Domenica 21 Marzo

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DOMENICA 21 MARZO 2021

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ANNO XIX - N° 12 - DOMENICA 21 MARZO 2021

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L’EDITORIALE DI NANDO TROISE

IL CO.VI.D. UCCIDE!!!

Sono migliaia le vittime innocenti delle mafie che vengono ricordate in questa triste giornata: da Pippo Fava a Carlo Alberto Dalla Chiesa, dal maresciallo D’Armino di Afragola agli indimenticabili Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Ho pensato di coniugare il ricordo delle vittime di mafia ai morti causa il coronavirus e la sua sars. IL BILANCIO scritto nella giornata di mercoledì 17 marzo è di 103.001 deceduti, con ancora 3256 ricoverati nelle terapie intensive di questa Nazione. Il Corriere della Sera di mercoledì 17 marzo titola così la sua, ormai, annuale pagina del coronavirus: il tasso di positività scende al 5,5%, 20.396 nuovi casi. Ricoveri in aumento, altri 319 in terapia intensiva. LE VITTIME SONO 502, MAI COSI’ DA GENNAIO. Nella sua ripartizione di morti e feriti, questo è il quadro della nostra regione, la Campania: terapia intensiva, totale ricoverati 187; positivi attualmente 98.073; guariti 205.244; deceduti 4784;

21 Marzo 2021, sono 26 anni della Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie

L’Europa, invece, ha superato la soglia dei 900 mila morti per il coronavirus in un anno. IL CORRIERE DEL MEZZOGIORNO di mercoledì 17 marzo 2021 titola così la sua prima pagina: La Regione vara il calendario per i vaccini ma è caos sulle procedure per i fragili. Braccio di ferro con i medici. COVID, TRAGICO BOLLETTINO: 65 MORTI. Il picco dei contagi previsto per la settimana prima di Pasqua, poi la curva inizierà a scendere.

Tutti questi pensieri me li ha ispirati la morte di ANTONIO VANACORE, giovane allenatore in seconda di Sasà Campilongo alla Cavese, calciatore prima ed allenatore poi con una lunga storia calcistica nonostante la sua giovane età (45 anni) tanto da sconvolgere il mondo del calcio sia in Campania che in Calabria (avendo giocato anche con il Catanzaro). Una tremenda tegola che ha amareggiato tutti coloro che lo hanno conosciuto; molti giovani calciatori della sua under 17 del Napoli hanno riempito i social con il loro affetto verso il loro mai dimenticato mister. Ho seguito la storia di Antonio fin dal suo ricovero all’Ospedale San Giovanni di Dio di Frattamaggiore. Non ho avuto nelle mie esperienze calcistiche e giornalistiche il piacere di conoscerlo (siamo di generazioni diverse e lontane) ma sentivo attorno a me le preoccupazioni di tutti quelli che lo conoscevano e, così, con il magico strumento di wap ho contattato un amico medico dell’Ospedale di Frattamaggiore. continua a pag. 4


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4 SEGUE da pag. 3

Era il 7 di marzo: Ho bisogno di una cortesia. Un amico di tutti quelli che fanno calcio in questa Regione, si chiama Antonio Vanacore, allenatore in seconda della Cavese, è ricoverato in terapia intensiva presso il vostro Ospedale di Frattamaggiore. Puoi informarti come sta e darci qualche informazione. Ti scrivo a nome di Roberto, Nicola, Ciro, Gianluca e tanti altri. “Purtroppo i rianimatori mi hanno detto che la situazione non è solo grave, ma drammatica. Malgrado sia intubato (tracheostomizzato) la saturazione in ossigeno del sangue rimane bassa, si è anemizzato. Si avvia alla peggiore delle ipotesi, purtroppo. Ci vorrebbe un vero miracolo per cambiare la sua prognosi. Mi scuso per la crudezza delle parole ma non volevo cambiare la realtà delle cose”. Ha solo 45 anni. Un atleta. “Mi dispiace. Me l’hanno fatta nera. Scusami. Domani mi faccio aggiornare. Non ha neanche 50 anni ed è un atleta. Incredibile. Si rimane sconcertati. “Si perché non ha neanche una polmonite da covid particolarmente grave. Ma si sa che questa malattia può colpire più apparati con meccanismi differenti. Domani pomeriggio ti aggiorno”. 8 MARZO; La situazione del signor Vanacore è immodificata nella sua gravità. Anche la sua compagna è stata messa al corrente della situazione”. 9 marzo: “Nessun miglioramento, purtroppo”. 13 marzo: “oggi sono dovuto entrare per consulenze nella rianimazione covid. Il signor Vanacore è ancora lì che resiste.

Purtroppo se tentano di svezzarlo dalle macchine da cui è dipendente peggiora velocemente. Questa è la triste realtà”. 16 marzo: “Vanacore è deceduto adesso. Possa riposare in pace”. Ho saputo. Una rabbia incredibile pur non avendolo conosciuto: pensare che muore di covid un atleta con meno di 50 anni ed in piena attività con la Cavese calcio. “Ha resistito tanto proprio perché era giovane e senza patologie. Non è una consolazione, ma purtroppo è così. Pensare che di fronte a tali tragedie c’è ancora gente che nega l’evidenza, che dice che è tutta una montatura, che il covid non esiste. Offendendo così la memoria e la sofferenza di tantissimi pazienti e dei loro familiari” Carissimo dottore, grazie. Io non ho alcuna considerazione per i no vax. Faccio fatica a pensare che esistano i negazionisti. Nello stesso modo faccio fatica a pensare che queste restrizioni

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servano anche se le sto rispettando ma non ci ho mai creduto. Come non credo alla storia del pipistrello.

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Sono l’unica possibilità che ha il mondo per sconfiggere questa brutta malattia e le sue varianti. NON CI SONO ALTRE ALTERNATIVE. Pfizer, Moderna, Astrazeneca, Sputinik, Johnson & Jhonson della Jansenn, Sinovac, Soberana e quelli che stanno per arrivare. Spero che venga accolto il consiglio di Papa Francesco di dare i vaccini a tutti, specialmente alle Nazioni più fragili e che sia consentito a tutte le case farmaceutiche italiane e del mondo di produrre quanti più vaccini possibili e coprire l’intera popolazione mondiale. L’esempio di Israele, Cuba, Singapore sia un incoraggiamento verso la liberazione da questo male.

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ANTONIO BOTTA

Oggi si celebra la ventiseiesima edizione della “Giornata della Memoria”, in ricordo delle vittime innocenti delle mafie

“A RICORDARE E RIVEDER LE STELLE”

Oggi si celebra la ventiseiesima edizione della Giornata della Memoria in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. A causa dell’epidemia, essendo vietati i raduni e gli assembramenti all’aperto, sono state promosse, nel corso della giornata, piccole iniziative locali che si svolgono in luoghi di cultura (teatri, cinema, cortili di scuole, musei…). Sono stati scelti questi spazi per restituire massimo valore alla cultura, nel tempo pandemico molto penalizzata, ritenuta giustamente strumento fondamentale di consapevolezza per far accrescere senso di responsabilità, impegno sociale e partecipazione. Perché l’associazione LIBERA, di cui è fondatore don Luigi Ciotti, ha scelto dal 1996 il 21 marzo di ogni anno, primo giorno di primavera, per ricordare tutte le vittime innocenti delle mafie? Il motivo è da ricondurre al fatto che, come il rigoglio della primavera esprime anche la memoria dei semi morti per una nuova fioritura, così ogni nuovo passo sulla strada della legalità é possibile a partire da quei passi che sono stati stroncati su quella medesima strada, ogni nuovo diritto conquistato è possibile da quei diritti che sono stati calpestati. Quindi con rispetto e gratitudine, pronunciando il loro nome, si ricordano tutti coloro, dai più famosi ai tanti anonimi, che sono stati barbaramente uccisi dalle mafie solo perché, con rigore, senso del dovere e coerenza, hanno compiuto il loro dovere. Si fa anche memoria di tutte le vittime – giovani, adulti e un centinaio circa di bambini, fra questi ultimi la napoletana ANNALISA DURANTE, 14 anni, - che si sono ritrovate nella

traiettoria di una pallottola o vittime di potenti esplosivi diretti ad altri. Le vittime della mafie, tuttavia, non vanno soltanto ricordate: l’esempio che esse portano va anche accolto e reso vivo, attuale, progettando apertamente un cammino di legalità e coinvolgendo la collettività su di esso. La Giornata, dunque, è un modo per affermare che ciascuno vuole fare la propria parte, non per essere eroi, ma per essere pienamente cittadini, con diritti da rivendicare e tutelare e doveri da compiere per il trionfo della rettitudine, dell’onestà, del senso civico a tutti i livelli, capaci di solidarietà, rispettosi della legalità. Viene in mente, per indicare solo un episodio riferito a questo periodo difficilissimo di pandemia, la figura del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il quale, seduto, attende il proprio turno in attesa di essere vaccinato nel giorno stabilito per i cittadini della sua fascia d’età, mentre i “furbetti del vaccino”, come i tanti tipi di “furbetti” abituati a scavalcare gli altri con raccomandazioni, favoritismi e varie corruttele, hanno ottenuto illegalmente, disonestamente e ignominiosamente la somministrazione

sottratta a chi ne aveva diritto, in particolar modo ai fragili, agli affetti da comorbilità e ai disabili. Lo slogan di quest’anno è “A ricordare e riveder le stelle”: gli organizzatori hanno evidenziato che “ricordare” “ha un duplice significato, in base all’etimologia della parola: “re” indietro, ma anche nuovamente e “cor” cuore: richiamare nel cuore coloro che hanno perso la vita per mano mafiosa; “tornare” ed essere “nuovamente” ricordati per rivivere nella nostra capacità di fare memoria. Il passaggio dal ricordo alla memoria ci dà la possibilità di interrogare insieme il passato, per esprimere la cura e la responsabilità di cui è intriso il nostro impegno nell’oggi e nel domani”. “Riveder le stelle” é, invece, l’ultimo verso dell’Inferno di Dante Alighieri, a settecento anni dalla sua morte. Innanzitutto, esprime un auspicio, quello di uscire dall’inferno della pandemia per orientarci verso il luccichio di un cielo stellato per dare un senso alto alla nostra vita, verso orizzonti non ristretti, angusti, limitati ai nostri interessi, ma vasti, splendidi, fondati sui valori elevati della giustizia, del rispetto sacro che si deve ad ogni uomo, della libertà e responsabilità, al fine di andare oltre il nostro presente per un futuro migliore; come giustamente sottolineato da LIBERA, le stelle simboleggiano anche “le persone che ogni giorno si battono per la giustizia sociale e la legalità democratica, fari del nostro operare ed esempi ai quali guardare. A loro dobbiamo quotidianamente volgere il nostro sguardo”. Don Luigi Ciotti, nell’ ultimo libro


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Antonio Coppola “L’AMORE NON BASTA”, in cui traccia le coordinate della sua vita di uomo e di sacerdote a contatto degli ultimi e disagiati (immigrati, drogati, affetti da AIDS, ex detenuti..), motiva così la scelta del titolo: “Per occuparsi degli altri, l’amore è base troppo fragile. Occorre il sentimento di giustizia, ossia una profonda empatia per la vicenda umana, quel sentire sulla pelle le ferite degli altri che impedisce l’indifferenza, il giudizio, il pregiudizio, frutti velenosi dell’ignoranza”. E’ stato pro-

prio il sentimento di giustizia, impastato d’amore, come servizio, dono ed empatia, a spingerlo, tra tante iniziative promosse, quale “prete di strada” ( ma ogni uomo credente in Cristo dovrebbe essere “di strada”, come ha puntualizzato il neo vescovo della Diocesi di Napoli, don Mimmo Battaglia) a fondare LIBERA, perseguendo la giustizia per le vittime delle mafie, immedesimandosi pienamente nella sofferenza e nell’ansia di giustizia dei loro familiari. Concludo citando alcuni nomi, da lui riportati nel libro, di giovani vittime innocenti; è il nostro modo, quali operatori dell’informazione di un giornale “glocale”, quindi strumento di cultura, di partecipare a questa Giornata: “DOMENICO GABRIELE, per tutti Dodò, morto a soli 11 anni, colpito da un proiettile vagante della ‘Ndrangheta mentre giocava a pallone; PIERANTONIO SANDRI, 19 anni, che nella sua città, Niscemi,

Andrea Nollino aveva casualmente assistito a un’azione criminale e per questo fu assassinato. Ritrovato il suo corpo dopo 14 anni; MARCELLA DI LEVRANO, uccisa per aver rivelato nomi e circuiti dello spaccio di droga, quella droga che l’aveva tenuta a lungo schiava, e che lei doveva rinnegare soprattutto per il bene della sua piccola figlia; GRAZIELLA CAMPAGNA, ragazza seria e riservata, uccisa da un mafioso del quale aveva per caso scoperto la vera identità… Ma è giusto fare anche me-

moria di cittadini casoriani, morti innocenti, fra cui l’edicolante ANTONIO COPPOLA, ANDREA NOLLINO, STEFANO CIARAMELLA; Mai dimenticare ciò che disse il magistrato Raffaele Cantone, quando nella biblioteca civica di Casoria presentò il libro “LA TELA DI PENELOPE”: complici dei camorristi sono anche tutti i cittadini che con il loro silenzio complice e colpevole permettono ai criminali di esercitare, indisturbati, il loro violento potere.

Stefano Ciaramella


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RITA GIAQUINTO

Luisa Marro E LA “maggioranza oppositiva” nella Giunta Bene

L’ultimo comunicato stampa che i cinque consiglieri di maggioranza della Giunta del Sindaco Raffaele Bene hanno inviato poco più di una settimana fa, all’indomani delle dimissioni dell’Assessore alla Cultura, Sonia Tabacco, è stato il punto di partenza dell’intervista che il Dir. Troise ha realizzato con la Prof. ssa Luisa Marro, nel corso di una delle ultime puntate de LA COPERTINA. Un comunicato abbastanza duro firmato dalla stessa Marro, da Stella Rosaria Cassettino, Nicola Rullo, Vincenzo Ramaglia e Alessandro Graziuso, e che, in breve, parla della tristezza con cui sono costretti ad assistere all’incapacità di chi guida il paese di dargli una stabilità tale da poter programmare seriamente un futuro ancora troppo incerto per una città che, ormai da troppi anni, versa in uno stato di arretratezza ed abbandono. A Luisa Marro presente in studio, la prima domanda è di commentare questo comunicato: “Il comunicato è duro, ma come è dura la realtà, perché quando si parla di mancanza di programmazione e quando si dice che si è preferito dare spazio ai numeri, più che ai temi, alla fine è quello che è successo, ed è sotto gli occhi di tutti. Chi ci segue ricorderà benissimo quanto fosse acceso il clima nel periodo natalizio, quando il Sindaco stava organizzando una nuova Giunta, ed è stato il momento in cui noi siamo diventati la maggioranza oppo-

sitiva perché si era scelta la via dei numeri. Noi, eletti in maggioranza, ci siamo trovati “all’opposizione” - anche se non so fino a che punto è giusto dire questo - e chi era all’opposizione si è ritrovato in maggioranza ricoprendo dei ruoli. Non dimentichiamo che siamo arrivati al cambio della giunta dopo un anno e mezzo, e questo significa che ci è voluto del tempo per scegliere una giunta che doveva essere migliore di quella precedente. Ora non è che voglio giudicare la qualità di ogni singolo componente della Giunta, anche perché questo lo dimostrano i fatti, non spetta a me farlo, ma è anche vero che c’è qualche problema anche in questa Giunta. Alla quale siamo arrivati sacrificando cinque persone della maggioranza, per cui ci si aspettava scelte eccezionali tali da giustificare i cinque componenti messi da parte. Ma evidentemente così non è stato, perché l’uscita dell’Assessore Tabacco è avvenuta in una maniera così rapida, soltanto dopo tre mesi, come

lei stessa sostiene, perché non c’erano più le condizioni per andare avanti. Non spetta a me verificare il perché abbia ritenuto necessario ed opportuno dimettersi. Vero è che, se a tre mesi dalla nomina “è scappata”, avrà avuto le sue buone ragioni. Va sottolineato anche un altro punto : a dicembre, quando sono stati scelti i nuovi assessori, questi, forse, hanno peccato di un po’ di ingenuità, cioè sembrava quasi come se a loro avessero fatto capire che dovevano essere i salvatori della patria, i salvatori di Casoria, perché tutto il problema di Casoria eravamo noi cinque, la spina nel fianco del Sindaco eravamo noi cinque, e che quindi c’era bisogno di persone che andassero a salvare Casoria. Un ruolo a cui sono arrivati anche facilmente, perché, diciamoci la verità, sono diventati assessori senza mai aver fatto politica, all’improvviso, in una città come Casoria, con la sua storia ed i suoi problemi. E, in queste condizioni, se veramente pensavano di poter fare i

salvatori della patria, hanno peccato di ingenuità. O, forse, la cosa gli è stata proprio propinata così. Sta di fatto che è una crisi che perdura. È evidente”. Avete fatto una campagna elettorale con lo scambio totale di “amorosi sensi” tra di voi, avete affrontato insieme la questione della voragine a San Mauro, con tutti i gruppi della neo eletta maggioranza amministrativa avete lavorato in totale sinergia. Poi, la rottura tra di voi della maggioranza . Ci faccia un riepilogo – anche cronologico – di cosa è successo: “Già ad agosto del 2020, le condizioni erano diverse con il Sindaco, tant’è che non tutti noi abbiamo votato il dissesto in Consiglio comunale. In realtà, già al 4 marzo, che usiamo convenzionalmente come data di partenza della pandemia, eravamo arrivati con un certo fermento perché ci si rendeva conto che la giunta precedente aveva qualche debolezza e andava rafforzata. Da qui, i primi problemi. Si cominciò a discutere della esternalizzazione dei tributi, su cui non eravamo tutti d’accordo. Anche qui va fatta una precisazione : io non ho mai detto di essere contraria alla esternalizzazione dei tributi, semplicemente ho chiesto di capire fino in fondo quello che andavo a decidere : a scatola chiusa, senza una commissione, senza un confronto – l’ultimo risaliva a gennaio 2020 - non l’avrei mai vota-


