DOMENICA 1 DICEMBRE 2019
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ANNO XIX - N° 37 - DOMENICA 1 DICEMBRE 2019
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L’ AZIENDA COMUNALE, UNA “MACCHINA SENZA MOTORE”
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ANTONIO BOTTA A colloquio con il dott. Luigi Goffredi, Assessore al Bilancio, Programmazione economica e Tributi del Comune di Casoria
L’ AZIENDA COMUNALE, UNA “MACCHINA SENZA MOTORE” Mi accoglie cordialmente, nel suo ufficio municipale, il dott.Luigi Goffredi, nominato direttamente dal Sindaco per ricoprire il delicato e impegnativo ruolo di Assessore tecnico al Bilancio, alla Programmazione economica e ai Tributi. Da apprezzare certamente la sua capacità di rendere chiari e comprensibili alcuni concetti “tecnici” relativi ai settori di cui si occupa. Il Direttore di questo giornale, Nando Troise, qualche settimana fa, ha scritto che il Comune di Casoria è afflitto dal serio problema del “dissesto amministrativo”. In cosa consiste concretamente? Le rispondo in maniera chiara che il personale nell’azienda comunale della Città è inferiore rispetto alle necessità. Consideri che un Decreto ministeriale del 2018 dispone che ogni Comune si debba dotare di un dipendente per ogni 126 abitanti. Poiché Casoria ne conta circa 80.000 , dividendo la cifra per 126, si stabilisce il fabbisogno dell’Ente
Personale in affanno perché di numero inferiore rispetto alle necessità. Situazione debitoria critica ed “entrate” nella media del 40% rispetto a quanto dovuto
locale richiesto dal Decreto, ossia 634 dipendenti. Noi, invece,ne abbiamo poco più di 300, meno della metà rispetto a quelli che, in base al testo ministeriale, dovremmo avere. Però, non ha considerato che nell’organico figurano anche gli LSU E’ vero, ma sono persone che svolgono compiti di supporto, di assistenza. Non
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possono assumere ruoli di responsabilità, per i quali si richiedono competenze specifiche in campo amministrativo e informatico, operando, ad esempio sulla piattaforma; a noi mancano appunto funzionari, figure intermedie, per intenderci, tra Dirigenti e dipendenti. Tale situazione è determinata, nella Pubblica Amministrazione, dal blocco del “Turn Over”, per la razionalizzare della spesa pubblica, ma sicuramente “la quota 100” ha favorito la diaspora dei dipendenti che hanno scelto il collocamento a riposo. E’ così? Certo,con la “quota 100”, vi è stata una fuga di dipendenti comunali e molti Enti locali, in tutta Italia, sono in deficit di personale. E’ mancato il ricambio promesso: non è vero che i posti lasciati vuoti da chi è andato in pensione sono stati occupati da personale giovane: consideri che noi abbiamo al momento 4 Dirigenti su otto settori e qualcuno è di nuova nomina. continua a pag. 4
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4 SEGUE da pag. 3
Come l’Ente locale ha pensato di rimediare al sottodimensionamento di personale? Da Luglio ci siamo attivati per rinforzare la macchina comunale: non abbiamo fatto ricorso ai concorsi, le cui procedure sono lunghe e complesse, tra nomine di personale addetto alla elaborazione e alla correzione delle prove, tempi necessari per la selezione dei candidati, pubblicazione delle graduatorie, ricorsi eventuali… Per questo, stiamo attingendo dalle graduatorie di tutti i Comuni,come previsto dalle norme vigenti, per assumere una ventina di dipendenti da insediare nei vari uffici. Abbiamo necessità di accorciare i tempi, da sei mesi si stanno sbrigando gli adempimenti ordinari, ma per l’arretrato siamo in affanno. I dipendenti attualmente a disposizione, pur capaci e alacremente impegnati, non riescono a smaltire la mole pesante di lavoro delle pratiche pregresse, che riguardano soprattutto due settori: “Servizi sociali” e “Avvocatura”. Ad esempio, per i “debiti fuori bilancio” il personale attualmente a disposizione può lavorare su quelli del 2019, ma per i procedimenti relativi agli anni precedenti non si può gravare sul poco personale in dotazione all’ Ente. Insomma, la situazione dell’azienda comunale è sinteticamente definibile con questa metafora, che dà l’idea della situazione in cui essa si trova: è una “macchina priva di motore” Lei è anche Assessore al Bilancio: può farci un quadro sintetico della situazione debitoria dell’Ente? E’ stato effettuato il monitoraggio della situazione debitoria relativa a quella dell’anno corrente. Per il momento, quindi, è stato chiuso l’ “esercizio” 2019. A Dicembre,poi, in uno dei Consigli comunali, si definirà con esattezza la situazione debitoria dell’Ente. Cosa
significa? Quantificherò, in via ufficiale tutti i debiti commerciali dell’Amministrazione per le varie prestazioni ricevute e non pagate: debiti contratti negli anni dal 2012 al 2018, di cui non sono stati emessi gli atti di liquidazione delle somme spettanti ai creditori. Per ora, stiamo pagando le prestazioni relative al 2019. “I debiti fuori bilancio”, dunque, sono il “tallone d’Achille” del Comune di Casoria. C’è da chiedersi il motivo, non crede? Guardi, io sono un Assessore “tecnico”; tra l’altro, precedentemente ho lavorato nel Comune di Napoli. Lei mi ha rivolto una domanda politica e, dunque, il suo quesito lo dovrà rivolgere agli amministratori che hanno governato la Città in questi anni. Io le posso fornire solo dati tecnici. Al riguardo, le posso comunicare che per i “debiti fuori bilancio” sono pervenute sentenze al Comune, riguardanti gli anni poc’anzi menzionati, non ancora “riconosciute” dall’Ente locale; il “riconoscimento” costituisce la prima fase della sentenza (art. 194,lett.E). Per l’anno corrente vi è stato il riconoscimento di una somma ammontante a 4 milioni di euro; i successivi passaggi saranno “la messa in liquidazione”, ad opera dei Dirigenti, e il successivo pagamento delle parcelle da parte della Ragioneria. Abbiamo parlato del Comune “debitore”, ma è anche “creditore” di chi
evade, non pagando i tributi. Che cosa può dirci al riguardo? Sì, stiamo predisponendo strumenti per il recupero di residui attivi ammontanti a 129 milioni di euro circa, che vanno dal 2010 ad oggi. Quelli che contano maggiormente riguardano gli ultimi anni. E qui pigiamo di nuovo il dito sulla piaga dolente dell’esiguità del personale preposto all’accertamento. Ci siamo rivolti all’Agenzia delle Entrate, essendo stata chiusa Equitalia. L’Ente riesce a riscuotere il 10 – 15 % sui residui di cui è creditore; per la riscossione ordinaria, siamo intorno al 40 – 43%, a fronte di una media nazionale che è superiore al 60%. Un esempio: se si emettono cartelle per un valore di 18.000.000, l’entrata si aggira intorno al 40 %, 7 milioni, dunque, si riscuotono, gli altri 11 milioni sono collocati tra i “residui attivi”, da esigere, quando sarà… Quindi, ciò determina il cosiddetto squilibrio di cassa. Ora, entro la fine di Dicembre si dovrà approvare il Bilancio, con pareggio tra “uscite”, ossia le richieste dei vari Assessorati per il 2020 (lavori pubblici, Ambiente, servizi sociali…), accordi con i creditori dell’Ente ed “entrate”. Sto lavorando al Bilancio , venga a Gennaio e le potrò fornire informazioni dettagliate, dopo l’approvazione. Le auguro buon lavoro, ma, di certo, non vorrei proprio stare nei suoi panni… Ci salutiamo, così, con un sorriso e un’amichevole stretta di mano.
