DOMENICA 31 OTTOBRE 2021
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ANNO XXI - N° 39 - DOMENICA 31 OTTOBRE 2021
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L’EDITORIALE DI NANDO TROISE
CONSIGLI AL SINDACO DI CASORIA
IL PRODOTTO
Studia il business del Comune di Casoria, le persone che guidi se lo aspettano. Se restano deluse non le guiderai ancora per molto. -----------------------------------------------Non ignorare tutti coloro che nell’ombra lavorano per te perché sono elementi a “basso mantenimento” -----------------------------------------------a TUTTI capitano fasi più o meno buone; rivolgi a tutti le stesse attenzioni e preoccupazioni. -----------------------------------------------Se ti viene una grande idea in maniera casuale, mettila in pratica. -----------------------------------------------Informati, scopri quale identità vuole fondare o mantenere LA TUA amministrazione e se sei allineato con essa. Chiediti: come è strutturata la dirigenza? A chi dovrai riferire? Chi dovrà riferire a te? Le risposte a queste e altre domande saranno fondamentali per l’esito del tuo mandato.
-----------------------------------------------Rendi gli assessori partecipi dei tuoi problemi. Coinvolgili, incoraggiali a essere parte attiva delle soluzioni. Se si crea una situazione di stallo, la decisione finale spetterà sempre al Sindaco. -----------------------------------------------Ricordati che in assoluto non esistono né grandi Sindaci né grandi leader. Sono grandi quando gli assessori che guidano, e a seconda dello spazio che questi riescono a ottenere ogni giorno per poter fare in modo che questi assessori riescano a mettere in pratica le loro idee. -----------------------------------------------I DATI
-----------------------------------------------Affronta ogni giornata come se l’indomani gli assessori della tua Giunta dovessero implodere. Questa “paranoia positiva” ti costringerà a capire il loro sviluppo e ad anticipare le vere cause di un loro possibile deragliamento.
Evita I “GIOCHETTI psicologici”. Concentrati sulle cose importanti, ovvero i risultati. -----------------------------------------------Gli strumenti di analisi più importanti sono i tuoi occhi e il tuo cervello. Osserva attraverso le lenti della tua esperienza e non farti distrarre. ------------------------------------------------
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4 CREA uno spazio in cui gli esperti possano crescere e lavorare bene. Non trattarli con sufficienza, dà loro credibilità ma fai anche in modo che capiscano che l’unico motivo per cui sono lì è aiutarti a risolvere i problemi. -----------------------------------------------Allo stesso tempo non avere paura dei dati e delle analisi; accogli con favore le nuove scoperte e il margine di vantaggio che potrebbero darti. -----------------------------------------------Accogli con favore i dati ma ricorda che, in quanto Sindaco, il tuo ruolo è tradurli in intuizioni ed essere la persona che le comunica agli assessori. Grazie al tuo ruolo guida, hai con loro “crediti emotivi” per fare in modo che queste intuizioni approdino al Consiglio Comunale. -----------------------------------------------La psicologia è tutto. Sarà la mente dei tuoi assessori e della maggioranza intera a condurti al successo. FA in modo che le persone credano in sé stesse. ------------------------------------------------
LA CRESCITA DOMENICA 18 OTTOBRE 2020
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ANNO XIX - N° 29 - DOMENICA 18 OTTOBRE 2020
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Una comunicazione chiara è fondamentale, soprattutto quando si tratta di spiegare decisioni difficili. ------------------------------------------------
Le regole possono essere elastiche, ma ci sono dei limiti. Fa in modo che tutti sappiano quali siano. -----------------------------------------------La sicurezza in sé stessi è contagiosa. Come racconta David Mamet in Casa di giochi, “Perché lo chiamano “segreto di autostima”, perché tu stimi me?”. “No, perché io ti contagio con la mia, di autostima”. I grandi Sindaci infondono certezze. -----------------------------------------------Non è facile percepire sé stessi come Sindaco. Ricordati sempre che se qualcuno ti ha votato vuol dire che crede in te, quindi fidati del giudizio delle migliaia di persone che ti hanno votato. -----------------------------------------------Di solito, le persone amano il loro lavoro. Non uccidere questo amore. -----------------------------------------------L’intensità è importante, ma attenzione: per essere seri non è necessario essere tristi.
ANTONIO BOTTA
CELEBRAZIONE EUCARISTICA NEL SANTUARIO S. BENEDETTO, IN RICORDO DI MONS. MAURO PISCOPO A DIECI ANNI DALLA SUA MORTE
TESTIMONE D’AMORE E DI MISERICORDIA, NELLO STILE DI DIO
A dieci anni dal transito al cielo di Mons. Mauro Piscopo, il 20 ottobre scorso la sua comunità parrocchiale e i familiari ne hanno ravvivato il ricordo, indelebile nel cuore dei cittadini di Casoria, con una concelebrazione eucaristica, presieduta da S.Ec.za R. Mons. Giuseppe Mazzafaro, Vescovo di Cerreto Sannita - Telese – S. Agata de’ Goti. Insieme con il Presule, hanno officiato, nel santuario di S. Benedetto Abate, il parroco don Pasquale Fioretti, don Vincenzo Scippa, il viceparroco don Raffaele Ferrara, il collaboratore don Antonio Trapani. Presenti i diaconi Crescenzo De Stefano della basilica S. Mauro, Ludovico Silvestri della parrocchia S. Michele Arcangelo in Afragola e Pietro Fontanella della parrocchia Cristo Lavoratore in Casavatore. Prima dell’evento liturgico, dopo i saluti al Vescovo, alle Autorità, tra cui il sindaco Raffaele Bene, e a una rappresentanza delle suore delle congregazioni religiose di S. Giulia Salzano, di S. Maria Cristina Brando e della beata Ma-
ria Luigia Velotti, don Pasquale ha posto in rilievo i tratti salienti dell’apostolato d’amore di “don Maurino”, che serviva Dio nel “farsi uno” con i fratelli, suoi parrocchiani e non, di cui condivideva pene, ansie, gioie e speranze. A chiunque bussasse alla porta del suo magnanimo cuore, abbondante di carità, di senso della giustizia, di benevolenza e di misericordia, egli “si faceva Preghiera, Parola, Pane”. I fedeli hanno partecipato in raccoglimento orante alla celebrazione, animata dal coro parrocchiale diretto dal M° Salvatore Pezzella. Nella riflessione omiletica, il Vescovo, commentando il passo del Vangelo sulla “chiamata degli apostoli”, ha evidenziato, innanzitutto che tutti sono chiamati da Gesù “a rendere migliore questo mondo con la forza dell’amore. E’ suo l’amore che ci affida e diventa nostro. Egli, chiamandoci, ci aiuta a far emergere la parte migliore di noi. E la sua chiamata acquista un’importanza particolare in questo tempo pandemico con le sue rovine, paure,
domande”. A maggior ragione, allora, il Celebrante ha sottolineato l’urgenza di tessere relazioni amicali, di prossimità verso chi è più solo, perché il periodo di confinamento domiciliare ci ha resi maggiormente consapevoli di quanto sia importante la reciprocità di cura nei rapporti interpersonali. Un’importante lezione di vita di don Maurino, infatti, è di vivere la Parrocchia “come famiglia delle famiglie”. “I farisei” ha proseguito “erano religiosi, ma tenevano lontano il prossimo”. I cristiani, invece, sono inclusivi, come S. Francesco che abbracciò il lebbroso. I seguaci di Cristo “non condannano l’adultera, si mettono a tavola con i peccatori, non escludono nessuno, colmi della Verità di Gesù, la Verità dell’amore, che cambia la vita e la fa rinascere. Oggi ricordiamo mons. Mauro Piscopo. Nella vita della Chiesa, ricordare non è guardare al passato, ma fare memoria delle nostre radici. Questa sera ricordiamo le radici della fede, che ci hanno aiutato a crescere. E ringraziamo Dio per il dono della chia-
DOMENICA 31 OTTOBRE 2021 mata di don Maurino, per il suo servizio alla Chiesa, per la sua ironia, per il suo entusiasmo per la vita, per la sua perseveranza, per la sua fede custodita, testimoniata e vissuta: figlio della Chiesa, “Madre” che chiede a tutti di essere figli suoi e fratelli fra di noi. Aveva compiuto 80 anni, quando il Signore lo chiamò a sé per immergerlo nell’oceano dell’Amore infinito”. Dopo avere ricordato il cammino di don Piscopo alla sequela di Cristo da quando fu ordinato sacerdote, Mons. Mazzafaro ha posto in rilievo che sempre “seppe farsi tutto a tutti, prodigandosi, senza riserve, per infondere nel cuore dei fedeli la gioia di Gesù Cristo risorto, annunciando e testimoniando con fedeltà la Verità del Vangelo. Non nascondo che, leggendo le tante testimonianze sulla sua vita, mi sono sentito molto piccolo di fronte a una fede così grande. Uomo del Concilio, don Maurino , facendosi guidare dallo Spirito, ha vissuto la chiamata del Signore ad essere prete tra la gente, non prete operaio, ma prete tra gli operai, tra le folle impegnate nelle fabbriche, amico degli imprenditori, a cui elemosinava il lavoro per chi lo aveva perso”. Dopo aver riportato alcune testimonianze di persone che hanno espresso la propria gratitudine nei confronti del Parroco di S. Benedetto, fra cui quella di Nino D’Angelo, per avere inciso notevolmente con la sua vicinanza, le sue parole e la sua fede nella loro vita, il Vescovo ha posto in rilievo che “don Maurino è stato un figlio della Chiesa, che ha imparato ad essere padre, fratello e amico di tutti, proprio perché ha saputo essere sempre figlio di Dio e di Maria, che era al centro della sua vita. Tanti i titoli tributati alla Vergine, ma ce n’era uno che per don Maurino aveva un sapore speciale: “Maria, salute degli infermi”, perché aveva una particolare predilezione per gli ammalati, nei cui volti scorgeva la presenza del Signore. Ecco perché organizzava i tanti viaggi a Lourdes. Il Cardinale D’Ursi, che partecipava agli annuali pellegrinaggi, lo nominò “Responsabile della sezione ammalati dell’ “Opera Napoletana Pellegrinaggi”. E anche quando lui si ammalò, nonostante fosse indebolito nel corpo, ma non nello spirito, era sempre attento a rincuorare e a spronare gli ammalati, facendo della sua infermità occasione di testimonian-
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Dai ricordi e dalle testimonianze contenuti nel libro dedicato a “don Maurino”, emerge “l’uomo della speranza, il parroco dell’accoglienza e del sostegno, il sacerdote del dialogo, il sostenitore della comunione fraterna, l’amico e padre di tutti, con una predilezione particolare per gli ammalati, affidati a Maria, Madre di Dio e Madre nostra.” za e di offerta per l’umanità, testimone di quella che si chiama “cattedra della sofferenza”. “Possiamo, quindi, dire che i talenti che ha ricevuto non li ha tenuti per sé, ma li ha spesi tutti, per i vicini e per i lontani”. Ciascun partecipante alla celebrazione ha ricordato con commozione, mentre mons. Mazzafaro li rievocava, gli atti solidali di fraternità di mons. Piscopo nei confronti dei terremotati di Attimis e dei 50 bambini della ex Jugoslavia, denutriti e maltrattati, per
il terribile conflitto in corso, accolti, questi ultimi, con straordinario amore da lui e dai suoi parrocchiani; inoltre, il Celebrante ha menzionato anche il tempo dedicato ai bambini, ai ragazzi ( memorabili i campeggi), ai giovani, sovente informati e indirizzati da lui su varie offerte lavorative, ai poveri, ai disoccupati, sempre intento ad asciugare le lacrime, a coinvolgere con iniziative musicali e artistiche (bellissimi i presepi in occasione del Natale, creazione della compagnia teatrale), a donare sorrisi e le immancabili caramelle. “Operaio nella vigna del Signore, don Maurino univa preghiera e lavoro, chiedendo opportunità occupazionale per chi aveva tante bocche da sfamare; don Maurino, preghiera e lavoro, lavoro e dignità, pane e silenzi; don Maurino, che corre dietro al pallone con i suoi “scugnizzi”, che organizza il doposcuola nelle stanzette sgarrupate della parrocchia; che promuove il cineforum, per discutere di morale e di problemi sociali; don Maurino, che sistema sull’altare quella tovaglia che zia Francesca, con il suo unico occhio funzionante, ha cucito e ha stirato. Egli si è fatto strumento nelle mani di Dio, perché questa è la chiamata del Signore: essere testimone d’ amore e di misericordia”. Il Vescovo ha concluso la sua omelia, a tratti commovente e toccante, citando l’esortazione di Papa Francesco, pronunciata nel discorso di apertura del Sinodo episcopale: “Torniamo allo stile di Dio, che è vicinanza, compassione e tenerezza. Don Maurino, allora, è stato non solo uomo del Concilio, ma è anche uomo del Sinodo e, per questo, ci precede nel cammino che abbiamo appena iniziato”. Al termine della celebrazione eucaristica è stato presentato dal prof. Carmine Matarazzo, che ne ha anche curato la prefazione, il preziosissimo libro dal titolo “Discepolo e missionario dell’amore di Cristo nella chiesa e nella società”, che contiene ricordi e testimonianze a dieci anni dalla morte di monsignor Mauro Piscopo, ponendo in evidenza, in base ai contributi di tutti coloro che ne hanno fatto memoria, il suo essere stato “uomo della speranza”, “parroco dell’accoglienza e del sostegno”, “sacerdote del dialogo”, “sostenitore della comunione fraterna”, “amico e padre di tutti”.
