DOMENICA 24 MAGGIO 2020
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Settimanale di Informazione
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ANNO XIX - N° 21 - DOMENICA 24 MAGGIO 2020
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ANTONIO BOTTA
Casoria, decimo anniversario della canonizzazione di Madre Giulia: Santa Messa presieduta dal Cardinale Sepe
LA SANTITA’, PASSIONE DI CONSACRATE E CONSACRATI
In occasione del decimo anniversario della Canonizzazione di Madre Giulia Salzano, congiuntamente alla ricorrenza dell’anticipata festa liturgica della Santa, il Cardinale Crescenzio Sepe, su invito delle suore catechiste del Sacro Cuore di Casoria, il 16 Maggio scorso ha presieduto la celebrazione eucaristica di ringraziamento al Signore, a porte chiuse, vigendo ancora il divieto di partecipazione dei fedeli alle funzioni liturgiche per l’emergenza epidemiologica. Le suore, rispettando rigorosamente le norme prescritte di distanziamento fisico e di utilizzo di mascherine e di guanti, hanno partecipato alla Santa Messa nel tempio dell’edificio religioso in un clima di raccoglimento e di preghiera, reso ancora più intimo e suggestivo dal coro che ha elevato all’Eterno Padre canti di lode e di ringraziamento. Suor Bertilla, a nome della Superiora Generale Madre Roberta e della Congregazione, ha ringraziato l’Arcivescovo della Diocesi di Napoli per la sua presenza e per la vicinanza che ha sempre dimostrato alla loro comunità, ponendo in rilievo
che “tutto quello che Madre Giulia ha operato nella sua vita l’ha compiuto nella certezza che servisse per l’estensione del Regno di Dio e i bisogni della Chiesa. Questo è anche il nostro desiderio e impegno. Ripetiamo con Santa Giulia la sua dichiarazione ad ogni Cardinale che si succedeva nella Chiesa di Napoli, o nei diversi incontri con loro, di essere obbedienti al Suo Pastore e Padre, perché illuminato dallo Spirito Santo”. Dopo la liturgia della Parola, il Cardinale, nella riflessione omelica, ha manifestato la sua gioia come Vescovo e consacrato nel presiedere la celebrazione, condividendo lo spirito e il carisma di S. Giulia, che consente di “rinfrescarci” nell’immedesimazione con Cristo, nostro Sposo”. Sull’esempio di “Donna Giulietta”, ha sottolineato il Celebrante, profeticamente docile allo Spirito Santo che ha svelato completamente la Verità sul Padre, incarnatosi nel Figlio per donarci la salvezza, anche noi, come Lei, dobbiamo perseverare nell’impegno di essere catechisti per continua a pag. 4
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“incidere nell’anima di tutti al fine di far emergere la Verità, che è Cristo, professando, trasmettendo, incarnando la nostra fede in Lui”. S. Giulia Salzano a 16 anni, dopo aver vinto un concorso, giunse a Casoria da S. Maria Capua Vetere per insegnare ai piccoli, fornendo loro una solida formazione umana e intellettuale, ma capì che ciò non bastava: era necessario offrire ai fanciulli qualcosa di più, che fosse fondamentale per la loro vita, un’educazione integrale, spirituale; decise, perciò, di dedicarsi al catechismo, una vocazione talmente forte da dire: “Io farò sempre il catechismo finché avrò un filo di vita”. Per questo, alle Sue figlie spirituali, sparse in varie parti del mondo, quale segno di una Santità diffusa, raccomandò di non badare ai sacrifici per essere catechiste viventi: lei è morta facendo catechismo a 100 ragazzi che si preparavano a ricevere la prima comunione: profetessa, dunque, della Nuova Evangelizzazione, vocazione che ha svolto nella Chiesa evangelizzatrice, “Mater et Magistra”, che sotto la guida della Spirito Santo, ha aperto il cuore dei discepoli di Cristo e di tutti gli uomini alla Verità”. Condizione imprescindibile per evangelizzare, ha concluso Sepe, è, di mirare, ispirati dalla vita di Madre Giulia, alla santità, “passione” di consacrate e di consacrati; viviamo in tempi difficili,
ma non bisogna scoraggiarsi ed essere preoccupati, perché Cristo ha detto: “Io sono con voi”. Il Signore ha inviato lo Spirito Santo perché possiate essere rinforzate nella vostra consacrazione. Il mio augurio è che possiate vivere una santità di comunione, sull’esempio della vostra Fondatrice,che intercede per voi”. Dieci anni sono trascorsi dalla canonizzazione di Donna Giulietta, sembra ieri: ecco alcuni stralci dell’ articolo pubblicato su Casoriadue, in occasione dell’evento: “Tempo incerto e variabile, Domenica 17 Ottobre, giorno che sarà ricordato da tutti i Casoriani per il grande evento della canonizzazione della Beata Giulia Salzano. A Roma, nell’ampia piazza antistante la Basilica di S. Pietro, in cui spira un fresco venticello autunnale, convengono circa 4000 campani per partecipare alla celebrazione del solenne rito presieduto da S. S. Benedetto XVI. I cappellini arancioni dei devoti di Madre Giulia spiccano tra tanti altri di diversi colori, indossati da migliaia di fedeli giunti da varie parti del mondo nella “Città eterna” per i Beati che saranno proclamati Santi insieme con la “nostra” “Donna Giulietta […], di cui Papa Benedetto XVI ha posto in evidenza il carisma originale e profetico, in quanto unica figura di Fondatrice (“Congregazione delle suore catechiste del Sacro Cuore”) che si è totalmente dedicata alla catechesi, dando tutta se stessa per
la formazione dei fanciulli, dei giovani e degli adulti. Le reliquie di Santa Giulia sono state portate sull’altare dalla miracolata, signora Maria Grazia Pelliccia, affiancata da due suore catechiste del Sacro Cuore[…] I Santi sono l’unico messaggio cristiano che “arriva” davvero, dopo il Vangelo. Ma noi cristiani non li sappiamo raccontare. Facciamo i moralisti e il mondo sbadiglia. I responsabili dei media ritengono noioso il Cristianesimo, che, invece, quando è vero, è di fuoco. […] L’umanità di oggi ha un grande bisogno di pugni nello stomaco che sanno dare i santi”. E di “pugni nello stomaco” santa Giulia Salzano, così dinamica e tenace nel suo instancabile impegno di far conoscere e amare Dio, fa bene a darne tanti: a molti genitori, anzitutto, che di tutto e di più offrono ai figli tranne che trasmettere, con l’esempio e con la parola, ciò che veramente conta, i valori umani e cristiani; agli insegnanti, molto più preoccupati di sviluppare la dimensione cognitiva della personalità degli alunni, il cosiddetto “pensiero razionale”, trascurando o non tenendo nel giusto conto quella affettiva, relazionale, etica e spirituale; ai politici, che impegolati in faccende affaristiche e in “giochi di potere” ignorano i bisogni delle classi sociali più deboli, come quelli dei ragazzi, ai quali santa Giulia ha dedicato interamente la vita, curandone lo spirito e temprandone il carattere […]
RITA GIAQUINTO
Arpino, Medico di base cercasi Anche i medici di base hanno il diritto di andare in pensione, eppure, nella frazione di Arpino, anche questo diritto sembra creare caos e difficoltà. D’altro canto, è sacrosanto anche, e soprattutto, il diritto dei cittadini alla salute, a cui va garantita assistenza di base con meno disagi è possibile, nel momento in cui si verificano situazioni del genere. Il Dr. Coraggio, il medico di base della frazione di Arpino, è andato in pensione a partire dal 30 aprile, in quanto prefestivo (1° maggio), cosa che già creò disagio ai cittadini, trovandosi già da fine aprile, senza medico. Tra qualche mese, dopo l’estate , andrà in pensione anche il Dr. Amato e, la frazione di Arpino potrebbe risultare “zona carente” relativamente al medico di base. La materia è di competenza strettamente della Regione ma, data l’urgenza, si vede necessario l’intervento della ASL. Infatti, come è chiaramente spiegato in un comunicato del circolo “
Fulvio Rendina” di Casoria Arpino del Partito Democratico, si sono fatti dei passi in avanti che farebbero ben sperare. Il Dr. Antonio Cajafa, delegato del Direttore Generale della ASL NAPOLI 2 NORD, ha infatti dichiarato che, entro il 1° giugno, la vicenda si dovrebbe chiudere positivamente, creando una situazione provvisoria ma stabile almeno per un anno. Il Sindaco Bene avrebbe già messo a disposizione un locale del Comune da adibire ad ambulatorio. La disponibilità è stata data per circa un anno. Nel frattempo, l’ASL cercherà di coinvolgere la Regione Campania per il bando da indire per poter procedere, quanto prima è possibile, alla copertura dei medici di base ad Arpino. Il primo giugno non è lontano, e noi come sempre monitoreremo la corretta messa in atto degli accordi, soprattutto per dar voce ad una porzione della città di Casoria troppo spesso abbandonata.