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8 ta. Piuttosto, mi sarei fatta un’altra domanda: mi sarei chiesta cosa avevamo fatto noi per cercare di risanare, risollevare, riattivare, riorganizzare il servizio dell’ufficio dei tributi; prima di arrivare all’esternalizzazione, che cosa abbiamo fatto noi come amministrazione? Perciò, sono contraria a come ci siamo arrivati. Dopodiché ci sono stati i due, tre mesi di stallo a causa del lockdown, e siamo arrivati in estate al dissesto, che io non ho votato, ma da lì è stato tutto un discendere, perché ci siamo resi conto che si arrancava, si galleggiava, non c’era programmazione, non si seguivano delle tematiche così come ci eravamo proposti durante la campagna elettorale, tutto arrivava all’ultimo minuto, la situazione dirigenti confusionaria, i settori scomposti”. Il problema è che ora con il dissesto il Comune di Casoria può assumere solo a tempo determinato e in accordo con il Ministero “E’vero che c’è mancanza di personale, questo è innegabile, però è anche vero che se proprio dovevamo arrivare al dissesto, era il caso di fare una programmazione, per quanto riguarda i dipendenti, più attenta e più puntuale. Invece ci siamo trovati con il dissesto e con il Comune svuotato anche per i pensionamenti, per la quota cento, con un numero di dirigenti con cui non riusciamo a coprire i settori”. Infatti, il 1° marzo è andato via anche Ciro De Rosa, quindi è vacante anche l’ufficio dei diritti alla persona. Non può essere dato ad interim a qualche altro dirigente o gli interim sono terminati? “No, non sono terminati, ci sono ancora altri due interim che potrebbero esse-

re utilizzati. Ma lei sa che a dicembre siamo stati per un mese intero con un dirigente che non ha lavorato perché non sapevano dove collocare questo dirigente? E se è vero che noi abbiamo bisogno di personale a lavoro e se è vero che la macchina comunale deve funzionare, ma com’è che poi ci permettiamo di avere un dirigente che per un mese non ha lavorato e al quale, poi, dopo varie sollecitazioni, hanno decurtato lo stipendio? Ma il problema non è lo stipendio, il problema è che noi stiamo senza personale e ci permettiamo di avere una dotazione di un dirigente che non utilizziamo perché non lo abbiamo collocato? Se non sappiamo dopo un mese dove mettere quel dirigente, come le dicevo, evidentemente nella programmazione c’è qualcosa di sbagliato”. Quindi, riassumendo, le motivazioni che vi hanno spinto ad essere oppositivi quali sono? “Tutto è dovuto alla mancanza di programmazione e alla mancanza di chiarezza. Anche se, essere in contrasto purtroppo è questa la parola più giusta e più corretta- con il sindaco Bene e l’amministrazione non vuol dire creare problemi, ma comunque, collaborare. Anche il Sindaco dovrebbe riconoscere apertamente che, ad esempio, anche per la questione delle scuole, io l’ho chiamato la settimana prima che De Luca facesse l’ultima chiusura, e gli ho suggerito, indipendentemente da quelli che sono i nostri contrasti, di prendere in considerazione almeno la chiusura delle scuole superiori. Ma questo è solo un esempio per dire che quando c’è un problema non ho scritto contro di lui, ma ho chiamato

direttamente il mio Sindaco, per parlargliene. E quando ci sono altri problemi come quelli della scuola Carlo La Catena di Arpino dove noi abbiamo perso fondi, non è che mi si manda a dire che Luisa Marro non deve partecipare, e che sto strumentalizzando la questione, non si fa così, perché io comunque sto collaborando. Quindi, sei tu, Sindaco, che mi stai mettendo da parte, perché io non ho fatto nessun attacco sulla scuola. La scuola fu chiusa a luglio 2019, perché furono fatti una serie di controlli che si fanno a random, quindi la chiusura non è stata colpa di nessuno. Il problema è che però lì c’erano dei fondi, che purtroppo abbiamo perso, perché anche qui non c’è stata programmazione: avremmo dovuto organizzare un progetto che, ovviamente, costa e quindi avremmo dovuto decidere se dare la priorità alla formazione di un progetto oppure no. Ecco questa è la mancanza di cui io mi lamento. E queste sono le motivazioni che portano poi ad uno scontro”. L’intervista termina con l’auspicio del Dir. Troise di un incontro, da realizzare in studio, con la Consigliera Marro, il Sindaco Bene, Francesco Girardi e chi ci lavora nell’ufficio tributi, per capire finalmente di chi è la colpa della mancata riscossione dei tributi di Casoria ed arrivare ad una chiarezza tra le parti. Un civile scambio tecnico, un confronto professionale – e “politico” – come aggiunge la Marro. Chiudiamo con una sua ultima battuta alla domanda : Chi sarà il prossimo assessore alla cultura che sostituirà Sonia Tabacco?: “Non si sa. Lo scopriremo solo vivendo”.

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IMMA CASTRONUOVO

Il Presidente Bruno Tintori e il suo amarcord del Casoria Calcio: una splendida avventura!

L’indimenticato Presidente del Casoria Calcio, Bruno Tintori, si racconta a Casoriadue. Toscano, l’imprenditore fonda il Casoria, dai colori societari viola e bianco, come sede sportiva il mitico “Stadio San Mauro”, e tanta voglia di vincere. E vi riuscì, portando il Casoria, nella stagione 1979-80, a classificarsi primo nel girone A di Promozione Campania-Molise ed ottenendo la promozione in serie D. Nella stagione successiva, 1980-81, Viola concluse il campionato al secondo posto nel girone E di Serie D (miglior attacco con 52 reti e solo 4 sconfitte, di cui nessuna in casa), ottenendo la promozione in Serie C2, dove militò per due stagioni. Nella stagione 1981-82, nel girone C, il Casoria riuscì a

posizionarsi nono in classifica e, si badi bene, il San Mauro rimase inespugnato per ben 16 partite su 17! Purtroppo, nella stagione successiva, il nostro amato Casoria diede l’addio definitivo al calcio professionistico, arrivando ultimo nel suo girone e retrocedendo nel campionato interregionale; a parte il periodo aureo

dei primi anni, quelli della Presidenza di Bruno Tintori, Il Casoria Calcio non ha più brillato, non riuscendo ad ottenere la promozione al Campionato Nazionale Dilettanti, e retrocedendo invece al Campionato di Promozione Campania nel 1993. Sarà Giovanni Palmentieri, noto imprenditore locale, a rifondare la squadra, nel

2014, col nome di S.C. Casoria Calcio 1979, poi successivamente mutato in A.C. Casoria Calcio 1979, che ne assumerà anche la carica di Presidente, riuscendo a riportare la Viola a conquistare il primo traguardo della nuova gestione: la promozione al campionato di Promozione Campania 2016-17, arrivata 25 anni dopo l’ultimo campionato di Promozione disputato. Nell’anno successivo, un altro importante successo attende il Casoria: dopo essere stato pressoché sempre primo in classifica, i Viola vincono il loro girone ottenendo così la promozione diretta al campionato di Eccellenza Campania, ben 26 anni dopo l’ultimo campionato di Promozione vinto! Nella stagione 2017-18 il Ca-

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10 soria ha militato nel girone A del campionato regionale di Eccellenza, concluso in 4ª posizione, conquistando il diritto a disputare i play-off, che purtroppo ha perso contro la Puteolana, rimanendo così, nel girone A dell’ Eccellenza Campania sia per la stagione 2018-2019 che per quella 2019-2020. Attualmente, nella stagione 2020-2021, il Casoria è nel girone B dell’Eccellenza Campania. Questa, in maniera molto sintetica, la storia di una delle squadre rimaste nel cuore dei cittadini di Casoria. E, con essa, il Suo Presidente, Bruno Tintori, il mitico Presidente del Casoria Calcio degli anni 1978-1984, è sicuramente uno dei personaggi più amati e ricordati dagli sportivi casoriani, e non solo. E Noi siamo onorati di poter intervistare un uomo che ha dato così tanto lustro alla nostra amata Città. Presidente, innanzitutto La ringrazio per il privilegio che ci concede, onorandoci della possibilità di interloquire con Lei e di ringraziarLa per aver creduto nei nostri sportivi. Tra questi, chi ricorda in particolare? E per quale ragione? “La parola è una sola: la Passione. E, quando si fa il Calcio a quei livelli, chiaramente, se non hai la passione, non ce la puoi assolutamente fare; ovviamente ci vuole anche il denaro, e ce ne misi parecchio, in quel periodo, però formai una corazzata e, piano piano, partita dopo partita, vedevo l’amore dei tifosi casoriani, ovunque andassi ero amato, ed è

una cosa che mi dava tanto piacere, essendo io toscano, non c’entravo niente, però poi, piano piano, diventò una cosa intrinseca, tra me e la città di Casoria. In effetti, la Storia del Casoria calcio è cominciata per caso. Ricordo che una domenica mattina, Camillo Rapullino, che era proprietario di un bar ad Arpino vicino alla mia azienda, mi invitò a vedere una partita della Juve Arpino, mi sembra si chiamasse allora, o Juve Stadera, non ricordo. Comunque, andai con lui a vedere questa partita e un certo Gaetano Piscopo, che poi divenne il mio manager personale, quello che acquistò tutti i giocatori del Casoria calcio, e vidi un ragazzo giovanissimo, avrà avuto 18 anni, Loffredo, che era completamente sopra le righe e sopra gli altri, mi innamorai del suo gioco. E così, nel giro di pochi mesi comprai la

squadra, e ci trasferimmo poi l’anno successivo a Casoria, fondando il Casoria Calcio. Con l’aiuto di Piscopo come manager, una persona molto in gamba nella storia dilettantistica della Campania, formammo una bella squadra, con l’aiuto anche di Nando Troise, il Vostro Direttore, che poi divenne un ottimo amico mio, che mi è stato molto vicino e, mi spiace se dimentico qualcuno, cominciò l’avventura. E Loffredo, il ragazzo che col suo gioco mi aveva stregato, divenne il nostro bomber!” Qual era il clima della Sua Presidenza? Gli anni ’80, i tifosi viola con cui ha condiviso le pagine più belle della storia del nostro calcio, che Lei ha scritto a quattro mani coi nostri calciatori, con l’entourage dell’epoca. Qual era il segreto del vostro successo? “Il segreto principale del

Successo era l’Amicizia che c’era tra me e i calciatori, anche perché ero un ragazzo, avevo 29 anni, e tra i calciatori, qualcuno aveva anche qualche anno più di me; festeggiavamo le vittorie a cena, tutti quanti insieme, eravamo una grande Famiglia.” Lei qualche anno fa è ritornato nella città che l’ha tanto amata e che Lei ha amato, su di un campo, il San Mauro, che ha visto tante Sue vittorie, e che, in quell’occasione, Le ha tributato la vittoria appena conquistata: era il 2016 e Lei ha potuto “sentire” il calore dei tanti tifosi che non l’hanno dimenticata. Cosa augura oggi, Presidente, alla “Sua “ squadra? “Sì, quando Giovanni Palmentieri mi invitò nel 2016 per festeggiare la promozione, sembrava che il tempo si fosse praticamente fermato, tutti che gridavano il mio nome…e beh, dopo 40 anni, è una bela cosa! Ciò che auguro a Palmentieri & Company è di fare ancora meglio di me, perché conosco il Presidente Palmentieri e so che è una persona molto perbene, e con l’aiuto degli altri dell’entourage, spero che riportino la squadra a quei livelli, e che i tifosi li seguano”. Nel ringraziare il Presidente Bruno Tintori, per l’amabile condivisione di ricordi così personali, di travolgente intensità, mi associo al Suo augurio alla nostra squadra, di volare sempre più in alto, e di infiammare, come e più di ieri, i cuori dei nostri tifosi del Casoria!


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DIFENSORETRIBtrn\RIO )ematico e le strateg-le processuali; Jl ON IL NUOVO piano di sni­ L'Istituto dì Alta Formazione Giu­ procedlmento avanti la CommJssJone di ad Iodirizzo Turistko della Laurea Ùl Mediazione ridica e Unguistka Academy Scho­ Tributarla provinciale e regionale; re­ Linguistica per Interpreti e Tra­ ol , con ll patrodnJo del Consiglio di gole e procedura del ricorso per Revo­ Presidenu di Giustizia Tributaria, cazione e per Cassazione. duttori, prende corpo l'idea di u11 ,•ero e proprio corso in Discipli­ attiva la VIII edlzlone del Corso per DI prestigio li corpo docente con ne 'IùristkJ1e dello JUM Academy Difensore Tributario, Jn programma U dott. Francesco Abete, presidente School, con un progetto di afta for­ anche on Une dal 12 aprile al 17 mag­ Sez. Fallimentare del Tribunale cli Tor­ mazione per lo sviluppo di 1u1 set­ gio 2021. re Annunziata; U dott Lucio Di Nosse, "U percorso formativo - spJega il presidente Commissione Tributarla Pro­ tore trainante per il Mezzogiorno. "Con il riconoscimento della prof. Eduardo Maria Pìccirillì, giudi­ vinciale dJ Caserta; Jl dott. Nicola Gra­ tau.rea Magistrale per Traduttori e ce tributario e presidente dell'Academy ziano, magistrato Tribunale cU Napoli Interpred - spiega il prof. Eduardo - ha l'oblettlvo dl conferire le compe­ - Giudice Tributarlo - CTP; U dott. Ga­ Maria Picc-i.r-illi, presidente deU'A­ tenze nece.ssarle per svolgere l'attività briele Nunziata, magistrato TAR -Glu­ . di DJfensore Tributarlo, con adeguatJ dlceTrlbutarlo - CTP; li dott. Raffaele cadeiny - si arricchisce la nostra offerta di alta fonnazione, frutto approfondimenti delle dlspo.<lzlonl su­ Ce1ùccola, già componente Cons. Pres. delle competenze didattkJie LU1- gli accertamenti fiscali e sulle &nzlonJ Giustizia Tributarla; prof. Bruno Del guistiche e i.n Diritto dell'Istituto". degli strumenti giuridici, per evirare Il Giudice, Giudice Tributarlo - Dottore O nuo,•o incliriz:z.o del Corso di contenzioso, e delle nomte del pro­ Commercialista; prof. a\'v. Alessandro tau.rea in Mediazione Lùtguistica cesso trtbutarlo, fornendo lnoltre ut.111 Jazzettì , Giudice Tributarlo; avv. Filip­ si th'OJge non solo agli studenti lndJcazlonl sulle strategie processuali po Dìnacci, Giudice Tributarlo. desiderosi di intraprendere tu1 per Il buon esito della difesa In glucli­ percorso lm•orativo nel mondo del zlo. A tal fine Il corso corùuga teoria e LIQUIDATORE GruDIZIALE Al vJa anche la seconda edl:zlone del turismo, 1na and1e a tutti coloro pratJca attraverso l'anallsJ e la cUscus­ che già Ja,orano .in questo settore slone dl casi emplrlcl e lo svolg-lruento Corso "li Liqu.idatore Giudiziale e la Crisi cli Impresa•, accreditato OOCEC e ,•ogliooo migliorare la loro pre­ di eserclrazlonl pratiche". Tra I prlnclprul argomenti che sa­ e Av,,·ocati Napoli, Jn programma dal J:Xlrazione. "Come per tutte le of­ ferte didattiche del nostro Isdtu­ ranno affrontati dal corso, valido per 24 marzo al 12 maggio, per la durata di to di Alta Formazione - aggilu:tge la formazione del Giudici Tributari, ac­ 40 ore (anche on Une). Anche In que­ Picci.rilli - a.oche questa ùùz.:iathra creditato OOCEC e Avvocati Napoli, sto caso di prestigio U corpo docente può conta.re su lut corpo docente le norme di procedura civile applica­ con, tra gli altri, I magistrati Sta,ùslao estremamente qualificato, pro,•e­ bJll al contenzloso tri.butarlo; U sistema De Alatteìs, Ilaria Grimaldì, Mar­ di accertamento e sanzionatorio delle Imposte e gli strumenti deflattM del contenzioso; ll Processo Tri.butarlo Te-

