DOMENICA Settimanale di Informazione 15 DICEMBRE 2019
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ANNO XIX - N° 39 - DOMENICA 15 DICEMBRE 2019
Piazza Cirillo
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passato, presente e futuro
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ANTONIO BOTTA
Piazza Cirillo: passato, presente e futuro Ne parliamo con l’ex assessore il Dr. Sergio D’Anna
Il timore ed il pensiero di tanti cittadini ed, in genere, dell’opinione pubblica, è che il progetto iniziale che sancì il rifacimento di Piazza Cirillo non è stato, a suo tempo, ben eseguito, o peggio, non portato a termine. Niente di tutto questo, come ci racconta il Dr. Sergio D’Anna a cui ci siamo rivolti per fornire ai lettori del nostro giornale quella che può essere considerata una cronaca fedele della storia più recente che ruota attorno alla nostra piazza principale. Quando nasce il progetto della piazza? “Nel 2005 Casoria viene commissariata dal Prefetto Piccolella che rimane in carica fino al 2008. Un lungo periodo in cui, tra le tante cose, viene commissionata una nuova piazza all’Architetto Guglielmo La Regina: questo progetto prevedeva la realizzazione di una medioteca, un fabbricato di due piani messo lì, di fronte al Bar Sgambati, praticamente al centro della piazza. Dopo essere stato approvato, il progetto della piazza, insieme a tanti altri progetti, fu conservato nei cassetti dell’ammi-
nistrazione comunale. Nel 2008, Stefano Ferrara diventa Sindaco di Casoria: un momento eccezionale perché la Regione Campania assegna ai Comuni con una popolazione superiore ai 50.000 abitanti dei sostanziosi fondi di investimento, chiamati PIU’ EUROPA. Dei progetti già approvati si prepara un DOS, quindi un documento di lettura nel territorio, ma non si riesce a capire né come, né perché, questo documento vie-
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ne cambiato. E qui, voglio fare una premessa: all’epoca, ero consigliere comunale e, in tutta onestà, con tutti quei bei soldini mi avrebbe fatto piacere dare inizio ad una nuova città, partendo dall’ex Montefibre, fino a Viale Europa e Piazza Dante, che è una piazza baricentrica, in quanto centrale tra Casoria ed Arpino, per creare una vera agorà, centrale a tutta la città. Avrei tolto il Comune da Piazza Cirillo, trasferendo verso piazza Dante tutti i servizi. E trovai anche degli alleati, come l’Ing. Oliva, l’allora dirigente all’urbanistica e l’assessore Bellucci che appoggiarono in pieno la mia idea. Ma la politica, spesso, deve seguire i “leaders” politici, ed il “leader” politico dell’epoca era Nespoli di Afragola, il quale marca il Sindaco Ferrara, marca l’Ing. Oliva, la mia idea salta e comincia una corsa sfrenata ai fondi PIU’ EUROPA: si doveva agire in fretta per poter presentare alla Regione quanti più progetti possibile. continua a pag. 5
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I quali, prima di essere portati in Regione, non furono nemmeno guardati e, se è vero che il risultato sono state la realizzazione di alcune belle strade, non hanno, in realtà, rispecchiato in pieno il sogno di una ricostruzione, anzi, di una rigenerazione urbana come Casoria avrebbe meritato. Dunque, questi progetti non potevano subire modifiche, e arrivano in Regione così come furono preparati. Casoria riceve i fondi, termina l’era Ferrara, la spunta Vincenzo Carfora, della cui Giunta divento Vice Sindaco ed Assessore ai lavori pubblici. Decidiamo di guardare quei progetti a cui, come ho detto prima, nessuno mai aveva prestato la giusta attenzione, né politici, né amministratori, né tanto meno, tecnici del Comune. Nel momento in cui visioniamo il progetto di Piazza Cirillo e mi rendo conto di quell’obbrobrio che avrebbe occupato parte dell’area centrale, decisi che avrei litigato con tutti, con la Giunta, il Sindaco, avrei rischiato anche di perdere il finanziamento e pur sapendo che quel disegno non poteva essere modificato, non avrei mai acconsentito a quella costruzione. Pensai che i cittadini di Casoria mi avrebbero odiato per almeno cento anni se avessi approvato. Sono riuscito, però, ad eliminare solo il fabbricato, il resto è stato realizzato secondo quanto previsto dal progetto”. E oggi, aprire quell’enorme marciapiede al centro della piazza può essere una valida alternativa? “Fare un passaggio tra i due palazzi del Comune rischierebbe di intasare ancora di più il traffico. A monte di tutte le polemiche in corso sull’argomento, la verità è che un buon amministratore, oggi, dovrebbe fare qualcosa di forte, saper guardare la città, rendendosi conto che senza una mobilità e senza un parcheggio non andiamo da nessuna parte. Non è che voglio salvare il Prefetto di allora, ma quel progetto aveva un suo significato perché era corredato da un PUA (piano urbanistico at-