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ANTONIO BOTTA
IMPERATIVO CATEGORICO: TUTELARE LA SALUTE PUBBLICA
In un’intervista concessa al Direttore di Casoriadue Nando Troise, trasmessa su Nano tv nell’ambito della rubrica “La copertina”, il professore Mimmo Ronga, primario emerito di medicina trasfusionale dell’istituto nazionale Tumori Fondazione G. Pascale di Napoli, con argomentazioni lucide, dettate dal buon senso, oltre che fondate su una solidissima preparazione scientifica e su una qualificata esperienza professionale, ha spiegato come convivere con il Coronavirus in questa “seconda fase” in cui si sono allentate le misure di restrizione per consentire all’economia di riprendere fiato. Prendendo spunto dalla copertina del primo marzo del predetto settimanale, dal titolo “Quando la paura non ha alcun senso”, Troise evidenzia che, in realtà, egli avrebbe voluto sceglierne un altro, “LA NUOVA PESTE CINESE, confrontandola con quella di un secolo fa, “La Spagnola”, ma vi rinunciò, temendo di lanciare un messaggio gravido di sventure fino al punto da poter essere querelato “per procurato allarme”; evidenzia che lo stesso eminente virologo, prof. Giulio Tarro, del quale fu pubblicata l’intervista in quel numero del giornale, sosteneva, tranquillizzando le persone, che il virus in prossimità dell’estate, a temperature elevate, avrebbe perso la sua forza letale. Del resto, anche gli interventi di altri epidemiologi, all’inizio, non manifestavano soverchia preoccupazione, affermando che il Covid 19 causava qualcosa “in più di una semplice influenza”. Tali rassicurazioni, ovviamente, scaturivano dal fatto, come sottolineato
Intervista su Nano TV del Direttore Troise al prof. Mimmo Ronga, primario emerito di Medicina trasfusionale dell’Istituto Nazionale Tumori Fondazione G. Pascale
anche da Ronga, che non si conosceva a fondo il Coronavirus e non si potevano, quindi, prefigurare scenari tragici, come quelli che, poi, si sono verificati, con oltre 30.000 morti, soprattutto di anziani, e una falcidia di operatori sanitari, tra personale medico, paramedico, infermieri, colpendo anche persone di fasce d’età adulte e finanche giovanili. L’eminente medico, infatti, afferma che si era a tal punto tranquilli da consentire che si svolgesse, nello stadio di S. Siro, a Milano, la partita dell’Atalanta: dopo 15 – 20 giorni da quella disputa calcistica, “si sono verificati gli effetti nefasti con un record di contagiati e di morti, in particolar modo a Bergamo, a Brescia e nelle province di queste due città”. “La pericolosità del Covid” prosegue il Professore “é dovuta al fatto che esso si trasmette per via respiratoria: per noi l’aria è un elemento necessario per vivere, non ne possiamo fare a meno; il virus si diffonde nell’aria tramite micro goccioline che noi emettiamo a centinaia quando parliamo,
starnutiamo, tossiamo. Il virus del colera, invece, che si diffuse a Napoli nel 1973, è a trasmissione oro –fecale: attraverso le feci inquina le acque, da esse gli alimenti; era più facile difendersi dal vibrione colerico osservando norme igieniche, infatti causò appena 4 morti; d’altronde col vaccino fu possibile subito debellarlo”. “Ora, in mancanza del vaccino,” prosegue l’Intervistato “ la fondamentale protezione è il distanziamento fisico di due metri: su ciò divergo dalle raccomandazioni fornite dal Comitato tecnico – scientifico, perché, distanziandoci di un solo metro, senza rendercene conto , tendiamo ad avvicinarci alla persona o persone con cui si dialoga e lo spazio di distanza si riduce ulteriormente; quindi, per ragioni di maggiore sicurezza, io consiglio di porsi a una distanza di un metro e mezzo – due metri.” Mostrando la seconda copertina, pubblicata nel numero di Casoriadue dell’8 marzo scorso e a lui inviata dal medico casoriano Mauro
Muto, Troise riferisce che essa è stata scattata fuori dell’ ospedale da campo del “S. Leonardo”di Castellammare di Stabia e ritrae in primo piano due infermieri muniti di mascherine, guanti, divisa adeguata, osservando che in quel periodo ancora non era maturata in tutti la consapevolezza della necessaria importanza di tutelare, oltre che se stessi, anche gli altri con gli opportuni presidii di protezione. A tal riguardo, Ronga pone in rilievo che dopo il distanziamento, indossare la mascherina è un atto di grande responsabilità per evitare di contagiare e di essere contagiati: “la mascherina chirurgica va indossata per tutelare gli altri, non per proteggere se stessi dagli altri: i chirurghi, infatti, la indossano per preservare il paziente durante le operazioni chirurgiche. Il rischio è che, nonostante noi la indossiamo, ciò non ci tutela da chi, irresponsabilmente, non si copre bocca e naso, soprattutto negli ambienti chiusi, e può, con la sua scelta avventata di non indossarla, di infettarci. Occorre, poi, fare attenzione a non toccarla sulla parte esterna, anche quando la si toglie; è necessario,inoltre, prima di indossarla e dopo averla indossata, lavarsi in maniera adeguata le mani, perché, qualora anche un solo virus si sia depositato sull’esterno della mascherina, dalle mani potrebbe essere inalato nel nostro organismo toccandoci inavvertitamente occhi, naso, bocca. Anche se indossiamo i guanti, è necessario non toccare le parti del corpo indicate, nemmeno i capelli, e, appena tornati a casa, bisogna toglierli e gettarli nell’INDIFFERENZIATA”.
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6 Ha raccomandato, al posto dei guanti, di tenere sempre in tasca una confezione di gel idroalcolico in maniera tale di poter disinfettarsi con qualche goccia le mani ogni qualvolta si toccano oggetti vari nei negozi o sediolini e maniglie sui mezzi pubblici A questo punto, il Professore ha raccomandato di non arrivare a un tale livello di incoscienza e di inciviltà da gettare mascherine e guanti per la strada. Su una domanda di Troise sulla non reperibilità delle mascherine (anche di guanti in questo periodo, ndr.), Ronga spiega che, dopo la disposizione del commissario Domenico Arcuri di fissarne il prezzo a 50 centesimi più IVA, esse sono sparite dalla circolazione e sono in giacenza nei depositi dei grossisti fin quando non si stabilisce di venderle, al dettaglio, almeno a 2,50 euro l’una. Intanto, molte sartorie e camicerie, come ha affermato, Troise, le stanno producendo, ma il suo interlocutore non ne ha garantito la sicurezza, mancando, come ha sottolineato delle “necessarie qualità tecniche; certo, meglio di niente, ma hanno solo la funzione di barriera meccanica”. L’ultima domanda riguarda le vacanze estive al mare e lo sport: come si conciliano con la convivenza del Covid?
Anche qui devono prevalere, ha spiegato Ronga, senso civico, maturità e responsabilità, coscienti che con il nostro stile di vita e i comportamenti adeguati possiamo permettere che la curva epidemiologica continui a scendere; altrimenti, se si torna indietro e si è costretti a nuove restrizioni, si rischia un irreversibile tracollo economico. Calcio? I giocatori si allenano senza mascherine rispettando il dovuto distanziamento; dopo l’allenamento, i giocatori del Napoli subito indossano la tuta e fanno la doccia a casa; sulle spiagge, si sta sotto l’ombrellone con la mascherina; sulla battigia si passeggia rispettando il distanziamento fisico ed evitando gli assembramenti; si toglie la mascherina durante il bagno e la si rimette quando si torna; evitare, per quanto possibile, di recarsi al bar, preferendo il consumo di bibite, gelati e altro sotto l’ombrellone, al fine di evitare gli assembramenti; altrimenti, bisogna aspettare il proprio turno, rispettando il distanziamento fisico. Va ricordato che il caldo estivo potrebbe far “assopire” il virus e attenuarne la letalità, ma esso continua, comunque a circolare; sempre, dunque, massima allerta ! Il Covid produce effetti nocivi su tutti gli organi del corpo,distruggendo i vasi sanguigni, non colpisce solo i pol-
Crescere insieme, perfezionandosi Sicurezza edilizia Ambiente
moni; per questo si usa l’espressione “malattia sistemica”. Ciò lo si è rivelato dalle autopsie sui pazienti morti, pratica, ha detto Ronga, che gli ha permesso, nel corso della sua professione, di apprendere e di sviluppare le necessarie competenze. Le ultime parole il Professore, su sollecitazione di Troise, le ha dedicate al grande e prezioso lavoro dei suoi colleghi e colleghe, che all’inizio hanno lavorato a mani nude, sacrificando la propria vita e all’importanza dei vaccini, stigmatizzando i cosiddetti “novax”. “Sostengono, sbagliando incoscientemente e stupidamente, ha concluso Ronga, che i vaccini servono solo per arricchire le case farmaceutiche: è come se dicessi che gli incidenti stradali avvengono per arricchire i carrozzieri; è chiaro che le case farmaceutiche ottengono i loro profitti, ma è indubbio che i vaccini hanno salvaguardato la nostra vita e tutelata la salute pubblica. Non si può dire che bisogna rispettare la libertà di chi rifiuta di vaccinarsi, la libertà, garantita dalla Costituzione, non è assoluta, il limite della libertà individuale sta nella necessità di tutelare il bene comune. Ciò vale anche per il Coronavirus: bisogna essere disposti ad accettare piccoli sacrifici per proteggere la salute pubblica”.
