DOMENICA 22 APRILE 2018
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ANNO XVIII - N° 16 - DOMENICA 22 APRILE 2018
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NANDO TROISE
Le interviste a Modo mio
LA GIUNTA MUNICIPALE: “SIAMO CARENTI IN COMUNICAZIONE”
(a tradimento)
E’ il 13 aprile, uno dei tanti venerdì del mese di aprile. Il mercato dei tessuti che si tiene in maniera “temporanea” sin dal 1997 è sempre lì, in via Mauro Calvanese, senza bagni chimici ed ostruendo i cancelli di condomini, palazzi, negozi commerciali, il centro sportivo Funteam, la Chiesa di San Giuseppe, gli uffici della Parrocchia di San Giustino de Jacobis, la scuola materna paritaria “Santa Giulia Salzano”. Mi arrivano delle foto fatte dall’alto, da uno dei palazzi che affacciano su via Mauro Calvanese. Foto che vi mostriamo in questo articolo. Le giro con garbo, educazione, tatto, rispetto alla Giunta Municipale (Ass. Pietro D’Anna, Esposito Fabio, Fuccio Pasquale, Maria De Rosa Ass., Marianna Riccardi, Ricciardi Antonio Assessore, Stella Cassettino e Giulio Russo). Carissima Giunta Municipale e carissimo Pasquale, giovane amico, lo so che avete il bilancio nei vostri pensieri, cosa buona e giusta, e sarebbe davvero orribile se doveste cadere sul bilancio,
andare a casa e consegnare la Città di Casoria nelle mani dell’11° commissario prefettizio. Sto pensando molto in questo periodo a questa storia del bilancio, ricordandomi del dirigente scolastico Francesco De Luca, sindaco progressista, che cadde proprio sul bilancio. E’ mio dovere, non solo giornalistico, ricordare a tutti quanti voi e lo faccio a malincuore che ci sono impegni presi da voi non mantenuti e sperando che il bilancio venga approvato, chiederò al mio amico scassabolle un elenco, senza fare, naturalmente, “pornografia mediatica”. Vi ricordo, nel chiudere, di ricordarvi che la vostra sconfitta sarà anche la sconfitta di chi vi ha votato ed anche di chi vi ha sostenuto prima e dopo la vostra elezione al governo della cosa pubblica. LE FOTO di un mercato illegale sia sotto il profilo sanitario che commerciale. Il giorno dopo mi scrive Antonio Ricciardi, Assessore al Commercio. continua a pag. 5
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DOMENICA 22 APRILE 2018
DOMENICA 22 APRILE 2018 SEGUE da pag. 3
“Caro Nando, finalmente dopo 22 e passa anni siamo pronti, l’ordinanza di chiusura è fatta!!! Bisogna solo mettere a posto dei piccoli dettagli, ci scuseremo con la cittadinanza se 22 anni fa hanno creato questo disastro, meglio tardi che mai!!!” Maria De Rosa, Assessore al Bilancio: “…. Ben detto”. Lo ha creato la politica. Con nomi e cognomi!! E non solo il Sindaco che firmò la delibera “temporanea” nel 1997 e che, dice lui, nel 2004 propose la soluzione al problema. Sarebbe ora nel rispetto di chi ha votato i consiglieri comunali ed il Sindaco di cui siete espressione tecnica, politica ed amministrativa che incominciaste a RISPONDERE. A dare spiegazioni. A raccontare i vostri momenti amministrativi. Grazie ad Antonio Ricciardi che risponde. Io non stimo gli indifferenti, gli indolenti ed i muri di gomma. Esposito Fabio, assessore agli interventi di Polizia sul territorio: “Non era un impegno preso in campagna elettorale”. Che vuol dire??? “Nonostante ciò Ricciardi insieme al sindaco hanno profuso il massimo impegno affinché ciò si potesse realizzare”. Sarebbe stato, invece, cosa buona e giusta, che se ne fosse interessato l’assessore alla polizia annonaria insieme all’assessore al commercio. Esposito Fabio: “siamo ad un passo dal traguardo e come lui ben diceva ci sono dei piccoli dettagli amministrativi da sistemare. L’ordinanza è pronta”. “Difatti, io, nel mio piccolo, ho fatto la mia parte”. “Il lavoro più grosso l’ha dovuto svolgere Antonio per la trattativa con i mercatali che non è stata affatto semplice”. L’assessore alla polizia giudiziaria, l’assessore alla polizia ambientale, l’assessore alla sanità, l’assenza dei bagni chimici.
5 Esposito Fabio: “Il mio sarebbe stato semplicissimo, far fare l’ordinanza di chiusura per mancanza requisiti igienico sanitari. E poi???” La mancanza di controlli a quel suk (come si può notare dalle foto) vi avrebbe potuto creare problemi. Poi che? Le leggi vanno rispettate. Voi non lo avete fatto!!! Esposito Fabio: “Tutte quelle famiglie che con il mercato ci campano??””Per 22 anni non le hanno rispettate”. Chi campa deve stare in regola. Esposito Fabio: “e voi oggi ve ne accorgete?” Chi non le ha fatte rispettare non merita alcuna stima! La STAMPA cittadina, tutta, racconta da 22 anni questo sconcio: oltre la mia testata, anche Il Mattino, il Roma, Cronache di Napoli e tutti i portali di informazione. Esposito Fabio: “allora non meritiamo la stima neanche noi che abbiamo posto soluzione al problema”. Non vi ho tolto la stima. Esposito Fabio: “Per la comunicazione hai pienamente ragione”. “Superato lo scoglio del bilancio si mette mano ad una comunicazione di tutto rispetto”. “Una comunicazione più capillare, costante, quotidiana”. La comunicazione va fatta nel pieno rispetto della legge 150 del 2000. Ci sono tanti giovani colleghi che hanno la passione di lavorare “non certo per campare”. Oltre a verificare se nell’interno della macchina comunale ci siano iscritti all’ordine dei giornalisti, in tal caso, gli va dato precedenza come la legge impone. Esposito Fabio: “a me certamente non interessa apparire. Come credo a tutti i miei colleghi di Giunta. Ci siamo impegnati a ricoprire queste cariche per lavorare. Non per pensare a come non farci oscurare”. Arriva l’intervento del Sindaco Pasquale Fuccio: “Caro direttore e cari assessori noto con piacere il vostro iperattivismo mattutino. Caro Nando hai
perfettamente ragione scusami la colpa è mia se da due anni non ho avuto la capacità di far percepire alla città le novità e le cose buone che questa amministrazione ha messo in campo. Come diceva Fabio facci superare questo scoglio e proviamo a riorganizzare una comunicazione adeguata alla Città. Certo sul mercato stiamo tutti da un anno a cercare una soluzione non facile proprio per la difficoltà di contemperare degli interessi. Anche qui colpa mia se ci sono stati dei ritardi ma a fronte del ventennio due anni sono sopportabili. I due assessori sono stati ugualmente al mio fianco su questo come su altre centinaia di difficoltà che ho avuto in questa sindacatura. In ogni caso caro Nando hai ragione su tutto quello che dici e anche se non ho il tempo di rispondere sappi che per quello che può contare per te tutto quello che dici il Sindaco e la Giunta lo ha sempre tenuto in grande considerazione”. Ricciardi Antonio Assessore: “Caro Pasquale come sempre apprezzo il tuo essere “muro” in difesa della squadra di governo, ma credo sia giunto il momento della assunzione di responsabilità di ognuno di noi, in primis quella di essere stati incapaci di comunicare alla cittadinanza su quanto di buono da noi iniziato e portato a termine”. Stella Cassettino: “Vorrei aggiungere che non è comprensibile a che titolo gente che non ha supportato questa amministrazione, oggi debba decidere le sorti della squadra di governo”. Ricciardi Antonio Assessore: “E non dobbiamo più avere paura di dare un nome ed un cognome ai responsabili veri di quello che oggi è Casoria”. Stella Cassettino: “non è stata paura Antonio, ma una scelta di stile. Tuttavia, considerata la natura abietta dei galli che in queste ore stanno a cantare, diventa necessario cambiare registro. A tutela nostra e del nostro buon nome”. RINGRAZIO gli assessori che hanno risposto alle mie domande con un FINALMENTE!!!!
