DOMENICA 28 FEBBRAIO 2021
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Settimanale di Informazione
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ANNO XIX - N° 09 - DOMENICA 28 FEBBRAIO 2021
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L’EDITORIALE DI NANDO TROISE
NEL TOTEM DI CASORIA Una telenovela casoriana prodotta da Polizio CICCIO, IL CENSORE!
Sui portali di informazione di Casoriadue e di Nano tv, casanapoli.net ecc. ecc. un altro dei racconti contestatari (ma fino ad un certo punto) di Ciccio Polizio ma stavolta anche di 11 senatori del Movimento 5 stelle. Silvana Giannuzzi e gli altri, come è noto, sono Senatori della Repubblica. A tempo poi (non) perso si occupano di racconti, di drama, di novelas. Per una strana coincidenza anche il suggeritore dei racconti parlamentari appartiene alla famiglia dei politici: si tratta di Franco Polizio, nostro carissimo amico e frequentatore assiduo delle carte che affollano la pubblica amministrazione casoriana. Franco Polizio, che tra l’altro è il papà di Emilio, oggi Comandante della P.L. di Falciano del Marsico, ma in passato consigliere comunale, quasi sempre di opposizione, e vittima di una brutta aggressione avvenuta qualche
Nord che di quello della Corte dei Conti e naturalmente la curiosità da parte di tutti per questo nuovo filone giudiziario, in parte realizzato da lui e in parte dai parlamentari della zona, è notevole. Gli fanno concorrenza, oggi, in questi film, in qualità di censori Pasquale Fuccio, Elena Vignati, Angela Russo ed anche i consiglieri comunali della “maggioranza oppositiva”.
Accatastamento o abuso edilizio L’Isola Ecologica: a chi?
anno fa, dove ha rischiato la vita. I primi passi di Franco Polizio nel campo del racconto parlamentare, penale e contabile sono quanto mai promettenti. La sua preparazione, il suo gusto si sono subito imposti all’attenzione dei P.M. sia esso del Tribunale di Napoli
°Per un ragazzino, molto bravo cresciuto in Piazza Santa Croce, (la piazzetta sotto le finestre laterali del bureau del Sindaco di Casoria) sta esplodendo una vera e propria bagarre. Il ragazzino si chiama Mauro, è un giovane della squadra di Casoriadue, osserva con disinvoltura notevole, riuscendo a capire quanto la burocrazia stia bloccando l’apertura dell’Isola Ecologica casoriana. Chi vuo-
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le l’accatastamento, chi gli abusi edilizi. Pasquale Fuccio avrebbe voluto tre anni fa quando era il Sindaco di Casoria addirittura l’apertura entro brevissimo tempo. “E’ pronta!” diceva. Impossibile. Comunque più di tre anni fa il film della nuova Isola Ecologica fu trasmesso all’UCI Cinemas di Casoria. Tutti vorrebbero, l’isola ecologica oggetto di dibattito tra il Sindaco, l’Assessore alla Ecologia, la società Casoria Ambiente ed il Settore dei Lavori Pubblici.
Scandalo nella Biblioteca Comunale Il …. Sindaco cieco Napolitano muto Durante uno delle tante visite fatte alla Biblioteca Comunale di Casoria, proprio in questo periodo di chiusura al pubblico, mi veniva fatto notare e di conseguenza lo faccio notare al Sindaco, all’Assessore ai Lavori Pubblici e Manutenzioni, all’intero Settore dei Lavori Pubblici, le anomalie di questo punto di riferimento culturale, vero e proprio fiore all’occhiello della Città di Casoria. Piove all’interno di essa; secchi per ri-
cevere l’acqua dai tetti; spesso salta l’illuminazione; manca da anni il riscaldamento; stufette elettriche. Incredibile!
POLEMICA GRAZIUSO - BENE Lo sanno in molti, anzi in tantissimi: c’è un consigliere del Comune di Casoria che si chiama Graziuso. Bene; Graziuso, figlio di Salvatore, fino a qualche anno fa attore protagonista nella vita amministrativa di Casoria, Sindaco per 5 anni (dal 1994 al 1999), alleato non suddito di Tommaso Casillo; da qualche mese sembra abbia dichiarato una sottile guerra a Raffaele che non è certo all’oscuro di tutto. Proprio due domeniche fa, in un famoso bar della Città di Casoria, Graziuso sembra si sia lasciato andare ad una critica così feroce verso il Sindaco casoriano da produrre la reazione di alcuni che avevano ascoltato ritenendo antipatico il discorso. Non si sa cosa ne pensa Bene ma è certo che felice non sarà di certo. Tantissime sono le accuse rivolte a Raffaele Bene da parte di Alessandro Graziuso, capogruppo del movimento Obiettivo Comune e componente del gruppo della maggioranza oppositiva e riguardano la
mancata bonifica dell’Alenia, l’abbandono delle proprietà comunali nel Parco Le Querce in via Piave e di quelle nella Smeraldo in via Castagna; il non utilizzo delle opere compensative Tav, la mancata riscossione dei fitti attivi e la ancora persistente presenza di fitti passivi. E tanto altro. INCONTRI CON LA CITTA’ Breve discorsino sulla differente situazione della Città di Casoria di tre anni fa e quella attuale. Tante le differenze da non trascurare. Si badi bene: tra il dare e l’avere, attivo e passivo, Casoria non è in equilibrio. Suggerivo al Sindaco in uno dei tanti incontri avvenuti in giro per la Città che sarebbe suo dovere organizzare degli INCONTRI monotematici con LA CITTA’. Settore per Settore, magari presso una delle scuole più centrali della Città, e dove l’Assessore ed il Dirigente al ramo raccontassero ai cittadini ed alla stampa tutto quello che hanno fatto da giugno 2019 a tutt’oggi. Ci sta il coronavirus in agguato. Non si può. Invece si può. Sono tanti i sistemi di comunicazione e non certo solo facebook, habitat naturale sia di questo Sindaco che di quello a lui precedente. Ci sta lo streaming, il webinar, le dirette web sulle webtv e tutte le altre forme
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DOMENICA 28 FEBBRAIO 2021 di comunicazione (quotidiani, webtv, radio, tv, settimanali in edizione digitale, portali di informazione/ sitiweb ecc.). Partendo dal I Settore, quello degli Affari Generali e del Personale, ancora vacante dell’assessore; poi tutti gli altri: quello alla Nettezza Urbana ed Ecologia con Paola Ambrosio; il Settore degli Interventi di Polizia sul territorio con Enzo D’Anna, la Pubblica Istruzione con la Sicurezza e l’Assistenza Sociale con Sonia Tabacco e Marianna Riccardi, la Ragioneria, Finanze e Bilancio con Francesco Girardi, i Lavori Pubblici e l’Inquinamento con Enzo Amato, i Servizi Demografici. Ce ne sta da raccontare LA BORSA DEL MINISTRO DELL’AMBIENTE Dopo la scarpetta di Cenerentola, la borsa del Ministro all’Ambiente Cingolani. Quella era da favola, questa è per il mestiere. Riempirla di temi ambientali casoriani. Ci ha pensato Casoriadue, fornendo al Ministro alcuni numeri del settimanale, proprio quelli che hanno trattato i problemi ambientali e cioè: l’intervista al responsabile del Registro Tumori, il bollettino ARPAC con le bonifiche e le caratterizzazioni e quello del racconto dei
5 disastri ambientali casoriani. Il Ministro ha fatto sapere “leggerò nel viaggio di ritorno verso ROMA”. Ha promesso. Task force in azione a Casoria: sequestrate aziende e scoperti lavoratori al nero. Operazione di controllo straordinario del territorio del Comune di Casoria, disposta dall’incaricato per il contrasto al fenomeno dei roghi nella Regione Campania, Gerlando Iorio. In campo 35 equipaggi, per un totale di circa 90 unità appartenenti al raggruppamento “Campania” dell’Esercito Italiano, al commissariato di Afragola, alla Compagnia Carabinieri di Casoria, al Gruppo Carabinieri Forestali di Napoli, al Comando Primo Gruppo Napoli della Guardia di Finanza, al Reparto Operativo Aeronavale della Finanza di Napoli, nonché funzionari dell’ARPAC, dell’ASL, dell’Ispettorato del Lavoro, del Comando della Polizia Locale di Casoria e della Polizia Metropolitana. Sono state controllate 19 attività imprenditoriali e commerciali operanti nel settore dell’edilizia, della lavorazione di materiali ferrosi, della falegnameria, della riparazione dei veicoli, di cui 11 sequestrate per violazioni della normativa ambientale e per mancanza delle pre-
viste autorizzazioni amministrative. Due aziende sono state sanzionate amministrativamente e sottoposte a sospensione dell’attività. E’ stata individuata un’area di circa 6.000 mq ove venivano gestiti abusivamente circa 400 tonnellate di rifiuti speciali anche pericolosi, costituiti da scarti edili e parti di veicoli fuori uso. Nella circostanza venivano sottoposti a sequestro 29 veicoli, 3 imbarcazioni, tre containers e attrezzatture strumentali varie per l’esercizio dell’attività di autocarrozzeria ed officina meccanica; il tutto senza alcun titolo autorizzativo ed alcuna protezione della matrice ambientale. Nelle suddette attività erano impiegati 5 operai in violazione della normativa del lavoro, di cui uno irregolare sul territorio nazionale. I risultati, seppur ancora parziali in quanto l’attività di controllo prosegue, sono il frutto della nuova modalità operativa di contrasto, promossa dall’Incaricato e approvata dai Comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza pubblica di Napoli e Caserta, basata su azioni coordinate di controllo del territorio alle quali concorrono, con l’Esercito e le Forze dell’Ordine, anche le Polizie Locali. TUTTO QUESTO AVVENIVA TRE ANNI FA!!!!
