Domenica 3 Maggio

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DOMENICA 3 MAGGIO 2020

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Settimanale di Informazione

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ANNO XIX - N° 18 - DOMENICA 3 MAGGIO 2020

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ASCIERTO: Il MEDICO DELLA SPERANZA


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MASSIMO IODICE

Il MEDICO DELLA SPERANZA La parola di questa domenica è “SPERANZA ” parola abusata in questi mesi associata al “andrà tutto bene”. Ebbene con immensa gratitudine, sentimento in questo momento credo di tutti, ci ha rilasciato in esclusiva l’intervista, il medico più ricercato d’Italia. Parliamo del professor Paolo Ascierto, oncologo dell’Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione Pascale di Napoli, primo medico a utilizzare il farmaco per l’artrite reumatoide per curare i malati di Coronavirus: Professore la sua parola d’ordine in questi giorni è cauto ottimismo: Come procede la terapia farmacologica da Lei scoperta sui pazienti Covid - 19? Il Tocilizumab è un farmaco usato da noi oncologi nell’immunoterapia che va ad agire sull’infiammazione del polmone. Da qui l’idea, nata oramai quel 5 marzo scorso, condivisa con i medici del Cotugno e con i ricercatori cinesi, di sperimentarla nei pazienti affetti da Covid 19. Il Toci funziona lì dove c’è la famosa

tempesta di citochine, questa è tipica di una condizione quando si utilizzano le famose car-t e questa tempesta si ha anche nel polmone in seguito all’infezione del coronavirus. Pertanto, la tempesta citochinica che hanno in comune sia gli effetti collaterali dell’immunoterapia che questa del Covid 19. Il 19 marzo l’Aifa ha dato il via allo studio clinico sul Tocilizumab affidandolo al Pascale. La parte della sperimenta-

zione è svolta dall’Unità Sperimentale Clinica dell’Istituto, diretta da Franco Perrone che si muove su una piattaforma informatica dove vengono raccolti i dati di tutti i pazienti degli ospedali italiani trattati con il farmaco. I centri si iscrivono via internet e sempre tramite la piattaforma partono gli ordini per il farmaco che la casa farmaceutica che lo produce spedisce direttamente alle farmacie dei centri ospedalieri. Nel giro di poche ore sono stati arruolati i primi 330 pazienti della sperimentazione anche se con il farmaco finora sono stati trattati oltre quattromila pazienti. I risultati scientifici verranno dati direttamente da Aifa a giorni. Quello che posso darvi è un’impressione su quello che noi abbiamo osservato al Cotugno, dove con il Toci sono stati trattati numerosi pazienti. Già nei primissimi giorni che abbiamo deciso di usare il farmaco 4 pazienti sono stati estubati e dopo due settimane 11 sono tornati a casa. continua a pag. 4


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Notizie confortanti in questo mese e mezzo sono arrivati da diverse parti di Italia, ho notizie ottime da Padova, Fano, Modena, da Siracusa, dal San Raffaele, da Chieti, dalla Basilicata. E’ di due giorni fa la notizia che anche in un ospedale della Francia il Tocilizumab sta dando ottimi risultati. La mia parola d’ordine resta tuttavia: cauto ottimismo. Saranno incrementati i tamponi? I tamponi vanno sicuramente incrementati, ma mi pare che l’Italia si stia orientando verso questa direzione, ad effettuare tamponi a tutti e non solo ai medici. Conoscere la positività di un soggetto non può che aiutare in questo momento il sistema sanitario, nonostante le indubbie difficoltà dovute a un evento eccezionale che ha coinvolto l’intero pianeta. I dati sanciscono che il Sud regge rispetto alle altre Regioni del Nord come se lo spiega? E’ indubbio che questa pandemia ci ha trovati impreparati sia per la violenza con cui si è diffusa, sia per una mancanza di attrezzature, guanti, mascherine, tute. In questo momento il sud sta reggendo, l’isolamento contenitivo sembra che sta funzionando, dati, rispetto al nord, sono incoraggianti sia per quanto

riguarda i contagi che i decessi. Tuttavia, non va abbassata la guardia. Vedo ancora troppa gente in giro e questo non va bene. Il virus è ancora tra di noi. Le misure restrittive sono l’unica azione che in qualche modo possono contenere l’infezione. Il Toci è un farmaco che agisce contro le complicanze e non contro il virus. Un vaccino è sicuramente l’aspetto più importante per preservarci dal virus, ma i tempi del vaccino sono lunghi. Io sono convinto che usciremo sicuramente da questa emergenza e lo dico con cognizione di causa guardando quanto è accaduto a Wuhan. Lei è un oncologo, pensa che dopo questa brutta esperienza, si capirà che in Italia bisogna investire di piu’ in ricerca? E’ chiaro che i tagli alla ricerca e alla sanità fatti negli ultimi decenni dopo questa epidemia non saranno più giustificati.I governi dovranno porsi il problema di investire di più in ricerca

e sanità. La salute è il migliore investimento per i nostri figli. Lei sta collaborando alla ricerca, quando sarà pronto il Vaccino? Ci sono diverse company che stanno lavorando sul vaccino nel mondo. In questo momento stanno lavorando soprattutto sull’animale. Qualche company sta lavorando sull’uomo. Ce ne sono almeno una ventina. Sono sicuro che ci sarà un vaccino anche se dovremo aspettare l’anno prossimo. Quando sarà possibile eliminare questa brutta cosa dell’isolamento sociale? Questa della temperatura più caldo che uccide il virus è un qualcosa che si dice, ma non ci sono assolutamente prove. Fra l’altro in questo momento il virus è stato riscontrato anche in paesi in cui la temperatura è elevata. Speriamo che, grazie soprattutto all’isolamento contenitivo si arrivi d’estate a livelli di contagio molto bassi. Professore, grazie da tutti noi.

ANTONIO BOTTA

A colloquio con i professori universitari Federico Alvino e Stefano Consiglio

LA PANDEMIA NON HA FERMATO GLI ATENEI PARTHENOPE E FEDERICO II

Il prof. Federico Alvino, docente di Economia Aziendale e Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza (già Facoltà di Giurisprudenza) dell’Università degli Studi di Napoli Parthenope e il prof. Stefano Consiglio, Direttore del dipartimento delle Scienze Sociali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II intervengono sulle risposte del sistema universitario e in particolare dei due Atenei alle eventuali criticità emerse durante questa emergenza

sanitaria, ponendo in rilievo che la pandemia non ha avuto nessun impatto negativo sulla didattica universitaria. Alla prima domanda, che verte sulle sedute di laurea svoltesi non in presenza a causa dell’emergenza epidemiologica, ambedue hanno risposto che non sono emerse criticità e che tutto si è svolto con regolarità. Chiaramente, è mancato il clima suggestivo e solenne tipico di un momento unico, nel quali gli studenti, raggiunto uno dei


DOMENICA 3 MAGGIO 2020 traguardi più importanti della loro vita, provano una gioia profonda e una grande soddisfazione condividendola con familiari e amici. Tuttavia, i due docenti hanno assicurato che, superato il periodo di emergenza sanitaria, sarà organizzata dalle due Università una festa nella quale ogni neo laureato rivivrà, davanti all’intera Commissione, con forte commozione, le fasi tipiche della declamazione a Dottore/essa da parte del Presidente, ascoltando il voto, i complimenti e ricevendo i meritatissimi applausi sia dai commissari sia dai convenuti; a seguire non mancheranno le foto di rito e altri momenti emozionanti che rimarranno vivi per sempre nella loro memoria. Sulla didattica a distanza, attuata per le lezioni universitarie, essi hanno posto in rilievo l’adozione tempestiva dei due Atenei di adeguate modalità organizzative e l’efficace utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento, nelle varie facoltà, di tutti gli insegnamenti previsti dall’offerta formativa nel secondo semestre.“La Parthenope” ha affermato il prof. Alvino “ha, primo fra tutti gli Atenei campani, immediatamente risposto alla necessità di adeguare gli insegnamenti alla modalità a distanza, riuscendo già dal 9 marzo 2020 ad adeguare le infrastrutture tecnologiche liberamente fruibili dagli studenti con lezioni sincrone caratterizzate da interattività assimilabile a quella delle lezioni frontali tradizionali, oltre al ricevimento studenti. Per garantire questo risultato, l’Ateneo ha scelto la piattaforma “Microsoft Teams”, strumento molto versatile, che garantisce l’uniformità

della piattaforma utilizzata ma anche la flessibilità degli strumenti didattici, necessaria per la varietà degli insegnamenti proposti, che vanno dalle scienze giuridiche, economiche e sociali, a quelle tecnologiche, ingegneristiche e medico-biologiche. Il prof. Consiglio ha spiegato che la piattaforma utilizzata dalla Federico II, “Federica UE”, é una delle più avanzate piattaforme per l›alta formazione sullo scenario internazionale e copre un ampio ventaglio di discipline I MOOC di Federica sono organizzati in modo semplice e modulare: anteprima e trailer; indice delle lezioni; unità didattiche; contenuti testuali; video lectures; link alle risorse in Rete. Il formato della piattaforma è altamente innovativo, frutto di anni di sperimentazione tecnologica e creatività intellettuale. Esso consente di ascoltare le lezioni e, al tempo stesso, leggere i testi, sia del docente che dei link, come fonti per approfondire lo studio online. E con un’interfaccia semplice, flessibile e unica per ogni corso, docente, disciplina, che rende il nuovo ambiente tecnologico rapidamente familiare. Agli esami universitari, hanno sottolineato i due interlocutori, non

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vi sono state defezioni degli studenti o richiesta di rinvii, perché i due Atenei, come si evince dalle risposte precedenti, non si sono fermati in piena pandemia, consentendo agli utenti, grazie all’uso dei mezzi multimediali, di non perdere le lezioni. “La Parthenope”, ha precisato Alvino, “ha anche provveduto a dotarsi di software e procedure per gli esami scritti per quegli insegnamenti che richiedono verifiche non solo orali. L’unica preoccupazione manifestata dagli studenti, i cui rappresentanti sono sempre consultati ed informati in questi particolari momenti, è stata relativa al tema della privacy durante le sedute di esame, ma anche in tal caso abbiamo adottato modalità organizzative tali da contemperare la pubblicità delle sedute di esame con il diritto alla riservatezza e, sotto il profilo psicologico, alla serenità durante lo svolgimento della seduta, prevedendo lo svolgimento della seduta dell’esame on line in piccoli gruppi di 4-5 studenti”. Consiglio ha posto in rilievo che gli studenti della Federico II, durante il loro percorso universitario, hanno avuto la possibilità di acquisire, sviluppare e consolidare le competenze informatiche

già prima dell’emergenza sanitaria, poiché era consueto per loro utilizzare le nuove tecnologie in maniera interattiva, maturando la consapevolezza che esse hanno il potenziale, nell’attuale contesto sociale e culturale, di trasformare il modo in cui le persone lavorano insieme, accedono all’informazione e interagiscono con gli altri, collegando le possibilità offerte dagli strumenti tecnologici con le loro condizioni d’uso e con i loro obiettivi. Dal colloquio con i due autorevoli Docenti universitari emerge in maniera chiara che la domanda sociale e professionale dell’economia globale e la società dell’informazione richiedono, oltre alla padronanza di strumenti socioculturali(linguaggio, informazione ecc..), anche di quelli informatici (computer) per interagire con la conoscenza. In tal senso, gli strumenti tecnologici non sono solo mediatori passivi, ma facilitatori di un dialogo tra l’individuo e il suo ambiente, al fine di rispondere con oculatezza alle sfide del nostro tempo, tra cui - la pandemia ce lo sta insegnando, a quelle emergenziali. In merito all’esame di stato per gli studenti che stanno per completare il corso di studi della scuola secondaria di secondo grado, ambedue i Professori hanno espresso parere favorevole alla decisione confermata dall’ultimo DPCM del 25 Aprile scorso di farlo svolgere “in presenza” e non da remoto, nella piena e rigorosa osservanza delle prescrizioni sanitarie in tema di distanziamento sociale, areazione e sanificazione dei locali e utilizzo dei dispositivi individuali di protezione.