5 tuativo) secondo cui nell’ex cinema Rossi si potevano fare dei parcheggi interrati, cosa che poi, però, non è stata fatta. Un parcheggio sotto la piazza è praticamente impossibile, perché è un’area piena di sottoservizi : linee telefoniche, condutture, una fogna ampia e velocissima che raccoglie l’acqua di tutta Casoria”. Ed il futuro? “Premesso che senza mobilità e senza parcheggi la migliore delle idee fallirà, riproporrei il mio disegno di allora, di cui continuo a suggerirne la realizzazione, senza essere ascoltato: sulla carta, Piazza Dante è delle Ferrovie dello Stato, perché a suo tempo FF.SS. si riservava tutte le piazze antistanti le stazioni. Ma nella pratica, ci appartiene. E questa è una delle poche aeree di Casoria priva di sottoservizi, e dove, con la collaborazione di una ditta privata, si potrebbe realizzare un parcheggio sotterraneo, imponendo un prezzo politico, per garantire ai cittadini tariffe basse, istituire una navetta pronta a portare, chiunque ne abbia necessità, in piazza, a via Principe di Piemonte, via Pio XII, etc. Ma per fare questo, occorre anche un Sindaco coraggioso, che sappia sfidare la vecchia politica, il vecchio modo di pensare ed io non solo mi auguro che Raffaele Bene trovi questo coraggio nella città, ma che lo trovi soprattutto all’interno della sua Giunta, e che riesca ad arginare un grave attacco che si profila al Dirigente ai LL.PP., l’Architetto Salvatore Napolitano: mi dai l’occasione, infatti, per ricordare una persona in gamba, preparata, competente, onesta, un baluardo della nostra amministrazione. E se dovesse risultare veritiero questo movimento, e se, addirittura, dovesse verificarsi, sarebbe la più grande macchia dell’amministrazione Bene. L’Arch. Napolitano rappresenta l’emblema della buona dirigenza e della buona amministrazione, portata avanti con competenza e moralità. E questo la politica non lo può dimenticare”. E tornando alla Piazza Cirillo di oggi, come la vedi, bella o brutta? “La questione non è se la piazza è bella o brutta,
ma è la città ad imbruttirsi sempre di più. La piazza deve avere una sua destinazione, deve essere il luogo dove può essere ancora possibile leggere un giornale, prendere un caffè in tutta tranquillità, con musica, un piano bar. Il mio sogno è quello di realizzare un salotto letterario al centro di Piazza Cirillo, come un teatro aperto. Per questo ritengo che la piazza vada chiusa al traffico, deve poter diventare un’isola pedonale. Perché – mi domando – un abitante di via Pio XII deve andare in piazza a bere qualcosa? Deve essere incentivato a farlo. In realtà, la crisi dei commercianti in piazza viene da molto lontano, da quando i tanti dipendenti del Comune sono diminuiti, molti sono stati dislocati e quindi è venuta meno quella folta quantità di persone che viveva assiduamente i negozi della zona. Prima che si trovi la quadra, vorrei affidare la piazza all’ingegno ed all’operosità degli esercizi commerciali che la abitano, i cui commercianti si sentono, purtroppo, in parte anche sconfitti, e questa cosa mi preoccupa, perché non si sentono supportati , sostenuti e protetti, se pensiamo agli ultimi eventi di violenza che si sono verificati. Insomma, l’amministrazione, ed in modo particolare il Sindaco, non deve distrarsi né sulla piazza, né sulla città, né sulle strade, perché ciò vorrebbe dire distrarsi sulle nostre risorse: siamo pieni di debiti, e se quelle poche cose che abbiamo non le valorizziamo, rimaniamo fermi sempre allo stesso punto. Gli vorrei ricordare il parcheggio selvaggio, le vie dei Santi, le aree dismesse, la spazzatura: politicamente sei mesi non sono pochi, perché vanno incubate idee, che però, non vediamo. Ma, se da un lato Sindaco e Giunta devono essere attenti, è anche vero che un imprenditore deve investire, deve rischiare, e con quattro, cinque idee efficaci, si potrebbero risolvere molto problemi. La città deve essere inquadrata e vissuta, da chi la abita e da chi la governa: non capire questo, vuol dire essere gretti, chiusi e provinciali. E così, non si migliorerà mai”.
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ESPEDITO D’ANTO’
Intervista all’urologo e andrologo casoriano Dott. Giacomo De Stefano
Negli ultimi anni, numerose sono le persone di tutte le età affette da lievi o gravi disturbi urologici, ma spieghiamo prima cos’è l’urologia e di cosa si occupa: l’urologia è un ramo specialistico, medico e chirurgico, che si occupa delle patologie riguardanti l’apparato urinario maschile e femminile e degli organi genitali maschili esterni. Si diversifica dall’andrologia, che si riferisce alle disfunzioni dell’apparato riproduttore e urogenitale maschile, e dalla ginecologia, che si riferisce contrariamente alle disfunzioni dell’apparato riproduttore e urogenitale femminile. La storia dell’urologia è antichissima e pare si sia diffusa nelle zone della Magna Grecia del Sud Italia: testimonianze affermano che il primo urologo documentato su libri di medicina abbia eseguito il primo intervento in Sicilia. Tra le principali patologie che rientrano nella sfera urologica si annoverano i tumori dell’apparato urinario e riproduttivo maschile, tra cui il tumore della prostata che è il tumore riscontrato più frequentemente negli uomini, i disturbi della minzione e la calcolosi urinaria che è tra le prime cause di accesso ai pronto soccorso. Intervistiamo il Dott. De Stefano Giacomo, urologo e andrologo specialista ormai da anni, al quale poniamo cinque quesiti. La nostra prima domanda verte su una breve descrizione del suo