DOMENICA 14 GIUGNO 2020
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ANNO XIX - N° 24 - DOMENICA 14 GIUGNO 2020
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Festa di San Ludovico da Casoria
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DOMENICA 14 GIUGNO 2020
DOMENICA 14 GIUGNO 2020
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DOMENICO RONGA
Festa di San Ludovico da Casoria
Il 17 giugno è la Festa di San Ludovico da Casoria. Il Corpo ricomposto di San Ludovico da Casoria fu visibile nella Basilica di Santa Chiara per un anno: dal 1 novembre 2018 (quando la nuova urna trasparente sostituì il piccolo reliquiario che conteneva le Ossa del Santo dal 23 novembre 2014 quando fu Canonizzato a Roma da Papa Francesco) al 25 novemvre 2019 quando fu trasferito all’Ospizio Marino di Via Posillipo, 24, dove tutt’ora è visibile nella piccola Cappella, collocata al piano spiaggia dell’Ospizio Marino sottoposta di 94 gradini rispetto al piano stradale, dove c’è una piccola comunità delle Suore Francescane Elisabettine Bigie. Dopo quattro anni dalla Canonizzazione di San Ludovico da Casoria, fu realizzata, a somiglianza dell’Urna trasparente che mostra il Corpo di San Pio da Pietrelcina a San Giovanni Rotondo, l’attuale Urna che mostra il Corpo del Santo nella sua naturale conformità anatomica ricoperto dal Saio francescano. Lo scheletro conservato integralmente fu ricostituito dai periti medici: Prof. Michele Papa – Ordinario di Anatomia umana normale dell’Università Luigi Vanvitelli di Napoli – dalla Prof. ssa Rosanna Maria Anna Costanzo – Ricercatrice di Anatomia patologica della medesima Università – e dal Dott. Domenico Ronga – Primario Emerito dell’Istituto Pascale di Napoli. Il Corpo è visibile nell’immagine plastica del momento del trapasso che avvenne alle ore 7,15 del 30 marzo 1885 nell’Ospizio Marino di Posillipo. La realizzazione dell’opera fu fortemente voluta dal Dott. Domenica Ronga nativo di Casoria e devoto del Santo. Padre Ludovico da Casoria è stata una figura di grande spesso-
re del XIX secolo, non solo nella città di Napoli, ma anche ad Assisi, a Firenze, a Roma, in Africa e nella Penisola Sorrentina con le sue opere di carità. Fu autore di oltre 240 Opere di carità, molte delle quali ancora oggi attive e non solo nella città di Napoli. Per la realizzazione delle sue tante Opere di carità ebbe la collaborazione non solo di illustri personalità religiose quali il Cardinale Sisto Riario Sforza ed il Cardinale Guglielmo Sanfelice, ma anche di uomini illustri del suo tempo: laici, se non addirittura miscredenti quali Paolo Emilio Imbriani e Luigi Settembrini. Padre Ludovico da Casoria fondò ospizi, scuole per bembini poveri, da lui chiamati “accattoncelli”, comprò e liberò dalla schiavitù bambini e bambine africane “i moretti e le morette”, pose in opera laboratori di artigianato (tipografie, ebanisterie, sartorie, scuole di musica ecc.). Accoglieva orfanelli, poveri, anziani, senza fissa dimora e sacerdoti anziani ed infermi. Fondò il Collegio “La carità” che vide tra gli allievi anche Salvatore Di Giacomo e Benedetto Croce che definì Padre Ludovico da Casoria il San Francesco del XIX secolo. Fu apprezzato e fu confessore del Re Ferdinando II di Borbone e fu apprezzato anche da Giuseppe Garibaldi che rimase colpito dalle attività di carità e di pratica infermieristica dei Frati Bigi la cui Congregazione fu fondata da Padre Ludovico da Casoria come anche la Congregazione delle Suore Francescane Elisabettine Bigie, tutt’ora operanti in tutto il mondo. continua a pag. 5
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4 ANTONIO BOTTA
NELLA TERRA DEI FUOCHI IL DOPPIO DRAMMA DELLA PANDEMIA E DELLO SCEMPIO AMBIENTALE
24 maggio 2020 -24 maggio 2021: “Anno speciale” indetto dal Papa per riflettere sui temi ecologici sviluppati nell’Enciclica “Laudato Sì” E’ noto che a causa dell’emergenza epidemiologica la visita del Papa ad Acerra è stata rinviata. Il 24 Maggio scorso, giorno in cui vi sarebbe dovuto giungere, Sua Santità ha assicurato gli abitanti della Terra dei Fuochi che manterrà certamente la promessa di far visita al nostro territorio martoriato dai veleni. Oggi - ha ricordato la mattina del giorno predetto, al termine della Messa a S. Marta - avrei dovuto recarmi ad Acerra, per sostenere la fede di quella popolazione e l’impegno di quanti si adoperano per contrastare il dramma dell’inquinamento nella cosiddetta Terra dei fuochi. Un incontro che l’emergenza Covid-19 ha sospeso, ma non annullato. La mia visita è stata rimandata; tuttavia, invio al Vescovo, ai sacerdoti, alle famiglie e all’intera comunità diocesana il mio saluto, la mia benedizione e il mio incoraggiamento, in attesa di incontrarci appena possibile”. Il Vescovo a cui il Pontefice ha rivolto i suoi saluti è mons. Antonio Di Donna che aveva invitato Francesco a visitare Acerra dopo l’incontro del gennaio scorso a Teano al quale parteciparono più di 400 sacerdoti e parroci impegnati nella tutela del creato nelle terre dove svolgono il loro apostolato, nelle quali sono presenti siti inquinati. Sua Eccellenza, in questo difficile periodo di contagio da Covid 19, ha più volte sollecitato le Istituzioni a non dimenticare l’emergenza ambientale, “per la quale si continua a morire”. Poco più di un mese fa, precisamente l’11 maggio scorso, Di Donna, nell’omelia pronunciata durante la San-
ta Messa, in diretta streaming, perché vigeva ancora il divieto di partecipare alle celebrazioni liturgiche, denunciò la morte di un’altra vittima per l’inquinamento delle nostre terre: “Stefano, giovane brillante di ventiquattro anni” affermò il Presule “laureato e sportivo è morto la settimana scorsa: la sua morte non ha fatto notizia, come le altre morti di ragazzi e giovani negli anni e nei mesi passati. I medici erano impegnati nella cura del Covid -19. E’ stato un po’ abbandonato, la sua famiglia ha penato molto”. Vibranti i suoi appelli e ammonimenti con i quali manifesta la premura e la trepidazione del Pastore per i propri figli spirituali, che vivono un doppio dramma, quello della crisi sanitaria associata allo scempio ambientale. “Capisco le pastoie della burocrazia,
ma fate presto! Non è possibile che ci siano persone che da due mesi e oltre stanno aspettando questi aiuti economici già previsti dal Governo. È un appello accorato perché questa pandemia non faccia ulteriori vittime: questa volta non di natura sanitaria, ma economica e morale”. Auspica un forte impegno, da parte soprattutto delle Istituzioni, nel combattere un’altra emergenza, connessa con quella sanitaria che stiamo vivendo: l’emergenza dell’inquinamento ambientale, che in questo tempo sembra sia passata in secondo piano. Avverte con dolore che, purtroppo “non si è cessato di morire per inquinamento ambientale in questo tempo di pandemia” e che a causa dell’emergenza coronavirus “sono state sospese visite, terapie, anche di malati gravi. Questo deve finire. Una volta che andiamo verso la fine dell’emergenza, si riprendano al più presto negli ospedali le visite, le terapie e la vicinanza a questi malati di tumore delle nostre terre”. Per questo, sottolinea che “giustamente si fanno proposte per ricordare i medici e gli operatori sanitari morti in questo periodo, si pensa anche di dedicare loro una giornata. È bene, giusto, doveroso farlo. Ma fino a quando dobbiamo aspettare per ricordare i giovani, i ragazzi, morti di tumore e di cancro nelle nostre terre? A quando una giornata dedicata alle vittime dell’inquinamento ambientale, perché non cadano nell’oblio, e siano stimolo per un ulteriore impegno contro l’emergenza ambientale? Ormai le giornate “dedicate” in un anno non
DOMENICA 14 GIUGNO 2020 si contano: se non sbaglio, addirittura mi sembra che ci sia una giornata per l’igiene delle mani! E non per le vittime dell’inquinamento ambientale?Le due emergenze sono molto collegate tra loro: non a caso proprio in questo periodo in cui tutto era fermo, abbiamo visto che l’inquinamento è fortemente diminuito. Le acque del mare e dei fiumi sono tornate più limpide, gli animali hanno ripreso il loroh habitat. Dobbiamo approfittare di questo momento per continuare questo impegno”. La data del 24 maggio per la visita ad Acerra, fu stabilita proprio da Sua Santità, perché coincideva con il quinto anniversario della “Laudato sì”, Enciclica nella quale Papa Francesco prospetta e caldeggia con argomentazioni inoppugnabili una ecologia integrale, che implica una trasformazione radicale dei sistemi economici, dei rapporti con la
5 natura, dei nostri stili di vita. Come scrive Francesco nel capitolo 16, l’Enciclica pone l’accento sull’”intima relazione tra poveri e la fragilità del pianeta”; sull’ “convinzione che tutto il mondo è intimamente connesso; sulla critica “al nuovo paradigma e alle forme del potere che derivano dalla tecnologia, invitando a “cercare altri modi di intendere l’economia e il progresso; il valore proprio di ogni creatura; il senso umano dell’ecologia; la grave responsabilità della politica internazionale e locale; la cultura dello scarto […]. Ciò costituisce il fulcro dell’azione pastorale del Vescovo di Acerra, il quale si batte, traendo forza dalla forza dello Spirito – sostenuto e affiancato da altre nove diocesi del territorio tra Napoli e Caserta - affinché “venga fatta finalmente verità nei nostri territori garantendo uno sviluppo vero alle nostre terre, che ponga al centro
l’uomo, il suo sviluppo integrale, compatibile con la fondamentale e originaria vocazione agricola, archeologica e turistica”. Ancora risuona nella mente e nel cuore dei fedeli, che parteciparono nella Cattedrale di Acerra alla Santa Messa di Pasqua del 2019, la riflessione omelica del vescovo Di Donna, nella quale pose in rilievo che sarà Pasqua anche “quando le scuole, le biblioteche, i centri musicali e sportivi saranno più numerosi delle sale da gioco in questa città; quando i mafiosi e i mercanti di veleni e di droga si pentiranno; quando i giovani non dovranno più emigrare; quando non moriranno e non si ammaleranno più bambini». Intanto, il Papa ha indetto un anno speciale (24 maggio 2020 – 24 maggio 2021) in cui, anche attraverso varie iniziative a favore del creato, sollecita a riflettere sui temi sviluppati nella Laudato Sì.
