DOMENICA 5 DICEMBRE 2021
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Settimanale di Informazione
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ANNO XXI - N° 44- DOMENICA 5 DICEMBRE 2021
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2 L’EDITORIALE DI NANDO TROISE
“GLI INDIFFERENTI”
“DAL LETAME E DALLA MONNEZZA PUÒ NASCERE UN FIORE?” Usciamo dall’estate più imbarazzante della storia della Città di Casoria: non ci sono stati gli assalti ai due Municipi situati nella piazza dedicata a Dome� nico Cirillo, piazza che ha subito uno stupro violento da parte sia da chi l’ha progettata, poi da chi l’ha realizzata ma maggiormente da tutti coloro che in consiglio comunale ed in giunta muni� cipale l’hanno approvata. E’ stata l’e� state del grande successo ottenuto dal parco urbano nato grazie alla determi� nazione ed alla volontà del Sindaco Pa� squale Fuccio(in carica dal 20 giugno 2016 al 30 dicembre 2018) tra la fine di via Michelangelo e la Circumval� lazione Esterna di Napoli; l’estate di tutti coloro che si chiedono da tantis� simi anni e da tantissime campagne elettorali la destinazione d’uso delle aree dismesse Rhodiatoce, Resia e Tubi Bonna; l’estate del primo anniversario ad amministratore unico della società in house a completo capitale pubblico Casoria Ambiente di Massimo Iodice il quale rivendica nel suo operato an� nuale, “lancio dell’app, riduzione dei tempi per lo smaltimento degli “ingombranti”, cooperativa esterna per il servizio di spazzamento e di diserbo, prossima apertura di una seconda isola ecologica nella zona Lufrano. Ampliati i servizi per la raccolta degli oli esausti e degli indumenti dismessi; il servizio per i rifiuti co.vi.d. Videosorveglianza in alcune zone”; gli incendi dei siti di stoccaggio hanno causato il problema degli ingombranti; l’estate che vede an� cora chiusa la magnifica Cappella del Carmine, seicentesca opera religiosa giusto in mezzo tra la Basilica di San Mauro ed il Santuario di San Benedet� to; l’estate 2021 è l’estate precedente all’estate del 2020, cioè quella che fu e sempre grazie a Pasquale Fuccio l’e� state delle Universiadi ed invece oggi il PalaCasoria è sempre più abbandonato, nell’attesa dell’apertura del cantiere di lavoro che dovrebbe o deve consegna� re questo panettone costato 40 miliardi di lire alla mia e nostra Città al Vol� ley Casoria che sta disputando la serie B nazionale a Giugliano, alla pallaca� nestro, alla boxe della famiglia Picar� di, al calcio a 5, al taekwondo; è stata l’estate del Comandante al Comando
di Polizia Municipale nonché dirigen� te del settore degli interventi di polizia sul territorio, viene da Mondragone, si chiama Giuseppe Sciaudone, diminui� scono sempre di più i poliziotti munici� pali; l’estate delle continue fibrillazioni all’interno del Partito Democratico, il partito di Pasquale Fuccio, già Sinda� co di questa Città fino a dicembre 2018 colui che fu accusato, subito dopo il 4 marzo, di essere il vero colpevole del� la pesante sconfitta elettorale subita da Nicola Marrazzo; il convegno del PD alla Ludovico da Casoria sul piano di ripresa e resilienza ha visto la parte� cipazione del deputato europeo Andrea Cozzolino, del consigliere regionale Massimiliano Manfredi e del segreta� rio provinciale Marco Saracino, con la partecipazione di Antonella Ciaramella e del gruppo consiliare con assente solo e proprio Pasquale Fuccio. Qualche accenno ad una eventuale ri� cucitura con pochissime critiche sul quadro politico ed amministrativo che gestisce la Città di Casoria; è����������� ������������ stata l’e� state della presentazione della nuova Giunta Municipale che è il motivo del contendere; a molti non piace; l’estate dell’architetto Salvatore Napolitano, il dirigente del settore Assetto del Territorio al quale pesa moltissimo la direzione del settore Lavori Pubblici; l’estate delle interrogazioni critiche nel confronti dell’Amministrazione Comu� nale guidata dal Sindaco Raffaele Bene, da poco passato ad Italia Viva e com� posta da Campania Libera ed altre liste civiche; a quelle dell’avvocato France�
sco Polizio si susseguono i tanti ricorsi presentati maggiormente proprio dal gruppo consiliare del PD. L’estate dei corteggiamenti nei confronti del grup� po consiliare del Movimento 5 Stelle. L’estate di SCANDALO ACQUA, la sparizione dell’acqua a Casoria con rubinetti a secco e cittadini disperati: a fine agosto drammatico risveglio per migliaia di famiglie a nord di Napo� li sorprese dall’improvvisa rottura di un vetusto quanto strategico adduttore idrico. L’estate di San Ludovico nel mondo con i 150 anni della fondazione dell’I� stituto Serafico di Assisi per la cura dei bambini pluriminorati e ciechi. L’estate delle scuole da rifare e non ri� fatte. Sopravvissuta a decenni di tagli, rifor� me e controriforme, allo tsunami della pandemia ed alla Didattica a Distanza è cominciato in presenza l’anno scola� stico 2021/2022, tra speranze e timori, vecchi e nuovi problemi organizzativi e sanitari. L’estate del voto a Napoli, ad Afragola ed in altri Comuni. La proclamazione dei consigli comunali di Napoli, Afragola ed Arzano. L’estate del PD contro il Sindaco. In estate Raffaele Bene ha presentato la G.M. al completo; poi il PUC, i PICS e tanto altro. Non si stupiscano i lettori della fetida franchezza del titolo: in realtà, il riferi� mento è alto e sottintende una speranza che, ci auguriamo, non sia solo nostra. La frase integrale di “Via del campo”, titolo della canzone di Fabrizio De Andrè (strada, non a caso, di prostitute e magnaccia è “dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori”). Ora, quale sia il letame che ha sommer� so la Città di Casoria, è sotto gli occhi di tutti: è dal 1989 che denuncio la mio� pia, l’arroganza, l’imprevidenza, la su� perficialità, l’atteggiamento camorristi� co e mafioso e la cialtroneria di chi ha retto per tanti anni le sorti di quella che una volta era una Città in cui ci si veni� va a curare la tosse convulsa per l’aria sopraffina e che, poi, divenne, a detta dell’allora Presidente della Repubblica, Giovanni Gronchi, “la Sesto San Giovanni del Sud”.
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Nessun dirigente di azienda, neanche nessun padre di famiglia – per quanto ricco, per quanto impunito, per quanto protetto – avrebbe mai gestito le cose a lui care con la stessa scellerata stupidi� tà. I Grandi Peccatori del Passato sono coloro che spendendo qualche milione di euro hanno partorito quell’obbrobrio di Piazza Domenico Cirillo e Piazza Trieste e Trento; oppure spendendo due miliardi più iva di lire compraro� no gli uffici al Parco Le Querce in via Po, da cinque anni e mezzo abbando� nati; quelli che spesero 40 miliardi di lire per costruire il PalaCasoria, da due anni chiuso, ed annessa piscina e tutti sanno o dovrebbero sapere a cosa è ser� vito alla mia Città; i due miliardi di lire per una area dismessa a pochi centime� tri da Napoli (la Snaidero): un elenco infinito. Chierichetti innocenti, invece, hanno ridotto le vie del Centro Antico nelle condizioni del presente; Eppure, la forza della passione, deve avere veramente qualcosa di magico, se si trovano ancora migliaia di cittadi� ni disposti a perdonare tutto, a credere a tutto; fino al masochismo, fino alla cecità. Questo popolo sussidiato ringrazia, anonimo ed annoiato, il posto di archi� tetto o quello di vigile urbano; il contri�
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buto, l’incarico per organizzare feste e festini; invece, gli altri, chiusi nei loro appartamenti, pensano che il loro diva� no o la loro cucina siano l’ombelico del mondo. NON PARTECIPANO. La nostra Città, Casoria, è sopravvissu� ta alle macerie della guerra, è soprav� vissuta al terremoto del 23 novembre del 1980, è sopravvissuta a delusioni cocentissime come lo scioglimento per camorra o quelle implose con dimissio� ni dal notaio di 13 consiglieri 13. Casoria è sopravvissuta ai concorsi truccati, manipolati, gestiti sempre e solo dai soliti personaggi, scegliendo tra i loro adepti. Casoria è riuscita a sopravvivere nell’attesa di tutti i Pia�
ni Urbanistici Comunali passati per il Consiglio Comunale. Raffaele Bene, i suoi giovani consiglie� ri comunali e gli assessori (presentati alla stampa ed alla città in un pome� riggio estivo) vorrebbero ridare, dopo l’estate, adesso nel mese che porta al Natale, una euforia nonostante sappia� no bene o se non lo sanno glielo stiamo dicendo, anche le due estati di questa amministrazione sono state rappresen� tate da mille bugie e da una imbaraz� zante micragna. Così tutti di nuovo a scodinzolare acri� ticamente e a pensare che il gioco delle tre carte possa improvvisamente sanare ogni magagna.
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4 ANTONIO BOTTA
POLIS NOSTRUM SU NANO TV: IN STUDIO IL CONDUTTORE MAURIZIO CERBONE AFFIANCATO DA NANDO TROISE
COMMENTI SU FATTI ACCADUTI A CASORIA E DINTORNI Altra puntata di Polis Nostrum su Nano Tv, condotta da Maurizio Cerbone, affiancato dal giornalista Nando Troise, Direttore di Casoria due. Prima notizia, il trentesimo anniversario della morte di Freddy Mercury, il geniale chitarrista dei Queen, morto il 24 novembre 1991 di AIDS che, “ancora oggi”, come ha detto il Conduttore, “miete migliaia di vittime. In una breve intervista sul famoso musicista rilasciata a Cerbone, il gestore del locale “Official bar”, Rosario Iafaioli, ha dichiarato che il suo mito tuttora rimane, molto noto anche alle nuove generazioni, anche per il film del 2018 sulla sua vita e sulla sua carriera. Egli è da tutti considerato “una grande icona della musica rock, che è da affiancare ai più grandi cantanti di ogni epoca, quindi idolatrato come merita”, “da affiancare”, come ha aggiunto Troise, ad un altro grande chitarrista e cantautore, Jimi Hendrix, “artista della mia generazione, ma ugualmente noto a quelle successive”. Dopo il doveroso tributo a Mercury nel trentesimo anniversario della sua morte, si commenta la notizia di un anziano di Casoria caduto dal settimo piano in via Giovanni Rocco, non è esclusa l’ipotesi di suicidio. “I sanitari, accorsi sul posto, hanno potuto solo constatarne la morte. Presenti i Vigili del fuoco, per rimuovere il corpo, e la Polizia locale”. A tal riguardo, l’Ospite fa notare che i vigili urbani locali, benché in numero ridotto per una serie di motivi, tra cui quello del pensionamento, sono comun-
Un anziano, caduto dal settimo piano, in via G. Rocco: suicidio? Carenza di organico nella Polizia Municipale; acqua piovana nella biblioteca comunale; condanna a 16 anni e 8 mesi per Armando Del Re, per il ferimento della piccola Noemi tre anni fa, in piazza Nazionale, Napoli; a Cardito, celebrazione della “Giornata contro le violenze sulle donne”; nei pressi di Caivano ritrovata roba occultata dalla criminalità. que sempre attivi sul territorio, tra l’altro molto esteso, perché comprende “due città”, Casoria e la megafrazione di Arpino”. Sull’ipotesi suicidio, Troise ricorda che “una decina di anni fa, dal settimanale Casoriadue, ma anche da altri giornali, chiedevo all’amministrazione comunale dell’epoca e all’ASL locale, Distretto 43, di organizzare uno screening sociologico, per capire la causa di tanti casi di suicidi nel territorio. Purtroppo, se fosse accertata l’ipotesi del suicidio, staremmo a commentare il terzo suicidio avvenuto a Casoria fra ottobre e novembre: il luogotenente della Polizia locale, Aristide De Marco, il suicidio della signora Carmela in via Rossini, a pochi passi dal Cimitero, e quello dell’anziano, che stiamo commentando,
anche se, al momento, è solo una ipotesi. Considerando il numero di suicidi avvenuti a Casoria, anche negli anni scorsi, la Città potrebbe vantare, il condizionale è d’obbligo, il triste primato di località con il più alto numero di persone che scelgono di porre fine alla propria vita, ecco il motivo per il quale chiesi, a suo tempo, lo screening, ma la mia proposta non fu presa in considerazione. Intanto, si continua a morire per suicidi e si ignorano motivi”. Casoria,interloquisce Cerbone, è sotto i riflettori anche per i casi di morti ammazzati, “se ne parlava con il sindaco Bene nella trasmissione “Hermes”, trasmessa ogni martedì, alle 17,30, condotta dalla collega Carmen Di Pierno su Nano Tv, nella quale si è fatto anche riferimento all’uccisione
del giovane di 27 anni Gianluca Coppola; come ospite, il giornalista di cronaca nera de “Il Mattino”, Marco Di Caterino, amico della famiglia Coppola”. “Marco” dice Troise “è un mio amico e in occasione di eventi delittuosi accaduti a Casoria gli ho fornito il mio aiuto, così come anche ad altri colleghi”. Ha citato, al riguardo, l’uccisione di Stefano Ciaramella, di Andrea Nollino, Antonio Coppola, Carmela Parisi, Andrea Esposito, bambino di nove anni, ucciso nel bar del mercato ortofrutticolo dove lavorava come garzone, durante un agguato al titolare del locale, fino al giovane di 19 anni, ucciso per errore in terza traversa Castagna; di questo omicidio è stato individuato e arrestato l’omicida grazie alla collaborazione nelle indagini degli amici del ragazzo assassinato. “Certo” aggiunge “commentare tre suicidi avvenuti nel giro di un mese, sconcerta e fa riflettere”. Cerbone gli chiede se non sia anche una sconfitta delle politiche sociali e l’ospite risponde che a tale osservazione l’istituzione locale dà sempre la stessa risposta: “ Non abbiamo né personale né soldi”. Aggiungerei che il suicidio, di solito conseguenza dell’emarginazione sociale e della solitudine, acuita da problemi economici e di salute, è certamente un problema che riguarda le ASL e le politiche sociali, ma non solo: è necessaria una sinergia, una cooperazione tra varie realtà che operano in un territorio: cittadini, volontariato civile, associazioni, parrocchie, comunità
DOMENICA 5 DICEMBRE 2021 religiose. In una città che vanta tre Santi e una Beata, dov’è la prossimità di cura? Dov’è l’ardore di carità che spinse S. Ludovico a “darsi” e a “farsi uno” con i più poveri fra i poveri? Dov’ è la solidarietà di vicinato di persone che vivono nello stesso condominio, ma ciascuno ignorando i problemi degli altri? Nei caseggiati, nei quartieri, da uno a dieci, a quale cifra corrisponde il grado di senso di umanità, di attenzione premurosa verso i vicini e a quale cifra, invece, il sentimento di indifferenza, di senso di paura, di estraneità? Qui si richiama la responsabilità della coscienza collettiva, di un’intera comunità! Dopo la lamentela di Troise rispetto al fatto già segnalato nella precedente trasmissione dello scarso rilievo dato dai mezzi di informazione agli eventi positivi (Luca Maresca, casoriano, campione del mondo nella squadra nazionale di Karatè e 400° anniversario della prima messa celebrata nella chiesa S. Mauro), con uno stralcio dell’intervista al sindaco Bene nella trasmissione Hermes, mostrata agli spettatori web, si torna a parlare di Polizia locale. Sul presidio del territorio, Bene fa la seguente osservazione: “Disponiamo di 35 vigili urbani che devono coprire 13 kmq, comprendenti anche la frazione Arpino; di essi, solo 8 hanno un’età di
circa 40 anni, 10 sono adibiti ai servizi esterni, occupandosi di viabilità, 4 vigili in orario antimeridiano, 2/4 al pomeriggio”. In studio il commento di Cerbone: “Bene segnala la carenza del personale della Polizia municipale e, quindi, in una situazione di dissesto finanziario l’impossibilità delle istituzioni locali di assicurare il controllo del territorio”. Il Direttore di Casoriadue, approfondendo tale questione, già accennata in precedenza, spiega che è un problema non recente, dovuto alla mancanza di assunzioni dopo il collocamento a riposo di diversi vigili, sottolineando che la carenza si è aggravata per la morte dei luogotenente De Marco e di Gennaro Esposito. Pone in rilievo anche la distanza tra Arpino e Casoria, ben 6 chilometri separano la Frazione dal Centro urbano, e ciò aggrava ulteriormente il problema di garantire controllo sul territorio. “E’ sempre mancata una sinergia tra Arpino e Casoria” denuncia “mai provvedendo con una organizzazione politico – amministrativa, in grado di gestire una realtà territoriale complessa; mi riferisco alle municipalità, come a Napoli. Eppure, abbiamo avuto in seno all’amministrazione consiglieri e assessori di Arpino, in Parlamento siede un deputato della nostra zona, Gennaro Migliore, che pura
5 è stato sollecitato da me in merito, ma niente! Lui e altri non dedicano nemmeno l’un per cento del loro impegno politico a Casoria e dintorni”. A seguire, il commento delle foto in cui si evidenzia che l’acqua piovana scorre nella biblioteca comunale, dedicata a don Mauro Piscopo. Eppure, osserva Troise, altre biblioteche civiche di città vicine, benché costruite molto tempo prima della nostra, si trovano in condizioni molto migliori. “Ho inviato le foto con i secchi in cui è raccolta l’acqua a tutti, tre le risposte, ognuna diversa dall’altra”. Per completezza dell’informazione, occorre aggiungere che il Comune, dopo la segnalazione di Troise, è intervenuto per impedire che filtri all’interno della biblioteca l’acqua della pioggia. Successivamente, la notizia fornita da Cerbone, a lui inviata in diretta dal giornalista Enrico Tedesco, sullo sconto di pena per Armando Del Re, al quale, dai 18 anni comminati un anno fa, è stata inflitta una pena di 16 anni e 8 mesi per il ferimento della piccola Noemi in piazza Nazionale nel maggio di tre anni fa, pena ridotta per la confessione resa. Visione, poi, di un breve servizio nel quale è stato mostrato che i Carabinieri hanno portato via da un prefabbricato in via Palmieri a Casolla, in una zona periferica di Caivano, con un
furgone un borsone pesante, contenente probabilmente roba occultata; Cerbone ha avanzato l’ipotesi di armi e /o di denaro. L’operazione delle Forze dell’ordine è stata segnalata a Cerbone da Pino Grazioli. “Continua senza sosta”commenta Cerbone” l’attività dell’Arma dei Carabinieri per smantellare la criminalità nel parco Verde. Sembra che l’operazione mostrata sia legata all’omicidio di Antonio Natale. Nella parte finale di Polis Nostrum si è parlato, oltre che della celebrazione della “Giornata contro la violenza sulle donne e le violenze di genere” a Cardito, del terremoto del 23 novembre 1980 con la testimonianza di Troise e della festa svolta in occasione della ricorrenza dei 50 anni del periodico Campania sport, in cui sono stati anche premiati il prof. Ernesto Milano, il calciatore Improta in memoria di Nando Pannone, Vincenzo Pisacane, “primo talent scout”, come ha sottolineato Troise “di calcio giovanile negli anni 60, artefice con l’allenatore Vincenzo Di Palo dei brillanti risultati della squadra Real Afragola, vincitrice di titoli regionali”. Il programma si è concluso con un servizio giornalistico di Di Domenico Silvestre sul super green pass, sui vaccini obbligatori per gli operatori sanitari, per le Forze dell’Ordine e per i docenti, servizio mandato in onda su Nano TG la sera precedente.
