DOMENICA Settimanale di Informazione 22 NOVEMBRE 2020
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ANNO XIX - N° 34 - DOMENICA 22 NOVEMBRE 2020
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L’editoriale DI NANDO TROISE
Il virus cinese costringe le Città a partecipare
Sono tanti i comunicati stampa e le lettere che arrivano. Il PD, il Movimento 5 stelle e Angela Russo criticano il metodo utilizzato dal Sindaco nell’amministrazione della Città con un manifesto sulle mura di Casoria. ✽✽✽✽✽✽ Ecco, invece, la partecipazione del cittadino: “si venga a vedere in che condizioni si trova via Padula. Una serie continua di fossi ed avvallamenti. Lo stato pietoso del marciapiede di via Manzoni. Non esiste un metro quadrato di superficie, esente da buche. Finiremo a “Striscia la notizia” per le assunzioni effettuate nel Comune di Casoria, Ci sono varie inchieste su queste vicende. La sicurezza? Per il mercato dei tessuti del venerdì nel PalaCasoria non esiste nessun controllo mercatale sia merceologico che viario. Pulizia delle strade? Da noi non c’è una emergenza rifiuti ma una situazione endemica e stabile nel tempo”. Questo quanto arrivatoci dal gentile lettore che ringraziamo.
La terra dei fuochi è Area Rossa
UNA CITTA’ NEL CAOS È in corso d’opera l’attacco dell’opposizione consiliare (anche se sul manifesto mancano le firme dei consiglieri comunali di opposizione Rino Fico e Rino Troiano). Le tematiche che i consiglieri comunali di opposizione affrontano insieme alla Città sono VIABILITA’ – SPAZZATURA – URBANISTICA. Da 18 mesi Raffaele Bene è il Sindaco di Casoria, dopo aver vinto il ballottaggio con Angela Russo. Dal manifesto esce un quadro agghiacciante e severo dell’operato dell’amministrazione comunale: “L’operato dell’amministrazione è stato deludente – dichiara Elena Vignati – le attese di legalità e trasparenza non hanno avuto riscontro nei fatti; le motivazioni che
hanno portato lo scioglimento dell’amministrazione comunale a guida Fuccio, ed io sono stata una dei quattordici firmatari le dimissioni che hanno causato la caduta di quella amministrazione, non hanno prodotto un’opera di forte rinnovamento da parte del Sindaco e degli assessori che governano il territorio”. “A Casoria l’attività politico amministrativa è ferma da 80 giorni. Le assemblee elettive locali sono un momento di confronto utile per conoscere le problematiche cittadine, dove nasce e si sviluppa il confronto politico sulla Città e dove il cittadino ha il diritto di di sentirsi rappresentato da una o l’altra parte politica. Seguendo l’esempio di altre amministrazioni locali, nonostante l’emergenza sanitaria da coronavirus, i consigli comunali da remoto sono stati legittimati grazie ad appositi decreti che hanno consentito di non fermare la macchina amministrativa nemmeno durante il lockdown. CONTINUA A PAG. 5
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SEGUE da pag. 3
Nei prossimi giorni scriveremo al Prefetto di Napoli per chiedergli di valutare l’esistenza di eventuali condizioni che ostacolino il regolare svolgimento delle attività istituzionali del Comune di Casoria”. Nel manifesto del 13 novembre i movimenti politici di opposizione stanno comunicando alla Città le loro critiche. È, comunque, strano che alcuni componenti delle aggregazioni politiche che hanno governato la Città per tanti anni (non mi riferisco certo ai firmatari del manifesto) e dopo aver subito ben tre scioglimenti si pongano come alternativa valida, come se i cittadini non li conoscessero, non ricordassero il malgoverno del territorio. Basterebbe leggere gli atti dei tre scioglimenti. Il pur deludente operato dell’amministrazione non può legittimare la demagogia di chi, non solo ha infestato di degrado Casoria ma non ha avuto neanche il coraggio di fare autocritica e costruire un percorso di partecipazione nuovo che ascoltasse le richieste dei cittadini di questa martoriata Città. Chi oggi denuncia, attraverso blog, social ed anche il più importante quotidiano del meridione d’Italia, la “possibile non avvenuta bonifica dell’Alenia”, ricordi ai suoi elettori ed a quelli degli altri cosa successe sulla Resia, di proprietà Enichem, dopo il ritrovamento dei 90 fusti tossici di resine fenoliche e superfenoliche. Raccontino il loro operato, pur di rimanere nel tema, su eventuali avvenute bonifiche sui terreni della Tubi Bonna e della Rhodiatoce. Facciano conoscere ai loro ed altrui elettori se ricordano la Cutolo Metallorganica, la Montanino e la Dyrup e tanti altri capannoni abbandonati ed i loro segreti di morte. Raccontino dell’acquisto miliardario degli uffici, oggi chiusi, all’interno del Parco Le Querce, in via Po, dove erano allocati fino a quattro anni fa gli uffici dei Servizi diretti alla Persona. E veniamo alle nostre proposte; quelle del settimanale Casoriadue e del portale di informazione www.casoriadue.it. 18 MESI FA consigliammo al Sindaco di questa Città, il quarantaquattrenne avv. Raffaele Bene ed alla sua giovane Giunta Municipale un programma su cui costruire un dibattito volto ad esprimere delle idee, a mettere al centro delle proposte per la costruzione dei loro progetti elettorali. Un programma, il nostro, dibattuto du-
rante le interviste fatte con la webtv NANOTV, allo stesso Sindaco (e per ben due volte a dicembre 2019), poi con Tommaso Casillo, Pasquale Tignola, Marco Colurcio, Enzo Ramaglia, Alessandro Puzone, Stella Cassettino, Salvatore Iavarone, Luisa Marro, Elena Vignati, Pasquale Fuccio Con gli altri Assessori: Paola Ambrosio, Luigi Goffredi, Franco Russo e Ilaria Capone, tantissimi gli incontri, purtroppo, informali: senza telecamera e senza alcun taccuino o registratore. Nessun esponente politico si è interessato a quelle proposte. È IMPORTANTE ricordarne qualcuna: la costruzione di un piano regolatore impostato al recupero degli spazi inutilizzati e delle aree dismesse e in cui venga sancito l’impossibilità di costruire ancora; il cambiamento di tutti i dirigenti della macchina comunale; PROPONEMMO la valorizzazione dei dipendenti comunali per la gestione del verde e per la realizzazione di progetti di riutilizzo delle aree dismesse; lo scioglimento della fallimentare “Casoria Ambiente” e la costruzione di una società pubblica per la gestione dei rifiuti e la pulizia delle strade, i cui dirigenti vengano scelti con regolare e trasparente bando di concorso, augurando nel frattempo al nuovo amministratore unico Massimo Iodice di riuscire a normalizzare quel pasticciaccio brutto, un carrozzone politico nato ormai molto più di 20 anni; il bilancio partecipativo; la costruzione di un organo di partecipazione in cui valorizzare le idee dell’associazionismo e
dei sindacati; una carta studenti che agevoli gli studenti ad accedere ai consumi culturali; un organo di partecipazione giovanile formato da associazioni territoriali e comitati studenteschi; l’utilizzo dello Stadio San Mauro con l’organizzazione di eventi sportivi compreso l’atletica leggera; la valorizzazione del centro storico e la promozione della Città come luogo di turismo religioso; i salotti sociali; l’applicazione nel campo della comunicazione della legge 150/2000; l’utilizzo del personale dipendente comunale in virtù delle proprie capacità ed attitudini (ed in questo contesto chiarire le problematiche sulla figura professionale delle guardie particolari giurate e degli ausiliari di polizia municipale). Il virus cinese può senza alcun dubbio frenare (ammesso che ce ne sia la volontà politica di realizzarle, di cui ho seri e fondati dubbi) qualcuna di queste mie proposte ma non può e non dovrebbe di certo certificare la MORTE amministrativa e politica di una Azienda, l’Ente Locale Comune di Casoria, maggiore polmone finanziario della Città, organo primario nella organizzazione sociale della stessa Città e la cui guida, il Sindaco, è la massima autorità non solo politica ma anche sanitaria e militare. Il virus cinese, invece, concede la possibilità in un questo lungo periodo di lockdown al Sindaco ed alla Giunta Municipale (sempre ammesso che ci fosse la volontà politica) di programmare onde, poi, poterle realizzare le proposte da me suggerite. Alla prossima….
