DOMENICA 6 DICEMBRE 2020
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ANNO XIX - N° 36 - DOMENICA 6 DICEMBRE 2020
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CIRO TROISE
Bisogna essere tutti all’altezza di Diego Armando Maradona
La pandemia ci aveva fatto dimenticare un concetto basilare: il calcio è sentimento, condivisione di stati d’animo. La morte di Maradona ha presentato al mondo il peso emotivo di una città che ha perso il suo Dio pagano, l’unico che l’ha trascinata alla vittoria mantenendo le promesse, fondendosi nella sua cultura, aiutando tutti ad alzare la testa. Per la portata del lutto, ho visto una città ordinata che in larghissima maggioranza indossava la mascherina e provava a coniugare il rispetto delle regole anti-contagio con il dovere emotivo di onorare Maradona. Diego non rappresenta solo vittorie calcistiche, basta pensare che andava con gioia anche a giocare le amichevoli in provincia facendo tanta “beneficenza” silenziosa. Non c’importa ciò che ha fatto nella sua vita ma quello che ha fatto nelle nostre, dicono in Argentina, e il valore di questo concetto appartiene al vissuto di argentini e napoletani più di tutti gli altri
Non basta intitolargli lo stadio, serve che la sua memoria sia un forte stimolo in più per la città
nel mondo. Tra le tante testimonianze mi ha colpito quella di Ciccio Romano che, col groppo in gola, mi diceva: “Qualsiasi cosa si farà a Napoli per ricordarlo non sarà mai abbastanza”. È così, non è un’esagerazione, nelle
parole di Ciccio c’è un pezzo di storia. Per onorarlo, non basta intitolargli uno stadio, una mostra, una fermata. Bisogna essere all’altezza della grandezza di Diego, se il Napoli e Napoli ci riusciranno anche dall’aldilà Maradona aiuterà tutti quanti noi. C’è un aneddoto che ha raccontato Franco Esposito stamane sul Corriere della Sera, quando Juliano chiese agli inviati dei giornali italiani di omettere l’orario del tesseramento nessuno s’oppose perché Diego al Napoli era una vittoria professionale di tutti. Onorare Maradona nel modo giusto, quando questa maledetta pandemia sarà finita, può essere un volano anche sotto il profilo turistico. Uno dei più miei grandi desideri è andare a Buenos Aires, visitare la Bombonera per immergermi ancora di più nel mito di Diego, in tanti nel mondo potrebbero avere lo stesso desiderio venendo così allo stadio Diego Armando Maradona a Fuorigrotta. continua a pag. 4
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4 SEGUE da pag. 3
Non basta una targa, bisogna mettere in piedi un museo all’altezza, realizzare un tour come avviene in vari stadi d’Europa (penso al Camp Nou). Chi non rispetta la propria Storia non tutela neanche i propri tifosi, l’hanno capito in tutto il mondo. Basta pensare al moderno Emirates, all’esterno nella strada che porta allo stadio ci sono le statue di tutti i più grandi giocatori dell’Arsenal. Ve lo immaginate a Fuorigrotta? Vabbè, stiamo andando oltre con la fantasia e i sogni, sarà la spinta di Diego che a Napoli li ha fatti diventare realtà. Il Napoli con la pandemia ha salutato i tifosi dopo mesi di polemiche: il tifo organizzato era tornato a gennaio per le partite contro Lazio e Juventus, poi a febbraio un altro strappo con i 70 euro per le curve di Napoli-Barcellona. Dedicare lo stadio a Maradona è una scelta di campo, bisogna essere all’altezza. Diego si è innamorato della bolgia, ha assorbito l’amore di Fuorigrotta, sarebbe
un oltraggio rivedere il clima delle multe notificate a casa, delle telecamere che pescavano il “reato” del mancato rispetto del regolamento d’uso. Lo stadio Diego Armando Maradona, inaugurato magari con un’amichevole contro il Boca Juniors o l’Argentina, deve coniugare la modernità della tutela delle regole con la cosa più importante: il tifo, la passione in settori popolari con costi dei biglietti, accessibili, alla
portata di tutte le tasche. Si facciano le standing zone, si protegga la libertà di tifare con sciarpe, bandiere, cori, coreografie. Bisogna sottoscrivere tutti un patto immaginario, anche i tifosi che devono predisporsi al confronto produttivo. Diego, che a Napoli ha dato più di ciò che ha ricevuto, “dall’altra vita” c’impone uno sforzo: bisogna essere tutti alla sua altezza.
L’editoriale DI NANDO TROISE
IL VIRUS STA SVELANDO INGIUSTIZIE E DISUGUAGLIANZE
O vico e sant lione e o vico dei fornari poi passando per i salotti buoni di via Principe di Piemonte CASORIA e di via Pio XII, La fragilità è forza. La vulnerabilità è il cuore fino alla estrema periferia dell’evoluzione di via Mauro Calvanese, C’è del marcio a Casoria? la Frazione Arpino Vorremmo proprio saperlo. Sono tantise la Cittadella arrivando sime le denunce fatte dall’opposizione consiliare e non. fino alla Stadera. L’ultima mi è arrivata dal già Sindaco Un reddito minimo universale, lo smascheramento del capitalismo e delle diseguaglianze, una maggiore presenza delle donne nei ruoli decisionali ed un più ampio coinvolgimento dei quarantenni, nati analogici e cresciuti digitali. Sono alcune delle idee per la nostra vita con e dopo il co.vi.d. 19.
della Città di Casoria, avv. Pasquale Fuccio: “500 giorni per un fallimento. Il Sindaco Bene continua a pubblicizzare risultati della mia amministrazione. I suoi risultati sono: scuole lasciate sole, nessuna programmazione; ha chiuso per un anno il primo asilo nido comunale di Casoria; ha perso 8 milioni di euro di
LE STRATEGIE PER SOPRAVVIVERE ALLE EMERGENZE
finanziamenti dell’area metropolitana; ha dichiarato il dissesto finanziario”. Continua, invece, il consigliere comunale del Partito Democratico, Pasquale Fuccio: “per quanto riguarda la mia considerazione rispetto all’azione amministrativa ogni giorno rimpiango per la mia Città il fatto che hanno interrotto troppo presto quella stagione amministrativa, bastava che lo facessero dopo un anno, avrei potuto fare tante altre cose. Ho presentato due interrogazioni, una sui dirigenti di settore ed una sui dipendenti circa un anno e mezzo fa e non ho mai avuto risposta. Consigliavo di semplificare di molto la macchina comunale. Una struttura complessa che andrebbe diretta adeguatamente con poche spese e con una visione che questi hanno sostituito con l’interesse elettorale”. Chiedono che in una Città come Casoria, spesso percorsa dai brividi dell’onestà, il Comune non debba restare ai margini delle grandi pulizie. Non saremo noi a scandalizzarci nel ricordare che moltissime componenti politiche esterne alla coalizione che ha vinto le elezioni hanno
DOMENICA 6 DICEMBRE 2020 dato una mano a Raffaele Bene a diventare Sindaco della loro e nostra Città, sacrificando posti in Consiglio Comunale. “Con la vittoria di Bene abbiamo battuto un blocco sistemico” mi diceva qualche sera fa un vecchio compagno di antiche battaglie giovanili. Non siamo, noi, tra i cretini di regime che invocano e difendono il corporativismo. Chi ci segue sa che, da tempo, ci siamo battuti contro i maneggioni, i ladroni, gli imbonitori ed i fannulloni; respingendo, sempre, ogni ingerenza camorristica; odiando le sopraffazioni. Invece, il tutto si ripete: le interrogazioni consiliari fatte da Pasquale Fuccio del Pd e da Elena Vignati del Movimento 5 stelle sono sulle scrivanie del Prefetto e del Questore di Napoli, avviando procedimenti di indagine e di controllo nei confronti della Pubblica Amministrazione. Siamo contro i truffatori ma anche contro gli avvoltoi, quelli che volteggiano alla ricerca del cadavere. Incredibile ma vero, proprio nel Palazzo di Città non hanno intuito la gravità del momento, eppure le fibrillazioni interne sono tantissime. Le critiche nei confronti dell’Amministrazione da parte dei consiglieri comunali Alessandro Graziuso, Salvatore Iavarone, Luisa Marro ed Enzo Ramaglia in alcune occasioni superano in criticità quella della stessa opposizione consiliare. Arrabbiatissima la consigliera comunale Stella Cassettino, già assessore nella Giunta Fuccio che vede abbandonato e dimenticato il suo progetto sulla videosorveglianza. Ascolto il Sindaco in wap, costretto ancora a casa dalla sua positività al coronavirus: “Il Vice Sindaco e la Giunta stanno operando tra mille difficoltà fa-
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cendo una serie di attività. Ci sono alcuni consiglieri comunali impegnati in azioni amministrative e anche sociali. Rispetto il lavoro che stanno facendo gli altri con impegno e sacrificio. Spero di tornare presto”. Il Sindaco Bene, il suo assessore alla sicurezza e i suoi collaboratori sorridono e mostrano fiducia incrollabile anche agli attacchi del gruppo consiliare Obiettivo Comune, protagonisti assoluti nella vittoria elettorale sia nella prima fase sia nel ballottaggio contro la coalizione di centrodestra guidata da Angela Russo. “Dovresti sottolineare quanto di buono stiamo facendo” diceva il Sindaco. Gli ricordo: due sono i pericoli che incombono sulla nostra Città: 1) la crisi morale ed economica, evitabile solo con una rifondazione degli organi istituzionali. Il secondo pericolo è: le mire di chi vuole impossessarsi della gestione della cosa pubblica, ai fini demagogici e non. Stanno alla finestra pronti all’occupazione del Municipio, del Consorzio Cimiteriale, di Casoria Ambiente oltre a tutto quello che è collegato (i lavori pubblici,
i servizi idrici, il patrimonio comunale (come si fa a dimenticare gli uffici costati due miliardi in via Po; il PalaCasoria chiuso, le opere compensative TAV mai utilizzate, gli immobili ricavati dalle convenzioni con le lottizzazioni e altro), i servizi sociali, la pianificazione del territorio e la ragioneria, polmone finanziario della Città di Casoria. Dal primo giorno del suo insediamento, avvenuto 19 mesi fa, stiamo sostenendo il Sindaco Raffaele Bene, la sua Giunta Municipale e la sua maggioranza, il quale mi dice: “sono fermo e determinato a cambiare la metodica del consenso. Darò prevalenza nella mia azione politica alla meritocrazia, al rispetto per i giovani, alle problematiche studentesche di ogni ordine e grado, mi confronterò, appena questa pandemia me lo consentirà, con gli universitari e con loro e tramite loro alla valorizzazione dei saperi”. Intanto la sfiducia cresce: i sondaggi dicono che i casoriani non credono più alla classe dirigente e politica e neanche alle istituzioni. Sarà importante, in questi giorni, che ci avvicinano sia al Natale che al 2021, l’impegno politico ed amministrativo del Sindaco e della sua Giunta Municipale per conquistare la fiducia dell’intera Città. Occorre che gli Assessori Paola Ambrosio, Franco Russo, Ilaria Capone, Patrizia Di Monte, Luigi Goffredi, Ornella Esposito e Raffaele Petrone conquistino la scena pubblica, ne hanno sia le capacità che la possibilità di poterlo fare. Peccato se ciò non dovesse avvenire. Alla prossima…..