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6 ANTONIO BOTTA
Confermata la relazione tra devastazione ambientale e alcune patologie nella Terra dei fuochi: ne parliamo con don Maurizio Patriciello, Parroco della parrocchia S. Paolo Apostolo di Caivano
“SAREBBE BELLO CHE I NEGAZIONISTI CHIEDESSERO PERDONO NON A NOI, MA AI NOSTRI MORTI E AMMALATI”
Accertata la stretta correlazione tra devastazione ambientale e la diffusione di alcune patologie nella “Terra dei fuochi”: ad affermarlo e a certificarlo sono stati l’Istituto superiore di sanità e la Procura di Napoli Nord nel rapporto conclusivo presentato il 10 febbraio scorso rispettivamente dal presidente dell’Iss Silvio Brusaferro, dal procuratore Francesco Greco e dal procuratore generale di Napoli Luigi Riello. Coloro che vivono nei territori compresi fra le province di Napoli e di Caserta hanno denunciato per anni una maggiore e micidiale incidenza, nelle aree in cui risiedono, di tumori al seno, di varie forme di leucemia, di malformazioni congenite e di malattie respiratorie, in particolar modo quelle asmatiche. La causa di tutto ciò è l’avvelenamento dei terreni e dell’aria prodotto, negli ultimi decenni, dallo smaltimento illegale dei rifiuti tossici e speciali sversati e/o interrati nelle campagne e da incendi di scarti di lavorazione (pneumatici, pellami, cuoio…), che sprigionano nell’atmosfera sostanze
molto nocive. Nel rapporto dell’Istituto superiore di sanità si fa riferimento a una mappa di rischio in cui sono stati posti 38 Comuni delle province poc’anzi citate dove maggiore è l’incidenza dello smaltimento illegale. Essi sono stati suddivisi in quattro livelli in base a fattori di rischio, dai meno esposti (livello 1) a quelli più esposti (livello 4): Giugliano e Caivano si trovano nel livello 4; cinque Comuni, fra cui Casoria, si trovano nel livello 3; gli altri, che si trovano nello stesso livello della nostra città, sono: Cardito, Melito di Napoli,
Mugnano e Villaricca. Il rapporto non fa che confermare quanto don Maurizio Patriciello, parroco della parrocchia S. Paolo Apostolo di Caivano, sostenuto da associazioni ambientaliste e dai genitori di bambini morti in tenera età per patologie neoplastiche, va denunciando da anni, avversato dai negazionisti. Proprio a lui, ho rivolto alcune domande su ciò che è stato evidenziato nel Documento dell’Istituto superiore di sanità. Chi, in particolare, tra coloro che hanno combattuto al suo fianco e non ce l’hanno fatta, ricorda in
questo momento in cui, finalmente, è stato reso onore alla verità sulle cause di una strage consumata per anni nel colpevole silenzio di tanti? “Era felice, quella mattina, Tina, quando, impacciati e infreddoliti, varcammo il portone del Quirinale. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, aveva voluto incontrarci. Eravamo 13 mamme orfane e io. Napolitano ascoltò le loro storie, si commosse, pianse. Era il 22 gennaio del 2014. Nella nostra ingenuità credemmo di essere giunti a una qualche soluzione. Purtroppo, anche Tina se n’è andata colpita dallo stesso male che si era portato via il suo bambino. Il cancro a Caivano, e nei paesi limitrofi, non ha mai smesso di colpire. In questo tempo di pandemia, ovviamente, le cose si sono aggravate. Sono stati, questi, anni faticosi, in cui la stanchezza, lo sconforto, la rabbia, sovente, avrebbero voluto il sopravvento sull’impegno e sulla speranza. E’ definito un “prete ambientalista”. Le fa piacere questo appellativo o è restrittivo rispetto agli impe-
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DOMENICA 28 FEBBRAIO 2021 gni di apostolato che, quale ministro di Dio, svolge con zelo e spirito d’amore al servizio della sua famiglia parrocchiale? Non sono un ambientalista, sono un prete, la mia missione è quella di annunciare il Vangelo, vivere la carità, ravvivare la speranza. Per un disegno della Provvidenza fui inviato a fare il parroco proprio a Caivano, la cittadina che, con Giugliano, è al primo posto tra i centri della Terra dei Fuochi dove più alta è l’incidenza tumorale. Lo scempio ambientale e sanitario lo vivo sulla mia pelle. Ho dovuto accompagnare al camposanto decine di parenti, amici, conoscenti, parrocchiani, bambini, tutti morti per cancro, leucemia o patologie collegate allo smaltimento illegale degli scarti industriali. La lotta, purtroppo, era appena cominciata; se è riuscita a superare i confini regionali è stato soprattutto grazie ad Avvenire che seppe mettersi in ascolto della nostra gente. Le battaglie condotte per denunciare la terribile verità dello scempio ambientale e per arginare la devastazione dei nostri territori sono state sempre contrastate dai negazionisti. Chi sono stati? I negazionisti non tardarono a farsi avanti. Ce n’erano di tutti i tipi. Negava Cipriano Chianese, condannato a 18 anni di prigione, ricco proprietario di una discarica per rifiuti urbani a Giugliano nella quale, di notte, venivano occultate tonnellate di scarti industriali altamente novici per la salute. Negavano i fratelli Pellini, due imprenditori e un carabiniere, di Acerra, anch’essi condannati, ai quali, tra l’altro, furono sequestrati centinaia di milioni di euro. Negavano i camorristi, i loro prezzolati periti e quegli industriali disonesti che con essi faceva-
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Tra 38 Comuni delle province di Napoli e Caserta con maggiore incidenza di smaltimento illegale, in base a quattro livelli di fattori di rischio, dai meno esposti (livello 1) ai più esposti(livello 4), Casoria figura nel livello 3 con Cardito, Melito di Napoli, Mugnano e Villaricca no affari d’oro. A tentare di ridimensionare lo scempio, troviamo, poi, tanti politici, scienziati, medici. Collusione e corruzione, ignavia e noncuranza si sono rivelati micidiali. Ma i paladini della Giustizia, con la forza della fede e indomito coraggio, sono riusciti a far trionfare la Verità, anche se, per anni, con la menzogna hanno tentato di occultarla. E’ così? Lo zoccolo duro in questa lotta, impari e devastante, rimanevano la Chiesa campana, i medici per l’ambiente e quei volontari che in un piovoso pomeriggio di novembre del 2013 avevano sfilato a Napoli con almeno 100mila persone. Come spesso avviene, si è cercato di colpire il pastore per disperdere il gregge. Era d’altronde facile zittire un prete e i volontari che lo seguivano, bastava intorpidire le acque, bastava una semplice, ironica, calunnia. Ed ecco, arrivare le infamanti accuse di avere rovinato l’economia agricola, di fare inutili allarmismi. Si iniziò a parlare della “bufala della Terra dei Fuochi”, si disse che “la Terra dei Fuochi non esiste”, che “di cancro si muore dappertutto”. E via mentendo. Noi non abbiamo
mai avuto dubbi, nei nostri paesi il cancro colpisce più e peggio che altrove, e questo anche grazie ai fetori che andiamo respirando, ai roghi dei cumuli di immondizie, ai rifiuti interrati e riportati in superficie dalle ruspe dell’allora generale della Forestale, Sergio Costa. La verità finalmente emersa dal Rapporto è il risultato di un lavoro svolto in sinergia e in unità d’intenti tra le varie istituzioni insieme al contributo di tante anime sensibili della società civile. E’ proprio vero che “quando si sogna da soli rimane solo un sogno, ma se si sogna insieme é l’inizio della realtà”. Infatti, la Procura di Napoli nord è a pochi passi dalla cattedrale di Aversa. Tra il vescovo della diocesi, Angelo Spinillo, il clero aversano e il procuratore Francesco Greco, e il suo braccio destro, Domenico Airoma, c’è stato in questi anni un dialogo costruttivo, una collaborazione limpida, il desiderio di lavorare insieme per giungere a mettere fine a questa terribile strage degli innocenti. E proprio dalla Procura di Napoli nord, insieme all’Istituto saperiore di sanità, due autorità indi-
scusse in materia, è arrivata la conferma che tra lo smaltimento illegale e assassino dei rifiuti e l’insorgenza di patologie tumorali, leucemiche e malformazioni congenite, c’è una relazione causale o almeno una concausa. Il famoso nesso di causalità, sempre deriso e negato, è stato finalmente ammesso. Da oggi, quindi, coloro che hanno interessi nel continuare a negare lo scempio ambientale e sanitario della Terra dei Fuochi, dovranno fare i conti non più con un prete e una schiera di volontari ma con la Procura di Napoli nord e con l’Istituto superiore di sanità. Lascio a lei concludere questo cordiale colloquio, ringraziandola di cuore, a nome del Direttore Troise, dell’intero staff redazionale e soprattutto di tutti i residenti della Terra dei fuochi, per l’immenso Bene da lei seminato per rendere vivibile il territorio della “Terra dei fuochi”. Mi piace salutarla dedicandole un breve passo scritto da Papa Francesco al termine dell’enciclica “Laudato Sì” sulla cura della casa comune: “Dio, che ci chiama alla dedizione generosa e a dare tutto, ci offre le forze e la luce di cui abbiamo bisogno per andare avanti”. Il Signore della vita lo sostenga nel suo ministero sacerdotale al servizio dell’amore, della pace e della giustizia. Grazie! Concludo dicendo che avevamo ragione; purtroppo, avevamo ragione. Amara consolazione, avremmo preferito avere torto. Adesso che la diagnosi esatta è arrivata speriamo che presto giungano le terapie appropriate. Sarebbe anche bello che, in un impeto di onestà e di dignità, i negazionisti di ieri e di oggi si facessero avanti per chiedere perdono non a noi, ma ai nostri morti e ai nostri ammalati.
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8 RITA GIAQUINTO
Il giornalismo televisivo d’inchiesta: Sigfrido Ranucci e Report Questa settimana facciamo visita a RAI 3, dove ci ha aperto le porte della rete il conduttore di una delle trasmissioni di approfondimento giornalistico d’inchiesta tra le più longeve e, sicuramente, tra le più seguite nella fascia della prima serata: Sigfrido Ranucci e Report. Una media di ascolti che ha, spesso, portato il terzo canale della RAI sul podio dell’auditel, nonostante la feroce concorrenza delle altre reti, e che non ha risentito affatto del cambio al timone dall’ideatrice di questa trasmissione, Milena Gabanelli, a Sigfrido Ranucci che, con il suo tono pacato ma coinvolgente, tranquillo ma concreto e simpaticamente ironico, è riuscito a dare alla conduzione una sua impronta ben precisa e a cui, ormai, tutti gli ascoltatori si sono già affezionati. Ma, prima di approdare agli studi della prima serata RAI, Ranucci si è costruito un’intensa carriera giornalistica da vero reporter a cui è arrivato, come spesso accade, muovendo i suoi primi passi nella redazione di un settimanale e per la semplice passione che aveva di raccontare, come stesso lui ci ha, brevemente, raccontato : “Ho sempre avuto la passione del racconto. Figlio di un‘insegnante, ho insegnato anche io per un periodo di tempo; ho cominciato a scrivere per passione su un settimanale che si occupava di storia, ed un articolo che riguardava in particolare Roma fu poi pubblicato su Paese Sera e da lì ho cominciato a scrivere altri articoli, con la passione per l’inchiesta. La prima inchiesta giornalistica l’ho fatta sul terminal di via Ostiense dopo che era stato abbandonato e, quindi, sugli sprechi. Ma, contemporaneamente, insegnavo in una scuola pubblica statale, in una parificata e anche in una serale, privata per
gli adulti. E un giorno grazie al tennis, perché insegnavo anche tennis a tempo perso, ho conosciuto una persona che mi fece entrare in RAI con un contratto di assistente al programma. Da lì, ho cominciato piano, piano la mia carriera”. Oggi il Suo nome è legato alla trasmissione Report. Come si sceglie un argomento da trattare senza uscire “fuori Report”, una trasmissione che ha una sua identità così ben definita? “Il DNA di Report è Milena Gabanelli, e noi cerchiamo di non tradire questo DNA. Noi peschiamo le segnalazioni di un pubblico selezionato, che è un pubblico medio-alto dal punto di vista della formazione e delle disponibilità economiche, abbiamo il tasso più alto di laureati che ci seguono e questa è una cosa bellissima. Peschiamo tra le 78.000 segnalazioni che ci arrivano e che sono un patrimonio di originalità che ti consentono di avere il polso del Paese. E questa è una cosa straordinaria”. Lei porta avanti un certo tipo di in-
formazione in un’azienda pubblica. Il fatto che un’inchiesta giudiziaria viaggi talvolta in contemporanea ad un’inchiesta giornalistica televisiva è il segno di una grande democrazia o della grande sfiducia che molta gente ha nelle istituzioni? “Che l’inchiesta giudiziaria viaggi in contemporanea con l’inchiesta giornalistica è vero solamente in parte. A volte le precedono, o le seguono anche. Ma posso rivelarti un particolare, anche simpatico se vuoi : quando ci arrivano le settantotto mila segnalazioni di cui ti parlavo prima, arrivano spesso intestate alle Procure, magari alla DIA, magari al Corpo dei Carabinieri, magari alla Guardia di Finanza, alla Polizia di Stato e poi a Report, come se fossimo anche noi un organo inquirente o giudiziario”. Durante la prima puntata andata in onda a gennaio di quest’anno, in occasione di un’inchiesta sulla mafia, Lei ha “confessato” al Suo pubblico, di una vera e propria minaccia di morte che ha subito cinque anni fa
DOMENICA 28 FEBBRAIO 2021 dalla famiglia dei Madonia che, praticamente, voleva ucciderla. Da allora è passato un po’ di tempo. Un tempo sufficiente – non a dimenticare – ma, almeno, a rimuovere un atto di tale gravità nei Suoi confronti? Come si vive l’insidia del pericolo, per la propria vita oltre che per la propria professione? “Sono state minacce di morte raccontate da un pregiudicato e che ho raccolto, sostanzialmente, in diretta : stavo registrando con una telecamera nascosta, forse si avvertiva anche dall’audio della mia voce che ero rimasto un attimo sorpreso e colpito. Sicuramente, questa storia mi ha fatto pensare che possono esserci delle ricadute nel nostro lavoro che noi non calcoliamo. Ma, in realtà, già nel 2009 mi era accaduto di essere sotto tutela, a causa di alcune intercettazioni ad un mafioso, ma, sai, scatta un meccanismo attraverso il quale avendo la telecamera avanti, ed essendo un occhio del pubblico in una certa situazione, ti senti inebriato da quel privilegio di poter raccontare un fatto per chi paga il canone, e a volte, le ricadute su quelle che possono essere le conseguenze, anche fisiche, su te stesso, caso mai non ce le hai proprio, o le passi, le superi perché sei come anestetizzato dal desiderio di raccontare e di informare. Ho dalla mia parte anche il fatto di essere stato per qualche anno l’inviato di guerra, in campi e scenari come quello dei Balcani, a New York per il crollo delle Torri gemelle, o in Iraq, o, ancora, a Sumatra dopo lo Tsunami, vivendo quelli che sono stati gli anni, forse, più significativi del nostro secolo. Adesso anche con il Covid stiamo raccontando il Paese proprio dalla pancia, e lo fai perché hai una “mission” da portare a compimento, e quindi non stai lì a guardare le possibili ricadute, di tutto ciò che fai, su di te o sulla tua salute”. L’avvento dei social ha sicuramente dato una mano alla diffusione delle cosiddette fake news. Un nemico subdolo e pericoloso contro cui combattono il diritto ed il dovere di informare ed essere informati. Ma Le chiedo : la libertà di parola, che rappresenta una