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IMMA CASTRONUOVO
Sabato 30 novembre è avvenuta la traslazione del corpo di San Ludovico da Casoria dal Monastero di Santa Chiara all’Ospizio Marino di Posillipo
A cinque anni dalla sua canonizzazione, avvenuta il 23 Novembre 2014 ad opera di Papa Francesco, Casoria celebra il suo frate più celebre, San Ludovico da Casoria. Umile sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori, Fondatore delle Suore Francescane Elisabettine “Bigie”, visse con profonda umanità i precetti di San Francesco, facendosi carico delle più gravi forme di povertà, e vivendo in prima persona i drammi della quotidiana miseria. Casoria, celebra il suo più autorevole rappresentante, immenso nella sua infinita umiltà, che ivi ebbe i natali nel 1814, al secolo Arcangelo Palmentieri. A soli 18 anni entrò tra i Francescani Alcanterini col nome di Fra’ Ludovico e, da subito, si dedicò ai piccoli che vagavano per le strade di Napoli, ai ciechi, ai sordomuti. Visse, secondo i dettàmi del Suo Testamento, “con un amore dolcissimo e con ca� rità infinita”; “Oh, quanti miracoli operò in me questa fede.” E i miracoli non sono avvenuti solo nella sua coscienza, ma anche all’esterno, tra
i tanti che hanno avuto fede in lui: fu un esempio di vita per il Don Bosco e il Gemelli, fondò decine di istituti di cultura e sfamò, in un famoso pranzo passato alla storia, cinquemila bocche a Posillipo. Il miracolo riconosciuto per la canonizzazione è avvenuto esattamente venticinque anni fa a favore di una neonata di Durazzano, una cittadina in provincia di Benevento, Ida Iadevaia, guarita da una grave malformazione congenita al ginocchio destro. Beatificato da San Giovanni Paolo II il 18 aprile 1993, così veniva ricordato dal (futuro) Santo Pontefice: “Ti sa� luto, Beato Padre Ludovico da Casoria, singolare figura
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“Quello che ci viene da P. Ludovico è un messaggio di amore e di solidarietà uma� na, un messaggio di impegno cristiano, un grande esempio di evangelizzazione attraver� so l’insegnamento, vissuto e concreto, dell’amore di Cri� sto, per abbattere le barriere dell’orgoglio e dell’egoismo, sanare gli squilibri sociali e le disuguaglianze, combat� tere le ingiustizie, restituire dignità di persona a chi vie� ne emarginato. Un carisma di grande attualità in questi giorni bui e tristi, attraversa� ti da una grave crisi econo� mica e caratterizzati da una povertà crescente che acui� sce ulteriormente le disparita sociali “. Dato il periodo buio e di grande miseria – umana, morale, ed economica - che stiamo vivendo, speriamo che l’esempio di San Ludovico da Casoria segni il destino di ognuno di noi, insegnandoci a capire che, partendo dai piccoli gesti, si può fare molto; che i grandi uomini sono stati i più piccoli. Prima di lui, Qualcun altro, duemila anni fa, ha provato ad insegnarcelo… ma quella, è un’altra storia.
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Una partita di calcio per ricordare i tempi passati: il ritrovo del team dell’Isernia Calcio dopo 42 anni
“Non è la prima volta e mi auguro che non sia l’ultima, di organizzare partite di calcio per ricordare personaggi che hanno dato tanto al calcio Molisano e Campano” dichiara Michele Miele, organizzatore della partita di calcio sostenuta lo scorso 5 ottobre con gli ex giocatori dell’Aesernia. L’ASD Isernia FC (Associazione Sportiva Dilettantistica Isernia Football Club), meglio nota come Isernia e ai tempi chiamata S.S. Aesernia Calcio, è una società sportiva calcistica che compete in Eccellenza Molise. Storicamente è una squadra legata al calcio Napoletano, condividendo gli stessi colori sociali: il bianco e l’azzurro. Per i giocatori
e i dirigenti, il 5 ottobre di quest’anno è stato un giorno da ricordare: segna la loro riunione dopo più di 40 anni. Michele Miele, l’organizzatore della manifestazione che ha visto di nuovo in campo i protagonisti dell’Aesernia che nel 1977 hanno lotta-
to per ottenere una seconda posizione nel girone A della Promozione Campania, dichiara: “la manifestazione del 05/10/2019 è stata organizzata per ricordare gli amici che purtroppo ci hanno lasciati, il Presidente Pontarelli, Mister Cresci, Franco
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Senese, Totonno Cozzi, Enrico Voltura, Mimi Ciscognetti, Mimmo Antignani, Savarese e tanti altri tra dirigenti e calciatori; chiedo scusa se dimentico qualcuno, ma ringrazio tutti gli amici che hanno voluto partecipare, tra cui: Mister Villa, Nando Troise, Luciano Vinci, Valentino Blanchi, Pietro Costantino, Gennaro Loffredo, Peppe Russo, Antonio Caiazzo, Antonio Varriale, Ciro Formisano, Nocera, Di Iorio, Marsichino, De Chiara, Turni, Capiluongo, Boragine, Antenucci. È stata una giornata speciale. Abbiamo ricordato chi non era presente e poi abbiamo disputato una partita amichevole come i vecchi
DOMENICA 1 DICEMBRE 2019 tempi, per divertirci spensierati come una volta. Per concludere la giornata, non poteva mancare una cena tutti insieme e una foto per immortalare l’evento.” Interviene anche Nando Troise, Direttore del giornale Casoria Due nonché ex Direttore Sportivo della squadra calcistica dell’anno 1977, che, con gioia e nostalgia, ci racconta le sue considerazioni dell’incontro: “Una delle più belle giornate del 2019. Alcuni dei miei calciatori di quello straordinario campionato li ho rivisti dopo 40 anni. Avevo solo 26 anni. Con altri invece ci siamo visti e con altri ancora anche frequentato. Quell’anno arrivammo secondi ad un solo punto dal Posillipo che andò in serie D al posto nostro. Bei ricordi.” E ancora: “Ho fatto a 26 anni il Direttore Sportivo in una grande società con Remo Pontarelli come presidente e Peppino Cresci
