione si placherà e tornereno alla nostra vita di sempre. Concludo citando le parole del premier Conte, che per noi tutti devono essere un monito di speranza e fede “Fermiamoci ora, per correre piu veloci domani, riamiano distanti oggi, per riabbracciarci con più calore domani.”


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FRANCESCO D’ANNA

UN’INFLAZIONE ILLECITA, UNA NUOVA PIAGA PER CASORIA Da alcune settimane ormai, in questa situazione di emergenza, stiamo assistendo ad un fenomeno finanziario ed economico grave: le materie prime indispensabili (carne, farina…) e i prodotti igienizzanti hanno, oggi come oggi, un prezzo nettamente superiore a quello di due mesi fa, magari prima della pandemia firmata Covid-19. Dovremmo, noi tutti, chiederci le cause di quest’inflazione illecita. C’è chi vuole, in maniera subdola, speculare in un momento così grave? Probabilmente si, e non mi riferisco solo agli sciacalli e ai criminali, i quali, mediante l’utilizzo di piattaforme online, tentano di vendere mascherine ad un prezzo ab enorme, ma anche alle piccole imprese, alcune delle quali, hanno alzato l’asticella dei prezzi della merce. In realtà, tutto ciò non è giustificato, il premier Conte non ha mai annunciato lo stop alla produzione di articoli appartenenti al genere alimentare, o a prodotti per

l’igiene, arrestando quindi l’avanzata dell’inflazione. Va benissimo il libero mercato, la libera concorrenza, il libero arbitrio, ma a tutto c’è sempre un limite, lo stipendio della stragrande maggioranza delle famiglie casoriane, campane ed italiane, ora come ora, è lo stesso, non è aumentato di 1 euro, per cui aumentare il costo della merce indispensabile alla vita, illecitamente, creerebbe danni gravissimi all’intera comunità. In queste condizioni è importante il richiamo alla responsabilità fatto dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte che ha annunciato “l’impiego della Guardia di Finanza per intervenire duramente contro i comportamenti speculativi di chi impone prezzi fuori mercato o lucra condizioni di vantaggio nelle produzioni di beni di prima necessità”. Un appello alle coscienze di tutti: riscattiamoci dal passato e tentiamo di costruire un futuro migliore.

DANIELE ESPOSITO*

SISTEMA IMMUNITARIO: LA PRIMA PREVENZIONE CONTRO IL CORONAVIRUS Ricercatori australiani hanno dimostrato che, anche se il Covid-19 è causato da un nuovo virus, una persona sana può riuscire a guarire spontaneamente grazie alle difese immunitarie del proprio organismo. I ricercatori del Peter Doherty Institute centro infettivologo e Immunità di Melbourne infatti hanno mappato le risposte immunitarie di uno dei primi nuovi positivi da Covid-19, mostrando la capacità del corpo di combattere il virus e guarire dall’infezione. Ed i risultati sono stati molto buoni. Quindi oltre alle regole basi di lavarsi spesso le mani e mantenere una certa distanza di sicurezza dalle persone ai tempi del Coronavirus, bisogna rinforzare e potenziare il sistema immunitario attraverso l’alimentazione. Il microbiota, ovvero dalla comunità di batteri che popola l’intestino, e i batteri buoni proliferano più facilmente in un ambiente alcalino, basico. Ecco perché un’alimentazione alcalinizzante è fondamentale per favorire la proliferazione di batteri buoni, proprio quelli che ci aiutano ad avere un sistema immunitario efficiente Verdure Il modo migliore per alcalinizzare il corpo e mangiare tante verdure, soprattutto quelle a foglie verdi, quindi spinaci, bietole, cavolo riccio, cavolo