9 delle massime espressioni della democrazia, può, paradossalmente, essere minata al suo interno da dinamiche che sono espressione di altrettanta libertà? Come si fa a non correre il serio rischio di vedere limitata la propria libertà consentendo a chiunque di usare una notizia come si vuole ? Può essere solo un fatto di coscienza personale? “Definisco solitamente il web come una sorta di bibliotecario ubriaco, non sai mai se dice il vero nel momento in cui ti parla. Non c’è nessuno in grado di certificare che una notizia sia doc. Credo però, ad esempio, che la presenza in rete di testate giornalistiche doc, che siano ben leggibili, ben identificabili e che siano credibili, sia una presenza necessaria sul web : oggi la maggior parte delle persone si forma un’opinione proprio dalle informazioni prese da internet quindi credo che questo sia un passo fondamentale. Poi si combatte creando sempre di più una generazione di giornalisti preparati, informati, liberi e indipendenti e in questo è fondamentale anche il ruolo della politica. Ad esempio, cercare di fermare le querele temerarie (si tratta di cause avviate in sede civile verso singoli o intere testate come deterrente per le inchieste scomode. Una vera e propria arma lanciata contro il diritto di cronaca, n.d.r.). Per me è facile, visto che lavoro in RAI, e ho le spalle coperte da una grandissima azienda. Ma penso a quelli che lavorano nelle piccole emittenti o testate locali che non hanno un finanziamento, non sono libere come me di fare, ad esempio, un’inchiesta sulla Coca Cola che il giorno dopo ti viene tolto qualcosa come sei milioni di euro di pubblicità. Insomma, in altri ambiti sarebbe più complicato. Sicuramente, si deve cercare di rendere quanto più indipendenti è possibile queste testate locali affinché i giornalisti che vogliono raccontare i fatti non subiscano le pressioni di politici locali, liberandoli anche dagli influssi e dal potere del condizionamento di alcuni imprenditori importanti del posto che possono determinare le scelte editoriali di un giornale. Poi magari scopri che quel tale imprenditore è an-
che l’editore del giornale !”. Per il momento Report è in vacanza, con gennaio sono terminate le puntate dell’ultima edizione. Quando riprenderete ? Il conduttore di una trasmissione del genere riesce ad andare in vacanza mentre la trasmissione riposa? “Riprenderemo a marzo, quest’anno faremo più puntate degli altri anni, ci è stato chiesto dalla rete. E’ una sfida per noi, perché fare altre quattro puntate di altissimo livello è difficilissimo. Praticamente, non si riesce mai a riposare da Report perché hai la ricaduta legale, devi preparare la stagione, scegliendo gli argomenti che possono reggere a distanza di due, tre mesi, devi leggere le famose 78.000 segnalazioni che ci arrivano…insomma, da Report non ci stacca mai, questo è sicuro”. Tra qualche anno Lei prevede una puntata di Report su tutto quello che politica, OMS, epidemiologi, virologi, istituzioni a livello mondiale non ci hanno fatto capire su Covid, varianti, ricoveri, terapie, cure e vaccini? “Ma magari faremo una puntata su tutto quello che è accaduto in questo anno di pandemia. Però noi stiamo cercando di far capire ai nostri telespettatori qualcosa in diretta che è anche un po’ più complicato. In questo, Report ha cambiato anche un po’ la sua fisionomia, si occupa di attualità, mantenendo però sempre il suo sguardo di profondità, un meccanismo che, posso assicurarti, è difficilissimo e complicatissimo. Però, già che pensi ad un Report nei prossimi anni, ancora in vita, è ‘na bella notizia (sorride, n.d.r.). Dopo venticinque anni, credo sia la trasmissione di informazione forse tra le più vecchie in assoluto della RAI, se non la più vecchia”. Ci congediamo così, con un sorriso, un augurio e una speranza. Un po’ come ogni finale con cui Ranucci ci saluta, dopo aver parlato di ecomafie, inefficienze dei servizi pubblici, di ingiustizie, finanziamenti e di politica, con amara ironia, ma amichevole simpatia, al termine di ogni puntata di Report. In prima serata, a marzo, e negli anni a venire, su RAI 3.
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10 MARIA CRISTINA ORGA
PARTE II
SCUOLA & COVID: BASTA SPARARE SULLA CROCE ROSSA Riprendiamo le fila della nostra conversazione con la dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo Filippo Palizzi di Casoria Angelina Saviano. Preside, non crede che “la scuola è un posto sicuro” fosse stato o sia ancora uno slogan di cui riempirsi la bocca da parte di chi lo pronuncia, quando si è visto che appena riaperte le scuole c’è stata un’impennata di contagi e sono cominciate dovunque le chiusure di classi o plessi a macchia di leopardo? In effetti questo è un momento particolare: anche noi abbiamo dei casi positivi e delle classi in didattica a distanza, ma si dice che la scuola è un posto sicuro perché ogni scuola ha adottato tutte le misure di prevenzione indicate dalle linee guida, ma non è un’isola, quindi vive di riflesso quello che c’è all’esterno. In una situazione di contagio così alta, è naturale che dall’esterno entri il contagio. Il ruolo della scuola è quello di contenere…noi abbiamo fatto di tutto, ma quello di cui c’era il bisogno era un’azione sinergica tra ASL, enti locali e scuola e non lasciare la scuola da sola ad affrontare un problema troppo grande per le sue sole forze. La decisione più saggia sarebbe stato riaprire alla didattica in presenza dopo aver vaccinato almeno il corpo docente. In questo modo si sarebbe evitata una buona fetta di contagi, perché gli alunni si possono gestire più facilmente, anche con la quarantena fiduciaria, mentre i docenti dovevano essere tutelati e sono legittimamente spaventati. Vengono a scuola con gran senso di responsabilità ma con grande timore perché il contagio serpeggia. Molti insegnanti hanno un’età avanzata e anche diverse patologie, o hanno avuto casi in famiglia, tutti sono stati toccati dalla pandemia: fisicamen-
fin dal primo giorno della pandemia la scuola pubblica italiana, pur tra mille emergenze e difficoltà non ha mai derogato al suo ruolo di istituzione fondamentale per l’educazione e la formazione del nostro patrimonio più prezioso: le bambine e i bambini
te, emotivamente o affettivamente. La mia percezione è che gli operatori della scuola, come categoria siano avviliti e ormai rassegnati. I sindacati sono latitanti. Le decisioni vengono in maniera univoca, arrivano dal ministero in giù ordini che i docenti devono eseguire e punto, per poi essere dati in pasto alle famiglie che non
sono mai contente. Eh lo riconosco. E in ultimo si veda la questione vaccini: ai docenti è stato destinato il preparato di Astra Zeneca che non ha una percentuale altissima di copertura. Anche questa è stata una decisione subita dal corpo docente. Purtroppo è un processo che è iniziato già da tanti anni. Condivido le ansie dei docenti. Ci vorrebbe una presa di coscienza di massa che non so dire come potrebbe avvenire. Il corpo docente già da qualche decennio è al centro di critiche continue e immotivate, bersaglio di tutte le riforme finanziarie, politiche e amministrative… pare che tutti i mali siano nella scuola. A questo proposito: cosa rispondere a tutti quelli che non conoscono la reale mole di ore lavorate dai docenti per contratto e non e li accusano di lavorare poco? Sfatiamo il falso mito che in Italia si facciano troppe vacanze scolastiche: il nostro calendario scolastico è, con quello della Danimarca, il più lungo in Europa: 200 giorni, mentre la media europea è di 170/180, le retribuzioni sono tra le più basse: a conti fatti due euro a bambino l’ora, una baby sitter guadagna molto di più. Non solo l’impegno del docente in Italia è pari o superiore a quello dei colleghi europei, ma c’è anche l’aggravante che lavora sempre in emergenza, privo di mezzi, perché spesso nelle nostre scuole manca un po’ tutto, sia a livello di sostegno da parte degli enti locali sia a livello strutturale: le nostre scuole non tengono il confronto con quelle europee in cui si fa anche meno fatica a lavorare, quindi i docenti italiani, soprattutto quelli del Sud hanno un valore aggiunto: lavorano sempre in povertà di mezzi e di risorse,
DOMENICA 28 FEBBRAIO 2021 con l’arte di cavare veramente il latte dalle pietre. Purtroppo però questo non viene percepito nell’opinione pubblica. Forse c’è una sorta di invidia sociale per chi ricopre questo ruolo. Lei ha condiviso la scelta del presidente De Luca di rimandare l’inizio dell’anno scolastico al 24 settembre e poi di chiudere le scuole ad ottobre appena il numero dei contagi si è fatto preoccupante? E cosa pensa dei comitati NoDad che continuano ad agitare le acque rendendole ancor più limacciose e torbide? Credo che la decisione di rimandare l’apertura sia stata sensata. Avrei preferito che si rimandasse addirittura a dopo aver vaccinato i docenti e che ci fossero stati dei monitoraggi continui di docenti e alunni e invece, dopo quello iniziale di settembre non se ne è più parlato. Se si volevano riaprire davvero le scuole si dovevano attuare altre cautele. Lei è d’accordo sul fatto che la scuola debba recuperare giorni di lezione in coda d’anno come annunciato dal neo premier Draghi e rilanciato dal neo ministro Bianchi? La scuola ha funzionato, è stata sempre aperta, anche con la DaD. Docenti e alunni hanno lavorato sempre, non c’è nulla da recuperare. Non si recupera certo aggiungendo giorni, non ha senso
11 parlare di recupero perché non ci siamo fermati mai. Credo poi che a giugno i ragazzi saranno così stremati che solo l’idea di prorogare la fine delle lezioni in un periodo in cui tutti avranno diritto a tirare il fiato, a riprendersi un attimo di normalità, sarebbe proprio assurdo. Non è la quantità, ma la qualità dell’azione didattica che conta. La scuola non vende lezioni a giornata. Anche perché, diciamolo, spesso i genitori No DaD, che dicono che stare davanti allo schermo per le ore di lezione fa male ai loro figli sono gli stessi che abbandonano i loro figli giornate intere davanti alla play station o agli smartphone pur di tenerli tranquilli… quindi c’è una grandissima contraddizione. Infatti. Con la DaD poi i docenti hanno acquisito tante competenze digitali che in futuro potranno essere valorizzate e risultare molto utili: per esempio noi l’anno prossimo vorremmo attivare una “classe senza zaino”, cioè un ambiente di apprendimento digitale, mettendo a frutto le competenze digitali che anche i ragazzi hanno acquisito per portare l’innovazione nel nostro quotidiano e non perdere quanto abbiamo acquisito. C’è un ulteriore aspetto di cui voglio parlare con lei: c’è il dubbio che la DaD sia stata un grande affare per i
provider, citiamo Google giusto per fare un esempio, che hanno attivato le piattaforme digitali e sono state profumatamente pagate dallo Stato. Mah…come in tutte le emergenze, capita anche questo perché quando c’è la necessità di acquisire un servizio non si può farne una questione di prezzo… basti pensare a quanto costava una mascherina chirurgica prima della pandemia e quanto invece durante le prime fasi del lock down e quanto invece ora… purtroppo quando bisogna sopperire subito a una urgenza. Ora per fortuna pare che la cosa sia rientrata nella normalità, un po’ come i prezzi delle mascherine… purtroppo è successo per il materiale sanitario come per i guanti in lattice. Alla fine, dopo tutto quello di cui abbiamo parlato, preside, che dice: per lo sforzo e la professionalità espressi durante questa orribile pandemia e nelle peggiori condizioni, i docenti italiani meriterebbero un applauso dai balconi anche loro? Certo! Io credo che siano stati grandi. Il corpo docente è stato davvero grande. Altro aggettivo non lo posso trovare. Si è veramente messo in gioco e reinventato, a tutte le età. Ha imparato a fare di tutto. Chi più chi meno come in ogni categoria, ovviamente, insomma, però…
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Il mondo come lo conoscevamo prima…non esiste più: riflessioni con l’Autore, Espedito D’Antò
Espedito D’Antò, giovane ma già affermato consulente di comunicazione web e social media marketing esperto nella creazione e gestione di identità web di professionisti, marchi, aziende e personaggi politici e pubblici, è stato il graditissimo ospite de “La Copertina”, trasmissione in onda sulla web tv Nano Tv, condotta dall’inossidabile Direttore di Casoriadue Nando Troise, che monopolizza letteralmente il pubblico del web. E chi, più di Espedito D’Antò, poteva essere “ The special guest” di questa settimana? Lui, che ha fondato, giovanissimo, la sua azienda di comunicazione web - la Exp Consulting - che oggi gestisce una vasta serie di collaborazioni in tutta Italia con ottimi rapporti con l’estero; una figura che negli anni è diventata sempre più un punto di riferimento sia per le aziende sia per le persone che vogliono curare la propria immagine pubblica; infatti Espedito è spesso chiamato ad offrire la sua consulenza per personaggi ed enti nazionali come il Senato della Repubblica italiana, ad occuparsi della campagna elettorale di noti politici ed è per questo un autentico privilegio aver avuto la possibilità di intervistarlo per “la Copertina”, in cui ci ha illustrato il suo ultimo lavoro, “Il mondo come lo conoscevamo prima… non esiste più” Incalzato dal Direttore Troise, Espedito D’Antò ama definirsi “un precursore del digitale che ha come obiettivo quello di renderlo accessibile a tutti”. Inarrestabile, fonda insieme a Fe.N.A.L.C.A. WEB il primo sindacato italiano dedicato solo ed esclusivamente alle nuove Professioni Digitali con l’ambizioso obiettivo di attuare iniziative per normare la categoria dando forza ai professionisti e garanzia alle aziende. Durante il corso dell’intervista, cita Charles Darwin, il “padre” dell’evoluzione della specie per selezione naturale, secondo cui sopravvive chi prima si adatta al cambiamento.
