Domenica 7 Giugno

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DOMENICA 7 GIUGNO 2020

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Settimanale di Informazione

Distribuzione gratuita - E-mail: casoriadue@libero. it

ANNO XIX - N° 23 - DOMENICA 7 GIUGNO 2020

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IMMA CASTRONUOVO

L’inchiesta del Direttore Nando Troise sullo sversatoio Dei rifiuti, la Rampa delle oscenità

Nando Troise, Direttore Responsabile di Casoriadue, è stato l’artefice di un ennesimo scoop: ha scoperchiato il vaso di Pandora relativo alla questione della rampa S1 Circumvallazione esterna di Napoli, uscita in direzione nord Casavatore –Casoria, la cui chiusura ha fatto sì che la stessa venisse elevata a discarica abusiva, e sollecitato, chi di dovere, ad occuparsene. Finalmente, grazie alla sua denuncia, prima in assoluto, dapprima sulla carta stampata, attraverso il Ns. settimanale il 03 settembre 2019, e poi, con un importante video-denuncia , realizzato insieme al Direttore di Nano Tv, Maurizio Cerbone, con il quale ha denunciato lo scempio consumato da scellerati incivili cittadini e dall’indifferenza di chi è preposto ad occuparsene, nei Palazzi di Potere, è emersa una vicenda a dir poco scandalosa. Eh già, perché la denuncia, asciutta, brutale per quanto fedele all’imbarazzante indecenza che abbiamo tutti potuto constatare de visu, mediante le telecamere di Nano Tv e la presenza in loco dei due Direttori, che commentavano il lerciume e lo stato di devastazione di quel sito, hanno fatto gridare allo scandalo, per l’indifferenza con cui gli amministratori

competenti se ne sono lavati le mani. Ferdinando Troise ha continuato a denunciare l’oscenità di questa grave situazione, che è sotto gli occhi di tutti, ma che solo il Direttore di Casoriadue ha denunciato, facendo nomi e cognomi, chiamando ognuno alle proprie responsabilità. Solo uno ha risposto, e gliene diamo merito: l’Assessore Raffaele Del Giudice, Vice-Sindaco della Città di Napoli, Assessore all’Ambiente, al quale va il Nostro Grazie per aver consentito, a noi giornalisti, di fare un’inchiesta per la collettività, per sollevare il marciume e richiamare all’ordine gli Uffici preposti affinchè “facciano”. Quello di Nando Troise è stato un lungo lavoro certosino, mettere a posto i tasselli che venivano, man mano, dall’inchiesta che stava svolgendo. All’inizio, è stata chiamata in causa Città Metropolitana, competente per quel tratto di strada interessato; quindi, dopo l’accanita denuncia del Direttore di Casoriadue, è insorta anche la CGIL, che ha fatto richiesta al Prefetto oltrechè a città Metropolitana, chiedendo conto della situazione. continua a pag. 4


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4 SEGUE da pag. 3

Il Dott. Raffaele Del Giudice, come dicevamo, interpellato da Nando Troise, è stato il primo a rispondere, non solo verbalmente, ma con un impegno profuso per trovare il bandolo della matassa: occorreva prima capire di chi fosse la competenza di quel sito abbandonato e ripugnante. “E’ gravissimo che nessuno, prima di Noi, abbia mai segnalato questo scempio; due rampe chiuse da anni, diventate l’ennesima discarica abusiva”, denunciava Nando Troise; “oltre ad essere un problema di salubrità, è anche un’importante arteria veicolare che blocca ed intasa il traffico su tre comuni: Casoria, Casavatore, Napoli”, incalza, oggi come allora, il Direttore. “Essendo rampe chiuse, non può intervenire ASIA se prima non si effettua un’istruttoria amministrativa da Polizia ambientale, Ufficio mobilità, Asia”, replicava il Vice-Sindaco di Napoli. L’impegno dell’Assessore è ammirevole, tanto più perché non è il suo ufficio, quello di competenza in questa vicenda: il Dott. Del Giudice, infatti, è Assessore all’Ambiente della Città di Napoli, non di Città Metropolitana, quest’ultima competente nel caso di specie, per la quale, la relativa competenza è attribuita al Consigliere delegato all’Ambiente, Francesco Cascone, dal quale, a tutt’oggi, non abbiamo avuto alcun RISPOSTA. La CGIL, sollecitata dall’inchiesta di Nando Troise e di Casoriadue, ha richiesto formalmente a Città metropolitana informazioni e chiarimenti in merito alla rampa Sp1 Circumvallazione esterna di Napoli, uscita in direzione nord Casavatore –Casoria, la quale, lo scorso 20 maggio ha risposto chiedendo, a sua volta, un’integrazione planimetrica, foto satellitare o altra precisa individuazione grafica alternativa, “al fine di poter capire l’eventuale competenza relativa alla segnalazione, in quanto”, si afferma nella nota, “attualmente non risultano agli atti alcune rampe o svincoli di competenza chiusi al traffico lungo l’arteria SP1 “Circumvallazione Esterna di Napoli”. La CGIL ha prontamente evaso la richiesta di integrazione fotografica, ed il Vice – Sindaco di Napoli si è immediatamente attivato, inviando tutta la copiosa documentazione e le risultanze dei vari uffici interpellati, al Servizio Igiene, in attesa di relative determinazioni.

“Naturalmente, questo è il frutto di incivili criminali che abbandonano i rifiuti, ma riusciremo a risolvere in qualche modo”, chiosa l’Assessore del Giudice; “abbiamo il dovere di rispettare e collaborare con i cittadini, certe battaglie si vincono solo insieme.” “Soldi pubblici per costruire una rampa, che oltre ad essere una discarica ed un luogo tossico, blocca la circolazione. Soldi spesi male, senza ottenere alcun servizio”, sottolinea il Direttore di Nano Tv, Maurizio Cerbone L’inchiesta portata avanti con caparbia determinazione e indomito coraggio dal ns. Direttore Responsabile di Casoriadue, Nando Troise, ha prodotto i suoi frutti, per certi versi amari perché ha scoperchiato una verità che già conoscevamo – la sostanziale indifferenza di gran parte delle Istituzioni, in un ginepraio di competenze dal quale, forse, ne riusciremo a venire a capo – e, per altri versi, sorprendentemente piacevoli, come l’incisivo intervento, ad oggi, dell’unico referente istituzionale, il Vice – Sindaco di Napoli, Dott. Raffaele Del Giudice, che si è esposto in prima persona, in modo fattivo, per cercare di risolvere questa vergogna che, ancora una volta, ci rema contro, prestando il fianco ad incontestabili giudizi negativi sulla nostra Città, sulla sua vivibilità e sulla generale indifferenza di amministratori e amministrati. Certo, le responsabilità sono tante, e sono in tanti ad averle: da quelle del cittadino incivile criminale, che sversa i suoi rifiuti in quel sito, avendo a disposizione ben 10 isole ecologiche, a quelle delle varie Istituzioni preposte alla salvaguardia ed alla manutenzione del luogo in oggetto: come il video –denuncia

ha infatti evidenziato, NON VI SONO TELECAMERE CHE POSSANO RIPRENDERE LE TARGHE DEI MALFATTORI, CHE EFFETTUANO ILLECITAMENTE LO SVERSAMENTO DI RIFIUTI, CON GRAVE RESPONSABILITA’ CIVILE E PENALE; non v’è chi non veda la indifferenza degli Uffici deputati alla salvaguardia ed al rispetto delle norme, a tutela della salute pubblica, che pensano solo a pararsi da eventuali responsabilità chiedendo documentazioni che essi stessi dovrebbero avere già agli atti, in quello che dovrebbe essere il corretto svolgimento delle loro funzioni, mentre si riscontra solo una passiva inerzia che viene smossa da un tenace e indomito Giornalista che denuncia ciò che è una Verità sotto gli occhi di tutti. Non una telecamera. Non un comportamento attivo che Voglia reprimere un comportamento criminoso che va avanti da tempo. Viene lecito chiedersi: ma costoro, dove vivono?! Come si fa a passare davanti ad una rampa che era un’importante arteria di svincolo stradale, di ben tre Comuni, Casoria-Casavatore e Napoli, e non intervenire?! “Occorre fare un’istruttoria”, ci siamo sentiti rispondere: la classica risposta della P.A., talmente burocratizzata da essersi persa. Ci pensiamo noi, a darvi le coordinate, per non farVi più smarrire: noi non molliamo. In nome dell’informazione, del diritto ala salute, del diritto di sapere chi ci governa ed in che modo, del diritto a conoscere delle responsabilità, delle omissioni e delle commissioni. Noi non molliamo.


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ANGELA CAPOCELLI

DEGRADO E INCIVILTÀ. TROPPI ANNI DI “PROBLEMA RIFIUTI”

Lo scorso 26 Maggio il nostro direttore, Ferdinando Troise, si è recato presso lo svincolo del doppio-senso (Asse Mediano, Circumvallazione esterna di Napoli), per mostrarci il simbolo dell’inciviltà dei cittadini ma anche dell’inefficienza di Città Metropolitana. In diretta dalla pagina Facebook di NanoTV, ha ribadito che il problema sussiste già da parecchio ma continuare a combattere per questa causa è d’obbligo : mesi fa la CGIL territoriale ha scritto al prefetto di Napoli ma la situazione, da Ottobre 2019, non ha fatto che peggiorare. Nel video in diretta registrato è infatti possibile vedere il mare di rifiuti che pervade quelle strade e il degrado che le caratterizza. Ma il problema non sono solo i sacchi di immondizia : frigoriferi, divani, mensole… Ci si trova veramente di tutto! L’assessore Raffaele Giudice, contattato da Ferdinando Troise il 20 Ottobre 2019, ha spiegato, quando dopo due giorni la situazione era rimasta invariata nonostante avesse detto che avrebbe contattato polizia ambientale e ASIA, che gli impianti che ricevono i rifiuti erano in difficoltà, il nostro sito di stoccaggio sa-

turo e gli uffici stavano controllando la competenza territoriale. La chiusura delle due rampe, su cui i rifiuti sono accumulati, oltre a rappresentare un grosso problema dal punto di vista igienico, danneggia anche il traffico veicolare dei tre comuni di Napoli, Casavatore e Casoria. «Con 10 isole ecologiche a disposizione gli incivili preferiscono gettare la spazzatura sul manto stradale» afferma contrariato il Dottor Del Giudice, un mese dopo, quando il giornalista lo ricontatta: «Siamo in attesa del via libera degli impianti e delle precise competenze MA NON MOLLIAMO. Speriamo di ripulire le strade ma anche di dare battaglia all’inciviltà di questi criminali». Queste le parole di un vicesindaco, assessore alla città di Napoli, che non si arrende e che si preoccupa anche di ciò che non rientrerebbe nelle sue competenze: è Francesco Cascone il consigliere delegato all’ ambiente. Suo il compito di risolvere la situazione, nostri i disagi che ne derivano. I soldi pubblici non sono sicuramente stati spesi nel migliore dei modi : è stata costruita una rampa ma ciò

Crescere insieme, perfezionandosi Sicurezza edilizia Ambiente

che ci ritroviamo è una vera e propria discarica, un luogo tossico. La questione rimane sotto l’attenzione di Ferdinando Troise e Maurizio Cerbone che cercano di darle quanto più eco possibile e noi non possiamo che fare appello al buon senso dei nostri concittadini dando il buon esempio e ammonendo coloro che vediamo contribuire a degradare le nostre strade. Napoli è una bella città ma, talvolta, sono i suoi abitanti che lasciano a desiderare. Delinquenti, sicuramente, coloro che lanciano la spazzatura dalle automobili facendola depositare su suoli inappropriati ma inefficienti coloro che dovrebbero pulire laddove viene sporcato: agli errori culturali dei cittadini si sommano quelli amministrativi delle istituzioni.