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6 ANTONIO BOTTA
Intervista al dott. Gilberto Di Petta, psichiatra
QUELLA “ZONA D’OMBRA” EMERGENTE IN TEMPO DI COVID
Molto grato al dott. Gilberto Di Petta, psichiatra, per avere accolto la proposta di farsi intervistare, mostrando elevate competenze nel suo campo professionale, oltre a una grande cultura. Il dott. Di Petta svolge la sua professione nel reparto psichiatrico dell’ospedale di Pozzuoli. Ha fornito ad ogni domanda un’articolata risposta, con osservazioni assai interessanti. Durante la prima ondata di pandemia, non pochi hanno sostenuto che il lockdown avrebbe cambiato gli Italiani rendendoli maggiormente sensibili e attenti ai valori della relazionalità empatica, accogliente, comprensiva. Ma ci si è resi, poi, conto che la situazione non è affatto mutata, anzi, è peggiorata. Un dato, al riguardo è eloquente: da marzo a giugno 2020, le richieste di aiuto arrivate al numero verde 1522 per la violenza e lo stalking sono raddoppiate rispetto allo stesso periodo del 2019 (+ 119%). Ci dica, da psichiatra, il suo parere Il mio parere è che non bastano le catastrofi e le emergenze a rendere migliori gli esseri umani; soprattutto quando l’emergenza diventa cronica la capacità di reazione e di adattamento salta. Un noto clinico anglosassone ha studiato la reazione da stress di fronte a un evento traumatico acuto, prevedendo una doppia capacità di risposta: o decidere di affrontare il pericolo, anche in virtù del fatto che il nostro organismo reagisce con una produzione maggiore di adrenalina, di ormoni dello stress e con aumento della pressione arteriosa, o scappare. Nel caso della pandemia in corso, nessuna delle due reazioni è possibile, perché non si può lottare contro un nemico che non vedi, né scappare da un nemico invisibile. Quindi lo stato prolungato di pericolo da contagio produce solo peggioramenti sulla condizione mentale e psichica, aggravata dalla necessità del distanziamento sociale per evitare la diffusione del virus, perché il contatto ravvicinato con gli altri esseri umani è fonte di veicolo. Manca, pertanto, la relazione, che é una fonte di sostegno di fondamentale importanza in ogni situazione di disagio
“Urge promuovere la rete di prossimità del territorio e di assistenza domiciliare; in questa seconda ondata di pandemia molte persone cosiddette normali in preda all’angoscia” e ciò ha finito per incattivire gli esseri umani. Infatti sono aumentate le quote fobiche e persecutorie. Ha parlato giustamente del Covid quale “nemico invisibile”; approfondisca questo aspetto: quali gli effetti del lockdown sullo stato psicologico e mentale delle persone? In condizioni di isolamento per il contenimento del contagio, l’essere umano rimane in uno stato di prostrazione, identificando l’altro come fonte di pericolo; tenga conto che anche la vicinanza di familiari, parenti e amici è considerata potenzialmente un rischio per la salute; ciò ha determinato una rottura dei legami parentali e amicali, situazione che acuisce lo stato di forte disagio. Tutto questo non accadeva nelle guerre: i soldati al fronte erano sostenuti dall’idea che a casa ci fossero i propri fami-
liari, erano persuasi di combattere per difenderli; inoltre, le famiglie si aggregavano fra di loro, creavano gruppi per sostenersi a vicenda. Anche durante i bombardamenti, quando si scappava nei rifugi, erano frequenti episodi di grande solidarietà. Ciò, è noto, si verifica anche durante le calamità, come nei terremoti, in cui le persone si aiutano reciprocamente, trovando conforto e aiuto nella comune sofferenza. Invece, il virus, essendo un nemico invisibile, che contagia e colpisce proprio negli assembramenti, fa precipitare l’essere umano in una situazione di solitudine coatta. Noi psichiatri abbiamo riscontrato che le persone con gravi turbe psichiche, come gli psicotici, gli schizofrenici in particolare, non hanno risentito molto di questa pandemia, perché essi già vivono abitualmente in una situazione di isolamento: la malattia mentale di per sé attacca e corrode il contatto interumano, vi sono pazienti afflitti da sindromi persecutorie, che vivono in mondi privati, deliranti, allucinatori, come se già avessero sostituito alla realtà condivisa un mondo proprio, nel quale vivono disgiunti nelle loro stanze, in strutture psichiatriche. Invece le persone cosiddette normali, che vivono un’ordinaria vita sociale, fondata sulla relazionalità, ne hanno risentito sul piano psicologico e mentale: diverse sono precipitate in un forte disagio psichico e altre, pur non risentendo eccessivamente della condizione di confinamento domiciliare, si sono incattivite, sviluppando, come ha evidenziato anche lei, atteggiamenti di aggressività; non mancano, tuttavia, persone che hanno fatto appello alle loro doti interiori di coraggio, di amore, di solidarietà, distinguendosi per atti di generosità e di altruismo. Tutti invocano, in questo periodo, la grande assente, la “medicina del territorio”, dopo che per anni i decisori politici nazionali e gli amministratori regionali l’hanno trascurata, tagliando fondi sulla sanità (oltre che sulla scuola e la ricerca) e/o dissipando risorse tra ruberie e corruzione. E’ stata anche ignorata la necessità di salvaguardare la salute psicologica sia a
DOMENICA 6 DICEMBRE 2020 livello di prevenzione che di cura. Solo la sventura sanitaria del contagio da Covid ha smosso ultimamente le acque, inducendo il Ministero dell’Istruzione a stanziare fondi per la presenza nelle scuole dello psicologo scolastico. Qual è la sua spassionata opinione al riguardo? Guardi, io sono uno psichiatra appartenente alla generazione che si è formata dopo la chiusura degli ospedali psichiatrici e, quindi, nel clima che si è determinato negli ultimi 40 anni nel nostro Paese in seguito alla legge 180 fortemente voluta da Franco Basaglia. Ciò che lei ha detto incontra molto il favore di noi psichiatri che si sono formati in questo clima. La legge 180 è stata per noi ed è tuttora un grande modello di salute da tutelare a livello territoriale, perché ha dato un forte impulso allo sviluppo di strutture diramate, innervate nel territorio, quindi di prossimità, con lo scopo di andare incontro al disagio e di trattarlo lì dove si manifesta e non di curarlo in un’istituzione. La riforma Basaglia è stata ostacolata, non si è realizzata appieno, ha subìto grossi tagli dei fondi; il 5% del PIL nazionale, che doveva essere investito nella salute mentale, si è ridotto al 3% per cento nelle regioni ricche della Toscana e dell’Emilia Romagna, si figuri nelle Regioni più disastrate. Ciò nonostante, il modello della cosiddetta psichiatria di comunità o di salute mentale di territorio, dopo questa pandemia, è il modello a cui l’intera medicina dovrebbe ispirarsi, perché gli ospedali dovrebbero occuparsi di cure altamente specifiche, dedicandosi a pazienti con patologie acute, mentre dovrebbe essere molto più sviluppata la rete di prossimità di territorio e di assistenza domiciliare. Se la pandemia è servita a mettere in luce questo “anello” debole del sistema sanitario nazionale, allora si potrebbero avere dei risvolti positivi,sempre che ci sia da parte dei decisori politici la capacità di leggerli e di trasformarli. Altrimenti si continuerà come sempre si è fatto, con un quadro desolante che è davanti ai nostri occhi, nel quale non solo non riusciamo a curare bene chi è colpito da Covid, ma nemmeno coloro che
7 soffrono di altre patologie, abbandonati a se stessi, come sono abbandonati i sofferenti psichici. Da marzo ad oggi, nell’ospedale in cui lavora, ha notato se vi sono accorse molte più persone con disturbi psichici anche a causa del Covid? C’è stata una grande differenza tra il primo lockdown e quello attuale: in quello primaverile non abbiamo riscontrato nessuna pressione sulla nostra struttura,poiché la gente ha cercato di gestire in casa le crisi del paziente psichiatrico. Probabilmente c’erano più risorse, più energie, da parte dei familiari per averne cura. Adesso, invece, la situazione è catastrofica: abbiamo dovuto “sacrificare” il nostro reparto di emergenza psichiatrica,reparto molto grande con cortili e spazi aperti; abbiamo dovuto dare reparti a pazienti Covid, fra cui quello psichiatrico e agli ammalati psichici é stata assegnata un’altra allocazione, che non è comoda per i pazienti, con spazi ristretti. Noi pensavamo, d’altronde, che neanche ci occorresse necessariamente il reparto psichiatrico in virtù del fatto che nella prima ondata, come detto, la situazione era stata gestibile. Ora arrivano moltissimi pazienti, che non sono soltanto i nostri che conosciamo, perché periodicamente vanno in crisi e, quindi, hanno bisogno di ricovero, ma anche persone cosiddette normali, insospettabili, persone che non si sono mai rivolte ai servizi: insegnanti, medici, lavoratori vari.. Soffrono di crisi d’ansia? Direi di più, vi si riscontra l’angoscia: l’ansia viene definita come paura di qualcosa, l’angoscia, invece, è uno stato di terribile spavento che fa avvertire a chi ne è colpito un pericolo imminente, di catastrofe, persone, quindi, che stanno sviluppando sindromi psichiatriche che probabilmente avevano latenti. Noi cosiddetti normali, in realtà, abbiamo una zona d’ombra interna, che riusciamo a tenere sotto controllo, in equilibrio nella vita di tutti i giorni, ma, quando la vita quotidiana e abitudinaria si ferma, soprattutto per periodi prolungati, questa parte di noi emerge, prende il sopravvento. Stiamo assistendo pro-
prio a questo, quasi alla “follia” della normalità. Termino con una domanda che esula dal tema della pandemia. A suo avviso, quali sono le sfide interiori con cui deve cimentarsi l’uomo di questo nostro millennio? Condivide con me che il rischio più grande sia quello dell’assuefazione alla bruttezza, alla massificazione e all’indifferenza? La sua è una domanda molto aperta, alla quale, da psichiatra, sicuramente potrò dare il mio contributo, ma andrebbe rivolta soprattutto a un filosofo o a un sociologo. Io ritengo che il nichilismo, descritto in passato dai filosofi Nietzsche e Schopenauer, consistente nella chiusura in se stessi, in un individualismo esasperato si sia pienamente realizzato. Le società tradizionali, a cominciare da quelle anteriori di diversi secoli dalla nascita di Cristo, si distinguevano per l’importanza accordata al senso di comunità, alimentato dai riti religiosi e tradizioni collettive. L’individuo trovava il senso della propria vita nella consapevolezza di essere utile al proprio gruppo sociale fino al punto di arrivare anche al sacrificio della propria vita. Inoltre, l’osservanza delle regole e delle norme all’interno del suo contesto sociale di riferimento, lo proteggevano dall’angoscia, dall’insignificanza della propria esistenza. Quando tutto questo è definitivamente crollato ed è emerso, soprattutto nelle società del benessere, il consumismo, la voglia di vivere nel presente per soddisfare sempre più emozioni fugaci, ponendo se stessi come misura dell’esistenza, allora abbiamo perso la nostra memoria e con essa la nostra identità, ignorando, in tal modo, la nostra identità di persone “con” e persone “per”. Ciascuno di noi è diventato un’isola, una monade: l’individuo è diventato solo con se stesso, ma può vincere la sfida con il “nulla”solo riuscendo a conciliare il senso forte della sua libertà con quella degli altri, in una qualità relazionale profonda, fondata sul rispetto degli altri in un mutuo arricchimento dei rispettivi valori, tradizioni e culture. E’ ciò che va recuperato anche in questo tempo difficile di pandemia.