Consigli su come utilizzare la tecnologia per un presente migliore. Ebbene, mutuando questa sua teoria ed applicandola all’attualità, Espedito D’Antò, nel suo libro, evidenzia come il coronavirus abbia limitato il nostro raggio d’azione, imponendoci dei limiti di tempo e di spazio che prima non avevamo: questo è, secondo l’Autore, Il primo adattamento post - lockdown che l’essere umano deve fare; e qui, sottolinea, ha avuto un ruolo fondamentale la tecnologia, che ci ha aiutato a continuare a vivere e a lavorare, nonostante tutto: la d.a.d., nell’ambito dell’istruzione, e lo smart -working, nel lavoro. L’evoluzione del digitale è ormai entrato nelle nostre vite, e ben tredici milioni di professioni nasceranno dal digitale, sottolinea l’esperto di comunicazione ; “Casoriadue, sul quale continuo a scrivere, è stato l’esempio classico di sistema che si è adattato al cambiamento, allargando ad una platea che va ben oltre il locale”, commenta l’Autore. Il futuro è già scritto: cosa vuol intendere Espedito?, incalza il Direttore. “Le conseguenze che si sono avute durante le misure prese per prevenire il contagio, una su tutte il lockdown, ha reso sempre più necessario l’uso della tecnologia. Ciò che si vuole sottolineare in questo libro è “non sottovalutiamo
questo processo che già era in corso”; guardiamo alle nuove professioni, una fra tutte, il delivery, le consegne a domicilio: si è avuta l’esplosione di aziende di settore”. La digitalizzazione della p.a.: cosa può fare?, pungola il Direttore. “Nel libro cito spesso i piccoli Comuni, che in tema di pandemia sono diventati sempre più un punto di riferimento. E ai Sindaci va la grande responsabilità di capire come si può migliorare l’esercizio delle funzioni della p.a ma anche la vita dei cittadini, perchè se digitalizzo uno sportello comunale, ho semplificato la vita del cittadino nella richiesta di quella pratica”, replica l’ospite. “Il Comune di Acerra ad esempio è il secondo Comune, in Italia, ad aver approvato il bilancio in anticipo grazie al fatto che non si è interrotta la continuità amministrativa perché hanno saputo fare i Consigli Comunali in digitale”, chiosa l’esperto. Cerchiamo di utilizzare tutta la tecnologia che abbiamo a disposizione, a nostro vantaggio: questo è il messaggio conclusivo del nostro gradito e stimato ospite, il cui libro, siamo certi, sarà una importante fonte d’ispirazione per un futuro migliore.
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GAIA MOSCHETTI
INTERVISTA AL Direttore artistico del Teatro Cinema “Gelsomino” di Afragola - Antonio Nardiello
Com’è iniziata la tua carriera nel mondo dell’arte? Ero giovane, abbastanza brillante ma soprattutto allegro e con la battuta pronta. Umberto Castaldi, un amico che purtroppo non è piu’ tra noi, tra la mia incredulità e la sua convinzione, decise che dovevo recitare diretto da lui nella sua compagnia teatrale. Debuttai al teatro Bracco di Napoli e fu un successo; lui divenne il mio maestro ed io da giovane allegro mi trasformai in “attore”. Da li’ poi arrivo’ il cabaret con il Drive in, la band e tanto teatro. Da Direttore artistico del Teatro Cinema Gelsomino di Afragola come ha vissuto la pandemia? Ormai è un anno che non ci si puo’ recare piu’ a teatro La pandemia, come per tutto, è stato un brutto colpo che ci ha privato della linfa del teatro: il pubblico. Siamo pero’ stati fortunati ad avere dalla nostra parte un imprenditore vulcanico ed estremamente capace, Gianluigi Osteri gestore del Teatro Gelsomino, che ha creato i presupposti per tenere unite le pareti di questo storico teatro scricchiolanti sotto i colpi della pandemia. Ancora oggi si continua a tener viva la struttura con dirette streaming realizzate in teatro dove, anche se non in presenza, il pubblico comodamente da casa puo’ godersi in diretta le emozioni degli artisti che si esibiscono sul palco coadiuvati dal professionale staff tecnico della Gabbianella club. Cosa le manca di più del teatro?
La polvere delle tavole e l’atmosfera spettrale che ti circonda quando alla fine di uno spettacolo ti trovi solo sul palco e sei avvolto da un silenzio surreale: mi manca il teatro. Ha già dei progetti da realizzare appena si potrà? Bella domanda: ma quando si potra’? In questi mesi ho scritto dei lavori che ritengo abbastanza interessanti ed ovviamente mi piacerebbe metterli in scena con la nostra Compagnia Stabile. Si sta poi pensando a delle innovazioni nelle programmazioni perché il teatro non sarà piu’ lo stesso e bisognerà adeguarsi per creare sempre un maggiore interesse nello spettatore che troveremo ancora piu’ esigente e con gran fame di teatro. Cosa consiglia ai giovani che vogliono intraprendere questa strada?
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Ad un giovane dico che il teatro ti da’ molto ma ti chiede tanto. Ti entra nel corpo e nemmeno te ne accorgi ma vuole il tuo amore, i tuoi sentimenti, la tua passione. Solo se calpesti le tavole di un palcoscenico puoi capire le emozioni che puoi vivere. Il teatro è vita e finzione allo stesso tempo, una finzione che ti permette, interpretando i personaggi, di sentirti quello che sei o quello che non sei o…quello che vorresti essere. Sei pronto? Ed allora non pensarci corri nel primo teatro che trovi e comincia a recitare e vedrai che non sarà difficile perché presto ti accorgerai che non si differenzia molto dal “ teatro della vita”. E aggiungerei come diceva Eduardo De Filippo: “Il teatro porta alla vita e la vita porta al teatro. Non si possono scindere le due cose”
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14 FRANCESCO TAGLIALATELA Alfredo Paturzo è un ex arbitro di calcio, poi giornalista e conduttore televisivo. Da all’incirca trent’anni conduce “Lo sport in Campania”, trasmissione che tratta il calcio della Lega Pro ai dilettanti con commenti tecnici, analisi e approfondimenti, in onda tutte le domeniche alle 19:45 sulla nota emittente campana “Televomero”, nata nel 78’ (canale undici del DT). Muove i suoi primi passi a cavallo tra gli anni 70-74’ crescendo sotto l’ala di Guido Prestisimone, importante giornalista per il “Corriere di Napoli” successivamente eletto presidente dell’Unione stampa sportiva della Campania (USSI). Ha scritto e collaborato per l’agenzia di stampa Rotopress, fondata nel 79’ da Giuseppe Maria Pisani, altra importante personalità nel mondo del giornalismo, il quale ha contribuito nella giusta maniera alla formazione dell’allora giovane Paturzo. Nomi di spicco per un personaggio di grande esperienza, una figura quella di Alfredo Paturzo, che si distingue per la passione, la professionalità e soprattutto la serietà con le quali da sempre tratta il suo mestiere, quello del divulgatore sportivo. Più che un’intervista la nostra è stata una chiacchierata informale in cui ho chiesto al gentile ospite di soddisfare alcune curiosità relative al mondo della conduzione e del giornalismo in generale: Innanzitutto quando e come è nata la passione per questo mestiere ? “Intorno al 78’, anno in cui nacque Televomero, canale che inizialmente era seguito da una cerchia ristretta di telespettatori, poi col tempo si è evoluto espandendosi ad una fetta di pubblico sempre più vasta fino ad oggi che può godere di un certo chare. All’epoca io stesso proposi all’allora responsabile nonché padre fondatore di Televomero, Giovanni Tajani, di poter porre una lente d’ingrandimento sul “calcio minore” mediante una rubrica ad esso dedicata.
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L’idea piacque e fu accolta con entusiasmo da Tajani, anche e soprattutto perché se oggi Lega Pro e le leghe minori sono scarsamente seguite, figuriamoci a quei tempi dove certo non esistevano ancora i mezzi di divulgazione delle notizie di cui godiamo oggi, e l’unica squadra ad essere seguita assiduamente in Campania era il Napoli. Per cui la mia proposta rappresentava in qualche modo una novità. Da qui insomma sbocciò definitivamente una passione che già da tempo coltivavo per quello che è lo sport più bello e avvincente del mondo, una passione che da più di trent’anni a oggi per me è un lavoro a tutti gli effetti.” Quali potrebbero essere oggi gli ostacoli per un aspirante giornalista/conduttore ? “Quello degli ostacoli è un concetto relativo. Diciamo che a prescindere in tutti i più svariati campi e settori professionali si possono incontrare degli “ostacoli” se così vogliamo definirli. Una cosa però è certa: nel momento in cui la pigrizia e l’ozio prendono il sopravvento diventa in automatico tutto più difficile da realizzare, soprattutto se poi non si hanno idee e voglia di fare. In particolare al giorno d’oggi è cambiato un po’ tutto rispetto ai miei tempi, dove non c’era spazio per la pigrizia e per i nullafacenti, percui chi meritava andava avanti, mentre chi non meritava restava indietro, semplice. Soprattutto non esisteva ancora il grande sistema dei social media che oggi hanno stravolto il modo di fare comunicazione e di divulgare le notizie. I social distorcono quotidianamente la nostra percezione della realtà.” A tal proposito le chiedo: com’è cambiato nel corso degli anni il lavoro del conduttore televisivo ? Che ruolo svolge oggi la figura del giornalista ? “Allora partiamo dal presupposto che
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DOMENICA 28 FEBBRAIO 2021 laddove non c’è uno studio alla base o una preparazione importante non si potrà mai avere un prodotto autentico e coerente. Dico questo perché mentre ai miei tempi, quando ero ad inizio carriera, c’era il cosiddetto “mezzobusto” con il giornalista/conduttore che si poneva in una condizione di assoluta formalità e imparzialità attenendosi al copione senza interventi esterni, oggi sembra quasi di assistere a dei “talk show” dove ognuno dice la sua. Spesso accade che gli opinionisti di questi salottini televisivi non abbiano nemmeno la minima idea di ciò di cui stanno parlando, come se fossero lì a improvvisarsi. Per quanto concerne la figura del giornalista, anche questa è profondamente mutata. Si tenga conto che c’è una differenza abissale tra il conduttore di una trasmissione televisiva e il giornalista di carta stampata, perché il primo ha un margine d’errore minore rispetto al secondo che invece ha l’agio di leggere e rileggere ciò che scrive apportando gli eventuali correttivi. Oggi il lavoro del giornalista e il suo successo individuale dipendono anche e soprattutto dalle richieste del pubblico, infatti la gente col passare degli anni ha imparato ad essere sempre più esigente, nel senso che non si accontenta più semplicemente del fatto riportato, ma chiede anche una sorta di presa di posizione da parte del giornalista stesso, cioè il
15 giornalista deve essere critico. Questo è anche un po’ l’effetto dei social network che continuano a prendere piede col passare del tempo, una sorta di “agorà” virtuale aperta h/24 dove tutti hanno la possibilità di dire la propria opinione.” Qual è la cosa più appagante o, se vuole, affascinante del suo mestiere ? “Sicuramente la cosa più appagante è che la gente ti segua. Quando arrivi al punto che sei sugli spalti a fare il tuo lavoro e qualcuno di sua iniziativa ti porta il caffè, capisci che hai fatto centro. Quello del cronista o del giornalista sportivo è un lavoro affascinante per tanti motivi, il primo dei quali è quello di avere tutto sotto controllo, di stare sul terreno di gioco anche un’ora prima del fischio d’inizio per capire l’atmosfera che si respira, lo stato d’animo dei giocatori e dello staff o ancora lasciarsi coinvolgere dalle emozioni del pubblico che assiste alla partita. Per fare tutto ciò serve innanzitutto un occhio vigile in grado di carpire ogni singolo dettaglio, non a caso oltre ai cronisti sono occupati in questo tipo di lavoro gli addetti al commento tecnico e gli analisti i quali riportano ciò che magari al cronista sfugge.” Che consigli si sente di dare alle nuove generazioni intenzionate ad intraprendere questo percorso ? Prima di tutto cosa molto importante è la famosa gavetta, è da lì che si inizia. In tal modo si impara a crescere, a fare
esperienze e a maturare sotto ogni punto di vista, anche perché non ci si può suibito aspettare di arrivare all’apice del successo senza sudare nemmeno un po’. Oggi noto che molti giovani non vogliono sentir parlare di gavetta e cercano strade alternative che in realtà non fanno altro che rallentare il percorso di formazione congrua di un individuo, una di queste strade alternative su tutte sono proprio i social o le pagine web. Dunque intraprendere in maniera professionale la propria attività, con basi solide e concrete, studiando ed evitando scorciatoie inutili come il web dove non sai nemmeno da chi vieni pagato o se effettivamente ricevi una paga. Obiettivi per il futuro ? Attualmente io sono un conduttore TV, ma il responsabile è Gigi Paturzo, mio figlio. A lui lascerò in eredità le redini della conduzione anche perché oramai è lui che si occupa un po’ di tutto quello che ha a che fare con la diretta del programma. Il nostro obiettivo primario, come da sempre facciamo, è quello di soddisfare i nostri telespettatori avvicinandoli quanto più possibile al mondo del calcio dilettantistico e non solo, mediante commenti e analisi accurate che mirino a far meglio conoscere tutto ciò che ha a che fare con questo bellissimo sport, incluse le scelte degli allenatori e i comportamenti da parte dei giocatori in campo.”