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VITTORIA CASO Dell’antico fiume, il Sebeto, di cui narrano gli antichi Greci, secondo i quali pare dividesse il territorio cittadino tra Neapolis, città nuova, e Palepolis, città vecchia, cosa resta? La leggenda, infatti, narra di un fiume, il Sebeto, nato dalle sorgenti della Bolla, situate alle falde del Monte Somma che arrivava fino a Napoli, passando attraverso gli attuali comuni di Casalnuovo, Casoria e Volla. Tra i casoriani e non, che hanno a cuore la città, serpeggiano sconcerto e malumore per la triste sorte del mitico fiume: ne resta ben poco e quel poco è in condizioni penose. Al di là dei “ si dice” e dei “si narra”, le testimonianze, soprattutto letterarie, documentano da Virgilio a Tito Livio, da Strabone a Petrarca , l’esistenza di un fiume dalle acque cristalline che bagnavano la verde campagna e in cui era possibile pescare. Un fiume che, secondo la testimonianza di Tommaso de Santis, in Storia del tumulto di Napoli, che tratta la rivoluzione di Masaniello, nel 1600 era ancora ricco di acque, tanto è vero che, a proposito del cadavere di Masaniello, si legge: “Quivi lo rizzarono, e lavato che l’ebbero al Sebeto, lo portarono a Port’Alba”. Raffaele De Cesare nel suo libro La fine di un Regno, ricorda
che nel 1858 il Marchese Francesco e il Cavaliere Luigi Patrizi chiesero “il permesso di costruire due mulini sulle rive del Sebeto, in una loro tenuta presso la pianura della Bolla”. Ciò conferma non solo l’esistenza del fiume ma anche il fatto che fosse all’epoca in buone condizioni. All’insegna del recupero della memoria storica e della valorizzazione dei beni paesaggistici, non sarebbe il caso di bonificare quest’area? Dagli abitanti della zona ArpinoCittadella si leva, reiterato più volte, un grido di dolore, inascoltato: che fine fanno i soldi con cui paghiamo le tasse per il risanamento ambientale? Il consorzio di bonifica NapoliVolla, incaricato di operare in tal senso, come opera? A quale santo dobbiamo votarci? Certo è che quel che resta di un fiume mitico è una discarica a cielo aperto, inquinata e inquinante, paludosa e maleodorante, dannosa per la falda acquifera, per il suolo e per l’ambiente. Da una parte l’inciviltà di chi vi abbandona rifiuti e carogne di animali, dall’altra l’incuria e l’abbandono hanno creato una deplorevole e malsana situazione. Alla terra dei fuochi dal potere cancerogeno si aggiungono l’acqua che avvelena invece di dissetare e l’aria appestata dai miasmi: che desolazione!
Sebeto, tra leggenda e realtà
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AVV. DIANA SANTUCCI
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“Casoria Terra dei Santi”
SAN BENEDETTO ABATE
SAN MAURO ABATE
Il Progetto “Casoria Terra dei Santi” è nato a Casoria per valorizzare e promuovere i luoghi dove le tre icone della Città di Casoria: San Ludovico, Santa Giulia Salzano e Santa Maria Cristina Brando avevano speso la loro vita di santità. Il fine di creare un virtuoso e produttivo circolo turistico religioso nella nostra città è un valore comune radicato nel profondo di ogni animo che vorrebbe valorizzare i protagonisti della propria identità storica religiosa. Sono stati organizzati eventi, con visite guidate ai luoghi di culto, rievocazioni storiche e processioni, cercando di mantenere e ricordare le vere tradizioni. Un momento di particolare collaborazione è stato realizzato tra l’Amministrazione e le comunità parrocchiali, che
SAN LUDOVICO DA CASORIA
SANTA GIULIA SALZANO
hanno messo al centro dell’evento la vita e le opere di San Mauro, San Benedetto, Santa Maria Cristina Brando, San Ludovico da Casoria, Santa Giulia Salzano e della Venerabile Luigia Velotti. Il 23 marzo si è tenuta la via crucis e l’On. Ciaramella ed il Coordinatore gruppo religioso Casoria Terra Dei Santi, dott. Massimo Falcade, con una lettera di ringraziamento, affermano: «il 23/03/2018 si è realizzata a Casoria Terra Dei Santi, la via crucis interparrocchiale. per la prima volta tutte le parrocchie e gli istituti religiosi della città di Casoria hanno animato la via crucis interparrocchiale, numerosi sono stati i partecipanti. Particolari ringraziamenti vanno: al sindaco di Casoria avv. Pasquale Fuccio, che oltre alla cortese collaborazio-
SANTA MARIA CRISTINA BRANDO
VENERABILE MARIA LUIGIA VELOTTI
ne, ha anche animato una delle stazioni della via crucis. Al vescovo ausiliare di Napoli Monsig. Ecc. Lucio Lemmo, che ha concluso con la benedizione solenne. Al prof. Ludovico Silvestri, che ha elaborato e narrato le stazioni della via crucis. Alle forze dell’ordine: Vigili Urbani, Carabinieri, alla Protezione Civile e alla cortese presenza della ditta Bourrelly Health Service S.R.L., che ha offerto e garantito assistenza medica con una postazione mobile durante la processione a tutti i cittadini che hanno animato con una fiaccolata la via crucis, creando un sentito momento di comunione e misticità. Consigliere regionale, dott.ssa Antonella Ciaramella.
