Domenica 24 Gennaio

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DOMENICA 24 GENNAIO 2021

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Settimanale di Informazione

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ANNO XIX - N° 04 - DOMENICA 24 GENNAIO 2021

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LO SCASSABOLLE

IL FILM PRODOTTO DA BENE

L’ISOLA ECOLOGICA

Al Cinema Rossi o all’UCI presto “La Ecologica”. Un altro dei film rivoluzionari (ma fino a un certo punto) di Raffaele Bene. Raffaele Bene e Paola Ambrosio come è noto, sono rispettivamente Sindaco e Assessore a Casoria. A tempo poi (non) perso si occupano di cinematografia. Per una strana coincidenza anche l’aiuto regista del film appartiene alla famiglia dell’amministrazione: si sono succeduti in questo ingrato compito di sceneggiatore cinematografico tanti di loro: Auricchio, Giardini, Aceto, frequentatori assidui

© Fortunato Celentino

essendo i presidenti di Casoria Ambiente. Tutti scelti a questo delicatissimo incarico in virtù di una grande esperienza nel mondo della cinematografia. I primi passi, invece, di Massimo Iodice, casoria-

no di generazioni e nato a pochi metri dalla Basilica Minore di San Mauro Abate, nel campo della ecologia, della nettezza urbana e dell’ambiente sono stati quanto mai promettenti. La sua preparazione, il suo gu-

sto si sono subito imposti e naturalmente la curiosità da parte di tutti di questo nuovo remake di un film già visto qualche mese fa, in parte realizzato dai suoi predecessori e finanziato dai casoriani, è notevole.


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Scandalo amministrativo a Casoria Il….. Sindaco cieco I consiglieri comunali, gli assessori ed i revisori dei conti muti.

TRE ANNI FA, a gennaio 2018, i magistrati del nuovo tribunale di Napoli Nord concedevano a 25 persone della pubblica amministrazione avvisi di garanzia per falso in bilancio e abuso di ufficio. Succedeva il finimondo. I consiglieri comunali sia quelli di maggioranza che quelli di minoranza uniti si scagliavano contro “l’arbitro”. Sono iniziati gli interrogatori. Gli avvocati (ognuno degli avvisati ne ha messo uno) si sono recati al Tribunale a ritirare “le carte” (radio fante fa sapere che sono più di

cinquemila pagine). Molti degli avvisati sono rientrati nel consiglio comunale regolarmente eletti. I dirigenti del PD, esenti da avvisi di garanzia, non ritengono terminato l’incontro. Il Pubblico Ministero ha lavorato su denunce precise, l’ultima della quale presentata alla Caserma dei Carabinieri di Casoria il 20 agosto 2017, cioè quando tutti erano a mare a “mostrar le chiappe chiare”, qualcun altro lavorava nel denunciare quello che lui ritiene malefatte amministrativa.

POLEMICA

VELENI TOSSICI – TUMORI

Lo conoscono tutti, fanno finta, gli indifferenti ed i pseudo indifferenti di non conoscerlo, ma c’è un abitante della città di Casoria che si chiama VELENI TOSSICI. Male; La terra dei fuochi, da tanti anni, sembra abbia dichiarato una sottile guerra alla nostra città che finge di essere all’oscuro di tutto. TRE ANNI FA, sulla Circumvallazione esterna di Napoli detta anche asse mediano sembra che siano state sequestrate due autobotti di “fertilizzanti”. Gli Ispettori Ambientali, l’annonaria, i poliziotti ambientali e le altre forze dell’ordine si sono lasciate andare ad una critica così feroce verso i veleni tossici che continuano ad avvelenare le terre di Contrada Casamerola, la zona poderale di Ponte tre luci, Cimiliarco, Santa Maria a Cerano, la Cantariello. Non si sa cosa ne pensano i magistrati che indagarono sulla “bonifica” della

Resia avvelenata da 90 fusti di resine fenoliche e superfenoliche o il Settore Ambiente della bonifica da parte di ICE SNEI della vecchia Rhodiatoce o il Distretto Sanitario dell’Asl sulla bonifica dell’ISP in via Padula (la vecchia Tubi Bonne) oppure che ne pensano i clienti della Cutolo Metallorganica e della Dyrup. Dimenticavo (perdonatemi cari addetti ai lavori del veleno e delle bonifiche, del tossico e dei tumori) dell’Alenia, una volta FAG; l’ultima area dismessa accusata con tanti manifesti in giro per la

Città di Casoria che nei suoi capannoni ci siano segreti di morte. Per finire vi do i dati del 2017 Lo Stato Civile mi informa: a Casoria in tutto il 2017 si sono verificati 692 decessi. Di questi 456 nelle loro abitazioni e 236 presso strutture ospedaliere. La maggior parte di questi decessi è stata causata da patologie tumorali. Dispiace molto dover comunicare che gli Uffici del Comune di Casoria non abbiano la possibilità di comunicare il numero di morti a Casoria e quanti nella Frazione Arpino e neanche quanti maschi e quante femmine. Per questo auspichiamo il ritorno del progetto EPICA voluto dall’allora direttore del distretto 43 dell’Asl Napoli 2 Nord, Ferdinando Russo e portato avanti dai Medici di Base (o di famiglia). Farò il possibile per avere e darvi i dati del 2020.

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BENE – PUC – MEF

Breve discorsino sulla differente situazione della città di CASORIA di un anno fa e di Casoria attuale. Una delle differenze da non trascurare è costituita dai problemi che questa Amministrazione ha trovato CON l’impopolarità di dover instaurare una politica di rigore. Sarebbe giusto ed opportuno (maggiormente nel loro stesso interesse) che il Sindaco, la Giunta Municipale, i consiglieri comunali di maggioranza, le commissioni consiliari e le società municipalizzate organizzassero un incontro con LA CITTA’, RACCONTANDO, la politica del rigore, i risparmi, i tagli, ed anche come intendono affrontare i veleni tossici di cui sono piene le aree dismesse, procurando morti e disastri ambientali, informare sulla prossima apertura dell’Isola Ecologica in via Lufrano. Comunicare gli sviluppi avuti sul turismo religioso. Il Comune di Pietrelcina, il piccolo paese di Padre Pio, ha ottenuto dalla Re-

gione Campania, grazie all’impegno del consigliere regionale Erasmo Mortaruolo, un contributo di 1 milione e ottocento mila euro. La domanda nasce spontanea: cosa è STATO fatto, invece, per “il piccolo paese agricolo e polveroso che ha dato i natali a San Ludovico”? Ed anche conoscere l’impegno per la Città che ha

visto nascere le opere di Cristina Brando, Giulia Salzano, Luigia Velotti e di una intera storia sacra e religiosa. In questo incontro alla Città, misto di salotto sociale o di educazione finanziaria, portare a conoscenza della Intera Città dell’impegno di questa amministrazione su la lotta dell’Assessorato ai Servizi diretti alla Persona contro i fitti passivi, contro gli sperperi oppure dell’Assessorato alla Pubblica Istruzione sull’andamento scolastico in corso. Si NOTI BENE: tra il dare e l’avere, fitti attivi e passivi, Casoria non è in equilibrio. Nessuno è “vergine”. L’occasione ve lo sto suggerendo da quando vi siete insediati. Mi raccomando: non venite a raccontarci che è in atto una pandemia da coronavirus. Il Piano Urbanistico Comunale e l’accordo fatto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze per quanto riguarda il Settore Entrate (che questa amministrazione vuole esternalizzare) non possono aspettare più.

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6 ANTONIO BOTTA

“NAPOLI E’ LA MIA ESCLUSIVA FONTE DI ISPIRAZIONE” Affabile, disponibile e gentile lo scrittore Maurizio De Giovanni, il quale, dopo i miei ringraziamenti per avere accettato l’intervista, mi dice che ha accolto subito e con piacere la proposta per la stima profonda nei confronti del Direttore Troise. Anche al termine dell’intervista, dopo esserci salutati, mi ha chiesto di porgergli i suoi saluti “con affetto”. E’ noto che lo scrittore napoletano ha raggiunto la fama con i romanzi che vedono protagonista il commissario Ricciardi, attivo nella Napoli degli anni Trenta, da cui è stata tratta una serie televisiva, che sarà trasmessa su Rai Uno dal 25 gennaio prossimo. Inoltre, con i “I bastardi di Pizzofalcone”, ha inaugurato una nuova serie, ugualmente trasposta con grande successo in fiction televisiva, con protagonisti l’ispettore Loyacono e la squadra investigativa di un commissariato partenopeo. Anche la serie televisiva “Mina Settembre”, teletrasmesse le prime due puntate domenica e lunedì scorsi con indice di gradimento elevato, è stata liberamente tratta dai romanzi omonimi scritti da Maurizio De Giovanni. Tutti i suoi libri sono tradotti in Francia,Germania, Inghilterra, Spagna, Russia, Danimarca, Stati Uniti e in molti altri Paesi. La prima domanda riguarda la nuova serie “Mina Settembre”, che inizierà ad essere trasmessa proprio questa sera su Rai Uno (l’intervista è stata effettuata il 17 gennaio scorso, n.d.r.) Essa è tratta dai libri da lei scritti (l’ultimo “Troppo freddo per Settembre”, Einaudi) la cui protagonista, Mina, appunto, è un’assistente sociale interpretata da Serena Rossi. Quali gli “ingredienti” che rendono accattivanti e interessanti le vicende? Preciso subito che non ho partecipato

Intervista allo scrittore napoletano Maurizio De Giovanni. Dai suoi romanzi sono state tratte le serie televisive “I Bastardi di Pizzofalcone” e “Mina Settembre”. Dal 25 gennaio anche la serie TV “Il commissario Ricciardi”

alla scrittura della serie televisiva; sono l’autore dei racconti dai quali è stata tratta l’idea. Sono sicuro che sarà uno splendido prodotto, con professionisti di prim’ordine e auguro loro il successo che indubbiamente meritano. I romanzi, d’altronde, hanno incontrato uno straordinario favore di pubblico; sono stati entrambi primi in classifica nelle vendite; continuerò, pertanto, a scriverli. E’ la chiave di commedia adatta alla città di Napoli, credo che sia proprio questo l’”ingrediente” gradito dai lettori, la Città si presta a questo tipo di racconti. Quali le differenze tra i romanzi che vedono protagonista l’ispettore Loyacono, dai quali è stata tratta la fortunata serie televisiva “I bastar-

di di Pizzofalcone”, e quelli in cui a condurre le indagini è il commissario Ricciardi? Il commissario Ricciardi è stato ambientato negli anni Trenta e, quindi, cambia tutto: le leggi, le modalità d’indagine, il contesto sono chiaramente diversi. Le vicende di Loyacono sono ambientate, invece, nel contemporaneo, perciò le vicende fanno riferimento alla realtà del nostro tempo. Lei risiede a Napoli e ciò le consente di riconoscerne le grandezze e le miserie, le luci e le ombre. Le vicende che lei narra sono ambientate proprio nella sua Città. Quali aspetti ne fa emergere? Napoli è un universo molto complesso e molto articolato. Si può raccontare da tutti i punti di vista, non è che sia necessario scegliere un luogo anziché un altro o un particolare aspetto; ciò costituisce un vantaggio per uno scrittore, una bellissima opportunità che io cerco di cogliere, come, del resto, cercano di cogliere tutti gli scrittori napoletani. Io sono uno scrittore proprio perché sono napoletano, non potrei scrivere se non fossi napoletano. I suoi romanzi coinvolgono certamente i lettori sui casi da risolvere per l’individuazione di chi si macchia di delitti, seguendone con attenzione e curiosità le indagini, ma suscitano in loro interesse anche per la qualità connotativa dei personaggi, per le loro storie personali che aggiungono ai racconti un pregio in più. E’ così? Ogni vicenda narrata comprende le vicende personali dei personaggi: li accompagno, cammino con loro, seguendo la loro storia in maniera particolareggiata. Del resto, un racconto tanto più è accattivante e interessante quanto più


DOMENICA 24 GENNAIO 2021 lo scrittore si lascia coinvolgere emotivamente nei vissuti dei personaggi, nelle loro storie. Io cerco di farlo, di essere sempre vicino ai personaggi; di stare con loro il più tempo possibile; a volte ci riesco meglio, altre volte no, ma l’ intento è sempre di tenere quanto più alto possibile il mio livello di coinvolgimento. Il romanzo “I Guardiani” ha per protagonista un professore di antropologia, Marco Di Giacomo. Brevemente, ci dica qualche peculiarità delle vicende che vi sono narrate. Finora ne ho scritto uno solo, ne avrei dovuto scrivere il seguito, ma il successo dei personaggi delle altre due serie mi ha, in tal senso, un po’ bloccato e ciò, francamente, mi dispiace. Con “I Guardiani” racconto le leggende della Napoli esoterica, di quella parte della Città così profonda, così nascosta, eppure tanto bella e ampia; ciò deriva dal fatto Napoli è una Città molto antica, che ha duemilacinquecento anni e più di storia documentata e io ho cercato di cogliere anche questa opportunità. Da dove trae ispirazione nello scrivere un romanzo? Traggo ispirazione esclusivamente dalla Città: cammino per la Città e vedo che Napoli mi racconta storie. E’ un viaggio costante e bellissimo all’interno della Città, che mi consente di cogliere qualsiasi stimolo per la costruzione e lo sviluppo dei romanzi. E’, per me, una grande fortuna. Stende un canovaccio iniziale a cui si attiene scrupolosamente nella costruzione di una storia, oppure prevale l’estro creativo del momento? Costruisco la parte iniziale, gli aspetti basilari, i personaggi, la vicenda e poi lascio andare i personaggi. All’interno del perimetro tracciato inizialmente, i personaggi si muovono liberamente. Qual é l’ultimo romanzo che ha scritto? In estrema sintesi, di cosa tratta? Ho scritto “Fiori”, per la serie “I bastardi di Pizzofalcone” che è ancora in testa alle classifiche; parla di una primavera a Pizzofalcone, in cui viene ucciso un fioraio, molto benvoluto e amato da tutti. Lei ha scritto anche racconti ambientati nel mondo del calcio, tra cui “Maradona è meglio ‘e Pelé, contenuto nell’antologia “Per segnare bisogna tirare in porta”. Quale il suo ricordo del “pibe de oro”? Io credo che sia stato una sorta di patrono laico per la città di Napoli, un meraviglioso campione che appartiene a una

