DOMENICA 28 GIUGNO 2020
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Settimanale di Informazione
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ANNO XIX - N° 26 - DOMENICA 28 GIUGNO 2020
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ANTONIO BOTTA
A margine dell’articolo pubblicato su “Il Mattino” “Casoria e Casavatore, rampe nel degrado, cominciata la bonifica”
PER AMORE DELLA VERITA’ Emilio Rossi: “In questo mestiere non si può essere cinici”
La lettura dell’articolo del giornalista Domenico Maglione pubblicato sul quotidiano “Il Mattino”, dal titolo “CASORIA E CASAVATORE RAMPE NEL DEGRADO COMINCIATA LA BONIFICA” ha destato un senso di profonda amarezza. Dispiace constatare che nel divulgarla è stata celata una parte importante della verità. Per attribuirsi il merito di essere arrivato prima nella divulgazione di una notizia importante? Per la soddisfazione di avere realizzato uno scoop? Per una incresciosa dimenticanza? Andiamo ai fatti: nel “pezzo” in questione Maglione, nel comunicare che nella rampa della Circumvallazione esterna SPI erano entrate in azione le ruspe per iniziare i lavori di sgombero dei rifiuti di tutti i tipi, accumulatisi in maniera ignominiosa soprattutto dopo la chiusura della stessa, non ha riferito che il merito dell’intervento di rimozione è da attribuire all’inchiesta svolta dal
Direttore di Casoriadue, Nando Troise, coadiuvato dal Direttore dell’emittente web Nano TV, Maurizio Cerbone. All’amarezza si aggiunge sconcerto quando il giornalista riporta le dichiarazioni dell’assessore all’Ambiente del Comune di Napoli, Raffaele del Giudice, il quale evidenzia con orgoglio che “ci siamo presi l’impegno, come amministrazione, di rimuovere tutti i rifiuti”, ma omettendo gravemente che il merito dell’operazione di pulizia e di sgombero della rampa è da attribuire proprio a due cittadini giornalisti, che hanno acceso i riflettori su uno scempio ambientale in atto, sollecitando con determinazione e tenacia le Istituzioni inadempienti e latitanti ad intervenire prontamente, per rimuovere una discarica a cielo aperto definita appropriatamente dalla giornalista Imma Castronuovo, in un articolo pubblicato sul numero 23 di Casoriadue, “un lerciume”.
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In seguito, sul silenzio di Del Giudice, si è scoperto l’arcano: interpellato, l’Assessore all’Ambiente ha spiegato di NON essere stato intervistato da Maglione: “Il Mattino ha preso una parte del mio post (da fb, ndr) e lo ha pubblicato, tagliando la parte dove faccio riferimento al grande lavoro di Casoriadue e del suo Direttore”. EH, no! Mezza verità equivale a distorcerla e a travisarla. Ristabiliamola, allora, la verità, tutta intera: Nando Troise è stato l’unico a far rimuovere i rifiuti dalla rampa, grazie, certo, alla collaborazione dell’assessore all’Ambiente Del Giudice e al contributo della Municipalità di Miano nella persona di un ex consigliere della stessa, che si è prodigato per ottenere l’intervento di ASIA - Napoli; prezioso, infine, come già ac-
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cennato poc’anzi, l’apporto di NANO TV nella persona del Direttore Maurizio Cerbone, che ha ripreso, per amore della verità, la bomba ecologica, mentre il Direttore di Casoriadue camminava in quel “marciume” puzzolente, segnalando la diversa tipologia di rifiuti, tra cui diversi molto pericolosi. Il video, per amore della verità, denuncia con sdegno la presenza di un sito altamente inquinato e inquinante,da cui l’immondizia fetida tracima giungendo finanche sulla carreggiata, sollecitando gli Amministratori del nostro territorio ad uscire dai loro comodi e accoglienti uffici, per svolgere con serietà, competenza e senso di responsabilità i compiti per i quali hanno ricevuto il mandato dagli elettori; per amore della verità, nell’articolo in questione occorreva avere l’obbligo “deontologico”, oltre che morale, di riferire quanto predetto; per
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amore della verità, bisogna riconoscere il prezioso lavoro che compiono i colleghi; l’estensore dell’articolo in questione certamente sa che, per amore della verità, c’è un problema di responsabilità nei confronti di ciò che si dice, si scrive e si comunica; è il caso di riaffermare, come ha scritto un grande giornalista, Emilio Rossi, che “in questo mestiere (il giornalismo, ndr) non si può essere cinici”. Ugualmente, sempre per amore della verità, occorre ribadire che certi cittadini, gettando in quella zona i loro rifiuti, sono diventati, essi stessi rifiuti umani della società, indegni di far parte di un consesso civile, perché devastando il territorio in cui vivono attentano alla loro salute, a quella dei loro congiunti e dei figli. Dopo la rimozione si installino tempestivamente le telecamere per la videosorveglianza!
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IMMA CASTRONUOVO
DOPO IL COVID, LE BLATTE: QUANDO FINIRA’?!? Casoria invasa dalle blatte. Con l’arrivo dell’estate, ci tocca anche questo: milioni di stomachevoli insetti giganti e volanti invadono le strade, fuoriuscendo dalle fogne ed entrando fin dentro le case; i bambini, già messi in quarantena dal Covid-19, non possono stare in strada, devono restare chiusi In casa per timore e ribrezzo di questi sudici insetti che, se dovessero entrare in contatto con la pelle o il cibo, potrebbero provocare irritazione, eczema, e malattie dell’apparato respiratorio, oltre ad essere causa di intossicazioni alimentari. Casoriadue ha denunciato, sul proprio sito casoriadue. it, questa malsana e fastidiosa invasione, informando dell’accaduto i relativi organi competenti: Il Sin-
daco, l’Assessore all’Ecologia, il Direttore del Distretto di Casoria n.43 ed il Responsabile del Dipartimento di Prevenzione dello stesso distretto. Il Sindaco ha risposto, affermando di aver “avviato la deblattizzazione ad Aprile, in quasi tutta la città; anche l’Asl ha fatto degli interven-
ti, ma continuano ad esserci le blatte; per questo motivo abbiamo chiesto degli interventi straordinari.” Tuttavia, l’impegno profuso non è sufficiente, per cui si sollecita un intervento radicale e risolutivo. Apprendiamo che gli interventi di deblattizzazione sul territorio sono stati
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programmati per i giorni 8, 9 e 10 luglio. Le zono interessate, nello specifico, saranno: Via Enrico Caruso, Via Mauro Calvanese, Via Castagna, Via San Mauro, Piazza Giovanni Pisa, Via A. De Gasperi, Via Don Luigi Sturzo, Via Carmignano. Si auspica in una profonda ed efficace deblattizzazione della rete fognaria, anche perché, in tutta onestà, siamo davvero stanchi: della pandemia, della clausura forzata, della crisi economica, dello stress vissuto e accumulato in questo periodo ed ora, come se non bastasse, dell’invasione delle blatte. Siamo stanchi di trincerarci, di aspettare che qualcun altro ci consenta quello che è un nostro diritto: vivere civilmente.
Vincenzo D’Anna
Dottore in scienze dell’Ingegneria Collegio dei geometri e dei geometri laureati della Provincia di Napoli
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La Copertina con Vincenzo Ramaglia: un pezzo di storia della nostra città
L’ultima “Copertina” del Dr. Nando Troise sul canale web NanoTV, andata in onda non più di una settimana fa, è stata sottoposta al Consigliere comunale di maggioranza Vincenzo Ramaglia, volto noto non solo della vita politica di Casoria, ma anche e soprattutto della vita sociale e, forse, della storia della nostra città, data la secolare edicola che, insieme alla moglie Anna Muto, continua a gestire con tenacia e determinazione, nonostante le tante difficoltà a cui questi “tempi duri” sottopongono le attività come la sua. Un casoriano estremamente legato al suo territorio, con il quale il Dir. Troise, prima di entrare nel merito di questioni prettamente politiche e amministrative, decide di affrontare l’argomento “piazza Cirillo”, particolarmente a cuore al Sig. Ramaglia proprio perché la sua edicola si trova in uno dei punti cardini della piazza principale di Casoria: “Parlare oggi della piazza è abbastanza complicato”- esordisce così il Consigliere Ramaglia, con un sospiro di scontento misto a tanta speranza. E continua: “Dovremmo ricercare le colpe in chi ha realizzato una piazza che non piace, ma a me non piace accusare, non è nella mia indole. Il problema principale è che la piazza che abbiamo oggi non è terminata, è rimasta in un limbo, io la definisco un largo senz’anima: sono vent’anni che si parla di riqualificazione del centro storico, ma non si è mai completato nulla perché è sempre mancata la visione. Le casse comunali di Casoria sono quelle che sono, ma, a suo tempo, avemmo una grande opportunità quando arrivarono i fondi europei Più Europa, che però, non si sa perché, li abbiamo quasi tutti persi. La piazza ha cambiato quattro progetti, ed il primo che io ricordo risalente alla Giunta Ferrara, prevedeva l’assoluta necessità di non far scomparire le attività storiche di questa zona, facendole confluire tutte verso via Gioacchino D’Anna; era previsto un parcheggio, la possibilità di far sostare dodici auto, era prevista una fontana, ma nulla di tutto questo fu realizzato, anche perché la Chiesa del Carmine era pericolante quindi si