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10 RITA GIAQUINTO
Sfida e Passione nella cronaca di Leandro Del Gaudio Un percorso di sfida continua, animato sempre da tanta passione, è quello che, sin dagli inizi della sua attività, ha portato il giornalista napoletano Leandro Del Gaudio a ricoprire un ruolo molto importante e prestigioso nel nostro panorama giornalistico. Si è sempre occupato di cronaca nera, prima al quotidiano il ROMA e poi a IL MATTINO, dove tuttora si occupa di cronaca giudiziaria. Un’attività di indagine e di inchiesta a cui ha affiancato, da qualche anno, anche l’attività di scrittore con la pubblicazione di due romanzi Cattivo Infinito e Senso di Marcia, e la preparazione di un terzo romanzo che, come ci anticipa lo stesso Del Gaudio, è in fase di preparazione. Ma questa non è l’unica sorpresa che riserva il nostro incontro: Del Gaudio ha mosso i suoi primi passi da giornalista proprio a Casoria con Nando Troise, esimio Direttore di questo giornale, che lo stesso giornalista definisce “grande” e che ha senz’altro contribuito agli importanti traguardi raggiunti da Leandro Del Gaudio, con un percorso cominciato così: Mi farebbe molto piacere partire dai Suoi studi. Ho letto che Lei è laureato in filosofia: cosa, a suo tempo, La spinse a scegliere questo corso di studi e quanto la “regina di tutte le scienze” ha contribuito ed influenzato le Sue scelte professionali e, in linea generale, il Suo approccio alla vita? La scelta di studiare filosofia fu una naturale prosecuzione dei miei studi classici e nasceva dalla condizione di particolare incertezza in cui mi trovai a vivere all’inizio del 1990. Mi sentivo insicuro e privo di appoggi concreti, avevo paura di fallire scegliendo corsi di laurea lontani dalla mia formazione. Mi dissi: meglio seguire il cuore che la tasca, meglio fare una cosa che senti e ti appassiona piuttosto che parcheggiarti per una vita a giurisprudenza o a medicina. Quale percorso L’ha fatta approdare alla cronaca giudiziaria? Vorrei che Lei ci raccontasse se è stato un “approdo” casuale o estremamente voluto. Qualche anno dopo la laurea, mentre studiavo per il concorso a cattedra per l’insegnamento di filosofia e storia, pro-
vai a fare il giornalista. Non avevo un soldo e sapevo che non ne avrei guadagnato in quel periodo, ma fu proprio quella condizione di zero assoluto che mi motivava, mi caricava. Mi dissi: continua a fare quello che senti che alla fine qualcosa succede. Fu così che iniziai a fare il corrispondente a Casoria per un piccolo giornale, era il 1996, conobbi allora il grande Nando Troise e le sue “cazziate” quotidiane. Poi passai al Roma, dove per due anni ho fatto solo cronaca bianca, poi alla fine puntai sul target della giudiziaria. Avevo capito, stando all’interno di un giornale, quale mondo nascondeva un settore così importante, sentivo l’esigenza di superare quella sfera di approssimazione iniziale e decisi di mettermi alla prova. Mi dà la Sua definizione di “giornalista”? Chi è o cosa dovrebbe provare ad essere? Giornalista è chi comunica rispettando le regole del gioco (codice penale, deontologia eccetera). Oggi tutti comunicano, solo il giornalista lo fa correttamente. Qual è stato l’argomento del Suo primo articolo importante e che sensazioni Le restano di quella prima esperienza? Penso che tutti gli articoli abbiano una importanza specifica. A partire da un dato: parlano di donne e uomini, di fatti che appartengono alla vita di tante persone. Ti racconto il mio primo scoop nazionale e, forse, anche di rilievo europeo. Credo che fosse il 1998, stavo al Roma, fui il primo a raccontare e a
documentare con foto la lotteria dei loculi a San Pietro a Patierno. Ricordo il titolo: “Che brividi, c’è la lotteria funebre”. In sintesi, il comune sorteggiava dei posti da assegnare ai residenti nel futuro cimitero del posto e la scena della riffa fu una tombola surreale. Chi piangeva, chi urlava, chi chiedeva di girare meglio il “panariello”. Quel mio articolo venne ripreso dall’ANSA e dai telegiornali nazionali. Per un attimo pensai a quella volta in cui mi dissi di seguire l’istinto e a fare le cose che mi piacevano. Lei affronta, quotidianamente, tutto ciò che gira intorno alle inchieste e alle indagini della criminalità organizzata. Ha mai avuto la sensazione di scrivere qualcosa che potesse, in qualche modo, ledere la Sua persona e limitare, eventualmente, la Sua libertà, sia dal punto di vista giornalistico che personale? Il rischio c’è. Quando metti un nome sul giornale e lo abbini al codice penale, nessuno è contento. Però ho sempre pensato che se rispetti le regole, se non offendi gratuitamente la dignità di una persona, fosse anche un pericoloso criminale, non hai molto da rischiare. Almeno me lo auguro. Chi muore innocentemente per mano delle organizzazioni criminali, può, talvolta, considerarsi anche vittima dello Stato? Mi riferisco anche alle lungaggini burocratiche, alle prescrizioni e a tutto ciò che rallenta dei meccanismi che non fanno altro che favorire la malavita organizzata. Credo di sì. Camorra e malaffare nasco-
DOMENICA 22 APRILE 2018 no dove lo Stato si arrende o è arretrato. Dal giornalismo alla pubblicazione di romanzi: “Cattivo Infinito”, pubblicato nel 2015, ha come protagonista Fabrizio, appartenente ad un clan camorristico, che vive tutto ciò che il suo percorso quasi “obbligato” gli consente: uccide, viene processato, condannato, incarcerato, tentando una riabilitazione che gli dimostrerà che quando il passato è losco ed illegale, diventa inevitabilmente, “infinitamente cattivo”. E non sempre perdona. E’ una lettura corretta? Credo di sì. La storia di Fabrizio è in gran parte vera. Alcuni punti oscuri della sua vita, del suo plot, sono sviscerati con le armi della verosimiglianza. In “Cattivo infinito” seguo il metodo del racconto in prima persona, ogni personaggio dice di sé qualcosa, io cerco di intrecciare le cose con le armi della suggestione aderente al vero. Credo sia venuto fuori un bel lavoro, il ritmo è alto e il finale accattivante. Spero! Mi ha colpito la donna di cui si innamora Fabrizio: una professoressa di italiano. Non credo sia un caso. La cultura, la conoscenza, il sapere: “strumenti di salvezza” che, forse, lo avrebbero potuto aiutare, ma che arrivano troppo tardi. La metafora può
11 considerarsi valida? Infatti, non è un caso. I due si amano in carcere, nel momento in cui capiscono che l’uno ha bisogno dell’altra. Una docente che segue un percorso di recupero per detenuti ha bisogno di superare il proprio approccio burocratico; un ragazzo che ha sparato e arrecato dolore e che sta scontando in cella una lunga detenzione ha bisogno di respirare aria pulita, di conoscere il bello riservato all’uomo dalla cultura. Se poi i due sono anche attraenti e passionali la cosa meritava di essere raccontata. Dalla cronaca degli ultimi mesi emerge il dramma, sempre più attuale, delle baby gang e della violenza minorile. Vorrei conoscere la Sua opinione in merito. Uno scenario inevitabile, quasi ineluttabile. Lo Stato è assente, le famiglie pure, gli stili di vita puntano a creare una corsa alla ricchezza personale. Nessuno vuole fare sacrifici, purtroppo la situazione non migliora. Pensa di scrivere un nuovo romanzo oppure sta lavorando ad altri progetti che, come sempre, accompagneranno la Sua attività di cronaca? Dopo “Cattivo infinito” e dopo “Senso di marcia”, sto scrivendo un terzo romanzo.