come allenatore. Arrivai a gennaio, ma non riuscimmo a vincere il campionato: purtroppo l’ultima partita capitò a Posillipo dove per motivi ambientali, perdemmo. Chissà cosa sarebbe cambiato se avessimo vinto. Il giovane massaggiatore che avevo con me ha vinto nel 2006 il titolo di campione del mondo con l’Italia.” Nel tempo, non tutti hanno continuato ad essere dediti al calcio e alla carriera sportiva; le strade si sono divise e ognuno ha intrapreso una strada diversa. Nessuno però si è mai dimenticato dei mo-
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menti passati insieme, delle partite giocate fino all’ultimo minuto, delle vittorie, delle sconfitte, degli spogliatoi, dell’accesso in campo e delle emozioni. Concludiamo con un’intervista a Luciano Vinci, che risponde volentieri ad alcune nostre domande. Alla domanda: “Qual è gara che ricorda con più piacere?”, Luciano ci risponde: “Assolutamente Isernia - Afragolese, che fu rinviata per neve ma che poi vincemmo 2-1. Ma anche Isernia - Secondigliano, durante la quale scese in campo un nostro compagno che aveva avuto,
purtroppo, un lutto: fece due goal, vinse la partita da solo, nonostante tutto.” Gli chiediamo di definire l’esperienza calcistica nell’Isernia, e lui risponde: “Esperienza bellissima ma purtroppo finita male per la rottura con la dirigenza della società da parte di alcuni calciatori, causata da incomprensioni. Ma dal punto di vista calcistico è stata un’esperienza bellissima. Si faceva calcio a livello professionale, con colleghi che venivano addirittura dalla serie A.” Esprime infine anche le sue considerazioni in merito all’incontro con gli ex colleghi sportivi, affermando: “Esperienza bella e commovente, ma anche nostalgica, perché rivivo i vecchi tempi. Alcuni compagni non ci sono più ma li ricordiamo insieme ai presenti con grande emozione. Quindi un misto di gioia e nostalgia come tutti i ricordi che hanno molti anni.”
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FRANCESCO D’ANNA
LARGO SAN MAURO: I LAVORI PROSEGUONO Sembra ormai un’Odissea omerica l’azione di riempimento della macro-frattura del suolo in Largo San Mauro, i lavori infatti sono continuamente ostacolati da cause naturali quali forti temporali. I tempi di ripristino della zona non dovrebbero, usando il condizionale, essere ancora lunghi, purtroppo però il secondo sprofondamento ha creato ulteriori problemi che non hanno fatto altro che aggravare la situazione. Auspichiamo tutti, ovviamente, di rivedere, presto, Largo San Mauro finalmente risanato.
ANGELA CAPOCELLI
Bianca ed il Premio “Mimmo Ferrara”
Domenico Ferrara è stato capo redattore de Il Mattino e per lungo tempo presidente nazionale della Casagit. Alla sua morte, gli è stato dedicato un premio giornalistico riservato a giornalisti professionisti nei settori della carta stampata, televisione, radio e nuovi media. Questa settimana abbiamo intervistato sua figlia, Bianca Ferrara, che con la sua famiglia ha lavorato per le tre edizioni di questo prestigioso premio, avente come scopo la «diffusione dell’integrità informativa e divulgativa». Nell’ultima edizione si è dato particolare rilievo alla cronaca con valore sociale, ma vediamo quali sono i motivi che spingono a scegliere una tematica piuttosto che un’altra. Buona sera Signora Bianca. Suo padre, Mimmo Ferrara, è stato presidente della Casagit e a lungo impegnato anche in altri organismi di categoria; ha avuto ruoli importanti nel Sindacato, nell’Ordine dei Giornalisti, all’INPGI... Ci parli di lui. Buonasera. È stato un uomo appassionato della vita e del giornalismo, impegnato in prima fila in tutte le lotte che hanno coinvolto gli organismi di categoria, sempre in difesa dei più giovani e dei più deboli.
È stato sempre all’avanguardia, un passo avanti su tutti. Quando ancora non si parlava di unioni civili ha aperto la possibilità di assistenza sanitaria nella Casagit ai conviventi anche dello stesso sesso. Una rivoluzione importantissima. Ad Ottobre c’è stata la terza edizione per il premio giornalistico Mimmo Ferrara. Ci spiega quali sono i criteri con cui vengono scelte le tematiche e gli ambiti a cui devono attenersi i partecipanti a questo concorso intitolato a suo padre? I criteri sono le sacre regole del giornalismo, inteso come servizio alla comunità sociale. I temi cambiano ogni anno.
Il primo anno è stato dedicato alla sanità, poi alla sport quest’anno alla cronaca con valore sociale. I temi sono scelti della Giuria un anno prima, sulla base degli interessi e delle cose di cui si è occupato mio padre nella sua carriera. Oltre a favorire la diffusione della cultura giornalistica, cosa si propone il premio? Il premio si propone di incoraggiare i giovani giornalisti e di dimostrare loro che ci sono dei valori per i quali battersi. Mio padre amava incoraggiare i giovani a non lasciarsi abbattere dalle difficoltà della vita e sicuramente adesso direbbe loro di non arrendersi e di combattere per il loro sogno di diventare giornalisti. Ringraziamo Bianca Ferrara non soltanto per il tempo che ci ha dedicato ma anche e soprattutto per l’impegno che lei e la sua famiglia portano avanti ogni anno con amore e dedizione, nel ricordo di una colonna del giornalismo napoletano, un uomo di elevato spessore umano e professionale, il cui nome suscita ancora affetto presso coloro che lo hanno vissuto nel quotidiano o che hanno avuto l’onore di lavorare e collaborare con lui: Domenico Ferrara.
