DOMENICA 10 DICEMBRE 2017
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ANNO XVI - N° 37 - DOMENICA 10 DICEMBRE 2017
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Ho incontrato il Sindaco di Casoria avv. Fuccio
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EDITORIALE di Nando Troise
Ho incontrato il Sindaco di Casoria avv. Fuccio
Ho voluto testimoniargli la stima ed il rispetto per avere, da luglio 2015, governato la mia Città. Un uomo dei tempi moderni, schietto, passionale, spesso fuori dagli schemi, una storia personale importante. L’avv. Pasquale Fuccio è stato negli anni 90, a fianco del deputato di zona Salvatore Piccolo. Ha conosciuto Matteo Renzi quando era presidente del consiglio e oggi che è segretario nazionale del PD; è stato ospite alla Leopolda di Firenze. Ho manifestato al Sindaco Fuccio, in un bar di Casoria, a poche ore dalla avvenuta aggressione, che bisognerebbe avere orrore dell’indifferenza. Gli ho ricordato ancora una volta che Carlo Alberto Dalla Chiesa ha lavorato a Casoria, era il Comandante di Stazione della Caserma dei Carabinieri, allora in via Cavour, di fronte dove oggi c’è l’Ufficio Postale. Nella cucina di quella Caserma è nata Rita, sulla cui Carta d’Identità vi è scritto nata a Casoria. L’aiutò a nascere una famosa ostetrica del tempo, 1948, Donna Nannina a
vammana. Con la moglie andava a messa, faceva la spesa. Eppure, caro Sindaco, in questa Città non vi è una strada dedicata a lui, tanto meno una lapide. Gli hanno, però, dedicato i giardinetti di fronte la ferriera. E, però, in buona compagnia. Non vi è una strada neanche per Paolo VI (tante volte ospite del Cardinale Maglione e delle Suore Sacramentine). Gli Amministratori di questa Città, il cui cemento ha
coperto le brutture delle loro anime, non hanno avuto tempo. Bisogna avere orrore dell’indifferenza verso un PalaCasoria chiuso, di parchi commerciali che diventano residenziali, di tanta monnezza. Eppure, ricordavo sempre al Sindaco, che ciò che ha avvilito maggiormente questa Città, così speranzosa nel suo arrivo, è stato il divieto di propaganda di tutto quello che in passato ha procurato i problemi che non si riescono a risolvere. Questa Amministrazione Comunale si è presentata alla Città, supportata nella sua “missione amministrativa” dalle donne e dagli uomini del Pd, Libera Mente, Insieme per Casoria, Italia dei Valori e A viso aperto; ho consigliato, ancora una volta, al Sindaco, di accorpare l’assessorato agli Affari Generali e del Personale con i Contratti, il Contenzioso ed i Patrocini Morali. E’stato un incontro piacevole, quello con il Sindaco Fuccio, un incontro di arricchimento di conoscenze e di esperienze. segue a pag. 5
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SEGUE da pag. 3
E tutti i problemi affrontati, alla presenza dell’Assessore alla Sicurezza, Fabio Esposito: l’intelligence investigativa della sua Amministrazione, la videosorveglianza, le strisce blu, gli uffici dismessi in via Piave, al Parco Le Querce del Settore “Servizi diretti alla Persona”; la dirigenza dei Settori del Comune. La Macchina Comunale; uno dei problemi che maggiormente sta affliggendo il Sindaco, la maggioranza e la stessa Giunta Municipale. “Direttore, ne abbiamo parlato nella intervista che mi facesti ad inizio estate per Campania felix tv. Difficile. Da troppi anni non utilizzati per quello che sanno fare. Ci sono sacche di resistenze da parte di persone che andrebbero rimosse”. Non potrà augurarsi, il Sindaco Fuccio, che si abbiano per la sua amministrazione pari parere. Un altro consiglio che ho dato al Sindaco nel nostro incontro in uno dei bar più frequentati della Città di presentare alla Stampa ed alla Città, nella settimana che precede il Natale, tutti i suoi Assessori. Chi si è adoperato per mandare a casa quel Consiglio Comunale, che oggi, causa anche l’operato di questa Amministrazione Comunale, gli Assessori ed i Dirigenti di Settore, stanno tornando, con convegni, forum, tavole rotonde, propedeutici ad una campagna elettorale che si avvicina. L’Amministrazione Comunale dovrebbe denunciare l’indifferenza che, ancora una volta, facciamo noi, verso le convenzioni delle lottizzazioni mai utilizzate da alcuna amministrazione, i Parchi Commerciali, i permessi a costruire, l’amianto in via San Benedetto, i fitti passivi, i fitti attivi non incassati, i locali di patrimonio comunale non utilizzati ma occorre gridare all’indifferenza ver-
so l’arredo urbano di Piazza Domenico Cirillo. L’indifferenza verso il funzionamento della macchina comunale. La Città spera tanto in questa Amministrazione. Non vuole rimanerne delusa. Sono tanti i pensieri sciolti che ho rivolto al Sindaco avv. Fuccio. Prima di lasciarci il Sindaco mi comunica alcune sue iniziative, mi invita a sottolinearne l’importanza, suggerendomi anche di leggere il sito istituzionale del Comune di Casoria. Certo che lo faccio, anzi colgo l’occasione per invitarla a farlo anche Lei, caro avv. Fuccio. Navigare è difficile, ci sono mari procellosi ed in tempesta. Governare lo è ancora di più. Comunicare, invece, è molto facile. Basta volerlo! Invece, per anni, le amministrazioni che l’hanno preceduta si sono riempite la bocca di democrazia partecipata, bilanci pubblici, continuo contatto con la gente. Parole, solo parole. A presto e per gli anni che mancano per il suo mandato, Buona Fortuna, caro avv. Fuccio, Sindaco della Città di Casoria, a Lei ed ai suoi Assessori ed a tutti i componenti della sua maggioranza.
FRANCO D’ANNA
Lectio magistralis di Raffaele Urraro al “Brando”
“…e il naufragar m’è dolce in questo mare”: chi non ha almeno una volta nella vita declamato questo splendido verso che chiude “L’Infinito”? Ebbene, questo e altri versi dell’immenso Leopardi, sono stati oggetto di una lectio magistralis da parte del prof. Raffaele Urraro, il 30 novembre, presso l’Istituto Brando. Gli alunni del triennio, infatti, accompagnati dai docenti e dalla Dirigente hanno gremito il teatro dell’istituto e partecipato con grande attenzione. L’incontro con Urraro, grande conoscitore di Leopardi, è stato proposto, a nome dell’associazione di volontariato culturale “Clarae Musae”, dalla prof. ssa Vittoria Caso, la quale ha presentato brevemente il prof. Urraro, ricordando che oltre ad essere straordinario esperto di Leopardi e storico della letteratura italiana e latina, è anche filologo, egli stesso poeta e critico letterario. Un momento, dunque, di grande spessore culturale, ricco di stimoli e di spunti di conoscenza per tutti i presenti, grazie alla disponibilità e alla sensibilità di
Suor Giocondina che, in linea con l’offerta formativa del Brando, ha dato la possibilità agli studenti di arricchire il cuore e la mente attraverso questo momento letterario gratuito. Il prof. Urraro ha focalizzato alcuni aspetti del pensiero e della poesia del grande recanatese, che, a 180 anni dalla morte, resta inconfutabilmente un innovatore nella forma e nella sostanza; la modernità dei suoi versi e del suo porsi, notevolmente “più avanti” rispetto ai poeti coevi, infatti, non fu compresa dai conformisti e dai mediocri perbenisti del suo tempo.
