DOMENICA 25 OTTOBRE 2020
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Settimanale di Informazione
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ANNO XIX - N° 30 - DOMENICA 25 OTTOBRE 2020
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L’editoriale DI NANDO TROISE
IO TI VERR0’ A CERCARE La parola fine non è stata ancora scritta nella lunga storia del PalaCasoria, dei miliardari uffici di via Piave, della Resia, Tubi Bonna e Rhodiatoce, della Snaidero diventata asilo nido comunale e poi di nuovo area dismessa, PER FORTUNA fra un po’ sarà riaperto per la gioia dei bambini dell’Ambito numero 18, della monnezza che doveva produrre oro, dei concorsi truffa, delle assunzioni pilotate. PER FORTUNA. Con la decisione delle Universiadi di utilizzare il PalaCasoria per tutte le gare del Taekwondo furono ripresi i lavori e rimesso a norma. Ma SOPRATTUTTO, credevamo, avrebbe ripreso la sua attività sportiva ospitando basket e calcio a cinque e la pallavolo, perché si possa delineare un percorso di rilancio di quello che rimane uno dei maggiori investimenti fatti dalla Città di Casoria negli anni 90, creando una cittadella dello sport ed evitando la costruzione di altri palazzi per civili abitazioni, vista la mania verticale e newyorkese che da sempre caratterizza la Città di Casoria. Una buona notizia per la comunità di
LE DOMANDE ASPETTANO E VOGLIONO LE RISPOSTE
Casoria, per gli sportivi di Casoria E NON. Ma quante volte abbiamo sentito queste parole negli ultimi anni? E soprattutto quante ancora ne scriveremo per la Resia? O per gli uffici costati due miliardi più Iva nel Parco Le Querce in via Po? Per non parlare delle riforme della macchina comunale: i trasferimenti già operativi dei dirigenti di settore a quella, come abbiamo sentito in queste ore, di 200 assunzioni da fare nel 2020 nel Comune di Casoria e nella sua municipalizzata Casoria Ambiente. E quanto possiamo resistere come cittadini, famiglie, imprese, viaggiando con lo sguardo perennemente all’indietro o chino su dossier infiniti? E’ facile trovare il colpevole nell’amministrazione. Una amministrazione che
ha il peccato originale di essere nata non per scelta ma per necessità. E che per questo ha messo assieme forze politiche di diversa estrazione e orientamento. Ma peccato originale o meno, questo non può essere un alibi per non dare risposte. Servono risposte a domande che sono persino disarmanti nella loro semplicità. Ma senza le quali continueremo a inviare a chi vive e lavora a Casoria ed Arpino il peggior messaggio: quello paralizzante dell’incertezza. Lo ricordavamo nei giorni scorsi. Un consigliere comunale di maggioranza mi ferma e dice: “ti prometto che a giorni metterò mano alle aree dismesse”. La rabbia ti sale, poi consideri il soggetto politico e con calma gli ricordi che sono tutte aree private. Sono decenni che ne sentiamo parlare specie nelle campagne elettorali. I debiti fuori bilancio, un eterno pozzo senza fine di milioni di euro che arrivano da anni lontani che potrebbero essere investiti nelle imprese, potrebbero alimentare i consumi. continua a pag. 4
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4 SEGUE da pag. 3
Mai una amministrazione che abbia fatto una indagine seria sul come sono maturati. Votano per alzata di mano senza neanche avere il timore e la preoccupazione che possano essere poi, loro, oggetto di indagine della Procura regionale della Corte dei Conti. Subiamo la continua costituzione di commissioni ma chi sta dicendo alla Città di Casoria con chiarezza e decisione che ha una densità di aree dismesse tra le più alte d’Italia e di aver bisogno di fare come fece Sesto San Giovanni, la Città alle porte di Milano dove aveva sede la Marelli, di trasformare le sue aree industriali dismesse in AREE DI SERVIZI?!?! Ogni volta che la magistratura interviene è una sconfitta. Indimenticabili coloro che indagarono sul ritrovamento di 90 fusti tossici di resine fenoliche e superfenoliche nella Resia oppure la recentissima indagine della Procura di Napoli Nord sul siluramento del già Sindaco Pasquale Fuccio, con tanti ma tanti interrogatori avvenuti ad Aversa sia dello stesso Fuccio come di alcuni consiglieri comunali. Naturalmente OSCURANTISMO completo e totale. Neanche l’habitat naturale della gran parte della categoria politica di questa Città che è
facebook ne parla! Indice che qualcosa non ha funzionato come dovrebbe. Quando la politica sembra non comprenderlo beandosi quando riceve tempo, come, altri esempi, la privatizzazione del Servizio Riscossione Tributi oppure il supermercato che sembra debba sorgere (i lavori sono già iniziati) tra Piazza Tenente Formicola (nel palazzo della signora delle tende) ed il conurbato e trafficato Corso Vittorio Emanuele. Dannandosi quando i Magistrati impongono il loro ritmo. Leggere le motivazioni dello scioglimento per camorra avvenuto nel 2005 poteva aprire a nuovi contenziosi? Ed altrettanta incertezza? Probabile. Lo stesso succederebbe se si potessero leggere gli interrogatori fatti dai magistrati di Napoli Nord a Fuccio ed i suoi carnefici. Casoria ha bisogno o no di una macchina comunale “con il motore”? Se si crede che la risposta sia “si” lo si dica chiaramente. Non si impongano “tasse occul-
te”. Casoria vive trentasette anni di tentativi falliti, si lasci risanare chi sa farlo. Assumendosene le responsabilità, a cominciare dalla salvaguardia dei lavoratori. E’ lodevole e doveroso, quando possibile, l’intento di tenere tutto assieme dalle ristrutturazioni ai rilanci. Ma politica ed economia sono complementari quando ognuno rispetta il proprio ruolo. Il Comune di Casoria in quale ginepraio si sta infilando? Un Comune che non ha avuto la capacità di controllare le manchevolezze evidenti avvenute in questi anni in tutti i suoi settori, quale garanzia può dare? O si pensa che gestire sia meno complicato che controllare? Certo, servirebbe riavviare la macchina di una Pubblica Amministrazione che si è impigrita e deprofessionalizzata tra elezioni continue post scioglimenti notarili, maggioranze che si succedono badando più alla sopravvivenza che all’effettiva azione. E servirebbe una politica che non punti a vincere nelle urne ma a passare al governo che seguirà un Paese migliore di come lo aveva trovato. Lasciateci, in questo inizio di autunno, preferire al cinismo di chi pensa a consolidare sè stesso puntando sul passato, la convinzione che chi vuole lavorare per il futuro abbia davanti a se una strada sicuramente più impervia ma utile al Paese.
Non abbiamo mai sognato il successo Ma lavoriamo tanto per ottenerlo
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Mirko Calemme - corrispondente AS
Il covid e la Spagna: la verità
L’incubo del covid, con cui siamo tornati a fare i conti in Italia nell’ultimo mese (e del quale c’eravamo dimenticati troppo in fretta d’estate) ha colpito la Spagna con virulenza ancora maggiore rispetto al nostro paese. Il dato più affidabile e più terribile, quello dei decessi, parla chiaro. Nelle ultime tre settimane si è attestato stabilmente tra i 150 e 200 al giorno, mentre in Italia le tre cifre non si raggiungono da fine marzo. Considerando che il paese iberico conta circa 15 milioni di abitanti in meno rispetto al nostro, la gravità della situazione è palese. Ad oggi sono state oltre 34.000 le persone che hanno perso la vita a causa del nuovo coronavirus, ma l’Instituto Nacional de Estadística ha fatto sapere che, da marzo, ne sono morte circa 59.000 in più rispetto allo stesso periodo degli anni precedenti. La pressione sugli ospedali comincia a farsi insostenibile: i ricoverati sono 13.288, di cui 1.911 in terapia intensiva, quasi il doppio rispetto a quelli italiani. La comunità di Madrid ha fatto suo malgrado da apripista in questa seconda ondata. Non è semplice comprender-
ne le ragioni, ma la capitale spagnola nei mesi estivi è tornata ad ospitare migliaia di turisti. Cifre lontane da quelle pre-covid, ma comunque in grado di riprendere la circolazione di un virus che, con le abitudini del posto, va a nozze. I madrileni sono la convivialità fatta popolo, non solo nella fetta più giovane della popolazione, e nei mesi scorsi hanno ritrovato le consuetudini che tanto apprezziamo in tempi di pace, ma che possono essere devastanti durante una pandemia. Il Governo, tra fine settembre e inizio ottobre, ha iniziato a prendere provvedimenti drastici, limitando la circolazione in diversi comuni che circondano la capitale e istituendo, di fatto, delle zone
rosse. Da quella scelta è nata una battaglia legale con la stessa Comunità di Madrid, che non ha accettato le misure e ha visto le sue ragioni riconosciute, in prima battuta, dal Tribunale Superiore di Giustizia. Un caso che ha riportato al centro dei dibattiti la questione autonomie territoriali, che ha causato storicamente, per usare un eufemismo, più di qualche grattacapo alla Spagna. L’esecutivo di Sanchez si è visto costretto ad applicare lo stato d’allerta in una regione che, di fatto, si era ribellata. La misura scadrà questo sabato e non potrà essere rinnovata: servirà un accordo tra Governo centrale ed autonomie per un nuovo percorso, stavolta comune in tutta la Spagna,
visto che la recrudescenza della seconda ondata non risparmia più nessuno. Non sarà semplice: Madrid e le altre comunità governate dal Partido Popular non hanno intenzione di rendere la vita semplice al Governo, che deve fare anche i conti con la mozione di sfiducia lanciata dai sovranisti di Vox. E ‘mentre il medico studia, il malato muore’: i racconti che ci giungono dalla Spagna vera, quella della sua gente, sono terribili. Amici napoletani che passeggiano quotidianamente sulla meravigliosa Gran Via di Madrid ci descrivono un paesaggio sempre più triste, con tanti negozi storici che stanno abbassando definitivamente le saracinesche, sostituiti da punti scommesse e ‘compro oro’. La Spagna che abbiamo conosciuto e apprezzato fino a febbraio, probabilmente, non la vedremo più. Quanto sarà devastante il cambio dipenderà soprattutto da una politica che, come in Italia, non è riuscita a lavorare in armonia mirando al bene comune nemmeno oggi, mentre un bel pezzo della sua popolazione muore di covid, di fame, di rabbia.