SEGUE da pag. 3
I Frati Bigi operavano negli ospedali da campo ed in quelli strutturati con lo stesso zelo e sacrificio sia verso i soldati feriti del Re Borbone sia verso i soldati Garibaldini. Padre Ludovico da Casoria non fu soltanto “il fraticello della carità sfrenata” così definito da Papa Leone XIII con il quale aveva rapporti confidenziali, fin da quando non ancora Papa il Cardinale Gioacchino Pecci di Perugia incoraggiò Padre Ludovico a fondare ad Assisi l’Istituto per bambini ciechi e sordomuti. Quest’opera è tutt’ora attiva nel luogo della Piazza di San Francesco ad Assisi. Padre Ludovico da Casoria con tante personalità laiche e cattoliche dell’Ottocento fondò “circoli politici” ed incoraggiò l’impegno in politica degli intellettuali dell’epoca nel Parlamento Italiano appena costituitosi dopo l’Unità d’Italia 1860-1870. Nella secoda metà dell’Ottocento era ancora forte il legame di tanti intellettuali per il regime borbonico per cui si autoescludevano dall’impegno politico per lo Stato unitario. Prima di don Luigi Sturzo è stato proprio Padre Ludovico da Casoria a risvegliare nei più importanti rappresentanti “dell’intellighenzia cattolica meridionale” l’impegno politico. Padre Ludovico da Casoria guidò l’inizio delle attività di carità dell’Avv. Bartolo Longo, dandogli consigli importanti per la fondazione della Basilica dedicata alla Beata Vergine del Rosario a Pompei. La riconoscenza di Bartolo Longo fu testimoniata dalla collocazione della statua dedicata a Padre Ludovico da Casoria nel corridoio antistante l’ingresso della
medesima Basilica. La biografia di Padre Ludovico da Casoria fu scritta dal Cardinale Alfonso Capecelatro dopo solo due anni dalla sua morte. Papa Giovanni Paolo II proclamò Beato Padre Ludovico da Casoria il 18 aprile 1993 e Papa Francesco lo proclamò Santo il 23 novembre 2014. L’Urna trasparente contenente il Suo Corpo nell’immagine plastica del momento del trapasso, fu visibile a tanti fedeli, turisti, cittadini di Casoria, devoti nella Basilica di Santa Chiara dove era stata posta in una Cappella per il tempo di un anno. La devozione verso questo grande Santo napoletano incominciava ad estendersi e la conoscenza della sua vita dava emozione con richieste di intercessioni come si chiede ai santi che per le loro peculiari virtù sentiamo vicini. Questo flusso continuo di preghiere davanti all’Urna di San Ludovico da Casoria è stato interrotto da novembre 2019 quando le Suore Francescane Elisabettine Bigie hanno voluto riportare l’Urna con il Corpo del Santo nell’Ospizio Marino di Posillipo dove fu conservato dal 1887 fino alla sua Canonizzazione nel 2014. Vero è che oggi non veneriamo l’umile Frate Padre Ludovico da Casoria, bensì siamo davanti a San Ludovico da Casoria che appartiene alla Chiesa, appartiene a tutti e per questo non è possibile poterlo venerare in un luogo quasi inacessibile qual è l’Ospizio Marino di Via Posillipo, 23 dove, in una strada angusta non è possibile parcheggiare un auto e non è facile neanche raggiungerlo con i mezzi pubblici. La Chiesa di Napoli con la sua massima Autorità che la rappresenta ed in collaborazione con la Congregazione delle Suore Francescane Elisabettine Bigie, ha l’obbligo morale di decidere e trasferire il Corpo del Santo in un luogo sacro dove, in modo adeguato, possa essere conosciuto, venerato e frequentato San Ludovico da Casoria, gloria delle Città di Casoria e di Napoli che lo videro instancabile operatore di carità verso gli ultimi ed i diseredati di ogni ordine e grado.
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6 MASSIMO IODICE
Casoria verso il dissesto finanziario
Se il dissesto finanziario di un ente locale ormai economicamente al collasso sia davvero una iattura lo diremo (e capiremo) solo alla fine. Intanto vedremo cosa prevedeva la legge prima della “sentenza di San Valentino” sul rientro dal debito degli enti locali; cercheremo di capire cosa sia un piano di riequilibro finanziario; entreremo poi nel dettaglio della sentenza n. 18/2019; vedremo infine cosa sia il dissesto finanziario e quali ne siano le conseguenze sul piano economico, politico, sociale e delle responsabilità. Secondo il Testo Unico degli Enti Locali (TUEL), si ha dissesto finanziario quando l’ente non è più in grado di assolvere alle funzioni e ai servizi indispensabili oppure quando esistono nei confronti dell’ente locale crediti liquidi ed esigibili di terzi ai quali non si possa far fronte. Il dissesto determina dunque una separazione tra un prima e un dopo. Il crack di un ente locale differisce dall’istituto del fallimento: nel primo caso, nonostante il grave squilibrio economico, l’ente continua ad esistere, sia pur con una nuova vita finanziaria; il fallimento, invece, è la c.d. morte giuridica dell’imprenditore e dell’impresa. La deliberazione recante la dichiarazione di dissesto finanziario è adottata dal consiglio comunale, il quale deve valutare le cause che lo hanno determinato. La dichiarazione di default del Comune produce effetti sul piano finanziario, politico e sociale. E, ovviamente, comprende anche la dimensione della responsabilità. Sul piano economico-finanziario Dalla data della dichiarazione di dissesto e sino all’approvazione del piano di rilevazione e di estinzione della massa passiva, non possono essere intraprese o proseguite azioni esecutive nei confronti dell’ente per i debiti che rientrano nella competenza dell’O.S.L.(organismo straordinario della liquidazione). Le procedure esecutive pendenti alla data della dichiarazione di dissesto, nelle quali siano scaduti i termini per l’opposizione giudiziale da parte dell’ente, o la stessa benché proposta sia stata rigettata, sono dichiarate estinte d’ufficio dal giudice con inserimento nella massa passiva
dell’importo dovuto a titolo di capitale, accessori e spese. Il Comune che va in dissesto non può contrarre nuovi mutui, con eccezione dei mutui finanziati dallo Stato e contratti per il risanamento dell’ente locale dissestato, nonché dei mutui con oneri a totale carico dello Stato o delle Regioni. Per le imposte e le tasse locali, diverse dalla tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, le aliquote e le tariffe di base sono aumentate nella misura massima consentita. La delibera non è revocabile ed ha efficacia per cinque anni. Sul piano politico e delle responsabilità Il Comune non si scioglie, il sindaco e la giunta non decadono. Vi è una netta separazione fra gli organi istituzionali dell’ente e l’organo speciale della liquidazione (O.S.L.): i primi si occupano della gestione ordinaria e del riequilibrio del bilancio, i secondi della gestione straordinaria e delle pretese creditorie con eventuale risoluzione delle pendenze pregresse. Gli amministratori che la Corte dei Conti ricono-
sce, anche in primo grado, responsabili di aver contribuito con condotte, dolose o gravemente colpose, sia omissive che commissive, al verificarsi del dissesto finanziario, non possono ricoprire, per un periodo di dieci anni, incarichi di assessore, di revisore dei conti di enti locali e di rappresentante di enti locali presso altri enti, istituzioni ed organismi pubblici e privati. I sindaci e i presidenti di provincia (città metropolitana) ritenuti responsabili, inoltre, sono incandidabili, per un periodo di dieci anni, alle cariche di sindaco, di presidente di provincia (città metropolitana), di presidente di Giunta regionale, nonché di membro dei consigli comunali, dei consigli provinciali, delle assemblee e dei consigli regionali, del Parlamento e del Parlamento Europeo. Agli stessi soggetti, ove riconosciuti responsabili, le sezioni giurisdizionali regionali della Corte dei Conti irrogano una sanzione pecuniaria pari ad un minimo di cinque e fino ad un massimo di venti volte la retribuzione mensile lorda dovuta al momento di commissione della violazione. Sul piano sociale Inevitabili i risvolti anche sul piano sociale. L’ente è infatti tenuto a ridimensionare l’organico collocando in disponibilità gli eventuali dipendenti in soprannumero (la proporzione è di 1 dipendente per 93 abitanti). Per questi dipendenti, il Ministero dell’Interno garantisce un contributo pari al trattamento economico per cinque anni. Il punto di vista È chiaro a tutti come un Comune in dissesto, pur se non sciolto o decaduto, dovrà fare i conti con una severa critica politica, anche considerando le responsabilità delle amministrazioni precedenti. La carriera politica dei sindaci e degli amministratori giunti a dichiarare il dissesto potrebbe ricevere ripercussioni a livello di immagine, soprattutto laddove non si riuscisse a comunicare efficacemente con i concittadini, magari spiegando di aver ereditato delle casse già al collasso. Ma, dal punto di vista dei cittadini e non da quello della carriera politica degli amministratori, non sarebbe forse un bene ripartire da zero?