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IN UN CLIMA DI GIOIA LA CELEBRAZIONE EUCARISTICA PRESIEDUTA DAL VESCOVO DON MIMMO BATTAGLIA NELLA CHIESA S. MICHELE ARCANGELO AD AFRAGOLA
QUEL “PEZZO DI CIELO”DENTRO DI NOI DA PRESERVARE Dopo la festosa accoglienza riservata a don Mimmo Battaglia con l’applauso dei fedeli e l’ascolto di due brani eseguiti dalla banda musicale dei giovani, è iniziata la celebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo della diocesi di Napoli e concelebrata con don Ciro Nazzaro, affiancati dal diacono Ludovico Silvestri e da accoliti e accolite. Nell’intervento iniziale, il Parroco, oltre ad avere ringraziato il Presule, a nome della comunità di S. Michele Arcangelo, per avere immediatamente accettato il suo invito, ha rivolto il saluto al sindaco Antonio Pannone, all’on. Castiello, al Comandante della Polizia locale e alle Autorità qui presenti. “Dopo circa trent’anni” ha detto “nei quali io e gli operatori pastorali siamo stati impegnati a conquistarci la fiducia di uomini e donne che vivevano la deportazione in un nuovo territorio, perché, provenienti da tante variegate situazioni sociali, oggi possiamo dire che questi uomini e donne si ritrovano fratelli in una comunità parrocchiale”. Ha sottolineato, inoltre, la sinergia d’azione con la scuola, “unico baluardo di cultura presente nel quartiere”, che sta permettendo di ottenere significativi risultati sul piano del contrasto alla dispersione scolastica, benché, talvolta, la piaga dell’abbandono raggiunga punte del 60% , ponendo, poi, in rilievo l’ importanza fondamentale, nel contesto in cui svolge il ministero sacerdotale, “del ruolo e della formazione del laicato e di una pastorale integrata”. “Abbiamo offerto” ha spiegato “anche strutture e servizi, ma le nostre parole e inviti sono stati spesso portati via dal vento. Abbiamo continuato, però, a crederci, consapevoli che non dobbiamo arrenderci nell’esigenza prioritaria di rilanciare la pastorale mirata all’educazione umana e cristiana, che può avere riscontro solo con una testimonianza di vita coerente e disinteressata. “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” ha proseguito don Ciro, “è questo che ci rende credibili quando, a fronte di emergenze gravissime,
anche coloro che stentano la giornata, si sentono responsabilmente coinvolti nel contribuire ad alleviare situazioni di indigenza e di precarietà. Caro don Mimmo, la nostra comunità si identifica con gli ultimi, si sforza di essere icona della carità: E’ un osservatorio attento alle problematiche del territorio, ed ecco perché il nostro centro di ascolto della Caritas, soprattutto il Centro Betania, non si limitano solo all’erogazione dell’aiuto, sono volti alla conoscenza di ogni singola realtà per la soluzione di problemi reali di chi soffre. Con grandi sacrifici da vari anni stiamo offrendo la possibilità ai bambini di partecipare al campo estivo nell’oratorio parrocchiale, luogo di ritrovo di tanti ragazzi/e; qui si formano come uomini e cristiani. La banda musicale, nata dal progetto promosso dalla Diocesi e dalla Regione Campania, riscuote incoraggianti consensi, perché guidata da maestri che sanno motivare i tanti ragazzi che hanno accettato la sfida e si sono messi in gioco. Noi abbiamo un solo, grande obiettivo: fare accogliere a coloro che incontriamo il dono della scoperta e riscoperta di Gesù, perché la nostra comunità cresca nella testimonianza gioiosa del Vangelo in ogni spazio e tempo della nostra vita”. Ribadendo il ruolo del laicato, “la mia famiglia”, il Parroco ha concluso che grazie alla corresponsabilità di tutti, la comunità parrocchiale continua a seminare, speranza, energia, coraggio, fede, amore. Invito il sindaco Pannone a considera-
re questo luogo una risorsa, che deve essere messa in condizioni di esprimere tutta la capacità produttiva. Se dal suo taccuino, cancellerà gli ultimi, i poveri, signor Sindaco, abbiamo fallito! Nella sua riflessione omiletica, l’Arcivescovo si è rivolto, inizialmente, ai bambini, invitandoli a recitare insieme con lui la filastrocca di Gianni Rodari “ Un signore di Scandicci”. Richiamando soprattutto la strofa “Tanta gente non lo sa /non ci pensa e non si cruccia./ La vita la butta via e mangia soltanto la buccia”, l’Arcivescovo ha evidenziato, rivolgendosi ai fanciulli e ai giovani, che il rischio è di mangiare soltanto la buccia e di non accorgerci della vita, ossia di sciuparla, di non valorizzarla. Inizia a raccontare, a tal riguardo, una storia che può racchiudere, afferma, “la bellissima esperienza in questa comunità”. Prima di diventare Vescovo, ho vissuto per una ventina d’anni il mondo della strada e del disagio; a Catanzaro svolgevo l’apostolato nelle comunità terapeutiche, per ex detenuti, ex tossicodipendenti e, successivamente, anche nelle case dove erano ospitate donne vittime di violenze. Qui ho scoperto che Dio ama gli umili, coloro che, pur avendo sbagliato, sanno che si può ricominciare per riprendere in mano la propria vita. Sì, perché la vita è sempre più grande degli sbagli. Una persona, infatti, è grande non perché non sbaglia mai, ma quando riconosce i propri errori e trova la forza di ricominciare. E ricominciare è sempre possibile. E se è possibile ricominciare, è possibile cambiare, e se é possibile cambiare vuol dire che la vita può essere diversa. E per rendere diversa la vita, bisogna essere capaci di amarla. Dunque, un giorno, durante un incontro con i giovani, notai Marta, presente lì fisicamente, ma con la testa altrove. Alla fine dell’incontro le chiesi il motivo del suo stato d’animo e, dopo varie insistenze, mi confessò che, pur apprezzando e ringraziandoci per l’aiuto che le stavamo offrendo, considerava persa per sempre la sua vita, senza alcuna
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possibilità di riscatto. Confessò che non riusciva a fare nemmeno la doccia, perché, mentre si lavava, pensava a tutte le mani che avevano toccato il suo corpo. Si sentiva solo sporca, nessuno poteva restituirle ciò che aveva perduto. Era arrabbiata! Mi sono trovato spiazzato davanti a questa confessione. Ad un certo punto, notai una pozzanghera d’acqua piovana, le domandai se voleva bere quell’acqua. Lei rispose naturalmente di no, perché era sporca e io di rimando le dissi: “Sporca, come la tua vita”! Si adirò ancora di più gridando: “Anche tu, vedi, mi consideri sporca, anche tu mi stai facendo del male! “Ho ripetuto solo ciò che tu hai detto della tua vita”, replicai. “Non io ti considero sporca, ma tu ti ritieni tale! Prova a osservare attentamente quest’acqua”, le consigliai. “E’ torbida, non vi scorgo nulla”. “Dai”, dissi “proviamo a guardarla insieme, cosa vi scorgi? Con un sorriso mezzo sarcastico mi rispose: “Vi vedo i nostri occhi”. “Non solo” insistetti, osserva con attenzione. Ad un certo punto, finalmente con un sorriso dolce si rivolge a me, esclamando: “Che bello! Vi scorgo riflesso il cielo! E io:
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“Come la tua vita” ! E lei ha pianto. Gli altri ragazzi si sono resi conto del momento particolare, si sono avvicinati e ci siamo abbracciati. Oggi Marta è una donna sposata con un bambino che si chiama Francesco. Perché vi ho raccontato questa storia? L’acqua può essere anche torbida, sporca, ma dentro rifletterà sempre il cielo. Vi prego, c’è un pezzo di cielo dentro di voi, non permettete mai a nessuno di intaccare questo pezzo di cielo che è in voi, perché dentro di esso si nasconde il senso e
il segreto della vostra libertà, della vostra dignità. Dentro questo pezzo di cielo si nasconde il vostro, il nostro Dio, Dio dell’amore e della bellezza. Io questo pomeriggio, questa sera vissuti con voi questo cielo l’ho respirato, cielo puro, bellissimo. Vorrei invitarvi a difenderlo, soprattutto a camminare insieme, ad osare insieme, a crescere insieme nel nome del Vangelo. Imparate ad essere felici della vostra vita, felici di quello che siete, credete in voi, nella bellezza della vita. Il Signore è accanto alla tua vita, sempre! Non darti mai per vinto, non scoraggiarti mai, anche quando cadi; ricordati che Dio non viene a rimproverarti, a giudicarti, ma per continuare a fidarsi di te, per aiutarti a rialzarti e a riprendere il cammino. Chiamando Michela, una bambina accanto a sé, don Mimmo ha concluso l’omelia con queste parole: “Quando nei momenti di sconforto chiediamo a Dio dove sia, perché non riusciamo a vederlo, la risposta è: “ Negli occhi bellissimi di Michela”. La messa è stata animata dal coro dei giovani in un clima di gioia, anche per i momenti di ballo dei bambini guidati dalle bravissime animatrici della parrocchia.
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AFRAGOLA. VISITA PASTORALE DELL’ARCIVESCOVO DON MIMMO BATTAGLIA ALLA PARROCCHIA S. MICHELE ARCANGELO
UNA COMUNITA’ PARROCCHIALE CHINATA SU CHI E’ AL MARGINE 23 ottobre, ore 16, 30, chiesa di S. Michele Arcangelo,nel quartiere Salicelle, estrema periferia di Afragola: il parroco don Ciro Nazzaro, il diacono Ludovico Silvestri e una rappresentanza di operatori pastorali e di fedeli sono in attesa dell’arcivescovo mons. Mimmo Battaglia, in visita pastorale alla comunità parrocchiale. Dopo alcuni minuti, nel cortile antistante il Centro Betania, il Pastore della diocesi di Napoli è accolto dalle note della banda musicale composta da giovani musicisti della Parrocchia. In un ampio locale, don Ciro porge i saluti di benvenuto a don Mimmo a nome della comunità S. Michele Arcangelo. Dal suo intervento, emerge chiaramente che nelle Salicelle opera una comunità impegnata a seguire le orme del “buon samaritano”, che percorre i sentieri di una periferia “esistenziale” del nostro Sud, impegnata, in spirito evangelico, a chinarsi su chi, come ripete il Papa, “è al margine”.������������������������ Si prova amarezza quando questo quartiere viene considerato esclusivamente un ghetto, “un covo di camorristi”, osserva don Ciro, eppure tante sono le “gocce d’amore” espanse nei 30 anni da quando sono Parroco: volontariato, cooperative sociali per avviamento al lavoro, locali messi a disposizione di medici volontari per visite gratuite in determinati giorni della settimana, campi estivi. Viene mostrato un video, nel quale si vede il Parroco che indica, oltre la distesa marina, il carcere minorile di Nisida e spiega che vari ra-
gazzi del quartiere Salicelle vi sono stati o vi sono rinchiusi; significativa questa sua affermazione: “Quando essi tornano in libertà, dopo avere scontato la loro pena, esprimono il desiderio di ritornarvi, perché in carcere possono guadagnare, con un’attività lavorativa, una paga che permette ai loro familiari di provvedere almeno ai bisogni primari”. Fuori non è loro possibile”.In un’altra scena del video, alcuni ragazzi, intorno a un tavolo, cercano di comporre un rap sui sogni che vorrebbero realizzare: uno spazio di incontro, dunque, dove poter vivere momenti di crescita, tessendo relazioni amicali,collaborative,fornendo loro, un’alternativa alla strada. “Lo sforzo più grande”, conclude don Ciro “è stato il riuscire a creare il senso di appartenenza, ma ora si comincia a percepire che si è parte di una comunità”.
Nel suo saluto, il Vescovo ha incoraggiato i convenuti a perseverare nel bene; richiamando l’immagine del mare mostrato nel video, nella prima inquadratura mosso e nella seconda calmo, ha posto in rilievo il cammino compiuto dalla comunità parrocchiale, il cui senso di appartenenza nel tempo si è sviluppato. E’ vero, le etichettature fanno male, ma “la solidarietà non ha bisogno della, luce dei riflettori. Del resto, ha evidenziato, è noto ����������������������������� che i mezzi di comunicazione vanno alla ricerca del negativo. Purtroppo è vero che fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce lentamente, ma, ha concluso, che “se il bene non fa rumore, esso, tuttavia è molto più forte del male. Quindi, coraggio! Cambiare si può, non smettiamo mai di lottare per le cose in cui crediamo. La vita è speranza!
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ANTONIO BOTTA
INTERVISTA A DON CIRO NAZZARO SULLA VISITA DEL VESCOVO BATTAGLIA NEL CAMPO ROM ALLE SPALLE DELL’IKEA
Quali zone ha visitato il Vescovo? Ci siamo recati nel campo Rom, che si trova alle spalle dell’IKEA, ai confini tra Casoria ed Afragola. Don Mimmo Battaglia sapeva che da 30 anni, da quando sono parroco qui, nelle Salicelle, la mia parrocchia provvede alle necessità essenziali delle famiglie nomadi che vivono in quel campo; doniamo tutte le sere quanto occorre: cibo, medicinali indumenti. Offriamo, inoltre, varie vettovaglie, per incoraggiare i mercatini dell’usato, in modo da incentivare la maniera di guadagnare lecitamente. Le condizioni di degrado in cui le famiglie versano sono notevoli, per questo ho avvisato l’Arcivescovo prima di giungere sul posto: “Don Mimmo, le farò sporcare le scarpe”, gli ho detto, ma lui, di rimando, ha commentato: “Non si preoccupi”! Com’ è stato accolto? E’ stata un’accoglienza “etnica”, festosa: con musica gitana e ballo di un gruppo di donne. Gli ho descritto, prima della visita, la miseria che vi regna. Non avendo permessi di soggiorno, i Rom non hanno diritto all’assistenza sanitaria, sono privi dei servizi essenziali. Visitando il campo, il Vescovo si è reso conto della grave incuria del campo; gli ho chiesto: “Lei se l’aspettava”? Mi ha risposto: “ Sì, ma non in queste condizioni”! La visita di don Mimmo Battaglia nel campo Rom a che cosa è mirata? Proprio lunedì prossimo, ci sarà un incontro presso la Prefettura, a cui parteciperà anche l’Arcivescovo. Ci si confronterà per stabilire il da farsi sul campo Rom visitato, al fine di concordare spazi di integrazione.