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6 ANTONIO BOTTA
A margine dell’intervista a Giulio Tarro, pubblicata su Casoriadue la scorsa settimana
LE DOMANDE NON RIVOLTE ALL’EMINENTE VIROLOGO Il messaggio di Marco, 37 anni, colpito dal Covid: “Dobbiamo avere tutti cura delle nostre vite”
A margine dell’intervista rilasciata dal virologo Giulio Tarro pubblicata su Casoriadue la settimana scorsa, nella quale ha esposto le sue convinzioni sulla pandemia in controtendenza rispetto alla stragrande maggioranza di colleghi dello scienziato napoletano, vorrei esporre alcune considerazioni originate dalle risposte del Primario emerito del Cotugno, da cui scaturiscono ulteriori domande. Rispetto all’immunità di gregge, da lui ritenuta la via da seguire per contrastare la diffusione del virus, Tarro ha affermato che il Capo dell’Esecutivo britannico Johnson inizialmente l’aveva favorita. La domanda, allora, sorge a me spontanea: “Perché il Premier inglese ha poi cambiato idea”? E’ noto che l’immunità di gregge, come ha spiegato l’eminente scienziato nell’intervista e anche in altri interventi, consiste nel far circolare il virus fra i giovani che hanno maggiori difese immunitarie, isolando gli anziani e le persone che soffrono di varie patologie; così facendo, si ottiene più o meno il 95% della risposta immunologica,ossia l’organismo delle persone giovani contagiate produce anticorpi che impediscono l’insorgere della malattia, denominata Covid 19. Più volte, infatti, in altre occasioni, Tarro ha affermato che chi risulta “positivo” al tampone non è malato. Ecco, allora, un’altra domanda: “Come mai, pur essendo vero che la stragrande maggioranza dei contagiati sono asintomatici od oligosintomatici, progressivamente dagli inizi di ottobre ad oggi, 20 ottobre, solo in Campania
i morti sono triplicati, da venti a 60? E come mai, nella nostra Regione, come in tante altre, aumentano giorno per giorno le persone colpite da Covid, che hanno bisogno di assistenza ospedaliera? Certo, un buon numero è costituito da pazienti anziani con patologie croniche, ma, come dichiarano gli operatori sanitari che lavorano nelle corsie degli ospedali, non mancano malati di varie fasce d’età, anche giovani, senza alcuna patologia pregressa. E’ evidente, purtroppo, dal mese di settembre ad oggi, anche una progressiva pressione sulle terapie intensive: fortunatamente reggono le strumentazioni e finora i posti letto bastano a coprire il fabbisogno, ma ciò che preoccupa è l’insufficienza di medici e di infermieri. Il Presidente De Luca ha chiesto 600 medici, ma gliene hanno assicurato solo 50, inoltre il fabbisogno è di 300 infermieri, ma sono disponibili solo 10 per la Campania. Al momento in cui scrivo, l’ospedale Cardarelli ha già disposto che il ricovero debba essere assicurato a pazienti con problematiche emergenziali, per altre patologie si rimanda a “laboratori territoriali”, perché la priorità va data a chi è stato colpito da Covid 19. Nell’intervista pubblicata Domenica scorsa, il virologo Tarro ha sostenuto che prioritaria non è la ricerca del vaccino,spiegando che esso è preventivo non curativo, e che, quindi, la ricerca dovrebbe focalizzarsi su farmaci antivirali efficaci. Ecco, allora, sorgere un’altra domanda: “Perché, allora, a Napoli,
in piena epidemia colerica, tutti furono chiamati a sottoporsi alla vaccinazione, grazie alla quale il colera fu debellato? Come dal professore stesso ricordato, fu proprio lui a isolare il vibrione, virus del colera. Io credo che la ricerca del vaccino non ostacoli quella di farmaci antivirali; a me pare che si stia procedendo di pari passo, tant’è vero che epidemiologi, immunologi e virologi concordano sul fatto che, rispetto ai primi tempi di pandemia, oggi si sa come intervenire per curare chi è colpito dal Covid, contrastandone gli effetti letali. Altra efficace terapia è quella citata dallo stesso Tarro: la sieroterapia. Si utilizza il plasma, la parte più liquida del sangue, dove sono presenti gli anticorpi formatisi dopo la guarigione da Covid.Indubbiamente, con la sieroterapia si sono ottenuti risultati incoraggianti, ma, anche qui, visto che Tarro ne ha parlato come se fosse una terapia da praticare a larga scala, quindi risolutiva, gli vorrei domandare: “come mai non ha aggiunto che il protocollo sulla sperimentazione della sieroterapia, come specificato dagli stessi medici che l’hanno utilizzata,“è rigido e consente il trattamento solo su alcuni pazienti che devono avere certi criteri”. E veniamo alla Cina, che Tarro ha elogiato per l’efficienza dimostrata nello sconfiggere il Coronavirus. E’ verissimo ciò, ma non è stato messo da lui in rilievo il motivo della sconfitta del Covid 19: nel grande Paese orientale, il virus da Covid è stato debellato perché, vi-
DOMENICA 25 OTTOBRE 2020 gendovi una dittatura ferrea, è stato imposto un confinamento domiciliare con sanzioni durissime, anche l’arresto, per chi osava sottrarvisi. Ecco, allora, la domanda: “Se Tarro ha criticato in Italia la decisione del lockdown generalizzato di marzo e aprile scorsi, asserendo che bastava circoscrivere e isolare i focolai localizzati, perché ha mostrato di apprezzare la medesima scelta compiuta dal Governo cinese? Rigoroso, in Cina, anche l’obbligo di indossare le mascherine, verso le quali Tarro ugualmente ha espresso giudizi critici. Rispetto al vaccino antinfluenzale, non si può non concordare con Tarro sulla non obbligatorietà della vaccinazione per la prevenzione dell’influenza, ma egli ha anche dichiarato che secondo una ricerca effettuata dal Pentagono nel 36% dei casi il vaccino antinfluenzale ha attivato l’efficacia del Coronavirus. Per questo, “occorre approfondire lo studio delle interferenze virali”. Eppure, vaccinarsi contro l’influenza stagionale in questo periodo potrebbe essere ancora più importante, anche in vista della compresenza del Covid-19. Non è solo per poter distinguere tra le due infezioni, ma anche perché sembra che i virus influenzali facilitino l’ingresso del coronavirus nei polmoni. Lo sostiene uno studio pubblicato di recente su The Lancet condotto presso l’Università di Hong Kong . Per finire, ecco stralci di una testimonianza resa da Marco, un giovane napoletano di 37 anni, colpito dall’infezione da Covid, che mi ha autorizzato a riportarla in questo articolo: “[…] La mia non è stata affatto una battaglia semplice contro questo maledetto Covid19 a 37 anni. Un virus subdolo e silente, come da tempo si dice. Che si manifesta pian piano, con decimi di febbre, per poi sfociare in temperature alte, incontrollabili.
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No, non è una febbre come tutte le altre. Non ci sono antibiotici che tengano. Tachipirine e paracetamolo sono perfettamente inutili. Nel delirio, nel sudore e nell’ansia si perde all’improvviso ogni sapore, ogni odore, il respiro diventa affannato giorno dopo giorno, poi quasi non si avverte più. Ed è a quel punto che si corre in ospedale e si scopre che la polmonite è già in stato avanzato. E che quel silente virus si sta facendo beffe di te, di ogni tua possibile reazione, prendendo il sopravvento, cercando di spegnerti. Per contrastarlo sono giorni di antivirali, antibiotici, eparina anticoagulante, ma anche ossigeno artificiale. Fino a che, come nel mio caso, non si ha la fortuna di ricevere la buona notizia. Quella in cui ti dicono che il nemico è scomparso, è stato sconfitto. E sebbene per settimane lasci strascichi di grande debolezza, l’importante è che sia andato. Sento il dovere dire Grazie a tutti i medici e agli infermieri del Cotugno per la loro dedizione. […]Non tutti sono stati fortunati come me. Ho visto persone della mia età in terapia intensiva, intubate, a lottare per non morire[…] Sì,
è vero, esistono molti asintomatici. Ma è altrettanto vero che c’è chi rischia di perdere sul serio la vita. Perché il Covid ha vari livelli, attacca ognuno in modo diverso. Proprio per questo non bisogna sottovalutare nulla. Non bisogna dare niente per scontato. Non si deve scherzare col fuoco. Non serve a nulla tirare in ballo i complotti, le dittature, le polemiche sulle chiusure forzate e altre cose di secondaria importanza. Il Coronavirus esiste, eccome! E sono in gioco le nostre vite. E non si deve arrivare a capirlo soltanto se si finisce ricoverati con una maschera addosso per poter respirare. […] Solo dopo essere usciti da questa maledetta malattia ci si rende conto di quanto sia incredibilmente bello poter respirare normalmente o tornare a uno straccio di quotidianità. Le piccole cose di ogni giorno appaiono le più grandi. Tutto sembra una conquista, un miracolo. Quando si esce dall’ospedale e si torna a vedere il cielo, è davvero come se qualcuno ti avesse rimesso al mondo. È una lezione da non dimenticare mai. Con un unico grande messaggio. Dobbiamo avere tutti cura delle nostre vite.”
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8 RITA GIAQUINTO Riprendiamo da dove ci siamo fermati. Soltanto una settimana fa, abbiamo riportato sull’ultimo numero del nostro settimanale, l’illustre racconto dello scrittore Giuseppe Pesce che, proprio come una vera guida, ci ha catapultati negli archivi storici di Casoria, dimostrandoci di quante eccellenze, nei più svariati campi culturali, questo territorio può vantare. Chiudemmo con l’auspicio, sempre vivo, di poter ottenere, un giorno, un rinnovamento della toponomastica, che possa attribuire a strade, vie, vicoli, slarghi e piazze i nomi di quelle tantissime personalità che, nate e vissute a Casoria, sono state, e rimarranno, un orgoglio per l’intera comunità di casoriani. Chi ci segue, sa perfettamente che settimanale, redazione e Direttore di CasoriaDue colgono, puntualmente, ogni pretesto per rinnovare questo augurio, convinti che conoscere le gesta di chi ci ha preceduto, sia una delle poche vie percorribili per rimanere legati alle radici di un passato che possa diventare fondamento di un futuro migliore. E’ quello che si tentò di fare circa tre anni fa, nel 2017, quando l’allora Sindaco, l’Avv. Pasquale Fuccio, chiese al Dir. Nando Troise di riunire una commissione toponomastica – a
Ad ogni strada la sua identità
costo zero. Furono chiamati in questa commissione la Prof.ssa Giulia Campece, il Prof. Francesco Palladino, il Dr. – all’epoca assessore – Antonio Ricciardi, lo scrittore Giuseppe Pesce ed il Prof. Ludovico Silvestri. Ed è proprio al Prof. Silvestri che ci siamo rivolti per farci raccontare come si svolsero i lavori, i nomi che furono inse-
riti nell’elenco e, soprattutto, gli esiti della commissione : “Su indicazione del Sindaco Fuccio che decise di aprire questa commissione, partimmo da un’idea ben precisa per la toponomastica, e cioè non cambiare i nomi delle strade e delle vie, ma attribuire nomi a giardini, aiuole, spiazzi perché, come giustamente ci fece notare il Sinda-
co, cambiare il nome di una strada comporta una vastità di problemi. Primo fra tutti, la variazione dei contratti delle utenze per gli abitanti e gli esercizi commerciali. A meno che non si volesse percorrere un’altra strada, e cioè quella di attribuire il nuovo nome alla via, aggiungendo “ex- via…etc.” . Ma bene possiamo immaginare quanta confusione tutto questo avrebbe potuto creare. Al contrario, giardini e aiuole, non avendo, abitazioni, sarebbero state esentate da questa problematica”. E l’elenco, che nomi prevedeva? “Io e lo scrittore Giuseppe Pesce ci incontrammo più volte e fornimmo nomi di personalità legate alla storia politica, sociale e religiosa di Casoria: Francesco Proto Carafa è, sicuramente, il primo che mi viene in mente, perché fu il primo deputato di Casoria al Parlamento italiano (ricordiamo la sua mozione d’inchiesta del 1861, n.d.r.). Ancora, il rivoluzionario Gabriele Stasi che andò contro una Casoria profondamente borbonica; Giuseppe Maria Galanti, che viveva a Piazza Giovanni Pisa, l’intellettuale tra i padri dell’illuminismo napoletano, la cui casa, sempre nei giorni della Rivoluzione del 1799, fu saccheggiata por-
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DOMENICA 25 OTTOBRE 2020 tando alla distruzione della maggior parte dei suoi libri ; ancora, Giuseppe Zamparelli, il prete-professore appartenente all’ordine degli Scolopi che, nella metà del ‘600, fondò la prima scuola a Casoria e la Collegiata di San Mauro Abate; il medico e fisico Donato Ferraro, priore e rettore dell’Università di Napoli; Don Arcangelo Paone che giocò un ruolo fondamentale nella storia cittadina e nella vocazione della Santa Giulia Salzano che venne ad insegnare a Casoria. Ma proponemmo le vittime innocenti della criminalità, i martiri cristiani delle rivoluzioni, anche personalità vicine a noi, come il giornalista Carlo Iuliano”. E come andò a finire la commissione? “Andò a finire che noi consegnammo il nostro lavoro, dove accanto ad ogni nome proposto indicammo le motivazioni che ci avevano spinto a sceglierlo; l’amministrazione, a sua volta, propose
alcuni nomi, ma poi non se n’è fatto più niente. Non c’è stata continuità, perché poi quell’amministrazione fu sfiduciata, c’è stato il commissariamento e l’arrivo della nuova Giunta che, indubbiamente, ha dovuto, e deve tuttora, fronteggiare importanti momenti di emergenza. Difficoltà che io capisco perfettamente, ma credo anche che se ci fermiamo alle emergenze, una comunità finisce con l’inaridirsi sempre di più. Se non abbiamo una visione prospettica del nostro territorio, non andremo mai da nessuna parte. La politica è l’arte più alta della carità – e questo non lo dico io, ma il Concilio Vaticano II. La politica dovrebbe avvalersi anche di persone come, ad esempio, lo scrittore e storico Giuseppe Pesce che ha dedicato buona parte della sua vita a cercare e a scoprire cose che hanno reso grande un territorio. Se non portiamo alla luce questo patrimonio, tutto an-
9 drà nel dimenticatoio. Noi non demorderemo mai, senza nessuna esitazione, in uno spirito di grande collaborazione, con grande fiducia, ad esaltare il patrimonio della terra in cui sono nato ed in cui vivo. Sono anche convinto di una cosa : se in determinati posti ci sono persone che hanno un certo interesse a valutare un patrimonio, allora si va avanti, perché è anche il “loro” patrimonio. Ma se determinati ruoli sono ricoperti da persone prese da altro, ecco, è proprio lì che tutto si ferma”. A chiusura dell’elenco fatto dal Prof. Silvestri, non possiamo non ricordare il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso in un feroce agguato a Palermo, ma che fu destinato nel 1947 proprio alla Compagnia dei Carabinieri di Casoria facendo nascere, qui, la figlia Rita. Ben poca traccia c’è tra le nostre strade di questo importante pezzo della storia italiana. Forse, avere una città che
ci ricordi i nomi di tante eccellenze potrebbe essere un aiuto per farle conoscere alle nuove generazioni, e fare in modo che le vecchie non se ne dimentichino. La memoria è l’unico luogo che possa salvare il passato e ciò che saremo non potrà mai prescindere da chi siamo stati : historia magister vitae est, come scrisse Cicerone nel De Oratore. Questa famosa locuzione, continua spiegando che la storia è testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, messaggera dell›antichità. E per cogliere questo messaggio dell’antichità, l’augurio del Prof. Silvestri è quello di far ritrovare – riuniti ad una tavola rotonda – scrittori, storici e giornalisti della nostra Casoria che, con gli straordinari mezzi della moderna tecnologia, possano trasmettere on-line, in streaming, sul web, nozioni ed esperienze corredate di fatti e nomi. Quelli che, strade a parte, in pochi conoscono.