Vincenzo D’Anna

Dottore in scienze dell’Ingegneria Collegio dei geometri e dei geometri laureati della Provincia di Napoli

VIA G. ROCCO, 2 - 80026 CASORIA (NA) TEL./FAX +39 081 19105654 - CELL. +39 335 8157475 E-MAIL: stdgroupsrls@virgilio.it - stdgroupsrl@pec.it


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6 ANTONIO BOTTA

Intervista a mons. Derio Olivero, Vescovo di Pinerolo (TO). Ha rischiato di morire per il Covid 19

LA PANDEMIA, OCCASIONE DI RINASCITA PER LA SOCIETA’ E LA CHIESA

Sulla riscoperta del valore delle relazioni umane verte la lettera pastorale di quest’anno dal titolo originale e tutto napoletano “VUOI UN CAFFE’”? Ho contattato mons. Derio Olivero, Vescovo di Pinerolo (TO) dal 2107, tramite e mail, che mi aveva gentilmente fornito il responsabile dell’ufficio “Comunicazioni sociali” della sua Diocesi. Alla fine di marzo, mons. Derio aveva scoperto di essere positivo al Covid 19 e subito fu ricoverato per l’aggravamento dei sintomi. E’ stato per lungo tempo intubato e tracheostomizzato in terapia intensiva e per tre giorni, come gli hanno riferito successivamente i medici, si è trovato in bilico tra la vita e la morte, perché le sue condizioni erano molto peggiorate. Alla mia richiesta se fosse disponibile per un’intervista,dopo avergli comunicato orientativamente gli argomenti su cui gli avrei rivolto delle domande specifiche, Sua Eccellenza mi ha risposto che era ancora convalescente, perché da pochi giorni dimesso e quindi non pienamente ristabilitosi per i postumi della malattia. Tra l’altro, impegni non rinviabili, connessi al Suo Ministero, non gli consentivano, al momento, di dedicarmi il tempo dovuto. Tuttavia, lette le mie proposte sull’impostazione che avrei voluto dare alla conversazione e mostrandosi concorde, oltre a fornirmi già qualche risposta, mi ha proposto di leggere due lettere da lui scritte per i fedeli delle comunità parrocchiali di Pinerolo in cui potevo trovare tutte le informazioni relative alle domande che gli avrei voluto rivolgere. Quali sensazioni avvertiva dentro di sé nei momenti in cui era cosciente durante il periodo di ricovero ospedaliero? La paura di non farcela dominava certamente la mia mente e il mio cuore: ne ho visti soffrire tanti, nelle mie stesse condizioni. Eppure, percepivo anche la vicinanza di fedeli, di amici, di tantissime persone che pregavano per la mia guarigione e ciò infondeva in me tanta energia, una grande capacità reattiva e una profonda pace nel cuore. Avvertendo molto vicina la presenza della morte,

sono “evaporate” dal mio animo tante cose e ho riscoperto ciò che, invece, é fondamentale e dà valore al percorso esistenziale: la fiducia negli altri - io, da credente, soprattutto in Dio - e l’imprescindibilità delle relazioni Mi erano di conforto, inoltre, la premura, la generosità e lo spirito di abnegazione con cui medici e infermieri incessantemente si son presi cura di me e di tutti i pazienti contagiati dal virus. Li ringrazio di cuore uno per uno; sono stati ammirevoli tutti gli operatori sanitari dell’ospedale di Pinerolo, esempi lampanti di buona sanità.” Lei ha scritto che questo periodo di pandemia e di crisi “non è una parentesi”. In che senso? Molti pensano che il confinamento domiciliare e le restrizioni per il contenimento del contagio siano come una parentesi che si è aperta agli inizi di marzo, ma prima o poi si chiuderà e torneremo alla vita e alla società di prima. No! E’ una bestemmia, un’ingenuità, una follia. Questo tempo parla, ci parla. Questo tempo urla. Ci suggerisce di cambiare. La società che ci sta alle spalle non era la “migliore delle società possibili”. Ricordiamo quanti “brontolamenti” facevamo fino a febbraio? Bene, questo è il tempo per sognare qualcosa di nuovo. Quella era una società fondata sull’individuo. Tutti eravamo ormai persuasi

di essere “pensabili a prescindere dalle nostre relazioni”. Tutti eravamo convinti che le relazioni fossero un optional che abbellisce la vita. Una ciliegina sulla torta, un dolcetto a fine pasto. In questo isolamento ci siamo resi conto che le relazioni ci mancano come l’aria, perché esse sono vitali non secondarie. Noi siamo le relazioni che costruiamo. Ciò significa riscoprire la “comunità”. Gli altri, la società sono una fortuna e noi ne siamo parte viva. Il mio paesino, la mia città, il mio quartiere sono la mia comunità: sono importanti come l’aria che respiro e devo sentirmi partecipe, L’abbiamo scoperto, ora proviamo a viverlo. Non è una parentesi, appunto, ma UNA NASCITA; la nascita di una società diversa. NON SPRECHIAMO QUEST’OCCASIONE! Una società che riscopre la comunità degli umani, l’essenzialità, il dono, la fiducia reciproca, il rispetto della terra”. Dopo l’emanazione del DPCM del 29 Aprile scorso, che disponeva la riapertura delle Chiese dal 18 maggio, si è acceso un dibattito tra i cristiani, che si aspettavano l’inizio delle celebrazioni liturgiche per gli inizi delle stesso mese. Lei, invece, si è mostrato d’accordo con le disposizioni governative. Perché? Ciò che ho detto per la società vale anche per la Chiesa: non basta tornare a celebrare per pensare di avere risolto tutto. “La pandemia non è una parentesi” vale anche per noi credenti! NON DOBBIAMO TORNARE ALLA CHIESA DI PRIMA. O iniziamo a cambiare la Chiesa in questi mesi o resterà invariata per i prossimi 20 anni. Per favore, ascoltiamo con attenzione ciò che ci sussurra questo tempo e ciò che meravigliosamente ci dice Papa Francesco. Vi ricordate cosa dicevamo fino a fine febbraio? In ogni incontro ci lamentavamo che la gente non viene più a Messa, i bambini del catechismo non vengono più a Messa,


DOMENICA 7 GIUGNO 2020 i giovani non vengono più a Messa. Vi ricordate? Ed ora pensiamo di risolvere tutto celebrando nuovamente la Messa con il popolo? Chiariamo, però! Io credo ALL’IMPORTANZA DELLA MESSA! Come non potrei? Quando celebro, mi “immergo”, ci metto il cuore, rinasco, mi rigenero. So che è “culmine e fonte” della vita del credente. E sogno dall’8 di marzo di poter avere la forza per tornare a presiedere la celebrazione eucaristica. Ma in modo netto e chiaro dico che non voglio più una Chiesa che si limiti a dire cosa dovete fare, in cosa dovete credere e cosa dovete celebrare, dimenticando la cura e le relazioni all’interno e all’esterno. Qualcuno sosteneva anche che, pur di ritornare in chiesa per partecipare alle celebrazioni liturgiche,valeva la pena rischiare la vita, come tanti martiri cristiani disposti a lasciarsi morire per la fedeltà a Cristo; ma non ha senso affermare ciò: chi viene colpito dal coronavirus, non mette solo a rischio la propria vita, ma anche quella degli altri, rendendosi gravemente responsabile della possibile morte di familiari, amici e delle persone con cui viene a contatto E, quindi, In cosa deve cambiare passo o direzione il popolo di Dio? Abbiamo bisogno di riscoprire la bellezza delle relazioni all’interno, tra catechisti, animatori, collaboratori e praticanti. Abbiamo bisogno di creare in parrocchia un luogo dove sia bello trovarsi, dove si possa dire: “Qui si respira un clima di comunità, che bello trovarci”! E all’esterno, con quelli che non frequentano o compaiono qualche volta per “far dire una messa”, far celebrare un battesimo o un funerale. Sogno cristiani che amano i non praticanti, gli agnostici, gli atei, i credenti di altre confessioni e di altre religioni. Questo è il vero cristiano. Sogno cristiani che non si ritengono tali perché vanno a Messa tutte le domeniche (cosa ottima), ma cristiani che sanno nu-

7 trire la propria spiritualità con momenti di riflessione sulla Parola, con attimi di silenzio, momenti di stupore di fronte alla bellezza delle montagne o di un fiore, momenti di preghiera in famiglia, un caffè offerto con gentilezza. Non cristiani “devoti” (in modo individualistico, intimistico, astratto, ideologico), ma credenti che credono in Dio per nutrire la propria vita e per riuscire a credere alla vita nella buona e nella cattiva sorte. Lei sogna una nuova primavera dello Spirito, auspicando che il vento del Concilio Vaticano II torni a soffiare forte sulla Chiesa. E’ la stessa aspirazione di Papa Francesco. Appunto! Non comunità chiuse, ripiegate su se stesse, e sulla propria organizzazione, ma comunità aperte, umili, cariche di speranza; comunità che contagiano con propria passione e fiducia. NON UNA CHIESA CHE VA IN CHIESA, MA UNA CHIESA CHE VA A TUTTI, carica di entusiasmo, passione, speranza, affetto. Credenti così riprenderanno voglia di andare in chiesa, di andare a Messa per nutrirsi. Altrimenti si continuerà a sprecare il cibo nutriente dell’Eucarestia. Guai a chi spreca il pane quotidiano (lo dicevano già i nostri nonni). Guai a chi spreca il “cibo” dell’Eucarestia. Solo con questa fame potremo riscoprire la fortuna della Messa. E solo così in questo modo riscopriremo la voglia di diventare un regalo per gli altri, per l’intera società degli umani. Sull’importanza di riscoprire il valore delle relazioni umane verte anche la lettera pastorale del gennaio scorso, dal titolo “VUOI UN CAFFE’”? Incuriosisce positivamente la scelta di tale titolo, soprattutto i napoletani, per i quali l’invito a sorseggiare “’a tazzulella ‘e café” insieme con un amico è un “rito” irrinunciabile. Che cosa di prezioso, Lei che è settentrionale, ha scoperto dietro tale “allettante” pro-

posta di gustare insieme un fumante e aromatico caffè? «Vi siete mai chiesti cos’è il caffè? Il caffè è una scusa. Una scusa per dire a un amico che gli vuoi bene». Queste parole del compianto Luciano De Crescenzo, sintetizzano in una battuta il cuore della lettera pastorale e che accompagna la diocesi di Pinerolo nell’anno corrente. Essa si pone in continuità con quella dello scorso anno e con quanto ho spiegato nelle risposte precedenti. L’intento della lettera pastorale è quello di aiutarci a riflettere sulla concretezza quotidiana. L’anno scorso il punto di partenza era un pagnotta e la tavola il discorso di fondo. Quest’anno il punto di partenza è la domanda «Vuoi un caffè?» e tutto il tono della lettera è sulle relazioni che sono pane quotidiano. Dietro questa domanda ci sono tutti gli elementi di una relazione perché se io dico a te «vuoi un caffè?» vuol dire che ti stimo perché altrimenti non mi fermerei ad offrirti un caffè. Vuol dire addirittura che son disponibile a spendere del tempo con te e che poi pago io il caffè, perché te l’ho offerto io e quindi sono disponibile a spendere anche dei soldi, a farti un regalo. Credo che da queste tre cose parta ogni buona relazione, che è qualcosa di divino. Nella relazione, infatti, noi incontriamo innanzitutto il volere inziale di Dio (Dio ci ha creati in relazione). Dio crea Adamo ed Eva insieme, li crea in relazione. Dal momento in cui noi prendiamo seriamente in mano la questione delle relazioni riscopriamo il disegno originario di Dio. E naturalmente poi alla luce del Vangelo possiamo rivederne le connotazioni fondamentali. Evitare cioè i rischi dell’egoismo, dell’egocentrismo, della violenza e della sopraffazione per mettere, invece, in pratica lo stile di Gesù che è uno stile di accoglienza, di ascolto, di donazione.