DOMENICA 14 GIUGNO 2020 Con la dichiarazione di dissesto del Comune di Casoria, infatti, per i cittadini cambia poco: come detto, le imposte sono già state portate al massimo e quindi non potrebbero aumentare col dissesto. Il “crack” finanziario, a conti fatti, permetterebbe invece alla macchina comunale di riavviare i motori partendo da una sorta di anno zero, senza il gravame di un debito trentennale, che condizionerebbe inevitabilmente l’azione amministrativa per decenni. Perché bloccare una visione che potrebbe essere ad ampio raggio chiudendola in un’ottica miope e incentrata sul presente, per non dire sull’interesse della parte politica che si trovi ad amministrare la Città? Se la politica è la forma più alta della carità, per riprendere le parole di Paolo VI, questo servizio va svolto assumendosi appieno le responsabilità di quanto affidato alla sua cura, premurandosi di non far ricadere sui figli le colpe dei padri. Lasciare il mondo migliore di come lo si è trovato dovrebbe essere un principio non negoziabile dell’agire politico; Prevenire è meglio che curare Probabilmente sarebbe sin troppo semplice riuscire ad eludere lo stato finanziario di un ente in continua regressio-
7 ne, tuttavia risulterebbe di significativa rilevanza poter effettuare alcuni accorgimenti tecnico-amministrativi, attivando un processo di risanamento finanziario, ovvero, partendo da una attenta e approfondita analisi delle reali condizioni economiche dell’ente. Ricordo che questa analisi fu fatta nel 2011 dall’Amministrazione di cui io facevo parte come Assessore al Bilancio, e non solo, ma furono avviati una serie di azioni tecnico-amministrative per il risanamento finanziario dell’Ente. Infatti dopo qualche mese ci rendemmo conto che l’azienda Comune andava risanata completamente, in quanto si evidenziavano criticità nella gestione finanziaria come: rigidità strutturale di bilancio; bassa capacità di riscossione e di pagamento; un inadeguato sistema di controllo. Nel frattempo ci trovammo subito ad affrontare la ricapitalizzazione della società in house Casoria Ambiente che dopo qualche mese riportammo in utile il bilancio d’esercizio. Ricordo, invece, ancora come se fosse ieri, la sera in cui arrivò sul tavolo della giunta il pignoramento del consorzio CPR3 per ben 54 milioni di euro, cifra che avrebbe sicuramente mandato il Comune in default. Da quella sera iniziò una corsa contro il tempo,con lo scetticismo dei tanti, riuscimmo con
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l’abnegazione al lavoro del Sindaco e l’entusiasmo del sottoscritto, attraverso una transazione a scongiurare il “crack” del Comune per un debito ereditato dalle passate amministrazioni. Con la riforma alle porte della contabilità armonizzata avvenuta poi con il D.lgs.118/2011, si rendeva necessario rafforzare l’entrate del Comune, così si mise in campo un piano complessivo: il progetto dell’esternalizzazione dell’ufficio tributi, la determinazione dell’alienazione del patrimonio comunale, il progetto della centralizzazione degli acquisiti con la costituzione del provveditorato, la istituzione con delibera di giunta dell’Ufficio di Piano per il reperimento dei fondi europei. Questo piano “anti-default” poteva essere come un vero e proprio programma politico-elettorale, purtroppo, le amministrazioni che si sono succedute, sono apparse incapaci di mettere in sicurezza i conti del Comune di Casoria. Il dissesto finanziario, oramai è inevitabile, ma attenzione! occorre, per evitare il perdurare dello stato di dissesto, mettere in campo un piano di riequilibrio finanziario sostenibile, e soprattutto l’affiancamento di un piano di risanamento, come avviato alcuni anni fa, che ahinoi, non si è potuto concretizzare. Buona domenica
Vincenzo D’Anna
Dottore in scienze dell’Ingegneria Collegio dei geometri e dei geometri laureati della Provincia di Napoli
VIA G. ROCCO, 2 - 80026 CASORIA (NA) TEL./FAX +39 081 19105654 - CELL. +39 335 8157475 E-MAIL: stdgroupsrls@virgilio.it - stdgroupsrl@pec.it
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8 VITTORIA CASO
LA COPERTINA OSPITA FABIO ESPOSITO
Per LA COPERTINA del 3 giugno, ospite di Nando Troise negli studi di NANOTV di Maurizio Cerbone è il dott. Fabio Esposito, consulente del lavoro, già assessore nella giunta Fuccio. In apertura, Nando Troise fa presente che “sembra che il dott. Esposito abbia ricevuto dal sindaco e da alcuni consiglieri comunali (c’è chi non ha firmato) una querela, per avere, dicono, infamato a mezzo FB un consigliere sulla gestione dei buoni spesa. Avendo il dottor Esposito in trasmissione, è doveroso farlo esprimere circa questa querela, di cui per ora non c’è riscontro, nel rispetto dell’etica e della deontologia professionale così come dei webspettatori”. Fabio Esposito, dopo i complimenti per la rubrica, che definisce interessante poiché dà spazio a pensieri e opinioni di tanti esponenti della politica e della cultura, accenna brevemente alla vicenda di cui è protagonista, senza dilungarvisi. “Io mi sono solo limitato -afferma- a fare un post di sfogo su Facebook, in piena emergenza covid, allorchè mi è giunta voce che uno dei consiglieri di maggioranza si stava prodigando nell’individuare canali privilegiati per distribuire i buoni spesa; avvisando che laddove avessi avuto le prove, che non spetta a me trovare, di questo malcostume italiano di far passare i diritti come favori, sarei andato dai carabinieri a denunciare l’accaduto”. Grande è il suo rammarico per essere stato costretto a recarsi presso i carabinieri a sporgere denuncia di truffa per conseguimento di erogazioni pubbliche; deludente è stato constatare che, anziché verificare se stesse accadendo o meno quanto lui stava
denunciando, alcune persone, lo hanno accusato di cercare visibilità. Chiusa questa parentesi, relativa ad una vicenda che si vedrà come e se proseguirà, si passa alla prima copertina. “La giunta Fuccio -afferma Troise, innamorato della sua Casoria- è stata la prima giunta Municipale negli ultimi 35 anni ad aver attuato il turismo religioso, parola che inventai io una trentina di anni fa”, rammaricandosi moltissimo che Casoria, la quale avrebbe potuto essere valorizzata così come Assisi, Pietralcina, San Giovanni Rotondo, Cascia ecc, non sia riuscita ancora a cogliere la portata non solo religiosa ma anche storica e commerciale della presenza di tanti santi sul territorio più Paolo VI che fu ospite sia del Cardinale Maglione, sia dell’istituto Brando. NEL NOME DI DIO E DELL’AMIANTO è una copertina del 2018, una delle tante con cui Casoria2 ha denunziato la presenza di amianto e la necessità di smaltirlo correttamente; sotto accusa era una tettoia di amianto nei pressi della chiesa di San Benedetto: pericolo gravissimo considerando che la strada è stretta e frequentata da centinaia di fedeli e dai bambini dell’oratorio. Troise precisa che, pur non avendo sull’amianto responsabilità
l’amministrazione comunale, egli segnalò il caso al dirigente all’ecologia e all’assessore all’ambiente, ma la tettoia è ancora lì. Elogiato, assieme a Troise l’architetto Pietro D’Anna come straordinario assessore all’ambiente che si occupò dello smaltimento dei rifiuti con ottimi risultati, il dottor Esposito, circa il turismo religioso, ricorda che l’amministrazione Fuccio ha cercato di valorizzare il territorio attraverso manifestazioni che coniugassero laicità e religiosità; per inaugurare e rendere vivibile Piazza Cirillo ultimata, equivalente a una grande isola pedonale, la giunta organizzò il primo giugno una manifestazione a costo zero in collaborazione con le parrocchie, le scuole, i commercianti, all’insegna della riscoperta del senso di comunità e dell’amore per Casoria. La riuscita ottimale del format fece sì che i commercianti chiedessero che venissero organizzate altre occasioni di incontro, cosa che è stata fatta a via Principe di Piemonte e poi ad Arpino a costo zero. LA SNAIDERO IN VIA 1° MAGGIO: RICORDI E FUTURO, offre lo spunto a Troise per ricordare un’altra sua battaglia, quella relativa all’area abbandonata ex Snaidero, vicinissima a Napoli, che costò più di un miliardo e
800 milioni. Quando la giunta Fuccio l’ha valorizzata, creando un asilo nido comunale, è stata una grande emozione ma altrettanto grande è stata la delusione per la breve vita dell’utile struttura di via Primo Maggio, quest’anno già chiusa; e chiede all’ex assessore se, a suo parere, l’asilo tornerà ad essere utilizzato, non mancando di evidenziare grande soddisfazione anche per Parco Michelangelo, altro merito dell’amministrazione Fuccio. “Anche questa è stata una scommessa vinta assieme a Marianna Riccardi-vicesindaco e all’architetto Napolitano”- afferma il dottor Esposito, definendo “primavera casoriana” i componenti della giunta, coetanei con valori e obiettivi comuni, idee innovative e progetti per la città, e narra che in effetti la giunta Fuccio volle creare questo asilo nella zona di Arpino sia per utilizzare l’area dismessa, sia a conferma dell’attenzione per Arpino che si è sempre sentita abbandonata a se stessa; attenzione provata anche dal fatto che la Riccardi è di Arpino, lo inaugurò ed è stata vicesindaco; “l’attuale amministrazione taglierà molti nastri relativi ad opere da noi avviate, se le porterà a compimento. -afferma- L’asilo nido, denominato Topo Gigio, è rimasto chiuso perché la nuova amministrazione, anziché prorogare l’affidamento, ha deciso di fare una nuova gara di appalto, espletata a marzo-periodo covid e al momento l’asilo è chiuso, forse riaprirà a settembre”. Troise sottolinea che notizie formali circa sia l’espletamento della gara, sia i vincitori non sono mai state rese note, com’è d’uopo, su carta intestata e firmata. I social, ricorda, non sono fonti ufficiali.
DOMENICA 14 GIUGNO 2020 L’ABBANDONO DEL PATRIMONIO COMUNALE è un’altra copertina, che sottolinea, ancora una volta, come il popolo casoriano abbia speso milioni di euro per edifici e strutture o utilizzate per breve tempo o mai utilizzate: grave spreco di denaro pubblico! E’ il caso dello stabile di via Po, costato oltre 2 miliardi, in cui erano stati smistati svariati Uffici relativi ai servizi alla persona, sport, cultura, istruzione, tempo libero, assistenza sociale, in stato di abbandono, dopo che la commissaria Ric-
cio fece spostare tutti gli uffici presso l’ex pretura di via Pio XII; anche altri pezzi del patrimonio comunale sono in stato di abbandono così come l’edificio di via Castagna non utilizzato per problemi tecnici, per non parlare dei fitti passivi. A tal proposito Esposito afferma, alla luce della sua esperienza di assessore, che “una buona amministrazione oltre i programmi elettorali deve avere un’ampia visione progettuale della città, proiettata nel futuro. Noi avevamo tale visione e per la
9 consapevolezza dei costi del patrimonio comunale volevamo dismetterlo ma siamo stati bloccati per due anni perché non c’era il decreto attuativo della delibera regionale”. Circa il parco Michelangelo, inaugurato il 25 ottobre 2019, attualmente molto apprezzato, precisa: “La giunta Fuccio ha ricevuto un terreno incolto e grazie alla collaborazione di privati è stato possibile sistemarlo e aprire questo bene pubblico.” Ricorda, inoltre, che l’amministrazione Fuccio, si è data da
fare senza sosta per utilizzare i fondi regionali e statali e per non perderli presidiava quotidianamente l’ufficio dell’architetto Napolitano; è un peccato, infatti, sia depauperare denaro, lasciando il patrimonio pubblico in stato di abbandono, sia non utilizzare i fondi a disposizione delle amministrazioni cittadine per migliorare i comuni. Conclude, esprimendo grande rammarico perché non gli risulta che l’attuale amministrazione stia portando a buon fine progetti validi di ampio respiro per la città.
FRANCESCA GUERRA
FITNESS ACADEMY: Una scelta responsabile
E’ una notizia degli ultimi giorni quella della Fitness Academy che ha deciso, spontaneamente, di sospendere per un periodo la sua attività seguito l’accertamento da parte dell’Asl della positività al COVID di una persona iscritta alla struttura. La chiusura della palestra, dunque, non è stata disposta dall’Asl ma dal suo proprietario al fine di salvaguardare l’incolumità di tutto lo staff e dei clienti. Le attività riprenderanno quando tutti i tamponi saranno analizzati. Al momento sono stati predisposti solo per le persone che sono entrate in contattato con il soggetto asintomatico: sono circa venti, dieci delle quali sono già risultate negative. Abbiamo avuto modo di intervistare il titolare, Luca Novati, che dopo alcune notizie poco veritiere riportate da alcuni siti web, ha voluto fare chiarezza sulla vicenda, spiegando cosa è davvero accaduto: “Per grande responsabilità nei confronti dei cittadini casoriani e dei nostri clienti, precisiamo che abbiamo temporaneamente sospeso le attività per salvaguardare tutti. Sono in quarantena, fino all’esito del tampone, solo circa 20 persone che si sono allenate nella stessa fascia oraria del soggetto positivo; tutti
gli altri possono stare tranquilli. Ci teniamo a precisare che la chiusura della palestra è stata solo ed esclusivamente una nostra forma di prevenzione, data dalla serietà che ci contraddistingue da ormai 30 anni. Avremmo potuto omettere tutto, ma la tranquillità dei nostri clienti è una delle nostre priorità. In virtù di questo, infatti, durante questi giorni di riapertura dopo il lockdown, abbiamo adoperato tutte le misure di sicurezza necessarie. Purtroppo una persona asintomatica è impossibile da prevedere nonstante i nostri sistemi di sicurezza: thermoscan all’entrata, visiere e mascherine per ogni addetto, distanza di oltre 2 mt tra le postazioni e sanificazioni delle attrezzature ogni 50 minuti. Abbiamo già effettuato la sanificazione di tutta la struttura a totale garanzia e sicurezza di tutti i nostri clienti; a breve riapriremo con la consapevolezza che, nonostante tutto, l’unica nostra preoccupazione è stata la tranquillità e la salute di tutti i nostri iscritti”. A breve sui canali social la conferma della riapertura.