nero, rucola, broccoli, cavolfiore, cavolo, cavolini di Bruxelles, finocchi, zucchine, senza dimenticare limoni e alghe. Vitamine C e D3, di grande aiuto al sistema immunitario. É importante ricordare che la vitamina C è solubile in acqua e molto sensibile al calore, il che significa che per poterne godere appieno è meglio che l’alimento che la contiene venga mangiato crudo, aumentare il consumo di frutta e verdura, pompelmo, kiwi, broccoli, cavolfiore, cavolini di Bruxelles, cavolo nero. Olio extravergine di oliva, di semi di lino, di semi di canapa e di avocado: tutti sono composti prevalentemente da acidi grassi e fosfolipidi. Hanno un ruolo fondamentale nel riequilibrare la membrana delle cellule bianche del sangue, i linfociti. L’ideale sarebbe assumere un olio fresco o molto fresco. Frutta secca e semi oleosi: questi alimenti posseggono numerose sostanze prebiotiche come minerali, aminoacidi e omega-3. Limone: il frutto è ricco di vitamina C, importantissimo nei processi di difesa cellulare. L’ideale sarebbe assumere tutti i giorni una premuta di limone con un pizzico di bicarbonato di potassio, che ha proprietà alcalinizzanti, fungicida e

digestive. Alla scelta dei cibi giusti è importante anche associare buone norme da adottare in cucina: la cottura deve essere sempre al forno o al vapore, i cibi crudi devono essere ben lavati ma non disinfettati, a meno che non si è in gravidanza: muffe e batteri sui crudi di verdure e frutta aiutano a riequilibrare la flora batterica. Segui i miei consigli sul blog www.ilmetodo5.it

*Personal Trainer e consulente della nutrizione sportiva, da oltre 15 anni nel settore, è autore del libro il Metodo 5, premio eccellenza italiana a Washington D.C.


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14 ANTONIO BOTTA

Mensa Caritas “S. Teresa di Calcutta”: il coraggio della testimonianza d’amare nella “bufera” del contagio

“CHIEDIAMO RISPETTO E SOSTEGNO NEL NOSTRO SERVIZIO DI CURA AGLI INDIGENTI”

In questo periodo di emergenza epidemiologica, in cui occorre necessariamente conformare il proprio stile di vita alle norme restrittive necessarie per contenere il contagio da Covid 19, non mancano testimonianze di genuina solidarietà umana e cristiana e di straordinario altruismo. Oltre agli operatori sanitari, che rischiano la vita negli ospedali per curare i pazienti infettati dal coronavirus, non mancano altri “eroi” che, nel nascondimento, operano quotidianamente per assicurare a indigenti del nostro territorio il cibo per pranzo e cena, nel rispetto rigoroso e responsabile, sia chiaro, delle norme igienico – sanitarie, stabilite dalle Autorità locali e nazionali. Sono i volontari della mensa “Caritas – Madre Teresa di Calcutta”, anch’essi muniti di camici bianchi con mascherine e guanti, che rifocillano e quindi “rianimano” i senza fissa dimora, i dimenticati, quelli che ancor di più avvertono, in questo tempo di disorientamento e di smarrimento, il senso deprimente di anonimato, di non contare nulla per nessuno, ignorati anche dalle Istituzioni. “La mensa “Madre Teresa di Calcutta” di via Duca D’Aosta” spiega la responsabile Cristina Laezza – “è l’unico presidio di carità aperto su tutto il territorio,essendo chiuse quelle di Arzano e di S. Antonio di Afragola: i poveri, quindi, in aumento, confluiscono tutti qui e noi “resistiamo” con il cuoco, Massimo Tufano, affiancato dalla moglie Anna, titolari di un ristorante chiuso per le note restrizioni: essi,tutti

i giorni, validamente supportati , a turni, da altre tre persone, Carmen, Linda e Maria Rosaria, più la mia presenza quotidiana e quella di Biagio il venerdì, preparano il cibo da asporto per circa 70 – 80 ospiti, i quali entrano uno per volta muniti di mascherina, raccolgono la loro busta contenente il pranzo e la cena della giornata collocata su un ampio tavolo all’ingresso, rispettando, sotto il nostro sguardo vigile,la canonica distanza di oltre un metro fra loro e fra noi e loro, e vanno immediatamente via”. I dispositivi di protezione (camici, cuffie, mascherine e guanti,) sono acquistati da noi; il parroco don Salvatore, più di una volta ha avanzato al Sindaco la richiesta di ricevere almeno mascherine e guanti; per noi,