Vincenzo D’Anna
Dottore in scienze dell’Ingegneria Collegio dei geometri e dei geometri laureati della Provincia di Napoli
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CIRO TROISE
La lezione tedesca: il calcio si salva solo con il trionfo della visione d’insieme
“Per stare bene a metà tra l’emozione e la paura”, recitava una delle tante straordinarie canzoni di Pino Daniele. Sabato pomeriggio, quando il calcio è tornato con la Bundesliga, ho pensato proprio a quella canzone di Pino. L’emozione di rivedere un gol, di soffermarsi sui principi di gioco del Borussia Dortmund, una macchina di divertimento capace di far male con la variabilità delle sue bocche di fuoco e con una ricerca frequente della verticalità, di pensare al rigore, all’espulsione, d’innamorarsi delle vecchie certezze come la qualità di Haaland, un gigante per struttura fisica, coordinazione e capacità di leggere l’attacco allo spazio. A Salisburgo dal vivo m’impressionò, ricorda Bobo Vieri. La paura che lo scheletro di folla possa essere a lungo il triste regno del calcio a porte chiuse, che la ripartenza sia condizionata dal timore dei giocatori, che non si riesca a cogliere il giusto equilibrio tra la necessità economica di ricominciare e la tutela della condizione fisica. Il calcio ha bisogno di ripartire, capisco che sulla bilancia tra emozione e paura qualcuno possa far vincere l’ipnosi ma pensare che si possa aspettare il contagio zero, l’addio del virus, una cura o un vaccino significa anteporre un’ideologia alla realtà: svalutazione del patrimonio sportivo delle società, alcune hanno già fatturato anticipando la sesta rata delle tv e rischiano tantissimo. L’ideologia è legittima, sacrosanta ma, quando prevale sulla visione d’insieme s’invade il territorio border-line dell’integralismo, quindi un campo minato. Perché la Bundesliga ha battuto tutti nettamente sul tempo? La Germania è la locomotiva d’Europa, nonostante la sconfitta nella seconda guerra mondiale e la convivenza con il muro di Berlino fino al 1989, ha goduto di un’economia europea a trazione tedesca e ha saputo guidarla senza smarrire la sua identità. La Germania è autonoma nella produzione di reagenti, non ha problemi sui tamponi, ha iniziato l’emergenza
con 28000 posti letto in terapia intensiva (in Italia 5300) e infatti a Lipsia, Dresda, Dortmund sono stati curati anche dei pazienti italiani, ha aggiornato il piano sulle pandemie nel 2016 (l’Italia nel 2010 con un ritardo dovuto alle negligenze dell’Oms e anche di qualche componente del comitato tecnico scientifico tanto glorificato). La Germania è solida, non si è fatta ubriacare dalla liquidità del neoliberismo, dall’idea che si possa vivere costantemente in debito per inseguire il mito della crescita a tutti i costi, quella che poi si trasforma in regresso rovinando l’ambiente e i diritti sociali. Tutto ciò trova conferma anche nel calcio: il Bayern Monaco ha il bilancio in attivo da 27 anni, 28 club su 36 delle prime due divisioni tedesche hanno i conti in ordine, la Bundesliga investe 200 milioni nei vivai, ha la media spettatori più alta d’Europa. Per farla in breve, la differenza è tra chi s’indebita per il lusso di avere Cr7 e chi invece costruisce Sancho, Gnabry, Reyna e non si fa sfuggire Haaland. Mentre in Italia ci sono club sotto banco che inseguono il sogno d’incassare i soldi delle pay-tv, fermarsi e risparmiare sugli stipendi, le prime quattro della Bundesliga hanno realizzato un fondo di 20 milioni di euro per i club più piccoli in difficoltà. Qualche spiraglio di luce per la ripartenza del calcio italiano si è sviluppato negli ultimi giorni: il Comitato tecnico scientifico ha approvato il protocollo della Figc per gli allenamenti collettivi senza ritiri obbligati e, nel caso in cui si verifichi un caso di positività al Covid-19, andrà in quarantena solo il contagiato, il gruppo-squadra si chiuderà in auto-isolamento ma potrà continuare ad allenarsi. “Il 28 maggio con il presidente della Figc Gravina, il rappresentante della Lega di A Dal Pino e il comitato tecnico-scientifico decideremo se e quando riprenderà il campionato”, ha dichiarato il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora.
Mercoledì il Consiglio Federale e il possibile incontro tra il premier e le istituzioni del mondo del calcio può segnare la svolta
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ONORE CASORIANO: LA TRENTESIMA UNIVERSIADE
Dal 2 al 14 Luglio 2019 si è tenuta a Napoli la trentesima Universiade. Scelta in seguito alla rinuncia di Brasilia, Napoli e la sua provincia ha ospitato questo importantissimo evento che ha visto l’impiego di 270 milioni di fondi pubblici stanziati interamente dall’Europa ed elargiti tramite la Regione Campania, per la riqualificazione degli impianti sportivi. Le cerimonie di apertura e di chiusura si sono svolte presso lo Stadio San Paolo e le discipline obbligatorie, in gara, sono state: atletica leggera, calcio, ginnastica artistica, ginnastica ritmica, judo, nuoto, pallacanestro, pallanuoto, pallavolo, scherma, taekwondo, tennis, tennistavolo, tiro con l’arco e tuffi. Abbiamo intervistato Mauro Sarmiento, medaglia olimpica di Taekwondo, orgoglio casoriano, per conoscere la sua opinione riguardo l’importanza che ha rivestito per la nostra città ospitare questo evento di portata mondiale. Buongiorno signor Sarmiento. Secondo lei, le universiadi sono state un’op-
portunità sfruttata bene oppure un’occasione persa? Secondo me sono state una grandissima opportunità per lo sport a Napoli, in generale, ma soprattutto a Casoria come città. Non è stata assolutamente un’occasione persa ma anzi una buona occasione. Che immagine ritiene sia passata di Napoli presso gli altri paesi? Ne sono rimasti colpiti in modo positivo o negativo? Che io sappia, soprattutto nel mondo del Taekwondo,
la nostra città ha lasciato un ricordo bellissimo… Un’atmosfera e un calore molto grandi: si sono accorti subito che i Napoletani hanno un cuore veramente enorme, sono molto accoglienti e la loro città ha delle vere e proprie cartoline dal punto di vista paesaggistico. Sicuramente Napoli ha lasciato un ottimo ricordo, un’immagine positiva. Crede che la ristrutturazione degli impianti sportivi in occasione dell’evento abbia giovato in maniera efficace e permanente alla
nostra città o che a breve la loro situazione ritornerà come prima? La ristrutturazione degli impianti sportivi in occasione delle Universiadi è stata sicuramente un modo per rilanciare le nostre strutture (a Casoria ma in generale in tutta Napoli). Quello che ci aspettiamo e quello che tutti noi speriamo è che quel palazzetto sia un prosieguo per lo sport casoriano. Non so se andrà nel dimenticatoio, mi auguro di no; sicuramente il momento che stiamo attraversando ci dice che nel dimenticatoio ci va perché comunque ci sono delle restrizioni per poter fare sport: spero che, passato questo periodo, ci sarà una ripartenza delle strutture sportive e che il palazzetto possa permettere l’accesso allo sport a tanti giovani, anche per far sì che evitino strade brutte e pericolose (e non si verifichino quei fatti di bullismo di cui spesso si viene a conoscenza). Lo sport deve essere uno strumento di rilancio per l’Italia e soprattutto per la Campania, per Napoli, per Casoria!
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VITTORIA CASO
«E LA MEMORIA RITORNA ALLA STAGIONE DELLE STRAGI, 23 MAGGIO CINQUE LACRIME RIGANO IL MIO VOLTO...»*
“I medici, gli infermieri, i farmacisti, le forze dell’ordine, ma anche i commessi dei supermercati, tutti coloro che in questi mesi di emergenza non si sono mai fermati, sono eroi come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino - ha affermato Maria Falcone in occasione del 28° anniversario della strage di Capaci - Il messaggio che dobbiamo dare quest’anno è che le istituzioni, la democrazia, la vita di un Paese si salvano solo attraverso il compimento del proprio dovere, che in alcuni casi, diventa eroismo”. In tal senso, il 23 maggio, la memoria di un momento drammaticamente indimenticabile è quel valore che supporta la legalità, che sottolinea anche oggi che diritti e doveri sono due facce della stessa medaglia. In verità, durante questi 28 anni, centinaia sono state le iniziative messe in campo per inculcare soprattutto nei giovani principi e valori sani, senza lasciare indietro nessuno. “Le mafie approfittano di ogni sofferenza, soprattutto in un periodo come questo - ha sottolineato il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho - Ancora una volta una manifestazione di ricordo, come quella che stiamo facendo, da un lato aiuta i giovani a capire che i nostri modelli vanno scelti tra coloro che hanno guardato al bene con impegno e hanno sostenuto lo Stato e l’affermazione dei principi della nostra Costituzione, dall’altro spinge alla condivisione, alla sensibilità di squadra, quella che voleva il pool di Falcone”. Tali parole risuonano di particolare monito soprattutto adesso che, finito il lockdown, le città si riaprono al commercio e alla libertà di movimento ma le difficoltà economiche non mancano con conseguenze facilmente immaginabili. Nelle periferie, in particolare, occorre fare grande attenzione: molti sono i mistificatori e tanti i falsi profeti. Alcuni noti personaggi si riempiono la bocca con la parola legalità ma non la praticano; costoro dovrebbero essere messi al bando e non osannati. Analogamente, sono tante le quotidiane illegalità cui assistiamo, spesso impotenti; dalla corruzione al do ut des; dagli atti continui di vandalismo e di teppismo, ai furti, alle rapine; dall’inosservanza della raccolta differenziata all’utilizzo stile braccialetto delle mascherine. La rabbia, le lacrime versate, l’angoscia fanno sperare che almeno i giovani della nostra travagliata periferia si chiedano: Come combattere l’illegalità? Dove trovare l’energia interiore per promuovere la cultura della legalità. Personalmente, attraverso Clarae Musae che rappresento, sia