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IMMA CASTRONUOVO
Covid-19: Intervista al Prof. Ivan Gentile, Primario del Reparto Malattie Infettive del Policlinico Federico II di Napoli
Oggi parliamo di Uomini e Scienziati che si sono trovati inermi dinanzi a qualcosa di cui non hanno piena conoscenza. Un nemico a tratti noto e, pur tuttavia, ancora troppo sconosciuto, che quando colpisce, colpisce duro, e non fa sconti. L’intervista che vi proponiamo è un’intervista fatta ad un Uomo di Scienza, un Uomo che, nonostante il Suo profondo spessore intellettuale, e la Sua ineccepibile preparazione accademica, si è trovato al cospetto di qualcosa che ha determinato in lui un senso di solitudine, facendogli “sentire” l’umana fragilità che ci avvolge; ma, da Uomo di inconfutabile onestà intellettuale, oltreché di Scienziato, il nostro illustre interlocutore ci parla a cuore aperto, donandoci, come pochi, tutta la sua umana considerazione nell’essersi trovato nella posizione di “paziente Covid”, e dunque, dall’altro lato della barricata. Il Prof. Ivan Gentile, Direttore dell’ Unità Operativa Complessa di Malattie Infettive del Policlinico Federico II e Titolare della Cattedra di Infettivologia all’ Università Federico II di Napoli, è stato, prima dell’estate, per un lungo mese ospite del Policlinico Federiciano perché affetto dal Covid-19. Nella particolare veste di paziente,Professore, ci racconta com’è stata la Sua esperienza? Le sensazioni che ho provato in quei giorni rimarranno per sempre con me. Sensazioni di sofferenza, paura, ma anche di profonda solitudine. Confesso di aver fatto anche tesoro di questa esperienza. Ho capito che spesso il paziente tende a sottovalutare i sintomi della malattia e quindi sono molto
attento a considerare elementi obiettivi nelle decisioni cliniche, per esempio riguardo l’ospedalizzazione. Inoltre, ho utilizzato un fondo di beneficenza dell’ateneo Federico II per acquistare frigoriferi e televisori in modo da portare conforto e compagnia alle lunghe giornate dei pazienti. Ho portato ancora più umanizzazione delle cure nel mio reparto. Ho sempre sostenuto e detto ai miei collaboratori che il paziente ha sempre ragione. Oggi sono ancora più fermo nel ribadirlo, perché il soggetto ricoverato, ed il paziente COVID in particolare, si trova in un momento di particolare fragilità e va capito ed aiutato sempre. Professore, dall’inizio della pandemia, ad oggi, come si è evoluto il virus Sars-CoV -2? Non abbiamo prove di un significativo cambiamento del virus. Il virus tende a mutare, ma non vi è evidenza che questo abbia portato un sostanziale cambiamento della malattia. Potrei dire che siamo noi che ci siamo “evoluti”. In pratica siamo diventati più bravi nella gestione della malattia. Mi spiego. Nel mio reparto abbiamo osservato una letalità nettamente inferiore in questa seconda ondata rispetto alla prima. Abbiamo capito meglio come
dosare le terapie di supporto come gli anticoagulanti o l’ossigenoterapia e soprattutto abbiamo due farmaci: un antivirale diretto, remdesivir ed un antinfiammatorio, il desametasone. Grazie ai farmaci ed all’impegno di tutti abbiamo dei dati lusinghieri e siamo riusciti a salvare il 99% dei circa 160 pazienti COVID ricoverati nel mio reparto da settembre! Parliamo dei vaccini per questa terribile patologia. Si sta letteralmente facendo la corsa a chi lo produce per primo, ogni giorno è una continua replica da parte delle Società produttrici in merito alla presunta efficacia del vaccino di turno, si rincorrono numeri e percentuali di test di efficacia, ma, di fatto, non vi è alcuna certezza, in merito. Non si sa l’effettiva efficacia del vaccino anti- Covid e, per dirla in maniera semplicistica, non sappiamo nè “se” e “quando” sarà distribuito in Italia, nè in che misura sarà distribuito e, soprattutto, chi saranno i primi pazienti che lo testeranno. Una domanda, però, più delle altre, urge una risposta chiarificatrice: è certo che, una volta che ci si sia vaccinati, si diventi immune dal virsu Sars - CoV- 2? O, per essere più chiari, se ci si vaccina, non si contrae più il virus in que-
stione? E, dal momento che si parla di una terza ondata di questo virus, non potendosi prevedere come evolverà, quanto sarà (in)efficace l’eventuale vaccino? Ci illumini, Professore. Come Lei dice, attendiamo dati robusti circa l’efficacia e la tollerabilità del vaccino. In medicina, le opinioni degli esperti, non fanno evidenza. Le evidenze discendono dai numeri e da studi clinici rigorosi. Tuttavia, sulla base delle anticipazioni che abbiamo avuto in questi giorni, mi sento di essere ottimista circa la disponibilità di uno o più vaccini efficaci e ben tollerati. Non sappiamo ancora quanto durerà la protezione. Nessuno scienziato può prevedere il futuro. Sottolineo che in meno di un anno, grazie al lavoro di numerosi scienziati di tutto il mondo, partendo da alcuni casi di polmonite ad etiologia sconosciuta, si è riusciti a sequenziare il virus, studiare l’evoluzione della malattia, la diffusione dell’infezione, le norme di profilassi, approntare e sperimentare trattamenti farmacologici e vaccini. Un impegno senza precedenti che fa onore alla comunità scientifica mondiale. Mi fa piacere pensare che il meglio nella lotta alla malattia deve ancora venire. Queste, le parole di conforto e di incoraggiamento del Prof. Ivan Gentile, che ringrazio profondamente per l’intervista concessaci e per aver condiviso con Noi un’esperienza così intima e personale come quella che ha vissuto, un’esperienza che, se possibile, per certi versi, lo ha reso migliore, acuendo una sensibilità già profonda e inducendolo ad essere ancor più indulgente, se possibile, con chi soffre.