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6 RITA GIAQUINTO

Altre patologie al tempo del Covid-19. La prostatite Ne parliamo con un amico del nostro settimanale, il Dott. Michele Crispino, specializzato in Urologia, già recentemente da noi intervistato, a cui, questa volta ci rivolgiamo per approfondire un tema di particolare importanza della sfera maschile: la prostatite. La prostata è una ghiandola che fa parte dell’apparato genitale maschile. Ha una forma che ricorda quella di una castagna – ci spiega il Dr. Crispino - in condizioni normali il peso è di circa 20 grammi, ed è localizzata al di sotto della vescica , avanti al retto e circonda il primo tratto dell’uretra, quel canale che convoglia l’urina dalla vescica all’esterno. Regola, quindi, sia il flusso urinario che l’eiaculazione, in quanto il liquido prostatico contiene tutti quegli elementi necessari per garantire vitalità agli spermatozoi. Che cos’ è la prostatite e quali sono sintomi? “Nell’uomo si può avere questa patologia infiammatoria che colpisce la prostata. Si presenta con sintomi diversi, un senso di dolore o di peso nella zona inguinale o perineale, cioè nella zona compresa tra i testicoli e l’ano , o lieve dolore durante la minzione, la sensazione di non aver svuotato completamente la vescica. Questi sintomi possono essere associati anche ad altri problemi più importanti come l’infertilità, l’incontinenza urinaria o l’impotenza”. Quanti tipi di prostatite esistono ? “Ci sono diversi tipi di prostatite che si differenziano in base alle cause scatenanti ed alla gravità. La prostatite batterica acuta è facile da individuare, perché si manifesta con sintomi molto chiari, quali dolore nella zona dei genitali, nella parte bassa della schiena, la necessità di urinare spesso, dolore e bruciore durante la minzione e la eiaculazione. Sintomi, spesso, associati a febbre, brividi e dolori muscolari. La prostatite batterica cronica invece si verifica quando questi batteri trovano la capacità di annidarsi all’interno della prostata e sono fenomeni infiammatori su base infettiva del tratto urinario che sembrano guarire ma poi, improvvisamente, possono ripresentarsi. In entrambe le situazioni, la cosa migliore è consultare lo specialista in modo da poter individuare quali sono i batteri responsabili e debellarli definitivamente

con terapie adeguate e mirate. La prostatite cronica abatterica, quindi senza la presenza documentata di batteri nei liquidi che vengono prelevati direttamente dalla prostata con il massaggio prostatico o dall’esame delle urine, o dalla spermiocoltura, è quella che si riscontra più frequentemente, però sono anche più difficili da curare, perché spesso i sintomi tendono ad attenuarsi, ma improvvisamente possono ricomparire, per cause scatenanti legate alla dieta, al sesso, allo stress. La prostatite asintomatica viene diagnosticata senza grandi difficoltà, perché nello sperma e nei liquidi prostatici ci sono elementi che fanno pensare all’infiammazione o all’infezione anche se il paziente non lamenta dolori. Così come la sindrome cronica del pavimento pelvico, è una patologia molto importante : i pazienti hanno come caratteristica dolori e spasmi nella zona perineale, ed uno stadio di infiammazione dei nervi pudendi. Le cause possono ricondursi ad una prostatite non ben curata, ad un periodo di stress o a malattie che interessano l’ultimo tratto dell’intestino”. Come avviene il proliferarsi della carica batterica ? “Il meccanismo della contaminazione può avvenire attraverso rapporti sessuali non protetti con partner a rischio, quindi è sempre necessario usare metodi contraccettivi, in particolare, il preservativo. Ma altre modalità possono essere localizzate a livello rettale, o venire da infezioni dell’uretra o infezioni vescicali che poi si diffondono a tutto l’organismo per via ematica. Numerosi sono i batteri che possono aggredire la prostata , come la neisseria, la clamidia, l’escherichia coli, e la serratia ed il proteus, tutti batteri che possono trovarsi nei vari secreti che vengono ricavati dalla prostata”. Come viene eseguita la diagnosi ? “La diagnosi è facilitata dalla presenza dei

sintomi di cui abbiamo già parlato. Alla prima manifestazione, il paziente deve rivolgersi allo specialista che lo visiterà, controllando i genitali,con la palpazione dell’addome, l’indagine rettale digitale, indispensabile per stabilire il volume, la consistenza e lo stato di infiammazione della prostata. Invece, per la ricerca dei batteri, esistono esami specifici , tra cui la coltura dello sperma e delle urine”. E’ sufficiente la terapia farmacologica per la cura? “La terapia per le forme batteriche è riservata agli antibiotici che esercitano perfettamente la loro funzione nelle forme acute. Nelle forme croniche, dove i batteri risultano più resistenti agli antibiotici, è preferibile dilungare i tempi della terapia, per almeno due, tre settimane nelle forme acute, e anche per mesi, a cicli alternati, nelle forme croniche. Si usano anche antinfiammatori, che siano cortisonici o meno, per via orale o rettale, e, infine, farmaci che hanno la capacità di decongestionare la prostata”. Quanto è importante la prevenzione? “E’ sempre importante : nei soggetti giovani è raccomandata una dieta congrua, priva di grassi, di insaccati, di carne rossa, di alcolici e superalcolici, ed un’attività sessuale costante, senza eccessi, cercando di prevenire malattie veneree che, oggi, sono purtroppo in grande crescita. E’, quindi, raccomandato l’uso del preservativo. E’ importante curare anche la stitichezza. Altre piccole regole per prevenire le infiammazioni prostatiche sono evitare quelle attività sportive che sollecitano la prostata, come il ciclismo e l’equitazione che sono, in modo particolare, attività che si sconsiglia di fare in modo esagerato”. Il Dr. Crispino, ci spiega, infine, che le infiammazioni croniche ricorrenti della prostata, insieme alla presenza di batteri e sostanze tossiche, sono state considerate come cause predisponenti per la formazione di cellulare tumorali. E’ necessario, dunque, non sottovalutare i sintomi, rivolgersi ad uno specialista e seguire le regole di prevenzione, per evitare che uno stato infiammatorio possa degenerare in una patologia più pericolosa.


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Vittoria Caso

VACANZE SI, VACANZE NO: VACANZE IN CITTÀ? Vacanze? Come sarà la prossima estate? Reduci dalla forzata prigionia aspettiamo con ansia gioiosa di poter gustare il bacio del sole, il soffio del vento sulla pelle, la carezza dell’acqua marina. Se ne comincia a parlare e questo è già un traguardo. Il coronavirus, però, non va in vacanza, come ci avverte il mondo scientifico. Distanziamento e mascherine, guanti e disinfettanti dovranno esserci compagni, in quanto sono a tutt’oggi le uniche difese certe, anche se i ricercatori di tutto il mondo studiano notte e giorno per individuare l’eventuale vaccino. Vacanze insolite, allora, diverse; e, infatti, le risoluzioni che da più parti ci stanno prospettando sono fantasiose e spesso ci sembrano improbabili e assurde. “Consiglierei di aspettare a prenotare. Non si possono fare previsioni su luglio e agosto”: è il saggio consiglio della presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen; certamente saremo prudenti, già molti italiani hanno ricevuto grosse fregature per Pasqua, per il 25 aprile e per il primo maggio; chi aveva prenotato un week end in Europa riceverà un bonus: meglio di niente, se e quando arriverà. Mare o montagna, collina o lago? “Andremo al mare questa estate” ha assicurato il sottosegretario al ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Lorenza Bonaccorsi, in un’intervista a Rainews24. Ma quali escamotage saranno il lasciapassare per il mare? La ministra suggerisce un “turismo di prossimità” cioè mete vicine per evitare lunghi spostamenti, verosimilmente all’interno della propria regione. Sul tavolo del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo ci sono diverse ipotesi al vaglio, non ultimo il confronto di metà aprile tra il Ministro Dario Franceschini, la Bonaccorsi e gli assessori regionali per il turismo, in cui si è discusso del bonus vacanze in Italia, da usare in sinergia con altre proposte che mirano a riavviare hotel, campeggi, stabilimenti balneari e termali. E’ certamente opportuno lavorare d’anticipo per non compromettere completamente la stagione estiva, senza abbassare il livello di guardia sul rispetto delle norme sanitarie, considerato che il turismo è in profondo rosso.

Mentre gli esperti studiano, chi ha la casa vacanza si augura di potervisi recare, anche se attualmente è possibile solo in alcune regioni. Beh, se dovesse essere confermato il criterio del turismo prossimale, noi siamo indubbiamente fortunati. La nostra regione è straordinaria, ce n’è per tutti i gusti: mare con spiagge sabbiose ma anche rocce a strapiombo su acque cristalline; parchi, laghi, oasi; percorsi mozzafiato collinari e chiaroscuri montani. Napoli può riempirci il cuore e la mente con storia, cultura, arte, così come tutte le bellezze uniche e irripetibili di tante città e borghi della nostra regione. Ma è su alcune meraviglie naturali della magica Napoli, città unica e ricca di contrasti che mi voglio soffermare. In piena città, senza doverci allontanare eccessivamente dai nostri luoghi di residenza è possibile raggiungere sia via mare, sia via terra, alcune amene e splendide località che il mondo intero ci invidia e a cui forse proprio noi non diamo la giusta importanza. Mi riferisco all’area marina protetta della Gaiola, alle numerose cavità tufacee lungo la costa di Posillipo, a Marechiaro. Il Parco Sommerso della Gaiola, nel quartiere Posillipo, si estende da Marechiaro alla Baia di Trentaremi, è splendido per la bellezza cristallina delle acque ed il panorama suggestivo, con i due isolotti connotati da un’interessante mistione di aspetti vulcanologici, biologici ed archeologici. Il Parco Sommerso di Baia, la piccola “Atlantide romana”, è anch’esso un’area marina protetta a nord del Golfo di Napoli, all’interno del Parco Archeologico dei Campi Flegrei e, insieme al Parco

Sommerso di Gaiola, è un raro esempio di tutela archeologica e naturalistica subacquea nel Mediterraneo. Se poi si costeggia in barca il litorale di Posillipo vi sono una serie di grotte tufacee marine molto suggestive, raggiungibili solo dal mare, in alcune delle quali ci si può anche addentrare. Non è difficile raggiungere la famosa Baia di Trentaremi, uno dei due confini del Parco Sommerso di Gaiola, anch’essa con incantevoli grotte ed una piccola romantica spiaggetta. E il borgo di Marechiaro? E’ vero che qui “ ll’onne de lu mare pe’ la priézza cágnano culore”? E’ famoso il caratteristico scoglione non meno della mitica fenestella che ispirò il grande Salvatore Di Giacomo a scrivere un classico della canzone partenopea. E’ dalla tranquillità delle sue acque più che dalla loro limpidezza che deriva il nome di questo gettonato luogo di Napoli, molto frequentato d’estate, per la deliziosa spiaggetta, il mare trasparente e il panorama della città. Queste piccole grandi meraviglie, ammirate da tutto il mondo, hanno un denominatore comune, il quartiere di Posillipo, il cui etimo deriva dal greco Παυσιλυπον (Pausilypon) che letteralmente significa tregua dal pericolo o che fa cessare il dolore, meglio, secondo l’accezione euripidea, «che seda gli affanni»; ebbene, questi siti saranno tutti per noi, soprattutto se i turisti saranno assenti sia dall’estero che dal resto dell’Italia: che sia la volta buona per goderne a pieno?