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“Sono uno scrittore, perché sono napoletano. Mi faccio coinvolgere emotivamente nei vissuti dei personaggi. “Fiori”è il mio ultimo romanzo per la serie “I bastardi di Pizzofalcone”, ancora in testa alle classifiche. Necessario investire sulla cultura per il futuro dei giovani. Molto interessante la mia esperienza di scrittura creativa con i ragazzi del carcere minorile di Nisida. Maradona? Il più grande in assoluto!” categoria in cui c’è solo lui, non è neanche corretto dire che è stato il più forte: lui era semplicemente, senza alcun dubbio, il più grande in assoluto, che ha dato a questa città la consapevolezza di poter essere vincente, ciò glielo dobbiamo e glielo riconosceremo per sempre. Il 2 dicembre scorso ha partecipato, invitato dal Cardinale Sepe, al primo incontro di “Dialoghi con la Città”sul tema: “La scommessa su una nuova società: contro la cattiva pandemia dello scarto”. Nel suo intervento fece riferimento sia al 34% di dispersione scolastica che acuisce a Napoli il fenomeno della delinquenza minorile, sia agli effetti disastrosi della crisi sanitaria sulle condizioni economiche di tantissime famiglie napoletane, per mancanza di lavoro e

di sostentamento. Come, a suo avviso, evitare il rischio, da lei paventato, dello scoppio di una “bomba sociale?” Nel nostro contesto sociale l’economia sommersa predomina su quella che emerge, tanta gente lavora onestamente per l’illegalità - sembra un paradosso -, ma è la realtà, perché ci sono molte famiglie che si sostengono col lavoro nero; pensare, allora, di dover aiutare soltanto il mondo emerso significa lasciare fuori moltissimi nuclei familiari e tantissimi bambini. Ciò provoca un disagio enorme con seri rischi di sfociare in un’esplosione sociale. Non va trascurata assolutamente, da parte della nostra classe dirigente, tale eventualità per porvi rimedi adeguati. Per lo sviluppo civile, oltre che economico, del nostro Paese la strategia vincente è l’investimento in cultura, di cui la lettura dei libri è parte essenziale. Eppure una classe dirigente miope si ostina a ignorare da anni questa verità. Un suo commento, al riguardo Io penso che sia da sempre una ipocrisia enorme la promessa dei politici di investire sulla cultura, sulla scuola e sulla ricerca. In realtà, ciò non accade da decenni, per il semplice motivo che tale tipo di investimenti non porta voti. Si preferisce investire risorse non nell’istruzione, ma in altri settori, ad esempio nell’industria e nel mondo dell’impresa, più visibili, con il tornaconto immediato di ottenere consensi ai fini elettorali. Questo è un vecchio problema al quale occorre porre urgente riparo, perché in mancanza di investimenti a favore dei giovani non c’è futuro. Quindi bisogna uscire subito dalla “cultura del sondaggio”, cioè dall’investimento a breve termine, che impedisce di effettuare politiche economiche strutturali e di guardare avanti. La gente deve capire che se non si compiono tali tipi di scelte risolutive, preferendo quelle di “facciata”, non si addiverrà a nessun vero progresso, rimanendo sempre in superficie. Lei ha svolto corsi di scrittura creativa con i ragazzi reclusi nel carcere minorile di Nisida. In breve, esprima una sua considerazione su tale esperienza E’ stata molto interessante, abbiamo ricevuto molto di più di quanto abbiamo dato ai ragazzi, che avevano storie incredibili da raccontare. Esse permettono di volgere lo sguardo su un mondo che esiste a pochi metri da noi e che noi fingiamo di ignorare.


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La Copertina: Analisi e pronostici sul Napoli con Gregorio Di Micco

Con il giornalista, non solo sportivo, Gregorio Di Micco si è svolto l’ultimo appuntamento di giovedì 14 gennaio de La Copertina del Dir. Nando Troise sul canale web NanoTV, colorato per l’occasione di azzurro, nei toni, nei ricordi e nelle analisi del calcio Napoli, di quello giocato in campo e come società. Responsabile della redazione di Salerno del quotidiano IL MATTINO, uno dei fondatori di Sport 7, scrittore ed ex-Sindaco della città di Crispano – solo per citare alcune sfere della sua lunga e prolifica attività - Di Micco rappresenta senz’altro uno dei punti di riferimento nel panorama giornalistico, non solo sportivo. La “Copertina” che il Direttore chiede a Di Micco di commentare, è un numero del nostro settimanale di maggio scorso, con cui Troise auspicava a quel “Manifesto per il Sud” basato sull’idea di far disputare tutte le ultime partite del campionato 2019-2020 negli stadi del Meridione d’Italia, organizzando eventualmente il calciomercato negli alberghi del lungomare di Napoli. Insomma, un suggerimento il cui destinatario era, ovviamente, il Presidente De Laurentis e la società calcio Napoli. Ma, prima di entrare nel merito della questione, ricordando che, ormai, tra i capo-cannonieri della massima serie ci sono anche i campani (Quagliarella e Immobile tra tutti), è l’importanza del cosiddetto “vivaio” calcistico il primo punto di interesse del dibattito in studio: “Il tema che tu poni è, contemporaneamente, antico e moderno. Antico perché entrare nel vivaio campano è una vicenda di cui se ne è sempre parlato. Ancor di più oggi, in cui abbiamo una Società di calcio che ha raggiunto una posizione importante ma che per scelta del Presidente ha deciso di non investire sul vivaio e sul settore giovanile. Una scelta che molti contestano, perché dopo tanti anni di calcio, le cose sono cambiate. Quando eravamo giovani noi, vedevamo il calcio solo da un punto di vista tecnico, ma poi con l’esperienza ed i tempi che cambiano, penso che il calcio sia una grande azienda economica che genera milioni e milioni di euro, e questi soldi non possono essere indirizzati solo ad una squadra di serie A : dietro questa squadra, ci deve stare un vivaio, un settore giovanile, e ti

spiego anche perché : come hai ricordato anche tu, io sono stato Sindaco di Crispano, e a quei tempi, quando qualche ditta vinceva un appalto, io raccomandavo sempre di impiegare personale locale, per cercare di aumentare le possibilità di lavoro degli abitanti della città di cui ero il primo cittadino. Il calcio Napoli non è solo la squadra per la quale tutti noi tifiamo, non è solo divertimento o solo un’occasione domenicale, il Napoli è una società che fattura milioni di euro, e nel momento in cui crei un settore giovanile, crei una catena che, a sua volta, crea lavoro, e quindi danaro, per tutti gli anelli di questa catena. E ‘chiaro che non tutti i ragazzi del vivaio arriveranno a giocare nella massima serie, qualcuno arriverà in A, altri in B, altri ancora nella serie C. Ma tutti avrebbero la possibilità di costruirsi un futuro, guadagnando. Insomma, realizzare quella che un grande maestro definiva il “piede d’opera locale”. Oggi che la nostra società è così avara di posti di lavoro, formando un vivaio potremmo formare giovani nei nostri territori e creare posti di lavoro. Sembra che questo argomento così semplice a molti non piaccia. Ma noi che facciamo critica, abbiamo anche il compito di stimolare i vertici, ricordando a De Laurentis che il calcio è una grande azienda che deve dare lavoro a quante più persone è possibile”. Oltre ai capo-cannonieri campani, a Di Micco piace ricordare anche un servizio che tanti anni fa gli chiesero di realizza-

re dal titolo “Il Sud senza mani”: una metafora per raccontare che …: “Per raccontare che, a quei tempi, né in serie A, né in serie B giocava un portiere meridionale. E, dunque, la Campania che oggi può vantare importanti goleador, può vantare anche portieri, tanti e uno più bravo dell’altro!”. Ritornando al “Manifesto per il Sud”, si è aperto un dibattito simile anche sul Corriere del Mezzogiorno, su un’idea lanciata dall’ex Ministro socialista, Claudio Signorile, su un “Sud Confederato”, non solo a livello calcistico, a cui ha risposto l’ex Ministro del Mezzogiorno d’Italia, Claudio De Vincenti. Sembrava quasi che conoscessero l’idea del Manifesto per il Sud, lanciata negli anni ’70, come se l’avessero letta. Hanno dibattuto, per diversi giorni, sulle stesse argomentazioni. Mi dici cosa ne pensi? :“L’idea di per sé è affascinante, ma personalmente quando parlano i politici, temo sempre che possa trattarsi di un’idea strumentalizzata. Un Sud confederato dovrebbe nascere in contrapposizione al Nord, e questo di per sé mi fa pensare a qualcosa che si deve staccare ancora di più, un po’ come ha fatto la Lega, che non vuol fare altro che separare il Nord, ricco, da un Sud più povero. Staccarci, separarci, in un secolo in cui ci avviciniamo ad un Europa sempre più importante e più indispensabile, la vedo non come una soluzione ma come una strumentalizzazione politica. Sicuramente, se qualcuno mi spiegasse i benefici, non


DOMENICA 24 GENNAIO 2021 avrei nulla in contrario. Io sono un accanito lettore della storia del Meridione, ma da sempre, non solo adesso che certi libri vanno di moda, perché sono un appassionato dell’epoca borbonica. Però questa storia deve rimanere storia, e se qualcuno vuole prendere spunto da questa storia per dire che ci dobbiamo separare, mi sembra che non sia una cosa che regge, soprattutto in questi tempi moderni”. A conclusione dell’intervista, inevitabile entrare in un’analisi tecnica del Napoli, in particolare della partita contro l’Empoli: “Parliamo di NapoliEmpoli: guardando il Napoli, io resto sconcertato. Senza fare discorsi troppo tecnici, o entrare nel merito dei moduli - in questo ha ragione Gattuso quando dice che vengono prima i giocatori e poi viene la tecnica - tu guardi il Napoli e vedi che è una squadra che crea tante occasioni da gol, ma ne subisce altrettante. Chi, come noi, frequenta il calcio da un buon numero di anni avendo fatto esperienze sia giornalistiche che sul campo, sa perfettamente che quando una squadra crea molto e subisce molto, vuol dire che c’è un handicap: manca il filtro a centrocampo. Che non lo crea solo quel giocatore che sta al centrocampo, ma nel calcio moderno, lo crea anche l’attaccante, i terzini laterali bassi, che non devono svolgere solo un’attività difensiva, ma anche un gioco di appoggio. Il Napoli va in avanti e crea l’occasione da gol; poi, va indietro e ne subisce tre. Il Napoli in ogni partita potrebbe fare cinque gol, ma ne potrebbe subire altrettanti. Ieri sembrava che l’Empoli fosse uno squadrone ai vertici della serie A. Gattuso sa bene qual è il limite di questa squadra ma, evidentemente, non riesce

9 a correggere questo difetto. Forse, ha qualche problema nella rosa che gli impedisce di risolvere questo limite. Personalmente, sono convinto che lo spogliatoio ha qualche problemino: tu sai bene che quando hai 20/25 calciatori, tutti quanti vogliono due cose: vogliono i soldi e vogliono giocare. Quando al calciatore fai mancare una di queste due cose, mugugna: mugugna nello spogliatoio, con i compagni e contro l’allenatore e quindi non si crea quello che noi tutti definiamo lo “spogliatoio”. Cosa, secondo me, sempre difficile quando hai tanti giocatori. Penso che questo mugugno sia dovuto alle scadenze dei contratti, a chi deve andare via, a chi deve rimanere. Ma, sostanzialmente, credo che oggi manchi quel giocatore che negli ultimi anni il Napoli ha sempre avuto: goleador come Cavani, Higuain, Mertens, non quello di quest’anno, ma quello che ha realizzato 130 gol. Se quest’anno, nell’attacco ci fosse stato uno di questi tre giocatori, il Napoli non avrebbe avuto tutti questi problemi”. La mia idea – affonda Troise - è che Gattuso ed il Napoli hanno voluto fare una rivoluzione tattica, togliendo il palleggio del 4-3-3 ed hanno pensato alla profondità, con Lozano ed Osimhen. Con l’infortunio di Osimhen, quindi, un po’ tutti hanno cominciato a perdere delle certezze e a non poter realizzare quella rivoluzione tattica che Gattuso voleva attuare. Cosa ne pensi? :“Come sai, per 15 anni ho anche giocato a calcio, non in serie A o serie B, ma fino alla promozione, ho disputato circa 300 partite in campionati federali, e quando devo valutare qualcosa, vado spesso a scavare nelle mie memorie. E mi immede-

simo in certi giocatori, perché quando ragiono di calcio, cerco sempre di stare nel meccanismo mentale del calciatore. Ti faccio un esempio: faccio finta di essere Mertens, sono il capocannoniere del Napoli, un bel giorno la società mi porta un calciatore dicendomi che deve giocare davanti a me quindi io divento un trequartista, ho lo spazio davanti a me, occupato da un altro giocatore, costato ottanta milioni, ed io che sono il calciatore che ha segnato di più in questa squadra, devo giocare dietro. A me ‘sta cosa non mi ha mai convinto molto. E poi devi vedere la squadra come reagisce a questi meccanismi”. Un pronostico per la Supercoppa? : “A me non piace fare i pronostici, come non amo, nel calcio, quelli che il lunedì sanno sempre la formazione che si doveva mettere in campo nella partita del sabato precedente! A cose fatte, è sempre tutto più facile. Io ritengo che sia importante, per i calciatori, lo stimolo psicologico che vale più delle tattiche. Se scendi in campo convinto che puoi riuscire a fare certe cose, le fai, ma se già scendi con l’idea di non essere in grado, allora va male. Dobbiamo vedere come scenderanno le squadre in campo, in che condizioni stanno, se l’arbitraggio sarà leale, poi non so dire chi può vincere. Dipenderà dall’occasione, da quello che insomma è il calcio. Sicuramente, il fatto di giocare continuamente e senza tifosi allo stadio incide, e tanto, sul piano psicologico e quindi non è facile affrontare tutte le partite con lo stesso spirito. Tutti elementi che vanno considerati”. Sicuramente, a tutti i tifosi farebbe piacere poter riempire la bacheca a Castelvolturno di un ulteriore trofeo. Insomma, sarebbe un bel colpo!