La pubblicità sulle edizioni digitali e sui siti dei giornali offre una informazione credibile. Il settimanale CASORIADUE ha una storia cartacea di 30 anni e dal lockdown ha iniziato la sua storia in edizione digitale; in aggiunta ha anche un sito del giornale. La pubblicità è un’antenna molto sensibile in una fase di ridefinizione dei valori e delle priorità. La nostra testata da la possibilità alle aziende che intendono puntare sulla qualità e sulla capacità creativa di immaginare un tempo post pandemia.
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16 GENNARO MOSCA
IL TELEMARKETING. EVVIVA Il Gatto e La Volpe!
Con la ‘prigionia’ del Covid, gli acquisti a distanza, attraverso internet o la TV, si sono incrementati molto. Ti metti quella cintura vibro-stimolante intorno alla vita per 10 minuti al giorno, stando comodamente fermo senza nessuno sforzo, e dopo un mese avrai perso un paio di chili. Così afferma la pubblicità in TV. Si chiama ‘ginnastica passiva’. Tu non ti muovi, ma perdi lo stesso il grasso che ti affligge. Sarà vero? Mi vengono in mente le automobili sul camion che le trasporta alla concessionaria. Certo si ‘muovono’, come la mia pancia sotto quell’attrezzo, ma non consumano benzina, perché in realtà stanno ferme. Ed allora, com’è possibile che se l’energia non la brucio facendo esercizio, il mio grasso a fine mese sarà diminuito? Guardo sul web e trovo conferma che questo tipo di ginnastica non serve a dimagrire o a tonificare, come lo spot invece vuole farmi credere, mostrando quei bei ragazzoni con una tartaruga al posto degli addominali. Fuorviante, se non ingannevole. Che magia quella specie di stufetta, poco più grande di una scatola di pasta da mezzo chilo, che è capace di riscaldare da sola tutto un salone, in pieno inverno, come dice la telepromozione. I termosifoni? Non servono più. La stufa a pellet? Ne risparmierò di sacchi da salire a casa. Guai a chi dubita. Anzi, nella prossima riunione di condominio chiederò all’amministratore di comprarne un paio per riscaldare l’intero stabile.
IL GRILLO PARLANTE
E tutto l’inverno, per le scale, sarà come passeggiare in estate sul lungomare di Rio. E c’è anche la variante col freddo. Finalmente. Che invenzione. Posso dimenticare quello che studiai in Fisica, giovane liceale, riguardo al ‘ciclo di Carnot’, che spiega come si genera il freddo attraverso le fasi di compressione ed espansione di un gas. Ma ci vuole il gas, il compressore e, naturalmente, l’energia elettrica. Cioè, serve un condizionatore. E questa è scienza. Invece il mago che ha creato questo aggeggio ha scoperto ‘l’uovo di Colombo.’ Niente più esosi e complicati climatizzatori, né costose spese di energia. Lo dico sempre: studiare non serve a niente! Ma funziona davvero? Dulcis in fundo, la telefonata che ho ricevuto ieri. Operatore: «Buongiorno, conosce il trading online?» Io: «Signorina grazie, non sono interessato. » Operatore: «Guardi bastano anche solo 10 euro, per guadagnarne almeno il doppio.»
Io: «Grazie no» (penso a Pinocchio nel Campo dei miracoli).» Operatore: «Ma ascolti, basta poco…» (insiste molto). Io: «La saluto» (metto giù). Ha richiamato altre due volte. Alla fine, ho dovuto bloccare il numero, infastidito ed arrabbiato. Ma non con quella povera operatrice, che di sicuro da bambina non sognava di prendersi almeno una decina di ‘vaffa’ al giorno dai possibili clienti, magari per poche centinaia di euro al mese. Ce l’ho con il suo datore di lavoro, che, approfittando di chissà quale consenso ho dato sul web, ha avuto accesso al mio numero, e così di chissà quanti. Per fare una promozione pubblicitaria in cui ci guadagnerà di sicuro solo lui, venditore di telefandonie. Come gli altri. Eppure il nostro Codice del Consumo prevede ampi strumenti di tutela del consumatore, imponendo che l’informazione del venditore al possibile acquirente sia chiara, adeguata, esaustiva, e che la pubblicità sia – so-
prattutto – corretta. Vuol dire che il prodotto non deve essere descritto con ambiguità, omettendone la reale portata. Ma si sa, troppo spesso siamo il Paese del “fatta la Legge, trovato l’inganno”, e così il senso di quelle parole del Codice, che dovrebbero vincolare e stringere il venditore semplicemente a dire la verità, tutta la verità e nient’altro, invece è spesso capziosamente stravolto per consentire quei telemiraggi. Chissà quanti anziani, ragazzi creduloni, massaie e perfino professionisti, ogni giorno si fanno irretire nelle maglie ingannevoli di certe telepromozioni. Ed anche se c’è il diritto di recesso, invece poi l’indolenza, la noia e la speranza che l’acquisto alla fine funzioni come si sperava, troppe volte ci fanno soprassedere dal restituirlo. Al Campo dei Miracoli, Il Gatto e La volpe (G&V) e Pinocchio (P). G&V: ‘E pensare che, invece di quattro monete, potrebbero diventare domani mille e duemila! Perché non dai retta al mio consiglio? Perché non vai a seminarle nel Campo dei miracoli?’... Pinocchio obbedì. Scavò la buca, ci pose le quattro monete d’oro che gli erano rimaste, e dopo ricoprì la buca con un po’ di terra. Sappiamo come finì. Ed allora, forza! Avanti un altro. Sotto a chi tocca, pronti a rimetterci qualche risparmio, illudendoci che così la nostra vita sarà migliore. Più magri, agiati e belli. Noi no. Ma di sicuro più ricchi si, solo loro, Il Gatto e la Volpe.
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GIUSEPPE NAVARRA
Le donne: un segno secondo Papa Francesco
«Un segno è qualcosa che spicca e ci colpisce. Un segno di speranza in questa crisi è il protagonismo delle donne. …… le donne sono state allo stesso tempo le più colpite e le più resilienti». La misoginia diffusa nel mondo dominato dai maschi, sintetizzata nel detto “chi dice donna dice danno” è sbugiardata dalle donne stesse, a cominciare da quelle che hanno dato una svolta alla storia del popolo ebraico: da Ester, la donna che salvò il popolo ebraico dal genocidio, ad Abigail, moglie di Davide, ad Anna, madre di Samuele. Si pensi, dice il Papa «alle donne del Vangelo dopo la morte di Gesù. …. Per amore del Maestro si recarono al sepolcro per ungerne il corpo». Il Signore «ha annunciato la Vita nuova anzitutto alle donne, perché erano presenti, attente, aperte ad una nuova possibilità». A loro, prima che agli altri, fu annunciata la Resurrezione. Furono le donne ad accompagnare il Redentore sul Calvario. I maschi, tranne Giovanni, non c’erano. Ed ancora oggi ad affollare le chiese, a colloquiare col Signore sono le donne. Di uomini in chiesa se ne vedono pochi. Tuttavia erano gli uomini che potevano accedere ai servizi laicali in qualità di lettori ed accoliti durante le funzioni liturgiche. I lettori erano i fedeli ad-
detti alla lettura delle epistole, dei salmi e ad altri servizi catecumenali. Accedevano poi, volendo, all’accolitato che permetteva loro di curare il servizio dell’altare prima, durante e dopo la Messa e aiutavano diaconi e presbiteri nelle funzioni liturgiche. Era la Lettera Apostolica di Paolo VI del 1972, “Ministeria Quaedam,” che limitava ai soli maschi l’accesso a tali servizi. Ma dal 1° febbraio 2021 grazie alla Lettera Apostolica “Spiritus Domini” di Papa Francesco anche le donne sono state ammesse a questi servizi. A spezzare una lancia in loro favore tesa a valorizzare la loro opera nella società, il Papa parte dalla crisi attuale originata dal Covid osservando che il 70% del personale sanitario è composto da donne che hanno lavorato con abnegazione e coraggio, pur nella paura del contagio. Donne che tornate a casa a fine turno di lavoro hanno altre incombenze di cui occuparsi. Un altro lavoro non retribuito. Portare
avanti la casa. Fare la spesa. Far quadrare il bilancio. Accudire figli e uomini in casa. «Descrivere le donne come “casalinghe” è spesso considerato umiliante e talvolta lo si fa con questo scopo». Ma la “padrona di casa” conosce bene e sa gestire l’arte del governo della casa, la oikos nomos, etimo greco di eco-nomia. Data la loro esperienza nella gestione del bilancio familiare «credo che le donne siano migliori degli uomini come amministratori». Il mondo finanziario e imprenditoriale si sta arricchendo della presenza femminile e diverse sono le donne che si interessano di economia. Fra queste egli cita le economiste Marianna Mazzucato (Il Valore di Tutto) e Kate Raworth dell’Università di Oxford. Kate Raworth si chiede come «creare una economia distributiva e rigenerativa che faccia uscire le persone dal “buco” della miseria ma eviti di sfondare il “tetto” del danno
ambientale». Come Mazzuccato critica «la sconsiderata ossessione della nostra cultura per la crescita del prodotto interno lordo (PIL) come unico obiettivo prioritario di economisti e responsabili politici». Esse attribuiscono un’alta qualità non solo al lavoro che genera profitto agli azionisti ma in contemporanea valore per la società, cioè mettere «al centro la preoccupazione che tutta l’umanità abbia accesso alla terra, al lavoro, alla casa». Papa Francesco si è posto il problema di creare spazi in Vaticano per valorizzare la presenza femminile nella Chiesa operante. A tale scopo ha inserito molte donne in ruoli significativi nei processi decisionali del Vaticano, noti a pochi perché fatti a singhiozzo nell’arco di anni. Donne con qualifiche specifiche. Ha destato stupore, perciò, la nomina contemporanea di sei donne nel Consiglio Vaticano per l’economia oltre a quella di una donna a capo dei Musei Vaticani. Abbiamo bisogno dice il Papa della sensibilità, lungimiranza, praticità ed esperienza della donna nelle amministrazioni. Vorrei concludere con una canzone hit degli anni ’60: “Evviva le donne” parafrasandone il finale: “Evviva le donne colonne dell’amor” con “Evviva le donne colonne della società.”