La cultura di Leopardi, all’avanguardia sia nell’ambito della filosofia morale e sociale, sia della lingua e del sapere scientifico; l’ironia, strumento privilegiato delle Operette Morali; la capacità di coniugare ragione e sentimento, illuminismo e romanticismo, immaginazione e antropocentrismo; la cura estrema della parola, le figure retoriche sono state oggetto di riflessione attraverso l’analisi sia degli immortali versi della poesia “L’infinito”, sia di “A Silvia”. E’ stata approfondita anche la lirica “A se stesso”, in cui Leopardi, rompendo gli schemi in precedenza adottati, si pone come caposcuola di un’innovazione che sarà di esempio per i rivoluzionari poeti del ‘900. Che Leopardi brilli di luce propria e illumini chi dalla sua luce è illuminato, è certamente un dato inconfutabile e sicuramente gli studenti del Brando, dopo questo incontro, ne sono consapevoli. In chiusura, i ringraziamenti di rito alla prof.ssa Caso e delle splendide rose al prof. Urraro mentre le telecamere di Campania Felix immortalavano il tutto.
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DOMENICO BORRIELLO
Universiadi 2019, così non va!
Camminando per le strade di Casoria ultimamente mi sto chiedendo, di frequente, con quale coraggio accoglieremo atleti da ogni angolo del mondo tra poco meno di due anni. Strade completamente dissestate, marciapiedi ai limiti della vergogna, automobilisti cafoni che parcheggiano sui suddetti marciapiedi senza uno straccio di controllo mentre i pedoni sono costretti a camminare in strada e a rischiare di essere investiti da qualcuno che corre credendo di essere a Monza. La situazione è drammatica e al momento nessun tipo di intervento è stato fatto in merito. Le Universiadi sono un’importante occasione di riscatto, l’ultima possibilità per Casoria di riemergere e di affiancare il suo nome a un brand vincente e non all’ennesimo fallimento. Ma se andiamo avanti di questo passo, luglio 2019 calerà definitivamente il sipario sulle ambizioni di una città, costretta a dire addio a ogni forma di futuro migliore. Le Universiadi 2019, infatti, non sono soltanto sullo sport, ma sono una meta per capire come questa città voglia cambiarsi e darsi finalmente un nuovo vestito. Invece pare che al gran ballo ci si voglia presentare con i vestiti di Pulcinella per farsi deridere dal mondo intero, oppure sono io a non aver capito bene e le strade casoriane saranno il palcoscenico della corsa ad ostacoli. Allora in quel caso devo rivolgere i miei complimenti a tutti perché non esiste percorso più impervio delle strade di Casoria. Per quanto riguarda la cornice delle “Universiadi 2019”, al momento la città si trova in uno stato di insufficienza totale. E per quanto riguarda l’evento? Se per le strutture teoricamente siamo ancora in tempo (consegna prevista per febbraio 2019. Ma per come sono andate le cose in questa città nel corso degli anni, arrivare a maggio 2019 sarebbe un miracolo), per quanto riguarda il sentimento generale siamo a zero. Il
coinvolgimento popolare è pari a zero, tranne pochi “adepti” e cultori dell’informazione, la città è completamente all’oscuro di questo evento di portata planetaria che ospiteremo. E ricordiamo che senza il coinvolgimento popolare, ogni tipo di manifestazione, anche la più bella di questo mondo, è destinata a concludersi in un fallimento totale. La gente non sa: non sa che ospiteremo le Universiadi, non sa nemmeno che cosa sono le Universiadi. E’ una città che non vive la spasmodica attesa verso l’evento, è una città che non sa nemmeno che ci sarà quell’evento. E’ mancata una vera comunicazione da parte delle istituzioni. Senza manie di grandezza, ma per dare giusto un piccolo esempio: a Parigi, in seguito all’assegnazione delle Olimpiadi 2024, hanno organizzato una grande festa. A Casoria, nel suo piccolo, si sarebbe potuto fare qualcosa del genere. O magari lo si potrebbe fare l’anno prossimo, tra giugno e luglio, a un anno esatto dalla manifestazione, inaugurando un “grande countdown” da mettere in esposizione nei punti principali della città. “Universiadi Napoli 2019, mancano 365 giorni. Mancano 364 giorni. Mancano 363 giorni”. Allo stesso tempo sarebbe bello pensare, oltre alle strutture che saranno impegnate nell’ospitare la manifestazione, a un grande “villaggio olimpico” dove svolgere attività collaterali. Una “villa comunale” trasformata per 15 giorni in una “villa olimpica” con stand, giochi, curiosità. Insomma, non ci
vuole tutta questa “scienza” e nemmeno tanti soldi. L’unica cosa necessaria è la passione, che evidentemente manca. Si pensa soltanto a tirare la giacchetta per mettersi sul petto la stella delle Universiadi, “le ho portate io”. Abbiamo visto tutti il grande valzer di qualche mese fa dove, da destra e a manca, saltava sempre fuori qualcuno a dire “le Universiadi sono merito mio e non di Caio”, “le Universiadi sono merito mio e non di Tizio”. Magari se falliremo sarebbe giuso sentire “le Universiadi sono state un fallimento mio e non di Caio”, “le Universiadi sono state un fallimento mio e non di Tizio”. Dal canto nostro ci auguriamo di non sentire la parola “fallimento” associata alle Universiadi dopo luglio 2019, ma il nostro è un monito importante: andando avanti così non concluderemo niente, sarà una disfatta totale. Rimboccatevi le maniche, uomini del potere cittadino, e date dignità a questo evento. Roma non è stata costruita in un giorno, se la vostra idea è cominciare a lavorarci su dal 2019, sappiate che sarà troppo tardi. Si faccia già da adesso attività di informazione nelle scuole, si pensi già da adesso a una grande festa da organizzare per coinvolgere la cittadinanza prima dell’evento (e non a ridosso dell’evento), si cominci a cambiare la faccia della città. E per favore, evitiamo brutte figure con i fondi per la ristrutturazione delle strutture. Il Palacasoria, la piscina e lo Stadio San Mauro dovranno essere i fiori all’occhiello della città.