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8 VITTORIA CASO

LA COPERTINA: I CONSIGLI DELLA DOTT.SSA SERVILLO

Per LA COPERTINA, interessante rubrica condotta da Nando Troise negli studi di Nano TV di Maurizio Cerbone, il 25 maggio è stata gradita ospite la dott.ssa Letizia Servillo, psicologa e psicoterapeuta. Nando Troise le ha proposto di analizzare per le migliaia di webspettatori alcune copertine di Casoria2 di marzo, connotanti momenti diversamente drammatici della pandemia “che ha colpito in misura maggiore il nord d’Italia, e poi tutta la penisola. - ha esordito Troise - Nel corso tuttavia di questo lungo periodo dominato dalla paura, il popolo italiano ha mostrato coraggio e senso di responsabilità.”. “Quando la paura non ha alcun senso” è il titolo dell’intervista all’insigne virologo Giulio Tarro e copertina del 1° marzo, quando ancora non era stata formalizzata la pandemia ma già il virus circolava e mieteva vittime. “Colpisce in particolare la parola paura – ha affermato la dott. ssa Servillo- parolachiave del lockdown, che esprime una fra le emozioni più forti che abbiamo provato quando siamo stati costretti a chiuderci nelle nostre case perché ancora non si sapeva di che pericolo si trattasse; ma vi aggiungerei coraggio e responsabilità: 3 parole chiave, dunque. La paura di due mesi fa serpeggia ancora tra le persone, che si possono dividere in due tipologie: quelle che non riescono a uscire da casa, cosiddetta sindrome della Capanna e quelle invece che escono senza protezioni come se non fossero consapevoli del pericolo. Sono due aspetti reattivi e opposti a condi-

zioni ambientali, relazionali, sociali di rischio pandemico. Se la movida in piena libertà è rimozione e negazione del pericolo, la sindrome della capanna è una reazione di tipo fobico a rischi che vengono vissuti come enormi, pericolosi, incontrollabili. Il coraggio si concretizza nel senso di responsabilità: non negare la paura ma gestirla con razionalità, utilizzando cioè protezioni affinché il contagio non aumenti. Responsabili vuol dire essere abili nel rispondere a un problema in maniera adeguata, adattarsi: proteggere sé stessi e gli altri al fine di un bene superiore. Indubbiamente - continua la Servillo - abbiamo vissuto più di 2 mesi di lockdown a causa di un pericolo reale che c’è ancora. Negare tutto ciò implica un disturbo dissociativo della personalità eppure intorno a noi c’è grande irresponsabilità: da parte degli adolescenti non stupisce in quanto è la fascia d’età che sfida autorità e regole; da parte degli adulti invece è preoccupante; un aumento del contagio, infatti, comporterebbe una nuova chiusura generale con conseguenze gravi soprattutto per l’economia. Emozioni forti come paura e dolore, spavento e sorpresa provati in questi lunghi mesi possono causare

fino a disturbi post traumatici da stress: sintomatologia articolata e complessa che si manifesta con insonnia, ansia, panico; e nei bambini con o tono basso dell’umore o aggressività”. “Sarebbe importante -ha affermato Troise- che venisse istituita, così come esiste il medico di famiglia, la figura dello psicologo di base, cui rivolgersi nelle situazioni di sofferenza psicologica. Io l’avevo proposto 10 anni fa ma la classe politica non l’ha considerata vantaggiosa; nella situazione odierna invece si sarebbe rivelata in tutta la sua utilità”. La dott.ssa Servillo ha concordato, sottolineando che un percorso di psicoterapia purtroppo oggi ha costi che pochi possono permettersi. “Rischio contagio incontrollato sarà riduzione vita sociale” è il titolo della copertina dell’8 marzo. Troise al termine “distanziamento sociale”, preferisce “distanziamento fisico” che, pur esplicitando la lontananza non implica una riduzione della vita sociale. In tal senso la Servillo ha evidenziato come restare a casa abbia purtroppo, in pratica, ridotto la vita sociale e come in questa fase 2 vi sia misofobia cioè timore dell’altro, diffidenza, causati dalla paura di essere contagiati.

La paura c’è, infatti, come ha precisato Troise, nonostante il rischio-contagio sia diminuito, nonostante il 25 abbiano riaperto palestre e centri sportivi e il 3 giugno sarà nuovamente possibile circolare in Europa e gli studenti Erasmus così come tutti i viaggiatori rimasti bloccati potranno tornare nelle proprie dimore. Anzi si augura che inglesi e tedeschi, russi e cinesi, incuranti degli stereotipi, tornino presto in Italia dove il turismo langue. Nella copertina successiva, 15 marzo, “La nuova peste: diagnosi precoce e isolamento sociale le uniche cure” è il titolo; in pratica, come ha sottolineato Troise, in base al DPCM il distanziamento c’è stato ma non le diagnosi precoci. “Il virus c’è ancora – ha ribadito la psicologa - prima non si poteva uscire, oggi si; molte persone non colgono la differenza tra prima e dopo e i tanti messaggi contraddittori delle autorità causano una dissonanza cognitiva. Sarebbe opportuno rassicurare più che spaventare i cittadini, i quali possono riprendere la vita di prima ma con prudenza cioè mettere guanti, mascherine, rispettare il distanziamento sociale, lavare le mani” Troise, nel corso dell’incontro, ricco di argomentazioni, ha sottolineato anche alcune nuove parole entrate nella vita quotidiana in questo periodo tra cui “da remoto”. “È vero -ha confermato la psicoterapeuta- il linguaggio è importante perché ci immedesimiamo nelle parole e bisogna evitare fraintendimenti: altra dissonanza che destabilizza i cittadini.” A proposito di messaggi con-


DOMENICA 7 GIUGNO 2020 traddittori e disorientanti che arrivano da politici, medici, amministratori “Il professor Pregliasco, uomo di scienze, afferma che a metà giugno si potranno riaprire gli stadi -ha osservato Troiseinvece Malagò, uomo di sport, non sa se riprendere il campionato. E poi ci saranno le elezioni con riunioni e incontri a tutto spiano…” “I due mesi trascorsi sono stati difficili. La paura è giustificata - ha spiegato la dott.ssa; ottimo suggerire con la coper-

9 tina del 22 Marzo RESTATE A CASA. Adesso bisogna comprendere che l’aumento o meno del contagio dipende dal nostro buon senso. C’è chi vive ancora nella fase 1 e fatica ad adattarsi al cambiamento (sindrome della capanna); chi invece ha elaborato la paura e si proietta nel futuro: non è facile. Conosciamo il presente e il passato ma non il futuro. I cittadini devono capire che l’unico modo di cautelare sé stessi e gli altri è assumersi le proprie responsabilità e

non delegare, in modo da essere artefici del futuro e non pedine”. E col messaggio rassicurante che rispettare le regole è la chiave vincente per il futuro si chiude quest’incontro, di cui abbiamo sintetizzato alcuni punti focali. Una mia riflessione, con cui tutti sarete d’accordo: le copertine di Casoria2 sintetizzano ottimamente con giuste immagini e poche parole sia l’immaginario collettivo, sia le difficoltà di questo momento epocale.

CIRO TROISE

La nuova sfida di Gattuso: coinvolgere tutti

Eduardo De Filippo è stato spesso un punto di riferimento durante le terribili settimane della pandemia. “Adda passà ‘a nuttata” è un punto di riferimento filosofico, che si è esteso anche oltre Napoli, per immaginare una prospettiva di liberazione prima dal lockdown e poi da questa fase ibrida, di convivenza con il virus, che ancora ingabbia la nostra libertà nella paura e nel rispetto delle regole anti-contagio. Vale anche per il calcio che vede la luce oltre il tunnel più buio ma che potrà riaffermarsi come gioia e passione popolare solo quando sarà possibile tornare negli stadi. Forse in pieno luglio una parziale riapertura potrebbe essere consentita, sarebbe un primo passo importante. Un’accelerazione nel percorso verso la prossima stagione in cui, se la curva dei contagi lo consentirà, le gare a porte chiuse dovranno essere solo un triste ricordo. Il grande patrimonio culturale di Edoardo De Filippo torna anche in questa fase con un’altra citazione: gli esami non finiscono mai per tutti ma nel caso del Napoli soprattutto per Gattuso. Ringhio è arrivato l’11 dicembre scorso, ha trovato una squadra sbandata, stritolata dall’ammutinamento post Napoli-Salisburgo, dispersa in un progetto tattico che si era rivelato fallimentare, da ricostruire anche a livello atletico, annichilita dalla mancanza d’unità d’intenti tra De Laurentiis, Giuntoli e Ancelotti, spenta dal San Paolo diventato un deserto di passione per l’applicazione repressiva del regolamento d’uso dello stadio ristrutturato con le Universiadi. Bisognava ritrovare pensiero, gamba, entusiasmo e allo stesso tempo riformare un’identità tattica prendendo spunto dalle conoscenze del passato. La storia è nota: il Napoli nelle prime sei partite batte solo Sassuolo e Perugia e incassa quattro sconfitte, dopo il ko con la Fiorentina ha solo otto punti di vantaggio sulla zona retrocessione. L’acquisto di Demme, la crescita del lavoro e il ritorno del pubblico al San Paolo costruiscono la cornice della svolta, dopo il successo contro la Lazio in Coppa Italia arriva

un filotto di segno opposto: sette vittorie in nove gare, il pareggio contro il Barcellona e l’unico incidente di percorso in casa contro il Lecce. L’emergenza coronavirus ha bloccato il Napoli sul più bello, per Gattuso ora c’è un’altra missione: coinvolgere tutti per lo sprint dell’estate nel pallone, che può dare forza anche ai sacrifici compiuti in passato. In caso di qualificazione alla finale di Coppa Italia, mancheranno quindici partite in attesa di capire poi cosa accadrà nella gara di ritorno contro il Barcellona. Gattuso ha rilanciato il Napoli con i “titolarissimi”, si è affidato ad un blocco-base facendo ciclicamente dei cambi mirati. Quest’approccio stavolta non basterebbe, giocare ogni tre giorni, con il caldo e superando inizialmente l’assenza del ritmo-partita è un’attività complessa, ricca d’insidie. C’è bisogno di tutti, quindi, toccherà a Gattuso rispolverare Koulibaly soprattutto in virtù dell’infortunio di Manolas, rigenerare Ghoulam che non gioca dallo scorso 6 ottobre (Torino-Napoli 0-0), valorizzare Lobotka e Politano che ancora non hanno dimostrato tutto il loro potenziale, riportare in campo Malcuit, recuperare Lozano, trovare gli spazi giusti anche per Llorente, fare in modo che il mercato non disturbi il rendimento di Allan, Callejon e Milik. Gattuso si concentrerà sul campo per realizzare questa missione, poi serve il supporto della società che deve accelerare su tante questioni: ufficializzare gli accordi con Mertens e Zielinski, andare a fondo in quello per Maksimovic, risolvere la grana Milik in scadenza a giugno 2021. Tante situazioni individuali che s’incastrano in due vicende collettive: il nodo stipendi bloccati (congelati quelli di marzo e aprile in attesa di quello di maggio) e la liberatoria sull’azione civile che potrebbe colpire i calciatori in virtù dell’ammutinamento del 5 novembre scorso. Un’altra mossa positiva sarebbe legittimare Gattuso con il rinnovo del contratto fino al 2023, le parti ne hanno iniziato a parlare.