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I medici di base: l’anello di una catena spezzata Ne parliamo con il Dr. LUIGI Maglione
Il medico specialista nella disciplina della medicina generale, comunemente chiamato medico di base o medico curante ma, fraternamente considerato il medico di famiglia, è sicuramente il contatto diretto che unisce i due poli fondamentali della medicina territoriale: la sanità, rappresentata dalle ASL, ed i pazienti. Un ruolo fondamentale, una figura di riferimento importantissima ma che una gestione politica – per così dire confusionaria - ha discriminato sin dal primo lockdown, senza difenderla, né tutelarla, e senza affidargli le giuste competenze, con tutti i riconoscimenti e le protezioni del caso. Sicuramente, la loro fattiva presenza avrebbe evitato i pronto soccorsi ingolfati e non avrebbe reso gli ospedali l’unico punto di prima accoglienza dei pazienti Covid o presunti tali. Insomma, un anello fondamentale di una catena che, però, ci sembra a tutt’oggi spezzata, per quanto si stiano dando, proprie in queste ore, le direttive ai medici di base di effettuare tamponi e test antigenici. Abbiamo scelto di affrontare questa tematica con una persona che, visto il suo ruolo, ci può fornire validi spunti di riflessione sia da un punto di vista medico che politico: il Dr. Luigi Maglione (in foto) medico di base in pensione ed ex Sindaco del Comune di Casavatore dove, attualmente, ricopre la carica di Consigliere Comunale. Dr. Maglione, il potenziamento del ruolo dei medici di base è sicuramente un punto cardine nella gestione della pandemia: lei, da medico e da politico, cosa ne pensa? “Ho vissuto la pandemia già da medico in pensione, ma il fatto di non esercita-
re più, non mi ha impedito di rendermi conto molto da vicino delle difficoltà che ha vissuto, e che ancora vive, questa categoria. Il 99% dei medici sta impazzendo, sento commenti drammatici, continuo ad essere in contatto con i miei ex pazienti che, in molti casi, sono amici e comunque, sono per tanti un punto di riferimento perché mi chiamano, chiedono notizie, come fare, cosa fare. E questo perché non dando il giusto ruolo ai medici generali, il paziente è stato completamente abbandonato. Alla ASL di Casavatore, ad esempio, non risponde nessuno. I cittadini sono lasciati in balia di loro stessi. Il minimo era poter garantire almeno un supporto telefonico. E questo ha creato, sin dall’inizio, una confusione straordinaria. La politica ha pensato bene di destinare i fondi per la creazione di tutti i bonus per le vacanze, la mobilità, i monopattini…per me tutte sciocchezze. La prima mossa politica da fare, che avrebbe avuto contemporaneamente un impatto notevole sulla sanità, era di destinare i fondi, soldi, sostegno ai medici di famiglia. E non solo”. Cosa intende? “Intendo dire che il sistema non ha funzionato e non funziona, né come
prevenzione, né come servizi. Non puoi chiamare medici, in molti casi ormai anziani, della Protezione civile, ai quali va senz’altro la mia stima, ma andava fatto immediatamente un avviso pubblico per assumere medici, pagandoli come si deve, per risolvere la mancanza di operatori negli ospedali. Era qui che andavano destinati i fondi. Era, ed è, un sistema da rifare completamente”. E quindi il lockdown, la divisione in zone a quanto sono servite? “Ma se avesse realmente funzionato, avremmo avuto esiti e risultati ben diversi. Per me è stato semplicemente un paracadute per i politici, ma nulla a che vedere con un piano assistenziale sanitario e sociale. Ho vissuto in prima persona l’esperienza di andare in ospedale per altri motivi che non sono il Covid, perché sembra essercene dimenticati, ma non ci si ammala e non si muore di solo Covid. Un importante problema cardiaco che – da medico – mi sono diagnosticato, mi ha costretto a recarmi in un pronto soccorso dove ho dovuto attendere tre ore per il risultato del tampone. In tre ore, con un problema cardiaco si muore. La prassi vuole che nell’arco dell’ora e mezza dall’arrivo in ospedale vada effettuata una coronografia. Io mi sono reso subito conto di quello che mi stava accadendo, quindi la mia prima autodiagnosi è stata sicuramente di aiuto. Ma un normale cittadino, al mio posto, avrebbe veramente rischiato la vita. E’ un problema serio”. E come si risolve? “Se un Direttore sanitario non è in grado di gestire una situazione e risolvere
DOMENICA 6 DICEMBRE 2020 i problemi,deve essere sostituito. Questo è quello che accade normalmente nei posti dove le cose funzionano. Qui no, non si può fare, nessuno si tocca. E questo provoca un blocco alla base per cui non c’è possibilità di miglioramento”. Nelle prossime ore (l’articolo viene redatto in data 02/12/2020, n.d.r.) dovrebbe essere varato il nuovo DPCM del Presidente Conte. Lei cosa si aspetta? Bar, ristornati di nuovo aperti? “Ma anche per questo aspetto, dobbiamo renderci conto che c’è e ci sarà un problema serio di disoccupazione e di sofferenza reale. Basterebbero regole fisse, certe, decise senza costringere la gente a sacrifici enormi e senza diffondere questo clima di paura che trovo sia pericoloso e deleterio. La paura è
11 nemica nella ricerca e nella realizzazione delle soluzioni. Nelle difficoltà va utilizzata la logica, ed è per questo che io sono molto scettico sui risvolti anche sociali di questa pandemia. E’ giusta l’igiene e la pulizia,il distanziamento e l’ utilizzo di tutte le precauzioni a noi note, ma la paura no,la paura fa commettere solo altri errori”. Tanti gli errori organizzativi che il Dr. Maglione sottolinea, non da ultima la decisione di portare avanti le campagne elettorali per una scelta tutta politica di voler, comunque, fare le elezioni, il referendum, dopo il mese di agosto: “Nessuno lo dice, ma la scelta delle Regioni di fare comunque le elezioni dopo agosto, è stato un errore grave!”. Insomma, la politica, ancora la politi-
ca, quella che decide ma che ricopre un ruolo importante anche nel prossimo futuro del Dr. Maglione che è in attesa di una sentenza del TAR per un ricorso che, in caso di esito positivo, lo vedrebbe di nuovo come Sindaco a Casavatore. Dopo la verifica delle schede e dei voti – ricordiamo che per soli due voti il Dr. Maglione, a settembre, fu spodestato – il Tar si pronunzierà. L’udienza è stata fissata per il prossimo 8 gennaio. Quando si parla di anno nuovo, è inevitabile il pensiero al vaccino: “E’ l’unica soluzione seria” – sentenzia il Dr. Maglione. “Abbiamo debellato malattie gravi, mortali, quindi sono assolutamente a sostegno della futura campagna vaccinale anti-Covid”.
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Covid e radiologia: intervista al dottor Dino Alinei
Abbiamo intervistato il dottore, radiologo, Dino Alinei per capire in che modo la radiologia fosse coinvolta nella lotta contro il Coronavirus e per sentire il parere di un esperto riguardo la sua evoluzione. Buongiorno dottore. Lei è uno dei migliori radiologi napoletani, ha lavorato anche, per molti anni, all’ospedale Cardarelli. In che modo voi radiologi siete impegnati nella lotta contro il Covid? La ringrazio del complimento “esagerato” … Il radiologo ricopre un ruolo fondamentale nell’ individuazione prima e nel monitoraggio poi del Covid19, attraverso la rx (radiografia) tradizionale in prima istanza e la tac, senza infusione di mdc (mezzi di contrasto), nella valutazione dell’andamento della malattia polmonare. In che senso questo virus “attacca” i polmoni? Il virus aggredisce le mucose delle pareti bronchiali e anche i vasi sanguigni, determinando un’ importante condizione flogistica, per poi arrivare a impegnare e distruggere gli alveoli polmonari, determinando quei gravi quadri, letali soprattutto agli inizi dell’ epidemia, di
polmonite interstiziale, che spessissimo è bilaterale. È vero che il virus è “meno aggressivo” rispetto al principio? Ci spiega in che senso? In genere i virus tendono a indebolirsi, un po’ come gli organismi umani: con l’età ma soprattutto con la fame. Se non incontrano “in giro” nuove cellule (quindi persone) non si nutrono e non si moltiplicano: ecco il senso del lockdown e del distanziamento (se fatto con intelligenza politica!). Lei crede che le misure che sono state prese siano sufficienti? (In particolare per quanto riguarda la Campania)
La Campania si avvale di eccellenze sanitarie ma non altrettanto a livello politico: basti pensare ai lanciafiamme rimasti senza cherosene alle prime difficoltà e alle bombole di ossigeno scomparse; allo strombazzamento notturno di carovane trionfanti di tir per la penosa costruzione di ospedali di emergenza; al numero esiguo di medici, tecnici, infermieri nascosti da numeri molto molto criticabili, alla fine smascherati e che ci condannano alla zona rossa: una vergogna. È inevitabile una terza ondata, vero? Probabile. Statisticamente sì. Va bene dottore, la ringrazio tantissimo e le chiedo un’ultimissima cosa… Una domanda che tutti noi ci poniamo e alla quale lei, da medico, forse può darci una risposta approssimativa: quando se ne uscirà completamente? Io vorrei fare una Pasqua più o meno normale…senza chiedere a Gesù di risorgere entro le 22.00 dopo che il nostro Governo vorrebbe farlo nascere 2 ore prima… Grazie e buon lavoro. A lei, grazie per tutto quello che voi medici state facendo per noi in questo momento così difficile!
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“AI NEGAZIONISTI FAREI FARE PRIMA UN GIRO DEI REPARTI E POI FAREI FIRMARE LA RINUNCIA ALLE CURE”
INTERVISTA A FRATE CARLO MANGIONE DG DELL’OSPEDALE DI CASORIA L’emergenza covid diventa sempre più pesante da gestire, soprattutto per il sovraccarico dei reparti degli ospedali e dell’esaurimento delle risorse e dei posti letto disponibili. A Casoria abbiamo l’onore di avere l’ospedale “Santa Maria della Pietà” fondato e gestito dai frati Camilliani, l’ordine di San Camillo che ha nel proprio DNA il soccorso e la gestione delle emergenze, infatti prima di essere nominati nel loro incarico fanno voto di “assistenza agli ammalati con il rischio della vita”. Non a caso l’ospedale di Casoria è diventato covid, proprio grazie all’appello fatto attraverso i social media al presidente De Luca da tutto il personale sanitario guidato dal suo condottiero Frate Carlo Mangione Direttore Generale della struttura, un uomo di Dio da sei anni alla guida dell’ospedale ed abituato alla gestione delle emergenze come la cura degli ammalati di AIDS e dei senzatetto per strada. Ha accettato l’invito a raccontare la situazione ai lettori di Casoria Due esordendo con una frase: “Oggi svolgo un ruolo amministrativo, ma un Camilliano è abituato ad agire sul campo ed io non me lo
sono fatto dire due volte” L’ospedale di Casoria ha quasi preteso di partecipare alla gestione dell’emergenza già dalla prima ondata, a cosa è dovuto tanto coraggio? La nostra vocazione è quella tipica dell’ordine dei frati Camilliani. San Camillo uno dei 4 voti l’ ha fatto proprio alla gestione di situazioni di emergenza sanitarie. Noi frati giuriamo di vivere la nostra vita facendo voto di povertà, castità, obbedienza ed appunto assistenza agli ammalati anche con il rischio della vita. L’emergenza covid non poteva non vederci impegnati in prima linea, stare aperti parzialmente e
tenere in panchina un personale preparato come il nostro non aveva alcun senso. Attualmente l’ospedale è stato adibito quasi totalmente a struttura covid. Come avete organizzato la gestione dei reparti? In totale abbiamo ottanta posti letto destinati ai malati covid e sono tutti occupati, inoltre abbiamo anche dodici posti letto per le urgenze, infatti continuiamo anche a prestare assistenza medica, chirurgica e per le urgenze varie. Questo è stato possibile grazie ai lavori strutturali che abbiamo realizzato in tempi record per organizzare e dividere i percorsi. Infine abbiamo tre posti letto in te-
rapia sub intensiva tutti occupati. Come si presenta la situazione nei reparti? In che condizioni psicofisiche sono i ricoverati? Tra i ricoverati per covid registriamo un’età media abbastanza bassa, ma abbiamo anche persone più anziane, partiamo dai ventuno anni fino ad arrivare ad un paziente di novantotto anni. Per la maggioranza sono molto giovani e sono spaventati, anche perché prima di arrivare qui hanno già trascorso un po’ di tempo in qualche pronto soccorso dove sappiamo che la situazione è pesante. Lo spavento generale si diffonde tra i pazienti per l’incognita che ti trasmette questa malattia, infatti non sai mai come potrebbe evolversi e quanto tempo ci mette a guarire. Altro aspetto determinante è la solitudine alla quale sono costretti, anche se devo dire che tutto il nostro personale si impegna affinché non si sentano soli. Abbiamo avuto anche il dono di due suore camilliane che sono arrivate a Casoria da Roma per il sostegno spirituale e assistenza oltre a prestare servizio di confessione e comunione.