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PRESENTAZIONE CORSO

PllOP. OOTr. EDUAJU)() MARIA PICCUllLLI Presidente /UJ.fAcademy School Giudice 1'ributurio

Dorr. STANISLAO DE MA'ITEIS Pr,:,curotorvJm'S$O O>rte di Cossc:uiooe O>mp. Com. /'re$. OiuWi« Tributaria

Prof. Dott. Eduardo Maria Piccirilli Presidente IUM Academy School

(MODULO MODIFlCHl AL CODICE Cl\'1LE I NUOVI A.ssEm ORGA.'\'ll.ZATl\1 - cod. 0.5.5 RELATORI

Magistrato Dott. Francesco Abete Magistrato Dott. Stanislao De Matteis

Il MODULO EMERSIONE ANTICIPATA OELU CRISI I» lMPRlSA: AUERTA - (od. C.4.21 RELATORI Prof. Giacomo O'Attore Magistrato Dott. Stanislao De Matteìs

IV MODULO Dott. Enrico Quaranta Presidente sez. Fallim. tribunale PROCD>L\lE..'"1'0 u:-.rrARIO PER S.M.C.V LA RECOUZIONE Dtu.A CRISI Dott. Francesco Abete PROGRAMMA Pm. s.t. t·.n. T'rlbu!WeTorre MllUIUMta 01 mrnr.!.A - cod. 0.4.1 UIMODULO OlcidiotTribu111rio • li bt.laoc10 e la contab1hti wcndale () ore) llELATORI Giudi�Tritlu.tariò CODICE OtlLLA CRISI g FRINC1PI CtNERAU. Ruow • Le nonne di procedura <:ivile applicabili al cootenzi0$0 Dott. Lucio Di Nosse Magistrato Dott.ssa Uvia De Gennaro cribu1.ario (3 ore) & ETTI D EI tRt.>niW)C'lUfl E Oli W-. �teCom"'™looeTribntari• �inelelediCasecui. Magistrato Dott. Lucio Di Nosse • Il sistema di aocertammto e snnzioaatorio deUe imposte e 0011''\'O1,.TI XUL.A CRJSI 01 lMPRESA. Cod. 0.4.20 Dott. Nicola GràZiano gli strumeotl dcOaui,..i del oontc:ru::ioso (3 ore) RELATORE VI �lODULO M11giistn1W Tribunale di Nllp!>li· GffldioeTribu.urio -C. TP. T • Il Proocsso Tribu1.ario Tekmatico (.te.strategie pro«,s:U3li. (3 ore) Magistrato Dott.ssa Ilaria Grimaldl Dott. Gabriele Nunziata STRUMEN I DI COMPOSIUO:-iE DELLA LA UQUIDAZJONE GIUDIZIALE -cod. 0.4.4 Magkitmo T.A.R. - GludkeT'tlbutalio -C.T.P • Il procedimento avanti b Commissione tribui.aria CRLSI 01 OfPRCSA- (Od, 0.4.2 RELATORI V MODULO Dott. Rqffaele Ceniccola pcoviocialc e regionale (3 ore) RELATORE Prof. Dott. Ciro Esposito OiàComp. Com;. Prcs. Oh.&$lill11Trib11uri11 • Regole e procedura del rieOfSO per Re\'ocoziooe e per Magistrato Dott. Marco Pugliese VUIMODULO Prof. Dott. Bruno Del Giudice c....z;one(3 on:) 011.le.l.b1'rlbuunio• Donor.Comrru::tdalista Nuovo REGIME DI R!.SPO. ...SA.BJLHA CIVILE E PENAL� VllMODULO Accreditato ODCEC Napoli Prof . Avv. Alessandro Jauetti èOO. o.,.? I 0.4.6 GilklkeTn'butariO Accreditato Avv�ati Napoli SoVRAl:O.DUITAMENTO- cod. 0.4.19 RELATORI Avv. Filippo Dinacci Valido per la formazione dei Giudicl Tributari RELATORE Magistrato Dott. Nicola Graziano O modulo di i$Crm.one � scaricabile dal sito Giudice TYIOOtado Prof. Antonio Caiafa Magistrato Dott. Alessandro Ja:aetti pratiche.

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Accreditato OOC.EC Napoli A«:reditato Awocati Kapoli Quota di partecipazione€ 400,00 Iscritti Ordine ODCEC NA € 350,00

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12 MARIA CRISTINA ORGA

IN CAMPO COME NELLA VITA VINCE SOLO CHI IMPARA A PERDERE Ho vinto tanto, ho vinto perché volevo vincere, spingendo sempre al massimo sull’acceleratore per capire, dopo una vita spesa sui campi di calcio e negli spogliatoi, che la vera vittoria la raggiungi quando capisci che il gioco è un gioco e non una guerra e l’avversario non è il nemico da abbattere, da umiliare, da annientare, è un altro te stesso con la maglia di colore diverso che ha la tua stessa voglia e il tuo stesso bisogno di vincere. Qualcuno dovrà pur uscire dal campo con le braccia levate al cielo e il sorriso stampato in faccia, no? E mica puoi èsse’ sempre te! Chiude in romanesco con la voce che gli sorride e il cuore leggero l’ex difensore dell’Associazione Calcio Casoria, protagonista delle stagioni di gloria 1980/81 e 1981/82, il capitano di una squadra di giovani leoni pronti a battersi per un trofeo che all’epoca valeva un ideale, non certo i milioni di euro dei diritti televisivi di oggi; un ideale e un sogno: farcela. E Mauro ad alzare quella coppa ce l’ha fatta Oggi che i capelli grigi tagliati rigorosamente corti e sempre ordinati hanno preso il posto dei riccioli ribelli, Mauro Bencivenga ricorda emozionato i tempi degli spogliatoi biancoviola, quell’indimenticabile stagione 1980/81, col secondo posto che valse alla squadra la promozione in C 2 e al Bencivenga la spinta verso le vette del calcio nazionale. Se perdi non sei nessuno, anche se sei bravo non esisti. Se il tuo nome non è sui giornali e tu non frequenti i giri giusti non sei nessuno, nessuno si ricorda dei perdenti, si ricordano solo i vincitori. E questo è terribile se ci pensi, perché per ogni vincitore che esulta c’è uno sconfitto che piange in qualche angolo

A tu per tu con Mauro Bencivenga, indimenticato capitano nelle stagioni d’oro del Casoria Calcio «Ai ragazzi dico: mettetecela tutta e non abbiate paura se non portate a casa il risultato: accettando la sfida avete già vinto»

e non è detto che sia più scarso, è stato forse solo più sfortunato, perché si sa, la palla è rotonda e spesso decide lei. Questo non lo capivo quando ero giovane, i giovani non lo capiscono non è colpa loro. Sta a noi, agli adulti, a coloro che sti ragazzetti li curano, li amano, li crescono, insegnare loro la lezione più importante che non è infilare una porta dribblando cinque avversari, ma è il rispetto. Se vinci abbi rispetto di chi perde e se perdi abbi rispetto di te. Solo quando riusciamo a fare pace con la frustrazione di non avercela fatta riusciamo a vincere tutte le sfide della vita, dentro e fuori dal campo. Quando giocavi a Casoria però come hai ammesso prima non ti interessava filosofeggiare attorno al valore della sconfitta, mi pare, volevi vincere. E hai vinto. Mamma che tempi belli, se ce ripenso… mi commuovo sempre! Napoli è fantastica, la gente è straordinaria. Io mi ricordo di tutti: dei miei compagni di squadra, dei dirigenti della società, della gente comune che ce batteva le mani e ce dava le pacche sulle spalle a Casoria quando andavamo al bar a prendere il caffè e non si stancava di sorriderci e di chiacchierare con noi. Ti facevano sentire voluto bene proprio come ‘n amico vero… e poi la filosofia dei napoletani che dicono sempre nun te preoccupa’ e lo pensano sul serio e il sole e il mare… Se non sentissi le vibrazioni commosse nella tua voce penserei che esageri un po’ con la benevolenza verso Napoli e Casoria perché la nostra chiacchierata viene pubblicata non a caso da CasoriaDue e verrà letta da un gran numero di Casoriani e Napoletani anche in giro per il mondo! Scherzi a parte, il tuo gol determinante per la

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vittoria promozione e i tuoi riccioli ribelli sono rimasti nel cuore di moltissimi tifosi che oggi hanno i capelli bianchi ormai ed è un peccato che i giovani si siano persi quelle emozioni. Oggi che dopo una carriera ai vertici sei in campo con tua figlia Claudia ad allevare pulcini, le promesse del calcio di domani, in che modo riesci a toccare i loro cuori? I giovani, i ragazzi sono il futuro. I bambini sono bellissimi. E noi dobbiamo essere all’altezza delle loro aspettative, dobbiamo esere un modello. Io sono stato un capuzziello da giovane, litigavo con tutti in campo, volevo vincere sempre, quando oggi vedo ‘sti ragazzetti che so’ costretti a vincere perché mamma e papà sennò glie’dicono che so’ schiappe, che so’ perdenti provo ‘na tristezza che nun te dico. Credimi, sono scene che non vorrei mai vedere… i papà… ma le mamme! Dovresti sentire le mamme come li incitano: “daglie addosso a quello, buttalo a terra, lèvaglie la palla… vai…vai… tira… nooooo!!!!… sei proprio una schiappa! ‘A perdente!!” è tremendo, mi sento male io per loro. Io nella vita sono sempre stato dalla parte degli ultimi e oggi ancora di più: bisogna farsi ultimi per essere davvero grandi come San Francesco e stare coi ragazzi come Don Milani.

Hai fatto degli esempi mica da poco! Difficile raggiungere quelle vette, ma permettimi di cogliere lo spunto, sperando che non suoni blasfemo: hai fatto del calcio la tua vita e in qualche modo la tua religione, di quel calcio “verace” di cui oggi si sente tanto la mancanza: quando hai sentito la “chiamata” del pallone? Da subito. Fin da piccoletto. La mia non era una famiglia ricca e non potevamo permetterci tante cose. Abitavamo in periferia e vicino casa mia ci passava il treno. C’era una terra in mezzo e io da ragazzetto tiravo calci al pallone pomeriggi interi sognando di diventare

un campione. I sogni si avverano ragazzi, bisogna crederci. E faticare perché niente è regalato. E quando poi riesci a realizzarli non ti dimenticare da dove sei partito e non ti dimenticare che anche i tuoi avversari hanno il tuo stesso sogno. A proposito di sogni e di calcio: quello in cui ti sei sempre mosso però è un contesto fortemente maschile e maschilista e i pregiudizi nei confronti delle ragazze che vogliono tirare calci al pallone e magari diventare professioniste sono ancora fortissimi. Il calcio femminile è poco considerato a tutti i livelli e le giocatrici poco

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14 retribuite, nonostante la breve stagione di gloria e la splendida prestazione delle ragazze della nostra nazionale agli ultimi mondiali un paio d’anni fa, quando sembrava che sul pallone rosa si fosse acceso finalmente un faro che si è spento subito dopo l’eliminazione. Ai quarti, se non ricordo male. Alle bambine che vogliono praticare questo sport si continua a dire nel duemilaventuno che “non è da femmine” e verso le più ostinate si accende immancabile un pregiudizio sessista e omofobo. È mai possibile che siamo ancora a questo? Tu collabori con tua figlia che fa il preparatore atletico: dimmi che almeno al centro sportivo “Morgana” di Guidonia nella tua scuola calcio le femmine sono ammesse! Scherzi? Certo che sì. Noi prendiamo bambini e bambine e formiamo squadre miste proprio per consentire alle ragazze di sentirsi uguali ai maschi. Perché voi siete uguali a noi. Anzi, siete mille volte meglio di noi! Più in gamba, più intelligenti, più tenaci, più preparate. Io penso davvero che le donne siano fortissime, in ogni campo e faccio il tifo per voi! E anche io che questo mondo lo conosco bene da tutta la vita trovo assurdo e ormai intollerabile che le calciatrici abbiano ancora poca visibilità e considerazione. Penso che siano brave quanto i maschi e che sarebbe ora di riconoscerlo. Ma sai com’è… oggi il mondo del calcio ai massimi livelli non è più come me lo ricordo io, purtroppo è un business troppo grande per dare spazio a chi merita. Lo spazio viene dato a chi porta soldi e contratti. Ma ho fiducia che le cose cambieranno e le donne avranno anche nel calcio il ruolo di primo piano che meritano. Voi siete migliori in tutto, anche le giornaliste sportive sono più brave dei

maschi. Io adoro le giornaliste sportive, sono eccezionali. Raccontaci di quando sedevi sulla panchina della Roma con Capello al tempo del Pupone e di Cassano... E che te devo dì…che bei ricordi. Che tempi! Che ragazzi in gamba! Totti era l’anima della Lupa, ma anche Cassano era bravo, altroché. Solo che era un maledetto. Aveva un caratteraccio: si arrabbiava, litigava con tutti, ma aveva un cuore d’oro. Stava sempre a casa mia. Eravamo legatissimi. Un altro nazionale che deve parecchio a Mauro Bencivenga è Daniele De Rossi che ha verso di te una reverenza filiale… Ma allora vuoi farmi piangere… No no, meglio conservare il tono leggero e raccontare il Bencivenga “minore” quello più privato, lontano dai riflettori degli anni di gloria, che si può facilmente reperire negli annali blasonati delle SSC capitoline e non solo, fino alla conquista del massimo campionato in Albania sulla panchina del Tirana. A proposito: come sono i calciatori albanesi? Ma la tua vera passione è sempre stata allenare i ragazzi e sia che lavori ai vertici, sia in società cosiddette minori metti lo stesso entusiasmo. A me giocare piace. Mi piace ancora tanto. E anche se gli anni passano, quando sono in campo mi dimentico quanti ne ho e mi metto a correre dietro alla palla insieme ai ragazzetti. Lo so che dovrei starmene più tranquillo ma è più forte di me. Mi piace allenare. Mi piace guardare negli occhi i ragazzini e insegnare loro che il calcio è prima di tutto una scuola di vita. Non fa niente se non diventeranno campioni, il bello è fare squadra, è esserci. Troppi personalismi hanno danneggiato molto questo sport meraviglioso, il campione non

vince senza la squadra e io provo a far capire ai ragazzini e alle ragazzine che alleno che solo tutti insieme si riesce a vincere anche quando si esce sconfitti da un incontro. Succede. Si vince e si perde. E va bene così. Io sono un uomo felice. Ho avuto una vita piena di esperienze. Mi piace lavorare con mia figlia, mi piace stare con gli amici, mangiare insieme, mi piace parlare con la gente. E mi piace Napoli, quanto mi piace Napoli! Vuoi sapere cosa mi è piaciuto di più degli Albanesi? Che assomigliano non poco ai napoletani, hanno lo stesso spirito allegro, la stessa leggerezza. I calciatori sono bravi, atleticamente sono forti solo che sono un po’ indolenti, vogliono fare di testa loro, fanno fatica ad accettare e a seguire gli schemi del mister… Come molti napoletani che faticano a rispettare le regole! Un po’ sì, forse, ma sono fantastici Napoli e i napoletani. Io ogni volta che vengo giù mi emoziono. Un’ultima cosa: tre consigli per bambini e bambine per vivere bene dentro e fuori dal campo. Più che consigli da dare ho da indicare i miei modelli, quelli di cui ho già detto all’inizio: San Francesco e Don Milani. E come terza cosa il rispetto. Per le donne, per i compagni di squadra anche se non sono bravissimi e per gli avversari. Il consiglio mi sento di darlo piuttosto ai genitori dei bambini che giocano al calcio: ricordatevi che anche gli avversari sono figli di mamme e papà che come voi vogliono vederli vincere, ma uno dei due comunque perderà. E non sarà un fallito per aver perso una partita. Non aizzate i vostri figli contro gli altri come se fossero nemici. Non insegnate ai vostri figli che chi perde è un fallito. Il calcio è un gioco, ricordatelo sempre. I veri falliti, in campo come nella vita, sono quelli che non sanno perdere.