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10 GAIA MOSCHETTI

INTERVISTA AD ALBANO CARRISI Albano Antonio Carrisi, in arte AlBano, nasce a Cellino San Marco in provincia di Brindisi in Puglia, ha oltre cinquant’anni di carriera e le sue corde vocali sono state apprezzate in tutto il mondo.

Lei è uno dei personaggi più amati non solo in Italia ma nel mondo, recentemente è stato coach di “The Voice Senior”, condotto da Antonella Clerici, in onda su Rai1, com’è stata quest’esperienza? Fantastica, veramente fantastica, resa tale ancor di più dal fattore Covid, non si poteva fare nient’altro, è stata una bella esperienza, me la son goduta alla grande e grazie anche a mia figlia Jasmine. Ho ascoltato delle voci straordinarie di persone che non mi spiego come mai non abbiano intrapreso prima questo percorso e fatto carriera, persone che hanno tutte le carte in regola per fare successo. A volte la vita ci porta su altre strade ma non è mai troppo tardi.. giusto? Non è mai troppo tardi nella vita, si può sempre incominciare daccapo. Agli esordi, i suoi genitori erano felici che volesse cantare? L’hanno appoggiata? No nessuno mi ha appoggiato, mi sono appoggiato da solo. Però ha dichiarato che con i primi guadagni, comprò un trattore per la sua fami-

glia… Andai a Milano e con i primi soldi che ho guadagnato come cantante, comprai un bel trattore a mio padre e mia madre, invece, volle un palazzetto, ho soddisfatto tutti i loro sogni. Quindi nonostante non l’abbiano appoggiata in qualche modo ha voluto ricambiare per l’amore che le hanno donato… Si capiva perché non mi appoggiavano, era un’avventura che dovevo percorrere da solo, solo io. La sua terra d’origine, è rimasta sempre nel cuore, inoltre ha la Tenuta Albano, la produzione di vini… Allora, oltre alla produzione di vini, ho un bellissimo albergo, con piscine, la Spa, c’è tutto, è un’oasi di pace… L’idèa di produrre vini da dove viene? I suoi genitori ne producevano o è una passione che l’è venuta con il tempo? E’ nato tutto a Milano, mio padre disse che non avrei resistito, che dopo tre mesi sarei tornato in Puglia, ma

io gli risposi: “non solo non ritornerò ma quando ritornerò e avrò fatto quel che penso che farò, farò per te un’azienda vincola e il primo vino avrà il tuo nome, Don Carmelo”. Questo è uno dei ricordi che ha con suo padre, me ne dice uno che ha di sua mamma a cui era molto legato? Ho fatto un vino che si chiama Materlang, che quando i cinesi l’hanno provato, hanno comprato la produzione completa, incredibile! Come se la spiega questa cosa? Forse il nome attirava in qualche modo... E non lo so.. la spiegazione potrebbe essere che loro hanno bisogno di una storia e questo vino come il Don Carmelo ce l’ha. Fra l’altro, non ho una bottiglia di vino, dovrò aspettare il prossimo anno! Ho letto che ha aderito all’invito del Consigliere regionale Pagliaro per imporre lo stop alla proliferazione selvaggia d’impianti per la produzione di energia pu-

lita che stanno deturpando e snaturando il nostro paesaggio. Farò questa cosa qua semplicemente perché sono anni che mi batto per la Puglia, come giusto che sia, ma non voglio essere abbinato, nel rispetto di Pagliaro che so che ha fatto grandi cose, che è bravo, ma voglio farlo come Albano, come figlio della Puglia che difende la sua madre dalla deturpazione che tentano di fare, c’è una canzone fantastica che si chiama “Notte a Cerano”, se hai tempo ascoltala, poi ne parliamo…

Con piacere l’ho ascoltata e che dire… “Un fungo di cemento già sfida il cielo. In nome del progresso s’inquina il suolo. Ma cosa vuoi che sia la nostalgia in cambio di energia che non avrai mai. Il vento dei potenti ha cancellato. Il grano che cresceva ha profanato. È cenere nel mare quel vecchio pino. È notte nel mio cuore, è notte a Cerano”. Un inno all’amore per la terra, la nostra terra che dobbiamo imparare ad amare e a difendere dal capitalismo o più semplicemente far sì che non arrivi mai la nostalgia.

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IMMA CASTRONUOVO

Aldo Esposito, si racconta per Casoriadue Il fisioterapista della Nazionale Italiana Campione del Mondo nel 2006. Gli esordi con l’allora Direttore Sportivo Ferdinando Troise (sì, proprio il Nostro Direttore!), gli anni passati alla Juve e con la Nazionale Italiana, e tanto altro!

E’ per me un grande onore intervistare Aldo Esposito, fisioterapista della Nazionale Italiana di Calcio laureatosi, con questa, Campione del mondo nel 2006! Un enorme ed imprescindibile sostegno, quello di Aldo Esposito nel condurre la nostra squadra in perfetta forma fisica alla conquista del trofeo più ambìto. Ebbene, il mio orgoglio, oggi, è doppio: perché non tutti sanno, e mi piace sottolinearlo con fierezza, che il Ns. Direttore, Nando Troise, è stato il Direttore Sportivo dell’Isernia Calcio, negli anni in cui Aldo Esposito all’età di soli 23 anni, iniziava la sua carriera di fisioterapista ad Isernia – dove tra l’altro è nato - per poi fare una straordinaria carriera tra Juve e Nazionale Italiana. Quali sono i Suoi ricordi dell’inizio della Sua carriera? In particolare, ci racconti : com’era il Direttore Nando Troise come Direttore Sportivo? Ho iniziato molto giovane a lavorare come massaggiatore fisioterapista nell’Isernia calcio, nei campionati di Promozione Interregionale e di C2. Sono molto legato agli inizi della mia carriera, perché sono legati al mio paese natìo, Isernia, appunto. Qui, ho avuto il piacere di conoscere il Direttore Nando Troise, all’epoca, Direttore Sportivo dell’Isernia Calcio, persona di cui ancora oggi ho una grande stima, perché era – ed è – una persona semplice, generosa, e già con una buona esperienza nel suo campo. Sapeva organizzare, muoversi con professionalità, aperto al dialogo e prodigo di buoni consigli. Ho un ottimo ricordo di questa

nostra esperienza nell’ambito della Società calcistica della mia Città, in cui sono nato; sono cresciuto con le persone con cui ho lavorato e, dall’incontro con persone del calibro di Nando Troise ne ho tratto benefici, e non solo nel lavoro; mi ha insegnato a migliorarmi, a centrare gli obiettivi. Dalla Juve alla Nazionale Italiana, Lei è stato a diretto contatto con i più grandi calciatori, che sono tutti passati per le sue mani, tra infortuni e lussazioni, che Lei ha mirabilmente curato e riabilitato. Ci racconti qualche aneddoto che le fa piacere condividere con i Ns. Lettori. Voglio sottolineare che il trampolino di lancio della mia carriera sono state

le Categorie dilettantistiche, dalla mia Isernia nei Campionati di Promozione Interregionale in cui, come Le ho detto, ho cominciato, alle altre Società tra cui il Castel di Sangro, in C-2; poi, nel ’91-’92, ’92-’93, mi è stato offerto un contratto con il Cagliari Calcio, in Serie A, centrando la Coppa Uefa. Sono quindi passato alla Juve nel ’95’96 dove vi sono rimasto per 15 anni, fino al 2010; con la Juve ho vinto tutti i trofei a livello di Club: 5 scudetti, la Coppa Campioni, la Coppa Intercontinentale, 3 Super Coppa Italiana, Super Coppa Europea. Nel ’97, inoltre, sono stato ingaggiato nella Nazionale, dove sono rimasto fino al 2016, vincendo la Coppa del Mondo nel 2006. Ho sempre lavorato con persone di ogni tipo, dalle più semplici alle più famose, ed ognuna di esse mi ha lasciato qualcosa. E proprio in merito a questo evento, Le racconto un aneddoto, a me molto caro: siamo alla Semifinale della Coppa del Mondo del 2006, le squadre schierate in campo per l’inizio della partita; il nostro Capitano, Cannavaro, e il Capitano della Germania si scambiano i gagliardetti, quando il Capitano si volge verso di me e mi dice, in napoletano “Aldù, Stamm’ in final! (Aldo, siamo in Finale!)”, ed io: “Capità, andassero in Ciel ‘stì parol’!(Capitano, salissero al Cielo queste sue parole!)”. E poi, il resto è Storia: siamo andati in finale e abbiamo vinto la Coppa del Mondo! Mai parole sono state più profetiche! Per rispondere alla Sua domanda, beh, ho conosciuto tante persone, dalle più

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12 semplici alle più famose, e tutte sono stati importanti, poiché ognuna mi ha lasciato qualcosa. Da quando ha lasciato la Nazionale Italiana, dopo essersi laureato Campione del Mondo nel 2006, com’è cambiata la Sua vita professionale? Guardi, non ho mai perso i contatti con il privato, per cui oggi, lavoro con le persone che hanno bisogno del mio lavoro, persone cui sono sempre stato vicino; ho sempre guardato la mia vita a 360 gradi, non perdendo mai il contatto con la realtà. Sono soddisfatto di ciò che ho realizzato, e vado dritto per la mia strada, con la fierezza di chi si è fatto le ossa. Dottore, un ultimo sguardo sul futuro che ci attende. Quello post-pandemia

da Covid-19 che, ormai, è sempre meno un’incognita e sempre più una certezza, che ci accompagnerà ancora a lungo, con la quale dovremo imparare a conviverci . Quale è il futuro che attende il Suo settore, nello specifico? Un tecnico della riabilitazione, un medico specialista in ortopedia e traumatologia, un fisioterapista, che futuro hanno? Ci illumini. Questo periodo è stato davvero molto brutto, particolare, spero che termini in fretta; nello specifico, la mia professione può dare una grossa mano perché molti pazienti che vengono colpiti da questo virus hanno bisogno di riabilitazione, ad ogni livello, e per ogni fascia di età, dal bambino all’anziano, poiché questa è una patologia che debilita tantissimo.

La figura del fisioterapia rientra in una equipe di multidisciplinarietà, in tutte le problematiche, dalla più semplice alla più complessa. E’ una figura professionale molto importante, specie per il periodo che stiamo vivendo. Ciò che però osservo, mio malgrado, è che i miei Colleghi, specie i più giovani, hanno fretta di arrivare, e non comprendono l’importanza di fare gavetta. Per fare bene questa Professione, occorre Passione e Pazienza. Ringrazio Aldo Esposito, una Persona autentica, un vero Campione, nella Vita e nella Professione, che ci ha insegnato come tutto ciò che brilla abbia il prezzo dell’Impegno, della Passione, ma anche della Umiltà e dell’Abnegazione. Grazie, Maestro!

ANGELA CAPOCELLI

LA VOCE DEI BAR: INTERVISTA A LUIGI PRIMITIVO

Bar, ristoranti e, in generale, tutto il settore della ristorazione si classificano tra gli ambiti che più sono stati penalizzati dalle limitazioni e le fasce orarie contenute negli ultimi DPCM. Che ci si trovi in zona gialla, arancione o rossa, ai ristoratori non sono consentiti grandi libertà e la possibilità di riuscire ad andare avanti sembra sempre più irraggiungibile. Abbiamo intervistato Luigi Primitivo, titolare del Business, pasticceria/bar e ristorante che si trova sulla Statale Sannitica a Casoria. L’amarezza delle sue parole, tanto prevedibile quanto comprensibile, è un invito a riflettere sulla difficoltà che il settore della ristorazione sta vivendo da un anno a questa parte. Cosa è consentito, ai bar, in zona gialla? Sono consentiti il servizio sia al banco che in sala con le dovute precauzioni dalle 05 alle 18 e successivamente solo consegne a domicilio fino alle 22… Come siete sopravvissuti alla zona rossa? Mettendo mano alle risorse familiari, il frutto di anni di sacrificio! La situazione di emergenza è stata prorogata fino al 30 Aprile. Questo vuol dire che continueranno ad alternarsi zona gialla/arancione/ rossa… Come crede affronterete la situazione? Guardi questa risposta non la so ma so che sicuramente metteremo ancora denaro all’interno delle attività… Nonostante ciò, non saprei proprio se riusci-

remo ad arrivare a quella data. Non trova ingiusto che bar e ristoranti siano tra i più limitati di tutti? Certamente! Ci sono troppe contraddizioni in queste regole, a volte anche insensate: permettono molti più assembramenti in altri tipi di attività e invece in locali pubblici, con protocolli severi, non si può lavorare. Dicono che possiamo stare chiusi perché arriveranno i ristori… Intanto, noi, i ristori non li vogliamo anche per la miseria che ci danno. Non riusciamo a mantenere aperte le attività. E poi noi vogliamo il diritto di poter lavorare, sostenere le nostre famiglie; abbiamo una dignità! Oggi ci sentiamo trattati come quelle persone che si accontentano del reddito di cittadinanza.

Cosa vorrebbe che facesse il governo? Guardi, cose con una certa logica: far lavorare le attività e aumentare i controlli. Ma secondo lei è normale che ristoranti, pub ecc. possono vendere da asporto dopo le 18 birre, vino e alcolici e i bar devono chiudere? Vuole mandare un messaggio ai suoi colleghi? Dobbiamo capire che a interloquire con le istituzioni ci devono andare persone che sanno di cosa parlano, non burocrati politicizzati. Facciamo sentire la nostra voce e rispettare i protocolli. Non c’è una strada diversa, siamo in uno Stato di polizia dittatoriale, i politici attuali sono degli incompetenti: è mai possibile che in Italia parlino tutti tranne chi dovrebbe?