DOMENICA 6 DICEMBRE 2020 È vero che addirittura state festeggiando i compleanni dei ricoverati per covid? Verissimo! Stiamo festeggiando tutti i compleanni. Ne abbiamo già fatti tre. E devo dire che questo piccolo gesto diventa un momento molto commovente sia per noi che per loro che si vedono arrivare questa sorpresa inaspettata. Crediamo fermamente ed oltre ogni convinzione che l’umanità sia la prima forma di terapia oltre ad un gesto nobile. Ci racconta un episodio o un paziente particolare che le è rimasto impresso? Un ragazzo di 24 anni di nome Gennaro che una mattina era risultato finalmente negativo e poteva uscire. Gli ho chiesto se potesse identificare con una parola i suoi sentimenti e lui, scoppiando a piangere, mi ha risposto che prima provava speranza ed adesso invece una gioia immensa. Un altro episodio che ricordo si è verificato quando, entrando in una stanza per pregare con un signore adulto, alla mia benedizione verso le mamme, lo vedo scoppiare a piangere perché qualche giorno prima aveva perso la mamma per covid che a sua volta lo aveva contagiato. Questi casi sono abbastanza frequenti, molti sono i casi di ricoverati provenienti da un focolaio familiare dove si sono persi dei parenti stretti senza nem-
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meno potergli dare l’ultimo saluto. Come avete preparato il personale alla gestione dell’emergenza? Abbiamo subito organizzato una meticolosa preparazione di tutto il personale appena appreso la disponibilità a diventare struttura covid. Una preparazione necessaria che inizialmente è stata pesante dal punto di vista umano e psicologico perché creava molti pensieri di preoccupazione. Infatti ad un certo punto ho deciso di iniziare ad agire sul campo senza pensare. Le giornate per gli addetti sono molto stressanti e faticose, le tute, i guanti, le visiere sono devastanti, immaginate ad esempio di non poter mai andare in bagno. Ma devo dire che, nonostante le difficoltà, il nostro personale è entusiasta di ricoprire questo ruolo di grande responsabilità personale e professionale. Sto raccogliendo delle testimonianze video del personale che pubblicherò su facebook e molti dichiarano di sentirsi i rappresentanti della categoria e soprattutto delle loro famiglie che esprimono verso di loro sentimenti di grande ammirazione ed orgoglio. Come possiamo descrivere questa malattia? Un sintomo chiaro per tutti i pazienti è sicuramente la mancanza dell’aria ed il bisogno di ossigeno. Per imme-
desimarci possiamo provare a non respirare per qualche minuto e avremo, fin da subito, una sensazione che possiamo descrivere come: “fame di aria”. Una complicanza molto diffusa è la polmonite bilaterale insieme alla febbre e dolori. Immaginate che la nostra struttura ospedaliera abitualmente consuma un bombolone di ossigeno di 3000 litri in un mese, adesso lo esaurisce in tre giorni. A tal proposito, stiamo impiantado un bombolone da 10000 litri perché l’ossigeno è la terapia principale. Con l’emergenza posti letto diventa importante sapersi curare a casa fin dove è possibile, come consiglia di comportarsi? Diciamo che i parametri da seguire sono abbastanza chiari a partire dalla saturazione, ossia la quantità di ossigeno nel sangue, che è il primo parametro da tenere in considerazione, una volta controllato bisogna contattare il medico curante e seguire il protocollo che tutti i medici conoscono e cercare di andare in ospedale come ultima ipotesi, bisogna considerarla l’estrema ratio se non si hanno altre patologie. Diversa è la situazione per chi già ha delle complicanze, ci arrivano anche pazienti covid che già combattono altre patologie come un ragazzo ventiquattro anni con cancro,
un altro paziente trapiantato ecc. in quei casi l’attenzione deve essere maggiore e l’ospedale spesso è necessario. Alla luce della sua esperienza sul campo, cosa si sente di dire a coloro che negano l’esistenza del covid? Per i negazionisti organizzerei delle visite guidate negli ospedali facendoli passare delle giornate nei reparti per poter osservare da vicino la sofferenza e le enormi difficoltà che vivono gli ammalati ed infine farei firmare una liberatoria con la quale rinunciano alle cure negli ospedali in caso di complicanze dovute al contagio da covid-19. Mi scuso per le parole forti e provocatorie, ma sinceramente non è proprio possibile negare l’esistenza della pandemia. Grazie mille Frate Carlo, le sue parole sono state esaustive ed interessanti. I nostri lettori avranno sicuramente ulteriori chiarimenti sull’andamento dell’emergenza. Ci salutiamo con un appello al rispetto delle precauzioni anti contagio? Certamente! Dobbiamo essere responsabili e rispettare le precauzioni per proteggere sia noi che le persone a noi care. Una nostra imprudenza potrebbe costarci veramente caro e coinvolgere persone a noi vicine. Il virus non è uno scherzo e non va sottovalutato.
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Obesità e Coronavirus: tutto quello che c’è da sapere
L’obesità è una malattia a tutti gli effetti e alto è il rischio di complicanze e morte in persone obese affette da Covid. Diabete, malattie cardiache, ipertensione arteriosa sono solo alcune delle malattie croniche che possono attanagliare gli obesi e queste stesse sono tra le più presenti nei deceduti a causa del suddetto Coronavirus. Che il Covid19 potesse peggiorare la situazione lo si è intuito quando, con il lockdown, non solo ci ha limitati nei movimenti ma ci ha anche reso difficile il reperimento di cibi salutari: cucinare (e mangiare) ha rappresentato per noi, in quarantena, una valvola di sfogo, un passatempo, una distrazione… Nel momento in cui il virus, però, s’incontra con l’obesità, le conseguenze possono essere molto serie e incontrovertibili. Ne abbiamo parlato con la nostra biologa e nutrizionista Flavia Altieri, che ci ha gentilmente rilasciato questa piccola intervista. In che senso uno dei fattori di rischio mortale a chi viene colpito dal Covid è l’obesità? I motivi sono tanti: le persone con obesità hanno una ridotta capacità di combattere le infezioni, si trovano in uno stato perenne di infiammazione e sono più deboli fisicamente. Un motivo non poco banale, ad esempio, è il fatto che il grasso presente nell’addome, spingendo verso l’alto sul diaframma, limita il flusso d’aria, schiacciando il muscolo che separa la
cavità addominale da quella toracica e peggiorando così l’ossigenazione del sangue. Inoltre, il sangue delle persone con obesità ha una maggiore tendenza a coagularsi e l’eccesso di peso agisce anche rendendo meno efficiente il sistema immunitario. Cosa consiglieresti, allora, alle persone affette da obesità? Sicuramente di perdere peso con un’alimentazione sana e attività fisica. Vuoi dare qualche consiglio alimentare ai nostri lettori mirato a combattere meglio questo virus (e le influenze in generale)? Sicuramente il modello top da seguire è la dieta mediterranea. Consiglio di consumare alimenti ricchi di Vitamina C (come kiwi e agrumi) e verdura cruda e al vapore; bere tanto, consumare cereali integrali, ridurre o eliminare del tutto il consumo di sale e zucchero (in particolare snack e merendine). Ultima domanda, che per prassi sto facendo a tutti coloro che intervisto, perché è molto importante l’opinione di esperti a riguardo: secondo te quando si ripristinerà del tutto una situazione “normale”? Quanto ci vorrà per debellare definitivamente questo maledetto virus? Spero presto, confido nel vaccino… Speriamo per l’anno prossimo. Non posso esprimermi più di questo perché non sono un medico…
Non abbiamo mai sognato il successo Ma lavoriamo tanto per ottenerlo
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GENNARO MOSCA
IL GRILLO
PARLANTE
Dio c’è. Diego ne è una prova. Non voglio essere blasfemo, per carità, ma proverò a spiegare ciò che invece sembra la farneticazione di un tifoso disperato. Un Fisico, un Ingegnere, ci direbbero che – applicando ciò che è scritto in un qualsiasi Trattatello di Fisica – si può calcolare la velocità iniziale e l’angolo con cui lanciare il pallone, da ogni parte del campo, per ripetere perfettamente la traiettoria di un qualsiasi gol di Diego. Anzi, di più. Ci direbbero pure che, siccome Diego e il pallone sono un ‘sistema chiuso’ – ossia un tutt’uno su cui non agiscono forze esterne (salvo il peso) – allora l’impulso che Diego con il calcio dava al pallone, doveva corrispondere a un movimento del suo corpo – diciamo così – uguale e contrario. Si chiama ‘Principio di conservazione della quantità di moto.’ Insomma, se guardiamo un qualsiasi suo magnifico gol, uno di quei dottori ci spiegherebbe scientificamente quello che faceva, e perché lo doveva fare, acrobaticamente col corpo e con la palla. Sembrerebbe, allora, che è tutto umano, tutto di questa Terra. E invece no. Proprio là sta la prova che Dio c’è. Perché Diego la Fisica, bontà Sua, non l’ha mai studiata. Diego non era quel freddo impulso dato al pallone in mezzo al campo, o almeno non era solo quello. No. Lui era tutt’uno col pallone, anzi in quel momento ‘era’ il pallone. Diego era quell’istante unico e irripetibile, sotto lo sguardo innamorato di 70.000 voci urlanti, in cui la palla disegnava le linee aeree di un affresco impareggiabile. E questo con la Fisica non si può spiegare. Diego era un’idea, un pensiero, che par-
Ciao Ciao Diego Diego
tiva dalla testa ma passava per il cuore, arrivava al piede e con una pennellata di colore finiva in rete. Un attimo intenso e infinitamente bello. Non era solo un cross, un assist o un gol, era un passo di armoniosa grazia tecnica, era una posa plastica, una danza. In mezzo al campo era il Discobolo di Mirone e la Venere di Milo. Il Tango e la Milonga. Come una nostalgia struggente per la sua Argentina, e allo stesso tempo l’allegria e la vitalità di questo popolo napoletano che ora lo piange disperato. Era i fuochi d’artificio, l’Inno alla Gioia di Beethoven o il Concerto n. 1 di Čajkovskij. Una sinfonia di adrenalina. Era il numero ‘diez’, che a Napoli scriviamo così: D10S. Non è solo un gioco di parole. E’ un caso? Non può essere, invece, è un segnale che Dio c’è. Dopo che nel 1986 gli Inglesi tolsero le Falkland all’Argentina, il 22 giugno di quell’anno ai Mondiali Diego divenne quella ‘mano’ che punì sul campo gli stessi Inglesi. Il gol più famoso del mondo, e la sua mano diventò per sempre ‘la mano de D10S’. E’ un caso? Non può essere, invece, è un segnale che Dio c’è. A Napoli diciamo: ‘Pataté, miettici a mana toja’, e lui era la ‘mano….’ E’ un caso? Non può essere, invece, è quel segnale. Fidel ha combattuto per i suoi poveri, cercando per loro rispetto e dignità, e se n’è andato un 25 novembre, e così ora Diego. Erano amici, li accomunava lo stesso desiderio di giustizia e il tormento di difendere gli ultimi, come Diego ha sempre fatto. E’ un caso? Non può essere, invece, è quel segnale. Troppo grande perfino per se stesso, pur sempre uomo, incapace di portare il peso
