Domenica 24 Ottobre

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DOMENICA 24 OTTOBRE 2021

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ANNO XXI - N° 38 - DOMENICA 24 OTTOBRE 2021

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DOMENICA 24 OTTOBRE 2021

2 L’EDITORIALE DI NANDO TROISE

IL PROFESSORE LUIGI GRILLO

Ogni tanto mi hanno chiesto di scrive� re un mio ricordo del Professore Luigi Grillo. A 13 anni dalla sua morte pen� so sia giunto il momento. Bè, è una richiesta difficile. Ho avuto nella mia vita giornalistica e sportiva tre papà putativi: GUIDO PRESTISIMONE, PEPPINO CRESCI ed il PROFESSO� RE LUIGI GRILLO. E pensare che non l’ho conosciuto mica nel 1984 quando fui assunto quale segretario sportivo dell’Afragolese calcio S.p.A. no, pro� prio no. La prima volta non fu proprio un incontro simpatico con l’arbitro della finale del torneo dei bar, Luigi Grillo. Si era verso la fine degli anni 60. Si tenne al campo sportivo San Marco di Afra� gola (o campo da carcata ndc) un torneo dei bar. Parteciparono 9 bar di Afragola ed un solo bar di Casoria, il Bar Napoli, quello che sta di fianco all’Ospedale dei Camilliani a Casoria e di quella squa� dra, nonostante non avessi neanche 18 anni, ne ero allenatore e dirigente. Ar� rivammo in finale contro il Bar Rosario con arbitro il Prof. Luigi Grillo, vince� vamo tre a zero; credevamo di avere la vittoria in pugno e ci rilassammo con� sentendo agli avversari di portarsi sul 3 a 2. Fu una partita rocambolesca, com� battuta ma riuscimmo a portare in porto la vittoria. Fu la prima volta che incon� trai il professore. Fu arbitro imparziale nonostante il suo sangue afragolese. Poi nel 1984 entrai a far parte dell’Afra� golese calcio di cui il professore era il presidente, avendo con lui, un impatto speciale constatando subito che con la gente stabilisce un rapporto così stretto che quasi tutto sembra negoziabile. Ha una relazione incredibile con le perso� ne, costruita sul rispetto totale. Si mette al loro livello, chiede feedback, li vuole aiutare, guidare. C’è una cosa su cui non ammette sgarri, ed è ciò che lui chiama “cattivo atteg� giamento”…. Ovvero la mancanza di professionalità. Voleva sempre che le cose venissero fatte con standard altissimi, dal modo in cui si viaggiava a quello in cui si gioca� va, o banalmente ci si comportava. Tut� to nella maniera giusta, tutti dovevano essere corretti. Curiosamente non era molto preoccupato per quello che face� vano i ragazzi fuori dal club, di sicuro

lo era meno di tutti quanti noi; su que� sto era abbastanza tollerante, diceva che tanto non potevamo controllarli. Un’altra cosa che lo infastidiva era la mancanza di rispetto dei giocatori verso gli arbitri e verso gli uomini dietro le quinte. Un giorno, durante una partita, il professore rimproverò uno dei calcia� tori dell’Afragolese, l’espertissimo Al� berto Russo, perché non era soddisfatto non certo della prestazione del calciato� re bensì del suo rapporto con l’arbitro della partita. Ero io in panchina quale dirigente accompagnatore, e Franco Villa era l’allenatore. Alberto non sta� va facendo bene, si stava ribellando. Lo consigliai di essere professionale ma tra il professore ed il calciatore si arrivò ad un confronto brusco. Più tardi, la sera in albergo, il professore parlò dell’acca� duto dicendo che era un comportamento inaccettabile. Fece in modo che il cal� ciatore capisse cosa intendeva. E lì finì. Il professore poteva essere molto duro quando riteneva che qualcuno si era comportato in maniera non lineare nei confronti dell’arbitro della gara. Nei cinque anni che ho lavorato con lui (1984 – 1989) ha sempre mantenu� to il controllo, affrontava i fatti e dava soluzioni. Era bravissimo a gestire le proprie emozioni, anche quando fu co� stretto a lasciare l’Afragolese (e chi di� mentica quella riunione nella Pro Loco in Pineta con l’arrivo del nuovo pro�

prietario dell’Afragolese, il Senatore Maiello), venendo poi accolto a braccia aperte dalla Battipagliese in serie C1. Tornando ai campionati di C2 ricordo benissimo quanto il professore nell’in� tervallo delle partite era fantastico. Lo spogliatoio in quel frangente può essere elettrico, soprattutto se stai perdendo. Lui sfruttava quella pausa per aiutare i ragazzi. Le poche volte in cui era arrab� biato sentiva di dover avere su di loro un impatto forte, immediato. Di solito, però, prima si prendeva un momento per fare ordine tra i pensieri. Intanto i giocatori si calmavano. Ascoltava sempre quello che avevamo da dire gli altri ed io, ne teneva conto, e magari nasceva un breve confronto. Poche chiacchiere, nessun cliché tipo: “Forza, dobbiamo spaccargli le ossa!”. Pura educazione, massima correttezza. Il professore Luigi Grillo concepiva l’organico di una società di calcio come un incrocio tra un santuario e un norma� le posto di lavoro. Prima che iniziasse la partita della nostra Afragolese era sempre contento e soddisfatto, convin� to che tutti coloro che lavoravano per la sua società avevano fatto il loro do� vere e cioè l’allenamento, l’analisi del� la squadra avversaria, il discorso alla squadra, la tattica…” Mentre i calciato� ri si cambiavano e si preparavano, lui spesso, anzi sempre, era per conto suo, cioè quello di far capire all’arbitro ed


DOMENICA 24 OTTOBRE 2021 alla squadra avversaria la totale lealtà e correttezza della sua squadra, l’Afrago� lese. Dopo essere stato per tanti anni di� rigente accompagnatore capivo che lui lo faceva per allentare la tensione ma anche per quel gran spirito di signori� lità che lo contraddistingueva. Poi nello spogliatoio lasciava me e gli altri per� ché tenessimo fede a questa prerogativa principale: la massima collaborazione all’arbitro ed il massimo rispetto degli avversari. Il professore s’impegnava molto per proteggere i calciatori dalle “grane di� rigenziali”, faceva da scudo. A me rac� contava tutto quello che succedeva in società, sempre. Ecco perché per lui era così importante potersi fidare. Non permetteva che le grane raggiun� gessero i calciatori. Anche quando uno dei dirigenti del consiglio di ammini� strazione voleva licenziare l’allenatore Franco Villa. La sua più grande forza era la capacità di gestire le pressioni. Con il passare degli anni, anche dopo il 1989 quando lasciai l’Afragolese subito dopo che il professore era andato via, mi ha sempre lo stesso seguito. Fino al 2008, anno della sua scomparsa, non mi ha mai fatto mancare la sua telefona� ta in cui chiedeva cosa stessi facendo, come andava e sempre mandando i suoi

3 saluti ad Angela e Ciro (mia moglie e mio figlio), dandomi la sensazione del suo valore. Coinvolgeva sempre tutti, gli veniva naturale. Chiedeva. Oppure mi riferi� va le sue idee domandandomi se ero d’accordo. Questo tipo di conversazioni avevano luogo sempre anche nei tanti viaggi che abbiamo fatto insieme, spe� cie quando divenne dirigente della Lega di Serie C e chi dimentica i suoi applau� diti interventi nell’aula magna del Cen� tro Tecnico di Coverciano. In quella oc� casione, poi, faceva evidenziare la sua cultura e la sua oratoria. I suoi discorsi avvenivano in un perio� do storico del calcio dove da poco era nata la legge sul professionismo sporti� vo n.91; da poco era stata introdotta la tutela sanitaria; da poco in serie C si era avuto un carico fiscale uguale a tutti i club professionistici. Pochi sanno quan� to e quando il professore Luigi Grillo ha affascinato le società di serie C nei suoi interventi su problematiche del cal� cio che, purtroppo, sono anche oggi di grande attualità. Il professore Luigi Grillo aveva tante qualità, ma su tutte senz’altro la pazien� za e la calma. Ad ogni modo, io giovane trentenne, ero impressionato da questa sua capaci�

tà di mettere tutto nella giusta prospetti� va. Durante l’ultimo anno di C2, quello della retrocessione, faticammo parec� chio. Il carico fiscale, gli oneri contribu� tivi, le spese si erano fatte insostenibili. Resistere nel mondo del professionismo sportivo era diventato un fardello trop� po pesante per la città di Afragola e per l’Afragolese s.p.a. Grazie al professore Luigi Grillo ho avuto la possibilità di operare a livello superiore, che è quello che aspiriamo tutti, in qualunque settore. Riscontravo la sua fiducia nel mio lavoro: i contratti con calciatori professionisti, le incom� benze di ogni ordine e grado, l’orga� nizzazione delle partite, i ritiri precam� pionato, le trasferte, le amichevoli prestigiose, specie quella con il Napoli di Diego Armando Maradona. Il professore Luigi Grillo è stato l’uomo che più mi ha influenzato come persona. Giudicava tutti in base ai meriti. Nessu� no, ai suoi occhi, era peggiore o miglio� re degli altri, ognuno aveva un valore. Si prendeva cura delle persone. A chiosa finale: confesso che ogni qual volta passo davanti alla statua di Rug� gero il Normanno lungo via Oberdan il mio pensiero va al professore Luigi Grillo alla cui memoria ed al suo ricor� do sono legato in maniera indelebile.


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4 ANTONIO BOTTA

DOPO LA MORTE DI ANTONIO NATALE, IL GIOVANE DEL PARCO VERDE DI CAIVANO, DON MAURIZIO PATRICIELLO SCRIVE AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SERGIO MATTARELLA

“CI AIUTI”!

Prima che fosse rinvenuto lunedì scorso il corpo senza vita del giovane Antonio Natale, scomparso agli inizi di questo mese dal parco Verde di Caivano, il parroco don Maurizio Patriciello aveva espresso il personale e profondo dolore condividendo lo strazio della mamma. “Del ventiduenne Antonio Natale non si hanno notizie dal pomeriggio del 4 ottobre. Una lenta e spietata agonia per la mamma che va gridando la sua disperazione per le strade di Caivano. Grida che “dovrebbero” straziare anche i cuori più induriti; purtroppo, non accade. Antonio non è stato uno stinco di santo, la gente lo sa e trae le sue conclusioni, che, per quanto comprensibili, sono da rigettare. Guai a dire: la colpa è sua; guai a rinunciare al desiderio di legalità; guai a relegare in soffitta la pietà”. Interpellato sulla scomparsa di Antonio, prima che fosse ritrovato morto in una zona della periferia di Caivano, e su altri omicidi avvenuti a Ponticelli e a Secondigliano nelle settimane scorse, don Maurizio ha risposto con queste parole, che trasudano preoccupazione, sconforto, ma anche tanta tenacia e determinazione nel continuare a lottare, senza paura e cedimenti, contro le forze del male che imperversano nei nostri territori “Inutile girarci intorno, i territori a cavallo delle province di Napoli e Caserta sono un ricettacolo d’ immondizie e di fetori di ogni tipo; in balia di bande camorriste che seminano terrore e morte. Mentire a riguardo sarebbe vergognoso e pericoloso. Le nostre amministrazioni comunali, con gli strumenti

e gli uomini che hanno a disposizione, non ce la faranno mai ad assicurare la pace e la legalità. In ogni comune mancano all’appello decine di vigili urbani; nelle caserme dei carabinieri, il personale andrebbe almeno raddoppiato. Queste nuove ondate di camorristi nati a cavallo dell’anno 2000, spaventano per la ferocia e l’inesperienza. Cocaina, sesso, tatuaggi, barba lunga e capelli corti, bella vita, portafoglio zeppo, scarpe e abiti firmati, pesanti catene d’oro al collo, auto e moto a noleggio, pigrizia, pistola in bella mostra, cultura pari allo zero: ecco l’identikit del moderno camorrista. Lo Stato non può lasciare Caivano e i paesi limitrofi nelle loro mani; non può trattare gli italiani in modo disuguale. Al contrario, deve essere più forte e presente laddove l’antistato, si fa più feroce e prepotente. Governo, regione e parlamento dovrebbero temere e tremare, insieme a noi, al pensiero che tanta gente si va convincendo che in fondo è giusto che

un quasi ragazzino venga sequestrato, tenuto prigioniero, e forse ucciso, da chi, come lui, è finito nel buco nero della camorra. Ecco, se c’è una cosa che mi fa veramente paura è questa rassegnazione”. Purtroppo, la sera del 18 ottobre scorso, 4 giorni dopo l’amaro sfogo di don Patriciello, il cadavere di Antonio è stato trovato alla periferia di Caivano dai carabinieri. Cosa fa, allora, il prete che dalla fede in Cristo trae amore, senso della giustizia e coraggio, tanto coraggio per denunciare i camorristi che devastano la vita dei giovani con la droga e ci avvelenano inquinando aria, acqua e terreni? Scrive al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Di seguito la missiva: Caro Presidente, giovedì 21 settembre lei ebbe la bontà di ricevere al Quirinale cinque ragazzi del Parco Verde in Caivano, da me accompagnati. I ragazzi le raccontarono le loro vite, le loro paure, le loro spe-