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18 RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA ANGELA RUSSO
Il futuro della città: affidare Casoria a una vera classe dirigente
Solo ora, c’è chi si accorge del disastro amministrativo di tutti questi anni e che il Comune di Casoria è in bancarotta Al di là delle pesanti responsabilità politiche del primo cittadino e dei suoi evidenti limiti culturali, si è consumato il tradimento al bene comune da parte delle classi dirigenti cittadine che fa pensare che il “blocco sociale” che ha espresso e sostenuto le ultime amministrazioni abbia preferito continuare a galleggiare all’ombra dell’incompetenza dei Sindaci e delle loro giunte. Gravi, infatti, sono le responsabilità politiche di chi – nella vita pubblica, nelle istituzioni, nella società casoriana, e non solo nella maggioranza che ha sorretto i governi cittadini – ha silenziosamente lasciato fare in tutti questi anni. La nostra città ha subito un nuovo “saccheggio”, evidenziato dall’aumento congiunto e stratosferico delle imposte comunali e del debito consolidato, mentre nell’indifferenza generale solo poche voci isolate si sono levate per denunciare ciò che accadeva.E’ da tempo che vi è la necessità di dichiarare il dissesto, per evitare che il conto sulle spalle dei cittadini si facesse insopportabile e che la condizione finanziaria del Comune paralizzasse la città troppo a lungo. In questi anni le forze politiche, Casoria libera e PD in testa, nel tentativo ( politicamente e tecnicamente erroneo) di evitare il dissesto del Comune, tesero tutte e due le mani ai Sindaci, varando una serie di misure che – in assenza di qualunque riforma del Comune e delle società partecipate – ha solo permesso l’aumento esponenziale del debito e allungato l’agonia della città. Oggi dopo la tardiva dichiarazione di “fallimento” che non è un optional o una scelta coraggiosa o arbitraria, ma un obbligo preciso quando ne ricorrono i presupposti. sarà possibile effettuare una operazione verità sui conti. Solo tirando una linea e lasciandoci alle spalle questo triste passato, si potranno porre le basi per costruire una Casoria europea, non più ostaggio di consorterie di vario genere, dotata di servizi adeguati, imprese in condizione di competere e dignità del lavoro. Non possiamo perdere altro tempo.. La crisi indotta dal Coronavirus ha un ulteriore drammatico impatto sulla nostra città, anche per la fragilità con cui siamo giunti a questo appuntamento.poichè negli scorsi anni, complice la mala politica cittadina, il divario con le altre città medie italiane e meridionali e campane è cresciuto ancora. Occorrerebbe una grande assise cittadina che ribadisse la centralità dei diritti sociali garantiti dalla Costituzione, dicesse no agli sprechi e alle malversazioni che continuano a perpetuarsi in città, sostenesse l’importanza di un rilancio di Casoria per l’area a Nord di Napoli e della stessa città Metropolitana. Solo un governo cittadino credibile e competente – espresso dal cuore ancora pulsante della città – potrà presentarsi al tavolo del governo e, in collaborazione con le istituzioni regionali e le parti sociali, presentare una strategia per Casoria, illustrare le ragioni per cui convenga al Paese investire nella nostra città, per rimettere in moto l’area a Nord di Napoli e guardare a un futuro diverso. Oggi siamo di fronte a una situazione drammatica con i servizi
essenziali ridotti ai minimi termini. Basti qui ricordare l’ irrilevante insufficienza del trasporto pubblico locale, la manutenzione urbana inesistente, il sistema viario da terzo mondo, le scuole senza manutenzione. Oggi un fornitore del Comune aspetta molti mesi per vedere liquidate le proprie fatture.o un creditore le proprie sentenze passate in giudicato Tutto ciò, naturalmente, aggrava la crisi economica e colpisce il mondo del lavoro verificato anche che i creditori del Comune dopo la dichiarazione di dissesto come in una comune liquidazione fallimentare vedranno fortemente decurtati e rateizzati i loro crediti.. Hanno usato per anni slogan contro la dichiarazione del dissesto, evocando scenari inesistenti per scoprire solo oggi dopo tale dichiarazione che la normativa vigente non aggrava le condizioni; al contrario, in un quadro di stringente contingentamento, consente una graduale ripresa della capacità di spesa sia per il personale sia per l’insieme dei servizi alla persona ma, soprattutto, consente di riprendere gradualmente la strada degli investimenti, il dissesto libera dalla massa passiva e pone regole dirimenti per riprendere a parlare di futuro in modo concreto e trasparente. È qui che nasce la grave responsabilità dell’attuale e delle precedenti maggioranze, che hanno agito intendendo la politica come proprietà privata da gestire tra pochi intimi autoproclamatisi “cittadini per Bene”. Tutto ciò ha creato in città una profonda crisi dei partiti e della politica, portando la democrazia a livelli di guardia. L’assenza di una efficace opposizione democratica nel Palazzo e nella città ha portato i soliti potenti a ritenersi insuperabili. In realtà, alla protervia hanno aggiunto buone dosi di clientelismo e familismo, sparso a piene mani verso chiunque. L’assenza di corpi intermedi democratici ha consentito il prolungarsi dell’avvento dell’antipolitica.. Oggi siamo a fine corsa e, dunque, Bene decide di mettere tutte le carte sul tavolo per tutelarsi verso l’opinione pubblica e verso la magistratura civile e contabile, dicendo di aver compiuto un atto di coraggio e di aver tirato una linea netta con il passato. Così appaiono i 33 milioni di deficit ( qualcuno ci dice che sarebbero in realtà 44) che graveranno sulla futura classe dirigente e sulle istituzioni. Il centrosinistra in tutte le sue articolazioni e colorazioni mimetiche, a tempo scaduto e dopo aver tentato ogni altra soluzione politica per se stesso, tenta di accreditare i suoi giovani consiglieri come la nuova classe dirigente in grado di far rinascere la città per far dimenticare che esso ha prodotto il dissesto amministrativo,morale,sociale oltre che economico che affligge della città. Una operazione meschina, propria di un ceto politico piccolo borghese. Noi crediamo invece che non vi possano più essere indugi: il Consiglio comunale sia immediatamente sciolto allontanando dalla guida della città chi è responsabile delle attuali e gravi difficoltà in cui essa versa e permettere alla città di scegliere liberamente i propri rappresentanti istituzionali e di costruire un futuro diverso. Il Vicepresidente del Consiglio Avv. Angela Russo
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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA FRANCESCO POLIZIO
Verde pubblico Patrimonio Comunale - Abusi edilizi
Le annotazioni riguardanti l’uso del patrimonio comunale pubblicate su Casoria 2 del 17 gennaio 2021 hanno suscitato il giustificato quanto doveroso interessamento da parte di cittadini che invocano anche riflessioni sul verde pubblico e sulla falcidia degli alberi in alcune parti del territorio comunale. Suscitare nei cittadini lettori del periodico interesse per le vicende che attraversano il territorio comunale è importante e qualificante. I dati riportati sul patrimonio comunale, che comprende anche il verde pubblico, hanno un’oggettività che grida vendetta e testimonia precise responsabilità in testa ad amministratori e dirigenti che hanno governato i processi amministrativi nell’ultimo ventennio. Il verde nella proprietà pubblica è trascurato, non viene curato ed è lasciato all’arbitrio dei singoli; avviene nei parchi dove sono allocati gli alloggi dell’edilizia residenziale pubblica; è presente il degrado e l’abbandono nelle scuole pubbliche; si registra nella villa comunale in via Pio XII ed altrove. Non esiste agli atti un progetto di sistemazione delle attrezzature del verde nel comparto del patrimonio pubblico. Poi si verifica la reiterata omissione
dell’apparato comunale nella verifica e nella repressione degli abusi sul patrimonio pubblico comprese le aree destinate al verde ed alle attrezzature. C’è anche la mancata verifica sulle convenzioni lottizzatorie e sulle loro esecuzioni per il rispetto degli accordi sottoscritti e per la cura delle aree destinate ad uso della collettività. I rilievi e gli esposti dei cittadini per l’eliminazione di alberi di alto fusto ad opera dei privati sono una sollecitazione ad evitare anomalie e certamente il Comune non può autorizzare il privato ad eliminare alberi che gravano sui marciapiedi e sulle aree ad uso pubblico. Chi ha operato in maniera diversa non conosce la legge perché un privato non può essere delegato ad intervenire in so-
stituzione dell’ente pubblico deputato ad esercitare gli interventi di sua competenza. Su alcune strade comunali e sui marciapiedi i privati spesso intervengono ed addirittura realizzano manufatti che invadono e coprono con i balconi marciapiedi comunali in assenza di qualsiasi verifica da parte del Comune. In alcuni casi è individuabile il reato di danneggiamento perseguibile nelle sedi competenti compreso il momento risarcitorio. È auspicabile anche una maggiore attenzione sugli interventi di manutenzione straordinaria nelle scuole pubbliche e sull’edilizia residenziale di proprietà comunale, controllando i risultati e verificando gli interventi realizzati. Sinora, l’omissione continuata e reiterata di controlli sul patrimonio comunale e sul suo utilizzo improprio da parte dei soggetti occupanti ha consentito abusi di ogni genere. Non si tratta soltanto del mancato pagamento dei canoni di locazione, ma della verifica delle occupazioni degli alloggi e delle attrezzature da parte di soggetti che non hanno titolo per servirsi degli immobili. Prof. Avv. Francesco Polizio
ESPEDITO D’ANTO’
A Casoria in scena i “Funghi Ladri”
Sabato 20 febbraio, Piazza Cirillo si è trasformata in un set cinematografico. In scena, al centro della piazza, Luigi Credendino, attore afragolese noto per le sue numerose performance teatrali, cinematografiche e televisive, tra cui spiccano la recente apparizione nella fiction “Il commissario Ricciardi” e la partecipazione alla pluripremiata serie “Gomorra”. Stavolta, Luigi non lavora ad un film ma ad uno dei nuovi videoclip musicali del gruppo rap cantautoriale “Funghi ladri”, capitanati dal napoletano Maurizio Di Stasi. Quello andato in scena a Casoria è stato infatti il primo di tre lavori, dal titolo INRIcordo, e narra una storia densa e potente. Un giovane madonnaro esprime la propria arte a terra, tra l’indifferenza della gente. Tre teppisti emergono dalla folla e si gli
si scagliano contro con violenza: Maurizio gli presterà soccorso, salvando l’uomo sia fisicamente che spiritualmente e cercando di non fargli perdere la fiducia nel prossimo. In generale, i testi di Di Stasi sono sempre caratterizzati da tematiche di grande attualità e dal forte valore sociale: anche gli altri due videoclip “Vergogna Bianca” e “Emergenza” descrivono infatti i bassifondi dell’animo umano, che si manifestano anche nei nobili settori dell’educazione e della politica. La produzione esecutiva dei video è affidata a C4C, giovane realtà napoletana composta da professionisti del settore come la costumista per cinema e teatro Annalisa Ciaramella, i registi e produttori Andrea Valentino ed Otwin Biernat, oltre ad Alfredo Mazzara, regista e sceneggiatore dei tre videoclip.