Tutte le sere alle ore 20.30 sui Canali 210 dgt - 613 dgt - 694 dgt reportage di Nando Troise
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CIRO TROISE Il rapporto tra gli allenatori e De Laurentiis, tra il lavoro compiuto in panchina e le scelte societarie è sempre stato controverso nella storia recente del Napoli. Il postpartita di Napoli-Juventus ha riportato alla memoria quest’eterno conflitto, viste le parole di Sarri su Higuain, la bocciatura pubblica di Ounas, la denuncia di non avere alternative in attacco e il sacrosanto attacco al “grigi contro gialli”. Non è una novità in casa Napoli, ricordo ancora i 22 elementi competitivi richiesti da Mazzarri dopo la prima qualificazione in Champions League o il business plan invocato da Benitez nella trasferta di Wolfsburg. La scaramanzia è un “falso problema”, la scelta societaria di non organizzare più le conferenze stampa del prepartita e di limitare l’attività mediatica di Sarri risponde alla volontà di De Laurentiis di far parlare il suo allenatore solo quando è strettamente necessario. La sconfitta contro la Juventus è una mazzata ma il Napoli è secondo ad un punto dall’Inter, non bisogna assolutamente commettere l’errore di deprimersi, perdere certezze, sprofondare nella sensazione di non farcela. L’infortunio di Ghoulam ha tolto qualità, forza e incisività al piano A del Napoli, allo spartito che ha portato gli azzurri ad essere imbattuti per
Il rischio è la crisi di nervi, testa sul manubrio e pedalare Il post-partita contro la Juventus lancia dei segnali preoccupanti, è tornato lo scontro Sarri-società 26 gare consecutive in campionato, quello di Milik ha cancellato il piano B che Sarri aveva preparato durante il ritiro di Dimaro. Ci sono stati degli spezzoni con il 4-2-3-1, con quest’alternativa in corsa nelle trasferte di Kharkiv e Ferrara, in un caso gli azzurri sfiorarono la rimonta e in un altro riuscirono a portare a casa i tre punti. La Juventus ha fatto densità in zona palla, ha tolto profondità alla ma-
novra del Napoli, ha limitato i movimenti dei tre “piccoletti” e costretto gli azzurri a realizzare i cross facile preda della fisicità dei difensori bianconeri. Il Napoli ha avuto la migliore occasione sugli sviluppi di un calcio d’angolo con il colpo di testa di Insigne parato da Buffon e la conclusione di Albiol. Con la possibilità di cambiare abito a gara in corso, sarebbe stato più compli-
cato per Allegri reggere fino al fischio finale con l’efficace sistema difesa e contropiede. E’ inutile e triste il rimpianto di Higuain, bisogna pensare ad alternative di gioco anche nelle difficoltà, come spesso Sarri ha fatto. Zielinski nella posizione di Insigne sa essere incisivo, talvolta, con l’inserimento di Rog o Ounas, si può pensare a riportare Mertens a sinistra per sfruttare le sue qualità nell’uno contro uno con Callejon al centro dell’attacco. Sarri ha preso una squadra depressa dopo l’ultima stagione dell’era Benitez e l’ha portata a lottare per lo scudetto, valorizzando tanti giocatori, ma ora deve fare il salto di qualità. Non c’è bisogno dei cloni di Callejon, Mertens, Insigne ma di varianti, profili che possano cambiare l’inerzia della partita. Che senso ha bocciare Ounas perché è anarchico? L’algerino non deve fare il mestiere di Callejon ma saltare l’uomo e realizzare la giocata, tiro o assist che sia? Non si può rischiare la crisi di nervi alla prima sconfitta in campionato, bisogna mettere le mani sul manubrio e pedalare perché tutto è ancora da scrivere. Serve unità d’intenti, anche sul calciomercato perché i rinforzi, per essere utili, devono trovare spazio, altrimenti che senso ha acquistarli? Grassi e Regini sono gli esempi da non dimenticare.
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Manifestazione all’I. C. “Ludovico da Casoria” per celebrare la “Giornata Mondiale della Disabilità”
SPLENDIDA FESTA DELLA DIVERSITA’
Di forte impatto sull’animo dei convenuti la preziosa testimonianza di Lello Marangio Venerdì 1 Dicembre, si è svolta presso l’auditorium dell’Istituto Comprensivo “Ludovico da Casoria”la manifestazione “Nessuno Escluso”, mirata, nell’imminenza della “Giornata Mondiale della Disabilità” (3 Dicembre), ad esaltare il valore dell’inclusione e della inestimabile unicità di ogni persona. Alla presenza di un folto pubblico, composto da una rappresentanza di alunni, di docenti della scuola primaria e secondaria dell’Istituto e degli studenti del Liceo Gandhi, la Dirigente scolastica, prof.ssa Maria Grazia Puzone, nel salutare i convenuti, tra cui il consigliere regionale Antonella Ciaramella e il prof. Francesco Palladino, già Presidente distrettuale, ha posto in rilievo che “l’inclusione richiama l’idea dell’abbraccio, che contiene tutti, a prescindere dalla particolarità di ciascuno”, rimarcando l’importanza di un lavoro sinergico fra le varie Istituzioni, necessario per perseguire un effettivo processo inclusivo, nel quale gli operatori scolastici della “Ludovico da Casoria” credono moltissimo, consentendo ad ogni studente, con le proprie doti e caratteristiche peculiari, di crescere insieme con gli altri in un arricchimento reciproco. Anche la prof.ssa Rita Ronga, che ha organizzato l’Evento con l’insegnante Tonia Giacometti, nel commentare un video ritraente momenti gioiosi di attività inclusive di manipolazione per la costruzione di manufatti, ha evidenziato che accogliere, includere l’altro vuol dire rispettarlo nella sua identità, anche quando essa è diversa dalla mia. Anzi, é proprio nel confronto con la diversità che si matura la propria identità. A seguire, gli interventi del prof. Gennaro Ruggiero, Dirigente del liceo Gandhi e di Antonella Ciaramella, i quali hanno sottolineato altri aspetti della diversità intesa quale opportunità e ricchezza, mettendo in risalto che si scopre la nostra identità, non in un modo astratto o isolato, ma proprio tramite l’apprezzamento della diversità altrui, considerando, così, l’altro, non qualcuno che è di ostacolo alla mia crescita, ma un “pezzetto di paradiso” da accogliere ed amare con le sue indivi-