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ANTONIO BOTTA

Intervista Ad Alfonso Fiumarelli e al figlio Mario, titolari della Fiumadea S.R.L. Impresa sociale

“PREDILETTA LA METODOLOGIA MONTESSORIANA INTEGRATA CON ALTRE METODOLOGIE” “A breve riapriremo l’Asilo Nido comunale di via I Maggio, di cui abbiamo vinto l’appalto”

Da quanti anni la Fiumadea S.R.L. Impresa sociale – Istituto Montessoriano è presente ad Arpino? Com’ è strutturata la scuola? La Fiumadea Opera nel settore socioeducativo e dell’istruzione dal 1989, ma la nostra storia è ben più lunga, e per far comprendere bene il senso di cos’è oggi la Fiumadea dobbiamo partire dalle origini familiari. Io Sono Mario Fiumarelli, figlio di Alfonso e Anna. Mio Padre ha ereditato la passione per questo lavoro dalla Zia, Giuseppina Fiumarelli che proprio nel territorio di Arpino creò la prima scuola privata già dal 1946. Forte di questo legame familiare tra la Zia Giuseppina detta “Pupetta” e mio padre, nel 1978 nasce la scuola HEIDI gestita dai miei genitori Alfonso e Anna che con enormi difficoltà e sacrifici hanno iniziato un’esperienza fantastica con la gestione di una piccola scuola materna ed elementare fino ad arrivare all’anno 1989 con la costituzione della “Fiumadea” in rappresentanza di una maturata esperienza che al centro di tutto ha sempre messo il “benessere dei bambini” e i valori propri della “Famiglia”. Oggi la “Fiumadea” è un punto d riferimento nei servizi per l’infanzia, l’Istruzione e le politiche sociali e dalla piccola realtà del 1978, vista la crescita avvenuta negli anni, attualmente Fiumadea è strutturata nel modo seguente: Strutture rivolte alla Prima Infanzia - Gestione di 1 Asilo Nido per minori 0-36 mesi nel Territorio di Casoria /Arpino (Prima struttura accreditata secondo i vigenti regolamenti presso l’Ambito N18) - Gestione di 1 Asilo Nido per minori 0-36 mesi presso la Casoria/Arpino zona Cittadella (Struttura Sperimentale con 5000 mt di spazi a verde con Animali da cortile, Giochi esterni, e spazi adeguati per attività motorie esterne. - Gestione di una Ludoteca Prima Infanzia fino a 36 mesi - Gestione di 1 Asilo Nido per minori 0-36 mesi nel Territorio di Giugliano in Campania (NA)

- Gestione di Asilo Nido per minori 0-36 mesi nel territorio di Battipaglia (NA) - Prossima apertura per la gestione del Servizio di Asilo Nido in Casoria/Arpino presso la Struttura Comunale del Comune di Casoria (NA) Istruzione: - Sezione Primavera: per minori da 2436 mesi - 6 Sezioni di Scuola dell’Infanzia Paritaria per bambini fino a 6 anni - 20 Classi di Scuola Primaria Paritaria Con quali argomenti persuaderebbe i genitori a iscrivere i propri figli alla Fiumadea? Sono ormai tanti anni che siamo presenti in questo settore, ed anno dopo anno siamo sempre di più un punto di riferimento per le famiglie soprattutto nel territorio di Casoria/Arpino. Molti dei nostri ex alunni ritornano da noi perché ormai genitori di bambini che frequentano la scuola, qualcuno è anche nonno. Per noi è un’ulteriore conferma che la qualità che offriamo con il nostro lavoro viene riconosciuta nel tempo. La Fiumadea negli anni è cresciuta molto fino ad arrivare al punto che nel 2002 ho costruito una nuova struttura scolastica adiacente a quella esistente con tutto quanto ho sempre sognato per i miei figli. Attualmente il mio detto è “Ho

sognato una scuola per i miei figli, l’ho costruita anche per i Vostri”. La nostra struttura è all’avanguardia e rispetta tutte le normative vigenti sia in materia di Sicurezza, dell’Igiene, della Sicurezza alimentare e quanto ad oggi previsto. Vista la nostra esperienza, supportata da anni di studio e formazione specifica, abbiamo sempre prediletto la metodologia Montessoriana integrandola con altre metodologie pedagogiche che ci permettono di offrire ai nostri iscritti percorsi personalizzati per andare incontro alle esigenze di ognuno. Ogni classe della nostra struttura scolastica è fornita di Lavagna Interattiva Multimediale (LIM), PC, e TV per collegamenti in diretta con canali relativi all’istruzione. Siamo dotati di Aule d’informatica, palestra, laboratorio teatrale, laboratori musicali, laboratorio linguistico (Inglese, Francese e Spagnolo), Biblioteca, Infermeria (Dotata di 2 Defibrillatori semi-automatici) Cucina interna e regolarmente autorizzata. Sin dalla scuola dell’infanzia i bambini si approcciano alla musica e alle lingue straniere con docenti specializzati. Attualmente offriamo un orario prolungato compreso di pasto e trasporto con


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14 mezzi propri (Scuolabus regolarmente autorizzati al trasporto scolastico). Nell’ottica del “sistema pubblico integrato”, dove scuole statali e parificate devono cooperare insieme per offrire alle comunità di riferimento un ventaglio di opportunità e di visioni educative in linea con le prospettive del bene comune, quali sono i valori peculiari si cui fonda l’offerta formativa della Fiumadea? E’ d’obbligo chiarire che il termine parificato è ormai stato sostituito da “paritario”. Questa differenza è sostanziale perché oggi ai sensi della L. 62/2000 il Sistema Nazionale d’Istruzione riconosce come scuole pubbliche sia le scuole Statali che le Scuole Paritarie a differenza di quelle puramente private. E’ proprio alla base di questo principio che le attuali Reti di scuole prendono sempre più in considerazione la cooperazione tra scuola Paritaria e Scuola Statale lasciando comunque differenziate quelle che sono le peculiarità. La “Fiumadea” è una scuola Cattolica ed aderisce alla Federazione Italiana delle Scuole Cattoliche FIDAE. E’ un Luogo di aggregazione dove regna un’atmosfera di accoglienza, disponibilità e positività delle relazioni adulto/

bambino, bambino/bambino, adulto/ adulto. E’ una Comunità di riferimento che promuove una crescita sociale, affettivo emotiva, intellettuale e creativa del bambino. Un luogo dove l’unicità di ognuno è vissuta come una risorsa di tutti perché fatta vivere come un valore imprescindibile e dove si mira a perseguire la condivisione di un progetto educativo insieme alle famiglie. Ci sono state difficoltà ad organizzare la didattica a distanza nel primo lockdown? Non abbiamo avuto nessuna difficoltà. Siamo riusciti a partire con la Didattica a Distanza dal giorno seguente la chiusura delle scuole. Abbiamo erogato contenuti a partire dai bambini iscritti all’asilo nido fino alla scuola primaria. La nostra reattività è dovuta anche grazie all’esperienza di Mario Fiumarelli, Pedagogista che insegna anche presso una Università Telematica, e grazie alla sua esperienza siamo riusciti a formare subito il personale della scuola e ad offrire una piattaforma piena di contenuti strutturati ad hoc dai docenti che si sono impegnati nella creazione di contenuti multimediali fruibili da tutti, su ogni dispositivo. La nostra piattaforma fu richiamata an-

che da altri giornali locali perché permetteva a chiunque di studiare, anche ad alunni di altri Istituti che non erano ancora organizzati. La Fiumadea ha vinto l’appalto dell’asilo nido comunale di via I Maggio. E’ una notizia che sarà accolta con favore dalle famiglie interessate del territorio, considerato che la Campania e la Calabria detengono il triste primato di esigua presenza di asili nido pubblici. Vi chiedo di fornire alle famiglie interessate tutte le notizie utili su tale struttura tanto attesa. Sicuramente dalle famiglie del territorio questa notizia sarà accolta favorevolmente. Siamo sicuri che nel momento in cui le persone avranno certezza della nostra gestione aumenteranno anche le domande per l’inserimento in struttura. I servizi per l’infanzia sono delicati e le famiglie hanno bisogno di avere certezze e fiducia, soprattutto in un momento come questo che oltre alle normali premure si richiede un’attenzione massima visto il periodo covid che attualmente stiamo vivendo. La stessa attenzione che Fiumadea nella gestione delle proprie strutture adotta ogni giorno. A breve riapriremo l’Asilo Nido di Via Primo Maggio. La stazione appaltante, nonostante il periodo covid, ha avviato

Crescere insieme, perfezionandosi Sicurezza edilizia Ambiente

Vincenzo D’Anna

Dottore in scienze dell’Ingegneria Collegio dei geometri e dei geometri laureati della Provincia di Napoli

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DOMENICA 24 GENNAIO 2021 degli interventi all’interno della struttura per permettere una pronta riapertura in sicurezza. Questo periodo non è stato favorevole, ma la nostra esperienza ci insegna che con la prossima apertura, nel giro di poco tempo, la struttura rivivrà nel pieno delle sue potenzialità e nel rispetto degli adeguamenti previsti dalle normative vigenti in materia di COVID. Rispetto all’appalto Fiumadea è orgogliosa di questa aggiudicazione perché relativamente alla procedura di appalto per questa struttura, è stata la prima volta che i partecipanti hanno potuto esprimere nell’Offerta tecnica, ovvero nel Progetto Educativo, unicamente elementi qualitativi a favore del servizio stesso (77 punti su 80) visto che la valutazione dell’offerta tecnica della precedente aggiudicazione si basava su soli

15 17 punti su 80 rispetto al criterio qualitativo. Il servizio consta di complessivi 30 posti e sarà rivolto a minori tra i 13 e i 36 mesi, il reperimento dell’utenza sarà a cura dell’Ente appaltante. L’Asilo Nido funzionerà dal Lunedì al Venerdì con orario pieno e il Sabato con orario ridotto. Il servizio sarà completo di pasto e le famiglie potranno godere di servizi innovativi che potranno essere attivati in linea con i regolamenti Covid. Ne sveliamo solo alcuni: Progetto Pet Therapy - Attività Educative con gli Animali”. Attività musicoterapiche e di musica dell’infanzia Corso di massaggio infantile e tanto altro ancora, sempre in linea con i DPCM attualmente attivi. Da quanti e quali componenti è formato l’asset societario di Fiumadea?

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La formazione dei componenti dell’asset societario di Fiumadea è in piena linea con le attività che svolgiamo: Anna De Angelo Laureata in Sc. dell’Educazione e della Formazione; Alfonso Fiumarelli, laureato in Sc. dell’Educazione e della Formazione – Orientatore Professionale + Altra Laurea non attinente; Mario Fiumarelli , Pedagogista – Docente Universitario e Dott.re in Sc.ze dell’Educazione e della Formazione - Orientatore Professionale + Altra Laurea non attinente; Carmine Fiumarelli, Educatore Professionale Socio-Pedagogico + altra laurea non attinente . Anche tutto il personale docente e non docente è adeguatamente formato e in linea con i titoli di servizio specifici richiesti dalle vigenti normative.

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Maria Cristina Orga

È IL MOMENTO DELLA CONVERGENZA

LA RICETTA DELL’IMPRENDITORE CLAUDIO GRILLO PER CURARE LE FERITE INFERTE DALLA PANDEMIA AL TESSUTO COMMERCIALE DELLA NOSTRA REGIONE

La crisi economica causata dalle restrizioni dovute alla pandemia da Covid19 è stata devastante. E in una regione dal tessuto economico e sociale fragile come la Campania forse ancora più che altrove. Sarebbe fin troppo facile elencare i danni, stilare l’elenco dei settori e delle attività messe in ginocchio dal coronavirus, dei drammi umani, familiari e sociali conseguenti, del numero di saracinesche abbassate che non si rialzeranno più e dello sconforto in cui versa larga parte dei piccoli imprenditori e dei commercianti. Sarebbe facile e avvilente. E ci costringerebbe bloccati con lacci di cuoio su una scomoda poltrona, a vedere sempre lo stesso spaventoso film, senza neppure poter sbattere le palpebre per idratare gli occhi, pensando che la tortura non finirà mai. Come in “Arancia meccanica” e chi ha la mia età sa di cosa parlo. Ma le cose facili le sanno fare tutti e invece noi oggi, vogliamo gettare il cuore oltre l’ostacolo perché sappiamo che il buon tempo e il brutto tempo non durano tutto il tempo. E, a dirla tutta, il brutto tempo portato dal SarsCovi2 dura già da troppo, per cui vogliamo alzare lo sguardo verso l’orizzonte per quanto sia lontano e ricominciare a guardare al futuro. Perché anche se in questo momento sembra impossibile, il futuro prima o poi arriva. E noi non vogliamo farci trovare impreparati, così abbiamo chiesto a Claudio Grillo, uno degli imprenditori più tenaci, audaci e sognatori della nostra regione la sua ricetta perché l’eco-

nomia della Campania possa ripartire quanto prima e quanto meglio possibile. Forse non tutti sanno che il nostro interlocutore è anche il sindaco di Afragola, ma noi oggi lo intervistiamo unicamente nel ruolo di patron del marchio Grillo Sport, griffe campana dell’abbigliamento non solo sportivo, conosciuta e apprezzata ormai in tutta Italia, che vanta numerosi punti vendita soprattutto nei più noti e frequentati centri commerciali regionali. E allora, partiamo subito col fuoco di fila delle domande e chiediamo ad una delle voci più autorevoli dell’imprenditoria campana come fare per ricominciare a guardare avanti con fiducia. Dottor Grillo, la crisi economica legata al Covid ha dato una fortissima scossa all’economia nazionale ma anche e soprattutto di una regione come

la Campania che trae dal terzo settore, quello del turismo e del commercio buona parte delle sue risorse. Lei, che è al vertice di un’azienda di lunga tradizione nel campo dell’abbigliamento sportivo e non solo, con punti vendita nei più noti e visitati centri commerciali della nostra regione, come imprenditore lei come ha gestito l’impatto non solo economico ma anche umano delle restrizioni connesse alla pandemia? Il problema è che tutta l’Italia già viveva un momento di grande fragilità e questi ultimi avvenimenti hanno condizionato tutte le attività produttive e in particolare chi opera nei centri commerciali e al punto in cui siamo, il protrarsi della situazione attuale può rappresentare il colpo di grazia. Non dimentichiamo che i centri commerciali erano diventati il luogo magico per chi voleva intraprendere un’attività imprenditoriale con delle regole precise anche sulla tutela e il costo del lavoro dipendente. In compenso offriva costi unitari agevolati per gli utenti ed era luogo di aggregazione con spazi dedicati alle attività sociali e culturali e portare avanti nel contempo attività imprenditoriali. La crisi si è sentita quindi soprattutto al Sud dove il ruolo sociale dei centri commerciali era diventato centrale, anche talvolta compensando alla carenza di iniziative istituzionali: basti pensare alla piazza degli eventi del centro Campania, diventata una vera e propria agorà, un posto di grande aggregazione nel quale gli utenti potevano usufruire di servizi che nostro