Ringhio si pone il prossimo step per arrivare fino in fondo nella missione delle prossime quindici partite


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10 ANTONIO BOTTA

Nella rubrica di Nano TV, “La Copertina”, intervista di Nando Troise a Luca Scancariello, esponente di spicco casoriano di “Fratelli d’Italia”

“UFFICIO EUROPA”: SOLUZIONE PER REPERIRE FONDI PER LA CASORIA DEL FUTURO

Luca Scancariello, Dirigente provinciale, regionale e nazionale di “Fratelli d’Italia”, è stato ospite del programma “La Copertina”, trasmesso su Nano TV, ideato e condotto dal Direttore di Casoriadue Nando Troise. Nel presentarlo, il Conduttore pone in evidenza che l’esponente politico del partito di Giorgia Meloni, già militante locale di Alleanza Nazionale e di Azione Giovani, manca da ben due legislature dal Consiglio Comunale della città di Casoria e, mostrandogli una copertina del Settimanale che dirige, dal titolo “MEA CULPA” risalente all’Aprile 2018, gli chiede se non debba attribuirsi errori per la sua lunga assenza, benché capace e brillante giovane politico, dal Parlamentino locale. L’intervistato pone come premessa che nessuno è esente da sbagli, ma , nel caso specifico, egli ritiene di avere agito e compiuto scelte avendo come parametri i valori della trasparenza, della coerenza ai propri ideali, del coraggio, che hanno sempre ispirato la propria condotta dal 1993, anno in cui ha deciso di entrare nell’agone politico. Nei 27 anni, dunque, del suo impegno pubblico non ha mai agito per convenienza, ma sempre per contrastare un sistema di potere radicatosi e consolidatosi a Casoria da moltissimi anni. A maggior ragione, interloquisce Troise, dispiace che politici brillanti e onesti come lui, e altri suoi amici della stessa area di “Destra”, Alfonso Paone, Peppe Notaro, Pasquale Lucchese, per citarne solo alcuni, non offrano il proprio contributo di passione ideale, di intelligenza politica, di competenze, nell’amministrazione della Città, pur dall’opposizione. A tal riguardo, il Direttore entra nello specifico della questione, chiedendo a Scancariello come mai, dopo essersi candidato a Sindaco di Casoria nelle elezioni comunali in cui competevano per la stessa carica Fuccio e Santillo, essendo questi ultimi giunti al ballottaggio, egli non scelse di sostenere Santillo, per assicurarsi un seggio nel Consiglio comunale se egli fosse risultato vincitore nella seconda tornata elettorale L’esponente di Fratelli d’Italia risponde che in, in quel contesto, “demmo una prova

di grande dignità; volemmo dare una rappresentatività alla destra, sapevamo di affrontare una campagna elettorale tutta in salita. Bisogna tener conto che Fratelli d’Italia, allora, aveva un consenso a livello nazionale che si aggirava intorno al 3% e noi, che ci presentammo con un doppia lista, Alleanza per Casoria, ottenemmo una percentuale di consenso del 5,6%, a testimonianza della bontà della nostra idea di dare dignità alla “destra”sul nostro territorio. Al ballottaggio, si decise di lasciare ai nostri elettori libertà di voto; certo, se avessi indicato di votare Santillo, avremmo ottenuto un seggio,sarei stato consigliere comunale pur stando all’opposizione, ma ciò avrebbe comportato il rinnegamento di tutta la nostra strategia politica illustrata in campagna elettorale. Noi avevamo compiuto, infatti,una scelta anti sistema e Santillo, al di là degli indubbi meriti e riconosciute qualità personali, rappresentava proprio l’apparato di potere che intendevamo contrastare, espressione di un ceto politico molto lontano da noi; una scelta, dunque, di dignità, di coraggio, di coerenza, ribadisco, che ha sempre orientato le mie scelte in ambito politico, e così anche gli altri militanti che hanno condiviso il mio impegno pubblico; non potevamo, per occupare un posto nel Consiglio comunale, rinnegare e tradire le nostre idealità, il nostro percorso po-

litico. Chiaramente, non potevamo nemmeno appoggiare Fuccio, che, essendo del PD, costituiva l’alternativa alla nostra progettualità. Così, lasciando libertà di voto, decidemmo di non prendere parte ad una partita che, ormai, non ci apparteneva più. Peccato, incalza Troise, che anche nelle ultime elezioni, che hanno visto al ballottaggio Bene con l’esponente dello schieramento di “destra”, l’avvocato Angela Russo, nonché assessore alla prima municipalità di Chiaia, pur avendo ottenuto un cospicuo consenso in termini di voti, per una “legge elettorale contorta, tu non sia riuscito ad essere eletto nel Consiglio comunale”. Scancariello spiega, a tal riguardo, che essi avevano puntato sulla Russo, perché “in netta discontinuità rispetto a quella che era stata la gestione di Casoria nell’ultimo ventennio e all’apparato civico messo in campo da Casillo per sostenere la candidatura di Raffaele Bene”; ma, anche se fosse riuscito a occupare un seggio nell’emiciclo di Piazza Cirillo, avrebbe dopo un po’ di tempo, come da accordi già presi, lasciato il posto all’amico Nicola Mangani, non senza evidenziare, con rammarico, “la triste verità“, ossia che l’elettorato si lamenta sempre di come viene amministrata a Casoria la “cosa pubblica” ma poi, al momento di votare, dimentica “tutte le malefatte“ e continua a sce-


DOMENICA 7 GIUGNO 2020 gliere i soliti noti. Discutono, poi, sulla possibile scelta che avrebbe potuto compiere Angela Russo di lasciare il posto, appunto, a Nicola Mangani all’opposizione, e, alla fine, Scancariello commenta che, sebbene egli, da eventuale candidato sindaco si fosse comportato diversamente, occorre rispettare, comunque, le scelte altrui, senza alcuna pretesa di giudicarle Dopo aver toccato l’argomento della candidatura di Scancariello alle elezioni nazionali, nelle quali, pur avendo ottenuto un’ ampia percentuale di voti, fu superato dal pentastellato Spadafora, attuale Ministro dello Sport, con oltre il 60% di consenso, Troise, mostrando all’interlocutore un’altra copertina sulla questione ambientale a Casoria (raccolta differenziata, aree dismesse, sfruttamento selvaggio del territorio…), focalizzando soprattutto l’attenzione sui circa 500 metri quadrati di aree dismesse, tutte proprietà private, tranne l’ex Snaidero dove è stato realizzato, con la Giunta Fuccio, un asilo nido, ma già chiuso. A tal proposito, Scancariello osserva che, pur essendo state dall’ARPAC con-

11 siderate aree già bonificate, tale bonifica è riferita molto probabilmente alla rimozione delle ricoperture di amianto, ma non è stato ancora effettuato un serio carotaggio per verificare cosa contenga il sottosuolo delle suddette aree. Certo, occorrono fondi sostanziosi, sottolinea l’esponente di Fratelli d’Italia, per riconvertirle a vantaggio della cittadinanza e i soldi, è noto, mancano, soprattutto a Casoria che rischia il default, ma, proprio per questo, egli sostiene che vada creato “l’ufficio Europa”, che, in contatto con gli organi regionali e nazionali, sia in grado di elaborare progetti per il nostro territorio al fine di utilizzare i FONDI EUROPEI”; “naturalmente” – prosegue Scancariello – “ tale ufficio dovrebbe essere composto da esperti, competenti, capaci di proporre iniziative progettuali validissime in base ai parametri richiesti dalla Commissione europea, abilitata ad esaminarle. Partecipare ad un bando della Comunità europea per ottenere i fondi non è una cosa semplice, occorrono persone qualificate; è il motivo per il quale, come spesso accade anche a livello regionale

e nazionale, si ricevono briciole rispetto alle somme stanziate e molti fondi sono rimandati indietro”. (Al momento sono da spendere dal governo nazionale, a parte i soldi stanziati dall’Europa per la pandemia, ancora ben 6 miliardi e 200 milioni di fondi non utilizzati da tempo e per i quali la Commissione europea ha sollecitato i nostri governanti ad utilizzarli per l’emergenza sanitaria, ndr ). Quindi, per le amministrazioni territoriali, i fondi costituiscono l’unica fonte disponibile per progettare le città del futuro; ma occorre valorizzare professionisti ferrati, e a Casoria non mancano”, a qualsiasi area politica appartengano, senza favorire, però, gli amici degli amici, incapaci e incompetenti”. I privati vanno coinvolti, resi partecipi per coinvolgerli nelle progettualità per le aree dismesse, con un preciso distinguo: essi ovviamente mirano al profitto, com’è giusto che sia, ma i loro interessi devono sapersi coniugare con le finalità stabilite dall’Amministrazione, riconducibili a rendere la Città più vivibile, a misura dei cittadini”.

RAFFAELE SILVESTRO

RIAPRONO I CENTRI SPORTIVI

Riaperte le regioni, ora tutti gli spostamenti sono consentiti, ma il rischio qual è? Ne abbiamo già ampiamente discusso, come delle regioni che hanno il più alto tasso di contagiati ora possa portarli qui giù al nord, ma se ora è possibile muoversi liberamente hanno riaperto tutte le attività esistenti, si è stabilita la ripresa del campionato italiano, come mai ancora non è stata data la possibilità ai centri sportivi di ritornare alla normalità e riprendere a pieno regime le proprie attività? Circa un mese fa, queste erano le parole del ministro Spadafora in relazione ai centri sportivi e scuole calcio: “Deve ripartire tutto lo sport. Devono riaprire tutti quei centri, che sono una grande necessità e opportunità per i cittadini italiani, dalle palestre ai circoli danza, tutti gli impianti, centri e circoli sportivi. Proporrò nel prossimo dpcm l’apertura di questi centri il 25 maggio o al massimo entro il 25 maggio” Ad oggi le uniche attività che sono riprese sono le palestre al chiuso, alcune scuole di danza, per chi ne ha avuto possibilità e le piscine. Si era pensato poi, di farli ricominciare in

concomitanza alla riapertura delle regioni con alcune dovute precauzioni, non si utilizzano gli spogliatoi, necessario prevedere un percorso di entrata e uno di uscita e chiunque entri all’interno della struttura dovrà essere sottoposto alla misurazione della temperatura. All’arrivo bisognerà presentarsi con guanti e mascherine, ma la mascherina non dovrà essere utilizzata durante l’attività sul campo ed erano vietate anche le pettorine. Sono state delineate solo le precauzioni, ma alla fine nulla è stato fatto. Ovviamente le proteste, soprattutto sui social, sono tante. Molte scuole calcio rischiano di chiudere, avendo tante spese da affrontare con nessun’entrata negli ultimi tre mesi e mezzo. Riaprono luoghi affollati che in ottemperanza a quanto stabilito, oggettivamente difficili da controllare come le palestre che sono per altro al chiuso, e non fanno riprendere il lavoro a centri all’aperto che danno modo anche a molti bambini di svagarsi dopo questi mesi di chiusura totale. Lo stato ha fatto tante cose buone, prendendo importanti decisioni in tempi di lockdown, dobbiamo ammetterlo, ma anche tanti sono stati gli errori.