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APPELLO AL SOSTEGNO DELLE “OPERE SEGNO” DELLA CARITAS DIOCESANA
Per effetto della pandemia, il tasso di povertà in Italia è passato dal 31%al 45% rispetto allo scorso anno: a stabilirlo è la Caritas italiana che ha diffuso i dati allarmanti nel Rapporto 2020 raccolti dai Centri di ascolto e dalle Caritas diocesane e parrocchiali di tutto il nostro Paese. In una intervista pubblicata su Nuova Stagione, il Cardinale Crescenzio Sepe ha evidenziato che “alla crisi economica e occupazionale degli ultimi anni si sono aggiunte a Napoli le conseguenze dell’aggressione virale da Covid 19” aggiungendo che in città “impera una diffusa paura e una grande preoccupazione che sta diventando disperazione per diversi settori della economia e della società, particolarmente colpiti dalle ultime misure restrittive. Conseguentemente cresce paurosamente il numero degli inoccupati. C’è il crollo dei turisti, dei consumi, della produzione e quindi del lavoro”. Ma la Chiesa, definita da Papa Francesco “ospedale da campo dopo la battaglia”, ha mostrato la sua fattiva e concreta vicinanza verso i “samaritani” bisognosi di aiuto. “È Intenso” ha spiegato Sua Eminenza “il rapporto con le famiglie che si cerca di incoraggiare, sostenere e aiutare in tanti modi, fornendo generi di prima necessità e farmaci attraverso la Farmacia solidale diocesana che distribuisce prodotti farmaceutici e non solo ai senza dimora, agli immigrati e ai nuovi poveri. Proprio in questi giorni, inoltre, sono in distribuzione diversi Kit scolastici per i bambini che appartengono a famiglie disagiate e che non avrebbero frequentato la scuo-
Il Cardinale Sepe: “La Chiesa diocesana accanto alle famiglie in difficoltà in questo tempo di pandemia” ****** A Casoria, come già nel primo lockdown, continua ad offrire la sua opera di solidarietà umana e cristiana la “Mensa S. Teresa di Calcutta”. La commovente testimonianza della dottoressa Stefania, di Pagani (SA) la primaria proprio per mancanza delle cose essenziali come grembiule, quaderni, zainetto, e altro. In questo periodo, ha proseguito l’Arcivescovo, “la Chiesa locale è sempre più attiva sul territorio, con grande rischio per sacerdoti e diaconi permanenti, ma anche per seminaristi. Diversi presbiteri sono anch’essi risultati positivi e anche alcuni religiosi dei quali uno, vincenzia-
no, è tornato al Padre Celeste. La stessa cosa per i diaconi permanenti, uno dei quali, medico, è deceduto nei giorni scorsi. Alla domanda su quale sia l’indice di povertà a Napoli in questo tempo di pandemia, Sepe ha fornito questa risposta: “Per tutto quello che abbiamo detto fino ad ora è cresciuto notevolmente perché ai barboni, ai senza dimora, ai tanti separati e divorziati rimasti senza affetti e senza casa si aggiungono i disoccupati storici e i nuovi senza lavoro. Nella fase acuta della pandemia, la Chiesa di Napoli, accompagnata dalla generosità di alcuni Gruppi Aziendali e dall’Esercito Italiano, ha potuto essere accanto a tantissime famiglie in difficoltà. Ora si va sempre più affermando questa esigenza e stiamo cercando di far fronte con le nostre risorse e disponibilità. Riusciamo a condividere i bisogni di tante famiglie attraverso il Cair, la Caritas, le mense diocesane che ormai sono oltre dieci. Nel contempo, abbiamo una casa di accoglienza che ogni sera permette a circa 150 persone di ogni nazione e credo religioso di rifocillarsi, lavarsi e dormire e ad essa abbiamo aggiunto una nuova casa di accoglienza per togliere persone dalla strada e sottrarle al pericolo di contagio”. Sulla lettera inviata dalle Caritas diocesane della Campania al Presidente De Luca, il Cardinale ha posto in rilievo che l’intento “è quello di richiamare l’attenzione delle Istituzioni e, nello specifico, della Regione sulla povertà crescente e su persone che risultano invisibili perché non hanno voce per farsi sentire e rivendicare i propri diritti all’assistenza economica e sanitaria, a un tetto, a interventi mirati, a gesti di attenzione e di solidarietà se non di amore”. Anche nella lettera per l’Avvento, si coglie la premura paterna del Cardinale per gli indigenti, gli ultimi, per gli “invisibili”, che ancora di più sono provati dagli effetti perniciosi della pandemia. “Il Signore” ha sottolineato “non viene dalla parte dei potenti, dei ricchi prevaricatori, degli indifferenti. Viene dalla parte dei poveri, degli umili, di chi attende con tutto se stesso un regno di giustizia e di pace. Viene dalla parte dei giusti. Viene dalla parte di coloro che testimoniano che l’esistenza è realizzata solo nell’onestà, nella ricerca persona-
DOMENICA 22 NOVEMBRE 2020 le e condivisa del bene perché è bene, non per altri fini o per il privilegio di sé stessi Chiediamo al Signore […] di riconoscerlo nei volti segnati dalla sofferenza […] Vi invito a sostenerci nel lavoro faticoso delle nostre opere segno – in questi mesi- a causa della richiamata emergenza da Coronavirus. Confidiamo nella generosità delle nostre comunità, certi che quest’appello verrà appositamente accolto, anche come gesto di conversione e di preparazione alla Solennità del Santo Natale.” Per sostenere gli interventi diocesani si possono inviare offerte alla Caritas Diocesana di Napoli, specificando nella causale “Avvento 2020”. Ecco le modalità: Conto Corrente Postale 14461800, intestato a “Caritas Italiana opera Diocesana di Assistenza di Napoli”; Intesa San Paolo – Iban IT60G03069 09606 100000006483 Conto intestato a “Arcidiocesi di Napoli – Caritas Diocesana Napoli”; Unicredit Spa – Iban IT6Q 02008 03451 000400883868, intestato a “Caritas Diocesana Napoli”. Encomiabile l’opera di fraterna carità
7 messa in campo dalla “mensa S. Teresa di Calcutta” di Casoria (fortemente voluta dal precedente parroco don Marco Liardo e sostenuta dall’attuale pastore don Salvatore Piscopo), definita dalla responsabile, signora Cristina Laezza, un “cenacolo d’amore”: come già nel primo lockdown della primavera scorsa, anche in questa seconda ondata di pandemia la mensa è rimasta aperta grazie a mani e cuori d’oro che ogni giorno assicurano un pranzo da asporto a oltre quaranta ospiti, che in questo periodo di ulteriori restrizioni stanno aumentando progressivamente. Generosi benefattori donano prodotti alimentari e offerte in denaro, consentendo alle persone indigenti del popoloso quartiere Duca D’Aosta, e non solo, di nutrirsi con primo piatto, secondo, frutta e dolci. Cuoche e cooperanti li accolgono con il sorriso radioso, in un clima fraterno ravvivato dalla preghiera di lode. Commovente l’atto di premurosa vicinanza di Stefania, medico di Pagani (Salerno), ai poveri della Mensa: dopo aver letto sulla pagina fb l’amore di Dio che vi si respira, grazie
ai volontari, spinta dall’ansia di carità evangelica, decide di mettere a disposizione i talenti del cuore e della sua professione al servizio dei senza fissa dimora, dei fratelli bisognosi, diversi dei quali vivono presso la stazione di piazza Dante, privi, quindi, di codice fiscale, di tesserino sanitario e, quindi, di assistenza medica: la mattina del 20 novembre scorso si è recata in Mensa per visitarli e curarli, dopo aver effettuato il turno di notte nell’ospedale in cui lavora. È risuonata, Venerdì scorso, mentre la Dottoressa visitava gli “invisibili”, la voce di Papa Francesco: “Il Natale si avvicina, e spesso “la domanda che si fa tanta gente è: ‘Cosa posso comprare? Cosa posso avere di piu’?”. Secondo papa Francesco, però, proprio in questo momento bisogna cambiare prospettiva “e dire: “Cosa posso dare agli altri, per essere come Gesù che ha dato se stesso, ed è nato proprio in quel presepio?”. Perché, spiega il Pontefice, “i poveri sono al centro del Vangelo: il Vangelo non si capisce senza i poveri”.
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8 RITA GIAQUINTO
Covid – 19 : con il Dr. Antonio Piscopo analisi e prospettive
Casoriano doc da generazioni, come stesso lui si definisce, il Dr. Antonio Piscopo ha assunto, dal 2004, la direzione di struttura complessa di chirurgia ortopedica dell’Ospedale Sacro Cuore di Gesù Fatebenefratelli di Benevento, nonché la direzione dell’intero dipartimento chirurgico. Decidiamo di analizzare anche con lui la difficile situazione sanitaria e sociale causata dall’emergenza da Covid-19, con tutti i risvolti che stanno complicando anche il trattamento di tutte quelle patologie che definiamo “ordinarie” ma che, con il tempo che passa, stanno assumendo quel carattere di urgenza che andrebbe debitamente affrontato, e non così superficialmente eluso e prorogato. Un argomento già affrontato nei numeri passati del nostro settimanale ma che, per il bene della comunità, ci sembra giusto porre costantemente all’attenzione delle amministrazioni e della politica, affinché non ci si distragga troppo dal fondamentale tema della “sanità” tutta. A tutt’oggi, il Dr. Piscopo pratica 1700 interventi all’anno di chirurgia ortopedica-traumatologica, una importante carriera di cui ci parla distinguendola in due fasi : la prima – che stesso lui definirebbe universitaria – rappresenta il periodo durante il quale ha lavorato per la Clinica Ortopedica della Prima Facoltà di Medicina di Napoli, diretta dal Prof. Giuseppe Guida. In quell’ambito, ha avuto la possibilità di apprendere cultura, abitudini allo studio e tecnica chirurgica. Il tutto gli è stato propedeutico per la seconda, ed attuale, fase della sua carriera che lo vede Primario nell’importante nosocomio di Benevento. Ed è proprio da qui che partiamo : ci può raccontare di come l’ospedale ed il Suo reparto stanno affrontando la difficile gestione delle
patologie “ordinarie” in concomitanza con l’emergenza sanitaria? “Stiamo vivendo un periodo di grosso disagio. Praticamente siamo aperti solo per le emergenze traumatologiche. Tutta la chirurgia di elezione è sospesa in ambito regionale campano, il tutto a discapito di pazienti già in attesa da mesi. Trattasi di pazienti ormai allettati per importanti artropatie e che sempre più assumono caratteri di patologia di urgenza. Cosa possiamo fare questi pazienti ? Noi sicuramente niente. Questa sarebbe una bella domanda da fare ai nostri amministratori che ci hanno, praticamente, chiusi per la chirurgia di elezione.” Mi dice se a causa del Covid ci sono terapie che sono state cambiate nei Suoi pazienti ? O meglio, ci sono medicinali di pertinenza ortopedica che possono rappresentare un rischio maggiore per il contagio o che potrebbero ostacolare la guarigione in caso di complicanze? “Assolutamente no. Nessun protocollo, né farmaco, né device in uso ortopedico-traumatologico entra in conflitto con questa maledetta patologia Covid 19. Sono cambiati, all’opposto, tutti i protocolli di accesso in ospedale per pazienti, parenti ed operatori sanitari”. Vorrei una Sua opinione sull’attuale zona rossa della Campania : è, secondo Lei, un decreto arrivato in ritardo, Lei lo avrebbe fatto prima? “Egregia Signora, lei mi fa una domanda molto complessa. Guardi che io sono un “terrorista” – diciamo così - molto più del Suo Direttore. Mai abbiamo avuto peli sulla lingua, né abbiamo mai mandato a dirle. Vuole proprio conoscere la mia opinione? Ma tutti questi super esperti che decidono, ma chi sono?
Dove hanno lavorato? Che concorsi hanno superato? I politici, peggio che andar di notte… in estate sono andati in ferie, a settembre hanno preparato le elezioni e adesso…a buon intenditor poche parole. Direbbe un grande uomo di sport di un’altra epoca come Gino Bartali: ”Ragazzi, è tutto da rifare !”. Vaccino: cosa ne pensa e, soprattutto, se ritiene valida anche qualche altra alternativa Da persona seria e, soprattutto, da persona di scienza dedicata, penso di non avere una cultura adatta nonché specifica tanto da rispondere a questo Suo specifico e pertinente quesito. Da chirurgo consumato, quindi dotato di estremo senso pratico, Le dico che tutto quello che può essere utilizzato per arginare questo maledetto problema mi sta bene. Ma, ahimè, un atroce dubbio mi assale: la salute umana verrà veramente anteposta a tutti gli altri interessi ? La storia ci dirà!”.