duali tipicità. E’ questa una consapevolezza, ha spiegato Salvatore Giacometti, Presidente dell’AIAS di Casoria, che mancava anni fa, “quando, per consentire a mia figlia, diversamente abile, di fruire delle necessarie terapie, ero costretto in alcuni giorni della settimana, a sottrarre diverse ore alla mia giornata lavorativa per accompagnarla a Napoli. Sacrifici enormi in un deserto di solitudine!” “L’Associazione Italiana Assistenza Spastici di Casoria è nata” - ha proseguito Giacometti –“ proprio con l’intento di offrire ai ragazzi disabili della nostra Città uno spazio accogliente di ritrovo in cui poter permettere loro di vivere esperienze umane e sociali formative, mediante la partecipazione ad attività manipolative e teatrali, abbattendo, in tal modo, le barriere dell’indifferenza e dell’isolamento.” Proprio sulle esperienze di spettacoli teatrali, è intervenuto brevemente il vicepreside, prof. Ludovico Silvestri, scrittore e attore, il quale ha spiegato che gli venne l’idea di far recitare insieme ragazzi diversamente abili dell’AIAS e studenti del Gandhi per rendere consapevoli questi ultimi di quanto debbano essere contenti delle proprie condizioni di vita, imparando ad apprezzare ciò che si è e ciò che si ha e a comprendere, nel contempo, il valore della solidarietà e della condivisione, mettendo in comune i rispettivi talenti. E, mentre il pubblico ascoltava tre canzoni del magnifico coro ( tra cui “Uno su mille” e “Noi ragazzi di oggi”), costituito dai ragazzi diversamente abili e dagli studenti del Gandhi, si è avvertito con profonda emozione che la vita è
realmente una sinfonia delle differenze, orchestrata, per chi crede, da Dio stesso, il quale sa farci cantare l’unica sua musica d’amore, ma con doti, limiti, culture, storie e talenti diversi. Dopo la proiezione di un cortometraggio (“La strada”), girato dagli stessi disabili con giovani liceali e già vincitore in passato di alcuni premi importanti (tra cui uno al “Giffoni Film Festival”), lo splendido evento si è concluso con la testimonianza di Lello Marangio, paraplegico dalla nascita, che ha raccontato agli studenti la sua esperienza di vita, tra discriminazioni, riscatto e poi integrazione sociale attraverso lo sport, dal momento che è stato campione di nuoto italiano e ha partecipato due volte alla traversata dello stretto di Messina a nuoto. “Grazie alla disciplina sportiva” – ha ricordato – “noi disabili risolviamo parte dei nostri problemi. Ho iniziato a praticare nuoto per caso e non l’ho più abbandonato. Decenni fa i concetti di inclusione erano estranei, ora invece nelle scuole iniziative come questa favoriscono l’integrazione e l’apertura verso chi vive, come me, con il sorriso e con tanto umorismo la propria condizione.” Infatti Marangio, persona simpaticissima, con cui ho avuto anche un breve colloquio telefonico, scrive testi comici per l’artista Peppe Iodice e a Febbraio presenterà ad Arzano il suo libro “Disabilmente comico “. Sia consentito al cronista, a conclusione di questo articolo, volgere un pensiero affettuoso, nella Giornata Mondiale della Disabilità, ai genitori delle persone disabili, che danno anima e corpo per assistere i figli, percependo con dolore,
DOMENICA 10 DICEMBRE 2017 non poche volte, la sensazione di sentirsi soli e abbandonati dalle Istituzioni. Ma questa è un’altra storia, amara e triste, da affrontare in altra occasione. Oggi, vogliamo rendere omaggio alle molte mamme e ai tanti papà per la loro pazienza, ossia la capacità di mettere in gioco un grande lavoro di abilità che comprende la calma, pur nell’apprensione, la diligenza, nonostante i momenti di sconforto, la costanza, benché non manchino giorni di stanchezza psico-fisica; pazienza anche nel saper tollerare a lungo non solo i continui sbagli, ma soprattutto la fatica nel constatare che spesso i miglioramenti non ci sono o sono apparentemente nulli. A tutti questi genitori dedico un componimento poetico scritto da una mamma
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di un figlio diversamente abile: “Quando ti ho visto, ho avuto paura… paura di non farcela, paura di non essere in grado di provvedere ai tuoi bisogni, son passati quindici anni…e tu sei ancora distesa su un tappeto, ignara forse di tutto, ma non del mio sorriso. Ora la
BIOLOGIA DELLA NUTRIZIONE
paura non c’è più. Solo tanta stanchezza e riconoscenza. Riconoscenza per quello che mi hai insegnato. Per le parole che mi hai detto …col sussurro dei tuoi sguardi. Per gli abbracci che mi hai donato, con le braccia assenti e le mani rattrappite. Per l’amore che traspare dalla luce dei tuoi occhi. Un amore sofferto che ritroverò sicuramente quando saremo là, nell’altra vita che tu mi hai già fatto intravedere quaggiù… Sarà splendidamente nostra.” Ed ecco, infine, un’altra breve testimonianza, questa volta di un papà: “In ciascuna persona albeggia qualcosa di infinito, indipendentemente dallo stato di salute.”
a cura della Dott.ssa Flavia Altieri, Biologo Nutrizionista
Mandorle e cioccolato abbassano il colesterolo cattivo
Mandorle e cioccolato come ottimi alleati del cuore. Se assunti con moderazione, sembra aiutino a ridurre il rischio di malattie cardiache, in particolare quelle coronariche. A rivelarlo è una ricerca della Pennsylvania State University, pubblicata su Journal of the American Heart Association. Gli studiosi hanno preso in esame 31 persone di età compresa tra i 30 e i 70 anni. Per un mese, i partecipanti non hanno mangiato nessuno degli alimenti nello studio. Nel successivo periodo di un mese, hanno invece assunto 42,5 grammi di mandorle al giorno, in una fase successiva hanno mangiato 43 grammi di cioccolato fondente in combinazione con 18 grammi di polvere di cacao e in ultimo invece tutti e tre i cibi. Lo studio ha mostrato che le mandorle consumate da sole abbassavano il colesterolo LDL, quello cosiddetto cattivo, del 7% e anche in combinazione col cioccolato risultavano ridotte le piccole particelle dense di LDL che sono un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari. Il cioccolato fondente da solo, invece, non aumentava né diminuiva i livelli di colesterolo. “Da questo studio arriva un messaggio importante. Le mandorle devono essere parte di
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una dieta sana” conclude Penny KrisEtherton, autrice principale dello studio. Costituite per il 50% da grassi monoinsaturi e polinsaturi, le mandorle sono una preziosa fonte di energia e hanno un potere calorico elevato (100 grammi di mandorle contengono 600 kcal), per questo vanno consumate con parsimonia. Le mandorle sono una preziosa riserva di vitamina E e di sali minerali, soprattutto di magnesio, ferro e calcio. Tra i semi oleosi sono quelli che vantano il più alto contenuto di fibre (12%). Le mandorle sono le regine della frutta secca: sono un vero toccasana e un prezioso contributo naturale per combattere e prevenire numerose patologie. Sono un potente antiossidante naturale, preservano la giovinezza, la bellezza della pelle e il benessere dei capelli. Grazie alle elevate quantità di ferro sono un buon rimedio contro l’anemia, mentre il calcio le rende preziose per la salute delle ossa.Alcuni studi hanno inoltre dimostrato che le mandorle hanno effetti positivi su chi è affetto da diabete di tipo 2, migliorando la sensibilità verso l’insulina. Dalle mandorle viene estratto anche un olio molto usato nella cosmesi naturale per le sue proprietà lenitive ed emollienti.