Si intitola “Ti chiamo tra un minuto”. È la storia di un cronista che si imbatte in tre grandi inchieste e, lavorando, scopre che la verità giudiziaria è spesso una verità di comodo, costruita a tavolino. Indro Montanelli disse in un’intervista “Non ho potuto sempre dire tutto quello che volevo, ma non ho mai scritto quello che non pensavo”: possono essere parole pronunciate anche da Leandro Del Gaudio? Non oso neppure accostarmi a Indro Montanelli. Tra l’altro io faccio il cronista, cerco di seguire i fatti e ricostruire le indagini, dove non devo necessariamente condividere un dato pensiero. Posso solo dire che non ho mai scritto cose che non condividevo, per stile e per deontologia, e che mi sforzerò di seguire quella strada intrapresa all’inizio degli anni Novanta: un po’ per disperazione, un po’ per sfida, sempre con tanta passione. Una strada scelta con il cuore e perseguita in nome della verità; intrapresa per caso, inseguita con volontà; una strada che, orgogliosamente, lo ha portato da intervistatore a intervistato lì proprio dove ha cominciato… Chissà che alla sottoscritta, non tocchi, un dì, lo stesso fato!
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Lo scassabolle
MICHELE MITRAGLIA/Nando Troise/palla avvelenata
Il Sindaco di Casoria, avv. Pasquale Fuccio non legge CASORIADUE e neanche Il Mattino. Mi ha confidato, però, in presenza di Nicola Laezza, presidente del Consiglio Comunale e del consigliere comunale Gennaro Casolaro, di leggere solo la “pornografia mediatica”. Non so a cosa o a chi si riferisse e neanche mi interessa. Non legge neanche l’avv. Francesco Blasotti, il professionista, accusato da un manifesto dell’opposizione, di incassare 19mila euro di compensi dalla società in house Casoria Ambiente. Non legge l’ing. Salvatore Arcella, uno dei favoriti a ricoprire il ruolo di Dirigente del Settore “Ambiente e Patrimonio”; uno dei tecnici maggiormente impegnato nella realizzazione ed apertura dell’isola ecologica comunale. Non legge l’avv. Maria De Rosa, l’assessore del Bilancio più contestato degli ultimi anni.
MEA CULPA
OMISSIONI IN ATTI DI UFFICIO E’ giusto e corretto che un’opera costata al popolo di Casoria 40 miliardi di lire, il centro polisportivo definito PalaCasoria sia in quelle condizioni? E’ giusto e corretto che gli uffici costati 2 miliardi più iva e di cui si paga un esoso condominio ubicati nel Parco Le Querce in via Piave ed in via Po, dove erano ubicati gli uffici della Pubblica Istruzione e della Sicurezza ed Assistenza Sociale, siano chiusi da 2 anni e completamente abbandonati?
E’ giusto non aver mai utilizzato locali di proprietà comunali (esempio: quelli nel Parco Smeraldo) e nel mentre si continuano a pagare fitti passivi? E’ giusto aver pagato nel 1986 un’area dismessa (Snaidero in via I Maggio) un miliardo e seicento milioni di lire e dopo 31 anni non si vede alcuna realizzazione? Dimenticavo di dirvi che è l’UNICA AREA DISMESSA DI PROPRIETA’ COMUNALE. Le altre (Rhodiatoce, Resia, Tubi Bonna ecc.) sono private!!! E’ giusto che i cittadini di Casoria vivono nei pressi di aree dismesse con i loro capannoni ed i loro segreti di morte? E’ giusto che pur avendo, questa testata, segnalato il 7 gennaio 2013 all’Assessore ed al dirigente all’Ambiente dell’epoca oltre che anche a dirigenti medici del distretto 43 dell’Asl Na 2 Nord, i tetti di amianto nei pressi del Santuario di San Benedetto, questi siano ancora lì? (“poi succede che scoprano una lasta che sembra di amianto nella scuola Carducci – King e la chiudono per due settimane”). E’ giusto espletare un concorso a dirigente del settore “Servizi diretti alla persona”, terminarlo, stabilire il vincitore e la graduatoria e non renderlo esecutivo? E’ giusto che non si rendano pubblici
DOMENICA 22 APRILE 2018 verbali di interrogatori del Comando della Polizia Locale? Perché secretare importanti scoperte fatte nel campo ambientale (vedi il digestato), la sicurezza pubblica (le scuole di danza), l’abusivismo commerciale, la qualità dei prodotti ecc? Quando l’Amministrazione Comunale ed il Sindaco Pasquale Fuccio fanno conoscere la loro posizione riguardo la chiusura indagine sul bilancio 2012 e le informazioni di garanzia? Quando si provvede ad accendere le luci sulla rotonda di via Boccaccio? Quando l’Amministrazione si comincia a preoccupare dei siti che l’ARPAC indica come inquinati, contaminati e non bonificati? Ai lettori: se ho dimenticato qualcosa e qualcuno RICORDATEMELO!!!!!