sentirci sostenuti dall’incoraggiamento dell’Amministrazione comunale costituisce un importante “segno” di vicinanza e di solidarietà per un servizio volto a salvaguardare, oltre che la nostra salute e quella degli ospiti, anche la dignità di chi ancor più si sente emarginato e avverte addosso lo sguardo diffidente se non ostile della gente. Solo martedì scorso, ad onor del vero, abbiamo ricevuto dall’Ente locale, tramite la Protezione civile, alcuni pacchi contenenti alimenti vari raccolti nei carrelli fuori ai supermercati e una ventina di mascherine. Siamo grati, per questo, al sindaco Bene e alla Protezione civile. Certo, la paura del contagio è avvertita da tutti i volontari, sono consapevoli del rischio che corrono, ma le loro convinzioni etiche, sostenute dalla salda fede in Cristo, il cui dolore continua a consumarsi nell’umanità afflitta dalla propagazione del Covid 19, sono, osserva la signora Laezza, “lo sprone interiore a prodigarsi con dedizione e abnegazione, sull’esempio di S. Teresa di Calcutta, per le “persone ferite, non fortunate, segnate da un’esistenza difficile, colpite dalle sventure, fragili, con patologie fisiche e psichiche e non si può consentire che vengano calpestate o abbandonate a loro stesse. Chiaramente siamo riconoscenti per il cibo offertoci dal Comune di Casoria, ma ciò che soprattutto sollecitiamo è che il nostro servizio sia considerato per quello che è, opera di accogliente gratuità, “lavoro” imprescindibile e necessario d’amore; invece, a volte, pur avendo l’autocertificazione,


DOMENICA 29 MARZO 2020 sia noi che i volontari, quando siamo fermati per i controlli, non siamo “riconosciuti”, il nostro andare a sfamare gli ultimi non rientra tra i motivi necessari per uscire di casa.” L’essere “riconosciuti” è, allora, un’accorata richiesta di questo gruppo di cristiani, animati da una fede forte e robusta, di essere rispettati dalle Istituzioni locali nella loro scelta coraggiosa e ammirevole di prendersi cura dei tanti “lazzaro”, che in questo clima di paura non ricevono neppure le “briciole” di

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elemosina su cui, prima dell’emergenza epidemiologica, potevano contare per sopravvivere. “Senza di noi” sottolinea Cristina Laezza “non hanno come mangiare e non possono nemmeno sostare su una panchina”. Anche loro, quindi, come la Croce Rossa e la Protezione civile prestano un servizio “essenziale e importante” sul nostro territorio. Dichiara, al riguardo, il diacono Gianni Scalamogna, Coordinatore delle mense dei poveri afferenti alla Caritas diocesana: “Sebbene i volontari facciano il massimo sforzo nel contenere l’ordine e la dovuta distanza degli indigenti in fila, aumentati a dismisura rispetto alla normale affluenza, risulta difficile mettere in pratica le misure di prevenzione per le difficoltà incontrate nella distri-

buzione dei cestini, perché non si riesce a reperire i DPI (mascherine monouso) previsti per legge. Ad oggi, gli ospiti che bussano alle nostre mense (Centro La Tenda, Binario della Solidarietà, Mensa S. Brigida…) sono mediamente 1350 /1400 al giorno senza considerare i circa 2.500 abbandonati sotto i portici della città”. I responsabili di alcune mense, lamentando l’elevatissima criticità nel regolare l’afflusso degli indigenti alla distribuzione dei pasti, hanno chiesto e continuano a chiedere con urgenza l’ausilio delle Forze di Pronto Intervento dell’Esercito o dei VV FF o della C. R. I. affinché provvedano ad installare Mense da Campo ed anche strutture per docce (altro indispensabile servizio venuto a mancare.


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Valorizzare il patrimonio immobiliare del Comune di Casoria, una proposta per la ex sede di Via Piave Il Comune di Casoria è come tanti altri comuni in uno stato economico non ideale, ma la nostra città è in buona compagnia. La situazione non è certo frutto di una responsabilità di questa ultima amministrazione, ma la responsabilità è da addebitare almeno agli ultimi venti anni, se non oltre. Il rischio dissesto economico è un rischio che pesa su molte amministrazioni, anche a Nord di Napoli. Casoria eredita una forte criticità in diversi settori, a cominciare dai troppi debiti fuori bilancio, alle mancate entrate, alle politiche sociali e per finire con una pessima gestione del patrimonio comunale. Il patrimonio comunale meriterebbe una maggiore attenzione, la situazione degli oltre 700 alloggi erp, le tanti sedi di uffici, i terreni fuori territorio (Casoria è proprietaria anche di beni fuori comune), le scuole, le ville comunali e tanto altro ancora. Vi sono poi le tante opere di compensazione, alcune realizzate e mai inaugurate, tante altre ancora non realizzate. Poi ci sono le strutture comunali non utilizzate, tra queste anche la sede di Via Piave nel Centro Gallery. Su questa ultima vorrei raccontare un pezzo della storia recente e sottoporre una proposta di eventuale riutilizzo.