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12 RITA GIAQUINTO La “crisi che verrà” , che avevamo prospettato in un numero del nostro settimanale di qualche settimana fa, è arrivata insieme ad un grido di dolore dei gestori di bar e ristoranti di Casoria e Arpino (Bar Luna, Ristorante Vesux, solo per citarne alcuni) a cui, anche questa volta, tentiamo di dar voce. Tutti sapevamo che sarebbe stato difficilissimo affrontare la Fase 2 del decreto ministeriale: la riapertura al pubblico e la ripresa delle attività commerciali richiedono una particolare attenzione nell’organizzazione e nella gestione delle normative, per garantire a tutti, dipendenti e clienti, distanziamento sociale e assoluto rispetto delle regole. Ma non è cosa semplice, soprattutto alla luce dei mancati sostegni promessi dal Governo – per molti, ancora solo parole -, alla luce di regole molto poco chiare e fuorvianti, sia per i gestori che per il pubblico, e, non da ultimo, alla luce quel sentimento di paura che molte persone ancora hanno per la virulenza di un’influenza che sembra averci condannati tutti al timore eterno. Diventano, a questo punto, necessarie tutte le possibili misure che consentano di affrontare le riaperture in modo efficiente, ma anche rapido – per scongiurare possibili licenziamenti - e nel rispetto delle prescrizioni anti Covid che impongono, di fatto, il distanziamento tra i tavoli di un locale, con l’inevitabile e pesante riduzione dei posti al coperto. L’iter, che già molte attività hanno proposto ai propri Comuni, dal Nord al Sud d’Italia, e quindi, anche nella nostra città, è quello della concessione dell’occupazione del suolo pubblico, con la sospensione, per un certo periodo di tempo, della COSAP (nel caso di un canone) o della TOSAP (nel caso di una tassa), cioè, in entrambi i casi, di quel contributo che va, generalmente, versato per questo tipo di concessione. L’obiettivo è, ovviamente, quello di permettere, in via del tutto temporanea e straordinaria, che quanti più bar e ristoranti possano ampliare la superficie da dedicare alla clientela, occupando il suolo pubblico antistante il proprio esercizio. Ma, come in tutte le pratiche urbanistiche e territoriali, va approvata una delibera dal Comune di appartenenza. Il Comune di Napoli, ad esempio, ha già approvato il provvedimento, rendendo gratuita la concessione fino al 31 ottobre di quest’anno. Vediamo con Giuseppe Malinconico, gestore del ristorante Vesux in via Castagna a Casoria, riaperto lo scorso 18 maggio, come è stata la

Ristorazione e bar in crisi: proposte e soluzioni

riapertura e quali sono le proposte per alleggerire le notevoli difficoltà di questo momento. “Ritornare alla normalità è stato faticosissimo” – ci racconta Giuseppe. E continua : “Inizialmente, in fase di progettazione della nostra eventuale riapertura, avevamo puntato sull’asporto. Ma, purtroppo, ci siamo resi conto sin da subito che la nostra è una struttura troppo grande per puntare tutto sulle consegne a domicilio che possono andare bene per pizzerie, locali più piccoli, ma non per noi. Le spese sarebbero state eccessive e non congrue ai nostri valori. Noi abbiamo sempre privilegiato i posti a sedere, quindi siamo stati fortemente penalizzati. Nel momento in cui abbiamo sistemato gli interni del locale nel rispetto del distanziamento, naturalmente abbiamo perso spazio, che, per noi, vuol dire perdere clienti, e, quindi, introiti e fatturato. Da queste difficoltà pratiche ed oggettive, ci è sembrato naturale chiedere di poter utilizzare gli spazi esterni al ristorante, in modo da poter accogliere un maggior numero di ospiti. Fortunatamente, noi avremmo questa possibilità, perché di spazio ne abbiamo, ma ora aspettiamo che, come sempre, la burocrazia faccia il suo corso. Il Sindaco Raffaele Bene è venuto a trovarci, ci ha rassicurati, comunicandoci che sono solo in attesa che il Comune faccia la delibera sulla concessione”. Sembrerebbe, infatti, che la Commissione Assetto del Territorio volesse eliminare la COSAP per circa

un anno, ma, al momento, non c’è nulla di certo ed approvato. Staremo a vedere. Nel frattempo, un altro problema importante è anche cercare di gestire i clienti, come ci dice Giuseppe : “Le persone che cominciano a venire al locale, vengono sì, ma hanno ancora molta paura, non sanno nemmeno se possono entrare, quali sono precisamente le misure di sicurezza, perché purtroppo, fino ad oggi, l’informazione non è sempre chiara, anzi per lo più vaga. Per evitare confusione nei clienti e per rendere tranquilla la loro permanenza nel locale, abbiamo deciso di stampare il decreto con le normative sulle distanze, in modo che, documento alla mano, cerchiamo di spiegare agli ospiti quali sono le misure di sicurezza da adottare. Ci sono venuti a fare visita anche i Carabinieri, i quali, a loro volta, ci è sembrato non sapessero precisamente quali fossero le normative, visto che ogni settimana vengono date informazioni diverse e che annullano quelle fornite in precedenza. Abbiamo questo fascicolo stampato, posizionato nel locale e consultabile da tutti i clienti, in modo da dare loro la possibilità di controllare che stiamo seguendo tutto quel che vige, in questo momento, nel nostro ambito. Le persone, mano a mano, stanno cercando di tornare, di venire a trovarci ma ci chiedono sempre “Possiamo venire? Siete sicuri?”. Purtroppo, c’è ancora troppa paura in giro e non possiamo che sperare che anche questo disagio finisca perché altrimenti per noi risulta ancora più difficile la gestione delle sale e dei clienti.” In che percentuale puoi considerare ripresa la tua attività rispetto al vostro normale andamento del periodo antecedente la pandemia ? : “Siamo, in questo momento, ad un 40%, ed è troppo poco per un’attività come la nostra. Dobbiamo attuare soluzioni per crescere, arrivando almeno al 60% di quello che producevamo prima dell’emergenza, altrimenti i danni potrebbero essere irreparabili”. Hai avuto la possibilità di far rientrare tutti in azienda? Ci siete ancora tutti?: “Con moltissimi sacrifici, ci siamo tutti. Con i ragazzi che mi collaborano in questa impresa, avevamo stretto un patto : siamo entrati tutti insieme, ne usciremo tutti insieme”. Speriamo in una identica, solida alleanza con quella burocrazia, troppo spesso, nemica dei bisogni di una comunità e dei suoi migliori protagonisti.


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ESPEDITO D’ANTO’

APP IMMUNI DISPONIBILE SUGLI STORE. ECCO GLI AGGIORNAMENTI Come promesso, abbiamo seguito passo passo tutti gli aggiornamenti e le evoluzioni riguardo l’app Immuni. Una soluzione tecnologica di tracciamento dei contagi che, qualche mese fa, sembrava essere forse una delle uniche soluzioni che avrebbe permesso lo spostamento tra persone e quindi la fine del lockdown. Oggi sembra una soluzione meno utile e sicuramente non indispensabile visti i numeri in Italia. Ma non è detto che non possa tornare utile in futuro (speriamo di no) visto che una delle lezioni che abbiamo imparato in questa pandemia è che prevenire è meglio che curare. Abbiamo ancora una volta raggiunto telefonicamente l’ingegnere Roberto Fusco, esperto informatico di dati di raccolta covid 19, che ci ha tenuti sempre informati sullo stato di avanzamento della vicenda. Ecco la sua dichiarazione: “L’app Immuni per il tracciamento anti-contagio è ufficialmente disponibile sugli store di Google e di Apple ma in una prima fase di test, il suo funzionamento gestito dal servizio sanitario nazionale, sarà attivo solo in queste quattro regioni: Liguria, Marche, Abruzzo e Puglia. Si ipotizza una durata di questa fase di test di una o due settimane dopodiché verrà esteso a tutto il territorio nazionale. L’app è disponibile per Android e iPhone ed è scaricabile dai relativi store. I requisiti sono Android 6 o iOS 13.5 o versioni successive. Il governo garantisce che l’app è stata sviluppata nel rispetto della normativa italiana e di quella europea sulla tutela della privacy. Come sappiamo il funzionamento dell’app si basa sul blue-

tooth e registrerà i contatti prossimali con gli altri dispositivi su cui è installata l’app scambiando dei codici non anonimi ma che possono, all’occorrenza, informare chi è venuto in contatto con un ammalato e quando ma non potrà dire dove, perché i dati di geolocalizzazione non verranno memorizzati. Per poter aver una utilità è necessario che l’app sia installata da almeno il 10% della popolazione e che poi venga effettivamente usata, ma per poter essere efficace nel trattamento e nella prevenzione si stima che almeno il 60% della popolazione debba usarla correttamente. Purtroppo la comunicazione politica relativa all’app è stata molto deludente e non è riuscita a infondere molta fiducia negli italiani tuttavia, scaricare e usare l’app è un atto di responsabilità. Non dobbiamo scordarci che il covid mette a rischio tutti noi e in particolare i nostri cari più anziani e solo con la responsabilità di tutti possiamo ridurre il rischi di contagiarli. E’ bene sottolineare che sono in atto tentativi di truffa relativi all’app Immuni. L’unico modo per ottenere l’app è scaricarla dagli store ufficiali. E’ importante non fidarsi di nessun messaggio in cui si richiede di scaricare l’app. Il punto più critico è un altro: cosa succede una volta che arriva la notifica di potenziale positivo? Oltre al messaggio che consiglierà di auto-isolarsi, ci sarà un pulsante per contattare il medico o uno per prenotare un tampone? Ancora non sappiamo con certezza la procedura organizzativa e la gestione del potenziale paziente. L’autorità di governo finisce alla notifica, il resto sta alla civiltà di tutti noi”