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ranze. La sera dell’otto luglio, avevano vissuto un’esperienza terribile e incredibile. Nel loro quartiere, una ventina di giovani, a bordo di potenti moto, erano sfrecciati per i viali sparando all’impazzata. Il terrore, ben presto, prese il sopravvento, le strade divennero deserte, i bambini vennero rinchiusi in casa. C’era stata una “stesa” – la lezione, cioè, che un clan della camorra mette in atto per punire il clan avverso. Per dire “qui comando io”. Seguirono giorni di silenzio e di paura. Tutti ci aspettavamo la risposta. Chiesi e ottenni di portare alcuni nostri ragazzi da lei. Adriano Police, giovane appena maggiorenne, prese la parola e le disse: «Noi, Presidente, non vogliamo essere i primi e nemmeno gli ultimi, vogliamo solamente essere normali... ma siamo sempre perdenti. Pensi che per andare a scuola, dobbiamo superare almeno 3-4 piazze di spaccio». Lei ascoltò con attenzione partecipe. «Presidente – le dissi a mia volta –, Parco Verde è un quartiere ad alto rischio, dove non basta la buona volontà dei singoli e della Chiesa. Ci vuole lo Stato in tutte le sue compagini. Parco Verde è destinato sempre di più a trasformarsi in un vero e proprio ghetto, perchè chi può, sta scappando via. I vari clan della camorra, annusando l’affare, si affrettano a occupare le case sfitte per i loro affiliati. Le cose, quindi, andranno peggiorando sempre di più, se non si arriva, con determinazione, a fermare questo modo di fare illegale, prepotente e pericoloso». Il giorno 4 ottobre, presidente Matta-

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rella, Antonio Natale, un giovane di 22 anni, è scomparso. Antonio, purtroppo, era finito anch’egli nel buco nero e maledetto della camorra. Perciò, nessuno s’illudeva di poterlo ritrovare in vita. Lunedì sera, dopo 15 angoscianti giorni, il suo corpo senza vita è stato ritrovato nelle campagne tra Caivano ed Afragola. Uno spettacolo allucinante. Un dolore immenso. Presidente, ho visto il ragazzo che lei ha conosciuto, Adriano, lunedì sera; insieme ci siamo recati sul luogo del ritrovamento. Mi ha tempestato di domande. Era triste, scoraggiato, deluso, come lo siamo tutti. Anche lui, lentamente, va perdendo la speranza che qualcosa possa cambiare e accarezza l’idea di scappare via da questo luogo di ingiustizie e di morte. Se la disperazione e la paura riescono a mandare via dal “Parco verde” chi ancora resiste, sarà davvero un dramma. Quel giorno dovremo dire, che la camorra ha vinto. Questo scempio non può e non deve accadere. Presidente, l’altro ieri, nonostante la massiccia presenza delle forze dell’ordine, in pieno giorno, sono stati esplosi diversi colpi di pistola verso un altro quasi ragazzino del “Parco Verde”. Grazie a Dio, è sfuggito all’agguato ma, ne sono certo, “quelli” presto torneranno. La guerra continua. Non m’interessa conoscere gli schieramenti dei vari clan, non mi incuriosisce sapere chi comanda né il motivo per cui Antonio è stato barbaramente ucciso. Vorrei solo alzare – se ci riesco – ancora una volta la mia voce, la voce ormai rauca di un parroco che tenta di tenere in vita la speranza di tanta gente che,

come Adriano, chiede solo un pizzico di normalità. In questi anni ho chiesto tanto ad Avvenire e al suo direttore. Spero che, ancora una volta, ci dia una mano. Spero, anche se è una cosa che non fa quasi mai, che voglia pubblicare questa mia lettera aperta indirizzata a lei, Presidente. Dobbiamo impedire, con tutte le nostre forze, alle potenze del male di prendere il sopravvento. Dobbiamo costringere la speranza a non traslocare dal “Parco Verde” di Caivano. Dobbiamo evitare che i nostri ragazzi restino intrappolati, come ingenui uccellini, nella famelica tagliola della camorra. Dobbiamo rimanere accanto ai buoni per sostenerli e incoraggiarli. Sono italiani. Orgogliosi di essere italiani. Chiedono di restare italiani. A testa alta. Amano la vita, la libertà, lottano per la dignità della persona umana. Non ce la fanno però a tener fronte a chi ragiona con le pistole e con i kalashnikov. Non possiamo deludere questa bella gioventù. Non abbiamo il diritto di lasciarla sola. Presidente, ci aiuti”! Ha scritto don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, l’associazione che contrasta il potere mafioso, che per occuparsi degli altri l’amore è base troppo fragile. “Occorre il sentimento di giustizia, ossia una profonda empatia per le vicende umane, quel sentire sulla pelle le ferite degli altri”. Il suo confratello, don Maurizio Patriciello, vive il ministero sacerdotale con lo stesso ardore solidale di don Ciotti, sentendo sulla sua pelle il dolore dei genitori che hanno perso i propri figli per leucemia e tumori causati dai veleni sprigionati dai fuochi tossici; lo strazio dei familiari di chi rimane vittima della droga; la sofferenza immane della madre di Antonio è la stessa sofferenza che prova don Maurizio. Ma quella stessa sofferenza la dobbiamo avvertire anche noi! Se deleghiamo, sperando che qualcuno denunci per noi e lotti per noi, allora non si potrà mai sperare in un domani migliore per le nuove generazioni che vivono nel nostro territorio. Questi, sfregiati, contaminati, devastati non hanno bisogno di eroi solitari, ma di cittadini responsabili, “armati” di senso civico, di coraggio e di indignazione, per partecipare alle battaglie per la legalità, la giustizia e la rigenerazione delle nostre città contro il clima di sopraffazione, morte e di disperazione.


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AFRAGOLA: VISITA GUIDATA DELLA CHIESA “S. MARCO IN SYLVIS”: CONDUTTORE NANDO TROISE, “CICERONE” DON PEPPINO DELLE CAVE

STRAORDINARIO “IMMOBILE DI INTERESSE STORICO – ARTISTICO” Sulla emittente web Nano Tv è stata trasmessa la visita guidata alla chiesa “San Marco in Sylvis” di Afragola, condotta dal direttore del settimanale Casoriadue digitale Nando Troise, nell’ambito del reportage a puntate sui tesori d’arte di grande valore storico custoditi nelle chiese di alcuni Comuni dell’area nord di Napoli, servizi mirati alla promozione del turismo religioso nei nostri territori. A far da “cicerone” non poteva che essere il parroco don Peppino Delle Cave, anche pastore della parrocchia San Marco all’olmo, instancabile evangelizzatore e fedele testimone della Parola di Dio, al servizio delle famiglie che da anni accompagna nel cammino neocatecumenale, itinerario permanente di formazione e approfondimento della fede cristiana; generoso e paterno educatore, inoltre, dei bambini, dei ragazzi e dei giovani di Azione Cattolica, che, nei locali dell’oratorio S. Domenico Savio, svolgono varie e interessanti attività formative e ludiche; a don Peppino, cresciuto spiritualmente all’ombra delle “ali” protettive del predecessore, l’amatissimo don Gabriele Laudiero, va anche il merito di avere offerto un fattivo contributo alla riqualificazione di un quartiere storico della Città, “casuobbico”, con opere sociali. Da tempo, coadiuvato da validi collaboratori e sostenuto dai suoi parrocchiani, é anche impegnato nella valorizzazione, sul piano storico, culturale e artistico, delle due chiese predette. Nell’estate del 2020 il Ministero dei Beni Culturali e del Turismo comunicò all’allora Amministrazione comunale di Afragola che il tempio “S. Marco in Sylvis”, detto anche “della Selvetella” era

“In questo tempio, risalente al 1179, c’è la memoria della fede e della cultura della città di Afragola. Su questo complesso monumentale articolo pubblicato sulla rivista d’ architettura “Prospettive”dell’università di Torino e inviato a tutte le università d’ architettura d’Europa”. Proposta di dedicare un’ora alla settimana alla Storia locale nelle scuole del territorio. stato “dichiarato immobile di interesse storico – artistico con decreto n. 17 del 30 /06/2020, emanato dalla Commissione Regionale per il Patrimonio Culturale della Campania”. Il Conduttore ha introdotto la visita riferendo alcune notizie storiche così riassumibili: la fondazione della Chiesa viene posta dal frate domenicano de Stelleopardis nel 1179. Il promotore dell’edificazione sarebbe stato il re Guglielmo II di Sicilia per le famiglie dei veterani che avevano combattuto per Ruggiero il Normanno. “Secondo un’antica tradizione” prosegue Troise “ Pietro e Marco,nella seconda metà del I secolo, prima di giungere a Roma, e San Gennaro nel IV secolo, sostarono sulla “pietra sacra”, un grosso blocco

calcareo incastonato sul muro absidale del campanile”. Non è stato, però, possibile prenderne visione per lavori in corso. “In questo tempio”, ha aggiunto don Peppino, intervenuto su richiesta di Troise, “c’è la memoria della fede, della cultura della città di Afragola, della chiesa afragolese; qui troviamo le radici della nostra fede, perché già nel I secolo c’è la presenza di Pietro e del suo alunno e interprete Marco, che vanno a Roma ad evangelizzare. All’inizio del IV secolo, S. Gennaro, Vescovo di Benevento, prima di subire il martirio il 19 settembre 305, anche lui si ferma dietro l’edicola votiva, pietra absidale, che la gente, nel linguaggio popolare, chiama “la chiocciola dei pulcini”: la chiocciola rappresenta Gesù, che cova in noi,

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DOMENICA 24 OTTOBRE 2021 come i pulcini, una nuova vita grazie al Battesimo; dunque, la gente viene ad attingere da Cristo, Sapienza del Padre, la propria fede cristiana. A tal riguardo, don Peppino pone in rilievo che S. Agostino paragona la Chiesa a una chiocciola, perché “svolge la sua azione materna di misericordia, accogliendo tutti sotto il suo manto, proprio come una chiocciola raccoglie sotto le sue ali i pulcini”. Sull’altra chiesa, il Parroco dice che essa risale al 1615: l’arcivescovo Carafa, rendendosi conto che i fedeli non potevano giungere nella chiesa della “selvetella”, circondata da boscaglia, la domenica e in altri giorni per partecipare alla Messa e ad altri eventi liturgici, dispose la costruzione di una cappella nel centro abitato, nel “casavico” o “casuobbico”, ossia un “insieme di case abbarbicate, senza un progetto urbanistico”. E’ denominata “chiesa di S. Marco all’olmo”, per la pianta dell’olmo che si trova fuori all’edificio del tempio, “ma tutto nasce qui in “sylvis”; sul sagrato, il pozzo richiama la definizione di S. Giovanni XXIII sulla Chiesa, quale “pozzo del villaggio”, dove tutti vengono ad attingere l’acqua della salvezza da Cristo, dalla Parola e dai Sacramenti. Qui, arrivavano fedeli da varie località del Napoletano, non solo a S. Antonio, anzi, la