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RAFFAELE SILVESTRO
Grande Successo di Peppe Barra al teatro Eduardo De Filippo Inizio trionfale al teatro Eduardo De Filippo. La platea delle grandi occasioni, piena in ogni ordine di posto, in entrambe le serate, ha accolto a braccia aperte il maestro della commedia napoletana, l’ultimo pilastro della vecchia guardia teatrale partenopea: Peppe Barra. La farsa in musica, che è stata messa in scena, è stata supervisionata dalla sapiente regia di Lamberto Lambertini, che lavora da più di trent’anni con Peppe Barra. Lo spettacolo, o meglio la commedia, divisa in due atti, era ambientata in quello che era il tempo di Re Ferdinando IV di Borbone e narra la storia del celebre monsignor Perrelli e della sua fedele perpetua Meneca (Peppe Barra), del loro rapporto travagliato e delle stramberie dell’uomo di chiesa. Applausi e risate a scena aperta per tutta la durata dello spettacolo e ai saluti, standing ovation a tutta l’equipe. La stagione teatrale non poteva
cominciare nel migliore dei modi, d’altronde c’erano tutti gli ingredienti per un inizio coi fiocchi al teatro Eduardo. Il prossimo appuntamento nel calendario è il 5 e 6 dicembre con il ritorno, dopo il grande successo di “Comicissimi Fratelli”, di Gianfranco Gallo, che con il suo stile originale, rinnova la tradizione nel segno del divertimento e del rispetto del grande repertorio teatrale comico napoletano, ricalcherà le scene dell’Eduardo de Filippo con lo spettacolo ‘Lo zio del medico dei pazzi’, che ha una storia centenaria, scritto da Scarpetta agli inizi del 1900 sotto il nome di ‘O Miedeco de’ pazze, che a sua volta era un riadattamento di una stesura tedesca di molti anni prima. Il comico napoletanto, che sarà ospite ad Arzano, ha unito le due comicissime sceneggiate inserendoci quel tocco classico dei suoi spettacoli dove il pubblico è vero protagonista. Non ci resta che attendere la due
giorni del 5 e 6 dicembre, ma i presupposti sono più che buoni. Dopo Gianfranco Gallo, lo staff del Teatro Eduardo saluta i propri abbonati e dà appuntamento a dopo le feste natalizie, quando il 9 e 10 gennaio ci sarà l’esordio assoluto di Simone Schettino nella città di Arzano, il quale porterà in scena “Fondamentalmente show 2.0”, sarà una prima volta da incorniciare, visto che si registra già il tutto esaurito nella prima delle due date. Due nomi importanti, divertenti e bravi saranno i prossimi artisti in programma nella stagione teatrale della struttura di via Verdi, la quale è riuscita a ritagliarsi uno spazio importante tra i teatri dell’hinterland napoletano ed è diventa sempre più un vanto per la cittadinanza arzanese, essendo, il teatro, diventato centro di aggregazione culturale per tutta la città.
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12 RITA GIAQUINTO
Il buongiorno in TV con Mattina 9 Giunto alla quinta edizione con un successo sempre crescente, il programma televisivo Mattina 9, in onda tutte le mattine su Canale 9, dal lunedì al venerdì, dalle ore 11.30 alle ore 13.20, rappresenta, in questo momento, una delle fasce delle nostre emittenti locali più viste e più seguite. Condotta da una coppia ben assortita e molto affiatata, Mariù Adamo e Claudio Dominech (in foto) il morning show di Canale 9 entra quotidianamente nelle case dei telespettatori, fornendo approfondimenti di cronaca, politica, cultura, attualità, medicina, sport e spettacolo allargando, e non poco, i confini che, inevitabilmente, potrebbero limitare l’audience di un canale regionale. La diretta streaming sulla pagina facebook del programma aiuta sicuramente a varcare questi confini, entrando nelle case di tutti gli italiani, ma da dove parte questo successo e dove ha intenzione di arrivare ? Ce lo facciamo raccontare da uno dei due volti dello show, Mariù Adamo, l’instancabile co-conduttrice del programma, elegante e raffinata padrona di casa, che, con un pizzico di orgoglio comincia così : “Questo format fu, a suo tempo, studiato a tavolino anche da me. Infatti considero questa trasmissione come una mia piccola creatura che cresce con me. Quella di inserire in una TV regionale contenuti di carattere nazionale, fu considerata come una scommessa, anzi, una sfida in cui pochi credevano. E invece : boom ! Sorpresa ! Nel 2020 questa sfida taglierà il traguardo della sua quinta edizione. E la chiave vincente è non solo il voler diffondere e far conoscere, oltre i nostri confini campani, la parte bella, valida di Napoli e della Campania, ma anche quando affrontiamo le negatività e le criticità della nostra Regione, cer-
chiamo di farlo sempre in chiave risolutiva, senza giudizi o pregiudizi, senza condanne, né biasimo, invitando gli ospiti presenti a riflessioni da cui possa scaturire sempre un miglioramento, o quanto meno, una speranza. Dare spazio a giovani talenti, far conoscere giovani imprenditori, mostrare qualcosa che, diversamente, rimarrebbe nascosto e sconosciuto ai più, ecco credo sia anche questo ciò che, in breve, ha premiato la nostra trasmissione e, comunque, i nostri enormi sforzi”. Anche Claudio Dominech ha cominciato, da subito, con te? “Sì, ho cominciato con lui e non lo cambierei : è un collega con cui c’è stima, lealtà, collaboriamo sinergicamente alla perfetta riuscita di ogni fase del programma; non c’è competizione, ma anzi, molto sostegno reciproco. E tutto questo ha un valore inestimabile per me. Ma, d’altronde, tutta la squadra con cui lavoriamo è formidabile. Quella di Canale 9, con il Direttore Vincenzo Coppola, il capo degli autori Vittorio Marotta – per citarne solo due per tutti - è una famiglia di giovani che vogliono lavorare, vogliono crescere e far crescere l’emittente e chi ne fa parte. Io mi sento come a casa, protetta, coccolata, mi sento sempre a mio agio, e credo che
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questa serenità si veda e arrivi anche al pubblico”. Quali sono i punti di forza della trasmissione e sui quali, nonostante i vari cambiamenti, continuerete a puntare? “Sicuramente le rubriche che riguardano il settore giovanile : non solo perché il mondo dei ragazzi rappresenta il nostro futuro, ma anche perché ci è capitato che, grazie ad alcune rubriche, alcuni ragazzi hanno anche trovato lavoro. Ricordo la rubrica “Scuola in cucina”, in cui alcuni studenti degli Istituti Alberghieri gareggiavano, cucinando, in poco più di una quarto d’ora, con quel poco che trovavano tra frigoriferi e dispense. Grazie a questa rubrica, alcuni ragazzi sono stati introdotti nel mondo del lavoro; oppure, ancora “9 in Condotta” con cui le scolaresche di alcuni licei suggerivano un tema da affrontare, scegliendo un testimonial d’eccezione che, con le sue competenze nel campo, li avrebbe aiutati a farsi un’idea sull’argomento : ad esempio, Ottavio Lucarelli (Presidente Odg Campania, n.d.r) è stato loro testimonial per le Fake News, oppure l’attrice Cristina Donadio – una delle protagoniste della serie “Gomorra” - è stata testimonial sul tema della camorra, e sull’eterno conflitto tra il bene ed il male. Sicuramente, nel corso dell’anno televisivo ci saranno novità, una, in particolare: ci sarà un personaggio di spessore nazionale che ci aiuterà a scoprire il mondo della bellezza. Ma, per il momento, non posso svelare di più. Seguiteci, e lo scoprirete !”. Credo che, per un giornalista, ogni intervista lasci una traccia. Ti è mai capitato di sentirti particolarmente coinvolta? “Come hai detto tu, tutte le personalità