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S. GIORGIO A CREMANO: NELLA BIBLIOTECA CIVICA VILLA BRUNI PREMIAZIONE DEL CONCORSO LETTERARIO “UNITI PER LA LEGALITÀ”
PER UNA CULTURA AL SERVIZIO DELLA GIUSTIZIA E DELLA SOLIDARIETA’
Kermesse letteraria di alto spessore culturale, formativo e sociale, il 26 e il 27 novembre scorsi, nella biblioteca comunale Villa Bruno di S. Giorgio a Cremano, dove sono stati premiati i vincitori della 5° edizione del concorso letterario internazionale “Uniti per la legalità”, di cui è Fondatore e Presidente il poeta, scrittore e giornalista Francesco Gemito. All’Evento, condotto impeccabilmente da Filomena Domini , hanno partecipato Anna Gaeta, Ida Falcone, Natascia Lipari, Tania Sorrentino e Roberto Coppola con la moglie Elisa, familiari di vittime innocenti della criminalità. Nei loro interventi, hanno espresso il profondo dolore per la perdita dei propri cari – Simone Frascogna, Patrizio Falcone, Roberta Perillo, Maurizio Cerrato, Gianluca Coppola, ai quali i premi sono stati dedicati, - ponendo in rilevo il fermo proposito di trasformare la loro sofferenza in impegno costante nella denuncia dell’illegalità, per costruire una società più giusta, più solidale e umana, generativa di vita e di speranza contro le logiche di morte e di disperazione delle mafie. I convenuti alla manifestazione, alzandosi in piedi, hanno a lungo applaudito gli interventi, colpiti dalle loro parole incisive e forti, capaci di dare voce al loro dolore, ma anche di diffondere la luce oltre il buio, di infondere nei cuori e nelle menti degli astanti il coraggio di risollevare il capo, senza tenerlo chino per la paura, senza volgere lo sguardo dall’altra parte per indifferenza, spronati a esercitare nei comportamenti pubblici e privati, la solidarietà, la libertà dal male per esercitare la libertà di compiere il Bene, per incarnare la rettitudine, l’onestà, la trasparenza, la non violenza, la giustizia sociale e la solidarietà. E’ la stessa finalità del Premio “Uniti per la legalità” che promuove, mediante la poesia, la narrativa e il giornalismo, una cultura rispettosa dei valori predetti sui quali si fondano i principi costituzionali della nostra Repubblica democratica e parlamentare, valori ben esaltati nei lavori accuratamente esaminati e selezionati da
HANNO PRESENZIATO I FAMILIARI DI VITTIME INNOCENTI DELLA CRIMINALITÀ, TRA CUI I GENITORI DI GIANLUCA COPPOLA, GIOVANE DI CASORIA, MORTO IN UN VILE AGGUATO una prestigiosa giuria, composta dai seguenti membri: prof.ssa V. Caso, poetessa e Presidente di “Clarae Musae”, R. Pannico, giornalista e poetessa, E.Zambetta, poeta dialettale, dott. C. Sframeli, cav. G. Monopoli, prof.ssa M. L. Iavarone Presidente dell’associazione ARTUR, poetessa D. Farcos, poetessa D. Pinto, prof.ssa R. Di Donato, poetessa M. Talabà, dott. sa G. Vollaro, dott.ssa Nina Giordano, poetessa e scrittrice M. T. Infante, prof. ssa R. Capisi, prof.ssa A. Vitale, poetessa Tonia D’Angelo. Ospiti d’onore, Rosalia Porcaro e Pino Imperatore: l’Attrice, di origi-
ni casoriane, ha divertito e commosso il pubblico con due suoi monologhi, il primo sui talebani, in cui ha mostrato il noto e ineguagliabile stile umoristico, ironico e nel contempo graffiante, il secondo scritto in occasione della “Giornata contro la violenza sulle donne”, un j’accuse incisivo alla becera mentalità maschilista, possessiva e vigliacca; lo Scrittore, invece, ha posto in rilievo che l’intento che si propone nelle sue opere è di evidenziare gli atteggiamenti stupidi e ridicoli dei camorristi, combattendoli con l’arma della derisione. Sono intervenuti, inoltre, il sindaco di San Giorgio a Cremano, Giorgio Zinno, e il Comandante della locale stazione dei Carabinieri, per porgere i saluti ai convenuti da varie parti d’Italia. In tutte le liriche, opere di narrativa e articoli di giornale, premiati e raccolti in una preziosa antologia, edita da Oceano - collana editoriale Seneca, si scorge una profonda empatia per le sofferenze dei familiari, che hanno subìto la perdita dei propri congiunti a causa di mani assassine lorde di sangue innocente, ed emerge la funzione civilizzatrice della Cultura, chiamata, oggi più che mai, a sensibilizzare le coscienze sull’urgenza di un’Etica pubblica da rispettare comunitariamente. In diversi lavori , i bravissimi autori hanno messo in rilievo il valore della memoria, come un doveroso strumento per testimoniare e cambiare, denunciando, certo, ma principalmente per costruire libertà e giustizia, non per essere “eroi”, ma per essere pienamente cittadini, soggetti di diritti e doveri. Francesco Gemito, anche Presidente della Accademia Raffaele Viviani, ha concluso con queste parole la prefazione all’Antologia: “La penna è stata il mio riscatto, non mi ha portato all’università, ma mi ha fatto scoprire che nel mondo esiste ancora una speranza: non arrenderci mai”! Proprio per alimentare questa speranza, l’Arcivescovo della Diocesi di Napoli, don Mimmo Battaglia, ha lanciato un appello ai cittadini, alle Associazioni, Istituzioni locali e Governo nazionale per creare un “patto educativo”, richiamando l’urgenza di
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investire di più sui ragazzi in un’opera di prevenzione sociale e di formazione, intervenendo, in particolar modo, nelle periferie urbane prive di servizi, per qualificare spazi della città degradati, al fine di sottrarli alla malavita, alla camorra. Ecco i vincitori del primo premio del Concorso: sez A (a tema libero), “Perdono” - Carmelina Di Paolo; sez. B (a tema obbligato), “A mio figlio ucciso dalle mafie” – Antonio Botta; sez. C ( poesia dialettale), “Focu a’ hjiumara” (A Giovanni Busceti*) – Alfredo Panetta; sez. D (articolo di giornale). “Immigrazione ed emigrazione” – Marianeve Casciello ; sez. E , “Il lato oscuro della
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mafia nigeriana” – Fabio Federici; sez. E1, “Tra la pelle e il cuore” – Stefania Siani ;sez. F, “E sono ancora qui “Rosy Gallace; sez G, (poesia dialettale a tema libero) “A mùrfura – Gaetano Catalani; sez. G, (narrativa)“Il viaggio” Giovanni Macrì; classifica giovani: Mare - Chiara Migliaccio. Un’ultima notazione strettamente personale mi è d’obbligo: il 27 novembre, alla fine della serata di premiazione, ho avuto l’opportunità di conoscere Elisa e Roberto, genitori di Gianluca Coppola, il giovane di Casoria morto al Cardarelli dopo 40 giorni di agonia, a seguito di un vile agguato nel pomeriggio di giovedì
8 aprile scorso. Si sono avvicinati a me con molta discrezione. E’ stato per me un grande onore conoscerli, mi hanno detto che il figlio ha frequentato la scuola S. Mauro in cui ho insegnato. Persone di una umiltà profonda. Ho loro riferito di avere scritto l’articolo sulla messa esequiale celebrata nella basilica S. Mauro e presieduta dallo zio sacerdote, aggiungendo che glielo avrei inviato. E’ stato un incontro breve, ma intenso, che ha ulteriormente arricchito il mio cuore di gioia. Nei loro occhi, non mancava il dolore, e come si può non soffrire per la perdita di un figlio nella stagione più bella della vita, in una maniera crudele e vile, ? Ma oltre la coltre di dolore ho scorto anche barbagli di luce, quella luce che vince sempre sulle tenebre, come l’alba che allontana il buio della notte: è la luce dell’amore che è più forte della morte. Ha scritto Susanna Tamaro al termine del romanzo “Una grande storia d’amore”: “Il tempo non è che una briciola dell’Eternità e se non alziamo lo sguardo da questa briciola non riusciremo mai a vivere la pienezza di una vita che non teme la morte. In qualche parte dell’universo l’amore che ci ha uniti brilla come una stella e lì, nel mistero di quella Luce che non è umana, vivremo per sempre”.
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8 CIRO TROISE
GIORDANO: “OGNI GIORNO PENSO A MARADONA, CHE DOLORE! IL SUO RICORDO NON M’ABBANDONERÀ MAI”
“Il Napoli senza Osimhen è costretto a cambiare modo di giocare” Tre stagioni, 23 gol fatti e soprattutto il timbro sulla favola più bella della storia del Napoli, quella che ha scelto una data: 10 maggio 1987, il primo scudetto. Parliamo di Bruno Giordano, attaccante del Napoli di Maradona, perno della Ma.Gi. Ca. con Diego e Careca. Con Bruno, uno dei migliori centravanti della storia del Napoli, abbiamo parlato del ricordo di Maradona e della squadra di Spalletti che sta combattendo con la mancanza di Osimhen e di altri giocatori importanti. Il Milan ha la maledizione del numero 9, il Napoli ha quella dei centravanti dopo Higuain? “So bene che Napoli è la città della scaramanzia ed è anche vero che, dopo Higuain, Milik e Osimhen hanno avuto diversi problemi. Possiamo dire, però, che Mertens ha un po’ coperto il vuoto durante questi anni. Il Napoli con i centravanti è stato sfortunato, penso ai crociati di Milik e a tutte le disavventure di Osimhen. L’assenza dell’attaccante per il Napoli è un problema serio, i problemi fisici di Victor hanno rallentato la crescita sua e del Napoli sia nella scorsa stagione che in questa. L’auspicio è che il Napoli riesca ad attutire meglio il danno rispetto a quanto accaduto lo scorso inverno, all’epoca non c’era neanche Mertens, ciò mi fa essere più fiducioso. La partita contro la Lazio ha confermato le mie speranze” Come pensi che il Napoli possa rimediare all’assenza di Osimhen? “Deve cambiare il modo di giocare, con Mertens e Petagna non ha senso fare lanci lunghi, cercare l’attacco alla profondità. Il Napoli deve rispolverare il grande patrimonio tecnico del palleggio, delle combinazioni rapide, come del resto ha fatto contro la Lazio. Bisogna cercare l’inserimento dei centrocampisti stringendo il campo con il pressing alto, muovere la palla velocemente e coltivare gli inserimenti senza palla. Mertens è
determinante, ha retto l’attacco per tanti anni, può farlo in questo periodo in cui non c’è Osimhen. Non bisogna drammatizzare quando arriva qualche sconfitta o almeno capire per esempio che esistono anche gli avversari, a Milano il Napoli ha affrontato una grande squadra, l’Inter, che ha avuto dei momenti in cui ha messo sotto la squadra di Spalletti, eccetto la parte iniziale e finale in cui gli azzurri hanno preso il sopravvento. A Mosca, invece, per esempio è andata peggio perché gli azzurri, visto il valore dell’avversario in quella gara dovevano raccogliere di più” Ti preoccupa la situazione del Napoli in Europa League? “Sicuramente si è complicata, pensavo che il Napoli riuscisse a risolvere prima la situazione. È vero che basta vincere l’ultima partita per passare il turno, anche in vista della gara contro il Leicester il Napoli deve ritrovare le certezze perché con giocatori come Fabian Ruiz, Zielinski e Insigne può alternare il gioco compiuto per valorizzare Osimhen con il ritorno al culto del palleggio. Spalletti ha lo spessore tecnico per fornire ai ragazzi le soluzioni per superare questo momento complicato” Giovedì 25 novembre è trascorso un anno dalla morte di Diego Armando Maradona. Che emozioni hai provato? “È stata una giornata frenetica, prova-
vo un mix di sentimenti: gioia per condividere con la città questa voglia forte di ricordare Diego ma anche tristezza perché il mio amico non c’è più. Ci penso almeno una volta al giorno e provo sempre questo magone. Provo male dentro, dolore fisico, non so per quanto tempo mi accompagnerà, so che il suo ricordo non mi abbandonerà mai. Era un uomo generoso, disponibile, sempre pronto ad aiutare gli altri. Ci sono immagini della giornata di giovedì che rimarranno dentro, come quando ho fatto da “intermediario” per la richiesta di Peppe Bruscolotti di rimettere sul braccio di Diego la fascia da capitano, come fece all’epoca quando ottenne la promessa di vincere. Maradona ha avuto la forza di mantenere quanto aveva promesso” In queste occasioni tristi anche Maradona ha portato Napoli al centro del mondo, basta pensare ai tifosi del Boca Juniors che sono venuti a Napoli per commemorarlo. Cosa ti ha lasciato l’affetto dei tifosi argentini? “È stato bellissimo, Diego è talmente grande che spinge le persone a fare cose incredibili come accaduto con i tifosi del Boca. Sono venuti da più parti d’Europa e del mondo in un periodo complesso, con la pandemia, per onorare il ricordo di Diego. Hanno chiesto le foto anche a noi compagni di squadra e io sono stato felicissimo di concederle”.
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MARIA SAVERIA RUSSO
PEPPE CASTIELLO: L’IMPORTANZA DI RISCOPRIRE L’IDENTITÀ LOCALE
Peppe Castiello: l’importanza di riscoprire l’identità locale. Metafore spaziali, ritratti ed identità locale: ecco come si sviluppa l’arte di Peppe Ca� stiello. Cosa è l’arte? Que� sta è una domanda che amo definire a “risposta aperta” perchè la risposta è sempre soggettiva, intima, persona� le e mai univoca, che spesso attinge la sua energia vitale dalla filosofia. Vagando nel web, chiedendo ad artisti, leggendo, è possi� bile riscontrare quanto detto. Sono diverse le definizioni che vengono date al termine “Arte”. Prima definizione “L’arte è tutto ciò che gli esseri umani definiscono arte!”. Eccezionale, stupe� facente! Nella sua semplici� tà e, a prima vista, banalità racchiude il senso vero della risposta. In tale definizione possiamo trovare due chia� vi di lettura diverse. La pri� ma riguarda il fatto che l’arte altro non è che la visione, la sensazione, la percezione che gli individui hanno di arte; per cui nel momento in cui si prova a definirla, ad eti� chettarla si arriva sempre ad una banalizzazione e sempli� ficazione del termine stesso, meglio quindi non formulare definizioni. La seconda lettu� ra riguarda l’atemporalità del concetto di arte ovvero arte è ciò che in un determinato pe� riodo, contesto storico, cultu� rale e scientifico viene defi� nito arte dalla società stessa. Non importa se poi, in epo� che successive, tale opera venga svalutata, svilita, smi� nuita; ciò che conta è il giu� dizio dato nel periodo appena successivo all’opera o co� munque in un arco di tempo
caratterizzato da una visione comune della società. Un’altra definizione, tratta da wikipedia, ci dice che: “L’arte, nel suo significato più ampio, comprende ogni attività umana – svolta singolarmente o collettivamente – che, poggiando su accorgimenti tecnici e norme comportamentali derivanti dallo studio e dall’esperienza, porta a forme creative di espressione estetica.” Questa definizione è deci� samente impeccabile, anzi perfetta, in quanto compren� de un po’ tutte le attività umane classificabili con il termine “arte”. Nonostante ciò appare troppo “fredda”, “tecnica”, “perfetta” e per� ciò in contrasto con la pri� ma definizione data di arte. Sembra quasi non tener con� to dell’aspetto emotivo, pas� sionale, intimo che spesso è legato all’arte. La sua per� fezione e il suo tecnicismo sembrano quasi non rendere giustizia al vero significato che si dà all’arte.
Ed i pensatori? Cerchiamo a questo punto di vedere solo cosa ne pensava� no, in tema di arte, altri emi� nenti personaggi e alla fine cerchiamo di dare una nostra definizione d’arte. Per Platone l’arte altro non era che la realizzazione dell’artigiano di una copia di un oggetto che a sua volta era una copia dell’oggetto visibi� le solo al filosofo ovvero l’i� dea dell’oggetto stesso. In antitesi a Platone, per cui l’arte è copia di una copia, per Aristotele l’arte ricrea le cose secondo una nuova di� mensione, “Alcune cose che la natura non sa fare l’arte le fa, altre invece le imita“. Kant ritiene che ciò che con� traddistingue l’arte è una se� rie di proprietà percettibili e formali individuate da parti� colari facoltà mentali umane, quali il gusto e l’estetica, che generano il piacere. Insomma, ogni pensatore da Platone a Kant ha espresso un suo giudizio, ha fornito una sua definizione del termine
arte e di opera d’arte, il che sta ad indicare che tale ter� mine, da sempre, ha suscitato passione, interesse ed è indis� solubilmente legato all’indi� viduo ed alla sua percezione della realtà. Ogni individuo ha dentro di sè il concetto di arte, più o meno vivo, più o meno for� mato e ciò è parte integran� te della coscienza umana, al pari della percezione del sè, del vissuto, dell’io. Così è sempre stato, da sem� pre l’uomo ha avuto una sen� sibilità artistica, una capacità creativa, realizzativa, intui� tiva che l’hanno poi spinto ad evolversi, a crescere e migliorare, a lasciare tracce indelebili di sè e del suo ope� rato, della sua grandezza. Tutto ciò altro non è che “ca� pacità comunicativa” dell’in� dividuo per cui l’arte sia co� municazione, l’espressione del sè e del proprio io, il met� tere a nudo la nostra anima, l’esprimere al massimo le no� stre potenzialità gridando con forza le nostre convinzioni, arte è la traccia che l’indivi� duo lascia della sua esistenza per comunicare alle genera� zioni future, per imprimere in eterno la sua voce interiore. Potremmo poi discutere su quale e cosa è “l’opera d’ar� te“, il capolavoro, quale è la differenza tra un’artista alla “Leonardo” o “Picasso” e un artista che non ha tale nome. In questo caso, però, non stiamo definendo cosa è l’arte bensì stiamo cercando di definire dei canoni di va� lutazione dell’opera d’arte, entriamo quindi nell’ambito dell’estetica, della valutazio� ne dell’opera stessa. Ripartendo dalla nostra defi� nizione di arte, che altro non è che comunicazione, l’opera
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10 d’arte per eccellenza è quel� la che, in sè, definisce nuovi standard, nuove regole co� municative. Con tali opere ed attraverso esse l’artista, per riuscire a pieno nella sua ope� ra comunicativa, rompe con il passato, scardina regole, crea nuove forme, analizza nuovi orizzonti, vede oltre, al di là delle comuni regole cre� ative e comunicative, plasma un suo stile, una sua forma e definisce nuovi canoni artisti� ci esso stesso con la sua ope� ra. In una parola “rompe con il passato e definisce nuove regole comunicative“. Per me l’arte è “tutto ciò che ti trasmette emozione” sia nel farla che nell’ammirarla. Giuseppe Castiello, è un arti� sta della nostra bella Napoli, ha fatto dell’arte la sua vita: fin da piccolo sapeva che era quello che doveva e voleva fare. Abbiamo parlato molto di arte nell’introduzione di questa intervista e chi meglio di un artista può aiutarci a ca� pire cos’è davvero? Partiamo dalle fondamenta. Racconta ai nostri lettori chi sei e come “nasci” come artista. Mi chiamo Giuseppe Castiello, sono un artista napoletano perlopiù autodidatta, ho sempre praticato arte già all’età di sei anni, quando tra le braccia di mio padre, mentre ammiravo estasiato le figure e i colori delle illustrazioni di numerosi libri ed enciclopedie di famiglia, mi divertivo a replicarle e a darle libera interpretazione. Da piccolo, la differenza tra foto e illustrazione non mi era ancora definita, e pensare che quelle cose potessero esistere al di là della realtà in cui viviamo è stato uno dei motori per il quale la mia arte ha preso una certa direzione. Questa propensione artistica l’ho portata avanti per tutto l’arco della mia vita ed è stata un magma che, pulsando sotto la superficie, esplode ogni volta che l’ispirazione raggiunge picchi più intensi.