Lei sa che i Rom sono accusati di furti, soprattutto di auto. Sono etichettati come ladri e insofferenti alle regole del vivere civile. Sì, lo so. Bisogna essere molto chiari e rigorosi con loro: occorre assicurare tutte le condizioni per una vita dignitosa, quindi, permessi di soggiorno, container abitativi, illuminazione, acqua, assistenza sanitaria,un censimento, ma in cambio è necessario esigere e controllare seriamente che paghino le utenze, che i bambini si vaccinino e sia rispettato, per loro, l’obbligo scolastico, che non rubino. Sono testimone di un’esperienza di integrazione proprio qui, nelle Salicelle: un gruppo di etnia serba, formato da 8 nuclei familiari, fu accolto e ospitato in container, assistito dalla Caritas diocesana, assicurando un’esistenza dignitosa, ma severo era il controllo del rispetto delle norme della convivenza civile. Se non si conformavano ad esse ,venivano loro negate le garanzie poc’anzi indicate. E’ questo il modo di integrarli. Dove vi siete diretti dopo aver visitato il campo Rom? Abbiamo fatto visita alla chiesetta di
S. Michele, che era la parrocchia della zona, prima che fosse edificato questo tempio; un gruppo di fedeli, in attesa, l’ha accolto con gioia ed entusiasmo. Poi, nelle Salicelle, ci siamo fermati nell’isolato 29, formato da 40 alloggi: ghetto nel ghetto, dove si percepisce chiaramente la freddezza di un posto anonimo: nessuno è uscito per avvicinarsi a noi, sulle finestre ci sono grate di ferro, dalle quali si intravedevano volti che ci osservavano. Un assordante silenzio abbiamo avvertito anche nell’isola dove vivono solo gli afragolesi … Mi spieghi, perché solo gli afragolesi? Quando avvenne il trasferimento nelle Salicelle, furono disposte le collocazioni dei nuclei familiari in base alla provenienza dai luoghi in cui abitavano. Come ho spiegato al Vescovo, per questo motivo è stato molto difficile far percepire il senso di appartenenza. Lei è membro, quale rappresentante dei parroci della Diocesi di Napoli, della Commissione incaricata dall’Arcivescovo Battaglia di guidare e accompagnare le fasi del XXXI Sinodo diocesano. Una sua considerazione al riguardo? La preghiera per il Sinodo, con l’invocazione allo Spirito Santo per la richiesta del dono del discernimento, sosterrà non solo noi, membri della Commissione, ma tutta la Chiesa napoletana, perché al cammino sinodale è invitato a partecipare il Popolo di Dio, insieme alle donne e agli uomini di buona volontà. Nella prima fase, infatti, sarà dato molto spazio all’ascolto e le modalità per accogliere il contributo di tutti coloro che vorranno intervenire saranno definite dalla Commissione.
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10 RITA GIAQUINTO Laureata in Giurisprudenza, imprenditrice, componente, tra le tante cose, di Giunta dell’Unione Industriali di Napoli, la Dott.ssa Angela Russo, consigliera comunale all’opposizione dell’amministrazione Bene a Casoria, ci racconta il suo excursus politico e professionale e, soprattutto, la gestione politica della maggioranza della nostra città, con un occhio anche alla situazione nazionale. Ma, procediamo con ordine. Come è arrivata alla politica? Si tratta di una passione coltivata sin da giovane oppure un aspetto della Sua vita arrivato con la maturità? : “Già mi interessavo di politica Confindustriale e, da Vicepresidente delle PMI di Confindustria di Napoli, ho ricevuto la richiesta di scendere in campo ed ho accettato la candidatura al Senato propostami dal Centro Destra nel collegio di Napoli – Chiaia Posillipo San Ferdinando. Così mi sono trovata in campo e con passione continuo a fare politica”. Ci sono personalità politiche del recente passato o del presente che Lei considera come ideali politici ? : “I politici del passato che, da cattolica-liberale, mi ispirano sono Sturzo e De Gasperi; nel recente passato e nel presente non posso che far riferimento a Giulio Tremonti, Salvini, Giorgetti, Berlusconi e Meloni”. Lei è un’imprenditrice. Ci parli anche dell’aspetto professionale della Sua vita : “Mi sono laureata in Giurisprudenza ed ho esercitato con soddisfazione per diversi anni la professione di avvocato. Il matrimonio con Diego Silvestro, un industriale leader nel settore dei sistemi di riposo, mi ha condotta ad impegnarmi nell’azienda che era, ed è in grande espansione assumendo, così, la responsabilità dell’ufficio legale e dei contratti non mancando di dare il mio contributo all’industria del design e del marketing. In questo nuovo impegno, ho rappresentato l’azienda all’interno di Confindustria ricoprendo ruoli apicali come Presidente di sezione legno e arredamento, Vice Presidente delle PMI, componente del consiglio direttivo di Presidenza, componente di Giunta Unione Industriale di Napoli, membro del consiglio di amministrazione del GAFI
Sud, cariche ed impegni nel momento in cui sono scesa in politica. L’attività che svolgo come imprenditrice mi dà grande soddisfazione professionale, la esercito con trasporto e passione, e non sentendola solo come un dovere. E’ la stessa passione che nutro per la politica”. A proposito di politica, parliamo di quel che accade a Casoria. Ci spieghi quali sono le azioni – e le modalità messe in campo da quest’amministrazione che Lei non condivide e quali sono i progetti su cui, in questi due anni, Lei avrebbe posto una maggiore attenzione. Sempre in considerazione della pandemia che, ovviamente, presumo abbia complicato le cose non solo nella città di Casoria : “Non condivido l’inazione dell’Amministrazione. Credo che la pandemia da Covid-19, che è accampata come scusa per gli insuccessi amministrativi, c’entri poco col fallimento amministrativo di una classe politica incapace e poco rispettosa della legalità dei procedimenti. Le faccio un esempio: il Sindaco e l’amministrazione stanno portando in giro, come una Madonna pellegrina, uno pseudo convegno sul PUC senza rilasciare gli elaborati e prima dell’approvazione della Giunta. Di tutto il procedimento, il Consiglio Comunale è all’oscuro! Per non parlare del pasticcio combinato sul bilancio stabilmente riequilibrato”. A proposito di pandemia, qual è la Sua posizione rispetto alle proteste relativamente al Green Pass, protagoniste, nelle ultime settimane, della scena politica e sociale italiana? Cosa si può fare, cosa si sarebbe dovuto fare, secondo Lei, per evitare disordini che potrebbero sfociare in un clima funesto anche a livello economico? : “La Costituzione consente al Governo e al Parlamento di porre per legge l’obbligo a trattamenti sanitari a tutela della pubblica incolumità. Il Governo ha lasciato ai cittadini la libertà di scelta, e non si può minimamente criminalizzare chi questa libertà esercita. Uno Stato liberale non può poi procurare la tortura di Tantalo a chi non si vaccina tramite il Green Pass,che non è uno strumento sanitario utile a bloccare l’epidemia ma solo un
“AMA QUELLO CHE FAI”: LA POLITICA ALL’OPPOSIZIONE DI ANGELA RUSSO
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tentativo di attuare in maniera obliqua l’obbligo vaccinale. Il Governo può, rientrando nell’ alveo costituzionale, imporre per legge l’obbligo vaccinale. Non lo fa perché manca la certificazione definitiva degli enti regolatori circa la sicurezza del Vaccino che, per il momento, ha solo autorizzazioni emergenziali.Sono convinta, invece, che proseguendo sulla strada della corretta informazione e della convinzione, sarebbe aumentato il numero delle vaccinazioni,infatti le costrizioni spesso creano reazioni oppositive negli indecisi che impediscono il raggiungimento di standard più elevati”. Ho letto che Lei ha sostenuto molto la candidatura di Pannone, l’attuale Sindaco di Afragola. Quali sono i rapporti e cosa si prospetta per la nostra vicina Afragola ? : “Ho sostenuto molti candidati di Centro-Destra nei vari Comuni al voto e tra questi, in primis, il Sindaco della città di Afragola che è confinante con Casoria. Pensi che ho avuto la soddisfazione di vedere eletto Pannone ma anche un candidato al
Consiglio che ho proposto e sostenuto ad Arzano”. In che modo si potrebbe rilanciare la città di Casoria ? C’è un modo per portare “entrate” nelle casse comunali ? : “L’unico nodo per uscire dal dissesto finanziario proclamato dalla Giunta e dalla maggioranza che sostiene il Sindaco Bene è porre rimedio al dissesto amministrativo in cui è caduto il comune di Casoria. Dissesto amministrativo che è l’origine del dissesto finanziario. Per porvi rimedio, bisogna svoltare decisamente e proporre alla guida del Comune una classe dirigente politica ed amministrativa con caratteristiche, professionalità e personalità diverse da quelle che ci hanno condotto ai due dissesti”. C’è un pensiero che ha fatto Suo e che cerca di perseguire nella Sua vita personale e nella Sua attività professionale e politica ? : Mi piace moto una frase citata da Steve Jobs:“L’unico modo di fare un ottimo lavoro è amare quello che fai!”.
MARIA CRISTINA ORGA
IO RACCONTO STORIE magazine
STORIA E GLORIA DELLA PIÙ LONGEVA SCUOLA PARITARIA DI CASORIA
Te ne accorgi subito dall’emozione che gli incrina la voce, dall’urgenza nel raccontare, dallo sguardo che brilla nonostante la stanchezza e la fatica di una giornata passata a macinare chilometri e idee, a incontrare persone, a presentare progetti, a sognarne altri e altri ancora. Idee che affollano la mente come le nuvole il cielo terso del pomeriggio ottobrino cilentano e che lasciano spazio solo se sospinte via a forza da nuove idee che rotolano alle loro spalle. Te ne accorgi subito, nonostante le dichiarazioni di stanchezza, nonostante l’autoironico commento sul tempo che passa e sul gran numero di stagioni sorrette dalle spalle che comunque sia, non si piegano mai e continuano tenaci a sostenere la passione. Te ne accorgi subito che Alfonso Fiumarelli non si accontenta e non si ferma a contemplare il gran lavoro compiuto in una lunga vita spesa bene, godendosi il panorama dalla sponda del divano, ma continua imperterrito a raccogliere nuove sfide, incubare nuove idee, sfornare nuove iniziative. Da dove nasce la passione per la scuola nella sua famiglia? La storia parte da una sorella di mio padre che nel 1942 aprì la prima scuola privata del territorio e io ho continuato la sua opera e con me mio figlio che è docente universitario della Pegaso per le attività sociali e pedagogiche. Insieme
UNA STORIA CHE ATTRAVERSA TRE GENERAZIONI QUELLA DELLA FAMIGLIA FIUMARELLI, CHE DAL NIDO ALLA SCUOLA PRIMARIA, SI DEDICA ALLA FORMAZIONE E ALL’ISTRUZIONE DI CENTINAIA DI BAMBINI E SI IMPEGNA NELLA PROMOZIONE DI PROGETTI DI INCLUSIONE E DI SOSTEGNO A PERSONE E FAMIGLIA IN DIFFICOLTÀ
al suo gruppo, molti anni fa prese dalla senatrice Iori il percorso che portava a sanare la situazione di tutti gli educatori che non avevano titolo pur avendo svolto la loro attività per tanti anni, una sorta di sanatoria che ha consentito loro di sostenere gli esami e ottenere la qualifica. Riguardo alla scuola, il nostro istituto offre il nido, la scuola dell’infanzia
e la primaria, in diverse strutture, sia a Casoria che in altri comuni, come Giugliano. La sede della Cittadella è ospitata in una struttura dell’EAV, che era una vecchia stazione della vesuviana e ci è stata assegnata con un bando che abbiamo. L’edificio era abbandonato da oltre vent’anni, noi lo abbiamo completamente ristrutturato e nei 5000 metri di terreno annessi abbiamo realizzato una fattoria con tanti animali da cortile, come oche, fagiani, pavoni, conigli, galline, pappagalli, tartarughe, capre, tanti animali. Durante il corso dell’anno, tutti i nostri alunni dell’infanzia e della primaria anche del plesso di via Arpino hanno così la possibilità di conoscere gli animali da cortile e che in città ormai non ci sono più. Hanno anche visto schiudere le uova in diretta e nascere i pulcini delle galline e delle anatre perché abbiamo delle incubatrici. Questo piccolo zoo da fattoria è aperto a tutti? No, solo ai nostri alunni, perché la visita deve essere guidata, ma stiamo cercando di organizzarci, stipulando delle assicurazioni perché nel percorso i bambini possono farsi male e di realizzare il mio sogno che è fare qualcosa per i bambini autistici, che seguiamo anche nelle altre scuole comunali e statali con i nostri educatori e con gli OSS che supportano il lavoro dei docenti curricolari.