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che ho intervistato sono state importanti per me, e ciascuna mi ha regalato qualcosa di indimenticabile. Sicuramente, però, da ex ballerina, e da appassionata di ballo, le due interviste che mi rimarranno per sempre nel cuore sono state quelle a Carla Fracci, e, ancora di più, a Roberto Bolle. Con Roberto, più che un’intervista, fu proprio una conversazione, bellissima, incentrata sulla danza e sul talento nel ballo. Ed il risultato di questa conversazione fu proprio il vedere la danza come metafora della vita: non puoi raggiungere la perfezione, ma il non riuscirci non deve farci rinunciare alle nostre passioni, mai smettere di sognare. E fare di ogni nostra passione una piccola stellina da aggiungere nel cielo dei sogni. Ecco questa immagine mi lega a lui, ed ai momenti preziosi che quell’intervista mi ha regalato”. E chi, invece, sogni di intervistare ? “Sono estremamente curiosa, quindi dalla politica allo spettacolo, alla cultu-
Qual è la strada da percorrere per continuare a sostenere le grandi ambizioni di Mattina 9? “Questa trasmissione, esattamente come ognuno di noi dovrebbe fare con ciò che ama, va coccolata, accarezzata, voluta bene proprio per renderla sempre più forte e più sicura. La concorrenza è altissima, devi cercare sempre di fare la differenza, cercare e offrire novità, che non siano mai banali e che rispecchino la verità. Ho imparato che il pubblico è un giudice severissimo, e se non sei sincero, se non trasmetti verità, se ne accorge e non ti segue più ”. Un rischio che ci sembra ben lontano, data l’attenzione ed i numeri di un pubblico che cresce sempre di più e che, per l’esemplare famiglia di Canale 9, rappresentano un’altra “piccola stellina da aggiungere nel cielo dei sogni” – citando l’incantevole Mariù - che si riempie grazie all’infaticabile e costante lavoro di chi, orgogliosamente, ne fa parte.
ra, i sogni sarebbero tanti e ciascuno mi renderebbe felice”. Un nome su tutti? “Da donna e da napoletana, in questo momento, ti direi Sofia Loren. Mi porterebbe in un mondo che, forse, potrebbe soddisfare tutti quei sogni, in una volta sola”.
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Il mondo si illumina ogni volta che un bambino sorride E’ questo il senso del “Training with my friends”, un allenamento tra amici, ideato ed organizzato dalla Run for Love p-AC, giunto, felicemente, alla sua settima edizione. Questo allenamento, che consiste in una corsa di 10 chilometri per gli atleti, ed una passeggiata di 3 chilometri per i meno allenati, ci aiuterà a confermare, tramite l’associazione Save The Children, le adozioni a distanza di
tre bambini: due bambini del Vietnam ed un bambino egiziano. L’iscrizione sarà fatta con una donazione libera da parte di ciascun partecipante. L’evento è stato organizzato, come ogni anno, per l’8 dicembre, alle ore 7.30, con partenza ed arrivo fuori al BAR CONTE a Cardito, nella domenica in cui, nella case di tutti, verranno accese le luci degli alberi e dei presepi per dare inizio alle festività
in mostra il Pontificato DI Papa Francesco
natalizie. E allora, confidiamo nella generosità degli atleti, dei sostenitori e dei semplici simpatizzanti della Run for Love, affinché una di queste luci possa essere accesa anche per i tre piccoli bambini, che ormai, fanno parte della grande famiglia della Run for Love. Al di là dei muri, al di là delle barriere, al di là dei ponti: un bambino con il suo sorriso, aprirà a tutti le porte del paradiso.
Dal 2 al 15 dicembre 2019 al Palazzo San Gallicano a Trastevere, Roma, il talentuoso vignettista napoletano Antonio Sullo, in arte Anto, mette in mostra il Pontificato del nostro Papa Francesco con una serie di circa 120 vignette dedicate al percorso fin qui compiuto da Papa Bergoglio. Il titolo della mostra è, infatti, “Il nostro Francesco 2013/2019: il cammino di Papa Bergoglio in vignette”. Ironia, satira e umorismo daranno vita ad emozionanti spunti di riflessione su un Papa molto amato, la cui simpatia e positività sono state le Muse ispiratrici per l’artista e per i suoi divertentissimi “schizzi”. La mostra gode del patrocinio morale del Ministero dei beni culturali e del turismo, Regione Lazio, Regione Campania, Comune di Roma Municipalità I, Comune di Napoli, Comune di Assisi, Chiesa di Napoli, Rivista San Francesco. Ingresso gratuito.
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DANIELE ESPOSITO*
IL MALE DEL SECOLO
È ormai assodato che l’infiammazione del corpo può compromettere la salute, ed è fra i meccanismi principali di una serie interminabile e variegata di malattie diverse fra loro (dall’infarto ai tumori). Non hai sintomi, ti senti bene e tutto funziona normalmente. Allora, qual è il problema? L’infiammazione, è un processo normale progettato per aiutare il corpo a riprendersi, e funzionare correttamente. Quando mangiamo, ad esempio, nell’intestino si accende l’infiammazione. I cibo che ingeriamo ci sono nutrienti e batteri, l’organismo deve gestire sia i nutrienti, e sia i germi potenzialmente pericolosi. Questo avviene accendendo un processo di infiammazione controllata e localizzata. Ma se l’organismo è costantemente sotto stress, passa alla modalità di protezione. L’infiammazione che ha lo scopo di proteggere fa l’esatto contrario e cioè induce il corpo a combattere contro sé stesso provocando scompensi al sistema immunitario. Il risultato è che l’organismo diventa più vulnerabile alle aggressioni esterne, alla lesione dei tessuti, al
recupero muscolare. Ma la speranza non è del tutto persa. Il processo di guarigione può essere migliorato con diversi piccoli e semplici cambiamenti. Ad esempio, molti alimenti contengono composti anti-infiammatori che possono alleviare il dolore e il gonfiore e aiutano a proteggere L’ organismo. Cannella | La ricerca ha dimostrato che la cannella non solo riduce l’infiammazione, ma combatte anche i batteri, aiuta il controllo della glicemia e migliora la funzione cerebrale. Zenzero | Lo zenzero contiene diversi composti anti-infiammatori chiamati gingeroli, che possono alleviare i do-
lori articolari, prevenire i danni dei radicali liberi, proteggere dal cancro del colon-retto e aumentare l’immunità. Lo zenzero è anche un antiemetico naturale, spesso usato per alleviare la cinetosi e la nausea mattutina. Curcuma | Una spezia giallo senape proveniente dall’Asia. Ottiene la sua colorazione da un composto chiamato curcumina. Il Medical Center dell’Università del Maryland ha scoperto che la curcumina può aiutare a migliorare il dolore cronico sopprimendo le sostanze chimiche infiammatorie nel corpo. Semi di Lino | I semi di lino sono ricchi di acidi grassi omega-3 che possono aiutare a ridurre l’infiammazione nel corpo. Gli omega-3 presenti nei semi di lino possono aiutare a bloccare gli agenti pro-infiammatori. Hai trovato interessante questo articolo? Segui il mio blog www.ilmetodo5.it *Personal Trainer e consulente della nutrizione sportiva, da oltre 15 anni nel settore, è autore del libro il Metodo 5, premio eccellenza italiana a Washington D.C.