7 devozione antoniana è nata qui, perché il santuario di S. Antonio con l’annesso convento è sorto secoli dopo, nel 1600. Infatti, indicando un “bellissimo polittico”, posto alla sua destra, don Peppino fa notare che al centro è raffigurato “S. Antonio con il Libro, perché era maestro di teologia, e con il giglio, quale segno di purezza; tra i principi degli apostoli, alla mia sinistra, S. Pietro che muore in croce sulla collina del Vaticano e S. Paolo con la spada,non solo perché ha predicato la Parola di Dio, da Lui definita “spada tagliente”, ma anche perché fu decapitato sulla via Ostiense, dove attualmente vi sono due basiliche, quella delle “tre fontane” e la basilica ostiense, che ospita i monaci benedettini. Percorrendo l’unica navata, si arriva presso l’altare maggiore, dove il rev. Delle Cave indica “l’arco di trionfo, dov’è sospeso il Crocifisso portato da Assisi, Cristo in croce che ha parlato nella chiesa di S. Damiano a S. Francesco, chiedendogli di riparare la sua casa. Dietro queste mura absidali c’è la pietra sacra a cui già abbiamo fatto riferimento, la prima edicola votiva dove le prime comunità cristiane, evangelizzate da Pietro, da Paolo e successivamente da S. Gennaro, si fermavano a pregare e forse a celebrare l’eucari-

stia”. Indicando due opere poste nelle cappelle ai lati opposti dell’altare, don Peppino spiega che, a sinistra, “tutto il muro era pieno, poi, dopo il terremoto è stato abbattuto ed è stato scoperto un affresco che raffigura, nella parte superiore, Cristo in croce fra Maria e Giovanni, poi l’arco presenta i santi martiri dei primi secoli della Chiesa, sotto s’intravede la Madonna delle Grazie che allatta il Bambino, alla destra della Madonna è rappresentato il martirio di S. Sebastiano e sull’altra parte si vede S. Rocco. Sotto il polittico, c’è il vecchio calpestio, perché la chiesa era molto più in basso e ha avuto nel tempo vari “corpi di fabbrica”, dal 1100 fino all’inizio del 1800, poi, grazie ai lavori del dopo terremoto, abbiamo cercato di portare alla luce un po’ tutto: le finestre strombate, il soffitto a capriate (La capriata è un elemento architettonico, tradizionalmente realizzato con il legno, formato da una travatura reticolare piana posta in verticale ed usata come elemento base di una copertura a falde inclinate, n.d.r.), il pavimento cotto fiorentino, l’altare, i sedili absidali. Parlando di una pietra mostrata da Troise, il parroco, riporta quanto sostiene l’architetto Catello Pasinetti nel libro “Le due chiese di S. Marco”: “ Molto

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8 pania, e due statue: S. Gennaro, compatrono di Afragola e S. Pio; sulla parete sinistra, una finestra istoriata con i simboli eucaristici. Indicando il soffitto, il Parroco spiega “che fino al terremoto del 1980, esso era costituito da tegole con buchi da cui scorreva acqua piovana; nel lavoro del dopo terremoto è stata realizzata una bellissima capriate con legno africano e sono venute alla luce, come già detto, le finestre strombate; quando si accedeva in chiesa, si entrava almeno un metro sotto l’attuale pavimento rivestito di cotto fiorentino. E’ stato pubblicato un interessante articolo su questo complesso monumentale sulla rivista d’ architettura“Prospettive” dell’università di Torino, articolo inviato a tutte le università d’ architettura d’ Europa; ciò a dimostrare come ogni piccola cosa è stata studiata a tavolino, grazie all’architetto Pasinetti , Capo della Soprintendenza di Napoli. Anche le panche, portano, sugli inginocchiatoi, il disegno delle finestre strombate; dunque, dalla porta vestibolare al leggio, dal soffitto alle finestre,dalla facciata alle mura perimetrali, tutto è stato studiato perché venisse intonato alla bellezza di questo Tempio, anche il campanile è stato rifatto, con i fondi della CEI, secondo precisi canoni di bellezza architettonici. Il Signore mi ha permesso di provvedere ad entrambe le chiese, anche quella di “S. Marco all’olmo”, di cui abbiamo celebrato, qualche anno fa, 400 anni dalla sua fondazione, 1615 -2015. Il Cardinale,ora emerito, S. E.za Crescenzio Sepe benedì il portale

probabilmente essa, come altre, è stata presa dall’ex carcere del Rosario per servire da piattaforma per le finestre; indica, quindi, la cappella con la finestra del Battistero del 1600 sotto la quale si trova l’altare maggiore del 1700 da me recuperato e qui collocato; ho recuperato anche l’epigrafe”Togliti i sandali, perché il luogo che calpesti é santo”: il comando di Dio a Mosé e questa chiesa effettivamente immerge, come testimoniano tanti fedeli, in un clima di misticismo, di preghiera e di contemplazione”: un tuffo spirituale nelle acque del Battesimo, per questo sulla finestra istoriata realizzata da artisti di Firenze è rappresentata la scena di Giovanni che battezza Gesù nel fiume Giordano. Sulla parete sinistra della cappella, c’è un bellissimo polittico del ‘500, in cui si vede Dio, Creatore dell’universo, e sotto, nel trittico, si vede raffigurato il martirio di S. Stefano, al centro la Madonna delle Grazie che allatta il Bambino Gesù e a destra S. Antonio con il Libro (la Bibbia,n.d.r.), “maestro di teologia”, perché S. Francesco gli chiese di diventare docente dei frati minori,conservando, però, sempre l’umiltà e lo spirito di preghiera” . Qui vi era la sacrestia con un muro davanti, ma noi abbiamo abbattuto tutto, per riportare tutto a come era nel periodo del 1600”. Nella cappella del SS. Sacramento, don Peppino mostra gli stucchi dell’epoca, poi una tela dipinta da un compaesano, Ciro Di Micco, raffigurante S. Marco e sullo sfondo la chiesa “in sylvis”con il campanile, uno dei più rari della Cam-

di bronzo, unica porta di bronzo in tutta Napoli e dintorni, capolavoro d’arte realizzato dalla ditta Garofalo, dove sono rappresentati in 7 – 8 formelle di bronzo tutti gli episodi significativi della vita di S. Marco, con lo stemma di Papa Francesco e con quello arcivescovile del cardinale Sepe”. Alla fine della visita, Troise ha menzionato alcuni parroci “storici” che dal 1600 hanno svolto il loro ministero sacerdotale, tra cui Giuseppe Cerbone, Giuseppe Scala e l’indimenticabile Gabriele Laudiero, il “S. Giovanni Bosco” del nostro territorio, nel cui oratorio si sono formati tantissimi ragazzi e ragazze, diventati professionisti/e di elevato valore umano, impegnati anche nel campo sociale e politico. La trasmissione si è conclusa con l’esortazione al neo Sindaco del Conduttore e di don Peppino, di promuovere il turismo religioso, auspicando, come da vari anni già propongono il prof. Marco Dulvi Corcione e il docente Francesco Giacco, rispettivamente Fondatore e Direttore responsabile della prestigiosa rivista “Archivio Afragolese”, che nelle scuole si dedichi un’ora alla settimana alla storia locale, perché studiando il passato del nostro territorio, le tradizioni popolari e culturali, le testimonianze artistiche e architettoniche, abbandonate sotto “cumuli” di indifferenza e di ignoranza, le nuove generazioni possano costruire, sulla riscoperta delle proprie radici storiche, il loro futuro sviluppando amore e cura per il Bene comune, il senso di corresponsabilità sociale e di cittadinanza attiva.

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CHIARA D’APONTE

SPECIALE BALLOTTAGGIO DI NANOTV: UNA PICCOLA/GRANDE MARATONA TELEMATICA Con un notevole sforzo di uomini e di mezzi NanoTv ha permesso ai suoi ascoltatori di vivere in diretta i momenti immediatamente precedenti e successivi alla vittoria elettorale di Antonio Pannone su Gennaro Giustino. In studio i giornalisti Domenico Silvestre, Elisa Carbone e il nostro Direttore Nando Troise mentre altri giornalisti, tra i quali lo stesso Direttore di NanoTv Maurizio Cerbone, erano posizionati in alcuni luoghi strategici della città. Nel caso non foste riusciti a seguire la diretta vi proponiamo una sintesi dei suoi punti salienti La mini Maratona parte a seggi appena chiusi e fin dai primi minuti pare chiaro che il vero vincitore, come spesso accade, sia stato l’astensionismo. Poco più del 40% degli aventi diritto si è infatti recato alle urne. Un dato che evidenza, a detta di Cerbone, “non solo uno scarso interesse per la cosa pubblica ma anche uno scarso interesse per il duo arrivato al ballottaggio”. I due contendenti sono infatti entrambi appartenenti al centro destra e questo avrà sicuramente fatto disertare i seggi a tutto l’elettorato di sinistra. Silvestre e Carbone però sottolineano che l’astensionismo si deve probabilmente anche al fatto che la cittadinanza nel corso degli ultimi anni ha avuto a che fare con un’amministrazione fatta di persone più attente al proprio interesse personale che al benessere collettivo e da questo sarebbe nato questo disinteresse per la cosa pubblica. Cerbone ricorda che non sono mancati episodi disdicevoli durante questa tornata elettorale. Ultimo in ordine di tempo il caso del “seggio 14” in cui un elettore è stato sorpreso mentre scattava delle foto in una delle cabine elettorali. Una leggerezza che gli è costata una denuncia penale ed un’ammenda dai 300 ai 1000 euro. Nel corso della lunga diretta c’è stato

anche il tempo per riflettere sul risultato elettorale di Napoli. A tal proposito il Direttore Troise si è detto “preoccupato per la situazione. Perché Gaetano Manfredi si troverà a dover gestire tutti i problemi causati da De Magistris che si aggiungono a quelli che De Magistris stesso aveva a suo tempo ereditato da Rosa Russo Jervolino”. Sul sindaco uscente poi Troise ha affermato che “sarebbe intellettualmente disonesto affermare che non abbia fatto nulla in dieci anni. Varie cose ha fatto, ma sarebbe stato impossibile risolvere tutti i problemi di Napoli. Gli riconosco poi un grande merito: ogni settimana andava in tv a rispondere alle domande dei cittadini. Ci metteva la faccia. E’ una cosa che nessun altro ha fatto o fa”. Dopo appena un’ora dalla chiusura dei seggi e dall’inizio della diretta Facebook di NanoTv arriva la notizia certa della vittoria di Pannone, con poco meno di 500 voti di scarto sull’avversario. E grazie agli inviati dislocati in vari punti della città gli spettatori di NanoTv hanno potuto assistere in prima fila ai festeggiamenti di Pannone e alla delusione di Giustino e dei propri sostenitori. Ed

hanno potuto ascoltare anche le primissime dichiarazioni del neo eletto sindaco il quale ha dichiarato di non vedere l’ora di iniziare a lavorare con la sua squadra per “una città migliore e per uno sviluppo sostenibile. Sarò il sindaco di tutti, compresi coloro che non si sono recati alle urne”. Durante la diretta è intervenuto anche Vincenzo Nespoli, già Sindaco di Afragola e già Senatore della Repubblica, che ha accusato Giustino di aver perso perché non ha capito che “un uomo solo al comando non può nulla. Per vincere c’è bisogno di una squadra forte. Giustino che ritiene gli avversari dei nemici”. Di Pannone Nespoli dice “è una persona intelligente, supportata da una squadra forte con la quale si consiglia”. Aria nuova dunque sta per arrivare al Comune di Afragola. O almeno come tale si è presentata. A detta del neo sindaco sta per iniziare la stagione “del garbo, della buona educazione, del gioco di squadra”. Non resta che aspettare l’evolversi degli eventi. La diretta è visibile sulla pagina Facebook di NanoTv. Qualora doveste andare a guardarla vi consiglio di sbirciare i commenti.