lavoro e sul significato di essere ogni giorno d’aiuto a persone che soffrono di particolari patologie: “ognuno di noi con la propria professione è di aiuto alla società, curare una persona sofferente credo sia il gesto civico più gratificante, quel sorriso di gratitudine mi ricarica e mi dà la forza di andare avanti.” Continuiamo chiedendogli, in maniera molto generica, quale fosse la diagnosi più frequente dei pazienti che visita: “una delle problematiche che mi trovo a dover più risolvere è la calcolosi urinaria, causa di dolori invalidanti, spesso associata a un scarso introito di acqua o al consumo di un acqua eccessivamente ricca di elettroliti.” Gli chiediamo consigli che potrebbe dare alle persone per evitare di avere in futuro problemi di qualsiasi tipo, e ci risponde: “oggi si sente spesso parlare di tumore, il consiglio è quello di sottoporsi a controlli clinici e strumentali di screening, in modo da intercettare malattie in fase precoce e quindi in uno stadio iniziale, curabile.” Guardando un po’ al passato, gli doman-
diamo come ha vissuto la sua esperienza universitaria e qual è stato l’esame più complesso che ha sostenuto: “guardando indietro ricordo con nostalgia gli anni universitari, per l’esattezza 11, la cui unica responsabilità era quella di apprendere, apprendere bene. L’esame più impegnativo è stata anatomia umana, tre volumi, pilastri portanti della formazione di un giovane medico.” Infine, ci fornisce qualche consiglio rivolto ai giovani che hanno intenzione di intraprendere gli stessi studi che ha intrapreso il Dottore: “ai giovani che sognano di diventare medici, direi che nella sua complessità resta la professione più gratificante; salvare una vita umana è l’azione più nobile che si possa fare.” Dopo aver salutato e ringraziato per la disponibilità il Dott. De Stefano Giacomo, abbiamo incontrato un medico urologo e andrologo che, prima di dedicarci qualche minuto per una breve intervista, ci fornisce delle interessanti informazioni riguardanti controlli periodici che potrebbero prevenire problemi più comuni: “partiamo dal presupposto che le visite urologiche devono essere fatte ogni anno, un po’ come avviene per quelle del sangue. Escludendo quelle pediatriche che servono per verificare l’assenza di disturbi minzionali, problemi all’inguine e allo scroto, fino ai vent’anni è opportuno e importante effettuare un controllo di fertilità, verificare l’assenza di patologie varicose, come la varicocele, o anomalie nei genitali. Dai trent’anni è importante valutare turbe andrologiche, come l’eiaculazione precoce che, oltre ai classici farmaci può essere risolta anche tramite terapie omeopatiche, e, dai quarant’anni in su, consigliate sono visite alla prostata, in particolare se si hanno parenti affetti da tumore prostatico.” Dopo una breve analisi delle visite più
richieste dai pazienti per un controllo o una cura relativa alla branca medica di competenza dell’esperto, il medico ci concede un’intervista. Partiamo con una domanda generale, chiedendo quale fosse la cosa più bella del suo lavoro: “la possibilità di avere nuove esperienze ogni giorno e il desiderio, sia personale che scientifico, di aggiornarsi quotidianamente. Chiaramente, alla base di tutto c’è il desiderio di essere utile al prossimo e, in merito a questo, termino ogni giornata lavorativa compiaciuto quando ci riesco.” Proseguiamo chiedendogli tre consigli da dare ai giovani adolescenti di oggi, spesso legati ad apparecchi tecnologici e ad una cattiva alimentazione: “I miei tempi erano diversi, console come la PlayStation non esistevano ancora, quindi mi sento di consigliare quello che ho fatto: studiare tanto, fare molto sport, evitare il più possibile distrazioni inutili. Per quanto possa essere difficile oggi staccarsi completamente da ogni dispositivo, lo scopo è quello di trovare un equilibrio, riuscendo sia a concedersi uno svago multimediale che sportivo, sia dedicare lo stesso tempo alle cose che contano, quindi alla propria salute e al proprio studio. Poi, chiaramente, ognuno è libero di intraprendere la strada che preferisce, data la moltitudine di occupazioni che ci sono oggi.” Ci ha parlato di salute e quindi alimentazione, e ci viene naturale chiedere all’esperto che ruolo gioca l’alimentazione nella salute dell’essere umano e che ruolo gioca nella salute della prostata: “Ottima domanda. Penso che sia al primissimo posto: la prostata del resto risente tantissimo delle nostre abitudini alimentari, non dimentichiamo tra l’altro che è coinquilina dell’intestino. Quindi è importante curarla con un’alimentazione non solo variegata ma anche sana.” Puntando la lente d’ingrandimento sulla questione “prostata”, gli chiediamo giusto tre cause più influenti di una prostatite: “Sicuramente al primo posto mi sento in dovere di mettere cause infettive, malattie ostruttive prostatiche, sbagliata nutrizione come abbiamo già detto prima e soprattutto discomfort psicofisici: essere troppo tesi o stressati non fa mai bene al corpo, in tutti i sensi; tra la ghiandola prostatica e la vita emotiva di ogni essere umano c’è una stretta correlazione, per tensione della muscolatura pelvica e per altri fattori.”