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Sergio Bruni nell’affettuoso ricordo della figlia Bruna Chianese «‘A ggente sa che dice? Ca tu si ‘a voce ‘e Napule. E sa che dice pure? Ca Napule songh’io. Si tu si ‘a voce ‘e Napule e Napule songh’io: chesto che ven’ ‘a dicere, ca tu si ‘a vocia mia!». E poi la dedica: al mio fraterno amico Sergio Bruni. L’incipit della nostra intervista è proprio la sentita declamazione di questa poesia fatta da Bruna Chianese, una delle figlie del grande cantante e compositore napoletano. Cosa significa, Bruna, che Sergio Bruni è la voce di Napoli? “Penso che sia perché la sua voce esprime la tradizione canora partenopea in tutto il mondo” Una tradizione che poi si è trasformato, per il pubblico, in un affetto che ancora continua. “Nonostante siano passati tanti anni dalla sua morte, la sua arte e il suo ricordo sono vivi più che mai, ne sono testimonianza i messaggi che ci arrivano da tutto il mondo per esprimere la gratitudine della gente per le sue canzoni e per le emozioni che ha donato a tanti” Era questo il suo obiettivo? “Il suo obiettivo era quello di donare gioia alla gente e sapeva di darla. Voglio raccontarti un episodio emblematico: un signore che versava in fin di vita chiese di potere ascoltare per l’ultima volta mio padre e lui si recò con la sua chitarra al suo capezzale per esaudire questo desiderio”. Come Eduardo anche tuo padre passava per uno con il carattere rigido. “Sì ma non è vero, per lui l’arte era sacra , era come un qualcosa di religioso e voleva che fosse seguita, come in Chiesa, con attenzione proprio per coglierla
pienamente, senza distrazioni” In pratica il suo era un impegno incessante nella ricerca della perfezione. “Cominciava da quando si svegliava ed anche quando si faceva la barba; pure in vacanza si portava la chitarra per non interrompere questa sua attività di studio” In tanti hanno cercato di imitarlo ma nessuno poteva raggiungerlo. “Sì, in tanti ci hanno provato ma lui era inimitabile per la sua peculiarità”. Oggi esiste un erede di Sergio Bruni? “Non può esistere perché ogni artista ha una sua peculiarità, un suo modo di proporsi, oggi ci sono tanti cantanti tutti meravigliosi con le sonorità di oggi ma anche in passato c’erano bravi cantanti come Mario Abbate, lo stesso Renato Carosone, Aurelio Fierro e tanti altri. In famiglia oggi a cantare è mia sorella Adriana che è spesso all’estero dove è molto richiesta”. Poi Roberto De Simone, da sempre attento nel cogliere l’aspetto antropologico di artisti e di testi colse nelle interpretazioni di tuo padre ‘l’ultimo
miracoloso innesto tra mondo contadino e mare di Napoli’, sublime definizione scaturita dall’incontro artistico di due colossi della musica. “Roberto De Simone fu uno dei numerosi amici di mio padre, tra artisti e politici, che venivano a casa nostra, tanto che venne anche in Chiesa a suonare al mio matrimonio; insieme realizzarono le orchestrazioni della sua antologia della canzone napoletana ‘Sergio Bruni Napoli la sua canzone’: rivisitazione delle canzoni napoletane dalle villanelle del 500 a testi da lui scritti negli ultimi anni. Certamente la definizione di De Simone trova elementi di riscontro nel vissuto di mio padre che nacque a Villaricca, comune a vocazione agricola dell’hinterland a nord di Napoli, poi ragazzo andò a vivere con la famiglia a Chiaiano, quindi il transfert campagna–città c’è effettivamente stato con la probabile influenza sulla sua formazione musicale che De Simone ha colto”. A Chiaiano, quartiere a nord di Napoli, avvenne il suo approccio con l’arte. “Si, alcuni amici lo incoraggiarono; tra questi un medico in modo particolare, apprezzando le sue doti, lo presentò al cantante Vittorio Parisi che aveva una scuola di canto in cui mio padre si distinse e che lo fece esordire; sulla scia di questo successo partecipò a un concorso per voci nuove bandito dalla RAI: c’erano 350 concorrenti, mio padre fu il vincitore con 298 voti, il secondo ebbe 43 voti; dopo continuò a studiare dizione e canto con il maestro Campese che dirigeva l’orchestra stabile della Radio di Napoli e che gli consigliò anche il nome d’arte Sergio Bruni”.
DOMENICA 10 DICEMBRE 2017 Sergio Bruni ha scritto la musica di molte canzoni, ma la sua formazione non è stata scolastica. “Mio padre è stato assolutamente autodidatta sia musicalmente che culturalmente, ma con la sua forza di volontà e l’impegno ha raggiunto uno straordinario livello nel canto e nella chitarra”. Altro incontro determinante quello con il poeta Salvatore Palomba. “Assolutamente, dal loro sodalizio artistico sono uscite due canzoni ‘Carmela’ e ‘Amaro è ‘o bene’ che io considero tra le più belle canzoni del repertorio di mio padre” Ricercatore di perfezione vocale, Sergio Bruni, ma non solo: nessuno come lui ha spaziato nel panorama delle canzoni napoletane, dalle stupende Villanelle del 500, alle canzoni classiche conosciute in tutto il mondo, tanto che l’ultima canzone classica napoletana è unanimemente considerata ‘Carmela’; per poi passare alla canzone sociale sempre scaturite dal fortunato incontro con il poeta Salvatore Palomba: : ‘A libbertà’; ‘Chiappariello’; ‘O guardamacchine’ canzoni che descrivono in modo crudo la fanciullezza dolorosa dei nostri ragazzi, poi la canzone politica con ‘Masaniello’ e ‘Napule nun t’’o scurdà’sulle ‘Quattro giornate di Napoli’ che poi portarono Salvatore Palomba in diverse Scuole di Napoli per
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incontrare e informare i giovani su arte e storia. E questo è il Sergio Bruni uomo di profonda cultura e senso sociale e politico. Sergio Bruni, maestro entusiasta dei giovani, fondò una Scuola di Canto nella sua Villa a Napoli. Il Sergio Bruni Maestro è nel racconto di Peppe Napolitano, uno dei suoi allievi. “Lavoravo al Commissariato per la Ricostruzione post terremoto, conobbi il Maestro Sergio Bruni per caso e mi volle nella sua Scuola di Canto nella sua Villa, per motivi di lavoro andavo di sera tardi e studiavamo di notte canto e chitarra, mi ha insegnato tutto e artisticamente gli devo tutto” Cosa ricordi di quel periodo, Bruna? “E’ un altro aspetto essenziale della vita artistica di mio padre; questa Scuola era assolutamente gratuita e la fece con la passione e l’entusiasmo che metteva in tutte le cose, senza risparmiarsi”.