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10 MARIA CRISTINA ORGA

IO RACCONTO STORIE magazine

“OH CHE BEL VALORE HAN LE CASE A CASAVATORE VUOI UN APPARTAMENTO? TE NE COSTRUIAMO CENTO!” “Tanto gentile e tanto onesta pare…” Vi starete certamente chiedendo che c’entra in apertura uno degli endeca� sillabi più famosi de La Vita Nova di Dante (che completa il distico con il successivo “la donna mia quand’ella altrui saluta”, che aggiungo un po’ per completezza di citazione e un po’ perché mi piace) con il tema della no� stra storia di oggi che è tutta incentrata sulle “case d’oro” a Casavatore quotato alla borsa immobiliare come il Vomero? Assolutamente niente. E allora perché scomodare il Vate e l’endecasillabo? Ve lo spiego subito. Il fatto è che la scor� sa settimana, nell’intervista ad Alan De Luca ho scritto che i produttori di uno dei suoi ultimi lavori cinematografici sono i fratelli Cannavaro, mentre avrei dovuto scrivere fratelli Cannavale, figli del compianto attore Enzo, ma la mia divagante mente di poeta ha fatto di testa sua e cogliendo al volo l’occasio� ne di una ghiotta allitterazione non se l’è lasciata sfuggire e ha suggerito alle dita altro da me. Così i calciatori sono diventati produttori per qualche giorno, loro e mio malgrado. Ma adesso giusti� zia fonetica è fatta e ciascuno è tornato al suo ruolo: i Cannavaro allo stadio e i Cannavale allo studio. Giustizia è fatta! Per mia fortuna il reato di allitterazione colposa non è��������������������������� punibile dal Codice ������������ pena� le, ma in ogni caso se qualcuno si è offeso me ne scuso. E ora mi sa che è meglio che la pianti qui e torni al tema di oggi, altrimenti le figure retoriche mi saltano addosso tutte assieme e non ne usciamo più, poveri voi! Ah, un’ultima cosa, ab� biate pazienza: me ne devo liberare al� trimenti stanotte sogno l’Alighieri che mi rincorre coi forconi e mi scaraventa in un nuovo girone infernale aggiunto apposta per me: quello dei maltrattatori seriali di figure retoriche. Per il rispetto dovuto al Divino e alla retorica poetica ricordo solo che allitterazione non è una mala parola, ma una delle figure retori� che di suono (dette anche figure foneti� che) più comuni e consiste nel ripetere un suono (una consonante, una sillaba o più) all’inizio o all’interno di parole successive contigue o no che siano, solo

TITOLO RIGOROSAMENTE CANTABILE PER LA STORIA DI QUESTA SETTIMANA CHE TENTA TRA IL SERIO, IL FACETO, PUZZA DI BRUCIATO E SENTORE DI ACETO, DI SOLLEVARE IL VELO SULLA POLVERE DEL BOOM EDILIZIO E SPECULATIVO FINITA ALLEGRAMENTE SOTTO IL TAPPETO DEL PICCOLO E POPOLOSO CENTRO A NORD DI NAPOLI MENTRE SINDACO VIENE E SINDACO VA

che in questo caso i due cognomi era� no contigui solo nel mio cervello. Oh: adesso mi sento finalmente meglio. Gra� zie di cuore per la pazienza e la com� prensione, cari lettori. Ora torniamo a Casavatore. Dunque: qualche giorno fa, il piccolo e popoloso comune contiguo a Casoria, è saltato alla ribalta delle cro� nache per un ribaltone amministrativo senza precedenti: Luigi Maglione, can� didato sindaco nelle ultime elezioni che si sono tenute lo scorso anno e sconfitto dal responso delle urne per soli due voti dallo sfidante Vito Marino, al termine di una acerrima battaglia legale all’ultima preferenza (basata sulla contestazione di una non assegnazione di due schede rite� nute nulle dal presidente di seggio e per� fettamente valide invece dal magistra� to), si è visto riconoscere la fondatezza del ricorso dal Consiglio di Stato e ha strappato la fascia tricolore all’avversa� rio, ribaltando gli equilibri in consiglio comunale e costituendo una nuova giun� ta di segno opposto alla precedente. Già questo, detto tra noi, basterebbe a indur� ci a qualche seria riflessione, ma poiché

io non faccio la politologa ma racconto storie, le valutazioni le lascio a voi e ai cittadini di Casavatore, non prima di aver augurato ogni bene agli ammini� stratori entranti quanto a quelli uscenti. Quello che invece mi turba oggi e di cui vorrei parlare è la ragione che ha porta� to Casavatore alla ribalta televisiva nel corso di una puntata del quiz condotto da Gerry Scotti, quando nel sottopancia del popolare show man si è illuminata la seguente domanda: Casavatore, “il primo comune italiano per densità di po� polazione, si trova in provincia di?” Io immagino la reazione dei concorrenti e dei telespetta� tori lombardo veneti che si saranno detti “Casavatore? Chi l’ha mai sentito? Da dove sbuca fuori?” e poi dopo un primo momento di disorientamento geografico, svelata la risposta, avranno immediata� mente commentato “E ti pareva che non fosse in provincia di Napoli! Stanno tutti uno addosso all’altro laggiù!” ... e poi “Beh, magari per essere così in tanti a Casavatore, vuoi dire che la qualità di vita deve essere eccellente, deve essere un’eccezione rispetto agli standard meridionali e della provincia di Napoli in particolare. Oppure il prezzo delle case deve essere così allettante che data la prossimità alla metropoli magari conviene andare a vivere lì, che arrivi in centro in pochi minuti. Sì, dev’essere per forza così.” Avranno liquidato la faccenda col proverbiale pragmatismo nordico, basato sull’inconfutabile prin� cipio ergonomico del costo-beneficio. Carini. Davvero. Peccato che le cose non stiano affatto così, anzi. Diamo un po’ di numeri, così ci capiamo meglio, ma non nel senso di straparlare, diamo un po’ di numeri statisticamente rile� vati e rilevanti, tenetevi forte: nell’Urbe di Casavatore, sparpagliati, pardon, concentrati su un’area di appena 1,53 kmq, convivono allegramente (ma mica poi tanto) la bellezza di 18.625 anime, senza contare cani, gatti e immancabili residenti di fatto. Il che vuol dire che, fatta una banale divisione, ciascun abi� tante dispone di ben 82 metri quadrati abbondanti (strade e piazze incluse) di


DOMENICA 24 OTTOBRE 2021 spazio vitale tutto per sé. Grasso che cola! Per la verità, più che il grasso, a Casavatore è colato, cola e continua a colare generosamente cemento su ce� mento e continuano a spuntare palazzi su palazzi come i funghi in autunno nei boschi dopo una bella pioggia. Per carità belli sono belli (almeno alcuni): alti (fin troppo), slanciati, svettano scintillanti di maioliche e finestre contro l’azzurro del cielo movimentando il panorama per la gioia dell’occhio di chi guarda nel qua� le solo ha sede la bellezza che è sempre soggettiva. Oggettivo è invece il pro� fitto che si trae dalla vendita di queste meraviglie immobiliari, incastonate in uno scenario da sogno, nel paese dei ba� locchi e della felicità dalle cui fontane sgorgano latte e miele e vino rosso che fa buon sangue. devo ammettere che le volte in cui mi è capitato di transitare per Casavatore diretta verso altra meta la cittadina non mi è sembrata esatta� mente il paese delle fate, ma visto che come ho appena affermato, la bellezza è negli occhi di chi guarda, nei miei non ce ne deve essere tanta, o forse non ho guardato bene. Dev’essere certo così, altrimenti non si spiega come mai il mercato immobi� liare attribuisce agli edifici del comune medaglia d’oro per densità abitativa del Bel Paese il valore medio di 1200 euro al metro quadro, con punte fino a 3000 e oltre per le nuove costruzioni in zona residenziale. In pratica, per un apparta� mento di media grandezza, comodo per un nucleo familiare di quattro persone, ovvero 100 metri quadri, occorrono dai 120.000 ai 300.000 euro, che non sono proprio bruscolini, considerato che il reddito medio pro capite è medio-basso e al di là di quella che è negli stracitati occhi di chi guarda di bellezza non ce n’è poi così tanta intorno. Né i collega� menti pubblici con la metropoli e i co� muni limitrofi, i servizi alla cittadinanza e le infrastrutture sono tali da ingolosire il popolo degli aspiranti proprietari di casa da indurli a correre a investire nel mattone di Casavatore. E allora, viene da domandarsi, come mai in un’area sull’orlo del collasso costretta quotidia� namente a sostenere e ammortizzare la

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spinta di una densità abitativa inverosi� mile si continua ad aprire cantieri edili nelle poche aree ancora non cementifi� cate? Dopo la citazione di Gerry Scotti in trasmissione, il nostro infaticabile di� rettore, ha provato a chiederlo all’ormai disarcionato sindaco del comune in esa� me, Vito Marino, il quale, evidentemente immerso nella querelle del riconteggio dei voti non ha (comprensibilmente…) avuto tempo e testa di rispondergli. A quel punto la domanda è stata girata ad un consigliere comunale il quale ha ammesso che, come se non bastasse il cemento armato che c’è, all’insegna del Piano Casa, sono in essere altri gros� si cantieri anche nell’area industriale dismessa ex Ramirez. Chiedendo qua e là in Comune, il consigliere ha orec� chiato che tutte le belle opere cantierate e cantierabili a Casavatore sarebbero da attribuire all’ex senatore della XVII le� gislatura 2013-2018 il commercialista Pasquale Sollo (oggi componente della direzione regionale della Lega delle Au� tonomie Locali) che le ha concordate ed approvate tra il 2002 e il 2012, durante il suo doppio mandato di sindaco a Casa� vatore. Peraltro gli appartamenti in og� getto, hanno prezzi tali che si risparmia parecchio comprando casa a Fuorigrotta o in alcune strade del Vomero anziché nell’amena Casavatore. La metamorfosi di Casavatore nella nuova residenza de� gli dei, è nota anche ai cittadini comuni,

i quali, intervistati, ammettono rasse� gnati che anche lungo la strada che dalla libreria D’Anna arriva alla rotonda sotto il ponte è interessata dal proliferare edi� lizio e che nei dintorni c’è una vecchia azienda dismessa destinata ad essere ri� convertita a breve in parchi residenziali (plurale non casuale). Qui i prezzi al metro quadro lievitano fino a 3.500 euro e oltre e voci ben in� formate sono certe che gli appartamenti sono praticamente già tutti venduti. Chi ha visto il progetto giura che non sa� ranno semplici parchi residenziali, ma spazi abitativi mai visti prima, dotati e circondati da servizi di qualità superio� re, infrastrutture mai viste, aree verdi, spazi gioco per bambini, piste ciclabili e riciclabili, il tutto realizzato con ma� teriali ecosostenibili e avveniristici, do� motica dentro e fuori casa, orti urbani, compostiere condominiali, asfalto ter� moregolato che rilascia un bel calduccio d’inverno e una piacevole frescura d’e� state agli amanti del jogging, pavimenti autopulenti, pannelli solari e pannelli lunari e, naturalmente, le immancabili fontane che gorgogliando allegre river� sano latte e miele al mattino, prosecco, spritz e crodino all’ora dell’aperitivo e amaro del capo e del capocollo la sera dopo cena, per mandar giù tutti i rospi ingoiati dai poveri Casavatoresi sempre più stipati gli uni sugli altri come sardi� ne, incluso quest’ultimo…