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Imma Castronuovo
La Medicina Generale al tempo del Covid: intervista al Dott. Mauro Caiazzo
La terribile pandemia da Covid-19 da cui siamo stati travolti e da cui, ancora oggi, a distanza di quasi un anno, non riusciamo a venirne fuori, ha trovato nei Medici di famiglia degli insostituibili alleati cui la comunità deve molto. Il medico di medicina generale, infatti, che segue il paziente in un lungo arco di tempo e si occupa di ogni aspetto della sua vita sanitaria ha, nell’approccio alla cura di questa pandemia, un ruolo fondamentale, atteso che è specializzato nell’affrontare le patologie caratteristiche delle cure primarie sul territorio facendo una sintesi tra le varie necessità del paziente di tipo sanitario e sociale e coordinando sul territorio l’intera vita sanitaria dell’assistito. Non solo. Egli è medico di fiducia del singolo individuo, è colui che, conoscendo l’anamnesi clinica di ogni suo paziente è, probabilmente, il soggetto più indicato nell’approntare, in questa fase, le cure più idonee caso per caso. In questo scenario, l’impatto che il COVID-19 ha avuto sull’intera categoria professionale dei medici è evidente. La medicina ospedaliera ha subito una pressione enorme che ha costretto a riconvertire interi reparti e intere strutture per l’assistenza di persone colpite dal SARS COV-2. Tuttavia anche la Medicina Generale nel territorio ha dovuto affrontare situazioni completamente nuove e in condizioni spesso critiche. Ne parliamo con il Dott. Mauro Caiazzo, che ringraziamo, oltreché per il prezioso lavoro che sta svolgendo come medico, anche per aver acconsentito, in un periodo particolarmente delicato
come quello che stiamo vivendo, a rispondere alla nostre domande. Dottore, si è capito che quest’infezione avrà un andamento epidemico, quindi con dei picchi nella stagione invernale. Il vaccino, se arriverà, non arriverà prima di Febbraio 2021. Come affronterete voi, medici di famiglia, il picco epidemico che ci sta investendo? Come lo abbiamo sempre fatto, sin dall’inizio, a marzo, con grande partecipazione, pienamente investiti del ruolo che abbiamo sul territorio e cioè a difesa della salute pubblica, non solo fisica ma anche psicologica, considerando che rispondiamo a decine e decine di telefonate al giorno, dove, rispondendo, non siamo solo medici, ma anche amici sinceri e affettuosi, padri, madri, fratelli e anche sacerdoti. Ormai, si è compreso che il nostro Paese non si è preparato ad affrontare questo virus, col quale dovremo imparare a conviverci. Non crede che, anziché correre ai ripari istituendo i Covid- Hotel in cui allocare i contagiati da coronavirus, sarebbe stato – e sarebbe, ancora oggi –
più opportuno investire i medici di famiglia, prepararli e dotarli di strumenti e profilassi da adottare presso le abitazioni dei propri assistiti? Si è parlato tanto negli ultimi anni di medicina del territorio. La politica si è riempita la bocca di parole, anzi di paroloni, a decantare la medicina del territorio ma proprio nel momento in cui questa deve assurgere a ruolo fondamentale viene messa da parte, cosi’ come è successo all’inizio della pandemia, dimostrando la scarsa fiducia e considerazione che la politica aveva ed ha nei confronti dei medici di famiglia. Eppure sarebbe bastato molto poco per organizzarsi e far fronte in modo diverso alla nuova emergenza: il nostro ISS (Istituto Superiore di Sanità), il nostro Ministero della Salute, le nostre stesse Asl, prese tutte le informative su quello che stava per accadere avrebbero potuto organizzare a livello capillare incontri brevi formativi con tutti i medici che operano sul territorio, dotarli di dpi (dispositivi di protezione individuali) non risibili come quelli attuali e
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10 organizzare l’assistenza agli ammalati senza la necessità di ricorrere a un corpo speciale come le USCA (Unità Speciali di Continuità Assistenziale, composte da un medico e un infermiere, che hanno lo specifico compito di valutare, su segnalazione del medico di famiglia, i pazienti Covid sospetti o positivi, che sono a domicilio, ndr), che peraltro da noi in Campania hanno fatto la loro comparsa solo una settimana fa; gia’ da marzo ci sarebbe stata una netta riduzione della pressione sulle terapie intensive e sui ricoveri. In questa seconda ondata invece si carica il MMG (Medico di Medicina Generale) di cose che disturbano e deturpano il suo vero ruolo di garante della salute, affidando compiti che potrebbero benissimo essere sostenuti da altre figure professionali, come ad esempio i test sierologici che abbiamo praticato al personale scolastico, le centinaia di mail che mandiamo a questo o quell’ufficio tutti i giorni, le telefonate continue ai pazienti a domicilio, gli stessi tamponi che oggi vengono chiesti ai medici di praticare ai pazienti, tutte cose che tolgono tempo al medico, lo sfiancano, lo allontanano dal suo vero ruolo, senza dimenticare che altre patologie, anche gravi, continuano ad esserci e a richiedere la massima attenzione. Dottore, sono troppe le proteste di quanti, contagiati o in odore di contagio, lamentano di sentirsi abbandonati dallo Stato e dalla
Sanità; assenza di assistenza, tempi di attesa lunghissimi per fare un tampone, tempi altrettanto lunghi per rifare il tampone una volta terminata la cura, persone attaccate ad un telefono per ore, e nessuno, dall’altro lato, che risponda; se un soggetto ha contratto il virus ed ha crisi d’aria, fame d’aria, con necessità di ossigeno, spesso si sente dire che in farmacia non ci sono bombole ma, a monte, un malato di covid-19 non può avere una bombola di ossigeno senza aver rispettato un rigoroso protocollo che autorizzi l’ASL di competenza a fornire ossigeno a quel paziente. Tutt’oggi, lamentano in molti, non c’è una corsia preferenziale per avere l’ossigeno a casa se ci si ammala di covid-19. Come è possibile che ciò accada? Voi medici avete esposto il problema agli Enti all’uopo preposti? Se sì, che cosa vi è stato risposto? E come pensate di intervenire, nelle more, per risolvere un problema così grave come questo? La carenza di ossigeno è un problema che solo ora ascende alla ribalta, perchè ci sono più ammalati a domicilio e quindi un aumentato fabbisogno nelle proprie abitazioni. Ovvio che bisognava prevederlo, cioè la nostra classe politica doveva avere la lungimiranza di pensare che questo problema poteva presentarsi e trovare per tempo una soluzione. Non credo tuttavia che questo sia un problema drammatico
perchè recuperare bombole vuote al domicilio dei pazienti,prescrivere ossigeno liquido invece che gassoso danno ottime probabilità di venire incontro alle esigenze dei pazienti. Un problema invece da risolvere al piu’ presto è la lunga attesa che i pazienti devono sopportare nella effettuazione dei tamponi, attesa anche nell’avere gli esiti degli stessi oppure i costi spesso esagerati per poter effettuare un tampone presso un centro privato, tutto questo è spesso intollerabile per il paziente, ma anche per il medico. Dalle suesposte considerazioni emerge un dato di fatto incontestabile: che i medici di famiglia sono una pietra miliare del Servizio Sanitario, ma che non possono e non devono essere lasciati soli nella lotta a questa terribile pandemia. È compito di questo Governo dotarli di tutti quei supporti che li aiutino ad aiutare. Ciò significa farsi carico della sicurezza dell’MMG nell’agevolare la sua opera, mettendo a disposizione presidi e organizzazione adeguati ed attuando una sinergia – che, finora, purtoppo, è assai carente – tra la medicina ospedaliera e quella territoriale. Il nostro “grazie” ai nostri MMG che, come il Dott. Caiazzo, silenziosamente, sommessamente, e con grande abnegazione, dedicano la vita ai propri pazienti, in una continua profusione di tutte le loro energie e cure, cercando di regalare loro, un domani.
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CIRO TROISE
Il Coni può salvare il calcio da un’altra brutta figura
Marotta da una parte invoca il rischio default e chiede al Governo il rinvio delle tasse, dall’altra si muove per l’assalto a parametro zero a Wijnaldum competendo con il Barcellona e la Juventus. Si tratta del trionfo dell’ipocrisia, del resto l’Inter è lo stesso club che ha garantito un contratto fino al 2023 da 7 milioni netti all’anno a Sanchez. Il Covid-19 ha colpito tutti ma nel complesso dei cinque principali campionati europei la percezione della crisi varia in base alla fragilità del sistema e in Italia il virus ha buttato a terra un castello di carta. La crisi è di un mondo che non ha investito sugli stadi, ha diversificato poco le entrate, non puntato abbastanza sul match day ma scelto la via dell’abbraccio esclusivo e mortale con i diritti televisivi. Il più grande assente dal dibattito pubblico è il capitale emotivo, il cuore del business. Senza la passione dei tifosi si va tutti a casa, la potenza economica del pallone si deve all’overdose d’attaccamento dei supporters ma negli ultimi vent’anni filtra questa follia per cui lo spettatore di Shanghai sarebbe più importante del tifoso appassionato che decide di regalare tempo e soldi alla propria squadra del cuore percorrendo magari chilometri per seguirla. Il calcio italiano è rimasto sospeso tra i frutti di una modernità che non sa cogliere e il tradimento degli appassionati dello stadio reale, con il risultato di generare costantemente distacco piuttosto che empatia. La mazzata sta arrivando con l’emergenza Covid-19. Trovatemi un altro campionato con le partite perse a
Il caso Norvegia anche ha avuto un altro epilogo, Juventus-Napoli decisa a tavolino è la morte del campionato tavolino, dove nonostante il caso Genoa una partita come Juventus-Napoli finisce in mano ai tribunali, trasmettendo l’immagine che il calcio punta ad essere un mondo a parte, sottraendosi alle indicazioni dell’autorità. Un’ambizione insensata e, che, infatti si scontra con la realtà: basta ricordare i calciatori di Fiorentina e Roma in bolla per decisione dell’Asl. I campionati devono andare avanti, dal vertice alla base un eventuale nuovo stop rappresenterebbe un disastro ancora più grosso ma bisogna aver rispetto del momento storico e soprattutto proteggere l’unica cosa che conta: non è vincere ma l’idea che sia il campo a decidere le sorti della classifica. Il protocollo non è la Bibbia, si tratta di uno strumento
carente, approvato senza il coinvolgimento della Conferenza Stato-Regioni, una genialata considerando che la sanità è gestita dalla Regioni. Sta reggendo e bisogna fare tutti lo sforzo affinchè regga ma c’è un’emergenza politica: a pochi mesi dalle elezioni in Figc il calcio è afflitto dalle guerre intestine senza l’autorevolezza della guida e della mediazione. Che senso ha punire la Roma con la sconfitta a tavolino contro il Verona senza che abbia tratto vantaggio dall’errore su Diawara? Era un’occasione per graduare la forza del diritto. Poi c’è Juventus-Napoli, l’hanno trascinata in Tribunale per l’incapacità di mediare De Laurentiis, Agnelli, Gravina e Dal Pino. Un attentato al calcio, confermato dalle sentenze di Mastandrea
e Sandulli. Per difendere il protocollo come se rappresentasse i dieci comandamenti, si è costruita una macchinazione che prevede addirittura il dolo di preordinazione, riducendo i provvedimenti dell’Asl e del Gabinetto della Regione Campania ad alibi senza alcuna prova. Il pallone esce fuori da Lega e Figc, passa ad un altro ente, al Coni, precisamente al Collegio di Garanzia dello Sport che può salvare il calcio italiano da una macchia pesantissima e soprattutto da uno scontro tra giustizia amministrativa e sportiva che renderebbe ancora più complesso il “tutti contro tutti” in cui è immerso il pallone. In nessun altro caso è finita con la sconfitta a tavolino e punto di penalizzazione, in C c’è stato il caso PalermoPotenza e anche nel contesto europeo con la situazione dell’Under 21 dell’Italia in Islanda e Romania-Norvegia in Nations League sono state seguite altre strade. Non è finita qui, poi c’è la Lazio, il caso tamponi, un’altra vicenda che la Lega Serie A avrebbe potuto evitare accogliendo la richiesta che i medici sociali fanno da mesi: uniformare i test, fare in modo che se ne occupi un solo laboratorio. Era più comodo inseguire la legge del risparmio spingendo il club alla ricerca della soluzione più conveniente, con accordi in cui si garantisce ai laboratori soltanto il reintegro delle spese vive. L’abbiamo capito: risparmiare, congelare gli stipendi e rinviare le tasse è la road map di chi ha sprecato risorse fino a pochi mesi fa. Basta ricordare gli ingaggi di Vidal, Kolarov, Sanchez, Rabiot e Llorente, altro che pagamenti da posticipare.