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10 VITTORIA CASO Il 19 ottobre, ospite de La copertina é Elena Vignati, consigliere comunale a Casoria per il Movimento 5 Stelle. “A Casoria il Movimento 5 Stelle è risultato il primo partito nelle recenti elezioni regionali; - afferma Nando Troise - infatti, pur non avendo candidati locali ha superato il PD, Campania libera e il Centro-destra, dove erano candidati politici noti e ampiamente sostenuti a livello locale e nazionale. Il merito di questo successo è da ascrivere sia ad Elena Vignati, sia ai consiglieri Mauro Baratto e Gaetano Palumbo così come a tutti i simpatizzanti dei 5 Stelle - e chiede alla Vignati - Come leggi questi dati?” Elena Vignati, dopo aver ringraziato Troise per averla invitata nella sua trasmissione che tanto consenso raccoglie, afferma: “Ho letto i dati elettorali oggettivamente, notando che queste elezioni hanno dimostrato una escalation
“LA COPERTINA” CON Elena Vignati
del consenso dei 5 Stelle sul nostro territorio. Come consigliera comunale e portavoce dei 5 Stelle, sono orgogliosa di questi risultati che non solo contribuiscono al radicarsi del movimento, ma dimostrano anche che stiamo lavorando bene sia nei Consigli Comunali, sia come attivisti che hanno costruito la storia del movimento a Casoria. Abbiamo avuto risul-
tati strepitosi, sconfiggendo le mega-coalizioni e i nomi celebri” Il Direttore Troise allora le chiede di informare i cittadini, che hanno determinato il successo del Movimento, spiegando sinteticamente cosa i 5 stelle hanno prodotto, stando all’opposizione in questo anno e mezzo di attività (questo consiglio comunale si è insediato a luglio
2019). La Vignati passa in rassegna alcune delle iniziative portate a buon fine. “Relativamente alle commissioni consiliari, poiché siamo in tre, siamo presenti in tre commissioni - sottolineaperché abbiamo voluto una modifica al regolamento del Comune, cioè abbiamo chiesto che nelle commissioni fossero rappresentati democraticamente tutti i gruppi” Precisa anche che non è semplice sintetizzare in poche parole tutte le iniziative messe in cantiere, articolate tra loro e con radici in epoca non recente: risultato di un confronto proficuo con la maggioranza. “Essendo all’opposizione – spiega - dobbiamo confrontarci con la maggioranza per ottenere dei risultati. A tal fine abbiamo iniziato con la giunta Fuccio dove ci siamo opposti al regolamento che danneggiava il principio della rappresentatività
Crescere insieme, perfezionandosi Sicurezza edilizia Ambiente
Vincenzo D’Anna
Dottore in scienze dell’Ingegneria Collegio dei geometri e dei geometri laureati della Provincia di Napoli
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DOMENICA 25 OTTOBRE 2020 all’interno delle commissioni, anche se ciò era motivato dalla necessità di evitare ulteriore peso sul bilancio. Un successo del Movimento sono le dirette streaming. Essendo Fuccio sindaco, abbiamo fatto approvare il regolamento ma questa Giunta non ha mai voluto gestire lo streaming. Gaetano Palumbo, nostro collega che ha un sito web, trasmette in diretta i Consigli Comunali in modo che chiunque possa vederli. Un altro lavoro importante ha avuto come obiettivo la trasparenza circa i fondi comunali: attraverso un’importante operazione verità, abbiamo individuato assieme ai dirigenti criticità e fragilità, al fine di evidenziarne le cause. Sicuramente molti debiti fuori bilancio hanno contribuito al danno erariale e anche nel consiglio precedente al dissesto, sono stati pagati debiti conseguenti a sentenze esecutive.” “In sostanza – aggiunge la Vignati- solo 4 anni fa, con la giunta Fuccio, noi 5 Stelle siamo entrati ufficialmente nella politica attiva casoriana, e essendo prerogativa dei consiglieri, abbiamo voluto comprendere dall’interno
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quali, quante e il perché di tante criticità; su molte di queste siamo riusciti sicuramente a far luce, tra cui Casoria ambiente ma molti punti critici restano, relativamente ai quali a noi pare manchi la volontà politica di risolverli” Troise fa presente che più volte ha chiesto sia verbalmente, sia per iscritto l’autorizzazione a intervistare l’Assessore al bilancio e anche il Sindaco perché pensa che sia opportuno che spieghino con la loro vivavoce ai web spettatori cosa significhi e comporti il dissesto finanziario. Pur essendo rammaricato per non aver ricevuto riscontri, nutre la speranza di un incontro. “In verità ho saputo – aggiunge poi il direttore Troiseche Elena Vignati è stata avvicinata dalla maggioranza: pare che le sia stato offerto un Assessorato, vorrei che tu facessi chiarezza” “È vero; -risponde la Vignati- devo premettere che noi del Movimento 5 Stelle, grazie al dialogo con la maggioranza e alla costante collaborazione per il bene di Casoria, abbiamo creato un
clima propositivo di lavoro e in parecchie circostanze si è trovata una convergenza.” Aggiunge, inoltre, che, grazie a tale clima, prima dell’estate la consigliera Cassettino (gruppo misto) ipotizzò un eventuale assessorato per lei, la qual cosa la lasciò molto perplessa. Precisa, sollecitata da Troise a narrare il susseguirsi dei fatti, che dopo l’estate, Pasquale Tignola, capogruppo di Casoria Libera, di propria iniziativa, le ha chiesto un confronto sulla situazione attuale di Casoria, per un’eventuale convergenza su punti programmatici importanti e da condividere poi con Casoria Libera; successivamente si sarebbe potuto pensare di offrirle la presidenza di commissioni o un assessorato; in un altro incontro, il Sindaco stesso ipotizzava un dialogo più aperto con l’opposizione, aprendo a forze nuove, da cui sarebbe potuto scaturire un assessorato per lei. Codesta apertura della maggioranza all’opposizione avrebbe avuto l’obiettivo d’isolare alcuni consiglieri di maggioranza che non stavano permettendo di pervenire agli obiettivi programmati.
L’assessorato in questione sarebbe stato quello all’Ambiente . Tale proposta sarebbe stata considerata accettabile dalla Vignati solo in caso “di un governo di salute pubblica in cui tutte le opposizioni avessero avuto un ruolo”; dal momento che: - ciò pare non sia nell’intenzione dei proponenti, i quali hanno avviato interlocuzioni simili anche con altri consiglieri; - non è chiaro se si tratti di un tentativo di cercare soluzioni ai problemi della maggioranza o di spaccare l’opposizione o dividere il Movimento 5 Stelle; - il movimento non avrebbe autorizzato per cui la Vignati, se avesse accettato di entrare in maggioranza, avrebbe dovuto lasciare il Movimento; la Vignati ha rifiutato la proposta perché tale modus operandi non era condivisibile né da lei, né dai 5 Stelle. Pertanto, “poiché Casoria è abbandonata a sè stessa, una comunità senza guida, priva di una sintesi delle varie anime che sono nel consiglio comunale”, all’orizzonte si delinea chiara preoccupazione per il futuro.
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12 IMMA CASTRONUOVO
L’annoso problema della mancata raccolta delle deiezioni canine a Casoria e l’insofferenza dei cittadini
Avere un amico a quattro zampe ti cambia decisamente la vita; in meglio, naturalmente! E’ un’esperienza che condivido da cinque anni, da quando ho adottato un’adorabile cucciola al canile (rigorosamente! I cani non si comprano, si adottano!, ndr) per amore di mia figlia. Ma, ovviamente, avere un cane non è solo un’immensa ed incondizionata fonte di amore, ma è, soprattutto, rispetto dell’adorato amico peloso e della collettività che ci circonda; senza mai dimenticare che la nostra libertà finisce laddove inizia quella del prossimo. Bene, ciò premesso, mi sono armata di paletta, sacchetti e bottiglia d’acqua, e ho iniziato ad addentrarmi in questo magnifico spaccato del pet world; e ho incominciato a “vedere” tutta una serie di distorsioni che complicano la vita di noi tutti, amanti degli animali e non! Tanto per cominciare, c’è un innegabile obbligo, dapprima morale, civico, e poi anche giuridico, da parte di noi possessori di animali, di raccogliere le deiezioni dei nostri fidati amici; non solo; sarebbe anche opportuno, versare dell’acqua sulla loro pipì, atteso che non è giusto che
Il punto della situazione con l’Ing. Antonio Isoldo, Responsabile dell’Area Tecnico Operativa di Casoria Ambiente
altri – il proprietario dell’immobile innanzi al quale il nostro amico rilascia la propria urina, o l’esercente del negozio o semplicemente il passante – subiscano l’odore della minzione del proprio cane. E’ pur vero, però, per converso, che la p.a., che impone l’obbligo – giusto, indiscutibile – di raccogliere le deiezioni del proprio cane, debba mettere il destinatario di questo obbligo in condizione di poter buttare le suddette in appositi cestini, all’uopo destinati; e che questi cestini, oltre ad essere situati numerosi lungo le vie della città, siano costantemente svuotati; ebbene, passeggiando sulle vie principali di Casoria, da Via Principe di Piemonte a Via Pio XII, a via Maria Cristina Brando, non vi sono cestini per la raccolta di deiezioni, ma solo per la raccolta differenziata di carta, plastica, umido, indifferenziata. Ora, le feci del nostro amico peloso, andrebbero buttate nel contenitore dei materiali non riciclabili (indifferenziata); ma, oltre al fatto che i suddetti contenitori sono pochi e disposti, solitamente, ed incomprensibilmente, in corrispondenza degli esercizi commerciali, sono anche piccoli, per la maggior parte rotti, e sempre pieni, poiché non vengono svuotati con frequenza e/o monitorati da chi di dovere. Allora, dinanzi ad un preciso obbligo che il Comune di Casoria impone ai possessori di animali, vi è, per converso, un altrettanto preciso quanto indefettibile obbligo della stessa Amministrazione di predisporre tutti gli strumenti affinché si possa adempiere all’obbligo da essa imposto; in mancanza, non può avere valenza attuativa.
Ma cosa dice la legge a riguardo? Ebbene, l’unica norma primaria che si può invocare nel caso di specie, è una norma del Codice penale, l’art. 639 c.p., che prevede e punisce, a querela della persona offesa, chi imbratta cose mobili o immobili altrui, con una multa fino a € 103. Se, invece, il fatto è commesso su cose di interesse storico o artistico, si applica la pena della reclusione da tre mesi a un anno e della multa da 1.000 a 3.000 euro, e si procede d’ufficio. Questa, in sostanza, la norma di primo grado – la sola che possa avere forza cogente, imperativa – cui i giudici fanno rientrare la punibilità della mancata raccolta delle feci o la mancata aspersione d’acqua sulla pipì del proprio cane. Ci sono, poi, tutta una serie di disposizioni di carattere subordinato, che promanano dalle eventuali ordinanze dei vari Sindaci, o regolamenti comunali, che tuttavia devono rispettare sia i dettàmi normativi delle leggi di primo grado (cui sono sottoposti) sia le ragioni di opportunità e di congruità dell’azione amministrativa ai crismi della giustizia, trasparenza ed opportunità della stessa,
DOMENICA 25 OTTOBRE 2020 affinchè, un eventuale atto emanato dalla pubblica amministrazione, non risulti inficiato da un vizio di eccesso di potere, o di incompetenza o di violazione di legge che porterebbe ad una sua declaratoria di illegittimità da parte del Giudice Amministrativo, e dunque alla sua eliminazione. Ora, non mi risulta che il Comune di Casoria abbia emesso un’apposita ordinanza che imponga ai possessori di cani di raccogliere le deiezioni canine e di dotarsi di appositi strumenti adatti all’uso; esiste invece un Regolamento di Polizia Urbana del Comune che detta le norme di indirizzo per la civile convivenza, all’interno del quale è richiamato l’obbligo, dei proprietari di cani, di dotarsi di opportuni sistemi di raccolta delle deiezioni (art. 5), punendo la violazione di detta disposizione regolamentare con una sanzione amministrativa pecuniaria dal Lire 70.000 a Lire 420.000 (cfr. combinato disposto artt. 6 e 41 del Regolamento di Polizia urbana del Comune di Casoria). Ebbene, non v’è chi non veda la falla presente nel Regolamento testè citato: non è previsto l’obbligo di raccolta delle deiezioni canine! Posso essere multato se vengo trovato sprovvisto di kit per la relativa raccolta, ma non se non raccolgo! E’ un autentico paradosso! Per assurdo, un vigile, a Casoria, non mi può multare se io non raccolgo le deiezioni del mio cane, ma solo se mi trova sprovvisto degli strumenti atti a raccoglierle; solo se le deiezioni del mio cane imbrattano beni pubblici, il Vigile mi può multare in base all’art. 639 c.p., ma non in base al Regolamento di Polizia municipale, che evidentemente andrebbe riveduto e corretto, visto che risale ad un’epoca in cui il conio vigente era ancora la lira! E, poiché, trattasi di un atto di competenza del Consiglio comunale, confidiamo a che il Sindaco Bene e la sua amministrazione adeguino, quanto prima, le disposizioni del suddetto regolamento all’attualità, ed includano, altresì, l’obbligo di raccogliere le deiezioni canine, punendo la violazione di detto obbligo con un’aspra e considerevole sanzione
13 pecuniaria che funga da deterrente per i trasgressori! Magari includendo anche la disciplina delle deiezioni liquide, prevedendo l’obbligo di versare acqua sulla urina del proprio cane, obbligando i proprietari a dotarsi di una bottiglia d’acqua da cospargere obbligatoriamente sull’emissione dei liquidi del proprio cane, e sanzionando aspramente con sanzioni salate chi non vi ottempera. Sono tante le lamentele che ci giungono in redazione, di cui ci facciamo latori, portando all’attenzione dei Gestori della Res Publica quanto ci viene riferito, un vero e proprio disagio sociale. Le vie della città sono lerce di escrementi, bisogna fare dei veri e propri slalom per camminare; se non si presta attenzione, ci si trova a calpestare una delle centinaia di deiezioni canine sparse ovunque, con un fetore insopportabile di pipì e di escrementi che sono intollerabili! Senza considerare che gli agenti atmosferici amplificano i fetori rendendo le strade impraticabili e la vivibilità impossibile! Insomma, se da un lato c’è assenza di civiltà da parte dei cittadini, dall’altra c’è assenza del Comune nel disciplinare la questione; mancano norme ad hoc che regolamentino e sanzionino adeguatamente i comportamenti incivili dei proprietari di cani; mancano cestini appositi per buttare le deiezioni canine; l’assenza di questi cestini deputati per la raccolta delle deiezioni canine, determina un errato comportamento di chi voglia essere civile ma non viene messo adeguatamente in condizione di poterlo essere; perché, mancando i cestini per le deiezioni canine, si autorizza a gettare i sacchetti contenenti le feci del proprio cane in cestini originariamente pensati per le carta, che, tra l’altro, sono posti in prossimità degli esercenti commerciali, i quali debbono ingiustamente subire il disagio dovuto alle putride esalazioni di fetori conseguenti al mancato svuotamento di cestini gettacarte posti in prossimità dei loro negozi, che debordano di rifiuti di ogni genere, primi fra tutti i sacchetti di escrementi animali! Abbiamo investito della questione
l’Ing. Antonio Isoldo , Responsabile dell’Area Tecnico Operativa di Casoria Ambiente, soggetto quest’ultimo concessionario per il Comune del servizio di igiene urbana. Ebbene, ho riscontrato di avere di fronte una persona illuminata, un amante dei cani ed un Dirigente aperto e sensibile alle problematiche citate, che gli ho esposto con dovizia di particolari, e da cui ho ricevuto attenzione e partecipazione; abbiamo insieme affrontato il problema, tra gli altri, della assenza di appositi cestini per la raccolta delle deiezioni canine, e di come, i cestini gettacarte - posti in molteplici siti lungo i marciapiedi - siano di fatto, in assenza di altro, depositari di escrementi canini, i cui principali bersagli, oltre i passanti, sono i negozianti, che vivono un disagio indicibile; l’Ing. Isoldo ha ascoltato molto attentamente quanto segnalatogli, convenendo sul fatto che la questione vada risolta quanto prima, affiancando i cestini gettacarte con cestini per la raccolta delle deiezioni canine, e sollecitando la ditta appaltatrice del servizio di spazzamento e pulizia delle strade ad una più attenta azione di svuotamento e ripristino dei sacchi nei cestini per la raccolta differenziata. E lasciandomi con una promessa: che avrebbe quanto prima portato la questione all’attenzione di Casoria Ambiente (di cui, il 28 c.m., ci sarà l’assemblea dei soci per deliberare sulla nomina del nuovo Amministratore Unico, ndr). Il mio autorevole interlocutore ha mostrato una sensibilità ed un’attenzione ai problemi sottopostigli, che mi ha lasciato piacevolmente sorpresa, se si considera che altri autorevoli esponenti della gestione della nostra città non si concedono ai microfoni di noi giornalisti, che non facciamo altro che rappresentare loro i malesseri della città. Aspettiamo gli esiti di questo nostro piccolo intervento, che in tanti avete sollecitato mediante i numerosi messaggi che ci sono pervenuti in redazione, fiduciosi che qualcosa si muoverà.