Cosa resta oggi di Sergio Bruni? “Tutto e questo grazie alla tecnologia moderna e al web che permette a tutti in tutto il mondo di ascoltare la sua voce e conoscere la sua arte e anche di fare degli arrangiamenti rielaborazioni delle sue canzoni. Noi l’arte di mio padre la portiamo avanti anche grazie alla Fondazione ‘Sergio Bruni’, di cui è presidente mio marito Tancredi Cimmino”. Il Comune di Napoli collabora a questo discorso sull’arte e la memoria su un napoletano DOC quale è stato tuo padre, uno dei vanti di questa Città? “Certamente si può fare di più, gli è stata intitolata una strada di non grande rilievo e, in più, non è sepolto a Poggioreale nel Recinto degli Uomini Illustri come gli spetterebbe e vorremmo”. Una delle numerose ‘amnesia’ di questa Città di cui Sergio Bruni è stato figlio appassionato, devoto, affezionato ed illustre mai abbandonandola: Napule nun t’’o scurdà!
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CARMEN PALUMBO
INTERVISTA A MIMMO MALFITANO GIORNALISTA DELLA GAZZETTA DELLO SPORT
Questa settimana abbiamo approfondito l’argomento “Napoli”, con il giornalista Mimmo Malfitano, che da anni scrive per la Gazzetta dello Sport e si occupa prevalentemente della nostra squadra. In vista degli ultimi risultati in Campionato e dello scontro in Champions con il Feyenoord, abbiamo chiesto a Malfitano le sue idee riguardo a questo Napoli, che sembra molto stanco ma nonostante tutto continua la sua corsa allo scudetto. Gentile Mimmo, il percorso del Napoli in Campionato fino a questo momento è stato sicuramente eccellente, la sconfitta con la Juve, potrebbe essere considerata come un segnale di allarme o come un semplice incidente di percorso? Guardando le prestazioni più che i risultati dell’ultimo mese, diciamo che questa sconfitta potrebbe essere un allarme. Sicuramente perdere contro la Juve non è disonorevole, è ancora oggi la squadra più forte sia per qualità che per organico, però per il Napoli che non perdeva da 26 partite in campionato, accettare la sconfitta è sempre complicato, anche perché non si è più abituati a perdere. Adesso si fa più fatica a metabolizzare questa sconfitta, ma non ne farei un dramma. Secondo lei, il Napoli può continuare con questi ritmi fino alla fine del Campionato o andiamo a pagare una rosa che non è al livello di altre squadre, come Juve ed Inter? Come dicevo prima, è evidente che il Napoli in questo momento ha un calo di prestazioni, i giocatori sono stanchi, affaticati, si
è fermato anche Insigne, mentre Callejon, Mertens e Hamsik, sono tutti giocatori che da tempo non reagiscono più come hanno fatto in precedenza, quindi vuol dire che qualcosa non funziona. Sicuramente Sarri dovrebbe abbandonare un po’ il suo integralismo e usufruire di quegli elementi che sono in panchina e che fino ad ora ha utilizzato con il contagocce. Per risolvere questa situazione di stanchezza generale, cosa si può fare nel mercato invernale? Sicuramente nel mercato invernale bisogna concentrarsi a cercare un difensore esterno, che vada a ricoprire il ruolo di Ghoulam, che non credo sarà disponibile prima di quattro o cinque mesi. Per quanto riguarda l’attaccante, il Napoli ha già acquistato Inglese dal Chievo, ma non so se questo ragazzo sia nelle condizioni di immergersi in una realtà completamente diversa rispetto a quella che sta vivendo adesso. Inglese deve passare da un Chievo, che sta facendo un buon campionato, ad un Napoli che punta alla corsa scudetto e che ha molti altri impegni importanti. Nella nostra corsa allo scudetto, dobbiamo temere più la Juve o l’Inter, a questo punto? Vanno temute tutte e due allo stesso modo. La Juve ha un organico di 22 giocatori titolari, nel senso che in questa squadra non esistono vere e proprie riserve. Mentre per quanto riguarda l’Inter, è una squadra più libera rispetto al Napoli e alla Juve, non ha altri impegni e può quindi concentrarsi solo sul Campionato.
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EMILIA SENSALE
Mario Talarico: “L’artigianato sta scomparendo, si devono inserire gli antichi mestieri già dalle scuole elementari”
L’ombrello rappresenta un oggetto che protegge da qualcosa, dalla pioggia o dalla luce troppo forte del sole, e nella quotidianità sarebbe utile avere simbolicamente un ombrello capace di proteggerci dalle inevitabili tempeste emotive portate dalle brutte notizie. A ben rifletterci, ognuno di noi quando vede delle nuvole nel cielo cerca di avere un ombrello nella borsa e vari ombrelli nella vita di tutti i giorni: hanno per stecca i sorrisi delle persone che amiamo e per manico i nostri progetti professionali e personali. Ci sono gli ombrelli di Mario Talarico, dei piccoli grandi capolavori ricchi di bravura e fantasia, che nascono nella sua bottega a Napoli dove turisti e cittadini partenopei accorrono per conoscerlo, un artigiano dal sapere di origini antiche che resiste ancora oggi nonostante tante difficoltà. Grazie ai social le sue opere vengono condivise e apprezzate in tutto il mondo. Come hai iniziato questo mestiere? “Sono cresciuto in bottega, mio padre era maestro di pelletteria, realizzava borse e cinture artigianali. A otto anni gli facevo compagnia dopo la scuola, mio padre capì il mio talento e a dodici anni mi insegnò a cucire a macchina e a fare i modelli. Ho lo stesso nome di mio zio che aveva bisogno di un successore, così tutto ciò che sapevo fare lo inoltrai sugli ombrelli. Iniziai subito a creare i modelli, anche particolari, poi avendo il dono di dipingere, sono il discendente di Achille Talarico pittore dell’Ottocento, mi sono creato un nome dipingendo sui parasole. Mi chiamavano ‘Giovanotto’, oggi mi chiamano ‘Maestro’”. Cosa rappresenta quotidianamente e simbolicamente l’ombrello per te? “Un simbolo di sicurezza, un qualcosa che ti protegge. E forse questo mi aiuta ancora di più, il costruire qualcosa di utile e in alcuni casi anche di elegante...”. Spesso sugli ombrelli trasporti, disegnandole a mano, immagini legate all’attualità.... “Io ho sempre disegnato, è una grande passione e per portarla avanti ho pen-
sato di unire le due arti, realizzando qualcosa che avrei potuto fare solo io. Così ho iniziato a dipingere le immagini di chi ha fatto grande Napoli come Totò, Eduardo, la Loren e molti altri. Tutto è iniziato come un gioco, ma col tempo sono stato contattato sempre più da persone che volevano un parasole personalizzato. Tra i tanti ricordo Luigi De Filippo, che mi chiese il parasole con l’immagine del papà Peppino. A maggio ne ho dedicato uno a Totò da mettere nel suo Museo grazie all’aiuto della nipote Elena, poi ne ho dedicato uno al grande Elvis e tanti altri ancora...”. Sei molto bravo nel raffigurare a mano i personaggi.... “A volte sono nervoso perché ho tante passioni ma non ho il tempo per poterle fare.... Vorrei tanto trovare più tempo per poter disegnare, mi accontento di farlo sui miei parasole e ombrelli. Totò per esempio è il mio vanto, ho cercato di dare ad ogni suo personaggio che interpreta tutta la sua espressione e comicità, sembra che si muovono. È il cuore che guida la mia mano destra». Cosa significa portare avanti un mestiere del genere in un mondo dove hanno grande diffusione gli ombrelli prodotti non artigianalmente, tutti uguali e che spesso si rompono alla prima folata di vento? “Esiste ombrello e ombrello. Quelli che vendono sui carrozzini per strada sono truffe belle e buone, non servono a nulla... Sono situazioni che ci aiutano a vendere i nostri ombrelli perché la gente dopo l’errore viene da noi sapendo che si affidano a circa duecento anni di competenza tramandata. Qualità, originalità e passione”. C’è un aneddoto accaduto nel tuo negozio che ti va di raccontare? “Vivo ogni giorno un grande teatro.... Capita di tutto. Ricordo un episodio di circa sette anni fa. Un signore entrò con sua moglie, si guardarono attorno incuriositi poi lui dopo una bella chiacchierata mi guardò negli occhi e mi disse ‘So che mi prenderai per pazzo ma io sono un sensitivo, tu diventerai un grande’.