DOMENICA 22 NOVEMBRE 2020
12 GAIA MOSCHETTI
Intervista Dottor Crispino In questi giorni, ho avuto il piacere di intervistare il Dott. Michele Crispino, urologo, è stato primario all’Ospedale San Leonardo Di Castellammare di Stabia e in seguito al Gesù e Maria di Napoli, conosciuto meglio come gli Incurabili, in cui è stato Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Urologia. Attualmente, lavora a Casoria. È tornata l’emergenza Covid, già prevista nei mesi scorsi, secondo lei il Governo come sta agendo? Questa pandemia ha sconvolto l’intera umanità, assolutamente impreparata a uno scenario che nemmeno il più diabolico dei visionari avrebbe immaginato. Dopo una fase di un comune sforzo atto a contenere i devastanti effetti della virosi ci siamo illusi che tutto fosse stato un incubo da cui riprendere la vita di sempre. Tutti, o quasi, lo pensavamo e quelli che paventavano una seconda ondata suscitavano irrefrenabili impulsi anti iella. Purtroppo la seconda ondata ci ha preso in pieno delirio di onnipotenza. Discoteche,viaggi, assembramenti, elezioni, etc... come se niente fosse successo. Scuola si scuola no, organizzazione ospedaliera non solo non rafforzata ma lasciata allo sbando con medici ed infermieri trattati come raccoglitori di pomodori, stagionali sottopagati e sempre più spesso declassati al ruolo di untori. Vero che forse nemmeno un’entità superiore riuscirebbe a mettere d’accordo le molteplici diversità che ci caratterizzano come italiani ma i policromatismi regionali, gli innumerevoli e contraddittori DPCM e un evidente contrapposizione tra maggioranza e minoranza e paradossalmente negli stessi demandati a decidere. Tutto questo non ci aiuta .
Che rapporto c’è tra il virus e la presenza di alcune patologie? Si sviluppa più in fretta? Provoca più danni? Il Sars Cov 2 genera una catena di reazioni che comportano gravi consegue per l’organismo. Il virus inibisce proteine (ACE 2) che hanno la funzione di disattivare l’angiotensina, una proteina con potente azione infiammatoria e di vasocostrizione. In particolare sulle arterie, generando una reazione cha cascata con gravi esiti flogistici in particolare delle vie respiratorie, un alto rischio trombotico con concreti rischi di generalizzazione sistemica. In definitiva organi nobili quali i polmoni, l’apparato cardio circolatorio, i reni sono obiettivi primari del virus. Soggetti cardiopatici, immunodepressi, con patologie respiratorie o insufficienza renale , in genere di età avanzata sono da monitorare con maggior cautela. Chi ha un sistema immunitario debole come può aiutarsi? I pazienti con immunodeficienza primitiva hanno rigorosi step di comportamento legati allo stato della malattia e ai sintomi da covid 19. In realtà è opportuno dove non lo prevedano le ordinanze l’isolamento spontaneo domiciliare finché perdura lo stato di emergenza. Ovviamente vanno favorite le attività formative e lavorative in remoto (didattica a distanza e telelavoro). C’è l’ obbligo di attenersi alle norme di contenimento del contagio per familiari e conviventi. I pazienti affetti da immunodeficienza complicata da pneumopatie acute o riacutizzate da covid necessitano, previo triage telefonico, di ricovero in ambienti decontaminati, isolati da focolai settici.
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DOMENICA 22 NOVEMBRE 2020
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ANGELA CAPOCELLI
IL FUTURO È OGGI: L’ERA DEL WEB
mento. Martedì 17 Novembre 2020, alle ore Il progetto nasce dalla constatazione 13:30, è stato trasmesso, in diretta che, secondo il “Future of Jobs Reweb, un seminario di Digital markeport”, entro il 2025 ben 75 milioni di ting su come progettare un’identità posizioni lavorative scompariranno soweb per catturare e segmentare pubstituite da intelligenze artificiali e serblico, tenuto dal docente Espedito vizi web, e che nel 2022 si creeranno D’Antò per la facoltà di Ingegneria circa 58 milioni di nuove professioni Gestionale dell’Università Federico II in più rispetto ad oggi. E siccome il di Napoli e, in particolare, per il corso 60% dei giovani che oggi studia farà di laurea “strategia ed imprenditorialiun lavoro che ancora non esiste perché tà” del professor Pierluigi Rippa. basato su tecnologie che non esistono, Il seminario, che nel 2019 ha anche ricevuto il premio “Miglior docente” Il corso di Digital marketing Espedito D’Antò, esperto di Digital Marketing, innovation manager iscritalla Terni Digital School, in partnerdi Espedito D’Antò to all’albo del MISE, giornalista pubship con Google for startups, è stato completamente gratuito e accessibile per chiunque vi volesse blicista, consulente e formatore, aiuta persone, professionisti e partecipare (in modalità online): è bastato collegarsi all’aula aziende a raggiungere obiettivi attraverso il web: quel web che virtuale e/o scaricare le slide (un manuale di 132 pagine sul rappresenta il futuro, il nostro futuro, il futuro del mondo. E allora, la domanda che il docente ci pone è «tra 5 anni il lavoro digital marketing) inviate alle email degli interessati. L’ EXP consulting ha presentato come regola d’oro per proget- che fai o che vuoi fare esisterà ancora?». Un quesito che invita tare un piano di comunicazione web vincente “Raggiungere il a riflettere sulla velocità con cui cambiano i tempi, i canali di pubblico predisposto a compiere l’azione che coincide con il comunicazione, le modalità di esecuzione di determinate pronostro obiettivo ” e sottolineato l’importanza della creazione fessioni… Insomma, una domanda che molto spesso ci poniadi un sito che abbia una struttura chiara a chi l’ha progettata mo e alla quale D’Antò ha trovato una risposta: quello stesso e all’utente che ci sta navigando: le slide, dall’impostazione web che rappresenta sempre più spesso, nella nostra vita, la semplice, di facile ricezione e ricche di schemi essenzialmen- soluzione al problema, la strada per raggiungere l’obiettivo, il te riassuntivi, riportano molti esempi tratti dal web, mappe e mezzo per creare, vendere, acquistare, proporre, confrontare, tabelle che aiutano lo studente a meglio orientarsi sull’ argo- spedire, conoscere…
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14 ANTONIO BOTTA
La toccante testimonianza di una signora
“ANCH’IO IN FILA FUORI AL COTUGNO: UN’ATTESA DI 13 ORE” “Volevo fotografare ogni cosa, per non dimenticare, ma non ha prevalso il mio egoismo, la mia cafonaggine, ho rispettato il dolore e la dignità altrui”
Nel libro di narrativa “La tigre e l’Acrobata” scritto da Susanna Tamaro, un’intensa favola di immenso valore pedagogico raccontata per tutti i lettori, adulti e ragazzi, un personaggio, “Uomo saggio”, spiega alla tigre, protagonista del racconto, desiderosa di dare alla sua vita un senso nobile, rifiutando di diventare la “Regina della Taiga”, che “andare al di là del Cielo dipende dal fuoco che coltivi”. “Si può coltivare il fuoco?” chiese il felino stupito. “C’è un fuoco gelido, che distrugge, e un fuoco caldo, che costruisce. Entrambi vivono nel nostro cuore. Sta a noi decidere quale dei due far divampare.” Ho pensato a questo significativo dialogo quando un’amica, dopo aver letto il mio articolo pubblicato domenica scorsa su Casoriadue, in cui ho fatto anche riferimento alle file d’ auto fuori al Cotugno con pazienti attaccati al bocchettone della bombola d’ossigeno in attesa di essere visitati, mi ha riferito che anche lei, l’otto novembre scorso, stava in fila fuori all’ospedale napoletano per accompagnare un suo familiare con polmonite bilaterale interstiziale: 13 ore(tredici ) trascorse in snervante trepidazione, nelle quali, circondati da sguardi impauriti, smarriti, si riflette sulla vita, sulle cose urgenti che spesso ci fagocitano, lasciando in noi un senso di insoddisfazione e di amarezza, e su altre essenziali, importanti, fondamentali, che tendiamo a trascurare, ma che potrebbero inondare il nostro cuore di profonda gioia e riscaldare la nostra esistenza con “il fuoco che costruisce”. Diceva Bob Kennedy che “il PIL (Prodotto Interno Lordo) misura tutta la ricchezza di un Paese, quindi il benessere economico e sociale, ma non è in grado di misurare ciò che rende la vita degna di essere vissuta”. Chissà, forse la pandemia che sta sconvolgendo la nostra esistenza, come mostra la testimonianza che in seguito riporterò, potrebbe essere un’occasione propizia per rivedere certi aspetti della nostra esistenza, pensando di decidere di abbandonare l’urgente per andare alla ricerca dell’importante, come la tigre che rifiuta il suo ruolo a cui è destinata, quella di diventare “Regina della taiga”,
per andare alla ricerca del “fuoco caldo che costruisce”, verso ciò che appaga interiormente e che “rende la vita degna di essere vissuta” L’economista Luigino Bruni definisce la ricerca di quell’essenziale che il PIL non è in grado di misurare “beni relazionali”: l’empatia, ossia la capacità di immedesimarci nei problemi altrui, per comprendere e non giudicare; la condivisione, per alleggerire i pesi delle croci nella comune sofferenza e per partecipare alle gioie dei propri simili, perché il dolore quando è condiviso si allevia e quando la gioia è condivisa si moltiplica; la solidarietà, per utilizzare i propri talenti e parte del proprio tempo per chi ci chiede un aiuto concreto; la misericordia, perché il prendere a cuore le miserie e i limiti degli altri aiuta a liberarci dai pensieri e dai sentimenti negativi, dal “fuoco freddo” che non costruisce; l’amore, che ci aiuta a considerare la nostra vita non un possesso di cui beneficiare solo per noi stessi, ma un dono per gli altri, ai quali offrire il meglio della nostra interiorità; la gratitudine verso coloro che si prendono premurosamente cura di chi ha bisogno dell’ossigeno della carità. Ecco, dalla testimonianza della mia amica emerge chiaramente ciò che ho poc’anzi esposto. Alla fine ha detto che lei, dopo 8 ore trascorse accanto al proprio parente, è dovuta tornare a casa, perché i suoi figli l’attendevano e avevano bisogno di lei. Anche questo, a mio avviso, rende la sua esperienza speciale e nobile,
perché aveva validi motivi per affidare il paziente in gravi condizioni di salute ad altri congiunti, che hanno accompagnato il comune parente, e restarsene a casa. La persona in dispnea ha dovuto attendere altre 5 ore prima di essere visitato e ricoverato all’una di notte: come poc’anzi detto, tredici ore di fila. Ora è tornato a casa “con ancora tanta strada da percorrere per la guarigione”. “Ci sono giornate che sono la svolta della tua vita, già quando le vivi hai la consapevolezza che niente potrà essere come prima. Avevi studiato del periodo della peste che aveva permesso addirittura la costruzione di Capodimonte sopra la sanità, quindi si spera che anche questo virus porterà ad una ricostruzione. Pensi che non possa mai entrare in casa tua, resti al telegiornale tra le migliaia di persone che non ce l’hanno fatta. Inizi ad avere la percezione della violenza del Covid non quando ha colpito il più piccolo senza conseguenze, ma il più forte, l’inattaccabile, l’incrollabile che crolla. Post su fb raccontano di virus inesistenti, generati da manovre politiche che confondono la realtà. Avevo bisogno di consapevolezza, di vivere ciò che sicuramente avrei raccontato più volte. Fino a quel giorno hai evitato luoghi semplicemente affollati, per evitare dei possibili positivi, ora vai di proposito dove ci sono pochi negativi, che assurdità… Macchine in fila nel parcheggio della
DOMENICA 22 NOVEMBRE 2020 speranza. Ti giri attorno, cerchi di capire,” visiti” le auto con lo sguardo, tutti uomini accompagnati da donne coraggiose, negative che pensano positive, tranne due macchine. Nella prima, una donna in compagnia di una bombola di ossigeno e il marito disperato; nella seconda un uomo da solo che giace sul sedile dopo aver raccolto le ultime forze per giungere fin lì. Volevo fotografare ogni cosa, per non dimenticare, ma non ha prevalso il mio egoismo, la mia cafonaggine, ho rispettato il dolore e la dignità altrui. Per un attimo speravi che lui fosse il più grave di tutti, per avere la certezza di superare il varco delle porte che scorrono, si aprono, ti salvano. Le ore si aggiun-
15 gono, indicatore negativo dell’urgenza, aumenta la condivisione, la vicinanza, ma sì…siamo donne, siamo mamme e chissà se il virus è come il Diavolo che teme questo “Essere”, che dinanzi all’amore materno si allontana. Viaggiano le Tachipirine della solidarietà e il gel disinfettante da una macchina all’altra. Gli accompagnatori sono macchine senza bisogni fisiologici per non incontrare l’invisibile maledetto. Non ho mai apprezzato così tanto la mascherina, crea un minimo di calore al mio viso, nasconde il naso rosso e copre il labiale delle preghiere che reciti per sostenerti. Poi arriva il conto… Sono loro, ricoperti di bianco (non invitati total white), stremati su una panchina, portatori di vite
senza parenti, marchiati dal numero 118, raccontano la ratio di quell’attesa infinita ed io: “Ma voi siete ancora in servizio dopo tutte queste ore?”. Loro: “Noi siamo VOLONTARI”. Inizi a valutare le tue scelte, hai pensato 1000 volte se fosse la cosa giusta: essere lì perché il cuore ha prevalso sulla mente e invece i volontari non scelgono i parenti, SCELGONO TUTTI. DEI LUOGHI TI PRESENTANO IL CONTO DELLA VITA E TI AIUTANO A SCOPRIRE LA BELLEZZA IN OGNI COSA. Otto ore di lezione in presenza, dal vivo, di vita”. Un grazie infinito alla mia amica per questa toccante testimonianza e per avermi autorizzato a pubblicarla.