Il bene è stato utilizzato in passato per le politiche sociali e per il decentramento di uffici comunali, fu poi chiuso, e l’ultimo commissario prefettizio nel 2019 inserì la proprietà tra i beni da alienare, inserendo in bilancio anche la previsione di entrata. Pertanto ora è necessario procedere (e siamo in ritardo) alla vendita del bene, solo se questa andrà deserta, sarà poi possibile procedere ad eliminare il bene dalla lista dei beni da alienare, e successivamente pensare ad un riutilizzo del bene. Mi permetterei poi di suggerire la vendita di tutti i beni immobili fuori comune di cui siamo proprietari, beni che difficilmente potranno essere utilizzati dall’ente. Poi bisognerà valorizzare i beni confiscati (altri sono da richiedere), che sono proprietà del Comune, ma sono beni non alienabili e utilizzabili solo per scopi sociali, per questi beni la nostra commissione si è attivata per l’approvazione di un regolamento per la gestione, che è stato licenziato dalla III commissione e presto sarà in consiglio comunale. Per quanto concerne il bene di Via Piave, si tratta di parte del piano terra e parte del primo piano, diverse stanze, che se non alienate, potrebbero essere destinate

a due servizi importanti. Parte del piano terra potrebbe essere utilizzato per decentrare una parte degli uffici comunali e servizio urp per i cittadini. Ad Arpino sono delocalizzati una serie di servizi comunali, e tra questi anche i tributi, e non è facile per quella parte di Casoria ai confini con Afragola, recarsi fino ad Arpino, pertanto potrebbe essere utile prevedere la nascita di uno sportello per facilitare una serie di servizi. Per tutto il resto della struttura si potrebbe pensare ad un progetto anche intercomunale con Afragola, Cardito ed altri per la nascita di un grande centro sociale giovanile. Oggi più che mai questo è possibile vista la sensibilità del Ministro alle Politiche Giovanili Vincenzo Spadafora, che è proprio della nostra terra ed ha sempre dimostrato grande sensibilità a questi temi. Sarebbe questo un modo anche per ridare nuova vita ed un rilancio alla struttura del centro Gallery di Casoria. Intanto la III commissione ha richiesto l’elenco dettagliato dei beni di proprietà dell’ente per una proposta organica e definitiva.

Presidente delle III commissione consiliare “Territorio, urbanistica, infrastrutture, ambiente, vivibilità e viablità”

FRANCESCO D’ANNA

I RAGAZZI AI TEMPI DEL COVID-19

L’emergenza continua, il premier Conte, i presidenti regionali, i sindaci di molte città italiane continuano ad inasprire le sanzioni per coloro che non rispettano decreti ed ordinanze; i medici, gli infermieri, seppur allo stremo salvano migliaia di vite. In una situazione così difficile, in cui si deve stare a casa, i ragazzi, come stanno vivendo questa situazione? Bene, mediante un reportage ‘’telematico’’, abbiamo ascoltato le riflessioni di alcuni ragazzi, di studenti che hanno cambiato radicalmente le proprie abitudini di vita. Interessante l’invito di Mariano, uno studente di Casoria che frequenta il 4° anno dell’istituto Sereni, alla riflessione. In un momento così delicato, in cui siamo costretti a decimare la nostra libertà, abbiamo almeno l’opportunità di riflettere, di fermarci a capire l’importanza di tutte quelle cose, anche le più piccole, verso le quali, prima del coronavirus non ponevamo attenzione per via della velocità con la quale la vita scorreva. Ora possiamo farlo, ora che i riflettori sono spenti, ora che la vita intera è ferma, diamo più importanza al dialogo, ai gesti…alla vita. “Ritengo che anche noi giovan i-continua lo studente Mariano- ora come ora dobbiamo fare la nostra parte restando a