bloccarono parte dei lavori. Oggi, è una piazza che non piace. Ce la siamo ritrovata così com’è, ma ora ci dobbiamo dare da fare. Abbiamo un’altra grande possibilità da non sprecare, su cui io ci sto lavorando tantissimo. Abbiamo un DOS, un documento programmatico dove ci sono i PICS, cioè fondi per riqualificare il centro storico, un milione di euro, che non dobbiamo perdere. La Cappella del Carmine, tra San Mauro e San Benedetto rappresenta un simbolo per questa città, ma è chiusa da tanti anni: si deve ripartire da lì, da un largo che abbiamo spento. Così come anche la donna più bella ha sempre bisogno di un buon maquillage, anche questa piazza ha bisogno di essere riempita partendo dal decoro urbano, mettendo aiuole, panchine. Purtroppo i fondi li abbiamo mano a mano persi, perché si pensava ad altro, a realizzare cose megagalattiche, che poi neanche sono state fatte, finendo col realizzare una piazza senza anima, che non aggrega e su cui, alle sette e mezza di sera, cala il buio. Non posso dire che prima dei lavori era bella, ma aveva una sua realtà, e anche una sua viabilità. La sofferenza dei casoriani è anche questa: il senso rotatorio di marcia permetteva un flusso veloce di auto, ora il traffico ha reso la viabilità molto più complicata”. La piazza era bella quando noi eravamo piccoli – ricorda il Dir. Troise. Era bella quando passava il tram, quando c’era la sede del Banco di Napoli, la
sede dell’ufficio postale, un bellissimo Municipio, poi abbattuto. Era bellissima. L’edicola Ramagalia si trova lì da novant’anni anni ed è, ancora oggi, un punto di riferimento e di aggregazione, ma di certo lo era ancora di più, quando la piazza era la vera e propria agorà di Casoria. Penso che è stato – e potrebbe esserlo ancora - il centro commerciale più importante della nostra città. Lì c’è di tutto: notai, avvocati, studi medici, negozi, grandi professionalità, come l’Ottica Baldi, ci sono due municipi. Lei pensa che con l’attuazione dei PICS, possiamo riavere quell’agorà con i contenuti, culturali, politici, sociali, religiosi ed anche sportivi di cui Casoria ha bisogno? “Con la Giunta Fuccio cominciammo a fare qualcosa per dare inizio ad una fase di aggregazione, ora il Covid-19 ci ha un po’ fermato. La distanza sociale ci ha impedito di riproporre quei due, tre eventi che con la precedente amministrazione riuscirono molto bene. Io insisterò sempre per sfruttare quel largo che abbiamo per eventi, per portare la gente in piazza, per ridare luce alla nostra città. Furono spesi, a suo tempo, circa sette milioni di euro, quindi cerchiamo di valorizzare questi soldi che abbiamo speso”. Dalla piazza all’edificio pericolante in via Nicola Rocco, il passo è breve. Una strada chiusa da oltre un anno, che ha danneggiato ancora di più chi
DOMENICA 28 GIUGNO 2020 vive e chi lavora in quella zona che si trova nelle immediate adiacenze della piazza. Il palazzo è uno dei più belli di Casoria, appartenente alla famiglia dei Conti Rocco di Torrepadula, giuristi di fama internazionale: Nicola – racconta il Dir. Troise – ha scritto molti libri di Diritto studiati nelle facoltà di Giurisprudenza anche a Milano. Era una residenza frequentata da cardinali, ministri, tanto che pare che il palazzo a fianco fu comprato dal generale napoletano Armando Diaz. E’ giusto che tutti coloro che hanno governato Casoria dal dopoguerra ad oggi si passino una mano per la coscienza vedendo la fine che ha fatto un palazzo di tale bellezza ed importanza storica. “Questa è un’altra nota dolente” – continua, profondamente rammaricato Ramaglia. “Io conto i mesi di chiusura di quella strada, e siamo arrivati al 18° mese, quindi un anno e mezzo. Quando il dirigente dei lavori pubblici era l’Arch. Napolitano, mi dissero che senza la conferma della sovrintendenza non si potevano continuare i lavori perché la struttura pericolante è un palazzo storico. Nel frattempo, l’Arch. Napolitano è andato via e io mi sono interessato ancora di più di questa strada che, a causa di un tombino, rischiava di essere chiusa anche ai pedoni, poi fortunatamente siamo riusciti a risolvere. Un mese fa, ho chiesto aggiornamenti: dalla sovrintendenza non bisogna aspettare più nulla, ma, stranamente, è successa un’altra cosa: risulta che ci siano alberi secolari all’interno di questa struttura antica e quindi il progetto va cambiato. Più precisamente, ci sarebbe una pianta di trecento anni, in via di estinzione, e quindi il progetto va adeguato a questo nuovo scenario. E così non si fa altro che perdere tempo. La pianta è secolare e non può essere abbattuta. Se fosse solo questo, ci sarebbe da attendere altri quattro, cinque mesi per un’ eventuale risposta. In tutto questo sto sempre in allerta, perché non è possibile stare in queste condizioni. Non dobbiamo sottovalutare anche il fatto che questa è una
7 zona ad alto rischio per la microcriminalità, perché è una zona buia, dove si verificano scippi. Come maggioranza, dobbiamo solo stare attenti e vigilare su tutto. Via Nicola Rocco va aperta, non può restare chiusa. Capisco la burocrazia, ma alla fin è un gran peccato”. Prima di chiudere l’intervista, il Dir. Troise si addentra un po’ di più in quella che è l’attuale carica amministrativa del consigliere. E pone, a Vincenzo Ramaglia, l’ultima domanda con cui si conclude l’incontro: Lei è Presidente della prima commissione consiliare, e si chiama “prima” proprio perché rappresenta il settore più importante della macchina amministrativa. So che sono stati licenziati alcuni importanti regolamenti comunali, di carattere sociale, vedi le sale slot, il reddito di cittadinanza. Ci dica tutto: “Io uso spesso dire che una buona maggioranza funziona quando c’è una buona opposizione. Ho avuto l’onore ed il piacere di avere nella mia commissione cinque commissari, tre di opposizione e due di maggioranza: Elena Vignati, la Vicepresidente, Angela Russo, Stella Cassettino e Vincenzo Rossetta. In questa commissione non c’è opposizione e maggioranza, ma il bene comune, che era, ed è Casoria. Si governa bene, quando alle spalle c’è un’opposizione costruttiva. Questi commissari si sono rivelati ottimi per la mia città, abbiamo licenziato, in brevissimo tempo, capi importantissimi. In quattro mesi abbiamo licenziato, firmato e portato in consiglio comunale il primo regolamento, le sale slot, con il problema serio della ludopatia. Casoria era sprovvista di un regolamento che vietasse a queste sale di stare vicino alle scuole frequentate da bambini e adolescenti. Noi abbiamo fatto un regolamento ancora più restrittivo rispetto a quello regionale, aumentando le distanze tra le sale slot e le scuole con orari di apertura più rigorosi. Ovviamente, è giusto che i vigili debbano collaborare affinché questo regolamento venga rispettato. Con la nostra commissione, abbiamo licenziato ancora un
altro capo, un regolamento con cui abbiamo dato al cittadino la possibilità di essere attore protagonista della macchina comunale: con questo regolamento, già in vigore, i cittadini potranno unirsi in associazioni e presentare al Comune idee e progetti, perché vogliamo che il Comune si apra al cittadino. Nel terzo regolamento che andremo a licenziare, il protagonista è il percettore del reddito di cittadinanza, che può, anche da solo, presentare un progetto al comune, come, ad esempio, i ragazzi di “Strade pulite” che, con questo regolamento, che sarà votato il giorno 24 (l’articolo viene redatto in data 23/06/2020, n.d.r.) potrebbero avere il lavoro, collaborando ad ore con il Comune. Abbiamo licenziato il buon funzionamento della macchina comunale delle commissioni consiliari. Un atto dovuto che si doveva fare: prima non c’era una grande rappresentatività della maggioranza dei consiglieri comunali, oggi, invece, con questo regolamento, tutti i gruppi consiliari sono rappresentati nelle commissioni. Un atto di democrazia che mancava, e che concede a tutti pari opportunità essendo rappresentati in commissione. Abbiamo anche rispettato i costi: prima di commissioni se ne facevano a iosa, noi abbiamo pensato di allargare a tutti i commissari la rappresentanza nelle commissioni, ma riducendo i costi, facendo solo due commissioni a settimana di pomeriggio. In sostanza, il nostro obiettivo era maggiore rappresentatività, con costi ridotti. Per far tutto questo, abbiamo cambiato il regolamento del consiglio comunale, ma non ci fermeremo qui, perché, subito dopo, potremmo mettere mano allo statuto del consiglio comunale, che va di pari passo con il regolamento e va svecchiato, dato che lo statuto risale al 1999. È vecchio, tant’è che parla ancora di trenta consiglieri, oggi ne siamo ventiquattro”. Tante azioni mirate al benessere del territorio, che ci fanno capire che, in campo amministrativo, molto spesso il ruolo del consigliere comunale è molto più importante del suo ruolo politico.