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10 RITA GIAQUINTO
Dal Casoria in Kosovo passando per il Napoli: l’intensa carriera di Corrado Saccone
Non capita spesso di incrociare sul proprio cammino professionisti nel loro “campo” – da calcio, in questo caso - che possano raccontare e trasmettere emozioni che hanno fatto un po’ il giro del mondo. E’ ciò che capita, inevitabilmente, parlando con Corrado Saccone, attuale preparatore atletico del Gjilani, squadra del Kosovo, che, proprio al Casoria, ha mosso, negli anni ’90, i suoi primi passi nel mondo di calcio.Un passato ricco di grandi esperienze, un presente pieno di stimoli ed un futuro che – speriamo – possa nuovamente colorarsi di azzurro o del tricolore italiano, è quello che ci ha raccontato Saccone direttamente dal centro della penisola balcanica : “Con il Casoria è stata una esperienza positiva con un campionato di eccellenza di buon livello, con Nando Troise, Direttore Sportivo e Giovanni Fusco, allenatore. Ricordo, in particolare, il derby contro il San Pietro, vinto all’ultimissimo secondo con un gran gol di Capitan Carbone. Da lì, poi, la mia carriera è continuata in tante società, l’Ottaviano, la Mondragone, la Viribus Unitis, la Caivanese, lo Stasia, il Falciano del Massico, la Casertana e, infine, al Napoli, dove per quasi otto anni, ho avuto l’onore di allenare con tecnici importanti come Mazzarri, Benitez e Sarri, conquistando due Coppe Italia ed una fantastica Supercoppa italiana a Doha contro la Juventus”. Da circa tre anni e mezzo, Saccone svolge all’estero il suo lavoro di preparatore atletico, prima in Albania, al Partizani, dove ha conquistato – all’esordio – il secondo posto della classifica, e l’anno scorso, conquistando il titolo di Campione d’ Albania, titolo che mancava da 26 anni nella società della capitale, ulteriormente avvalorato dalla conquista della Supercoppa albanese. Quest’anno è arrivato alla S.C. Gjilani, squadra kosovara che milita nella massima serie, e che, proprio domenica scorsa – il 7 giugno – è scesa nuovamente in campo dopo la lunga chiusura degli stadi a causa della pandemia da coronavirus. Un pareggio che, per un errore difensivo, un palo ed almeno un rigore netto non dato, sta un po’ stretto a squadra e a staff tecnico che Saccone commenta così : “E’ stata una partita molto tattica e blanda nel primo
tempo, molto più viva nel secondo tempo, anche perché il forte caldo ha impedito che i ritmi si alzassero. La partita è stata giocata in assenza di pubblico e la situazione, in linea generale, era un po’ surreale : prima dell’inizio della partita, siamo entrati in campo attraverso un gabbiotto, dove dovevamo pulirci le scarpe e le mani; i giocatori in panchina dovevano indossare le mascherine, stessa cosa per gli arbitri. Insomma, non è stata una situazione usuale. Ma, tutto sommato, l’importante è che non ci siano stati infortunati, e questo è senz’altro un punto a favore nostro”. A proposito della pandemia, so che ha trascorso tutto il tempo in Kosovo. Come è stato, e come è, il clima generale? “Si, sono rimasto in Kosovo durante tutto il periodo della pandemia. Qui, fortunatamente, non ci sono stati tantissimi casi, o almeno, sono stati abbastanza circoscritti. La situazione è stata di massima attenzione e massima allerta sin da subito : sono stati chiusi immediatamente i confini e sono stati cancellati i voli, quindi era impossibile entrare o uscire da qui. Sono rimasto a casa, ho seguito i miei giocatori con il computer e con tante videochiamate, ho preparato dei programmi per i ragazzi, ho eseguito alcuni test sempre attraverso dei video, per cui, anche se in modo diverso, abbiamo ugualmente lavorato. Attualmente, tutte le persone che entrano in Kosovo vengono poste in quarantena, addirittura i giocatori che
sono venuti dall’estero sono stati posti per otto giorni in un ospedale, per una sorta di controllo continuo. Quindi, alla fine, c’è stata, e c’è ancora, grande attenzione al problema”. Da quanto tempo è il preparatore atletico del Gjilani e come si trova? “Sono arrivato qui dopo quattro mesi dall’inizio del campionato, dopo essere andato via dal Partizani per problemi miei, personali. Questa è una società giovane, ma molto ambiziosa : non hanno mai vinto un trofeo o un campionato, per cui diventa, anche per questo, un ambiente stimolante. Non sono mai andati in Europa, quindi cercare di portare una squadra come questa ai preliminari di Europa League o Champions sarebbe una cosa importantissima e molto gratificante per me, per la squadra. I giocatori sono di buon livello, paragonabili ad una serie B italiana. Ci sono giovani interessanti che stanno crescendo. La città è piccola, ma per noi che lavoriamo all’estero, il nostro obiettivo è trovare un luogo dove poter lavorare tranquilli, e qui lo è sicuramente”. A proposito di ripresa, come prevede la riapertura della Serie A in Italia? “Non è semplice, perché molte squadre hanno già avuto molti infortunati, per cui bisogna porre molta attenzione sulla salute dei giocatori. Credo che la forma migliore non bisogna cercarla già nella prima partita ma magari dopo un paio di partite di rodaggio si potrà ritrovare la brillantezza del passato. Le prime partite saranno giocate in modo tattico e con la paura del contatto, così come si è verificato anche da noi, nella prima partita di domenica scorsa. Ripartire non sarà facile, ma sarà per tutti una grande esperienza”. Un Suo commento sul Napoli di Gattuso e chi, dall’attuale rosa, non farebbe andar via? “Gattuso è un bravissimo allenatore, come quelli che lo hanno preceduto, ed io non sono assolutamente all’altezza di poter giudicare il suo operato. Dico solo che il Napoli è una grande squadra, dalle grandi potenzialità. Ho avuto la fortuna di allenare molti dei talenti e dei campioni di questo gruppo. E’ una squadra che quest’ anno non ha fatto benissimo ma ha tutte le potenzialità per
DOMENICA 14 GIUGNO 2020 far bene: c’è ancora la Coppa Italia in ballo, la partita con il Barcellona che potrebbe regalare gioia ai ragazzi, alla società, e soprattutto ai tifosi. Quelli che ci sono in questo momento, sono tutti bravi ragazzi e ci sono, nello staff tecnico, persone molto competenti in grado di prendere le giuste decisioni”. Che ricordi ha della Sua attività a Napoli? Sarri o Benitez le hanno mai proposto di seguirli nel loro staff tecnico quando sono andati via dal Napoli? “Il Napoli è un ricordo che resta e resterà indelebile nella mia vita e nella mia carriera sportiva. Ho avuto tante soddisfazioni. Devo ringraziare la società per l’opportunità che mi ha dato di mettermi in gioco e in mostra in una società così prestigiosa. Abbiamo fatto bene, ho fatto bene: vincere due Coppe Italia, una Supercoppa italiana, due secondi posti... forse è stato il periodo migliore – fino ad adesso, s’intende – dell’era De Laurentis. I ricordi sono tantissimi e anco-
11 ra vivi nella mia memoria, e resteranno con me per sempre. Io ero del Napoli, ho iniziato la mia carriera nelle giovanili del Napoli, poi sono passato direttamente in prima squadra, quindi uno che è Napoli, che vive a Napoli, è di Napoli ed ha iniziato la sua carriera tra i suoi professionisti a Napoli, difficilmente decide di seguire altre strade. Per cui ho sentito sia Sarri che Benitez, quando sono andati via, c’è un rapporto di grande stima e di grande rispetto, ma quando c’è stata la piccola possibilità di andare via, anche in grandi società, io non ho avuto dubbi a rimanere a Napoli”. Il Gjilani è quarto in classifica : che progetti ha questa squadra ? E il Suo futuro è ancora in Kosovo? “La classifica attualmente non conta. Noi siamo a quattro punti dalla prima, tre dalla seconda, e quindi siamo lì, con altre dieci partite da giocare. Ci saranno tanti scontri diretti, sia con noi che tra le altre squadre che sono al vertice. Quindi
sarà una lotta a quattro, con tutto ancora aperto. La squadra ha grandi progetti: come ho detto prima, è ambiziosa,la società ha una buona solidità economica, vogliono portare il buon calcio. Non posso dire grande calcio, perché comunque il Kosovo è un paese non grandissimo, per cui non si può pensare di portare ottantamila persone allo stadio, ma si può pensare di fare bene. Per il futuro, credo che la mia avventura finirà alla fine del campionato, ho avuto anche delle proposte dall’estero, ma vorrei ritornare in Italia. In questo momento, sto decidendo e valutando il tutto. In ogni caso, sarei comunque felice di restare con questa società. E’ ancora un po’ tutto da decidere: vediamo cosa succede con il campionato, vediamo se riusciamo a raggiungere un traguardo importante, dopodiché vedremo”. La prossima partita sarà contro il Ferizaj, fuori casa. Un passo alla volta, verso mete importanti.
ANGELA CAPOCELLI
DANTE AI TEMPI DEL COVID19
«E quindi uscimmo a riveder le stelle». Questo il verso con cui Dante Alighieri conclude la sua prima cantica, chiude il 34 esimo canto e suggella il suo viaggio nell’ Inferno. Questa la celebre frase che segna la fine di un tortuoso percorso e prepara all’inizio di una nuova avventura : la scalata del monte del Purgatorio. Prima di poter giungere in Paradiso e godere della visione di Dio («l’amor che move il Sole e le altre stelle»), infatti, Dante deve affrontare un lungo tragitto attraverso il peccato e immolarsi in un percorso catartico che purifichi la sua anima e lo renda degno del Regno del Creatore. Tutto ciò è narrato nella Divina Commedia, l’opera più celebre di tutti i tempi, che il poeta compose a partire dal 1307 circa e che, tuttavia, viene ancora letta, tradotta, diffusa, studiata, analizzata e reinterpretata. Attuale com’è, il viaggio di Dante nell’Oltretomba, nei mondi ultraterreni, ricorda un po’ quello che noi oggi stiamo vivendo: dopo un periodo di quarantena dovuto a una pandemia che ha causato migliaia di morti, e altrettanti contagi, tristezze e sofferenze, ci siamo ora avviati verso un lungo cammino che ci porti alla sconfitta assoluta del Coronavirus e al ritorno definitivo alla “normalità”. Impossibile non cogliere la modernità di Dante che, vissuto dal 1265 al 1321, sembra riuscire a comunicare con gli uomini di ogni tempo e di qualsiasi parte del mondo: la sua opera, d’altronde, si presta a continue riattualizzazioni che la rendono sempre viva, immortale, eterna! (Non a caso, Boccaccio dopo averla letta la definì “divina”, conferendole il titolo che oggi noi tutti conosciamo e che al principio era semplicemente
“Commedia”). Ebbene, noi, oggi, come Alighieri, nel Medioevo, ci ritroviamo a dover avere pazienza e perseveranza nel mollare proprio quando tutto può sembrarci più difficile e perduto: dobbiamo risalire attraverso questa fase 2 proprio come il poeta ha scalato il monte del Purgatorio. Perché si sa, le salite sono più difficili delle discese e come Dante ci insegna, cadere nel peccato (a cui ci si abbandona spesso per mancanza di temperanza) è facile, uscirne e purificarsi sono la vera impresa! Ma, così come non dobbiamo perderci d’animo, altrettanto importante è che non ci si adagi sugli allori proprio ora che la situazione sta migliorando: essere usciti dalla quarantena (e, almeno in parte, da un momento che ha rappresentato per il mondo intero un vero e proprio Inferno) non significa essere giunti a destinazione e aver debellato finalmente il Virus (meta e fine del nostro percorso come lo era per Dante il Paradiso) : c’è ancora un Purgatorio da attraversare, fatto di norme da rispettare e studi e ricerche da applicare per trovare un vaccino. Evitare assembramenti, indossare la mascherina, igienizzare continuamente le mani, limitare gli orari di apertura delle attività e consentire l’accesso nei locali di ristorazione solo su prenotazione sono tutti scalini che dobbiamo risalire per dare il nostro contributo alla diminuzione dei contagi nell’attesa di una cura contro il COVID19. In questo momento “del cammin di nostra vita” essere coscienziosi e osservanti delle direttive è più importante che mai; agiamo affinché ognuno di noi possa essere, come Dante una volta raggiunta la vetta del Purgatorio, «puro e disposto a salire le stelle».