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14 DOMENICO BORRIELLO
LO SPORT E’ VITA, MA IN ITALIA MUORE
“Lo sport è vita”. Questa è una delle frasi che nel corso della nostra vita tutti abbiamo sentito più di una volta. Eppure di sforzi per fare in modo che lo sport potesse ripartire ce ne sono stati veramente ben pochi. Sicuramente non ci si poteva aspettare nulla di diverso in un paese in cui si dava contro ai “runners” durante il lockdown alla cinese di qualche mese fa. Come se una piccola corsa potesse pregiudicare l’andamento della curva epidemiologica in maniera drammatica. Si è arrivati a ritenere molto più dannosa una corsetta rispetto alla mancanza dei tamponi e di un sistema di tracciamento dei contatti serio. Eppure “mens sana in corpore sano”, nel senso che il benessere fisico è strettamente collegato a quello mentale. E di benessere mentale durante i mesi di confinamento se n’è parlato ben poco, così come delle ripercussioni che queste restrizioni avranno su una fetta consistente della
popolazione- In Italia non solo abbiamo accantonato lo sport durante il lockdown, ma lo abbiamo addirittura demonizzato con le vicine dai balconi che fulminavano con lo sguardo i poveri podisti. Il problema è che le cose non sono migliorate con la ripartenza, anche perché per ripartire c’era bisogno di un piano da cominciare a studiare durante il lockdown, forse. Se il calcio professionistico è riuscito a ripartire – senza più fermarsi - è perché con la sua grande capacità d’incisione sul PIL del paese ha avuto un forte potere in fase di negoziazione. Ma il calcio professionistico non è l’unico sport del paese, sebbene
sia quello più rappresentativo. E’ sport la corsetta del singolo, guardato con diffidenza dai “restateacasisti”, fino ad arrivare a quei grandi movimenti dilettantistici che tengono in circolo parte rilevante della popolazione. Le associazioni dilettantistiche, ancor prima delle prime chiusure annunciate dal governo in questa settimana, hanno già sofferto molto una ripartenza che, di fatto, non è mai avvenuta. Molte società non hanno avuto accesso alle palestre delle scuole, riscontrando così non poche difficoltà nel riavviare le attività. Certo, nessuno vuole dire che la situazione sia semplice da gestire, però
i dubbi sull’operato governativo sono più che fondati. E lascia sinceramente sbigottiti e sconcertati l’ultimatum lanciato dal premier Conte alle palestre: “per il momento resteranno aperte”, come a voler scaricare le colpe di un sistema al collasso sugli altri. In effetti è un gioco tutto italiano: è stata data la colpa di tutto ai proprietari dei cani che passeggiavano con l’amico a quattro zampe durante i mesi di aprile e maggio, poi è stata la volta dei già citati “runners”, poi delle “feste di laurea”, poi dei vacanzieri, poi delle discoteche, poi di Briatore... poi, poi, poi. Colpa un po’ di tutti, ma mai del Governo giallorosso. Lo sport, come tanti altri settori, soccombe per una gestione scellerata. Ne raccoglieremo i cocci tra qualche mese, quando ci renderemo conto che lockdown e coprifuoco non potevano essere la soluzione, ma una semplice toppa, cucita anche molto male.
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ANGELA CAPOCELLI
Black lives matter: le vite dei neri contano
l’attenzione dei media internazioQuello del “Black lives matter” nali. Numerose le manifestazioni è un movimento sociale nato nel di protesta contro l’abuso di po2013 all’interno della comunità tere da parte dei quattro poliziotti afroamericana negli Stati Uniti. che, accusati anche di comportaAttivo a livello internazionale menti razzisti, oltre all’incriminae impegnato nella lotta contro il zione hanno ottenuto l’immediato razzismo, agisce a livello sociolicenziamento. politico, organizzando manifeTrattato diversamente per il costazioni per combattere la disulore della sua pelle, George è guaglianza razziale (nel sistema diventato il simbolo di questo giuridico americano, in particomovimento che trova sempre più lare, ma in generale nel mondo). Rispetto e sostegno delle differenze e delle comunanze consensi ma, purtroppo, anche Gli omicidi delle persone nere da parte della polizia, la profilazione Promozione di un ambiente in cui prevalgano i valori di empatia, sempre più ingiustizie contro cui giustizia, libertà e pace reciproci combattere: il razzismo rapprerazziale, le brutalità ingiustificate Avversione a sessismo e misoginia dei poliziotti nei confronti degli Promozione di famiglie estese o “villaggi” di supporto comunitario senta ancora un problema diffuso, un vero e proprio motivo di verafroamericani e le discriminazioAppoggio al pensiero queer ni in ambito sociale sono solo al- (contro l’idea che ognuno nel mondo debba essere eterosessuale) gogna per l’umanità, una piaga per la nostra società. cune delle ingiustizie subite dalle I principi guida che animano il movimento Black Lives Matpersone di colore ancora oggi, nel 2020. Nonostante il movimento esista da 7 anni, infatti, è solo re- ter (dei quali vi riporto alcuni fra i principali in conclusione centemente che ha catturato l’attenzione del mondo intero con dell’articolo) andrebbero assunti come punto di partenza in un la morte di George Floyd, avvenuta a Minneapolis (nel Min- programma che si ponga come obiettivo quello di rendere il nesota) il 25 Maggio di questo stesso anno: morte dovuta al mondo un posto migliore: tutti dovremmo supportare e diffonsoffocamento della vittima da parte del poliziotto che avreb- dere questi ideali affinché possano effettivamente realizzarsi i be dovuto semplicemente arrestarlo. Il video dell’ accaduto, concetti di libertà di pensiero, parola ed espressione, di uguanelle settimane successive, ha fatto il giro del globo attirando glianza, di fratellanza! RAFFAELE SILVESTRO
ARZANO ZONA ROSSA
Mercoledì 13 ottobre, il commisario prefettizzio in carica al comune di Arzano, con un’ordinanza avente effetto immediato, chiude tutti gli esercizi commerciali tranne quelli di prima necessità. Il provvedimento, che ha durata fino alla notte del 23 ottobre, ha sin da subito scosso la popolazione, soprattutto tutti i commercianti arzanesi, che da giovedì 14 ottobre presidiano le strade cittadine in forma di protesta pacifica. Durante questi giorni di manifestazioni, dove i commercianti impedivano l’entrata e l’uscita dall’altereria principale della città, chiudendo alle persone la rotonda di Arzano. Abbiamo intervistato i diretti interessati, che dal primo all’ultimo erano della stessa
corrente di pensiero. Tutti, in coro, chiedevano le dimissioni della commissione straordinaria. Molti per la cattiva gestione del paese durante questa pandemia, secondo alcuni, poteva essere gestita diversamente, per altri, le dimissioni, devono avvenire perché non si può chiudere gli esercizi commerciali ma permettere alla popolazione intera di uscire
e diventare quindi “untori”. La commissione straordinaria, nel frattempo, non lascia dichiarazioni sugli avvenimenti accaduti in città subito dopo la pubblicazione dell’ordinanza. Visto ciò, i commercianti, uniti a tanti altri manifestanti, hanno raggiunto la prefettura di Napoli chiedendo un pronto intervento ai danni dei comissari. La situazione ad Arzano poi,
non è rosea. Parlando di numeri, dobbiamo dire che si è arrivati a prendere queste drastiche decisioni nel momento in cui la città, ha contato oltre trecento positivi. E’ diventato, in poco meno di un mese, il terzo paese in provincia di Napoli per numero di contagiati e primo per rapporto popolazione-positivi. Dalle ultime stime si pensa, però, che il numero possa continuare a crescere. Ci troviamo ad un punto di non ritorno. Ma quali sono stati gli errori commessi? Come siamo arrivati a questi numeri così elevati? Si poteva fermare prima? Per molti, avremmo potuto uscirne sicuaremente meglio. Per altri, questa seconda drastica ondata, era inevitabile.