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CIRO TROISE

Il Napoli contro il Milan ha messo in mostra quello che può essere: una squadra di qualità e camaleontica

Stampate una foto della gara di San Siro e mettetela nello spogliatoio

Pioli ha raccontato che nello spogliatoio del Milan c’è la fotografia della squadra a centrocampo che segue i rigori sul campo del Rio Ave, nel momento che rappresenta il principale “sliding doors” della stagione. Se fossi nello spogliatoio del Napoli, farei la stessa cosa per la gara di San Siro. Ci sono varie istantanee: l’abbraccio di Politano e Insigne dopo il gol, l’esultanza della squadra al fischio finale. Scegliete voi quella che ritenete più significativa e prendete spunto dal Milan che finora è comunque protagonista di un’annata eccezionale. A Milano si è visto il progetto del Napoli, quello che doveva essere se non si fosse smarrito nel tunnel degli infortuni, delle assenze e anche della “guerra” tra De Laurentiis e Gattuso dopo la sconfitta di Verona. Sembrava la vittoria in casa della Real Sociedad come identità di squadra e forse il Napoli ha messo anche un po’ di qualità in più rispetto a quella battaglia in Spagna. È stato significativo ascoltare Pioli nel post-partita, sottolineare le assenze in attacco, ribadire che può contare solo su Leao. La ruota gira in questa stagione

balorda, caratterizzata dalla pandemia, dove ci vorrebbe più flessibilità e capacità di ragionare da sistema e, invece, i presidenti si sono persi ancora di più nei particolarismi di una Lega sfiduciata. Nessuno ha avuto le assenze del Napoli, nessuna squadra ha dovuto rinunciare a due centravanti su tre di fatto per due mesi e mezzo pieni, con tante gare decisive. Mertens e Osimhen ancora oggi non sono al massimo della forma, Dries fa ancora fatica, Victor è in crescita. Il Napoli a Milano è riuscito a ritrovare il progetto di Castel di Sangro, una squadra camaleontica, capace di dominare col palleggio a San Siro ma allo stesso anche di saper abbassarsi e colpire in ripartenza, il piano tattico che portò all’acquisto di Osimhen. Victor ha dato respiro al Napoli, lo dimostra un numero: con lui in campo il Napoli ha prodotto un lancio lungo ogni cinque passaggi corti, nel primo tempo uno ogni dieci. Gli azzurri hanno concesso pochissimo ai rossoneri, rischiando solo su un’ingenuità di Bakayoko che poteva rappresentare l’ennesima drammatica sciocchezza di questa stagione. Chiariamo l’episodio: Theo Hernandez completa la

giocata, quindi vuol dire che il contatto in area di rigore è stato così lieve neanche da impedire il tocco all’indietro del pallone, l’unica cosa che poteva fare il terzino sinistro del Milan. Nel calcio ai tempi della Var modello Italia, di solito li danno, se si comincia a valutare la dinamica, a dare priorità all’interpretazione dell’arbitro sul campo quando non ci sono chiari errori, allora si comincia a dare una svolta alla virtualizzazione di questo sport che è una piega pericolosa. Il Napoli ha saputo far tutto: palleggiare, difendere con la linea alta, abbassarsi e saper stare anche dentro la propria area di rigore, mantenere il confronto con la fisicità degli avversari e, infatti, i dati sui duelli e sull’intensità dei contrasti sono in equilibrio. Stampate una foto, mettetela nello spogliatoio perché la vittoria di San Siro può cambiare la stagione. Fino al 7 aprile anche la Juventus è nella lotta Champions, poi dipenderà proprio dal Napoli. L’Atalanta è una macchina da guerra ma qualche volta può incepparsi e il Milan adesso è dentro la battaglia per le prime quattro posizioni, soprattutto se va avanti in Europa League.

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IL MASCHILISMO LINGUISTICO NELLA SOCIETÀ ITALIANA E LA NECESSITÀ DI UNA RAPPRESENTANZA AL FEMMINILE NEL MONDO PROFESSIONALE

Settimane fa, al Festival della canzone italiana, a Sanremo, la direttrice d’orchestra Beatrice Venezi ha dichiarato che l’appellativo al femminile non le piacesse, giustificando la sua decisione con «È corretto “direttore” perché rappresenta la storia di una professione». Effettivamente, il termine, insieme a tanti altri utilizzati solo al maschile, rappresenta una storia: una storia in cui la donna è stata esclusa, limitata, assoggettata, discriminata; una storia in cui le è stato negato l’accesso a determinati mestieri; una storia in cui è dovuta rimanere nell’ombra di una società maschilista; una storia in cui regna, purtroppo ancora oggi, il patriarcato. Una subalternità delle donne, insomma, che è durata per secoli e della quale la Venezi si rende complice nel momento in cui preclude alle donne la possibilità di una rappresentanza nell’ambito di una professione che è sempre stata svolta, incarnata e rappresentata, fino ad oggi, solo da uomini: perché privare di una definizione significa privare di un’identità, privare di una dignità! Questo episodio diventa uno dei tanti emblemi degli stereotipi culturali a cui, purtroppo, siamo ancora legati e a causa dei quali ci sono lavori, comportamenti ed emozioni reputati “da femmine” e altri giudicati “da maschi”. Casca a pennello, allora, la recente campagna pubblicitaria di IKEA che cita «Non aiutarla a fare la lavatrice. Perché quando dici “Posso aiutare?” stai dando per scontato che sia responsabilità della donna». O ancora «Non aiutarla a stirare. Perché quando dici “Posso aiutare?” stai dando per scontato che sia responsabilità della donna». E così via, per il lavare i piatti, lo stendere i panni, il rifare il letto e il pulire: un messaggio, dunque, di apertura verso una parità definitiva tra uomo e donna nella società. Ma ritorniamo alla questione della definizione e dunque più propriamente grammaticale. In italiano, “normalmente si indica con un sostantivo al femminile un essere vivente di sesso femminile”. Dunque, se in grammatica esiste la possibilità di declinare un nome nel genere (al maschile o al femminile) oltre che nel numero (singolare e plurale) perché non sfruttarla? Perché dire “il direttore, l’ingegnere, l’architetto, il sindaco, il ministro, il chirurgo, l’avvocato, l’amministratore” dovrebbe risultare

meno strano di “la direttrice, l’ingegnera, l’architetta, la sindaca, la ministra, la chirurga, l’avvocata, l’amministratrice” se riferito a una donna? Assegnare titoli al maschile a persone di sesso femminile è una violenza, oltre che un errore grammaticale! L’Accademia della Crusca, a tal riguardo, afferma «Un uso più consapevole della lingua contribuisce a una più adeguata rappresentazione pubblica del ruolo della donna nella società, a una sua effettiva presenza nella cittadinanza e a realizzare quel salto di qualità nel modo di vedere la donna che anche la politica chiede oggi alla società italiana. È indispensabile che alle donne sia riconosciuto pienamente il loro ruolo perché possano così far parte a pieno titolo del mondo lavorativo e partecipare ai processi decisionali del Paese. E il linguaggio è uno strumento indispensabile per attuare questo processo: quindi, perché tanta resistenza a usarlo in modo più rispettoso e funzionale a valorizzare la soggettività femminile»? In un’intervista di Silvia Morosi a Stefania Cavagnoli, professoressa associata di linguistica e glottologia presso l’Università di Roma Tor Vergata, dove insegna linguistica generale e applicata, la docente spiega: «Nominare le donne, usare le forme al femminile, mostra la presenza delle donne, e quindi riequilibra la società e i suoi poteri. Credo che questa sia una forte motivazione per mantenere lo status quo. Quello che personalmente non capisco è la battaglia contro la modifica del linguaggio. La lingua cambia, è dinamica. Solo in questo diventiamo puristi. E la cosa che mi fa riflettere, e intristire, è che spesso sono proprio le donne quelle con posizioni più contrarie e radicali». Quella di un riconoscimento linguistico, oltre che, di conseguenza, sociale, viene ad essere una delle numerose battaglie che il mondo femminile si ritrova a combattere per ottenere una piena, effettiva e definitiva PARITÀ. La lingua non è fissa, cristallizzata e immutabile; essa muta, evolve, si adegua ai parlanti, cambia. E allora, dal momento che il LINGUAGGIO è, allo stesso tempo, DEFINIZIONE e RAPPRESENTAZIONE della REALTÀ perché dovremmo escluderne la DONNA? La risposta, triste ma evidentemente vera, è che a non esser pronti sono gli italiani, non l’italiano!


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GENNARO MOSCA Io e la mia compagna. Io: «Pazzo, pazzo, pazzo. Cento volte, mille volte pazzo! Non ti dovevo sposare». Lei: «Sposandomi hai fatto un salto di qualità. Piuttosto, in questa casa non funziona niente. Si è rotto di nuovo il frigo». Io: «Ce l’ha riparato un mese fa tuo fratello! E’ proprio un incapace». Lei: «Mio fratello? Lui ripara frigo solo per hobby. Costruisce astronavi». Io: «Tua madre è così avara che non beve per non consumare i bicchieri». Lei: «Mia madre? Ti dico solo che compra il vino dallo stesso fornitore del Quirinale». Io: «Tua sorella ci avesse mai invitato una volta a pranzo». Lei: «Ma se l’estate scorsa ci ha offerto un week-end in quell’albergo a 32 stelle!». Questi, tra i tanti effetti di un anno di Covid. Tra problemi di lavoro e di danaro, clausura forzata, mancanza di socialità, svago e quelle belle passeggiate all’aria aperta, ci siamo ridotti così. Stando a casa litighiamo di più e respiriamo tensione, perché non abbiamo più la ricarica che uscire ogni mattina ci dava, come il caffè alla macchinetta col collega o al bar, la parolina sulla Juve fuori dalla Champions, la chiacchierata col ragazzo che a pranzo ci portava il trancio di pizza. Invece, adesso i muri pesano, manca spazio vitale e c’è una necessità impellente da risolvere ogni tre minuti: «Papà, il pc non si accende, la connessione è troppo lenta. Non vedo la prof., non sento la maestra, non ho ca-

PROVIAMO A CAPIRE LE DONNE

IL GRILLO PARLANTE pito, cos’ha detto?». Il virus quanto male ci ha fatto, oltre ai danni per quelli ancor più sfortunati che l’hanno preso. Ma a stare a casa c’è qualcosa da salvare, secondo me. Ho imparato a capire – almeno un po’ di più – le donne che mi circondano, a cominciare dalle mie figlie. I primi tempi, quell’interruzione ogni tre minuti mi sembrava una tortura, quasi fatto di proposito. Ma poi, piano piano, ho scoperto la lettura di un mondo nuovo che non avevo mai vissuto, perché quando rientri di sera dopo una giornata di lavoro, vuoi solo tre cose: la cena, il divano e il telecomando. Invece, in quest’anno di clausura, ho

capito l’importanza di condividere, come i loro sogni o la paura dell’interrogazione. Adesso c’è il tempo per parlarne. Aiutarle a districarsi tra Dante, le equazioni o dove sono i Pirenei è diventato un bel lavoro, il migliore che potessi fare, perché sto investendo sul futuro. Il loro. Ancora credo che la cultura e lo studio siano un’arma contro questi tempi molto spesso sciatti, vuoti e inutili. Prima, tutto questo mi sfuggiva, troppo preso dal lavoro, da una fretta di correre per non arrivare mai. In casa, poi, sono diventato perfino un po’ domestico, e con mia moglie abbiamo cominciato a cucinare insieme, a far la lavatrice insieme,

passare il folletto insieme. Tra il lievito da mettere nel pane pizza o stendere il bucato ho imparato a condividere i piccoli gesti domestici quotidiani, ed è stata una nuova bella chiave di lettura della nostra vita familiare. Noi uomini – forse – siamo più basici, lineari, sempliciotti. Le donne, tutt’altro. A volte sono come l’Ultimo Teorema di Fermat, o le Variazioni Goldberg, montagne da scalare. Ma nella cura dei piccoli gesti di ogni giorno, non affatto insignificanti, condividendo e condividendo, forse c’è una via per leggerle e capirle un poco in più, loro, un bellissimo universo a cento dimensioni. Un altro Lui e un’altra Lei. Lui: «Cos’è successo? Sono tre giorni che non parli». Lei: «Tu non mi capisci». Lui: «Ma se non parli, come faccio». Lei: «Non ci sei mai, pensi solo al tuo lavoro. E se ci sei, non condividiamo niente». Lui: «Non ho capito». Lei: «Ma parlo turco? Io non voglio un amore andante, o purché sia. Vorrei un amore puro, un amore utopico. Ma condivisione. Come fai a non capire? Non mi esprimo mica con arcaismi e hapax legomena, non uso inusitati lessemi, né sineddochi, litoti o antìfrasi. I miei pensieri sono costrutti non affatto rizomaticamente complessi che, quand’anche provocassero in te acribia ecdotica, sarebbero comprensibili a un bambino». Lui: «…?!@#%&$*?...». Invece, se Lui leggesse quest’articoletto, gli sarebbe tutto chiaro. O no?

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Consigliere Comunale di Casoria

Piazza Dante, pezzi di territorio da valorizzare La stazione di Casoria, un piano per la valorizzazione della piazza Un comitato cittadino per adottare pezzi della città

La stazione di Casoria è al centro della nostra città, una stazione che nasce per collegare la città di Casoria ed Afragola soprattutto con Napoli, ma non solo. Una stazione ristrutturata ultimamente che merita di essere valorizzata ulteriormente rispetto alla zona circostante. La stazione è il biglietto da visita della città, crocevia ogni giorno di tantissimi passeggeri, che usciti dalla stazione trovano avanti ai loro occhi una delle aree dismesse più grandi dell’area a nord di Napoli, ma a dire il vero non è l’unico problema di quella piazza. Piazza Dante meriterebbe di essere valorizzata e per questo con un gruppo di amici stiamo organizzando un comitato cittadino spontaneo e finalizzato al recupero di quella piazza. Una serie di proposte concrete, semplici e facile da attuare. Aderire al comitato è cosa semplice, basta scrivere a universitari@libero.it oppure al 3477995400 e partecipare attivamente ai lavori del comitato. Tra gli obiettivi che il comitato si è posto, vi è quello di richiedere la valorizzazione dei due immobili posti alla destra della stazione, uno dei due affidato al Comune di Casoria, e sul quale con l’assessorato al patrimonio si è attivato un percorso di recupero della struttura. Allo stesso tempo bisogna recuperare i giardinetti contigui alla scuola Palizzi, che sono oggi in uno stato non proprio dignitoso, e che potrebbero essere adottati o affidati per essere meglio

valorizzati. Allo stesso tempo si può pensare a valorizzare la casa dell’acqua interna al giardino della scuola Palizzi, che può essere una risorsa messa a disposizione di tutta la comunità. È poi necessario pensare alla valorizzazione della fontana di Piazza Dante, che è posta proprio difronte alla stazione, una fontana che potrebbe essere adottata da uno sponsor locale per essere ammodernata e rimessa in funzione, e valorizzata con una adeguata ed apposita illuminazione. Non secondaria una richiesta di valorizzazione della segnaletica anche orizzontale, che oggi è parzialmente carente. Richieste semplici, che necessitano della collaborazione attiva dell’amministrazione comunale, e che certamente non mancherà. Il comitato in via di costituzione vuole operare partendo dal basso, con il coinvolgimento diretto di cittadini, frequentatori della piazza e residenti, ma vuole testare un modo di fare, che è poi duplicabile in altre realtà e per altre problematiche. Il primo passo è il coinvolgimento diretto dell’assessorato al patrimonio del Comune per il recupero del bene contiguo alla stazione, ed oggi nella disponibilità del Comune, su questo punto si è già a lavoro, perché potrebbe essere un primo valido segnale per il recupero e la valorizzazione della piazza. Intanto invitiamo realtà imprenditoriali del posto a fare passi avanti per manifestare la diponibilità alla richiesta di valorizzazione dei giardinetti e della fontana della piazza.