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FRANCESCO D’ANNA
INTERVISTA ALL’EX SINDACO VINCENZO CARFORA L’ormai ex sindaco di Casoria, Vincenzo Carfora, in un’intervista rivolta all’intero popolo casoriano, ha affrontato dinamicamente varie tematiche, come in una sorta di viaggio temporale, accennando al passato, al presente ed al futuro. Come giudica il primo semestre dell’amministrazione Bene? “In realtà, parlando con i cittadini di Casoria, ho avuto l’impressione che non si siano accorti che vi è un sindaco, ognuno che io incontri ritiene che non sia cambiato nulla rispetto il passato. Ovviamente il giudizio può essere solamente parziale, perchè siamo ancora nei primi sei mesi, Bene è una brava persona, ma ci sono ancora poteri forti che vogliono comandare.’’ Casoria è una città che non dimentica, per cui, ritornando al passato, quali sono stati tutti i meriti della sua amministrazione? “Io partirei dal tema ambiente, quando divenni sindaco la percentuale di spazzatura aveva raggiunto un picco altissimo, e man mano, anche grazie all’assessore incaricato e alla provincia, siamo riusciti a smaltire gran parte di essa e la raccolta differenziata ha raggiunto livelli altissimi, il 65%! Purtroppo oggi si rivedono cumuli di spazzatura, non è unicamente colpa delle amministrazioni, ma anche dei cittadini maleducati. Siamo riusciti a portare la raccolta dif-
ferenziata anche nella zona 219, non è stato facile, ma ci siamo riusciti! Dopo 15 anni abbiamo ripulito il cantariello, sempre rimanendo in tema ambientale. Abbiamo riaperto lo stadio ‘’San Mauro’’ dopo moltissimi anni. Abbiamo ripristinato la zona di Via Marco Rocco e la zona del mercato ortofrutticolo, dove vi era un passivo finanziario enorme!’’ L’oggetto di enormi critiche della sua amministrazione è stata la realizzazione del progetto del cuore di Casoria, Piazza Cirillo. Molti affermano che sia un’opera non funzionale, e soprattutto che crei problemi al traffico urbano. “Innanzitutto è stato un progetto ancora precedente alla mia amministrazione, la mia idea, purtroppo utopica, era quella
di far divenire piazza Cirillo una zona pedonale, l’ex Cinema Rossi sarebbe dovuto divenire un parcheggio, come anche un’altra zona antistante la Piazza, tutto ciò affinché si limitassero i problemi per i veicoli. Oggi non so cosa stia succedendo, soprattutto in virtù delle autorizzazioni che erano già state emesse nella mia gestione per la zona dell’ex cinema Rossi. Il progetto di Piazza Cirillo, purtroppo, ha subito delle variazioni, soprattutto per via del problema architettonico riferito alla Chiesa, infatti la Piazza avrebbe dovuto avere al suo centro anche una fontana e soprattutto ai margini della carreggiata non erano previste zone di soste.’’ Come spiega il legame ostico che vi è tra le amministrazioni che dovrebbero gestire la ‘’res publica’’ e il malcontento dei cittadini? “I cittadini si aspettano di più rispetto a quello che i Comuni possono dare, soprattutto perché le casse comunali non sono ricche, infatti si parla quotidianamente di dissesto. Mi spiego questa situazione anche poiché vi è un’importante fetta di cittadini che evade e non paga le tasse’’ Arrivando al futuro, cosa auspica per i cittadini di Casoria? “Una classe dirigente diversa, anche nelle ultime elezioni sono stati eletti, metaforicamente parlando, i soliti’’.
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VITTORIA CASO
L’INNO DEL GIRINO, VINCITORE SOCIAL DELLO ZECCHINO D’ORO “Comunichiamo che il vincitore dei social è “L’inno del girino” e non “I pesci parlano” che si è invece piazzata seconda. L’informazione errata annunciata dai conduttori è stata causata dalla concitazione della serata .” E dopo questo comunicato-Rai dell’8 dicembre, “Cra cra cra è lo stagno che fa festa”, come dice l’ultimo verso della canzoncina. Vincitrice morale, e per noi sicuramente la più brava di tutti, è stata Marta Sisto, 6 anni, di Casavatore, che, assieme a Carlo Antonio Fortino e Irene Lucarelli, entrambi di 4 anni, ha cantato proprio L’inno del girino. Marta Sisto è una bella bambina bionda, socievole e allegra, frizzante ed espansiva, che da sempre ama cantare e ballare la Just Dance; frequenta volentieri la prima elementare presso l’I.C. Romeo – Casavatore, dove è un’alunna vivace e curiosa di apprendere. La sua cantante preferita è Irama e da grande vuole fare la make up artist. “Fin da piccola Marta ha dimostrato attitudine per il canto e con la sua bella vocina intonata è sempre alla ricerca del microfono – racconta con entusiasmo la mamma, Cinzia Ausiello - perciò l’ho iscritta, senza pensarci due volte, al casting tour dello Zecchino d’oro. Nell’aprile successivo siamo stati chiamati per il provino presso l’Ipercoop di Afragola.
Marta era a proprio agio nel cantare “Quarantaquattro gatti”, imparata per l’occasione e cantata senza esitazione o sforzo tra i complimenti generali. Così è iniziata quest’avventura…”. “Le selezioni - continua la signora Cinzia - sono proseguite successivamente a Giugliano, a luglio, e poi il 3 settembre, a Bologna, dove Marta, accompagnata dal papà Luca, ha superato le semifinali e il 4 le finali, dimostrando di essere davvero brava tra ben cinquemila bambini. Il giorno dopo le selezioni noi familiari siamo entrati in contatto con il mondo dell’Antoniano di Bologna attraverso le animazioni ispirate dai cartoni animati dello Zecchino d’Oro, gli spettacoli corali degli ensemble di voci bianche e le storie di solidarietà concreta che ogni progetto ludico e culturale dell’Antoniano comporta. I bambini hanno registrato CD, hanno indossato costumi e abiti ispirati ai temi delle canzoni, hanno colloquiato con gli autori dei testi, sono stati intervistati e immortalati in video”. Insomma, madri, padri e figli hanno esplorato un modo nuovo fatto di parole, note musicali, immagini, tese a rendere concreti i sogni di adulti e bambini: momenti magici di condivisione, di amicizia, di allegria, di musica. Un gioco per i bambini che, sopraggiunti da tutta Italia, hanno fraternizzato, hanno riso, hanno imparato le regole
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da seguire per trasformare il gioco in spettacolo, hanno conosciuto personaggi che fino ad allora avevano visto solo sullo schermo, hanno socializzato al di là delle barriere mentali, delle discriminazioni, delle classi sociali e dei colori politici. Durante le prove i genitori e gli accompagnatori potevano osservare i bambini attraverso uno schermo al fine di evitare distrazioni e indebite ingerenze che potessero deconcentrarli. Lo Zecchino d’Oro 2019 è andato in onda in diretta il 4, il 5 e il 6 dicembre su Rai1. Se la canzone vincitrice è stata “Acca”, cantata da Rita Longordo, la canzone preferita dai social è stata proprio L’Inno del girino; “Mi sono divertita a cantare questa canzone – ha detto Marta - perché ci sono i versi degli animali e sono felice di aver cantato con i miei amici” E noi, in verità, che incontriamo quotidianamente Marta, il papà Luca e la mamma Cinzia, siamo lieti di averla votata e di conoscere la piccola star. C’è sicuramente da complimentarsi con i suoi genitori che hanno deciso di assecondarne il talento, pur facendo i salti mortali per conciliare prove e controprove con il loro lavoro. A Marta auguriamo che possa coltivare le sue passioni ed avere tante soddisfazioni.