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8 vittoria caso Il 16 giugno, LA COPERTINA di Nando Troise, ospita, negli studi di NanoTV di Maurizio Cerbone, la prof. ssa Luisa Marro, consigliere di maggioranza, già Assessore alla PI e Cultura, invitata, com’è ormai consuetudine, a commentare alcune copertine di Casoria2. “DIDATTICA A DISTANZA” e una foto del Gandhi connotano il numero del 5 aprile, molto ricco con interviste a diversi Dirigenti Scolastici, concordi nel sottolineare come la sospensione delle attività didattiche non abbia interrotto il dialogo con gli studenti. Troise, interloquendo con la prof, le chiede a più riprese, di valutare sia l’esperienza personale della DAD, sia quella generale, proiettata anche nel futuro della scuola, con particolare riferimento al prossimo anno scolastico e al nostro territorio. Luisa Marro, dopo i ringraziamenti per l’invito, formula assieme a Troise gli auguri ai maturandi, in particolare alla sua VG dell’IPSOA “Torrente”, presso cui è docente di lingua e cultura inglese. “La didattica a distanza, in verità, ci è piovuta addosso all’improvviso – afferma la prof.ssa Marro- Anche se noi docenti non eravamo preparati siamo riusciti ad organizzarci; dopo una prima fase più lenta siamo andati avanti speditamente. Sicuramente possiamo essere soddisfatti del lavoro svolto ma non possiamo dire che
LA COPERTINA OSPITA LA PROF.SSA LUISA MARRO la didattica a distanza rappresenterà l’insegnamento del futuro, né la strategia alternativa alla didattica in presenza. C’è chi lo afferma ma io non sono d’accordo. Eventualmente si potrebbe pensare ad un insegnamento misto dal momento che ognuno di noi ha fatto esperienza. La scuola, secondo me, è tutt’altra cosa: il luogo fisico dove incontrarsi con i ragazzi, comunicare emozioni, sviluppare rapporti umani. Non dimentichiamo che fino a qualche mese prima del lock down telefonini, PC, schermi erano stati demonizzati per poi scoprirne la loro utilità. Con la DAD cadono, tra l’altro, le famose “educazioni” quelle che stimolano alla crescita umana oltre che culturale. Certamente, e questo lo dico ai vertici di Roma, bisogna tener conto delle diverse fasce d’età per-
ché sicuramente la DAD alle superiori ha connotazioni diverse da quella praticata nella scuola media o nella primaria.” Allorchè Troise le chiede in che modo abbia organizzato le sue lezioni e le peculiarità della disciplina che insegna presso l’IPSOA, la prof.ssa Marro sottolinea che inizialmente ha utilizzato WhatsApp, nonostante fosse limitato il numero dei partecipanti, poi sono subentrate le piattaforme e i docenti sono stati liberi di scegliere il percorso che ritenessero più congeniale alla propria disciplina e al gruppo classe. “Era appena finito il I quadrimestre e quindi utilizzando lo strumento informatico è stato possibile andare avanti e sviluppare gli argomenti del II quadrimestre. Certamente i discenti del triennio hanno risposto bene alle sollecita-
zioni, bravi anche nell’uso degli strumenti informatici. I ragazzi del biennio, in particolare di prima, si sono disorientati inizialmente ma si sono comunque impegnati. È mancata sicuramente l’interlocuzione costante con gli alunni, con domande e risposte funzionali ad approfondire e chiarire ogni argomento così come la lavagna, utile nell’insegnamento della lingua straniera. A settembre sarà necessario potenziare la conversazione, che ha risentito negativamente della DAD” Inoltre, sollecitata da Troise, la prof.ssa Marro evidenzia, attraverso esempi, che presso l’alberghiero, l’inglese comprende non solo l’apprendimento della lingua inglese ma anche della civiltà e della cultura con riferimenti interdisciplinari alla storia, alla geografia, all’economia, alle tradizioni e alle loro radici, ai rapporti commerciali, agli usi e costumi che, inquadrati diacronicamente e sincronicamente, conducono i ragazzi a spaziare dal vicino al lontano, dall’antico al contemporaneo, dall’Europa al resto del mondo, dal colonialismo ai rapporti con altri popoli nell’era odierna. “I nostri studenti in tal modo hanno anche un bel bagaglio culturale, il che non guasta.” Circa la letteratura, su richiesta di Troise, la prof. ssa Marro fa presente che in questo indirizzo scolastico, la letteratura non è prevista,
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ma quando l’ha insegnata al liceo, ha sempre fatto in modo di incuriosire ed interessare gli alunni, partendo, all’occorrenza, da argomenti vicini al mondo giovanile per temi e linguaggio, tra cui anche canzoni contemporanee. “STRAORDINARIA LA RISPOSTA DEI DOCENTI ALLA NUOVA MODALITÀ RELAZIONALE E DIDATTICA”, è il secondo spunto di riflessione, sulla DAD nei comprensivi, (scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado); la Marro evidenzia alcuni problemi di ordine pratico nell’uso della DAD nella primaria, tra cui la necessità per i bambini di prima o seconda del supporto di un genitore; finché il genitore è a casa, si organizza; ma ritornando il genitore a lavorare fuori casa o avendo più figli, già la situazione si fa complicata; le classi meno abbienti, poi, soprattutto se in casa c’è un solo PC e i ragazzi che devono collegarsi sono 2 o 3, nonostante le scuole abbiano dato in comodato gratuito i tablet, diventa assai difficile da gestire. Altro punto nodale su cui il direttore Troise sollecita una riflessione è il prossimo anno scolastico, considerando che Luisa Marro per i ruoli ricoperti, sicuramente è punto di riferimento per scuola statale e non statale. Poiché per il prossimo anno ci sono molte incertezze a partire dalla data d’inizio, la professoressa pone interrogativi e dubbi, che sintetizziamo: il 1° settembre riprenderanno le normali attività didattiche in presenza? Se è così i 210 gg di lezione finiranno prima. Se, invece, si inizia con i recuperi quando partirà l’attività didattica? Le regioni riusciranno ad omologarsi? In Campania poi ci sono le elezioni, pertanto ci sarà uno slittamento? Come ottenere il distanziamento in classe? Portare i ragazzi, come ipotizza la ministra, in un cinema, in un museo? Come? I costi del
trasporto? L’assicurazione? Fare lezione all’aperto (anche in pieno inverno?!) in giardino se c’è, in aree verdi? Ecco evidenziati alcuni dei punti nevralgici delle proposte ministeriali, di cui può rendersi conto soltanto chi nella scuola opera da tanti anni. Il direttore Troise non cela lo stupore per queste insolite “aule” proposte dal ministero e rifacendosi al prof. Zangrillo, il quale afferma che la malattia è terminata, è del parere che a settembre si possa tornare in classe senza problemi. La terza copertina, LA CITTA’ DEVE PARTECIPARE, gli ispira l’ultima domanda, con riferimento all’abbandono del movimento Casoria Libera, espressa attraverso un comunicato dalla prof.ssa Marro. Il direttore passa in rassegna eventi e situazioni che hanno visto la prof.ssa Marro in prima linea con ottimi risultati e la elogia per il suo impegno coerente e costante in molteplici iniziative sia prettamente culturali, sia religiose, sia nella quotidiana attività politico-amministrativa. Pur non mancando voci sulle sue future scelte, poichè l’opinione pubblica sicuramente si chiede quali siano i motivi che l’hanno indotta a tale passo, chiede alla prof di esporli, utilizzando le 5 W, tipiche dello stile giornalistico: chicosa-quando-dove-perché. La prof.ssa Marro, innanzitutto completa il precedente quesito, sottolineando che per poter garantire un prossimo anno scolastico senza problemi, la politica casoriana, in tutte le componenti coinvolte nell’universo scuola, deve attrezzarsi fin d’ora per far sì che le scuole postcovid possano essere efficienti: riattare, adeguare, risistemare, modificare, comprare quanto necessario, affinché le scuole possano essere agibili, utilizzando anche i fondi che vengono da Roma. Troise insiste nel precisare che “politica” significa Assessorati e settori com-
pleti dei LLPP e dell’Istruzione, politici e amministrativi. Circa la sua scelta politica, la prof.ssa Marro spende poche parole: ricorda che il suo impegno si è svolto sempre col gruppo di Casoria Libera, il cui leader è stato ed è Tommaso Casillo; un gruppo con cui ha vissuto bei momenti e in cui è stata costantemente presente, anche quando è stato in difficoltà; attualmente il gruppo è sicuramente forte. “Di solito si sceglie di abbandonare un gruppo quando è in difficoltà e non quando è vincitore; io sono scesa dal carro del vincitore”. Una follia? Una decisione improvvisa? “Sicuramente durante il lock down ho avuto l’opportunità di riflettere sulla mia carriera politica e di maturare la mia decisione dettata dalla dignità politica. Il comunicato del 17 maggio è chiaro. La dignità si sostanzia di gesti, fatti, azioni, non si traduce in un ruolo. Il fatto che sia stata sempre presente nel gruppo e la mia scelta di lasciarlo sono correlati, indicano che evidentemente abbiamo parlato lingue diverse; la stima deve essere tradotta in atti concreti; non ho cambiato casacca, con serenità ho preso la mia decisione e con altrettanta serenità deciderò quale sarà il mio futuro percorso politico. Ho ricevuto, è vero, proposte interessanti ma antepongo la mia dignità di persona, di professionista e di politica a qualunque scelta futura. Desidero evitare qualunque chiacchiericcio, nonostante le sollecitazioni di tanti curiosi. Sicuramente intendo la politica come servizio ai cittadini, come ho dimostrato nei fatti”. Conclude, ribadendo di essere “nella maggioranza a sostegno di Bene, che indubbiamente, deve dare una svolta alla giunta, deboluccia così come sarebbe opportuno raddrizzare il tiro a tutto vantaggio di una maggiore incisività”.