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12 La sua è dunque una vera vocazione sociale oltre che educativa e didattica! Sì, sociale a trecentosessanta gradi: abbiamo anche un centro antiviolenza autorizzato che supporta Casoria, Casavatore e Arzano e un altro a Giugliano, dove c’è anche un altro nido nostro. Abbiamo anche aderito ai progetti regionali rivolti al sociale che stiamo sviluppando a Eboli, dove lavoriamo con minori e a San Giorgio a Cremano: ci occupiamo di azione educativa territoriale, tutoraggio, assistenza domiciliare ai disabili. Cosa l’ha spinta a raccogliere l’eredità della zia e a proseguire la sua azione? Questa passione mi è sbocciata anche perché io da piccolo frequentavo da mia zia un corso di doposcuola e poi ho avuto sempre a cuore le sorti dei minori, soprattutto dei più deboli. Quando abbiamo aperto la nostra scuola, io volevo portare avanti il progetto educativo di Maria Montessori, insieme ad altre metodologie, poi c’è stato l’arrivo della mia fidanzata, che è diventata mia moglie, e insieme abbiamo portato avanti il progetto, realizzando la scuola paritaria forse più grande della Campania come numero di alunni e classi. Noi abbiamo venti classi di scuola primaria. Otto sezioni di scuola dell’infanzia e tre nidi solo ad Arpino. Seguiamo anche il nido comunale. Abbiamo vinto l’appalto per il nido comunale di Pomigliano d’Arco tre settimane fa: saputo l’esito il venerdì, tra sabato e domenica ho confermato il personale assicurandogli il prosieguo del contratto di lavoro in modo che i bambini tornando il lunedì hanno avuto garantita la continuità con gli educatori che già conoscevano. Le scuole del suo gruppo sono in convenzione o prevedono il pagamento di una retta da parte delle famiglie? In quelle comunali, come i nidi, che ci vengono affidate dal comune, non si paga nulla. Per la scuola primaria si paga una retta per le attività suppletive, perché le ventiquattro ore settimanali curricolari, assicurate dalla scuola pubblica, sono ovviamente gratuite, in quanto le paritarie sono scuole pubbliche per legge al pari delle statali. Si versa una quota per il pasto, il prolungamento orario e le attività e progetti extracurricolari, per un totale di trentacinque ore settimanali totali. Per esempio, già dalla scuola dell’infanzia, per proseguire nella primaria, tra le attività extra da anni abbiamo introdotto corsi
di inglese con madre lingua. Oltre al fatto che fino a prima della pandemia abbiamo proposto anche corsi di francese e di spagnolo. Quest’anno abbiamo allestito un’aula laboratorio con le LIM a monitor multimediali, delle nuove macchine con le quali contemporaneamente quattro bambini con due mani possono lavorare in touch screen. Bellissimo. Durante la pandemia abbiamo investito, abbiamo cambiato tutti i computer, che ora sono tutti “all in one”, abbiamo portato il wi-fi dovunque nelle strutture e siamo pronti a qualunque intervento, anche di didattica a distanza nel caso qualche bambino sia impossibilitato a venire a scuola, non solo per il covid, ma anche per altre malattie che hanno lungo decorso, come varicelle, ecc., sempre che, ovviamente, le sue condizioni di salute glielo permettano! Così il bambino malato, anche se non vede la classe, vede l’insegnante e non perde la lezione. Durante la fase acuta della pandemia non solo abbiamo attivato la DaD per tutti, ma, lavorando in convenzione con il comune di Napoli, abbiamo raggiunto a casa i bambini svantaggiati che rischiavano l’abbandono scolastico per mancanza di dispositivi di connessione per seguire le lezioni a distanza e abbiamo fornito loro pc, e tablet e abbiamo insegnato loro come usare i dispositivi, anche come collegarsi dal telefonino di mamma o papà. Le sue classi quanti alunni hanno? Sono composte al massimo da 15 o 16 alunni. Numero perfetto che rende vivibile l’esperienza scolastica ed estremamente proficuo e funzionale il lavoro dei docenti. Altro che classi pollaio della scuola statale! Io credo che la scuola statale stia lavorando bene, perché c’è stato un bel ricambio dei vertici e a Casoria credo che
stia facendo bene. Per me è importante la scuola, che sia statale o paritaria non importa. Io collaboro con tutte le scuole statali del territorio. Due anni fa infatti, insieme alla preside della scuola media frequentata da mio nipote avevamo organizzato una bella festa nella giornata dell’autismo che avrebbe coinvolto tutte le scuole e le agenzie del territorio che avessero voluto condividere il progetto e il tema, ma purtroppo il covid ci ha bloccato. A proposito di autismo e bambini diversamente abili: nelle sue scuole ce ne sono? Certo! Io ho docenti di sostegno e collaboriamo con la neuropsichiatra dell’ASL, indiciamo le riunioni del gruppo di lavoro misto (medici, terapisti, insegnanti, genitori) per organizzare i percorsi didattici e educativi dei bambini. Come Fiumadea Impresa Sociale collaboriamo anche con Napoli, dove ogni municipalità ha un referente e ci occupiamo del trasporto scolastico di bambini di Miano, Secondigliano, San Pietro a Patierno. Lei si chiama Fiumarelli: da dove viene il nome Fiumadea? Dalla fusione del mio cognome e di quello di mia moglie, Angelo. Noi lavoriamo insieme da 45-46 anni e non litighiamo mai. Mi parli delle novità che l’hanno spinta fino in Cilento. La zona non ci è nuova, perché stiamo aprendo un nido a Battipaglia. Abbiamo vinto una gara ad Ascea Marina e ci siamo appassionati al territorio al punto che ci presenteremo a tutte le gare sociali che verranno fatte in quell’ambito, che ha bisogno di un cambio di passo anche nei confronti dei lavoratori del settore che sono stati finora un po’ trascurati. Noi lavoriamo in un modo diverso. Che idea ha della scuola statale? Penso che sti lavorando molto bene. Per me la scuola è unica ed è una vera passione e credo che tutti quelli che lavorano nella scuola, come insegnanti e educatori siano mossi dalla mia stessa passione, perché è un lavoro che non si fa se non per passione. Andrebbero però retribuiti in un altro modo i docenti e dovrebbero veder riconosciuto il proprio ruolo molto di più all’interno della società. Oggi è��������������������� difficile: le �������� famiglie demandano a noi qualsiasi cosa, l’educazione dei figli, le loro responsabilità, tutto quello che capita lo vogliono
DOMENICA 31 OTTOBRE 2021 dalla scuola. E questo non va bene. Io lavoro in collaborazione con il comune di Napoli, dove abbiamo un centro per il sostegno a minori diciamo a rischio e nel gruppo ho come coordinatrice una neuropsichiatra, poi ci sono sociologi, psicologi, educatori che lavorano per il centro. Dove rileviamo carenze da parte dei genitori, interveniamo cercando di coinvolgerli in attività pensate per loro. Ci siamo resi conto, per esempio, che qualche mamma non sapeva stirare e i bambini venivano a scuola con indumenti sporchi quando non sudici e allora abbiamo inserito le mamme in un percorso in cui loro dovevano insegnare ai figli come ci si lava e veste al mattino, come si stira ecc. e le dico che abbiamo ottenuto dei risultati molto incoraggianti. Quando le mamme si sentono chiamate dentro il progetto educativo si sentono protagoniste e danno il meglio. Spesso tutto il lavoro che svolgiamo al centro si perde a casa. In questo modo cerchiamo di farlo servire a qualcosa. È sempre più vero che dove c’è scuola c’è legalità. Torniamo alla scuola con fattoria che mi piace particolarmente, perché oggi i bambini non hanno quasi mai l’opportunità di osservare e conoscere gli animali un tempo “di casa”: non ha pensato ad allestire, ad esempio, un “caseificio didattico” per mostrare la filiera di lavorazione del latte di capra? Certo, ma non è facile, perché il latte di capra è un latte molto delicato. Ho chiesto anche a qualche pastore che ho conosciuto su al Laceno di venire ad insegnare come si fa la cagliata, ma non ho potuto realizzare il sogno stavolta.
13 Prima di tutto le capre non producono latte se non partoriscono e già questo complica tutto. Ma il posto è meraviglioso: il percorso prevede anche che i bimbi passino sotto ad una enorme gabbia dove ci sono i pappagalli, poi danno da mangiare alla capretta, poi gettano il pane alle carpe nello stagno, poi vedono le anatre, le oche, il germano reale e tanti ibridi di oca e germano. Che meraviglia! E qual è il nome di questo paradiso? La Stazione dei desideri. Per chi la volesse vedere, su YouTube ci sono i video. Voglio raccontarle una storia a cui tengo: tempo fa, le uova delle nostre galline venivano donate alla parrocchia dei portauovo realizzati da mio figlio su cui c’era scritto che il ricavato dalla vendita sarebbe stato devoluto per i bambini diversamente abili. Era bello. Però abbiamo dovuto sospendere l’iniziativa perché non abbiamo più chi si incarica di raccogliere le uova tutti i giorni e di seguirle fino al confezionamento per la vendita di solidarietà. Allora lanciamo un appello dal magazine: A.A.A. cercasi volontari raccogliuova per proseguire nel progetto di solidarietà promosso da La Stazione dei Desideri. Ottimo! Così ricominciamo. Intanto le uova le raccolgono i bambini… A proposito: noi facciamo anche servizio civile. Aspetti, ci sono troppe cose, mi sono persa il filo! Ricuciamo: allora: noi abbiamo un asilo a Battipaglia, uno ad Ascea Marina, ad Oliveto Citra, facciamo il progetto ITIA ad Eboli e a San Giorgio e che altro…ah: mio
figlio ha presentato, con un suo amico, due progetti per la rivalutazione dei beni pubblici su Napoli sul centro Asterix, a San Giovanni a Teduccio in una zona per così dire molto delicata, che sono risultati tra i primi dieci a livello nazionale e sono quindi stati finanziati. Il centro ha un teatro sotto e un piano superiore che include un centro di formazione in cui fanno anche il servizio civile. Non è stato facile: siamo partiti dall’accatastamento della struttura comunale che era occupata da una persona abusivamente. Abbiamo rifatto l’impianto antincendio, tutte le facciate con fondi nostri e con il bonus facciate al 90%, mancavano il palco e il tetto ignifugo. Adesso è un teatro, ha 144 posti autorizzati in platea, abbiamo fatto i bagni, una sala per attività musicali rivolte ai bambini. A proposito abbiamo anche un’accademia musicale che si chiama Il Pentagramma, che ha organizzato una grande manifestazione due anni fa al parco nuovo con tutte le scuole statali di Casoria. Tornando al centro Asterix, ci sarà dunque il teatro dove faremo attività sociali gratuite per i ragazzi che potranno frequentare corsi di recitazione, musica, ballo e sopra faremo attività di formazione con l’altra cooperativa sociale che ha vinto il bando con noi. Abbiamo già fatto una riunione con tutte le cooperative sociali che operano sul territorio con cui abbiamo deciso di realizzare lì anche un centro di progettazione collegato a tutte le agenzie che si occupano di attività sociali in quei territori per progettare attività per il comune di Napoli ed anche a livello europeo.
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I DERBY DELLA CAMPANIA FELIX
Dopo un decennio in cui c’era soltanto il Napoli in serie A ed era impensabile immaginare un derby, la tradizione si sta invertendo, la Campania Felix sta tornando. Negli ultimi anni il Benevento ha condiviso con il Napoli la rappresentanza regionale, è avvenuto nella stagione 2017-18 e in quella scorsa (2020-21). Stavolta toccherà alla Salernitana vivere il derby con il Napoli, un evento che soprattutto a Salerno stanno attendendo con ansia nonostante le difficoltà della squadra testimoniate dall’esonero di Castori e dall’arrivo di Colantuono. È la prima volta che in due stagioni consecutive ci sia un derby campano in A con due squadre differenti: prima il Benevento e poi la Salernitana. Il derby della Campania Felix è quello tra Napoli e Avellino degli anni ’80, una storia che ha coinvolto anche Diego Armando Maradona. Dalla doppietta di Juary al Partenio nel 1982 ai successi azzurri nel 1986 e 1987, nell’anno del primo scudetto e in quello seguente, caratterizzato dalla delusione per la rimonta subita dal Milan nel finale. Tante battaglie epiche, duelli che hanno fatto la storia, tra Roberto Amodio e Careca o Murelli, l’attuale vice di Pioli al Milan, che di solito era designato nell’ingrato compito di seguire a uomo Maradona. Sono sicuramente molto più appassionanti i ricordi degli anni ’80 rispetto a quelli più recenti, con la morte di Sergio Ercolano e di derby
tra Avellino e Napoli giocati prima in serie B e poi nella finale play-off per la promozione dalla C alla B del 2005. In quell’occasione il doppio confronto finì 0-0 a Fuorigrotta e 2-1 al Partenio, con il Napoli costretto alla seconda stagione in serie C, quella che poi coincise con la promozione in B. Nei decenni più bui il Napoli ha affrontato diverse squadre campane: il Savoia, la Salernitana (qualche derby c’è stato anche in Coppa Italia) in serie B alla Juve Stabia e al Benevento in C. Ci sono anche tonfi clamorosi che appartengono alle pagine più brutte della storia del club come la sconfitta d’Avellino o anche al Menti di Castellammare di Stabia. I derby col Benevento in serie A hanno regalato pagine serene di sport e amicizia, negli ultimi due confronti non c’era il pubblico, tutto è stato più triste. Indimenticabile il ricordo della prima stagione dei sanniti nella massima serie, il Napoli di Sarri lottava per lo scudetto, concluse il campionato con 91 punti, sei conquistati contro il Benevento. A Fuorigrotta finì addirittura 6-0, al Vigorito, invece, gli azzurri vinsero 2-0 e non mancarono dei momenti di sofferenza a causa del calcio proposto dagli uomini di De Zerbi. Stavolta il derby è con la Salernitana che è tornata in serie A dopo ventidue anni e nel 1998-99, l’annata della retrocessione granata, il Napoli giocava in B senza riuscire neanche a centrare la promozione che conquistò l’annata successiva con Walter Novellino in
panchina. Gli obiettivi sono completamente differenti, la Salernitana in una situazione precaria dal punto di vista societario, con l’ombra di Lotito e il trust a reggere questa situazione transitoria, combatte per l’impresa di conservare la categoria. Il Napoli è partito con la diffidenza per il mercato conservativo e le scorie della delusione per l’epilogo della scorsa stagione ma sta facendo sognare i tifosi azzurri. L’obiettivo societario è la qualificazione in Champions League ma l’inizio scoppiettante degli azzurri inevitabilmente spinge oltre questa prospettiva, al momento soltanto il Milan sta reggendo più o meno lo stesso passo. Spalletti ha gradualmente cancellato le scorie post Napoli-Verona, ha lavorato sulla consapevolezza della squadra nei propri mezzi, sta valorizzando al massimo Osimhen come capitato con altri centravanti durante la sua carriera come Iaquinta, Totti, Dzeko e Icardi. Il Napoli sta costruendo le sue fortune sulla solidità difensiva, sulla capacità d’adattarsi alle partite, di far male agli avversari in tanti modi e, a differenza del passato, sta crescendo nel fronteggiare le difficoltà. La Salernitana proverà a rimediare al gap tecnico con l’adrenalina, l’applicazione, la spinta del pubblico perché soprattutto sulla sponda granata il derby contro il Napoli è molto sentito per le scorie della rivalità che si è accesa verso la fine degli anni ’90.
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MARIA SAVERIA RUSSO
FRANCO VILLA, LA STORIA DI UNA VITA IN CAMPO Il calcio è sicuramente uno degli sport più amati al mondo: quel piccolo oggetto rotondo che vola da un piede all’altro ha fatto sognare e continua ogni giorno a far sognare milioni di persone. Il gioco del calcio è, tra tutti gli sport, quello più popolare in Italia: in ogni città, anche piccola, esiste sempre un campo da calcio o comunque un pezzo di prato per potersi divertire con il pallone; anche nei centri più piccoli, dove non esiste uno stadio, si trova una piazza o una via dove i bambini si radunano per fare una partita, un posto dove, appena finita la scuola, ragazzi giocano a calcio e si sentono schiamazzi e urla che danno allegria. Molti altri sport, per essere praticati, richiedono attrezzature costose e luoghi adatti, invece per una partita di calcio basta avere un qualsiasi spazio, una palla e degli oggetti da utilizzare come porta: non servono molto per creare due squadre avversarie pronte ad affrontarsi e competere tra di loro per la vittoria, basta semplicemente la voglia di divertirsi e di stare assieme. La televisione, i giornali, le associazioni sportive fanno una grossa promozione al gioco del calcio: sono pochi gli italiani che non seguono questo sport, che non lo commentano e che non abbiano mai discusso con altre persone sostenendo la propria squadra. Il risultato delle partite della domenica è sempre un appassionato argomento di discussione: nei bar, quando la gente si ritrova magari per la colazione o per un apertivo, si creano animate discussioni a proposito delle azioni di gioco controverse.