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18 malgrado la città non riusciva ad offrire. Le chiusure continue hanno tolto agli imprenditori l’elemento primario necessario a perseguire i loro obiettivi. Questa, certo la situazione fino ad ora, ma lanciando il cuore oltre l’ostacolo e lo sguardo al futuro, come si può ripensare la ripresa in una maniera più efficace rispetto al passato? Non per essere scettico o pessimista, non sarà facile, ma noi dobbiamo ricostruire. Non servono più gli interventi statali che sono stati abbastanza discutibili, né i ristori, che possono essere una medicina di emergenza in un momento preciso, ma certamente non si può pensare di andare avanti così. Serve innanzitutto una programmazione per affrontare e risolvere l’emergenza sanitaria in via definitiva e ci auguriamo che con i vaccini possiamo arrivare ad una immunizzazione di massa e poi subito dopo occorrono dei programmi di sviluppo, affinché la gente possa avere capacità di spesa. Occorre pensare in grande e fare importanti investimenti sulle infrastrutture, sulla viabilità, sul trasporto, incentivare la gente a muoversi e ritornare alla tanto sospirata normalità. Può svelarci quale secondo lei sia la ricetta migliore per raggiungere questi obiettivi? Tre semplici ingredienti: abnegazione, specializzazione e fiducia. Tutti dobbiamo fare un’autocritica rispetto a dei momenti che, seppur caotici, seppure fragili, ci hanno visti comunque impegnati e ci hanno consentito di progredire. Pensi che negli ultimi venti anni nel contesto campano, molte piccole imprese, nate proprio nei centri commerciali hanno avuto uno sviluppo nazionale e addirittura internazionale, diventando marchi leader di settore nonostante la fragilità. Oggi bisogna concretizzare: bisogna fare i conti con numeri che sono certamente diversi da quelli ai quali eravamo abituati, per cui ci vuole anche un esame di coscienza da parte delle proprietà immobiliari, rivedere tassazione, costi, numeri e ripartire senza però intaccare le risorse umane, quei lavoratori che sono la vera forza produttiva del nostro territorio. Bisogna ridurre i costi in termini di servizi e di costi generali ma senza intaccare la forza lavoro che anzi va tutelata, incrementata e incentivata perché chi sta soffrendo di più oggi è proprio chi vive di stipendio. In questo periodo, come se non bastasse la crisi degli acquisti legata alle misure anticovid molti sono i commer-

cianti che ricevono il colpo di grazia dalle multinazionali dell’e-commerce che ti mandano di tutto e di più comodamente a casa anche in pieno lock down. Come fare a difendersi da questa concorrenza sempre più sleale? Purtroppo questo è l’effetto della globalizzazione: il progresso porta inevitabilmente vantaggi e svantaggi e questa è vera concorrenza sleale contro cui i piccoli non si possono difendere. Le multinazionali della grande distribuzione devono adeguarsi ai sistemi fiscali delle singole nazioni e non trovare escamotages. Così, in un mercato in cui tutti rispettano le regole, può vincere il migliore. Loro hanno possibilità di agevolazioni fiscali e sistemi per diminuire i costi, tra cui anche il costo del lavoro e quindi possono offrire attraverso il web il prodotto anche a condizioni più agevoli. Stati e Governi si sono trovati impreparati: è necessaria una regolamentazione normativa. Attualmente quindi siamo davanti ad una vera concorrenza sleale. Non solo i piccoli esercenti, ma anche nei centri commerciali ci deve essere la capacità di reagire. Io sono un sognatore e la butto lì, ma un centro commerciale organizzato che offre tanti servizi al consumatore e agli affittuari, potrebbe anche organizzare la vendita on line ed entrare in partita con loro. Si potrebbe obiettare che i centri commerciali abbiano precedentemente a loro volta e penalizzato le piccole botteghe dei centri abitati, svuotando i cuori delle città e quindi impoverendoli? Questa è una antica querelle perché ovunque sono nati e particolarmente nel nostro contesto, cioè al Sud, i centri commerciali sono stati oggetto di aspre critiche proprio in riferimento a questo e non sono mancate le ribellioni dei piccoli commercianti che operavano nei centri storici, però posso aggiungere che in alcuni contesti sono stati proprio il volano dello sviluppo perché hanno incentivato anche i bottegai dei centri storici a unirsi e a dare vita a dei veri e propri centri commerciali all’aria aperta. Da noi diventa tutto più difficile perché viviamo anche un momento di sconquassamento urbano, ma di lavoro ce ne sarebbe tanto e per tutti. Ci vuole però la capacità di centrare gli obiettivi e portare avanti un percorso unitario anche per il recupero dei centri storici. È paradossale che in questo periodo in cui le persone non possono raggiungere i centri commerciali si sia visto proprio

un forte recupero delle attività di prossimità che hanno saputo reinventarsi presentando un nuovo prodotto, un servizio aggiuntivo, mettendo a disposizione parcheggi e ogni tipo di servizi di assistenza al consumatore. Oggi il consumatore è attento ed esigente. Uno dei settori più penalizzati dalla pandemia è stato ovviamente quello dell’abbigliamento, perché in mancanza di eventi sociali a cui partecipare viene ovviamente meno la voglia di fare acquisti stagionali per rinnovare il guardaroba. E allora bisogna incentivare: rivedere i costi, i prezzi al mercato e offrire al contempo servizi e stimoli e fascino: fascino sul prodotto e sulle location. Ecco questo potrebbe essere il momento giusto per il grande recupero dei centri storici che in alcuni contesti è già iniziato, ma tarda ad arrivare al Sud. Ma lei che è un sognatore, non pensa che il Sud possa tentare un rilancio proprio attraverso una sorta di cordata tra i piccoli imprenditori cittadini e i centri commerciali? Qua dovrebbe scendere in campo la politica. La ripresa si porta avanti con il gioco di squadra, avendo degli obiettivi comuni, non facendo contrapposizioni. Ma tutto deve essere coordinato da una programmazione organica a livello statale che coinvolga tutti i tessuti economici e sociali dal piccolo al grande centro urbano. Il rilancio di una nazione parte sempre dal Sud, dalle zone più degradate, per cui il Sud può e deve essere volano di sviluppo per l’Italia intera. C’è bisogno di coesione, non di contrapposizione. Ci vogliono specializzazione e servizi che non possono essere forniti dal piccolo commerciante da solo, ma se il governo della città è capace di recepire le istanze e c’è la volontà di lavorare in sinergia, sicuramente ci può essere sviluppo. Oggi non serve più l’incentivo o il bonus, serve programmazione, un tavolo di grande concertazione. L’Italia è intrisa di uomini e donne di grande spessore che oggi hanno il dovere di scendere in campo e di indirizzarci verso un percorso alternativo di crescita e di sviluppo sociale e culturale, ma soprattutto economico e finanziario del territorio. Il Recovery Plan sarà per il Sud l’occasione del grande rilancio? Decisamente sì, però non deve essere interpretato come bonus. I soldi vanno investiti come si fa in una famiglia, con l’eccesso di zelo e la volontà di impegnare ogni euro che viene dato in ma-


DOMENICA 24 GENNAIO 2021 niera decorosa, trasparente e produttiva. Il rilancio passa per buoni progetti, ma ci vuole chiarezza politica anche per capire che ruolo avranno le amministrazioni comunali e se avranno la capacità di saper gestire le risorse che hanno a disposizione in termini di risorse umane. Ci vuole una visione internazionale, anche per quanto riguarda il commercio on line. Gli investimenti devono essere proiettati a grande raggio, in modo che Afragola come Parigi possano stare a livello imprenditoriale posizionate sullo stesso piano. Come fermare la fuga di giovani cervelli dal Sud? Abbiamo il dovere di amalgamare e invogliare le nuove energie che hanno i giovani, che sono fondamentali per la rinascita dei nostri territori, coinvolgendoli in una visione mondiale che è poi la loro molto più che la nostra, che sia nel sociale, come nel finanziario, nell’imprenditoriale e nel politico. Su quale settore consiglierebbe oggi ai giovani di puntare per trattenerli al Sud? Bisogna fare squadra, mettere insieme politica, imprenditori, scienziati per incentivare i giovani a restare nei territori o anche ad andare via ma senza dimenticare le loro radici. Il percorso deve iniziare dal luogo in cui si vive e poi può essere anche proiettato nel mondo.

19 E come recuperiamo invece i cinquanta-sessantenni tagliati fuori dal mondo del lavoro oggi per colpa della crisi connessa alla pandemia? In primo luogo con interventi di natura sociale: bisogna renderli utili, far loro percepire che sono ancora indispensabili. Sono loro che hanno fatto sì che i giovani godessero di uno stile di vita e anche di un progresso tecnologico decisamente migliori di quelli che abbiamo vissuto noi, quindi i giovani devono guardare alla loro esperienza come a una risorsa, un modello. L’Italia offre tante energie e tante opportunità, nel settore culturale come in quello imprenditoriale, ma un momento di grande sfiducia come questo ce lo fa dimenticare. Arriveranno tanti fondi e il mio auspicio è che chi li gestisce abbia la capacità di prendere il meglio di ogni essere umano e di saperlo amalgamare per offrirlo al prossimo. Quanto ci aiuterà il vaccino in questa ripresa? Bisogna essere speranzosi. Io credo che il mondo intero si è trovato impreparato. Ognuno ha diritto di pensarla come vuole, quindi ci sono anche i negazionisti, ma noi abbiamo il dovere di sperare nel vaccino, anzi io sono convinto che oggi sia proprio il vaccino l’unica arma che può metterci al riparo da questo nemico invisibile.

…e restituirci la voglia di uscire di casa, di vestirci bene e quindi andare in un negozio o in un centro commerciale e comprarci qualcosa di bello. Proprio così, di riappropriarci di questo grande bene che avevamo senza rendercene conto: la libertà. L’abbiamo bistrattata senza renderci conto di quanto era grande il bene che possedevamo. La libertà di potersi muoversi agevolmente e non essere più condizionati da questo brutto male, da questo nemico invisibile. Bisogna essere ottimisti e lavorare tutti insieme; se continuiamo con le polemiche non ne usciamo. Di contrapposizioni ne abbiamo fin sopra i capelli. Basta. E allora lanciamo un grande appello per la ripartenza e chiamiamo a raccolta scienza, politica, economia, giovani, cultura, iniziative, creatività perché convergano tutti verso lo stesso polo per tirare fuori le eccellenze. Basta anche piangersi addosso da parte del Sud! Decisamente sì. Basta piangersi addosso. E basta anche assistenzialismo! Basta piangersi addosso! Mi piace come chiusura. E basta anche assistenzialismo. Rialziamo la testa, rimbocchiamoci le maniche e ripartiamo! Chello ca te faje co’ ‘e ‘mmane toje nisciuno t’o fa’. Teniamolo sempre a mente.

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20 GENNARO MOSCA

L’ORRIBILE PARTICOLARE: “6 M W E”

IL GRILLO PARLANTE

Il 6 gennaio scorso, circa 8 mila americani sostenitori di Trump hanno invaso Capitol Hill, la sede del Parlamento, il cuore della democrazia. Non sorprenderebbe se fosse accaduto in un Paese oppresso, senza libertà di parola e di pensiero. Ma in America, no. Vedere quelle scene è stato un fulmine a ciel sereno. Un manipolo di violenti e cialtroni, per qualche ora, ha bivaccato nella stanza dei bottoni. I video ci hanno mostrato un’armata Brancaleone mentre infligge un duro colpo all’idea dell’America che tanti avevamo prima. Il sogno americano di Obama ‘yes we can’ si è trasformato nell’incubo del bifolco con il copricapo alla David Crockett e le corna da bisonte all’assalto di quel tempio. Politici, sociologi e giornalisti, anche da noi, hanno stigmatizzato quella violenza, ragionando su Trump, la sua politica, la personalità e i suoi profili social. C’è chi pensa sia stato il peggior presidente della storia americana, a cominciare dalla campagna elettorale con l’idea del muro contro il Messico, che la dice lunga, antidemocrazia e nazionalismo. C’è invece chi lo apprezza per la politica estera, per non aver fatto guerre a differenza dei suoi predecessori, perché ha condannato la lentezza e la frammentazione di questa vecchia Europa, tanto da spingere l’uscita del Regno Unito. E’ stato un forte liberista, poche tasse e Stato in disparte nell’economia, ha difeso il ‘made in America’ e si è messo a muso duro contro la Cina. Se non l’America, chi? E’ stato censurato da Twitter e Zuckerberg. Qualcuno si