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“MOLTEPLICI LE PROBLEMATICHE DA AFFRONTARE, TUTTE IN CAPO ALL’ENTE LOCALE” Per il 14 settembre prossimo, inizio dell’anno scolastico (salve sorprese), dovrà essere assicurata la riapertura in presenza degli studenti. Ma i Dirigenti scolastici già hanno espresso le proprie preoccupazioni per il fatto che, a livello nazionale, in almeno il 40% delle aule scolastiche è praticamente impossibile mantenere un distanziamento di un metro tra i banchi. Abbiamo sentito il parere, sulle varie problematiche connesse alla riapertura in sicurezza delle scuole cittadine, della prof.ssa Maria Grazia Puzone, Dirigente scolastica dell’I. C. I Ludovico da Casoria. Dall’intervista emerge che ad oggi, 23 giugno, l’Ente locale non ha ancora fissato un incontro con i Capi d’Istituto, pur “avendo più volte” la stessa Dirigente avanzato la richiesta. Il Ministero dell’Istruzione ha dato agli Enti locali la possibilità, fino allo scorso 24 giugno, di registrazione al sistema informativo dello stesso Ente ministeriale per accedere “allo stanziamento di risorse specifiche a valere sul PON “Per la Scuola 2014 – 2020 – Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR)”, da utilizzare per “ adeguare gli edifici, gli spazi e le aule didattiche alle misure di contenimento di rischio sanitario da Covid 19”. Lei, in qualità di Dirigente scolastica dell’I. C. I Ludovico da Casoria, ha ricevuto qualche notizia in merito dal Comune di Casoria? Purtroppo, non ho notizie da parte del Comune e pur avendo più volte sollecitato un incontro in merito alle tematiche
Intervista alla prof.ssa Maria Grazia Puzone, Dirigente scolastica dell’I. C. I Ludovico da Casoria, sulla riapertura “in presenza” delle scuole a settembre +++++ “Mancano ancora interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici determinata da stanziamenti inadeguati. La scuola, come la salute, al primo posto nelle priorità di un’amministrazione” urgenti da affrontare per la prossima riapertura, al momento tale richiesta rimane disattesa. È pur vero che mancano ancora le tanto auspicate Linee guida (sta circolando una bozza che sarà oggetto di confronto nella conferenza Stato-Regioni il prossimo 24 giugno) che devono essere emanate dal M.I. sulla base del documento del Comitato tecnico Scientifico, ma le stesse, ne siamo consapevoli, non potranno tener conto delle singole realtà locali che, invece,
sono ben note all’Ente. Quali sono le problematiche da affrontare in sinergia con l’Ente locale per una riapertura in sicurezza? Molteplici sono le problematiche da affrontare, una di esse riguarda la dotazione adeguata di banchi e sedie, perennemente carenti, e la necessaria ricognizione di possibili ulteriori spazi da adibire per la didattica e garantire il distanziamento sociale, raccomandato dal CTS; infatti, a più livelli, veniamo sollecitati a stipulare accordi, convenzioni con e tramite l’Ente locale al fine di effettuare insieme una ricognizione. Si spera che l’Ente, nelle sue massime rappresentanze quali il Sindaco e l’Assessore all’Istruzione, si siedano presto con noi dirigenti scolastici e con i nostri RSPP, per analizzare seriamente i bisogni e mettere in campo le dovute azioni nel poco tempo che rimane all’apertura del prossimo anno scolastico. Quali, a suo avviso, sono gli interventi immediati e prioritari per garantire il regolare inizio delle lezioni a Settembre? Come ho già detto le priorità sono molteplici e quasi tutte in capo all’Ente comunale: occorre fare dei sopralluoghi per verificare l’adeguatezza degli spazi a disposizione delle singole istituzioni scolastiche; sarebbe necessario pianificare una seria politica sull’edilizia scolastica approfittando delle diverse possibilità di stanziamenti di fondi a livello nazionale e regionale. Altra nota dolente è rappresentata dalla mancanza di interventi di manutenzione
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DOMENICA 28 GIUGNO 2020 ordinaria e straordinaria degli edifici determinata da stanziamenti inadeguati. Tale mancanza è immediatamente rilevabile dallo stato in cui versano le strutture. Ulteriore priorità, se dovremo prevedere lo scaglionamento dell’entrata e dell’uscita degli alunni e l’utilizzo di spazi alternativi per la didattica per evitare assembramenti, è quella della viabilità e del trasporto scolastico che dovrebbe adeguarsi ai nuovi orari, dell’organico che dovrebbe essere potenziato e servizi di supporto alle famiglie dove lavorano entrambi i genitori. Analizzando le diverse ipotesi che stanno circolando e leggendo il documento del CTS ancora non sappiamo come ripartire con aule che non possono, se si vogliono rispettare le regole, contenere 20/25 alunni oltre un docente curriculare più quelli di sostegno; i nostri spazi comuni sono inadeguati anche a prevedere e segnare percorsi di andata e ritorno; Gli accessi agli edifici, spesso effettuati da un’unica porta, rendono impossibile differenziare le entrate e le uscite; l’assenza totale di banchi monoposto, sempre richiesti e mai forniti, non
11 garantisce un adeguato distanziamento. In due mesi, peraltro estivi, a suo avviso sarà possibile effettuare l’adeguamento delle strutture scolastiche alle norme per il contenimento di rischio sanitario? La scuola, come sempre, farà la sua parte prevedendo interventi di igienizzazione e di disinfezione, disponendo una segnaletica e cartellonistica che indichi i percorsi, le distanze da rispettare, fornendo al proprio personale mascherine, guanti e gel igienizzante ma in due mesi, per eventuali interventi sulle strutture, ci vorrebbe un miracolo e l’assenza di interlocuzione con l’Ente fa capire in maniera esplicita che ancora una volta saremo soli a combattere quest’ennesima battaglia. Tutti ci auguriamo di non dover affrontare una nuova emergenza sanitaria perché il conseguente lockdown abbatterebbe definitivamente il nostro Paese, già in ginocchio per quello appena trascorso. Quale appello si sente di lanciare al Sindaco Bene e all’intera giunta municipale, facendosi anche interprete dello stato d’animo di preoccupazione
degli altri dirigenti scolastici di Casoria? Al Sindaco Bene e all’Amministrazione comunale da lui guidata, interpretando i pensieri dei miei colleghi con i quali non manca il confronto e dei genitori che ascolto ogni giorno, voglio solo dire che le scuole del territorio sono frequentate da più d 10.000 studenti alle cui spalle vi sono altrettante famiglie, tutte casoriane, che osservano, valutano e sono cariche di aspettative nei confronti di chi hanno posto al governo della cittadina. Tutti si aspettano, come dovrebbe essere in un paese civile, che la scuola, come la salute, venga al primo posto nelle priorità di un’amministrazione. I nostri alunni sono desiderosi di apprendere anche dall’esempio di chi è deputato a prendersi cura di loro e solo lavorando in sinergia, con unione di intenti ed obiettivi comuni possiamo convogliare le idee e le energie positive e costruttive in un vero progetto di rinascita per Casoria proiettando la nostra cittadina verso un futuro dove l’unico interesse dovrà essere il ben-essere del singolo.
ANGELA CAPOCELLI La teoria, si sa, è accompagnata sempre dalla pratica e noi di Casoria 2 lavoriamo affinché le informazioni che trasmettiamo possano rispecchiare effettivamente la realtà, cercando di realizzare quella che si dice una “buona informazione” : tutto ciò che vi diciamo è improntato sulla veridicità. Ricordate l’articolo della settimana scorsa in cui elencavamo le nuove regole da seguire in spiaggia? Ecco, siamo andati su un lido per verificare sul campo quanto fosse stato appreso, messo in atto e quanto no. Perché sebbene le disposizioni teoriche siano (più o meno) chiare, tuttavia non sempre vengono rispettate nella pratica. Ebbene, lo scorso mercoledì, presso un lido di Varcaturo, di cui taciamo il nome per questioni di privacy, la situazione era questa: -all’entrata dei servizi igienici e sul bancone del bar erano presenti erogatori di gel igie-
STABILIMENTI BALNEARI E CORONAVIRUS: OSSEQUIO ALLE REGOLE (APPARENTE?)
nizzante a cui tutti possono accedere, provvedendo a pulire le mani prima di toccare qualsiasi cosa; -all’ingresso è stata misurata la temperatura di tutti i bagnanti e sono stati segnati i nomi dei clienti su un registro in cui venivano annotati nome, cognome, indirizzo e numero di telefono; -nonostante la presenza mas-
siccia di cartelli indicanti le regole da rispettare contro il contagio da Coronavirus, c’era chi contravveniva all’obbligo della mascherina presso le parti coperte del lido (dove, però, erano segnate a terra delle linee per il rispetto del distanziamento sociale); -i bagnanti non erano molti ma ognuno girava e posi-
zionava il lettino a proprio piacimento (senza metro alla mano, ovviamente). Tutto sommato, insomma, si può dire che le disposizioni, da parte dei lidi, siano state seguite ed attuate, nonostante ci sia una leggera flessibilità laddove la presenza di clientela non è massiccia. Gli stabilimenti balneari hanno provveduto a munirsi di erogatori di gel igienizzante, cartelli con le informazioni necessarie per il rispetto del protocollo, segnaletica per il distanziamento sociale, registro per l’annotazione dei clienti e termometro per l’allontanamento di coloro con una temperatura corporea superiore ai 37.5°C. Il corretto funzionamento del sistema, tuttavia, dipende anche dal comportamento dei singoli bagnanti : sta, dunque, anche a noi agire con coscienza e ossequio alle regole, rispettare noi stessi e gli altri e contribuire a rendere pari a 0 il rischio di contagio.
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12 ANTONIO BOTTA “L’innocenza è volata oltre le nuvole per indicarci una via”: é un verso del compianto poeta casoriano Antonio D’Anna che ho dedicato a suor Elvira Piscopo, quando ho letto la notizia del suo transito al cielo, approdata il 17 giugno scorso, all’età di 47 anni, sulle sponde dell’Eternità dopo aver percorso il calvario del dolore. Prima della Messa esequiale, celebrata il 19 giugno nella basilica S. Mauro e presieduta dal Vescovo ausiliare, mons. Lucio Lemmo, il preposito curato don Mauro Zurro, nel salutare Sua Ecc.za a nome della famiglia Piscopo, della Cittadinanza e delle comunità religiose di Casoria, in particolare di quella francescana delle suore elisabettine bigie, ha sottolineato che, pur partecipando profondamente al dolore dei familiari, “celebriamo nella gioia, perché Cristo è risorto e, quindi, suor Elvira gode della visione di Dio”. Il “Gloria”, infatti, intonato all’inizio della liturgia eucaristica e il canto dell’”Alleluia”, che ha accompagnato i momenti salienti della Messa, hanno invaso il cuore dei fedeli della stessa gioia di cui era sempre ricolma suor Elvira, avendo lei dimorato in tutta la vita terrena nell’amore di Cristo: “Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.” Suor Elvira manifestava la pienezza del gaudio interiore con il sorriso solare e con l’espressione radiosa del suo sguardo. Come ha ben evidenziato il Vescovo nella sua riflessione omelica, dopo la proclamazione della Parola (dal libro del Deuteronomio, dalla I lettera di S. Giovanni Apostolo, dal
“NELLA RISPOSTA ALL’AMORE DI DIO IL SEGRETO DELLA SUA GIOIA RADIOSA”
Casoria: Messa esequiale nella basilica “S. Mauro” presieduta dal vescovo don Lucio Lemmo in suffragio di suor Elvira Piscopo •••••••••••
“Fino agli ultimi momenti della sua vita terrena ha chiesto se poteva donare gli organi: è proprio vero che si muore come si è vissuti” Vangelo di Matteo), la gioia del cristiano si fonda sulla certezza dell’amore fedele di Dio per ogni uomo e “la vita è la risposta al Suo continuo amore”. Come rispondere in concreto all’amore di Dio? “Facendo della nostra vita un viaggio verso la santità, come ci ha indicato con umiltà e semplicità suor Elvira con la sua magnifica esperienza esistenziale di pienezza e di gioia; sposa fedele, ha risposto con generosità alla chiamata del Signore in un dialogo d’amore incessante, amando, quindi, come Dio ci ama,non a parole, come ha messo in luce S. Giovanni, ma con la fatica e la gioia di costruire rapporti veri, liberi, consolidati dalla Parola
di Dio vissuta. La risposta al Signore, allora, è l’amore vicendevole; é ciò che chiede anche il mondo di oggi a noi cristiani: una Chiesa più credibile, più vera, autentica, più santa”. Un altro dono che ci offre oggi suor Elvira - ha proseguito il Celebrante - è la qualità delle relazioni interpersonali da promuovere. “Il suo è un messaggio semplice, puro, efficace: bisogna costruire rapporti autentici, non clericali, legami soprannaturali fondati sulla Verità del Vangelo vissuta, non predicata; lei ha sempre cercato di vivere rapporti trinitari, di comunione, di reciprocità”, testimoniando con la sua genuinità, freschezza, spontaneità ed entusiasmo,
che “la vita non è una commedia da recitare, magari in chiesa, ma l’occasione unica per rispondere all’Amore con l’amore personale e vicendevole”. Dedicata al commento del brano del Vangelo di Matteo la parte conclusiva dell’omelia di mons. Lemmo: “Venite e me, voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi darò ristoro”; “ristoro” ha rimarcato il Vescovo “per chi fatica per migliorarsi ogni giorno, per chi è stanco perché non vuole mai fermarsi per donarsi agli altri, per chi poggia il capo sul cuore di Gesù per chiedergli, come ha fatto suor Elvira, di amare come Lui, continuando con tenacia a credere nell’amore del Padre. Grazie, suor Elvira, perché non ti abbiamo mai visto mollare; grazie per essere stato “un libro aperto” nel testimoniare con semplicità e costanza il carisma di carità di S. Ludovico da Casoria, che ti ha voluto portare da Gesù nel giorno della Sua festa; grazie per avere effuso la gioia di vivere anche nel tratto conclusivo della tua vita. E’ proprio vero che si muore come si è vissuti: ben cosciente della conclusione della tua vita terrena, hai chiesto fino agli ultimi momenti se si potevano donare i tuoi organi. Una foto la ritrae tra i giovani, protesa verso una meta; lo sguardo è rivolto verso i giovani, esprimente la sollecitudine a non perdere tempo, a proseguire nel cammino verso la santità e la felicità, a non rendere, dunque banale e mediocre la propria vita, a non trascurarla”. E’il messaggio che ci lascia “la suorina”: fare della propria vita un “inno alla gioia”, semplicemente amando con il sorriso sulle labbra, la felicità contagiosa ed effusiva nello sguardo e la tenerezza di Dio nel cuore.