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La generosità dei napoletani e la pratica del caffè sospeso intervista a Michele Sergio
«Quando un napoletano è felice per qualche ragione, invece di pagare un solo caffè, quello che berrebbe lui, ne paga due, uno per sé e uno per il cliente che viene dopo. È come offrire un caffè al resto del mondo…». È così che Luciano De Crescenzo, scrittore napoletano, descrive la pratica del caffè sospeso : una tradizione partenopea che permette anche ai più bisognosi di assaggiare un caffè espresso e che mette in risalto l’animo filantropico e solidale del popolo napoletano. Questa settimana abbiamo intervistato Michele Sergio, figlio di uno dei proprietari del Gambrinus, storico bar di Napoli, fra i primi ad aver adottato questa usanza. Il Gambrinus è una struttura visitata da turisti provenienti da ogni parte del mondo: rappresenta uno dei modi più immediati attraverso cui uno straniero entra in contatto con la cultura napoletana. Cosa consumano di più i visitatori? Si mostrano curiosi verso i nostri prodotti tipici? Chi viene a Napoli lo fa, oltre che per ammirare le sue bellezze architettoniche e paesaggistiche, per la sua cultura, perché noi napoletani siamo un popolo diverso rispetto a quello del resto della penisola ed è per questo
che quando vengono turisti dal nord Italia rimangono sorpresi dalle nostre tradizioni, dal nostro folclore e dai nostri prodotti culinari e dolciari. Essendo infatti diversi dai loro rimangono affascinati proprio da ciò che i turisti stessi vogliono: la diversità. E dunque, prodotti tipici come la sfogliatella, il babà, non appartenendo ad altre culture e sono fra i più ricercati dagli stranieri, che vogliono appunto assaggiare dolci che non possono trovare a casa propria […] Chi viaggia, viaggia sempre alla scoperta dei sapori dei luoghi che va a visitare, quindi anche se viene un inglese o un francese non vuole ma anzi pretende di assaggiare la prelibatezza specifica del posto. D’altronde, la cucina italiana e quella napoletana in particolare godono di una grande fama e dunque i turisti, venendo qui, si aspettano
di poterne godere. La tradizione del caffè sospeso non ha confini di nazionalità o altro tipo, nel senso che nel momento in cui scelgo di pagare una quota in più non so chi usufruirà di quel caffè regalato. Quanto è realmente praticato, oggi, questo atto di generosità? Quello del caffè sospeso è un uso consolidato nella nostra città. Per quanto riguarda il Gambrinus c’è una media di 30/40 sospesi al giorno ; chiaramente ci sono giorni in cui se ne fanno di meno per la minore affluenza e giorni in cui il numero sale e si aggira attorno ai 100. All’inizio lo si faceva in maniera più anonima, ora è quasi una moda, quindi chi lascia un sospeso in quella caffettiera enorme che abbiamo messo all’ingresso si fa la foto. Non lo fa, però, per esibizionismo ma perché
oramai siamo diventati tutti molto “social” e tendiamo a condividere subito ciò che facciamo con tutti. Lasciare un caffè sospeso, oggi, è diventato una”figata”. Il Gambrinus, in quanto bar illustre, è visitato dai più disparati personaggi conosciuti: dal Papa al cantante, dal presidente del consiglio all’attore. Cos’è che lo rende secondo te, oltre alla sua storia e alla sua bellezza estetica, così speciale? Se il Gambrinus oggi è il primo caffè di Napoli è perché, oltre a essere un bar storico e quasi un museo, ha un’impresa alle spalle, formata dalla famiglia Sergio e la famiglia Rosati, che ha creduto nel recupero di questa antica struttura quando Napoli attraversava periodi difficili […] Oggi Napoli sta vivendo un tempo felice, positivo e stiamo lavorando tutti per cercare di rimediare alle sue difficoltà. Accanto alla famiglia che gestisce il bar da 50 anni ci sono coloro che vi lavorano (camerieri, baristi, pasticcieri) che fanno tutti il proprio dovere e cercano sempre di migliorarsi, accontentando i clienti ed essendo puntuali. L’attività la fanno le persone e infatti si sente l’anima del Gambrinus : è la cooperazione che rende forte il carattere di questo bar!