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Il comune di Casoria in liquidazione straordinaria Il dissesto finanziario deliberato dal consiglio comunale con atto 22/2020 è conseguenza del disastro amministrativo e finanziario che ha interessato il comune di Casoria nell’ultimo decennio a partire dalla violazione del patto di stabilità relativa al consuntivo dell’anno 2012. I soggetti chiamati a sanare il dissesto dichiarato sono l’organo straordinario di liquidazione nelle persone della Dott.ssa Lorena Pergolari, Dott.ssa Mariarosaria Lanzaro e del Dott. Antimo Orefice nominate con decreto del Presidente della Repubblica del 28 ottobre scorso e gli organi istituzionali dell’ente (Giunta, Consiglio Comunale e dirigenti). Mentre l’organo di liquidazione si interessa della debitoria pregressa che è già emersa e che potrà emergere relativamente a tutto il 2019, gli organi del Comune devono fare di tutto per superare tutte le cause che hanno nel tempo reso possibile la situazione di dissesto che si è estrinsecato nel modo seguente: la manipolazione dei conti è avvenuta da parte dell’amministrazione Carfora che in sede di assestamento di bilancio ha previsto un’entrata inesistente di 30 milioni di euro dalle violazioni al codice della
strada. Carfora e compagni pensavano, alterando le poste di bilancio, di evitare la violazione del patto di stabilità in sede di conto consuntivo per l’anno 2012. I dirigenti dell’epoca (Setaro e De Rosa) hanno più volte tentato giustificazioni senza peraltro trovare ascolto nella Corte dei Conti che ha sancito in maniera inequivocabile la violazione del patto di stabilità. Le amministrazioni che sono subentrate all’esecutivo Carfora, comprese le gestioni commissariali, non si sono minimamente preoccupate del disordine dei conti ed hanno continuato a disamministrare contribuendo a fortificare le cause del dissesto finanziario. La deliberazione di dissesto può essere impugnata dai consiglieri comunali e dai cittadini che si ritengono lesi nei propri diritti come creditori ovvero come usufruitori dei servizi. La declaratoria di dissesto finanziario, per coloro che hanno contribuito, con condotte colpevoli o dolose, sia omissive che commissive, a determinarne le cause, comporta conseguenze notevoli sulla rappresentatività politica-amministrativa e possono essere destinatari di sanzioni pecuniarie. Per i cittadini il dissesto finanziario del Co-
mune comporta l’aumento massimo delle tariffe e delle aliquote di imposte e tasse e le misure tariffarie devono coprire i servizi resi, compresi i canoni patrimoniali. Se vengono accertati nel corso del processo di liquidazione danni all’erario pubblico, sarà la procura regionale della Corte dei Conti ad intervenire. I dirigenti, nella fase della procedura della rilevazione della massa passiva, vengono chiamati a certificare la debitoria che deve rientrare nella spesa e nell’ambito delle funzioni svolte. L’intero processo impegnerà personale e risorse del Comune per rendere possibile la soddisfazione dei creditori e risanare l’erario pubblico. Con la presenza dell’organo di liquidazione presso il Comune continua la gestione ordinaria con le limitazioni riguardanti la spesa contenuta correlata ad entrate previste e certe. Al Comune di Casoria, con il processo di dissesto finanziario in corso, serve un esecutivo di spessore che sappia lavorare d’intesa con l’organo di liquidazione per risanare prima i conti e ritornare alla normalità amministrativa con le finanze a posto. Prof. Avv. Francesco Polizio
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16 SALVATORE IAVARONE*
Una città che si aspettava la svolta, ma…Casoria al bivio Voragini e Covid, non siano alibi, ma diventino opportunità di rilancio
L’attuale amministrazione era nata sotto la migliore stella, grandi auspici, aspettative che avevano trovato da subito il favore dei casoriani. Sembrava andare tutto al meglio, ma poi… La voragine a San Mauro è stata come un presagio, poi le crepe della macchina comunale sempre più evidenti, hanno lasciato segni sempre più tangibili, fino a giungere al Covid, che ha paralizzato per l’intero 2020 la macchina comunale, molto più di quanto sia accaduto in altri Comuni. Complice di tutto, una giunta che dal primo momento non si è fatta notare per brillantezza e proposte. Nessuna delibera di indirizzo, è stato il segno di una mancata azione e di uno scarso impulso alla macchina dirigenziale (oggettivamente lacunosa di suo). Vi è da più parti la consapevolezza che urge cambiare pagina, serve cambiare squadra, un modo per porre rimedio ad un immobilismo che mette in imbarazzo non pochi. Serve una spinta maggiore, ma anche più concretezza e competenza. Anche chi ha cercato di nascondere l’evidente difficoltà dell’amministrazione, da qualche mese, trova difficile evitare di ammettere che la situazione è davvero incancrenita. Allora cosa si aspetta? Tra
un lockdown ed un altro, si è arrivati fino a questo punto, ma oltre sarebbe un delitto nei confronti di una comunità che non merita questo. Queste emergenze possano trasformarsi in opportunità per la classe politica, serve oggi coesione e una nuova visione della città, serve che insieme, maggioranza ed opposizione, pongano in essere una serie di priorità per il bene della nostra comunità, serve responsabilità. Responsabilità e politica sono due termini che difficilmente trovano casa nella stessa frase, ma bisogna provare. Ci auguriamo che presto il sindaco torni a lavoro, dopo la sua personale pausa dovuta al covid, che non ha risparmiato neppure lui. Ma al suo ritorno ci troveremo avanti ad un bivio, e non sarà più possibile rinviare, trovare alibi, cercare scuse o altro. È arrivato il momento delle scelte, siamo avanti ad una
scelta decisiva, vogliamo andare avanti? In che modo? La condivisione delle scelte passa avanti alla necessità di amalgamare una squadra, che forse non è mai stata tale. A me, come sempre, tocca l’ingrato compito di non usare mezze misure, di non nascondere la polvere sotto il tappeto, di essere franco. È un’amara verità, ma è la verità e non possiamo più nasconderla. Condivisione e competenze. Ingredienti imprescindibili per il rilancio di questa amministrazione. Con grande onestà, devo ammettere che la vedo difficile, davvero tanto, ma abbiamo ancora l’ultima responsabilità nei confronti della nostra comunità, ma si tratta di un ultimo dovuto tentativo. Bisogna mettere in campo la migliore squadra possibile, e trovare INSIEME dieci punti dai quali ripartire, che mettano al centro il bene della nostra comunità. Questa
non può essere ricordata solo come l’amministrazione del dissesto, ora serve lo slancio, la prospettiva, l’idea di città. Servono dieci idee da mettere in campo nell’immediato, che diano a Casoria la possibilità di credere nuovamente in se stessa, di trovare le migliori energie per affrontare un periodo che a livello non solo nazionale, non sarà dei migliori. Siamo capaci ad affrontare questa sfida, l’opposizione coglierà lo spirito di una proposta di collaborazione sui temi? La maggioranza capirà la necessità di ammettere gli errori, di recuperare, di sacrificare chi non è riuscito, e mettere al centro il bene della comunità? Siamo al bivio, oltre è difficile vedere. *Consigliere comunale e presidente della Commissione “Territorio, Urbanistica, Lavori Pubblici, Ambiente, Viabilità e Vivibilità”
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ESPEDITO D’ANTO’
App Immuni, prove di fallimento digitale
Se l’Italia aspettava un’occasione per poter misurare la propria capacità di digitalizzazione sicuramente l’ha trovata nel lancio dell’app Immuni. Un’applicazione per smartphone pensata per tracciare gli spostamenti e segnalare i contagi al fine di evitare il dilagare di una seconda ondata. Sarebbe stata l’occasione adatta per produrre un esempio di uso corretto del web sia da parte delle istituzioni che da parte dei cittadini. Infatti per una volta la tecnologia si sarebbe rivelata un’ancora di salvezza fondamentale ed imprescindibile per evitare le restrizioni, perché è ovvio che più riesci a tenere traccia dei contagi più puoi garantire la sicurezza degli spostamenti tra le persone. Inoltre sarebbe stata l’occasione per creare quel clima di collettività nazionale e di cooperazione tra cittadini ed istituzioni che avrebbe creato un precedente importante con la realizzazione di un’esperienza unica in Italia soprattutto per il fine ultimo dell’operazione ossia la salvaguardia della salute e dell’economia, invece si è dimostrato essere un esperimento sfociato nel fallimento più totale. Le cause della cattiva riuscita del progetto sono da individuarsi in diversi fattori: in primo luogo, come prassi di questo governo, è stata fatta una campagna di comunicazione sterile e fuorviante che ha lasciato spazio alle solite fake news diventate oggetto della condivisione compulsiva degli utenti che subito diffondono una qualsiasi news leggendone solo il titolo e senza mai verificarne la fonte, atteggiamento che ovviamente crea un terreno fertile per lo sviluppo di pensieri complottistici senza senso cosi come è accaduto per l’installazione delle antenne 5g. In secondo luogo