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12 CIRO TROISE
Il settore giovanile ha una priorità: formare la squadra Under 18
Farebbe bene il Napoli ad individuare un dirigente solo per la Primavera (Aladino Valoti è un’ipotesi concreta) che, con le promozioni, retrocessioni e cinque fuori quota, rappresenta un campionato a parte, slegato dalle logiche del settore giovanile. È un torneo di formazione con criteri diversi: alzandosi il livello di competitività, è impensabile affidarsi esclusivamente ai ragazzi costruiti in casa, nel proprio vivaio. Il progetto seconde squadre in Italia è miseramente fallito, si è verificato, come del resto aveva previsto De Laurentiis, un “coito interrotto” trasformatosi nell’opportunità della Juventus d’iscrivere una sua realtà al campionato di serie C e gestire così l’overdose di giocatori a sua disposizione da piazzare in prestito. Basta fare due nomi per rendersi conto che l’idea si è trasformata in altro: nell’Under 23 della Juventus giocano il trentacinquenne Marchi e il trentenne Alcibiade. Le formazioni Primavera potrebbero fungere da seconde squadre in un restyling generale che sposti sul vivaio almeno il 10% del fatturato. Per costruire formazioni competitive per il campionato Primavera 1 e allo stesso tempo valorizzare ragazzi utili per le prime squadre o che almeno possano generare valore in sede di calciomercato, serve investire sullo scouting che deve essere in grado di scoprire giocatori interessanti a prezzi bassi come avvenuto con Idasiak, Mamas, Vrikkis e Zedadka ma, per alzare il livello tecnico e uscire dalla zona a rischio retrocessione, bisogna aumentare le risorse a disposizione. Il Napoli deve potenziare lo scouting nazionale e internazionale, avere la Primavera di più al centro del progetto societario cercando anche nelle trattative della prima squadra d’individuare qualche giovane interessante. Sarebbe andato tutto diversamente se nella gestione delle partenze di Grassi, Rog, Sepe, Verdi, Chiriches il Napoli avesse portato a casa come contropartita qualche talento per potenziare la Primavera. Nel Sudamerica d’Italia il bacino locale è troppo importante, nella storia del vivaio azzurro che, soprattutto sotto la direzione di Giuseppe Santoro, ha sfornato tanti calciatori approdati tra i professionisti nonostante le esigue risorse a disposizione, aspettare la maturazione del talento è una virtù da ritrovare.
Facciamo un esempio: Cioffi, esterno offensivo classe ‘2002, è un ragazzo di prospettiva ma nell’ultima stagione maledetta non è riuscito ad incidere con continuità, nella prossima annata potrebbe esplodere, perciò si tratta di una risorsa da blindare e coltivare. Il Napoli ha un patrimonio tecnico importante nella leva ‘2003: da Baietti a Somma, da Barba ad Umile, da Acampa a D’Angelo, oltre a Iaccarino e D’Agostino che possono essere considerati i più pronti sotto il profilo della prospettiva. Il campionato Primavera 1 è ostico, conta molto la fisicità, avere qualità interessanti non significa essere già all’altezza di questo torneo affrontando avversari di uno o due anni più grandi. Munirsi di una formazione per il campionato Under 18, torneo ancora facoltativo nelle regole della Figc, sarebbe una mossa fondamentale, consentirebbe al Napoli d’avere un bacino a disposizione per la Primavera, dare continuità a tutti e coltivare risorse per l’annata successiva. Le spese aggiuntive in termini di eventuali campi aggiuntivi, staff tecnico e trasferte rappresenterebbero un investimento che darebbe ottimi frutti, nel settore giovanile bisogna saper pianificare e aspettare, non si può ragionare con lo schema annuale. Per evitare annate tribolate, non basta il supporto di un nuovo dirigente ma più investimenti mirati sia per lo scouting che per il vivaio che, nonostante tante difficoltà, da molti anni riesce a far crescere ragazzi validi raggiungendo risultati importanti nelle categorie Under 15. 16 e 17. Si tratta d’idee per il futuro, valutazioni, al momento il settore giovanile postpandemia si muove a piccoli passi: i contratti da professionista ai ‘2004 Pesce e Di Dona, Grava rinforza soprattutto l’Under 15 pescando dei ragazzini ‘2006 interessanti in giro per la Campania, Senese, Manzi, Labriola e Palmieri, dopo i tamponi che hanno accertato la negatività al Covid-19, s’allenano in prima squadra. I lavoratori del settore giovanile attendono un intervento di De Laurentiis per avere certezze su presente e futuro, alcuni con contratto gratuito a rimborso spese forfeittario non hanno incassato neanche i compensi di gennaio e febbraio. Aspettare, integrare e formare, così la Primavera può avere una sua ricetta per dimenticare il rischio della retrocessione.
Una squadra “cuscinetto” della Primavera darebbe alla leva ‘2003 la possibilità di crescere al Napoli
www.casoriadue.it
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RAFFAELE SILVESTRO
I PAESI AL NORD DI NAPOLI CONSIDERATI ARRETRATI Quasi da sempre, con chiunque si parli, i nostri paesi all’area nord di Napoli, sono considerati arretrati, vecchi e senza futuro. Noi per dimostrare il contrario, abbiamo intervistato il dottor Mauro Muto, un’eccelenza nostrana con un’esperienza quarantennale. Laureato in Medicina e chirurgia, specialista in igiene e medicina preventiva, specializzato anche in medicina legale e ha conseguito un management di due anni alla Bocconi di Milano. E’ stato sindaco di Casavatore, ha lavorato per quasi vent’anni come dipendente pubblico sempre nell’interesse della sanità. Nel suo periodo lavorativo alla regione campania è stato anche il contatto diretto con l’universita di Harvard negli Stati Uniti per i trapianti di organi e da cinque anni è presidente della consulta regionale per le attività funerarie e cimiteriali. Per sedici anni ha rivestito la carica di direttore sanitario di molti poli ospedalieri come quello di Nola e Pollena, il primo che fu commissariato per inflitrazioni camorristiche e che grazie alla sua esperienza e bravura nel settore, è riuscito a far ritornare tutto alla nornmalità. Dopo cinque anni nel nolano, si è spostato agli ospedali di
Sorrento e Vico Equense, facendo da ponte tra la loro realtà e la nostra. Infine, da due anni, è direttore sanitario dell’area stabiese, Castellamare e Gragnano, qui vi troviamo varie eccellenze nel settore dei trapianti di fegato e anche una grande terapia intensiva neonatale. Negli ultimi quattro anni ha rivestito anche la carica di giudice non togato del tribunale di sorveglianza di Napoli, qui, il Dottor. Muto costata la compatibilità carceriara dei detenuti. Dopo avre parlato della sua vita, non potevamo non chiedergli come avesse trascorso questi tre mesi di pandemia e cosa pensa della ripresa quasi totale di qualche settimana fa. E’ stato molto diretto, ci ha raccontato di come si sia occupato della parte legale dei defunti di questa bruttissima malattia e quindi di come venivano allontanate le salme, è sempre stato in prima linea durante tutto il lockdown e fu uno dei primi a costruire un ospedale da campo in Campania nell’area stabiese. Ha dichiarato che è stata un’esperienza formativa in tutto e per tutto, che l’ha segnato fortemente, infine ci ha raccomandato di continuare a seguire le disposizioni alla lettera, perché non è stato debellato nulla, guanti e mascherine sempre.
DANIELE ESPOSITO*
Mal di testa? Potrebbe essere una carenza di Vitamina B12 È una delle otto vitamine del gruppo B. È coinvolta nel metabolismo di ogni cellula del corpo umano, in particolare per quanto riguarda la sintesi del DNA, l’acido grasso e il metabolismo degli aminoacidi. La vitamina B12 è una idrosolubile e intraprende il suo ruolo di mantenere in normale funzionamento del cervello attraverso la sintesi di mielina e la formazione di globuli rossi. Inoltre è responsabile della protezione e rigenerazione dei nervi, divisione cellulare e respirazione, emopoiesi. In precedenza si pensava che la carenza di vitamina B12 impiegasse molti anni per svilupparsi, e solo nei vegetariani o in quelli con anemia. Ricerche più recenti hanno suggerito che ci sono implicazioni di malattia associate alla carenza sub-clinica B12, che si sviluppano più comunemente a causa di malassorbimento o inadeguatezza dietetica. I tassi di carenza di vitamina B12 sono elevati nei paesi in via di sviluppo, negli anziani e nelle popolazioni vegetariane. Le conseguenze a lungo termine non sono completamente note ma possono includere effetti avversi sugli esiti della gravidan-
za e aspetti dell’invecchiamento. Tale vitamina è rara nelle fonti vegetali, quindi i vegetariani hanno maggiori probabilità di soffrire di carenza di vitamina B12. I bambini hanno un rischio maggiore di carenza di vitamina B12 se sono nati da madri vegetariane. Anche gli anziani che seguono una dieta con carne o prodotti animali limitati sono popolazioni vulnerabili. Affinché l’assunzione funzioni senza problemi, lo stomaco, il pancreas e l’intestino devono funzionare correttamente. Se la funzione di uno di questi organi è compromessa, ciò può portare ad una carenza di questa vitamina. Le fonti di vitamina B12 sono essenzialmente di origine animale (fegato, latte e derivati, carne di manzo, uova); per questo motivo i rischi di carenza sono più concreti nei vegetariani. Una dieta di questo tipo seguita dalla madre in gravidanza può essere molto pericolosa per il nascituro. *Personal Trainer e consulente della nutrizione sportiva, da oltre 15 anni nel settore, è autore del libro il Metodo 5, premio eccellenza italiana a Washington D.C.