è chiesto: questa è la democrazia? La chiusura dei suoi profili stride con la libertà di espressione che è un pilastro della democrazia, e forse i social dalla capacità di comunicazione planetaria non dovrebbero detenere il potere così grande di assumere decisioni simili. In fondo, sono solo dei privati. Giusto o sbagliato, condivisibile o no, il ‘trumpismo’ non lascerà gli Stati Uniti, molti americani seguiranno ancora le sue idee. Questi più o meno i fatti, forse da noi un po’ lontani, e certamente troppo grandi e complicati perché questo infimo Grillaccio ne scribacchi oltre. Invece, un fatto tra questi apparentemente marginale, un episodio minimo, voglio sottolineare e condividere. Tra gli assalitori, in una foto, un uomo col volto coperto che mostra la sua t-shirt con la scritta: “6 M W E” sopra un’aquila e il fascio littorio. Mi sono vergognato per lui. Che rabbia, che tristezza. Povero, povero stupido che, indossando una maglietta sbagliata, ha offeso la stessa America e il mondo. “6 M W E”: “Six Millions Weren’t Enough”, tradotto “sei milioni [di ebrei sterminati] non sono stati abbastanza.” L’intollerabile acronimo,

che sembra solo un orribile particolare, non è da sottovalutare, perché è il segno che ormai si ostenta l’antisemitismo portandolo in giro anche sopra una maglietta, come fosse pubblicità della Coca Cola. E forse ancora più grave, questo accade in America, proprio l’alleato che pochi decenni fa ci liberò da quella sciagura. E’ necessario stare molto attenti all’apologia di questo male, e non va dimenticato. Ogni 25 aprile in Italia proviamo a ricordarcelo. Ma non è mai abbastanza. A futura memoria, per chi ancora non li avesse visti, suggerisco due film: Schindler’s List e Il Pianista che riescono a far sentire nel più profondo e sulla pelle tutto l’atroce dolore della persecuzione degli Ebrei, rappresentandolo in un sottile ma sublime e commovente senso di umanità e poesia, da rendere i due lungometraggi di una bellezza indimenticabile nella rispettiva drammaticità assoluta. Quella maglietta va strappata, cancellata, polverizzata nel nostro giudizio collettivo. Per farlo c’è bisogno di capire, almeno un pò, la personalità dell’uomo che l’ha indossata. E per capire,

in queste poche righe, non trovo parole più illuminanti di quelle di Hannah Arendt che, nel saggio “La Banalità del Male” seguendo il processo al criminale nazista A. Eichmann, l’architetto del Male, esplorò la ragione più intima della sua incapacità e di tutti i maledetti come lui, di trovare in sé un qualsiasi giudizio di coscienza critico e comprendere, con una ‘resa dei conti’, l’orrore che stava commettendo: “L’incapacità di pensare ha dato la possibilità ad alcuni esseri umani di commettere azioni riprovevoli su vasta scala mondiale. La manifestazione del lieve vento del pensiero non è la conoscenza, ma l’attitudine a discernere il bene dal male, la bellezza del mondo dalle sue brutture. E quindi voglio sperare che pensare possa donare alle persone la forza di saper prevenire terribili catastrofi in questi rari momenti in cui sopraggiunge la resa dei conti.” È a cominciare dai piccoli gesti quotidiani che dobbiamo esercitare la capacità di pensare per distinguere il bene dal male. Qualche volta, perfino quando scegliamo una t-shirt.


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TERESA LUCIANELLI

Londra, #InsiemeperilTerritorio & Vesuvio’s Shadow: charity in UK House of Commons

La mission promossa da #InsiemeperilTerritorio di Teresa Lucianelli e Vesuvio’s Shadow di Mario D’Acunzo, dedicata ai piccoli di Padre Massimo Ghezzi, nel Progetto AbitiAmo, approda con successo nel Regno Unito. Da Londra, vince il Charity Contest internazionale: Vincenzo Napoletano, di origini partenopee, manager del Ristorante Eventi del Parlamento del Regno Unito. Per lui, massimi consensi nel “Cuore d’Oro”. Per gli altri eccellenti concorrenti nelle sezioni “Social” e “Critica”, Titoli e premi, Menzioni e Note di Merito Il Charity Contest Internazionale “Il Panettone e gli altri piatti del Natale solidale” giunge sul suolo britannico e conquista interesse e consensi. È dedicato ai piccoli orfani, senzatetto, vittime di gravi problematiche della Campania e ai bimbi della missione in Albania, scampati agli orrori dei conflitti, seguiti da Padre Massimo Ghezzi a guida della Parrocchia di San Gennaro al Vomero, nel Progetto AbitiAmo. Si aggiudica la vittoria, il manager italobritannico del UK House of Commons, Ristorante Eventi Parlamento del Regno Unito, Vincenzo Napoletano, da Londra. Congratulazioni nel Regno Unito per la riuscitissima iniziativa benefica ideata e organizzata da #InsiemeperilTerritorio, nota rassegna di eventi d’eccellenza fondata e promossa dalla giornalista enogastronomica napoletana Teresa Lucianelli con la sua grande Squadra benefica, unitamente a Vesuvio’s Shadow, il blog ercolanese specializzato nel buon mangiare e nel buon bere, del foodblogger Mario D’Acunzo, con la preziosa collaborazione di Villa Domi Ricevimenti, del patron Domenico Contessa. 734 voti nella Sezione “Cuore d’Oro”: hanno stravinto i Töltött káposzta - involtini natalizi ungheresi London style - preparati da Vincenzo Napoletano, origini partenopee, 39 anni, lauree e master vari, appassionato di Cucina, oltre che professionista nel ramo della ristorazione ed eventi. A lui il titolo e il Premio Gastronomia Arfè, messo in palio dalla storica azienda partenopea: 150 anni di storia nel settore, con squisitezze di alta qualità rinomate e apprezzate ovunque. Si aggiudica la Piazza d’onore, Vincenzo Toppi (582, Tortino di patate e porcini), che bissa l’altrettanto ottimo piazzamento nel precedente Contest La Castagna. Brilla di seguito, col suo originale e gustoso impegno salutista, la campionessa lucana Silvana Felicetta Colucci (541, Ravioli rossi lucani), e altrettanto la bravissima Rosanna Fiengo da Castellammare con le sue irresistibili squisitezze della Tradizione dagli sgargianti colori naturali della Penisola. Ancora, Paolo Panigoni, che già si era pure distinto nel Contest precedente dedicato alle ricette a base di marroni. Piatti distintivi e interessanti, anche quelli di Giulia Defalco, Cinzia Carcia, Serena Pane, Anna Marino, Maria Nocerino. Nella Sezione Social, massime preferenze ad Aurora D’Auria con 440 voti al suo Panettone classico; al versatile Paolo Io-

vieno 231 per un magnifico Panettone Ruby, Mirko Fagiolo 179 con il suo Pan alle tre cioccolate. Gli ambiti Premi della Critica vanno a: Rosario Saraceno (649 voti, Panettone alla Barbabietola), Cucina di Cappa (590, Casetta di Pan di Zenzero), Mario Ci-

polletta (580, Pandorello salato). Ai vincitori delle sezioni Social e Critica, i famosi dipinti della Costa d’Amalfi della poliedrica e talentosa artista Paola Fiorentino; per tutti, Premi Cantine Mediterranee di Vincenzo Napolitano: box vini per brindare agli ottimi risultati raggiunti! Livello top, per questa iniziativa squisitamente internazionale, che ha degnamente sostituito gli eventi (oggi proibiti a causa della pandemia) ai quali #InsiemeperilTerritorio - ideato e guidato da svariati anni dalla giornalista enogastronomica Teresa Lucianelli, con la sua Squadra di eccellenza - ci ha abituati, grazie alla indovinata partnership con l’emergente blog specializzato Vesuvio’s Shadow, che sta conquistando sempre più affezionati lettori, attraverso un’informazione continua settoriale e grazie al partneriato in iniziative di notevole spessore come questa, dedicata alla solidarietà concreta. Menzione Speciale fuori concorso per Giovanna D’Amodio (torta floreale), Premio Emanuele De Cicco. Menzioni della Giuria: Donatello Chiarito, Faby Scarica, Domenico Fioretti, Gessica Bears, Hilde Esposito, Giovanna Buono, Pamela Cillis, Emanuele Mastruzzo, Paola Oroni, Alberto Parascandolo, Alessandra Profenna. Note di Merito: Chiara Zoratti, Denise Adorante, Selenia Amato, Anna Ardito, Dario Balestrieri, Piera Castaldo, Rosmary Cosenza, Antonio Cuoco, Alma Balla Delia, Valentina De Palma, Teresa Di Falco, Michela Festa, Neala Fracassa, Tiziana Mazzotta, Paolo Poma, Antonio Scamardella, Alessia Sbri, Anna Vitiello. Nelle due parti del Contest, ovvero quella natalizia e la seconda in occasione dell’Epifania, sono stati donati: abiti, calze della Befana, giocattoli e specialità alimentari per i pasti festivi della Mensa solidale, Parrocchia di San Gennaro al Vomero, Progetto AbitiAmo, grazie al sostegno di: Arfè Gastronomia; Raffaele Caldarelli Pasticciere; ristoranti: Mattozzi dal 1833, Francesco & Co, Lago Grande Monticchio, Amor Mio, Donna Luisella; Micolorodiblu; Carla De Ciampis, Fulvio Mastroianni, Pasquale Sannino. La Giuria di esperti, che ha valutato le proposte ammesse alla competizione, insieme ai pubblico Facebook è stata firmata, oltre da Teresa Lucianelli, Mario D’Acunzo e Paola Fiorentino: Valerio Giuseppe Mandile, chef d’eccellenza da location pluristellate e giornalista gastronomico; Marcello Affuso, direttore di Eroica Fenice; Ersilia Cacace, foodblogger; “La Boss delle Pizze”; Rosalia Ciorciaro, nutrizionista, idrologa e docente di Scienze Alimentari; Clara Gallerani, naturopata. Intanto, prosegue la raccolta donazioni, fino al 31 gennaio: Villa Domi, Napoli (081 5922233).


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Diana Kuhne

Palazzo Reale di Napoli apre con la nuova illuminazione delle sale

Al Palazzo Reale di Napoli debutta il nuovo direttore Mario Epifani, insediatosi pochi giorni prima della chiusura del 6 novembre, dando il via alla nuova gestione autonoma del Museo in occasione della riapertura del 18 gennaio. I musei riapriranno nelle zone gialle, da lunedì al venerdì con regolare orario, con ingressi contingentati, ma saranno chiusi durante il week end. Questo rappresenta un primo passo verso il rientro alla normalità, nel rispetto delle norme di contenimento dell’emergenza epidemiologica. I visitatori potranno accedere al Palazzo Reale, dalle ore 9.00 alle 20.00, e ammirare oltre metà delle sale con la nuova illuminazione, un’importante innovazione realizzata negli ultimi mesi, che esalta le bellezze e la ricchezza dell’appartamento storico. È stata prorogata al 31 maggio l’istallazione “Almost Home – The Rosa Parks House Project” dell’artista statunitense Ryan Mendoza, visitabile gratuitamente all’interno del Cortile d’Onore del Palazzo.Valida fino al 31 gennaio l’inizia-

tiva per l’acquisto di biglietti d’ingresso per famiglie iniziata prima di Natale, che consentirà di partecipare ad una visita guidata con il direttore.“Per me un piacere poter accogliere personalmente i visitatori – ha dichiarato Epifani – grazie a questa iniziativa che rappresenta un invito ai napoletani a tornare a visitare Palazzo Reale e che apre la speranza alla ripresa di una vita normale”. Anche nel periodo di chiusura dei Musei nel Palazzo Reale si è continuato a lavorare, per migliorare i servizi di sicurez-

za e di sorveglianza e l’accoglienza del pubblico. “Il mio progetto immediato è quello di lavorare sull’allestimento del percorso di visita dell’appartamento di etichetta, - racconta il direttore - rafforzando in particolare il collegamento storico con gli spazi occupati dalla Biblioteca Nazionale. Anche con il teatro San Carlo prevediamo una serie di iniziative congiunte che possano far rivivere il Palazzo attraverso la storia della musica napoletana dal ‘600 all’800”.

Diana Kuhne

Un tris di donne vince nelle quattro gare a Roccaraso

Sempre prime Daudi (Aremogna), Caloro e De Nunzio (sc Napoli), in gigante, slalom e Ski cross. Diretta FB per consentire ai genitori, esclusi per normative anti-covid, di assistere alle gare Si sono svolte a Roccaraso, il 17 gennaio, nel week end appena trascorso) 4 gare riservate agli atleti dagli 11 ai 16 anni del Comitato Campano. Sabato erano in programma due slalom per le diverse categorie e Semire Daudi dello sci club Aremogna (ragazzi), Carlotta Caloro (allievi) e Sofia de Nunzio (cuccioli 1) dello sci club Napoli, hanno vinto nelle rispettive categorie. Le

tre campionesse hanno riconfermato la prima posizione anche nelle gare di domenica, un Gigante per le prime due e una prova di Skicross per la più piccola. Nello slalom hanno vinto anche Jacopo Mander dello sci club Napoli (cucc.1) Gaia Porzio e Marco Mancini del Vesuvio (cucc 2) e, rispettivamente nella categoria allievi e ragazzi, Alessandro Quaranta e Lucio Materazzo del SAI. Domenica, invece, si gareggiava su piste diverse: ragazzi e allievi al Pallottieri in gigante per conquistare il trofeo intitolato a Calisto del Castello, messo in palio dallo sci club Aremogna, mentre i cuccioli sulla pista Valleverde per lo spettacolare skicross con piccoli salti e curve paraboliche. Lo sci club Napoli, che ha organizzato la gara ha trasmesso una diretta Facebook per consentire ai genitori che per le norme anti-covid non potevano essere al traguardo, di tifare per i piccoli atleti assistendo alla gara da casa. Le altre vittorie di giornata sono state per Giovanni Rosiello del Sai tra i

nati nel 2010 e nella classe 2009 Giada d’Antonio del Vesuvio e Nicola Spada dello Ski Race 3000. Il trofeo del Castello è stato vinto da Luigi Attanasio dello sci club Settecolli che, seppure più piccolo, si conferma il più forte facendo registrare il miglior tempo assoluto. Il primo negli allievi è stato Francesco Marasco del SAI Napoli. La premiazione si è svolta, sotto una fitta nevicata, ai piedi della nuova telecabina, che ha accolto tutti gli atleti dello sci club Aremogna che hanno vinto il premio come migliore società.