La mia evoluzione è stata lenta poiché da autodidatta pretendevo che alle cose ci arrivassi prima io e poi magari attingere dagli insegnamenti di qualcun altro, dogma che nell’ultimo periodo si è rotto, soprattutto quando ho avuto modo di conoscere ed aprirmi alla comunità artistica di Afragola e Napoli che, dopo avermi accolto, mi ha molto seguito ed incentivato artisticamente. Qual è la tua ispirazione? Cosa o chi ti ispira? Qual è secondo te il punto forte della tua arte che la distingue da tutte le altre? L’ispirazione è un argomento abbastanza complicato perché non c’è un riferimento netto né ai 500 anni di storia dell’Arte che vanno da Giotto al 1945 né alle correnti successive: guardando i miei quadri non v’è mai un riferimento evidente e deciso ma un’accurata selezione di elementi in un armonico e personale equilibrio. Il suo punto forte che la distingue dalle altre, oltre alla tecnica usata, è la composizione giacché fa riferimento a tre elementi per me fondamentali: Il ritratto del soggetto, nel quale rappresento il ricordo emozionale (concetto diverso da quello di ritratto fotografico incline ad immortalare un ricordo nel tempo); lo sfondo, nel quale rappresento il sottospazio delle sensazioni più intime e profonde in cui il soggetto si rivede totalmente nella sua estasi interiore; dulcis in fundo, quello che mi contraddistingue più di tutto è l’utilizzo di allegorie spaziali: stelle, galassie, pianeti e buchi neri, veri e propri portali che ci conducono ad una dimensione trascendentale e misteriosa volta a dare spessore all’interiorità del soggetto unendo il suo universo interno all’infinità che ci circonda. Tre parole che useresti per
descrivere la tua arte. Direi per prima cosa visionaria, per l’interpretazione personale e gli accostamenti a tratti sperimentali: ogni quadro è sempre un salto nel buio in cui emergono realtà, sogni e visioni attraverso la luce dell’arte; Impattante perché la tecnica che adopero: gesso e pastello su supporto nero, essendo diversa dall’olio e dall’acrilico, esordisce con contrasti molto forti catturando già dal primo impatto l’attenzione dell’osservatore per catapultarlo all’interno della composizione e al suo messaggio intrinseco. Un esempio lampante sono i quadri che mi furono commissionati da un museo di Casalnuovo per celebrare i 700 anni dalla morte del sommo poeta, Dante Alighieri nei quali dovetti rappresentare all’interno di ogni opera l’identità di un territorio unito al clamore dei suoi cittadini dediti al celebrare questo specialissimo evento, tutto convogliato in un armonico equilibrio volto a coinvolgere il più possibile l’osservatore: quindi non si doveva illustrare qualcosa, ma rappresentare, quindi attingere alla realtà ma anche scavare all’interno di se stessi e cercare, non solo di interpretare le proprie emozioni, ma anche quelle di una intera città. Terza parola: originalità, una tecnica semplice per qualcosa di complesso, nella quale sono stati inseriti tutti gli elementi che abbiamo descritto prima. Forse domanda più basica non esiste ma: cosa è e cosa rappresenta per te l’arte? Amo questa domanda, io la definisco domanda con risposta aperta, perché tutto può essere arte. L’arte è la capacità di procurare delle emozioni, prendendo l’osservatore e proiettandolo dentro se stesso, per cui l’arte non è un idea statica,
l’arte è moto molte persone, nel definire l’arte, si appoggiano ad uno schema puramente statico: il disegno, il quadro, la scultura, etc; in realtà non esiste un qualcosa di artistico che porta l’individuo verso un piano statico ma il contrario: la mette in movimento. Cosa vorresti trasmettere attraverso le tue opere? Qual è il primo pensiero che vorresti attraversasse la testa di chi guarda una tua opera? Hai ricevuto anche qualche critica rispetto ai tuoi lavori? Sarà una propensione personale oppure lo spirito dell’arte a far sì che qualsiasi cosa possano dire su essa, mi smuova dagli schemi arenati o riportarmi a quelli dai quali fuggo. Le critiche più funzionali sono sempre quelle chiare e dirette, mentre quelle velate e tiepide non fanno mai bene perché non sono coerenti con il mio concetto d’arte e tendono ad omologarla tristemente verso una stagnante staticità. La critica che più ho apprezzato è stata fatta da un noto artista afragolese che, nonostante errori ed imperfezioni di natura tecnica, mi ha spronato a dare di più: è cominciata con un positivo stupore susseguito da: “Portala avanti e non fermati a queste prime imperfezioni” Durante una mostra collettiva a Sorrento, una critica ha esordito con un pensiero originale manifestando tutte le sensazioni del “viaggio” che ha compiuto. Questa critica è visibile dietro l’attestato di merito postato sul mio profilo instagram ed è davvero accattivante! Questo è quello che voglio accada in ogni persona che osserva una mia opera: lasciarsi trasportare dalle sensazioni che prova e raggiungere scenari sublimi della propria interiorità. Quali sono i tuoi soggetti preferiti? Quanto influenza
DOMENICA 5 DICEMBRE 2021 Napoli le tue opere d’arte? Per esempio nelle tue opere “Sangennà” ed anche “Dialogo con Partenope.” Principalmente, per quanto riguarda gli scenari, al primo posto v’è Napoli. Alla mia prima personale ad Afragola, in cui ho incontrato e conosciuto grandi artisti che poi sono diventati anche miei amici, ho esordito infatti con un omaggio alla capitale partenopea: questa Napoli rappresentata quasi sempre di notte come in “Dialogo con Partenope” o nelle prime ore all’alba come “Sangennà”o con un sole maestoso in “Sole, lava e Vesuvio”. Napoli è la città che per ora mi ha dato la maggior parte dell’ispirazione e la maggior parte di buone vibrazioni con la sua storia unica, i suoi luoghi più evocativi e le sue leggende più ricercate. Per quanto riguarda i soggetti, per i ritratti il primo posto va alle donne ma anche i personaggi letterari e sacri; in produzione ci sono personaggi un po’ più sconosciuti, magari come il principe di Sansevero nonché quelli che hanno combattuto durante le quattro giornate di Napoli. Per quanto riguardo alla donna è un soggetto molto particolare, questo perché la donna esprime la nostra parte più fluida e profonda, mentre l’uomo la nostra parte più rigida ed esterna il risultato è quello di far sì che i quadri assumano rigidità nel momento in cui le linee molto più marcate di un ritratto maschile raccolgono il nostro sguardo e lo concentrano su un concetto o, estensione sciogliendoci e avere dunque una distensione dell’anima sulle curve di una donna. Per quanto riguarda invece le allegorie spaziali, ve ne sono di più disparate: in “Eyes in the sky”, commissionatomi da un cliente in memoria del figlio defunto, ho utilizzato come allegoria
Saturno i cui anelli rappresentano un’aureola spaziale, un allegoria per rappresentare la mancanza affettiva di un figlio perso troppo presto. In “Dialogo con Partenope” v’è un buco nero che, anche se non realistico giacchè da esso non può pervenire la luce, vuole comunque sfidare tutte le leggi che conosciamo affinchè si dia la rappresentazione di una Napoli generosa, una Napoli che ci dona tutto a patto che non venga posseduto e quindi trattenuto. L’ultima metafora spaziale è sicuramente la Luna: nell’opera “luna mare e Vesuvio” e la luna rappresenta il nostro spazio più intimo, più personale, più riflessivo, i nostri pensieri più nascosti, non definiti ma messi in penombra. Come descriveresti la comunità artistica? I pregi ed i difetti. La comunità artistica di Afragola è stato il grembo iniziale, poi mi sono spostato un po’ verso verso Napoli e dintorni. In primis posso dire che è una comunità laboriosa, notizie recenti testimoniano infatti di artisti che hanno sovvenzionato da soli le proprie opere affinché si potessero condividere con la società. Inoltre sono con-
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traddistinti da tanto spirito di sacrificio, e le loro skills si perfezionano sempre più nel corso degli anni, E’ una comunità che si contraddistingue anche per il calore umano, la fiducia e comprensione dell’altro: Loro infatti mi hanno accolto e vedendo il mio stile mi hanno spronato a continuare e mettere tutto me stesso in quello che facevo. Se proprio devo trovare un difetto, c’è da dire che l’artista essendo diverso da tutte le altre forme professionali, i difetti sono maggiormente concentrati sulla personale anzichè professionale: un artista incompreso sarà un artista comunque, un professore universitario no, ha l’obbligo di essere chiaro e se è una testa calda creerà inevitabilmente un muro con i suoi allievi mentre un artista potrà rappresentare la sua rabbia nella sua arte ed avvicinare di più a patto che non si scenda sul personale; un venditore se non vende avrà sbagliato qualcosa nel suo piano, un artista se non opera è semplicemente senza inspirazione ma è una cosa personale non deve pianificarla, per cui facendo un’analisi molto superficiale, potrei dire che
l’unico difetto professionale più diffuso è quello di non aggiornarsi esaurientemente con gli strumenti di comunicazione, perché l’artista a volte è romanticamente legato alla sua forma classica , e dimentica che attualmente i canali di comunicazione e visibilità hanno subito una notevole e veloce evoluzione: marketplace online, social, contest, etc possono essere un’importante vetrina dove tutto il mondo può ammirare le sue opere e quindi diffondere la propria arte non solo a livello fisico nell’ambito locale, ma anche internazionale. Anche gli artisti del passato si adeguavano agli strumenti propri della loro epoca, non proprio tutti, ma la maggior parte dei grandi che conosciamo oggi, per ciò che ci è pervenuto, concordiamo che erano artisti perfettamente in linea con i temi che vivevano. E’ una domanda che faccio a tutti, essendo questo un topic purtroppo sempre presente: quanto ha influenzato il covid il mondo dell’arte? Sia te come persona, che come artista: quindi le tue opere e sia il mondo dell’arte in generale. Personalmente spero che il Covid , questa parentesi nera della nostra storia si risolva al più presto, poiché l’arte non è solo social, non è solo mostre, è anche aggregazione sociale in cui condividere temi che interessano la nostra realtà è anche educazione che insegniamo ai giovani. Mi sono rivelato artisticamente durante questo periodo in cui mi sono fermato su tante cose ma concentrandomi sull’arte ho avviato la mia produzione e mi sono fatto conoscere sia sui social che per mezzo di quelle poche mostre artistiche organizzate durante la “danza dei colori“ in coerenza con le regole di distanziamento sociale.
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12 Nel mondo dell’arte chi ha sempre avuto dimestichezza con social e marketplace il covid gli ha fatto un baffo e le ultime analisi di mercato lo confermano, mentre chi non ha sfruttato questi canali, salvo rari casi, ha dovuto soccombere; chi prima era contro, si è dovuto aprire, chi invece viveva solo di mostre dal vivo è stato inevitabilmente penalizzato Ho visto che sono state diverse le mostre artistiche, collettive e personali, quante e cosa hai portato? Le prime mostre sono state delle collettive fatte ad Afragola dove ho incontrato diversi esponenti di rilevo locale sia a livello artistico che nel campo sociale e politico. Sono state un BOOM, giacché l’originalità delle mie opere e uno stile così diverso dagli altri è stato molto di impatto. L’unica personale che ho fatto, ha raccolto un parere molto più variegato, poiché era concentrata solo su di me. Tra stupore e sconcerto il risultato è stato comunque grandioso. Sentirsi ringraziare da una persona per aver disegnato il Sangennà o qualche altra opera che lo ha colpito molto, è stranissimo di primo acchito, ma poi ti riscalda il cuore e ti regala tanta speranza e soddisfazione. Una storia a parte è poi vendere: le persone a volte dimenticano che un quadro non è un mero complemento di arredo, ma non sono da biasimare loro in prima persona, poiché in un mondo caratterizzato da stampe e poster, dove tutto è riproducibile e anonimo si fa molta fatica a far capire l’originalità di un opera che si rispecchia nell’originalità di chi l’ha richiesta: Avere qualcosa di unico, che parla solo di te, è raro, tu hai una dedica non solo alla tua persona, ma al tuo mondo interiore, un tuo momento unico e assolutamente personale e irripetibile.
Per quanto riguarda le critiche non ne ho ricevute molte di negative, poiché la gente sembrava molto interessate allo stile, all’interpretazione personale, forse l’unica critica negativa che mi è stata fatta è quella di non aggiungere un po’ di colore in più ma nel momento in cui spieghi il percorso che ha portato l’artista a creare quell’opera ed a utilizzare quei colori e quei contrasti, ecco che tutti gli interrogativi si risolvono e le persone si sentono più rappresentate dalle loro sensazioni che dai loro ragionamenti. Io parlo molto col pubblico ed anche col cliente quando mi chiedono commissioni o altro. Un consiglio che daresti a chi magari ha paura di fare di tutto questo (cioè dell’arte) il proprio lavoro, un mondo bellissimo ma non sicuro, spesso sminuito. Non c’è viaggio più bello di quello che fai seguendo te stesso. I cavalli che trainano il tuo carro, non devono essere le tue paure, ma le tue aspirazioni e nel momento in cui sono loro a portarti avanti, sai di star facendo la cosa giusta. Dal punto di vista economico, cos’è che non è un salto nel buio? Salvo rari casi, in nessun lavoro, oramai, c’è una sicurezza assoluta: se tu lavori per un privato e questo
fallisce, tu torni a casa; se lavori per un’azienda e hanno necessità di ammortizzare le spese, non ci pensano due volte a dimezzare il personale. Rischi allo stesso modo. Ai giovani che vorrebbero intraprendere questa strada dico di non scandalizzarsi se portate poco a casa a fine mese facendo gli artisti, se le circostanze vi impongono di trovare un secondo lavoro non rinunciate mai alle vostre aspirazioni poiché fare della propria passione un lavoro è arduo ma non irrealizzabile . Secondo te perché si sminuisce così tanto il mondo dell’arte? Perché l’arte è vista sempre e solo come hobby e non come lavoro? L’arte, soprattutto a livello locale, viene sminuita così tanto poiché non c’è una solida educazione artistica alla base: musica ed arte a volte vengono considerate come momenti di ricreazione in alcune scuole, nonostante l’Italia sia la culla dell’arte stessa. La miglior risposta a questo, è informarsi e viaggiare: il modo in cui l’arte viene percepita negli altri Paesi, fa sgranare gli occhi. Nonostante a Napoli abbiamo così tanti artisti, questi vengono celebrati più all’estero che in casa loro. Auspicando che, un giorno, l’arte possa riacquistare lo
spessore che merita invito a non mollare mai e a darle la dignità che merita dedicandogli il giusto impegno. Per concludere: hai attualmente dei progetti in cantiere? Ti andrebbe di parlarcene. Inoltre, noi lettori, come possiamo trovarti? Soprattutto sui social. Attualmente il mio percorso artistico conduce verso una continua ricerca di forti sensazioni e sconcertanti rivelazioni. Sui miei social si possono trovare la maggior parte delle mie opere. I progetti che ho in cantiere, saranno opere rivolte a donare spessore ed identità al nostro territorio, che vanno dalla realtà locale ad una realtà più estesa, che è quella di Napoli e dintorni. Si vuole dare spessore a quelli che sono i personaggi che hanno davvero un grande impatto nella storia, come il principe di San Severo, di alcune realtà anche leggendarie di Napoli, che purtroppo non sono molto conosciute o solo associate a determinati elementi. In questo periodo c’è una grande necessità di conoscere quelle che sono le identità principali di un terriorio da un punto di vista storico, artistico e culturale. Noi abbiamo delle realtà e storie con un potenziale incredibile. per questo sono in preparazione quattro opere, ognuna dedicata ad una delle fatidiche 4 giornate di Napoli: il momento in cui il nostro popolo ha dimostrato al mondo che non aveva bisogno di nessuno per cacciare via l’esercito più potente di quei tempi e che infestava le nostre strade. In conclusione con le mie opere voglio rappresentare la forza di un territorio, quel potere intrinseco del napoletano, capace di stupire e che va aldilà di ogni immaginazione, opere volte a far risvegliare la nostra realtà terrioriale, un qualcosa che non dovrete perdervi.