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RAFFAELE SILVESTRO
GIANFRANCO GALLO AL TEATRO EDUARDO DE FILIPPO DI ARZANO Secondo appuntamento al teatro Eduardo de Filippo con la stagione teatrale 2019-20, questa volta si è esibito per due serate da tutto esaurito: Gianfranco Gallo. Lo spettacolo che ha presentato era una rivisitazione della famosissima stesura di De Filippo ‘Il medico dei pazzi’, risate a non finire e applausi scroscianti a fine serata per l’attore napoletano e tutta la sua compagnia. La quale aveva l’entusiasmo alle stelle per la prima nazionale della loro tournee che vedrà più di 20 repliche e tra i vari teatri nei quali si esibiranno ci sarà anche l’Augusteo di Napoli dal 12 febbraio. Gianfranco Gallo, a ritorno dopo quasi un anno al Teatro Eduardo, non può
che essere soddisfatto del risultato finale della commedia, prima dell’inizio visibilmente preoccupato per l’esordio nazionale, avendo oltre che curato la parte della sceneggiatura, era anche regista dello spettacolo e principale protagonista delle vicissitudini esilaranti. In un intervista prima di andare in scena, ha dichiarato di essere profondamente onorato di debuttare in un teatro come quello arzanese, essendo questo diventato negli ultimi anni una struttura di prestigio viste le stagioni teatrali che pro-
pone, nomi di alto rilievo che non hanno nulla da invidiare a quelli che vengono proposti nei teatri della metropoli. Spese anche due parole sul lavoro fatto in estate nella stesura di questo spettacolo, coniando il lavoro fatto da Scarpetta nel 1909 e riadattandolo ai giorni nostri. Non si sono fatte attendere anche le dichiarazioni del produttore dello spettacolo Enzo Di Maio, che ha speso parole al miele per i direttori del teatro Eduardo De Filippo, per la loro gestione ed organizzazione di eventi e ovviamente non poteva mancare l’ansia del debutto nazionale anche per lui che ha anche colto l’occasione di fare l’imbocca al lupo a tutti, attori, regista e equipe di tecnici che seguirà la tournée. Ultimo appuntamento, questo di Gianfranco Gallo, prima della fine dell’anno nella struttura di via Verdi, che già si sta preparando ad accogliere al debutto arzanese Simone Schettino il 9 e il 10 gennaio, showman che sicuramente farà rispettare la reputazione che lo precede, tenendo compagnia gli abbonati con due ore di pura ilarità.
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DANIELE ESPOSITO*
IL FUMO INFLUISCE SULL’ALLENAMENTO?
Chi frequenta la palestra è consapevole che riposare, mangiare sano e allenarsi in modo giusto può migliorare la propria vita. C’è però un fattore che viene trascurato da molti: il fumo. Alcune persone sono consapevoli del problema ma sono troppo dipendenti per smettere, mentre altre non sono a conoscenza di come stanno danneggiando il proprio corpo. Il fumo colpisce il nostro corpo rovinando anche l’allenamento e la performance sportiva. La Nicotina e il monossido di carbonio del fumo possono rendere il sangue “appiccicoso” e le arterie possono restringersi. Le arterie strette riducono il flusso di sangue al cuore, ai muscoli e ad altri organi del corpo, rendendo più difficile l’esercizio. Durante l’esercizio fisico, il flusso sanguigno aiuta ad aumentare l’apporto di ossigeno ai muscoli. Se i tuoi muscoli non ottengono ossigeno abbastanza velocemente, anche il tuo corpo non può funzionare. Problemi al cuore: il fumo aumenta la frequenza cardiaca a riposo. La frequenza cardiaca a riposo è il numero di battiti al minuto che il tuo cuore produce quando non sei attivo. Quando fumi, questo numero aumenta a causa del lavoro extra che il tuo cuore deve fare per pompare sangue nell’organismo. La frequenza cardiaca potrebbe aumentare a livelli pericolosi per
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svolgere le attività fisiche. Una frequenza cardiaca a riposo superiore al normale può aumentare il rischio di morte. Sei in grado di esercitare meglio quando la capacità polmonare è buona e i polmoni funzionano bene. Fumare fa male alla capacità polmonare. Il catrame nel fumo di sigaretta ricopre i polmoni e rende le sacche d’aria meno elastiche. Il fumo produce anche catarro che può congestionare i polmoni. Fumare anche poche sigarette al giorno può ridurre la capacità del corpo di utilizzare l’ossigeno in modo efficace. Sapevi che allenarti può aiutarti a smettere di fumare? L’ esercizio fisico può essere una parte importante del tuo piano per smettere di fumare. L’esercizio fisico riduce l’appetito e ti aiuta a gestire altri sintomi di astinenza e di ridurre lo stress. Inoltre, la frequenza cardiaca diminuirà, la circolazione sanguigna aumenterà e la funzione polmonare migliorerà, migliorando anche le prestazioni dell’allenamento. Hai trovato interessante questo articolo? Segui il mio blog www.ilmetodo5.it *Personal Trainer e consulente della nutrizione sportiva, da oltre 15 anni nel settore, è autore del libro il Metodo 5, premio eccellenza italiana a Washington D.C
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DOMENICA 15 DICEMBRE 2019
DOMENICA 15 DICEMBRE 2019