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ANTONIO BOTTA
Casoria: solenne concelebrazione eucaristica nel decennale della canonizzazione di Madre Giulia Salzano Nella Basilica pontificia S. Mauro di Casoria si è svolta, il 17 ottobre scorso, una solenne concelebrazione eucaristica in occasione del decimo anniversario della canonizzazione di S. Giulia Salzano, elevata agli onori degli altari esattamente nello stesso giorno dell’anno 2010 dall’emerito Pontefice Benedetto XVI. Ha presieduto la Santa Messa il Cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle cause dei Santi; vi hanno concelebrato il preposito curato don Mauro Zurro, il cappellano delle suore catechiste don Vincenzo Scippa, Padre Giuseppe Sannino e don Ciro Nazzaro, parroco nel quartiere Salicelle di Afragola, nella cui parrocchia operava la catechista Maria Grazia Pelliccia, che dopo un gravissimo incidente stradale ricevette il miracolo del dono della vita per l’intercessione di Madre Giulia; i presbiteri, durante la cerimonia religiosa, sono stati affiancati dai diaconi, prof. Ludovico Silvestri e Crescenzo De Stefano Ha animato l’evento liturgico il coro della Congregazione fondata da “Donna Giulietta”, immergendo i fedeli, con canti di lode al Signore, in un clima di spirituale raccoglimento, di profonda preghiera e di grande gioia interiore. La liturgia eucaristica ha avuto un respiro internazionale per l’intervento delle suore in lingua indonesiana e filippina; anche le intenzioni di preghiera sono state lette in diverse lingue. Dopo la proclamazione della Parola, S. Eminenza, richiamando il brano evangelico in cui Gesù invita gli apostoli ad annunciare il Vangelo ad ogni creatura, ha posto in rilievo il fecondo impegno di Madre Giulia nel promuovere la società del suo tempo mediante la catechesi e l’educazione delle coscienze, ciò di cui oggi, soprattutto i giovani, hanno bisogno. “La società, non solo la Chiesa,” ha proseguito “ ha bisogno di uomini e donne come Madre Giulia, misericordiosi,, caritatevoli, accoglienti, generosi; Casoria è un centro di spiritualità umana e cristiana, perché vi hanno testimoniato la loro fede fulgida, incarnata in opere, oltre S. Giulia, S. Ludovico, S. Cristina Brando e la beata Velotti. In questo periodo di pandemia, non sono mancati, in tutta Italia, tanti buoni samaritani (medici, infermieri, tutori dell’ordine, operatori vari, suore e religiosi…)”, i quali hanno creato una rete di misericordia straordinaria per venire incontro alle
PROFETA DELLA NUOVA EVANGELIZZAZIONE E APOSTOLA DELL’EDUCAZIONE CRISTIANA necessità di famiglie, soprattutto poveri, malati e anziani isolati nelle loro case. Non mancano, quindi, i “santi della porta accanto” che offrono il loro impegno solidale nel silenzio e nel nascondimento”.Richiamando, poi, il giorno della nascita al cielo di Madre Giulia,avvenuta il 17 maggio 1929, mese dedicato alla Madonna, il Celebrante ha sottolineato che Ella nutriva una “grande passione e devozione, oltre che per il cuore di Gesù Cristo, anche per la S. Vergine”, del cui aiuto celeste, in questo tempo di difficoltà, abbiamo bisogno, infondendo in noi speranza”. Riportando alcune testimonianze scritte, il Cardinale ha detto che “S. G iulia amava moltissimo la Madonna, organizzava, nel mese mariano, pubbliche adunanze di preghiera e preparava le fanciulle perché si apprestassero alla festa della Madonna con manifestazioni di gioia”. Il Prefetto Amato ha, inoltre, evidenziato “la virtù della fortezza che Madre Giulia esercitava in modo eroico, affrontando le difficoltà a viso aperto, soprattutto in due ambiti: nei malanni fisici (nevralgie, debolezza di cuore, coliche…) e negli ostacoli incontrati per fondare la sua Istituzione”.” Mai si lamentava” ha concluso “per i suoi acciacchi, anche il giorno prima della sua morte volle esaminare 100 bambini
bambini che si preparavano per ricevere la Prima Comunione, fedele al suo motto”farò catechismo finché avrò un fil di vita”; esortava le suore a “farsi coraggio affinché la nostra natura non ci appesantisca”. Nel fondare la Sua Opera, mostrando grande forza interiore e pazienza, riuscì a vincere un ambiente ostile e incomprensioni di nemici che non riuscivano a vederne l’utilità. Sollecitava con amore le suore a correggere i difetti, a puntare alla perfezione per raggiungere la santità” . Al termine della celebrazione, sono intervenuti don Mauro Zurro e la Madre Generale della Congregazione, suor Roberta Branco: il primo, dopo aver ringraziato il Cardinale Amato, a nome del Capitolo Collegiale, della città di Casoria e dei confratelli e diaconi presenti, per avere accolto l’invito delle suore catechiste del Sacro Cuore, ha rivolto un saluto speciale a tutte “le figlie spirituali di Madre Giulia sparse nel mondo”. Richiamando la definizione che di Madre Giulia pronunciò S. Giovanni Paolo II nel giorno della Sua beatificazione, il 27 aprile del 2003, - “Donna profeta della Nuova Evangelizzazione” – don Mauro ha messo in evidenza che Ella “precorse le tappe conciliari mettendo al centro della Sua instancabile opera i due pilastri della promozione umana: l’evangelizzazione, che eleva l’uomo alla scoperta del dono della filiazione divina, e la cultura, che eleva l’uomo nella sua dignità di creatura di Dio, fatto a Sua immagine e somiglianza”, rimarcando che la Congregazione fondata da “Donna Giulietta” è stata ed è punto di riferimento per tanti fanciulli e giovani che si preparano a ricevere i sacramenti dell’iniziazione cristiana; per questo, ha esortato le suore a continuare in questa urgente opera di formazione umana e spirituale; la Madre Generale, nel suo intervento, dopo avere ricordato le parole con le quali Benedetto XVI,nel giorno della canonizzazione delineò la figura di Madre Giulia, “apostola dell’educazione cristiana”, ha sottolineato che “Ella, unendo la preparazione pedagogica al fervore spirituale, si dedicò ad essa con generosità e intelligenza, contribuendo alla formazione cristiana delle persone di ogni età e condizione sociale”. L’evento liturgico si è concluso con la benedizione della statua della Santa e della lapide.
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18 GENNARO MOSCA
SE OGNI UOMO SAPESSE SUONARE ‘THE AUTUMN LEAVES’…!
Verdi, Rossini, Donizetti, Puccini, Leoncavallo. Ed ancora Paganini, Scarlatti padre e figlio, Bellini, Gesualdo, Cimarosa. E quelli contemporanei, Morricone, Rota, Berio, Nono, Piovani. E non dimentico Pino Daniele, Paoli, Fossati, Conte, Dalla, De André, Battisti, e ne potrei ricordare altri cento. La bella Musica accompagna la nostra vita, e c’è nei momenti importanti, come quando ci innamoriamo, e sarà la nostra colonna sonora per sempre. Tutti hanno un brano, una canzone. Scommetto che i cinque Lettori che mi onorano, in questo momento staranno ricordando la loro. La Musica ci fa gioire e rallegra il nostro spirito, perché ‘dove c’è un piano, intorno c’è sempre gente che fa baccano’ (P. Conte). Ci commuove, quando evoca il ricordo di un amore perduto, o di un amico che non c’è più, ‘Mi manchi tanto amico caro davvero, e tante cose son rimaste da dire’ (Mogol). E tutto questo, solo pensando agli autori italiani. La mia emozione si moltiplica se ascolto la bella musica del mondo. Mi viene in mente il tema principale del film drammatico Schindler’s List, uno dei più fulgidi esempi di come una colonna sonora sia l’insostituibile completamento della icasticità delle immagini che accompagna. Perché è proprio quella musica che, di volta in volta, rende il film ‘perfettamente’ allegro, triste, spaventoso, drammatico,‘sentì il dolore – nella – musica’ (L. Dalla). La Musica frequenta l’Anima in tutte le sue emozioni. Ci eleva e completa. Plasma la nostra sensibilità e l’intelligenza, ed induce alla ricerca della perfezione – anche se irraggiungibile. Educa alla purissima meticolosità. Allevia dalla sofferenza e dalle fatiche. La formica, un’estate intera, aveva lavorato accumulando provviste per l’inverno, ed alla fine della bella stagione e di tutta quella
IL GRILLO PARLANTE
fatica apre la porta della sua tana per dividere il piatto con la cicala canterina. Perché? Per filantropia? Per altruismo? No. La cicala, con la sua musica, l’aveva sollevata dagli affanni di quel duro lavoro. La formica sa che l’amica, con quelle canzoni, aveva aiutato tutte le operaie forse di più che se avesse caricato cento molliche, ‘se la gente sa – e la gente lo sa – che sai suonare, suonare ti tocca per tutta la vita’ (F. De Andrè). La Musica riesce a darci una gioia perfino materiale. Entrare da un liutaio è un’esperienza che esalta i sensi. La vista, di volta in volta, di violini, viole e violoncelli, o chitarre e mandolini, che stanno là, appesi per essere modellati e diventare note dolcissime, nostalgiche o lievi, infonde un’armonia ed una serenità in chi li guarda che solo la bellezza può dare. L’odore dell’acero, dell’abete, del frassino o del cedro, del mastice e delle vernici, che saranno trasformati in lucenti manici e vibranti tavole armoniche, inebria forse più delle 5 gocce di Chanel. Il tatto sulla tastiera, sentire vibrare la corda per la sua prima volta sotto le dita, è come guidare una Ferra-
ri. Forse è più eccitante. Infine l’udito, evidentemente il primo a trarne gioia. E lo stesso proverà un pianista entrando nel salone di un rivenditore di pianoforti, davanti a quelle belle e lunghissime code. Così il flautista, o il fisarmonicista. ‘Ma la musica, musica è tutto quel che ho’ (P. Daniele). La Musica è una filosofia, uno stile di vita, che ci insegna l’autodisciplina più severa, allenando la forza del carattere nella estenuante ricerca dell’irraggiungibile perfezione di una nota, un trillo, un arpeggio ripetuto mille volte. Tanto studio per l’emozione di una ‘frase’ lunga un sospiro. E’ il tormento della ‘mano sinistra del suonatore’ (I. Fossati). E’ assoluto rigore, morale e materiale. Chiunque sia entrato, anche solo una volta, in un Conservatorio, come a Napoli, qui al cospetto della bellezza dell’architettura di quell’ex convento storico, di fronte alla solennità delle statue e dei busti di alcuni dei più grandi musicisti della storia, o all’idea che su quei pavimenti abbiano camminato geni assoluti come Donizetti, Cilea, Paisiello e Mercadante, già severissimi Direttori, sa che un musicista non si lascia irretire dalla banalità e dalla devianza. Perché un musicista aspira all’Assoluto. ‘La musica è una legge morale. Essa dà un’anima all’universo, le ali al pensiero, uno slancio all’immaginazione, un fascino alla tristezza, un impulso alla gaiezza, e la vita a tutte le cose’ (Platone). Se ogni uomo sapesse accarezzare uno strumento musicale, anche solo per hobby, magari suonando in una band qualche standard, come ‘the autumn leaves’, allora – già solo per la gioia che gliene deriverebbe – il mondo sarebbe migliore. E non vedrei più bande di ladri e cialtroni, ma solo quella del grande Totò: “La Banda degli Onesti.” Povero Grillo, illuso e s(u)o(g)natore!
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SALVATORE IAVARONE*
FINANZIAMENTO DI PROGETTI DI EDUCAZIONE NON FORMALE E INFORMALE E DI ATTIVITA’ LUDICHE PER L’EMPOWERMENT DELL’INFANZIA E DELL’ADOLESCENZA “EDUCARE”
La PRESIDENZA CONSIGLIO MINISTRI – DIPARTIMENTO POLITICHE PER LA FAMIGLIA, con il Fondo per le politiche della famiglia mette a disposizione un importo minimo € 30.000,00 – importo massimo € 150.000,00 , e non richiede cofinanziamento. Il bando scade il 31/12/2020. Dopo la vicenda del ragazzino che ha preso a calci un gattino a Casoria, facendo fare a questa notizia il giro del web, è necessario mettere al centro dell’agenda politica locale il tema dell’educazione e dei minori. Lo facciamo oggi grazie ad un finanziamento che il governo mette a disposizione dei Comuni. Ci auguriamo, ne siamo certi, che il Comune di Casoria voglia fare proprio questo bando e portare sul territorio nuoviservizi per i minori. L’emergenza sanitaria da COVID-19 ha limitato fortemente le opportunità ludiche e ricreative dei bambini/e e dei ragazzi/e al di fuori del contesto domestico. A tali limitazioni si è accompagnata la sospensione di tutte le attività educative in presenza, impedendo così il regolare sviluppo delle potenzialità dei bambini/e e ragazzi/e derivante dallo svolgimento di esperienze al di fuori del contesto familiare. Al fine di contribuire a ridurre il divario ludico ed educativo generato dalla necessità di contenimento del virus, il Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri intende promuovere l’attuazione di interventi progettuali, anche sperimentali e innovativi, di educazione non formale e informale e di attività ludiche per l’empowerment dell’infanzia e dell’adolescenza, in conformità con le indicazioni sulla riapertura in sicurezza delle attività ludiche e ricreative fornite dalle linee guida elaborate ai vari livelli di Governo. Le proposte progettuali dovranno essere volte a contribuire allo sviluppo delle potenzialità fisiche, intellettuali,