di quell’immensa impronta che Dio gli ha voluto regalare. E quelli che lo ricordano per i suoi errori, quanta tenerezza mi fanno: stare davanti alla Gioconda, e vedere solo i difetti del muro retrostante. Che tristezza! Ma, evidentemente, io sono di parte. L’ho ammirato, l’ho guardato, scrutato, perfino un po’ studiato in quell’arte, e soprattutto l’ho amato quale unico e ineguagliabile calciatore. Queste prove che cerco di mostrare, perché Diego è uno dei segni che Dio c’è, forse scontenteranno tutti. Faranno sorridere chi non crede, e inorridire per blasfemia chi ha Fede. Non importa. Il cuore di Napoli e del mondo piange, e io mi ripeto continuamente: ‘Don’t cry for me Napoli’, come cantava Evita, pensando che da Lassù ce lo stia dicendo Lui. E per queste fortissime emozioni non importa se invece qualcuno storcerà il naso. Basta il caloroso lungo abbraccio che da Napoli, arriva a Buenos Aires e, girando dall’altra parte, torna qui e si stringe a Lui. Immaginandolo Lassù, sono certo che, vedendolo giocherellare sulla nuvoletta col pallone, Là intorno non si offenderanno se da Napoli salirà ancora e sempre un solo inno: ‘Olè, Olè, Olè, Olè, Diego, Diego’. Invece, credo si divertiranno. Pure San Gennaro non si dispiacerà se, guardandoci mirare e rimirare i video dei suoi gol, da noi tutti in coro sentirà: ‘San Gennà non ti crucciare, tu lo sai Ti voglio Bene, ma na’ finta ‘e Maradona squaglia o sang’ dint’ ‘e vene. E chest è!’ Grazie Diego. Dallo stadio San Paolo-Maradona è tutto, a voi studio.
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Dalla città metropolitana di Napoli nuovi fondi per i comuni per la realizzazione di parchi giochi per bambini
Una bellissima opportunità per i nostri territori, dopo il Covid, serve recuperare e valorizzare gli spazi aperti In arrivo PARCHI GIOCO, QUASI 4 MILIONI DI EURO AI COMUNI DALLA CITTA’ METROPOLITANA DI NAPOLI. Si tratta di Trasferimento di risorse ai Comuni del territorio per realizzazione e l’adeguamento di parchi giochi. Il sindaco Metropolitano Luigi de Magistris ha approvato una delibera di giunta, da sottoporre al Consiglio Metropolitano, che consentirà di promuovere ed incentivare ulteriori proposte progettuali provenienti da Comuni del territorio per la realizzazione e l’adeguamento di parchi giochi inclusivi pubblici, in aree verdi di proprietà dei soggetti beneficiari, con l’obiettivo di favorire una migliore fruibilità e accessibilità dei parchi pubblici in chiave inclusiva, contribuendo in tal modo al benessere cognitivo, fisico, sociale ed emotivo dei bambini e dei ragazzi. Un’iniziativa importante, nell’attuale periodo emergenziale della pandemia da Covid-19, tale iniziativa assume ancora più valore perché punta ad aumentare la disponibilità e possibilità di frequentare aree verdi accessibili adeguatamente attrezzate per il benessere psico-fisico delle persone e in particolare dei bambini. Le proposte progettuali finanziabili dovranno riguardare interventi per la realizzazione e adeguamento di parchi gioco inclusivi e/o l’acquisto di attrezzature/giochi esclusivamente in aree verdi di proprietà del soggetto richiedente. Possono essere oggetto di intervento: aree aperte al pubblico e parchi pubblici; aree gioco inserite nel contesto di asili nido e scuole per l’infanzia di proprietà comunale; gli interventi ammissibili dovranno riguardare: la fornitura e messa in opera di giochi inclusivi, strutture di gioco combinate e strutture per lo sport utilizzabili da tutti i bambini e ragazzi, inclusi quelli con disabilità motorie, sensoriali, intellettive e di altro genere, la fornitura e posa di singoli elementi necessari a garantire la fruibilità e accessibilità dell’area gioco da parte di bambini con
disabilità il superamento delle barriere architettoniche ai fini dell’accessibilità e messa in sicurezza dell’area giochi inclusiva. L’attribuzione delle risorse ai singoli Comuni è ripartita sulla base del numero degli abitanti (al 1° gennaio 2020, fonte ISTAT) come di seguito riportato: Comuni fino a 7.500 abitanti € 15.000,00; Comuni fino a 50.000 abitanti €
35.000,00; Comuni fino a 100.000 abitanti € 50.000,00. Per i Comuni sopra i 100.000 abitanti sarà concesso un importo massimo pari ad 1€/abitante; in considerazione della proporzionalità di attribuzione sopra indicata, l’importo complessivo da destinare risulta pari a € 3.972.647,00. Il bando che prevederà l’individuazione dei Comuni beneficiari, che possono partecipare, anche in forma associata, sarà pubblicato sul sito internet della Città Metropolitana di Napoli, e a seguito delle attività di valutazione, avverrà la conseguente erogazione del finanziamento, fino alla concorrenza della somma di €3.972.647,00. A Casoria spetterà la cifra di 50 mila euro, utile per il recupero di un’area a verde con giochi per bambini. Un bel segnale di attenzione per le fasce più piccole. Ci auguriamo che questa opportunità non sia persa dal comune di Casoria, così come per quelli dell’area a nord di Napoli, dove purtroppo spazi all’aperto per i bambini sono sempre più un miraggio. Si renderà necessaria anche l’istallazione di telecamere per la sorveglianza e la sicurezza dei minori. In qualità di consigliere comunale mi sono già attivato per sollecitare l’ufficio a predisporre tutti gli atti per la richiesta. *Consigliere comunale della Commissione “Territorio, Urbanistica, Lavori Pubblici, Ambiente, Viabilità e Vivibilità”
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TERESA D’angelo
La splendida Kiara Nicastro ed il suo sogno verso il mondo dello spettacolo Una bella e verace fotomodella e showgirl
Oggi si parla di Kiara Nicastro, una fotomodella di 22 anni napoletana, ha intrapreso la sua carriera da modella sin dagli anni adolescenziali con i primi shooting. Sin da bambina coltiva la sua passione per la danza ed il ballo, ed iniziò cosi a frequentare anche una scuola professionale. Questa esperienza per la danza e la sua grande passione per il mondo dello spettacolo, fu parte di lei all’età di 15 anni, dove iniziarono le sue prime partecipazioni alle prime serate in discoteca come ballerina. Si parla di una ragazza molto ambiziosa, testarda e molto sicura di sé, nella vita e nel lavoro. La formazione del suo carattere è data proprio dall’esperienza che lei ha vissuto soprattutto in amore dove ha corazzato il suo modo di fare ed il suo modo di essere. Oltre a seguire le sue grandi passioni, Kiara Nicastro lavora in un’azienda di famiglia, che si occupa di vendita di pneumatici, lei copre un ruolo abbastanza importante dove cura il lato amministrativo dell’azienda. Kiara è conosciuta sui social come “Kiara Nicastro official”, seguita da circa 20 Mila followers, con foto splendide dei suoi shooting e posing, piccoli videoclip che mostrando il suo corpo in modo artistico e sinuoso. Con i suoi followers ha un rapporto molto aperto, si relaziona tantissimo e risponde ad ogni curiosità ed a qualsiasi domanda gli viene posta. Kiara è una ragazza a cui piace essere notata e ama il corteggiamento, le sue esperienze non sono state del tutto positive, dato il suo forte carattere e la sua vita molto frenetica ed impegnativa. I suoi progetti sono tanti e soprattutto di alto livello, è piena di sogni nel cassetto, lei ama tanto il mondo del cinema tra i suoi progetti infatti c’è quello di diventare un attrice e una showgirl del mondo dello spet-
tacolo. Non sarà facile perché questo ambiente è molto competitivo, ma con tanto studio, pazienza, grinta e voglia di fare, Kiara può affrontare di tutto, perché quando meno te lo aspetti, un sogno è dietro l’angolo. L’articolo continua con domande molto più dettagliate fatte a Kiara, sulla sua vita reale affiancata a quella dei social. Ecco cosa ho chiesto a Kiara in varie domande....; Guardando il tuo profilo, si vedono una vasta serie di post con foto a parte splendide, ma dal rapporto donna corpo molto profonda, Kiara sei tanto legata alle tue forme? Le foto pubblicate sul mio profilo sono strutturate sulla base di mostrare le forme del mio corpo, per me fondamentali, le considero un mix di femminilità e sensualità. Passando alla foto, ti piace tantissimo fare posing...che genere di foto ami? Sull’argomento posing sono abbastanza vasta, non mi soffermo su un genere ben preciso, ma amo qualsiasi tipologia di foto indossando qualsiasi tipo di abi-
to ma posando anche in intimo e nudo artistico. Sono stata colpita da una frase del tuo profilo: “Essere donna è così affascinante, è un’avventura che richiede un tale coraggio, una sfida che non finisce mai..” come spieghi questa citazione? Essere donna oltre ad essere affascinante è molto difficile. Io credo che essere donna vuol dire essere in guerra con il proprio “io” perché ci sono donne che non amano il proprio corpo, donne che subiscono violenze psicologiche. Credo che ogni donna é bella a modo proprio e bisogna accettare i propri difetti perché a volte sono proprio quelli che ci rendono ancora più belle. I tuoi occhi trasmettono tanto, se sai usarli bene, è possibile comunicare con essi senza usare parole? Gli occhi per me sono un punto fondamentale, perché riesco a trasmettere e a comunicare senza utilizzare parole. Bravo chi sa leggerli, perché il gioco è fatto. Il tuo corpo è profumo di donna bella e verace, cosa ne pensi di chi fa uso della chirurgia estetica? Il discorso chirurgia estetica è abbastanza ampio, io sono molto a favore per coloro che utilizzano la chirurgia per sentirsi a proprio agio con il proprio corpo, anche io ho fatto uso della chirurgia e non ho vergogna di dirlo ma soprattutto mi è stato utile per la mia carriera. Vedo che ti piace tantissimo la vita mondana, gli eventi, i party, cosa ti piacerebbe intraprendere nello spettacolo? Essendo una ragazza di 22 anni, mi piace la vita mondana, partecipare a party ed eventi, ma soprattutto nell’ambito lavorativo mi piacerebbe intraprendere la strada giusta che mi mi porti a diventare una showgirl di successo.