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SPALLETTI HA CAMBIATO IL NAPOLI MOLTO PIÙ DI QUELLO CHE SEMBRA

L’ottava vittoria consecutiva del Napoli in campionato, il primato in classifica addolcisce la “pillola” di tutto ciò che accade fuori dal campo. Quello che ha fatto Orsato in JuventusRoma è molto grave, soprattutto il dialogo con Cristante fotografa la mancata conoscenza del regolamento. Dopo tre anni, uno dei migliori arbitri italiani commette ancora un errore decisivo in un big-match. Sembra che non sarà fermato per il prossimo turno di campionato, la scelta più giusta sarebbe spedirlo al Var per tutta la stagione, costringendolo ad usare uno strumento che continua a snobbare. Non è l’unico errore del weekend, ai tempi del Var è inaccettabile vedere il rigore concesso al Verona per fallo di Kalinic su Romagnoli, la pessima gestione dei cartellini in Lazio-Inter e il gol concesso a Beto nonostante il fallo di Becao su Skorupski in UdineseBologna. Lo sapevamo già, con Trentalange e Rocchi sono cambiati gli uomini ma la sostanza è sempre la stessa. Non c’è stata la professionalizzazione della categoria, la trasparenza sulle valutazioni degli osservatori arbitrali e l’inserimento di regole chiare sulla designazione e sulle eventuali sanzioni per gli errori degli arbitri. L’altra brutta storia riguarda la cronica assenza del tifo organizzato al Maradona, un tema che rovina l’atmosfera delle gare interne. Il corteo di scooter che ha accompagnato il pullman del Napoli a Fuorigrotta è stato coinvolgente, ha dimostrato il forte desiderio degli ultras di far sentire la propria presenza ma allo stesso tempo mette tristezza. Il loro posto è in curva, a rappresentare lo zoccolo duro che c’è sempre stato. Ieri c’erano ventisettemila spettatori sui 41000 circa consentiti. Il tifo organizzato ha più volte fatto passi in avanti, ha chiesto le standing zone, serve che da altre parti ci sia la giusta sensibilità per il tema. L’amministrazione comunale ancora si deve insediare, dal Napoli e dalla Questura non filtra la volontà di risolvere il problema. Andiamo però sul bello, sul Napoli

primo in classifica che, eccetto la partita contro lo Spartak Mosca, ha affrontato tantissime difficoltà uscendone sempre con la compattezza di squadra. Spalletti ha cambiato il Napoli più di quello che sembra, l’ha aiutato dal punto di vista mentale a digerire la delusione del finale della scorsa stagione e allo stesso tempo l’ha convinto ad essere duttile, saper cambiare più modi di stare in campo. Sta riuscendo a completare una trasformazione su cui prima è sbattuto Ancelotti e che Gattuso ha affrontato con successo in maniera alterna, con picchi d’alto livello e alcuni crolli. Il pressing del Torino, con Linetty che schermava Fabian Ruiz, la pressione sui due centrali, ha disturbato la costruzione del basso del Napoli ma ci sono state le contromisure. Osimhen ha fatto un lavoro prezioso, non solo gli attacchi alla profondità ma contro un difensore forte come Bremer ha agito anche spalle alla porta, del resto anche nell’azione del gol c’è il suo zampino prima del colpo di testa decisivo. Il Napoli aveva tre strade: la palla su Osimhen, il ritorno da Ospina per far uscire il Toro e il coinvolgimento di Mario Rui, autore di un’ottima prestazione. Ci sono tre volti diversi: Insigne, Lozano e Mertens. Insigne ha un disagio, i palloni dal dischetto pesano più di prima e sta perdendo le certezze, come dimostra il saltello alla Jorginho che non appartiene ad un ragazzo che ha trasformato nella sua carriera 33 rigori

su 42, considerando anche quelli messi a segno con la maglia del Foggia o in Nazionale. Fa benissimo Spalletti ad insistere su di lui dal dischetto per proteggerlo e anche Lorenzo deve continuare a tirarli, dopo la sequenza di errori arriverà quella in cui gradualmente si libererà del peso. Se poi ovviamente nel frattempo dovesse arrivare il rinnovo del contratto, sarebbe ancora più sereno ma non deve pensarci, sul campo uscirà da questa storia affidandosi alle certezze ed entrando in una spirale positiva. È capitato anche ai campioni, nella scorsa stagione per esempio ad Ibrahimovic. Lozano ha commesso un errore ad andare via dal campo, Spalletti saprà sicuramente gestire il suo atteggiamento. Stamane hanno già chiarito quanto accaduto ieri sera dopo la sostituzione. L’impatto di Mertens è una delle più belle notizie della serata oltre la vittoria, si è rivista la fluidità nelle accelerazioni, il suo ritmo nelle giocate e la capacità di dialogare nello stretto. Nell’azione del gol c’è anche la sua firma, una storia che continua come dimostrano anche i cori dei tifosi che l’hanno acclamato dal riscaldamento. È una corsa a tappe lunghissima e faticosa, serve tener dentro tutti in questa cavalcata, la prossima risorsa da ritrovare potrebbe essere Ghoulam. Tempo al tempo, Spalletti finora brilla proprio per capacità gestionali.


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MARIA SAVERIA RUSSO

UNA VITA IN ACQUA: LA VITA DI ANDREA SCOTTI GALLETTA TRA VITTORIE, SACRIFICIO ED AMICIZIA

Famiglia, amicizia, rispetto e Pallanuoto: sono queste le fondamenta che rendono Andrea Scotti Galletta uno dei sportivi più famosi, genuini e forti d’Italia. È sufficiente vedere come inizia una gara di pallanuoto per capire che i giocatori di questa disciplina sono innan� zitutto nuotatori molto esper� ti e potenti: questi atleti ap� prodano a questo sport per le sue caratteristiche di squadra in cui la palla rappresenta l’e� lemento di condivisione e di “lotta” e diventa la variabile indipendente di tutto il gioco. La pallanuoto è uno sport molto faticoso, in quanto pre� vede ritmi sostenuti e cam� biamenti di intensità piutto� sto rapidi; nasce come sport di squadra tra Inghilterra e Scozia nel XIX secolo con

la denominazione di water polo e, nel 1887, viene sti� pulato il suo regolamento da un giornalista ed istruttore di nuoto inglese chiamato Wil� liam Wilson, egli istituì le regole del gioco basandosi su quelle del calcio ed adattan� dole al campo acquatico. Diventerà sport olimpico nel

1900 per gli uomini e sarà necessario aspettare il 2000 per le donne. La pallanuoto sicuramente è una delle discipline acquati� che di squadra più impegna� tive e tra gol e palombelle ap� passiona migliaia di italiani che giocano e amano questo sport. Gli sport che si prati�

cano in acqua sono indispen� sabili per conseguire e man� tenere il proprio benessere psicofisico, la Pallanuoto, in particolare: è un esercizio aerobico adatto a persone di qualunque età, aumenta la flessibilità corporea senza stressare le articolazioni, po� tenzia la capacità polmonare e riduce i sintomi dell’asma. Tra i tanti sportivi che hanno reso grande questo sport in Italia, noi campani abbiamo l’onore di vantare uno dei più grandi pallanuotisti e at� leta di lungo corso, Andrea Scotti Galletta: vincitore di 1 Champions League, 1 Coppa delle Coppe, 3 scudetti ed 1 Super Coppa Europea. Ma sotto tutte queste medaglie e tutti questi onori, si nascoste un uomo modesto, una perso� na “vera” ancora prima di un


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14 atleta, un essere umano che non dimentica da dove viene e che sa quali sono i valori a cui fare affidamento per mantenere alto il successo e soprattutto i piedi ben pianta� ti a terra, un cittadino che ha deciso di condividere la sua esperienza sportiva anche mettendosi in gioco in una nuova avventura, quella della politica. Andrea, nonostante gli impe� gni, ci ha concesso un po’ del suo tempo e, con tutta la di� sponibilità che lo contraddi� stingue, ha risposto a qualche domanda, dando tanti spunti di riflessione che, siamo si� curi, faranno piacere a molti. La Pallanuoto è senza dubbio una delle parti più importanti della sua vita, è sicuramente l’eredità che suo padre, il grande Mario Scotti Galletta, le ha tramandato. Cos’è la pallanuoto per lei? La pallanuoto è da sempre la mia vita, da quando mio padre mi portava addirittura in panchina durante le partite di mia madre, giù alla Canottieri Napoli. Vivendo praticamente in piscina è stato naturale cominciare con il nuoto e poi passare a 11 anni alla pallanuoto. La passione, l’adrenalina e il divertimento che ti da giocare a pallanuoto non passano mai e tutt’ora alla soglia dei 40 anni sento le stesse emozioni. La pallanuoto di alto livello però è soprattutto sacrificio, disciplina e voglia di arrivare, chi ha il fuoco dentro non ha limiti dove poter arrivare,

anche alle Olimpiadi. Come ha influenzato il Covid-19 il modo di fare e di concepire la pallanuoto? La pandemia causa Covid ha creato un buco generazionale, sia nel nuoto che nella pallanuoto. Con le piscine e le scuole nuoto ferme, i ragazzi si sono allontanati dalla vasca, ora sta a noi operatori del settore invogliarli a tornare. Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, sia per le prime squadre che per le giovanili, purtroppo non si è potuto lavorare come al solito, ma vivere alla giornata tentando di evitare contagi, quarantene o lockdown. Abbiamo lavorato più sulla testa che sul fisico dei giovani pallanuotisti. Cosa le ha insegnato la pallanuoto? Non solo nella vita professionale, ma soprattutto come persona e nelle relazioni con gli altri. La pallanuoto mi ha insegnato come ho già detto, passione, sacrificio e spirito di squadra, ma la cosa importante sono i valori che alcune persone mi hanno trasmesso: lealtà, correttezza, amicizia ed altruismo. Il bene che fai per gli altri non ha prezzo. Vedere famiglie, ragazzi e squadre felici e sempre stato il mio obiettivo. Avere a distanza di tempo un rapporto da fratello maggiore con tanti ragazzi che ho allenato o con cui ho giocato, è per me la vittoria più grande. Lei è vincitore di tantissimi premi: 1 champions league,

1 coppa delle coppe, 1 super coppa. Qual è il primo momento professionale che le viene in mente chiudendo gli occhi? Qual è stato quello che lo ha emozionato di più? E poi, quale è stato un momento in cui si è sentito deluso da se stesso? Le vittorie di club sono state fantastiche, oltre ai successi Europei, vincere 3 scudetti, l’ultimo in gara 5 a Punta Sant’Anna a Recco non hanno prezzo e sono il coronamento di tutta la mia storia con il Posillipo, concluso con gli ultimi due anni da capitano. Ma le emozioni che ti da la calottina del Settebello sono uniche: i Mondiali e gli Europei sono stati fantastici, purtroppo non aver fatto le Olimpiadi resterà sempre il rimpianto più grande, ma non tutte le colpe furono mie. Si è messo anche in gioco in politica: come è stata questa esperienza così tanto diversa dal suo mondo? Ha trovato punti in comune? L’esperienza delle Elezioni alla Municipalità VomeroArenella è stata la mia prima, ma spero non sia l’ultima. Ho fatto un discreto risultato, ma non è stato sufficiente per essere eletto. Il mondo politico è molto difficile e la campagna elettorale va preparata in un determinato modo, che ho capito troppo tardi. In un mese scarso ho fatto il possibile, ci sono consiglieri eletti che ci lavoravano da 5 anni. Niente si improvvisa, tutto è frutto di oculata programmazione. Mi dispiace perchè

avrei messo la mia disponibilità al servizio della comunità e cercato di migliorare la vivibilità del quartiere, che ha tanti problemi ma ampi margini di miglioramento. Che consigli darebbe ad un bambino che si approccia per la prima volta alla pallanuoto? Per un bambino che si approccia alla pallanuoto quello che gli consiglierei è di divertirsi. Con la mia società, i Waterpolo Lions, stiamo per partire con un progetto di Academy, dove cureremo e creeremo scuole nuoto e pallanuoto in tutta la zona di Napoli e provincia. Partirà tutto dalla prossima settimana con la pubblicità nei punti vendita Decathlon di Casoria, Arenaccia e Giugliano. Chi vuole giocare a pallanuoto e divertirsi e sognare di giocare in serie A1 potrà farlo con la Lions’ Academy. Per concludere, cosa direbbe al lei bambino che desiderava realizzare i propri sogni? Quali sarebbero i consigli che gli darebbe? All’ Andrea bambino ho pochi consigli da dare per migliorare qualcosa del percorso fatto. Forse essere più furbo ed essere meno schietto, mi avrebbe portato qualche risultato in più, ma qualche amico in meno, quindi per me va bene così. Ora ho mio figlio Mario da consigliare ed instradare sulla retta via, spero di essere all’altezza del nonno Mario e fare un buon lavoro come lui ha fatto con me.