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8 IMMA CASTRONUOVO

Intervista a Eleonora de Majo, Assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli

Come cambierà il turismo a Napoli con l’emergenza coronavirus?

Eleonora de Majo, napoletana, classe 1988, una Laurea ed un Dottorato in Filosofia è, dallo scorso Novembre, assessore alla Cultura e al Turismo della giunta de Magistris; unisce, alla sua cultura di tipo umanistico, la decisività e la concretezza propri di chi, per formazione, lotta per i più deboli, per i quali “possiamo rappresentare un appiglio o più semplicemente un megafono”: una persona che “fa rumore”, all’interno di Palazzo San Giacomo, che divide, ma che si batte per dare al welfare un volto concreto e incisivo. Assessore, nel ringraziarLa per la Sua disponibilità nel concederci l’intervista che segue, vogliamo fare, insieme a Lei, per i nostri lettori, il punto della situazione sul futuro prossimo del turismo a Napoli. Come cambierà, nella nostra città, il turismo, dopo la pandemia da coronavirus? L’effetto devastante del coronavirus, ha tuttavia avuto un pregio: quello di far ripensare all’Uomo il proprio rapporto con la Natura, con la Madre Terra, così a lungo violata, deturpata, dimenticata. Napoli offre certamente lo spunto per esplorare quelli da Lei definiti “anfratti”, ovvero zone di disagio e di degrado di Napoli, da cui tuttavia corre l’obbligo di cercare ed estrapolare la cultura; questa, in fondo, la Sua mission che ben potrebbe essere attuata in questo periodo di slow tourism, in cui porre l’attenzione sul particolare, un modo nuovo di pensare e di creare eventi occasioni culturali che rifuggano da un turismo “invasivo” per incentrarsi, invece, su di un turismo di una Napoli dentro Napoli, un turismo che valorizzi le diverse anime di questa nostra amata e variopinta città. Cosa

ne pensa? E’ proprio così. La pandemia ha causato un blocco dell’industria turistica che sul nostro territorio può avere e in parte sta già avendo conseguenze drammatiche. Tantissimi sono i giovani che avevano trovato nel turismo una possibilità per non abbandonare la città e che ora rischiano di non farcela a sostenere i costi senza ricavi delle attività appena avviate. E la crisi chiaramente non colpisce solo le attività più giovani. E’ difficile fare previsioni complessive ma ciò che è immaginabile è che il turismo ripartirà con lentezza e da luoghi più vicini. A fronte di questa ripartenza lenta dobbiamo fare alcune riflessioni. E’ prioritario in questa fase predisporre un piano integrato di mobilità cittadina che comprenda anche la previsione di un eventuale incremento di automobili private che arrivano in città perché utilizzate da turisti delle altre regioni italiane come mezzo privilegiato per lo spostamento. Bisogna per questo prevedere aree di parcheggio che permettano di non ingolfare il traffico cittadino e di non produrre elevati livelli di inquinamento. Bisogna mettere al centro quella che può diventare una risorsa essenziale per la nostra economia: il mare, che può essere un grande attrattore per una

stagione turistica che guarda anche alle bellezze naturalistiche del nostro territorio e al contempo uno stimolo a immaginare forme di mobilità inedite. Bisogna guardare al futuro dell’industria turistica con lo sguardo rivolto alla sostenibilità ambientale e non allo sfruttamento intensivo del territorio. In questo senso si deve utilizzare questa pausa come possibilità di ripensamento del fenomeno nel suo complesso, incentivando i percorsi alternativi, le passeggiate urbane. E’ necessario anche incentivare una destagionalizzazione dell’industria turistica. Turismo culturale e Turismo religioso: quali, Assessore de Majo, le proposte per la prossima estate da vivere a Napoli? Cominceremo con un inedito Maggio dei Monumenti, dedicato al filosofo nolano Giordano. Durante tutto il mese promuoveremo performance che seppure eseguite in luoghi simbolo della nostra città senza pubblico saranno diffuse attraverso i social media come materiali digitali. Poi ci aspetta una estate di piccoli numeri e di proposte diffuse in tutti i quartieri della città. E’ importante però ricordare che tale proposta culturale è molto condizionata da un intervento del Governo di ristoro delle mancate entrate della tassa di soggiorno, con cui si sostenevano prima tutte le attività dell’ente. Tassa che chiaramente non esiste più. Vale per l’estate, per gli eventi culturali e per le celebrazioni religiose, prima tra tutte quelle del 19 settembre per il Santo Patrono. Oggi, più che mai, Napoli ha bisogno di ripartire, per uscire dal baratro di una crisi economica sempre più logorante. In un recente tavolo telematico

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DOMENICA 3 MAGGIO 2020 dello scorso 22 aprile, a cui Lei ha preso parte, si è sottolineata l’esigenza di prevedere una serie di iniziative atte a rilanciare la Città di Napoli sotto il profilo turistico; tra queste, è stata avanzata da Simona Sapignoli, coordinatrice cittadina della Lega, la proposta di ristrutturare e rimboscare i Parchi pubblici, “visto che”, ha spiegato, “saranno sicuramente in questa nuova fase fondamentali per lo svago delle nostre famiglie e dei bambini”; probabilmente, mi permetto di aggiungere, anche perché vi è quell’innegabile bisogno di ritorno alla Natura, di cui parlavamo poc’anzi. Lei è d’accordo? L’assessorato al Turismo

9 si muoverà in tal senso? Si trattava di una riunione con le forze politiche della città per discutere insieme sulle strategie da mettere in campo nell’ambito della Cultura e del Turismo in vista della ripartenza. La necessità di un ripensamento del turismo alla luce della sostenibilità e di una ritrovata attenzione alla natura è stata ripresa da moltissimi interventi e io la condivido. Sono un’ecologista. Credo che prima di questa crisi avevamo raggiunto un livello di disinteresse nei confronti dei pericoli che sta correndo il nostro ecosistema davvero preoccupanti. Se questo momento di blocco dell’atti-

vità antropica è servito per metterci davanti agli effetti drammatici della nostra attività sulla natura, allora la ripartenza dovrà certamente essere organizzata e preparata con una rinnovata attenzione al rapporto con la natura. Queste, le importanti proposte e direttive dell’Assessore de Majo, che con grinta e brillanti capacità di interlocuzione, anche con le forze politiche di diverso colore, è intervenuta sui problemi del nostro vivere quotidiano, in un momento delicatissimo per gli equilibri sociali, riuscendo ad offrire un ventaglio di soluzioni che tengono conto del nuovo rapporto tra Uomo e Natura che stiamo vivendo.

CIRO TROISE

Tra tamponi e volontà politica, il calcio sbatte sul muro dell’incertezza De Laurentiis dona otto ventilatori Il calcio anche è dentro la polmonari al Cotugno e al storia dei tamponi. Perché Pascale, Insigne è stato tra i primi la Bundesliga sembra possa calciatori a mettere a disposizione essere il primo campionato centomila euro per l’ospedale dei a ripartire? La Germania ha Colli, il gruppo intero che colma aggiornato al 2016 il suo il danno economico della cassa piano per le pandemie (Italia integrazione ai dipendenti. Nel nel 2010), ha sfruttato il microcosmo Napoli ci sono tre fattore-tempo per prepararsi, indizi di una verità emersa sin è partita ad inizio emergenza dalle prime battute della tragedia con circa 28000 posti letto Covid-19: il calcio è dentro i in terapia intensiva negli problemi del Paese. Il pallone è Nella strategia italiana manca un ospedali (in Italia 5300) e stato storicamente considerato soprattutto è autosufficiente un mondo a parte, anche in aspetto fondamentale: la diagnosi nella produzione dei reagenti maniera letteraria una “bolla” dell’epidemia, lo paga anche il calcio per i tamponi molecolari, di privilegiati che s’occupano non deve dipendere dell’arte della distrazione delle masse. dall’estero. Il calcio è uno sport di contatto, per far ripartire gli Il calcio è fermo in tutto il mondo, forse resiste solo il allenamenti (anche individuali o a piccoli gruppi) ha bisogno campionato bielorusso e la strategia per la ripartenza è di uno screening serio: tamponi e visite mediche. La possibile nebulosa, incerta, dentro la complessità delle idee per uscire dal ripartenza del mondo del pallone almeno per la serie A sta lockdown. L’Italia, uno dei paesi più colpiti dall’emergenza, nella facoltà di poter realizzare i tamponi ogni quattro giorni ha scelto la sua via per entrare nella fase 2: molto graduale, più in modo da verificare se il virus sia entrato nei ritiri. “scientista” che politica. La domanda è un’altra: c’è la volontà politica di far ripartire Ogni idea è viziata da un vuoto: l’analisi epidemiologica un’industria che elargisce alle casse dell’erario un miliardo e dov’è? Basta il termo-scanner per far ripartire i luoghi di mezzo di euro all’anno? La sicurezza massima non ci sarà mai, lavoro? I test sierologici, presentati qualche settimana fa, il rischio zero in questa fase non esiste, il Governo vuole che come la svolta che avrebbe unito la rapidità delle risposte alla i campionati terminino puntando a ridurre il pericolo al più mappa del contagio, sembrano sotto il profilo scientifico non possibile senza la possibilità di cancellarlo? La Figc è stata essere sufficienti. Qualsiasi screening ha bisogno dei tamponi giustamente criticata per non aver coinvolto abbastanza nella per avere un’idea generale della diffusione della malattia, della realizzazione del protocollo i medici dei club, i protagonisti percentuale degli asintomatici e della circolazione del virus. dell’eventuale della ripresa, il Governo lo sta riscrivendo con In un Paese in cui da Nord a Sud, eccetto il Veneto grazie l’ausilio del comitato tecnico-scientifico, del Coni e della Fmsi, alle capacità del Dott.Crisanti di ribaltare le indicazioni della rendendo ancora meno partecipi i medici sociali. Vorremmo scienza, ci sono state storie drammatiche di persone decedute che il ministro Spadafora rispondesse a domande di questo mentre attendevano il tampone, di nuclei familiari abbandonati tipo piuttosto che perdersi in sorrisi inopportuni. Il quesito nel disastro psicologico della gestione dell’isolamento, si dei quesiti è: vogliamo affrontare il problema o alzare il muro riparte senza una strategia chiara che coniughi l’ampliamento anti-calcio senza provarci rifugiandosi nel populismo? Nel dei tamponi con il ritorno al lavoro di 2,8 milioni di italiani. frattempo il calcio sbatte sul muro dell’incertezza dilagante.