emotive e sociali dei bambini/e e dei ragazzi/e come individui attivi e responsabili all’interno delle proprie comunità a livello nazionale e locale e promuovere il loro impegno verso la società che li circonda, nel rispetto delle differenze culturali, linguistiche, religiose, etniche e di genere. L’obiettivo strategico dell’Avviso pubblico è quello di promuovere interventi, anche sperimentali e innovativi, di educazione non formale e informale e di attività ludiche per l’empowerment dell’infanzia e dell’adolescenza, che privilegino attività, anche all’aperto e, nell’ambito di centri e campi estivi a favore dei bambini e dei ragazzi nei seguenti ambiti tematici A. promozione della cittadinanza attiva, del coinvolgimento nella comunità, e della valorizzazione del patrimonio culturale locale; B. promozione della non-discriminazione, dell’equità e dell’inclusione sociale e lotta alla povertà educativa; C. promozione della piena partecipazione e del protagonismo dei bambini e dei ragazzi attraverso l’educazione tra pari (peer education) e il sostegno del dialogo intergenerazionale tra bambini, ragazzi, adulti e anziani e le loro famiglie; D. tutela dell’ambiente e della natura e promozione di stili di vita sani. La dotazione finanziaria complessiva prevista per il presente avviso è di € 35.000.000,00. È possibile presentare una sola proposta per ciascuno degli ambiti sopra indicati purchè non sia inferiore ad € 35.000,00 ma non superiore ad € 150.000,00 ma
soprattutto la durata del progetto non sia inferiore a 6 mesi. Per accedere al finanziamento di cui al presente Avviso occorre presentare la domanda via PEC all’indirizzo: ufficio.politichefamiglia@pec. governo.it , unitamente alla seguente documentazione: a) la scheda di progetto sottoscritta digitalmente dal legale rappresentante o dal capofila nel caso di soggetti di cui all’articolo 5, comma 3, redatta utilizzando esclusivamente, a pena di inammissibilità, lo schema di cui al FORMAT 4; b) la relazione delle principali attività realizzate negli ultimi due anni dal soggetto proponente (in caso di ATS una relazione dei partecipanti sulle reali esperienze maturate in seno alle attività nelle quali si intendono fornire servizi); c) il piano finanziario, redatto utilizzando esclusivamente, a pena di inammissibilità lo schema e i parametri di cui al FORMAT 5; d) la relazione di bilancio degli ultimi due anni (da parte del proponente). Sono esclusi da tale relazione i proponenti di cui all’art. 5 comma 1 lett. a). Con riferimento ai proponenti di cui all’art. 5 comma 1 lett. b) e c), sono escluse le scuole pubbliche di ogni ordine e grado, i servizi educativi per l’infanzia, le scuole dell›infanzia statali e, per ciò che concerne i proponenti di cui all’art. 5, comma 1, lettera d) sono esclusi gli enti ecclesiastici e gli enti di culto dotati di personalità giuridica. Il Comune potrebbe avviare una manifestazione d’interesse sul territorio, e favorire la massima partecipazione del terzo settore locale, per garantire il maggior numero di progetti sul territorio, fare rete e mettere a disposizione spazi e risorse non finanziarie a sostegno dei partecipanti. Consigliere comunale e presidente della Commissione “Territorio, Urbanistica, Lavori Pubblici, Ambiente, Viabilità e Vivibilità”
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20 VITTORIA CASO È nelle tradizioni che sono le radici della nostra storia; radici che s’annidano nella notte dei tempi e sono avvolte spesso dal fascino del mistero. Non è certamente facile recuperare questo archivio segreto collettivo per riportare alla luce informazioni preziose che ora l’oblio del tempo, ora la trascuratezza, ora, peggio, la volontà di mistificare hanno cercato di occultare. Questo interessante saggio di Ciro De Novellis, dal titolo “Partenope Maia la partoriente” è un percorso; anzi è il prosieguo e l’approfondimento de “La via dei canapi – Sulle tracce del mito di Maia ai confini di Napoli”; ricerca che, pur avanzando interessanti ipotesi e soddisfacendo alcuni interrogativi, sollevava perplessità e dubbi che l’autore in questo nuovo e più ricco saggio si propone di chiarire. È davvero encomiabile la tenacia e la passione con cui Ciro De Novellis s’inoltra in un percorso conoscitivo della città partenopea, sicuramente “diverso” dai mille e mille sentieri già battuti, ampliando, oserei dire a cerchi concentrici, l’ambito dei suoi studi avvalendosi di dati non solo storici, agiografici, geografici, religiosi, etnografici, ma anche antropologici, etimologici, mitografici, filologici. Attraverso, infatti, l’analisi dei dati, corroborati da testi ormai ignorati dai più, nonostante portatori di verità, l’autore se da una parte riesce a dimostrare tesi, dall’altra convalida ipotesi e ne costruisce di nuove, più ampie e varie. La toponomastica, a tal fine, è utile ausilio nel dare senso alle ipotesi e nel supportarle, azzerando tesi accreditate, talvolta “di parte”, e portando alla luce la centralità dimenticata di luoghi topici del territorio napoletano; luoghi
PARTENOPE MAIA LA PARTORIENTE
poi devastati, obliati sia nel loro valore strategico, sia nel loro significato tradizionale. Nel corso di una ricerca a quali dati rivolgere la propria attenzione e quali invece trascurare? È da questa operazione delicata, infatti, che dovrebbe scaturire l’oggettività, frutto di una scelta, operata con onestà di mente e di cuore. “Dovrebbe”: è d’obbligo il condizionale. Valori e giudizi aprioristici orientano, infatti, spesso sia il modo di scavare nella memoria, sia la distinzione tra cosa obliare e cosa no, sia il criterio di scelta. Nel suo saggio Ciro De Novellis coglie con sofferenza le contraddizioni, le alterazioni, le esagerazioni così come le interpretazioni pregiudizievoli, le letture oscurantiste, mistificanti o mistificate da fantasia e sulla base di elementi ricavati da testi editi sia arcinoti, sia meno noti, ripescati in biblioteche pubbliche e private, si propone di accertare quel “vero”, che è proprio della storia. “Possiamo dunque indicare dei cosiddetti “valori” che sono in realtà giudizi dei quali siamo già forniti a pri-
ori e che orientano il nostro modo di scavare in profondità nella memoria? Certamente, sì. -afferma il compianto prof. Amos Luzzato - Il primo dei nostri valori si chiama civiltà ed esso significa il procedere del consorzio umano dalla legge del trionfo del più forte a quella del supporto per i più deboli, dalla soppressione del rivale o di quello che si ritiene possa soltanto chiedere alla società senza nulla dare, al principio della solidarietà. Il secondo valore significa valorizzare la varietà umana, la ricchezza delle “altre” culture, delle altre lingue, delle altre Fedi. Esso significa la libera circolazione delle idee, senza opporvi ostacoli, neppure economici. Il terzo valore, infine, indica il dialogo, il confronto, la trattativa, come unici strumenti che possono risolvere i contenziosi umani, proibendo, come reato, qualsiasi ricorso alla violenza.” Cercare, dunque, la verità è un’operazione rivoluzionaria, di civiltà, di valorizzazione e dialogo fra le culture. “Partenope Maia la partoriente” è, pertanto, un saggio rivoluzionario per le
ipotesi suggestive e innovative miranti a ripristinare quel “vero” di manzoniana memoria che la ragione ricerca, attraverso 12 step, ciascuno con proprio titolo, articolati talora in paragrafi, preceduti da una premessa e da una introduzione chiarificatrice: LA FESTA DELL’ARCHETIELLO, IL TERRITORIO (storia e archeologia); LA VIA DEI CANAPI ( Neapolis-Puteolim, da Antignano a Miano, ante ignem, Virgilio e San Gennaro in terra Miana, la canapa e l’industria tessile); L’ACQUEDOTTO ROMANO; ARCHI, ARCHETIELLI, ARCOBALENO ( il culto dell’arco); LA GROTTA ( grotta di Maria Cristina, la grotta di Posillipo, la valle dei mulini, grotta degli sportiglioni, tabula peutingeriana); LE MADONNE ( Maria Santissima dell’Arco, Maria Santissima degli Angeli al Cavone, Chiesa di Santa Patrizia, S. Maria la Bruna); SEGNI DI DERIVAZIONE MAGICO-RELIGIOSI (la madre di ogni cosa, la fabula brevis); LA FEMMINA (Madre-sposa-sorella e morte-figlia-vita); ETIMOLOGIA E MITO (dalla fontana di Nettuno a Miano); L’ORIGINE DEL MANTRA DELL’ARCO ( monte Echia visto da Santa Lucia); I MAIA, MAJA, AMAIA ( viaggio nell’orto di Maia da Megaride fino a Mianella e di lì allo Youcatàn). Un percorso complesso, costellato di notizie approfondite e spiegate in note, di ipotesi confermate da autorevoli fonti documentarie e testi analizzati con spirito critico, citati e spiegati dettagliatamente; traduzioni, riflessioni, confronti; confutazioni che possono apparire dissacratorie; un denominatore comune: “l’arco”, simbolo atavico di un’anima segreta e arcaica e di ancestrali messaggi; testimonianze orali tra l’altro sono state re-
DOMENICA 25 OTTOBRE 2020 peribili per la Festa dell’Archetiello, di cui ancora oggi c’è memoria; testimonianze iconografiche: disegni, quadri, stampe d’epoca uniche o rare sono state recuperate dall’autore, quali ulteriori conferme di ipotesi e tesi che ne confutano altrettante consolidate. Come la memoria è sedimentata nelle tradizioni, così le tradizioni sostengono e confermano la memoria; infatti, le preziose immagini d’epoca riportate nel testo rendono più concreti e visibili gli aspetti della tradizio-
ne rispetto a quanto lascia percepire la parola narrante e la confermano. “Il ricordo del proprio passato possiede un significato che può sfumare nelle narrazioni fantastiche. - rileva in proposito il prof. Luciano Canfora - L’idea degli esordi storici di un intero popolo, può raccogliere in sé un potenziale evocativo e mitico in grado di ravvivare una comunità umana. Nel racconto delle origini si concentrano le ansie di sicurezza e di legittimazione, riguardanti l’identità di cultura.
21 Ma la storia ha cominciato a definire sé stessa proprio in contrapposizione alla narrazione mitica. La nascita del genere storico, nella Grecia Antica, venne effettuato attraverso il rifiuto sistematico delle spiegazioni mitiche e tramite l›uso di fonti documentarie accertate.” Infatti, Erodoto e Tucidide si tennero lontani dalla seduzione del mito e mirarono alla ricerca della verità. “Tuttavia –conclude Canfora– è presente, nell’impresa storiografica, il richiamo al significato simbolico ed
evocativo, del dare radici a un popolo, del donare una sensatezza, che sappia rispondere ad ansie più profonde della semplice conoscenza storica”. Ciro De Novellis attraverso “Partenope Maia la partoriente” si pone in tal senso, realizzando un coraggioso viaggio alla scoperta dell’intreccio arcano che lega il passato al presente attraverso l’enigmatico rapporto tra memoria e storia, dando nuova linfa alla ricerca e allo studio della nostra identità individuale e collettiva.
GAIA MOSCHETTI
INTERVISTA A GIANCARLO DELLA VOLPE
Giancarlo Della Volpe, attore regista, classe 1996, figlio di una Napoli il cui cuore batte tra i Quartieri Spagnoli e Santa Maria di Costantinopoli, e soprattutto figlio di un posteggiatore che aveva tra i suoi cavalli di battaglia i classici del canzoniere napoletano. Tra i suoi ultimi lavori come regista ci sono: “La vita di Davide”, attualmente in lavorazione, con la partecipazione di Francesco Nicotra. A breve uscirà il suo cortometraggio intitolato “Cambio per la mia libertà” per la cui realizzazione il 24enne regista ha potuto contare su numerosi sponsors che hanno creduto nel suo progetto e lo hanno aiutato concretamente nella realizzazione della pellicola. Per le riprese, Carlo Della Volpe si è fatto affiancare dagli aiuto registi Gianluca De Pietro e Vincenzo Trapani. Fra gli altri componenti della squadra troviamo il direttore della fotografia Lino Di Benedictis, il fonico Salvatore Trapani mentre il ruolo di protagonista è stato affidato a Giuseppe Bianco. Da bambino sognavi di fare l’attore? No, fin da quando avevo 11 anni il mio sogno era di entrare nelle forze dell’ordine della Polizia di stato, ma la mia situazione familiare non me lo ha mai permesso. Allora come è nata la passione per il cinema? Grazie a mio padre. Lui era un vecchio posteggiatore di Napoli, cantava nei ristoranti dei Quartieri Spagnoli perchè amava la canzone classica Napoletana, e aveva una grande passione per il cinema e il teatro. Lui ci ha insegnato tanto soprattutto il rispetto verso gli altri. E ci ha fatto capire il valore di una persona: con due gambe amputate ha continuato a cantare nei ristoranti. Mi ripeteva spesso che per fare cinema c’è bisogno di tanti soldi, e anche se con lui non andavo molto d’accordo oggi vorrei che fosse qui con me per fargli vedere che la mia vita
è cambiata proprio grazie a lui. Quando lui è finito mi sono detto «adesso come adesso non voglio mollare, voglio dimostrargli che si sbagliava» e così ho scoperto un lavoro che amo più della Mia vita. Il tuo cortometraggio si intitola “Cambio per la mia libertà”. C’è qualcuno che ti ha aiutato a cambiare? Sono molte le persone che voglio ringraziare a questo proposito; innanzitutto mia mamma, che è la persona che, giorno dopo giorno, mi dà la forza di andare avanti. Poi c’è il Mio Angelo custode, una persona per me molto speciale che lavora alla Questura di Via Medina a Napoli: La Dottoressa Alessandra Esposito. A questa persona devo tanto, per me è stata ed è ancora come una mamma. Grazie a lei ho avuto l’autorizzazione a girare delle scene con le volanti originali della Polizia di Stato avverando il mio sogno. Senza dimenticare alcuni poliziotti che mi hanno dato tanto come Nicola Pergolese, Pasquale Gentile, Massimiliano Fenza e Sergio Di Marco. Cosa ti ha spinto a girare questo film? L’idèa è nata per scherzo ma la convinzione che per ogni ragazzo che commette uno sbaglio, che ruba, che fa una rapina c’è sempre una speranza; si può dare anche a loro una seconda possibilità e si può collaborare con la Polizia. Infine, voglio ringraziare tutti quelli che hanno collaborato attivamente alla realizzazione del mio progetto. Ringrazio gli sponsor del mio lavoro cinematografico: Pan Car Autonoleggio di Giuseppe Panico, L’autofficina di Tommaso Bianco, lo Studio Dentistico di Luigi Vittozzi e lo studio Legale Tramontano. Hai progetti per il futuro? Beh sì ho tanti progetti per il futuro proprio perché voglio fare tutto quello che lui non è riuscito a fare.