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14 Salvatore Iavarone*
Rilancio dell’azione amministrativa La nuova amministrazione comunale di Casoria festeggia in questi giorni il suo primo anno, ma in tanti sollevano perplessità sull’azione politica messa in campo in questi primi 12 mesi di amministrazione, non solo dalle file dell’opposizione, ma anche in città. L’amministrazione ha dovuto fare i conti dai sui primi giorni di vita con imprevisti seri come il crollo della strada a San Mauro, problemi finanziari dell’ente già in fase di quasi “dissesto”, la tragedia della pandemia da Coronavirus, ma questi evidenti problemi, che hanno pesato non poco sulla macchina comunale e sull’azione amministrativa, nemmeno devono diventare un alibi. L’amministrazione in tutto l’arco di tempo dalla sua composizione a oggi, ha mostrato un’evidente mancanza di capacità, professionalità, competenze e soprattutto presenza di alcuni assessori, che hanno troppe volte lasciato solo un sindaco, diventato facile bersaglio per tutto e per tutti. Una riflessione a parte meriterebbe la scelta delle figure apicali di Casoria Ambiente e del consorzio cimiteriale. Siamo certi della necessità di una risposta, efficace e veloce, di tutta l’amministrazione, che serva ad un rilancio serio della macchina comunale, in assenza della quale diventerebbe davvero difficile affrontare le sfide difficili che aspettano la nostra città. Le difficoltà fino ad oggi non sono mancate, i risultati di questi primi mesi, quasi un anno, ne sono un’avvilente dimostrazione; la sfiducia al Presidente del Consiglio Comunale a meno di un anno è un’imbarazzante vicenda; la perdita di fondi importanti a causa della mancanza di competenze di nostri assessori è un
Dopo il Covid, non basta ripartire, serve un nuovo inizio OCCORRE una squadra all’altezza delle sfide che attendono Casoria
dramma per un territorio che non può permettersi la perdita di risorse. Vogliamo fermarci a questo. Abbiamo più volte, chiesto un cambio di passo, serve alla città, serve a Bene, serve a tutti. Una nuova pagina deve essere scritta e deve necessariamente passare attraverso scelte collegiali, partecipazione, competenza ed efficienza. Dopo il periodo del Covid serve un piano di rilancio dell’amministrazione che passa attraverso una serie di punti programmatici che riguardino i vari settori e dunque i vari assessori. Ma per realizzarli serve una nuova squadra di giunta all’altezza di questa sfida, e probabilmente non solo la giunta. Servono
assessori con competenze specifiche, passione politica e radicamento sul territorio. La fase due di questa amministrazione deve passare attraverso la competenza di una nuova squadra di governo. Casoria necessità di scelte importanti e per attuarle servono persone all’altezza della sfida. Sono varie anche le cose positive messe in campo, non vogliamo dimenticarle, ma sono tantissime quelle che devono essere realizzate, forse troppe. Le commissioni hanno lavorato tantissimo, e troppo spesso, sostituendosi anche ad altri che avrebbero dovuto fare meglio e di più. La nostra visione della città, è a sostegno del sindaco, ma non potrà mai essere una visione miope. Nell’interesse esclusivo di Casoria, serve un cambio di rotta, servono le migliori competenze a servizio della città. Serve un programma di metà consiliatura, dieci punti importanti da realizzare per la città, che trovino anche la partecipazione dell’opposizione (o parte), perché dobbiamo ridisegnare la città, serve competenza e responsabilità. La responsabilità, per il bene di Casoria, deve andare oltre gli steccati classici della politica e trovare il sostegno della città tutta, su dieci punti che qualifichino l’azione amministrativa dei prossimi anni. Ci aspettano sfide difficili, come il rischio dissesto, se è vero, sarà una tempesta, e quando si affronta una tempesta serve un equipaggio all’altezza, se bisogna cambiare equipaggio, bisogna farlo subito, altrimenti sarà pure peggio.
Presidente della III commissione consiliare “Territorio, urbanistica, infrastrutture, ambiente, vivibilità e viabilità”
DOMENICO BORRIELLO
PD Casoria, la data del congresso è ancora un punto interrogativo Situazione di stallo per il Partito Democratico di Casoria che – dopo il risultato delle scorse amministrative – si era ripromesso un cambio di rotta e una maggiore presenza sul territorio in quanto riferimento dei progressisti e riformisti in città. Obiettivi che sarebbero dovuti passare sicuramente attraverso il congresso per l’elezione del Segretario cittadino, la guida del partito. I due candidati, Sergio Fontanella e Rino Albano, vivono in un limbo in attesa della data del congresso che – de facto – è sospeso per imprecisati motivi. A dover sollecitare
per uno scongelamento della situazione, in un dialogo con i vertici di partito provinciali e regionali, dovrebbe essere sicuramente anche il Direttivo casoriano, composto da nomi importanti della politica casoriana, tra cui i consiglieri comunali Fuccio ed Esposito e la consigliera regionale Ciaramella. Un attore importante per il nostro territorio quale il PD, che rappresenta una grossa fetta di elettori, si spera possa riorganizzarsi quanto prima attraverso un momento di democrazia interna molto sentito, il congresso cittadino.
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RUBRICA FISCALE
Per quanto mi riguarda: ’sto virus ci servirà, spero a tutti, anche a riflettere sulla nostra immancabile incazzatura quando dobbiamo pagare le tasse. Ammettiamolo: nessuno è patriottico quando si tratta di saldare Iva, Imu o Irpef. Quindi le sole opere di fantasia immaginifica che vengono scritte oggi sono le nostre dichiarazioni alla Agenzia delle entrate. Non a caso noi italiani siamo in cima alla classifica dell’evasione fiscale. Certo, ci girano le sinapsi perché, come diceva Ettore Petrolini, “bisogna prendere il denaro dove si trova: presso i poveri. Hanno poco ma sono in tanti”. Infatti i ricchi non si perdono un paradiso fiscale manco per sbaglio e, per la gioia delle prostitute e dei papponi, il sesso è l’ultima importante attività umana non ancora soggetta al fisco. Poi è esploso il coronavirus, un marasma che ci ha messo in ginocchio e sta rivelando a tutti l’importanza del nostro sistema sanitario pubblico. Un welfare che dà a tutti, poveri e ricchi, la possibilità di salvare la pelle senza dover prima tirare fuori una carta di credito o un’assicurazione sanitaria privata, come succede negli Stati Uniti e in altri democraticissimi Paesi, dove il costo di un esame con tampone è circa 3 mila dollari. In Italia il costo medio giornaliero di un paziente in terapia intensiva è intorno ai 1.200-1.300 euro. Ecco perché le tasse sono ciò che si paga per una società civilizzata. Dovremmo avere il coraggio di dire che le tasse sono una cosa giusta e civilissima, un modo di contribuire tutti insieme a beni indispensabili come la salute, la sicurezza, l’istruzione e l’ambiente. Pagare le tasse è un dovere? Certo. Lo è dal punto di vista civico, ma anche cristianamente parlando. “Fatto questa premessa, questa settimana affronteremo l’agevolazione del SISMABONUS e ECOBONUS per la ristrutturazione degli edifici. QUALI VANTAGGI L’art. 119 del decreto-legge n. 34 del 19 maggio 2020 (c.d. “Decreto Rilancio”) introduce la misura interessante per i settori immobiliari e dell’edilizia che già erano in crisi e che si sono trovati a dover fronteggiare una crisi di tutt’altra natura causata dall’emergenza COVID-19. Si tratta dell’incremento al 110% della detrazione prevista originariamente dall’art. 14 del D.L. n. 63/2013 per gli interventi di riqualificazione energetica e riduzione del rischio sismico, nonché per una serie di interventi (ristrutturazioni, facciate, ecc.) effettuati contestualmente a quelli c.d. trainanti individuati dall’art. 119 in esame. Preliminarmente, occorre precisare che dal punto di vista temporale l’agevolazione in esame è applicabile esclusivamente per le spese sostenute a decorrere del 1.07.2020 e sino al 31.12.2021. Si ritiene pertanto utile iniziare a muoversi con la richiesta dei preventivi, accordi con i fornitori e con i tecnici che saranno chiamati ad attestare la rispondenza degli interventi ai requisiti previsti dalla normativa.
CHI PUO’ USUFRUIRE L’art. 119 del “Decreto Rilancio” è applicabile soltanto per gli interventi effettuati dai seguenti soggetti: condomini; persone fisiche al di fuori dell’esercizio di attività d’impresa o di lavoro autonomo, su unità immobiliari; persone fisiche che abbiano concesso in locazione l’immobile di proprietà a condizione che lo stesso faccia parte di un immobile composto da più unità immobiliari; Istituti autonomi case popolari (IACP) comunque denominati nonché dagli Enti aventi le stesse finalità sociali dei predetti Istituti, istituiti nella forma di società che rispondono ai requisiti della legislazione europea in materia di “in house providing” per interventi realizzati su immobili, di loro proprietà ovvero gestiti per conto dei comuni, adibiti ad edilizia residenziale pubblica; Cooperative di abitazione a proprietà indivisa per interventi realizzati su immobili dalle stesse posseduti e assegnati in godimento ai propri soci. Da quanto elencato, emerge come il bonus non sia fruibile dalle società per gli interventi effettuati su immobili strumentali all’esercizio dell’attività, a meno che gli stessi non facciano parte di un condominio. IMPORTANTE!: E’ chiarito al comma 10 che qualora gli interventi di riqualificazione energetica o riduzione del rischio sismico sono effettuati su edifici unifamiliari è possibile fruire della detrazione al 110% purché si tratti di edificio adibito ad abitazione principale. INTERVENTI AGEVOLABILI AL 110% 1. INTERVENTI DI RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA L’art. 119 stabilisce che le detrazioni previste dall’art. 14, D.L. n. 63/2013, che a seconda della tipologia dell’intervento sono pari al 50% – 65% – 70% – 75% – 80% – 85%, si applicano nella misura del 110% per le spese sostenute dal 1.7.2020 al 31.12.2021, con ripartizione in 5 quote annuali di pari importo, nei seguenti casi: • interventi di isolamento termico delle superfici opache verticali e orizzontali che interessano l’involucro dell’edificio con un’incidenza superiore al 25% della superficie disperdente lorda dell’edificio medesimo (c.d. cappotto termico) La detrazione è calcolata su un ammontare complessivo della spesa non superiore a € 60.000 moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio. N.B. I materiali isolanti utilizzati devono rispettare i criteri ambientali minimi di cui al DM 11.10.2017. • interventi sulle parti comuni degli edifici per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti con:o impianti centralizzati per il riscaldamento, il raffrescamento e la fornitura di acqua calda sanitaria a condensazione, con efficienza almeno pari alla classe A di prodotto prevista dal Regolamento UE 18.2.2013, n. 811 ovvero a pompa di calore, ivi inclusi gli impianti ibridi o geotermici, anche abbinati all’installazione di impianti fotovoltaici e relativi sistemi di accumulo di cui ai commi 5 e 6 dell’art. 119 in esame;o im-
Me ne in…FISCO
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pianti di microcogenerazione La detrazione è calcolata su un ammontare complessivo della spesa non superiore a € 30.000 moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio ed è riconosciuta anche per le spese relative allo smaltimento e alla bonifica dell’impianto sostituito. • interventi sugli edifici unifamiliari per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti con:o impianti per il riscaldamento, di raffrescamento e fornitura di acqua calda sanitaria a pompa di calore, inclusi gli impianti ibridi o geotermici, anche abbinati all’installazione di impianti solari fotovoltaici e sistemi di accumulo di cui ai commi 5 e 6 dell’art. 119 in esame, di seguito illustrati;o impianti di microcogenerazione. • La detrazione è calcolata su un ammontare massimo di spesa non superiore a € 30.000 ed è riconosciuta anche per le spese relative allo smaltimento e alla bonifica dell’impianto sostituito. IMPORTANTE! Gli interventi di cui sopra costituiscono i c.d. interventi trainanti. Ciò significa che sarà possibile usufruire della maggiorazione al 110% anche qualora i presenti interventi siano eseguiti congiuntamente a quelli originariamente previsti dal D.L. n. 63/2013 in tema di interventi di risparmio energetico con percentuali al 50%-65%-70%-75% (es. schermature solari, finestre comprensive di infissi, riqualificazione energetica generale di edifici, ecc.) CONDIZIONI PER FRUIRE DEL BONUS Per poter beneficiare della detrazione al 110% gli interventi sopraelencati: • devono rispettare i requisiti minimi fissati dai decreti attuativi (ad oggi non ancora emanati); nel loro complesso devono assicurare il miglioramento di almeno 2 classi energetiche dell’edificio, ovvero, se non possibile, il conseguimento della classe energetica più alta, da dimostrare mediante attestato di prestazione energetica (APE), ante e post intervento, rilasciato da un tecnico abilitato tramite dichiarazione asseverata. Resta fermo che le detrazioni ordinariamente previste per gli interventi richiamati dall’art. 119 in esame rimangono applicabili nel rispetto delle condizioni e dei limiti e con le percentuali di detrazione stabiliti dal D.L. 63/2013. 2. SISMABONUS Il comma 4 dell’art. 119 in esame dispone che per gli interventi
di riduzione del rischio sismico di cui ai commi da 1- bis a 1-septies dell’art. 16, DL n. 63/2013, la detrazione spettante, prevista nella misura del 50% – 70% – 80% – 75% – 85% a seconda dei casi, è elevata al 110% per le spese sostenute dal 1.7.2020 al 31.12.2021. INSTALLAZIONE DI IMPIANTI FOTOVOLTAICI E SISTEMI DI ACCUMULO È possibile beneficiare della detrazione al 110% anche per le spese sostenute in relazione all’installazione di impianti fotovoltaici connessi alla rete elettrica su edifici ai sensi dell’art. 1, comma 1, lett. a), b), c) e d), del D.P.R. n. 412/1993 purché eseguiti contestualmente agli interventi trainanti elencati in precedenza (riqualificazione energetica o riduzione del rischio sismico). Per questo tipo di interventi è previsto un ammontare massimo di spesa pari a € 48.000 e comunque nel limite di spesa di € 2.400 per kW di potenza nominale dell’impianto solare fotovoltaico, da ripartire in n. 5 quote annuali di pari importo. Nel caso di interventi di ristrutturazione edilizia, nuova costruzione e ristrutturazione urbanistica il limite di spesa è ridotto ad € 1.600 per ogni kW di potenza nominale. La detrazione nella misura del 110% è riconosciuta anche per l’installazione contestuale o successiva di sistemi di accumulo integrati negli impianti solari fotovoltaici rientranti nel beneficio fiscale, alle stesse condizioni e con i medesimi limiti di importo e ammontare complessivo e comunque nel limite di spesa di € 1.000 per ogni kWh di capacità di accumulo del sistema. E’ possibile infine fruire della detrazione al 110% anche per l’installazione di colonnine di ricarica elettrica a condizione, anche questa volta, che sia eseguita congiuntamente ad uno degli interventi c.d. trainanti. MODALITA’ DI UTILIZZO DELLA DETRAZIONE Il vero potenziale di questa norma non risiede soltanto nella misura maggiorata (110%) del bonus ma anche e soprattutto nella possibilità prevista dall’art. 121 del “Decreto Rilancio” di: chiedere lo sconto in fattura alla ditta che esegue i lavori. Il fornitore, a sua volta recupera lo sconto riconosciuto al cliente sotto forma di credito d’imposta, con la possibilità di cedere successivamente il credito anche ad istituti di credito e intermediari finanziari; convertire la detrazione in credito d’imposta con possibilità di cederlo successivamente anche ad istituti di credito e intermediari finanziari”.