Passione, fantasia, voglia di fare e divertimento: sono questi i valori che Franco Villa, uno degli allenatori più apprezzati di sempre, si porta dietro dalla sua lunga esperienza sulla panchina Il calcio è uno sport che unisce, a prescindere dal colore dalla pelle o dal sesso, ciò che unisce è la fede in una squadra e la voglia di vederla vincere. Spesso ci si sofferma solamente sui giocatori, pensando che siano gli unici meritevoli di plausi e di vittorie, ma senza qualcuno che li guidi, come potrebbero creare formazioni perfette così da poter sbaragliare gli avversari? Ed è qui che entra in gioco l’allenatore: il calcio è un gioco di squadra, ma è necessario che ci sia sempre qualcuno che faccia da collante e tenga unita la squadra. Noi campani possiamo vantare di essere la culla che ha visto la nascita di uno degli allenatori più acclamati ed apprezzati di sempre, il grande Franco Villa. Franco ha da poco compiuto 80 anni e, dopo una vita piena di successi, dal 2006 ha deciso di dedicarsi alla sua famiglia, “abbandonando” quel mondo che gli ha dato tanto. Un mondo che l’ha vi-
sto protagonista sin dal 1975 e che gli ha regalato una carriera piena di successi ma, soprattutto, di forte emozioni. Franco Villa, ci ha concesso una piccola intervista, dove insieme abbiamo ripercorso i suoi più grandi successi ma, in particolar modo, come il calcio sia cambiato nel corso dei decenni, di come da grande passione potrebbe trasformarsi in un mero “consumismo”. Franco, lei ha da poco compiuto 80 anni: un numero che indica l’aver vissuto una vita lunga, di aver attraversato varie “epoche”, aver avuto a che fare con diversi modi di pensare e soprattuto modi di vivere. E’ stato uno degli allenatori più apprezzati di sempre: per quanto riguarda il calcio, secondo lei cosa è cambiato e cosa, invece, è rimasto uguale? Io appartengo ad una vecchia generazione: non voglio fare quello che dice “i miei tempi erano diversi”,
non sono certamente il tipo da retorica. Non sono un tipo che vive nel passato, ma c’è da dire che per quanto riguarda il calcio sono diverse le cose. Da quanto ho lasciato il mondo del calcio, da quando ho detto addio alla mia amata panchina, ammetto che non passo più il tempo davanti alla televione ossessionato dal calcio, mi dedico a quelle che sono le mie passioni, mi dedico alla mia famiglia che ho tanto trascurato negli anni: il calcio è uno sport che ti da tanto, ma te ne toglie altrettanto. Quando sei parte di quell’ambito, è poco il tempo che hai a disposizione per dedicarti alla tua vita privata. Mi sento di dire che ciò che è cambiato nel calcio da quando io allenavo, è sicuramente la passione. Il calcio rischia di diventare un mero consumismo, dimenticandosi quelli che sono i valori su cui si fonda: la passione, il rispetto ma, soprattutto, il gioco di squadra. Si rischia di andare incontro ad un individualismo che, con questa pandemia, va ad accentuarsi sempre di più. E’ cambiato il modo in cui i giovani calciatori si rivolgono agli allenatori, così come è cambiato anche il modo in cui gli allenatori fanno il loro mestiere. Come detto, il calcio è un gioco di squadra ed io, quando allenavo soprattutto i ragazzi che non dovevano competere in grandi eventi sportivi, amavo che tutti giocassero, che nessuno venisse lasciato fuori. Ho cominciato a maturare l’idea di voler lasciare questo mondo quando, in una delle mie esperienze lavorative, non poteì andare ad un allenamento e mi sostituì una persona: ricordo
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16 che ricevetti la chiamata di una madre che mi disse “Mister, non fanno giocare mio figlio, fanno giocare sempre le stesse persone, fanno giocare solo chi ha i soldi. Mio marito non lavora, dove li trovo i soldi per fare in modo che facciano giocare mio figlio?” Cos’è per lei il calcio? Ma soprattuto, cosa significa per lei allenare? Quali sono i valori che il mondo del calcio le ha “donato”? Il calcio per me è sempre stata una delle parti fondamentali della mia vita; il calcio mi ha insegnato che è necessario avere pazienza, che è necessario avere rispetto, che è necessario poter contare sull’altro: il calcio è un gioco di squadra, non è un gioco individuale, quindi tutti devono avere la possibilità di poter essere protagonisti e di poter dare alla squadra tutto quello che possono dare. Non voglio, come già detto, fare retorica, ma vedo proprio che nel mondo attuale questi valori e questi principi oramai vengono messi in secondo piano, è importante semplicemente apparire, è importante vincere, non vedo più quella passione, quella voglia di divertirsi, quella voglia di fare e di vincere non solo per se stessi che, a parer mio, caratterizzava il calcio almeno ai suoi inizi. Secondo lei quanto è cambiato il tifoso? Ha sempre lo stesso ruolo che aveva 40 anni fa? I tifosi rappresentano il fine del calcio, è per e grazie al tifoso che si gioca: sarebbe inutile correre dietro una palla se non ci fosse qualcuno che esulta grazie a te, se non esistesse qualcuno che apprezza quello che fai. Il tifoso ha sempre avuto un ruolo importante, ma sicuramente con il cambiare i tempi è mutato anche il modo di tifare.
Secondo lei, quanto ha influito il Covid sul modo di fare il calcio ma soprattutto di viverlo? Il covid ha portato cambiamenti in ogni ambito, la pandemia ci ha reso molto soli e anche il mondo del calcio ed il mondo dello stesso tifoso, è rimasto scottato dal covid. Non c’è più quel senso di appartenenza, non c’è più quell’incontrarsi settimanalmente e programmare la formazione, oramai una squadra si ritrova a dover giocare due o tre partite alla settimana, quindi non c’è più la possibilità di poter parlare, di potersi confrontare e questo sicuramente ha fatto in modo che il calciatore. così come l’allenatore, sia diventato un automa, un robot che deve semplicemente giocare e vincere. Quando si guarda indietro, cos’è quel traguardo o quel momento, professionalmente parlando, che le ha fatto pensare “Ci sono davvero riuscito, sto facendo davvero quello che amo”? Sono molto orgoglioso di me e di quello che ho fatto nel mio passato, non rinnego o rimpiango nulla, penso di essere riuscito a raggiungere gli obiettivi che mi ero posto, fare tutto quello che potevo fare. Uno dei momenti che sicuramente rimane scolpito nel mio cuore, oltre i grandi
successi e i tanti premi e le tante vittorie, è sicuramente un aneddoto. Ricordo che mi vollero fortemente per allenare il Gladiator e inizialmente stavamo andando molto male, nel girone di ritorno ricordo che eravamo vicini alla retrocessione. Quindi io che sono sempre stata una persona molto chiara e limpida, ricordo di aver chiamato il presidente e di avergli detto che mi sarei messo da parte, poiché la squadra non stava andando tanto bene e non volevo precludergli la possibilità di poter trovare qualcun altro e quindi di poter ribaltare le sorti; ciò che mi disse il presidente è scolpito nella mia testa e nel mio cuore “Mister, noi stiamo lavorando insieme, se dobbiamo retrocedere, retrocediamo con voi”, parole che non dimenticherò mai. Dove lo trovi un presidente che oggi ti direbbe la stessa cosa? Poi nel girone di ritorno ricordo che facemmo il terzo posto e nell’anno successivo abbiamo vinto il campionato e siamo andati in serie C. Oggi è utopistico fare un discorso del genere. Quindi perciò io dico di appartenere ad un’altra generazione, una generazione dove c’era rispetto per tutto quello che si faceva, la meritocrazia era presente davvero.
Per concludere: ai giovani che si avvicinano al mondo del calcio per la prima volta, che consigli darebbe? Il consiglio che mi sento di dare ai giovani che si approcciano per la prima volta a questo mondo, è quello di non perdere mai il loro essere bambini, la loro spensieratezza, il divertimento, la voglia di giocare perché si vuole giocare e non solamente per avere un compenso. Molte volte guardo i bambini che pur di giocare a calcio, si costruiscono una palla con scotch o con dei tessuti vecchi e penso “è questa la vera anima del calcio”. Nelle scuole calcio, lo vedo pure con gli allenatori, questi ragazzi vengono spremuti, non si divertono più, si è trasformato tutto in una lotta a chi viene notato per primo. Il calcio secondo me è fantasia, il calcio è un gioco di squadra di calcio, è anche imitazione, guardare i grandi del passato. Tutte queste cose che poi vengono soppresse da questi “nuovi” valori che si vuole trasmettere ai giovani che per la prima volta si esprimono nel calcio. Il calcio è un gioco facile, dove è necessario innanzitutto divertirsi e far trasparire il loro entusiamo per il gioco.
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FRANCESCO TAGLIALATELA
CREDERCI PARTENDO DAL BASSO. LA FRATTESE RACCONTATA DA ALESSANDRO FERRO Il calcio è da sempre riconosciuto a livello mondiale come lo sport non solo più popolare e più seguito in assoluto, ma anche visto come quello sport che più di tutti gli altri appassiona e tiene incollato il grande pubblico allo schermo. Il calcio prima ancora di essere competizione, goal, risultati e grandi giocate tecniche, è innanzitutto umanità e insieme di valori fisico-morali. Tali valori giovano all’atleta che a sua volta li trasmette dal campo al pubblico, quel pubblico intelligente e sportivamente fine che riesce a captare questa trasmissione apprezzandola e creando una connessione direttamente dagli spalti. C’è da dire inoltre che il calcio si compone di un’ampia stratificazione che parte dalle serie maggiori (Serie A, Serie B) arrivando alle leghe minori (Serie C, Serie D, Eccellenza e Promozione). Purtroppo in Italia le leghe minori hanno un minor seguito e c’è uno scarso apprezzamento, spesso snobbate e sottovalutate dato che si ha una visione distorta di esse, ma dove in realtà solitamente esplodono talenti, vengono coltivate e rafforzate importanti realtà fungendo anche da terminale di carrirere di grandi giocatori scesi di categoria (su tutti Jeremy Me-
nez, ma si veda Ruben Olivera, ancora Andrea Caracciolo, Biabiany mai esploso all’Inter) e tanti altri. La gente che ama il calcio dovrebbe capire l’importanza di queste leghe e io ho provato a saperne di più a riguardo intervistando il Team Manager della “Frattese Calcio 1928” Alessandro Ferro. Un frattese d.o.c. che respira calcio, un grande appassionato sempre vicino alla squadra e tifosissimo della Frattese con un curriculum che nonostante i cinque anni di carriera tra Promozione, Eccellenza e Serie D può già iniziare a dire la sua. Ferro ha già avuto un’esperienza importante in Serie D, giungendo sempre con la Frattese a sfiorarla in occasione dei playoff persi all’ultimo a Castellamare nello spareggio contro il Giugliano. Ha assistito inoltre ad un passaggio di titoli nel periodo covid tra marzo e aprile che ha visto protagonisti Rocco D’Errico e Adamo Guarino, con quest’ultimo scelto come neo - presidente della Frattese. Prima, a settembre dello scorso
anno è stato contattato e integrato nello staff tecnico della “Frattaminorese” in Promozione, dove però ha militato per pochissimo (circa un mese) visti i presupposti a lui non congeniali. Dopo la brevissima parentesi con la Frattaminorese viene contattato da Francesco Mango per lo “Sporting Barra” sempre in Promozione, sempre come DS collaborando con Alberto Guadagnola dal quale pure ha appreso molto. Ma anche in questo caso la seconda ondata del covid travolge il mondo del calcio e non solo e ovviamente a risentirne sono innanzitutto le leghe minori che come unica soluzione di comune accordo scelgono di richiudere i campionati. Così dopo aver vagato ed essere stato lontano da Fratta per quasi un anno, Ferro torna alla
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18 Frattese, al suo grande amore al quale tutt’ora si sta dedicando con cura e abnegazione per provare con tutto lo staff ad ottenere quella promozione in Serie D che sarebbe un grande traguardo sognato e fortemente voluto. Quali sono gli obiettivi della società per questa stagione? “ Noi puntiamo a vincere il campionato, senza mezzi termini. Vogliamo giocare bene a calcio e abbiamo tutte le carte in tavola per poterlo fare. Abbiamo il giusto supporto da parte dei tifosi e io sono il primo a fare da ultrà quando la Frattese scende in campo. Di sicuro non sarà una passeggiata vincere, anche perché ci sono altre squadre ben attrezzate per poter creare insidie, penso alla Puteolana o alla Mondragonese. Abbiamo una squadra importante, abbiamo fatto investimenti importanti a partire dall’allenatore Antonio Floro Flores, con giocatori importanti alcuni dei quali sono arrivati da poco durante l’ultima sessione di mercato, vedi Prisco che la scorsa stagione a Portici ha segnato quindici reti. Ad ogni modo in virtù di quelli che sono i nostri mezzi credo che abbiamo tutto il diritto per crederci, provare a vincere fino alla fine e ottenere questa agognata promozione
in D. Noi giochiamo e giocheremo per vincere, sempre.” Cosa ha offerto il mercato, ritieni che la squadra nel complesso ne sia uscita rafforzata o ci sarebbe da aggiungere qualche altro elemento ? “Qui ci sarebbe da coinvolgere oltre a me anche il direttore sportivo con il quale collaboro e l’allenatore. Per quanto mi riguarda posso dirti che da adesso fino a dicembre ci concentreremo sui nostri giocatori, su quelli che abbiamo a disposizione che comunque compongono una rosa importante come prima ti ho detto, provando a sfruttare al massimo il loro potenziale e portandoli fino alla fine della stagione. Quello che accadrà a dicembre nella prossima finestra di mercato per il momento non ci tocca. Se ci sarà bisogno di rafforzare la squadra puntellando specifici reparti dove magari siamo più carenti non ci faremo trovare impreparati, anche se mi sento di dire che siamo una squadra completa. Se proprio dovessero arrivare dei nuovi giocatori, beh penso ad un esterno e ad un attaccante.” Alessandro in che rapporti siete rispetto all’amministrazione comunale? “ Noi siamo in ottimi rapporti con l’amministrazione, la situazione è tornata
alla normalità. Ci stiamo allenando regolarmente a Fratta come speravamo da tempo e questo per noi è fondamentale. Siamo ritornati nel nostro stadio (Stadio Comunale Pasquale Ianniello) e siamo nuovamente vicino ai nostri tifosi il che ci riempie di gioia, anche perché Frattamaggiore è una cittadina affamata di calcio ed è anche una piazza alquanto esigente che merita. Oggi il comune offre pieno appoggio alla Frattese e noi saremo uniti insieme per tagliare il traguardo della Serie D e regalare immense soddisfazioni ai nostri tifosi che ci supportano con amore e passione. Anche la Juniores si sta allenando a Fratta nel nostro medesimo campo e non escludo che qualcuno dalle Giovanili possa salire di categoria e magari aggiungersi alla nostra rosa. Ad oggi i campionati si vincono anche con i giovani e abituarli da subito a grandi occasioni è molto importante, soprattutto quando scommetti su un giocatore giovane che poi ripaga la tua fiducia con goal e tanto spettacolo; credo che questa sia anche una soddisfazione per me e per tutti coloro che fanno il mio stesso lavoro. Alessandro è stato un immenso piacere parlare con te. In bocca al lupo per la stagione che vi aspetta e a presto.