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Lockdown e commercio elettronico, nuove opportunità’ e implicazioni giuridiche e fiscali Il lockdown ha fatto rinascere l’e-commerce. Il successo delle vendite a distanza effettuate on line in questi mesi proseguirà anche nel prossimo futuro e lo testimonia il persistente interesse sia dei consumatori sia degli operatori commerciali. In molti infatti hanno apprezzato questa opportunità e probabilmente, dopo essere stati costretti per ovvie ragioni ad adottarla nei mesi passati, continueranno ad utilizzarla anche per i prossimi acquisti di Natale e oltre. Cosa serve per aprire un’attività e-commerce e quali norme rispettare? Per avviare un’attività di e-commerce in generale non è prevista alcuna autorizzazione, tranne casi particolari è sufficiente una scia al Comune, l’iscrizione in camera di commercio, l’inquadramento previdenziale Inps e sarà necessaria la partita iva. Per poter vendere on line, sarà necessario un sito, che verrà reso operativo una volta ottenuto il nome di dominio, che dovrà essere comunicato all’Agenzia delle entrate, al Comune e alla camera di commercio. Importanti tematiche da considerare sono il rispetto delle norme civili e fiscali per porre in essere le compravendite elettroniche. L’intero settore è caratterizzato da importanti novità sia sotto il profilo civilistico (condizioni contrattuali, privacy, ecc.) sia fiscale. Il 12 luglio 2020 è entrato in vigore il nuovo Regolamento UE che impone di pubblicare le condizioni contrattuali a cui viene venduto il bene o il servizio, l’obbligo per il venditore on line di essere facilmente identificato nel sito in cui avviene la transazione, novità sulle modalità di acquisire il consenso privacy, in quanto esistono difficoltà sulla validità o meno del consenso manifestato attraverso il cookie wall
e lo scrolling. Nel primo (cookie wall) il gestore del sito puo’ impedire all’interessato la navigazione, ottenendo così un consenso non solo generico e indifferenziato, ma anche contrario ai principi di libertà. In passato questo modo sleale di estorcere il consenso ha consentito di utilizzare dati in maniera indiscriminata per svolgere attività di marketing e di profilazione a tutti gli interessati, senza alcuna distinzione. Il secondo, denominato “scrolling” consiste nell’obbligo per l’interessato di scorrere una precisa pagina web (che può essere collegata all’apparizione del banner, di un pop up o della finestra informativa sui cookie) per poter proseguire la navigazione, prestando implicitamente il proprio consenso all’installazione dei cookie. È evidente che l’azione di scorrimento di una pagina web o simili attività non soddisfano i requisiti di libertà, specificità tipiche di un consenso informato . Le linee guida confermano la scorrettezza di tali pratiche e ribadiscono l’importanza di consentire all’interessato la possibilità di esprimere un consenso libero e informato. Sotto il profilo fiscale, importanti
dubbi possono nascere in merito all’applicazione dell’iva, per i servizi resi a privati extra-UE da parte di soggetti passivi italiani, trova applicazione la deroga secondo la quale rileva il luogo di stabilimento del committente. Pertanto, tali prestazioni non sono assoggettate ad IVA in Italia, quindi l’impresa italiana che vende on line al cittadino non azienda residente in America non pagherà l’iva in Italia. Alle prestazioni di servizi rese a soggetti passivi UE da parte di soggetti italiani è applicabile la regola generale in base alla quale tali prestazioni sono assoggettate ad IVA in Italia. Per quanto riguardo l’obbligo di certificare i corrispettivi, non esiste obbligo di emissione della fattura e se la vendita è rivolta al consumatore finale neanche l’obbligo di emissione dello scontrino, se non richiesto dal cliente ma solo l’obbligo dell’annotazione del ricavo nel registro dei corrispettivi. Queste rappresentano linee semplificate e generali di una normativa complessa ed in continua evoluzione che segue un modello nuovo di business su cui dovranno costruirsi le aziende del futuro.
La pubblicità sulle edizioni digitali e sui siti dei giornali offre una informazione credibile. Il settimanale CASORIADUE ha una storia cartacea di 30 anni e dal lockdown ha iniziato la sua storia in edizione digitale; in aggiunta ha anche un sito del giornale. La pubblicità è un'antenna molto sensibile in una fase di ridefinizione dei valori e delle priorità. La nostra testata da la possibilità alle aziende che intendono puntare sulla qualità e sulla capacità creativa di immaginare un tempo post pandemia.
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STUDIO LEGALE IAVARONE
“Programma Falcucci” La Corte di Appello definisce il contenzioso tra il Comune e la CO.IN.PRE. Srl. Ora il Comune potrà recuperare la somma di 600.000,00 euro
Negli anni 1987-88 il Comune di Casoria indisse una gara per l’affidamento in appalto dei lavori di realizzazione di sei plessi scolastici. Nel 1990 l’appalto – unico, per tutti e sei i plessi - venne aggiudicato all’ATI costituita fra le imprese CO.MA.PRE. SpA (oggi CO.IN. PRE. Srl). Buontempo Costruzioni Generali SpA ed Ing. Aiello Franco & C. SPA, per l’importo complessivo di circa 12 miliardi e mezzo di lire. Nelle more dello svolgimento del rapporto, tra le parti insorsero contrasti di tale consistenza da indurre il Comune a rescindere i contratti stipulati con l’ATI aggiudicataria, ed a procedere successivamente ad indire nuove – separate – gare di appalto per la realizzazione dei plessi scolastici, con sensibile aggravio di spesa. Nell’anno 2000, quindi, il Comune citò in giudizio la CO.IN.PRE. Srl, allo scopo di ottenere il risarcimento del danno subito. Anche la CO.IN.PRE. citò in
giudizio il Comune, lamentando a sua volta di aver subito danni, in conseguenza della traumatica interruzione del rapporto. In effetti, furono instaurati tre distinti giudizi, che sono andati avanti parallelamente. All’esito, con la sentenza n° 13042 emessa nell’anno 2008 dal Tribunale di Napoli, il Comune venne giudicato unico responsabile della traumatica interruzione del rapporto, instauratosi all’esito della gara d’appalto, e condannato al pagamento della somma di quasi 650.000,00 euro, oltre rivalutazione monetaria ed interessi, in favore della società COIMPRE Srl; detta sentenza venne appellata dal Comune, a mezzo degli avvocati Renato Magaldi di Napoli e Mario D’Urso di Salerno. Nel corso del giudizio, sulle richieste ed eccezioni del Comune, la Corte di Appello sospese per la metà l’efficacia della sentenza emessa dal Tribunale e, precisamente, limitatamente alla somma di poco meno
di € 350.000,00 oltre rivalutazione monetaria ed interessi. Successivamente, la soc. COINPRE, per la parte non sospesa, promosse una procedura di pignoramento presso terzi; ed a seguito di provvedimento di assegnazione, emesso dal Giudice dell’Esecuzione, incassò la somma complessiva di circa € 600.000,00. Nel corso del giudizio di appello venne ripetuta la Consulenza Tecnica d’Ufficio; in questa fase il Comune è stato assistito dall’Ingegner Armando De Rosa di Casoria. Ora, a distanza di dodici anni, la Corte di Appello ha definito il giudizio, con l’emissione della sentenza n° 3707/2020, con la quale ha ribaltato quella del Tribunale, con la quale erano state riconosciute le pretese dalla CO.MA.PRE. SpA- CO.IN.PRE. Srl, con la conseguenza che ora il Comune ha diritto alla restituzione della somma di circa 600.000,00 euro, erogata in esecuzione del pignoramento presso terzi.