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20 IDA PICCOLO Ormai è diventato un appuntamento fisso, molto apprezzato e atteso il format “A Tu per Tu”, condotto dal giornalista Antonio D’Addio e dalla presentatrice/speaker radiofonica Ida Piccolo, in onda, ogni martedì sera, sulle frequenze di Partenope Tv, l’emittente regionale leader in Campania (canale 188 del digitale terrestre), Puglia, Calabria e in tutto il Meridione (canale 190), ora anche in Abruzzo e in Croazia e in diretta streaming su www.partenope.tv grazie all’intraprendente editore Angelo Ucciero e al valente direttore artistico, Renato De Carmine. Ospite della settima puntata Gianni Fiorellino, autore, interprete, arrangiatore, produttore, attore, che si è raccontato, mettendosi a nudo, aprendo il suo cuore sotto le domande incalzanti dei conduttori e ripercorrendo le tappe fondamentali della sua carriera partendo dagli inizi, quando, a 7 anni, ha iniziato ad esibirsi in teatri e locali campani, passando per le tante esperienze nazionali e internazionali e arrivando fino al suo nuovo progetto, Eterno ammore, brano romantico e passionale con Giusy Attanasio, che, al termine della puntata, è venuta in studio per condividere questo bel momento con il cantautore partenopeo. Gianni ha ricordato le sue due partecipazioni al Festival di Sanremo, nel 2002 e nel 2003, con Ricomincerei e Bastava un niente, la sua vittoria al Festival di Napoli con Girasole, scritta con il paroliere Antonio Casaburi vincendo anche il premio Renato Carosone, la sua esperienza alla prima edizione di Music Farm su Rai2 nel 2004, le numerosissime ospitate in programmi Rai e Mediaset, le tournée in tutta Europa, gli strepitosi concerti al Palapartenope, le due prove d’attore a teatro con Masaniello, regia di Tato Russo prima e la sceneggiata Zappatore, un progetto di Nino D’Angelo, in ricordo di Mario Merola, con Francesco Merola, per la regia di Bruno Garofalo. Tra chiacchiere, ricordi, battute, messaggi arrivati sulla pagina ufficiale de La Voce di Napoli di Bruno Cirillo,
che ha trasmesso in diretta Facebook la puntata, si è parlato anche di Covid con la testimonianza diretta dell’ospite, sono stati mostrati dei blocchi fotografici sulla sua carriera e sulla sua vita privata, video tratti dalle sue partecipazioni televisive, i videosaluti, del tutto inaspettati, della moglie Melania D’Agostino, della cantante Francesca Alotta, della giornalista Rai Raffaella Longobardi, del musicista Mario Simeoli e dell’autore Antonio Casaburi e tante performance live con l’ausilio del pianoforte. Il brano anticipa il nuovo disco di Gianni Fiorellino di prossima uscita. Sul finale della trasmissione Gianni, con molto piacere, ha accolto l’artista Giusy Attanasio e insieme hanno parlato di Eterno ammore, di D’Agostino – Fiorellino, un pezzo che celebra l’amore raccontando una storia che nasce dalla carnalità e raggiunge l’essenza più totale dell’amore. Molto bello il video, scritto da Melania D’Agostino, al debutto come autrice, e diretto da Gianluca Allotta, le immagini narrano una storia parallela, che vede protagonista uno scienziato napoletano (Gianni Fiorellino), inventore della formula per ottenere un potente siero. Per entrare in possesso di quella formula un magnate cinese è disposto a pagare tanti soldi, ma tra la mediatrice incaricata di chiudere l’affare (Giusy Attanasio) e il ricercatore nasce l’amore, che darà alla vicenda un finale inaspettato. Giusy, inoltre ha raccontato un po’ del suo primo film, già terminato e in fase di montaggio, ha ricordato il suo appuntamento su Partenope Tv il giovedì, dalle ore 22,30 alle 24,00 e, accompagnata al piano da Gianni, ha regalato al suo pubblico dei momenti live e si è sottoposta, insieme a Fiorellino, ad un fuoco di fila di domande, a cui hanno risposto con sincerità. La puntata andrà in replica domenica sera, alle ore 21,00, su Partenope Tv. L’editore Angelo Ucciero e il direttore artistico Renato De Carmine sono soddisfatti del prodotto e promettono tante altre grandi novità.
GIANNI FIORELLINO A TU PER TU CON ANTONIO D’ADDIO E IDA PICCOLO A PARTENOPE TV: OSPITE A SORPRESA L’ARTISTA GIUSY ATTANASIO
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Salvatore Iavarone
Consigliere Comunale di Casoria
Su questo giornale, sul quale ho il piacere di scrivere ogni settimana, ho caratterizzato il mio impegno per la ricerca di nuove risorse finanziarie e nuovi fondi per il Comune, non trascurando mai nessun tema e nessun finanziamento, anche quelli più irrisori, come quello del quale parleremo questa settimana. Un finanziamento minimo per la promozione della nostra biblioteca cittadina. Ovviamente, il finanziamento a fondo perduto, può essere utilizzato anche dagli altri Comuni della Regione Campania, e sarà mia cura inviarlo a molti amministratori locali che ho il piacere di conoscere. Casoria è una città in dissesto economico, è deve trovare grazie a questi finanziamenti, le risorse per pensare sempre a maggiori iniziative e per migliorare i servizi e le attività. Ci auguriamo che il Comune metta in campo tutte le azioni per richiedere questo finanziamento, anche se minimo, noi come sempre faremo la nostra parte. Approfitto delle pagine di questo giornale, per spiegare, che questi tipi di fondi non possono essere utilizzati per altro, ovviamente. Sul BUR del 15.02.2021, numero 16, è stato pubblicato il bando finalizzato a sostenere le biblioteche operanti in Campania e regolarmente aperte al pubblico. Possono presentare istanza di contributo le seguenti tipologie di biblioteche e di istituti, operanti nel territorio regionale:
antichi; g) digitalizzazione di materiale librario antico; h) qualificazione e aggiornamento degli addetti alle biblioteche, anche in modalità da remoto e in ogni caso compatibilmente con le misure di contenimento da Covid 19; i) realizzazione di mostre di materiale storico e artistico, anche in modalità da remoto e in ogni caso compatibilmente con le misure di contenimento da Covid 19; j) animazione bibliotecaria, anche in modalità da remoto e in ogni caso compatibilmente con le misure di contenimento da Covid 19; k) promozione di iniziative per lo sviluppo dei servizi all’utenza, anche in modalità da remoto e in ogni caso compatibilmente con le misure di contenimento da Covid 19; l) convegni di studio in materia di biblioteche e musei, anche in modalità da remoto e in ogni caso compatibilmente con le misure di contenimento da Covid 19; m) promozione e valorizzazione di patrimoni bibliografici antichi e di pregio, anche in modalità da remoto e in ogni caso compatibilmente con le misure di contenimento da Covid 19. A ciascuna soggetto potrà essere assegnato un solo contributo fino a un massimo di € 5.000,00. Le candidature devono essere inviate entro il 31 marzo 2021.
Un Finanziamento per le Biblioteche pubbliche e private della nostra città
a) biblioteche appartenenti alle istituzioni pubbliche locali; b) biblioteche appartenenti alle istituzioni pubbliche centrali operanti in Campania, con specifica che quelle rientranti nella titolarità del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo potranno partecipare limitatamente; c) biblioteche appartenenti alle istituzioni sociali private; d) istituti I progetti per i quali si richiede il contributo devono avere, a pena di esclusione, come oggetto una delle seguenti finalità: a) istituzione di biblioteche; b) incremento e miglioramento delle raccolte librarie e documentarie; c) incremento e miglioramento delle dotazioni di arredi e/o attrezzature tecniche; d) catalogazione di fondi bibliografici moderni e pubblicazione di cataloghi a stampa per fondi antichi, di pregio o di particolare interesse culturale; e) interventi di tutela del patrimonio bibliografico antico e di pregio; f) catalogazione informatizzata di fondi
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Vaccini, Rostan (comm. Affari sociali Camera): “Supporto medici di famiglia sia equo in tutte le regioni”
“Il supporto dei medici di famiglia risulterà determinante per vincere la corsa contro il tempo nell’attività di vaccinazione della popolazione italiana. A patto che sia equo in tutte le regioni, e che siano forniti loro tutti gli strumenti e i dispositivi di protezione individuali per svolgere in piena sicurezza questa delicatissima funzione. Bisogna mettere da parte le polemiche e i contrasti, che pur sono emersi in queste ultime ore, per puntare decisamente ad anticipare il vi-
rus, cercando di essere più veloci delle nuove e più pericolose varianti che potrebbero non essere coperte dai vaccini attualmente in produzione. Determinante sarà l’attività delle Regioni che dovranno garantire a tutti i cittadini uguali opportunità monitorando e intervenendo per tempo per fronteggiare la carenza di medici di famiglia che rischia di penalizzare oltremodo l’utenza in diverse aree del Paese” ed in particolare nelle regioni Meridionali. Lo ha dichiarato Michela
Rostan, vicepresidente della Commissione Affari sociali della Camera.
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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DALl’ISTITUTO “M.C. BRANDO”
SANTA MARIA CRISTINA BRANDO “APOSTOLA DELL’EUCARISTIA” Suore Vittime Espiatrici di Gesù Sacramentato
Anche in un tempo di limitazioni e di disagi dovuti alla pandemia che sta colpendo il mondo intero, la comunità cittadina di Casoria, dopo le celebrazioni di San Mauro, patrono della città, si è ritrovata per vivere intensi momenti di preghiera e di spiritualità in occasione della nascita al cielo di Santa Maria Cristina, fondatrice delle Suore Vittime Espiatrici di Gesù Sacramentato. Per ispirata volontà della superiora generale madre Carla Di Meo, al fine di consentire a tutti i fedeli di partecipare, le celebrazioni sono state trasmesse dalla pagina facebook “Incontri di Vita” diretta dalla dott.ssa Mena Cristiano. Ciò ha dato modo di superare le misure di contenimento dell’accoglienza in chiesa imposte dalle disposizioni governative e di condividere con tutti i devoti della Santa, soprattutto con le case sparse nel mondo, le liturgie che hanno fatto pregare attraverso il canale web migliaia di fedeli. Domenica 17 gennaio è stato presentato dal Don Antonio Paone e dal prof. Ludovico Silvestri, il volumetto Come Rugiada. Uno scritto che, come ha sottolineato padre Paone, postulatore per le cause dei santi, non solo è interessante ma anche ricchissimo, pur nella sua sinteticità, di tutto lo straordinario carisma di madre Cristina che fa della sua vita “una liturgia eucaristica che si consuma sull’altare del suo cuore quando lei si pone come vittima tra Dio e il peccatore: alleviare il dolore del Padre celeste e proteggere il peccatore dalle conseguenze che vengono dal male.” Il prof. Ludovico Silvestri invece si è soffermato sul progetto educativo che anima l’azione della fondatrice mettendo in luce come questo era fondato sul dialogo d’amore. Un progetto che, come fu sottolineato giustamente dal Card. Giordano in occasione della beatificazione di Maria Cristina, aveva una sua radice: “era convinta che dall’altare nascesse la vera pedagogia che educa alla bontà, alla rettitudine e alla santità”. Il volume contiene tra l’altro un importante testimonianza della stima verso madre Maria Cristina, di una spiccata personalità della chiesa di Napoli: Mons. Gennaro Aspreno Galante. Il 29 gennaio del 1906, nella chiesa del SS. Sacramento tenne un “elogio funebre“ evidenziando la “fortezza” di questa donna, la quale ebbe come obiettivo quello di “illuminare le menti con la conoscenza di Dio: un’ opera ardua - scrive Galante – per il clima di anticlericalismo allora imperante”, un’ opera difficile, diremmo oggi, per il disfacimento dei valori morali. Quindi quest’opera diventa un vero sacrificio vittimale. Lunedi 18 le congregazioni religiose di Casoria, si sono ritrovate nella veglia di preghiera “Eucaristica presenza d’Amore” presieduta dal parroco della Basilica di San Mauro e preposito della Collegiata Don Mauro Zurro. Il parroco ha messo in evidenza nella sua articolata omelia che “parlare di Santa Maria Cristina significa contemplare il mistero del Corpo e del Sangue di Gesù Signore; significa sperimentare il suo amore nel volere rimanere in mezzo a noi per dilatare continuamente a tutti i popoli, in tutti i luoghi e in tutti i tempi, la grazia e la for-
za della risurrezione e donarci la vera vita”. La veglia ha assunto anche una dimensione internazionale, infatti una lettura della Parola di Dio è stata proposta anche in indonesiano e il salmo è stato pregato in inglese, filippino e in spagnolo. La presenza delle suore Catechiste del Sacro Cuore, delle Figlie della Carità, delle francescane Adoratrici della Santa Croce, delle Camilliane, delle Elisabettine Bigie ha dato occasione al preposito di evidenziare attraverso un ulteriore passaggio della sua omelia che “quando si ricorda una persona che si è distinta per la sua santità si celebra la grazia del Signore, che ha operato nella sua vita; questa grazia è la stessa che continua ad operare nella vita e nelle opere di tutte voi consacrate secondo il carisma dei fondatori, ma anche nelle persone di buona volontà di ogni tempo”. Martedi19 la celebrazione dei primi vespri della festa, dell’Eucaristia e dell’Adorazione è stata presieduta dal don Antonio Di Guida parroco della Chiesa di San Biagio a Mugnano che ha rimarcato come Maria Cristina sia stata un “faro luminoso che ha messo al centro della sua vita religiosa l’amore a Dio e l’amore al prossimo”. Bellissima è stata la preghiera di liberazione e guarigione sul modello delle invocazioni di Medjugorje, proposta dal dott. Massimo Falcade, coordinatore dell’associazione “Casoria, terra dei santi” durante il momento di adorazione che ha preceduto la benedizione eucaristica impartita da don Antonio. Mercoledì 20 gennaio giorno della memoria liturgica della Santa fondatrice, la chiesa è stata aperta dalle 06,30 con la messa conventuale e vari turni di adorazione per arrivare alle 17 con la recita dei Vespri e la solenne concelebrazione Eucaristica presieduta dal vicario generale dell’arcidiocesi S. Ecc.za mons. Lucio Lemmo. Hanno concelebrato: don Mauro Zurro, don Antonio Di Guida, Mons. Sossio Rossi parroco della Basilica di S. Sossio in Frattamaggiore e cappellano delle suore, mons. Alfonso D’Errico, parroco emerito della Basilica di S. Tammaro di Grumo Nevano, don Giuseppe Rinaldi superiore del santuario dei Sacri Cuori in Afragola, don Antonio Paone parroco di S. Domenico Soriano, don Pasquale Fioretti parroco del Santuario e parrocchia di S. Benedetto, don Carmine Caponetto parroco della parrocchia di S. Giovanni Battista a Casavatore, padre Nicola Casolaro passionista. Nella sua omelia il vescovo ha indicato come la “santità sia un modello quotidiano da imitare e madre Maria Cristina ci invita a realizzare questo progetto nella nostra vita: diventare santi attraverso un ideale esistenziale fondato sui valori evangelici. Di fronte alla consapevolezza dei nostri limiti e dei nostri fallimenti Ella ripete le parole di Gesù: alzati, riprendi il cammino, non scoraggiarti. L’Eucaristia ci rende sempre più simile a Gesù che lava i piedi, l’umiltà diventa lo stile della nostra vita e quindi si comprendono le parole della fondatrice “l’umiltà è verità”… non un finto manierismo. L’umiltà è coraggio e forza se rimaniamo nell’Amore di Cristo”.
