Domenica 27 Dicembre

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DOMENICA Settimanale di Informazione 27 DICEMBRE 2020

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ANNO XIX - N° 39 - DOMENICA 27 DICEMBRE 2020

La speranza e la paura

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CASORIA & L’editoriale DI NANDO TROISE

Buon Anno, buona fortuna e felice 2021 a Casoria, Città della brava gente

“Buon Anno al malaffare, all’illegalità, alle cosche mafiose, alle bande criminali, ai maneggioni ed ai ladroni. Buon Anno ai commercianti abusivi, agli alloggi abusivi, ai baristi senza licenza, ai mercatari insolventi” e poi: Buon Anno ai nostri ricordi: all’asilo nel magnifico palazzo delle suore stigmatine, in via Cavour, dedicato ad Anna Lapini, abbattuto per far nascere il solito ed anonimo fabbricato per “civili abitazioni”. Buon Anno al ricordo degli amici di infanzia ed alle suore che hanno accompagnato i miei primi passi scolastici: Suor Cellina e Suor Rita. Quel palazzo non c’è più! Resistono, per fortuna, ai miei ricordi il vicolo di Santo Lione, la Chiesa del Carmine, il monumento al Santo Monaco, il vicolo dei fornari. Resistono nonostante i crolli di via Cavour. Buon Anno ai precari. Casoria è Città borghese e clericale. Mancano sia le destre che le sinistre. Non c’è né Forza Nuova né Alternativa Sociale né, tantomeno, i disubbidienti, i no global, i movimenti studenteschi.

E’solo una gran marmellata di moderati. La millanteria dei democristiani. Anzi, di una classe, la borghesia, che difende i suoi privilegi spartendosi il pubblico denaro, ed un “popolo misero che un nome non ha” che inventa ogni giorno un modo per sopravvivere. Una Città, Casoria, estranea a se stessa, dove la borghesia, aiutata dalla Chiesa, quella Cattolica, ha le redini del potere, esercitato non dai migliori ma dai più avidi e prepotenti: una Città che, per avere troppi problemi, non ne risolve mai alcuno, dove “il problema vero è sempre un altro, che altri dovrebbero risolvere”, dove le regole valgono solo per gli altri; e se arriva quello che impone ai motociclisti di portare il casco, nessuno lo indossa o lo porta tra collo e schiena per metterselo solo in caso di controllo. E il motorino non è un mezzo di trasporto, ma qualcosa che arriva a far parte del tuo corpo, che usi per eludere ogni controllo. Il rispetto delle regole sarebbe già un piccolo passo avanti verso sé stessi, ver-

so gli altri e verso la stessa nostra Città: vergognarsi e criticarsi quando si sosta in divieto di sosta o, addirittura, quando si va a comprare da chi non rilascia lo scontrino fiscale. Casoria è segnata dalla storia della mancanza e debolezza di una classe dirigente e di una classe politica incapace di perseguire il bene comune. Adesso, è talmente facile demoralizzarsi, specie per chi odia imbroglioni, ladroni, maneggioni, che si ha l’impressione che il perseguimento del bene comune non è più possibile né desiderato. L’augurio di questo “Buon Anno” è di avere la forza di non desiderare “terre più amiche” o di “fuire, scappare” e nel frattempo: una nipote in Francia e due nipoti in viaggio verso il Veneto. “Buon Anno a chi ha ridotto via Santa Croce, la strada dove passeggiavano le intelligenze dei nostri avi, in un ammasso di macerie e di nuovi e brutti fabbricati”. “Buon Anno a Casoria Ambiente”. continua a pagina 4