LA STRAGE CONTINUA Quanti amici, quante storie interrotte! “Sono passati a miglior vita”; “prego per lui che stia bene lassù”. Invece, sono andati via; non ci sono più. Mi mancheranno. Mancherà il loro sor-
13 riso, la loro affettuosa amicizia. Ci hanno lasciati. Non incontrerò più in piazza l’amico d’infanzia Vittorio D’Anna, l’infermiere, aggredito ed annientato, lui, omone di 1.85, in gioventù cintura nera di judo, dalla SLA, aggressiva e progressiva. Gremita la Chiesa di Santa Maria delle Grazie per questo uomo buono e perbene. Penso all’allegria ed al sorriso, all’amore per la vita di Giggino Galluccio. Neanche la disgrazia della perdita del giovane figlio gli avevano fatto cambiare l’amichevole aspetto. RICORDO come, lui, orgoglioso, di aver preso il diploma, a 70 anni, alla scuola di Salvatore Marino. Penso alla sorella di Mauro Stilo, Maria Consiglia ed alla mamma di Genny Ranieri. Ricordo con enorme stima l’adorata Maestra Giovanna Rea. Ha educato ai valori della vita, della scuola e dello studio due mie nipoti, Ornella e Federica. E, con essa, un saluto affettuoso ad un altro pilastro della scuola elementare in via San Mauro, la mamma della maestra Adele Rea. Penso a Michele D’Orso, mio indimenticabile portiere nella mia Arzanese del
1977/78. Penso al carissimo Mario Mancini, persona splendida ed altruista, ammazzato, investito in pieno centro urbano ad Arzano. Aveva il cuore bianco celeste, i colori della sua ed anche un po’ mia, Arzanese. Penso ad Antonio Castaldo ed alla sua bellissima moglie; con enorme ritardo scopro che ci hanno lasciato; non sono più con noi. Come l’amico e dentista Giovanni Bencivenga. Penso…… Il pensiero vaga e ricorda e mi torna in mente, sempre e come sempre, il caro amico Mauro Onorato. Ha ritrovato, dopo tanti anni, lassù, su una nuvoletta, il suo compagno di classe, mio cognato, il dr. Nunzio Guerra. Mi vorrei fermare: mi vengono in mente tanti, troppi amici: Giovanni Astronomo, Lucio Alves (la sua marcia, quella che partiva dal luogo natio e finiva nel luogo di morte di Padre Ludovico, questo anno, NON SI E’ FATTA), Luigi Necco, gli sono diventato amico nel Cinema Teatro Gelsomino. “Eterno riposo dona a loro, Signore, che vivono adesso, nella luce perpetua”.
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Mirna Doris, lo specchio della canzone napoletana
Segni particolari: Marechiaro: una location come emblema di vita, nelle biografia leggi nata a Marechiaro e, di botto, viene la domanda. Come mai Marechiaro e non Napoli, Marechiaro poi sempre Napoli è, Mirna. “Sono stati i miei amici di Marechiaro, dove sono nata e sempre vissuta a decretare che la mia nascita è stata un evento per Marechiaro, qui è nata la Carolina di cui Salvatore Di Giacomo si innamorò e poi cantò e poi subito dopo di lei vengo io, per i miei amici di Marechiaro” Emblema di Marechiaro e icona della canzona napoletana, Mirna Doris, artista di lungo corso, è innamorata di Napoli che ha cantato in tutto il mondo da tanti e tanti anni. “Fin da piccolina cantavo in casa mentre facevo i servizi, così la mia voce colpì Johnny Lombardo, un imprenditore che aveva dei supermercati in America, da noi ancora non esistevano, che aveva fittato una casa di fronte alla nostra e ascoltandomi pensò di utilizzare una mia canzone per pubblicizzare i suoi prodotti commerciali; così incisi un acetato, come si usava allora, che Johnny inviò in America e la mia voce ebbe un grande successo nei supermercati . Fu l’inizio della mia carriera ininterrotta anche perché ancora oggi ci sono tanti amici, specialmente qui a Marechiaro, che mi chiedono di esibirmi, io non riesco a dire di no e fermarmi “. L’incisione di quel disco fu anche l’occasione di conoscere Salvatore Mazzocco che ti accompagnerà professionalmente per molti anni. “Lui è stato indubbiamente importante per la mia carriera, da un punto di vista artistico, io preferivo cantare prevalentemente i classici di autori come Bovio
e E.A. Mario mentre lui preferiva che io cantassi le sue composizioni, su questo vertevano le nostre divergenze”. Praticamente la tua dopo il disco pubblicitario è stata una carriera non stop. “Assolutamente, ero ancora minorenne e, ovviamente accompagnata, andai in Algeria per iniziativa del Console Paolo Talarico e mi esibii alla televisione algerina” Poi c’è anche il Concorso Voci Nuove di Castrocaro Terme, per molti autentico passaporto verso la gloria artistica. “Partecipai all’edizione del 1962. Era una selezione molto dura, ed io ero giovanissima, quell’anno c’era anche Iva Zanicchi; da lì spiccammo il volo lei per i Festival: lei Sanremo, io quello di Napoli”. Tanto Festival di Napoli nella tua carriera. “Ho debuttato in questa manifestazio-
ne nel 1963 partecipando sempre alle successive; l’ho vinto nel 1968 con la canzone ‘Core spezzato’ in coppia con Tony Astarita, ricordo che fu felicissimo di cantare con me e mi disse ‘Canto con voi o non sarò nessuno’; rivinsi l’anno dopo con la canzone ‘Preghiera a ‘na mamma’ in coppia con Aurelio Fierro”. Un’attività molto intensa e molto lunga, la stessa storia della canzone napoletana degli ultimi decenni sembra rispecchiarsi nella tua storia artistica. “Veramente molto lunga, 64 anni ormai, ed è stata veramente dura, una ‘carrettella’ proprio come sforzo fisico; in quel tempo facevo anche 3 matrimoni e due feste di piazza in una giornata, allora c’erano i vecchi palchi di legno e per salire si usava la scala di legno dei muratori per cui ti potevano anche guardare le gambe da sotto tra l’angoscia di mia madre che mi accompagnava e diceva ‘Meno male ca pateto nun è venuto’, in quelle feste ti chiedevano tante canzoni e, ovviamente, la ‘mossa’, dovevi essere sempre preparata musicalmente”. Dopo Mazzocca il maestro Tonino Esposito. “Lui non era un compositore ma un direttore d’orchestra, come musicista era un dio”. Hai anche lavorato con Mario Merola, un top della canzone napoletana. “Lui era un grandissimo personaggio, io lo paragono a Frank Sinatra perché come lui partecipava ad ogni tipo di cerimonia fosse un matrimonio o qualunque altra cosa”. Un personaggio multiforme di cui si sente la mancanza. “Sì, in qualche modo ho voluto ‘esibirmi’ con Mario, canto con delle basi canore creando duetti virtuali ma artisticamente e tecnicamente molto validi”.