DOMENICA 3 MAGGIO 2020

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Amarezza nella vendita di dolci. La situazione delle pasticcerie: intervista a Luigi Primitivo

A parziale modifica dell’Ordinanza n.37 del 22 aprile 2020, dal 27 aprile 2020 e fino al 3 maggio 2020, sono consentite le attività e i servizi di ristorazione – fra cui pub, bar, gastronomie, ristoranti, pizzerie, gelaterie e pasticcerie- con la sola modalità di prenotazione telefonica ovvero on line e consegna a domicilio, nel rispetto delle norme igienico-sanitarie nelle diverse fasi di produzione, confezionamento, trasporto e consegna dei cibi […] con i seguenti orari quanto ai bar, pasticcerie, gelaterie, rosticcerie, gastronomie, tavole calde e similari: dalle ore 7,00 e con possibilità di effettuare l’ultima corsa di consegna alle ore 14,00 (non è computato il tempo necessario alle operazioni di pulizia e organizzazione dell’attività, anteriori e successive alla stessa, da svolgersi ad esercizio chiuso). Questa la nuova ordinanza campana che, in vista della fase 2, appare direttamente sul profilo Facebook del presidente Vincenzo De Luca. Le pasticcerie, dunque, riaprono solo per la vendita d’asporto. Vediamo cosa ne pensa Luigi Primitivo, giovane titolare della pasticceria del Business di Casoria, sito sulla Statale Sannitica, che ci dice: “Purtroppo, noi del Business non riapriremo la pasticceria: il costo

di produzione è molto elevato e modi e tempi di vendita sono troppo ridotti, le precauzioni assurde e prive di significato logico e proprio il giorno in cui si vendono più dolci, la domenica, dobbiamo restare chiusi. È tutto assurdo. Com’è possibile adottare, come si suol dire, due pesi e due misure? Mi spiego: su autobus, metropolitane e treni la distanza deve essere di un metro mentre nei bar, ristoranti e pub non inferiore a 4/5 metri… Perché questa differenza?! Per i locali pubblici dovrebbero dare, a mio parere, un numero massimo di clienti in base alle quadrature dei locali in modo da garantirgli una maggiore possibilità di ripresa. Dato che per il vaccino ci vuole tempo, sarebbe meglio dare sin da ora più spazio a quei locali che potrebbero organizzare feste, vietando, ovviamente, assembramenti nelle zone di ballo”. Parole, pronunciate non senza una certa rabbia, che esprimono un forte smarri-

mento di fronte a questa situazione tutta nuova, tutta da sperimentare, tutta da affrontare. Riaprire pub, ristoranti, pasticcerie non significa certamente che potremo ricominciare a cenare fuori, pranzare in un agriturismo o incontrarci per scambiare due chiacchiere mentre ordiniamo un pacco di piccola pasticceria per il pranzo domenicale… Ma il fatto di poter tornare ad acquistare, anche se a distanza, una riccia e una frolla d’asporto è già un primo passo verso l’ordinario. Tutti i locali dovranno tassativamente essere sottoposti a operazioni di pulizia e sanificazione, presentando all’entrata dispenser di gel igienizzante mani, e gli addetti ai lavori (dal cuoco al cassiere, dal pasticciere al lavapiatti) dovranno assolutamente essere muniti di guanti, mascherine, visiere. È sicuramente un momento, questo, in cui più che mai dobbiamo assicurarci di rispettare le misure di sicurezza senza perdere di vista l’obiettivo; un momento in cui non dobbiamo farci prendere dall’euforia per la diminuzione di contagi ma rimanere saldi nel mantenere le distanze, limitare le uscite, indossare le mascherine, igienizzare le mani… La fase 2 non è un punto d’arrivo: la fase 2 è un punto di partenza per una definitiva e trionfante sconfitta del COVID19.

RAFFAELE SILVESTRO

TURISMO: UNA VERA E PROPRIA ECATOMBE La scorsa settimana abbiamo parlato di quello che sarà, ovvero della vacanza che dovremmo aspettarci, delle persone cosa hanno intenzione di fare nei mesi estivi una volta che terminerà tutto questo. Adesso, invece, risalta ai nostri occhi la situazione di coloro che ora e nei mesi scorsi avrebbero avuto il loro boom di prenotazioni e un continuo via vai di turisti, ovvero degli hotel di montagna. Ne abbiamo contattato qualcuno, per capire come stesse procedendo la situazione e come era prevedibile non è stata delle migliori, come tanti piccoli negozi al dettaglio stanno vivendo una crisi, anche loro non stanno trascorrendo al meglio tutto ciò. Per l’economia il coronavirus ha avuto l’impatto di una guerra, ma per il turismo è stata una vera e propria ecatombe. E’ questo uno dei settori più colpiti dal lockdown dovuto alla pandemia. Parlando con alcuni albergatori di montagna, si è stimata una contrazione del 73% del fatturato, le prenotazioni nei primi 4 mesi dell’anno sono calate del 95%. Mettendo, infatti, a paragone con lo scorso anno di questo periodo e

quello precedente, avevano già registrato nei week-end quasi il tutto esaurito, adesso, dall’inizio della pandemia, è tutto bloccato, alcuni alberghi che nel 2019 avevano 200 prenotazioni, si sono ritrovati con 2 sole camere occupate. Purtroppo la situazione è drastica, una lenta ripresa la potremo vedere solo nel mese di giugno, soltanto se tutti gli italiani fanno la loro parte di rispettare ogni ordinanza fino ad allora, altrimenti ci ritroveremo come la Germania, che dopo la riapertura di alcune cose, e l’allentamento del lockdown, hanno avuto un altro boom di contagiati. Dopo tutto quello che abbiamo fatto fino ad ora, una situazione come quella tedesca non possiamo permettercela, è un rischio troppo elevato, significherebbe il prolungamento della chiusura di ogni cosa e quindi rimanere in casa per un altro mese. Non ci stancheremo mai di dirlo, restate ancora a casa, sono le ultime settimane, ancora piccoli sforzi, ricordate che un giorno ne sarà valsa la pena di tutto ciò, un giorno potremo dire ‘ti ricordi quando c’era il covid19 e eravamo chiusi in casa?’ e quando diremo questo, il coronavirus sarà solo un brutto ricordo, ma per adesso restate a casa.


DOMENICA 3 MAGGIO 2020

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ESPEDITO D’ANTO’ William Henry Gates III, meglio conosciuto come è un imprenditore, programmatore, informatico e filantropo statunitense. È meglio conosciuto come il principale fondatore di Microsoft Corporation, una delle più importanti al mondo nel settore, nonché una delle più grandi produttrici di software al mondo per fatturato, ed anche una delle più grandi aziende per capitalizzazione azionaria, 967 miliardi di dollari nel 2019. Attualmente sviluppa, produce, supporta e vende, o concede in licenza, computer software, elettronica di consumo, personal computer e servizi. I suoi prodotti software più noti sono la linea di sistemi operativi Microsoft Windows, la suite di produttività personale Microsoft Office e i browser Internet Explorer e Edge. In ambito hardware invece i suoi prodotti più conosciuti sono la famiglia di console Xbox ed i prodotti Microsoft Surface. Dal 1987, Gates è incluso nella lista delle persone più ricche del mondo secondo Forbes. Dal 1995 al 2017, eccetto che per quattro anni, deteneva il titolo di persona più ricca del mondo, e lo ha detenuto ininterrottamente da marzo 2014 a luglio 2017, con un patrimonio stimato di US$ 89,9 miliardi a ottobre 2017. Un genio visionario, che ha sempre dimostrato di saper prevedere il futuro. Non solo nel settore dell’imprenditoria ma anche per il futuro dell’umanità, non a caso è stato forse l’unico personaggio in vista a preannunciare l’imminente ed inevitabile presentarsi di una pandemia. Infatti già nel 2015 Bill Gates

BILL GATES NEL 2015 AVEVA PREDETTO UNA PANDEMIA ED OGGI DICHIARA: “SE IL VACCINO FUNZIONA LO PAGO IO”

preannunciava che un virus sconosciuto avrebbe potuto causare la morte oltre 10 milioni di persone, mostrando sullo schermo l’immagine di un coronavirus. «Abbiamo investito cifre enormi in deterrenti nucleari, ma abbiamo investito pochissimo in un sistema che possa fermare un’epidemia. Non siamo pronti per la prossima epidemia», diceva Gates. «La mancanza di preparazione potrebbe permettere alla prossima epidemia di essere terribilmente più devastante dell’ebola». Concludeva la sua esposizione nel corso della Ted Talk fornendo una sua ricetta in tre punti per preparare l’umanità all’emergenza: «Primo, servono sistemi sanitari forti nei Paesi poveri; serve un esercito di riservisti sanitari, tanta gente addestrata e con le competenze appropriate; e poi dobbiamo affiancare ai medici i militari sfruttandone l’abilità di muoversi velocemente,

la logistica, la capacità di mettere le aree in sicurezza. Infine servono più ricerca e sviluppo nell’area dei vaccini e della diagnostica. Non ho un budget esatto di quanto tutto questo potrebbe costare, ma sono sicuro sia molto basso rispetto al danno potenziale. Se c’è una cosa positiva dell’ebola – concludeva Gates – è che può servire come avvertimento, come campanello d’allarme per prepararci. Se cominciamo adesso potremmo esser pronti per la prossima epidemia» Parole convinte che sono state seguite dai fatti, infatti da allora Bill Gates ha finanziato, con la sua fondazione, diverse ricerche scientifiche per la realizzazione di un vaccino universale contro i virus dell’influenza. Pochi giorni fa ha dichiarato che la realizzazione di un vaccino è una soluzione di vitale importanza per ritornare alla normalità, infatti dichia-

ra che senza di esso o di una cura, la fine della quarantena che tutti stanno aspettando è solo una fantasia che non tiene conto della realtà. Anche in questo caso le sue parole sembrano tramutarsi presto in azioni concrete, infatti con un’intervista al Times ha dichiarato che sta seguendo con molta attenzione i test che sono in corso all’università di Oxford e che è pronto a finanziare con 125 milioni di dollari 7 diverse strutture che stanno sperimentando un vaccino e che, una volta creato, sarà stesso lui con la fondazione che gestisce insieme alla moglie Melissa, a coprire le spese necessarie per la somministrazione in tutto il mondo una volta creato. Certo una cosa importante che ci sta insegnando questa pandemia è che ogni ruolo importante e strategico di un Paese dovrebbe essere ricoperto da persone che ne hanno esperienza e titoli necessari. Troppe persone impreparate sono oggi a gestire situazioni non alla loro portata e troppi personaggi hanno diritto di parola gratuito e superfluo e questo genera molta confusione tra le persone già confuse. Sicuramente Bill Gates non è uno scienziato o un capo di governo, ma sicuramente ha l’esperienza ed i mezzi per parlare di questa situazione in quanto ha dimostrato più volte di saper guardare nel futuro semplicemente interpretando i dati analitici. Azioni che dovrebbero compiere i governanti di tutto il mondo che invece sono distratti dal quotidiano e non hanno le competenze per poter guidare l’umanità nel lunghissimo termine.

www.casoriadue.it


DOMENICA 3 MAGGIO 2020

12 DANIELE ESPOSITO* Si stima che circa una persona su dieci ha sofferto di gonfiore addominale. La produzione di gas a livello intestinale è fortemente influenzata da determinati alimenti tra cui: Carboidrati complessi, Lieviti contenuti nei prodotti da forno (pane e pizza) o nella birra, Legumi Cavoli, broccoli, broccoletti, carciofi, Cipolle, scalogno, porro, aglio. Tali alimenti favoriscono i fenomeni fermentativi e quindi la produzione di diverse quantità di gas a livello intestinale, con conseguente comparsa di pancia gonfia e aria nella pancia. Per fornire all’organismo tutti i macro e micronutrienti necessari per la nostra salute è importante non rinunciare agli alimenti in grado di provocare aria nella pancia, su tutti i legumi e gli ortaggi (indispensabili per la nostra dieta), bastano alcuni preziosi accorgimenti: Scegliere prodotti freschi e di qualità evitando quelli precotti, consumare piccole porzioni, Alleggerire le pietanze riducendo i condimenti, Optare per metodi di cottura salutari (vapore, microonde, griglia o piastra, padella antiaderente, pentola a pressione), Consumare i pasti lentamente senza troppa foga, Bere acqua a sufficienza. Prediligere inoltre il consumo di cibi che aiutano la diuresi, come gli asparagi e i cetrioli (contengono oltre il 95% di ac-

qua) e di alimenti altamente digeribili, come pesce e carne bianca, soprattutto se cucinati in modo povero di grassi. Tra i rimedi naturali più efficaci, le tisane o decotti a base di finocchio rappresentano le preparazioni più comunemente utilizzate. Grazie alle spiccate proprietà carminative, il finocchio inibisce la fermentazione batterica responsabile dell’accumulo di gas, prevenendo il gonfiore addominale e alleviando la fastidiosa sintomatologia. Risultano molto utili in tali contesti anche le proprietà benefiche della melissa, della menta e della camomilla, che possiedono proprietà antispasmodiche, lenitive e calmanti, e si rivelano un ottimo aiuto nell’alleviare il gonfiore addominale anche in caso di stress. Anche il coriandolo, grazie alle sue proprietà antispasmodiche e digestive viene usato, fin dai tempi antichi, per il benessere dell’apparato digerente. Trovi degli esercizi mirati per ridurre il gonfiore addominale sul sito www.ilmetodo5.it/bonus

RIMEDI CONTRO IL GONFIORE ADDOMINALE

* Personal Trainer e consulente della nutrizione sportiva, da oltre 15 anni

nel settore, è autore del libro il Metodo 5, premio eccellenza italiana

Crescere insieme, perfezionandosi Sicurezza edilizia Ambiente

a Washington D.C.