in collaborazione con altre associazioni, sia con le scuole ho promosso spesso momenti di riflessione e di confronto e gli AppuntaMenti col Libro, nella loro gratuità, sono uno strumento di legalità: la cultura è strumento di legalità, la conoscenza è baluardo di legalità, così come la memoria. Falcone e con lui Borsellino, Giancarlo Siani e tante vittime innocenti della criminalità organizzata e non, sono più vive che mai in tutti coloro che hanno una passione e cercano di coltivarla; vivono in chi lavora seriamente e non si vende in cambio di un favore; vivono in chi è coerente, concreto e non pratica l’omertà. Certamente, se non si possiedono idee chiare e valori saldi è difficile, soprattutto in momenti di crisi, non lasciarsi intrappolare nelle maglie del disagio e sedurre dall’inganno del facile guadagno, nè riconoscere i tentacoli della criminalità che si presenta sempre sotto mentite spoglie. E’ sicuramente la scuola, laddove la famiglia latita, che può aiutare i giovani, attraverso la propria centralità formativa, l’azione pedagogica incisiva, costante, equilibrata a maturare coscienze sensibili agli ideali universali di dignità, uguaglianza, giustizia ma non basta, nessuno di noi deve sentirsi esonerato dal fornire esempi di legalità, attraverso comportamenti corretti, per avviare la costruzione di una società in cui i diritti non sono calpestati, le aspettative non subiscono frustrazioni e tutti trovano il proprio spazio di crescita civile e di sviluppo culturale. Senza comportamenti responsabili ispirati a valori etici e civili si vanifica totalmente il sacrificio di Falcone, Borsellino, Siani e tanti altri. * da Colpo su colpo della band Quattrocento;
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10 RAFFAELE SILVESTRO
Dopo 2 mesi e 9 giorni, i primi segnali di riapertura e ripresa
Il 18 maggio infatti, hanno riaperto moltissime attività commerciali, come i parrucchieri, barbieri, estetiste, vendite al dettaglio di qualsiasi genere, ma soprattutto c’è il ritorno in chiesa dei fedeli. In due mesi dove abbiamo assistito alle messe online su pagine Facebook, le dirette di rosario celebrazioni sui canali televisivi, siamo arrivati finalmente alla riapertura delle chiese, ovviamente sempre con le dovute precauzioni, distanze di sicurezza e numeri massimi di presenze. Da lunedì 18 maggio, con la riapertura delle parrocchie in tutta Italia, siamo andati anche incontro a piccoli assembramenti nelle strutture clericali, fortunatamente in tutta sicurezza, visto che i banchi nelle chiese sono stati distanziati e lì dove ci andavano sei persone adesso possono esserci soltanto due fedeli. Oltre il numero minimo di sedute, in alcune parrocchie nei giorni festivi (sabato e domenica) non possono entrare oltre 100 persone, un numero che consente di seguire alla perfezione le indicazioni avute dallo stato. Inoltre, all’entrata vi dovrà essere, come in tutti gli esercizi commerciali dopo il lockdown, il dosatore di disinfettante per permettere a tutti di tenere le mani sempre pulite e disinfettate, poi dopo ogni celebrazioni l’intera chiesa deve essere ripulita e pronta ad accogliere i fedeli che dovranno ascoltare la messa successiva, infine, ultima restrizione per le chiese, i bambini sotto i 14 anni non potranno prendere parte alla celebrazione eucaristica. Le regole da seguire sono tante, ma siamo sicuri che nel rispetto degli altri, tutti i fedeli si comporteranno da persone civili e rispettose. Questi sono i primi passi verso la totale ripresa che terminerà, se tutto procede secondo i piani, verso la fine di giugno, con la riapertura dei cinema e dei teatri, per gli assembramenti maggiori, come nei concerti o negli stadi per una partita di calcio, purtroppo, dovremmo aspettare ancora molti molti mesi. La cosa importante è che adesso lentamente possiamo rialzarci e tornare a sorridere come tre mesi fa.
DANIELE ESPOSITO*
COSA MANGIARE PER UN INTESTINO SANO Il cibo e la digestione svolgono un ruolo importante nelle condizioni del nostro corpo e della nostra mente. L’intestino comprende tutto il nostro tratto gastrointestinale, da dove il cibo entra nella bocca a dove escono i rifiuti alla fine. Serve come sistema di interscambio attraverso il quale interagiamo con il nostro ambiente ingerendo il nostro cibo. Milioni di cellule nervose e microrganismi rivestono l’intestino e interagiscono tra loro per influenzare il nostro umore e fornire altri benefici. Cosa mangiare per un intestino sano? Alimenti ricchi di triptofano Dopo l’ingestione e le interazioni con il microbiota intestinale, il triptofano viene infine trasformato in serotonina e altre sostanze chimiche. Consumare regolarmente cibi come riso, semi di soia, semi di zucca, noci, salmone e verdure a foglia verde scura ti assicurerà di assumere abbastanza triptofano nella tua dieta. Acidi grassi omega-3 Il salmone fornisce anche acidi grassi omega-3 , che interagiscono con il microbiota intestinale per mantenere una forte parete intestinale e aumentare la produzione di composti antiinfiammatori. Alimenti ricchi di polifenoli Si pensa che questi alimenti regolino il nostro microbiota intestinale diminuendo i microrganismi cattivi e aumentando quelli buoni. Gli alimenti più ricchi di polifenoli includono chiodi di garofano, anice stellato, cacao in polvere, origano messicano, semi di sedano, cioccolato fondente, farina di semi di lino e castagne. L’olio d’oliva è un alimento gustoso da usare più spesso per
il suo contenuto ricco di polifenoli. Questo popolare olio da cucina è composto da acidi grassi e polifenoli che possono aiutare a ridurre l’infiammazione e le malattie dello stomaco. Fibre Questo materiale negli alimenti aiuta a mantenere il contenuto del nostro intestino in movimento. I batteri nel nostro intestino fermentano anche le fibre per produrre butirrato, una sostanza chimica che aiuta a mantenere la salute del cervello. Una dieta che include cereali integrali ricchi di fibre aiuta anche ad aumentare la nostra diversità di microbiota intestinale e diminuisce i picchi di zucchero nel sangue che possono causare irritabilità e stati d’animo sgradevoli. Segui altri articoli su www.ilmetodo5.it
*Personal Trainer e consulente della nutrizione sportiva, da oltre 15 anni nel settore, è autore del libro il Metodo 5, premio eccellenza italiana a Washington D.C.
DOMENICA 24 MAGGIO 2020
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SANDRO MOSCA
Un primato che a Piacenza mai avrebbero voluto Al vertice di una classifica di sgomento, quasi 1000 morti a causa del virus cinese. Un tasso di mortalità per abitanti tra i più alti nel mondo. Un numero di decessi pari quasi a quello di Lazio e Campania messe insieme. Cifre spaventose per una tranquilla e parsimoniosa provincia dell’Emilia al confine con la ricca e martoriata Lombardia. Un’esperienza triste, unica, drammatica, con tante storie da raccontare per un cronista napoletano che da 26 anni vive qui, nella città di Giorgio Armani, dei fratelli Inzaghi, di Isabella Ferrari, di Fiordaliso, di Pierluigi Bersani. Qui nella pianura Padana a pochi chilometri da Codogno, origine del focolaio epidemico, vicini al triangolo del contagio rappresentato da Cremona-Brescia e Bergamo. Ancora oggi, nonostante il bollettino dica finalmente zero morti, non accadeva dal 27 febbraio, mentre si torna gradualmente e lentamente verso una apparente normalità, regnano ben saldi concetti dominanti in tempi di pandemia. Paura, isolamento sociale, problemi economici e preoccupazioni per un futuro incerto. Concetti e momenti che difficilmente dimenticherò, dimenticheremo. Un romanzo giallo cominciato a fine febbraio, la cui trama ha avuto a Piacenza il suo momento più triste e duro nella seconda metà di marzo con trentatrè decessi solo il sabato 21. Giornate tutte uguali quelle della forzata quarantena anche a casa mia. Lunghissime, difficili, angoscianti, trascorse tra le mura domestiche con gli affetti più cari, vicini e lontani. Telefoni bollenti. Mia mamma vive da sola a Casavatore, la famiglia di mia sorella a Casoria, tanti parenti risiedono in Calabria. Pregavo ogni sera affinchè il maledetto virus restasse lontano da quei posti pieni d’affetto ma fragili e carenti nelle strutture terapeutiche intensive. Vivo in centro storico a Piacenza, difronte al suggestivo Palazzo Farnese. A farmi compagnia in queste settimane di passione, tra smart working e lezioni a distanza, il violino di mia figlia Manue-