RAFFAELE SILVESTRO

Antonio Piricelli: anni e anni di servizio spesi per i cittadini, lo stato e la legalità

Attuale comandante della polizia locale di Casandrino, si è distino negli anni anche nella difesa alla terra dei fuochi, a Sant’Antimo, Casavatore e Caserta. Varie sono state le catture da parte del comandante Piricelli, sia per estorsione che arresti in flagranza di reato. Ovviamente in questo periodo così critico per tutti noi, il lavoro della polizia municipale è raddoppiato ed è fondamentale per mantenere l’ordine e far rispettare le regole. Il comandante ci ha spiegato come in questo ultimo anno sono cambiate tante cose e come lui si è prodigato nel far rispettare tutte le regole vigenti a contrastare la diffussione del covid19. “Noi cerchiamo, innanzitutto, di far rispettare le norme vigenti, in primis con educazione e rispetto.” Continua poi “purtroppo sono stato anche costretto ad emanare provvedimenti che in tempi normali mai ci sarebbero stati, come il divieto di sparare fuochi d’artificio, o anche contingentare le visite al Santo Patrono nonostante sia sentitissima la cosa”. Parlando invece dell’inizio della pandemia, ci ha raccontato che tante sono state le iniziative intraprese a far rispettare il DPCM corrente verso varie attività commerciali. Il comandante ha poi concluso con una speranza per il futuro: “spero vivamente che nei prossimi mesi, come è accaduto a me, si riesca a vaccinare tutta la popolazione e che soprattutto venga fatto, infatti invito tutti a farlo perché solo così potremo sperare di tornare ad una vecchia normalità, con l’augurio che nelle prossime settimane, in concomitanza della zona rossa in quasi tutta Italia, il numero dei vaccinati cresca in maniera esponenziale.”


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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA FRANCESCO POLIZIO

Il comune di Casoria nella confusione amministrativa e finanziaria

Come volevasi dimostrare, il bilancio stabilmente “squilibrato”, come avevamo descritto sul precedente numero del 7 marzo 2021 di Casoriadue, ha ricevuto consistenti e determinanti osservazioni dal competente organismo del Ministero degli Interni presso la direzione centrale della finanza locale. Nella sostanza, com’era stato rappresentato nel precedente articolo, le strutture competenti del Ministero degli Interni hanno espresso rilievi numerosi ed hanno formulato circostanziate richieste istruttorie. Intanto veniva rilevato che non era stata trasmessa la documentazione di rito utile ai fini dell’esame del bilancio stabilmente riequilibrato come il documento unico di programmazione, il rendiconto di gestione 2018 e 2019, la tabella relativa ai parametri della situazione di deficitarietà strutturale, la delibera aggiornata della programmazione triennale del fabbisogno del personale, le delibere di approvazione delle tariffe come da regolamento, le delibere per i proventi delle sanzioni per il codice della strada, la delibera sui contributi per il rilascio dei permessi di costruire, la delibera sul piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari, la delibera sui proventi dei canoni dei beni patrimoniali, l’elenco delle spese finanziate con i proventi dei titoli abilitativi e relative sanzioni, il Piano Triennale di contenimento delle spese, il programma biennale forniture e servizi, il prospetto per l’uso dei fondi per la contrattazione integrativa per il personale per gli anni 2020 e 2021, l’elenco delle entrate e delle spese a carattere non ricorrente perché l’equilibrio del bilancio non può assicurarsi con l’utilizzo delle Entrate che non hanno continuità. La mancata trasmissione della documentazione indicata sopra non produce buona impressione presso i competenti organismi del Ministero degli Interni. Ma la parte più complessa, che va definita e trasmessa, riguarda i dati sugli accertamenti e sulla riscossione nel triennio 2018-2020 inerenti IMU, TASI e TARI. Amministratori e dirigenti devono indicare i provvedimenti adottati per l’eliminazione della evasione contributiva e l’accelerazione delle riscossioni e devono altresì indicare lo stato della

procedura ed i tempi per la gestione in concessione dei servizi di gestione ordinaria, accertamento e riscossione coattiva delle entrate. La descrizione analitica della documentazione richiesta e dei rilievi formulati deve produrre il risultato di avere certezze sui dati contabili rispetto alle sfasature emerse in sede di elaborazione del bilancio stabilmente riequilibrato. Nell’articolo precedente si era osservato come amministratori e dirigenti continuavano a rappresentare in maniera distorta e falsa le entrate ordinarie, sovrastimate ed illogiche, consentendo una spesa riferita alla previsione e non alla effettiva riscossione. Il contenuto dei rilievi formulati sulle entrate falsate riguarda l’IMU, il recupero dell’evasione, gli accertamenti e la riscossione dell’imposta ordinaria, la TASI. Altro rilievo significativo attiene gli accertamenti IMU fermi al 2015 e TASI fermi al 2014. Sulla gestione del servizio rifiuti e sui costi di gestione della partecipata “Casoria Ambiente spa” il Comune viene invitato a fare chiarezza sul costo del servizio perché la spesa è certa, ma l’entrata è carente con il risultato dell’ appesantimento dei conti. Altro capitolo rischioso dei rilievi formulati sul bilancio stabilmente riequilibrato riguarda le attestazioni sulle somme riscosse per i proventi IMU, TASI, TARI e patrimonio alle date del 31/12/2018, del 31/ 12/2019 e del 31/12/2020. Altri rilievi riguardano le tariffe sull’imposta di pubblicità, tassa sulla occupazione di spazi ed aree pubbliche, il canone unico patrimoniale e la sua regolazione. I mancati introiti e gli omessi provvedimenti per il recupero dell’evasione, per i tributi e le tariffe sopra indicate comportano responsabilità di natura erariale e penale. Anche per le entrate extratributarie le previsioni di recuperare circa 20 milioni di euro nel triennio 2020/2022 è fuori dalla realtà tant’è che il Ministero chiede attestazioni e provvedimenti per le singole Entrate. Altro capitolo spinoso riguarda l’uso dei beni patrimoniali.

Le cifre esposte al riguardo in entrata non hanno consistenza e le strutture ministeriali chiedono spiegazioni tra le previsioni ed i dati reali riferiti agli anni precedenti che contrastano con le indicazioni contenute nel bilancio presentato. Nel quinquennio 2015/2020, come spesso abbiamo riportato sui periodici locali, vi è stata una capacità di riscossione intorno al 26%, mentre la spesa ha viaggiato intorno al 59%. Con tale sfasatura tra entrate ed uscite il dissesto finanziario era nei fatti. A conclusione dell’arida esposizione, va evidenziato il dato assurdo e falso che si possano risanare i conti del Comune facendo ricorso all’alienazione dei beni patrimoniali prevedendo di incassare la cifra di € 33.473.373,25. Siamo all’inverosimile e bisogna prendere atto che le amministrazioni che sono state al governo cittadino nell’ultimo ventennio hanno badato solo a spendere senza preoccuparsi delle entrate ed i dirigenti ed i funzionari, con la complicità degli amministratori, si sono anche attribuiti premi di risultato ed indennità di performance, pur avendo portato al dissesto finanziario il Comune di Casoria, scaricando gli oneri sui cittadini e sulla collettività. Si ricorda in proposito che, per una vicenda analoga a quella registratasi al Comune di Casoria, la Giunta ed il collegio dei revisori del Comune di Catania risultano condannati dalla Corte dei Conti con l’interdizione dai pubblici uffici rispettivamente per dieci anni e per cinque anni. È stato anche avviato il procedimento penale per falso ideologico davanti al giudice penale competente. Insomma il bilancio stabilmente riequilibrato, approvato dalla maggiranza nella seduta consiliare del 27/1/2021 con atto n. 7, non contiene le indicazioni corrette per procedere al risanamento dei conti per cui bisogna ritornare in consiglio comunale per riformulare il documento. In una prossima occasione, sarà dedicata qualche riflessione alla pacata e ragionata intervista rilasciata dall’assessore alle finanze del Comune di Casoria, all’uso del patrimonio comunale ed alla questione Buontempo. Prof. Avv. Francesco Polizio


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VITTORIA CASO*

MARZO DONNA – CASAVATORE “RITRATTI FEMMINILI”

Donne: volontà, determinazione, capacità propositive, coraggio, forza interiore; ecco le qualità che emergeranno da RITRATTI FEMMINILI, progettato, in occasione del MARZO DONNA – Casavatore, da Clarae Musae, in attiva collaborazione e sinergia d’intenti con il comune, in particolare con l’Ass. P.I. Imma Calvano, donna instancabile e di squisita sensibilità. Il primo dei RITRATTI ha avuto come protagonista Maria Vittoria Pichi, che, competente farmacista, accusata ingiustamente di un reato non commesso, solo dopo una via crucis di 100 giorni ingiusti e inspiegabili di detenzione, riuscì a dimostrare la propria innocenza e la totale estraneità ai fatti. La sua vicenda è stata ricostruita nella trasmissione di Rai 1 - 22 aprile 2018 - SONO INNOCENTE curata da Alberto Matano. All’ incontro del 15 marzo hanno partecipato, assieme alla protagonista: Imma Calvano ass. P.I, dott.ssa M. Teresa Cigliano vicesindaco, dott.ssa Nadia Silva presidente del consiglio comunale, dott.ssa Serenella Siriaco magistrato, dott. Adriano Spagnuolo Vigorita giurista, Roberto Artiola e Alfredo Annunziata presidenti di Uniti per Casavatore e Casavatore Segnala, social molto seguiti ed io, Vittoria Caso, presidente di Clarae Musae. Riassumo brevemente la vicenda di Maria Vittoria Pichi. Il 17 dicembre 1981 a Verona, il generale NATO Dozier è rapito dalle B. R. La tensione è alta in tutto il Veneto ma le ricerche vengono effettuate soprattutto a Padova, città particolarmente politicizzata da gruppi estremisti. Il 27 gennaio 1982 dopo 42 giorni di sequestro il generale è liberato. La domanda sorge spontanea: che c›entra la giovane farmacista con il rapimento di Dozier? Niente! Assolutamente niente! Ma il clima drammatico successivo al rapimento vede non solo CIA e FBI ma anche tutti i corpi speciali italiani sguinzagliati alla ricerca dei responsabili o almeno di un capro espiatorio. Maria Vittoria è fermata il 28 dicembre assieme ad altri giovani e incarcerata. Dopo una perquisizione devastante e due giorni e due notti nella cella orrida e sporca della caserma è tradotta alla Giudecca, carcere femminile di Venezia. Qui resterà 100 giorni privata della sua libertà, senza spiegazioni e anche dopo la liberazione di Dozier e la collaborazione di Antonio Savasta, Capo delle B.R., con le forze dell’ordine, dovrà attendere prima di recuperare la libertà. Una volta liberata e dichiarata innocente, la sua vita purtroppo sarà per sempre condizionata da questa esperienza amara:

quella stampa che l›aveva sbattuta in prima pagina accusandola di essere una brigatista non racconterà la sua innocenza. Il dubbio e il pregiudizio continueranno a perseguitare non solo lei ma anche il suo compagno Paolo che verrà scarcerato dopo 10 mesi e continuerà a scontare ai domiciliari una colpa mai commessa. Nel 2006 Paolo si toglie la vita. Questa la storia che Maria Vittoria Pichi coraggiosamente descrive nel suo libro dal titolo COME UNA LAMA pubblicato nel 2011, dopo 30 anni dal fermo. Molte le domande che i partecipanti hanno posto alla dottoressa Pichi che ha risposto con serenità nonostante le ferite inflitte dall’ ingiusta detenzione le abbiano lasciato cicatrici permanenti. Ha scoperto di avere una grande forza interiore grazie alla quale è andata avanti nel percorso della vita: si è innamorata, ha avuto due figli, ha continuato a svolgere la sua professione. Sono particolarmente lieta che questo ritratto, trasmesso in diretta Facebook, sia stato seguito da oltre 1000 persone. Ringrazio sentitamente il Comune di Casavatore e il sindaco dott. Vito Marino per aver concesso il patrocinio morale ed aver messo a disposizione la piattaforma on line; in particolare sono grata a: Imma Calvano, pronta a sostenere la causa delle donne con entusiasmo, dedizione, attenzione, per la collaborazione concreta e di alto spessore qualitativo; Nadia Silva per la sua gradita presenza e la partecipazione intensa ed emotivamente coinvolgente alle problematiche femminili; Adriano Spagnuolo Vigorita per le sue riflessioni sempre calzanti e pertinenti; ringrazio inoltre la dott.ssa Siriaco (che sarà protagonista del 3° ritratto) per la chiarezza limpida e cristallina delle spiegazioni storico-giuridiche; Roberto Artiola e Alfredo Annunziata, compagni di tante avventure culturali di Clarae Musae, per l’impegno con cui si prodigano per Casavatore. Dulcis in fundo ringrazio la dott.ssa M. Vittoria Pichi per averci dedicato il suo prezioso tempo, per la fiducia concessaci, per la sua testimonianza di straordinaria forza interiore, quella forza che le ha permesso di non lasciarsi deprimere dall’orrore e dalla violenza e di dedicarsi oggi alla solidarietà concreta verso le donne detenute. Sulla mia pagina Fb è ancora possibile vedere o ascoltare l’incontro, che vi consiglio di non perdere. Mi auguro che tutte le donne che hanno assistito alla narrazione di questa esperienza possano trarne forza e vigore per combattere le battaglie che quotidianamente la vita ci offre. *Presidente Clarae Musae


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MARCO STILETTI I mesi di selezione sono stati lunghi e difficili, Da dicembre 2020 a marzo 2021 i tre consiglieri cimiteriali sono stati scelti tra nove persone che avevano fatto domanda. Più otto poi per l’assenza di un candidato. Solo questa settimana, infine, l’amministrazione, soprattutto con l’ultima parola del sindaco, Vito Marino, è arrivata a scegliere i tre nominativi del Comune di Casavatore. Dopo il rinnovo a fine 2020 per altri cinque anni dell’avvocato Leo, ecco i tre consiglieri che faranno parte del consiglio cimiteriale composto anche da altri sei componenti (altre tre cariche per Arzano e per Casoria). I tre nominativi, per quanto riguarda il Comune di Casavatore, sono Mauro Muto, Giuseppe Salzano e Salvatore Pacifico. Con loro finalmente tutto il consiglio è al completo. Medico chirurgo Mauro Muto ha svolto incarichi di responsabilità formalmente attribuiti ed assolti durante l’arco della carriera dirigenziale ed è stato direttore

del presidio ospedaliero di Nola. Attualmente lavora in Asl Napoli 3come presidente del collegio medico. Se Muto darà consulenza in ramo dirigenziale, Giuseppe Salzano non mancherà nel darla a livello legale, essendo un avvocato. Infine, Salvatore Pacifico porterà al gruppo la sua esperienza politica essendo stato nel 2019 assessore alla sicurezza ed innovazione tecnologica nell’amministrazione Maglione poi sfiduciata dopo solo 6 mesi. Il Consiglio consortile durerà in carica per tutto il periodo in cui resteranno in carica i consigli comunali dei tre Comuni e viene dunque rinnovato ogni qualvolta si rinnovano i Consigli Comunali. Essendo scaduto l’incarico dei precedenti componenti designati per conto di questo ente è stato necessario attivare la procedura per designazione dei tre rappresentanti.