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RIQUALIFICAZIONE DELLA CAMPANIA: COL P.N.R.R È ORA O MAI PIÙ
I Comuni sapranno cogliere l’opportunità che gli viene offerta?Il P.N.N.R. rappresenta sicuramente il punto da cui partire per il Mezzogiorno. Un’opportunità di sviluppo per i nostri territori. Stanno continuando le occasioni di in� contro e di dialogo per tutta la Campania riguardo al P.N.R.R., cioè il Piano Na� zionale di Ripresa e di Resilienza. Il Mezzogiorno si mobilita per raccoglie� re a piene mani le opportunità offerte dal P.N.R.R., per attuare l’invito della Ue ad eliminare i divari e per far crescere il Paese. L’iniziativa parte da Napoli e punta ad accogliere adesioni in tutto il Sud. Ne sono promotori Campania Digital Inno� vation Hub, Unione industriali di Napoli e Fondazione Mezzogiorno che ieri han� no siglato un accordo quadro per mettere a fattor comune energie e competenze a supporto del sistema produttivo con par� ticolare riferimento alle opportunità del Pnrr e delle politiche di Coesione nazio� nali ed europee. Si mobilita, insomma, il mondo dell’in� dustria e dei privati, chiedendo agli stes� si imprenditori di essere coraggiosi, allo scopo di predisporre un’ampia opera di progettazione, sia per affiancare le im� prese e prepararle alla grande azione di rinnovamento del Paese che sta per parti� re, sia per supportare l’azione dei sogget� ti pubblici e di enti locali in una logica di sussidiarietà orizzontale. La terza tappa del tour nazionale “Italia Domani” - Dialoghi sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”, promossa dalla Presidenza del Consiglio dei Mini� stri per comunicare con cittadini, impre� se e Amministrazioni locali sui contenuti e le opportunità del PNRR, si terrà mer� coledì 1° dicembre, alle ore 12:00, pres� so il Polo di San Giovanni a Teduccio dell’Università degli Studi Federico II di Napoli, alla presenza del Ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazio� nale. Luigi di Maio, della Ministra per il Sud e la Coesione Territoriale, Mara Carfagna, della Coordinatrice della Se� greteria tecnica del Piano Nazionale di Ripresa, Chiara Goretti e del Sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, del Direttore del Mattino di Napoli, Federico Monga. Nel pomeriggio di venerdì 26 novem-
bre, a Casoria, c’è stato l’ennesima occasione di incontro e di dialogo, per discutere i progetti e le possibilità che possono derivare dalla grande fonte che è il P.N.R.R. ed inoltre presentare le varie idee di sviluppo. Tema centrale e scopo principale dell’incontro è stato si� cumente dare ai comuni i mezzi migliori per poter utilizzare al meglio non solo l’opportunità P.N.R.R. ma anche i nuovi fondi strutturali , ingenti risorse che ver� ranno messe a disposizione della Cam� pania. “E’ un’occasione più unica che rara. La ragione per cui siamo qui, la ragione della nostra presenza è appunto quella di stimolare un’attenzione delle pubbliche amministrazioni locali affinché possano dotarsi progetti per poter utilizzare queste risorse” dice Andrea Cozzolino, europarlamentare con dele� ga ai fondi europei, nel corso del forum “Progettazione e gestione dei fondi europei” promosso dall’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli, presieduto da Vincenzo Moretta. “Nei prossimi anni avremo un flusso di risorse pubbliche verso l’Italia e verso il Sud come mai accaduto nella storia recente del Paese, in un arco di tempo che coprirà quasi un decennio: c’è il Pnrr, ci sono i fondi strutturali e poi il bilancio comunitario. Inoltre c’è la vecchia programmazione da completare, per cui ci sono anche parecchi miliardi da investire: in Europa c’è preoccupazione sulla capacità di spendere in maniera adeguata queste risorse, quindi l’Ue sarà molto esigente sui piani operativi, sulla governance, sulla concretezza degli indirizzi”. Ma le amministrazioni hanno i mezzi? Anzi, sono capaci di sfruttare al meglio queste opportunità? Non tutti ne sono si� curi e il senso di queste iniziative di dia� logo, tra cui quella tenuta a Casoria il 26 novembre, è proprio quello di aiutare le amministrazioni ad uscire da questa dif� ficoltà e riuscire a cogliere queste occa� sioni che si ritrovano lungo il cammino. Tutte le amministrazioni nazionali, re� gionali e locali devono riuscire a svi� luppare al più presto una capacità di programmazione, spesa e attuazione: le nuove sfide rappresentano l’occasione per migliorare i percorsi esistenti e per consolidare lo stretto rapporto con tutti i
soggetti interessati all’attuazione di po� litiche e all’uso delle risorse pubbliche, nazionali e comunitarie. Nei prossimi anni, infatti, arriveranno tanti fondi per i quali occorrono pro� getti seri, sani e sostenibili. Si tratta di un cambiamento importante che porterà tante responsabilità anche ai professioni� sti, che devono mettersi a disposizione per supportare gli enti territoriali ed es� sere protagonisti del cambiamento. C’è molta attenzione a tutta la pro� grammazione, soprattutto per quanto concerne Horizon Europe, che si oc� cupa di ricerca ed innovazione e si ri� volge sia al pubblico che ai privati. È fondamentale non perdere le risorse: per questo motivo l’elemento essenziale, per tutti, deve essere la programmazione, darsi un obiettivo a 7/10 anni rispetto al quale utilizzare i fondi a disposizione. Il PNRR offre alla città metropolitana di Napoli, anzi alla Campania intera, gran� di possibilità ma ha anche un termine ristretto, quello del 2026. Per riuscire a portare il risultato a casa, è necessa� rio fare esattamente ciò che c’è scritto in quel programma, quindi transizione ecologica e digitale senza trascurare l’in� clusione sociale per recuperare gli ulti� mi. Sono obiettivi ambiziosi che vanno accompagnati sicuramente dalle riforme. Dal Piano nazionale di ripresa e resilien� za, inoltre, il governo conta di ricavare circa 500 milioni di euro per bonificare siti e discariche che tecnicamente vengo� no considerate “orfane di responsabili”, ovvero rispetto alle quali non è stato pos� sibile accertare l’identità degli inquina� tori secondo il principio del “chi inquina paga”. Si tratta di 270 siti in tutta Italia e 54 riguardano la Campania, in particolar modo la zona della Terra dei Fuochi tra Napoli e Caserta, in cui ricadono 37 di� scariche abusive. L’elenco dei siti è stato pubblicato sul sito del Ministero dell’Ambiente e tra i siti che ricadono nella terra dei fuochi ci sono discariche abusive che attendo� no da decenni la messa in sicurezza e la bonifica. Tra i più importanti spicca la Ex Pozzi Ginori di Calvi, un’area di oltre 300 mila metri quadrati in cui la Forestale scoprì interramenti di vernici, solventi, metal�
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14 li pesanti e rifiuti pericolosi di natura chimica di ogni genere, negli anni dal sito sono fuoriuscite fumarole tossiche prodotte dalla combustione dei rifiuti chimici a contatto con l’aria, che hanno appestato la zona. E’ soprattutto Ercolano a raccogliere un numero importante di siti da avviare a bonifica. Alle pendici del Vesuvio l’in� quinamento ambientale è stato denuncia� to per anni dai comitati locali, si tratta di Cave dismesse utilizzate negli anni ‘80 e ‘90 per interrare rifiuti pericolosi. Oggi intorno a quei siti si continua a sversare illecitamente e ad appiccare roghi di ri� fiuti tossici.
Tra i vari interventi durante l’incontrodibattito a Casoria, all’Istituto Compren� sivo “P. Ludovico da Casoria”, oltre a quello dell’On. Andrea Cozzolino che ha sottolineato l’importanza di indi� rizzare le amministrazioni locali verso progetti concreti in gradi di sfruttare la grande opportunità derivate dal P.N.R.R. e dai fondi strutturali, c’è stato quello dell’On. Massimiliano Manfredi, Con� sigliere Regionale della Campania del Partito democratico. “Per il bene del Paese, è necessario mettere da parte quelle che sono questioni e visioni personali, se c’è la possibilità di poter costruire assieme una nuova Casoria che necessita di
un rilancio che può avvenire soprattutto grande ai fonti del P.N.R.R. Non c’è nulla che ostacola la ricucitura, ma ci sono solamente visioni diverse per la ricostruzione della città, ma questo non esclude che in un futuro, si spera prossima, si riuscirà a trovare una posizione che verrà condivisa da maggioranza ed opposizione. E’ necessario catturare questi fondi per poter far ripartire la nostra città.” L’unione è importante, soprattutto in un territorio martoriato da tante divisioni. E’ necessario dialogare per poter, tutti assieme, mettere da parte le diverse vi� sioni politiche e sociali e cercare di non perdere, ancora, l’ennesima occasione.
FRANCESCO TAGLIALATELA
AMORE VISCERALE VERSO I GIOVANI E VERSO IL CALCIO: LE PAROLE DI ALBERTO ARBITRIO
Sacrificio, abnegazione, passione. Questi valori troppo spesso ignorati dovrebbero essere insiti in ognuno di noi. Farli nostri per arrivare poi a trasmetterli di generazione in generazione è una delle chiavi per costruire una società migliore. Ma trasmettere un qualcosa a qualcuno può essere fatto solo da chi ha vissuto in prima persona certi momenti e certe avventure, chi con passione, amore e rispetto di una certa materia coltiva, alleva e diffonde ai posteri. Una delle meravigliose persone che rientra in questa cerchia e che riesce a fare ciò nel quotidiano è Alberto Arbitrio. Classe 50’, quindici anni di carriera trascorsi tra i campi della Serie C e della Serie D con numerose presenze, goal e spettacolo. Un ex centrocampista carismatico che ha avuto modo di stare a contatto con alcune influenti realtà della sua epoca in ambito calcistico. Dal 68’ al 70’ nel Marsala, dal 70’ al 72’ nel grande Palermo, passando poi dalla Turris al Catanzaro, dalla Nocerina all’Afragolese. Un curriculum che parla da solo e non ha bisogno di ulteriori presentazioni. Chiacchierando con lui ho avuto modo di avvertire la passione per il calcio che continua ad animarlo e a spingerlo nel mondo del calcio come allenatore. La sua più recente esperienza risale al 2010 quando ha intrapreso un’avventura importante e ricca di responsabilità come allenatore degli Esordienti della Puteolana la cui prima squadra milita attualmente nel Campionato di Eccellenza (Girone B). Si è parlato di calcio a 360° e di tanto altro. Che persona è oggi Alberto Arbitrio ? “Una persona innamorata dei giovani e che fa di tutto per costruire con loro un
percorso di crescita umano e costante fatto di lavoro e cura verso la loro disciplina, il calcio in questo caso. Una persona che combatte contro chi fa tutto fumo e niente arrosto come si suol dire, contro chi specula solamente su questi giovani e le loro famiglie in cambio di danaro. Ovviamente i ragazzi e le loro famiglie non otterranno mai nulla da queste strane persone che francamente non so come ad oggi facciano ancora ad operare nel mondo del calcio. In questo caso l’errore è anche dei genitori che avendo gli occhi foderati di prosciutto cadono nelle grinfie di questi loschi figuri pur di assecondare i sogni dei propri figli, senza però alla fine ricevere alcun riscontro quando magari i figli tornano a casa. Questo accade o perché il talento viene bruciato e spesso si sente parlare di ciò, o perché le società non hanno fondi a sufficienza per pagare vitto e alloggio dei loro giovani e il risultato è deleterio. Ecco, io combatto e combatterò sempre contro questo tipo di persone, provando ad instaurare una politica calcistica fondata sulla meritocrazia. Oggi mi diverto ad andare in giro per i campi continuando a respirare calcio e a parlarne con molti dei miei amici appassionati come me di questo sport meraviglioso.” Alberto hai avuto una lunga carriera da calciatore tra Serie C, Serie B e Massima Serie (Serie A). Tra tutte le squadre in cui hai giocato qual è stata quella dove ti sei espresso al meglio? “ Ti dico a Palermo. Lì è dove sono cresciuto calcisticamente e dove ho esordito in Serie B dopo una corposa gavetta e una lunga trafila nel settore giovanile. Dalla Primavera alla prima
DOMENICA 5 DICEMBRE 2021 squadra, passando per le partite della DeMartino, il vecchio campionato per far crescere le seconde file della rosa, le riserve per intenderci. Anche i primi due anni in prestito a Torre del Greco sono stati affascinanti e coinvolgenti. Grazie a quell’esperienza contorniata da un infortunio sono riuscito a tornare al top della condizione per giocare nuovamente in Serie B, parliamo degli anni che vanno dal 74’ al 79’. Altro momento indimenticabile è sicuramente quando segnai il mio primo goal in Serie A a Milano dedicandolo a mio figlio Alessandro, nato appena il giorno prima della partita, nacque di sabato e giocai segnando di domenica.” Che cosa serve per sfondare in Serie A? “La Serie A è la massima serie, nonché massima espressione calcistica nel nostro paese e in quanto tale ovviamente il tasso tecnico delle squadre così come
15 dei singoli giocatori è molto più elevato rispetto a quello delle altre serie, in cui per contro c’è un maggiore agonismo. Dunque a dirti cosa serve in Serie A certamente un elemento fondamentale è la tecnica che abbinata alla finezza di pensiero può certamente fare la differenza. Io ho avuto la grande opportunità di giocarci e posso dirti che la differenza la noti non appena metti piede in campo.” Tra le altre cose hai avuto l’occasione di allenare gli Esordienti della Puteolana. Ti chiedo da dove e come nasce l’idea di allenare? “Dopo aver concluso la mia carriera da calciatore ho iniziato quella da allenatore con la prima esperienza sulla panchina del Chiaravalle in Calabria nel campionato di Eccellenza. Avevo all’incirca trentasette anni e avevo voglia di allenare, di divertire e di divertirmi. Mi piaceva allenare e dopo sette anni trascorsi in Quarta Serie (Serie
D), non andando d’accordo con alcuni presidenti con i quali non riuscivo più a condividere visioni e progetti di alcun tipo mi ritirai dai campi e arrivai alla pensione. In totale la mia esperienza come allenatore va a spalmarsi su otto anni di lavoro e progettualità.” Sogni nel cassetto? “Sai ho avuto una vita e una carriera ricca di soddisfazioni, sia nella sfera professionale che in quella privata. Molti dei traguardi che mi sono prefissato li ho raggiunti e non posso che andare fiero di quello che ho dato e di quello che ho cercato di trasmettere soprattutto ai giovani. Proprio per questo ti dico che di sicuro uno dei miei obiettivi è e sarà quello di continuare a valorizzare i giovani meritevoli girando e magari scovando nuovi talenti da portare alla luce. La meritocrazia è la parola chiave sulla quale da sempre batto e continuerò a farlo fin quando avrò fiato in corpo.”
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA FRANCESCO POLIZIO
IL RENDICONTO DEL COMUNE DI CASORIA PER L’ANNO 2020 Il rendiconto del comune di Casoria per l’anno 2020 sconta l’approvazione della Giunta e del Consiglio Comunale. Il collegio dei revisori dei conti si esprime sull’elaborato redatto dalla Giunta ed immancabilmente esprime parere favorevole con rilievi e raccomandazioni che gli amministratori ed i dirigenti non mettono in essere. Il rendiconto 2020 segna il passaggio per il ritorno ad una gestione finanziaria ordinaria dei conti del comune rispetto alla declaratoria di dissesto finanziario. Per la situazione pregressa si interessa l’organismo straordinario di liquidazione. Il comune, liberato dalla situazione di dissesto, si prepara per una nuova gestione dopo l’approvazione del bilancio stabilmente equilibrato 2020-2022 approvato dal Consiglio Comunale nella seduta del 19 maggio 2021 con atto numero 15. E’ giusto ricordare che il bilancio stabilmente riequilibrato è stato approvato con una serie consistente di prescrizioni che obbligano amministratori e dirigenti a mettere in essere una serie di provvedimenti articolati e decisivi per il ritorno alla normalità della vita amministrativa. Già nell’anno 2020 il collegio dei revisori nell’esaminare la gestione finanziaria del comune registra ritardi significativi e sollecita amministratori e dirigenti ad adottare provvedimenti efficaci per il recupero dei tributi evasi e per la riscossione dei residui attivi per mettere la commissione di liquidazione nella condizione di poter procedere al soddisfacimento delle pretese dei creditori. Anche il processo di dismissione dei beni alienabili presenta ritardi inspiegabili che minano l’operatività dell’organo straordinario di liquidazione. Già precedentemente, nella relazione trimestrale, dovuta a norma di legge, il collegio dei revisori rivolgeva formale invito ai dirigenti a relazionare entro il termine del 15 novembre
2021 sui provvedimenti posti in essere fino alla data il 31 ottobre 2021 per constatare il rispetto delle prescrizioni contenute nella nota ministeriale di approvazione del bilancio stabilmente riequilibrato. Come avevamo evidenziato nelle precedenti riflessioni sui documenti contabili del comune di Casoria, esistono precise responsabilità degli amministratori e dirigenti nella formulazione dei provvedimenti che devono salvaguardare gli equilibri di bilancio, il risanamento dell’indebitamento pregresso, l’avvio di un’ordinata ed oculata gestione delle entrate e delle spese. Le prescrizioni dettate dal Ministero dell’Economia e delle Finanze in sede di approvazione del bilancio stabilmente riequilibrato vanno osservate e bisogna documentare gli adempimenti perché possono comportare ipotesi di reato che il collegio dei revisori è tenuto a trasmettere alle autorità competenti. Gli amministratori devono vigilare sugli adempimenti ed i dirigenti ed i funzionari del comune hanno l’obbligo di procedere secondo le indicazioni contenute nell’allegato del provvedimento di approvazione ministeriale del bilancio stabilmente equilibrato. Molto del futuro funzionamento dell’attività amministrativa dipende dai riscontri effettuati dai dirigenti dei vari settori, in particolare sulla riduzione delle spese correnti, sulla gestione contabile, sulla riscossione dell’entrate, sul recupero dei residui attivi, sulla gestione dei servizi, sul controllo delle partecipate. Il richiamo finale dei revisori dei conti è un’esortazione, finora poco ascoltata, di accellerare il risanamento finanziario dell’ente. Si vedrà a fine dicembre come si sarà regolato l’organismo di revisione che procederà all’obbligata trasmissione degli atti alle autorità competenti. Prof. Avv. Francesco Polizio
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LA GNOCCOLATA: I SAPORI DI UNA VOLTA
Acqua, farina, carne, pane, pomodoro (quello buono!). Tutto fatto a mano, tutto fatto come lo faceva nonno Mario. Oggi vi portiamo nel cuore del centro storico di Afragola e precisamente in Viale Sant’Antonio a due passi dalla Basilica dedicata al Santo copatrono della città. Lì dal 1927 la famiglia D’Iorio gestisce “La Gnoccolata”, un’osteria da manuale: pochi piatti sul Menù, non molti coperti e prezzi popolari. Che sia per comprare un vassoio di gnocchi o per accomodarsi in sala entrare alla Gnoccolata è come andare a pranzo dai nonni. Perché, sia ben chiaro, la Gnoccolata è aperta solo a pranzo e mai di venerdì! Lo decise nonno Mario perché un tempo il venerdì non si mangiava carne. Oggi le cose sono cambiate e di cibo se ne può ordinare a qualunque ora del giorno e della notte ma i D’Iorio non sono tipi da delivery e portano avanti fieramente la tradizione. Non sono neanche molto attivi sui social a dire il vero ed, in effetti, riuscire a parlare con Mario (nipote del fondatore) è stata una vera impresa! “Confesso che in realtà lavoro nei servizi segreti! Per questo è così difficile rintracciarmi!” mi dice, scherzando. “In realtà e ringraziando il cielo, il lavoro è davvero tanto. Dopo i terribili mesi di chiusura e di paura siamo tornati a pieno regime e non abbiamo neanche un momento libero”. Allora Mario, partiamo dal principio. Come nacque “La Gnoccolata”? Fu mio nonno Mario di cui ho l’onore di portare il nome a compiere una vera e propria impresa. Imma-
gini, una famiglia con nove figli che non aveva neanche i soldi per comprare la farina si imbarca in questa avventura nel mondo della ristorazione. Noi ci siamo trovati, per nostra fortuna, a cavalcare l’onda dei sacrifici fatti dai nostri nonni e da papà e abbiamo cercato di mandare avanti questo progetto imprenditoriale nel miglior modo possibile. Con mio fratello poi stiamo cercando di riportare in auge i sapori della tradizione per fare in modo che anche le nuove generazioni possano gustare i cibi che mangiavano i loro nonni e i loro bisnonni. Ad esempio serviamo la scarola stufata e i carciofi “affogati”. Tutte cose che neanche i miei figli conoscevano. Abbiamo voluto lasciare tutto così com’era. Consideri che a tutt’oggi il nostro giorno di riposo è il venerdì e non serviamo la cena. Una scelta probabilmente controcorrente visto che siamo nell’era in cui si può ordinare da mangiare praticamente ad ogni ora del giorno e della notte. Ma muoversi nel solco della tradizione vuol dire anche questo. E devo dire che abbiamo ottimi riscontri con la nostra clientela. La tradizione, appunto. Quindi tutto ciò che tro-
viamo nel suo locale è fatto da voi? E’ il nostro punto di forza ma è anche ciò che ogni tanto ci fa arrancare perché veramente gli gnocchi sono tutti fatti a mano e veramente il ragù lo facciamo cuocere per tante ore. La vita scorreva in maniera regolare ma, ad un certo punto, è arrivata la pandemia. Come l’avete vissuta? Per noi in una prima fase è stata un’emergenza assoluta economica ma anche psicologica. Anzi, forse, la seconda ha prevalso sulla prima. C’era e c’è tutt’ora la paura di non riuscire a rimettersi in carreggiata, c’è, anche a causa di un bombardamento mediatico, il terrore legato alla possibilità che si torni a chiudere tutto. Insomma, ancor più che quello economico, è stato ed è il contraccolpo psicologico ad essere pesantissimo. Noi siamo stati fortunati perché facendo asporto siamo riusciti a sopravvivere anche ai mesi più duri del primo lockdown ma penso ai tanti colleghi che hanno smesso di fare ristorazione per mesi. Per loro sarà stata ancora più dura che per noi. E per quanto riguarda il green pass? E’ una misura che le piace?