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PIANO COLAO: ECCO LE PROPOSTE PER LA DIGITALIZZAZIONE
Vittorio Colao, ex amministratore delegato di Vodafone, è stato nominato dal premier Giuseppe Conte a capo della task force di consulenti esperti che ha il compito di formulare delle proposte per la ripresa del Paese dopo l’emergenza Covid 19. Il piano d’azione per la ripresa prevede una serie di misure molto interessanti, soprattutto per quanto riguarda l’innovazione e la tecnologia, infatti ci sono una serie di proposte molto interessanti che, se attuate, porterebbero l’Italia a mettersi al passo con tempi con gli altri Paesi. INDUSTRIA 4.0: la prima interessante proposta riguarda il ripristino del piano industria 4.0 varato dall’allora ministro dello sviluppo economico Calenda. Il piano prevede una serie di incentivi con ripristino di iper e super ammortamenti per aziende che investono nel digitale con un aumento del credito per il settore ricerca e sviluppo e per gli investimenti in intelligenza artificiale. Inoltre, secondo gli esperti, il piano dovrà essere garantito per una durata di 4-5 anni a prescindere dall’avvicendarsi dei governi. STARTUP: il piano industria 4.0 sarà esteso anche alle startup con l’aggiunta di altre agevolazioni fiscali come la detrazione dell’IRPEF al 40% e 50%. PAGAMENTI ELETTRONICI: punto nevralgico che non favorisce lo sviluppo della digitalizzazione in Italia è da sempre l’abitudine ad usare ancora troppo spesso la moneta cartacea per i pagamenti, infatti siamo il 23esimo paese europeo per pagamenti elettronici. La proposta della task force è quella di incentivare i pagamenti elettronici con una serie di vantaggi per gli esercenti che avranno l’obbligo di avere il POS e crediti di imposta e sgravi fiscali sulle tariffe. Si propone l’abolizione delle banconote da 500 e 200 euro e si prevede una ritenuta del 5% dell’IRPEF sui prelevi che superano il fabbisogno fisiologico di contanti. PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: si consiglia di implementare l’organico
del ministero dell’innovazione di almeno 500 unità per accelerare il processo di digitalizzazione degli uffici pubblici. In particolare si punta a diffondere l’utilizzo dello SPID e dei sistemi di riconoscimento dell’identità digitale per i sistemi pubblici rendendoli obbligatori per alcuni servizi. Inoltre si consiglia di investire in risorse per la sicurezza informatica. SMART WORKING: il comitato consiglia di attuare “una disciplina legislativa dello smart working per tutti i settori, le attività e i ruoli”, con una corsia preferenziale per i genitori con figli fino a 14 anni; adottare nel pubblico e nel privato “un codice etico”. “Massimizzare la flessibilità del lavoro individuale”, concordare i “momenti di lavoro “collettivo”” e “adottare sistemi trasparenti di valutazione degli obiettivi e della produttività”. FIBRA E 5G: naturalmente un Paese che si prefissa di sviluppare la digitalizzazione non può fare a meno di un sistema di connessione efficiente. Quindi bisogna insistere su connessioni veloci per ospedali e scuole e bisogna favorire le fasce di reddito più basse con dei voucher Fibra. Infine si propone di puntare molto sulla tecnologia 5g aumentando l’emissione elettromagnetica del segnale. BIG DATA: Per il comitato l’Italia sof-
fre un “allarmante ritardo” nell’uso dei dati per ricerche e statistiche. Per questo suggerisce di “introdurre il concetto di utilità sociale del trattamento dati a fini statistici e di ricerca scientifica” e di semplificare i controlli sulla protezione delle informazioni. Un uso immediato dei big data potrebbe essere applicato al rilancio del turismo in Italia, che vale il 6% del prodotto interno lordo nazionale. Colao ed i suoi esperti hanno stilato una serie di suggerimenti che stanno sottoponendo al governo, misure che, secondo la task force, sono necessarie per la ripresa dell’economia. In questo articolo ci siamo soffermati sulle proposte che prevedono un’evoluzione digitale dell’Italia, fanalino di coda e ritardataria in questo campo rispetto agli altri Paesi che invece attuano questi concetti già da tempo. Ormai dovrebbe essere abbastanza chiaro che con la tecnologia si possono ottenere tanti benefici, ma la sensazione è che tra i piani analitici ed il livello di comprensione della popolazione ci sia un grande divario, distanze che la politica deve tener conto in quanto esiste sempre il compromesso tra sviluppo e giuste decisioni e ritorno elettorale e misure impopolari. Staremo a vedere!
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GENNARO MOSCA
PIÙ CONOSCO L’UOMO, PIÙ…DEDICATO A VICKY
Bucefalo, il cavallo amato di Alessandro Magno. Bizzarro, recalcitrante, impossibile montarlo. Ma Alessandro riuscì a saltargli in sella immediatamente dopo aver scoperto la sua debolezza: la paura. Era un cavallo spaventato, forse da qualcuno o da qualcosa. Per tutti i vent’anni di vita, non si fece cavalcare da nessuno, se non dal suo padrone. Nella battaglia dell’Idaspe fu ferito gravemente. Ciononostante, portò in sella il suo guerriero fino a sera, quando la battaglia terminò. E solo allora, stremato ma pieno di orgoglio, morì. Marengo, il fedele compagno di Napoleone, forse tra i cavalli più famosi della storia. Per ben otto volte fu ferito, ma portò sempre in salvo il suo Imperatore. Ronzinante, il cavallo di Don Chisciotte, né fiero né vincente – era un ronzino; e da lì il suo nome. Ma era infinitamente leale, e per questo mi fa tanta simpatia. Incitatus, ‘quasi un senatore’. Caligola - è vero - era un pazzo e un sanguinario. E per questo si scontrò con i senatori. Decise, dunque, di dimostrare che il suo cavallo era migliore di loro, ma non riuscì nell’impresa. L’animale non divenne senatore, ma brillò per intelligenza e lealtà. Magari oggi, quel nobile cavallo supererebbe in prontezza qualche stimato e prestigioso “onorevole”. Ma questa è un’altra storia. Buck, figlio di un sanbernardo e un pastore scozzese, protagonista del breve romanzo d’avventura dello scrittore statunitense Jack London, Il Richiamo della Foresta. Cane buono e coraggioso. Picchiato, maltrattato, umiliato “dalla legge della zanna e dal bastone”. Ma la violenza lo fortifica. E quando finalmente incontra Thornton, il suo salvatore, trova il padrone che proteggerà da mille e più pericoli.
IL GRILLO PARLANTE
Lassie e Rin Tin Tin, per antonomasia, icona di amore e fedeltà per i rispettivi padroncini. Hachiko, in Giappone, è il simbolo della dedizione. Il padrone muore e lui, per molti anni, lo aspetta ogni giorno all’uscita della metro, fino alla fine dei suoi giorni. Argo, vecchio, stanco e quasi cieco; senza esitazione, è il solo a riconoscere - dopo vent’anni dalla sua partenza - l’amatissimo padrone, Ulisse. Né l’amata consorte, né nessun altro, riconosce Ulisse al ritorno a Itaca. Alla sua vista la gioia è tale da raggiungere l’estasi che lo accompagna alla pace dell’aldilà. Questa settimana avevo in mente un altro articolo. Ma la scomparsa di Vicky, l’amata Labrador di una cara amica, ha dirottato il mio pensiero sull’amore incondizionato dei nostri fedeli ‘amici’. Cavalli, cani, gatti, pappagalli, pesciolini rossi, delfini e tartarughe. Forse,
ne avrò scordati molti. Ma non importa. Hanno tutti il medesimo nome, Lealtà, Coraggio, Fedeltà. Il buon Lettore, allora, mi perdonerà se condivido quest’ultimo ricordo. Cara Lalla, non pensavo che tutto fosse così prossimo e repentino. Anche se, ieri, il tono della tua voce mi ha confessato la tristezza che già provavi. E per questo ho immaginato come sarebbe stata quella strada verso l’ambulatorio, per Vicky l’ultima volta. Lacrime che solcano il tuo viso malinconico, segnato dal dolore, sperando di non arrivare mai. Sapevo che non ti sarebbe mancato il supporto di Antonio, o di Speranza e Vittorio, che erano pronti a sostituirsi a te in questo mare di fiele. Più del veleno. Ma ti conosco, e so che nella sala d’attesa ci saresti stata tu. Comunque sola, perché tutto il bene del mondo non serve. Almeno non in quell’ora maledetta. Perché i ricordi si rincorrono fino a soffocare. La fedeltà, la lealtà, la tenerezza, il bene, il coraggio, l’impagabile compagnia di ogni giorno, in tanti anni vissuti insieme. Ma, per fortuna, ci sono attimi di gioia che restano in noi per sempre. Vicky ti accompagnerà così. E la ricorderai mentre corre, beve, mangia, abbaia e gioca felice. Questo rimane. Ed un po’ del nostro Bene. E più di tutto, resteranno per sempre le tue parole di oggi: “Abbaia qualche volta. Abbaia al cielo, abbaia all’aria. Abbaia alla Terra. Tu abbaia, come hai sempre fatto. Non smettere mai, come io non smetterò mai di chiamarti. Buon ‘ponte’, Piccola. E la prima cosa che farò, un giorno, quando ci ritroveremo, sarà lanciarti la tua adorata pallina. Corrimi incontro. Ti riconoscerò.”