la. Tra una nota di Bach e di Bethooven, un silenzio assordante spazzato via solo dalle sirene delle ambulanze sfreccianti h24 verso l’ospedale. La mattina un occhiata al quotidiano locale “Libertà” con intere pagine di necrologi. Il timore di leggere un nome o di scorgere una foto di amici, conoscenti che non ce l’avevano fatta. Storie di famiglie che hanno perso gli affetti più cari. Pagine di storia di una comunità ferita. Lo strazio di un addio senza l’ultimo abbraccio. Un dolore profondo vissuto forzatamente da casa. I più deboli e i più colpiti? Ovviamente gli anziani. Mai come adesso appaiono attuali e drammaticamente reali le parole che Baglioni gli dedicava nel 1982 quando incise un suo celebre successo musicale “i Vecchi”. I vecchi “succhiano fili d’aria e un vento di ricordi; tosse secca che non dormono di notte; per una malattia difficile da dire; senza un
corpo e senza una carezza; che nel cielo sperano e temono il cielo; occhi annacquati dalla pioggia della vita; soli come i pali della luce”. Quanto ci sarebbe da raccontare sulla vita di queste persone costruita giorno dopo giorno. Questo male non ha guardato in faccia nessuno. Poco importa se a soccombere sotto la forza di un virus invisibile fosse un industriale, un sindaco, un artigiano o un umile mugnaio. A tutti il funerale non è stato concesso. Coperti da un lenzuolo e infilati in un sacco. L’onore è mancato, la dignità è restata tutta nelle lacrime dei figli, che durante la frettolosa benedizione hanno dovuto osservare, loro malgrado, le centinaia di bare accatastate al cimitero in attesa della cremazione. Immagini simbolo del coronavirus, dolorosamente simili a quelle di altre città, di altre nazioni, di altri continenti. Per fortuna questa pandemia ci ha consegnato anche immagini e storie belle e con un lieto fine. I medici, gli infermieri, i volontari, i guariti, le forze dell’ordine, tutti quelli che hanno dovuto sopportare una siffatta situazione di chiusura. In primis gli Italiani, che hanno osservato nonché subito ortodossamente tutte le infinite limitazioni imposte in regime di lockdown. A ruota i bambini, che di sicuro hanno perso parte della loro vita che nessuno potrà restituirgli. Nella loro innocenza, frasi come, “andrà tutto bene”, “laviamoci spesso le mani”, “restiamo a casa”,” non sopporto l’amuchina”, “mi mancano gli abbracci”, ”quando torniamo a scuola”, “ci salveranno i nostri supereroi con le tute da astronauti”, rimarranno scolpite nella nostra memoria molto più degli slogan di virologi e opinion leader onnipresenti su tv e social. Cosa ci lascia questa esperienza? Ci siamo trovati per la prima volta, improvvisamente soli, davanti a qualcosa di sconosciuto. Oggi la speranza deve essere più forte della disperazione. La ferita sarà dura da rimarginare in tempi brevi, ma guariremo allenando il cambiamento con coraggio. Tutto sarà diverso…..Forse migliore
www.casoriadue.it
DOMENICA 24 MAGGIO 2020
12 RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
I nostri ragazzi nativi digitali, creduloni ed ignoranti Ma la Bellezza salverà il mondo
La proposta via web di investire 200 euro per guadagnarne 2.000 in poche ore, o il messaggio che ti vende la pillola contro il Covid. “Invia questo messaggio a 10 contatti, e ti regaleremo…” oppure “Vuoi guadagnare 150 € al giorno, stando a casa? Telefonare al…” e poi quel numero è puntualmente inesistente. Di notizie false ne girano tante, in particolare, sui social. Ma questo non mi meraviglia. Da che mondo è mondo, di Pinocchi disposti a credere al Gatto e La Volpe ce ne sono sempre stati. Ciò che mi sorprende è, invece, la dabbenaggine di questa generazione di “nativi digitali” creduloni ed ignoranti. I nostri ragazzi digitano sul loro smartphone alla velocità della luce, ed ai quali – dunque – basterebbe un attimo per cercare in rete, e verificare che quella è la stupidaggine di turno. Invece, troppo spesso, si fermano incantati e beoti davanti a quella notizia postata per accalappiarli, credendo che a questo mondo ci sia qualcuno disposto a regalare qualcosa. Ma la colpa è di noi genitori. Vedo figlie, mamme e nonne vestite allo stesso modo! Genitori che perdono ore a seguire le fashion-blogger per cercare borse, scarpe, abiti ed accessori a costi esagerati. E quando non possono, si arrangiano col falso. Spesso impegnati ad andare in palestra, non per la sana cura del corpo, ma per soddisfare la vanità di sentirsi ancora giovani e piacenti, o per fare “acchiappanza”. I giovani non hanno più
IL GRILLO PARLANTE
riferimenti educativi familiari. E se qualcuno gli promette il Campo dei Miracoli, ci credono, perché noi adulti siamo presi da quelle false esperienze, e non abbiamo tempo per insegnargli la pochezza ed il rischio di tutto questo. E non notano che quel Campo si trova, evidentemente, in località Acchiappa-Citrulli, perché non hanno strumenti critici per accorgersene. Lentamente, stiamo creando una generazione di ignoranti. Lo vedo da come scrivono. Quanti strafalcioni su questi social. “Se farei… se direi…Allora cene andiamo….Ti o amato, e so rinunciare ha tutto”, perché invertendo la posizione delle “h” nella stessa frase, è ancora corretto. “Vorrei che stai con me……Mi dai emozzioni”, perché con due “z” l’emozione è più grande. “Ti amo, e rimanerai sempre nel mio cuore…Io e te 3 metri sopra il celo…Senza te, la mia vita non a senso e mi ai lasciato un vuoto” ed anche senza grammatica. “Non voglio che il nostro amore si perdi per sempre.” Si perdi? A questo sconsiderato non posso che rispondere: “La prego, vadi. Ho detto vadi.” In Europa, i nostri studenti sono i peggiori in Matematica. Ed invece, qualcuno ha
detto: “La Matematica è l’alfabeto con cui Dio ha scritto l’universo.” Ma noi genitori, spesso, guardiamo altrove. Questa loro ignoranza non ci importa. Ciò che vale è avere le scarpe griffate, la mascherina con le iniziali, il Rolex sul braccio. Intanto, quelle nostre aziende che hanno bisogno di ingegneri li cercano in India, i laureati sono sempre meno, e mancano medici ed infermieri. Ma facciamo che questo Covid ci insegni qualcosa. Ci siamo fermati, riflettiamo. La quarantena ci ha dato la possibilità di ridare valore alla lettura ed al pensiero. Vorrei che i ragazzi imparassero a comprendere che ogni opera realizzata dall’uomo in questo mondo è frutto di sacrificio e dedizione, e che niente è un regalo. E per aiutarli in questo, ritengo si debba avvicinarli alla “grande Bellezza”. Le opere di Scienza, Musica, Poesia, Arte in ogni sua espressione, testimoniano la genialità dell’uomo, ma anche l’immensa abnegazione di chi le ha generate. Se guardo un quadro, una Chiesa, o leggo una poesia, non mi sfugge il lavoro ed il sacrificio di chi ha trasformato quella tela bianca, o ha messo matto-
ne su mattone, o ha profuso tante energie per cercare una parola emozionante. Questo può ancora salvare i nostri ragazzi dal coma morale e culturale che ora ne avvilisce le coscienze. Dal senso a-critico per gli inganni della vita, e per capire – invece – che dove non c’è lavoro, studio, dedizione, e perfino tormento e sacrificio, rimane il vuoto esistenziale e materiale. Un esercito di non-pensanti disposti solo a spendere, per arricchire quei pochi che vogliono governare la nostra libertà di pensare. Noi adulti dobbiamo percorrere la difficile via di aprire i ragazzi alla lettura, compito arduo, perché dall’altra parte c’è la tentazione dei social, di cui noi stessi siamo vittime. Ed allora, lasciamo i blog, e stiamo con loro. Per proporgli il fascino di apprendere, per incantarsi davanti a quella Bellezza che solo con studio e dedizione può essere compresa. Perché, come dice il Principe Myškin, Idiota solo per modo di dire: “La Bellezza salverà il Mondo” (L’Idiota, Dostoevskij). Ed allora, assumiamoci le responsabilità di educatori e diamo ai giovani il nostro tempo e, con questo, gli strumenti per capirla, questa Bellezza che ancora ci circonda. Gennaro Mosca ****** Al campo da tennis. Fantozzi: Allora, batti il servizio? Filini: Fantozzi, che fa, mi dà del “tu”? Fantozzi: No, no. Batti, batti Lei. Usavo il congiuntivo!