DOMENICA 24 OTTOBRE 2021 SALVATORE IAVARONE

15 Presidente commissione Pubblica Istruzione, Sociale e Cultura

EDILIZIA SCOLASTICA, IN ARRIVO BANDI PER 5 MILIARDI DI EURO CASORIA SI FACCIA TROVARE PRONTA PER MIGLIORARE LE SUE STRUTTURE SCOLASTICHE 3 MILIARDI PER GLI ASILI, 700 MILIONI PER MENSE E PALESTRE E 1,3 MILIARDI PER SCUOLE NUOVE O DA RISTRUTTURARE

Il PNRR noto come il Piano nazionale di ripresa e resilienza, comincia a prendere forma e portare i primi fondi sui territori. I Comuni devono essere pronti e all’altezza del momento, per contribuire a cambiare i nostri territori e migliorare lo stato di vita delle nostre comunità. Servono uffici e dirigenti attenti a queste opportunità e capaci di non perdere risorse, che sono vitali per le nostre città. A Casoria possiamo davvero migliorare le nostre strutture scolastiche, serve mettere in piedi, subito, un pacchetto di progetti da tenere pronti nel cassetto. Come presidente della commissione consiliare che si occupa di questo, chiederemo un incontro in commissione con il Dirigente ai lavori pubblici, l’arch. Napolitano, per non farci trovare impreparati avanti a questa importante possibilità. “Entro novembre siamo pronti a fare bandi per 5 miliardi di euro:

3 miliardi per asili e scuole dell’infanzia, 400 milioni per le mense, 300 milioni per le palestre, 800 milioni per nuove scuole e 500 per la ristrutturazione degli istituti e la messa in sicurezza”, lo ha annunciato il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi presentando i contenuti per l’Istruzione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il Piano prevede riforme e investimenti che riguarderanno gli Istituti tecnici e professionali, l’orientamento per accompagnare gli studenti nella scelta del percorso di formazione, il reclutamento e la formazione degli insegnanti, i nuovi ambienti per la didattica e l’edilizia, l’innovazione dei contenuti didattici. In particolare, per la parte relativa agli investimenti, il PNRR prevede uno stanziamento di 17,59 miliardi di euro. Quelli che verranno messi a bando a no-

vembre sono gli investimenti per l’edilizia scolastica: - 3 miliardi di euro per asili e scuole dell’infanzia, parte del corposo investimento da 4,6 miliardi di euro per la costruzione, la ristrutturazione e la messa in sicurezza delle strutture; - 400 milioni di euro per le mense, ricompresi nel piano da 960 milioni di euro per l’estensione del tempo pieno, che prevede la costruzione o il rinnovo degli spazi adibiti a mensa per almeno 1000 strutture; - 300 Milioni di euro per le Palestre, per il potenziamento delle infrastrutture per lo sport a scuola; - 800 milioni per le nuove scuole, per la sostituzione di edifici scolastici e per lavori di riqualificazione energetica; - 500 milioni di euro già assegnati agli enti locali per nuova costruzione, adeguamento sismico ed efficienta����������� mento energetico di edifici scolastici.

UN ECO COMPATTATORE AL COMUNE DI CASORIA PREMIARE I CITTADINI CHE FANNO LA DIFFERENZIATA

Al fine di contenere la produzione di rifiuti in plastica attraverso l’utilizzo di ecocompattatori, nonché di favorirne la raccolta selettiva e di migliorarne l’intercettazione e il riciclo in un’ottica di economia circolare, un nuovo decreto del governo definisce i criteri, le condizioni e le modalità per la concessione ed erogazione del contributo, in favore dei Comuni, per l’acquisto, l’installazione di eco-compattatori a valere sul fondo denominato “Programma sperimentale Mangiaplastica” , ai sensi dell’articolo 4-quinquies del decreto legge 14 ottobre 2019, n. 111, convertito con modificazioni dalla legge 12 dicembre 2019, n.141. Ai fini del presente decreto per eco-compattatore si intende un macchinario per la raccolta differenziata di bottiglie per bevande in PET, in grado di riconoscere in modo selettivo le bottiglie in PET e ridurne il volume favorendone il riciclo. In relazione al carattere sperimentale del programma, al fine di rilevare l’efficienza, l’efficacia ed economicità del sistema di raccolta differenziata mediante l’uso degli eco-compattatori, i soggetti beneficiari si impegnano a mantenere gli stessi in proprio possesso ed in uso in favore dell’utenza per almeno tre anni dal momento dell’attivazione; si impegnano inoltre a fornire al Ministero della transizione ecologica, su base annuale e per almeno tre anni, le informazioni utili a verificare l’efficacia e la sostenibilità del programma sperimentale. I comuni fino a 100.000 abitanti potranno avere massimo un eco compattatore medio con un finanziamento di 15.000 euro oppure uno grande per un valore di 30.000 euro. La richiesta deve essere inviata in tempi brevissimi al ministero.


DOMENICA 24 OTTOBRE 2021

16 SALVATORE IAVARONE

consigliere comunale di Casoria

UN BONUS PER ABBELLIRE LE NOSTRE CASE E RENDERE LE CITTÀ PIÙ GREEN

Il bonus verde consiste in una detrazione Irpef del 36% sulle spese sostenute per i seguenti interventi: • sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazione e realizzazione pozzi • realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili. Danno diritto all’agevolazione anche le spese di progettazione e manutenzione se connesse all’esecuzione di questi interventi. La detrazione va ripartita in dieci quote annuali di pari importo e va calcolata su un importo massimo di 5.000 euro per unità immobiliare a uso abitativo. Pertanto, la detrazione massima è di 1.800 euro (36% di 5.000) per immobile. Il pagamento delle spese deve avvenire attraverso strumenti che ne consentano la tracciabilità (per esempio, bonifico bancario o postale). Hanno diritto all’agevolazione i contribuenti che possiedono o detengono, sulla base di un titolo idoneo, l’immobile sul quale sono effettuati gli interventi e che hanno sostenuto le relative spese. Sono agevolabili anche le spese sostenute per interventi eseguiti sulle parti comuni esterne degli edifici condominiali, fino a un importo massimo complessivo di 5.000 euro per unità immobiliare a uso abitativo. In questo caso, ha diritto alla detrazione il singolo condomino nel limite della quota a lui imputabile a condizione che la stessa sia stata effettivamente versata al condominio entro i termini di presentazione della dichiarazione dei redditi. La detrazione non spetta, invece, per le spese sostenute per: • la manutenzione ordinaria periodica dei giardini preesistenti non connessa ad un intervento innovativo o modificativo nei termini sopra indicati • i lavori in economia. Limite detrazione Il limite massimo dell’importo detraibile è fissato in € 5.000, pertanto potranno essere recuperati nella dichiarazione dei redditi fino a €1.800 (ovvero il 36% di €5.000). Ripartizione della detrazione L’agevolazione è ripartita in 10 anni, a quote costanti, a partire dall’anno in cui si sono sostenute le spese ed in quelli

successivi. Per interventi eseguiti su parti comuni dei giardini condominiali, il limite di spesa rimane fissato ad € 5.000 per unità immobiliare ad uso abitativo. Tuttavia, per godere del beneficio fiscale, il condomino dovrà aver regolarmente pagato la sua quota-parte di lavori al condominio entro i termini di presentazione della dichiarazione dei redditi. Chi può beneficiare del bonus verde 2021 e quali sono gli interveti agevolabili? I beneficiari della detrazione riferita al bonus verde sono coloro che possiedono o detengono, sulla base di un titolo idoneo, l’immobile sul quale sono stati eseguiti gli interventi per i quali si sono sostenute le relative spese. Ammessi tra i beneficiari anche gli inquilini e i comodatari. Quali sono le spese ammesse? Rientrano tra le spese ammesse in detrazione: • Gli impianti di irrigazione; • Realizzazione pozzi; • Sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni; • Grandi potature; • Riqualificazione prati; • Realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili; • Spese di progettazione relative a lavori successivamente effettuati. Sono invece escluse dalle detrazioni la

manutenzione ordinaria e l’acquisto di attrezzature specifiche. Tra i costi detraibili rientrano anche le spese di progettazione purché relative a lavori successivamente effettuati. Quali sono le spese non detraibili? Non rientrano nel bonus verde 2021: • La manutenzione ordinaria di giardini già esistenti e con regolarità periodica, non producendo di fatto alcun lavoro innovativo o modificativo di quanto indicato nel precedente paragrafo; • L’acquisto di attrezzature specifiche per la cura del giardino (pale, picconi, tagliaerbe); • Gli interventi lavorativi in economia da parte del proprietario (ovvero acquistando i materiali). Modalità di pagamento ammesse per accedere al bonus verde Il pagamento deve essere effettuato con modalità tali da poter fornire prova in merito all’operazione effettuata. Il pagamento cioè dovrà avvenire attraverso mezzi tracciabili, ovvero mediante bancomat, carte di credito, bonifico bancario o postale e assegno non trasferibile. Le spese inoltre devono essere documentate per far fronte ad eventuali controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate. Si pensi a fatture/ricevute nonché alla copia degli avvenuti pagamenti o degli estratti dei conti correnti bancari


DOMENICA 24 OTTOBRE 2021 usati. Il contribuente deve conservare: • Le fatture o ricevute fiscali idonee a comprovare il sostenimento della spesa e la riconducibilità della stessa agli interventi agevolabili. Nel documento di spesa deve essere indicato il codice fiscale del soggetto beneficiario della detrazione e la descrizione dell’intervento deve consentire di ricondurre la spesa sostenuta tra quelle agevolabili; • La documentazione attestante il pagamento delle spese; • Autocertificazione attestante che l’ammontare delle spese sulle quali è

17 calcolata la detrazione da parte di tutti gli aventi diritto non ecceda il limite massimo ammissibile; • La dichiarazione dell’amministratore condominiale che attesti di aver adempiuto a tutti gli obblighi previsti dalla legge e che certifichi l’entità della somma corrisposta dal condomino e la misura della detrazione; • In mancanza del codice fiscale del condominio minimo (edificio composto da un numero non superiore a 8 condomini), autocertificazione che attesti la natura dei lavori effettuati e indichi i dati catastali delle unità immobiliari.

Bonus verde e il passaggio di proprietà dell’immobile In caso di vendita dell’immobile sul quale sono stati realizzati i lavori, la detrazione ancora da fruire, si trasferisce al nuovo acquirente, salvi accordi di tipo diverso tra le parti. Bonus verde per prima/seconda casa Il Bonus Verde è riferito all’immobile per il quale vengono effettuati i lavori, e non alla persona proprietaria o titolare di un diritto sull’immobile. Pertanto, ogni persona fisica può sommare le detrazioni per le spese sostenute su ciascun immobile di sua proprietà.