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24 Salvatore Iavarone

Consigliere Comunale di Casoria

Servizio di trasporto scolastico per i bambini della scuola dell’infanzia statale e comunale e per gli alunni delle scuole statali del primo ciclo di istruzione con mezzi di trasporto ibridi o elettrici

Un bando del Ministero dell’Ambiente, ancora una volta per i più piccoli. Questa volta è davvero utile, è per finanziare il servizio di trasporto scolastico. Pubblicizziamo il bando dalle pagine di questo giornale, con l’auspicio che possa essere utile agli amministratori e dirigenti non solo di Casoria. Il Ministero dell’Ambiente ha stabilito le modalità di presentazione delle domande e delle spese ammissibili per il finanziamento degli investimenti necessari alla realizzazione di progetti sperimentali nell’ambito del Programma di finanziamento per la realizzazione o l’implementazione del servizio di trasporto scolastico per i bambini della scuola dell’infanzia statale e comunale e per gli alunni delle scuole statali del primo ciclo di istruzione con mezzi di trasporto ibridi o elettrici. Il citato art. 3 prevede un’autorizzazione di spesa di euro 10 milioni per ciascuno degli anni 2020 e 2021, stanziati sul pertinente capitolo dello stato di previsione del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, per il finanziamento degli investimenti di cui sopra, di seguito a progetti presentati dai Comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti, interessati dalle procedure di infrazione comunitaria n. 2014/2147 del 10 luglio 2014 e n. 2015/2043 del 28 maggio 2015 per la non ottemperanza dell’Italia agli obblighi previsti dalla direttiva 2008/50/CE sulla qualità dell’aria. I Comuni interessati potranno presentare domanda al Ministro, presentando: a) un unico progetto operativo di dettaglio (P.O.D.) b) un piano degli spostamenti casascuola (PSCS) elaborato per ciascuna sede scolastica interessata dalle nuove linee di trasporto scolastico previste nel P.O.D.; c) la rappresentazione cartografica a scala adeguata del tracciato (andata + ritorno) di ciascuna nuova linea di trasporto scolastico prevista dal P.O.D.,

con indicazione della relativa lunghezza, dei capilinea e di eventuali fermate intermedie; d) la deliberazione di Giunta comunale o di Consiglio comunale del Comune istante, o la determinazione del dirigente responsabile dell’ufficio comunale competente che: -approva il P.O.D.; -attesta che il Comune non beneficia di altri finanziamenti provenienti da soggetti pubblici o privati per la realizzazione del P.O.D.; -attesta l’impegno del Comune a procedere alla gestione e alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle previste forniture e infrastrutture con risorse a proprio carico e non incluse nel costo complessivo del P.O.D. La domanda di ammissione, corredata dalla prescritta documentazione, è trasmessa a mezzo Posta elettronica certificata - PEC all’indirizzo mobilitasostenibile@pec.minambiente.it entro e non oltre centoventi giorni dal 16 dicembre 2020, data di pubblicazione del decreto in esame nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. I P.O.D. sono valutati in base all’entità del numero di studenti coinvolti e alla stima di riduzione dell’inquinamento atmosferico, secondo la metodologia di calcolo di cui all’Allegato 4, da una apposita commissione nominata dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare dopo la scadenza del termine di presentazione delle domande di finanziamento. Con decreto del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare si provvede all’approvazione della graduatoria dei P.O.D. e alla

ripartizione delle risorse a favore dei soggetti beneficiari. Con successivo decreto del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare viene trasferita, in favore di ciascun beneficiario, una prima quota, a titolo di anticipazione, pari al 50% del finanziamento attribuito. Condizione necessaria al trasferimento della quota di anticipo è l’avvenuta stipula del contratto di fornitura dei mezzi di trasporto scolastico previsti dal P.O.D. Tale verifica è effettuata sul sistema di cui al decreto legislativo n. 229/2011 sulla base delle informazioni correlate al CIG. Il trasferimento avviene entro trenta giorni dalla data di ricezione da parte del Ministero della richiesta di erogazione della prima quota di finanziamento avanzata dal beneficiario ed a seguito dell’esito positivo della verifica di cui al periodo precedente. Con successivo decreto del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare si provvede a trasferire il saldo finale del finanziamento attribuito, al netto di eventuali economie e/o ribassi d’asta, a seguito di valutazione positiva della documentazione di cui al successivo art. 12 trasmessa dal soggetto beneficiario o riscontrabile attraverso il sistema di cui al decreto legislativo n. 229/2011 e dalla quale risulti anche la conclusione del P.O.D. I soggetti beneficiari attuano il P.O.D. approvato entro e non oltre il termine di trentasei mesi a partire dalla notifica del decreto di approvazione della graduatoria a ciascun beneficiario. comunicazione, invia i necessari chiarimenti e l’eventuale documentazione richiesta. Entro novanta giorni dall’avvio del procedimento istruttorio, il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare può disporre la revoca totale o parziale dei finanziamenti concessi, anche tenendo conto delle risorse già trasferite, se è accertato il verificarsi di una delle seguenti condizioni: a) mancata o parziale esecuzione


DOMENICA 24 GENNAIO 2021 del P.O.D. entro il termine di trentasei mesi dalla notifica del decreto di cui all’art. 8, ovvero nel maggior termine previsto dall’art. 10, comma 2, in caso di eventuale proroga; b) difformità tra gli interventi realizzati e quelli previsti nel P.O.D. approvato; c) mancata osservanza della disciplina nazionale e comunitaria vigente per gli affidamenti degli appalti di lavo-

25 ri, forniture e servizi oggetto di finanziamento; d) Le risorse per cui è stata disposta la revoca, qualora già erogate, sono versate dal comune beneficiario in apposito capitolo/articolo di entrata del bilancio dello Stato i cui estremi sono comunicati dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e restano acquisite definitivamente all’erario. Il testo integrale del decreto con i

relativi allegati è disponibile sul sito del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare all’indirizzo internet https://www.minambiente.it/pagina/ promozione-trasporto-scolastico-sostenibile. Ancora una volta segnaliamo un bando, con l’auspicio che i Comuni a nord di Napoli, vogliano attivare tutte le azioni per aderire ed utilizzare queste risorse messe a disposizione dal Ministero

MARCO STILETTI

La musica casavatorese con le luci della ribalta delle nuove generazioni

Il made in Casavatore che avanza e raggiunge il successo. Giuseppe Orefice, in arte Pino Costa e Tony G-Sax Giordano ormai sono una coppia musicale vincente. Dal 7 gennaio hanno iniziato con la seconda edizione di “La musica a km zero” dopo il successo della prima. Nonostante il Covid-19 che ha fermato tutto il mondo dello spettacolo, loro sono riusciti a portare a termine la prima edizione e grazie all’idea di presentare a casa Giordano il programma anche la seconda sembra andare avanti. Nel 2019 la coppia era richiesta per tutta Italia per i loro show raggiungendo fino a 310 date. Ultima è stata ottobre 2020 a Mantova e sono in attesa nel 2021 di ritornare sui palchi. Durante la loro trasmissione gli spettatori che la seguono possono vincere tramite Contest (informazioni sulla pagina di “La musica a km zero”) uno show live della coppia che ha risposto alle nostre domande con grande simpatia e sincerità. Da dove nasce il titolo della vostra trasmissione Musica a km zero? “Musica a km zero perché questa trasmissione è stata formata durante la pandemia e a km zero perché è stata creata a casa Giordano e quindi senza spostarsi chissà dove restando in questo momento difficile tra le mura amiche”. Che musica piace a lei Orefice e quale a lei Giordano? Orefice: “Per quanto mi riguarda io, suonando da diversi anni, sono più portato verso i classici italiani e neomelodico e qualche canzone estera inclusa nel mio repertorio”. Giordano: “Sono molto affascinato dal pop contemporaneo e dal jazz”. Voi siete parenti vero? Come è nato il vostro connubio musicale? “Noi siamo cugini e veniamo da diversi settori. Io provengo dal mondo teatrale e lui ha iniziato la sua carriera musicale e un giorno abbiamo deciso di unire le due cose nei nostri spettacoli. Proponiamo uno spettacolo suonato però speakerato.

Il nostro show dura circa un’ora ed è formato da una parte introduttiva, la seconda classica iniziale e poi ultima ballata dove coinvolgiamo tutto il pubblico”. La pandemia ha fermato lo spettacolo penalizzandolo. Come state affrontando questo periodo che non vi permette di farvi conoscere da tutta la penisola? “Noi pensiamo che sia giusto che i protocolli di sicurezza debbano essere rispettati in quanto bisogna evitare assembramenti. Anche nella nostra trasmissione li rispettiamo. Uno show, idealizzato nel 2019, doveva avere degli ospiti con noi presenti e invece poi ci siamo rintanati in casa senza rinunciare. Purtroppo anche noi siamo stati penalizzati da questo periodo. La nostra trasmissione musica a km zero si doveva svolgere nel teatro Ateneo di Casoria e per evitare assembramenti l’abbiamo presentata purtroppo da casa G-Sax” Le manca molto maestro G- Sax la festa dei gigli? La bellissima atmosfera che si respirava qualche anno fa qui a Casavatore? Giordano: “La Festa dei Gigli mi manca molto e manca molto anche ai casavatoresi. Ormai da tempo, sono precisamente cinque anni, la seconda settimana di luglio soffriamo di non vedere quella festa. Appena finisce questo periodo brutto della pandemia speriamo di creare una bella festa studiata bene e soprattutto rispettando il massimo delle regole”. Oltre alla trasmissione Musica a km zero ci sono progetti futuri per tutto il 2021? “Si dopo “Musica a km zero” creata per dare armonia alle persone dopo il primo lockdown chiuse in casa e distrutti psicologicamente, stiamo lavorando a dei progetti futuri. Uno di questi è il concerto G-Sax al teatro dove si intervalleranno artisti teatrali e musicali. Stiamo vedendo come nostra prospettiva di portarlo al teatro Lendi di Sant’Arpino. Durante questo concerto speriamo di presentare anche il disco di GSax sempre il tutto pandemia permettendo”.

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26 MICHELE BRUNO

Esperto Amianto e Malattia Professionali

APPELLO ALL’AMMINISTRAZIONE Quale futuro per l’Area Rhodiatoce?

La dimensione, la storia e la passata rilevanza economica dell’area Rhodiatoce fanno uno dei problemi più rilevanti e complessi della città di Casoria. La sua posizione nel cuore della città, la sua dimensione (parecchi ettari), i problemi di inquinamento, hanno reso quest’area sempre meno compatibile con le esigenze della popolazione. Per tanto tempo la fabbrica della Rhodiatoce ha rappresentato il maggiore sbocco occupazionale per la città: è arrivata a occupare più di mille dipendenti, assicurando loro retribuzioni tra le più alte del comparto industriale del territorio (la cosiddetta “aristocrazia operaia”). I suoi tempi hanno scandito per anni i tempi della città di Casoria : la sirena dello stabilimento, per quasi un ventennio, ha segnato gli orari non solo per il cambio dei turni al suo interno; il suo suono indicava che una parte consistente della popolazione si era svegliata o si stava mettendo a tavola o terminava la sua giornata di lavoro. Il Rhodiatoce rappresentava “la fabbrica”. Era insediata nella coscienza profonda di ogni cittadino casoriano, faceva parte in tutti i sensi dell’anima casoriana. Per quasi vent’anni lo stabilimento ha operato in regime di convenzione dal punto di vista urbanistico. Oggi, che la fabbrica non c’è più, è necessario un approccio metodologico diverso, la cui importanza si deduce anche dalla necessità inderogabile di una collaborazione con tutti i soggetti, istituzionali e non, per giungere a una soluzione positiva e condivisa. Una soluzione alle problematiche che l’area ex Rhodiatoce pone che non è possibile senza uno sforzo congiunto di tutte le parti politiche e sociali della città di Casoria.per ricercare un coinvolgimento di tutti gli altri livelli istituzionali: Provincia,Regione, Stato, Unione Europea. Si deve pensare ad una soluzione che rilanci l’immagine della città, i suoi ser-

vizi, il suo reddito. Una soluzione che richiede grandi sforzi economici, una straordinaria operazione di concertazione di forze, di capacità progettuali, di risorse intellettive. Occorre puntare sui fattori positivi di Casoria, sulla sua posizione alle porte di Napoli, sulla sua vivibilità, sulla ricettività, per candidarsi ad assumere un ruolo propulsivo non solo e non tanto nell’ambito della Regione Campania ma in uno scenario molto più vasto. Riappropriarsi dell’area ex-Rhodiatoce da parte del Comune di Casoria - significa affrontare costi enormi, non solo dal punto di vista ambientale ma anche dal punto di vista della riconversione degli immobili o comunque del loro smantellamento, ammesso che ciò sia possibile, dal momento che è prevedibile che possano essere posti sotto controllo dall’Autorità Giudiziaria per lo smaltimento amianto. Una stima sia pure approssimativa dei costi di smantellamento dei capannoni e della riconversione a verde pubblico dell’area fa ritenere necessaria una spesa di non meno di parecchi milioni di euro, oltre i costi di bonifica. Oggi la riconversione dell’area ex Rhodiatoce va vista anche come opportunità per colmare il gap culturale del sistema imprenditoriale casoriano. Ovviamente, ciò va considerato non solo in termini di bisogno immediato dell’apparato industriale o di servizi, ma in termini di prospettiva. PROPOSTA I temi dell’ambiente, della tutela del suolo, dell’acqua e della produzione di energia sono i temi che possono rappresentare occasioni di sviluppo. Vi è l’opportunità di tessere una rete di relazioni nel campo della ricerca di nuove tecnologie e di nuovi processi in alcuni campi considerati ormai caratterizzati da vere e proprie situazioni di emergenza. Vi sono ricerche spesso scoordinate nel settore

delle costruzioni (legge sull’inquinamento acustico, legge sui campi elettromagnetici, etc.); leggi di finanziamento per sistemi di produzione di energia pulita, per il risparmio energetico, etc. Non c’è un centro che coordini questi servizi. I progettisti spesso non hanno fonti efficienti dalle quali attingere informazioni. Del resto non si può pensare che alcune grandi emergenze di oggi non impongano interventi radicali negli impianti, nelle costruzioni, etc. La soluzione va quindi ricercata in quei settori che hanno una forte valenza innovativa nel panorama internazionale. E’ necessario pensare ad una attività molto remunerativa allo scopo di evitare che la cessazione dell’attività possa significare che quell’area divenga di fatto inutilizzabile. In sostanza gli alti costi di riconversione potrebbero far nascere un’area abbandonata. Occorre prospettare delle ipotesi di soluzione che possano rilanciare quell’area, riportandola in una posizione d’avanguardia e di ricollocare Casoria in una posizione centrale dal punto di vista dello sviluppo socio-culturale ed economico nella Regione Campania. Occorre tuttavia evitare la tentazione di richiamare attività che, pur assicurando redditi alti, possono produrre fenomeni di inquinamento che la comunità casoriana non è più disposta a tollerare. Occorre, inoltre, scartare le varie ipotesi di recupero improduttivo di quell’area, dal momento che non vi sarebbero le risorse economiche per realizzarlo. E’ necessario rivolgere lo sguardo verso iniziative ad alto reddito, soprattutto perché contano sull’innovazione, sul vantaggio competitivo,dovuto alla capacità di porsi in anticipo di fronte a problemi nuovi ma importanti. Occorre valutare l’ipotesi di costituire a Casoria un Centro Europeo di Ricerche e monitoraggio dei problemi dell’ambiente inteso come un insieme coordinato o da coordinare di materie che entrano a far parte di questa famiglia