l’iniziativa ha trovato fin da subito l’opposizione di gran parte dei cittadini che hanno messo in dubbio la sicurezza dei propri dati e della privacy a testimonianza del fatto che tra gli italiani esiste una grande percentuale di analfabeti digitali, infatti bastava informarsi bene sul funzionamento dell’app per scoprire che abitualmente consentiamo il tracciamento di molti più dati sensibili a Google, Facebook e Tik Tok o a qualsiasi app di giochi o filtri per fotografie che sicuramente all’app Immuni che tra l’altro avrebbe tracciato lo spostamento attraverso il bluetooth e non attraverso la geolocalizzazione (usata invece dalle altre app di tracciamento) e non avrebbe chiesto nessun dato sensibile se non un codice da segnalare in caso di positività. Ma l’aspetto più grave sta nel fatto che nessuno si è mai domandato cosa accade quando spuntiamo la casella della privacy e cookie policy di un qualsiasi sito o applicazione fornitore di giochi o intrattenimenti vari che ogni giorno milioni di italiani scaricano ed utilizzano, ed invece quando si è trattato di cooperare ed usare la tecnologia per uno scopo comune e nobile come quello di salvaguardare la salute e l’economia del nostro paese e quindi il futuro no-
stro e dei nostri figli, abbiamo trovato le ragioni più impensabili per non farlo negando a prescindere la validità del progetto senza nemmeno pensare che valesse la pena almeno approfondire la situazione. In ultimo c’è da evidenziare la lacuna più grave che ha determinato il fallimento più di ogni altra cosa, ossia il funzionamento della tecnologia. Infatti, come già accennato, c’è stata un’enorme discrepanza tra aspettativa e realtà, un divario abissale tra quello che si è promesso di fare ed ottenere ed i fatti che poi si sono verificati. Innanzitutto è stata realizzata una tecnologia ibrida che genera un processo misto tra fisico e digitale, un procedimento che avviene si attraverso l’utilizzo dell’app ma che non è impossibile far funzionare senza l’intervento umano, se prima non si è contattato telefonicamente l’Asl (Azienda Sanitaria Locale) di appartenenza per ricevere il codice da inserire poi manualmente. Non è difficile immaginare l’inutilità del sistema soprattutto quando il centralino delle Asl è andato in tilt per l’aumento costante dei contagi e si è arrivato a segnalare una positivà all’app anche decine di giorni dopo la comunicazione del tampone positivo, inutile soprattutto se si considera che Immuni
per funzionare correttamente avrebbe dovuto prevedere l’utilizzo corretto da parte di almeno il 60% della popolazione, un bacino di utenti già diffidente in partenza, per la maggior parte analfabeta digitale e dichiaratamente ostile al progetto e che sicuramente non è diventato più fiducioso dopo aver appreso le lacune dell’app. Ovviamente il risultato che ne è scaturito è stato quello del totale fallimento che ha creato un precedente che sicuramente ha fatto calare ancor di più nei cittadini la fiducia verso il digitale e verso le capacità del governo di usare la tecnologia. È evidente che abbiamo sprecato davvero una grande opportunità per dimostrare che con la tecnologia è possibile migliorare la vita delle persone se utilizzata in modo corretto e per scopi nobili. Un esempio contrario lo abbiamo avuto dalla Cina dove, grazie ad un sistema serrato di tracciamento tecnologico sono riusciti ad azzerare i contagi, a tenere sotto controllo i focolai e a ritornare alla normalità senza dover aspettare un vaccino, mentre noi ci ritroveremo presto a dover fronteggiare ondate di contagio ben più catastrofiche. È vero che stiamo parlando di due regimi politici e di due popolazioni con autorità ed abitudini completamente diversi, infatti in Cina governa un sistema dittatoriale e la popolazione è abituata ad eseguire, ma tutto sommato non era poi cosi difficile utilizzare al meglio questa occasione puntando di più sul buon senso e sulla responsabilità di tutti. Si spera almeno che questa esperienza sia servita per non commettere gli stessi errori in futuro e di garantire presto un servizio digitale migliore che faccia ricredere i cittadini risvegliando la loro fiducia.
DOMENICA 22 NOVEMBRE 2020
18 GENNARO MOSCA
LA NOSTRA TELEVISIONE CHE CI DA’ UNA GIOIA INCONTINENTE IL GRILLO PARLANTE
Il giovane Federico Fashion Style, il re del ‘Salone delle Meravigliè, di professione hairstylist ad Anzio, Roma e Milano, nonché protagonista della omonima trasmissione, apre la puntata arrivando nella sua perfetta forma fisica stilè, in una giacca smoking grigio chiaro, con reverse ‘a lancia’ e bottoni grandi in raso. I pantaloni in tinta, a tubino stretti, esaltano la sua magrezza. ‘Vola’ su sneakers bianche Dolce&Gabbana, linea ‘Super King’ – e mai nome di scarpa fu più azzeccato per il nostro re della messa in piega – con ‘zeppa’ di almeno 3 centimetri. Il capello è laccato, fonatissimo e leggero, ad ogni passo su quelle nuvolette d’aria il morbido ciuffo nero ondeggia con un saliscendi a ritmo armonioso, facendo da pendant con la barba nera, folta e curata, come le sopracciglia perfette. Sotto la giacca spicca una camicia a fiorettoni bianchi e rossi; ai polsi si intravedono bracciali con tanto oro e poi anelli vistosi su quattro dita di ogni mano. Sull’orecchio sinistro, tra solitari e cerchietti, almeno sei brillanti distribuiti con distanza aurea; a destra, altrettanti. Il brown dell’abbronzatura, da lampada, è quello che si può prendere a febbraio a Santo Domingo, esaltato da un velo di fondotinta. Affascinante. Il tono della voce è delicato, con una inflessione acuta un po’ femminile. Come i gesti. Tutti i collaboratori sono ragazzi belli e seducenti. La bionda receptionist, vestita di albagia, incute quasi reverenza, sembra la prima assistente di un grande cardiochirurgo. Verifico sul web che la serie TV ha una buona audience. Io, tra i molti spettatori, resto ammirato da tanta leggerezza, e da quella maestria nell’arte di curare i capelli, accompagnata da un po’ di psicoterapia spicciola. Infatti, la cliente di turno inevitabilmente finisce col parlare della sua vita, rilassata nelle abili mani del coiffeur come sul lettino di Freud, soavemente indotta da quel massaggio riposante alla testa che la scioglie per raccontare un po’ di sé, dei suoi sogni, e di come vorrebbe essere. Sento della signora di mezza età, che racconta di un tradimento del marito, ma che ora, con la sua nuova chioma, cerca la rivincita. Un taglio col passato. La ragazza sempliciotta, con due metri di capelli rosso tiziano – su cui ha puntato il suo fascino – vuole giocarsi tutto alla festa di questa sera. Storie comuni, familiari, forse un po’ sceneggiate dagli autori. Anche questa è la televisione di oggi. Che
effetto mi fa? Il primo: mi prospetta un mondo dorato, ovattato e griffatissimo, che mi tenta ad emularlo. Non posso restare indifferente a quel lusso. Ed allora l’imperativo è: ‘voglio quelle scarpe e quegli accessori’. Scarpe da 695 euro, tanto scopro è il prezzo delle sneakers indossate dal nostro re. Questo bombardamento di marketing subliminale ha raggiunto lo scopo. Senza quelle griffe, non sono nessuno. Anzi, mi sentirei un miserabile, rifiutato da questa società. Devo solo vincere la remora di spendere più di un milione di vecchie lire per un paio di scarpe! Il secondo effetto: la storia della ragazza che si prepara per la festa, o della signora che vuole la sua rivincita, è la ‘mia’ storia. Mi riconosco in quella vita ordinaria, tra qualche sacrificio e un’aspirazione, proteso verso i piccoli desideri da realizzare. Il terzo: mi sento a casa, perché parlano la mia lingua. Ascolto le parole di tutti i giorni, i concetti sono semplici, elementari, della serie ‘parla come mangi’. E li ritrovo quando vedo ‘Uomini e Donnè, o ‘Temptation Island’ o ‘Ma come ti vesti?’ e ‘L’Isola dei Famosi’. E non voglio dimenticare la D’Urso, forse la regina di questa TV, dove trovo ciò che mi è immediato e facile da comprendere. Ma, ad un tratto, per una strana legge del contrappasso, mi ricordo del linguaggio forbito, talvolta aulico, complicato e spesso incomprensibile di quegli sceneggiati di alcuni decenni fa, tratti dai romanzi russi, come ‘I fratelli Karamazov’, o ‘Anna Karenina’, o dai nostri grandi autori. Difficili, eppure quanto ci appassionavano. Si aspettava con ansia la ‘prossima puntata’ per seguire le disavventure di Renzo per sposare Lucia, con la calda voce narrante fuori campo, serena, rassicurante e con una dizione perfetta, che ci aiutava a capire. Ci immedesimavamo in quelle passioni, a volte nobili, altre meschine, che mostravano ‘l’Uomo’ e la sua vera essenza, e tutti imparavamo un po’ d’Italiano, o di Storia e Geografia. Invece, il buon Federico re della cotonatura, chiude la puntata con questa domanda a una sua cliente di Taranto, che mi colpisce fulminea, e mi atterrisce come un treno in pieno viso: “Ma Taranto è vicino alla Sardegna?” In questo periodaccio, meno male che c’è questa TV, che sprizza gioia da tutti i pori. Insomma, è una gioia incontinente. Ma, come i dubbi di Federico, mi chiedo: ma la gioia può essere incontinente? Chissà, forse sarà l’età (la mia).