DOMENICA 22 APRILE 2018 Altri personaggi della nostra canzone che ricordi con stima. “Giacomo Rondinella, era in una fase di successo ed andò in America dove fece anche l’imprenditore, aveva delle televisioni private, da noi non c’erano ancora, ed io in alcune di esse ho anche partecipato a delle trasmissioni” Musicalmente uno che ti ha impressionato. “Nunzio Gallo, aveva una voce straordinaria, potente ma nello stesso tempo sensuale, ma tanti ne ricordo bravissimi, oltre Astarita, già detto, Mario Abbate, Nino Fiore, Monica Sarnelli, e Gigi D’Alessio, un bravo cantante che scrive e canta con un linguaggio adatto ai giovani d’oggi”. Paolo Limiti, un lungo sodalizio artistico televisivo. “Paolo era perfetto in tutto, l’amore che mi ha dato è paragonabile solo a quello di mio padre e dopo di lui è stato il se-
15 condo uomo della mia vita per come era affettuoso, voleva solo me ed Iva Zanicchi come cantanti” Anche le sceneggiate nel tuo curriculum artistico. “Tantissime sceneggiate, l’ultima è stata ‘Lacrime Napulitane’ con Geppy Gleijeses e Valentina Stella, ma poi i classici del genere con i grandi Mario Merola e Pino Mauro”. Con Tonino Esposito o senza tante trasmissioni televisive. “Oltre Paolo Limiti di cui già ti ho detto, ho partecipato tra le altre a ‘Canzonissima’, ‘Senza rete’, ‘Studio Uno’, ‘Domenica In’ , trasmissioni storiche della nostra televisione”. Nel cinema memorabile la tua partecipazione a ‘Novecento’ di Bernardo Bertolucci’. “Il regista volle assolutamente che cantassi con un grande accompagnamento ‘Era de maggio’ nel suo film ed è stata
un’esperienza bellissima di cui sono orgogliosa”. Come è cambiata la canzone napoletana? “La canzone napoletana non è cambiata, è cambiata la Città: non c’è sicurezza, abbiamo una cattiva nomea ma abbiamo un passato che non si cancella”. Uno squillo inatteso e imprevisto ed è un’amica che le chiede di partecipare a un incontro, Mirna Doris avverte il ‘trucco’ “Non canto più, lasciatemi in pace amica mia, non mi potrò ritirare mai in questo modo” L’amica in pronta replica “E’ solo un incontro tra amici, c’è anche uno con la chitarra, certo se poi tu volessi farci ascoltare anche una canzone…”. Napoli, come l’amica geniale, chiederà sempre a Mirna Doris, una delle grandi della canzone napoletana: se poi volessi farci ascoltare una canzone….
CARMEN PALUMBO
INTERVISTA AL GIORNALISTA GIANLUCA MONTI: IL NAPOLI HA ANCORA UNA POSSIBILITA’
Questa settimana abbiamo avuto il piacere di parlare con il giornalista Gianluca Monti, che da anni lavora per la Gazzetta dello Sport di Napoli. Oltre a parlarci della sua carriera da giornalista e della sua passione per lo sport, ha anche espresso il suo parere sul Napoli e sulla speranza di un possibile scudetto. In maniera molto gentile e professionale, Gianluca, ha risposto a tutte le nostre domande, a lui abbiamo chiesto come è iniziata la sua carriera da giornalista e quali difficoltà ha incontrato nel suo percorso: Ho iniziato nel 1999 e il mio primo articolo era su una partita, Puteolana contro Taranto. Senza dubbio ho quell’impronta di giornalista sportivo che mi accompagna da sempre, non mi sono mai avvicinato ad altri settori, perché lo sport è sempre stata la mia grande passione. Da questo punto di vista mi ritengo molto fortunato, perché sono riuscito a trasformare un sogno, in una professione. Quando ho cominciato a scrivere, ho dovuto combattere con chi mi diceva di lasciar perdere, perché il giornalismo era un settore in difficoltà, sono passati venti anni e sento dire ancora la stessa cosa. Sono d’accordo sul fatto che il giornalismo sia in crisi, ma allo stesso tempo lo considero anche come un settore in mutazione. Oggi, rispetto a quando
ho iniziato io, c’è molta più possibilità di accesso alla professione, perché anche scrivendo su un qualsiasi portale online, si può ottenere il tesserino da pubblicista che è la base di partenza per chi vuole fare questo mestiere. Proprio riguardo al rapporto tra cartaceo e giornalismo on-line, può dirci qualcosa in più? Mi auguro vivamente che il giornalismo cartaceo resista e non scompaia pian piano, soppiantato dalla nuova frontiera dell’on-line. Tuttavia sono convinto che il giornalismo cartaceo debba subire una trasformazione e non riportare notizie già scritte, magari sul portale di informazione di riferimento. In questo i giornali devono trovare assolutamente il modo di rinnovarsi, credo che sarebbero interessanti dei giornali di opinione, tante pagine spaccate in due, dove vengono riportati giudizi di giornalisti differenti, riguardo allo stesso contesto. Attualmente alla Gazzetta dello Sport, lei si occupa principalmente del Napoli, cosa può dirci riguardo al famoso scudetto e cosa ne pensa del “caso Buffon” in Champions? Secondo il mio parere il Napoli, ha ancora tutte le carte in regola per portare a casa questo campionato, naturalmente deve accadere qualcosa di particolare per fare in modo, che ciò avvenga.
Dobbiamo sperare in una sconfitta della Juve, oppure dobbiamo puntare su una vittoria del Napoli contro i bianco-neri a Torino, cosa che non è mai accaduta da quando si gioca nello stadio nuovo. La normalità è che questo scudetto lo vinca la Juve, deve accadere qualcosa di speciale per mettere in discussione quest’ordine. Riguardo al “caso Buffon”, posso dire che capisco la rabbia dopo aver perso una partita così importante, ma non mi aspetto quelle parole da uno come Buffon, che ne ha viste di tutti i colori. Dovrebbe sapere benissimo che quel tipo di sensibilità che lui ha richiesto, l’arbitro non può usarla in un episodio certo come quello. Credo che nel dubbio l’arbitro avrebbe applicato questo metodo di giudizio di cui parla Buffon, ma per l’arbitro il dubbio non c’era e sinceramente non c’è neanche per me.