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BIANCA FERRARA
Premio Giornalistico Nazionale “Mimmo Ferrara” Quarta Edizione 2020
Daniele Di Martino, con l’articolo su Rosa Anastasio, l’assistente sociale della RSA Madonna dell’Arco di Sant’Anastasia ha vinto la quarta edizione del “Premio Giornalistico Nazionale Mimmo Ferrara”. Secondo posto per Francesca De Martino con un testo su Letizia, l’ostetrica italiana che combatte il Covid-19 in Inghilterra, pubblicato sull’Espresso. Menzione speciale a Gaia
Martignetti per la sezione Video, pubblicato su Fanpage.it. Il premio, organizzato dall’Ordine dei Giornalisti Nazionale e Regionale della Campania, dalla Casagit e dalla famiglia Ferrara con il patrocinio della Regione Campania, a quattro anni dalla scomparsa, è intitolato al giornalista napoletano che, tra l’altro, è stato per dieci anni Presidente Nazionale della CASAGIT. Quest’anno sono stati analizzati articoli giornalistici, reportage e servizi radio televisivi e online con particolare riferimento alle storie e ai protagonisti del Coronavirus Covid 19. La Giuria, inoltre, all’unanimità ha conferito un premio alla carriera a Ottorino Gurgo, già direttore del Roma, giornalista parlamentare e autore di romanzi, biografie e numerosi saggi, romano d’adozione, ma nato a Napoli città che porta sempre nel cuore. Sono state, infine, conferite due Menzioni Speciali a Mario Guarino, Responsabile del Pronto Soccorso del CTO e Fiorella Paladino, Direttore del Pronto Soccorso del Cardarelli, per l’impegno e l’attività svolta nella lotta contro il Covid-19. La premiazione che si doveva tenere sabato 28 novembre 2020 presso la sala “Gemito” nella Galleria Principe di Napoli è stata rimandata e verrà riprogrammata appena l’emergenza sanitaria per il Covid-19 sarà finita.
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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Casoria Ambiente attiva un numero
081.197.20.210 Numero dedicato
dedicato per l’emergenza Covid-19 Casoria Ambiente è attiva per dare il suo contributo all’emergenza Covid-19 che sta affliggendo tutti noi nel contenimento di una seconda ondata che ha avuto effetti drammatici sia a livello sanitario che sociale ed economico. La tutela dell’ambiente, la gestione della raccolta differenziata sono ancora più importanti in questa fase storica dove soltanto con il rispetto di regole condivise, con la salvaguardia del senso di comunità possiamo pensare ad un futuro migliore.
In virtù di tale situazione, Casoria Ambiente ha predisposto un nuovo servizio per la comunità. L’azienda informa che in attuazione delle misure per il contenimento del Covid-19 ha attivato per le persone risultate positive al virus, il servizio gratuito di raccolta a domicilio per tutto il periodo di positività. Con una semplice telefonata al numero dedicato 081.197.20.210 ci si potrà registrare ed attivare il servizio che sarà poi confermato attraverso un sms con tutte le
informazioni necessarie per fornire ulteriori informazioni e coordinare insieme, modalità di ritiro. “Da qualche giorno Casoria è in calo nel numero degli attualmente positivi, ciò non deve farci abbassare la guardia, anche per questo motivo abbiamo voluto predisporre questo servizio per aiutare la comunità, dare il nostro contributo alla lotta contro questo maledetto virus”, spiega Massimo Iodice, amministratore unico di Casoria Ambiente.
MARCO STILETTI
Casavatore: Consiglio Comunale sul tema Covid-19
Consiglio Comunale, questo del 2 dicembre, interamente dedicato all’ermergenza Covid. Maggioranza e minoranza mai così unite contro un tema mondiale che sta affliggendo l’intero pianeta ormai da mesi. Tutti i consiglieri, assessori e sindaco uniti per trovare una soluzione e per cercare di far funzionare l’intera macchina sanitaria di Casavatore. L’assise inizia con un saluto a chi non è riuscito a vincere questa difficile battaglia e quindi alle varie vittime che si sono succedute durante questo periodo. A dare l’inizio al minuto di silenzio è stato il presidente del consiglio Nadia Silva. Dopo le raccomandazioni del sindaco Marino sul rispettare le varie regole e le ordinanze anti-Covid, a prendere la parola è stata interamente l’opposizione che cercava conferme dalla maggioranza, ma anche fornire proposte per far migliorare la comunità sulla questione Covid-19. Prima Macchiella, poi il consigliere Marino Maria ed Elisabetta Puzone hanno ritenuto giusto chiedere più controlli sul territorio per far rispettare le regole. Il consigliere Cinque Stelle è stato quello che ha rivolto più domande al sindaco riprendendo una sua intervista prima del periodo della sua malattia. “Dobbiamo chiedere perdono alla gente– affermava la Puzone– perchè non sarà mai abbastanza quello che potremmo fare per loro. Chiedo quindi al primo cittadino alcune delucidazioni e promesse fatte ma non mantenute su camper tamponi, dati non corretti diffusi dall’Asl e infine effetti economici disastrosi sulla popolazione ma non risolvibili dal Comune con espedienti quale bonus spesa”. Prima che il sindaco rispondesse ai tanti chiarimenti, dalla maggioranza è intervenuto il consigliere Marotta che ha sottolineato che l’altro ieri si voleva parlare nel primo consiglio di tutti i problemi Covid, ma la minoranza desertificava l’aula andandosene. Poi le parole di Vito Marino che hanno dato risposte piene soprattutto sulla chiusura del campo sportivo e altre per questione di tempo le forniva per iscritto al consigliere Puzone.
Esortazione poi di Napolitano di non lasciare da soli i ragazzi del COC (Centro Operativo Comunale) che fa parte della Protezione Civile e svolgono un enorme lavoro. “Non sanno neanche chi sia l’assessore di riferimento questi ragazzi - ha affermato il consigliere Napolitano-. Sono ragazzi che attraverso il metodo Augustus creano procedure per per la pianificazione dei soccorsi di Protezione civile nei vari livelli di competenza“. Il Consiglio è andato avanti sempre sul tema Coronavirus e neanche stavolta è uscito il nome del vicepresidente del Consiglio con la minoranza sempre ostinata a non voler eleggerlo, ma anche a non sentirsi pienamente rappresentata dall’intera amministrazione Marino. Ogni occasione è sempre buona per ribadire l’attesa sentenza del ricorso presentato da Maglione dopo la vittoria dell’attuale sindaco. L’assise termina con la proposta, letta dal consigliere Palmentieri, della minoranza da mettere agli atti dopo esser stata firmata dai cinque consiglieri per istituire una commissione e gruppo comunale per occuparsi del Covid-19 e portare risultati alla prossima seduta.
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Casavatore: repliche del sindaco e presidente del consiglio al termine dell’assise
Il sindaco Vito Marino e il presidente del consiglio Nadia Silva alla fine del Consiglio, passato alla storia Covid-19, hanno parlato ai microfoni delle tv annunciando alcune cose ma anche rassicurando il popolo sui nuovi eventi per stare vicino contro questa difficile battaglia. Al primo cittadino è piaciuto innanzitutto la coesione respirata durante l’assise. “Stasera - ha affermato Marino – ritornando dopo aver combattuto in prima persona contro il Coronavirus sono molto contento che maggioranza e minoranza erano davvero unite per cercare soluzioni a questo grande male. Fosse sempre così e lo spero anche in futuro per migliorare e portare solo del bene al paese. Mi auguro prossimi consigli svolti in questo modo”. Intanto, però, parlando di Covid-19 neanche in questa tornata consiliare non si è eletto il vicepresidente del Consiglio dove principalmente la minoranza continua a fare ostruzionismo. “Di solito il vicepresidente viene eletto dalla minoranza.
Io - ha ribadito il primo cittadino - venni eletto quando rivestii quella carica dalla maggioranza. Noi non abbiamo eletto ancora perché la minoranza continua a scegliere così di non aver bisogno e quindi si faccia l’ufficio di presidenza. Spezzo una lancia a favore degli assessori che sono stati martoriati dalla minoranza in quanto non fanno nulla. Invece già qualcuno che è riuscito ad essere presente ha lavorato molto, altri assenti lo sappiamo in tempo di pandemia non riescono a venire solo per malattia”. Sempre sulla carica del vicepresidente non eletto è intervenuta anche Nadia Silva. “L’ufficio di presidenza per ora rimane monco, ma assicuro che non lo rimarrà ancora per molto. Ho intenzione di mettere il punto per farlo eleggere ogni volta che ci sarà il Consiglio. Meno male il regolamento prevede che, se in caso di mia assenza, a sostituirmi sarà il consigliere più anziano in carica e quindi Marino Maria”.
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LA CAMPANIA VA IN ZONA ARANCIONE Il decreto in vigore da domenica. “Pronti a riaprire ristoranti, alberghi, abbigliamento, estetica, gioiellerie, le agenzie di viaggio. Le vetrine già allestite”
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Sebastian, clochard della stazione, con il cagnolino a macchie, ci ha lasciati. Gli amici della Comunità di Sant’Egidio cercavano da tempo di aiutarlo, purtroppo non è sopravvissuto. In questo momento epocale la società deve anche conoscere le storie degli invisibili e sviluppare una mentalità di aiuto. Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. Reg. 5116 del 28/02/2000
Editore CASORIA DUE s. a. s società messa in liquidazione
Direttore Responsabile: Ferdinando Troise WEB: C&C CENTRO STAMPE SRL - CASORIA Questo numero è stato chiuso il 3 dicembre 2020
Direzione, Redazione, Amministrazione e Pubblicità S.S. Sannitica, 9 - 80026 Casoria (NA) - Tel. /Fax 08118254028 email: casoriadue@libero. it
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