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ANGELA CAPOCELLI
“UNA NUOVA VITA”: QUANDO LA TV DÀ VOCE ALLA REALTÀ QUOTIDIANA
L’emergenza coronavirus e il lock down hanno portato alla riorganizzazione di molti lavori e alla maturazione di nuove consapevolezze e nuovi life style. Tutti noi, qualunque siano la nostra professione ed estrazione sociale, siamo stati travolti da questo processo di revisione delle nostre abitudini, cambiamento dei nostri rituali giornalieri, rivalutazione delle nostre priorità e inizio di una nuova vita. E s’intitola proprio “Una nuova vita” il nuovo programma che andrà in onda su La5 ogni mercoledì in seconda serata, a partire dall’8 Luglio. Fra le 12 puntate che sono state previste (più le loro rispettive repliche il sabato pomeriggio), ospite, alla decima, sarà il nostro Vincenzo Sorrentino, pianista, compositore e direttore d’orchestra, che parteciperà alla trasmissione insieme a Carmen Di Pietro. In questo talk show, personaggi del mondo dello spettacolo (tra cui Arisa, Paolo Genovese, Enzo Salvi) e persone comuni, insieme, raccontano la loro nuova vita intrapresa dopo il lockdown, i loro progetti, le loro speranze, i loro stati d’animo,
le loro difficoltà. Il programma, dunque, rappresenterà una testimonianza tangibile della forza degli italiani, della loro resistenza, capacità di adattamento, voglia di ricominciare e speranza ottimistica in un futuro favorevole. La televisione diventa specchio della realtà, di una realtà tutta attuale, una realtà quotidiana : la nostra realtà. E mette a confronto due mondi che, apparentemente così lontani, si ritrovano a essere molto vicini in un momento difficile come questo: il mondo dello spettacolo e quello fuori dagli schermi. Il programma, i cui autori sono Luigi Miliucci e Tommaso Martinelli, è prodotto da 11 Eleven srl di Bruno Frustaci e Alessandro Carpigo e condotto da Claudio Guerrini (speaker di Rds che ha partecipato a La prova del cuoco e a Buono a sapersi) e Crisula Stafida (attrice che ha recitato anche in Distretto di polizia 6 e R. I. S.). Indubbiamente, ricominciare non è stato e non è tutt’ora facile ma UNA NUOVA VITA è lì che ci aspetta e tutti, insieme, ce la possiamo fare: andrà tutto bene!
RAFFAELE SILVESTRO
ALMENO A CASA NOSTRA, RIMANIAMO PULITI Dopo mesi di quarantena e un susseguirsi di cattive notizie, con la riapertura dei confini e restrizioni sempre meno intense siamo tornati a vivere quasi alla normalità, molte persone sono tornate a lavorare, si è tornati sulle spiagge, ma soprattutto si è tornati a sorridere. Il 20 giugno, noi abitanti delle zone a nord di Napoli, abbiamo avuto un altro motivo per essere felici, visto che l’assessore all’ecologia e alla nettezza urbana Raffaele Del Giudice, dopo mesi di battaglia e sensibilizzazione dell’argomento, anche fortemente aiutato dalla nostra redazione, ha confermato l’inizio dei lavori per la rimozione dei rifiuti presenti sulla rampa del quartiere di San Pietro a Patierno. L’annuncio è arrivato via social, dove oltre a ringraziare noi per il forte appoggio, ha spiegato come avverrà la rimozione in modo sicuro e veloce. I lavori dureranno tutta la settimana, ci sarà una sinergia tra Città Metropolitana, Servizio Strade, Polizia Locale, Servizio Igiene e Asia Napoli (azienda di gestione dei rifiuti). La rampa, che è chiusa da tempo,
è stata costantemente vandalizzata e sfruttata, visto che i rifiuti arrivano quasi sulla carreggiata principale, inoltre, vi troviamo anche molti ingombranti che ovviamente rendono difficile la rimozione. L’assessore, sempre sui social, lancia poi un monito per tutta la popolazione: “noi come amministrazione ci siamo presi l’impegno di rimuovere tutti i rifiuti su questa importante arteria stradale, ma adesso ci aspettiamo che i cittadini locali e non, siano sensibili alla situazione, visto che i costi della rimozione ricadono su un comune che non può sempre sobbarcarsi” Parole forti dell’Assessore Del Giudice, che però arriva al punto e rende perfettamente l’idea. Non possiamo lamentarci dei rifiuti, se stesso noi formiamo cumuli e cumuli su delle rampe stradali, la civilizzazione deve partire prima da noi e poi dalle forze politiche, insieme possiamo farcela, e che sia un nuovo inizio per questa arteria stradale chiusa ormai da tempo. E’ casa nostra, almeno qui, teniamo tutto pulito.
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RICEVIAMO E PUBBLLICHIAMO
La gestione fallimentare dei conti al Comune di Casoria
Leggere i conti nel comune non è sempre agevole e richiede preparazione adeguata e conoscenza della finanza locale. Nell’ultimo ventennio, nella città di Casoria, amministratori e dirigenti hanno spesso dimostrato incapacità a gestire il bilancio comunale ed inadeguatezza a mettere in ordine i conti. Non è stato colto, nel giusto significato, il segnale della compromissione “finanziaria” che emergeva dal dato rilevante dell’aumento, continuo e continuato, dei residui attivi attraverso la lettura intelligente dei conti consuntivi. Si è giunti ad un punto di non ritorno con un peso complessivo dei residui attivi che sfiora i 160 milioni di euro accumulati nel tempo con amministrazioni di diverso colore politico e civico, senza dimenticare la vergogna dello scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni camorristiche, che sarà oggetto di altra autonoma riflessione. Nonostante gli inviti e gli appelli continui a riordinare la finanza della città si è registrata negli anni una sordità quasi assoluta. Con gli ultimi atti amministrativi permangono residui attivi nell’ordine di € 95.734.009,70, mentre vengono cancellate risorse nell’ordine di € 50.311.667,98 senza peraltro accertare le responsabilità di chi ha prodotto i mancati introiti. Lo squilibrio finanziario, evidente da tempo e continuo nel corso degli anni, ha trovato spesso consacrazione nei pareri dei revisori dei conti cha hanno individuato anche la cifra per difetto nell’importo di 33 milioni di euro.