STELLA CASSETTINO

IL RICORDO DI DON MAURO PISCOPO In questi giorni si parla e si scrive di Don Mauro Piscopo, ma in quanti davvero possono dire di averlo conosciuto. Definirlo un essere speciale sarebbe riduttivo, anche perché la sua esistenza, in fin dei conti, meriterebbe già di per sé un romanzo denso di capitoli: la forza di volontà, la tenacia di un uomo che ha speso la propria vita al servizio del prossimo. Ecco perché avverto il desiderio di ripercorrere, con le parole, il cammino di crescita, umana e spirituale, che ho avuto l’onore di tracciare assieme a lui. Trovo, però, quasi difficoltà a raccontare .. tanti sono i ricordi che mi legano alla sua figura. Per me è stato un padre e come un padre mi ha guidata, aiutandomi ad orientarmi e sovente a scegliere. Mi ha insegnato la resistenza e la resilienza, nei fatti e non con le parole ....e quando un uomo riesce a fare ciò, significa che ha raggiunto il più nobile degli obiettivi: quello di divenire esempio per gli altri. Scrivo di Don Mauro non perché qualcheduno me lo abbia chiesto, ma perché sento di avere un debito di riconoscenza

nei confronti di un essere umano, prima ancora che di un parroco, che mi ha insegnato ad affrontare la vita con risolutezza, coraggio ed ironia. Ricordo quando una sera, mentre eravamo in auto per raggiungere la parrocchia di Casavatore, in vista dell’organizzazione del Gen rosso, mi raccontò, come era solito fare, la parabola delle orme sulla sabbia. All’epoca ero poco più che adolescente, oggi, in età adulta, credo che non sia un

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caso che a riaffiorare alla memoria sia stato proprio questo ricordo, a voler sottolineare che non siamo soli. Il Signore è sempre con noi, ci tiene tra le sue braccia e, durante il nostro percorso, i suoi Angeli sorreggono il nostro passo quando diviene troppo stanco. Ebbene è trascorso un ventennio almeno da quella sera, ma ho la consapevolezza attuale che il mio Angelo non mi ha mai lasciata sola, allora come adesso... Ciao Padre Pì

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18 IDA PICCOLO

A TU PER TU CON OSCAR DI MAIO Appena conclusa la terza puntata di “A TU PER TU”, in onda sulle frequenze di Partenope Tv (canale 188 per la Campania e Basso Lazio, canale 190 per la Puglia e la Calabria e in streaming su www. partenope.tv). La trasmissione, condotta dal giornalista Antonio D’Addio e dalla presentatrice/speaker radiofonica Ida Piccolo, in onda, il martedì sera, a partire dalle ore 20,45, ha avuto due ospiti in studio, il maestro di judo e padre di vita Gianni Maddaloni e l’artista Oscar Di Maio. Oscar Di Maio, nome d’arte di Oscar Paolozzi, attore, comico e conduttore televisivo italiano, discendente da una famiglia d’arte, ha raccontato la sua strabiliante carriera tra cinema, teatro, televisione, ha parlato del suo personaggio del cafone e ha ricordato le 27 commedie composte dallo zio Gaetano Di Maio, autore tra i più brillanti e prolifici della storia del teatro napoletano, che lui custodisce gelosamente, comme-

die che furono cavalli di battaglia di nomi mitici come Luisa Conte, Nino Taranto, Ugo D’Alessio, Gennarino Palumbo, Pietro De Vico, Rosalia Maggio, Enzo Cannavale, Giacomo Rizzo e Marina Confalone. Tante le testimonianze fotografiche della carriera, dei colleghi, della vita privata e numerosi i videomessaggi inviati da Ciro Capano, Luca Sepe, Diego Macario, Alberto Selly, Marzia Di Maio, Alessandra Borrelli, Oscarino Di Maio, Chiara Mele e Stefano Sannino. Molto apprezzata la rubrica “In cucina con Gemyy” curata dalla food blogger Gemma Caruso, che ha preparato per il nostro Oscar un gustosissimo rustico. Un grazie particolare all’editore Angelo Ucciero, che crede fortemente nel programma, e al direttore artistico Renato De Carmine. La regia del programma è di Antonio Di Gennaro. Le foto sono state scattate dal mitico Peppe Oliva!!!

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA FABRIZIO KÜHNE

DOPO IL LOCKDOWN A TUTTO SPOSI “CI SI RISPOSA” Boom di divorziati riconciliati con le seconde nozze, diminuiscono le separazioni. A supportare i dati positivi del primo weekend della fiera, anche la tesi analitica dell’avvocato matrimonialista Rosa Frullone. Le giovani coppie vogliono il matrimonio, ma anche i divorziati. Non sono solo i numeri del bilancio del primo weekend di Tutto Sposi, il salone nazionale del wedding in corso alla Mostra d’Oltremare di Napoli, a dimostrarlo grazie ad un’affluenza di pubblico quasi da record, ma anche le analisi di alcuni avvocati matrimonialisti. A spiegare il fenomeno è l’avvocato matrimonialista Rosa Frullone, che attribuisce il fattore a due elementi: quello del lockdown e quello economico, ma soprattutto differenzia i dati in Italia per aree geografiche: tra centro Sud e centro Nord. “Da Roma in giù nel periodo post Covid le separazioni sono diminuite rispetto a quanto invece è accaduto da Roma in su – afferma la legale avellinese che esercita da oltre 30 anni -. Il motivo è da ricondurre al fattore economico, con famiglie monoreddito al centro Sud

rispetto a quelle del Nord dove i coniugi hanno doppio stipendio, che ha limitato le scelte di rompere il matrimonio per non poter far fronte ai costi del doppio nucleo familiare che si sarebbe venuto a creare. Ma allo stesso tempo ha prevalso anche il fattore del periodo drammatico della pandemia, per le coppie di lungo corso, che hanno unito le forze per far fronte al difficile momento e rilanciando così la propria storia coniugale”. Eppure i dati Istat, riferiti al periodo pandemico 2020, pur dando parzialmente ragione a quanto esposto dall’avvocato Frullone, indicano che sono diminuiti i matrimoni e aumentate le convivenze. In particolare sarebbero diminuiti i matrimoni religiosi con incidenza maggiore rispetto ai civili. “Come detto l’analisi va considerata per territorialità – prosegue l’avvocatessa Frullone -, nel centrosud il matrimonio religioso ha sempre avuto percentuali superiori, per cultura e tradizione, a quello civile che trova al nord maggior riscontro. Mentre sempre a causa del lockdown e della incertezza vissuta, le giovani coppie cercano stabilità e rassicurazione dopo evento così drammatico. Per lo stesso motivo i

divorziati si risposano”. Questi dati trovano riscontro anche tra gli espositori presenti a Tutto Sposi, secondo le prime analisi di vendita e di richiesta di pacchetti per il matrimonio. La compressione del divieto di celebrare le cerimonie religiose ha infatti quasi triplicato l’interesse al matrimonio da parte delle future coppie di sposi. Ma a destare stupore anche un altro dato sorprendente: a ritornare al matrimonio sono anche ex coppie di sposi, divorziati riconciliati, che puntano alle seconde nozze.


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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO CIRO LA ROCCA

QUI LONDRA, LA SITUAZIONE E’ QUESTA Il Sistema sanitaria nazionale (NHS) sta praticamente pregando il Governo di mettere in pratica il piano B, ovvero un ritorno alle mascherine, distanziamento e anche introdurre dei pass per entrare nei locali. Solo noi e pochissime persone (perlo più italiani) continuiamo ad usare le mascherine e attuare il distanziamento, ma come ad inizio pandemia siamo guardati in modo ironico, come per dire “ non vi siete accorti che la pandemia è scomparsa?” Gli ospedali sono gia’ pieni e per peggiorare la situazione, l’ influenza stagionale è gia’ in giro, ci sono persone che muoiono di altre cause per mancanza di ambulanze. Diversi scienziati dicono che I morti di ora si potrebbero evitare solo se il governo facesse qualcosa o che agisse ora. “Dal 19 Luglio, quando il Paese ha riconquistato la liberta’, sono morte 10.000 persone, ma non se ne parla . Quelle morti si sarebbero potute evitare se solo avessimo continuato ad usare le mascherine, messo le restrizioni nelle scuole e vaccinato gli adolescenti.” Il Governo però preferisce prendere decisioni basandosi sul-

la nozione libertaria che è l’ individuo che deve prendersi le proprie responsabilità e lo stato non deve mettere imposizioni. Molto probabilmente vedremo un replay degli altri lockdown, il governo che si rifiuta di agire fin quando e’ troppo tardi l ‘unica soluzione rimane chiudere tutto. Stamattina il ministro Kwarteng ha detto: Penso che la nostra strategia abbia funzionato ed e’ per questo motivo che la nostra economia cresce piu’ rapidamente nel G7, aggiungendo che anche durante le feste natalizie non vi saranno alcune restrizioni. La variante Delta è la variante Covid piu’ comune nel Regno Unito, ma secondo I nuovi dati rilasciati questa settimana dall’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito, una nuova variante mutata AY.4.2 o “Delta plus” sta diventando sempre più diffusa. Per ora però sembra non preoccupare molto gli scienziati in quanto più difficilmente trasmissibile e letale. Questo e’ stato il rischio dell’approccio al Covid del governo Johnson, non mettere restrizioni e far girare I contagi significa aumentare I rischi di mutazioni.

FRANCESCO CILIENTO

DIRETTORI DEI CENTRI COMMERCIALI SODDISFATTI DEL DECRETO GOVERNATIVO

Direttori dei centri commerciali soddisfatti del decreto-legge 23 luglio 2021 n. 205 che ha risparmiato l’obbligo della certificazione verde per i visitatori dei centri commerciali Lo dice il vicepresidente della loro associazione Gaetano Graziano: “le nostre battaglie sono valse. Anche la legge entrata in vigore oggi (15 ottobre) non prevede il controllo del Green Pass all’ingresso dei centri commerciali. Non ci sono particolari restrizioni per la grande distribuzione perché durante anche i periodi più bui della pandemia abbiamo fatto grandi sforzi per assicurare la sicurezza di dipendenti e clienti e non abbiamo avuto nessun problema in merito; in questo modo i fatturati potranno tornare alla normalità, comunque continueremo a tenere alta la soglia di guardia per la sicurezza dei nostri clienti controllando a campione, nonostante non siamo tenuti a farlo, i lavoratori dipendenti dei negozi delle nostre gallerie commerciali se rispettano la normativa che obbliga il Green Pass su i luoghi di lavoro”.

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VANDALIZZATO TOPO GIGIO

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Questo quello che ha trovato Alfonso Fiumarelli, titolare di Fiumadea, la scuola paritaria di via Arpino che gestisce l’asilo nido comunale in via Primo Maggio inaugurato quest’anno ed a cui è stato dato il nome di Topo Gigio. Un atto intimidatorio o cosa? Perché penalizzare i bambini ? L’asilo ha accesso anche da via Bellini. Da dove sono entrati i malfattori e perché? Le telecamere del poliambulatorio Asl di fianco all’asilo potranno essere utile alle indagini?


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AGOGHÈ PER I QUARTIERI SPAGNOLI

È stata una presentazione molto partecipata quella avvenuta il 20 ottobre 2021 in Piazza Baracche, nel cuore dei Quartieri Spagnoli che ha visto l’intervento di Giuseppe Ferraro, filosofo e ideatore del Progetto, di un entusiasta Maurizio De Giovanni e della filosofa Simona Marino, che ha spiegato più nel dettaglio questa nuova avventura che nasce tra i vicoli di Napoli. Si è scelto di stare in piazza, tra la gente, che si è fermata curiosa e attenta ad ascoltare gli interventi, perché è per le strade che si svolgeranno le attività previste per contribuire al raggiungimento di un grado di consapevolezza e di educazione alle abilità sociali e etiche. Il nostro più famoso scrittore ha parlato delle comunità, del rapporto di convivenza anche nei legami di prossimità, nelle corde di panni stesi condivise, della mancanza di intimità che rende questa città unica. Ha ribadito la particolarità e il senso di orgoglio e appartenenza a un luogo sicuramente non perfetto, ma di certo peculiare e straordinario nelle sue tante contraddizioni. Un bel progetto, il neonato AGOGHÈ voluto con tenacia e illuminazione da Pino Ferraro dell’Associazione Filosofia Fuori le Mura, che trasporta l’etica fuori dagli ambiti istituzionali, nelle piazze, nelle carceri, tra i bambini. Si attueranno, dopo la selezione di 5 giovani donne e uomini e una formazione di 100 ore in varie discipline, delle postazioni etiche con gruppi di lavoro gestiti dalla figura del Social Trainer, innovativo profilo professionale che guida alle regole della cittadinanza attiva. I Social Trainer (guide sociali) come moderni “sensali” diventeranno un