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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Lettera dei dirigenti scolastici campaNi al Ministro Azzolina
Onorevole Ministro In Campania, come Lei sa, a seguito dell’Ordinanza n.79 del Presidente della Regione, le attività didattiche in presenza sono sospese dal 16 ottobre fino al 30 ottobre (eccetto le scuole dell’Infanzia, che, con l’Ordinanza n. 80, possono riprendere le attività in presenza da lunedì 19 ottobre). Dal giorno 15 ottobre come Dirigenti Scolastici ci siamo preoccupati di far partire la Didattica a Distanza in tutte le scuole: qualcuno ci è riuscito bene e qualcun altro meno bene, sicuramente. Ci hanno molto colpito le Sue dichiarazioni a proposito degli studenti campani, che avrebbero, a Suo dire, affollato centri commerciali e strade. La rassicuriamo: i nostri studenti erano davanti ai computer, nelle loro case, a fare scuola e noi nelle scuole, insieme al personale ATA, a garantire che ciò avvenisse. La scuola campana è una scuola seria, dove, pur tra mille difficoltà, si lavora sodo, spesso senza un’adeguata interlocuzione con gli Enti Locali (in molti casi assolutamente assente), in edifici dove la manutenzione straordinaria ed ordinaria lascia assai a desiderare, in assenza di certificazioni antincendio, con arredi che ricordano i decenni passati, in eterna carenza di personale. E con una carenza di spazi, in molte scuole, che non ha visto la pronta risposta su spazi alternativi, come annunciato più volte quest’estate. Abbiamo riaperto le scuole, dopo la difficile e comune esperienza di lockdown della scorsa primavera, lavorando notte e giorno per renderle sicure, con acquisti di attrezzature per una pulizia più approfondita, con segnaletica che informasse adeguatamente sui comportamenti da adottare nella situazione epidemiologica in corso, con dispenser di igienizzanti per le mani e quant’altro. Abbiamo trascorso il mese di agosto e i primi giorni di settembre letteralmente con il metro alla mano, per misurare le distanze necessarie tra i banchi e tra i banchi e le cattedre. Distanze che sovente cambiavano, a seconda delle interpretazioni del CTS e di altri soggetti. E abbiamo riaperto con gli arredi di sempre, prevalentemente biposto (quelli che da decenni offre il mercato), con le solite sedie rotte, le solite cattedre traballanti. Abbiamo anche riaperto con i soliti organici incompleti (a tutt’oggi), tra docenti di sostegno e collaboratori scolastici mancanti , convocazioni per le supplenze che vanno sempre più deserte. Ma abbiamo riaperto: garantendo orari scaglionati per gli ingressi, rotazioni di vario genere, doppi turni, divisione in gruppi di classi, per garantire una ripresa in presenza, perché il nostro obiettivo è non far perdere un’ora di scuola a nessuno. E i contagi, nonostante ciò, sono aumentati. Già nelle prime settimane, difatti, abbiamo dovuto fermare spesso le attività in presenza, per numerosi casi di positività, tra studenti e docenti e non ci siamo sottratti alle esigenze di modificare la programmazione didattica, disponendo la didattica a distanza per gli alunni costretti all’isolamento domiciliare. Questa è la situazione delle scuole in Campania. Ma Lei sicuramente la conosce, dal momento che abbiamo compilato ben 5 monitoraggi, quasi identici, durante l’estate scorsa, dove abbiamo risposto sempre alle stesse domande, in relazione al fabbisogno di ogni scuola. A questo punto, rivolgiamo a Lei alcune domande, sicuramente non esaustive: • perché abbiamo riaperto le scuole senza aver ricevuto gli arredi promessi (i famosi banchi monoposto)? A tutt’oggi in Campania ne sono stati consegnati poco più di 4.000 • perché non si procede con una cam-
pagna massiva di test rapidi agli studenti? • perché a tutt’oggi non possiamo garantire ai nostri studenti gli insegnamenti in tutte le discipline, dal momento che gli organici non sono ancora completi? • perché gli studenti disabili non possono ancora godere dei docenti di sostegno di cui hanno bisogno? • perché sul sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri che riporta il numero di mascherine distribuite dal Commissariato alle scuole, i quantitativi non corrispondono alle consegne che effettivamente sono state effettuate, e ovviamente, per difetto? • perché, a proposito dei trasporti, immaginando la movimentazione degli studenti, anziché prevedere un potenziamento di linee dedicate di trasporto per le scuole (semmai trasferendo le necessarie risorse agli Enti Locali), in ben 6 mesi, si è solo riusciti a decidere che si aumentava la capienza dei passeggeri? • perché pochi giorni fa, il 2 ottobre 2020, è stata emanata una circolare di conferma delle elezioni degli Organi Collegiali in presenza entro il 31 ottobre, in piena emergenza epidemiologica? Siamo consapevoli che Lei è il Ministro dell’Istruzione e che alcune scelte non dipendono dal Ministero da lei diretto: ma il Governo è organo collegiale. Ci piacerebbe ricevere qualche risposta ad almeno qualcuna di queste domande. Perché non è vero che va tutto bene e non è giusto che si racconti questo agli italiani. Su una cosa siamo d’accordo: è vero, le scuole, ad oggi, sono sicure. Noi lo sappiamo, lavoriamo da mesi e ogni giorno per renderle sicure. Ma le scuole non sono una cattedrale nel deserto, non sono una torre eburnea, sono realtà in un contesto. Forse se davvero la scuola è la priorità, come si sostiene da più parti, è il momento di investire seriamente sulla scuola, restituendole la dignità di perno delle nostre città: per fare questo serve una politica attiva e interventi tempestivi e massicci sul contesto. Noi ci siamo. E anche la Regione Campania. Giovanna Martano ITI Augusto Righi – Napoli Patrizia Ferrione – I.C. IV Stanziale – San Giorgio a Cremano (Napoli) Giovanni Fornataro – SSSIG Don S.Vitale – Giugliano (Napoli) Maria De Biase - I.C. Santa Marina – Policastro (Salerno) Rosa Cassese – I.C. Madonna Assunta – Napoli Annunziata Campolattano – IISS Nitti – Napoli Maria Rosaria Mazzella – I.C. Anna Baldino – Brano di Ischia (Napoli) Giovanni Ciro Cozzolino – I.C. De Luca Picione – Cercola (Napoli) Carmela Mosca – Istituto Superiore Munari – Acerra (Napoli) Maria Saletta Longobardo – ISS Francesco Caracciolo Giovanni da Procida – Procida (Napoli) Antonio Curzio – I.S. Mario Pagano -Napoli Chiara Schiavo – I.C. 49 Toti Borsi Giurleo – Napoli Antonia Introno – 21° CD Mameli Zuppetta – Napoli - Napoli Maria Rosaria Stanziano – ISIS Archimede - Napoli Giuseppe Pezza – ITIS Galvani – Giugliano (Napoli) Maria Grazia Puzone – I.C. Casoria 1 Ludovico – Casoria (Napoli) Anna Fornaro – I.C. Beneventano – Ottaviano (Napoli) Angela Comparone – I.C. G.Parente – Aversa (Caserta) Laura Colantonio – I.C. De Filippo – san Giorgio a Cremano (Napoli) Valeria Tripepi – SSS D’Ovidio Nicolardi – Napoli Anna De Paola – ISIS Attilio Romanò- Napoli Fabiana Squillace – I.C. Puccini – Casora (Napoli) Alessandra Guida – ITG Della Porta Porzio – Napoli Giuliana Autieri – SSS Gobetti de Filippo- Quarto (Napoli) Maria Luisa Salvia – I.C. Palasciano – Napoli Raffaele Romano – ISIS Levi Montalcini – Quarto (Napoli) Anna Maria Fierro – Liceo Comenio – Na-
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poli Sabrina Zinno – V Circolo didattico – Giugliano (Napoli) Teresa Martino – ISIS Tassinari – Pozzuoli (Napoli) MarilisaMancino– I.C. E Ibsen- Casamicciola (Napoli) Maria Conte – I.C. S.Minucci – Napoli Rossella Di Matteo – IIS F.Degni – Torre del Greco (Napoli) Giuseppe Montella – IISS Adriano Tilgher – Ercolano (Napoli) Rosalba Morese – I.C. 7 Pergolesai – Pozzuoli (Napoli) Augusto Festino – I.C. Gragnano 3 – Gragnano (Napoli) Silvia Parigi – Liceo Alberti – Napoli Antonietta Prudente – IS Duca degli Abruzzi – Napoli Anna Errichiello – Liceo Gandhi – Casoria (Napoli) Paola Carnevale I.C. 5 Montale – Napoli Filomena Nocera – I.C. Radice Sanzio Ammaturo – Napoli Maria Cristina Bottigliero – I.C. E. de Amicis – Succivo (Caserta) Annalisa Illiano – I.C. Oriani-Diaz – Pozzuoli (Napoli) Giovanni La Montagna – Liceo Alfonso M.de’ Liguori – Acerra (Napoli) Ida Di Lieto – V I.C. – Nocera Inferiore (Napoli) Raffaele Palomba – I.C. Don Milani – Torre del Greco (Napoli) Amalia Sciorio – I.C. Marconi-Torricelli – Casandrino (Napoli) Landolfi Fabrizia – Liceo Di Giacomo – San Sebastiano al Vesuvio (Napoli) Giuseppina Blenx – DD 1° Circolo- Ischia Porto (Napoli) Maria Luisa Buono – Liceo Scientifico Giordano Bruno – Arzano (Napoli) Daniela Denaro – Liceo artistico e musicale – Sorrento (Napoli) Immacolata Iadicicco – IIS F.S. Nitti – Portici (Napoli) Rosaria Mancini – IIS Giancarlo Siani – Napoli Paola Rosapepe – Direzione Didattica – Baronissi (Salerno) Vincenzo Gagliotta – I.S. Mons. Pasquale Guerriero – Avella (Avellino) Maria Siniscalchi – I.C. B.Croce – Lauro (Avellino) Gabriella Russo – ITT Marie Curie – Napoli Rosa Pellegrino – I.C. Telese Terme – Telese (Benevento) Gabriella Ugatti – I.C. Virgilio – Eboli (Salerno) Ester Miccolupi – I.C. M.Buonocore-A.Fienga – Meta (Napoli) Giuseppe Cotroneo – Liceo Scientifico Filippo Brunelleschi – Afragola (Napoli) Maria Grazia Ceglia – I.C. Alpi – Montescarchio (Benevento) Domenica Raffaella Cirasuolo – I.C. Galiano – Montoro (Avellino) Giuseppina Maddaloni – D.D. Gragnano 1 Ungaretti – Gragnano (Napoli) Virginia Comune – I.C. 2 Castaldo Nosengo- Afragola (Napoli) Letizia Testa – ITES Caruso – Napoli Maria Rosaria Icolaro – IIS A.M. de Liguori – Sant’Agata dei Goti (Benevento) Francesca Coletta – I.C.4 pergolesi – Pozzuoli (Napoli) Diego Rijie – I.C. Cariteo Italico – Napoli Renata Florimonte – I.C. G.Barra – Salerno Anna Maria Franzoni – I.C. 76 F.Mastriani – Napoli Claudio Mola – Liceo N.Braucci – Caivano (Napoli)
Stefano albano – S.S. Gramsci Impastato – Giugliano (Napoli) Chiara Conti – I.C. Forio 1 – Forio (Napoli) Elisa Scattaretico – I.C. G.Romano – Eboli (Salerno) Milena Satriano -I.C. Vietri sul mare – Vietri (Salerno) Mariarosaria Napoliello I.C. Giovanni XXIII – Cava dei Tirreni – (Salerno) Giovanni De Pasquale – I.S. Sandro Pertini – Afragola (Napoli) Angela Aversa – I.C. Bozzaotra – Massa Lubrense (Napoli) Maria Rosaria Toscano – I.C. Sulmona Catullo Salesiane – Pomigliano d’Arco (Napoli) Annarosaria Lombardo – IV I.C. Nocera Inferiore (Salerno) Ida Lenza – I.C. Rita Levi Montalcini – Salerno Genevieve Abbate – DD 3 Circolo Aldo Moro – Afragola (Napoli) Antonella Barreca – ITES Galiani – Napoli Maria del Gaudio – 4 CD - Scafati (Salerno) Gaetano Gallinari – I-C. Wojtyla – Castellammare di Stabia (Napoli) Giovanna Mugione – I.S. Marconi – Giugliano (Napoli) Emilia di Blasi – I.C. A, Di Meo – Volturara Irpina (Avellino) Rosanna Casalino – I.C. Marina di Camerota (Salerno) Rosalba Rotondo – I.C. Alpi Levi – Napoli Elisa De Luca – I.S. Masullo Theti – Nola (Napoli) Gabriella Russo – ITI Curie – Napoli Angela Renis – DDS Gragnano 2- Gragnano (Napoli) Antonella Serpico – ITIS Giordani – Caserta Marina Petrucci – IIS R.Scotellaro – San Giorgio a Cremano (Napoli) Carmela Musella – IPSEOA Duca di Buonvicino – Napoli Lucia Marino – I.C. D’Aosta – Ottaviano (Napoli) Carmela Mugione – Liceo Scientifico De Carlo – Giugliano (Napoli) Fortuna Santaniello – Liceo Plinio Seniore – Castellammare di Stabia (Napoli) Rosanna Genni – I.S. Europa – Pomigliano d’Arco (Napoli) Olimpia Tedeschi – I.C. Leopardi – Torre del Greco (Napoli) Anna Pugliese – I.C. Capuozzo – Napoli Carmela Mugione – Liceo Scientifico linguistico De Carlo – Giugliano (Napoli) Diamante Marotta – Liceo Quercia – Marcianise (Caserta) Mario Nicolino Zollo – I.C.3 Rodari Annecchino – Pozzuoli (Napoli) Lucia Vollaro – I-C- Virgilio IV – Napoli Francesco Mezzacapo – I.C. don Milani – Caserta Barbara Di Cerbo – I.C. Aldo Moro – Napoli Marianna Massaro – I.C. de filippo – Poggiomarino (Napoli) Franca Principe – IIS Carlo Pisacane – Sapri (Salerno) Maria Caiazzo – I.C. Bovio Pontillo Pascoli – Cicciano (Napoli) Fabrizia Landolfi – I.C. Paolo Borsellino – Napoli Arpaia Albina – 39° C.D. Leopardi – Napoli Silvia Rosati – I.C. Colombo – Frattaminore (Napoli) Sandra Salerni – I.C. – Lusciano (Caserta) Angela Sodano – I.C. Europa Unita – Afragola (Napoli) Luca De Simone – SM Iaccarino – Ercolano (Napoli)
Augurissimi
Congratulazioni vivissime alla dott.ssa Teresa Grano, che ha vinto il Concorso in Magistratura, risultando idonea, quindi, a ricoprire il delicato e impegnativo ruolo di “Giudice”. Alla brillante magistrata afragolese, il parroco don Peppino Delle Cave e l’intera comunità parrocchiale di S. Marco augurano di cuore di intraprendere un percorso professionale ricco di enormi soddisfazioni, sicuri che Ella, giovane di Azione Cattolica, dotata di eccelsa tempra interiore e di limpida coscienza morale, saprà sempre agire, in ogni scelta connessa al ruolo che ricoprirà, nel rispetto dei valori costituzionali di giustizia, di uguaglianza e di legalità, illuminata e orientata dagli ideali evangelici, senza mai dimenticare, in particolar modo, che la legge è fatta per gli uomini e non gli uomini per la legge.