Un’oculata amministrazione (che finora non c’è stata) ed un gruppo dirigente valido (di cui finora non si è notata la presenza) si prendono carico del problema della contabilità e della disfunzionalità del bilancio comunale e si mettono all’opera per: a) sforbiciare nettamente i residui attivi individuando le responsabilità che hanno determinato la perdita degli incassi; b) recuperare le entrate nel rispetto della previsione di bilancio utilizzando tutte le competenze in testa al Comune anche attraverso il ricorso all’istituto dell’ingiunzione fiscale; c) mettere a norma il recupero della tassa sui rifiuti e delle altre imposizioni
locali ricordando l’esigenza e la certezza dei proventi dalle sanzioni al codice della strada ed il pagamento dei canoni di locazione provenienti dal patrimonio comunale; d) per definire il contenzioso con il consorzio cimiteriale con l’azienda sanitaria con la SAPNA e con i tanti creditori che premono per ottenere quanto dovuto. Se amministratori e dirigenti continuano a registrare indici di bassa riscossione delle entrate comunali, elevati e continui debiti fuori bilancio, continui contenziosi per risarcimento danni e conflittualità con altri enti pubblici senza intervenire adeguatamente e fare chiarezza sulle varie poste in bilancio, siamo al marasma finanziario e non c’è rimedio per evitare la declaratoria di dissesto finanziario che penalizza nel breve periodo cittadini e creditori, ma può risollevare le sorti della città ed il suo sviluppo se c’è una dirigenza ed un’amministrazione all’altezza della difficile sfida. Va tuttavia ricordato che per mancanza di risorse l’amministrazione è costretta alle anticipazioni di tesoreria che hanno un costo per l’erario comunale e comportano responsabilità a vario titolo. E da ultimo si ricorda una pronuncia della corte suprema della cassazione a sezioni unite che fissa la responsabilità dell’agente della riscossione per i danni cagionati al patrimonio comunale. L’amministrazione comunale in carica ha poco tempo a disposizione per assumere nel competente consesso civico una decisione definitiva senza carico di responsabilità. Prof. Avv. Francesco Polizio
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16 RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO Caro Nando, anche l’ottimo Giuseppe Clarino come le stesse Suore Elisabettine Bigie e tanti altri, non hanno realizzato che da oltre 5 ANNI veneriamo SAN LUDOVICO DA CASORIA .Nel suo articolo CLARINO non ha mai nominato San Ludovico, ma si ostina a chiamarlo Padre Ludovico e, poiché ricorda con EMOZIONE, quando con la moglie andò a visitare per la prima volta la TOMBA di Padre Ludovico, fa capire al lettore che, anche nell’ultima recente visita alle 7 del mattino ha pregato sulla tomba di Padre Ludovico. Il suo è un FALSO STORICO in quanto la TOMBA È VUOTA ed il CORPO DI SAN LUDOVICO è nell’urna trasparente posta vicino all’altare della piccola chiesetta dell’OSPIZIO MARINO davanti al quale, come ha scritto CLARINO non si
può neanche parcheggiare un’auto. In conclusione SAN LUDOVICO DA CASORIA oggi come oggi può essere venerato nella SUA URNA E NON NELLA TOMBA solo dalle 3 Suore Elisabettine Bigie e da un devoto che nelle prime ore del mattino può recarsi ALL’OSPIZIO Marino a Posillipo, scendendo 96 SCALINI E POI RISALIRLI per pregare non sulla tomba, bensì davanti all’URNA CHE CUSTODISCE IL CORPO DI SAN LUDOVICO DA CASORIA. Caro Nando, visto che hai ospitato l’articolo di Giuseppe Clarino con il quale si legge un FALSO STORICO, solo Per AMORE DI VERITÀ, gradirei la pubblicazione di questa mia BREVE PRECISAZIONE. Grazie, Mimmo Ronga
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SI ALL’ALLENAMENTO NEL PARCO MICHELANGELO CON IL COACH DANIELE ESPOSITO
Parte il progetto per la comunità di Casoria all’interno del parco Michelangelo Ex area militare. Un’idea nata per aiutare le persone a mettersi e mantenersi in forma dopo il lockdown imposto dai decreti ministeriali, in modo controllato e gratuito. Il primo incontro avvenuto mercoledì scorso ha coinvolto numerose persone che si sono allenate a corpo libero con un programma da 45 minuti che ho ideato proprio per il progetto. L’idea è quella di creare un format gratuito che permetta alla comunità di Casoria di potersi allenare a corpo libero, con esercizi semplici da svolgere, in un’area verde della città anche in futuro. Con l’arrivo della bella stagione tutti noi sentiamo l’esigenza di stare all’aria aperta, aumenta la voglia di fare delle belle passeggiate per rigenerarsi e godersi la natura. Allenarsi in mezzo alla natura è sempre un’ottima idea, a trarne beneficio è sia il fisico che la mente. Dal punto di vista psicologico si ha un miglioramento dell’umore e della motivazione, è indubbio che allenarsi respirando aria pulita e osservando un bel paesaggio naturale come un bosco o una spiaggia incontaminata, ci consente
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di ricevere una serie di stimoli positivi che aumentano il nostro livello di benessere, ma anche la nostra grinta e creatività. Il contatto con la natura ha un effetto calmante e riduce lo stress, inoltre gli spazi ricchi di alberi e fiori migliorano il nostro rendimento cerebrale. Allenandoci all’aria aperta facciamo anche il pieno di vitamina D. Il nostro corpo infatti è in grado di sintetizzare questo micronutriente grazie all’aiuto dei raggi solari. Questa vitamina favorisce l’assorbimento, a livello intestinale e renale, del calcio, essenziale per il mantenimento della compattezza e della salute delle ossa e dei denti, inoltre aiuta a mantenere la normale funzione dei muscoli, consente il buon funzionamento del sistema nervoso e il mantenimento delle funzioni cerebrali e del buon umore. Il programma di allenamento continuerà fino a metà luglio. L’accesso è gratuito ma con prenotazione sul sito http://danieleesposito.it/tour-allenamento *Personal Trainer e consulente della nutrizione sportiva, da oltre 15 anni nel settore, è autore del libro il Metodo 5, premio eccellenza italiana a Washington D.C.
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SALVATORE IAVARONE*
Casoria città di Santi, un bando europeo per costituire una rete di città intorno alla figura del Santo casoriano
I bandi europei sono una grande opportunità per i Comuni, ancor di più per quelli che vivono un momento difficile dal punto di vista economico. Si tratta di entrate che consentono la sopravvivenza dell’ente, e che permettono di realizzare progetti che altrimenti sarebbe impossibile realizzare per il bene della collettività. La comunità europea ha avviato una serie di bandi rivolti ai comuni per finanziare gemellaggi e reti tra città, si tratta di due diverse linee di finanziamento. La scorsa settimana dalle pagine di questo giornale ho lanciato l’idea di un bando per gemellare la città di Casoria con la città Francese che ricorda San Mauro, ma la mia visione è più ampia. Un nuovo bando permetterebbe anche di avviare un progetto per realizzare una rete tra comuni che sono unite da un unico filo conduttore, la figura del Santo Padre Ludovico da Casoria. Dobbiamo dare a Casoria un tema caratterizzante, e che deve essere anche volano di sviluppo del centro storico, un contenuto religioso ad un contenitore (il centro antico) che è vuoto, e che merita una sua vocazione. Un percorso che attraversi la città, che la unisca, da San Benedetto a San Mauro, passando per San Ludovico e non solo. Questo nuovo bando europeo ci consegna la possibilità di mettere in campo una rete tra comuni non solo italiani, ma anche europei intorno alla figura del francescano. Una rete di relazioni, scambi ed eventi culturali, sociali e religiosi. L’obiettivo generale del Programma Europa per i Cittadini è avvicinare l’Unione Europea (UE) ai cittadini. L’UE punta inoltre a: - Aumentare la conoscenza della storia dell’UE, delle sue diversità e caratteristiche da parte dei cittadini - Promuovere la cittadinanza europea e migliorare le condizioni per la partecipazione civica e democratica a livello UE. Il Programma Europa per i Cittadini inoltre persegue i seguenti obiettivi specifici: - Sensibilizzare alla memoria, alla storia e ai valori comuni e alla finalità dell’UE di promuovere la pace, i suoi valori e il benessere dei cittadini europei attraverso azioni che stimolano il dibattito, il pensiero critico
Padre Ludovico da Casoria, una rete di città per ricordarlo. ••••• BANDI EUROPE FOR CITIZENS: RETI DI CITTA’
e lo sviluppo di networks. - Incoraggiare la partecipazione civica e democratica dei cittadini a livello dell’Unione, stimolando nei cittadini la conoscenza del processo decisionale dell’UE e promuovendo opportunità per il coinvolgimenti civico e sociale, e il volontariato europeo. Il presente bando finanzia progetti con le seguenti caratteristiche: - Che integrano più attività in merito ad un o più argomenti di interesse comune da affrontare nel contesto degli obiettivi del Programma o delle sue priorità - Che hanno un target group ben definito per i quali tutti i temi selezionati sono particolarmente rilevanti e coinvolgono i membri della comunità attivi nell’area di riferimento (per es. esperti, associazioni locali, cittadini e gruppi di cittadini direttamente influenzati dal tema, ecc.) - Che promuovono la circolazione dei cittadini nell’Unione Europea: le proposte dovrebbero coinvolgere minimo il 30% dei partecipanti invitati (si intente “partecipanti invitati” i partecipanti internazionali inviati dai partner eleggibili. Almeno il 30% dei partecipanti al progetto dovranno viaggiare da paesi eleggibili per partecipare al Programma, a paesi che ospitano gli eventi di progetto “Gemellaggi tra città”. Sarà possibile avere partecipanti agli eventi da paesi diversi dai paesi partner, ammesso che provengono da paesi eleggibili secondo il Programma Europa per i Cittadini. Che funzionano come un punto di partenza per le iniziative future e azioni tra le città coinvolte sugli argomenti trattati o possibilmente su ulteriori questioni di interesse
comune. La scadenza del bando è per il 1 SETTEMBRE 2020, serve attivare tutte le procedure amministrative per partecipare a questo bando con un progetto che permetta alla nostra città una grande visibilità ed una buona opportunità per il rilancio del centro storico, proprio ora che la zona a traffico limitato è una realtà.