In convenzione con
AMBITO TERRITORIALE N. 18
CASORIA – ARZANO – CASAVATORE (Casoria - Comune Capofila)
PROGETTO “ASSISTENZA DOMICILIARE”
HOME CARE PREMIUM 2019/2020
CHI PUÒ ADERIRE: dipendenti pubblici e pensionati INPS - EX INPDAP, i loro coniugi o conviventi (da convivenza o da unione civile) o i loro familiari di primo grado, anche minori, NON AUTOSUFFICIENTI rientranti nelle categorie di disabili/invalidi/inabili riconosciute ai sensi delle leggi nazionali vigenti in materia.
INVALIDITA’ DAL 67% AL 100%
QUALI SERVIZI SONO PREVISTI: ogni beneficiario non autosufficiente potrà usufruire di: Prestazioni prevalenti: l’istituto riconosce al beneficiario un contributo mensile per l’erogazione dell’Assistenza Domiciliare. Prestazioni integrative: l’istituto riconosce al beneficiario servizi aggiuntivi a supporto del percorso assistenziale. Per Informazioni, Contatti e PRESENTAZIONE delle DOMANDE recarsi presso: Sportello Sociale Informativo: Casoria Via Pio XII 130 - Terzo Piano Stanza 8 hcp.casoria@gmail.com - TEL:081/7053423 per ulteriori informazioni rivolgersi A.I.A.S. Casoria – Via G. Matteotti n.9 – tel. 081/5405672
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17 a cura della Dott.ssa Flavia Altieri, Biologo Nutrizionista
BIOLOGIA DELLA NUTRIZIONE
Sonno: dolci sogni con di 3.000 passi al giorno migliora Dai 50 anni in su, percorrere circa 2,4 km al giorno, che equivalgono a poco più di 3.000 passi, aiuta a migliorare la qualità del sonno. A dimostrarlo è uno studio della Brandeis University del Massachussets pubblicato sulla rivista Sleep health. Una conclusione che gli studiosi hanno dimostrato arruolando 59 uomini e donne di mezza età abitanti a Boston, impegnati a lavorare a tempo pieno e preoccupati di non avere abbastanza tempo per l’attività fisica. I ricercatori hanno
dato loro un apparecchio da indossare che ha monitorato, per un mese, la quantità di passi fatta ogni giorno, i minuti trascorsi muovendosi nella giornata. Poi hanno fatto compilare dei questio-
nari su quanto tempo impiegavano ad addormentarsi, quante volte si svegliavano, quanto si sentivano riposati al mattino e la quantità di minuti dormiti. In questo modo hanno trovato un legame tra il movimento e il sonno: più passi si erano accumulati durante il mese o tempo avevano trascorso muovendosi, e migliore era la qualità del sonno percepito. “In sostanza possiamo dire che più ci si muove – commenta Alycia Sullivan, coordinatrice dello studio – e meglio si dorme”.
Broccoli: un aiuto contro la schizofrenia Nei germogli dei broccoli potrebbe essere custodito il segreto per sconfiggere la schizofrenia. A suggerire l’azione benefica di questi ortaggi è uno studio condotto da ricercatori della Johns Hopkins Medicine e pubblicato su Molecular Neuropsychiatry che indica come un loro composto arrivi a modificare alcuni squilibri chimici nel cervello delle persone con questa patologia. Il segreto sta tutto nel sulforafano chimi-
co, contenuto in alti livelli nei germogli che sono stati oggetto della ricerca e che secondo i ricercatori potrà essere un rimedio per ridurre le dosi di antipsicotici tradizionali necessari per gestire i sintomi della schizofrenia.“E’ possibile che studi futuri possano mostrare che il sulforafano sia un integratore sicuro da dare alle persone a rischio di sviluppare la schizofrenia e che sia un modo per prevenire, ritardare o arrestare l’insorgenza dei sintomi”, dice Akira
I Viaggi del Leoncino
SPETTACOLI TEATRALI
Sawa, docente di psichiatria e scienze comportamentali alla Johns Hopkins. Nelle persone che avevano assunto sulfofarano (che si trova in una varietà di verdure crocifere, come i broccoli), dopo 7 giorni c’è stato un aumento del 30% dei livelli medi di glutatione, un antiossidante naturale. Gli studiosi pensano come siano necessarie ulteriori ricerche per sapere se il sulforafano possa ridurre i sintomi di psicosi o allucinazioni nelle persone con schizofrenia.