Vincenzo D’Anna

Dottore in scienze dell’Ingegneria Collegio dei geometri e dei geometri laureati della Provincia di Napoli

VIA G. ROCCO, 2 - 80026 CASORIA (NA) TEL./FAX +39 081 19105654 - CELL. +39 335 8157475 E-MAIL: stdgroupsrls@virgilio.it - stdgroupsrl@pec.it


DOMENICA 3 MAGGIO 2020

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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

IL GRILLO PARLANTE

Caro Direttore, il numero 17, di cui parlo oggi, è uscito – in anteprima – proprio il 25 aprile, che sai bene non è un giorno come gli altri. Ma non trovo un articolo su questa Festa. Non è una dimenticanza, ed ancor meno una questione ideologica; ragioni “locali” impongono, talvolta, altre priorità. Allora, in questo spazio di “Libertà” che mi concedi, proprio perché è “Libertà”, non posso non dire una parola, anche se otto giorni dopo. Vorrei che la “Liberazione” fosse un giorno di riavvicinamento ideologico. Tra chi oggi crede in una Destra moderna, sociale, liberista e democratica, e riconosce che invece “quella” era tutt’altro, e chi anche crede – dalla riva opposta – nella democrazia, nel pluralismo e nella solidarietà della Sinistra. Destra e Sinistra: che termini apparentemente obsoleti! Invece, ritengo sia possibile confrontarsi, in questi tempi, ancora di più. E, magari, il prossimo anno ci sarà un Tuo “fondo” dedicato alle Quattro giornate di Napoli, che – con la Libertà – sposano come Giulietta con Romeo. *****

Una storiaccia all’italiana: “I segreti dell’ex-Resia”. Un’area di dieci ettari, già Enichem, dismessa molti anni or sono (1997), poi venduta e abbandonata. Diventata uno sversatoio abusivo, sede di un incendio. Indagini, ed alcuni interventi di pulizia. Questo lo stato ad oggi. Ed il futuro? La brava autrice (Rita Giaquinto) si spinge in questa direzione alla fine dell’articolo, sentendo il Consigliere Comunale di maggioranza che segue la vicenda anche presso la Regione. Aggiungo che, per fine anno, è prevista la redazione conclusiva del PUC, in cui l’area ricade in zona ancora “ASI”. La realizzazione qui di un insediamento produttivo sostenibile, che desse lavoro a un po’ dei nostri giovani, in questo momento sarebbe più che mai una bella soluzione. Allora, è giunto forse il momento di sentire anche la Proprietà, costituita dagli eredi della ditta Capasso Giovanni di Frattamaggiore - se ho ben capito - industriali cordai da quattro generazioni. Un tavolo tra Comune, Regione e

la Proprietà, sulle legittime prospettive, sarebbe auspicabile, ed un fiore all’occhiello per questa Amministrazione. Rita non demordere, tienici aggiornati. *****

“I lidi ai tempi del Coronavirus”, “Strutture turistiche ai tempi del Coronavirus”, ed “Estate ai tempi del Coronavirus”, ossia “Portiere, Vice-Portiere e Sostituto del Vice-Portiere. Perché sono tre in uno!” (da “Così Parlò Bellavista”). Certo, per le strutture ricettive – come per la maggior parte di noi – questa estate non saranno rose e fiori. Anche perché vedo già De Luca che sgonfia materassini e canotti. E siamo tutti preoccupati. Ma, cara Redazione, hai dedicato tre articoli a temi tra loro così vicini. Perché? Forse un approfondimento, o il medesimo argomento visto dalle tre prospettive differenti, si sarebbe potuto trattare in numeri successivi. Avrei preferito che due di quei tre fossero, chessò, su un neo-melodico locale emergente, o sulla storia di Arcangelo Palmentieri da Casoria (il Lettore lo conoscerà senz’altro con il nome da Santo), o su qualsiasi altro argomento che pur tratti con grande varietà. Ma io sono un Grillo rompiscatole. Scusami! *****

Povero Sgarbi, dopo le foto sul water, e dopo aver detto che il Covid era una semplice influenza, adesso anche l’uscita contro i “Napoletani che non saranno rispettosi di nessuna regola” (ipse dixit). Perfino uno paziente come me, non ne può più. Prima il prof. Galli-spocchia contro il prof. Ascierto, ma almeno lui è recidivo. Infatti, già nel 1928 Alexander Fleming si millanta (pure lui) scopritore della penicillina, ma Galli-spocchia dichiara: “Io e il mio amico mago Merlino la usiamo già dal 1192”. Per fortuna, Staffelli porta il tapiro al medico scozzese, e ristabilisce la verità. Grande Striscia, che stile. Che giornalismo. Poi, la Palombelli scopre le cause del disastro lombardo: “Al Nord si sgobba. Invece il Covid non si diffonde a Napoli perché non si lavora”. Avevamo un Nobel tutte le sere in tv, e lo ignoravamo. Infine, ci si mette pure Feltri. Tra un’uscita incontrollata e l’altra (di pipì al cognac), il Vittorione-alla-grappa sancisce l’inferiorità di noi del Sud. Ma tutto è bene ciò che finisce bene. La Palombelli non parla più del Sud, Sgarbi si è scusato su YouTube, e Feltri viene sorpreso nottetempo con la maglia n. 10 del Napoli mentre urla: “Maradona si mejo ‘e Pelè”, e Galli-spocchia afferma: “Non vi preoccupate. Ce l’ho in cura dal 1915. E solo io sono riuscito a guarirlo!” Gennaro Mosca


14 TERESA D’ANGELO

Chiacchierando con... Francesca Cipriani

In questo periodo così difficile che ci tiene tutti a casa per le tante restrizioni, la splendida Francesca Cipriani, si è raccontata nel mio format web in diretta Instagram (Chiacchierando con), con la sua frizzante esuberanza, simpatia e semplicità. Donna molto determinata, sta vivendo le sue giornate a casa, tra dirette varie molto interessanti, in una versione molto amplificata della femminilità, con tutte le sue curve molto sinuose da vera bambola, ma a differenza di tante, Francesca è una donna che usa prima la mente e la sua intelligenza, prima di mettere in vista tutto il suo sex appeal. Si sta dedicando moltissimo alla cucina, con “#incucinaconcipri, dove ai fornelli sperimenta nuove ricette tra la sua amata pizza, nuove pietanze ed i dolci, in una versione più light, dove lascia anche le sue ricette su Instagram con l’hashtag #ricetteCipri che reposta a coloro che la seguono. Una domanda sul suo tanto trascorso, tra le trasmissioni tv, ma soprattutto i reality show cui ha partecipato negli anni.Partendo dal “Grande Fratello 6”, a “La pupa e il secchione “ e “L’isola dei famosi .Ma il reality che le ha lasciato un vero segno del cuore è “ La pupa e il secchione “, il ritorno, l’edizione condotta dal grande amico e conduttore Enrico Papi, dove da concorrente conquistò la vittoria in coppia con Federico Bianco. Da lì, la showgirl non si è mai fermata facendo innumerevoli trasmissioni, come “Colorado” su Italia 1. Ai tanti fan della Cipriani, manca tantissimo vederla in tv, ma anch’essa spera di ritornare presto, perché appena finirà tutto ciò ed inizieranno i palinsesti, ci ha rivelato in diretta che inizierà proprio una nuova edizione di “Colorado”. Una donna che per carattere si definisce molto coraggiosa e leale, una donna che si batte per la libertà, dai pregiudizi,dalle ingiustizie,i soprusi e i componenti che possono condizionare la nostra felicità. Infatti invita tutti a liberarsi di queste cose come ha fatto lei negli anni, e vivere la vita sempre col sorriso è soprattutto dicendo sempre ciò che si pensa in bene o in male ma dire sempre la pura verità,anche se può far male. Ringrazio Francesca Cipriani e le auguro di ritornare presto ai suoi progetti in tv.

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DOMENICA 3 MAGGIO 2020 Salvatore Iavarone*

Le opere di compensazione edilizia Realizzare subito le opere incompiute a Casoria Dimenticate nei cassetti da anni, un pezzo del patrimonio del Comune

Sono tante le opere di compensazione edilizia che devono essere realizzate sul territorio comunale di Casoria. Si tratta di opere che i costruttori di grandi parchi devono realizzare in compensazione delle opere private edificate. Ovviamente si tratta di opere di urbanizzazione secondaria da donare al comune e che diventano proprietà comunale, da usare per fini sociali. Si tratta del parco Michelangelo, parco Smeraldo, parco Lisar e parco Ventotene solo per citarne qualcuno, ma ovviamente vi sono anche altre opere. Alcune anche di centri commerciali, come la piccola villetta comunale che Globo ha realizzato, ma mai finito ed aperto, nei pressi della sua stessa struttura commerciale. Alcuni di questi parchi risalgono a 15 anni fa, e perché le opere di compensazione non sono mai state realizzate? Perché non sono state realizzate prima dell’insediamento delle abitazioni? Perché nessuno ha controllato? Questi sono interrogativi a cui sarebbe bello se qualcuno volesse dare delle risposte, ma a noi interessano le soluzioni. Ed oggi da queste pagine lanciamo una proposta. In qualità di presidente della commissione consiliare competente ho scritto all’ufficio competente, chiedendo una relazione su tutte le opere di edilizia privata degli ultimi quindici anni per individuare precisamente tutte le opere di compensazione che dovevano essere cedute al comune. Un lavoro non facile, che però, grazie a noi arriva con quindici anni di ritardo, e che sarà fatto oggi. Si tratta di villette comunali, parcheggi, campi di calcio, strutture da adibire ad attività sociali e molto altro ancora. Non è più pensabile che tali opere non vengono cedute (verificando anche se vi sono le condizioni per penali, dovute alla ritardata consegna), valutando anche le responsabilità. Subito dopo l’emergenza Covid 19 la commissione consiliare si riunirà su questo tema, approfondiremo la questione, visiteremo i cantieri per capire a che punto sono le opere e studieremo le convenzioni per capire se alcuni progetti sono migliorabili. Per il futuro bisogna anche pensare ad una serie di opere che noi chiederemo ai costruttori di realizzare e cedere al comune, non è pensabile che le opere siano scelte da chi le propone, senza pensare prioritariamente a quello che serve al comune. Riteniamo prioritario pensare, per esempio, a sale teatrali, piste ciclabili ed altre opere che mancano in città, la scelte di queste opere deve essere fatta con una visione più ampia, guardando anche al piano triennale delle opere pubbliche (puntando su opere che mancano e che non sono programmate in città). Questa sarà una delle priorità dell’amministrazione subito dopo questa emergenza sanitaria. L’amministrazione dovrà dimostrare di essere capace di recuperare oltre 15 anni di ritardi amministrativi. Noi saremo in prima linea per garantire, nell’interesse della città, che queste opere siano realizzate ed immediatamente consegnate alla città. * Consigliere Comunale e presidente della Commissione “Territorio, Urbanistica, Lavori Pubblici, Ambiente, Viabilità e Vivibilità”