Consigliere comunale e presidente della Commissione “Territorio, Urbanistica, Lavori Pubblici, Ambiente, Viabilità e Vivibilità”
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18 GENNARO MOSCA
IL COMPLOTTISTA. MI CREDA…LEI È UN CRETINO, SI INFORMI
Chiunque, almeno una volta nella vita, alzando gli occhi al cielo in una limpida giornata, avrà notato le due scie bianche che l’aereo lascia dietro di sé. A 8.000 metri di altezza, la temperatura raggiunge i quaranta gradi sotto zero, se non meno. Il vapore acqueo dei gas di scarico si trasforma in minuscoli cristalli di ghiaccio assumendo la forma di quelle due lunghe pennellate di colore bianco. E’ lo stesso processo fisico che crea la brina sulle foglie nelle gelide mattine d’inverno. Ma sarà questa la giusta spiegazione? C’è qualcuno che sostiene, invece, la vera verità. È il ‘complottista’. Non è ghiaccio, ma sono armi biologiche sotto forma di gas nocivi, veleni psicotropi, spruzzati nell’aria per controllare il clima o per infliggere disgrazie alla popolazione. La Terra è piatta. Chi, o cosa, saprebbe provare che la Terra è rotonda? Google Earth? Potrebbero essere fotografie modificate o contraffatte. Allora, forse, basterebbe seguire la linea curva dell’orizzonte del mare? Quella linea, in realtà, a me sembra dritta. Galileo Galilei? E che ne poteva sapere, cinquecento anni fa. I libri di Geografia e Scienza? Macché, è tutta una cospirazione per uccidere la verità, proprio come quella che ammazzò il povero Cesare! Il complottista lo sa, la Terra è piatta. Il Covid? Ma quale pipistrello? Il virus è stato creato in laboratorio per distruggere l’economia mondiale. E poi, non è un virus; è un banale ceppo batterico che si sconfigge con l’aspirina. Così afferma chi ha capito il complotto. Invece, gli scienziati in tv dicono altro. Ci sarà da fidarsi? No, io sono uno che non si fa raggirare. Il complottista è più sveglio di me. Gli credo. Ma chi è il complottista? Il complottista è un tipo ansioso, noioso
IL GRILLO PARLANTE
quando parla, nel suo gruppo – se lo ha – non ha un ruolo definito né tantomeno riconosciuto. Nessuno lo stima. Fallisce con il lavoro, con la famiglia, con le relazioni sociali. Il suo ego è sopraffatto da chi lo circonda. Come fare, dunque, per emergere dall’abisso in cui è sprofondato, per farsi notare, per essere considerato? Lo fa respingendo e rifiutando le verità del mondo a cui, a tutti i costi, vuole appartenere. Così, ciò che legge sull’inaccessibile deep web viene distorto, consapevolmente o non, ed usato per stupire chi lo ascolta, ottenendo il bramato ruolo che – in realtà – non gli appartiene. E quando, finalmente, si trova travolto dalla critica del realista, riesce ancora a soddisfare la sua sete di sentirsi primadonna, isolandosi su un presunto piano di supremazia intellettuale, nelle sue ardite fantasie. Questa profonda cesura con la realtà
della congiura smascherata diventa lo scheletro che sostiene la menzogna del sentirsi migliore, e la falsa autostima invece oggettivamente tradita. Le macchinazioni, i complotti, in realtà sono frutto della paura di affrontare ciò che non può controllare e gestire. Ed allora, nei suoi momenti di reality check – ovvero quando sbatte il muso contro la triste realtà – ricorre a questi giochetti per sopravvivere. Magari la Scienza non ha scoperto ancora l’origine del Covid 19, ovvero la nostra razionalità non riesce ad accettare l’indicibile (dis)umana cattiveria dell’11 settembre 2001, ma per salvarsi e continuare a galleggiare nella sua mediocrità, deve per forza capire le origini del male, anche se è costretto a ricorrere alle illusioni della fantasia. L’amor proprio, perennemente sanguinante per le ferite inferte dai continui fallimenti della vita, riceve così il vaccino della fiducia di coloro che non vogliono credere a quel caos e al caso da cui pur si è generato l’universo, ma solo al lucido sillogismo aristotelico che ha aperto le porte dell’illuminazione, abilmente mistificata. Ed allora, diciamolo una volta per tutte: Elvis Presley vive chissà dove, sereno e beato lontano dai riflettori; Michael Jackson continua a curare il suo grande giardino, pensando a nuove canzoni da far cantare a chissà chi. P.I.D. Paul Is Dead, il vero Beatle è passato a miglior vita molti anni or sono, e Paul McCartney, che volevo vedere in concerto a giugno a Napoli, è solo un sosia. Quanta verità mi sfugge. Povero Grillaccio mediocre, ingenuo e semplicione. Devo essere più scaltro. Più acuto. Grazie complottista. Auspico sempre che Lei si informi. Magari, ogni tanto, anche di se stesso. Come ora, qui. Così scoprirà che Lei è… “Mi creda, Lei…si informi.” Come suggeriva il grande Totò.
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GIUSEPPE CLARINO
SULLE SPOGLIE DI SAN LUDOVICO DA CASORIA ALL’OSPIZIO MARINO “IO VOGLIO ESSERE LIBERO, E MI SENTO LIBERISSIMO DENTRO DI ME. CHI POTREBBE RAPIRMI CIO’ CHE DIO MI HA DATO?...ecc” Queste sono le parole che andava profferendo il beato e credo che su questo non sia stato un buon profeta perché non aveva fatto i conti con la cupidigia e la durezza del cuore dell’essere umano. Nelle scorse settimane su varie testate online è apparso un articolo nel quale si auspica la traslazione delle spoglie del santo dall’Ospizio Marino di Posillipo alla basilica di Santa Chiara. In esso l’autore, che pur ha contribuito economicamente alla ricomposizione del corpo, a sostegno di questa tesi adduce motivi che possono e devono essere confutati perché chi non conosce i fatti potrebbe essere tratto in inganno e avallare questa ipotesi. Questo scritto intende fare chiarezza sui punti essenziali della questione. Per fare questo è necessario far conoscere ai lettori la storia della nascita dell’Ospizio Marino. Il beato tra il 1870 e 1880 aveva raccolto 12 vecchi e poveri pescatori sistemandoli dapprima in San Nicola da Tolentino e successivamente nell’ospizio di Capodimonte. Questi però, lontani dal mare, erano tristi; allora P. Ludovico nel 1873 fece comprare dai suoi benefattori, ad un’asta pubblica una casa detta “del lazzaretto” a Posillipo. Il lazzaretto era costituita da un piano terra a livello della spiaggia, ove c’era una chie-
setta appartenuta agli scolopi e da piani sovrastanti che arrivavano direttamente su via Posillipo. Il tutto fu ristrutturato con l’intervento della Divina Provvidenza (P. Ludovico soleva dire “obbligheremo la Divina Provvidenza a intervenire”). Nel 1874 i 12 pescatori furono qui trasferiti ove trovò posto anche un convitto per fanciulli poveri. La gestione fu affidata alle suore bigie. Dopo questa breve descrizione passiamo alle considerazioni dei fatti attuali. 1) P. Ludovico negli ultimi mesi della sua vita, a causa del cancro che lo stava distruggendo, si ritirò all’Ospizio Marino al quale era particolarmente legato, perché lì aveva deciso di morire; infatti si fece preparare la bara facendola porre sotto al letto. Egli, certo non poteva esprimere il desiderio di essere sepolto in quel luogo perché le leggi dell’epoca non lo avrebbero permesso. Fu solo a 4 anni circa dalla sua morte che i frati bigi, i fedeli e le suore ottennero il nulla osta per trasferirne le spoglie nella chiesetta dell’ospizio ove le suore avevano preparato un loculo proprio di fronte all’altare.
2) Nell’articolo si è detto anche che all’Ospizio Marino il corpo del santo sarebbe visibile solo a pochi mentre un suo trasferimento nella basilica di Santa Chiara permetterebbe a tutti i visitatori che entrano nella chiesa di venerarlo. Questo è falso perché le suore dell’istituto sono sempre disponibili a far visitare il santo a chiunque si presenti e bussi e facendo loro anche da ciceroni; inoltre nella basilica di Santa Chiara sarebbe onorato solo dai fedeli che lo conoscono mentre invece turisti e stranieri si comporterebbero come noi quando entriamo in una chiesa che non conosciamo perché se c’è qualche santo esposto ma di cui non conosciamo la storia, neanche ce ne accorgiamo. Arriviamo adesso al vero punto focale; 3) Già nel febbraio 2013 fu fatto un tentativo di sfrattare le suore dall’Ospizio Marino adducendo vari motivi tra i quali quelle che le suore non erano più in grado di provvedere all’assistenza degli ospiti per mancanza di fondi (il comune di Napoli da diverso tempo non provvedeva a inviare la retta di 34€ al giorno per ogni ospite) e poi che l’intero complesso aveva bi-
sogno di urgenti lavori strutturali. Nel frattempo gli ospiti sarebbero stati sistemati in altri istituti e le spoglie di P. Ludovico nella chiesa di Santa Chiara. Il disegno però era tutt’altro. Dietro le apparenti motivazioni era in atto una grossa speculazione edilizia tesa a trasformare l’istituto in un albergo a cinque stelle con sole, mare, cielo e spiaggia privata; unico nel suo genere nella città di Napoli. I fedeli insorsero e con varie petizioni al cardinale Sepe e al sindaco De Magistris si ottenne la promessa, poi mantenuta, che terminati i lavori gli ospiti sarebbero rientrati e i resti di P. Ludovico anche. Nel contempo il 23 novembre 2014 P. Ludovico fu innalzato agli onori degli altari e dopo un pellegrinaggio dei resti per le varie chiese della regione e non, organizzato dalle suore elisabettine bigie e sotto la regia di suor Elvira (anch’essa pochi giorni fa volata in cielo), ritornò nella basilica di Santa Chiara dove il corpo fu ricomposto: si ribadisce e si riconosce con il contributo economico dell’articolista. In seguito le suore ne hanno chiesto e ottenuto la restituzione per allocarlo nel luogo più confacente alla volontà del santo. Questo in breve la storia per cui il corpo di San Ludovico è all’Ospizio Marino. Precisazioni più dettagliate avrebbero preso molte pagine e per chi desiderasse approfondire può far riferimento a tutta la stampa disponibile di quel periodo e ai vari testi su P. Ludovico.