DOMENICA 24 MAGGIO 2020
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Salvatore Iavarone*
Un piano per lo Sport in città
Una nuova opportunità offerta dall’Istituto per il Credito Sportivo con il bando denominato “Sport Missione Comune”, si tratta di un contributo a fondo perduto per l’abbattimento della quota interessi sui mutui per il finanziamento di progetti di impiantistica sportiva pubblica. L’Istituto per il Credito Sportivo (“ICS”), al fine di fornire un impulso all’economia attraverso gli investimenti nel settore dell’impiantistica sportiva pubblica, favorendo inoltre lo sviluppo di forme d’integrazione e coesione sociale e di stili di vita sana attraverso l’attività sportiva, ha stanziato € 25.701.430,92 per la concessione di un contributo in conto interessi sui mutui per impianti sportivi destinato al totale abbattimento degli interessi dei predetti mutui, a valere sul “Fondo speciale per la concessione di contributi in conto interessi sui finanziamenti all’impiantistica sportiva di cui all’art. 8, 1° comma dello Statuto dell’Istituto Il Contributo sarà assegnato su mutui da stipulare entro il 31/12/2020. Al bando possono partecipare direttamente i Comuni. Sono ammessi a contributo gli interventi relativi alla costruzione, ampliamento, attrezzatura, miglioramento, completamento e messa a norma di impianti sportivi e/o strumentali all’attività sportiva, anche a servizio delle scuole, ivi compresa l’acquisizione delle aree e degli immobili a tal fine necessari e comunque di quelli aventi destinazione di impiantistica sportiva. Esclusivamente se previsti nell’ambito dei detti interventi sono ammessi a contributi anche gli interventi di efficientamento energetico degli impianti. Non sono ammessi a contributi gli interventi che riguardano esclusivamente l’efficientamento energetico degli impianti. Le spese ammesse a contributo sono le seguenti: • Lavori, opere civili ed impiantistiche; • Spese tecniche per la realizzazione
Casoria non perda l’opportunità del Credito Sportivo per la ristrutturazione delle strutture sportive in città
dell’intervento (spese di progettazione, direzione lavori, collaudi, diagnosi e certificazione energetica, ecc.); • Spese strettamente correlate alla realizzazione del progetto sportivo (materiali e relativa mano d’opera, ivi compresi i componenti e le strutture già realizzate in fabbrica); • Spese per l’acquisto di attrezzature sportive, purché di stretta pertinenza dell’impianto sportivo; • Spese per l’acquisto delle aree sulle quali dovranno essere realizzati gli impianti sportivi, a condizione che la realizzazione dell’impianto sportivo faccia parte del progetto o del lotto funzionale ammesso a contributo; • Spese per l’acquisto di immobili da destinare ad attività sportive; • Spese per il rilascio dei pareri del CONI relativi al progetto o al lotto funzionale presentato; • I.V.A. L’ammontare complessivo disponibile delle risorse da impiegare ammonta a € 25.701.430,92 di contributi in conto interessi a valere sul “Fondo speciale per la concessione di contributi in conto interessi sui finanziamenti all’impiantistica sportiva”. Le predette somme potranno essere incrementate a seguito di ulteriori eventuali stanziamenti e saranno utilizzate per il totale 4 abbattimento degli interessi di mutui concessi dall’ICS, da stipulare entro il 31/12/2020. La domanda può essere presentata entro il 5 dicembre 2020. A Casoria serve un piano per il rilan-
cio dello sport, soprattutto dopo questo periodo di emergenza sanitaria, serve investire su socializzazione ed impianti sportivi. Bisogna recuperare le strutture sportive che abbiamo e che meritano di essere valorizzate, il PalaCasoria intitolato a Mimmo D’Alise (servono i lavori sul tetto e ad alcuni impianti), serve terminare i lavori allo stadio San Mauro (tribuna ed eventualmente erba sintetica), bisogna pensare a piste ciclabili e soprattutto ad un piano per migliorare tutte le palestre nelle scuole comunali. La priorità devono essere le palestre da riaprire anche il pomeriggio alle associazioni sportive dilettantistiche locali. Serve un grande progetto di avviamento allo sport per i giovani dai 5 ai 10 anni a Casoria, lo sport è fondamentale per i giovani, e per fare sport servono strutture. Il Comune attivi un tavolo permanente con le associazioni sportive del territorio, realizzi una mappatura delle risorse e dei bisogni, proceda a predisporre progetti di riqualificazione delle strutture sportive esistenti e si attivi subito per la richiesta del mutuo al Credito Sportivo. Allo stesso tempo nell’ambito dei lavori del PUC si dia un ampio spazio alla realizzazione di aree verdi e strutture sportive, che devono caratterizzare il nostro nuovo piano urbanistico comunale. Noi abbiamo una visione della città sul tema dello sport, può essere condivisa, può essere migliorata, ma è certamente un buon punto di partenza, se vi sarà, lo auspico, la volontà di un confronto costruttivo e proficuo. Nella terza commissione alla ripresa dei lavori, questa sarà una delle tante priorità su cui lavoreremo. Presidente delle III commissione consiliare “Territorio, urbanistica, infrastrutture, ambiente, vivibilità e viabilità”
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DOMENICA 24 MAGGIO 2020
TERESA D’ANGELO
“Naima la donna puma, vera star del web”
Questa famosissima donna, Naima Guidi, chiamata la donna puma, è diventata una famosa sexy Milf sul social Instagram, dove in soli sei mesi ha raggiunto più di mezzo milione di followers in tutto il mondo, grazie anche ad una sfida lanciata col suo ex, che seguiva i profili delle milf americane, dopo essersi lasciata lei ha iniziato a pubblicare foto della sua quotidianità, della sua prorompente femminilità, le sue forme molto abbondanti di vera bellezza mediterranea. Foto sexy ma mai volgari, tra bikini, lingerie ed abiti molto succinti ed eleganti.Naima è una donna con un fisico molto curato, si tiene in forma e pratica anche la poledance, una disciplina della danza molto sensuale ma di grande forza fisica. Dopo l’America, in Italia il fenomeno delle sexy milf è agli inizi. Con l’acronimo Milf si fa riferimento ad una certa categoria di donne, con diversi requisiti, più di 45 anni, con figli, con compagni o amanti più giovani. Infatti la più famosa Milf in Italia è diventata Naima, che ha raccontato la sua vita, la sua storia, le sue esperienze a Pomeriggio 5, Mattino 5, nel programma Storie Italiane su Rai Uno, a Reality su Rai 2 dove ha raccontato ad Enrico Lucci i suoi inizi, così per gioco, fino ad essere poi seguitissima dai suoi followers.Ha partecipato anche a Ciao
Darwin nella categoria delle messaline, un carattere molto solare, sexy e divertente. Naima è una persona molto dolce, una super mamma ed anche nonna, molto premurosa è presente. Una donna molto combattiva che crede nei sentimenti ed anche alle relazioni senza dar peso alla differenza d’età. Ama vivere giorno per giorno, la sua vita ricca di impegni, con sensualità, con molto fascino, presentandosi sempre in modo molto accurato. Lo sguardo profondo, i suoi lunghi capelli neri, il portamento da modella over su vertiginosi tacchi e gli outfits molto spesso in nero, fanno di lei una vera donna puma. Senza alcuna finzione la femminilità è una dote naturale che deve appartenerti, fa parte della propria indole, senza alcuna fatica si espone a comportamenti da vera donna sicura di sé, con certezze di ciò che sa essere agli occhi dei suoi ammiratori. Naima ha precisato molte volte che le sue foto pubblicate, non hanno finalità commerciale, non fa questo per soldi, le piace solo essere ammirata è dopo certe esperienze di vita c’è quella voglia, quella forza di rimettersi in gioco, dando spazio a nuove passioni, lasciandosi dietro i rimpianti ma vedendo nuovi orizzonti, con nuovi progetti anche in tv che poi vedremo.
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CIRO TROISE
La Cgil scrive al Prefetto per la riapertura della rampa sulla Circumvallazione Esterna
La Cgil Napoli ha scritto al Prefetto per sollecitare la riapertura della rampa che costringe, infatti, quanti dalla Sp1 devono immettersi nella direzione nord (Casoria-Casavatore) a farlo solo mediante l’uscita successiva. Nel corso degli anni essa è diventata una discarica a cielo aperto, fenomeno riscontrabile sull’intero asse Viario della Sp1. Ecco la lettera: La scrivente organizzazione sindacale, produce la presente istanza al fine di porre all’attenzione di S.E. quanto segue. Come è noto, alle amministra-
zioni che ci leggono p.c., la rampa in questione è da anni diventata una discarica a cielo aperto, fenomeno riscontabile sull’intero asse Viario della Sp1. A fronte di tale ignobile comportamento, agevolato dalla totale assenza di vigilanza delle aree vittime di cotanta inciviltà, l’Ente gestore del tratto interessato non ha trovato di meglio che chiuderlo al traffico. Detto provvedimento compromette in maniera ingiustificata ed ingiustificabile gli standard igienico sanitari già pesantemente minati, sia dalla pande-
mia in atto sia dall’arrivo della stagione calda. Al disagio derivante dagli aspetti sanitari si sommano quelli della insicurezza stradale provocata dal provvedimento in parola. La chiusura della rampa costringe, infatti, quanti dalla Sp1 devono immettersi nella direzione nord (Casoria-Casavatore) a farlo solo mediante l’uscita successiva. Detta immissione li costringe a tagliare il flusso di traffico proveniente dalla Via Caserta al Bravo in direzione nord (Casoria-Casavatore).
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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
il signore Processo isola ecologica di Casoria ambiente: ci parla Assolti dirigenti ogni giorno e funzionari comunali
È proprio vero che il Signore ci parla ogni giorno. Bisogna solo saper ascoltare. Tempo fa incontrò un collega di lavoro, Salvatore, che non vedeva da 38 anni. All’epoca Salvatore aveva un’impresa di costruzioni abbastanza in auge, circolava con auto lussuosissime e aveva tante donne; aveva anche tanto lavoro, grazie anche ai suoi padrini politici, che alla fine si licenziò dall’impiego pubblico dove insieme lavoravano. Salvatore era in condizioni abbastanza dimesse; si abbracciarono, gli chiese come stava e cosa facesse. Gli rispose «non voglio tediarti con i miei problemi, piuttosto dimmi di te». Disse che aveva avuto tre infarti, che in quel momento stava combattendo un tumore alla vescica e che viveva con una misera pensione di 280€ al mese e che era andato all’ASL per una questione di esenzioni e per avviare una pratica di invalidità che gli avrebbe consentito un’integrazione alla pensione. Con grande dignità disse «io però non mi lamento e penso sempre positivo, visto che ancora ci sono e riesco comunque ad andare avanti». Poi volle sapere dell’amico, il quale si vergognava dei suoi problemi che in confronto a quelli di Salvatore erano un’inezia. Salvatore dopo averlo ascoltato gli disse “devi pensare positivo”. Dopo si salutarono ma, l’amico di Salvatore, in macchina, si fermò a pensare. «Sicuramente il Signore ha voluto lanciarmi un messaggio per farmi capire che ci sono persone con problemi molto più gravi dei miei, eppure hanno tanta fiducia». Penso che questo avvenga ogni giorno ad ognuno di noi, solo che non ci fermiamo a pensare, ascoltare, e quindi a capire. Giuseppe Clarino
Si ricorderanno i titoli di alcuni quotidiani: “Carte false per l’isola ecologica” sottolineava il Mattino del 17 febbraio 2017 nel riportare la notizia dell’indagine della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nord, che aveva coinvolto dirigenti e funzionari del Comune di Casoria oltre ai quadri della soc. Casoria Ambiente s.p.a.; l’accusa ipotizzata era di falso ideologico in atti pubblici ed abuso d’ufficio. L’impianto accusatorio, ad uno sguardo più approfondito, già molto vacillante al momento della contestazione dei reati, si è completamente sgretolato in sede di esame dibattimentale. Il collegio, presieduto dal dott. Giuseppe Ciampa, di recente nominato Presidente del Tribunale di Salerno, nel pomeriggio del 19 maggio ha emesso sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste per l’arch. Salvatore Napolitano dirigente all’epoca dei fatti del settore Urbanistica del Comune di Casoria, il dott. Errico Colucci dirigente del settore Ambiente ed i funzionari geom. Aurelio Bellobuono e l’ing. Raffaele Giardino. Sono stati assolti anche i quadri dirigenti della soc. partecipata Casoria Ambiente, il dott. Francesco Girardi e l’ing. Antonio Isoldo. La notizia dell’assoluzione, come accade spesso, non avrà la stessa eco e diffusione dell’incriminazione, ma a noi sembra giusto diffondere anche le notizie positive, come l’assoluzione con formula piena di chi aveva operato per l’amministrazione comunale della città di Casoria a parziale ristoro delle sofferenze che tali vicende inevitabilmente determinano.