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GIUSEPPE CLARINO

Credo in un solo Dio, padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, in tutte le cose visibili e invisibili. Padre, quanto riportato sopra, riflette in maniera perfetta il mio modo di credere in Te, nella Tua esistenza, nella tua onnipotenza, nella tua onniscienza, nella tua eternità, nella tua bontà, nel tuo infinito amore. Io credo che tu sia effettivamente il creatore e governatore dell’universo. Credo in te ma non riesco a trovarti; non riesco a far scoccare in me quel quid che ti faccia sentire. Io ti credo ma non ti sento. Essendo umano e non trovandoti mi tormentano alcuni seri dubbi che nessuno è in grado di sciogliere se non tu. Mentre sto scrivendo è circa mezzanotte del 26/12/2011 e rai2 sta mandando in onda una trasmissione su Mediugorie e una delle veggenti sta raccontando in questo momento che la Madonna gli ha fatto visitare il paradiso, il purgatorio e l’inferno. Ha descritto il paradiso con anime in eterna contemplazione (ma uno non si annoia?), il purgatorio con anime che sono in attesa di entrare in paradiso, ma quello che più mi ha colpito è stato il fatto che abbia visto l’inferno abitato da anime. È possibile questo? A questo punto penso che sia più interessante quanto rilevato attraverso le NDE (Near Death Experience) e cioè che appena morti si attraversi un tunnel in fondo al quale tutti vedono la luce e si sentono infinitamente amati. Queste persone una volta ritornate in vita hanno cambiato il loro comportamento. Questo amore che hanno sentito non deve essere altro che il preludio del tuo perdono. Certo il tuo amore è uguale per tutti ma forse è la nostra stessa anima, che nel riconoscere le sue colpe, decide di espiarle collocandosi ad una certa distanza da Te per poi raggiungerti; ed è questa distanza che gli causa sofferenza e credo che sia questo il purgatorio. La cosa più probabile è che la veggente abbia visto ciò che la sua fede e la sua cultura gli permettono di percepire; in effetti ha descritto l’inferno, il purgatorio e il paradiso come lo ha descritto Dante nella Divina Commedia. Senza parlare poi del purgatorio che nella Bibbia (sulla Bibbia ci sarebbe un lungo discorso da fare ma non ritengo questa la sede opportuna) e nelle sacre scritture pare non sia mai menzionato. Poiché se ti sei immolato sulla Croce, attraverso tuo figlio, per salvare l’uomo dal peccato, che senso ha l’inferno? I giusti (sempre con il tuo aiuto) erano già salvi; i peccatori invece avevano bisogno del sacrificio della croce per salvarsi. A che sarebbe valso l’immane sacrificio della crocifissione se poi l’inferno è abitato da anime di peccatori? Personalmente credo che dopo la morte, per stadi vibrazionali successivi, si arrivi a te e con questo escludo anche la reincarnazione anche se alcuni e sporadici fatti mi porterebbero a pensare il contrario. Quindi penso che l’inferno sia vuoto. A questo punto potresti rispondermi, con le parole di sant’Agostino, che la chiesa ha fatto proprie;

che a causa del libero arbitrio ogni uomo è artefice del suo destino. Io al libero arbitrio non credo perché se l’inferno è anche per l’uomo, sei sempre tu a decidere chi lo devo abitare e chi no altrimenti dov’è il libero arbitrio di Saulo fulminato sulla via di Damasco, del dissoluto Francesco d’Assisi, dello stesso Agostino ecc. Potrei continuare e riempire decine di pagine. Essi sono tutti dei prescelti da te. Allora a me, non facendoti trovare, mi hai già condannato? Il mio libero arbitrio mi ha già condannato? Perché non folgori pure me? Puoi rispondermi che questo fa parte del tuo disegno che agli umani non è dato conoscere; ma questa è una non risposta Ma poi tu che sei eterno e il tempo misurato dagli uomini altro non è che una convenzione mentre dalla fisica quantistica sappiamo che migliaia di anni sulla terra sono attimi per l’universo, tu saresti disposto a condannarmi per l’eternità per un attimo del mio tempo che non ti ho trovato? E dov’è allora il tuo infinito amore? Personalmente credo che l’inferno, il purgatorio e il paradiso siano stati di coscienza, come una prigione o una cella virtuale la cui consistenza e durata dipendono dall’individuo stesso che le ha generate. Tali zone non sono affatto delle punizioni inflitte da Te. Sarebbe assurdo credere che ciò che è al centro dell’universo e che è la fonte della bontà assoluta abbia ideato prigioni cosmiche eterne ove rinchiudere chi non concorda con la sua visione delle cose; sarebbe assurdo e puerile. È l’individuo e lui solo ad avere la capacità di crearsi degli stati di coscienza, agendo con azioni contro la sua natura, all’interno dei quali la nozione del tempo lineare (come noi lo rappresentiamo) non esiste. L’eternità infernale quindi, è una pura invenzione delle chiese terrene per tenere a bada l’umanità. Cristo, tuo figlio, ha detto che il regno dei cieli è dentro di noi. Ma io per quanto trivelli il mio animo, per quanto mi sforzi, non riesco proprio a trovarlo questo regno. La fede è un tuo dono gratuito; ma perche non fai questo dono a tutti e con uguale intensità? Mi rispondi che tuo figlio lo ha spiegato con la parabola del padrone che dà a tutti gli operai la stessa paga; sia a quelli che hanno incominciato a lavorare dal mattino, sia a quelli che hanno lavorato solo l’ultima ora. Perché queste preferenze. Non riesco proprio a capirlo. Cerco continuamente il senso della vita ma questa ricerca mi porta sempre alla conclusione che questa vita vada verso la morte. Ma a me piace pensare che io sono morto quanto sono nato e che quando morirò ritornerò a VIVERE e può mai essere che tu permetta che la mia VITA sia da trascorrere eternamente nell’inferno? Io non ti ritengo capace di questo. Sulla figura di Giuda. Alcune considerazioni mi portano a pensare che Giuda debba essere il santo più importante della chiesa perché senza di lui non avresti potuto realizzare il tuo disegno per salvare l’umanità. Quindi egli si è immolato, come il grande traditore, nella storia dell’umanità per la realizzazione del tuo disegno oppure egli era un prescelto da te e candidato alla dannazione eterna. Anche qui il suo libero arbitrio non esiste. A meno che …… a meno che Giuda non fosse satana (il male) stesso. In tal caso tutto tornerebbe. Ma anche in questo caso non mi spiegherei come tu possa esserti servito del tuo peggior nemico per realizzare il tuo disegno e come lui ti abbia assecondato se poi costantemente lavora per sottrarti anime e io aggiungo senza riuscirci per le considerazioni fin qui fatte. E’ mia intenzione pubblicare questa lettera a Te rivolta, affinché qualcuno leggendola sia in grado di darmi, se non tutte, almeno qualche risposta.


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VALERIA AIELLO Continua a far parlare di sè il giovane rapper napoletano Ralph P che, dopo aver ricevuto la nomination ai David di Donatello di quest’anno, conquista l’attenzione della stampa cinematografica italiana che lo candida ai Nastri d’Argento 2020 nella categoria “miglior canzone originale” per il brano “Rione Sanità”. Duecentomila visualizzazioni solo su youtube e innumerevoli ascolti su Spotify, Rione Sanità è il brano che racconta, in rime napoletane, la storia di Antonio Barracano (interpretato da Francesco Di Leva), il personaggio nato dal genio teatrale di Eduardo De Filippo, riportato in scena a teatro e poi al cinema, nel riadattamento in chiave moderna del regista Mario Martone. “I lunghi mesi di tournée teatrale e in seguito le riprese sul set, mi hanno permesso di conoscere al meglio il personaggio, scavare nel suo intimo, nella sua testa, per poi racchiuderlo in questa canzone e farne un vero e proprio omaggio”, spiega l’artista profondamente legato all’opera in cui, oltre a firmare la colonna sonora, interpreta il ruolo di “Palummiello”. “In questo periodo, dove tutto si è fermato e ha cambiato la vita di ognuno di noi, la notizia della candidatura non può che darmi forza e sperare in una

RALPH P il giovane rapper autore delle musiche del film Il Sindaco del Rione Sanità di Mario Martone candidato ai Nastri d’Argento 2020 nella categoria MIGLIOR CANZONE ORIGINALE per il brano RIONE SANITA’

grande ripartenza di tutti i settori, come quello della musica, del cinema, del teatro, fortemente colpiti. Sarebbe una gioia immensa ricevere un riconoscimento del genere alla mia prima esperienza cinematografica. È una sestina tosta dal momento che concorro con dei grandi artisti della musica italiana come Claudio Baglioni, Brunori SAS, Diodato e Nelson, anche se la sfida è con Liberato. Insomma, stringo i denti e incrocio le dita e auguro a tutti un grande in boc-

ca al lupo”, afferma il rapper che presto lancerà il suo primo disco. Ralph P Biografia Ralph P nasce a Miano nel 1993 e scopre la passione per la musica fin da piccolo. Produce i suoi primi beat nel lontano 2008. Percussioni, hip hop e rap si mescolano e diventano il suo strumento più efficace per trasmettere l’insofferenza di un ragazzo di periferia. Un po’ scugnizzo e un po’ intellettuale, Ralph riesce a fondere, con una maestria non comune, cultura di strada e temi attuali, spinto dall’esigenza di raccontare le cose dal suo punto di vista. L’incontro con il teatro avviene nel 2012 quando prende parte allo spettacolo “Scampia Trip” per la regia di Erminia Sticchi, con ruolo di attore e musicista. Nell’ambito hip hop, come rapper​collabora con diversi altri artisti napoletani e non, principalmente per progetti di produzione ‘dal basso’ (Shotgun Underground Records, Mammut ​Flow ​family). Pubblica il suo primo singolo ​come solista,​ “Da ‘na parte a n’ata”​,​ una canzone di denuncia sull’immigrazione nel 2016. Per il Napoli Teatro Festival 2017, con la Compagnia Giovani ‘O NEST, ottiene un ruolo in “Otello” regia​ ​Giuseppe Miale di Mauro, ​come attore e live performer.


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VITTORIA CASO

L’ultima volta della Citroen rossa Raramente mio figlio mi ha chiesto un passaggio. Questa volta c’è un importante convegno presso il Museo Archeologico. Al suo: “Mamma, sei libera? Me lo daresti uno strappo al Museo?” non mi sento di negare e lo rassicuro: “Sì, certo, ti posso accompagnare. Devi solo dirmi a che ora.” L’ora insolita, le 14, è scomoda ma forse vantaggiosa: poco traffico! E, scoccata l’ora X, scendiamo. Sì, siamo in orario, sembra che gli dei ci siano propizi e invece…. Lascio Marco al Museo, imbocco Via Pessina e poi via Broggia per ritornare a via Foria ma dopo poco, un suono, quasi un gemito, e la mia Citroen, singhiozzando si ferma nel bel mezzo della trafficata via Foria. Cavoli! E ora, cosa faccio? A chi mi rivolgo? Rapidamente passo in rassegna le più semplici cause che possono aver determinato il problema: la benzina (ricordo di aver fatto rifornimento), la batteria? Boh, è possibile, chissà… Una lunga fila d’auto, intanto, dietro di me strombazza senza sosta. Scendo e cerco di spingere la mia Citroen rossa accanto al marciapiedi: devo assolutamente spostarmi e togliermi dal traffico; agli strombazzamenti si aggiungono parolacce di tutti i tipi. Eppure sono le 14 circa, e che cavolo c’è sempre traffico! Riesco ad accostarmi a destra, ma la

strada è in discesa e l’auto scivola, da sola. Si ferma finalmente bloccata da due recipienti per la differenziata, davanti ad un portone. Oddio e se deve uscire qualcuno, come faccio? Rientro e provo a riaccendere. Mi avevano spiegato da cosa capire se fosse o meno scarica la batteria ma non lo ricordo. Provo a telefonare a mio marito, non risponde. I mariti! Quando ti servono, spariscono nel nulla! E allora dopo svariati altri tentativi, chiamo Marco. Gli spiego la situazione e il poveretto mi rassicura che non mi lascia sola nel triste frangente: “Ma no -gli dico- lascia stare. Prima o poi tuo padre risponderà. A quest’ora va a casa per pranzare”. In un impeto d’insolita generosità mio figlio mi raggiunge e va un po’ in giro. Un meccanico? Un elettrauto? Un’officina? Un garage? Niente. Una pompa di benzina? Si, questa c’è, ma, dannazione, è automatica! W l’automazione e w il progresso! Mio marito non risponde. Intanto il tempo passa, le tre, le tre e trenta, ah, finalmente risponde. Risponde perché il cane, a forza di sentire il telefono squillare con insolita frequenza, lo ha chiamato vigorosamente con la zampetta, rastrellandogli la mano con le unghie. Ecco perché il cane è l’amico dell’uomo e in questo caso soprattutto

della donna. Arriva finalmente mio marito assieme al meccanico di fiducia che, dopo un’accurata analisi, mi dice con aria sconsolata che la Citroen è morta. “E proprio adesso doveva esalare l’ultimo respiro! “ . E’ addirittura inutile tentare qualsiasi rianimazione, non è in coma, è defunta. Bisogna svuotarla e conviene che il carro attrezzi la porti alla demolizione. L’ultima foto, da incorniciare, alla mia prima auto nuova, perché sì, le altre erano usate; ultima foto prima dell’addio. Quante avventure macchinetta mia, la mia prima rossa, “il ferrarino”, così scherzavano i miei alunni quando arrivai a scuola con la mia auto nuova dopo anni di auto di seconda, terza e quarta mano, auto vecchie su cui mi sono allenata ma in verità brava a guidare non sono diventata. Finalmente alle cinque arriva il carro attrezzi e l’imbarchiamo, addio alla Citroen, grazie alla mia cagnolina che ha svegliato il padrone dal soporifero sonno e m’ha salvata dal linciaggio di tanti furibondi automobilisti. Si, proprio via Foria, la mia amata Citroen rossa ha scelto per esalare il suo ultimo respiro. Si chiude una parentesi e se ne apre un’altra sul futuro, a piedi, tristemente e rigorosamente a piedi fino alla prossima utilitaria….