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MARIARCA IAVARONE Il Festival nasce da un’idea delle Suore Francescane Elisabettine Bigie che quest’anno celebrano i loro 25 anni di presenza sul territorio Casoriano. A pochi passi dalla piazza principale della città, sorge la Casa Natale di Padre Ludovico, che ospita uno studentato delle Suore Elisabettine Bigie e la chiesetta dell’Immacolata; inoltre è affiancata dall’«Oasi», un complesso che ospita anche varie associazioni cittadine impegnate nel sociale ed un Museo didattico promosso dalle Suore. La presenza delle suore sul territorio ha un duplice scopo quello di promuovere il culto di Padre Ludovico, di svolgere attività di supporto alle fasce più deboli e al mondo giovanile. Per la realizzazione del festival dei giovani sarà coinvolto “La Cittadella della buona Notizia” (che ogni anno organizza l’oratorio estivo che coinvolge circa 400 giovani afferenti alla Basilica di San Mauro, alla Parrocchia di Santa Maria e i ragazzi che già frequentano abitualmente l’Oasi di Padre Ludovico) e la Città di Casoria. Il tema scelto per questa prima edizione è Nati per Amare: io Sarò con te. Il Festival vuole essere un evento pronto ad accogliere ragazze e ragazzi provenienti dalle Parrocchie e dalle scuole
dell’area a Nord di Napoli, infatti saranno loro i veri protagonisti di questa prima edizione. Casoria si trasformerà per un giorno in un grande laboratorio di idee dove i ragazzi della cosiddetta Generazione Z hanno la possibilità di confrontarsi attraverso incontri di orientamento, dibattiti, momenti di formazione e laboratori creativi. Il Festival raccogliere le loro energie, includendoli in un percorso di narrazione del mondo che cambia, aperto al confronto, all’approfondimento. Così sapranno orientarsi nel loro domani, con la bussola della consapevolezza, animati dal desiderio di crescere. L’obiettivo è quello infatti di valorizzare i ragazzi, che vogliono farsi ascoltare, che desiderano imparare, sperimentare, divertirsi ed esprimere liberamente le proprie idee, le proprie aspirazioni e i propri talenti.
Interverranno: • Don Luigi Maria Epicoco • Claudia Koll • Worship for Christ (Gruppo musicale) • Gigio Rosa e Gigi Soriani (DJ di Radio Marte) Vi aspettiamo numerosi con gioia
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“La perfezione non esiste”
Vanessa Incontrada si mette a nudo con le parole, nel programma “20 anni che siamo italiani “su Rai uno. Recitando un monologo molto profondo che sembra essere quasi una confessione, in cui l’attrice e presentatrice spagnola racconta le sue insicurezze ed il suo tormento. Racconta che la perfezione non esiste e magari l’avessero detto prima a lei, lei che ha sempre cercato la perfezione in tutto, creandosi tanti complessi sulla vita, su se stessa ed anche sull’amore. Racconta che vorrebbe parlare alla Vanessa di vent’anni fa, quella che ha perso tempo a cercare di essere giusta, dimenticando di essere felice, di pensare prima a lei stessa che agli altri. Parla del modello del corpo femminile, di quel corpo morbido e sinuoso forse con un pò di curve in più che negli anni duemila ad oggi non viene ancora accettato, quello che negli anni cinquanta era ritenuto corpo perfetto.In lacrime conclude che né lei, né altre donne dovrebbero vergognarsi del corpo che hanno, delle critiche che ricevono, l’importante è circondarsi di persone che ti vogliono bene, perché la perfezione non esiste, è solo un concetto mentale macchiato anche dai media, ma ciò che realmente conta è come ti vedi tu allo specchio, come valuti te stessa, quanto credi in te. Il mondo è bello perché è vario, perché si ha libertà di scegliere come essere oggi senza regole, senza pensare al giudizio, l’unico pregiudizio con cui la gente è ancora golosa di raccontare cattiverie, prendere in giro, ma lasciamo tutto ciò alle menti mediocri che puntano il dito per difendere le proprie debolezze, viva le forme, le donne in carne definite “curvy”, viva la bellezza che viene dell’anima non dal corpo.
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Via Pavia n. 129 - 80143 Napoli bene confiscato alle mafie associazionestragetreno904@gmail.com
35° ANNIVERSARIO DELLA STRAGE DI NATALE SUL TRENO RAPIDO 904 23 DICEMBRE 1984 | 23 DICEMBRE 2019
PROGRAMMA 23 Dicembre 2019 ore 12.00 | Atrio Stazione di Napoli C.le
Ore 12.00 Arrivo gonfaloni Ore 12.15 Intervento musicale a cura della fanfara del 10°
reggimento Carabinieri
Campania. A seguire un reading tratto da “Mi ricordo rapido 904” a cura di Libera Aosta Ore 12.30 Interventi del Sindaco di Napoli Luigi De Magistris, della Presidente dell’Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage sul Treno Rapido 904 Rosaria Manzo e delle altre autorità presenti Ore 12.55 Minuto di silenzio Ore 12.56 Deposizione di una corona di fiori al binario n.11, ai piedi della targa che ricorda la strage.
Si rende noto che nello stesso giorno alle ore 11.00 presso la stazione ferroviaria di San Benedetto Val di Sambro, i rappresentanti del consiglio esecutivo del Comitato di Solidarietà alle vittime delle stragi con la collaborazione del comune di San Benedetto Val di Sambro si riuniranno per un momento di raccoglimento. Ai piedi della lapide commemorativa verrà deposta una corona di fiori.