Casavatore: Il sindaco ha designato i componenti del consiglio consortile cimiteriale

MARCO STILETTI

Casavatore: Vito Marino confermato sindaco. Maglione perde il ricorso al TAR

Il 17 marzo è il giorno dell’Unità di Italia che avvenne nel 1861 che quest’anno ha compiuto 160 anni. “Restiamo uniti” diceva sempre a rigor di motto Gianni Morandi dieci anni fa durante i suoi due festival di Sanremo. La parola unità è scorsa per tutti questi secoli e anni sia in maniera critica, ma anche come forza per arrivare a governare in maniera equilibrata e finalmente in modo giusto. Il sindaco di Casavatore, Vito Marino, proprio il 17 marzo è come se avesse vissuto una sua propria libertà. Indipendenza dal suo avversario Luigi Maglione che contestava l’esito delle ultime amministrative, con particolare riferimento alla proclamazione del verbale degli eletti e alle operazioni elettorali tenutesi nelle sezioni 3, 5, 6, 8, 9, 13, 17 e 18. Il Tar, quindi, ha riconfermato il sindaco Vito Marino a capo della giunta comunale e ora non resta che essere uniti e lavorare per un unico obiettivo: quello di sempre del bene per

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il paese. Il ricorso, quindi, non ha fatto altro che dare conferma e legittimazione alla posizione di Vito, facendolo guadagnare durante riconteggio schede anche un punto in più. La gioia è stata tanta per il confermato primo cittadino che alla buona notizia ha scritto subito un post sul suo profilo Facebook: “Oggi 17 marzo 2021 è come rinascere per la seconda volta. Il TAR finalmente mi dà ragione recuperando anche un altro voto sul mio avversario e permettendomi finalmente di governare senza avere più la spada di Damocle sul collo. Finalmente sono il primo cittadino al 100%, il sogno si è concretizzato ed insieme alla mia amministrazione non vedo l’ora di portare avanti tutti i progetti previsti nel programma”. Parole che mettono subito entusiasmo al sindaco che non vede l’ora di riqualificare, migliorare e potenziare Casavatore con tutti i progetti pronti per essere attuati.

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GIUSEPPE NAVARRA Dall’aprile del 1861 con legge 16/A del neonato Parlamento qualsiasi provvedimento o atto dello Stato era preceduto dalla dicitura: “Vittorio Emanuele II per grazia di Dio e volontà della nazione re d’Italia ….. “ Articolo unico della legge. Il popolo non è citato. Solo dopo la caduta della monarchia, quasi un secolo dopo, compare il termine popolo nella Carta Costituzionale. “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al Popolo …” Le sentenze dei giudici sono pronunciate in nome del popolo italiano. Pugliesi, siciliani, lombardi, veneti non sono più sudditi borbonici o austriaci, sono sudditi italiani. L’Italia è una nazione e gli abitanti il suo popolo. Più che le guerre d’indipendenza e le due guerre mondiali sono stati il vernacolo toscano, la cultura, l’arte, la musica, la danza e le vicissitudini storiche vissute dai futuri Italiani a dare una prima unità di popolo alla nostra nazione. Il disastro della II guerra mondiale non l’ebbe vinta sulla resilienza degli italiani. E’ nei tempi di lotta che un popolo giunge alla consapevolezza della sua dignità che talvolta dimentica nei periodi di rilassatezza morale e di benessere. A noi è successo dopo la sconfitta. «Nei tempi di pace e prosperità c’è sempre il rischio che esso si dissolva in una semplice massa, priva del vincolo di un qualsiasi principio unificatore», afferma il Papa. Una mera somma d’individui. Fino alla prossima sberla. La resilienza, però, era già presente a macchia di leopardo in tutto il territorio occupato dai nazi-fascisti: nelle parrocchie, tra la gente che sottraeva ebrei, rom e perseguitati agli aguzzini in divisa e orbace; commossa per le sofferenze altrui rischiava la pelle per aiutare degli sconosciuti, perché in un popolo è innato il senso di giustizia, di dignità, di solidarietà, di pietà. E’ gente che ha recuperato il «sentimento di far parte di un popolo.» Il sentimento che gli occupanti, spalleggiati dai loro sostenitori,

avevano cercato di distruggere con la deportazione di massa e l’annientamento della persona. Sono i protagonisti del risveglio alla memoria della nostra dignità di popolo, un impulso ad agire e a non disperare. II mio pensiero va ai migliaia di Palatucci sconosciuti, e mi chiedo perché non si erga un monumento al “GIUSTO IGNOTO.” Come il Milite anche lui ha servito la patria e difeso la dignità dei suoi abitanti. Il termine “popolo” identificato spesso con nazione viene abusato nelle ideologie: Deutschland uber Alles – la Germania su tutti - primo verso di una lied austriaca, diventato uno slogan hitleriano insieme a Gott mit uns (Dio è con noi- motto di un Ordine Teutonico) inciso sulle fibbie dei soldati del Reich e sbeffeggiato da Enzo Biagi con la frase: “”Hitler Lo aveva arruolato, per fortuna disertò.”” Oppure utilizzato nelle lotte di classe come nel proclama di Marx ed Engels “Proletari di tutti i popoli unitevi.” Ma Papa Francesco dice che «può essere conveniente che spieghi ciò che io intendo per “il popolo.”» Il popolo è il frutto della sintesi e della fusione di elementi disparati che «generano un tutto maggiore delle sue parti.» Esso cammina sicuro verso il futuro se si arrocca su obiettivi condivisi. Un popolo non è una semplice somma di individui perché esso, per quanto possa suonare strano, «ha un’anima. E poiché possiamo parlare dell’anima di un popolo, possiamo parlare di un modo di vedere il mondo, di una coscienza» che si è formata in momenti chiave della sua storia. La coscienza della necessità di salvaguardare i valori fondamentali del vivere insieme: “lotta e difesa della vita, difesa della dignità umana, amore per la libertà, preoccupazione per la giustizia e il creato, amore per la famiglia.” Individualismo e nazionalismo sono atteggiamenti e sentimenti che portano alla divisione, non all’unità di intenti e di condivisioni.

Il popolo

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Vaccini, medici indagati. Pellegrino (IV): “Da eroi a imputati, intervenga il governo”

Vaccini, medici indagati. Pellegrino (IV): “Da eroi a imputati, intervenga il governo” “E’ assurdo avviare procedimenti giudiziari nei confronti dei medici che stanno operando in prima linea per dare il giusto impulso al programma vaccinale in Italia, additandoli come responsabili delle conseguenze imprevedibili dell’inoculazione del vaccino. Non possiamo trasformare i medici da eroi a imputati. Dalle prime fasi della pandemia onorano egregiamente il giuramento di Ippocrate mettendosi in gioco completamente e molti hanno pagato con la propria vita. Auspico che il governo intervenga al più presto garantendo le opportune tutele a tutti coloro che sono impegnati nella campagna vaccinale, così da superare questa clamorosa ingiustizia che rischia di rallentare ulteriormente la corsa al vaccino. Voglio ringraziare tutti gli operatori sanitari che, nonostante questa vicenda particolarmente penalizzante, continuano ad offrire la propria disponibilità mostrando un esemplare senso del dovere. Mi aspetto altrettanta disponibilità da parte dell’Esecutivo nel prendere i dovuti provvedimenti”. Lo ha dichiarato Tommaso Pellegrino, Capogruppo di Italia Viva nel Consiglio Regionale della Campania.


DOMENICA 21 MARZO 2021

24 NANDO TROISE

ACCADEVA TRE ANNI FA. ERA IL 21 MARZO 2018. Un esercizio di memoria non fa male: ricordate?!?!

A CHI VERRA’ AFFIDATO L’INCARICO? A DI MAIO O A SALVINI? Le responsabilità di chi ha vinto le elezioni. Invece dal cilindro gialloverde uscì il professore GIUSEPPE CONTE

I Cinque Stelle sfondano nel Meridione d’Italia cavalcando la rivolta contro le vecchie classi dirigenti offrendo, tra l’altro, varie soluzioni alla disoccupazione giovanile. Una divisione politica e territoriale netta ha spazzato via nomi e candidature forti sulla carta; il voto di appartenenza, dato solo al partito e alle sue parole d’ordine, ha reso invisibili le alternative legate alla notorietà. Il prezzo più alto lo ha pagato il centro sinistra (e il suo leader Matteo Renzi). Le dimissioni prima annunciate e poi congelate da parte del segretario politico del Partito Democratico stanno a dimostrare che vuole controllare possibili deviazioni dalla linea annunciata: opposizione e mai accordi né con il Movimento Cinque Stelle né con il centrodestra. Nel Partito Democratico si aprirà una battaglia politica e di ambizioni personali il cui approdo non è per niente scontato, vista la fuga di parte dei suoi elettori verso il Movimento Cinque Stelle. Una fase tremenda in cui il Partito Democratico sarà dilaniato dal dilemma su come spendere il proprio capitale, anche se ridimensionato, di eletti in Parlamento. Luigi Di Maio ha aperto al dialogo per

la formazione di un governo, imperniato su sé stesso e sul Movimento 5 Stelle, che nelle sue intenzioni potrebbe coinvolgere principalmente il centro sinistra. Anche Matteo Salvini, dopo la rivoluzione culturale e politica fatta nel movimento creato a Pontida da Umberto Bossi, togliendo dal simbolo il geografico limite “Nord” e cancellando dalle tessere di iscrizione dei militanti la dicitura “per l’autonomia della Padania”, passando da una percentuale nazionale del 4% al 18% (e se non ci fosse stato il Movimento tanto somigliante ad una Lega del Sud, quello di Luigi Di Maio e Roberto Fico, non oso immaginare a quale percentuale nazionale sarebbe arrivata la Lega fino a qualche mese fa conosciuta come quella tipi-

camente Padana) si è detto pronto ad assumere l’incarico in rappresentanza di una coalizione di centrodestra. Le lodi sperticate al capo leghista arrivate dai dirigenti di Forza Italia sono il sintomo più chiaro della corsa al vincitore e del suo tentativo di conquista definitiva della guida di tutti quelli che si rivedono nel centrodestra italiano. Un vero e proprio investimento politico ma anche economico fatto da chi ha consentito percentuali impensabili nelle Marche, in Abruzzo ma anche in Campania ed in Sicilia. Chissà cosa staranno pensando sulla loro nuvoletta Guido Dorso e Carlo Alianello, Pasquale Squitieri, Luigi Settembrini e Francesco De Sanctis. A questo punto, quindi,

secondo gli elettori del Movimento di via Bellerio a Milano ma anche di Lecco, Como e Varese, LA QUESTIONE MERIDIONALE è terminata, avendo Salvini inventato un progetto che punta alla costruzione di un’ampia formazione nazionalista molto diversa dal vagheggiato schieramento liberale di Berlusconi. Ricordo a Salvini ma anche ai suoi referenti politici in Campania, a Napoli, a nord di Napoli, nel Casertano e nel Salernitano di leggere IL RESTO DI NIENTE di Enzo Striano o di vederne il film, interpretato da una magnifica Giovanna Mezzogiorno e di spiegarglielo al Matteo, di stare attento, raccontando al “Masaniello milanese” la rivoluzione di Lionora Fonseca, folgorato sulla strada di Afragola e di quella di Castelvolturno quando annunciò pochi anni fa che “prima la Padania libera che la mia laurea”, “fervente comunista” ma poi amico e fan di Marine Le Pen ed a Napoli del figlio di Cantalamessa e di Pina Castiello. Al leader del centrodestra queste cose vanno raccontate. Luigi Di Maio, da me conosciuto per una sua visita alla mia redazione, l’11 aprile del 2015, HO L’IMPRESSIONE se non la certezza che sia anzi

visita il nostro sito:

www.casoriadue.it


DOMENICA 21 MARZO 2021 è: “un raffinato borghese, con una compiuta articolazione intellettuale, mosso dal desiderio di essere moderato”. Raccontò in quella occasione a m e ed ai miei ragazzi di Casoriadue, presente anche Antonello Sannino, presidente di Arcigay, la sua idea di Italia come smart nation. Modi cortesi, lo stile rassicurante e in controtendenza rispetto a Fico o a Di Battista. Ha letto molto: dal Libretto Rosso di Sandro Pertini a Pino Romualdi ed Ungaretti. La leggenda metropolitana che non sapesse usare i congiuntivi ha fatto aumentare le simpatie verso di lui ed il suo modo di porsi. Siamo solo all’inizio di una fase politica in cui alcuni elementi sono però chiari: nessun partito e nessuna coalizione ha i voti per governare. Le rivendicazioni dell’incarico da parte di Luigi Di Maio e Matteo Salvini sono legittime ma sembrano un atto di forza che deve misurarsi con la realtà di un Parlamento al momento senza maggioranza. Il fatto che, nonostante il moderatismo di entrambi, sia il Movimento 5 Stelle che la Lega non abbiano accantonato l’idea ANTIEUROPEA rende eventuali accordi con il Partito Democratico ancora più complicati oltre a mettere in difficoltà il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a cui va il delicato compito di affidare l’incarico ad uno dei due sia di formare il nuovo Governo, poi ottenere la fiducia da entrambe la Camere, cioè Camera dei Deputati e Senato della Repubblica e, poi, GOVERNARE. La PARTITA è nelle mani del Presidente della Repubblica che, conoscendo la sua storia e quella del fratello Pier Santi, crediamo, non abbia alcuna intenzione di farsi trascinare in tentativi dimostrativi di formare il Governo, fatti solo per riaffermare il proprio ruolo. Il Capo dello Stato ha il compito di assicurare stabilità all’Italia con un esecutivo sostenuto da

25 numeri sufficienti. E’ un cammino stretto e difficile ma l’unico percorribile. Nella speranza che l’eterna transizione italiana finalmente si chiuda, pur comprendendo l’enorme difficoltà del Capo dello Stato ad intuire ed individuare chi dei due può garantire la governabilità della Nazione e, principalmente, la difficoltà a trovare i numeri e la fiducia delle due Camere

-------------------- CASORIA -------------------Quanti INTERROGATIVI Chissà SE QUESTO periodo politico contrassegnato da indolenza ed indifferenza proverà ad analizzare il voto espresso dal 64,84 % del corpo elettorale casoriano. Chissà se si domanderanno che il Movimento 5 Stelle potrebbe ottenere ad una eventuale e/o prossima competizione amministrativa il 64% ottenuto da Vincenzo Spadafora alla Camera dei Deputati o il 62% di Raffaele Mautone al Senato della Repubblica Chissà se analizzeranno (sia a Destra che a Sinistra) il voto del Centro Destra che ancora una volta dimostra (come già successo in Sicilia) che quando si presenta unito vince o rischia di vincere. 16 mila voti alla Camera lo dimostrano. Luca Scancariello ha ottenuto il doppio dei voti di Nicola Marrazzo. Il presidente della Commissione Attività Produttive alla Regione Campania aveva dalla sua parte tutto l’establishment del sistema politico ed amministrativo casoriano (tutti i Sindaci degli ultimi 27 anni, oltre a Casillo, Ciaramella e perdonate se dimentico qualcuno). Mancavano, forse, gli abitanti del Balcone sul futuro. Alla prossima.