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO Fermo restando il nostro primo pensiero per tutti coloro che hanno subito sofferenze e perdite per la pandemia da Covid-19, vogliamo mettere in evidenza un’iniziativa molto interessante, a sostegno della ripresa economica, promossa da un’azienda del nostro territorio: Remax Programma Casa, Centro di Servizi Immobiliari che opera dal 1986 a Casoria e nei comuni limitrofi, e da sempre coinvolta in progetti di solidarietà, grazie all’impegno dei broker Biagio De Angelis e Mauro Grieco e del gruppo di professionisti affiliati. Si tratta di un “Contest fotografico”, partito su facebook il 1° giugno, che ha l’obiettivo di sostenere e dare nuovo impulso agli esercizi commerciali che sono stati fortemente penalizzati dal lockdown dovuto all’emergenza sanitaria. Remax Programma Casa crede fortemente nella Comunità e con questa iniziativa invita tutti i cittadini a raccontare, attraverso uno scatto, un paese che è ripartito.

Regolamento: Dall’1 al 30 giugno, scatta e pubblica, sul gruppo “viviAMOcasoria”, una foto che ti ritrae presso un esercizio commerciale di Casoria, mentre fai shopping o mentre gusti una specialità gastronomica napoletana, inserendo: 1) #viviamocasoria 2) il nome dell’esercizio commerciale in cui ti trovi 3) il nome del prodotto acquistato o della specialità che stai gustando Gli autori delle tre foto, che riceveranno più like al 30 giugno 2020 ore 12, otterranno in premio una cena per due. I POST NON CONFORMI NON SARANNO PUBBLICATI. no post politici - no post spam Condividi con tutta la rete i colori e i sapori di Casoria #lavoriamoinsicurezza #tuttoandràbene


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LA LIBERTÀ RITROVATA. TRE PROFILI. E IL MIO PENSIERO, ATTRAVERSO LE PAROLE DEL GRANDE MASSIMO

Questo tre giugno ci siamo riappropriati della vita senza costrizioni. Quanto è importante, e come l’abbiamo desiderata. Ci sono alcuni profili della libertà molto delicati, che toccano corde sensibili della nostra esistenza. Allora, per celebrare questo momento – direi – storico, proverò a ricordare tre di questi profili di libertà, e nel mezzo o alla fine di ognuno, alcune frasi del nostro Massimo porteranno la sintesi più sincera ed ironica del mio modesto pensiero. E se alcune parole trascendono e diventano parolacce, mi scuserete. Per questo, Vi basterà ricordare come Massimo le pronunciava nei Suoi film, con tale poesia e garbo da rendere gradevole anche la più popolare trivialità. La libertà dei no-vax, contro quella di chi vuole vaccinarsi. Il premier britannico Boris Johnson, prima di ammalarsi di Covid, era convinto che l’Inghilterra dovesse lasciare tutto come prima, a costo di piangere parenti ed amici. Il modo per contrastare il virus non era cercare un vaccino, ma consentire che i sopravvissuti al contagio, diventando immuni, debellassero naturalmente quel male. La chiamano “immunità di gregge.” Questo, detto alla mia maniera – grossolana ed approssimativa – è ciò che pensano i no-vax. La libertà di credere solo nella natura, un popolo come un gregge, rifiutando il vaccino. Quella inoculazione che ha sconfitto il vaiolo, il morbillo, la poliomelite e tanti altri morbi per cui, alcuni decenni fa, i bambini – e gli adulti – morivano in tanti. Ma chissà, poi, se attaccato ad un ventilatore, il premier ancora avrà meditato che la ricerca di un vaccino non fosse così essenziale. In fondo, avrà pensato, ci sono altre cose importanti nella vita, no? Ad esempio l’amore. “D’altronde, quando c’è l’amore, c’è tutto. No, no, chell è a salute!” (cit.). La libertà di adozione tra coppie dello stesso sesso. Giorgio e Giovanni si amano, e vorrebbero adottare un bebè. Questo da noi non è possibile. Tanti gli argomenti contro. Ad esempio, se la natura ha stabilito che la procreazione avvenga tra maschio

IL GRILLO PARLANTE

e femmina, una ragione ci sarà. D’altra parte, Platone ha detto che l’“Essere Perfetto”, in principio, era unico, ma poi – per invidia – fu separato da Zeus in uomo e donna, due metà che si perfezionano con l’unione (Simposio). E sottolineo uomo e donna. Anche di argomenti a favore se ne trovano molti. Un bambino ha bisogno di amore, e questo non ha genere. Ce ne sarà nella coppia gay quanto in quella etero. Dove sta scritto che due papà, o due mamme, sono meno capaci di educare un figlio? La mia posizione, se devo essere sincero, “No, perché? Puoi dire pure una bugia...cioè stiamo tutti e due...chi se ne accorge?” (cit.). La libertà di non vedere un Crocifisso nell’aula della scuola, contro la libertà di chi invece lo vuole. I ragazzi finlandesi Dataico e Sami Albertin, residenti in Italia, nel 2006 minorenni – e per questo rappresentati dalla madre – adivano la Corte Europea per i diritti dell’uomo, perché nelle aule scolastiche che frequentavano era appeso un Crocifisso. Così, per loro conto, la madre denunciava la violazione del principio di laicità e del principio di imparzialità della Pubblica Amministrazione. Inoltre, sempre per la madre, la libertà dei ragazzi era limitata dal Crocifisso.

Dal Crocifisso?! “Mammina ti scimunisce. Accussì, mammina, te manna o manicomio!” (cit.). Sia in primo grado che in secondo (definitivo), hanno perso. La Corte ha ritenuto che il Crocifisso non sia necessariamente un simbolo religioso, ma la rappresentazione di valori di tolleranza e difesa della dignità, che – indipendentemente dall’essere di matrice religiosa – sono invece sicuramente portati dalla Costituzione italiana. (CEDU, sent. 18.3.2011). Ed allora, siccome credo fermamente in quel Simbolo, nei valori religiosi e laici che rappresenta, e ritengo che soprattutto i giovani ne debbano avere conoscenza anche attraverso la Scuola, mi scuserete se, con viscerale soddisfazione ed italiana ironia, dico a quei due ragazzi: “Ma va fa ncul, tu e mammina.” (cit.). Gennaro Mosca ****** Ciao Massimo, sono 26 anni che ci manchi. Grazie, per le belle emozioni che hai regalato a tutto il mondo. 4 giugno 1994. “Non so cosa teneva dint’a capa; intelligente, generoso, scaltro, per lui non vale il detto che è del Papa, morto un Troisi non se ne fa un altro. Morto Troisi muore la segreta arte di quella dolce tarantella, ciò che Moravia disse del Poeta io lo ridico per un Pulcinella. La gioia di bagnarsi in quel diluvio di jamm, o’ saccio, ‘naggia, oilloc, azz!; era come parlare col Vesuvio, era come ascoltare del buon Jazz. “Non si capisce”, urlavano sicuri, “questo Troisi se ne resti al Sud!” Adesso lo capiscono i canguri, gli Indiani e i miliardari di Holliwood! Con lui ho capito tutta la bellezza di Napoli, la gente, il suo destino, e non m’ha mai parlato della pizza, e non m’ha mai suonato il mandolino. O Massimino io ti tengo in serbo fra ciò che il mondo dona di più caro, ha fatto più miracoli il tuo verbo di quello dell’amato San Gennaro.” (R. Benigni)


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Salvatore Iavarone*

L’amministrazione metta in campo il suo programma e lo inserisca nel piano triennale

La visione politica di un’amministrazione comunale si tramuta nel piano triennale delle opere pubbliche che si attua. Per questo l’amministrazione Bene a breve è chiamata ad un confronto interno e poi con la città, per decidere come trasformare la città di Casoria, partendo dal suo programma elettorale, programma per il quale è stata scelta dalla città. L’attività di programmazione nell’ambito della pubblica amministrazione ha sempre più assunto un valore strategico anche ai fini del contenimento della spesa pubblica legata sia alla realizzazione delle opere pubbliche che alle procedure di acquisizione di beni e servizi. E’, pertanto, sempre più prioritario programmare e pianificare la spesa pubblica anche in un’ottica di aggregazione della domanda in particolare all’interno della stessa amministrazione. L’attività di realizzazione dei lavori di importo stimato pari o superiore a 100.000 euro e di acquisizione di beni e servizi di importo stimato pari o superiore a 40.000 euro si svolge quindi sulla base rispettivamente di un programma triennale e dei suoi aggiornamenti annuali. Il programma triennale e il programma biennale consistono nella sintesi degli obiettivi e delle esigenze dell’amministrazione; essi sono redatti sulla base di analisi dei bisogni dell’ente ed in particolare individuano le opere da realizzare o i beni e servizi da acquisire, specificando le risorse finanziarie, le priorità e le caratteristiche dei medesimi. L’inclusione di un lavoro nell’elenco triennale è subordinata alla previa approvazione, ove previsto, di un documento di fattibilità delle alternative progettuali. Il programma triennale consiste nella sintesi degli obiettivi e delle esigenze dell’amministrazione; esso è redatto sulla base di studi di fattibilità ed analisi dei bisogni dell’ente ed in particolare individua le opere da realizzare, specificando le caratteristiche delle stesse. Le amministrazioni aggiudicatrici formulano una proposta di programma e procedono alla redazione di studi sintetici per ciascun intervento di importo inferiore a 10 milioni di euro e alla redazione di studi di fattibilità per ciascun intervento di importo uguale o superiore a 10 mi-