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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO Caro Direttore, grazie nuovamente per lo spazio concessomi sul tuo periodico dopo averlo già fatto nel numero del 26 Aprile, riprendendo un approfondimento sul PUC (Piano Urbanistico Comunale) dell’Associazione FIAB. Ho letto con particolare interesse anche gli articoli del 19 e 26 Aprile, redatti dal Consigliere Iavarone, sull’installazione della Zona a Traffico Limitato (ZTL), approvata con apposita Delibera di Giunta n. 26 del 05 Marzo 2020, con la quale sono stati indicati gli “indirizzi per l’istituzione della zona a traffico limitato (ztl) e del relativo sistema di controllo degli accessi del centro storico di Casoria”. L’ho letta con la dovuta attenzione in quanto come ben sai, sono originario della zona di Via Santa Croce, nella quale ho lo studio dove svolgo la mia professione, e per questi motivi mi sono permesso di fare alcune riflessioni. Capisco coloro che, in questo particolare momento storico, potrebbero trascurare le criticità che da tempo si trascinano nella nostra città. Ma, da rappresentante dei cittadini, provo a non far perdere l’attenzione sul futuro che si pensa di creare per Casoria e i casoriani. Il concetto di ZTL è certamente giusto e condivisibile, soprattutto se pensiamo

alla situazione in altri comuni non certo distanti da noi. Quando si prendono scelte del genere, però, bisogna anche calarsi nella realtà nella quale questo strumento può essere applicato. Di certo non giudico i dettagli della delibera sui requisiti per il rilascio delle autorizzazioni permanenti e temporanee, il criterio delle varie istruttorie e le sanzioni. Però mi chiedo se siano state fatte le dovute valutazioni dal punto di vista della viabilità, in quanto il controllo elettronico sarà installato all’intersezione fra via Santacroce e Piazza Santacroce; all’intersezione fra Via Cardinale Maglione angolo Piazza Benedetto XV; all’intersezione fra Via San Mauro angolo Via Cavour; all’intersezione fra Via San Sebastiano angolo Via San Rocco. Voglio porre all’attenzione, in particolare, un aspetto: già la chiusura di Via Nicola Rocco, peraltro situazione mai affrontata ed abbandonata a se stessa, da mesi ha reso Piazza Cirillo, nei giorni ‘normali’, ancora più trafficata e caotica. Cosa succederà con la chiusura anche dall’inizio di Via Santa Croce? È stata fatta una valutazione in tal senso? Si voleva limitare il frequente traffico veicolare degli automezzi, per non appesantire ulteriormente tale area?

Benissimo, scelta condivisibile: poteva bastare, però, anche un’ordinanza che vietava il passaggio dei mezzi pesanti in tale area e in tutto il centro storico. Peraltro il problema serio del sottosuolo va affrontato e monitorato in maniera differente. Altro punto: sono stati ascoltati i commercianti della zona? Ho avuto l’occasione di parlare con alcuni di loro, i quali manifestavano le loro perplessità. Ad esempio, si chiedevano: se già nella ‘nuova’ Piazza Cirillo non furono previste aree di parcheggio per tutelare clienti e attività commerciali non progettarle fu un gravissimo errore che pagano tuttora - così come a mancare è anche lo scarico merci, ora potrebbero esserci delle conseguenze ancora più gravi. Una ZTL va ideata, progettata, programmata ascoltando i commercianti ed i residenti altrimenti rischia di essere un boomerang per la città. È necessario che vengano fatte tutte le valutazioni necessarie prima di andare avanti. Quando l’emergenza CoronaVirus terminerà – o, comunque, potranno riprendere le attività consiliari – porrò al centro del tema politico questa problematica. Arch. Alessandro Puzone Consigliere Comunale


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APOCALYPSE TOWN: CHI FA IL PIANO PER LA CITTA’ DI CASORIA?

“L’insostenibilità crescente dei costi di gestione di questo paesaggio costituisce uno dei movimenti fondamentali di quel cambiamento culturale che sta spingendo molte amministrazioni a immaginare un modo diverso di governare la crisi delle loro città. Pianificare - e quindi accettare - il declino, ne comprimerebbe i costi, oggi insostenibili” (Apocalypse Town. Cronache dalla fine della civiltà urbana di Alessandro Coppola) La Regione Campania ha recentemente comunicato che i termini per la redazione finale del PUC sono slittati al 31/12/2020, ma questo avveniva prima dell’emergenza che stiamo vivendo, probabilmente, come ci hanno abituato le ultime e notevoli produzioni di leggi e decreti, le carte in tavola cambieranno di nuovo e la data potrebbe essere modificata ancora lasciando più spazio ai tentativi di ragionamento come questo vuole essere. Nella precedente puntata di domenica 19 aprile cercavamo di fare un pò di chiarezza sulla storia, il significato e l’utilità del Piano Urbanistico Comunale (PUC) nella sua funzione di documento di governo del territorio e delle trasformazioni che su di esso sono prevedibili oltreché auspicabili e che la crisi attuale ci pone più di sempre come estremamente necessarie per invertire la tendenza e non dirigerci mai più “verso quella normalità che ha generato il problema”. Dal basso e tra macerie di una “città a pezzetti”, che nella memoria collettiva sono ancora fumanti di esalazioni tossiche, vogliamo provare a smembrare il corposo documento pubblicato sui siti istituzionali e che alla sua terza riedizione non crediamo sia stato abbastanza diffuso e certamente capito mai a sufficienza dalle parti civili e sociali, tralasciando per un attimo le capacità di comprensione della classe politica. Com’è fatto un PUC? Il Piano Urbanistico Comunale così come disciplinato dalla Legge Regionale n.° 16 del 2004 si costituisce di 3 parti fondamentali. 1 - Il Piano Strutturale Comunale (Psc). E’ il piano della conoscenza, la carta d’identità del territorio, in esso si riconoscono norme sovraordinate, i limiti e valori del territorio anche immateriali, primi nella indicazione di redazione fornita dal “Manuale operativo del Regolamento 4 agosto 2011 n. 5 di attuazione

della L.R. 16/2004 in materia di governo del territorio” sono, ad esempio, i fiumi e la rete idrogeologica e quella natura che non era neanche contemplata nei vecchi PRG fascisti. Lo Strutturale non cambia nel tempo (non può cambiare!) ma si modifica ovviamente per incrementi o decrementi valoriali dovuti in parte all’efficacia dei Piani Operativi che appunto “operano” trasformazioni a quell’artefatto sociale derivato dai processi umani che è il territorio, “struttura” sulla quale insiste il nostro essere insieme “civiltà”. Per ridurre la complessità del reale, che non potrebbe essere mai descritta (e neppure letta!) in un’unica mappa, viene fornita una narrazione per tematismi che identificano le singole questioni, ma tra tutte le mappe tematiche prodotte manca proprio quella sulla situazione ambientale del territorio comunale. Non si riconosce la “Milano del Sud” con i suoi detriti post-industriali. Si individuano solo le aree dismesse, senza caratterizzare le problematiche di inquinamenti ad esse connesse, gli usi pregressi, la storia insomma, vera e prima di un territorio martoriato dal fallimento di un modello produttivo e di gestione delle risorse sociali prima di tutto e non solo economiche o naturali e che origina anche la crisi socio-sanitaria attuale. Ma qualcuno continua a vedere solo la Casa Aurea e vorrebbe nascondere tutto sotto il velo (ad oggi dovremmo dire la mascherina) del turismo religioso… 2 - Il Regolamento Urbanistico Edilizio Comunale. Il Ru (o Ruec) traduce le direttive e gli indirizzi del Psc in norme operative e prescrizioni, disciplinando le trasformazioni degli assetti insediativi, infrastrutturali ed edilizi degli insediamenti esistenti sull’intero territorio comunale fino alla scala del singolo lotto ed edificio. Per quelle aree che, per la loro complessità e rilevanza, necessitano di una esecuzione programmata, il Ruec rimanda l’attuazione degli interventi alla redazione del Piano Operativo. Il Ruec è obbligatorio per tutti i comuni ed è valido a tempo indeterminato. Ma per lo più è un copia/incolla, in quanto il Governo, le Regioni e le Autonomie Locali, in attuazione del principio di leale collaborazione, approvano in sede della Conferenza Unificata del 20 ottobre 2016 lo Schema di Regolamento Edili-

zio Tipo (RET), al fine di semplificare e uniformare le norme e gli adempimenti. 3- Il Piano Operativo Comunale o più Piani Operativi (Poc) che spesso focalizzano e promuovono azioni su Zone Territoriali Omogenee (ZTO). E’ anche detto “il piano del sindaco”, in quanto a differenza dello strutturale il Poc decade nel tempo ed è coordinato con Programma Triennale delle Opere Pubbliche. Esiste un onere di monitoraggio di quanto programmato nella durata temporale ipotizzata, ma la questione è di coscienza delle dinamiche politiche: quale amministratore completerebbe il piano di quello precedente? Nella corsa all’uovo di Colombo non si guarda mai alla gallina neanche se le faceva d’oro. Ma il Sindaco quindi che piano ha fatto? E lo ha fatto Bene per (la) Giunta? Tutti i lettori staranno già pensando a chissà quali interessi nascosti e affari loschi, come non è nuova l’opinione pubblica a fatti del genere in particolare dopo il gigantesco scandalo suscitato dall’inchiesta “The Queen”, partita tra l’altro proprio in seguito all’arresto di alcuni dirigenti a Casoria e che ha scoperchiato un calderone che ha portato a diversi avvisi di garanzia colati a spruzzo fin dentro i dipartimenti universitari napoletani, ma è bene chiarirlo subito non è questo il caso. In realtà non c’è (ancora) nessun piano. Nel 2015 la città di Casoria partecipa al Programma Europeo UrbAct III redigendo in collaborazione aperta - nei tre anni di durata del programma di partecipazione - insieme alle parti sociali intervenute, un documento di obiettivi e possibili azioni, perlopiù immateriali, definito Piano di Azione Locale (PAL). Il Programma UrbAct III “SubUrban Reinventing the Fringe” a partire dalla riattivazione delle aree “dimenticate” sottoutilizzate, dismesse, marginali - e dalla loro messa in rete mediante connessioni pubbliche ed ecologiche, mirava a creare le condizioni per future azioni di riconfigurazione urbanistica anche delle parti urbane più dense e complicate. La partecipazione di Casoria ad Urbact III aveva lo scopo di consentire all’Ente locale di “imparare” dalle amministrazioni europee più virtuose in materia di pianificazione e sostenibilità ambientale. Vogliamo riportare dal breve riassunto inserito nel PAL che proprio


DOMENICA 3 MAGGIO 2020 nell’ultima pagina ammette: ”fino alla fine degli anni ‘70 Casoria era un importante centro industriale che ospitava importanti acciaierie e industrie chimiche. Quando le attività produttive si fermarono, le fabbriche e i siti industriali furono abbandonati e Casoria ha sviluppato un forte settore dei servizi. Oggi anche il settore dei servizi è in crisi. Gli abitanti stanno abbandonando Casoria a causa della congestione del traffico, della disoccupazione, degli insediamenti di bassa qualità, di alloggi di scarsa qualità, infrastrutture inadeguate (strade, attrezzature) e mancanza di verde pubblico.” Per ritornare al piano della città, gli incartamenti di UrbAct III vengono raccolti e cosa per niente scontata, come dicevamo rispetto alle uova nel paniere un pò più su, riconosciuti negli intenti, valorizzati e inseriti nel nuovo piano già a partire dalla “veloce” approvazione in