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La partenopea Gastronomia Arfè Impresa artigianale di autentica eccellenza, la partenopea Gastronomia Arfè, rappresenta la storia del migliore gusto di Napoli e della Campania. Nata nel 1870, è tra le più antiche d’Italia, apprezzata anche all’Estero. A celebrare i 150 anni di attività, il patron Antonio con la famiglia, che ha condiviso questa importante ricorrenza con parenti, amici e clienti affezionati. Accanto a lui, la moglie Rosaria Troiano, le figlie Barbara e Martina, a comporre una famiglia affiatata; i fidati collaboratori Silvana, Carlos e Susy. Insieme a loro, la giornalista Teresa Lucianelli, specializzata in enofood ed eventi, responsabile per l’ufficio stampa e la comunicazione, che ha firmato l’ampia rassegna on line, cartacea e video e curato i numerosi incontri con i professionisti dell’informazione, che hanno dato il proprio contributo attraverso riprese e foto di alta qualità e ampi servizi giornalistici sulle principali testate a larga diffusione e specializzate. Si sono susseguiti per più giorni nell’attuale sede unica in via Giacomo Piscicelli 37, vari appuntamenti, tutti in sicurezza e a numero chiuso e limitato, nel rispetto delle norme anti-covid19. Rosario Lopa, portavoce della Consulta Nazionale per l’Agricoltura e Turismo, ha aggiunto valore e unicità a questa importante ricorrenza, conferendo il riconoscimento per meriti speciali ricevuto “tributato alla storica azienda, in occasione dei 150 anni di onorata attività, per meriti speciali nella valorizzazione dei prodotti della tradizione italiana e ricchezza gastronomica del territorio, che rappresenta dal 1870 il meglio della cultura culinaria: un secolo e mezzo al servizio
dei consumatori, all’insegna del migliore gusto e dell’autentica eccellenza campana”. Telecamere puntate, quando il patronchef ha ringraziato il portavoce Lopa, profondamente commosso e “onorato di ricevere questo ambito e significativo riconoscimento” che premia l’impegno degli Arfè, di generazione in generazione, dal 1870, in ambito alimentare e gastronomico. Ha poi presentato ufficialmente la figlia Barbara, già apprezzata emergente, quale erede dell’attività culinaria che gli succederà nell’attività culinaria di eccellenza. Tra i partecipanti, Vincenzo Napolitano patron di Cantine Mediterranee; Giuseppe Rivoli per DAC Spa forniture alimentari; Pasquale Morgese, titolare del Caseificio
Morgese vertici delle rispettive ditte, tra le fornitrici basilari della Gastronomia Arfè, e sostenitori dell’articolata manifestazione. Sullo squisito Babà della tradizione, simbolo pasticciero di Napoli, la candelina rossa con il numero “150” a ricordare altrettanti anni d’impegno e di onorata attività. Antonio, erede di una salda e apprezzata tradizione e artefice dell’espansione dell’attività di famiglia, ha ripercorso puntualmente, nel corso di ciascuno incontro, le tappe significative della crescita aziendale, collegandosi alla rappresentativa raccolta di foto d’epoca e a varie documentazioni, tramandate dai suoi avi. Passo dopo passo, ha delineato uno spaccato storico di Napoli e della Cam-
pania, d’indubbia rilevanza, collegando la storia della sua impresa con i contesti storici di tre secoli, le influenze e ripercussioni di due guerre mondiali e altri conflitti, dei numerosi eventi di rilievo che si sono susseguiti fino a questo 2020, pandemia inclusa, sul commercio alimentare e sulla ristorazione. Nei ricordi, le origini nel 1870, ai Quartieri Spagnoli, Antonio, la vendita dei generi primari di qualità garantita; poi, nel 1900, l’inaugurazione del primo negozio su strada, in vico Tiratoio 4, fondato da don Antonio Arfè e donna Teresina Mazziotti con ricercate specialità, prodotti caseari freschi e stagionati e salumi provenienti dalle province della Campania: prelibatezze presenti tuttora nell’attuale sede unica aperta di Chiaia nel 1950, gestita insieme alla moglie Rita Valente, dal figlio Pasqualino, sopravvissuto alla prigionia tedesca, che ampliò l’assortimento. Commovente il momento in cui, con parole di affetto e gratitudine, ha reso onore al coraggio imprenditoriale della mamma, vedova nel 1972, che ha proseguito l’attività con assoluta dedizione alla memoria del marito. A supportarla, Bartolomeo Plata, già aiuto di Pasquale, e i figli: Carla e, al termine degli studi, Antonio, “cuoco specializzato per amore della famiglia” che ha puntato sull’eccellenza del gusto partenopeo anche nell’ambito culinario di sua competenza, e ha soddisfatto le nuove richieste di della clientela, con squisiti piatti della tradizione e gourmet, specialità rosticciere, variegati dolci, preparati in sede, e pure attraverso servizi di catering e banqueting. Il Maestro di Cucina dell’Associazione Professio-
DOMENICA 25 OTTOBRE 2020 nale Cuochi Italiani, ha fidelizzato una clientela sempre più ampia, conquistando notorietà in ambito nazionale ed estero. Il successo della storica Gastronomia - come spiegato dagli stessi Arfè - è fondato sia sull’attenta selezione dell’offerta, l’asporto e la degustazione al momento, di specialità e tipicità ali-
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mentari a filiera controllata, provenienti dalle province della Campania, consegnate più volte al giorno da selezionatissimi fornitori; sia sulle gustose e famose pietanze cucinate in loco anche al momento, e gli irresistibili dolci, caratterizzati dall’appartenenza territoriale. Da sempre sensibile e atten-
to alla tutela della salute, lo chefpatron sceglie metodi di cottura innovativi che impiega nel preparare anche i piatti della tradizione, per preservare le proprietà nutritive e i sapori originari, e allo stesso tempo garantire leggerezza e digeribilità, anche grazie ad alcuni “piccoli segreti che fanno la
differenza” - rivelati in parte proprio in occasione dei 150 anni dell’attività - e impreziosiscono le ricette storiche e quelle esclusive targate Arfè. Quelle stesse deliziose specialità salate e dolci presentate e offerte nelle degustazioni celebrative agli ospiti, la cui presenza è stata premiata con gli irresistibili “i piaceri della gola”.
TERESA D’ANGELO
Pollice all’insù per Domenica Like, riparte il format televisivo condotto da Ciro Sannino su PiuennE
Riparte la trasmissione televisiva,al suo secondo anno su Piuenne tv canale 17, condotta dallo spumeggiante Ciro Sannino, con i suoi racconti, che dalle 12 alle 14 ci fa compagnia, con il suo intrattenimento ricco di storie, interviste a personaggi ed artisti e denuncia anche fatti attuali. Questo format è cucito molto alla personalità di Ciro, il fatto di sapersi emozionare, essere dolce, curioso ma anche irruente, lì dove ci sono situazioni che non vanno come l’ingiustizia. Domenica Like è un raccontare pulito, umano, sensibile, romantico e veritiero, un entrare nella vita delle persone ma in punta di piedi, senza intralciare troppo la vita personale.Questo programma soprattutto quando ci sono artisti che vengono intervistati incanta, un po’ come Domenica In, ma al posto di Mara Venier c’è Ciro Sannino, che sa prendere dalle persone molte sfumature della loro personalità. Abbiamo visto Ciro in molte vesti, attore, conduttore e cantante, ma la passione per la televisione, per il contatto umano si vede, come il condurre oppure fare Teatro, dove dall’età di nove anni pratica questa bellissima passione e disciplina. Il teatro è arte, cultura, espressione, passione, devi
avere tutto ciò nel sangue per capire i brividi e le soddisfazioni che da. Questo è un periodo tragico, per gli eventi,per gli spettacoli, per il teatro, per il cinema, per la tv, un periodo non stabile a causa di questa pandemia mondiale che ha fermato tutto. Ma l’importante è non perdere la voglia di fare, di costruire, di ideare,ma stando vicino alle persone anche attraverso uno schermo, aiuta un po’ a distrarre, dai soliti Tg, che ormai destano terrore. Sono felice in primis che Questo programma riparte, per seguire Ciro ed
aspettare incuriosita chi intervisterà. Ho sempre seguito il programma, confermando la pura umiltà, sensibilità e professionalità di Ciro.Alla domanda “Chi ti piacerebbe intervistare?”,c’è una lista di persone del cassetto dei sogni, come Vincenzo De Luca, Gigi D’Alessio, Franco Ricciardi, Maria Nazionale, Valentina Stella e tanti altri. Speriamo che tutto ciò possa accadere, perché è splendido intervistare prima la persona, poi l’artista che c’è dietro ognuno ma soprattutto perché coloro citati sono storia di Napoli.
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DOMENICA 25 OTTOBRE 2020
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Fabrizio Kühne
L’AIRB ricorre al TAR contro l’ordinanza del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca
L’Associazione di categoria, compromessa nella sua attività lavorativa sull’intero territorio nazionale, invoca la violazione del principio di uguaglianza. L’Associazione Italiana Regalo, Bomboniera, Wedding e Confetto, presieduta dal napoletano Luciano Paulillo ha dato mandato ai suoi legali per impugnare l’Ordinanza regionale campana, nr.79 del 10/2020. Il ricorso sarà presentato al TAR in considerazione della possibile violazione del principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione Italiana.Il settore del wedding, che fattura in Italia oltre 37 miliardi di euro all’anno ed occupa 500mila lavoratori, ha nella regione Campania la “locomotiva” produttiva del comparto. Proprio in questa regione, dove il fatturato dei soli matrimoni si attesta a 2,7 miliardi annui, senza considerare le altre cerimonie celebrative (comunioni, cresime, battesimi), è giunta pochi giorni fa l’ordinanza restrittiva del Governatore che ha, di fatto, chiuso completamente l’esecutività dei festeggiamenti relativi alle cerimonie religiose e, quindi, quella di banchetti nelle strutture ristorative. L’azione impedisce così lo svolgimento dell’attività lavorativa ad oltre 80mila operatori. “Abbiamo già cercato in precedenza con il Governatore De Luca mediazioni per trovare le soluzioni necessarie a tutelare il bene salute senza comportare una chiusura completa del comparto cerimonie. Ma l’ordinanza nr.79 – afferma il presidente Luciano Paulillo – è un atto di guerra contro chi ha sempre osservato le disposizioni normative e proposto condizioni migliorative per arginare il problema. Oramai si è superato il limite rischiando di ledere i diritti costituzionali. I nostri legali, studiando il documento restrittivo della Regione Campania, hanno riscontrato la possibile violazione del principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione Italiana. Dunque procederemo in termini legali presso le sedi competenti”. L’analisi espressa dai legali si racchiude infatti in poche, ma esaurienti, righe: “Innanzi alla necessaria tutela di un interesse collettivo quale quello della salute pubblica è indubbio il doversi sacrificare, o meglio limitare, un altro diritto costituzionalmente riconosciuto quale il diritto al lavoro di cui
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all’art. 4. Non sussisterebbe, almeno in linea di principio e in forza di una prima analisi superficiale, alcun problema giuridico degno di questo nome, poiché il “bene della vita” come oggetto di tutela, da parte del Nostro ordinamento, viene identificato in termini di ‘sommo bene’, di alterità normativa superiorem non recognoscens. Ciò nonostante ci troviamo innanzi a quella che potrebbe assumere le sembianze di un’eclatante violazione del principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione Italiana proprio poiché, in tal caso, non si discute assolutamente di un bilanciamento tra interessi collettivi, ove si tende a tutelarne uno limitandone un altro, ma si dispone una “discriminazione economica” che viene rimarcata da una chiusura assoluta prevista dall’ art. 1. comma 2 dell’ordinanza 79/10/2020 della Regione Campania, ove si fa divieto dello svolgimento di qualsiasi attività celebrativa postuma riti religiosi. L’impossibilità di definire “festa” e il cosa debba intendersi per celebrazione dovrebbe già di suo rendere chiaro il come anche in un ristorante si possa tranquillamente celebrare un momento di spicco. Risalta, quindi, il vuoto normativo di cui gli attuali strumenti di controllo sarebbero fautori. Proprio in vista di tali elementi e considerazioni, sembrerebbe possibile attuare un’impugnazione dello strumento in analisi, finalizzata ad ottenerne l’annullamento per eccesso di potere e violazione e/o errata interpretazione di legge, nonché per sollecitare il giudice amministrativo a sollevare incidentalmente la questione di legittimità costituzionale della sopracitata ordinanza”. Anche il vice presidente AIRB, Danilo Dionisi, sottolinea la necessità di procedere legalmente: “Non esistono strumenti di dialogo in situazioni simili e soprattutto non si prevedono alternative ristoranti per una scelta così drastica. L’esempio negativo prodotto in Campania va fermato per dare un segnale forte, in caso di una eventuale sentenza favorevole del TAR, alle altre regioni italiane. Le Istituzioni, locali e nazionali, se vogliono assumere atteggiamenti drastici devono prevedere interventi economici di supporto”. Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. Reg. 5116 del 28/02/2000
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