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GAIA MOSCHETTI
Intervista A Davide D’Errico
L’ultima volta che ci siamo incontrati era candidato al Consiglio Regionale della Campania nella lista di Centro Democratico, a sostegno del Presidente De Luca. Davide D’Errico, classe ‘91, laureato in Giurisprudenza, si è presentato al popolo come un giovane con tante speranze, sogni ma con le idee ben chiare, molte a sostegno dei giovani lavoratori che non devono andare via da Napoli. Le elezioni non ti hanno conferito la carica a cui aspiravi, cos’è cambiato da quel giorno? Continui a portare avanti i tuoi progetti, nel futuro cos’hai in mente? Mi ero candidato per portare una voce anticamorra e ambientalista in Consiglio Regionale. Non ce l’ho fatta, ma quella voce deve continuare a sentirsi. Ora mi occupo di un progetto di reinserimento lavorativo di ragazzi provenienti dalle carceri di Nisida e Pozzuoli, nel magico contesto del Rione Terra. Avevo promesso che il primo atto, se eletto, sarebbe stato richiedere ai miei colleghi un atto di responsabilità, tagliandoci lo stipendio per finanziare, in parte, una misura per il lavoro. La mia ossessione sarebbe stata il lavoro e gli ul-
timi. In fondo mi sto occupando comunque di queste cose, anche da fuori le Istituzioni. Purtroppo non ce l’ho fatta e faccio l’augurio di buon lavoro agli eletti. È un tempo di crisi gravissima, serve solo unità, assistenza e il massimo impegno di tutti. In questa situazione così delicata appoggi le scelte di De Luca? De Luca ha anticipato molte misure di prevenzione e rafforzato il nostro sistema sanitario, appena fuoriuscito da dieci anni di commissariamento. Gli va riconosciuto finora di aver gestito bene una crisi sanitaria gravissima, senza risorse e nella regione più popolosa d’Italia. Ciò che non condivido è continuare a fare polemica con le altre istituzioni. I litigi tra politici ora non possiamo permetterceli. Serve un paracadute economico per tutti. Altrimenti men-
tre la politica litiga, svenderemo il futuro della brava gente che non riesce più ad andare avanti a mafiosi, affaristi e usurai. Un consiglio che ti senti di dare ai giovani in cerca di lavoro in un momento così particolare? Il consiglio è di non cadere nella paura facile della malinconia senza fonte e della depressione. Tutti noi siamo prede facili di un senso di tristezza profondo e mancanza di senso in questo tempo. I nostri piani sono stati cancellati. Il nostro futuro non è più una speranza, sembra più una minaccia. Questa però è una condizione comune: non bisogna cadere nella trappola di sentirsi soli! Questa pandemia, questa crisi ha colpito e ferito tutti, non solo te! Per chi non ce la fa, per chi ha paura o si sente bloccato, la mia Onlus offre assistenza gratuita telefonica o in videochiamata. E poi questo tempo può diventare l’occasione per studiare una lingua nuova, imparare una nuova competenza, leggere quel libro che non avevamo mai il tempo di cominciare. Riconciliamoci con questo tempo. Che è la sfida più difficile per tutti, ma anche la più affascinante. Ha ‘da passà ‘a nuttata!
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Casavatore: sindaco Marino Stiamo facendo il possibile per sconfiggere il Covid”
Vari argomenti e soprattutto problematiche sono state toccati nell’intervista lasciata dal sindaco di Casavatore, Vito Marino, alla Nano Tv di Maurizio Cerbone. Il primo cittadino ha sentito subito il bisogno di scusarsi con la famiglia del caporal Petrucci per la manifestazione sospesa in suo onore causa pandemia ancora in corso e con la zona rossa partita proprio domenica 15 novembre. L’intervista, poi, ha seguito il corso delle domande dei cittadini che tengono a cuore la loro salute e chiedevano dei dati dell’ASL sulla popolazione e anche soluzioni per effettuare tamponi senza pagare nei vari centri distribuiti in tutta la città di Napoli. Già per i dipendenti comunali Vito Marino aveva fatto nascere il provvedimento di effettuare tamponi a tutti. Questo proprio per l’incremento costante dei positivi al Covid-19 a Casavatore, che per la prima volta sfiora i 300 casi su una popolazione di circa 18mila abitanti. Per fronteggiare prontamente il possibile rischio di focolai interni e l’aumento della pandemia nella nostra comunità appena insediato come sindaco Vito Marino aveva svolto come prima azione l’incontro con il direttore dell’ASL di Casavatore per il tendone e camper al Piazzale Sallustro, ma dall’inizio di ottobre questa persona ha sempre tergiversato e fatto perdere tempo all’intera amministrazione che si adopera per la salvaguardia del Paese. Rispondendo agli attacchi mediatici
dell’opposizione il sindaco Marino ha chiarito la situazione. “Io cercherò – afferma il primo cittadino – insieme ai membri dell’opposizione di far giungere questo camper per i tamponi gratuiti. L’ASL in prima istanza ha risposto ma aveva fatto capire di non avere capienza per risolvere il problema. Poi ad altri miei avvisi non ha risposto più e siamo ancora a risolvere la questione. Ogni giorno io e l’amministrazione abbiamo l’obiettivo di migliorare la comunità per sconfiggere questa pandemia“. Per quanto riguarda i dati errati Vito Marino afferma: “L’ASL non ha trasmesso in modo perfetto i dati quotidiani dei contagi, morti e asintomatici ecc… Addirittura capitò che comunicava positivi senza neanche effettuare il tampone. Situazione di confusione che io nei prossimi giorni vorrei ma devo
assolutamente risolvere. Anche se non è facile, grazie alla mia ordinanza possiamo mettere in quarantena un’intera famiglia per salvaguardare lei e l’intera comunità“. Nei provvedimenti anti-Coronavirus varati figura anche la chiusura del palazzetto dello sport comunale a seguito della necessità oltre che per ragioni igienico-sanitarie, dell’adozione di ogni misura utile per arginare la diffusione del virus, a fronte della crescita esponenziale dei contagi degli ultimi giorni: si è disposta la chiusura al pubblico del complesso sportivo di piazzale Sallustro per un periodo di quindici giorni, ulteriormente prorogabile laddove si dovesse ritenere necessario in ragione della crescita del numero dei contagi sul territorio comunale.
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marco stiletti
Casavatore: sindaco Marino “Ci sono idee per migliorare la sicurezza sul territorio”
La minoranza attacca il sindaco di Casavatore, Vito Marino, anche sulla questione sicurezza. Secondo i consiglieri di minoranza, visto l’aumento esponenziale dei contagi da Sars-Covid 2 sul territorio aggravato dalle uscite di alcuni concittadini e dalla mancata prontezza nell’attuazione di un piano valido di contenimento dell’epidemia da parte dell’amministrazione reggente appare opportuno attivare un piano per mettere un freno all’impennata di contagi. Intanto il Sindaco su sicurezza e pandemia è sempre stato attivo da quando si è insediato. È ancora imminente la riunione di ieri con polizia locale, Carabinieri, Croce Rossa e Protezione Civile. “La difficoltà– afferma il primo cittadino- è quella che tutte le forze dell’ordine sono in organico ridotto, ma comunque insieme abbiamo idee per migliorare la situazione sicurezza sul territorio. Primo obiettivo a noi caro è quello di far rispettare le ordinanze ai cittadini soprattutto quella contro divieto assembramenti. Domani– ha aggiunto Marino– con l’assessore alla polizia locale mi incontrerò per potenziare il controllo
sul territorio”. L’intervista con Nano Tv è proseguita con la domanda di alcuni cittadini per quanto riguarda la pulizia del Comune. I cittadini domandavano se ci sarebbero state altre sanificazioni sul territorio e il Sindaco ha risposto: “Ho fatto operare già per ben due sanificazioni e pulizia strade su tutto il territorio ad ottobre. Ora a breve comunicheremo la data di novembre. A riguardo chiedo ai cittadini di segnalare zone dove sono rimaste senza il servizio richiesto e soprattutto avvisare su eventuali persone che non mantengono pulito il territorio“. L’ultimo argomento analizzato insieme ai cittadini, che porgevano le domande al direttore Cerbone, è stato quello dell’aiuto economico alle famiglie più povere del Comune. Su questo punto il Sindaco non si è fatto trovare impreparato. “Per quanto riguarda le persone che non possono andare a lavorare causa zona rossa o quarantena cercheremo di aiutarli con interventi come banco alimentare o buoni spesa andando anche contro al pesante dissesto che attanaglia economicamente il nostro Ente”.
Crescere insieme, perfezionandosi Sicurezza edilizia Ambiente
Vincenzo D’Anna
Dottore in scienze dell’Ingegneria Collegio dei geometri e dei geometri laureati della Provincia di Napoli
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TERESA D’angelo Ma facciamo un tuffo nel passato, negli anni 2000, in una nota trasmissione regionale “TeleCafone”, di e con Oscar Di Maio. Andó in onda su Telecapri riscuotendo man mano grande successo con i suoi sketch comici e “le pillole del Cafone”, vere e proprie barzellette. Da lì, si fece spazio un personaggio molto particolare, che volle proprio a Oscar per la sua timidezza e per la sua fisicità molto esile ma molto comica.Tutto ciò fa parte di una grande storia non semplice alle spalle, dovuta ai suoi problemi fisici nati sin dall’infanzia, ma che ha portato avanti con grande forza di volontà, tanto spirito umile e tanto amore che gli ha donato la sua famiglia negli anni. Quando registró le prime puntate del programma davanti alle telecamere era molto timoroso, ma poi con i tanti insegnamenti di Oscar, capí che doveva esporsi, che aveva prontezza per farsi avanti e dimostrare il suo potenziale, cosicché il recitare divenne facile, divenne puro divertimento mescolato al lavoro.Un personaggio molto amato a Napoli, molto amato da tante generazioni, che riconoscevano dal format il suo personaggio anche in strada. Si è fatto sempre voler bene dal pubblico, che gli ha regalato tantissime emozioni ma soprattutto la grinta di guardare la vita con occhi diversi, decidere di intraprendere la strada attoriale e comica. Poco tem-
po fa si è riaffermato col suo personaggio, dopo anni, in una nuova trasmissione di Oscar Di Maio, “Vip a tutti i costi”. Forse quella è stata la scintilla per riaccendere e riprendere quel personaggio che ha sempre fatto parte di lui, che non ha mai accantonato, come dice il detto “il primo amore non si scorda mai”.In periodo così difficile per la tv, per il web, per gli eventi,la sua grinta nel creare non l’ha fermato ed ha iniziato di nuovo a scrivere “Le avventure di Vicienz á sicurezz”, formando vari episodi per poi creare una series completa da mandare in onda in varie emittenti tv e sul web.Tutti questi episodi,fanno parte di una storia vero/simile che riparte rivivendo come un’autobiografia tutti i periodi passati, dalla tristezza alla gioia. Enzo spera solo che in questa grande ripartenza il pubblico apprezzi la sua bontà e possa regalare sorrisi. Ha strutturato una squadra molto compatta per aiutarlo in questo rilancio, come la fotografia curata da Monica Morra, la regia e le riprese curate da Enzo De Vito, i testi invece curati da Enzo Paudice, Oscar Di Maio e Dante Di Domenico. Il cast attoriale non è ancora completo, ma ci saranno belle figure, ma tutto girerà attorno alla figura principale. Non vi resta che aspettare “Stay tuned Vicienz á Sicurezz”.