17 Giunta del Documento degli indirizzi che da direzione e impronta formale a tutto il procedimento di pianificazione. Il PUC come abbiamo spiegato si compone di tre parti e “serviva” almeno una parte operativa, ma che fine ha fatto il centro storico? La Casa Aurea? A chi per risponderci al precedente articolo cita quel massone militare di Churchill che dice che la politica prima deve promettere e poi giustificarsi per non aver mantenuto le promesse, vorremmo contrapporre quell’evento (politico) accaduto a Woodstock, forse non a caso molti anni dopo proprio nella stessa città dove quel massone era nato, perché abbiamo bisogno di musica, armonia e amore e non di guerra, confusione e rumore in questo periodo, che purtroppo ci sembra di capire sarà ancora lungo, di distanziamento fisico che non può e non deve essere anche sociale. Alle altre e agli altri che nel tentativo di

fare bene lavorano sulla “città a pezzetti” proponendo miglioramenti dello spazio pubblico, riaperture più o meno autorizzate, ZTL, zone ad accessibilità autogestita, attività e rivoluzioni politiche e sociali, dirette streaming, invitiamo ad una riflessione su quanto sia necessario, mai come ora, fermarsi e discutere - tutte e tutti insieme - il nostro Piano per la nostra città. Consapevoli delle difficoltà di riunire il Consiglio Comunale dentro il palazzo per le recenti norme aumentate sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, invitiamo i signori e le signore, dato anche il clima favorevole, a uscire fuori le sedie e qualche scrivania e tutte le sedute e le discussioni politiche a svolgersi nella piazza pedonale, vuota da settimane, davanti al Comune, il popolo autorizza e certamente vi ringrazierà! FIAB Casoria Associazione I’Mobility

Lettera a Sua Santità, Papa Francesco In memoria del professor Aldo Masullo Santo Padre, avendo ascoltato la trasmissione Report su Rai Tre, abbiamo avuto conferma dell’esistenza di gruppi organizzati nella Chiesa e nella società civile in Italia e nel mondo, che sono contro la sua Persona e la sua opera meravigliosa di nostro Pastore. Le accuse che vengono dalle persone di questi gruppi hanno la base e l’origine in menti deviate, disturbate e assolutamente lontane dal fondamento della vita della Chiesa Cattolica, che è Amore, Misericordia, Solidarietà, Carità. Noi desideriamo esprimerLe la nostra totale vicinanza , il nostro apprezzamento, la gratitudine per il Suo impegno di Guida della nostra Chiesa e di Testimone del messaggio evangelico. Desideriamo ringraziarLa per la lucidità, il coraggio , la decisione che pone nel lavorare per la giustizia , per la promozione e la tutela della vita e della salute, per la segnalazione della diffusa povertà in Italia e nel mondo e per l’impegno nel combatterla. Desideriamo ringraziarLa per come insegna il grande valore della tenerezza amorosa, per lo stimolo che rivolge ai politici, affinchè agiscano, avendo come finalità il Bene Comune. Ringraziarla, perché in questo mondo di conflittualità perenne e diffusa, Lei insegna a costruire ponti e lavora per l’unità della Chiesa e nella Chiesa. Le Associazioni ed i Movimenti del nostro Forum sono insieme, avendo come finalità la promozione e la tutela della vita e della salute, e tengono molto a cuore l’impegno per portare la nostra società verso l’equità nella salute. Sarebbe una gioia immensa poterLa incontrare, per esprimerLe il nostro affetto, la nostra grande stima e per dirLe che siamo al suo seguito con la preghiera e con le opere. Il Presidente Aldo Bova

Caro direttore ti voglio raccontare Quando è venuto a mancare il 24 aprile ultimo scorso pubblicai, sui social, un breve pensiero su di lui e tu oltre ad apprezzarlo a distanza di pochi giorni mi hai offerto ospitalità sul periodico che dirigi da anni. Il ricordo che ho di lui risale ai primi anni settanta allorquando, pur essendo iscritto a giurisprudenza, andavo a seguire le sue lezioni perché affascinato da uno dei professori progressisti più vicino a quanti avvertivamo la necessità di rinnovamento dell’università italiana. Uomo di partecipazione e d’impegno, in quegli anni scese in politica e fu eletto deputato come indipendente nelle liste del Partito Comunista Italiano. Dai caratteri originali del suo insegnamento ho ricevuto ulteriore stimolo ad essere cittadino attivo. Ciò a conferma di quanto avevano già fatto mio padre e mio nonno paterno anch’essi nemici dell’indifferenza. Poi fu senatore (PDS-DS) dalla metà degli anni ’90 ai primi anni 2000 e si occupò sempre dei problemi del sistema scolastico. Fu proprio i quest’ultimo periodo che Ebbi il piacere e l’onore di conoscerlo di persona e di frequentarlo in quanto entrambi utenti, quasi quotidiani, del treno nella direttrice Napoli-Roma di mattina e nel pomeriggio nella direzione opposta. Con lui viaggiavano altri parlamentari come Graziella Pagano Enrico Pelella, Eugenio Donise, Salvatore Vozza. Era diventato un piacevole incontrarsi, durante il quale oltre ad ascoltarli la cosa che mi ha sempre lusingato era l’attenzione che dedicava alle mie riflessioni. Una volta mi disse, con quella sua simpatica aria sorniona : “ guagliò ma tu lo sai che tieni una bella capa”. Da lui ho imparato tanto e porterò con me sempre un dolce ricordo. Addio compagno professore dal “ferroviere in bicicletta” Fortunato Antonio De Rosa


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Santa Scotti

LA SOLIDARIETA’ NON VA IN QUARANTENA “NON SEMPRE POSSIAMO CURARE, MA SEMPRE POSSIAMO PRENDERCI CURA”

Dal 2015 l’Ambulatorio di “Medicina solidale San Ludovico da Casoria O.N.L.U.S.” ubicato in Casoria presso l’Oasi Di S.Ludovico in via Giuseppe Rocco n.30, si propone di aiutare chi è nel bisogno con visite specialistiche gratuite realizzate mediante l’opera, l’ impegno e la dedizione di numerosi medici specialistici delle varie branche e di volontari, sempre impegnati a dare assistenza e a fornire con garbo e disponibilità continua la propria opera. In questi anni sono state effettuate circa 5000 visite specialistiche. Da circa due anni, inoltre, la ONLUS fornisce presidi sanitari di vario tipo sedie a rotelle, elevatori, lettini antidecubito, materiale protesico ecc. a chi ne faccia richiesta. Infine, grazie anche alla generosità di alcune farmacie che hanno aderito all’iniziativa “Salute: diritto per tutti” ed alla Campagna organizzata da anni dalla Diocesi di Napoli tramite l’ordine dei farmacisti: “Un farmaco per tutti” fornisce gratuitamente farmaci e materiale sanitario di vario tipo a chi vive nel bi-

sogno. Nel corso degli anni sono state organizzate serate spettacolo e mercatini di beneficienza per la raccolta fondi, l’ultimo evento lo scorso Natale è stata la tombolata di beneficienza patrocinata dal comune di Casoria che ha visto la partecipazione di numerosi cittadini ed è stata possibile anche attraverso attività commerciali che hanno i qualità di sponsor dato il loro contributo. Negli ultimi tempi l’emergenza sanitaria nazionale ha comportato la chiusura al pubblico del poliambulatorio ma questo non ha arrestato la solidarietà; le consulenze specialistiche, quando possibile, (specialmente quelle di supporto psicologico), sono state effettuate telefonicamente, inoltre i volontari hanno provveduto alla raccolta e distribuzione in sicurezza generi alimentari per donare un sollievo alle famiglie di Casoria più in difficoltà. Grazie alle donazioni ricevute è stato possibile acquistare dei buoni spesa in macelleria da donare in modo mirato a famiglie in particolare stato di difficoltà economica, che posso-

no acquistare direttamente quanto loro necessario. Questa ultima iniziativa ha riscosso molto consenso perché reputata idonea a fornire un reale aiuto, diverso dal contenuto dei classici pacchi viveri. In corso di programmazione e realizzazione numerose altre iniziative tra cui quella della “ADOZIONE IN VICINANZA”. Contiamo di potere riaprire a breve i locali del poliambulatorio, per riprendere le normali attività, nel rispetto delle misure di sicurezza dopo adeguata sanificazione dei locali, fornendo i presidi di legge e mettendo a disposizione colonnine igienizzanti ed ogni strumento atto alla disinfezione delle mani. C’è ancora tanto da fare per chi è nel bisogno e chiunque volesse fornire il proprio apporto o contributo o diventare socio dell’ambulatorio o fornire la propria opera anche solo per poche ore al mese, può farlo contattandoci ai numeri: 331/4541648 --- 081/19465129 “L’opera umana più bella è di essere utili al prossimo”.


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20 RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO Sono un giovane del 1936, giovane, perché nonostante l’età e i normali acciacchi, nutro ancora sentimenti di speranza come quando ero un giovanotto, di belle speranze come solevasi dire. E con questa speranza dico a tutti: “sursum corda,” addà passà ‘a nuttata. Questa data, onorata fisicamente e in solitudine dal nostro Presidente Mattarella, ma col cuore da tutti quelli che hanno vissuto le ore tragiche di quel periodo, mi ha riportato alla mente memorie infantili: due ra-strellamenti tedeschi cui scampammo, io e mia madre. Avevo sette anni, è vero, ma il mese è sicuramente settembre dell’anno 1943. Come faccio a esserne così sicuro a distanza di 75 anni? Il calcolo è semplice: basta riandare ai fatti storici che caratterizzarono la caduta del fascismo: gli effetti di una disastrosa guerra sotto gli occhi di tutti; lo sbarco alleato in Sicilia (10 luglio1943); la sfiducia al Duce dell’epoca dei gerarchi fascisti del Gran Consiglio (25 luglio 1943); arresto di Mus-solini su ordine di V.E. III la sera stessa; lo sbarco alleato a Salerno (9 sett. 1943); la necessità di sganciare l’Italia dall’alleato germanico e di intavolare trattative con gli alleati; la firma in gran segreto a Cassibile dell’armistizio e la resa incondizionata (3 sett. 1943); incarico a Badoglio di formare il nuovo governo, di ripristinare la Costituzione sospesa e di ufficializzare l’avvenuta firma dell’armistizio (8 sett.); gli alleati sbarcano in Puglia (9 sett.); il re

IL MIO 25 APRILE

e Badoglio se la squagliano e con una nave giungono a Brindisi (10 sett); Italia allo sbando per due terzi nelle mani dei tedeschi; Mussolini liberato con un blitz dai tedeschi (12 sett.); aviotrasportato in Germania incontra Hitler. Ritorno in Italia (18 sett.) e nascita della RSI. Questi gli antefatti. Ancor prima del ritorno del duce, però, iniziano i rastrellamenti dei civili e dei militari allo sbando da deportare in Germania. Casoria. Settembre 1943. Con mia madre vado al cinema Italia di don Espedito al corso Umberto I. Il cinema aveva un soppalco adibito a loggione e assistevamo alla proiezione del film “Fantomas contro Fantomas.” All’improvviso urla, grida, imprecazioni e tutti a fuggire gridando: “e tedesch, e tedesch”. Mia madre mi prende per le braccia e mi cala giù nella sala dove alcuni giovani mi prendono e aiutano a scendere anche lei che si penzola dalla balconata. Infiliamo la porta di fuga laterale che dà all’interno di un palazzo adiacente. Una donna apre” ’o nnantiporta”, sbarra la porta con il “muraglione” e accoglie noi due e molte altre donne. Si comincia a pregare. Ave Maria gratia plena, Pater noster. A quel tempo si pregava in latino. Mia madre mi ficca sotto il letto della signora. Fuori, i rauchi gridi degli ex alleati. Quando tutto tace,