LA DIFESA PERSONALE
Viviamo in un tipo di società dove l’aggressività viene coltivata ogni giorno attraverso i media e non. I giovani sono bombardati da linguaggi e immagini aggressive e molto spesso si comportano seguendo modelli sbagliati. Di qui il bullismo nelle scuole , ma anche aggressioni fisiche di cui sono vittime per ragioni più diverse soprattutto i giovani di ambo i sessi. Essendo un Maestro di Kick Boxing ho deciso di formare un corso di difesa personale per tutti i ragazzi vittime di bullismo. Molte volte i genitori sentendo che i loro figli vogliono iscriversi a un corso di Arti Marziali nello specifico Kick Boxing sono un pò restii, per paura che i propri figli si possano far del male in quanto l’immagine che hanno di questo e di tutti gli sport da combattimento è quella di due ragazzi che si picchiano. Questa attività non è pericolosa, si tratta infatti di un impostazione molto simile al Karate, salvaguardando prima di qualsiasi cosa, la salute e l’integrità dei ragazzi. Inoltre anche i ragazzi con disabilità potranno svolgere le stesse attività. La Kick Boxing come disciplina sportiva propone di perseguire i seguenti obiettivi: Rispetto delle regole - Rispetto dell’avversario - Controllo degli stati emotivi - Aumento dell’autostima. Il corso di Difesa Personale sarà assolutamente gratuito per tutti i ragazzi vittime di bullismo , verrà svolto dal Maestro Pietro Russo, cintura Nera 3 Dan presso l’ASD KICK BOXING TEAM RUSSO sita in Casoria.
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DOMENICA 24 MAGGIO 2020
Simonetta de Chiara Ruffo
LA CAMPANIA SEMPRE PIU’ ALL’AVANGUARDIA NELLA CARDIOLOGIA INTERVENTISTICA Nel solo presidio ospedaliero Pineta Grande di Castelvolturno si eseguono 160 interventi di TAVI all’anno, dato che lo posiziona tra i primi 10 centri italiani d’eccellenza. L’intervento consiste nella sostituzione della valvola aortica attraverso un catetere introdotto per puntura, al posto della piu’ invasiva chirurgia a cuore aperto. Se il grande entusiasmo per la TAVI ha portato alla nascita di numerosi centri, resta l’ importanza di consultare professionisti competenti ed eseguire l’intervento in centri ad alto volume. Con centri d’eccellenza come il Presidio Ospedaliero di Castelvolturno Pineta Grande, che ha eseguito 160 TAVI all’anno posizionandosi tra i primi 10 centri in Italia, la Campania si conferma sempre piu’ all’avanguardia nel campo dell’interventistica cardiovascolare mini invasiva. La TAVI è una innovativa tecnica di sostituzione della valvola aortica attraverso un catetere, che può realmente cambiare la vita ai malati di stenosi aortica, patologia che determina una graduale sofferenza del muscolo cardiaco con conseguente insufficienza cardiaca. La stenosi aortica degenerativa è tra le più comuni patologie valvolari nella popolazione anziana: tra gli over 75 infatti la prevalenza è di oltre il 3% e rappresenta un importante problema di salute pubblica. In Campania ne soffrono circa 4000 pazienti: “Purtroppo la presenza di una stenosi aortica severa sintomatica compromette fortemente la durata della vita tanto da non permettere quasi mai ai pazienti di superare i tre anni dalla diagnosi- afferma il dott. Arturo Giordano, direttore del reparto di Interventistica Cardiovascolare del Presidio Ospedaliero Pineta Grande di Castelvolturno - I farmaci riescono a ridurre i sintomi ma non modificano la durata della vita. Solo la correzione della valvola modifica positivamente la sopravvivenza di questi pazienti”. La sostituzione chirurgica a torace aperto della valvola aortica ha rappresentato l’unica chance terapeutica per i pazienti con stenosi aortica grave: “Dal 2008 – continua il Dott. Giordano - la sostituzione valvolare aortica con tecnica interventistica ossia attraverso un catetere inserito per puntura, la TAVI, ha consentito di poter trattare i pazienti con un rischio chirurgico estremamente alto, tale da non poter affrontare l’intervento. Successivamente, grazie ad importanti studi, la TAVI si è di-
mostrata efficace e sicura anche nei pazienti in migliori condizioni generali allargando il suo utilizzo ad una percentuale molto più alta di pazienti con stenosi aortica severa”. Nel 2011 uno studio importante sottolineava che circa 5 milioni di pazienti anziani erano affetti da stenosi aortica nei paesi europei ed evidenziava come questo numero sarebbe aumentato fino al 10,7% nel 2025 ed al 16,6% della popolazione ultrasettantenne nel 2050: “In linea con quanto previsto, infatti, un numero sempre maggiore di ultrasettantenni con stenosi aortica grave sintomatica nel corso di questi anni si è presentata all’osservazione dei cardiologi.” Il grande entusiasmo per la TAVI ha quindi determinato un aumento rapidissimo dei centri di cardiologia invasiva che la eseguono ed un interessamento anche delle cardiochirurgie. “In questa fase tumultuosa - prosegue il Dott. Giordano - è molto importante che i cardiologi clinici inquadrino al meglio i pazienti con stenosi aortica definendone tutte le caratteristiche per poter orientare la scelta terapeutica nella migliore direzione, coinvolgendo i cardiologi interventisti esperti ed i cardiochirurghi. E’ il caso di sottolineare, in questa fase di entusiasmo e rapida espansione, la particolare importanza di consultare professionisti competenti ed eseguire l’intervento in centri ad alto volume.” Infatti centri che eseguono un basso numero di questi interventi (meno di 50 per anno) non garantiscono lo stesso livello di sicurezza ed efficacia. Per questo risulta essenziale la verifica dell’appropriatezza degli interventi effettuati attraverso un controllo dei dati clinici mediante Registri, possibilmente obbligatori. “Con questa consapevolezza – conclude l’esperto abbiamo deciso, insieme al prof Giuseppe Biondi Zoccai ed al prof Giacomo Frati, di riunire in un testo Transcatheter Aortic Valve Clinical, Interventional and Surgical Perspective il nostro lavoro insieme a quello di vari esperti internazionali con l’intento di contribuire a supportare il cardiologo nella migliore scelta per il paziente con Stenosi Aortica Severa”. Si tratta di un testo tecnico tra i più completi pubblicato da una delle maggiori case editrici scientifiche (Springer Nature) che porta a livello internazionale anche l’esperienza del più grande centro campano per il trattamento transcatetere della stenosi aortica.