Via Principe di Piemonte 34 Casoria - TEL. 081/7576847 3938899012
I Viaggi del Leoncino
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3/12 TEATRO DIANA “La Rottamazione di un italiano perbene” autobus + ingresso € 35 a persona
VINCENZO SALEMME
9/12 Auditorium Rai di Napoli “Di mamma ce n’è una sola” autobus + ingresso € 35 a persona 16/12 Auditorium Rai di Napoli “Sogni e Bisogni” autobus + ingresso € 35 a persona 23/12 Auditorium Rai di Napoli “Una Festa esagerata” autobus + ingresso € 35 a persona
VIAGGI in BUS
8/12 LUMINARIE SALERNO solo bus
€ 15 a persona
1/12 e 7/12 Mercatini al Castello di Limatola
8/12 Il Magico bosco del Natale
14/12 e 22/12 Shopping natalizio a Roma
€ 15 a persona
€ 35 a persona
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15/12 e 21/12 Luminarie di Gaeta
29/12 Luminarie di Sorrento
28/12 Presepe vivente di Pietrelcina
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€ 15 a persona
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18 Simonetta de Chiara Ruffo
ARTRITE REUMATOIDE E DIABETE SCONFITTE CON UN SOLO FARMACO
Sono circa 400.000 gli italiani che soffrono di artrite reumatoide, di questi quasi 55.000 devono fare i conti anche con il diabete di tipo 2. Da una ricerca italiana, di recente pubblicata sulla prestigiosa rivista PLOS Medicine, una svolta per semplificare la terapia con “una cura per due”. Artrite reumatoide e diabete si curano insieme: farmaco contro l’Artrite reumatoide abbassa anche la glicemia. Lo dimostra per la prima volta uno studio italiano su pazienti con artrite reumatoide e diabete di tipo 2: basta un farmaco che ‘spegne’ l’interleuchina-1 per migliorare i sintomi dell’artrite e ridurre al tempo stesso la glicemia, diminuendo del 42% la quota di pazienti con gli zuccheri fuori controllo e con un effetto positivo ‘doppio’ che semplifica la terapia. I risultati sono stati talmente netti e positivi da aver portato all’interruzione anticipata della sperimentazione. Le due malattie condividono alcuni meccanismi molecolari e questo potrebbe spiegare l’efficacia della cura unica: al momento della prescrizione terapeutica, optare per un inibitore di IL-1 fra i farmaci dispo-
nibili per il trattamento dell’artrite reumatoide potrebbe perciò essere di grande aiuto nelle tante persone che soffrono anche di diabete di tipo 2. Le articolazioni gonfie e dolenti, rigide al mattino, che in molti casi finiscono addirittura per deformarsi. Un calvario, quello delle persone con artrite reumatoide, che purtroppo talvolta viene aggravato dal diabete di tipo 2: in Italia succede al 13,6 % dei pazienti, che per colpa della glicemia alta vedono peggiorare la qualità di vita e aumentare ulteriormente il rischio di conseguenze serie connesse all’AR, come infarti e ictus. Per loro potrebbe però essere di grande aiuto una terapia che in un sol colpo tiene a bada l’artrite reumatoide e fa scendere gli zuccheri nel sangue: lo dimostra uno studio italiano multicentrico appena pubblicato sulla rivista PLOS Medicine, coordinato dalla Cattedra di Reumatologia del Dipartimento di Biotecnologie e Scienze Cliniche Applicate dell’Università de L’Aquila, che è stato addirittura interrotto prima del previsto grazie agli ottimi risultati ottenuti nei pazienti trattati con un antagonista dell’interleuchina-1 (IL-
1), una citochina infiammatoria. AR e diabete di tipo 2 condividerebbero infatti alcuni meccanismi molecolari e questo può essere sfruttato per semplificare il trattamento, scegliendo fra le diverse opzioni terapeutiche contro l’artrite reumatoide un farmaco che possa curare anche il diabete riuscendo a ridurre del 42% la quota dei pazienti con la glicemia fuori controllo. “L’artrite reumatoide è una patologia infiammatoria cronica autoimmune che si associa spesso ad altre malattie come problemi cardiovascolari, infezioni, tumori, disturbi polmonari e neuropsichiatrici – spiega Roberto Giacomelli, direttore della Divisione di Reumatologia del Dipartimento di Biotecnologie e Scienze Cliniche Applicate dell’Università de L’Aquila e coordinatore dello Studio – Il diabete di tipo 2 è una delle patologie associate più frequenti: avere l’artrite reumatoide infatti raddoppia il rischio di ammalarsi di diabete. Le stime internazionali ipotizzano che la glicemia alta riguardi dal 15 al 50% dei pazienti con artrite reumatoide, secondo uno studio italiano recente condotto su 500 malati
DOMENICA 1 DICEMBRE 2019 il problema in Italia riguarda il 13,6%. Considerando che nel nostro Paese vivono circa 400.000 persone con artrite reumatoide, i pazienti che soffrono contemporaneamente di diabete di tipo 2 quindi sono poco meno di 55.000”. Lo studio ha coinvolto 39 pazienti con AR e diabete di tipo 2 reclutati in 12 diversi centri reumatologici italiani, seguiti per sei mesi dopo aver iniziato una terapia a base di anakinra, un antagonista selettivo per IL-1, oppure con uno fra diversi inibitori del TNF, messo a punto da Sobi. “I risultati sono stati talmente positivi che abbiamo interrotto la sperimentazione anzitempo per poter trattare con l’antagonista IL-1 anche i pazienti inclusi nell’altro gruppo – racconta Giacomelli – Oltre a controllare i sintomi dell’artrite reumatoide, infatti, il farmaco ha consentito una riduzione significativa dell’emoglobina glicata, indicativa dell’andamento della glicemia negli ultimi due-tre mesi; il rischio di non riuscire a raggiungere il target di emoglobina glicata prefissato per il controllo del diabete, ovvero un’emoglobina glicata inferiore a 7, si è ridotto del 42%”. Un risultato importante per i pazienti, perché il diabete è un problema che oltre a compromettere la qualità di vita aumenta considerevolmente il già elevato pericolo di andare incontro a malattie cardiovascolari. “Le due malattie sembrano condividere alcuni meccanismi molecolari di base: IL-1 è coinvolta nei processi infiammatori tipici dell’AR e viene prodotta dall’attivazione del sistema immunitario conseguente a un eccessivo introito di nutrienti, come quello che spesso contraddistingue chi ha il diabete di tipo 2 – osserva Giacomelli – L’inibizione di IL-1 potrebbe perciò ‘spegnere’ una iper-attivazione infiammatoria presente in entrambe le patologie, consentendo una terapia unica efficace per raggiungere gli obiettivi terapeutici sia per il diabete di tipo 2, sia per l’artrite reumatoide. Si tratta di una semplificazione della cura che riduce il carico di farmaci e quindi anche di possibili effetti collaterali, una sorta di ‘prendi due paghi uno’ che possiamo scegliere al momento della prescrizione della terapia per la malattia reumatica, optando per un antagonista IL-1 fra le diverse opportunità terapeutiche possibili; la terapia singola, inoltre, può migliorare l’aderenza e la compliance al trattamento e può infine contribuire a ridurre i costi sanitari della gestione delle due patologie”. “Sobi ha messo a punto una molecola le cui potenzialità sono importanti in ambiti diversi. Questo è il risultato dell’im-