La programmazione triennale dei lavori pubblici diventi l’opportunità di rilancio dell’amministrazione Bene Serve un piano per caratterizzare il prossimo triennio a guida Bene, un piano per i lavori pubblici che questa amministrazione vuole realizzare

lioni di euro. L’elenco annuale invece è uno strumento esecutivo finalizzato a tradurre gli obiettivi in programmi fattibili e progetti “cantierabili”, che deve essere approvato unitamente al bilancio preventivo dell’ente, di cui costituisce parte integrante, e deve contenere l’indicazione dei mezzi finanziari stanziati sullo stato di previsione o sul proprio bilancio, ovvero disponibili in base a contributi o risorse dello Stato, delle regioni a statuto ordinario o di altri enti pubblici, già stanziati nei rispettivi stati di previsione o bilanci. Un lavoro non inserito nell’elenco annuale può essere realizzato solo sulla base di un autonomo piano finanziario che non utilizzi risorse già previste tra i mezzi finanziari dell’amministrazione al momento della formazione dell’elenco, fatta eccezione per le risorse resesi disponibili a seguito di ribassi d’asta o di economie. Dunque la visione di sviluppo e crescita di una città è tutta nel piano triennale delle opere pubbliche. Non è pensabile che questo non sia il biglietto da visita dell’amministrazione Bene, nel piano vi è la visione che ha questa amministra-

zione. Su questo tema serve un confronto interno attento e un confronto sincero con la città, che parte dalle reali risorse che ha l’ente. Serve però anche una guida politica capace di avere relazioni sovra comunali e uomini con competenze specifiche, per capire e conoscere quali sono le linee di finanziamento sovra comunali che nel triennio successivo devono essere colte dall’ente. Serve una VISIONE della città, una visione della politica di crescita che si vuole dare alla città, per fare questo servono persone all’altezza di questo ruolo (come per tutto il resto). Ma il piano triennale non deve mai essere un libro dei sogni, che contiene tutto e il contrario di tutto. Serve serietà, concretezza e una vera “visione” della città. Tra le priorità che mi permetto di suggerire deve esservi un piano per il rifacimento in più anni delle strade cittadine, oggi in condizioni davvero precarie. Serve dotare Casoria di parcheggi anche pubblici, serve un teatro (che potrebbe essere realizzato anche come opera compensativa, vedi precedente articolo pubblicato su questo tema, proprio su questo giornale), serve un piano per facilitare la mobilità su due ruote, serve intervenire sulla rete fognaria, come nel caso di Via Nazario Sauro. Bisogna prevedere la realizzazione di alcune strade (piccoli tratti, che facilitano collegamenti che diminuiscono il traffico cittadino) come nel caso del collegamento di via Pagano con via Boccaccio. Bisogna risolvere definitivamente la questione della pubblica illuminazione, meglio se a costo “zero” con un project financing. Ovviamente il piano triennale deve costruirsi intorno a quelli che sono i finanziamenti già acquisiti dall’ente a cominciare dai Pics e fondi TAV. Serve ora una squadra all’altezza di una sfida importante, finita la fase di avvio e superata la fase più critica del corona virus, ora serve non una fase di rilancio, ma un nuovo inizio per questa amministrazione. Gli obiettivi sono chiari, non sono semplici, e per concretizzarli, serve esperienza, competenza e amore per la città.

Presidente della III commissione consiliare “Territorio, urbanistica, infrastrutture, ambiente, vivibilità e viabilità”


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20 TERESA D’ANGELO

Sara Tommasi la bellissima showgirl, ex modella italiana, dopo tanta carriera televisiva, riparte con una nuova avventura musicale. Registra un brano Dance, di musica elettronica, che si intitola “Vis a Vis” con i Luci da Labbra e, un intervento, di Sciarra, nuovo trapper della scena musicale che sta riscontrando tanti successi. Il brano, in uscita per la prossima estate, è destinato - non solo - al settore radiofonico ma, anche, ai Live e Discoteche, dal momento che le attuali restrizioni lo permetteranno. Antonio Orso, Manager della Tommasi, ci comunica che Sara, ormai da tempo, si è lasciata indietro un brutto periodo della sua vita e si sta dedicando, con forza e vitalità a progetti sempre nuovi e ambiziosi. La voglia di rinascita artistica ha fatto sì che nascesse questo progetto. Ha conosciuto i Luci da Labbra, casualmente, ascoltando la radio. Da lì a poco l’incontro presso il loro studio e il brano “Vis a vis”. I Luci da Labbra, a maggio 2019, escono con il loro primo singolo “L’amore è una Hit” (3menda dischi - edizioni musicali: Universal – Foolica - Sputnik) feat. Leo Pari (tastierista dei Thegiornalisti). Ma chi sono? Loro sono un

misterioso e mascherato duo umbro che si fa chiamare Luci da Labbra, appunto. Dal loro debutto, il 25 aprile 2019, al Ralf in Bikini, si sono susseguite numerose date del loro “Luci da tour”. Hanno partecipato ai più importanti festival italiani come il Core Festival di Treviso, il Sounds Best Summer Festival a Frosinone come supporter di Fedez, lo Strozza Music Fest di Perugia in apertura a Clavdio, al Riverock Festival con gli Ex Otago e al Radical Sheep Music Fest aprendo a Giorgio Poi. Hanno chiuso la tournée estiva al Teatro India di Roma nella data finale del Leo Pari Summer Tour, artista con il quale hanno spesso diviso il palco durante la stagione. Nel frattempo, Festivalbar di Majuri (prod. Luci da Labbra), scala le classifiche italiane e viene trasmesso nelle principali radio nazionali raggiungendo anche il 6° posto nella chart di radio m2o. Oltre a Luci da Labbra vi è un intervento, nel brano, anche di Sciarra, trapper originario della Basilicata, conosciuto per un brano registrato con Eva Henger, trasmesso sia in Mediaset, a Pomeriggio Cinque che in Rai a Detto Fatto. Non ci resta che seguire Sara con i suoi prossimi successi.

SARA TOMMASI, RIPARTE IN CAMPO MUSICALE, REGISTRA UN BRANO DANCE


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DANIELE ESPOSITO*

GESTIRE MEGLIO IL SONNO E DIMAGRIRE Più volte ti sarai sentito dire che per dimagrire bisogna semplicemente “mangiare di meno”, allenarsi e cosi via. In realtà per dimagrire non bisogna concentrarsi soltanto sull’alimentazione e al movimento, ma esistono altri fattori da tenere in conto e uno di questi è proprio il sonno. Dormire poco fa dimagrire? Durante uno studio fatto su alcune persone a dieta, è stato dimostrato che quando i loro corpi hanno ricevuto un adeguato riposo continuavano a dimagrire, mentre quando hanno ricevuto pochissimo sonno, la quantità di grasso perso era stata dimezzata. Inoltre anche se seguivano la stessa alimentazione si sentivano molto più affamati, meno soddisfatti da ciò che mangiavano e con poca energia. Dormire poco innesca all’interno del cervello l’aumento del bisogno di cibo, aumentando la produzione di grelina, l’ormone che stimola la fame. Ciò non significa che bisogna dormire troppo. Il sonno è il momento in cui il tuo corpo ripristina se stesso, ma dormire troppo può essere dannoso quanto dormire poco Il mio consiglio è quello di non andare a dormire troppo tardi e svegliarsi molto presto. Quindi fare almeno 6 ore di son-

no di qualità e non dormire troppo. Dormire troppo porta alla riduzione dalla funzione cognitiva, alterazione della memoria e maggiore rischio di obesità. Cosa fare prima di andare a dormire? Per accelerare il processo di dimagrimento e dormire meglio, uno dei segreti che consiglio sempre è quello di mangiare cioccolato fondente! “Ho il piacere di annunciarti che il cioccolato non sarà più un tuo nemico, ti farà dimagrire”. Questo è quanto dissi ad una ragazza qualche tempo fa quando le presentai il percorso alimentare da seguire con 2 spuntini dove vi era scritto: cioccolata fondente 85% 20 gr. Il cioccolato fondente contiene serotonina, che permette al tuo corpo di sentirsi rilassato e pronto per dormire. È di vitale importanza per la crescita personale, crearsi una routine che si adatti al proprio lavoro e alle abitudini e che dia un obiettivo da raggiungere. Un po’ come quando si inizia una dieta. Stravolgere quello che fai, sapendo cosa fare e dove si vuole arrivare. *Personal Trainer e consulente della nutrizione sportiva, da oltre 15 anni nel settore, è autore del libro il Metodo 5, premio eccellenza italiana a Washington D.C.

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Salvatore Iavarone*

CREA IMPRESA, diventare imprenditori oggi

CREA IMPRESA è un’iniziativa del Circolo degli Universitari finalizzata alla formazione di una nuova classe imprenditoriale, consentendo di utilizzare i finanziamenti messi a disposizione per i giovani dai 18 ai 46 anni (non compiuti) per creare nuove imprese. I giovani hanno opportunità di richiedere finanziamenti dai 50 mila euro ai 200 mila euro per creare attività imprenditoriali. Obiettivo degli incontri è quello di fornire tutti gli strumenti e le strategie necessarie per creare e sviluppare un format di attività personalizzato. Il programma si sviluppa con incontri personalizzati durante i quali si affronteranno i seguenti argomenti:

Nuove opportunità per i giovani in cerca di lavoro Finanziamenti ai giovani dai 18 ai 46 anni

Augurissimi

LAUREA DI ANDREA DE ANGELIS

Conserva sempre questa tua determinazione e questa tua volontà, vedrai che andrai lontano. Complimenti, per il raggiungimento della laurea in ingegneria chimica “Influenza della configurazione reattoristica sulla distribuzione dei prodotti della pirolisi di biomasse”, discussa con la Relatrice Ch.ma Prof.ssa Colomba Di Blasi. Salvo accordi scritti, la collaborazione con questo settimanale è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. In nessun caso si garantisce la restituzione dei materiali inviati. Del contenuto degli articoli e degli annunci pubblicitari sono legalmente responsabili i singoli autori. E’ vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari.

• Sviluppo dell’idea imprenditoriale • Requisiti essenziali • Gli aspetti tecnici e burocratici • La clientela di riferimento (bisogni da soddisfare) • Come organizzare il team di lavoro • Lo studio della concorrenza • Come crearsi un vantaggio competitivo • I prodotti che si vogliono offrire • Le scelte promozionali • Prestiti agevolati e a fondo perduto Per aderire al programma è necessario fissare un incontro contattando la mail universitari@libero.it Presidente della III commissione consiliare “Territorio, urbanistica, infrastrutture, ambiente, vivibilità e viabilità”

Calendario Napoli

Il calendario completo degli azzurri: Martedì 23 giungo ore 19.30 Verona-Napoli (Dazn) Domenica 28 giugno ore 19.30 Napoli-Spal (Sky) Giovedì 2 luglio ore 19.30 Atalanta-Napoli (Dazn) Domenica 6 luglio ore 21.45 Napoli-Roma (Sky) Mercoledì 8 luglio ore 19.30 Genoa-Napoli (Sky) Domenica 12 luglio ore 21.45 Napoli-Milan /Sky) Mercoledì15luglioore19.30Bologna-Napoli(Dazn) Domenica 19 luglio ore 19.30 Napoli-Udinese (Sky) Mercoledì 22 luglio ore 19.30 Parma-Napoli (Dazn) Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. Reg. 5116 del 28/02/2000

Editore CASORIA DUE s. a. s società messa in liquidazione

Direttore Responsabile: Ferdinando Troise Stampa: PRINTING HOUSE - CASORIA Tiratura 7000 copie. Distribuzione gratuita. Questo numero è stato chiuso il 3 giugno 2020

Direzione, Redazione, Amministrazione e Pubblicità Via Capri, 2 - 80026 Casoria (NA) - Tel. /Fax 0817311062 email: casoriadue@libero. it


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