DIANA KÜHNE

A Cortina gli sciatori della Campania vincono il Criterium Nazionale

Giada d’Antonio e Marco Mancini conquistano l’oro nel gigante sulle nevi del Mondiale. Il bronzo a Gaia Porzio e l’argento a Emma Cricrì nello slalom. Addentano le loro medaglie, proprio come hanno fatto solo un mese fa i campioni internazionali dello sci dei Mondiali a Cortina, i giovani atleti del Comitato campano, che hanno conquistato i podi del Criterium Nazionale under 12. Ben due vittorie, domenica nel gigante, di Giada d’Antonio e Marco Mancini, un bronzo di Gaia Porzio e un argento conquistato da Emma Cricri’ nello slalom di sabato Quattro giovani promesse dello sci nazionale che, oltre a rendere orgoglioso il nostro comitato, riempiono di gioia lo sci club Vesuvio, per il quale sono tesserati i tre piccoli Campioni, ed il Sai Napoli, club di appartenenza della Cricrì. Non solo vittorie, ma anche schiaccianti. La “Black Panther” Giada d’Antonio (come la chiama la sua mamma) è schizzata dal cancelletto di partenza del Gigante con tutta la grinta e il suo talento inconfondibile che l’ha portata sul gradino più alto del podio con il miglior tempo 40”34, rifilando ben 1”64 alla seconda classificata, l’altoatesina Taschler. Mentre la notizia della vittoria di Giada e della medaglia di bronzo della sua compagna di squadra Gaia Porzio entusiasmava e si diffondeva tra gli sci club, i dirigenti, gli allenatori, i parenti e tutti gli sportivi, in attesa sulle nevi di Roccaraso (le gare erano a porte chiuse a causa del COVID), si disputava la

manche della gara maschile. La gioia è espolsa quando un altro atleta dello sci club Vesuvio, Marco Mancini, ha fatto fermare il cronometro sul tempo più basso di tutti i suoi coetanei, con 73 centesimi di vantaggio sul secondo classificato. Nella giornata precedente un altro meraviglioso regalo al nostro comitato l’ha fatto Emma Cricrì, che ha conquistato la medaglia d’argento nello slalom speciale, con una gara veramente eccezionale. Ma il contributo per portare il comitato Campano al quinto posto della classifica generale, l’hanno dato tutti 29 componenti della squadra di comitato che, con le loro prestazioni hanno confermato la supremazia del CAM su tutte le regioni dell’Appennino.


DOMENICA 21 MARZO 2021

26 Franco Pezzella

Tesori d’arte a Casoria. Il ciclo maurino di Pietro Di Martino nella Collegiata di San Mauro

Alla fine della breve pagina che, a margine alla vita di Luca Giordano, Bernardo de Dominici dedica al pittore giuglianese Pietro Di Martino, il settecentesco storico dell’arte napoletana, dopo aver rapidamente elencato i lavori che l’artista realizzò a Napoli, riporta, che «la migliore di tutte le opere sue è stimata quella che fece in Casoria, casal di Napoli, per la Chiesa di S. Mauro, ove effigiò il Santo portato in gloria da bellissimi angeli». Il dipinto in oggetto, cui fanno “da cornice” due altri riquadri non altrimenti citati dal de Dominici e che raffigurano rispettivamente Il santo che salva san Placido dalle acque e Il santo che guarisce il legato Arderato, è quello stesso che è dato tuttora vedere nel centro del fastoso cassettonato che chiude in alto la navata centrale della bellissima collegiata casoriana (fig.1). Nel San Mauro in gloria (fig. 2) il santo è al centro della composizione circondato da angeli svolazzanti, uno dei quali gli regge un bastone pastorale, simbolo della sua dignità di abate. Davanti a lui si trova Cristo, su una nube, con sulle spalle una pesante croce. In alto è raffigurato Dio Padre, anch’egli seduto su una grande nube bianca, che, secondo l’iconografa tradizionale, ha la mano destra alzata e benedicente e la sinistra, che impugna lo scettro, appoggiata sul globo. Sotto di lui è la colomba dello Spirito Santo. La composizione si prefigura, pertanto, come una vasta allegoria che ha l’intento di celebrare la sua investitura a santo da parte di Dio, attraverso Cristo e lo Spirito Santo, ma anche di alcuni santi della congregazione dei benedettini, rappresentati dalle tre figure che s’intravedono alla sua destra, tra cui si riconosce il solo san Benedetto, avvolti anch’essi, alla pari del protagonista, dalla luce mistica proveniente dall’aureola di Dio e dalla colomba. Nel San Mauro che salva san Placido dalle acque (fig.3) è rappresentato, invece, quello che è considerato il suo più noto miracolo. Lo descriviamo con le parole di san Gregorio Magno: «Un giorno mentre il venerabile Benedetto sedeva nella sua stanza, il piccolo Placido ... uscì ad attingere l’acqua nel lago. Immergendo sbadatamente il secchiello che reggeva per mano, trascinato dalla

corrente cadde anche lui nell’acqua...e l’onda lo travolse trasportandolo lontano da terra…. L’uomo di Dio benché fosse dentro la cella si accorse immediatamente del fatto. Chiamò in gran fretta Mauro e gli gridò: “Corri, fratello Mauro, corri, perché Placido, che è andato a prender l’acqua, è cascato nel lago, e le onde già se lo stanno trascinando via!”. Avvenne allora un prodigio meraviglioso, che dopo Pietro apostolo non era successo

mai più. Chiesta e ricevuta la benedizione, Mauro si precipitò volando ad eseguire il comando che il Padre gli aveva espresso e convinto di camminare ancora sulla terra, corse sulle acque fin là dove si trovava il fanciullo, trascinato dall’onda, lo acciuffò pei capelli e poi, a corsa veloce, ritornò indietro. Non appena toccata terra, rientrato in sé, si volse, vide e capì di aver camminato sull’acqua. Sbalordito…si affrettò a raccontare ogni cosa al Padre. Benedetto attribuì subito il prodigio alla pronta obbedienza di lui… Mauro invece insisteva che tutto era potuto accadere soltanto per il comando di lui…In questa amichevole gara di umiltà si frappose arbitro il fanciullo che era stato salvato: “Mentre venivo salvato dall’acqua - disse - io vedevo sopra il mio capo il mantello dell’abate e sentivo che era proprio lui stesso che mi tirava fuori». Nell’altro riquadro (fig.4), il santo, in abiti pontificali, accompagnato da un giovane che gli regge il baculo e da un monaco, rivestito della tonaca nera caratteristica dei benedettini, è nell’atto di impartire la benedizione ad un uomo che, pallido, seminudo, con gli occhi chiusi e l’aria sofferente, è disteso su un letto assistito da una domestica. Nella parte alta, seduti sulle nubi, avvolti in una luce dorata (che in questo ciclo, reiterata com’è in tutti e tre dipinti, si prefigura come una sorta di cifra stilistica del pittore giuglianese), tre angioletti assistono alla scena, consci che sta per avvenire un miracolo. L’episodio raffigurato si riferisce, verosimilmente, alla guarigione del legato Arderato, avvenuta a Vercelli il 17 marzo del 543, narrata con grande dovizia di particolari nel Settecento da Giovanni Antonio Ranza, un erudito vercellese, sulla scorta del racconto di Oddone, abate del monastero di Glanfeuil autore di una Vita sancti Mauri apparsa alla fine del IX secolo, rifacimento a sua volta di una precedente biografia dettata da Fausto, un monaco compagno di san Mauro, testimone oculare dell’avvenimento. Secondo questo racconto il vescovo di Le Mans, Bertrando, inviò due suoi legati, l’arcidiacono Flodegario e il luogotenente Arderato a Montecassino per sollecitare Benedetto a mandare in Francia alcuni monaci per fondare un


DOMENICA 21 MARZO 2021 monastero che osservasse la sua regola. Acconsentito alla richiesta l’abate scelse, allo scopo, Mauro ed altri quattro frati, i quali la prima sera che dimorarono in una foresteria di un loro monastero durante il viaggio verso la Francia furono raggiunti da due confratelli con una missiva di Benedetto che affidava loro una teca d’avorio con tre reliquie della Santa Croce. Giunti a Vercelli dopo ben 55 giorni di viaggio, la compagine progettò di trattenersi due giorni prima di affrontare il tratto finale fino ad Auxerre allorquando, mentre Mauro rendeva visita al vescovo della città, Flaviano, anche lui futuro santo, fu raggiunto dalla notizia che Arderato, era precipitato dalle scale di una torre che stava visitando, riducendosi in fin di vita. Dopo alcuni giorni che il poveretto fu tra la vita e la morte quando si prospettò che l’unica speranza per lui fosse ormai solo l’amputazione di un braccio Flodegario andò da Mauro, che stava pregando in chiesa davanti alla cassetta con le reliquie della santa Croce, invitandolo ad intervenire. Quando ebbe finito di pregare, Mauro prese la cassetta e si portò, accompagnato dai confratelli, da Arderato, avvicinò alle ferite le reliquie e l’infermo guarì subito. La scena potrebbe riferirsi, tuttavia, anche ad un altro miracolo operato dal santo, il quale, narrato sempre da Ottone, riporta che continuando il viaggio verso la Francia dopo la lunga sosta a Vercelli, Mauro e la sua compagnia giunti alla chiesa della Beata Vergine sul monte Giura furono ospitati di una vedova di nome Remeia, nonostante la povera donna fosse disperata per il suo unico figlio, che consunto da un morbo crudele stava ormai per morire. San Mauro ne ebbe tanta pena, raccomandò a Dio il giovane, da due giorni privo di sensi, che improvvisamente si ravvivò. I dipinti del ciclo, per quanto in seguito a puliture imprudenti abbiano perduto, a tratti, parti della patina, rappresentano, senza dubbio, il meglio della produzione del Di Martino ad oggi nota, vuoi per la felice scelta iconografica, vuoi per la tecnica esecutiva, che si contraddistingue per l’uso di tratti decisi nella delineazione dei contorni principali delle figure, peraltro accuratamente ombreggiate e lumeggiate. L’attività di Pie-

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tro Di Martino a Casoria si estrinsecò, tuttavia, anche nell’attigua arciconfraternita di Santa Maria della Pietà. Sulla parete a destra dell’ingresso e sotto la volta a botte ribassata dell’oratorio, cui s’accede attraverso il transetto a sinistra dell’altare maggiore, si sviluppa, infatti, un vasto ciclo di affreschi del pittore che hanno a tema alcuni episodi della Vita di Gesù. Il ciclo si presenta al momento in parte compromesso per gli esiti delle infiltrazioni d’acqua, specie nella raffigurazione del Calvario, che datata 1699 e lunga quasi sei metri, domina la parete di fondo. Meno compromesse si presentano, invece, le composizioni del soffitto che rappresentano Gesù tra i dottori nel tempio nel riquadro centrale, Gesù caricato della croce e la Presentazione di Gesù al Tempio in quelli laterali. Nativo di Giugliano, Pietro Di Martino, documentato dal 1691 al 1736, fu uno dei più fedeli e operosi discepoli di Luca Giordano che seguì, probabilmente, anche nel suo decennale soggiorno in Spagna, tra il 1692 e il 1702, come sembrerebbe confermare la mancanza di sue notizie in quel periodo a Napoli e la menzione, in quest’ultimo anno, del suo nome tra gli iscritti alla Corporazione dei Pittori napoletani. Per il resto l’artista è ricordato come riporta il succitato Bernardo De Dominici quale artefice di «molte opere grandiose in pubblico e privato»

tra le quali vanno segnalate i perduti affreschi con Fatti della Vita di sant’Antonio nella chiesa napoletana dell’Ospedaletto (San Giuseppe Maggiore), alcuni dipinti nella chiesa dei SS. Apostoli e in quella della Pietrasanta, sempre a Napoli. Le altre uniche opere note dell’artista si riconducono alle diciotto tele con dodici Fatti della vita di san Benedetto, quattro Sante monache o Principesse fondatrici e i due arcangeli San Michele e San Raffaele (firmata e datata 1701) che corrono sopra la trabeazione dell’unica navata e negli angoli della chiesa di San Biagio di Aversa, alla pala d’altare raffigurante l’Incoronazione di Maria Vergine per la chiesa di Santa Maria Mater Christi di Cerreto Sannita e alla grande tela raffigurante le Nozze di Cana, firmata e datata 1707, che, proveniente dal refettorio dell’antico monastero di Sant’Antoniello a Port’Alba di Napoli, è conservata in un grande ambiente (denominata Sala Gioiosa) del complesso, trasformato nel frattempo in sede della Biblioteca di ricerca dell’area umanistica dell’Università Federico II. Negli ultimi anni le ricerche archivistiche hanno permesso di restituire al pittore giuglianese altre opere tra cui gli affreschi con scene della Vita di san Nicola da Bari nella cappella dedicata al santo in Santa Teresa degli Scalzi a Napoli, precedentemente attribuiti a Nicola Malinconico. Sono andati invece distrutti, per i vari terremoti che si sono susseguiti e non ultimo per le bombe alleate del 1943, i quattro affreschi realizzati nel coro della cattedrale di Benevento documentati insieme al restauro di altri due affreschi presenti nello stesso coro e ai ritratti degli arcivescovi in un manoscritto della Biblioteca Capitolare del 1691 reso noto dal Pavone. Lo stesso studioso riporta altri due documenti dai quali si evince che il Di Martino nei primi mesi del 1706 aveva realizzato una cona per l’altare maggiore della chiesa dell’Ospizio dei Poveri dei SS. Pietro e Gennaro a Napoli per la quale in data 13 marzo aveva ricevuto ducati 10 a compimento di 50 e che il 28 luglio del 1707 aveva ricevuto 37 ducati a conto di 40 per un quadro fatto per un monsignore di Cosenza. Il Di Martino morì nel mese di novembre del 1736 all’età di 78 anni.


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WEDDING IN CRISI: 13 MESI DI ZONA ROSSA

Luciano Paulillo, presidente Airb - associazione italiana regalo e bomboniera - traccia il bilancio del mondo wedding costretto allo stop da oltre un anno. “Il 2020 è stato un anno terribile per il nostro settore, siamo in “zona rossa” per 13 mesi, da marzo 2020 ad oggi, un danno incalcolabile per l’intera filiera”. Questa la sintesi di Luciano Paulillo, presidente AIRB (Associazione Italiana Regalo e Bomboniera) a sunto del bilancio del comparto wedding stilato sulla base di dati rilasciati dall’Istat. “Tra DPCM ed Ordinanze regionali, che hanno impedito di svolgere cerimonie e feste religiose, alle quali si aggiungono la chiusura delle chiese, anche nei periodi di apertura sociale, abbiamo ad oggi ben 13 mesi di inattività totale – prosegue Paulillo -. I numeri parlano chiaro a livello nazionale abbiamo perso l’80% del fatturato, pari a ben 29 miliardi di euro per il 2020, mentre il 100% da gennaio a marzo 2021. Il dato finale della perdita

di fatturato è raffrontato a quanto registrato nel 2019 con circa 35 miliardi di euro”. Secondo i dati forniti dall’Istat questi i numeri del comparto in forte perdita CRISI MONDO WEDDING Calo Cerimonie 2020 – periodo Gennaio/Ottobre (dati Istat) • 2020 circa 85 mila matrimoni, contro i 170mila stesso periodo del 2019 e 182mila nel 2018 • Tra gennaio e luglio 2020 si sono celebrati in Italia 34.059 matrimoni. Nello stesso periodo del 2019 i matrimoni furono 101.461. Il calo a picco è dovuto ovviamente in massima parte al

Covid. Nel 2018 i matrimoni furono 107.990). Nel I trimestre 2020, che ha scontato gli effetti della pandemia solo limitatamente al mese di marzo, la diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2019 risulta del 20% circa per matrimoni, unioni civili, separazioni consensuali presso i Tribunali. Nel II trimestre 2020 si delinea il vero crollo per via delle “pesanti restrizioni relative alla celebrazione dei matrimoni religiosi durante il lockdown, così come per quelle finalizzate a ridurre gli eventi di stato civile che hanno luogo nei Comuni”. La diminuzione rispetto al secondo trimestre 2019 è stata di circa 80% per i ma-

DANIELA LOMBARDI

trimoni, di circa 60% per le unioni civili e le separazioni/ divorzi consensuali presso i comuni e i tribunali. Ma la perdita dei posti di lavoro è il pericolo più grande come indica il presidente Paulillo: “Una volta terminate le CIGS governative, troveremo un disastro. Dei 7.000 negozi in Italia di vendita dell’articolo bomboniera e confetti circa 1.500 non rialzeranno la serranda con una perdita di 2.000 posti di lavoro ai quali si sommano almeno 3.000 dipendenti di aziende produttrici e distributrici. In Italia sono circa 1.700 e saranno in 200 a non ripartire. Cinquemila lavoratori che, una volta perso il lavoro, come faranno a mantenere le proprie famiglie? Senza contare una folta partecipazione di lavoratori, della filiera di settore, non sostenuti dalla protezione dello Stato come: lavoratori occasionali, stagionali o di prestazione, figure che lavorano con partita iva o con ritenuta d’acconto che non hanno avuto alcun ristoro”.