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VERONICA CAPRIO
L’Antica Essenza torna a far sognare
Riapre il 1 luglio l’Antica Essenza, private spa del prestigioso art Hotel S. Francesco al Monte di Napoli, la rocca forte del Dream Massage ®. In primis mantiene la promessa di omaggiare gratuitamente, a tutti gli operatori sanitari medici e infermieri d’Italia che hanno contribuito alla cura del covid 19 in questo periodo (basterà presentare un documento che ufficializzerà il ruolo di medico o paramedico nei reparto covid). Per una sicurezza degli ospiti, i Massaggi e i tanti trattamenti innovativi, saranno effettuati in un open space, nella terrazza panoramica della struttura, dove è possibile godere di una magnifica postazione vista mare che domina l’intero golfo. Tutti gli ambienti saranno sanificati per la serenità dell’ospite. Molte le novità, come il Dream dolphine water, massaggio in acqua ideato personalmente dalla
TERESA D’ANGELO
maestra Rosa Frezza, più che un massaggio una esperienza di vita, da vivere per un totale relax, e un ritorno alla nostra esperienza prenatale..... Tra le new entry spiccano le serate a tema e i massaggi sotto le stelle, per poter degustare bollicine e tanti sogni. Dal festival di Sanremo a Napoli le emozioni non finiscono mai, il Prof Serra (direttore dell’area benessere di Sanremo degli ultimi 5 anni) promette di portare a Napoli anche quest’anno tanti amici vip del Dream Massage, in uno dei luoghi più incantati e incantevoli del mondo l’art Hotel S. Francesco al Monte. Da quest’anno un’altra grande novità saranno gli accessori personali e i trattamenti di alta estetica, dalla spa manicure, alla spa pedicure, trattamenti non solo per la nostra cura del corpo, ma anche per il relax totale della mente e dello spirito. Uno staff altamente qualificato capitanato dal Prof Serra e da Rosa Frezza coadiuvati da veri talenti del mondo del benessere e dell’estetica come Delia Noviello, eccellenza alla Dream space durante il festival di Sanremo, così come Veronica Esposito, Davide Frezza e tanti altre eccellenze nazionali che saranno pronti ad offrire agli ospiti trattamenti e percorsi personalizzati dal sapore magico ed esilarante. Oggi sognare non è più un desiderio ma un bisogno per rinascere.
Naima Guidi,parte con una nuova avventura, un format social, dal suo profilo Instagram
Naima Guidi, la bellissima “Donna puma”, con la sua prorompente sensualità, famosissimo personaggio tv e web, con più di mezzo milione di followers su Instagram, la piattaforma più utilizzata, più seguita da folta fascia di generazioni. Tante partecipazioni in programmi televisivi, proprio per la sua interessante storia. Dopo aver vissuto un periodo tra tante dirette ed ospitate da vari profili, Naima da super star del web, cambia abito, diventando presentatrice e conduttrice del suo nuovo show live, che partirà proprio da Instagram Giovedì 2 Luglio, in orario serale alle 21:30, dal titolo “Le Tette delle altre”. Naima nel suo salottino, vi porterà a conoscere tutte le Belle Donne di Instagram e dello spettacolo, mostrando così per la prima volta in maniera molto ironica, le forme, le curve prorompenti delle bellezze famose. Ospite della prima puntata, la bellissima partenopea, influencer, conduttrice, Paola Mercurio. Nel format in diretta Instagram, si analizzeranno, in maniera scherzosa tematiche con diversi argomenti, vita personale, bellezza, vita social e tanto altro.
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ARMANDO DE ROSA
Dal comitato scientifico per la valorizzazione del patrimonio linguistico napoletanO, una speranza per riprendere e continuare ad affermare la grandezza di Napoli Nella giornata di Giovedì 16 Giugno 2020, sulla pagina culturale de “Il Mattino” è apparso un articolo scritto dalla prestigiosa penna napoletana di Federico Vacalebre dal titolo “Festival di Napoli, cinquant’anni di silenzio”. Una nota di malinconia per quello che la città di Napoli ha rappresentato, in ambito musicale e culturale, dal 1952 al 1970. E’ proprio in questo ventennio infatti che i maggiori esponenti della musica classica napoletana hanno varcato i confini campani per essere osannati su tutto il territorio nazionale e non solo. Tra tutti sicuramente la Pro Loco ricorda Sergio Bruni, citato anche nell’articolo di Vacalebre che sottolinea il fallimento dell’organizzazione del festival proprio nel 1971, quando il Maestro Bruni, sul palco del Teatro Mediterraneo di Napoli, era in procinto di portare una delle sue melodie più note: “Na bruna”. Dopo il 1970 il Festival fu riproposto nell’edizione isolata del 1981 e poi, in chiave rielaborata, dal 1998 al 2004, ma ormai quel vigore, quella brillantezza e quell’armonia che hanno investito milioni di spettatori in tutta Italia nel primo ventennio erano scomparsi. Le motivazioni sicuramente saranno le più diverse e le più disparate, riguarderanno la nascita del Festival di Sanremo, un evento a respiro più ampio dove ad emergere non fosse solo la lingua e la musica di un’unica regione, ma quella di un’intera nazione, oppure, le cause potranno riguardare lo scarso interesse da parte della politica e da parte delle reti mediatiche a far proseguire la tradizione musicale partenopea. In quest’ultimo
caso è inevitabile sottolineare l’infondatezza e il fallimento di queste valutazioni, perché Napoli, dal 1952 al 1970 è stata, indiscutibilmente la capitale italiana della musica e della cultura. Ciò ha giovato a tantissimi settori, ma in particolare, ovviamente, a quello turistico, perché nei giorni del Festival, la città di Napoli diventava inevitabilmente un contenitore multi-regionale, ospitante persone provenienti da ogni angolo d’Italia e non solo. Con la fine del Festival di Napoli la musica partenopea non è stata più la stessa, i grandi autori e i grandi cantanti per presentare le proprie melodie e le proprie canzoni al grande pubblico furono costretti a spostarsi lontano dalla città in cui le stesse nascevano e crescevano, tra i vicoli di Spaccanapoli e gli indelebili panorami del Golfo di Napoli. Una musica che lasciava Napoli e che approdava altrove. Con essa lo stesso risalto dei più grandi interpreti cominciò a calare in un baratro di dimenticanza lasciando spazio alle nuove voci e alle nuove melodie di un’Italia che aveva deciso di invertire la rotta, lasciandosi Napoli alle spalle.
Nella penombra e nell’oblio è potuto cadere un genere, un tipo di musica e gli interpreti che l’hanno rappresentata, ma il baratro della dimenticanza è un posto sconosciuto e inconoscibile per le emozioni che stavano alla base di quelle canzoni. Nonostante lo scarso, sennonché nullo risalto offerto alla musica napoletana dopo la fine del Festival, l’amore, la passione, la gioia e il dolore, cantato da quelle melodie non poteva e non può finire. La musica napoletana, inevitabilmente, continua a vivere, continua a risuonare sotto le luci spente dei riflettori mediatici. Molte sono le manifestazioni e gli eventi che si sono posti in continuità con la grande tradizione musicale e culturale napoletana, tra tutti il “Premio Villaricca Sergio Bruni - La canzone napoletana nelle scuole”, istituito dalla Pro Loco di Villaricca con il Miur, sin dal lontano 2003. Un tentativo di far continuare la tradizione napoletana offrendo un gancio culturale alle nuove generazioni delle scuole di tutto il territorio campano. La risposta da parte dei giovani fu ampissima, furono scoperti nuovi cantanti, nuovi musici-
sti, nuovi artisti e nuovi parolieri che si ritrovavano dinanzi ai grandi nomi della musica e della lingua napoletana come il Maestro Salvatore Palomba e le figlie di Sergio Bruni. Nonostante il grandissimo clamore dell’iniziativa e i tantissimi giovani talenti scoperti però, i riflettori mediatici, gli stessi che avevano causato il crollo e la fine del Festival di Napoli, continuavano ad essere spenti. L’appello va alle istituzioni e alla politica, proprio a coloro che hanno il ruolo istituzionale, ma ancor prima morale, di valorizzare la cultura e il turismo del nostro territorio. Un appello che mira a far riaccendere una volta per tutte quei riflettori che, come ricorda l’articolo de “Il Mattino”, sono spenti ormai da cinquant’anni. Il primo passo in questa direzione forse già è stato fatto, con la nomina del Comitato Scientifico per la valorizzazione del patrimonio linguistico napoletano, la Regione Campania ha già mostrato il primo segno di una nuova voglia, un nuovo obiettivo per la cultura napoletana, quello di rinascere seguendo le orme della tradizione. L’impegno deve continuare, deve mostrarsi giorno dopo giorno più vigoroso, per offrire alle nuove generazioni quella continuità culturale e musicale che hanno tanta voglia di riscoprire e riproporre al mondo intero.
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DOMENICA 28 GIUGNO 2020
DOMENICA 28 GIUGNO 2020
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Augurissimi
21 GIUGNO 2020 a FRANCESCO CANONICO Che squillino le trombe! Oggi è un giorno speciale tutto dedicato ad un essere unico ed inimitabile. Sperando che tu possa esaudire tutti i tuoi desideri! Ti auguriamo Buon Compleanno. COMUNICATO STAMPA
ACCORDO SINDACALE TRA LA SOCIETA’ CASORIA AMBIENTE SPA E I RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI
È stato sottoscritto l’accordo sindacale tra Casoria Ambiente e i rappresentanti dei lavoratori. La società riconoscerà ai lavoratori un aumento degli incentivi che era rimasto inattuato dal marzo 2019, periodo in cui era stato siglato un precedente accordo basato su riduzione dello straordinario e aumento della detassazione. Inoltre l’amministratore unico ha voluto premiare le presenze al lavoro durante il periodo emergenziale raddoppiando il premio governativo. L’azienda ha intanto chiuso le procedure interne per l’individuazione di altri autisti e di nuove figure, come ad esempio il responsabile area spazzamento e diserbo e il responsabile dell’area qualità raccolta differenziata. Saranno inoltre individuati il responsabile della zona di Arpino e la figura di coordinamento dei due centri di raccolta. “Sono molto soddisfatto dell’accordo, frutto di una lunga e complessa trattativa, andata avanti anche durante il blocco dovuto all’emergenza. Presto sarà operativa la nuova organizzazione aziendale, che prevederà scelte importanti anche negli uffici di direzione amministrativa. Ringrazio i segretari regionali di CGIL, CISL e FIADEL che, nell’affiancamento alle maestranze, hanno sempre riconosciuto gli sforzi e la volontà dell’azienda. Un ringraziamento particolare va alle lavoratrici e ai lavoratori, che hanno dimostrato di condividere e far proprio il progetto aziendale. Siamo pronti al salto di qualità”. L’amministratore unico Gianluca Aceto
PER LA TUA PUBBLICITA’ info@CECSTAMPE.it 3384356954 - 3404820171 Salvo accordi scritti, la collaborazione con questo settimanale è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. In nessun caso si garantisce la restituzione dei materiali inviati. Del contenuto degli articoli e degli annunci pubblicitari sono legalmente responsabili i singoli autori. E’ vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari. Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. Reg. 5116 del 28/02/2000
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