casa ed evitando assembramenti, nel modo più assoluto’’. Le attività scolastiche, essendo sospese, non possono continuare tra i classici banchi di scuola, tuttavia, però, internet ha svelato un suo lato molto utile, attraverso piattaforme online, seppur con un motore a rilento, la didattica va avanti, i docenti e gli alunni costruiscono un’intercomunicazione in cui è possibile studiare ed approfondire argomenti.


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TERESA D’ANGELO

“L’intramontabile Antoine, il cantante napoletano che ha sempre stupito”, e si è raccontato nel format live “Chiacchierando con...”

In una splendida ospitata a Domenica In, nel 2006, il grande Giampiero Galeazzi definì, il mitico Antoine, il cantante neomelodico più rappresentativo della Napoli di oggi, dove Antoine stupì tutti con la magnifica canzone “nú penziero”. Il cantante, cantautore, attore teatrale ed autore, che di francese ha solo il nome “Antoine”, é di pure origini napoletane, nato nel quartiere dei “Miracoli” nel rione Sanitá. Grandissimo successo nella sua ultima partecipazione teatrale nello spettacolo, al Teatro Trianon Viviani in, “Duetti Napoletani”, con la regia di Maurizio Palumbo, dove ha partecipato insieme ad altri artisti napoletani, cantando tanti successi nuovi e vecchi della sua lunga carriera, iniziata col primo disco, il suo primo 45 giri inciso nel 1985, dove il suo primo impresario è stato proprio suo padre. Un uomo che tiene tantissimo alla sua famiglia, una persona umile ricca di affetti, a cui piace la vera tradizione. Antoine ha incontrato nella sua vita tanti artisti, tra i più vicini, il maestro Nino D’Angelo, il regista Maurizio Palumbo, perché fa parte delle prime origini, dei primi inizi nella musica.

Una passione grande per il canto, per la musica, con tante esibizioni televisive dalle tv libere alle reti nazionali, tra Rai Uno e Canale 5, come nel 1998 la bellissima Intervista fatta da al Maurizio Costanzo Show. Nel 2000 inizia a studiare l’arte teatrale che per lui è stata magica, pilastro di vita. Tanti successi al Teatro,tanti spettacoli fatti tra i più importanti che ricordiamo, “Lacrime napulitane “con Nino D’Angelo e Maria Nazionale, riprodotto dopo sette anni con Francesco Merola, cambiando però i ruoli scenici, nel primo faceva l’emigrante, nella seconda versione faceva l’amante detto “‘O malamente”, ma poi innumerevoli commedie recitando in vari Teatro di Napoli. Anche il cinema ha fatto parte della sua carriera, nel 2001, al fianco Di Nino D’Angelo recita in “Aitanic”, dove lo troviamo anche partecipe nella colonna sonora. Partecipa a fiction come Un posto al sole e La squadra per Rai Tre. Antoine ha sempre scritto canzoni fantastiche e cantato l’amore, la passione, canzoni che ti rimangono come le sue radici, nell’anima. Ringrazio in prima persona questo favoloso artista per essersi raccontato nel mio format live “Chiaccierando con..”, un’intervista web su Instagram in diretta.

Crescere insieme, perfezionandosi Sicurezza edilizia Ambiente

Vincenzo D’Anna

Dottore in scienze dell’Ingegneria Collegio dei geometri e dei geometri laureati della Provincia di Napoli

VIA G. ROCCO, 2 - 80026 CASORIA (NA) TEL./FAX +39 081 19105654 - CELL. +39 335 8157475 E-MAIL: stdgroupsrls@virgilio.it - stdgroupsrl@pec.it


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COMUNICATO STAMPA

Lettera del Presidente Emerito del Collegio Italiano dei Chirurghi, Prof. Pietro Forestieri