Ovviamente io come ristoratore mi attengo a quanto mi è stato detto di fare e quindi il green pass lo chiedo a tutti i miei clienti. Nel mio locale c’è distanziamento tra i tavoli e tutte le norme sono rispettate. Però, sarò sincero, è una misura che trovo fastidiosa per chi, come me, ha una clientela storica. Io ho clienti che vengono a mangiare qui da quando io ero piccolo e mi sento quasi in imbarazzo a chiedere il certificato verde. Non è piacevole. Anche perché c’è una parte della popolazione locale che non si è vaccinata e non ha intenzione di farlo. Lei gode di un osservatorio speciale. Avendo un ristorante che affaccia sulla strada e sulla piazza principale del centro storico di Afragola ha la possibilità di parlare con tante persone. La gente che ne pensa? Vaccino Sì? Vaccino No? Gli afragolesi sono divisi ma, per quello che ho potuto ascoltare, i più si sono vaccinati. Io ho fatto le due dosi, mio fratello a breve farà la terza. Bisogna farlo per proteggere chi non può farlo e per proteggere noi stessi. Lei ha dei figli adolescenti. Pensa che continueranno la tradizione di famiglia? Questa è una domanda da un milione di dollari! Dico solo che ho cominciato a portare qui al ristorante i miei figli da quando avevano un anno. Non per problemi di lavoro ma perché volevo far loro conoscere cos’è il mondo. Qui come in tutti i locali storici si può entrare a contatto con tanti tipi di persone che possono arricchirti culturalmente. Volevo che capissero che le cose vanno costruite, ci si deve lavorare.
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RITA GIAQUINTO
SALUTE & BENESSERE: IL NUOVO FORMAT DI NANOTV CONDUCE ROSSELLA GIAQUINTO
Buona la prima! Al via il nuovo format Salute & Benessere condotto sulla rete web NanoTV dall’imprenditrice napoletana Rossella Giaquinto che, ogni settimana, ci parlerà di tutte quelle che possono rappresentare fonti di salute, e quindi di benessere, nella nostra quotidianità. All’apertura della prima puntata del 25 novembre, Rossella, in compagnia del Dir. Nando Troise, padrino d’eccezione del salotto pomeridiano, ci spiega subito che, infatti, stare in salute non vuol dire solo non avere malattie, ma ricercare equilibrio e serenità nella lettura, nella cura del proprio corpo e nelle proprie passioni. Ma il 25 novembre, giorno di battesimo del nuovo format, rappresenta ormai da più di vent’anni anche la ricorrenza della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite : una giornata dedicata alla memoria delle tantissime vittime di femminicidio di cui ogni giorno la cronaca si fa triste portavoce . Il colore rosso, assurto a simbolo per non dimenticare il sangue che tante donne ancora versano per mano di uomini violenti ed assassini, compare sia nell’abito di Rossella che nella cravatta del Dir. Troise, ed uno degli oggetti che lo rappresentano sono le scarpe da donna – sempre rosse - che vengono allineate nelle piazze o in luoghi pubblici, a rappresentare le vittime che le hanno indossate e, soprattutto, quelle che non potranno indossarle più: “Semmai abbasserò la testa sarà solo per guardare le mie scarpe”, con questa frase Rossella co-
rona il ricordo – più che dovuto – alle donne vittime di violenza e dà il benvenuto agli ospiti che inaugurano il salotto : la giornalista, scrittrice, Direttore del quotidiano Lo Strillo, Anna Maria Ghedina ed il giornalista, critico musicale, docente e scrittore, Michelangelo Iossa. Entrambi presentano i loro ultimi lavori: A letto col fantasma della Ghedina, da tutti conosciuta come Lady Ghost, e Rino Gaetano. Sotto un cielo sempre più blu di Iossa. Due scrittori come ospiti perché l’argomento della prima puntata è stato “La lettura come fonte di benessere” per parlare di quanto possa far stare bene, a mente e spirito, perdersi tra le pagine di un buon libro. Rossella ci introduce nel tema del giorno ricordando un’inchiesta fatta una decina di anni fa da un periodico spagnolo, mutuata successivamente anche da tanti quotidiani italiani: una vera e propria “inchiesta letteraria” condotta su circa cinquanta scrittori di tutto il mondo a cui venne fatta la stessa domanda: Perché scrivete? Umberto Eco, ad esempio, rispose in modo laconico ma sincero: Scrivo perché mi piace; o ancora, Ken Follett,
scrittore britannico considerato uno dei migliori narratori al mondo, disse: E’ il mio primo pensiero della mattina. Ecco, niente di meglio che rivolgere la stessa domanda ai due ospiti. Anna Maria Ghedina: “Come disse Umberto Eco, anche io scrivo perché mi piace ma aggiungo che scrivere mi diverte molto. Mi permette di andare in un altro mondo”. Michelangelo Iossa: “Si dice che la lettura giornaliera del quotidiano è come se fosse il rito della preghiera per i credenti. In realtà, si scrive anche per lo stesso motivo, cioè per questa sorta di ritualità. Io scrivo perché fortunatamente non ho mai avuto la sindrome del foglio bianco, mi piace proprio scrivere. Mi associo quindi anche io ad Eco e ad Anna Maria: ci piace semplicemente mettere il nostro mondo su carta”. Quindi una fonte di benessere per voi stessi. Ma quanto è importante per voi il benessere che potete donare al lettore? : “La lettura è lo sport della mente. Qui in Italia, purtroppo, si scrive molto, ma si legge poco” – questa è l’idea di Lady Ghost. E continua:
“Chi scrive dovrebbe leggere moltissimo. Io mi sono sempre battuta perché si legga, perché la gente non si rende conto che leggere è entrare in un altro mondo, è vivere realtà che non sono le tue ma che ti portano benessere, ti danno la carica, distraendoti dalle preoccupazioni quotidiane”. Michelangelo, invece, che ha cominciato a scrivere libri una ventina di anni fa, ha la fortuna, come lui stesso ci racconta, di parlare di miti, di figure leggendarie, dai Beatles a Pino Daniele, da John Lennon a Michael Jackson fino a Rino Gaetano: “Entro, quindi, nelle vite dei lettori attraverso il mito. E questo è una sorta di lasciapassare, un passe-partout che mi aiuta molto, e mi capita spesso di essere avvicinato dai lettori che citano pezzi dei miei capitoli e questo ovviamente è straordinario, una grande gioia come quando, in occasione del libro su Rino Gaetano, si sono avvicinate a me persone commosse perché particolarmente legati alla figura di questo cantante”. La lettura quindi si colloca come strumento di benessere individuale e sociale e non da oggi, ma dall’antica Grecia : “E’ proprio così”
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18 – continua a spiegarci Michelangelo - “Ci sono paesi scandinavi, come la Danimarca che portano avanti progetti di libro-terapia. Per quanto riguarda l’Antica Grecia, i grandi aedi e rapsodi dell’epoca passeggiavano nelle agorà greche, raccontando i miti, come Omero, ad esempio, che raccontava per divertire il pubblico. E gli aedi erano ciechi, quindi non potendo scrivere, raccontavano, ma guardavano con gli occhi dell’anima, rivolti alle muse. Erano cantastorie. Praticamente la base della letteratura mondiale”. Ma il salotto non può chiudersi prima di lasciare ai due
scrittori la possibilità di presentarci i loro ultimi lavori. Lady Ghost, nel suo “A letto col fantasma”, ci racconta una intrigante storia d’amore che collega la contemporaneità al 1700. Un parallelo di cui non può dirci molto per non farci perdere l’effetto sorpresa : “È un racconto che nasce da queste mie inchieste sul mondo dei fantasmi e da un›intervista che feci ad una signora americana la quale mi svelò di essere andata a letto con un fantasma e che gli era anche particolarmente piaciuto”. Con “Rino Gaetano. Sotto un cielo sempre più blu”, Michelangelo Iossa ci fa fare un salto in quel
nostro passato musicale che rappresenta uno dei momenti più importanti del panorama cantautorale italiano. A quarant’anni dalla morte di uno dei più geniali e talentuosi artisti della mostra musica, Michelangelo ci ha ricordato così il mito di Rino Gaetano : “Ma Rino Gaetano è puro culto. L’amore devozionale che c’è verso di lui è qualcosa di incredibile. Nel 1978, il suo arrivo sul palco dell’Ariston, rappresenta una vera icona di San Remo come fu Volare di Domenico Modugno nel ‘58, esattamente vent’anni prima. La testimonianza di Renzo Arbore, che ho raccolto nel libro insieme
a più di cinquanta interviste fatte ai grandi artisti italiani in due anni di lavoro, ci riporta anche alla grande RCA, luogo fondamentale dove al bar e alla mensa si sono incontrati Rino Gaetano, Claudio Baglioni, Mia Martini, Morandi, Morricone, solo per citarne alcuni”. Insomma, gli interventi hanno incuriosito abbastanza i tanti web spettatori che hanno seguito questo primo appuntamento . Non ci resta che acquistare e leggere i libri presentati ed attendere, intrepidi, il prossimo incontro con Salute & Benessere : un modo semplice per trovare serenità, a portata di web.
MARIA CRISTINA ORGA
IO RACCONTO STORIE magazine
NIENTE PANICO: C’È LA CROCE ROSSA! La Croce Rossa non ha bisogno di pre� sentazioni: fin dalla sua fondazione ad opera dello svizzero Jean Henry Dunant, superando frontiere e pregiudizi ha scelto di stare dalla parte di chi soffre, chiun� que esso sia. Ci vuole sempre uno shock per illuminare i cuori degli uomini e non è neanche detto che questo accada. Ac� cadde però a Dunant, uomo d’affari tutto predo a far soldi su soldi fino al giorno in cui, capitò per caso a Solferino, il 25 giu� gno 1859 e posò i propri occhi sull’im� mensa distesa di corpi martoriati che ave� va lasciato sul campo l’efferata battaglia tra l’alleanza franco-sarda e l’esercito au� striaco per l’indipendenza dell’Italia: da� vanti ai suoi occhi giacevano senza vita 40.000 giovani soldati di entrambi gli schieramenti, immersi in un lago di san� gue. Scioccato al punto che in futuro non avrebbe mai più potuto liberare la mente da quelle immagini tremende, Dunant si rese conto che non poteva continuare la vita di prima, tutta protesa verso il suc� cesso economico e i piaceri personali, ma voleva, doveva, fare qualcosa e, anche grazie ai fondi che aveva a disposizione e al continuo loop mentale delle immagini di Solferino immaginò una grande mobi� litazione internazionale di volontari che mettessero a disposizione forze e risorse per alleviare le umane sofferenze dentro
e fuori dai campi di battaglia, sogno vi� sionario che nel tempo si è avverato, sul� la base di un Vangelo laico incardinato su 7 principi fondamentali trasversali ad ogni credo e fede politica: umanità, imparzialità, neutralità, indipendenza, volontarietà, unità, universalità. Gli stessi sette principi che animano tutti i volon� tari di CRI e della Mezzaluna Rossa In� ternazionale e vengono quotidianamente messi in pratica da quelle donne e quegli uomini in divisa rossa a bande bianche, che, organizzati in comitati territoriali ca� pillarmente diffusi, su campi di battaglia più incruenti, ma comunque molto com� plessi, accorrono ogni giorno in soccorso di chi soffre, spesso surrogando anche i
mancati o gli intempestivi interventi del� le istituzioni. È quanto succede nel comi� tato presieduto da Gianbattista Ganzerli, attivo nell’hinterland a nord di Napoli nei territori di Casavatore (dove ha la sede), Casoria, Arzano, Caivano, Casandrino, Volla, Afragola. E con Gianbattista Gan� zerli ho chiacchierato oggi. Leggete: c’è di che riempirsi occhi e cuore. Tutti territori impegnativi, presidente: molto popolosi e con quartieri a rischio! Afragola con le Salicelle, Caivano con il Parco Verde, Casavatore con l’Immacolata, per fare degli esempi, sono tutte zone a rischio. Per fare un esempio, la scorsa settimana, al parco Verde di Caivano è capitato che una signora, uscita da casa alle sette di mattina, al ritorno non poteva rientrare: l’ascensore si era guastato e lei non riusciva a salire le scale perché pesa 170 chili. Così è rimasta in macchina fino alle sette di sera, fino a quando ci hanno chiamati e con la barella cingolata l’abbiamo trasportata lungo le scale fino al suo appartamento. Se non ci fossimo riusciti ci avrebbero linciati perché ovviamente molti abitanti del Parco Verde erano in strada con lei. Abbiamo dovuto chiamare i Carabinieri. Per fortuna è andata bene. Questo per dire che siamo sempre in trincea, a dare
DOMENICA 5 DICEMBRE 2021 risposta alle esigenze del territorio, quali che siano. La delinquenza è un problema qui, per questo il nostro è stato il primo comitato aperto ai “messi alla prova”, persone che devono scontare una pena con lavori socialmente utili e che lavorano con noi. Attivate anche progetti di reinserimento sociale, quindi! Sì. Il nostro progetto, unico in Italia, si chiama Casse Ammende, in collaborazione con la Regione Campania e il Garante per prendere in carico detenuti a fine pena, cioè agli arresti domiciliari. Attualmente in una nostra sede di Casandrino ce n’è uno, che si occupa di pulizia, manutenzione e quant’altro per reinserirsi nella società. Come nascono progetti simili? Alcuni li creiamo noi, altri si costituiscono in rete con altre associazioni che ci propongono un’idea: noi la condividiamo, la sviluppiamo e la mettiamo in campo. A volte ci sono dei bandi a cui partecipiamo. Una domanda personale Presidente: quando e come è nata in te la voglia di dedicarti al volontariato targato CRI? Io sono nato e cresciuto a Casavatore e ho sempre avuto voglia di dare una mano, fin da quando ero alle scuole medie e mi alzavo alle sei di mattina per andare prima in chiesa a servire messa, poi accompagnavo l’anziano parroco a portare la Comunione agli infermi e infine andavo a scuola. Sentirmi utile, poter dire “cosa posso fare per te?” mi fa star bene. Nel tempo poi ho imparato tante cose, anche come distinguere la povertà dall’accattonaggio, Questa è interessante: ci aiuti a vincere le resistenze di chi è restio a dare una mano, anche a fare un’elemosina, per il timore che i poveri siano solo presunti tali ma in realtà accattoni approfittatori del buon cuore altrui? Ci spieghi come riconoscere i veri bisognosi? Te ne accorgi subito: l’accattone pretende le cose, come fossero suo diritto invece i veri poveri sono sempre imbarazzati nel chiedere e nell’accettare, ringrazia e si scusa di continuo, cerca soluzioni insieme a te. Gli accattoni provano ad accumulare, pretendono i pacchi alimentari da noi, dalla parrocchia, da altre associazioni e se dai loro un appuntamento tendono a sottrarsi, hanno sempre qualcosa da fare. Col tempo si impara a distinguerli. Anche gli accattoni sono poveri, ma contrariamente ai veri bisognosi, aumentati molto di numero anche a causa del Covid perché hanno perso il
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Da sempre al fianco di chi soffre, i volontari di Croce Rossa non sono però solo soccorritori sanitari, ma preziose risorse, talvolta le uniche, pronti a spendersi in ogni situazione di emergenza per aiutare chi ha bisogno. E anche quando le istituzioni non riescono a fornire risposte adeguate, la CRI c’è. Soprattutto nell’hinterland di Napoli Nord. lavoro e quindi il loro stato di necessità è, per così dire, momentaneo, pongono l’avere come una pretesa. Quando ero ragazzino e andavo già con la parrocchia a portare ad esempio i vestiti usati a queste persone, cominciavo a capire che la loro povertà non era nella tasca, perché tra contrabbando di sigarette o altri illeciti, più o meno gravi, riuscivano a portare a casa la pagnotta. La loro era ed è una povertà interiore culturale. Ad esempio, noi portavamo vestitini per i bambini e loro, quando si sporcavano, anziché lavarli li buttavano, tanto erano sicuri che noi gliene avremmo portati altri. È un fatto culturale. Come Croce Rossa abbiamo dovuto affrontare addirittura dei focolai di scabbia, senza parlare del fatto che la maternità giovanile in queste zone è ancora molto diffusa: ci sono ragazzine che dovrebbero ancora giocare e invece sono già madri e i loro figli crescono così, senza cure perché le mamme bambine a loro volta non hanno avuto cure quindi non sanno darne. Sono ragazzine a loro volta abbandonate a se stesse che si aspettano chissà cosa dalla vita e che cadono preda del primo coetaneo che “fa ‘o scemo” e si ritrovano incinte. Cosa fanno le istituzioni per combattere questa povertà umana e culturale? E il volontariato come interviene? Che speranze ci sono di riuscire a sconfiggerla? Se su un migliaio ne salvi due qua hai già vinto. Le istituzioni fanno quello che possono: spesso manca il personale e si rivolgono a noi CRI. Quindi voi surrogate le loro funzioni?