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DOMENICA 24 GENNAIO 2021 di problemi. A titolo di esempio, si potrebbe insediare nel nostro territorio un Centro di ricerca e di monitoraggio di sistemi per la produzione e l’utilizzo di idrogeno finalizzato alla produzione di energia; sistemi innovativi per il trattamento delle acque; lo studio per una gestione innovativa del ciclo dei rifiuti; l’adozione di sistemi innovativi nel campo delle tecnologie di costruzione (compresa la domotica), tese a rendere le abitazioni di Casoria più funzionali, a risparmiare energia, a ridurre l’inquinamento acustico, elettromagnetico, etc. Dunque si potrebbe proporre l’elaborazione di un progetto finalizzato alla costruzione di un Centro avanzato di ricerca in materia di ambiente ed energia. Intorno a queste ipotesi del Centro di ricerca e di studi è stato rilevato anche un certo interesse da parte dell’Unione

27 Europea ad investire nell’aree dismesse con proggeti che permettono anche uno sbocco alla disoccupazione; oltre all’interesse delle imprese, occorre verificare anche la disponibilità del mondo scientifico (Università, Parchi Scientifici e Tecnologici) ad operare in modo coordinato in un’area dedicata alla ricerca. Un appello al Sindaco Bene di nominare un responsabile amianto – e non svenarsi per nomine inutili – il quale si dovrà occupare del programma di controllo manutenzione dei materiali contenenti amianto nelle aree dismesse con i seguenti compiti: Tenuta di idonea della documentazione riportante l’ubicazione dei materiali contenenti amianto con la relativa segnalazione dei siti; Predisporre un programmazione dei siti dismessi; Sovraintende e vigila su tutto previsto

dalla norma vigente sui siti eventualmente inquinanti; Predisporre una specifica procedura di autorizzazione per interventi in aree o superficie con amiantoLa città di Casoria ha bisogno di un nuovo strumento regolatore. Le aree inutilizzate, quelle dove una volta sorgevano grandi complessi industriali, sono state finora lasciate a se stesse. Si tratta di rimetterle a disposizione dei cittadini rendendole nuovi incubatori di lavoro sicuro, in linea coi principi della green economy. C’è bisogno di edilizia sociale, convenzionata e popolare, tre risposte diverse ad esigenze differenti. Il programma-progetto va quindi completato creando spazi di socialità, luoghi di incontro, in un piano coordinato che ponga regole chiare per i privati. La deregulation significherebbe ridurre Casoria a terra di nessuno

GIUSEPPE NAVARRA

Struttura socioeconomica vigente

«Non possiamo tornare alla falsa sicurezza delle strutture politiche ed economiche che avevamo prima della crisi» da Covid. Una crisi economica, simile a questa che ha colpito le tasche dei cittadini è stata quella finanziaria del 2008 quando si scelse di salvare le banche a spese della collettività. Ed è sempre la collettività che si accolla i costi degli armamenti che impinguano la casse di chi le produce, di chi le vende e di chi le compra. Eppure i 3,7 milioni di morti per fame nel mondo dai 1 gennaio al 30 aprile di questo anno devono pur avere dei responsabili. Ed anche ora che il Covid ha messo a nudo le debolezze e gli egoismi che governano il sistema, ci sono «i progetti già avviati di ripristinare la struttura socioeconomica che avevamo prima» senza apporvi i correttivi che hanno prodotto uno dei più strazianti disastri sociali del mondo: la fame dei poveri. Cosa sceglieremmo se fossimo posti davanti al dilemma: «salvare vite o salvare il sistema finanziario?» Questo è il quesito che dovrebbero porsi i governanti attuali. Occorre ridisegnare l’economia «in modo da offrire a tutte le persone una vita dignitosa e al tempo stesso proteggere e rigenerare la natura». Estrema povertà e opulenza convivono nella nostra società. Si vive in tre scomparti diversi e incomunicabili tra loro: Poveri, ceto medio, crapuloni.

«L’obiettivo delle politiche deve consentire l’accesso alle necessità basilari della vita: terra, casa, lavoro e salute». A chi tocca provvedere affinché le ricchezze siano distribuite il più equamente possibile? La ricchezza non è un male se la si usa nel modo giusto, altrimenti spalanca la porta al «vecchio peccato di quanti si considerano padroni degli altri, che non riconoscono alcun limite e, senza pudore, credono di poterli usare a piacimento. … è il rifiuto dei limiti posti dall’amore». Questo atteggiamento nella sfera sessuale, tanto per fare un esempio, ha scosso l’opinione pubblica ultimamente ed ha prodotto il movimento ”Me Too.” «E’ l’ipertrofia della dimensione individuale» che trasferita in altri campi, politica ed economia, crea i napoleoni, i carrieristi che intravedono nell’uso distorto della politica potere e vantaggi personali oltre ad altre pericolose distorsioni se non interviene uno stato solido, preoccupato

seriamente di difendere il «bene comune.» Il Papa prende in esame anche le proteste di cittadini che contestano l’uso della mascherina, dell’obbligo del distanziamento, i dpcm che limitano i loro spostamenti e concorda con quei governi che hanno dato la priorità alla salute dei propri cittadini, «al bene comune. La prospettiva del bene comune è molto più della somma dei beni dei singoli». Naturalmente non potevano mancare gli acchiappa consensi. Quelli che cavalcano le varie proteste I bastian contrari per professione, i narcisi delle Tv, quelli che si esibiscono nei talk show, quelli finiti nel dimenticatoio che afferrano al volo la ghiotta occasione di riapparire. Il Papa auspica che l’economia non ricada più nel potere dispotico di pochi. Uno stato che non contrasta l’ingordigia dell’individuo che vi si infiltra per controllarne l’economia e trarne il maggior profitto per sé, è uno stato debole. Il suo obiettivo non è il «bene comune». Per sconfiggere le sue mire occorre un vaccino: «un movimento di popolo che reclami un cambiamento di fondo». Gli anticorpi sono le istituzioni: scuole, ospedali, reti delle istituzioni civiche, volontariato, famiglia. Esse hanno parte e peso nella società essendo «una riserva vitale di energia morale e di amore civico». Facciamole funzionare per davvero.


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Guenda Goria approda al cinema

Guenda Goria approda al cinema con ‘Anime borboniche’, commedia diretta da Paolo Consorti e Guido Morra. La splendida Guenda Goria ci parla del suo ruolo all’interno di questo film: “Interpreto una dama innamorata dell’arte, un po’ ingenua, che si innamora di un artista, che in realtà è un po’ un truffatore, che però le dà l’illusione di diventare un’attrice. Un personaggio tenero, fantasioso, al confine tra il sogno e la realtà che mi ha permesso di sperimentare un po’ di incanto e fantasia. Bellissimo recitare in abiti d’epoca.” Esce il 14 gennaio 2021, su Prime Video, distribuito da 102 Distribution, ‘Anime borboniche’, commedia diretta da Paolo Consorti e Guido Morra, prodotto da Opera Totale, con Paolo Coviello e Vittorio Maione, con la produzione esecuti-

va di Cameraworks. Il film racconta il mondo delle rievocazioni storiche, che coinvolge migliaia di persone in Italia e si avvale di un ricco cast, composto da Ernesto Mahieux, Susy Del Giudice, Giovanni Esposito, Giobbe Covatta, Rosaria Di Cicco, Giovanni Allocca, Pierluigi Dilengite, Guenda Goria, Randall Paul, Cinzia Carrea, Massimo De Matteo, Fenicia

Rocco e Deborah D’Angelo e Angelo Sepe. Nel cast tecnico, alla direzione della fotografia Gianni Mammolotti, i costumi sono realizzati dall’Istituto d’Arte di San Leucio e il trucco firmato da MakeUpArtist. ‘Anime borboniche’ è una commedia divertente e struggente, classica e italiana solo in parte, per certi aspetti surreale. I figuranti, le ‘anime

borboniche’ del titolo, sono le donne e gli uomini che, per pura passione e senza nessun compenso, vestono i panni degli aristocratici e delle figure di spicco dei Borbone nelle rievocazioni che si tengono alla Reggia di Caserta e in giro per la Campania. Qui si mischiano alle persone comuni, disfacendo la realtà, aumentandola e creando un effetto spiazzante e buffo. Il film si addentra nel rapporto tra i figuranti in costume del Settecento tra cui il protagonista, cocchiere vestito di rosso e gli altri personaggi, tutti ‘in borghese’. Un mondo poco raccontato dal cinema italiano, che racconta il candore e il romanticismo delle ‘anime borboniche’ con le sue miserie, problematiche, ma anche piccole ambizioni e speranze, contrapposte al cinismo e alla spregiudicatezza delle ‘anime contemporanee’.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Tumori cerebrali, nuove possibilità di cura per i pazienti campani grazie al Premio Carla Russo

“Il Premio Carla Russo nato a Pimonte e ideato a sostegno della ricerca sui gliomi, aggressivi tumori che colpiscono il cervello, ha già gettato solide basi sul territorio per garantire ai pazienti colpiti dal terribile male una strada da seguire, una boa a cui aggrapparsi nel mare in tempesta che la dolorosa battaglia contro la malattia, spesso fatale, rappresenta. Abbiamo notizie che alcuni cittadini del territorio dei Monti Lattari hanno avuto accesso a cure sperimentali, riconosciute da protocolli internazionali, grazie proprio alla rete medico scientifica costituitasi attorno al Premio e alla nostra associazione. E’ un

primo passo per garantire ai campani e a tutto il Mezzogiorno un’assistenza sanitaria di eccellenza che sia in grado di porre fine ai viaggi della speranza. La ricerca contro i gliomi, da sola, non può farcela. E’ necessario mettere insieme i saperi e le conoscenze per offrire un valido supporto ai pazienti nella fase clinica. La nascita di un centro di ricerca in Campania sui gliomi che sia da riferimento per l’intero Sud è l’obiettivo finale del nostro lavoro”. Lo ha reso noto Luigi Mansi, medico nucleare e responsabile scientifico del Premio Carla Russo.

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esternalizzazione del servizio tributi Pensieri raccolti dalla nostra redazione

È una proposta al consiglio come lo era la delibera del 05/12/2019. Gli interessati stanno tornando all’attacco. Sembra che i motivi sono le entrate ordinarie di tutti i tributi al 40%. La media delle entrate ordinarie sono al 75%. Solo la TARI è al 47% e quindi fa abbassare la suddetta media! Dall’1/1/2021 gli accertamenti sono esecutivi. Il coattivo consiste nell’attivare le procedure esecutive già dal 61° giorno successivi alla sua notifica, ovvero: fermo amministrativo, pignoramenti presso terzi, ipoteca cautelativa. Non penso che ciò sia nella competenza dell’ OSL. Il coattivo oggi viene affidato all’Agenzia delle Entrate. Nel 2020 l’ufficio ha recapitato 31.000 avvisi TARI bonari, mentre, perchè nei termini, si stanno per notificare 12.000 avvisi di accertamento per omesso pagamento anno 2015 anche per gli altri tributi. Per gli accertamenti 2013 e 2014, già notificati, si provvederà al coattivo con l’Agenzia della Entrate - Riscossione. Questa é l’attività del servizio tributi, oltre al riscontro delle istanze che pervengono a mano, e-mail e PEC e a quei cittadini che si recano agli uffici. I proponenti l’esternalizzazione non si sono mai documentati su ciò! La delibera di G. M. della esternalizzazione del servizio tributi è la n. 19 del 18 gennaio 2021 e và a modificare quella del 5 dicembre 2019. In politica la tempestività è importante. L’affidamento della concessione per la riscossione tributi, se tutto andrà bene, avverrà nel 2022, un anno e mezzo dopo la dichiarazione di dissesto finanziario. Ai posteri...

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Editore CASORIA DUE s. a. s società messa in liquidazione

Direttore Responsabile: Ferdinando Troise WEB: C&C CENTRO STAMPE SRL - CASORIA Questo numero è stato chiuso il 21 gennaio 2021

Direzione, Redazione, Amministrazione e Pubblicità S.S. Sannitica, 9 - 80026 Casoria (NA) - Tel. /Fax 08118254028 email: casoriadue@libero. it

Il parere dell’assessore attuale alle finanze Francesco Girardi

Io comprendo che questa storia abbia una gestazione lunga e una coda di polemiche negli uffici. Io ho tenuto a chiarire che non si intende stigmatizzare l’ufficio tributi e nemmeno buttare su di loro la croce. Ma la dichiarazione di dissesto è uno spartiacque. La commissione vista l’impossibilità di rafforzare gli uffici e di garantire l’entrata avrebbe proceduto ad esternalizzare in proprio. E questo sarebbe stato un vero disastro per la cittadinanza. Con questa delibera unifichiamo le procedure e mitighiamo gli effetti sui cittadini. Su 4 milioni di euro di recupero evasione accertati nel 2019 nel 2020 abbiamo incassato zero. E nel 2019 abbiamo dovuto stralciare residui attivi per circa 42 milioni. 8 persone non ce la possono fare. E per essere chiari la mancata riscossione di Tari e canoni patrimoniali pregiudica il bilancio e rende assolutamente iniquo il carico fiscale con forti conseguenze sui servizi. Casoria conta 76.000 abitanti e l’organico comunale è meno della metà di quanto dovrebbe essere. E non c’è possibilità di rinforzarlo. Quindi nessuna scelta nuova... Ma conseguenze di scelte passate.


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