E’ nata una stella: la diciottenne Alice Pittui protagonista del film “L’amore all’improvviso” tratto dal libro di Barbara Fabbroni

Ritornare sul set in questo periodo odora di buono, ci regala una sensazione di quasi normalità ed è bellissimo, si cerca di guardare avanti anche tra mille difficoltà, tante, troppe, questo virus non ci deve togliere la voglia di sognare, la speranza in un futuro. Ritornare sul set accende un faro di speranza sulla settima arte, fatta di esordi, ma anche di grandi nomi. Il cinema manca, come manca il teatro e le storie da raccontare sul grande e sul piccolo schermo. Il film in questione è “L’amore all’improvviso “, tratto dal bellissimo romanzo di Barbara Fabbroni ed. Curcio, diretto da Stefania Rossella Grassi, cosceneggiatrice con l’autrice. Il volto della protagonista è quello luminoso della diciottenne Alice Pittui, scelta per la sua bellezza e freschezza, un sorriso che conquista e che ci illumina di speranza, insieme al sentimento dell’amore che mai come in questo momento deve essere presente in ognuno di noi per darci la spinta giusta per guardare ad un futuro migliore. La giovanissima attrice sarà attorniata da un cast che si preannuncia stellare ed è in via di definizione.


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FABRIZIO KÜHNE

COCA-COLA PIZZAVILLAGE@HOME EDIZIONE 2021 IN TOUR PALERMO, NAPOLI E MILANO LE TAPPE IN PROGRAMMA

Il Tour prenderà il via in Sicilia dal 25 al 28 marzo, approderà in Campania dal 27 al 30 maggio per concludersi in Lombardia dal 28 al 31 ottobre. La prima edizione milanese di PIZZAVILLAGE nel 2020 si è adattata al momento storico con la versione inedita @HOME, il format “phygital” del Napoli PizzaVillage, manifestazione cult di grande successo, che dal 2011 ad oggi, ha ospitato tutti i guru del settore. Contenuti digitali esclusivi, masterclass online e il calore e il profumo della pizza appena sfornata dai migliori maestri pizzaioli d’Italia, recapitata in una Special Box, hanno raggiunto le case dei milanesi con un servizio di delivery dedicato. Un nuovo format che ha immediatamente riscosso il favore del pubblico e degli operatori. Da eccellenza italiana a pop star internazionale, la pizza ha saputo scalare le classifiche alimentari di tutto il mondo grazie ai suoi ingredienti semplici ed alla sua innata capacità di aggregare. Prende il via così, sulla scia del successo dello scorso anno, il “Coca-Cola PizzaVillage@Home in Tour” che vede affiancarsi alle farine del Mulino Caputo, leader nel mondo, anche un’altra pop star, quella del beverage, Coca-Cola in qualità di title sponsor dell’edizione 2021, che celebra insieme al Pizza Village@Home in Tour il perfetto binomio tra pizza e Coca-Cola, una combinazione che mette tutti d’accordo e invita a trascorrere un momento di convivialità e felicità. Tre le tappe del Tour: Palermo dal 25 al 28 marzo, Napoli dal 27 al 30 maggio e Milano dal 28 al 31 ottobre, attraverso le quali oltre 20 maestri pizzaioli più rinomati ci delizieranno con tutta la loro esperienza e creatività. A Palermo e Milano le consegne, nei giorni di evento, saranno effettuate attraverso le principali piattaforme delivery con una Special Pizza Box da ordinare comodamente da casa. I campioni del forno a legna, con le farine Molino Caputo, daranno vita a creazioni inedite per l’occasione che, insieme a CocaCola, daranno vita ad allegre e divertenti serate casalinghe. A Napoli, invece, la notorietà e le presenze record degli ultimi anni, rivivranno nelle migliori pizzerie della città, che diven-

SPAZIO PUBBLICITARIO LIBERO

teranno veri e propri PizzaVillage flagship store in cui sarà attivo, in ogni caso, anche il servizio delivery e take-away, con le Special Pizza Box. Cuore pulsante dell’evento saranno i City Hub. Posizionati in luoghi strategici delle città, gli hub ospiteranno la produzione e il ritrovo per workshop, interviste, masterclass e dirette live, oltre che i punti di partenza del delivery. Dalle origini modeste fino a scalare i menù di tutto il mondo, dalle pizzerie di quartiere ai grandi ristoranti stellati, il PizzaVillage ci conduce nel racconto del mito delle nostre tavole. L’happening partito da Napoli, dove ha superato il milione di visitatori e che, da due anni, è già sbarcato a New York in occasione delle celebrazioni del Columbus Day, si presenta con una nuova edizione a casa degli italiani. Attraverso l’inedito format, infatti, da Palermo a Milano passando per Napoli, il PizzaVillage attraverserà l’Italia per arrivare nuovamente oltre i confini con le tappe di Dubai e Londra, se le attuali condizioni lo consentiranno. Non solo in tavola: i canali social del “Coca-Cola PizzaVillage@Home” ospiteranno le masterclass d’eccezione dei maestri pizzaioli, che mostreranno i loro segreti al banco di lavoro. Materie prime semplici, una lavorazione tramandata nei secoli, l’allegria della nostra grande comunità, saranno gli ingredienti per serate più leggere ed in armonia. L’arte del pizzaiuolo napoletano, tramandata di generazione in generazione ed inserita nella lista del Patrimonio immateriale dell’UNESCO nel 2017, trova così, nel PizzaVillage@Home, una ulteriore occasione per entrare in contatto con i suoi milioni di fan. Il Coca-Cola PizzaVillage@Home in Tour è ideato e prodotto da Oramata Grandi Eventi e AADV Entertainment, grazie al sostegno di Coca-Cola, Title Sponsor, del Founding Partner Mulino Caputo e degli Official Partner Acqua Minerale S.Bernardo, Latteria Sorrentina, Ciao -Il Pomodoro di Napoli, Caffè Kenon.

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30 ANTONIO BOTTA

COME ALBERI NELLA BUFERA

(In memoria di tutti gli anziani morti per il Covid)

Salme in mortale quiete allineate stanno, non più custodi di memoria e di sapienza. Urli d’ambulanze, lugubri e stridenti, in giorni surreali lacerano cuori e menti. Volti sgomenti, lacrime amare, nemmeno un attimo per confortare. Angeli a umana compassione aperti curano senza sosta con volti coperti, eroi di dedizione e coraggio rischiano la vita per affrontare il contagio. Ma angosciante per pazienti ansimanti é l’assenza dei cari in tragiche ore, vuote di dolci parole e di gesti d’amore. Scivolano stille di dolore su foto di visi ridenti baciate sul far della sera da congiunti piangenti. Un pianto di fili d’argento su livida terra versa la luna, udendo commossa singhiozzi frammisti a orazioni in fugaci benedi-

zioni. Animi stravolti sfiorano bare da camion condotte lontano dove in cenere avidi forni corpi amati trasformano. Oh anziani, fratelli anziani! Sedati, intubati, d’aria affamati, la bufera virale d’umana dignità v’ ha spogliati, alberi da radici con virulenza estirpati e di linfa vitale per sempre privati. Ancor più atroce é il luttuoso commiato nello sfavillio di luci e beltà della natura al tempo pandemico dell’immane sventura. Qual veli vaporosi dissolti nel vento, un tesoro d’antica saggezza è svanito per tutte le genti nell’aria greve d’olezzo di morte per dolori patiti e crudele sorte. (27 Settembre 2020: Primo premio – Concorso letterario nazionale e internazionale “AMBASCIATORE DEL SORRISO”)

KATIUSCIA LANERI

WOW - Women On Women

Imprenditrici e professioniste inglesi e italiane a confronto sui social con una challenge fotografica. SCARICA PRESS KIT COMPLETO Da una recente indagine della McKinsey Global Management Consulting, i lavori delle donne sono 1,8 volte più vulnerabili alla crisi economica provocata dal Covid 19 rispetto agli uomini a causa delle disparità di genere ancora esistenti. Inoltre, durante la pandemia è emerso anche l’importanza di connessioni con gli altri nel mondo digitale sia per i mezzi di sussistenza che per il benessere mentale soprattutto nel mondo degli affari. Nasce così la digital #WoWChallenge, l’iniziativa ideata a Londra dalla napoletana Marianna Penna, a capo della Boutique Tax Law Firm LEXeFISCAL (società di consulenza legale e fiscale inglese), che spiega: “Come donne poliedriche con senso pratico, lavoriamo con passione ed intendiamo divertirci allo stesso tempo, in modo intelligente e profondo. Accanto alla #WoWChallenge sui social media, stiamo ospitando un programma di tavole rotonde che include temi forti in modo leggero, tutti i nostri follower possono così beneficiare di suggerimenti, consigli e idee dalle esperienze di donne imprenditrici e professioniste”. Con WoW - Women on Women si intende, infatti, presentare le donne come fonte di ispirazione in diversi settori del mondo imprenditoriale e professionale, promuovendo il valore tangibile che apportano

all’economia e alla società. Per questo ogni donna coinvolta è incoraggiata a puntare i riflettori sulle altre partecipanti per condividere il messaggio di collaborazione e sostegno all’interno delle comunità digitali di ciascuna. Non a caso si terranno anche tavole rotonde su diversi temi a cui si potrà assistere a distanza sugli stessi canali social della challenge. Si parte con 24 profili con l’intento di coinvolgere tutte le donne desiderose e pronte a mettersi in gioco raccontando le proprie storie, per esprimere e onorare i risultati ottenuti. Come funziona #WoWChallenge. Ciascun follower che parteciperà alla sfida pubblicherà sul suo social preferito un’istantanea che indica un “momento wow!” nel corso della carriera o della vita anche privata, eventualmente reso possibile con il supporto di altre donne. All’immagine saranno taggate, oltre LEXeFISCAL e WoW, i WoW di altre donne professioniste e imprenditrici con l’hashtag #WoWChallenge, per permettere la condivisione della sfida. Questi i profili social: • Instagram: instagram.com/wow_ lexefiscal,instagram.com/brilliant_ lexefiscal • Facebook: facebook.com/wowlexefiscal, facebook.com/lexefiscal, • LinkedIn: linkedin.com/company/

lexefiscal, https://www.linkedin.com/ showcase/wow-lexefiscal/about/ • Twitter: twitter.com/Lexefiscal

Le partecipanti Imprenditrici e professioniste italiane: Vitrizia, cappelli ed accessori; Nicoletta Carneiro, moda mare donna; Francesca Ciccarelli, couturiére; Anna Vigorito, specialista del sopracciglio; Ida Agunzo, event planner per feste ed intrattenimento bambini; Imma Corrado, chef a domicilio; Katiuscia Laneri, giornalista; Marianna Patricelli, psicologa; Antonella Formicola, criminologa; Marinella Carangio, consulenza alle imprese; Ornella Lotti, fine artist e fotografa; Isidora Moles, artista e soprano; Imprenditrici e professioniste di Londra: Sanjit Vallance, nightwear and loungewear; Adriana Chede, gioielleria; Bozena Jankowska, sustainable luxury womenswear; Martina Bohn, hats designer; Stacy Chan, borse ed accessori in pelle; Basana Williams, bellezza e benessere; Stefania Bartolomei, fashion stylist; Leanne Antoine, fisioterapista; Brenda Gabriel, pubbliche relazioni; Indre Butkeviciute, wealth coach; Marla Saggu, consulente aziendale; Vanessa Whiteside, marketing specialist.


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IDA PICCOLO

ANDREA SANNINO INCANTA TUTTI: IL CANTAUTORE NAPOLETANO A TU PER TU CON ANTONIO D’ADDIO E IDA PICCOLO A PARTENOPE TV

Continuano inarrestabili i consensi per il format “A Tu per Tu”, condotto dal giornalista Antonio D’Addio e dalla presentatrice/speaker radiofonica Ida Piccolo, in onda, ogni martedì sera, sulle frequenze di Partenope Tv, l’emittente regionale leader in Campania (canale 188 del digitale terrestre), Puglia, Calabria e in tutto il Meridione (canale 190), ora anche in Abruzzo e in Croazia, e in diretta streaming su www.partenope.tv, un successo ottenuto grazie ad una squadra vincente composta dall’intraprendente editore Angelo Ucciero, dal valente direttore artistico, Renato De Carmine, dal bravo regista Antonio Di Gennaro, dai fonici, dai cameraman e da tutto lo staff tecnico. Ospite della nona puntata Andrea Sannino, interprete, autore, attore, star del momento, che si è raccontato aprendo il suo cuore sotto le domande incalzanti dei due conduttori e ripercorrendo le tappe fondamentali della sua carriera partendo dagli inizi e arrivando fino ai giorni nostri sottolineando tutte le sue più grandi soddisfazioni artistiche. Ampio spazio è stato dato anche al suo privato: le sue passioni, i suoi hobby, il suo rapporto con i fan e i social, la sua famiglia, la moglie Marinella e i due figli Gioia e Alessandro. A questo proposito è stato

mandato in onda un estratto del suo matrimonio accompagnato da un blocco fotografico e da un inaspettato messaggio da parte della moglie, che ha lasciato senza parole il cantautore napoletano. Tra chiacchiere, ricordi, battute, messaggi arrivati sulla pagina ufficiale de La Voce di Napoli di Bruno Cirillo, che ha trasmesso in diretta Facebook la puntata, si è parlato anche di Covid con la testimonianza diretta del nostro graditissimo e amatissimo ospite, sono stati mostrati dei blocchi fotografici sulla sua carriera e sulla sua vita privata, dei video tratti dalle sue partecipazioni televisive, i videosaluti di Peppe Iodice, che lo ha presentato in apertura di programma, quelli di Franco Ricciardi, Sal Da Vinci, Pasquale Palma, Francesco Cicchella, Caterina Spacca Napoli, degli amici Giuseppe, Rosita e Antonio,

Salvo accordi scritti, la collaborazione con questo settimanale è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. In nessun caso si garantisce la restituzione dei materiali inviati. Del contenuto degli articoli e degli annunci pubblicitari sono legalmente responsabili i singoli autori. È vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari.

Carla e Antonio, Rosaria e Antonio e quelli, simpaticissimi, delle sorelle Adele e Susanna. Andrea si è sottoposto anche ad un fuoco di fila di domande, a cui ha risposto con sincerità, ha ringraziato i suoi numerosi Fan Club, ha ricordato l’affetto dei suoi ammiratori e, accompagnato dai suoi inseparabili musicisti, Pippo Seno e Mauro Spenillo, ci ha regalato dei momenti live, che hanno estasiato tutti, oltre ad ascoltare le sue maggiori hit. Inoltre ci ha anticipato alcuni progetti imminenti: un disco di duetti con artisti nazionali e un’altra collaborazione con Alessandro Siani. In studio anche il suo storico manager Claudio Malfi, il fotografo Alessandro Impresa e Massimo Argentiere, che ha donato delle magliette e delle mascherine a tutto il cast e un bellissimo sacro cuore napoletano alla con-

duttrice Ida Piccolo. La puntata sarà trasmessa domani sera sulle frequenze di Radio Amore degli editori Antonio e Daniele Romano e andrà in replica domenica sera, alle ore 21,00, su Partenope Tv. Un doveroso ringraziamento a Giovanni Cappetta, che cura il settore fonico live, a Giulio Rospo, supervisore audio e luci, agli sponsor della trasmissione: il panificio Mary a Pianura e il team “Amati e ti Ameranno”, che comprende “Le spose di Licia” nella persona della stilista Licia Giametta, l’hair stylist per uomo e donna Gino Piazza e la make up artist Fabiana Franzese.

Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. Reg. 5116 del 28/02/2000

Editore CASORIA DUE s. a. s società messa in liquidazione

Direttore Responsabile: Ferdinando Troise WEB: C&C CENTRO STAMPE SRL - CASORIA Questo numero è stato chiuso il 18 marzo 2021

Direzione, Redazione, Amministrazione e Pubblicità S.S. Sannitica, 9 - 80026 Casoria (NA) - Tel. /Fax 08118254028 email: casoriadue@libero. it


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