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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Riconoscimento per l’Ambasciatore del Sorriso Angelo Iannelli nell’ambito del progetto di Valorizzazione delle terre di San Benedetto “Poderi Sancit Benedecti”
Sabato 20 Febbraio 2021 in S.Elia Fiume Rapido presso la sala Meeting del Ristorante Al Poggio di Casalucense è stato presentato ufficialmente il progetto di Valorizzazione e Marketing Territoriale “Poderi Sancti Benedicti” promosso dall’associazione Assoprom Italia in collaborazione con la Regione Lazio e Lazio Crea. Un territorio importante quello delle Antiche Terre di San Benedetto dove Arte, Religione, Cultura, Natura vantano anni di storia e nemorie. La manifestazione ha rispettato tutti i protocolli di sicurezza anticovid 19, alla presenza di tutti i media e di ospiti importanti come l’On. Pasquale Ciacciarelli Presidente della Commissione Cultura della Regione Lazio, On. Mario Abbruzzese già’ presidente del Consiglio Regionale Lazio, lo storico del paese Benedetto di Mambro e tanti altri. La manifestazione è stata presentata da Erennio De Vita. All’attore e scrittore Angelo Iannelli conosciuto come l’erede della maschera di Pulcinella è stato rilasciato dall’Ass.ne Assoprom Italia il prestigioso riconoscimento, segno di affetto e stima per il sostegno alla crescita alle iniziative socio-culturali del territorio.
Commosso Iannelli, ha ringraziato l’organizzazione e tutti i presenti, consegnando dei doni a sua volta “Pulcinella e un corno portafortuna per decretare il sodalizio socio-culturale”. Una giornata indimenticabile per Iannelli, iniziata con la visita in Abbazia di Montecassino dove ha voluto omaggiare del Premio Ambasciatore del Sorriso da lui ideato e curato. Soddisfatto della giornata trascorsa nel Basso Lazio, ricordiamo già vincitore della prima Edizione del Premio Arte Teatrale e Cinematografrica Città di S. Elia Fiumerapido è in questi giorni impegnato nel tour nelle scuole primarie del Basso Lazio con il Progetto “Il Sorriso di Pulcinella in Pandemia” Giovedi 25 ha concluso il suo viaggio per la gioia di tantissimi bambini. Il riconoscimento è uno stimolo per la sua missione in questo momento difficile che stiamo vivendo e di sana amicizia con la città di S. Elia Fiume Rapido in provincia di Frosinone un ringraziamento particolare va al Presidente dell’Associazione Assoprom Italia Patrizio Rossi per l’impegno profuso a favore della crescita e all’interscambio culturale.
DIANA KUHNE
Michelle Valentini vince il Gran Prix Italia a Roccaraso
L’atleta del comitato campano conquista la vittoria con rimonta eccezionale nella seconda manche del gigante FIS, sulla pista del Macchione. Gli occhi della diciannovenne Michelle Valentini brillano sullo sfondo della neve e del cielo blu di Roccaraso “La vittoria più bella della mia carriera, perché ho avuto la soddisfazione di conquistarla qui, sulle montagne dove sono nata e dove vivo”. Michelle, in forza alla squadra del Comitato Campano coi colori dello sci club Aremogna ha vinto il GranPrix Italia, nel primo dei due giganti in programma a Roccaraso. Una gara FIS alla quale hanno partecipato 115 atlete tra le quali anche la nazionale C femminile e gruppi sportivi. Nella prima manche la Valentini si era piazzata al 16° posto, ma poi, nella seconda prova ha cacciato tutta la sua
grinta. E’ scesa “volando” nel tracciato disegnato da Gianluca Grigoletto, sulla pista del Macchione, dove si allena tutti i giorni, ed ha fermato il cronometro ad un solo decimo di secondo dalla vincitrice Francesca Fanti, realizzando il secondo tempo di manche. Una rimonta eccezionale che le ha fatto vincere il Gran Prix Italia, destinato alla prima atleta non in squadra nazionale o in gruppi sportivi. Nella classifica assoluta, si è classificata al 4° posto, dopo la Fanti (Nazionale C) e altre due atlete altoatesine Elisa Platino (c.s.Carabinieri) e Celina Haller (Gruppo Fiamme Gialle), mentre nella categoria aspiranti è arrivata seconda. Lunedì 22 febbraio ha disputato il secondo gigante organizzato dallo sci club Napoli, dal 3punto3 e dal SAI, del Comitato Campano della FISI.
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VERONICA CAPRIO
SANREMO 2021: RiparTIAMO dal benessere
Manca sempre meno all’inizio del Festival della Canzone Italiana, e tutti gli occhi sono puntati ormai sulla città dei fiori. Sanremo in questo atipico 2021 rappresenta la rinascita di molti settori. La prossima settimana infatti, non sarà solo il palcoscenico del festival nazionale, ma anche e soprattutto il festival della rinascita e dei sogni. Un urlo d’amore, perché tutti i settori legati al benessere, al turismo, alla ristorazione possano rinascere. Da questa voglia di rinascita nasce la fusione professionale tra il Grand hotel Des Anglais e il Dream Massage (per sette anni il massaggio ufficiale dell’ospitalità del Festival). Il Grand hotel Des Anglais è una storica struttura ricettiva risalente al 1888, meta da sempre di personaggi illustri legati al mondo festivaliero, dell’arte, del giornalismo e del cinema. Un Hotel da sogno, da Dream appunto, capitanato da Paolo Madonia, originario della Sicilia, ma da 40 anni al servizio delle strutture ricettive più prestigiose in Italia e all’estero. Il brand campano Dream Massage, formazione, eventi e consulenze spa e centri Benessere capitanati dal Prof. Stefano Serra spa manager, ma per tutti un umile operaio dell’anima e per 7 anni consecutivi il capitano dei massaggiatori professionisti dell’ospitalità del festival di Sanremo. Il Dream Massage, ideato dal manager napoletano Stefano Serra, infatti, è l’unico massaggio che si compone di ben 11 tecniche differenti, che vanno dal trattamento deep surf al californiano, dal fisioterapico all’ayurveda, fondato essenzialmente sull’accogliere l’altro, come in un grande gesto d’amore. Insieme hanno dato vita ad un sogno, che fonde il passato e il futuro del mondo del benessere, una spa moderna ispirata all’antica Roma, la prima spa di Sanremo e di tutta la Costa Azzurra, un sogno per tanti vip del Festival, ma un sogno per tutti gli amanti di Sanremo e della costa ligure. Ed ecco che nasce la SOMNIA AURA SPA, il taglio del nastro è previsto in totale sicurezza per il 1Marzo a cura della meravigliosa madrina Veronica Maya, sicuramente la più amata degli italiani e vero simbolo del benessere a 360 grandi. In questa spa da sogno scenderanno in campo i 10 migliori massaggiatori selezionati in tutta Italia e non solo (ci saranno eccellenze mondiali provenienti da Brasile, India, Indonesia, Albania, Romania e Svizzera) tra migliaia di candidati al master “massaggiatore professionista dello spettacolo”, per donare un tocco di amore autentico e di altissima professionalità, a chi lo desiderasse attraverso le loro sapienti mani e i loro sorrisi. La squadra Dream in partenza per Sanremo è composta da: la supervisor e docente Rosa Frezza (da 7 anni anche lei impegnata nel curare l’ospitalità ufficiale del festival nell’ area Dream); Monica Capitanio coordinatrice e docente dell’aerea Dream; Nadia Pagani, consulting professional mas-
sage, i tutor già protagonisti negli anni passati Delia Noviello e Angelo Brazioli; Federica Peirano Spa manager, ed i meravigliosi massaggiatori Anna Fiorentino, Ana De Souza, Yuli Yuliantini, Paolo Manna, Gabriele Segafieno, Angela Angione, Elena Alis Timpa, Mirela Hoxhaj, Virginia D Atri, Valentina Dell’ Eva e Miriam Moscato. Mai come in questo anno sarà essenziale curare sotto ogni punto di vista la sicurezza di questo evento, dove la prevenzione al covid 19 sarà protagonista, tutti gli allievi e i partecipanti saranno sottoposti a tampone molecolare, non ci saranno assembramenti, e tutti i partecipanti avranno un certificato di sicurezza covid, grazie alla supervisione di Alberto Morgia covid manager e leader della sicurezza e della formazione in Italia. Una lunga serie di partner, di amici che credono nei sogni, accompagneranno questo nuovo spazio: Divise e Divise, azienda leader per l’abbigliamento professionale di Ornella Varriale e Nicola Bello; Aquaspecial di Marco Gabbriellini (azienda leader nella costruzione di centri benessere spa e piscine che realizza progettandoli interamente o ingegnerizzando le idee dei più importanti studi di design e di architettura); Imperator 24 uno spumante esclusivo arricchito da una polvere d’oro genuina di Carmine Gentile; Funtastiq cosmesi funzionale del Dott. Gisberto Caccia, e come sempre l’immancabile Dermo Dream della Dott.ssa Adele Sparavigna (Autrice di numerose pubblicazioni su riviste e testi specialistici, di letture, relazioni e comunicazioni a congressi nazionali ed internazionali. Vanta numerose citazioni (al momento oltre 300) nella letteratura scientifica internazionale. Membro di diverse associazioni dermatologiche nazionali ed internazionali e dei comitati scientifici di riviste specializzate nei settori dermatologico. La grafica è a cura di Oltre il merchandising di Antonio Martinelli, azienda già nota a molti artisti italiani per la creazione delle maglie ufficiali dei concerti. Un ringraziamento speciale a Terramata Resort Case vacanza a S.Stefano al mare di Massimo e Meriam Boeri, che ospiterà i partecipanti al master, alla grande eccellenza napoletana pizzeria Senese di Sanremo e al Dama club di Italo Palmieri network moda capelli. Special guest dell’area: la splendida modella attrice e conduttrice Antonella Salvucci e Rosita Tita Savarese una delle voci di Napoli più belle in assoluto, una vera promessa della musica italiana. E se il festival chiuderà i battenti a marzo, il cuore del Dream continuerà a battere l’11 Aprile con la premiazione degli allievi presso il Grand hotel S. Francesco di Napoli mentre la Somnia Aurea spa avrà sempre in esclusiva il Dream Massage nelle mani e nel cuore.
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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Vaccini, Pellegrino (IV): “Si consenta ai docenti campani che insegnano fuori regione di vaccinarsi nell’Asl di residenza”
“Ritengo opportuno, oltre che giusto, consentire al personale scolastico residente in Campania, che lavora fuori regione, di poter effettuare la vaccinazione anti Covid-19 nella propria Asl di residenza”. E’quanto scrive il Capogruppo di Italia Viva nel Consiglio regionale della Campania, Tommaso Pellegrino, in una missiva indirizzata al Responsabile dell’unità di crisi della Regione Campania, Italo Giulivo. “Sono tanti i docenti e non docenti campani - spiega Pellegrino - che lavorano in scuole fuori dalla nostra regione che non devono pagare per nessun motivo il ritardo o le inadempienze di altre Am-
ministrazioni. La Regione Campania è stata tra le prime ad attivarsi per la somministrazione del vaccino anti Covid-19 al Corpo insegnante, personale
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amministrativo e Ata. Con la stessa efficienza bisogna procedere anche alle vaccinazioni del personale scolastico che lavora fuori regione.” “Sono certo - conclude l’esponente di Italia Viva - che anche l’assessore all’Istruzione, Lucia Fortini, si attiverà sul tavolo nazionale per chiedere di uniformare i criteri di vaccinazione per i lavoratori della scuola. Dopo aver ottenuto che tra le priorità del piano vaccinale fossero inseriti anche i docenti, cercheremo una soluzione alla ingiusta penalizzazione di chi, residente in Campania, è stato chiamato a svolgere il proprio lavoro in altre parti del Paese”.
Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. Reg. 5116 del 28/02/2000
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