Mi venne subito la pelle d’oca”. A qualcuno desideroso di seguire le tue orme cosa consiglieresti? “Di non arrendersi mai.... Se davvero ci credi, non ascoltare mai gli altri ma credi in ciò che fai e che vuoi diventare.... Disney diceva che tutto nasce da una scintilla e se lo puoi sognare lo puoi anche realizzare. L’artigianato sta quasi scomparendo ovunque, si devono inserire gli antichi mestieri già dalle scuole elementari. I giovani sono e saranno la nostra forza”.
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COMUNICATI STAMPA
Il Comune recupera circa 1 milione e mezzo di euro per finanziare Opere Pubbliche
Casoria - L’Amministrazione Comunale ha approvato un differente utilizzo dei residui dei mutui contratti negli anni dal Comune per finanziare lavori inseriti nell’elenco annuale delle Opere Pubbliche. Nel corso degli anni, il comune di Casoria ha contratto alcuni mutui presso la Cassa Depositi e Prestiti per opere ad oggi realizzate. Nell’ottica di migliorare la Città di Casoria abbiamo utilizzato i residui di questi prestiti per finanziare ulteriori interventi pubblici. A conclusione dell’ottimo lavoro di verifica ed accertamento risulta disponibile ancora la somma di circa € 1.390.000,00 che sarà utilizzata per la realizzazione di alcuni degli interventi inseriti nell’elenco annuale delle Opere Pubbliche: Nuova realizzazione di strade e marciapiedi; Riqualificazione della scuola di Via Arpino; Accordo Quadro per la manutenzione stradale anno 2017/2018; Riqualificazione delle aree pedonali di via Principe di Piemonte; Ristrutturazione edificio della stazione dei Carabinieri di via Pio XII; Riqualificazione traverse viale Europa. “Siamo soddisfatti di essere riusciti ad attuare misure concrete per la riqualificazione urbana, soprattutto attraverso l’impiego di risorse ad oggi inutilizzate”. – Commenta il sindaco di Casoria Pasquale Fuccio – “La strada che abbiamo intrapreso è lunga e piena di ostacoli, ma con determinazione stiamo cercando di raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati per la normalizzazione della vivibilità urbana”. Dalla Casa Comunale
Fratelli d’Italia, Casoria conquista due seggi nell’assemblea nazionale del partito
Si è concluso domenica scorsa, con la rielezione alla carica di presidente nazionale di Giorgia Meloni, e l’approvazione del nuovo simbolo, il secondo Congresso nazionale di “Fratelli d’Italia”, di scena a Trieste, la più “italiana” delle città. Animato da 5000 delegati, provenienti da ogni regione d’Italia, il Congresso rappresenta un vero e proprio spartiacque, nella breve storia del partito. Erano maturi i tempi, affinché la cosiddetta “Generazione Atreju”, alla quale appartiene a pieno titolo anche la Comunità di Casoria, prendesse le redini del movimento, facendone l’approdo ideale per tutti i “patrioti”, declinando questo termine in chiave moderna. In tal senso, era necessario riconfigurare il rapporto con le esperienze che rappresentano il retaggio politico-culturale di FdI: da oggi, non più eredi, ma prosecutori della storia gloriosa di Msi e Alleanza Nazionale. Il Congresso Nazionale tuttavia aveva il compito di eleggere la nuova assemblea nazionale, organo del partito che ne indirizza la vita, in termini politici e organizzativi. La Comunità di Casoria porta a casa un risultato non solo di prestigio. Due suoi rappresentanti, infatti, sono stati eletti in assemblea. Si tratta di Luca Scancariello, e di Rosario Busco. A loro, un sincero augurio di buon lavoro da parte dell’intera Comunità militante. Costituente Cittadina “GIORGIA MELONI” Casoria
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20 COMUNICATO STAMPA L’amministrazione comunale di Casoria (NA), perseguendo l’obiettivo di promuovere e sostenere la collaborazione con i privati al fine di realizzare e/o completare opere pubbliche, con atto n. 7 del 04/08/2017 ha emanato indirizzo di predisporre un atto di manifestazione di interesse per la valorizzazione di un’area urbana ubicata in via Michelangelo, ritenendo necessario completare il parco con un’adeguata attrezzatura per consentirne la piena ed immediata godibilità, in esecuzione di quanto previsto dal piano annuale delle opere pubbliche, nonché dal programma URBACT III - network Sub>Urban|Reinventing the fringe, di cui Casoria fa parte. Nell’intenzione di dotare il parco delle attrezzature minime per la fruibilità pubblica sono state individuate diverse tipologie di attrezzature: • panche e tavoli • giochi per bambini • cestini per la raccolta differenziata dei rifiuti • rastrelliere. In esecuzione della delibera di Giunta Comunale n° 101 del 09/11/2017, recante ad oggetto “Programma Urbact”. Azioni finalizzate all’apertura al pubblico del parco di via Michelangelo. Manifestazioni d’interesse. Approvazione.”, il Comune di Casoria, con la finalità di re-
alizzare maggiori risparmi di spesa e nel perseguimento di finalità pubbliche, con il presente avviso intende attivarsi, con procedura ad evidenza pubblica, per la ricerca di soggetti che intendano proporsi come sponsor dell’Amministrazione per la realizzazione delle attrezzature, su progetto del Settore VII (secondo quanto previsto dall’art. 19 del D. Lgs. 50/2016; dall’art. 43 della legge 27 dicembre 1997, n. 449; dall’art. 28, comma 2 lett. a) della Legge 23 dicembre 1998, n. 448; e dall’art. 119 del Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267). I soggetti individuati come sponsor potranno godere dei vantaggi fiscali derivanti dagli investimenti in contratti di sponsorizzazione, intesi quali strumenti pubblicitari, previsti dalla vigente normativa e pertanto essendo “spese di pubblicità” saranno interamente deducibili dal reddito (art. 108 c.2 ex art 74 c. 2 D.P.R. 917/86); l’attività di sponsorizzazione rientra tra le attività aventi rilevanza commerciale per l’Ente, pertanto, a seguito dell’accettazione della sponsorizzazione sarà emessa regolare fattura, saranno dunque applicate le disposizioni sulla tracciabilità dei flussi finanziari di cui alla Legge n° 136/2010 “Piano straordinario contro le mafie”, come modificato dalla legge n. 217/2010 di conver-