punto di riferimento sul territorio. Svolgeranno azioni personalizzate all’aperto, nei luoghi turistici, nei vicoli, presso artigiani, ristoratori e tra la gente dei Quartieri, per ascoltare e orientare. Saranno ausiliari di cittadinanza con competenze in ambiti diversi. Educheranno alla cura dell’ambiente, a restituire fiducia nelle istituzioni, istruire al rispetto del bene comune e forniranno informazioni sulle opportunità di servizi e di diritti. Sosterranno iniziative per l’inclusione lavorativa di fasce deboli, per creare reti territoriali e promuovere attività commerciali e artigianali a impatto sociale. Racconteranno la storia dei luoghi, i costumi e le abitudini con sportelli di ascolto/intervento itineranti, postazioni etiche e tour esperienziali di comunità, per diffondere e preservare cultura e tradizioni. Lo scopo è costruire reti sociali permanenti per facilitare la partecipazione collettiva allo sviluppo di una comunità sociale e alla cura delle relazioni. Promuovere un’economia della “donazione circolare” che coniughi le esigenze dei luoghi con i desideri personali e sia inclusiva delle persone economicamente svantaggiate. Favorire le

alleanze dei luoghi della conoscenza per fare della Città una Scuola di Legami. Sono previsti, per tutta la durata dei sedici mesi del progetto, eventi culturali e sportivi che si svolgeranno nel rispetto di ogni differenza. Inclusione, coabitazione, scambio, relazione saranno le parole chiave per la nuova idea di Agoghè per i Quartieri Spagnoli. L’iniziativa sociale e culturale ha già raccolto l’adesione di FOQUS Fondazione Quartieri Spagnoli, Fondazione di Comunità del Centro Storico, Università Suor Orsola Benincasa, Galleria Toledo, Commissariato di Montecalvario, Chiesa della Concordia, Chiesa Valdese e Metodista, Insegnanti Senza Frontiere, Associazione A.R.T.U.R., Fondazione Genere Identità Cultura, Shazar Gallery, Associazione Miniera, Trattoria Nennella, Comitato Commercianti Artigiani CVE, Pasticceria Ranaldi, My Bags, Pet Shop, Farmacia dei Golfi, NP Elettronica, Parlux Hairstyle, Tabacchi Romano. Altri partner si aggiungeranno nel corso dei mesi di attività. Agoghè è finanziato nell’ambito del PON Metro Napoli “Spazi di Innovazione Sociale - Percorsi di inclusione attiva” - I Quartieri dell’innovazione.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

TAMPON TAX, TAGLIO IVA AL 10 PER CENTO SU ASSORBENTI

“Accolta nostra proposta, primo obiettivo raggiunto, è un atto di civiltà” “Ringrazio la Ministra alle Pari Opportunità e alla Famiglia Elena Bonetti, per la sensibilità e l’impegno mantenuto. Ancora una volta ha dimostrato con concretezza di accogliere le istanze dei Territori e delle Associazioni, rispondendo ad un’esigenza di carattere sociale. Già a maggio dello scorso anno durante un incontro ad Ercolano le avevo rappresentato, le esigenze di diverse associazioni, rappresentate anche attraverso una nota ufficiale del Gruppo Regionale di Italia Viva, incassando la sua assoluta condivisione. Abbassare l’Iva agli assorbenti è certamente un atto di civiltà, che va nella direzione di mettersi al passo di altri paesi europei e non solo. E’ un primo risultato dopo tante promesse mancate, l’obiettivo è quello di arrivare a un ulteriore abbassamento dell’aliquota”. Lo ha dichiarato Tommaso Pellegrino, capogruppo di Italia Viva in Consiglio regionale della Campania.


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CISL FP

DALLA CAMPANIA LA BATTAGLIA PER TUTTI I PRECARI D’ITALIA: “NECESSARIA LA MODIFICA ALLA LEGGE MADIA”

Non una battaglia per la regione Campania, ma per tutto il Paese. Dalla Cisl Fp parte la richiesta di una proroga in servizio di tutti i 7 mila precari campani e dei 63mila precari Italiani. È dal Sud che la voce dei lavoratori si amplifica fino a diventare quasi un grido esasperato che il sindacato ha raccolto in tutti questi anni. “Chiediamo proprio come ha fatto la Cisl Nazionale una norma precisa e dettagliata da inserire in finanziaria dice Lorenzo Medici segretario Cisl Fp Campania - che da un lato preveda la proroga in servizio di tutto il personale precario (quello storico e quello reclutato a causa dell’emergenza Covid) e nel contempo riconosca un’an-

zianità non superiore ai 18 mesi e attivare le procedure di stabilizzazione, abbassando così il requisito previsto dalla Legge Madia che attualmente è di 36 mesi”. La richiesta della Cisl Funzione Pubblica tiene conto di tutte le professionalità che durante la pandemia sono

state reclutate per sopperire alla mancanza cronica di personale. “Adesso non possiamo permettere che la sanità pubblica si privi ancora una volta di risorse fondamentali e di un capitale professionale straordinario - prosegue Lorenzo Medici - non possiamo rischiare di perdere questi la-

voratori che si sono formati sul campo come quelli storici e soprattutto hanno imparato a gestire l’emergenza dal vivo e nel periodo più difficile per gli ospedali risultando decisivi nel salvare la vita dei cittadini”. La richiesta della Cisl Fp si inquadra non solo in un’emergenza territoriale ma “deve essere intesa come un tassello per la costruzione della società post-covid 19 - conclude Medici - è importante capire che la modifica della Legge Madia va considerata come un processo per costruire una nuovo sistema sanitario fondato sul rafforzamento della medicina territoriale, sulla promozione della medicina di prossimità e sul fare prevenzione”.

ASSOCIAZIONE VESUVIUS

ANGELO IANNELLI PROTAGONISTA AL SALONE DEL LIBRO DI TORINO CON PULCINELLA PRESENTAZIONE DEI DUE LIBRI PANDEMICI ALLA FIERA EDITORIALE Alla XXXIII Edizione del Salone del Libro di Torino, in presenza, è ritornata la maschera più famosa al mondo “Pulcinella” domenica 17 Ottobre alle ore 12:30 presso lo Stand G21- Pad 2. Infatti, lo scrittore Angelo Iannelli si è calato nelle vesti di Pulcinella con il suo camicione bianco, la sua maschera nera e il suo cuppolone, in compagnia del burattino Gennarino, nella più’ importante fiera del libro al mondo parlando della sua sfida al Coronavirus da Covid-19. Nello Stand G21-Pad 2 vi è stata la presentazione di ben due libri editi da Albatros: Viaggio Nella Pandemia – La sfida di Pulcinella e Pandemia Seconda Ondata Rabbia e Confusione -La Sfìda di Pulcinella. Alla manifestazione erano presenti Lucia De Cristofaro, presidente Albatros Edizioni giornalista e scrittrice, Adriano Fiore, direttore editoriale Albatros Edizioni, Carmelo Cossa,

scrittore e poeta, Ivana Posti, giornalista e conduttrice radiofonica che ha fatto una diretta radiofonica per il programma “Sognare si Può” e diretta Facebook. Tanti i fans e i lettori che hanno apprezzato il pensiero iannelliano sulla più grande malattia epidemica del secolo, e lo stesso ha firmato diverse copie per i lettori. Il super eroe post-moderno, tra i personaggi più attivi in pandemia, è stato accolto da un fiume di applausi e ha donato ai tanti curiosi e lettori Sorrisi ed emozioni. Non sono mancati selfie e scatti fotografici, in particolare dai bambini, dai ragazzi speciali, dagli espositori, dalle forze dell’ordine e dagli stessi scrittori conquistandoli con i suoi brevi monologhi pulcinelleschi. Pulcinella ha sberleffato e donato speranza, attraverso il suo sorriso e la sua ironia, con il suo slogan Sapit’e Cher’e? Perepe! Perepe! Perepe!


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24 ISABELLA TUCCILLO

UN BAGNO DI ACQUA FREDDA PER GLI AMANTI DEL FANTASY, MA SOPRATTUTTO PER GLI AMANTI MARVEL

Rinviati di 5 mesi molti lungometraggi e altri fino al 2023. Brutte notizie per gli appassionati dell’MCU, Disney ha annunciato che ci saranno dei ritardi di qualche mese sull’uscita di alcuni film Marvel previsti nel 2022 come: Doctor Strange in the Multiverse of Madness spostato il 6 Maggio, Thor. Love and Thunder uscirà l’8 Luglio, Black Panther – Wakanda Forever rinviata al 11 novembre, mentre per altri film dovremo aspettare addirittura quasi un anno, tra questi: The Marvels e AntMan and the Wasp: Quantumania non solo sono stati posticipati i film marvel ma anche il nuovo film su Indiana Jones 5 anch’esso

spostato nel 2023. Per ora gli unici film che sicuramente riusciremo a vedere nelle nostre sale cinema saranno i Spiderman No way home l’uscita prevista per il 17 dicembre 2021, Eternals sarà possibile vederlo già dal mese prossimo il 3 novembre, infine il volume 3 dei Guardiani del-

la Galassia disponibile il 5 maggio. Il produttore cinematografico simbolo dell’MCU ha spiegato che i film marvel raccontano in realtà un’unica storia e quindi vanno spostati di blocco e non più singolarmente annunciando anche che tra un film ed un altro i tempi di attesa non saranno

più di tre mesi come previsto ma di cinque mesi. Ricordiamo anche che gli incassi fatti con gli ultimi film: Shang– Chi e la leggenda dei Dieci Anelli e Black Widow, non hanno fruttato molto al botteghino cinematografico, quindi potrebbero aver allargato i tempi di produzione in modo da facilitare gli incassi del Box Office internazionale, slittano anche la produzione di film ancora senza titolo posticipando anche il progetto dei 20th Century Studios. «Per ingannare l’attesa non ci resta altro che attrezzarsi per una maratona film in modo da essere sempre aggiornati, per essere sicuri che non ci siano sfuggiti alcuni dettagli».


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GAIA MOSCHETTI

VOGLIE MANCINE

Francesco Rella nasce a Lecce nel 1966, si laurea in Scienze economiche e bancarie, amante dello sport, viaggi e cinema, s’interessa alla lettura e alla scrittura divenendo giornalista pubblicista. Collabora con varie testate giornalistiche occupando anche la posizione di Direttore Responsabile. Voglie Mancine è il suo romanzo d’esordio. È un sorta di confronto con sé stesso circa la capacità di realizzare un testo completo in grado di trasformarsi in trasfigurazione scenica. Del romanzo ne ha, infatti, realizzato pure la sceneggiatura. Il titolo “Voglie Mancine” è stato studiato nel tempo? Il titolo “Voglie mancine” rappresenta una scelta maturata nel tempo nel corso della stesura del romanzo. Un doppio senso che mi è sembrato potesse calzare a pennello in rapporto alle caratteristiche fisiche e comportamentali dei personaggi principali. Quando hai iniziato a scrivere il libro, già avevi la storia bella tua ment o è stato un crescendo?e

Ho iniziato a scrivere il libro, ispirato dal film di Paolo Genovese “Tutta colpa di Freud”, che mi ha colpito moltissimo per la caratterizzazione dei protagonisti. Ben lungi dal pretendere di accostarmi a quei livelli, avevo in mente un

Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. Reg. 5116 del 28/02/2000

Editore C&C CENTRO STAMPE SRL

Direttore Responsabile: Ferdinando Troise WEB: C&C CENTRO STAMPE SRL - CASORIA Questo numero è stato chiuso il 21 ottobre 2021

Direzione, Redazione, Amministrazione e Pubblicità S.S. Sannitica, 9 - 80026 Casoria (NA) - Tel. /Fax 08118254028 email: casoriadue@libero. it

canovaccio principale, all’interno del quale si sono via via innestati passaggi e dettagli che hanno poi fatto incanalare la storia in un percorso che spero possa risultare divertente per il lettore. Il libro è consigliato a un pubblico adulto? Voglie mancine non è affatto consigliato ad un pubblico adulto, nel senso che ritengo possa essere letto da tutti, magari dai 16 anni in su. Qualche situazione scabrosa o qualche parolina pepata effettivamente è presente per dare sale alla storia, ma nulla che costringa un lettore, pur giovane, a porre le proprie mani davanti agli occhi. Perché i lettori dovrebbero acquistare il libro? Il libro lo acquisterei per passare qualche ora immersi in una lettura piacevole, leggera e divertente, sui binari di una storia che mi auguro tenga affabilmente sulla corda il lettore. Davanti al camino, e magari nel periodo natalizio, d’inverno. Sotto l’ombrellone d’estate.


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