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RAFFAELE SILVESTRO
SI TORNA A TEATRO
Riparte il Teatro Eduardo De Filippo. Riparte la stagionale teatrale. Dopo il blocco a causa del covid, si può finalmente tornare a teatro al 100% della capienza. Alla struttura di Arzano, tanti gli artisti che si susseguiranno nella nuova stagione teatrale 2021/22, stagione che prevede 10 spettacoli tra fine ottobre e aprile del prossimo anno. Gente del calibro di Peppe Barra, Biagio Izzo, Carlo Buccirosso, Maria Bolignano, Massimiliano Gallo e tanti altri super artisti. Si comincia con Ciro Cerruti, venerdì 29 ottobre e sabato 30, due serate da tutto esaurito, un segnale forte, che lascia ben sperare. Si ritorna finalmente a vivere quelle emozioni che solo il teatro regala. E non bisogna perdersene neanche una. Ancora in vendita gli abbonamenti completi e quelli in versione mini. Il teatro è cultura, è arte, è magia. Torniamo a popolare queste strutture che per troppo tempo sono state chiuse.
QUASI PRONTA LA NUOVA GIUNTA COMUNALE AD ARZANO
Dopo quasi un mese, la neo sindaca di Arzano, Cinzia Aruta, è pronta a presentare la giunta comunale con gli assessori che avranno il compito di migliorare, insieme a tutti i consiglieri e la sindaca stessa, un paese martoriato sotto tutti i punti di vista. La squadra di governo che si è andata a delineare, è formata da tutti tecnici di grandissimo rilievo, che hanno sempre lavorato o vissuto ad Arzano. L’unico dei 6 futuri assessori che non è “paesano”, sarà quello con delega all’urbanistica Taglialatela, personaggio di spicco della politica campana nonché architetto rinomato. É stato tra le altre cose anche, sindaco della città di Giugliano e assessore. Alla carica di vicesindaco troviamo il primo eletto dei 5 stelle, l’avvocato Fabio Gallo. Alla delega dei tributi, ci sarà il commercialista arzanese Giuseppe Vitagliano. A completare la giunta, ci saranno l’ingegnere Maddalena Tramontano e l’avvocato MariaTeresa Abate. Ovviamente manca il sesto assessore all’appello, che purtroppo, ancora deve essere scelto. Sarà anche tra quelli più complicati da trovare, essendo quello con delega al personale e alla macchina comunale. Seguiranno aggiornamenti. Alla semi nuova giunta del comune di Arzano, un grande in bocca al lupo, con la speranza che possano cambiare veramente le cose, senza fretta, ma con tanta buona volontà. RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA CGIL
RIAPERTURA RAMPA SP1 (CIRCUMVALLAZIONE ESTERNA DI NAPOLI) USCITA IN DIREZIONE NORD CASAVATORE-CASORIA La scrivente organizzazione sindacale, con nota del 22 luglio 2020, ad ogni buon fine allegata, sollecitò gli adempimenti tecnico - amministrativi propedeutici alla “effettiva” riapertura della rampa in oggetto. Ad oggi nulla è stato prodotto in tal senso! Intanto il sito in questione, bonificato nel giugno 2020, è ritornato ad essere una discarica a cielo aperto. A nulla sono serviti i successivi solleciti, nelle vie brevi e mediante la stampa locale, sta di fatto che l’impegno di spesa sostenuto risulta totalmente vanificato. Come previsto, con la ns. precedente nota, la mancata sinergia tra le
istituzioni ha acuito la vulnerabilità del sito in questione che è ripiombato nello squallore dei suoi giorni peggiori. Ci duole inoltre costatare che, in termini di salute pubblica, quanto descritto si somma ed acuisce i disagi derivanti dell’emergenza pandemica, tuttora in atto. CGIL Area Nord Napoli
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SALVATORE IAVARONE
Consigliere Comunale
MIGLIORARE I SERVIZI DELL’ANAGRAFE Dalle pagine di questo giornale, lanciammo l’idea, che molti altri comuni stanno attuando, di utilizzare tabacchi o edicole per il rilascio dei certificati comunali. Questa procedura è possibile solo se il comune ha i propri dati su un sistema di accesso particolare, che è definito ANPR. Il progetto Anagrafe Unica della Popolazione Residente (ANPR) sta operando per raccogliere in una sola anagrafe a livello nazionale le informazioni di circa 8.000 anagrafi comunali. Un guadagno in efficienza, che permette di risparmiare risorse e ottimizzare i processi. Grazie ad ANPR: il cittadino non dovrà più preoccuparsi di comunicare a ogni ufficio della Pubblica Amministrazione i suoi dati anagrafici o
il cambio di residenza; le procedure di variazione dei dati saranno semplificate e uniformate a livello nazionale; sarà possibile ottenere certificati senza più bisogno di recarsi allo sportello. La piattaforma ANPR del Ministero dell’Interno è stata sviluppata della Sogei. ANPR è un passo essenziale nell’agenda digitale, per rendere possibili successive innovazioni, poiché un database a livello nazionale permette di superare il modello dell’autocertificazione, accorciando ed automatizzando tutte le procedure relative ai dati anagrafici. Con ANPR le amministrazioni potranno dialogare in maniera efficiente tra di loro, avendo una fonte unica e certa per i dati, senza doverli richiedere ogni volta
ai cittadini. ANPR consentirà vantaggi immediati anche ai cittadini, come la possibilità di richiedere certificati anagrafici in tutti i comuni, ottenere il cambio di residenza in maniera più semplice ed immediata, accedere in tempo reale ai propri dati, richiedere certificati da un portale unico. Ogni aggiornamento sarà diretto e immediato, venendo automaticamente comunicato ad altri enti quali l’INAIL, l’ISTAT, l’Agenzia delle Entrate, la motorizzazione civile. Il comune di Casoria ha terminato questo iter, ora sarà possibile procedere con convenzioni con Tabacchi ed Edicole, continueremo a seguire questa proposta che abbiamo lanciato dalle pagine di questo giornale, e che permette una semplificazione per i cittadini casoriani.
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA ANTONIO MANFREDI Venerdì 22 ottobre è stato inaugurato il “Festival Survival” alla sua 5° edizione, il più grande festival sulla sopravvivenza dell’arte contemporanea realizzato dal Museo CAM di Casoria diretto da Antonio Manfredi, con la presenza di decine di artisti nazionali ed internazionali. Una manifestazione che ha richiamato un folto pubblico per il programma di mostre, performance e con l’intervento del gruppo musicale napoletano «Sillaba», della pianista Francesca Genny di Costanzo e con la personale nella CAM Factory di Vincenzo Petrone e, come di usanza nelle serate inaugurali, l’AperiART. Il Festival ha come filo conduttore Survival, la sopravvivenza dell’arte contemporanea nella società di oggi ed hanno partecipato 40 artisti provenienti da diverse parti del mondo.
Il Festival Survival è uno straordinario esperimento visivo e mediatico lanciato dal museo CAM dal 2016 con la partecipazione di artisti internazionali per dare risposte a quesiti quali: Cos’è l’arte contemporanea oggi? L’artista ha ancora un ruolo nella società contemporanea?
Esiste una differenza tra il pensiero artistico comune e l’estetica decisa dal grande mercato speculativo mondiale dell’arte? La cultura è diventata una macchina che produce arte come merce da consumare o resta ancora il concetto di arte libera per innalzare lo spirito?
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22 SIMONETTA DE CHIARA RUFFO
L’AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO HA APPENA APPROVATO LA RIMBORSABILITÀ DEL GLUCAGONE NASALE
Campania, buone notizie per oltre 100.000 diabetici. E’ stato appena approvato lo ‘spray salvavita’ contro l’ipoglicemia Sono oltre 100.000 i diabetici campani che potranno avere grandi benefici dalla nuova molecola che è efficace, maneggevole e semplicissima da usare: il glucagone in polvere nasale, un’assicurazione sulla vita in caso di ipoglicemia grave, da oggi può essere prescritto gratuitamente a tutti gli italiani con diabete, anche ai bambini. Non serve inalarlo, basta un ‘puff’ in una narice: approvato a metà 2020 da AIFA per l’utilizzo dai 4 anni in su, grazie alla rimborsabilità diventa ora un’opportunità concreta per tutti i pazienti. Un ‘puff’ nel naso e la vita è salva: in caso di ipoglicemia grave, il glucagone spray è il primo e unico farmaco che con un gesto semplicissimo offre una soluzione immediata ed efficace al calo repentino ed eccessivo della glicemia nelle persone con diabete. Da oggi, per i 400.000 campani diabetici di cui circa 1 su 4 è a rischio di ipoglicemia questo farmaco salvavita è anche del tutto gratuito: l’Agenzia Italiana del Farmaco ha infatti appena approvato la rimborsabilità completa del glucagone in spray per le persone con diabete. I pazienti potranno finalmente tirare un sospiro di sollievo e d’ora in poi temere un poco di meno una delle complicanze più pericolose e diffuse della malattia, grazie a uno spray salvavita il cui utilizzo è a prova di errore e che può essere tenuto sempre a portata di mano perché non richiede particolari precauzioni nella conservazione. “Quando una persona con diabete va incontro a un episodio di ipoglicemia grave, con la perdita di coscienza, non c’è tempo da perdere: non potendo
somministrare zuccheri per bocca, è necessario intervenire subito con il glucagone, l’ormone antagonista dell’insulina che stimola il fegato a rilasciare e produrre glucosio riportando rapidamente la glicemia nella norma – spiega Paky Memoli, Responsabile della Rete Diabetologica dell’ASL Salerno –. Fino allo scorso anno il glucagone era disponibile solo per iniezione endovenosa o intramuscolare ed era perciò necessaria la presenza di qualcuno in grado di somministrarlo; un anno fa è arrivato anche nel nostro Paese il glucagone in formulazione spray per via nasale, una polvere che non deve essere neppure inalata visto che può essere utilizzata su pazienti incoscienti. Basta un puff in una narice per ottenere l’effetto. Consentire l’accesso gratuito a questo farmaco, che può essere letteralmente un’ancora di salvezza per i pazienti, è un importantissimo passo avanti per restituire sicurezza ai pazienti e conseguentemente migliorarne la qualità della vita”. “L’improvviso calo della glicemia al di sotto del valore di 54 mg/ml, che rappresenta la soglia per intervenire al fine di correggere l’ipoglicemia e prevenirne le conseguenze, è un’emergenza imprevedibile che ogni anno riguarda molti pazienti, in particolare quelli in terapia con insulina – precisa Memoli - nei bambini, negli adolescenti e più in generale in tutte le persone con diabete di tipo 1, soprattutto di lunga durata, il rischio di ipoglicemia riguarda tutti, fino ad oltre il 40% dei pazienti colpiti almeno una volta all’anno. Inoltre, anche se meno frequenti (fino al 25%), episodi di ipoglicemia sono possibili anche in pazienti con il diabete di tipo 2, non solo in terapia con insulina ma anche con farmaci obsoleti che ahimè ancora
persistono specie nelle persone con lunga durata di malattia. Ricordiamo inoltre come le ipoglicemie nelle persone anziane possono essere responsabili di un aumentato rischio di danno cardiovascolare, cerebrovascolare, demenza e incidenti e cadute. Per tutte le persone affette da diabete in trattamento con farmaci che abbassano il valore della glicemia, come l’insulina, l’ipoglicemia è una spada di Damocle che incombe e che non fa dormire notti tranquille: infatti, per riprendersi da una crisi è spesso necessaria l’assistenza di un’altra persona, mentre in assenza di soccorsi si può andare incontro alla perdita dello stato di coscienza e addirittura alla morte”. “Avere sempre con sé un farmaco salvavita e maneggevole da sicurezza a chi ha il diabete: nel caso di perdita di coscienza per colpa della glicemia troppo bassa, chiunque può intervenire e spruzzare il farmaco spray nel naso al paziente e quindi offrire un soccorso adeguato e tempestivo – conclude Memoli –. L’utilizzo del glucagone spray è infatti a prova di errore e consente di superare anche una crisi ipoglicemica grave in pochi minuti. Approvato per l’uso al di sopra dei 4 anni d’età, è un prodotto molto maneggevole e pronto all’uso che richiede soltanto la somministrazione in una narice, perché la polvere entra in circolo senza bisogno di essere aspirata e non ci sono aggiustamenti di dosaggio da fare: inoltre, lo spray non risente degli sbalzi di temperatura come accade con il glucagone da iniettare e può essere portato sempre con sé. Aver consentito un accesso gratuito a questa ‘assicurazione sulla vita’ è fondamentale per i pazienti, che avranno quindi libero accesso a una terapia così essenziale” conclude l’esperta.