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ANTONIO BOTTA Personaggio politico ma anche uomo spesso sotto i riflettori mondani fuori da Casoria con radici profonde nella terra di origine Napoli mi dà benessere fisico, è una città che ti sorprende sempre. Napoli per me trabocca di amore, di colori e di calore umano. La bellezza dei suoi luoghi e la vivacità della sua gente non ha riscontro in nessun’altra parte del mondo. E poi uno dei miei primi ricordi mi riporta al mare di Bagnoli e all’ITALSIDER dove lavorava mio padre. Ho sempre cercato di seguire i suoi insegnamenti e di svolgere il lavoro nel migliore dei modi possibili per ridare alla mia città quello che ho ricevuto. Il rapporto con suo figlio consigliere comunale Non invado la sua vita e non sempre sono eccessivamente protettivo. E poi lasciatemelo dire, è cresciuto bene: autonomo, socievole, disponibile e intraprendente. Il guaio di oggi invece è che la gioventù va via senza produrre bellezza e valori nella sua città. Le nuove generazioni devono restare ed esercitare ciascuno la sua professione. È fondamentale che i giovani non restino indifferenti di fronte alla società e alla politica e che si impegnino perché in ballo c’è il futuro ed il futuro è dei giovani. Perché l’economia italiana non riesce a recuperare? Secondo Carlo Cottarelli sono sette i peccati capitali che bloccano il nostro Paese: l’evasione fiscale, la corruzione, la burocrazia, la lentezza della giustizia, il crollo demografico, la difficoltà a convivere con l’euro e il netto divario tra Nord e Sud. Il suo libro ‘’I sette vizi capitali dell’economia’’ dovrebbe essere una lettura d’obbligo per politici, amministratori pubblici e professori di economia e di diritto. Altro libro consigliabile per gli amministratori locali è ‘’La lista della spesa’’ riguardante la verità sulla spesa pubblica italiana e su come si può tagliare. Il consiglio comunale è sotto inchiesta dalla Corte dei Conti. Cosa ne pensa? Per la prima volta il Comune utilizza il criterio di accertamento per competenza, in questo modo si rappresentava la reale situazione debitoria e creditoria dell’Ente. Si poneva poi la questione della prudenza, una volta scritto in bilancio i residui attivi cioè un ammonimento alla Giunta: non potete impegnare spese se non per l’incassato che vi comunicherà l’Equitalia a valere sui ruoli delle sanzioni al codice della strada. Ribadisco ‘’non
PUGLIESE: IL MIO PENSIERO SUGLI AVVISI DI GARANZIA
significa soldi da poter spendere’’ ed il parere del collegio che invita la Giunta a non usare tali crediti se non in proporzione all’effettivo incasso rafforza la mia tesi. La Corte dei Conti ha ritenuto inopportuno riportare in bilancio i residui attivi (e quindi non falsi residui attivi) prescrivendo all’Ente la riformulazione del rendiconto così come poi è avvenuto. Da osservatore distaccato ma con occhio critico cosa ne pensa della ultima tornata elettorale? È difficile comprendere ciò che è successo. Anche se era prevedibile. I Cinque Stelle hanno raccolto il disagio sociale. Il Paese reale, e soprattutto il Sud che soffre tutti i giorni si è ribellato. I Cinque stelle hanno intercettato il voto di protesta, la Lega il voto di paura (immigrazione, criminalità dilagante, etc.): Gli impauriti hanno votato la Lega; gli arrabbiati, I Cinque Stelle. In fondo però nessuno ha superato il 40% per cui non ci sono vincitori, ma solo un inutile trionfalismo ed una ingovernabilità alle porte. Le vicende politiche di Casoria, la città dove vive? Su Casoria all’imbarazzante caos amministrativo e politico occorre un’iniziativa forte che antepone i calcoli di bottega gli interessi generali di una città allo stremo che ha visto fallire negli ultimi anni sia i grandi progetti di riconversione che la gestione quotidiana dei cosiddetti affari correnti e continuare a vagare nella con-
fusione non aiuta la città. Il riformismo è concretezza e rifugio da qualsiasi retorica. Al criterio della concretezza ci dobbiamo attenere parlando dei problemi dei cittadini indicando soluzioni per questioni assai importanti dallo sviluppo economico al lavoro, dall’urbanistica alla sanità. In uno scenario di generale confusione e frammentazione le forze democratiche, cattoliche e riformiste devono offrire alla città di Casoria un momento di certezza e coesione. L’amministrazione comunale con il sindaco Fuccio? Finora abbiamo assistito alla triste agenda del non fare in termini di mancata realizzazione di servizi alla collettività con effetto moltiplicatore sulla qualità della vita. Faccia una scelta definitiva, chiara e forte mettendo in campo come sola ed unica priorità la città. Un’azione politica e amministrativa non può non essere coraggiosa nelle scelte, tenendo presente l’aspetto umano e sociale. È sui bisogni e sulle aspettative dei cittadini che si misura la capacità amministrativa. Casillo - Polizio? È necessario il confronto non lo scontro. La politica talvolta è degenerata in battaglia verso le persone anziché vero le idee. È il ricordare che gli uomini sono diversi, la storia li fa diversi, l’occasione li fa diversi. Non spetta a me una valutazione di uomini e cose dei nostri tempi. L’importante è il rispetto delle proprie idee e delle reciproche autonomie ed ancora oggi siamo in perfetta sintonia su questioni che vanno nell’interesse della città e della cittadinanza. Proposte? Interventi nel settore delle politiche giovanili con il potenziamento dell’istruzione e della formazione per facilitare l’accesso al mondo del lavoro. Applicare il principio di sussidiarietà ovvero coniugare le occasioni di crescita, di benessere, di ricchezza con il valore della giustizia sociale. Che libro hai letto di recente e quale libro regaleresti al mio Direttore? Libri di economia, attinenti la mia professione. Al direttore Nando regalerei un vecchio libro di grande interesse e di un umanesimo tutto particolare dal titolo «Socialista di Dio» di Sergio Zavoli, anziano e saggio maestro di giornalismo. Un cammino attraverso il nostro tempo da cui emergono pagine di grande riflessione con richiami dal passato e apertura al futuro. Si analizza il rapporto tra società e potere politico, tra Sud e miseria, condizione giovanile e mass media.
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TINA PORCARO Tra il nostro Istituto Comprensivo M.Mitilini e il Teatro di San Carlo l’appuntamento è fisso: ogni anno i nostri alunni diventano protagonisti e conoscitori di una nuova Opera Lirica. Anche quest’anno infatti il sipario del San Carlo si è aperto su meravigliose scenografie che ci hanno trasportati tutti nel maestoso e incantevole Egitto di AIDA. Le coinvolgenti musiche di Giuseppe VERDI e il libretto di Antonio Ghislanzoni non hanno certo bisogno di recensioni, ma la bravura dei nostri alunni sì! L’entusiasmo con cui essi vivono l’attesa di quest’avventura ormai annuale ci rende ogni volta più orgogliosi e consapevoli dell’arricchimento culturale e artistico che quest’esperienza
INCANTEVOLE “AIDA”
genera nei nostri ragazzi. Il lavoro, l’impegno, il trasporto, l’emozione si fondono in una gioia collettiva che si esprime in ogni fase della preparazione dello spettacolo: la conoscenza dell’ Opera e dell’autore, lo studio delle arie, la realizzazione dei costumi e degli oggetti di scena, le prove generali con il Maestro Christian Moschettino, insomma ad ogni passo il “vento dell’Opera” travolge tutti, adulti e ragazzi, in un entusiasmo senza pari. Cercheremo col nostro impegno di non interrompere questo sodalizio estremamente benefico per la formazione culturale dei nostri ragazzi. Viva Verdi, viva la Musica!