Crescere insieme...perfezionandosi Sicurezza edilizia Ambiente
Vincenzo D’Anna
Dottore in scienze dell’Ingegneria Collegio dei geometri e dei geometri laureati della Provincia di Napoli
VIA G. ROCCO, 2 - 80026 CASORIA (NA) TEL./FAX +39 081 19105654 - CELL. +39 335 8157475 E-MAIL: stdgroupsrls@virgilio.it - stdgroupsrl@pec.it
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RITA GIAQUINTO
Da Napoli a Malta Gennaro De Crescenzo vola con la sua musica E si chiude con un sold out il grande successo che ha visto come protagonista il cantante napoletano Gennaro De Crescenzo che, al Teatro salesiano Salvo D’Acquisto al Vomero, il 3 dicembre scorso, ha generosamente “prestato” la sua voce a favore del progetto “Donare è… amore”. Un progetto fortemente sostenuto dalla Presidente della Hermes di Caivano, la Dott.ssa Pina Pascarella, che, da anni ormai, sostiene con eventi di beneficenza i bambini ed i ragazzi meno fortunati e a cui cercare
di far sentire, in ogni occasione possibile, il calore e l’amore di chi non vuole distrarsi dinanzi a chi ha più bisogno. E Napoli, sempre generosa nello spirito come nella partecipazione, ha risposto con una presenza ed un entusiasmo che hanno incorniciato una piacevolissima serata di musica e spettacolo. Queste le parole di Gennaro nel backstage del teatro : “Per me la musica è tutto e quando riesco a trasformarla in uno strumento di solidarietà mi inorgoglisce tantissimo. I venticinque
ragazzi che sono in platea e per i quali stasera abbiamo voluto unire le forze ed il cuore, mi danno ancora di più la carica per fare sempre meglio”. Da Napoli a Malta il passo è stato breve, dove Gennaro è volato per partecipare al grande evento internazionale “The Look of the Year 2019” : “Essere il portavoce della nostra musica e della napoletanità nel mondo, mi riempie di soddisfazione” - ci confessa Gennaro. Tornando a Napoli, simpaticamente condotta dal cabarettista Massi-
miliano Cimino e con l’aiuto della portavoce dell’associazione, Mariarosaria Ruotolo, la serata di beneficenza ha premiato molti napoletani che si sono contraddistinti per meriti sociali e culturali, con una commissione presieduta dal Dott. Giovandomenico Lepore. Tra i tanti sostenitori della serata, ricordiamo l’Istituto di bellezza Nausicaa DI.BI Center di Rossella Giaquinto , sempre presente nel sociale. Hairstylist Claudio De Martino, con tutta la sua professionalità.
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Augurissimi
Auguri alla nostra web master D.ssa Maria Floriana Alaia Ha discusso in lingua inglese ottenendo il massimo dei voti (110/110 e lode) la tesi dal titolo “Progettazione di un dispositivo di supporto vaginale per disturbi del pavimento pelvico” con la supervisione dell’Ing. Enzo Torino e gli advisor Ing. Lucia Rossano e Ing. Donatella Vecchione presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, Scuola Politecnica delle Scienze di Base conseguendo il Master in Bioingegneria industriale nel Dipartimento di Ingegneria Chimica dei Materiali della Produzione Industriale. LE SUORE DELl’OSPIZIO MARINO Carissimo P. Ludovico, così desidero chiamarti a nome di tutte noi. Tu che per acquistare questa casa, detta “Lazzaretto”, partecipasti all’asta “Proprietà degli Scolopi”, messa in vendita il 24 gennaio 1873, dove un’antica chiesetta, qui sottostante era ridotta a ricovero delle barche. Dopo aver riadattato la casa, il 4 Maggio 1874, nel tradizionale giorno degli sfratti a Napoli, dalla collina di Capodimonte, portasti 12 vecchi pescatori, in memoria dei 12 Apostoli, qui a Posillipo vicino al mare da loro tanto desiderato e, successivamente anche i fanciulli e le colonie. Posillipo diventò centro delle tue opere, tra cielo e mare, in mezzo ai vecchi pescatori e ai bambini, consumasti gli ultimi giorni della tua vita terrena. Sei, poi, volato in cielo in un’alba bellissima del 30 marzo 1885. Sei rimasto con noi dal 1887, nella tua tomba, per ben 127 anni. La tua presenza si è avvertita in tante occasioni, anche gravi che si sono sempre risolte. Te ne siamo tanto grate. Molte volte qualche anziano, senza conoscerti, ti ha visto di notte passeggiare per la casa, di questo posso testimoniare dai loro racconti e confidenze che hanno fatto. Il giorno 20/11/2014 è stata trasferita la tua urna a S. Chiara dalle monache di clausura; in attesa della processione dei frati con una messa solenne, prima di essere proclamato Santo. Abbiamo avuto momenti di grande emozione, tristezza e lacrime per la tua lontananza da questa casa. Rimaste sole ci siamo sentite orfane e abbiamo tanto pregato e sperato del tuo ritorno fra noi. B entornato caro e Santo Ludovico, ti ringraziamo, ti preghiamo e siamo felicissime del tuo ritorno fra noi. Sr Teresa e comunità
Augurissimi
Auguri ad
ANTONIO DELLA CHIESA per i suoi 62 anni Salvo accordi scritti, la collaborazione con questo settimanale è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. In nessun caso si garantisce la restituzione dei materiali inviati. Del contenuto degli articoli e degli annunci pubblicitari sono legalmente responsabili i singoli autori. E’ vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari.
Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. Reg. 5116 del 28/02/2000
Editore CASORIA DUE s. a. s società messa in liquidazione
Direttore Responsabile: Ferdinando Troise Stampa: PRINTING HOUSE - CASORIA Tiratura 7000 copie. Distribuzione gratuita. Questo numero è stato chiuso il 12 dicembre 2019 Direzione, Redazione, Amministrazione e Pubblicità Via Capri, 2 - 80026 Casoria (NA) - Tel. /Fax 0817311062 email: casoriadue@libero. it
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