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A TU PER TU CON ANTONIO OTTAIANO: L’ARTISTA NAPOLETANO SI È RACCONTATO A CUORE APERTO
Terminata anche la quarta puntata di “A TU PER TU”, in onda sulle frequenze di Partenope Tv (canale 188 per la Campania e Basso Lazio, canale 190 per la Puglia e la Calabria e in streaming su www. partenope.tv), condotta dal giornalista Antonio D’Addio e dalla presentatrice/ speaker radiofonica Ida Piccolo, in onda, il martedì sera, a partire dalle ore 20,45. Ospite del seguitissimo spazio l’artista Antonio Ottaiano, cantante napoletano, interprete del repertorio classico e popolare, attore di cinema e di teatro, degno erede della sceneggiata e dei testi della tradizione partenopea. Il nostro Antonio, visibilmente commosso ed emozionato, ha raccontato la sua brillante carriera tra musica, teatro, televisione e cinema, ha parlato del suo straordinario rapporto con il maestro Mario Merola, ha ricordato i suoi inizi e le sue tante tournée in giro per l’Europa e il mondo e, accompagnato dal pianista Antonio Viscovo, ha eseguito dal vivo una versione jazz,
bellissima, di Segretamente, e alcuni brani del suo repertorio. Numerosi e apprezzati i momenti fotografici dedicati alla sua carriera, al teatro, al cinema, alle collaborazioni artistiche e alla sua vita privata, i montaggi relativi alle sue partecipazioni a programmi televisivi nazionali con Caterina Balivo, Barbara D’Urso, i suoi incontri con Rosa Miranda e Valentina Stella, inoltre sono stati molti graditi i videomessaggi inviati da Pasquale Romano, Biagio Valentino, Nicoletta Lanzano, Antonio Fiorillo, Danny Rosy, Maurizio Palumbo, Francesco Merola, il nipote Giuseppe Carbone, il fratello Enzo, la sorella Olimpia e la figlia Rita. Inoltre Antonio si è sottoposto ad un fuoco di fila di domande, a cui ha risposto con sincerità, evidenziando la sua profonda sensibilità e la sua forte passione e convinzione per tutto quello che fa. Molto amata la rubrica “In cucina con Gemyy” curata dalla food blogger Gemma Caruso, che ha ideato per il
nostro Antonio una Pizza Terrificante, in tema di Halloween, preparata dal pizzaiolo del Partenope Restaurant Giuseppe. Un grazie particolare all’editore Angelo Ucciero, che crede fortemente nel programma, e al direttore artistico Renato De Carmine. La regia del programma è di Antonio Di Gennaro. Si ringraziano anche gli sponsor: Ritz Cafè di Pietro Toglio e Babà Re con la testimonial, la giornalista Lucia La Marca, la ragazza col turbante. La replica andrà in onda domenica alle ore 21,00. Partenope TV, Antonio Ottaiano, La Ragazza col Turbante Store, Ritz Cafè
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
ESCE IN SALA ‘FINO AD ESSERE FELICI’ ESORDIO NEL LUNGOMETRAGGIO DI PAOLO CIPOLLETTA CON FRANCESCO DI LEVA, GIANFRANCO GALLO E MIRIAM CANDURRO E PRODOTTO DA ALESSANDRO RICCARDI E GIANLUCA VARRIALE PER VARGO DISTRIBUITO DA 102 DISTRIBUITION
Esce in sala in esclusiva circuito UCI in Campania (Casoria Napoli e Marcianise) dal 4 al 10 novembre il film ‘Fino ad essere felici’, esordio nel lungometraggio del regista napoletano Paolo Cipolletta, (già autore dei corti La Gatta Mammona, Uocchie c’arragiunate), interpretato da Francesco Di Leva, Gianfranco Gallo, Miriam Candurro, Luca Saccoia, Giuseppe Pirozzi, Gianni Parisi, Patrizia Spinosi, Paola Sambo ed Ernesto Mahieux e prodotto da Alessandro Riccardi e Gianluca Varriale per Vargo distribuito da 102 Distribution. La Premiere del 4 novembre alle ore 19.30 presso UCI Casoria Napoli vedrà la presenza del regista Paolo Cipolletta e del cast. Il film è stato presentato in anteprima il 29 ottobre Festival del Cinema di Castel Volturno e sarà in selezione ufficiale al RIFF - Rome Independent Film Festival, che si tiene nella Capitale,
VARGO e 102 Distribution presentano:
FINO AD ESSERE FELICI di
PAOLO CIPOLLETTA con
FRANCESCO DI LEVA GIANFRANCO GALLO MIRIAM CANDURRO * ANTEPRIMA AL FESTIVAL DEL CINEMA DI CASTEL VOLTURNO 29 ottobre 2021 ** PREMIERE UCI CASORIA NAPOLI 4 novembre 2021 alle ore 19.30 *** SELEZIONE UFFICIALE RIFF 2021 20 novembre 2021 Distribuzione: 102 Distribution Uscita al cinema: dal 4 novembre 2021 Durata: 93' Ufficio Stampa REGGI&SPIZZICHINO Communication Tel. 06 20880037 / www.reggiespizzichino.com / info@reggiespizzichino.com Maya Reggi 347 6879999 / Raffaella Spizzichino 338 8800199 / Carlo Dutto 348 0646089 crediti non contrattuali
con proiezione sabato 20 novembre. Andrea è un quarantenne dalla vita apparentemente ordinaria, ma ha un segreto. Una volta a settimana, all’insaputa di tutti, si trasforma ne “l’Octavia Meraviglia”, la più celebre drag queen delle notti napoletane. Il suo modo per essere felice. Ma quando il segreto verrà svelato, il già fragile legame con la moglie Lucia salterà del tutto; il conflitto coniugale, senza esclusione di colpi, metterà a repentaglio il suo rapporto con il figlio. Pur di non perderlo, Andrea sarà disposto a rinunciare al proprio desiderio? ‘Fino ad essere felici’ si avvale della direzione della fotografia di Francesco Morra, del montaggio di Raffaele Iardino, delle scenografie di Viviana Panfili, dei costumi di Chiara Aversano, delle musiche di Sandro Di Stefano e del suono di Antonio Caspariello.
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“REBOOT RIAVVIAMO IL TEATRO” NUOVA STAGIONE TEATRALE NEST 2021/2022
“Prova a spegnere e riaccendere. Ci si sente dire sempre questa frase quando abbiamo un problema ai nostri dispositivi elettronici. Un reset che dovrebbe rimettere tutto a posto e risolvere ogni problema. Noi siamo stati spenti per quasi due anni e ora finalmente possiamo riaccenderci e sperare che il problema sia risolto e tutto torni a funzionare come prima, se non meglio: riavviamo il teatro”. La Compagnia Nest, ha presentato, lunedì 25 ottobre presso il teatro Nest di San Giovanni a Teduccio, la nuova stagione teatrale 2021/22 dal titolo Reboot riavviamo il teatro. Presenti all’evento inaugurale il pubblico del quartiere, alcuni dei protagonisti della nuova stagione teatrale e per la prima volta, il Presidente della Camera dei deputati Roberto Fico che per l’occasione ha dichiarato: “da esperienze culturali come questa parte il riscatto delle periferie e della nostra città. Avere un teatro a Napoli est è molto importante. Sono luoghi preziosi di arte e di grande aggregazione. È il momento dell’unione in questa città per farla uscire definitivamente da una situazione difficile. Le istituzioni devono essere al fianco delle realtà che con attività culturali e artistiche contribuiscono a scrivere pagine nuove di rilancio e riscatto per i quartieri”. Il Presidente, inoltre, ha voluto acquistare il primo abbonamento sospeso della stagione a conferma del suo reale sostegno. La formula è come sempre quella dei 2 spettacoli al mese e si parte il 6 e 7 novembre con DIVENTA RE della Compagnia Muricena Teatro, uno spettacolo divertente dedicato ai bambini, liberamente tratto dal romanzo “Come si diventa re” di Jan Tarlouw. Il 13 e 14 novembre si prosegue con IN MARCIA, in prima assoluta, della Compagnia Hosteria Fermento, vincitore del bando Over 2020/Emergenze teatrali, il progetto rivolto alla valorizzazione di talenti emergenti in ambito teatrale, ideato e promosso da Argot produzioni, Nest e Dominio Pubblico. Il 18 e 19 dicembre Claudia Potenza e Donatella Finocchiaro con TADDRARITE, trasporteranno il pubblico in
un vortice di confessioni ed emozioni lungo una notte di due sorelle, che affrontano, con sarcasmo, le violenze subite che non avevano mai osato dire. Una nuova produzione Nest, in collaborazione con Mario Tronco, direttore dell’Orchestra di Piazza Vittorio, sarà in scena dal 27 al 30 dicembre e dal 6 al 9 gennaio. Si tratta di COSì FAN TUTTE di Andrej Longo, una storia cantata e recitata come fosse un lungo flash-back da due sole attrici, le Ebbanesis, che dirette da Giuseppe Miale di Mauro, vestono i panni di Fiordiligi e Dorabella. Il regista Marco Lorenzi, della compagnia Mulino d’Amleto, propone, il 15 e 16 gennaio 2022, RUY BLAS #tuttieroi, adattamento dell’opera di Victor Hugo: gli attori/eroi, entrano nel cuore del melodramma ottocentesco e rispolverano per il pubblico tutta la contemporaneità di un testo che si rivela una viva e raffinata riflessione sul senso dell’identità. Vincitore del Roma Fringe Festival 2021 arriva al Nest, il 23 e 24 gennaio, Ca/1000 drammaturgia di Enrico Manzo, un omaggio a Camille Claudel per la
regia di Luisa Corcione. Il 5 e 6 febbraio in scena TOTÒ E VICÉ, i due poetici clochard nati dalla fantasia di Franco Scaldati interpretati da Enzo Vetrano e Stefano Randisi. GIOTTO-STUDIO PER UNA TRAGEDIA è invece lo spettacolo di Giuseppe Provinzano, al Nest il 19 e 20 febbraio, che racconta i tragici fatti di Genova nel 2001. Anche quest’anno non mancherà la formula “Una serata al Nest con”, ciclo di eventi con grandi ospiti a partire dal 6 marzo con protagonista ANNA BONAIUTO che legge l’Amica geniale. L’a solo psicoreografico dal titolo BRAIN DANCE m’abbalan ‘e cervell’ di e con Angelo Curti sarà invece sul palco il 19 e 20 marzo, produzione Teatro Uniti. Seconda serata al Nest con DIEGO DE SILVA il 9 aprile, che presenta Trio Malinconico, spettacolo di musica e letteratura che prende il nome da Vincenzo Malinconico, protagonista dei fortunati romanzi del suo autore, composto da Diego De Silva (voce recitante), Aldo Vigorito (contrabbasso) e Stefano Giuliano Sassofono. Spazio al teatro dei burattini 2.0 per i più piccoli, il 23 e 24 aprile, con LA GALLINELLA E IL CHICCO DI GRANO di Alessandro Gallo, Carmine Luino, Barbara Mattavelli, illustrazioni animate di Carmine Luino. Uno spettacolo dove il linguaggio tradizionale del teatro delle marionette e muppet incontra l’interazione video a supporto delle immagini e della storia che l’attrice racconta. Il 7 e 8 maggio arrivano al Nest i Maniaci d’Amore che mischiando teatro di narrazione, riflessione sociologiche, teatro dell’assurdo e immaginario pop, portano
DOMENICA 31 OTTOBRE 2021 in scena SIEDE LA TERRA, un lavoro contemporaneo che si interroga sulle logiche spietate della gogna pubblica ma anche sul corpo della donna, spesso oggetto di narrazioni subite, e sull’invenzione strumentale dello straniero, del diverso e dell’untore. Chiude la stagione 2021/22 TUTTO SUA MADRE, spettacolo tratto da “Les garçons et Guillaume, à table!”di Guillaume Gallienne il 21 e 22 maggio. Per la prima volta tradotto e presentato in Italia con una produzione che si avvale dell’interpretazione di Gianluca Ferrato, la traduzione di Anna D’Elia, l’adattamento drammaturgico di Tobia Rossi e la regia
25 di Roberto Piana, è un esilarante, sottile e profondo monologo, talmente ricco di personaggi da sembrare una commedia. Con data da definire sarà invece l’incontro con l’attore, sceneggiatore e regista EDOARDO LEO che, attraverso domande del pubblico e racconti di storie che hanno segnato il suo percorso di vita artistica, svelerà alcuni aspetti di sé e del proprio lavoro, della fatica che necessita ogni grande carriera teatrale e cinematografica. Fuori abbonamento e con data da definire sarà invece in scena CONTAINER, lo spettacolo della Compagnia #Giovani’ONest, il folto gruppo di ragazzi cresciuti all’ombra del Nest,
diretti da Andrea Vellotti. La nuova stagione dedica ampio spazio ai laboratori teatrali con grandi artisti, tutti rivolti ai ragazzi dai 16 ai 25 anni, completamente gratuiti. Protagonisti saranno la compagnia Il Mulino di Amleto, Mariano Bellopede con “La musica a teatro”, Francesco Saponaro presenta “Katerina” e Lorenzo Gleijeses in “Drammaturgia dell’attore”. Resta invariata la formula dell’abbonamento sospeso per chi ha voglia di regalare un posto a teatro a chi non ha le possibilità di acquistare i biglietti; 5 biglietti gratuiti per i ragazzi del quartiere di San Giovanni a Teduccio under 18.
CRISTINA CENNAMO
ASSISTENZA VETERINARIA GRATUITA A VITA, IL REGALO DI DOC DI NOLA UN PENSIERO SPECIALE PER I PRIMI 50 DELLA CHIRURGA PLASTICA NAPOLETANA
Aiutare chi soffre, poco importa se a due o a quattro zampe, con la coda o in tailleur. E’ questa la filosofia di vita di Gianmarì Di Nola, brillante chirurga plastica napoletana che dopo essersi distinta nel mondo delle grandi ustioni, del pronto soccorso e non ultimo della lotta al Covid 19 ha scelto di dedicare la restante parte del suo tempo a salvare i quattrozampe, cani o gatti che siano. Una missione quella di Gianmarì, che in auto porta sempre con se il kit di pronto soccorso veterinario per correre dai suoi pazienti pelosi subito dopo aver lasciato quelli umani, che quotidianamente la raggiungono nel suo studio di piazza Sannazaro per attività più piacevoli. Fedele a questo mood, una sorta di estensione del celebre Giuramento di Ippocrate che prevede il rispetto per i pazienti e la loro cura al di là del profitto economico, la Di Nola ha dedicato allora a tutti i quadrupedi bisognosi anche la festa più attesa, quella dei cinquant’anni: una donazione in favore di due cani che lei stessa ha salvato dalla strada e fatto adottare, Pupa e Macchia, che da oggi potranno beneficiare dell’assistenza veterinaria gratuita a vita oltre a coperte e cibo donate ad un’associazione di volontarie, il tutto grazie a Mena D’Agostino dell’Associazione Mani Amiche Ats. Un pensiero speciale per i suoi amici speciali a quattrozampe, insomma, in un giorno da ricordare, trascorso ancora
una volta dividendosi tra i suoi amati pelosi e la sua vita sociale popolata da tanti amici che l’hanno raggiunta all’HBToo di Coroglio per una serata all’insegna del divertimento e del buonumore. Tra questi, accolti dalla festeggiata insieme al marito Andrea Cennamo, il primario di Chirurgia Plastica del Cardarelli Roberto D’Alessio e quello dell’Ospedale del Mare Alfredo Borriello, il responsabile della Chirurgia Senologica dell’ODM Antonio Marano, il primario della Chirurgia Generale e di Urgenza del Pellegrini Corrado Fantini,
il Primario della Scuola di Specializzazione della Vanvitelli Giuseppe Ferraro, il direttore UOC ortopedia e traumatologia di Sessa Aurunca Stefano Auletta, Tommy Ricozzi, Roberta D’Aniello, Michele Romano e tanti altri immortalati dagli scatti di Francesco Begonja e divertiti dalle luminose performance di body painting eseguite in loco da Luigi Mammalella. Assenti giustificati il Rettore dell’Università Vanvitelli Prof Gianfranco Nicoletti e l’ex assessore regionale alla sanità Angelo Montemarano, che hanno inviato all’amica festeggiata dei graditi messaggi di auguri per un importante giro di boa. Oltre a svolgere il mio lavoro di chirurgo plastico cercando di migliorare l’aspetto delle persone – racconta la dottoressa mi sono dedicata anche alla chirurgia e medicina di urgenza dove ho salvato diverse vite ma ho visto anche morire altre persone per le quali non c’era più nulla da fare. Situazioni emotivamente forti che mi hanno insegnato il rispetto e l’amore per la vita: non solo per la mia o degli altri ma sopratutto dei più deboli, tra cui gli animali. In macchina accanto alla borsa con gli strumenti chirurgici ho anche cibo, acqua e borsa di emergenza per cani e gatti di strada, appena posso tolgo la divisa da chirurgo per indossarne una più umile e metterli in sicurezza, dargli da mangiare, trovare un rifugio sicuro e farli adottare. E’ il senso della vita”.