Sì, spesso ci chiamano e ci chiedono di intervenire in situazioni critiche. Cerchiamo di essere presenti, dare risposte. Ad esempio, attualmente andare a scuola è importante. Bisogna evitare di tornare in DAD, anche se pare il rischio attualmente sia di nuovo concreto. Noi, disponendo dell’ambulatorio mobile e avendo avuto la donazione di un gran numero di tamponi, siamo andati fuori alle scuole a fare i controlli gratuiti agli studenti. Ottimo! E che riscontro avete avuto? Eccellente. Al punto che siamo stati contattati dal presidente del consiglio comunale di Grumo Nevano, che non è tra i sette territori assistiti da noi, e tramite la CRI di Frattamaggiore ha fatto in modo di aderire alla nostra iniziativa. A proposito di prevenzione: i vostri ambulatori offrono anche visite gratuite a chi ne faccia richiesta con campagne di prevenzione mirate. Qual è la ricaduta sul territorio? Anche in questo caso la risposta dei cittadini è entusiasta: disponiamo di un ambulatorio fisso, dove ci sono anche un elettrocardiografo e un ecografo, dove i nostri medici volontari periodicamente seguono le persone che hanno bisogno in modo del tutto gratuito e di uno mobile, con il quale interveniamo dove serve, anche in situazioni di emergenza. Abbiamo per esempio famiglie intere di senza fissa dimora, o perché la loro casa crolla, come è successo recentemente ad Afragola. C’erano due casi Covid e noi su richiesta del commissario prefettizio li spostammo a Cancello Arnone nel Covid Hotel, alle 11 di sera con il mezzo adibito ad hoc. Aggiungi che i nostri comuni sono finanziariamente disastrati, quindi quando ci chiamano chiedono sempre i costi. Ma i nostri interventi sono gratuiti. Diamo comunque e sempre risposte a chi ha bisogno, trovando i fondi necessari, soprattutto attraverso donazioni. Recentemente ad Afragola ci hanno assegnato due palazzine sequestrate alla camorra, una delle quali è molto grande: sei appartamenti su tre piani. Qui allestiremo un centro di accoglienza per le donne vittime di violenza e i loro figli. Ci sarà una foresteria, una biblioteca e altri spazi polifunzionali. Sarà anche un luogo in cui combattere quella povertà culturale causa di tante miserie umane a cui facevamo riferimento prima? Sì. Faremo anche formazione, poi ci sarà una sorta di consultorio. Offriremo alloggio, protezione e consulenza a donne e bambini. Cose che già facciamo. Ad
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20 Arzano abbiamo attivato uno sportello di ascolto. Io cerco di aprire sedi e centri in ogni comune, per essere più vicini ai bisogni della gente. Il nostro comitato partecipa poi anche al premio per le scuole che eroga borse di studio intitolato alla memoria di Pietro Petrucci, eroe di Nassirya che era di Casavatore dedicato agli alunni di quarta e quinta primaria e dei tre anni di scuola media inferiore. All’interno di questo premio abbiamo inserito anche un nostro ulteriore premio speciale, che premia chi, nel proprio testo, racconta storie ed esperienze ispirate al principio di umanità che è uno dei nostri capisaldi. I vincitori ricevono dei buoni per acquistare libri e in più, i primi tre classificati dei tre istituti comprensivi di Casavatore vengono nominati Ambasciatori della Pace per la Croce Rossa. Più libri più liberi! Questo è un bel modo di contrastare la povertà culturale e offrire ai ragazzi l’occasione per uscire da quel mondo! Eh, sì. L’ignoranza deve essere sconfitta attraverso la conoscenza. Oltretutto poi diamo loro anche un’agendina, l’agendina della Croce Rossa nella quale chiediamo di appuntare tutte le ingiustizie e le cose che non vanno e di darle poi al compagno nominato ambasciatore per-
ché le faccia conoscere e aiuti a contrastarle. È un bel modo per responsabilizzarli. Ed è bello quando qualcuno di loro prosegue anche oltre noi, come è successo ad un ragazzo che ci ha mandato un post in cui ci ringraziava e ci raccontava di aver fatto tanti altri passi come ambasciatore della pace anche per proprio conto e costruire una società ed un mondo migliori. Quello che manca in questi territori è proprio questo: molti giovani, molti ragazzi sono ineducati. Bisogna però insistere e non arrendersi. Natale è imminente: c’è qualche iniziativa particolare del comitato CRI che presiedi? Sì: faremo una cena di Natale a Casandrino il 22, un po’ prima della Vigilia, per dare la possibilità anche alle persone bisognose di vivere il Natale in armonia. Prima di lasciarci: come avete affrontato l’esplosione della pandemia nei primi tempi in cui non c’erano vaccini, né cure, ma tanta, tanta paura? Avevamo una vecchia auto, una Punto, che feci immediatamente modificare per adeguarla al trasporto dei positivi, separando il lato guida da quello passeggeri e accompagnavamo chi aveva bisogno di fare il tampone, ma non aveva né auto propria, né chi poteva intervenire per loro, nei centri addetti. Facemmo anche
una raccolta di bombole di ossigeno che avemmo grazie a donazioni e nel periodo di massima emergenza ossigeno in cui le bombole scarseggiavano, le portavamo a casa di chi aveva bisogno in attesa che ricevesse dall’ASL quelle prescritte dal medico. In base alle esigenze abbiamo dato delle risposte. Qui Croce Rossa è un’istituzione. Recentemente un assessore delle nuova giunta Maglione ci ha contattati proprio chiedendoci di fare i tamponi nelle scuole, mentre durante la giunta precedente abbiamo aperto un’AB aziendale. Ci siamo presi incarichi e responsabilità che non erano neppure nostre, ma per noi conta solo dare risposte efficaci di fronte alle necessità delle persone. Abbiamo fatto e facciamo anche attività di supporto per le vaccinazioni e i tamponi domiciliari. Per Natale, oltre alla cena a Casandrino, faremo anche un grande albero in piazza a Casavatore. Complimenti! Hai un’anticipazione per chiudere in esclusiva per i nostri lettori? Una cosa per la verità potrei dirtela in anteprima: stiamo ultimando tutte le pratiche burocratiche per aprire una sede CRI anche a Casoria, vicino alla stazione. Benissimo! Questa è davvero la ciliegina sulla torta!
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IDA PICCOLO
LA CANTANTE E ATTRICE ANNA CAPASSO, UNA STAR DEL PANORAMA MUSICALE ITALIANO
È quasi sempre difficile raccontare la figura dell’artista poliedrico, creativo e intraprendente, bisogna sempre saper attingere da fonti dirette; questa settimana infatti abbiamo fatto quattro chiacchiere con Anna Capasso ed è stato veramente un piacere perché abbiamo scoperto tante cose di lei. Sempre in auge e impegnata nel suo lavoro, tra aneddoti e curiosità la bravissima artista dello show biz italiano ha raccontato le sue origini fino alle ultime avventure teatrali e musicali. Ciao Anna ci racconti quando nascono le tue passioni per la musica e il teatro? “Il mio sogno è stato sempre quello del canto e la recitazione, nasce da quando avevo 6 anni, con mio nonno guardavo sempre le commedie di De Filippo e il festival di Sanremo e la passione cresceva dentro me esibendomi sempre in famiglia già da bambina trascurando le bambole, mio nonno notando e seguendo le mie attitudini e talenti cominciò a farmi studiare e da lì iniziò il mio bel viaggio tra lezioni all’Accademia del Teatro Bellini, lezioni di canto e tanti workshop”. Le tue collaborazioni quali sono state? “Ho lavorato con tanti professionisti del settore anche a Roma con Gigi Proietti, Pino Insegno e ancora Enrico Maria Lamanna, Nello Mascia e tanti altri… successivamente mi sono appassionata e concentrata sul teatro infatti a Napoli presi parte della compagnia dei fratelli Gallo con (Quartieri Spagnoli) un percorso durato tantissimi anni, ottenendo grandi consensi anche dopo dieci anni con le repliche, insomma lo spettacolo mi ha reso giovane e realizzata, ho avuto anche l’onore di cantare con il grande Nunzio Gallo, successivamente con Mario Da Vinci e presi parte a numerosi spettacoli che vantano numerosi collaboratori, scene pazzesche e trame particolarissime”. Hai sempre vissuto a Napoli? “Io sono Aversana ma da quando ho scoperto le tradizioni e culture napoletane mi sono trasferita in via Tribunali, appassionandomi del popolino e la loro veradicità, ho avuto modo di co-
noscere tante persone a cui anche oggi sono tanto legata, generosi e amorevoli come se facessero parte della mia famiglia e amicizie vere che porto sempre con me quelle sane e genuine”. È arrivato per te anche Destinazione Sanremo, come lo hai vissuto? “Quante emozioni, la gioia di conoscere Pippo Baudo non aveva prezzo! Mi chiamava la cantante delle mozzarelle essendo di Aversa e dopo dieci anni che lo rividi ad un evento a Sorrento si ricordó subito”. Hai mai pensato di organizzare qualche spettacolo ideato da te? “Certo, Donne in viaggio da Napoli a Broadway da Attrice e Protagonista raccontavo la vita normale è semplice dell’artista, donne che si dividono tra lavoro e famiglia e quindi a conciliare entrambe non è per niente facile; e ancora il processo di cambiamento e le tante sfaccettature di quello che subisce la donna di spettacolo tra risate, pianti e delusioni per arrivare nell’amata Broadway- sogno di tutte!” Anna oggi tutti viviamo un momento di sconforto per la pandemia ancora in vigore su cosa hai riflettuto durante? “La pandemia mi ha fatto apprezzare le cose più semplici dando valore a ogni cosa pensando che la vita scorre velo-
ce quindi agire subito, non lasciare le cose in sospeso, ho riflettuto anche sui rapporti umani e alle tante possibilità che si devono dare a chi ti cerca una mano”. Sappiamo che ami scrivere e trattare temi molto importanti giocando anche con un po’ di fantasia e un briciolo di follia, ci parli dei tuoi brani?” Tre anni fa nacque il progetto Come pioggia con il quale sono entrata in una mentalità diversa cambiando il mio mood musicale, brani con messaggi forti, racconti di vita vissuta con tanta semplicità – scorre tutto come pioggia e domani sarà tutto migliore- con il sorriso si ottiene sempre tutto; la canzone bye bye invece parla di un amore tossico quello che a volte non riusciamo a mandare via nonostante faccia male e che il coraggio serve per scacciare via la disperazione, l’ultima è – ballo da sola- nasce con la pandemia ed è un tema sempre valido per valutare la qualità del tempo e non la quantità e di non perdere mai il desiderio e il fervore di fare qualcosa soprattutto dove c’è la lontananza lì dove un rapporto o si rafforza o si perde, ma ricordate con la fiducia non si balla mai da soli!” Che priorità ha la bellezza nel tuo lavoro? “La bellezza di una donna è riflessa nella propria anima, sentirsi bene con il proprio corpo vuol dire accettare tutto di se, io mi sono sentita di fare questo cambiamento alla mia immagine prima per me stessa perché lo volevo e poi per gli altri, non mi piace la trasformazione ma amo solo dare un tocco di luce ed effetti all’aspetto, ma mai esagerare”! Concludiamo dando appuntamento a tutti alla decennale manifestazione ideata da te “L’Arcobaleno Napoletano dedicata alla memoria di Ileana Bagnaro al Teatro Sannazaro, parlaci. “Un premio per la Fondazione Melanoma ONLUS e alla ricerca, dove vengono consegnati riconoscimenti alle eccellenze Campane, personaggi che per il loro impegno e dedizione al lavoro si sono contraddistinti anche fuori dai confini regionali – conclude la Capasso - un vero spettacolo da seguire!
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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA FRANCESCO GIAMPIETRO
SIAMO LE RADICI CHE NON POTRETE MAI ESTIRPARE! Quello che stiamo per dirvi potrebbe suscitare in tanti e tante di voi rabbia o tristezza… ma ci teniamo a dire che tutti i sentimenti del momento si trasformeranno presto in forza e unione per continuare, e con ancor più tenacia, il grande sogno di Terranostra. Stamattina, il Comune di Casoria, con vigili e addetti ai lavori, è entrato nel verde di via Boccaccio per effettuare i rilevamenti e la caratterizzazione previsti per iniziare il processo di progettazione pubblica. Ancora una volta, la comunità libera e aperta in difesa dei beni comuni, viene di fatto scavalcata e marginalizzata, coi soliti metodi arroganti ed escludenti delle istituzioni. Dunque, molto probabilmente per qualche tempo non vivremo l’uso civico e collettivo del bene comune nelle forme come lo abbiamo conosciuto negli ultimi sei anni... Ma restiamo attivə e partecipi perché la nostra lotta ha tante forme di resistenza e tante idee da sprigionare. Il presidio di questi sei anni ha dato alla città uno spazio sociale e culturale che mancava come il pane ed ha altresí evitato ulteriore inquinamento di una terra che a quest’ora sarebbe invasa totalmente dai rifiuti visto come il Comune la stava utilizzando fino al 2015, ossia come discarica. Abbiamo lottato e continueremo a lottare per la riqualificazione degli spazi abbandonati della città e per le bonifiche del territorio; non abbiamo per questo mai voluto rallentare tali processi, anzi ci siamo sempre adoperatx in ogni modo per trovare forme di dialogo e di sostegno alla nostra iniziativa da parte delle istituzioni. Ora, quello che vogliamo è che il Comune faccia in fretta e lo faccia bene, perché la città di Casoria e tutta la città metropolitana di Napoli hanno bisogno di tanto verde liberato e autogestito dalla popolazione tutta !
Se ci sono due milioni di euro per fare un parco pubblico, per NOI abitanti è una grande occasione. I beni comuni della città sono un patrimonio collettivo di cui riappropriarci, sono strumenti di liberazione per le persone, per le nostre vite. C’è bisogno di nuove forme di autogoverno, di strumenti per emancipare le persone, per creare lavoro e ricchezza collettivi, c’è bisogno di salvaguardare il patrimonio arboreo, i progetti di mutuo soccorso e le reti solidali, c’è bisogno del frutteto e degli orti sociali, c’è bisogno di Arrevuota, de La Mescolanza, della danza, di Rivolterra, di Fuorimercato, delle autoproduzioni, dell’aria fresca, delle assemblee orizzontali, del lavoro di cura, della libera espressione, dell’arte e di tutte le energie sprigionate dall’occupazione di questa terra che significa per la nostra gente riscatto, futuro, amore. Infinito amore. E questo sogno può parlare ancora a tante altre realtà sociali, associazioni, reti civiche, abitanti col desiderio di partecipare e di vivere la propria città. Ora è il momento di unirci e pretendere ascolto e rispetto per questa esperienza e per tutte le esperienze di autogestione attaccate dalla repressione e dal solito malaffare che oggi vede nella transizione ecologica e nei fondi europei a pioggia occasioni di speculazione. Come comunità di abitanti chiediamo:
- Una progettazione realmente partecipata che coinvolga attivamente tutte le realtà sociali del territorio e garantisca decisionalità dal basso per rispondere ai veri bisogni; - Che non venga abbattuto nessun albero, che non vengano intaccati in alcun modo gli ecosistemi della terra, né vengano costruite opere invasive ed inutili; - No ad assegnazioni a privati e soliti modelli gestionali fallimentari: Casoria ha bisogno di soluzioni innovative. - Che siano fin da subito disponibili e trasparenti le informazioni riguardanti i rilevamenti effettuati e tutti gli atti inerenti; - Che vadano avanti proficuamente e in tempi ragionevoli i lavori consiliari per le modifiche al regolamento proposte dalla petizione popolare per l’uso civico e collettivo; - Che sia individuato uno spazio in città per ospitare le iniziative e le attività della comunità territoriale di riferimento; - Che sia consentito, almeno una volta al mese, l’accesso alla terra per la cura del frutteto; Avete provato in tutti i modi ad abbattere quest’albero, ma è ancora qui con le sue radici a forma di forbici a spezzare il vostro filo spinato. Se c’è l’inquinamento è solo colpa vostra, 10 100 1000 Terranostra! #LOTTA #VIVI #AMA
visita il nostro sito www.casoriadue.it
DOMENICA 5 DICEMBRE 2021 SALVATORE IAVARONE
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PROPOSTE D’INTERVENTO PER LA SELEZIONE DI PROGETTI DI VALORIZZAZIONE DI BENI CONFISCATI DA FINANZIARE NELL’AMBITO DEL PNRR
E’ stato pubblicato l’Avviso pubblico per la presentazione di proposte d’intervento per la selezione di progetti di valorizzazione di beni confiscati da finanziare nell’ambito del PNRR, Missione 5- Inclusione e coesione- Componente 3- Interventi speciali per la coesione territoriale- Investimento 2- Valorizzazione dei beni confiscati alle mafie finanziato dall’Unione europea- Next Generation EU. L’Avviso in oggetto ha lo scopo di individuare, mediante procedura selettiva, proposte progettuali finalizzate al recupero, rifunzionalizzazione e valorizzazione di beni confiscati alla criminalità organizzata. L’obiettivo dell’Avviso è la restituzione alla collettività e il reinserimento di tali beni nel circuito legale dei territori di appartenenza. L’Avviso è rivolto a tutti gli Enti territoriali ex art. 114, comma 2 della Costituzione, localizzati nelle Regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Ogni Ente dovrà inviare un’unica istanza di finanziamento. L’istanza può comprendere anche più progetti a condizione che la somma complessiva rientri nel limite, dell’importo attribuibile I Soggetti proponenti possono presentare domanda per interventi di valorizzazione di beni confiscati, attraverso opere di demolizione e ricostruzione, di ristrutturazione e/o adeguamento, per le finalità previste dall’articolo 48, comma 3, lettera c) del D.Lgs 159/2011, e richiamate al paragrafo 5 dell’Avviso. Le proposte progettuali dovranno essere realizzate su beni confiscati già destinati ed iscritti nel patrimonio indisponibile dell’Ente assegnatario alla data di presentazione della domanda.
Non sono ammesse proposte progettuali inerenti interventi con un costo complessivo a carico dell’Avviso in oggetto superiore a € 2.500.000,00 (due milioni e cinquecentomila/00), o riguardanti più lotti funzionali che complessivamente superino l’importo indicato. Sono ammesse proposte progettuali riconducibili anche ad un singolo lotto funzionale di interventi di maggiori dimensioni, purché per il lotto funzionale proposto, a lavori ultimati, ne sia assicurata la funzionalità, fruibilità e fattibilità, indipendentemente dagli altri lotti diversamente finanziati - o finanziabili. Atteso che ogni Ente dovrà inviare un’unica istanza di finanziamento, si chiede di trasmettere allo scrivente entro il 19 gennaio 2022, la documentazione, completa degli allegati di cui al paragrafo 6 dell’avviso de quo, al fine di consentire l’istruttoria propedeutica alla presentazione della candidatura da inviare, a pena di esclusione, entro il termine perentorio dalle ore 12,00 del giorno 24 gennaio 2022. Purtroppo molte delle proposte che abbiamo lanciato dalle pagine di questo giornale, non sono state colte dal Comune di Caoria, ma per fortuna sono state utili a molti altri amministratori anche dell’area a nord di Napoli e dunque continueremo a pubblicare bandi e proposte anche su questa testata, nella speranza che anche Casoria voglia cogliere queste opportunità e le proposte che spesso presentiamo. Intanto questa settimana, il finanziamento sui beni confiscati deve essere una buona opportunità per la nostra comunità, come quello che abbiamo sottoposto e seguito passo dopo passo al quartiere Stella per la nascita di un parco, che purtroppo è ancora inspiegabilmente fermo, nonostante i lavori siano partiti a luglio, ma senza nessun passo avanti.