CARNEVALE

Lui aveva circa 68 anni e si era trovato a fare sesso con una minorenne in un tugurio. La ragazzina, sui 17 anni, era molto bella e insaziabile; avevano fatto sesso per 11 giorni consecutivi senza mai uscire. Lo avevano fatto fino a quando non si erano resi conto di essere stati scoperti da un gruppo di ragazzini che li spiavano attraverso una grata. L’uomo non si era reso conto che erano passati 11 giorni, dal martedì grasso fino al venerdì della settimana successiva. Scappò e si inoltrò, nudo, attraverso budelli e vicoli del centro storico ma pur essendo nella sua città e pur avendo riconosciuto la zona non riusciva a capire dove fosse e girando attraversava palazzi, saliva e scendeva per tetti e scale fino a quando approdò in una casa alquanto malmessa. Era la casa di un suo amico, claudicante dalla nascita. Aveva chiesto all’amico di dargli qualcosa per coprirsi ma questo con tutta flemma tardava ad esaudire il suo desiderio. Nel frattempo era entrata la moglie dell’amico e non sembrava stupita della sua nudità. L’amico intanto era uscito e nel ritornare aveva raccontato che in paese non si parlava d’altro. Aveva anche detto che dal tabaccaio e dal giornalaio aveva saputo che il sindaco non aveva partecipato ad una cena di beneficenza per paura che i commensali nell’affrontare l’argo-

rasentando i muri del paese deser-to torniamo a casa. Il secondo rastrellamento in cui incappammo avvenne all’inizio di Via S. Croce che ci accingevamo a percorrere perché si era sparsa la notizia di un carico di mele in Largo San Mauro che veniva venduto a buon prezzo. A metà strada ci venne incontro un bel po’ di gente che correndo a perdifiato gridava: “fujte, fujite, e tedesch”. Tornammo di corsa alla piazzetta dove si erge la statua di P. Ludovico. Ma la strada fu sbarrata da due motociclette con sidecar montate da soldati con fucili spianati. Presi in trappola ci rifugiammo in un palazzo della piazzetta che cono-scevo bene perché ci andavo a prendere lezioni di piano presso la signorina Angelina Casolaro, corista del San Carlo. Sulla sinistra dell’androne c’era una scala e sul primo pianerottolo bussam-mo per farci aprire. Ma una voce accorata e spaventata ci disse: “Jatevenne pe carità”. Continuammo a salire per giungere sul tetto e accoccolati dietro un comignolo, attendemmo il ritorno della calma. Per ultimo ricordo bene di aver assistito da lontano ad un rastrellamento davanti al bar Mugione. Furono presi alcuni passanti e caricati su un camion. Uno di essi però mostrò loro un braccio privo della mano che aveva perduto per lo scoppio anticipato di un petardo. Fu rilasciato perché ai soldati disse: “Io, guerra”. Giuseppe Navarra

mento del giorno avessero fatto venire fuori qualche sua tresca con qualche minorenne. Addirittura era sta annullata una cena conviviale perché i notabili del paese che dovevano parteciparvi ebbero paura che dal discorso sull’argomento del giorno fossero venuti fuori gli scheletri che avevano nei loro armadi all’insaputa delle mogli. Nel frattempo la moglie dell’amico aveva dato all’uomo un lenzuolo per coprirsi ma lui insisteva per avere qualcosa da indossare in modo da andare via. Per andare dove non lo sapeva. Prima aveva pensato di tornare dalla moglie e chiederle scusa ma poi ci aveva ripensato; non voleva tornare da quella megera che non gli permetteva di fare sesso da almeno 3 anni. L’uomo nonostante l’età aveva figli piccoli che si confondevano con i figli degli altri suoi figli. Alla fine aveva pensato che la sua famiglia, i suoi affetti, la sua reputazione, la sua professionalità e la sua fama facevano parte del passato al quale non voleva ritornare. Davanti c’era il futuro ma era scuro e nebuloso e non riusciva a vedere alcunché. Non gli rimaneva che il presente, il qui e ora di Orazio e dei grandi maestri zen. Ma quale presente? Giuseppe Clarino


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Tommaso Arcella

Bici: salute, economia, ambiente Camminare a me non va, in bici vò meglio. Fino a poco tempo fa pedalavo spesso, ricavandone equilibrio, voglia di fare e volontà. (Margherita Hack). La felicità e la carica emotiva, è direttamente collegata alla salute. La salute all’umore e alla voglia di fare e sentirsi in armonia con ciò che ci circonda. Lo sviluppo di un Paese, non si misura solo con la crescita del Prodotto Interno Lordo, ma soprattutto dal miglioramento della qualità della vita e della felicità dei cittadini. Lo dicava già Robert Kennedy nel 1968. Il World Happiness Report ha analizzato il tasso di felicità su 156 paesi, sulla base di alcuni parametri, come il reddito percepito, il benessere fisico mentale, la libertà di movimento e le relazioni sociali; insomma quegli elementi che fanno di una nazione, veramente civile e felice. Ebbene è risultato che l’Italia, negli ultimi due anni è passata dal 57° posto al 36°. Abbastanza incoraggiante ma non molto se si pensa che, prima di noi ci sono alcuni paesi del Sud e Centro America. Il sindaco di Bogotà, Gustavo Petro, diceva: “Un paese è sviluppato non quando i poveri possiedono automobili, ma quando i ricchi usano mezzi pubblici e bicilette”. Ma ora esaminiamo l’andare in bici cosa comporta a livelli non solo di salute ma anche per l’ambiente e l’economia, specialmente in questo tempo del coronavirus in cui le amministrazioni stanno, giustamente prendere in considerazione l’uso della bici, vista la distanza da mantenere nella vita sociale quotidiana e la situazione economica compromessa. Da studi fatti, è risaputo che l’uso assiduo della bici procura endorfina e ossitocina che sono ormoni che combattono lo stress e non solo. Andare in bici è un’attività aerobica che apporta numerosi

benefici fisici. Nella maggior parte dei casi infatti, basterebbe pedalare 20-30 minuti al giorno per sentirsi più in forma. Vediamo quindi tutti i motivi per cui andare in bici fa bene: Come tutte le attività aerobiche, andare in bici richiede un superlavoro al cuore. Esso riesce nel contenere maggiore volume di sangue, aumenta la capillarizzazione dei muscoli e migliora la sua attività. Questi fattori costituiscono un’azione protettiva per il cuore e le arterie, riducendo il rischio di ipertensione e infarto. Uno studio condotto dall’Amministrazione della città di Copenaghen, ha identificato che recarsi al lavoro camminando o andando in bicicletta riduce il rischio di mortalità legato a malattie cardiovascolari del 28%. Questo effetto può essere di particolare utilità per i malati di Alzheimer, ma anche per i malati del morbo di Parkinson. Oltre, poi a migliorare la capacità di bruciare i grassi concilia anche il sonno. L’Organizzazione Mondiale della Sanita valuta in 110 miliardi di euro il risparmio in spese sanitarie dovuto all’incremento dell’uso della bici. L’uso medio degli spostamenti in bici sul totale in Europa è del 7,2% contro il 23% dei Paesi Bassi e il 1,5% dell’Italia. In Olanda con investimenti in ciclabilita di 25 €. pro capite, si ha un beneficio di ritorno economico di 400 €.. La Bicycle Account della città di Copenaghen ha individuato come per ogni km. pro capite pedalato, generi un “beneficio” di 0,16

euro per la società, mentre a ogni km. percorso in automobile corrisponde un “danno” per l’ambiente e per la salute, pari a 0,10 euro pro capite. Anche a livello di economia personale, si ha che: passare dall’auto alla bicicletta per recarsi al lavoro significherebbe risparmiare dal 16-20% del proprio stipendio (Istat). Per ciò che attiene alla sicurezza stradale, ad ogni punto percentuale di aumento degli spostamenti in bicicletta in ambito urbano corrisponde una diminuzione del 2 – 5% degli incidenti fra tutti gli utenti della strada” (Safety in numbers, Jacobsen 2003-2009). Il Libro Bianco dei Trasporti realizzato da Confcommercio nel 2012 valuta che la congestione stradale e l’inefficienza logistica della viabilità, nella sola Italia sia responsabile della perdita di oltre 50 miliardi di euro all’anno, pari al 3% dell’intero PIL nazionale”. Nonostante l’Italia sia il secondo produttore europeo di biciclette e il primo nella fabbricazione di componenti ciclistiche, allo stesso tempo si colloca tra i Paesi con la domanda interna più bassa. In sintesi secondo il rapporto congiunto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e della Commissione economica delle Nazioni Unite per l’Europa (ENECE): promuovere l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto nelle principali città europee, potrebbe creare 76.000 nuovi posti di lavoro e circa 10.000 decessi in meno. Penso che solo questo basterebbe ad incentivare l’uso della bici al posto dell’auto ed investire in tal senso per un futuro migliore per i nostri figli e nello stesso tempo lasciare l’aria respirabile. La bicicletta permette ai bambini di crescere e diventare adulti; agli adulti di sognare e restare un po’ bambini. (Claude Marthaler).


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Malessere e incuria tra le strade di Casoria È sempre più tragica la situazione in cui versano i marciapiedi e le aiuole del quartiere “Castagna” di Casoria, vittime ormai dell’incuria e della negligenza dell’amministrazione comunale, che mai si è davvero interessata alla riqualificazione del suo quartiere più difficile. Vista la scarsa circolazione degli automezzi, dovuta alle restrizioni del lockdown, la popolazione si sarebbe aspettata una manutenzione straordinaria riguardante la riparazione delle ormai storiche buche sull’asfalto di Via Mauro Calvanese e una potatura delle erbacce che hanno ormai preso il sopravvento e che spadroneggiano su marciapiedi e mura perimetrali, creando non pochi problemi alle numerose persone che soffrono di allergie stagionali, e che ormai sono diventati habitat preferito di insetti di ogni tipo e roditori . È arrivato il momento che il sindaco o chi di dovere ripristini le norme igieniche per garantire, in particolar modo in questo periodo, i massimi standard sanitari ai cittadini casoriani. Non è possibile che nel 2020 a Casoria continuino ad esistere quartieri di Serie A e quartieri di Serie B. I cittadini del quartiere “Castagna” chiedono pulizia e rispetto. Andrea Papaccio

Augurissimi

Auguri a Ida Piccolo e a Claudio Malfi. Santiago è l’ultimo arrivato nel gruppo redazione di CASORIADUE.

www.casoriadue.it

NO ALla sperimentazione delle antenne 5G

A Casoria il sindaco Raffaele Bene ha sospeso in via cautelativa l’installazione e la sperimentazione delle antenne 5G sul territorio comunale. Una decisione insensata, presa senza aver consultato nessun esperto e senza prove scientifiche che dimostrino la reale nocività della rete di quinta generazione. E’ una vergogna che un sindaco di una città italiana con più di 76 mila abitanti freni il progresso della sua comunità sulla base di dicerie senza alcuna base scientifica. Non è concepibile che l’amministrazione cittadina del quinto comune della Città metropolitana di Napoli si faccia influenzare dale bufale e dalle teorie complottistiche fatte circolare da una sparuta minoranza che a quanto pare non ha a cuore il reale benessere della città. Dire no al 5G creerebbe un gap incolmabile tra Casoria e tutte le altre città che procederanno con la sperimentazione, un passo indietro che la nostra città non può permettersi. Internet è ormai il nostro presente e il nostro futuro, è sono soprattutto i giovani cittadini casoriani a chiedere al sindaco e a chi di dovere di andare avanti con la sperimentazione delle antenne 5G, dato che è stato ampiamente dimostrato non nuoccia alla salute di essere umani e animali. I veri problemi della città sono altri signor sindaco, diciamo sì al 5G, ne va del futuro della nostra città. Andrea Papaccio

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