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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA AVV. FRANCESCO POLIZIO
IL DISSESTO AMMINISTRATIVO E FINANZIARIO DEL COMUNE DI NAPOLI
L’esperienza di De Magistris alla guida della città di Napoli ha prodotto il dissesto amministrativo e finanziario della terza città d’Italia. Il disordine amministrativo e finanziario lasciato in eredità al nuovo Sindaco, Prof. Gaetano Manfredi è impressionante e senza precedenti. La Città di Napoli non meritava un affronto così gravoso e così gravido di conseguenze per i cittadini e per la collettività con l’aumento al massimo della tassazione. Il conflitto continuo e permanente del Sindaco De Magistris contro il governo centrale è sempre stato utilizzato per allontanare le valutazioni sull’operato degli amministratori che hanno determinato il disordine amministrativo sul versante del fabbisogno del personale e del disordine dei conti lasciando una consistente debitoria che non può non concludersi con la declaratoria del dissesto finanziario. I miliardi di debito che gravano sul comune di Napoli impongono un provvedimento consiliare di chiarezza sulla situazione finanziaria. La giunta De Magistris ha innescato il conflitto con il governo e la Corte dei Conti per sopravvivere e per evitare il dovuto e necessario pronunciamento di dissesto finanziario. La nuova giunta Manfredi non può sottrarsi all’esame consiliare dei conti ed assumere le conseguenti deliberazioni nella direzione della sistemazione contabile e della quantificazione precisa e puntuale della debito-
ria. Il sindaco Manfredi sbaglia a pronunciarsi contro il dissesto finanziario ed amministrativo che, purtroppo, è nei fatti. È giusto mettere un punto fermo alla disordinata gestione dei conti, fissare il quantum debitorio all’inizio della legistratura amministrativa e predisporre il programma di risanamento, lasciando alla commissione di liquidazione il retaggio del passato debitorio. Il Sindaco De Magistris deve presentare la relazione di fine mandato che va trasmessa agli organi competenti per la valutazione. In conformità a quanto contenuto nel D.lgs 149/2001 il capo dell’amministrazione comunale deve redigere un atto rendicontatore delle attività amministrative a contenuto contabile. La relazione di fine mandato è una rendicontazione dovuta da presentare non oltre il sessantesimo giorno antecedente la data di scadenza del mandato ovvero entro 20 giorni dal provvedimento di indizione delle elezioni in caso di scioglimento anticipato del consiglio comunale. La relazione va comunicata alla sezione regionale di controllo della Corte dei Conti per l’esame, la valutazione e per le eventuali sanzioni, dopo la certificazione da parte dell’organo di revisione dell’ente. Allo stato non vanno trascurate le decisioni della Corte dei Conti sui documenti contabili del comune che andranno valutati dagli organi competenti sia in relazione alle responsabilità di natura erariale per i
danni prodotti alla collettività ed alle casse comunali, sia in relazione alle responsabilità di natura penale per le evidenti e macroscopiche violazioni di legge e regolamentari nella redazione dei documenti contabili. Basta ricordare la condanna degli amministratori di Catania per la gestione contabile del comune, la più recente condanna degli amministratori di Aversa per la gestione del patrimonio comunale e la recente indagine sugli amministratori di Palermo per le numerose irregolarità nella redazione del bilancio comunale per falso ideologico in atto pubblico. Al Comune di Napoli i bilanci comunali presentavano sempre una sovrastima delle entrate e si spendeva nell’ottica delle previsioni senza procedere alla verifica dovuta degli introiti e senza monitorare periodicamente, come prevede la legge, quanto veniva incassato e riscosso, adottando tutti i provvedimenti utili per raggiungere l’equilibrio. La Giunta Manfredi fa bene ad invocare un provvedimento legislativo di revisione delle procedure di dissesto per il riordino contabile dei comuni che ha tempi lunghi e non prevedibili, ma non può ritardare ulteriormente un pronunciamento sul dissesto con la presentazione di un piano di risanamento credibile ed un piano triennale del fabbisogno del personale, per iniziare il buon governo della città di Napoli e rispondere alle urgenze sociali ed economiche della collettività rappresentata.
COMUNICATO STAMPA
IL SINDACO LUIGI MAGLIONE HA NOMINATO IL VICESINDACO
Con proprio decreto, il sindaco Luigi Maglione ha nominato il primo assessore della nuova giunta comunale. Il neo assessore è Elisabetta Puzone, alla quale è stato affidato anche l’incarico di vicesindaco. Il primo cittadino si è riservato di affidare successivamente, al vice sindaco, le deleghe di lavoro istituzionali. Elisabetta Puzone, candidata a sindaco alle elezioni amministrative del 2020 per il Movimento 5 Stelle, ha ricoperto, precedentemente, il ruolo di consigliere comunale.
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FRANCESCA PANICO
OLTRE LA LINEA D’INVERNO”
Creare ponti, connessioni culturali ed emotive, con una danza di prossimità. Al via dal 5 novembre al 19 dicembre “Oltre la linea d’Inverno”, il Festival dedicato alla danza contemporanea, nei piccoli teatri di prossimità. Con un calendario di appuntamenti concentrato nei fine settimana, che si dispiega in differenti teatri della Campania, la manifestazione si propone di coinvolgere sensorialmente ed emotivamente il pubblico attraverso un caleidoscopio di forme, colori e im-
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magini. Ad aprire la manifestazione, il 5 novembre, al Teatro ZTN di Napoli, saranno Akerusia danza e Itinerarte con Quasi cielo, Funamboli e Assoli da Terra di Nessuno. Il Festival, la cui direzione artistica è affidata a Sabrina D’Aguanno e Rosario Liguoro, oltre a dare spazio a tante realtà regionali impegnate nella ricerca dei linguaggi corporei, prevede il coinvolgimento di importanti compagnie ospiti, provenienti da diverse zone del territorio nazionale: da Excursus/ Pindoc di Roma, la compagnia diretta da Ricky Bonavita, a Dancehouse company di Milano co-diretta da Susanna Beltrani, Matteo Bittante e Annamaria Onetti. E ancora, Sosta Palmizi di Arezzo, il collettivo contemporaneo Ofbalance di Alessandria diretto da Massimo Perugini, e La Terra Galleggiante di Pinerolo (TO). «Con Oltre la linea d’inverno abbiamo scelto di coinvolgere i piccoli teatri raccontano Sabrina D’Aguanno e Rosario Liguoro - per cercare di dare voce e supporto a spazi meno tradizionali e particolarmente penalizzati dal momento storico. Teatri con massimo 100 posti, caratterizzati da un intenso e fattivo rapporto con il territorio, con vocazione all’inclusione sociale e alla ricerca di forme sperimentali di spettacolo dal vivo. Questi luoghi ospiteranno un festi-
val itinerante fortemente improntato sulla rappresentazione di forme e linguaggi della danza espressi in dimensioni intime e accattivanti.» Ogni sera, saranno rappresentati assoli di danza o nella forma di duetto, studi o stralci di spettacoli di maggiori dimensioni, adattati a spazi piccoli, con incursioni di altri linguaggi d’arte: dalla musica al teatro, dalle arti mimiche al teatro di figura e di immagine. Durante il festival verranno proposti alcuni laboratori di movimento per coinvolgere non solo gli addetti ai lavori ma anche i giovani del territorio o tutti coloro che ne possano essere incuriositi. L’arte si fa strumento di unione e condivisione. Oltre la linea nasce nel 2010 per volontà dell’associazione Itinerarte, presieduta da Rosario Liguoro, con l’intento di mettere più realtà associative a confronto, operanti nell’ambito della danza contemporanea. Il suo scopo è di sviluppare nuovi linguaggi espressivi della danza che privilegino la sperimentazione e le tecniche legate all’improvvisazioni. Una delle caratteristiche fondanti di Oltre la linea è l’abbinamento di workshop con i veri e propri spettacoli, e della danza con altre forme di comunicazione. Il Festival Oltre la linea d’inverno è realizzato con il contributo del MIBACT e il patrocinio della Regione Campania.
STAGIONE TEATRALE 2021-2022
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FLASH MOB AL BENE CONFISCATO DOPO LE MINACCE LE ISTITUZIONI:“UNITI VINCIAMO CONTRO LA CAMORRA”. AL VIA I LAVORI PER IL CENTRO FAMIGLIA
Casalnuovo. Un flash mob per ribadire il fermo ‘no’ alla camorra. A seguito degli atti intimidatori e dei danneggiamenti registrati all’interno di un bene confiscato alla criminalità ubicato nella frazione di Casarea, questa mattina sono cominciati i lavori per l’adeguamento e la realizzazione del ‘Centro famiglie’ per le Politiche Sociali. Ad affiancare il sindaco di Casalnuovo, Massimo Pelliccia, nell’ iniziativa questa mattina sono intervenuti il sindaco di Acerra, Raffaele Lettieri, l’assessore Rosanna Gemni per il Comune di Pomigliano d’Arco, il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli e la consigliera regionale Vittoria Lettieri, intervenuta in rappresentanza della commissione campana di vigilanza sui beni confiscati alla camorra presieduta dall’On.Giampiero Zinzi. Alla manifestazione hanno preso parte diversi consiglieri comunali ed assessori, insieme alle rappresentanze delle associazioni che gestiscono immobili sequestrati, dirigenti scolastici e docenti ed il coordinatore provinciale di Libera, Antonio D’Amore. “Era fondamentale per noi lanciare un segnale di forte impegno – ha dichiarato il primo cittadino di Casalnuovo – la violenza e le minacce di questi giorni non ci fanno arretrare di un solo millimetro. Anzi, andiamo avanti agendo il più velocemente possibile. Noi Sindaci siamo fortemente esposti: spesso siamo destinatari di minacce e gesti estremi. A me è capitato più volte, ma non bisogna arrendersi. Questo flash mob vuole essere un atto dimostrativo per spingere le Istituzioni competenti a mettere in campo le forze necessarie per restituire socialmente questo bene dall’alto valore simbolico”. “Questa mattina non potevamo manca-
C&C
re – ha dichiarato la vicepresidente della Commissione sui beni confiscati della Regione Campania, Vittoria Lettieri – saremo sempre accanto ai sindaci per tutelarli ed affiancarli in queste battaglie per la legalità. Episodi come questo, purtroppo, non sono isolati, ma non mancherà il nostro impegno. Siamo qui per testimoniare che questi beni appartengono alla comunità e vanno tutelati con l’interesse ed il lavoro di tutti”. Il Comune di Casalnuovo di Napoli, che vanta il 100% del riutilizzo dei beni confiscati presenti sul territorio comunale, dal 2015 ad oggi ha avviato diversi percorsi di riutilizzo che hanno portato all’assegnazione delle strutture attraverso appositi avvisi pubblici rivolti alle associazioni e/o agli enti no profit e del terzo settore. Terminati i lavori, il bene di Casarea diventerà il primo Centro per le Famiglie delle Politiche Sociali, de-
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stinato ai minori. Poi si procederà con l’apertura in un altro bene confiscato dove prenderà vita la prima casa rifugio per donne vittime di violenza. Lo sportello antiviolenza comunale, attivo dal 2016, ha in carico oltre 150 donne che hanno denunciato soprusi e violenze domestiche. La struttura sarà dotata di una ludoteca ed un intero piano sarà dedicato all’accoglienza ed all’assistenza psicologica, legale e sociale, delle donne che avviano un percorso di fuoriuscita dalla violenza. “Non dimentichiamoci – ha concluso il sindaco Pelliccia - che questi danneggiamenti rappresentano un chiaro atto intimidatorio per impedire che questo bene rinasca. C’è chi vuole che questo appartamento rimanga al buio, noi invece lo porteremo alla luce trasformandolo in luogo di tutti, per tutti”.
Via Pietro Casilli, 26 80026 Casoria (NA) Tel. 08103086022
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CONSORZIO CIMITERIALE TRA I COMUNI DI
CASORIA ARZANO CASAVATORE
AVVISO In occasione della Commemorazione dei Defunti, questo Cimitero di intesa con il Cappellano, ha stabilito gli orari per le celebrazioni delle Sante Messe presso la Chiesa Madre
Lunedì 1° Novembre - Solennità di tutti i Santi Ore 9.00 Santa Messa - Celebrata dal Cappellano sac. Elpidio Moccia Ore 10.00 Santa Messa - Celebrata dal Cappellano sac. Elpidio Moccia Ore 11.00 Santa Messa - Celebrata dal Cappellano sac. Elpidio Moccia
Martedì 2 Novembre - Commemorazione dei Defunti Ore 9.00 Santa Messa - Celebrata dal Cappellano sac. Elpidio Moccia Ore 11.00 MESSA SOLENNE Presieduta dal – Vescovo Ausiliare - animata con i canti delle Suore Sacramentine, con la partecipazione delle autorità Militari, Civili, Sindaci dei Comuni Consorziati. Infine si ricorda che il Cimitero straordinariamente rispetterà il seguente orario di apertura al pubblico: dal 29/10 al 02/11 - apertura ore 8.00 – chiusura ore 17.00. Il Direttore Consortile Avv. Francesco Leo
Il Cappellano
Il Presidente del Consiglio Consortile
Sac. Elpidio Moccia
Dott. Michele Bruno
..Benché io cammini nella valle della profonda ombra, non temo alcun male perché tu sei con me; la tua verga e il tuo bastone mi rassicurano. Salmo 23.4 Arzano (NA) Via Porziano, snc - 80022 - Tel 081/7311070 e_mail: ufficio.necroscopico@cimiteroarzanocasavatorecasoria.gov.it - http://www.cimiteroarzanocasavatorecasoria.gov.it
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