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TERESA D’ANGELO
La regina di Emyland: Tanto clamore per il suo nuovo album
Emiliana Cantone, dopo aver inciso il suo primo lavoro discografico, con il maestro Raffaele Palumbo, in arte Leo Ferrucci, che crede subito nelle sue potenzialità e qualità, le offre la sua collaborazione scrivendole alcuni brani e cantando con lei uno di essi.Nasce cosi il brano “Basta”nel 2003, che poi diventa anche il nome dell’album (Basta un attimo). In poco tempo si aprono per lei le strade del panorama napoletano, è diventa molto popolare tra i fan, le varie emittenti campane e nelle tante radio. Dopo il primogenito successo, ne seguiranno altri non da meno, infatti verrà scelta da altri maestri per incidere nuovi singoli, tanti duetti con tanti artisti con la quale spopola piazze, locali, e feste di ogni genere. Nel 2010 incide “Partenopea”, una raccolta di 8 brani classici napoletani.A novembre 2010 esce il suo sesto lavoro discografico “E così sia”, che contiene 10 brani inediti sempre su etichetta Zeus Record, che battezza la sua crescita artistica. Troviamo infatti un Emiliana più matura , che si accinge ad interpretare brani in diverse lingue come “T’amo T’amo”. Il 12/12/12 data memorabile, si riconferma con una sua incisione dal titolo emblematico “Sono Mia”. Portavoce, attraverso la musica, di dolori e di gioie della donna. Nel 2016 il precedente album “Mille lune”
che le da riconoscimento è successo a livello nazionale, diventa un vero fenomeno partenopeo della musica pop napoletana. Da lì un singolo che fa la differenza “Quanto me fatto chiagnere” dove su iTunes è il numero 1, ma anche in tutte le varie radio come (Studio Emme). I tanti duetti con gli artisti, Gianluca Capozzi col singolo “Luntano se more”, con i Mr Hyde “Questione e core”. Nel 2017 la collaborazione con Tony Colombo ed Alessio “Acaricia mi cuerpo”. È dopo tanta attesa, il 13 Aprile 2018, dedicato alle donne, alle sue tante fan, alla sua famiglia, a chi l‘ha sempre sostenuta, esce il suo decimo album dal titolo “Non è sempre colpa delle donne”. La presentazione, con tanto di firma copie avviene da Giancar, a Piazza Garibaldi. Dove le tante persone che la seguono, il marito, la famiglia e le tante capogruppo di Emyland in delirio per lei, non vedono l’ora di vederla, abbracciarla è comprare il nuovo lavoro con ben 12 brani. Da inviata per intervistarla, posso dire di aver conosciuto una donna forte, raggiante ed eccezionale, una donna che ama sognare, che ama la grande forza delle donne e che vive per la musica, simbolo della sua vita. Grazie Emiliana…
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IDA PICCOLO
L’ULTIMA PUNTATA DEL GRAN SALOTTO D’ITALIA
Giovedì 12 aprile è andata in onda l’ultima puntata del Salotto D’Italia canta Napoli e non, con un grande trionfo e grandi soddisfazioni. Un’annata intensa, ricca di colpi di scena, ospiti e cabaret. Un ringraziamento va a Pino Ricci e Vincenzo Ricci per la grande fiducia accordatami in queste dieci puntate realizzate e costruite in modo tale da suscitare curiosità dei telespettatori per una programmazione coi fiocchi e di un parterre magistrale. L’ultima puntata su Italia Mia, ho voluto fortemente la presenza del Direttore Nando Troise, il Cabarettista Angelo Di Gennaro, Il Conte Max (speaker di Radio Studio Emme) Diego Laurenti (youtuber) e Rosanna Magliulo (Miss Pelliccetta) lanciata da Barbara D’Urso nelle sue trasmissioni (Pomeriggio live). Angelo Di Gennaro è stata la ciliegina sulla torta tanto stimato dallo stesso Troise, chiacchierando sulle tante problematiche dei Social e personaggi inconsapevoli di video diventati virali; un uomo colto e intelligente ha creato una sinergia con gli ospiti del Salotto condotto da me Ida è con tanto divertimento abbiamo risanato quelle che erano le critiche contro “Miss Pelliccetta” appurando e facendo trasparire il lato benevole della donna catapultata in delle vicende subdole createsi in pochi mesi, con le opinioni di un Laurenti esplosivo per le migliaia di visualizzazioni dei suoi tanti video contro il Trash di Napoli e non solo, con il supporto dello speaker, il quale sosteneva la causa con grande spirito e riconoscimento. Work in progress per le programmazioni che stiamo organizzando, cercando di creare sempre forti requisiti avvalendoci di professionisti del settore. Prossimamente un altro format televisivo arriverà e sicuramente Il direttore appoggerà e promuoverà grazie ai dati che hanno fatto la differenza, perché chi vuole fare grandi cose deve pensare profondamente ai dettagli. COMUNICATO STAMPA
GLI IMPIANTI DELLA CITTA’ DI CASORIA INSERITI NEL PIANO DEGLI INTERVENTI PER LE UNIVERSIADI 2019
Il Commissario Straordinario, Cinzia Latella, con Decreto del 11 aprile 2018 ha approvato il Piano degli Interventi per lo svolgimento delle UNIVERSIADI 2019, considerando i piani ed i programmi già approvati. Gli interventi inseriti nel Piano, oltre alla riqualificazione degli impianti sportivi prevedono anche l’acquisizione di beni e servizi per lo svolgimento delle manifestazioni sportive. Nell’elenco allegato al Decreto Commissariale, tra gli altri, sono inclusi gli interventi infrastrutturali e di riqualificazione degli impianti sportivi di Casoria: Stadio Comunale San Mauro - € 1.150.000,00 – Gare di calcio; Palazzetto dello sport - € 1.150.945,41
– Gare di Taekwondo; Piscina Comunale - € 1.150.477,97 – Gare di Pallanuoto. Il Sindaco, Fuccio: “esprimo grande soddisfazione per i risultati finora raggiunti; ospitare le Universiadi 2019 è una grande occasione per la città di Casoria e l’inserimento nel primo decreto del Commissario non era affatto un risultato scontato, ma la conferma del buon lavoro finora svolto. Negli approfondimenti successivi ai progetti preliminari abbiamo evidenziato all’Agenzia Regionale l’esigenza di incrementare i finanziamenti assegnati per raggiungere obiettivi di maggiore riqualificazione delle strutture sportive. Le nostre proposte sono state accolte, infat-
ti il finanziamento complessivo per i tre impianti ha raggiunto la somma di 3,45 milioni di euro, a fronte del finanziamento iniziale di 2,5 milioni di euro. Ci aspetta un intenso lavoro per rispettare i cronoprogrammi, ma siamo fiduciosi e determinati a raggiungere l’obiettivo.” L’Assessore ai Lavori Pubblici, Marianna Riccardi sottolinea: “Le Universiadi ci consentiranno di riqualificare gli impianti sportivi della città di Casoria, e permetteranno un maggiore accesso allo sport per i cittadini, le stesse manifestazioni sportive delle Universiadi saranno uno straordinario strumento di avvicinamento allo sport per tanti giovani di Casoria”. Dalla Casa Comunale Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. Reg. 5116 del 28/02/2000
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