19 pegno che mettiamo quotidianamente in campo per migliorare concretamente la vita delle persone che affrontano patologie serie e spesso invalidanti, come nel caso dell’artrite reumatoide – afferma Giampiero Marra, Medical Director di Sobi Italia - Non ci fermiamo mai, non ci accontentiamo mai, perché solo sfidando lo status quo possiamo continuare a trovare nuove risposte e aiutare chi sta combattendo la sua battaglia con una malattia. Con tutta la nostra forza rara” – conclude Marra. Artrite reumatoide L’artrite reumatoide è una malattia infiammatoria cronica autoimmune che colpisce le articolazioni: nelle patologie autoimmuni il sistema immunitario attacca i tessuti sani non riconoscendoli come tali, in questo caso il bersaglio è la membrana sinoviale, che ‘riveste’ la superficie delle ossa nelle articolazioni e, infiammandosi, aumenta di volume. Il processo porta alla distruzione della cartilagine e nei casi gravi di ossa, tendini, legamenti; i sintomi sono dolore, gonfiore, rigidità più intensa al risveglio e perdita della funzionalità delle articolazioni coinvolte. Il dolore è spesso spontaneo, continuo e molto intenso; presente a riposo, tende a migliorare con il movimento. Segno tipico è la presenza di articolazioni gonfie e dolenti per oltre sei settimane; la diagnosi è confermata con test sul sangue per i livelli del Fattore Reumatoide, presente in circa il 70% dei pazienti, e per gli anticorpi anti-peptidi citrullinati (anti-CCP); sono utili anche radiografia, ecografia e, in casi selezionati, risonanza magnetica. La prevalenza è circa l’1% della popolazione, per un malato ogni 250 abitanti e circa 400.000 pazienti; il rapporto donne-uomini è di 3-4 donne malate per ogni paziente maschio e la frequenza maggiore di comparsa è fra i 40 e i 60 anni. Diabete di tipo 1 Il diabete di tipo 1 è una malattia autoimmune ed è la conseguenza della distruzione, più o meno rapida, delle cellule beta del pancreas che producono insulina, l’ormone deputato alla regolazione del metabolismo del glucosio. Gli anticorpi dell’autoimmunità si formano in soggetti predisposti probabilmente in risposta a fattori scatenanti presenti nell’ambiente (virus, sostanze tossiche); insorge generalmente in bambini, adolescenti o giovani adulti, anche se esiste il LADA (Latent Autoimmune Diabetes of the Adult) in cui l’attacco autoimmune alle cellule che producono insulina è lento e meno imponente e la malattia si sviluppa nell’arco di anni, comparendo
in età più avanzata. In questi pazienti il trattamento con insulina è obbligatorio e indispensabile, perché l’organismo non la produce più. In Italia i pazienti con diabete di tipo 1 sono circa 250.000, pari al 5% di tutti i pazienti con diabete. Diabete di tipo 2 Il diabete mellito di tipo 2 è una malattia cronica su base multifattoriale, che si sviluppa nell’arco di molti anni a causa di un deficit della produzione di insulina da parte delle cellule beta pancreatiche; non è mai dovuto all’autoimmunità ed è sempre meno grave di quello presente nel diabete di tipo 1. Il diabete di tipo 2 è caratterizzato da una combinazione di insulino-resistenza, ovvero l’incapacità dei tessuti di rispondere all’insulina in maniera piena e adeguata e dalla carenza relativa dell’ormone, ovvero una quantità inadeguata di insulina rispetto alle esigenze. Il deficit di secrezione e l’insulino-resistenza hanno numerose cause, da una predisposizione genetica all’eccesso di peso dovuto a dieta inadeguata e sedentarietà, che è spesso presente in questi pazienti. Il diabete di tipo 2 compare in genere dopo i 40 anni, anche se l’età si sta abbassando, e riguarda quasi 4 milioni di italiani a cui si aggiunge un altro milione di pazienti che sono diabetici senza saperlo. 4 - Anakinra Anakinra è un antagonista umano del recettore dell’interleuchina 1 prodotto in cellule di Escherichia coli mediante la tecnologia del DNA ricombinante, indicato negli adulti per il trattamento dei segni e dei sintomi dell’artrite reumatoide (AR) in associazione con metotrexato con risposta inadeguata al solo metotrexato. Anakinra è indicato in adulti, adolescenti, bambini e infanti di età ≥ 8 mesi con un peso corporeo ≥ 10 kg per il trattamento delle Sindromi periodiche associate alla criopirina (CAPS), tra cui: Malattia infiammatoria multisistemica ad esordio neonatale (NOMID) / Sindrome cronica, infantile, neurologica, cutanea, articolare (CINCA), Sindrome di Muckle-Wells (MWS) e Sindrome autoinfiammatoria familiare da freddo (FCAS). Anakinra è inoltre indicato nel trattamento della malattia di Still, una malattia rara di natura auto-infiammatoria che colpisce sia i bambini sia gli adulti, con un’incidenza nei paesi occidentali di circa 1,5 casi anno ogni milione di abitanti. Spesso associata a febbre, eruzione cutanea e infiammazione articolare, la malattia di Still è anche conosciuta come artrite idiopatica giovanile sistemica (SJIA) o malattia di Still dell’adulto (AOSD).
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ANDREA PETRELLA
FLEBOLOGIA, CON NUOVE TECNICHE MIGLIORATA PREVENZIONE
In Campania oltre il 50% delle donne soffre di malattie venose che non presentano solo conseguenze estetiche ma tendono ad aggravarsi con il passare degli anni e possono portare a complicazioni importanti quali le trombosi e le ulcere. Anche gli uomini sono interessati al problema anche se in misura minore. La familiarità è la causa più importante e dopo i 30 anni le manifestazioni possono farsi più evidenti. Anche le gravidanze giocano un ruolo molto importante nello sviluppo della malattia e nella comparsa delle complicanze. E’ quanto emerso al 33esima edizione di “Flebologia oggi”, il tradizionale appuntamento scientifico organizzato a Napoli dal chirurgo vascolare Lanfranco Scaramuzzino, da Luca Scaramuzzino e dalla nutrizionista Adriana Carotenuto con il supporto tecnico di Ems Group.
“La prevenzione è fondamentale per evitare l’aggravarsi della malattia venosa e soprattutto per scongiurare la comparsa di trombosi che può determinare l’embolia polmonare molte volte mortale - ha detto Lanfranco Scaramuzzino - Oggi, grazie alle nuove tecnologie, è possibile effettuare in pochi minuti una valutazione in fase di prevenzione che permette di chiarire la situazione emodinamica e prevedere i futuri rischi. Laser, colla acrilica, sclerotera-
pia con mousse ecoguidata consentono di ottenere risultati straordinari sia da un punto di vista funzionale che estetico accontentando le crescenti necessità delle pazienti sempre più esigenti, in poche ore e in anestesia locale con ripresa immediata. In ogni caso, la malattia venosa rimane comunque una patologia legata al proprio DNA e va tenuta sempre sotto controllo”. Da segnalare, durante i lavori, le tavole rotonde su trombosi venosa ed embolia polmonare, patologia che ancora oggi, nonostante la prevenzione, conta oltre 10mila morti e quella su Bellezza e benessere delle gambe. L’esperta di nutrizione Adriana Carotenuto ha parlato di leaky gut, la sindrome da alterata permeabilità intestinale, condizione in cui l’intestino diventa poroso e meno capace di fungere da barriera a cibo, batteri, funghi, allergeni, con i quali costantemente viene a contatto.
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Crescere insieme...perfezionandosi Sicurezza edilizia Ambiente
Vincenzo D’Anna
Dottore in scienze dell’Ingegneria Collegio dei geometri e dei geometri laureati della Provincia di Napoli
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