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Simonetta de Chiara Ruffo
LOCKDOWN: 30% DI ANGIOPLASTICHE IN MENO, CAMPANIA A RISCHIO CUORE
Giovanni Esposito, Direttore cardiologia “Federico II”: “Chiamare subito il 118 che attiva la rete per l’infarto con percorsi dedicati e senza alcun rischio Covid per il paziente” Lo studio pubblicato su Circulation evidenzia che rispetto allo stesso periodo del 2019, in Campania, nei centri di cardiologia interventistica che hanno aderito allo studio, le procedure di angioplastica sono diminuite di oltre il 30% e in alcuni casi si è arrivati al 50% nelle prime due settimane di lockdown. Questa diminuzione è dovuta al fatto che la pandemia da Coronavirus non ha modificato l’incidenza delle patologie cardiovascolari come ad esempio l’infarto acuto del miocardio, ma purtroppo ha determinato la riduzione delle chiamate al 118 per paura, evidentemente, del contagio. L’infarto acuto del miocardio rappresenta una delle principali cause di morte a livello globale. La pandemia da SARS-Cov-2 non ha modificato l’incidenza della malattia; tuttavia, è stata registrata un’allarmante riduzione dei pazienti che hanno richiesto cure mediche per infarto acuto del miocardio. In piena emergenza Covid-19, la Regione Campania ha mantenuto operativo tutto il sistema dedicato alle emergenze tempodipendenti come quelle legate alle patologie cardiache: in questo modo ha contribuito all’analisi del fenomeno attraverso uno studio che è stato pubblicato su Circulation, una delle riviste cardiologiche più autorevoli al mondo. Il Professor Giovanni Esposito, Ordinario di Cardiologia e Direttore della UOC di Cardiologia, Emodinamica e UTIC presso l’AOU “Federico II” e coordinatore dello studio, spiega: “Si susseguono, dall’inizio della pandemia, gli appelli delle più importanti società scientifiche di cardiologia a non sottovalutare i sintomi dell’infarto ed attivare il 118, considerando gli ospedali dei luoghi sicuri e non temendo il contagio; ciò che si sta osservando, tuttavia, è una diminuzione preoccupante del numero di pazienti che
richiede soccorso per infarto acuto del miocardio, non per una riduzione effettiva degli stessi, quanto probabilmente per la paura del contagio”. Gli autori del lavoro hanno raccolto i dati relativi agli interventi di angioplastica coronarica eseguiti nelle 4 settimane dopo il primo caso confermato di infezione da SARS-Cov-2 in Campania (27 Febbraio) e li hanno confrontati con quelli eseguiti nelle 4 settimane antecedenti e con quelli effettuati durante lo stesso periodo nel 2019. Il Dott. Raffaele Piccolo, Dirigente Medico e ricercatore in Cardiologia presso l’Università Federico II e primo autore del lavoro, spiega: “Nei 20 centri di Cardiologia interventistica campani che hanno partecipato al lavoro, sono state eseguite circa 1,800 angioplastiche dal 30 gennaio al 26 Marzo 2020. Dall’inizio della pandemia da SARS-Cov-2, abbiamo osservato una riduzione delle procedure di più del 30% rispetto al periodo antecedente e allo stesso arco temporale dello scorso anno. Tale riduzione è stata uniforme attraverso la nostra regione ed è arrivata fino al 50% nelle sole prime due settimane di lockdown”. Lo studio ha inoltre evidenziato particolari categorie a rischio più elevato di ridotto accesso alle cure: “Le donne – aggiunge il Prof. Esposito - e i soggetti di età superiore ai 55 anni sono i sottogruppi nei quali abbiamo osservato le riduzioni maggiori di interventi di angioplastica per infarto a seguito
della diffusione del COVID-19. Questo sottolinea l’importanza di sensibilizzare le categorie più vulnerabili alla richiesta tempestiva delle cure, tenendo conto soprattutto del fatto che la macchina dei soccorsi, organizzata nella Rete IMA non è stata alterata nell’organizzazione anche nei momenti più difficili”. La regione Campania, con circa 5,8 milioni di abitanti, è la terza regione più grande dell’Italia e rappresenta quindi un campione molto rappresentativo della popolazione nazionale (circa il 10%). I dati dello studio della Federico II sono, inoltre, in linea con quelli riportati da altre esperienze del Nord Italia, maggiormente colpito dalla pandemia, della Spagna e Stati Uniti. L’effetto quindi del COVID-19 sul mancato ricorso alle cure mediche nei pazienti con infarto miocardico sembra quindi assumere una dimensione globale. La comunità cardiologica appare sempre più preoccupata da tale tendenza, considerando che in patologie quali l’infarto il trattamento è tempo-dipendente ed il buon esito può dipendere strettamente dalle prime fasi dei soccorsi. Inoltre, i dati su scala nazionale mostrano che solo il 30% circa dei pazienti con infarto accede alle cure mediante il 118, mentre la maggior parte si reca direttamente in pronto soccorso. La chiamata al 118 presenta l’indubbio vantaggio di attivare direttamente la rete per l’infarto riducendo in maniera significativa il tempo di ischemia in quanto viene bypassato il pronto soccorso ed il paziente è direttamente trasportato dal 118 in sala operatoria per eseguire l’angioplastica coronarica: “In era COVID-19, - conclude Esposito - la chiamata al 118 avrebbe anche l’ulteriore vantaggio di evitare, in caso di infarto, un possibile contatto con altri pazienti potenzialmente infetti nel pronto soccorso. Ora più che mai è fondamentale sostenere campagne di comunicazione per attivare la catena dei soccorsi chiamando il 118 in caso di sintomi di infarto del miocardico”.
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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
DL RILANCIO, FIDAE CAMPANIA: SCUOLE PARITARIE CATTOLICHE INVISIBILI PER IL GOVERNO
“Molte scuole paritarie, specialmente al sud, dove le scuole cattoliche accolgono tantissimi bambini di famiglie disagiate, rischiano seriamente un tracollo finanziario. Le 13mila paritarie presenti in tutta Italia fanno parte del sistema pubblico nazionale dell’istruzione, sono garanzia di pluralità dell’offerta formativa e nello stesso tempo permettono allo Stato di risparmiare ogni anno circa 6 miliardi di euro grazie all’accoglienza assicurata a 866mila alunni e ai 100mila posti di lavoro tra personale docente ed amministrativo. Eravamo già in sofferenza, l’emergenza Coronavirus ci ha messo completamente in ginocchio. Nel decreto ‘Rilancio’ emerge un dato inequivocabile: il nostro settore è diventato invisibile. Se per le scuole statali si prevedono risorse straordinarie, per le paritarie non statali dell’infanzia, primaria e secondaria, si prevedono risorse ridicole. Auspichiamo che il Parlamento, in fase di conversione in legge del decreto, sappia tenere nella giusta considerazione i diritti delle persone”. E’ l’allarme che arriva dalla Fidae Campania, la Federazione Italiana delle Attività Educative, che aderisce alla due giorni di sciopero promossa da Usmi Unione Superiori Maggiori d’Italia e CISM (Conferenza Italiana Superiori Maggiori). “Ringraziamo anche la CEI per l’attenzione dimostrata. Allo Stato chiediamo un Fondo straordinario per le scuo-
le paritarie per colmare i già pesanti disavanzi, aggravati dall’interruzione di rette e contributi privati per la sospensione delle attività didattiche. Che sia un fondo certo e adeguato, non simbolico. Ormai sono rimasti pochi giorni per recuperare in Parlamento. Per le stesse ragioni, chiediamo anche che dal prossimo anno il fondo ordinario sia adeguatamente implementato. Occorrono, inoltre, la detraibilità integrale delle rette pagate dalle famiglie per la frequenza scolastica e per i servizi educativi; l’accesso ai fondi previsti per le piattaforme didattiche a distanza e l’azzeramento delle imposte e i tributi locali”.
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ANITA CURCI
BECKETT E IL SUO “FILM” UN SILENZIO VISIVO
È in tutte le librerie d’Italia e sui canali di distribuzione online il volume BECKETT E IL SUO “FILM” - UN SILENZIO VISIVO di Alberto Castellano e Filomena Saggiomo. Un saggio di circa 100 pagine pubblicato dalla napoletana Phoenix Publishing. Nel 1964, a 68 anni, Buster Keaton interpretò “Film”, un cortometraggio senza dialoghi scritto da Samuel Beckett, il drammaturgo irlandese autore di “Aspettando Godot”. Anche se fu completato e presentato in anteprima al Festival di Venezia nel 1965, il film si rivelò diverso rispetto a ciò che Beckett, il produttore Barney Rosset, il regista Alan Schneider e il direttore della fotografia Boris Kaufman avevano pianificato. “Film”, poi, dopo molti anni ha avuto un completo restauro digitale in 4K ad opera dell’UCLA Film & Television Archive con la supervisione del regista e restauratore Ross Lipman. Nel 2013, durante il restauro, Lipman e la Milestone cominciarono a lavorare su Notfilm, un documentario lungometraggio che raccontasse la storia travagliata e incredibile che sta dietro la produzione della pellicola e ricostruisse la versione originale di Beckett, utilizzando una sorprendente collezione di ricordi e testimonianze.
Il libro di Alberto Castellano e di Filomena Saggiomo ricostruisce l’avventurosa realizzazione di Notfilm sull’altrettanto avventuroso film con Keaton. La prima parte è dedicata a un’analisi semiologica di “Film”, mentre la seconda documenta il complesso lavoro di restauro di Lipman con un’intervista a lui e comprende anche un saggio sul film. In appendice, Waiting for Silence e Not Sound, due testi del compositore Antonello Paliotti, ispirati dalla singolare congiunzione intellettuale tra Beckett e il musicista americano John Cage, con le relative
partiture musicali. Alberto Castellano - Saggista e critico cinematografico, ha scritto per circa 20 anni per Il Mattino di Napoli e attualmente collabora con Alias (supplemento settimanale de Il Manifesto). Autore di numerosi saggi e volumi dedicati a Franchi e Ingrassia, Douglas Sirk, Carlo Verdone, Clint Eastwood, Paul Schrader, alla comicità e al doppiaggio, è stato professore a contratto di Semiologia del Cinema all’Università di Fisciano-Salerno e ha fatto parte di giurie Fipresci (Federazione della Critica Internazionale) in numerosi festival. Filomena Saggiomo - Laureata in lingue e letterature straniere all’Istituto Orientale di Napoli nel 1983, nel 1985 ha collaborato all’elaborazione del progetto Exodus, comunità itinerante per adolescenti tossicodipendenti ideato da Don Antonio Mazzi presso l’Istituto Don Calabria di Milano. È stata docente di Geografia Economica e di Inglese presso l’ITC F. Viganò di Merate (Lecco) e docente di Inglese e di Geografia turistica nei corsi diurni e serali dell’Istituto Alberghiero S.P. Malatesta di Rimini. Dal 2014 riveste il ruolo di Dirigente scolastico del Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti C.P.I.A. 1 di Rimini.
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Sara Miriam
Complimenti amici! Siete diventati genitori di una splendida bambina che riempirà di gioia ogni giorno della vostra vita. Vi giungano vivissimi i nostri migliori Auguri a Rosa Alvino e Ivan Fedele Salvo accordi scritti, la collaborazione con questo settimanale è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. In nessun caso si garantisce la restituzione dei materiali inviati. Del contenuto degli articoli e degli annunci pubblicitari sono legalmente responsabili i singoli autori. E’ vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari.
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