PNRR PUBBLICATO IL BANDO PER LA RIQUALIFICAZIONE ERP
Ancora una buona opportunità per i comuni che hanno come proprietà edifici di edilizia popolare. Si tratta proprio di quegli edifici che meritano di più in termini di manutenzioni ed attenzione da parte delle pubbliche amministrazioni, soprattutto in provincia di Napoli. Con Decreto Dirigenziale n. 106 del 16 novembre 2021 è stato approvato il Bando per la riqualificazione della edilizia residenziale pubblica che attinge alla misura 11 del Fondo Complementare al PNRR - Programma Sicuro, verde e sociale: riqualificazione edilizia residenziale pubblica (D.L. 59/2021).La Campania risulta la Regione italiana maggiormente finanziata con una dotazione di oltre 295 milioni di euro (295.555.121,25) sui 2 miliardi disponibili (DPCM 15 settembre 2021). Obiettivo del Bando è favorire l’incremento e la riqualificazione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica di proprietà dei Comuni e dell’ACER, attraverso interventi di recupero, ivi compresi la demolizione e la ricostruzione, e di rigenerazione degli spazi di pertinenza dei fabbricati. Il Bando è rivolto ai comuni della Regione Campania proprietari di patrimonio ERP e all’ACER.
Ai comuni della Campania vengono destinate risorse per € 150.555.121,25. Viene prevista una riserva finanziaria a favore del Comune di Napoli (€ 60.000.000,00) ed una a favore dei progetti presentati dall’ACER (€ 85.000.000,00). Secondo le indicazioni del D.P.C.M. 15 settembre 2021 viene stabilita una priorità agli interventi che ricadono nella zona sismica 1 e 2 (la quasi totalità del territorio regionale) e che migliorano contemporaneamente la sicurezza sismica e la classe energetica degli edifici (da raggiungere minimo la classe di prestazione B). Non viene richiesto un livello minimo di progettazione, indicando solo una premialità per i soggetti proponenti che dispongono di progetti definitivi ed esecutivi. Le istanze vanno redatte sulla base del modello allegato B) “Scheda di sintesi” e corredate obbligatoriamente dal Prospetto sintetico allegato C) da compilare con i dati e i costi del progetto da finanziare. Entro il 20 dicembre 2021 entrambi i documenti (Allegato B e C) vanno trasmessi sia in formato editabile che in formato pdf firmato digitalmente dal legale rappresentante dell’Ente esclusivamente via PEC all’indirizzo
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TRIANON VIVIANI, LA RICCA OFFERTA DI SPETTACOLO DI DICEMBRE Al Trianon Viviani, musica, teatro musicale, serate/evento e una speciale rappresentazione eduardiana di teatro di figura caratterizzano la programmazione di dicembre. Nel ricco cartellone del mese, curato da Marisa Laurito, spazio a concerti di noti cantautori partenopei e giovani cantanti già affermati sul panorama nazionale, con rivisitazioni di brani famosi in chiave napoletana e alcuni rilevanti omaggi: il tributo a Enrico Caruso e Sergio Bruni, due grandi figure artistiche del Novecento apprezzate internazionalmente, rispettivamente nel centenario della scomparsa del primo e dei cento anni dalla nascita del secondo, nonchè i novant’anni della commedia Natale in casa Cupiello. La programmazione si dipana da venerdì 3 dicembre, alle 21, con il recital, già sold out da giorni, di Tommaso Primo che presenta, con Favola nera in concerto, il suo ultimo album. «È un concept album – spiega il cantautore partenopeo – che vuole fotografare la parte oscura dell’essere umano nello sfondo del ventre partenopeo». Dieci racconti forti dove la provocazione è l’ingrediente principale, storie di strada e di sessualità, ma anche di fiori che sbocciano nel cemento, di angeli che diventano demoni e viceversa. Ospiti della serata Roberto Colella della Maschera con Antonio Gomez Caddeo e Vincenzo Capasso, Dario Sansone dei Foja, il Cile e Pasquale Palma. Sabato 4, alle 21, ritorna nel teatro della Canzone napoletana Peppe Barra. L’artista propone brani che partono dalla contaminazione di brani della tradizione, con autori come Giambattista Basile, E. A. Mario, Leonardo Vinci e Ferdinando
direzione artistica
Marisa Laurito
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PROGRAMMA DICEMBRE 2021 1
Russo, a composizioni di musicisti contemporanei, come Pino Daniele, Bob Marley ed Enzo Gragnaniello. I testi costruiscono, con la musica, architetture sonore, riuscendo a far convivere suoni antichi e moderni, tammurriate, echi di canzone francese e arie del Settecento. Domenica 5, alle 19, è la volta delle EbbaneSis con Transleit, un concerto nel quale le due musiciste, Viviana Cangiano e Serena Pisa, interpretano i brani del recente e omonimo album. Il duo, il cui sodalizio è ormai affermato sulle scene e da una grande amicizia, si contraddistingue per l’originalità degli arrangiamenti per voci e chitarra, caratterizzati da singolari contaminazioni linguistiche, e per la fusione delle voci. Tra i brani proposti, nella loro chiave originale, classici come Reginella, ‘O sarracino, Rundinella, ‘O zappatore, ‘A rumba d’ ‘e scugnizze e ‘O sole mio, alternati a brani internazionali tradotti in napoleta-
no come Bohemian rhapsody dei Queen. Giovedì 9, alle 21, Serata d’Onore Enrico Caruso, manifestazione/evento, in occasione del centenario della scomparsa, registrata per Rai1. La Serata intende essere una sorta di “compendio” della figura del celebre tenore, del quale racconta le vere storie e fa giustizia di alcune leggende che sono fiorite sul conto di una figura così carismatica e popolare. Ne sono autori Massimo Andrei, Mauro Gioia, Marisa Laurito e Giorgio Verdelli, con la consulenza di Giuliana Muscio. La stessa Laurito conduce il racconto dal palco del teatro, dove è allestita una scenografia di Bruno Garofalo ispirata alla hall di un grande albergo dei primi anni del ‘900, con un grande piano a coda, poltrone e stampe d’epoca. Da New York Mauro Gioia ci condurrà nei “luoghi” americani del grande tenore. Il racconto si dipana tra riprese e documenti d’epoca, fotografie, filmati di grandi tenori alle prese col repertorio di Caruso e una serie di esibizioni, tra cui quelli di Lina Sastri, Nicholas Ceragioli, il talento quindicenne speranza della lirica. Tra le testimonianze, Jonas Kaufmann e Cecilia Gasdia, Andrea Bocelli, Vittorio Grigolo e Daniel Oren, Ron, che racconta Lucio Dalla e la genesi della sua celeberrima Caruso; il Volo; il critico musicale Francesco Canessa, già sovrintendente del San Carlo; il regista Riccardo Canessa; e Giuliana Muscio. Regia teatrale di Bruno Garofalo. Regia televisiva di Barbara Napolitano. Da venerdì 10 a domenica 12 (venerdì e sabato alle 21; domenica alle 18) Marco Simeoli è il protagonista di Musica Simeoli… manca solo Mozart, atto unico tratto da una storia vera scritto e diretto da Antonio Grosso. Il protagonista
Piazza Benedetto XV, 5/A 80026 Casoria (NA) itegas.srl@libero.it Tel. 081. 757.31.07 338.490.71.90 339.415.87.00
DOMENICA 5 DICEMBRE 2021 racconta Napoli e la sua musica attraverso spartiti, nonché aneddoti dello storico negozio musicale di famiglia, nel quale sono passati tanti musicisti internazionali, tranne il compositore di Salisburgo. Giovedì 16, alle 21, Serata d’Onore Sergio Bruni, in occasione del centenario della nascita dell’artista definito «’a Voce ‘e Napule» da Eduardo De Filippo. La manifestazione, registrata per Rai1, è scritta da Marisa Laurito, Salvatore Palomba e Giorgio Verdelli. La stessa Laurito, allieva di Bruni, conduce il racconto tra documenti d’epoca, fotografie, filmati e una serie di esibizioni del repertorio del cantautore: Tony Esposito con la compagnia Stabile della Canzone napoletana, Pino Perris, Raiz, Andrea Sannino, Irene Lupe Scarpato, Tosca e Fausta Vetere della Nccp. Tra le testimonianze, Enzo Avitabile, che racconta l’incontro col Maestro ed esegue un’esclusiva versione di Carmela, Roberto De Simone e quella familiare della figlia Adriana Bruni. Sabato 18 e domenica 19 (sabato alle 20:30 e alle 22; domenica alle 18 e alle 19:30), Colapesce, oltre la leggenda, una commedia musicale di Pietro Pignatelli con le musiche dei Baraonna. Il racconto della leggenda è accompa-
25 gnato dalla mostra dell’artista livornese Stefano Pilato, che realizzerà live in teatro un’opera, dedicata a Colapesce e al mare, utilizzando i rifiuti raccolti sul litorale napoletano e puteolano, e l’associazione Plastic free sensibilizzerà il pubblico sul diritto all’accesso all’acqua e all’ambiente come beni comuni e diritti universali e inderogabili. Giovedì 23, alle 21, il Trianon Viviani ospita un allestimento singolare di teatro di figura di Natale in casa Cupiello, una delle più conosciute commedie di Eduardo, a novant’anni dalla sua scrittura. Con il sottotitolo “Spettacolo per attore cum figuris”, questa produzione di Interno 5 e Teatri associati di Napoli, che si avvale del sostegno della fondazione De Filippo, vede protagonista Luca Saccoia e i le figure animate che lui stesso manovra nell’ambientazione di un grande presepio. Infine, ritorna in scena nei giorni di festa la produzione del Trianon Viviani dedicata alla Canzone napoletana. Sabato 25, alle 21, domenica 26, alle 18, e giovedì 30, alle 21, va in scena Adagio Napoletano. Cantata d’ammore di Bruno Garofalo che cura la regia e le scene. Il musical di melodie partenopee vede la partecipazione dei musicisti, cantanti e
ballerini della compagnia Stabile della Canzone napoletana. con protagonisti Lello Giulivo, Susy Sebastiano, Francesco Malapena e la partecipazione straordinaria di Gigio Morra. Tra i vicoli della città rivivono le storie delle canzoni classiche napoletane, tra scene di strada, di mare e paesaggi di Napoli e della Costiera. Ancòra per dicembre, il teatro della Canzone napoletana propone la sottoscrizione di una card, con la quale lo spettatore potrà assistere a sei spettacoli, al prezzo speciale di 90 € in poltrona e di 60 € in palco, scegliendoli liberamente dal cartellone. Inoltre, per il pubblico giovanile, ovvero “under 30”, il teatro rende disponibile, per ogni spettacolo, cento ingressi a 10 €. I miniabbonamenti e i biglietti sono acquistabili presso il botteghino del teatro, le prevendite autorizzate e online sul circuito AzzurroService.net. Il botteghino è aperto dal lunedì al sabato, dalle 10 alle 13:30 e dalle 16 alle 19; la domenica e i giorni festivi dalle 10 alle 13:30. Per accedere al teatro è obbligatorio il possesso del green pass e l’uso della mascherina. Informazioni: sito istituzionale teatrotrianon.org, tel. 081 2258285.
ELENA TORRE
INTERVISTA A FEDERICO BARSANTI Sta per uscire il tuo libro di Strategia Poetica, una disciplina ideata da te: ci vuoi parlare del libro? Non si tratta di un semplice libro ma di una Visione, un Metodo, una Pratica che può trasformare la vita alle persone che vorranno farla propria. In conseguenza alla mia trentennale esperienza nella pedagogia teatrale e registica con migliaia di persone tra bambini, ragazzi, adulti e persone con gravi disabilità, ho creato un metodo rivoluzionario (cit. da parte di tante persone che lo stanno mettendo in pratica) che può essere applicato ad ogni aspetto della nostra vita; spinto da coloro che lo stanno sperimentando con me ho trascritto una “via” che ci introduce
a ri-vedere e ri-organizzare la nostra vita quotidiana: per fare ciò bisogna scoprire e poi imparare a calcare il “Palcoscenico Interiore” in cui ci muoviamo quotidianamente, analizzando una serie di meravigliose opportunità che ci
permetteranno di ri-prendere in mano la nostra esistenza troppo spesso piena di rabbia, ansia e corsa continue. Queste opportunità sono descritte precisamente nel libro oppure durante i corsi o gli incontri individuali. Un’operazione
sorprendente e magica che può aprire vie verso concrete trasformazioni del nostro agire nella vita di tutti i giorni. Una preziosa guida per insegnanti, ragazzi, professionisti, genitori e i loro figli, ricca anche di testimonianze ed esercizi pratici. Il libro avrà per titolo “Scopri la meravigliosa arte che ti insegna a dialogare con il tuo Ego: LA STRATEGIA POETICA”. E, allora, la seconda domanda… Descrivici più approfonditamente “che cos’è la Strategia Poetica”? Difficile rispondere brevemente, ma proverò proseguendo la risposta di cui sopra e aiutandomi con un piccolo schema, seguitemi: 1) La Strategia Poetica è un Viaggio, un processo di
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26 trasformazione che si ispira all’arte della recitazione (principalmente dal Teatro) e che propone di ri-vedere e ri-organizzare la propria visione pratica-teorica della vita. L’espressione Strategia Poetica, da me coniata nel 2012 (e appositamente registrata) nasce dalla mia trentennale esperienza nella pedagogia teatrale e si intreccia a percorsi/ricerche con maestri, oltreché a viaggi e vicissitudini che mi hanno condotto ad una esplorazione profonda dell’animo umano. 2) Scopo della Strategia Poetica è fornire nuove chiavi di lettura e strumenti pratici per creare “spunti” là dove sentiamo che ci sono limitanti modi di pensare/vivere la vita. Gli obiettivi si raggiungono attraverso un particolare allenamento quotidiano proposto al partecipante dopo aver condiviso alcune pratiche rigeneranti, rilassanti, ma anche emozionanti e potenti. Si tratta di un percorso basato sull’azione partendo da una visione artistica, e mira ad alleggerire o a dissolvere credenze che ognuno di noi si porta dentro da lungo tempo: spesso sono proprio queste credenze ad impedirci di vivere con più serenità eventi legati al nostro quotidiano presente e passato. Quattro sono le fonti principali da cui Federico attinge per intraprendere questo percorso: l’Arte Recitativa, cioè l’arte del ri-trovarsi e mettersi in azione; la Storia dell’individuo ovvero come passato e
presente possono creare nuovi punti di collegamento per agire nel presente e nell’immediato futuro; la Natura, rivista ed integrata come meraviglioso legame che l’essere umano ha con essa; la Semplicità, intesa come fluidità sganciata dagli affari dell’Ego nei confronti dei fatti della vita. Una quatrìade potente che può apportare significativi miglioramenti alla nostra vita. 3) La Strategia Poetica è come una disciplina artistica che comprende teoria e pratica; è l’arte del Movimento, del Paradosso, l’arte del mettersi in viaggio. Ri-unirti con ciò che eri, per trasformarti in ciò che sei veramente. La comprensione e l’integrazione del Paradosso induce ad alleggerire istantaneamente le pressioni che ci ritroviamo a vivere ogni giorno in modo sconsiderato, poiché siamo presi e sballottati-strozzati dal guinzaglio dell’Ego. “Il Poeta” interiore è la presenza che “sa”, che “conosce” le risposte e sa porsi le domande corrette. Si può cominciare un percorso di scoperta e rivelazione con La Strategia Poetica attraverso Le Domeniche di Strategia Poetica, gli incontri individuali anche su wa in video-chiamata, oppure partecipando a Workshop e serate o viaggi veri e propri di alcuni giorni. COME SI APPLICA: Attraverso un percorso suddiviso in TEORIA e PRATICA. Sotto il profilo TEORICO: si esaminano i cinque “Spazi
Scenici” della vita: materiale, intellettivo, creativo, spirituale, emozionale. Durante questa fase emergeranno molteplici aspetti fondamentali nella nostra vita presente e passata rimasti sommersi o sconosciuti. Questo lavoro sui cinque punti cardinali ci aiuterà a trattare i seguenti aspetti fondamentali: a) Comprendere quando è in azione il nostro Ego - quindi lo stiamo subendo, ne siamo potenziali vittime – ed entrare in dialogo con esso (l’Ego); b) comprensione del tempo e come creare dentro di noi lo Spazio della Pazienza (il Bio-Tempo) per entrare nella gestione delle nostre vicende quotidiane; c) i temi collegati al nostro albero genealogico e come ri-vederli alla luce del lavoro sui cinque punti cardinali: questo ci porterà a chiarire dentro di noi quali meccanismi ci hanno impedito ed impediscono di creare un salutare movimento nella nostra vita. d) chiariti i meccanismi saremo pronti per mettere in pratica la nuova visione che si è generata dentro di noi. La fase Teorica è il ponte per creare e preparare al passaggio PRATICO (esercizi ispirati alle arti sceniche, particolari compiti psico-poetici da eseguire a casa, pratiche ispirate al mondo della natura, e molto altro ancora…) connesso alle nostre problematiche e alle nostre aspirazioni. IMPORTANTE: le due fasi si svolgono in contemporanea sia durante le Domeniche
e i workshop di gruppo che negli incontri individuali (in presenza o in video chiamata su Wa). Il percorso prevede, inoltre, pratiche da me elaborate che si ispirano a percorsi intrapresi negli ultimi 30 anni di formazione individuale: la maschera, la psicologia junghiana, le costellazioni familiari, la psico-magia, la psicomotricità, il teatrodanza, l’esperienza attoriale e registica, lo sport, il lavoro pedagogico con bambini, adolescenti, adulti e persone diversamente abili, principalmente. Cosa significa fare teatro? Generalmente si pensa che per fare teatro si debba salire su di un palcoscenico, il che è vero, ma solo in parte. Nel mio caso credo sempre più che “fare teatro” sia un passaggio, una via. Il Teatro nella mia visione è un viaggio iniziatico, una nobile opportunità – non in senso aristocratico o di genere o di classe - per intraprendere un percorso di individuazione: imparare a calarsi nei panni altrui – per aiutare noi stessi e gli altri - , comprendere le nostre debolezze, le nostre aspirazioni e talenti, ri-prendere in mano noi stessi e ri-vederci completamente. Niente a che vedere con la visione ego-centrica della società in cui viviamo. Per fare teatro si parte dalla persona, non dal teatro. Tu tieni molti corsi, ma fai anche coaching e sessioni private anche a distanza… Oltre ai corsi di Strategia Poetica tengo corsi di Recitazio-
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DOMENICA 5 DICEMBRE 2021 ne (Teatro) nella mia scuola – Piccolo Teatro Sperimentale – in Toscana. Giro anche l’Italia e l’Europa per tenere stage e spettacoli e serate. Negli ultimi due anni – causa la pandemia covid-19 – si sono aperte anche altre prospettive: le persone che mi seguivano in presenza hanno continuato a farlo attraverso il web. Ma altre si sono aggiunte… e così, specie con la Strategia Poetica, ho potuto incontrare tante persone da tutta Italia e intraprendere con loro - attraverso videochiamate su Wa o serate sulla piattaforma Zoom – dei percorsi meravigliosi, toccanti e trasformativi. Strano e illuminante, non avrei mai pensato potesse essere possibile. La mia esperienza con le persone spazia dai bambini di 3 anni agli adolescenti e gli adulti. Poi ho avuto una lunga e toccante esperienza (17 anni) con le persone diversamente abili. Lavoro saltuariamente anche nelle scuole pubbliche dove trovo giovani meravigliosi che, se “presi per l’anima”, si incuriosiscono molto e vogliono avvicinarsi alla visione della Strategia Poetica. Parlaci di Arlecchino Parlare della maschera di Arlecchino è complesso, divertente e potente. Da giovane ho lavorato molto su e con questo personaggio, mi sono dato tutto, sia fisicamente che psicologicamente. Poi l’ho lasciato per tanti anni. Ho incontrato tanti maestri, alcuni poi diventati amici, ho
lavorato con loro, li ho osservati in scena (alcuni nomi: Raffaella Panichi, Paolo Proietti, Luciana Lusso Roveto, Enrico Bonavera, Al Yamanouchi, Tapa Sudana, l’amico animico Giovanni Fusetti…) ed ognuno aveva una visione differente, sfumature di colori molto diversi, anche in contrapposizione grande): il mio atteggiamento è presto stato quello di ascoltare tutti e prendere tutto da tutti, ben sapendo che ognuno di loro aveva una visione unica del tutto preziosa. Per me Arlecchino è fatica, scorticazione, dolore, follia, pazzia, libertà, catarsi, amarezza, gabbia, paura, gioia pura di quella che balugina per un istante. Arlecchino porta in sé la bellezza cristallina, dirompente e irraggiungibile di cui solo i bambini sono possessori. Ma è anche un personaggio pericoloso, infingardo, terrificante, infernale. Il mio spettacolo si chiama “Arlecchino e le paure”, ed è in coppia con l’attrice e cantante Valentina Gianni, speaker, cantante, doppiatrice ed imitatrice eccezionale. Con Arlecchino… beh… non si dorme mai! Hai pubblicato dei libri e video-corsi, ce ne parli? Ah, questa è una storia nuova, in parte… All’inizio degli anni ’90 me ne andai da solo negli Stati Uniti, feci un viaggio in solitaria di quasi sei mesi… Il classico “voglio trovare me stesso!”… ah ah ah!! Per farla corta, ho trovato quel me stesso che stavo cercando (rido!) e mi sono
27 messo a dargli corda! Volevo fare lo scrittore! Figuriamoci. Il primo libro mi è stato pubblicato nel 1994, poi… silenzio per più di 20 anni. Teatro, formazione, attore, direzione artistica, famiglia, ecc. Finché con il mio personaggio Signora Porzia (con il quale giro per Italia ed Europa con show catartici e psico-poetici) che ho portato quest’anno anche al 64° Festival di Spoleto, ho pubblicato il libro “Ricette per la Felicità di Signora Porzia”, una raccolta di 150 aforismi da mettere in pratica. Poi è seguito il romanzo breve “Per non dirlo a nessuno” per la DelosDigital, un racconto selezionato in un’antologia dedicata al Giappone, per Idrovolante Edizioni, e altre piccole cose. Negli ultimi mesi ho pubblicato dei video-corsi di Strategia Poetica, di lettura ad alta voce e di public speaking. Tra poco, come si diceva in esordio di intervista sarà la volta del libro di “Strategia Poetica”. Potete trovare tutto su Amazon, Feltrinelli, Mondadori, ecc. oppure sul sito www.ptsproduzioni.com Contatti: Per la Strategia Poetica web site www.strategiapoetica. wodpress.com libri, video-corsi, scuola di recitazione su www.ptsproduzioni.com oppure la Scuola di Recitazione su www. piccoloteatrosperimentale. com Pagina Fb e Instagram “Federico Barsanti” oppure
“PtsProduzioni” Prossimo show di Signora Porzia: sabato 11 dicembre ore 22,30 (sì, 22,30) Teatro Vittoria Manzoni, Massarosa (Lu); primi mesi 2022 Roma, Berlino, ed altre città… Info 3394336687 Ufficio Stampa 3477071677 Per incontri individuali con la Strategia Poetica 3277461758 (solo per avere un appuntamento in videochiamata, scrivere “vorrei un incontro di Strategia Poetica”).