“Dopo tanti anni il suo ritorno, più carico che mai, per nuovi progetti e series, il mitico personaggio tv e web “Vicienz À Sicurezz”
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TERESA LUCIANELLI
Con “La Castagna”, tutti creativi in cucina! Il contest nazionale è promosso da Vesuvio’s Shadow con #InsiemeperilTerritorio e Carnevale Princeps Irpino; quale supporter, la rinomata Azienda agricola irpina di alta qualità “Giovanni Tedesco” specializzata nella produzione di Castagne biologiche IGP di Serino, che omaggerà i vincitori con confezioni premio del suo ricercato prodotto di altissima qualità, conosciuto ed apprezzato dai più fini intenditori. Per partecipare, basta andare sulla pagina facebook del blog e pubblicare nei commenti del post principale del contest, una fotografia con la descrizione della propria specialità (entrée, antipasto, primo, secondo, contorno, predessert, dolce, pizza, panino, ecc). L’importante è che contenga la castagna tra gli ingredienti principali: condizione indispensabile! Una sfida a colpi di ricette sul tipico marrone, prelibato protagonista dell’autunno boschivo, dal primo al dessert, pizza e panini inclusi. Quale sarà quella più gradita al pubblico e alla giuria tecnica? Attenzione: il termine del contest è fissato alle ore 20,00 del 30 novembre 2020. Quindi, i voti che arriveranno oltre, non verranno ritenuti validi! Le foto con le descrizioni verranno pubblicate nell’apposito album dedicato al contest, sulla pagina Facebook “Vesuvio’s Shadow”, per essere visionate da tutti e votate. Sarà proclamato vincitore chi raggiungerà il maggior numero di like (o reazioni), in più il voto (da 1 a 100) degli esperti della qualificata Giuria tecnica formata da: Teresa Lucianelli (giornalista professionista enogastronomica); Rosalia Ciorciaro (biologa nutrizionista e docente di Scienze alimentari); Rosario Scavetta (direttore responsabile di New Media Magazine); Valerio Giuseppe Mandile (chef
d’eccellenza da location pluristellate e giornalista gastronomico); Ersilia Cacace e Francesca Pace (foodblogger). Il “Premio della Critica” è destinato invece a chi avrà il più alto punteggio attribuito complessivamente da tutti i componenti della Giuria. I soggetti impegnati nell’iniziativa, sono tutti particolarmente attivi sul territorio campano e sono concordi nel volere “promuovere le iniziative e le eccellenze della Campania Felix e sollecitare la creatività dei partecipanti al contest, ai forni e ai fornelli, per celebrare l’italianità nel Mondo, con un piatto significativo a base di un ingrediente rappresentativo della tradizione regionale campana”. Vesuvio’s Shadow, è un seguito blog, nato da un’idea del foodblogger Mario D’Acunzo di Ercolano, città del Vesuviano, in provincia di Napoli, da cui parte questo contest sulla castagna. Fa seguito a quello dedicato alla Pizza, che ha già registrato una significativa adesione da parte di followers distribuiti sull’intero territorio nazionale italiano, che hanno partecipato con originali ricette. Il blog è specializzato nell’enofood e riporta comunicati, articoli e note, corredati da foto, oltre che strettamente di settore, pure inerenti ad altri argomenti attinenti a campi ad esso vicini e a servizi aggiuntivi. Semplice nell’esposizione, facile da leggere, immediato, è seguito a livello nazionale sia dagli addetti al settore che dagli
appassionati del buon mangiare e del buon bere e dai buongustai, come pure da tanti utenti alle prime armi in cucina, animati da costruttivi propositi e armati di tanta buona volontà. Un ausilio pratico e di veloce consultazione, indirizzato a tutti, così come proprio a tutti, senza alcuna esclusione, è aperto questo contest. #InsiemeperilTerritorio, nota e apprezzata rassegna itinerante enogastronomica, artistica, culturale e scientifica di eccellenza, vanta una Squadra solidale composta da famosi chef, maestri pizzaioli panificatori e pasticcieri, operatori della migliore ospitalità, stimati produttori, fini sommelier, esperti enogastronomi, illustri medici e biologi nutrizionisti, valenti artisti nel campo della musica, della canzone, del teatro e del cinema, della pittura e della scultura, couturier, art director, hair stylist e make-up artist, ecc.. #InsiemeperilTerritorio è legata a “Salute, Alimentazione e Bellezza: tutto quello che molti non sanno”, altra rassegna in gemellaggio, “ideata per diffondere la cultura del mangiare e del bere buono e sano”. Entrambe con format originali, sono state create e vengono promosse da svariati anni dalla giornalista Teresa Lucianelli, specializzata nel settore enogastronomico e autrice di migliaia di articoli specifici, special e servizi televisivi. Il Carnevale Princeps Irpino, riunisce le diverse espressioni artistico-culturali storiche carnascialesche del territorio della verde Irpinia, e promuove la conoscenza di ogni singolo carnevale, evidenziandone l’identità, la specificità e le origini antichissime, che lo rendono unico. Tra i suoi obiettivi, quello di preservare la tradizione e allo stesso tempo valorizzarla e diffonderla, anche creando una microeconomia sui territori.
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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Paola Starace scrive un romanzo su Carmine Schiavone jr
Dopo l’esordio letterario del 2014 con “100 birre sulla ragnatela” e “L’angelo della Morte” del 2018, con il quale ha riscosso un discreto successo di pubblico e critica, Paola Starace torna alla scrittura con un progetto di taglio completamente diverso. Una scrittrice, curiosa e volitiva, sempre pronta a mettersi alla prova lanciando a se stessa nuove sfide, stavolta approccia ad un romanzo biografico che vuole dar voce alla Verità; quella più scomoda, talvolta sgradevole, quella che nessuno vuole sentire. Dalla pace del suo buen retiro mondragonese, Paola Starace vive il luogo che l’ha accolta come una seconda casa e crea rapporti con la comunità locale, che non stenta a considerarla come parte integrante della collettività. È così che incontra Carmine Schiavone, il nipote dell’omonimo boss “pentito” del clan dei Casalesi che, dagli anni ’70 in poi, organizzarono le loro attività criminose ben oltre i confini della regione Campania e i cui terribili effetti deflagrarono sull’intero paese. Carmine Schiavone junior è un giovane uomo costretto a crescere troppo in fretta, un ragazzo dallo sguardo malinconico e troppo spesso sfuggente - forse nel timore di lasciar trapelare le emozioni sapientemente trattenute e difese; di fronte si ritrova la scrittrice napoletana che, in virtù della sua sensibilità e dell’empatica capacità di immedesimarsi negli altri, riesce a percepirle tutte e poi a trascriverle, malgrado la resistenza di Carmine. Carmine ha un sogno: poter raccontare la sua storia di bambino conteso e di uomo dal pesante fardello, per quella che è, scevra da qualsiasi pregiudizio o invenzione, perchè nel corso degli anni è quello che in molti hanno fatto. Hanno raccontato storie sul suo conto, a volte false a volte vere, ma sempre narrate dal punto di vista di chi nutre un pregiudizio.
Negli ultimi anni Carmine Schiavone junior viene spesso accusato di frequentare grossi imprenditori casertani sulla cui specchiata onestà esistono molte ombre e di condurre una vita più che agiata. I rumors sul fatto che Schiavone jr. sembri poter contare su una grande disponibilità economica non sono mai cessati. Anzi. Inoltre in molti si sono domandati come mai il nipote del “pentito” di camorra, l’uomo che ha permesso di sgominare il clan dei casalesi, circoli tranquillo e indisturbato nelle terre dominio del vecchio clan. È forse per mettere a tacere queste voci (vere o presunte), che Carmine decide di allontanarsi il più possibile dalla sua amatissima Mondragone, della quale ha sempre nostalgia e di cui sente forte il richiamo. Paola Starace decide, dunque, di dar voce a questo giovane uomo, permettendogli di realizzare il suo sogno, lasciandogli campo libero sulla pagina affinchè si instauri un dialogo con il lettore senza la necessità di incomodare il libro di inchiesta o di denuncia; un uomo che non rinnega la sua storia fatta di relazioni affettive complesse e rese più complicate da un’eredità decisamente pesante. Il giovane Carmine ha un punto di vista polemico e impietoso sulla sua vicenda personale e su quelle pagine di Storia del nostro paese. Non fa sconti a nessuno nella narrazione dei fatti, forse neppure a se stesso. E mentre l’epoca di “Gomorra” sembra volgere al termine, Carmine Schiavone trova finalmente lo spazio per raccontare una verità diversa: la sua. Un romanzo reale più che realistico, che si preannuncia come un tassello nuovo nel mosaico della ricostruzione di una geografia criminale sulla quale c’è sempre qualcosa da apprendere. Perché quando le vicende giudiziarie si concludono, restano ancora delle verità non visibili su cui gettare luce.
GAIA MOSCHETTI
INTERVISTA A LUIGI SCIA, GIOVANE ARTISTA NAPOLETANO Scia, cantautore napoletano propone un nuovo progetto che vede pubblicato il singolo: “Locked Down”, dal nome capiamo che si è ispirato proprio a questi mesi di chiusura forzata, interpretando al meglio il Lockdown di marzo. Luigi Scia è un giovane artista napoletano, di 28 anni che continua a comporre e a creare in attesa di poter riprendere il contatto con il pubblico, senza il quale ogni artista, isolato e smarrito, non può stare, soprattutto per un artista come lui a tutto tondo; infatti cresce in una famiglia di artisti: la sorella Diana è una pittrice, l’altra, Daria è una musicista mentre il padre è un abile scrittore. Cresce nella bellissima Ischia che lascia per studiare all’Ac-
cademia di Belle Arti di Napoli lasciando la sua piccola Scia con un murale nel 2017, in seguito studierà canto e dizione. In Locked Down, Scia parla con “leggerezza, attraverso il divertissement linguistico del refrain, senza tagli polemici e senza declinare facili ricette da applicare ad un quotidiano di clausura forzata. Artista autoprodotto, Scia incorpora in sé i principi dello yin e dello yang, il suo personale contrasto tra rigore e libertà, tra bianco e nero, tra bene e male lo dirime e lo risolve attraverso la sua arte. Il Tao è il simbolo che lo rappresenta, nella musica e nella vita”. Potete ascoltarlo sui canali social IG, FB, Youtube e Spotify.
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FORUM DELLE ASSOCIAZIONI SOCIOSANITARIE Al Governatore della Regione Campania On. Vincenzo De Luca Oggetto: Blocco delle prestazioni in accreditamento e conseguenziale grave difficoltà delle fasce deboli Gentile Governatore, la pandemia da Covid19, inattesa e non prevedibile ha creato nel mondo, in Europa, in Italia ed in Campania tanta sofferenza , con tante persone contagiate, tante persone ammalate e, purtroppo, tanti decessi con il coinvolgimento anche di tanti medici ed operatori sanitari deceduti. Venendo , in particolare, alla Campania, la pandemia ha creato e sta continuando a creare tante difficoltà organizzative nel campo della cura della salute e purtroppo nel campo socioeconomico. Vanno segnalate due condizioni importanti : -la grave difficoltà dei pazienti affetti da patologie croniche (cardiologiche, pneumologiche, metaboliche, oncologiche ecc. ecc.) per essere curati -il triste accrescersi del fenomeno della salute diseguale, che vede penalizzati col COVID sempre più le fasce dei più poveri, che in questa fase vanno aumentando in modo esponenziale. In questa fase il blocco delle prestazioni in accreditamento genera un ulteriore danno alle famiglie più indigenti, che non possono curarsi presso i centri accreditati, pagando il ticket, né tantomeno in ospedale,dove la maggior parte delle attività routinarie sono sospese. È una grave condizione di INGIUSTIZIA SOCIALE. Alla luce di quanto detto , Sig. Governatore, on. De Luca, Le chiediamo di intervenire ad horas, procurando fondi per assicurare la doverosa assistenza per patologie croniche in convenzione dei centri accreditati o, almeno, predisporre la possibilità di assistenza reale presso le strutture pubbliche. Facendo riferimento speranzoso alla sua sensibilità per i fragili, i deboli, gli indigenti e per la giustizia sociale, restiamo in attesa di un suo riscontro. Il Presidente Aldo Bova Salvo accordi scritti, la collaborazione con questo settimanale è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. In nessun caso si garantisce la restituzione dei materiali inviati. Del contenuto degli articoli e degli annunci pubblicitari sono legalmente responsabili i singoli autori. È vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari.
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Direttore Responsabile: Ferdinando Troise WEB: C&C CENTRO STAMPE SRL - CASORIA Questo numero è stato chiuso il 19 novembre 2020
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