sione del decreto legge n. 187/2010. Le proposte di sponsorizzazione devono essere elaborate secondo quanto specificato nell’avviso e nei documenti allegati, e dovranno essere presentate entro le ore 12,00 del 21 dicembre 2017 all’Ufficio Protocollo del Comune di Casoria al seguente indirizzo “COMUNE DI CASORIA – Ufficio Protocollo Piazza Cirillo 1, 80026 Casoria (NA)”; è altresì ammesso l’invio della candidatura mediante l’utilizzo di posta elettronica certificata o raccomandata del servizio postale, secondo i termini e le modalità previste nell’avviso. L’avviso e i documenti allegati sono disponibili al seguente link: https://drive.google.com/ open?id=1dt0irV0SRUc0MB5_ C5iGVZ-yYckjVKKK Pubblicato alla sezione “Avvisi Pubblici” del sito www.comune.casoria.na.it, sulla pagina del Settore VII - Lavori Pubblici e Manutenzione http://pianificazionecasoria.blogspot.it/2017/11/ avviso-pubblico-per-la-ricerca-di.html e sulla pagina facebook https://www.facebook.com/UrbactIIICasoria. L’ Assessore ai Lavori Pubblici Dott.ssa Marianna Riccardi Il Sindaco Avv. Pasquale Fuccio
DOMENICA 10 DICEMBRE 2017 GIUSEPPE NAPPA
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Serena Autieri in Rosso Napoletano: quattro giornate d’amore In scena al Teatro Augusteo dall’8 dicembre
“Rosso è il colore dell’amore, della passione, della superstizione, del pomodoro, del sangue, del fuoco, della rabbia, della preghiera e della resistenza. Rosso è il colore del magma che ribolle eternamente nel ventre della città come il suo meraviglioso e infinito patrimonio musicale, per quell’istinto unico di vivere e di inventarsi” spiega il regista Vincenzo Incenzo per questo spettacolo dedicato alle quattro giornate di Napoli. La conferenza stampa si è tenuta il 5 dicembre alle 11.30 al Teatro Politeama presenziata da una meravigliosa Serena Autieri che vestirà i panni di Carmela, una panettaia che ha accantonato la sua femminilità per crescere da sola la sua bambina, riapre il suo forno e incontra il tedesco Rafael, un atipico soldato tedesco che odia la guerra, ma ama le canzoni napoletane. Una storia d’amore avvincente che ha come sfondo un momento storico davvero significativo per la nostra città: le quattro giornate di Napoli. In scena con la Autieri due pilastri del teatro napoletano, Maria del Monte e Benedetto Casillo, per un totale di dodici personaggi con un corpo di ballo con le coreografie del bravissimo Bill Goodson. La direzione Musicale è del maestro Enzo Campagnoli. Scenografia Roberto Crea. Costumi Concetta Iannelli. Uno spettacolo prodotto da Enrico Griselli per Engage.
Serena Autieri in questo spettacolo, in scena al Teatro Augusteo da venerdì 8 dicembre fino a domenica 17, raccoglierà il canto di libertà di un popolo che, armato del proprio orgoglio, insorge contro l’oppressione per salvare i suoi figli, affermando la proprio identità. “Napoli fa miracoli, trasforma farina, pummarola e caffè in luoghi dell’anima, Napoli mischia origine e destino, lacrime e salsedine, gioia e disperazione, Napoli è inno eterno alla vita e non dobbiamo mai smettere di celebrarla”. È questo è l’omaggio che il regista Vincenzo Incenzo vuole fare a Napoli. E per farlo si è ispirato sia al film di Nanni Loy “Le quattro giornate di Napoli” sia a suo fratello, uno storico, Antonio Incenzo. Spiccano tra la compagnia, vestiti con gli abiti di scena per questa conferenza stampa, figure come i femminielli, le prostitute e le popolane. In merito alla figura delle popolane e del film di Nanni Loy il regista Vincenzo Incenzo ha voluto evidenziare un particolare, concludendo con una frase famosa del film di Nanni Loy l’incontro con i giornalisti: “Perchè non sparano a Roma? No, a Roma c’è mio figlio, meglio che sparano quì”. Una frase che il regista ha voluto lasciare nel copione dello spettacolo, dove una popolana alla domanda del perché stessero sparando a Napoli e non a Roma, risponde meglio qui, manifestando tutto l’amore che una madre può avere per un figlio.
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Augurissimi
Giovedi 30 Novembre 2017, presso L’Università degli Studi di Campobasso - UNIMOL, il Nostro Alessandro Guerra ha conseguito la laurea in Scienze Infermieristiche – Facoltà di Medicina e Chirurgia. È stata discussa una tesi in Medicina Interna dal titolo: “Vac therapy nel trattamento delle ulcere da pressione infette: revisione della letteratura”, relatore Prof.ssa Graziamaria Corbi. Che tu possa portare sempre dentro di te quest’emozione: ti aiuterà a ricordare che i sacrifici e l’impegno ripagano sempre! Ad maiora Alessandro! Ti vogliamo bene...La tua Famiglia.
Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. Reg. 5116 del 28/02/2000
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Direttore Responsabile: Ferdinando Troise Stampa: PRINTING HOUSE - CASORIA
Tiratura 7000 copie. Distribuzione gratuita. Questo numero è stato chiuso il 7 DICEMBRE 2017
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