È opinione comune che l’epidemia da coronavirus abbia cambiato, stia cambiando e cambierà la nostra vita, il nostro modo di interfacciarci con l’altro, il diverso, il disabile, la nostra scala dei valori, delle necessità, delle cose fatue. Lo spero, anche se temo che la natura umana avrà il sopravvento appena passate la paura e l’angoscia. Gli unici a non essere cambiati sono, se ci riflettete bene, i medici, gli infermieri, il personale ausiliario e tutti quanti si prodigano per il bene degli altri, quotidianamente, a prescindere dal colore della pelle, della religione, delle condizioni sociali. Certo non siamo tutti missionari, alcuni, pochi in verità, cedono eccessivamente alla venalità, ma tutti svolgono la loro professione al meglio delle loro possibilità e di quanto le strutture in cui operano consentano. Il 14 marzo 2020, alle ore 12.00, nelle città italiane, moltissimi connazionali hanno applaudito i medici e gli infermieri italiani per il lavoro svolto, quasi fosse, per loro, una novità o un fatto eccezionale. Non sono riuscito ad affacciarmi né, tantomeno, ad applaudire. Ho, forse, avuto un sorriso amaro, ripensando a tutte le donchisciottesche

battaglie portate avanti durante la mia presidenza del Collegio Italiano dei Chirurghi, non solo in rappresentanza dei circa 35.000 chirurghi delle varie branche e delle diverse specialità ma anche di tutti i medici, gli infermieri ed i vari operatori della sanità. Erano i tempi in cui vi era un accanimento, spesso anche oltre il lecito, verso i medici ed i chirurghi per un presunto erro-

re medico, nel quale, molto spesso, si confondevano anche le complicanze incomprimibili ed inevitabili proprie di un intervento o di un atto medico. Invece del rispetto e della considerazione desiderati ci siamo trovati in un clima di sospetto e di litigiosità, spesso non spontanei ma istigati da alcuni media, associazioni varie e particolari categorie professionali, fino ad innumerevoli aggressioni verbali e fisiche o a decine di migliaia di denunce, in gran parte pretestuose e, di fatto, tentativi di illeciti arricchimenti. Avrebbe dovuto essere interesse di tutti rasserenare l’ambiente ed attenuare, se non abolire, la crescente e, spesso, pretestuosa conflittualità medico-paziente, stringendo un patto di una nuova alleanza terapeutica, che avesse grande rispetto dei diritti del malato ma anche della dignità professionale del medico. Speriamo che gli applausi del 14 marzo siano sostiuiti dalla reale e duratura comprensione di quanto quotidianamente si faccia da parte di tutti gli operatori della sanità e siano la base di un’auspicabile ed auspicata nuova alleanza terapeutica. Pietro Forestieri Presidente emerito CIC

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DOMENICA 29 MARZO 2020


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RAP - IO RESTO A CASA Il governo ha detto di restare a casa altrimenti arrivano guardie e pure quelli della NASA. Le scuole sono chiuse mi sveglio a mezzogiorno tanto di che mi preoccupo si è fermato il mondo. Non so che cosa fare mi annoio e gioco ai videogiochi altrimenti muoio. Registro mentre gioco in questo gameplay carico sto video manco fossi Faviy. Non so che cosa fare mi arrendo e chiudo questa storia mentre passo al ritornello. Forza Italia io resto a casa Forza Italia io resto a casa. E ritorno alla strofa scrivo rime in prosa dedico sta cosa ad un’Italia contagiosa. Ha detto il Premier Conte di stare a casa, persone e infatti c’ha ragione qui non c’è guarigione. Forza Italia io resto a casa Forza Italia io resto a casa. E mi rivolgo in questo brano a chi questo testo legge perché il numero di casi purtroppo cresce. Io questo pezzo lo dedico a qualcuno a chi per colpa del virus ha perso qualcuno. Perciò statevene a casa é lì che dovete restare così poi finalmente ci potremo riabbracciare.

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Siamo quelli che protestiamo per la mascherina troppo costosa,ma la compriamo e la mettiamo, siamo quelli che protestiamo per il disinfettante troppo costoso, ma lo compriamo per paura,siamo quelli degli sversamenti illeciti senza pietà e senza scrupoli,siamo quelli sciagurati che con mascherina e guanti depositando di tutto e ovunque preoccupandosi di cosa?Magari poi quando tornano a casa si disinfettano anche, ma la coscienza come si disinfetta?

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