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FILIPPO CANTONE
IL CONTRIBUTO DEGLI PSICOLOGI NELLA PANDEMIA
Non vi è dubbio alcuno – e ad affermarlo sono stati un po’ tutti gli attori coinvolti - che con la vulnerabilità fisica abbiamo conosciuto quella psicologica, su scala planetaria, che non ha risparmiato soccorritori e vittime, piccoli o adulti. E’ pur vero che il quotidiano, potenzialmente, ci espone a situazioni angoscianti, catastrofi naturali, possibili lutti o eventi dolorosi, tuttavia, in questi mesi ci siamo confrontati con un pericolo ignoto e invisibile, che ha attaccato tanto i curati che i curanti, che ha dettato nuove strategie per la clinica psicologica ampiamente condivise sul piano internazionale dalle Società scientifiche. Abbiamo nella nostra regione sentito il dovere di attivare in questo ultimo trimestre una serie di iniziative pubbliche (disponibilità all’ascolto ed all’orientamento, dirette tv web su tematiche, proposte programmatiche e di indirizzo) finalizzate a far luce sulle necessità ed i bisogni di una collettività trovatasi improvvisamente in ginocchio per più aspetti. Abbiamo dato vita al Comitato scientifico PSICOLOGI PER LA SALUTE PUBBLICA – Comitato campano - che nasce per iniziativa di un gruppo di professionisti psicologi psicoterapeuti da tempo impegnati nel Servizio Pubblico, negli Ambiti territoriali, nel settore Convenzionato / Centri di riabilitazione, nelle Comunità, liberi professionisti che quotidianamente si confrontano con la responsabilità dei percorsi di diagnosi e cura secondo le linee e gli indirizzi della sanità regionale. Nasce quale strumento tecnico - clinico al servizio della collettività colpita in questo momento da una evidente emergenza sociale e sanitaria senza precedenti, quale organismo per la ricerca e l’informazione scientifica tesa alla promozione e alla valorizzazione degli interventi della professione psicologica, con il compito di elaborare studi e documenti di supporto alle attività regionali, specie quelle territoriali,
nella costruzione di orientamenti per la pianificazione di interventi in ambito socio – sanitario. Considerato che le ÉQUIPE PSICOSOCIALI per le Emergenze (EPE) sono previste in una situazione del genere (direttiva PCM G.U. n.200 del 29.08.2006), che l’evento catastrofico è di quelli che vanno oltre le potenzialità di risposta delle strutture socio-sanitarie locali (dove già prima del COVID-19 vi erano liste di attesa), che occorra utilizzare metodologie e procedure peculiari che esaminino il numero dei soggetti coinvolti e la precarietà delle condizioni ambientali che si determinano (incluso l’osservazione delle capacità di reazione e di adattamento del singolo e della Comunità ), questo organismo agirà, in rapporto alle varie fasi dell’intervento psicologico e sociale, salvaguardando la più opportuna attenzione per le specificità culturali, religiose, di genere e di etnia. Alcuni Comuni, come Nola, Casoria, hanno già condiviso queste proposte ed è allo stato intenso il lavoro di presentazione delle sue linee progettuali a tutte le Istituzioni e forze politiche. L’attività clinica e di ricerca finora effettuata dai membri del Comitato porta a ritenere in sensibile aumento sintomi quali ansia, angoscia, fobie, ritiro sociale, insonnia, depressione e difficoltà sessuali. Il pericolo di natura psicosociale ha interessato tutte le fasce d’età. Nel corso delle dirette su NANO TV web stiamo, con due appuntamenti settimanali, come membri del Comitato affrontando proprio le tematiche della clinica, dei legami sociali e della emergenza in corso. Questi primi dati sono certamente da considerarsi solo una parte di un quadro complesso e ancora da scrivere, che si unirà ad altri contributi futuri nella volontà di collaborare sinergicamente e scientificamente per il bene della Comunità intera, per una nuova organizzazione dei Servizi, per la ripresa e lo sviluppo del nostro Paese.
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GIUSEPPE CLARINO
PARTE II Come per la prima parte mi è venuta l’idea di scriverla vedendo una trasmissione su Medjugore così Tu hai fatto in modo che proprio a Medjugore trovassi alcune risposte. Sì perché in quel luogo non mi hai folgorato ma mi hai fatto capire; ed ora, come avevo insinuato nelle menti di chi mi avrebbe letto nella prima parte, dubbi così angoscianti, così ora voglio che tutti abbiano la possibilità, non dico di capire, ma di riflettere. Non è il caso di descrivere il mio pellegrinaggio a Medjugore ma forse qualche passaggio lo dovrò fare altrimenti tutte le cose che dirò risulteranno prive di riscontri oggettivi. Prima cosa è che in un precedente viaggio di mia moglie a Medjugore mi rifiutai di accompagnarla dicendo che non ero pronto. Dopo tre anni fui io a proporre a mia moglie di andarci. Avvertivo come qualcosa, un’inquietudine, che mi attraesse. Durante il pellegrinaggio organizzato, un pomeriggio andammo ad ascoltare la catechesi di una suora francese (suor Emmnuel Maillard) ed alla fine acquistai due volumetti di cui uno scritto da lei “Maryam di Betlemme, la piccola araba”. In esso è raccontata la tormentata e tragica vita di una ragazzina del millesettecento la quale visitata prima dalla Madonna e poi dal Signore divenne veggente e successivamente Santa. Ebbene in questo volumetto di appena 80 pagg. la veggente racconta dapprima di un uomo il quale visse nel peccato fino alla morte ed anche in punto di morte rifiutò di pentirsi. Tutti credettero che quest’uomo fosse finito all’inferno. Un giorno l’anima di quest’uomo apparve a Maryam (la quale aveva il dono di poter ricevere le implorazioni di anime in pena) e le
chiese delle preghiere affinché provasse ad alleviargli un po’ le pene che stava soffrendo. Al che Maryam rimase stupita e gli chiese come mai non fosse finito all’inferno. Egli rispose che appena morto fu inondato dalla luce e dall’amore di Gesù ed egli immediatamente aveva capito tutti i suoi peccati e si era pentito. In tal modo si era salvato dall’inferno e adesso era in attesa di espiare i suoi peccati per poter poi accedere al paradiso. Riporto brevemente un altro episodio per poi giungere velocemente alla conclusione. Una giovane di ricca famiglia decise di prendere i voti facendosi suora. A causa della sua nobile provenienza credeva di avere diritto ad essere nominata badessa. Siccome questo non avvenne ella odiò le consorelle sino alla morte ed in punto di morte invece di lasciare i suoi averi al monastero lascio tutto alla sua famiglia. Anche lei chiese aiuto a Maryam affinché pregasse per la sua anima perché il Signore l’aveva perdonata. Ed ecco la conclusione che si trova a pag. 75 del volumetto; è Maryam che parla “in cielo gli alberi più belli sono quelli che hanno peccato maggiormente sulla terra. Perché? Perché si sono serviti dei loro peccati come concime che hanno deposto ai piedi dell’albero”. Credo che quanto appena riportato sia una risposta sufficiente a ciò che ha visto Visca. Ella ha visto il paradiso ed il purgatorio così come sono ed il purgatorio, da noi umani può essere spiegato, come un successione di livelli energetici ed a mano a mano che si espiano i peccati ci si avvicina saltando di livello sempre di più a Dio. Per il paradiso non posso dire nulla. Sicuramente si tratta di stati di coscienza che a noi umani non è dato conoscere. Circa le anime viste all’inferno da Visca credo che fossero unicamente satana e la sua schiera di demoni perché come visto la bontà, la grazia ma soprattutto l’amore di Dio ha salvato anime che altrimenti sarebbero state perdute per l’eternità. Per quanto riguarda il libero arbitrio e la fulminazione di Saulo sulla via di Damasco ecc. a Medjugore sono giunto alla conclusione che Gesù fulmina continuamente anche noi ma noi non riusciamo a capirlo, a sentirlo o, forse troppo legati ai beni di questo mondo, facciamo finta di non sentirlo (dico facciamo solo finta). Anche per Giuda la risposta è “in cielo gli alberi più belli sono quelli che hanno peccato maggiormente sulla terra. Perché? Perché si sono serviti dei loro peccati come concime che hanno deposto ai piedi dell’albero”
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TERESA D’ANGELO
Tu sei per me..il nuovo singolo di Milena Setola,che ci accompagnerà questa estate
Esce il nuovo singolo di Milena Setola, su tutte le piattaforme social, “Tu sei per me”, un video fresco dal sapore di rinascita, uscito da pochissimo, a cavallo di questa estate 2020. Dopo questo periodo così ansioso, così stemperato di paura, ma dove la musica ha sempre vinto perché non si è mai fermata, insieme ad altri progetti in cantiere, Milena Setola con la grande penna di Ario de Pompeis, autore che si è occupato di musica, testo e produzione esecutiva, hanno lanciato questo singolo con uno scopo di cambiamento,anche se il testo parla d’amore, ma come tutti ben sappiamo, l’amore può essere interpretato in vari modi, è da qui parte questo punto di forza, di speranza, di ripartenza nelle cose belle della vita. Il video creatosi è molto originale, con un’idea di Antonio Levita, che ha curato montag-
gio grafico, invece i disegni altra idea geniale della giovane grafica Vittoria Veneziano, un video diverso da tutti gli altri, particolarmente bello, che hanno creato in un periodo così difficile per gli spostamenti esterni. É possibile visionare il video anche dal canale ufficiale dell’etichetta Mea Sound, la quale ha distribuito il singolo. Le parole che più mi hanno colpito di questa grande cantautrice, vocal coach, cantante, sono state, “Grazie alla musica,perché mi regala un mondo migliore, mi fa guardare la vita in maniera diversa, sono felice e fiera di guardarla con gli occhi di chi sogna e non vuole smettere”. Ringrazio Milena per essersi raccontata nel mio format, in una splendida intervista.Seguite questo nuovo singolo che spero diventi nuovo tormentone estivo.
Tutti i giorni in Piazza Dante, davanti la Stazione ferroviaria di Casoria. PER LA TUA PUBBLICITA’ info@CECSTAMPE.it 3384356954 - 3404820171 Salvo accordi scritti, la collaborazione con questo settimanale è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. In nessun caso si garantisce la restituzione dei materiali inviati. Del contenuto degli articoli e degli annunci pubblicitari sono legalmente responsabili i singoli autori. E’ vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari.
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