CHI è FEDERICO BARSANTI: Attore, autore, regista ed insegnante di arti sceniche, si è formato e ha collaborato con attori, attrici, registi italiani ed esteri. Ha realizzato numerose messinscene come attore e regista, in Italia e all’estero, aggiudicandosi premi
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28 nazionali ed internazionali. Con il suo personaggio “Signora Porzia” tiene tour in Italia e in Europa; quest’anno, tra gli altri, si è esibito quest’anno al 64° Festival Dei Due Mondi di Spoleto. Ha compiuto un profondo percorso di ricerca e prodotto spettacoli dal 1997 al 2014 con le persone diversamente abili; ha collaborato e si è esibito o ha tenuto conferenze presso: L’Università di Pisa (Scuola Normale, Sala degli Stemmi, in occasione del tour italiano del Premio Nobel Wislava Szymborska, in presenza dell’autrice),
il C.U.T di Viterbo, l’Università di Teramo, ecc; ha lavorato in scuole di ogni ordine e grado in Toscana ed in altre regioni italiane; ha intrapreso percorsi di supervisione con gli psicoterapeuti R. Petacco (Approccio Relazionale, Matte Blanco), M.Rosa Calabrese (analista junghiana) e ha frequentato “La Escuela Internazionale di Metagenealogia” di C. Jodorowsky. Recentemente ha frequentato stage di approfondimento con il Prof. Bernard Aucouturier (fondatore della PPA® Pratica psicomotoria Aucouturier). Nel 2012 ha coniato La
Strategia Poetica, disciplina artistica per il miglioramento della nostra vita. Direttore Artistico della Scuola di recitazione Piccolo Teatro Sperimentale, dal 1994. Autore dei libri: “Noi sventratori d’organi”, “Signora Porzia Ricette per la Felicità”, “Per non dirlo a nessuno”, e antologie varie con racconti e brani poetici. Video-Corsi di Strategia Poetica, Public Speaking, Lettura ad alta voce. www.ptsproduzioni.com Doppiaggio, speaker e voice over in documentari scientifici e non solo, con TripodPhotoProductions, Aida Records,
BuenaOndaEdizioni, attore per GA&AProductions, Arté Francia, Rai; protagonista in VideoClip per il cantautore Luca Bassanese, alcuni documentari in Rai. Ha lavorato come attore quest’anno con il regista messicano Jesus Garces Lambert per una coproduzione Rai-ArtéFrancia. Tiene corsi di Teatro e Strategia Poetica in tutta Italia, per adulti, ragazzi e bambini dai 5 anni di età. Si è prodigato ed ha ideato progetti a favore di persone in difficoltà in territori di conflitto e/o povertà. www.ptsproduzioni.com
ELENA TORRE
MARIANELLA BARGILLI IN TOURNÉE NELLA SUA AMATA SICILIA CON PIPPO PATTAVINA “Gli attori, volutamente, si trasformano in una sequenza di personaggi -spiega Capodici- traghettando, dall’uno all’altro, le caratteristiche comuni, i caratteri più evidentemente condivisi […] Il femminile mutevole, soggiogante è oscuro ed ambiguo: la bravura di Marianella Bargilli, inquieta ed inquietante. Perfetta nel travasare elementi di contrasto di un personaggio nell’alchimia dell’altro”. L’opera: Uno, nessuno e centomila è l’ultimo romanzo di Luigi Pirandello, punto più alto della sua riflessione sull’essere e l’apparire, sulla società e l’individuo, la natura e la forma da lui stesso definito il “più amaro di tutti, profondamente umoristico, di scomposizione della vita”. Uno, nessuno e centomila Con Marianella Bargilli e Pippo Pattavina Regia di Antonello Capodici Musiche originali di Mario Incudine ABC Produzioni Le date della tournée Dicembre 4/5 : Catania - teatro ABC 7 : Ragusa - teatro Marcello Perracchio 9/10/11/12 : Catania -teatro ABC 16 : Caltanissetta - teatro Regina Margherita 18 : Carlentini -teatro comunale Turi
Ferro 19 : Augusta - teatro Città della notte Gennaio 2022 Dal 19 al 23 : Brescia - teatro Sociale Dal 25 al 30 : Roma -teatro Quirino Vittorio Gassman Febbraio 2022 1 : Cecina Teatro Comunale De Filippo 12/13 : Modica -teatro Garibaldi 14/15 : Capo D’Orlando- Rosso di San Secondo Dal 18 al 21 -Ferrara -teatro Comunale 22/23 : Vicenza - teatro Comunale 24 : Este - teatro Ferinelli 25 : Cittadella - teatro Sociale Marzo 2022 4/5/6 : Faenza - teatro Masini
Foto di Serafino Giasone
In estate è stata Virginia Woolf in Un a stanza tutta per sé, al Teatro Campania Festival; in autunno è stata Fedra al teatro Olimpico di Vicenza e adesso Marianella Bargilli sta incantando il pubblico siciliano con una tournée che la vede come protagonista femminile di Uno, nessuno e centomila in cui interpreta sia Dida, moglie del protagonista sia la folle Annarosa. Accanto e lei come protagonista maschile dell’opera di Pirandello Pippo Pattavina. “Adoro la Sicilia da sempre – confessa l’attrice - meta di tournée di spensieratezza, di vacanza, di indagini culturali, la adoro. È una terra forte bellissima accogliente e c’è un bellissimo pubblico abituato ad andare a teatro, hanno teatri bellissimi e una tradizione anche di scuola siciliana attoriale”. “E poi lavorare con un professionista come Pippo Pattavina impreziosisce l’esperienza – aggiunge- è uomo con una grande consapevolezza della scena e padronanza del suo mestiere che ti fa sentire a tuo agio in ogni momento”. I due saranno protagonisti di una riduzione dell’originale che vedrà sul palco oltre loro solo tre attori, che interpreteranno tutti i ruoli maschili, le musiche originali sono di Mario Incudine, la regia affidata ad Antonello Capodici.
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MIMMO CAIAZZA
TEATRO DE ROSA DI FRATTAMAGGIORE: ARRIVA LA NUOVA STAGIONE TEATRALE TRA PROSA E COMICITÀ
Una stagione teatrale ricca e di qualità quella proposta per il 2021/22 dal Teatro De Rosa (Via Lupoli, 60 – Frattamaggiore –NA), che si presenta al pubblico con una conferenza inaugurale nel foyer del teatro stesso con ospiti dal cast della nuova stagione Adriano Falivene, Maria Bolignano, Francesco Procopio e Giovanni Allocca, insieme con le istituzioni nella figura di Marco Antonio del Prete (Sindaco di Frattamaggiore) e Michele Granata, assessore alla Cultura e Vicesindaco della città. CENNI STORICI DEL TEATRO - Cinema degli anni ‘50, il teatro è stato realizzato nel 1949 dall’ing. Isidoro Caso su commissione di Raffaele De Rosa detto “Palummiello”, allora già proprietario del Teatro Eliseo (oggi ristorante) della stessa città. Acquistato, rinnovato e gestito dal 1997 dalla quarta generazione con il Nipote Francesco De Rosa e figli (l’Avvocato Maria, la Scenografa Raffaella, la dott.ssa Loredana ed il dott. Rodolfo), fondatori di “Arteventi Srl” che ha dato vita all’unica realtà teatrale ad oggi di Frattamaggiore, situato nel cuore pulsante di una città della provincia di Napoli. Ed è grazie alla tenacia e passione dei nuovi proprietari che sul palcoscenico, fortemente voluto dagli stessi, si sono avvicendati nomi noti del Teatro Italiano come Enrico Montesano, Vincenzo Salemme, Carlo Buccirosso, Nando Paone, Antonio e Maurizio Casagrande, Mariano Rigillo, Pamela Villoresi, Isa Danieli, Giulio Scarpati, Biagio Izzo, Peppino Di Capri, Peppe Barra, Nino D’Angelo, Sal da Vinci, Enzo Gragnaniello, Enzo Avitabile, Rocco Papaleo, Luigi De Filippo e tantissimi altri nomi del panorama nazionale. LA STAGIONE TEATRALE 2021/22 Con queste premesse della famiglia De Rosa e con la nuova direzione artistica di Salvatore e Rosario Sannino, si presenta la stagione teatrale 2021/22 che vede i seguenti spettacoli in cartellone: Domenica 19 Dicembre 2021 Adriano Falivene e Antonio Milo in “Mettici la mano” regia Alessandro D’Alatri Mercoledì 29 Dicembre 2021 Ciro Ceruti ed Ernesto Lama in “A tutti ma non a me” con Giovanni Allocca Venerdì 7 Gennaio 2022 Massimiliano Gallo in “Resilienza 3.0”
Venerdì 21 Gennaio 2022 Antonio Buonomo in “Miseria e ...basta” Venerdì 18 e Sabato 19 Febbraio 2022 Adriano Falivene in “Cyrano” Sabato 19 Marzo 2022 Maria Bolignano e Francesco Procopio in “Non ci resta che ridere” Venerdì 15 Aprile 2022 Gigi Savoia in “L’avaro” di Moliere Venerdì 6 Maggio 2022 Antonella Morea e Mario Maglione in “StiCasting” con la partecipazione in video di Gino Rivieccio Completa la stagione il 7 - 8 - 9 Aprile 2022 il Festival di corti cinematografici “Lo schermo della formica”
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CAFÈ CHANTANT - CRAZY EDITION
RICEVIAMO E PUBBLICIAMO
“FRATELLI D’ITALIA E GIOVENTU’ NAZIONALE LANCIANO LA VENTISEIESIMA EDIZIONE DI “OPERAZIONE BEFANA”
La macchina organizzativa della nostra Comunità militante spinge i motori a pieno regime, per l’edizione numero ventisei di “Operazione Befana”, la tradizionale iniziativa di solidarietà, finalizzata alla raccolta di giocattoli da destinare ai bambini meno fortunati della nostra realtà territoriale. Anche quest’anno, abbiamo ritenuto necessario, realizzare il programma consueto, nei limiti che l’emergenza pandemica ci consente, in considerazione delle difficoltà economiche di un territorio, già martoriato a prescindere dalle attuali, drammatiche contingenze, e a dispetto dei proclami di qualcuno che si era vantato di aver abolito la povertà. Nei prossimi giorni, annunceremo tramite i consueti canali, di volta in volta le varie tappe di questa edizione, per la realizzazione della quale, oltre al contributo determinante degli operatori locali del commercio che hanno sposato da sempre la nostra iniziativa, sarà determinante il senso di appartenenza alla comunità dei cittadini.
Dal 17 al 30 dicembre 2021 al Teatro Sannazaro torna il mitico Cafè chantant di e con Lara Sansone, Corrado Ardone, Massimo Peluso, Mario Aterrano, Mario Andrisani, Francesco D’Alena, Luca Sorrento e con Il Balletto e l’Orchestra del Cafè Chantant. La difficile situazione che stiamo attraversando – dichiara Lara Sansone – impone a noi artisti di creare momenti di evasione e divertimento per il pubblico. Il nostro spettacolo ideato per le feste di Natale, contiene musica, danza, canto e recitazione fuse in un equilibrio armonico che da sempre invita gli spettatori al divertimento di qualità. I numeri che compongono lo spettacolo sono orchestrati in modo tale da fare trascorrere due ore in spensieratezza. Il cafè chantant è una tradizione che si rinnova da diversi anni nel nostro teatro, che per l’occasione si trasforma, e abbiamo voluto fortemente che anche in questa stagione fosse presente. Nonostante tutto noi ci siamo e siamo pronti ad offrire uno show pieno di colori, musica, paillettes, divertimento, danza e tante sorprese. La formula dello spettacolo, ideata ventisei anni fa, da Lara Sansone, si conferma vincente; questo lavoro è apprezzato dal pubblico che edizione dopo edizione, mostra di gradire questo show in cui si fondono con sapiente equilibrio musica, teatro e ballo. Lo spettacolo è concepito per regalare anche a Napoli un lavoro che possa restare in scena a lungo come succede in alcune capitali europee con il fado o il flamenco o con i musical americani. Una successione imprevedibile e mai uguale di performance di teatro, musica, danza e cabaret avvolge una platea fatta non più di belle poltrone messe in ordinata fila, ma di tavoli! Il pubblico viene coinvolto in una incredibile macchina teatrale totale. Mitico tempio del varietà napoletano che ha cavalcato la storia fino ad arrivare ai nostri giorni, ammantandosi di un’aneddotica ai limiti del favolistico, il Cafè Chantant non è solo una grande festa spettacolo. Il Cafè Chantant è un “modo” di fare teatro, di giocare con gli stereotipi, con le citazioni, con le dissacrazioni, con i ricordi. Un’antica tradizione rinnovata ogni anno in forme sempre diverse e al passo con i tempi così come si preannuncia anche l’edizione di quest’anno. Perché l’originario Café Chantant della Belle Époque, simbolo della vita spensierata, non parlava mai al passato, ma sempre al presente e al futuro.
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Latte: Ritorno al Futuro Il primo alimento della storia quale medio e chiave di lettura della nutrizione del domani. Basilicata e Campania - Agroalimentare di relazione e di sistema. NAPOLI, venerdì 10 dicembre 2021
Gentile Signora, Egregio Signore Abbiamo il piacere di invitarLa all’evento “Latte: Ritorno al Futuro Il primo alimento della storia quale medio e chiave di lettura della nutrizione del domani. Basilicata e Campania - Agroalimentare di relazione e di sistema“ e presentazione del progetto “IO sono lucano” che si terrà a Napoli presso la Camera di Commercio nel Salone delle Grida del Palazzo Della Borsa il prossimo venerdì 10 dicembre 2021, a partire dalle ore 10.00. L’evento si articolerà in tre momenti: la prima parte sarà dedicata al latte e alla nutrizione per discutere sui valori e sulla genuinità del latte vaccino in una dieta bilanciata ed equilibrata; la seconda prevede la presentazione del progetto di valorizzazione delle cinque filiere lucane agroalimentari di qualità che commercializzano i prodotti a marchio “IO sono lucano”; la terza è destinata a promuovere le eccellenze enogastronomiche delle filiere lucane, che saranno i veri protagonisti del galà finale, programmato a partire dalle ore 14.00. Nei prossimi giorni avremo cura di inviarle il programma del convegno, La invitiamo sin da ora a dare conferma della sua partecipazione all’evento.
Salone Delle Grida - Palazzo Della Borsa
INVITO
Segreteria Organizzativa
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Direttore Responsabile: Ferdinando Troise WEB: C&C CENTRO STAMPE SRL - CASORIA Questo numero è stato chiuso il 3 dicembre 2021
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