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Un consiglio per le festività natalizie: Visita al Parco Verde di Caivano; alle Salicelle di Afragola; via Etna e dintorni a Casoria; nel villaggio rom sotto il ponte di via San Salvatore a Casoria, cioè la Cantariello degli afragolesi. “Buon Anno all’Ospedale di Casoria diventato oggi, finalmente, luogo di trincea e di eccellenza”. Buon Anno a tutti gli operatori del 118 e a quelli del servizio Ambulanze. Buon Anno all’Arma dei Carabinieri e al nuovo Maggiore Diego Miggiano; Buon Anno al Comandante di Stazione, il maresciallo Giuseppe Giunta, Buon Anno al gruppo Radio Mobile, alla catturandi, a tutti i Carabinieri. Buon Anno ai nostri inserzionisti, alla redazione tutta ed alle loro famiglie, ai miei editori Rosa e Rino Buonaurio, Luigi Carraturo, a Nunzio D’Andrea. Buon Anno a Rino, Luigi, Marco Primitivo ed all’intero Complesso Alberghiero Business. Buon Anno ai miei libri ed alle iniziative culturali che Casoriadue ha fatto e continuerà a fare. Buon Anno a Suor Giocondina ed a quella magnifica struttura che è l’Istituto dedicato a Santa Cristina Brando. Buon Anno ad Anna Starace, Peppino D’Anna e la Flama Communication che hanno ricostruito un nuovo layout grafico del nostro sito web www.casoriadue.it che oggi naviga, grazie alla redazione tutta, con il vento in poppa. “Buon Anno al Comune di Casoria ed ai suoi tanti, tantissimi problemi: dagli scuolabus alle Commissioni, dalla Trattante alla “triplice sindacale”, dal Parco Michelangelo all’Assistenza Sociale. Vorrei augurare Buon Anno ai dirigenti di settore del Comune di Casoria. “Buon Anno agli autoarticolati della Ferriera”; “Buon Anno alle lottizzazioni convenzionate, sperando che questa amministrazione riesca ad utilizzare le convenzioni lasciateci”. Buon Anno ai Magistrati. Il pensiero ed il saluto va ai Giudici Raffaele Cantone, Catello Maresca, Woodcock, Mariano Picardi, Barbarani, Nunzio Fragliasso, Miraglia Del Giudice, Cantelmo e Quadrano; al ricordo di Federico Bisceglia. Buon Anno al Segretario Generale Amedeo Ruocco ed al Comandante della Polizia Municipale Giuseppe Sciaudone. Buon Anno all’Amministrazione Comunale. Buon Anno al Sindaco Raffaele

Bene, alle Assessore Paola Ambrosio, Marianna Riccardi e Sonia Tabacco, agli Assessori Vincenzo D’Anna, Francesco Girardi, Enzo Amato. BUON ANNO alle Chiese di Casoria, volano di un realizzabile turismo religioso: alla Collegiata di San Mauro ed al suo Preposito Curato Mauro Zurro, al Santuario di San Benedetto ed al suo Parroco Pasquale Fioretti, al Complesso Religioso del Santissimo Sacramento di Santa Maria Cristina Brando dell’Immacolata Concezione, al Complesso Religioso del Sacro Cuore di Santa Giulia Salzano nell’attesa di poter realizzare per la web tv Nano tv la mia trasmissione televisiva “visita guidata ai luoghi sacri”, Buon Anno alle Francescane, alle Elisabettine, alla storica e monumentale Parrocchia di Santa Maria delle Grazie, al Chiostro ed alla Casa Natale di San Ludovico da Casoria, alle moderne Parrocchie di San Paolo, Sant’Antonio Abate, San Giustino de Jacobis, Santa Maria Francesca delle cinque piaghe e Santa Maria delle Grazie al Purgatorio. Succedono cose un po’ strane, di questi tempi, nella nostra allegra Repubblica di Casoria. L’Amministrazione Comunale trovò a giugno 2019 un Comune in zona fallimento e chiese a Luigi Goffredi, persona di conti e di leggi, di pilotare la salvezza economica di Casoria. L’assessore alle finanze in quota Sindaco ha fatto dichiarare al Comune di Casoria il dissesto economico e finanziario. Nel

gioco delle spartizioni politiche non é stato confermato e sostituito dal già amministratore unico di Casoria Ambiente, Francesco Girardi. Arrabbiatissimo mi ha dichiarato: “La politica non è per la competenza né per il perbenismo”. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze non ritiene che l’obiettivo sia stato raggiunto ed ha comunicato a Raffaele Bene che non se non mette in atto una parola del vocabolario italiano, RISCOSSIONE, tale obiettivo non sarà mai raggiunto ed a totale discapito dei cittadini di Casoria, quelli perbene, cioè quelli che “danno a Cesare ciò che è di Cesare”. Il Comune, negli anni, è stato sempre al centro dell’attenzione dei cittadini; non c’è zona dove gli interessi dei cittadini non abbiano profonde radici. Il Comune è stato, ed è, simbolo di critiche e contestazioni, causa uno sporco e demagogico gioco politico – sindacale. Intrecci politici e sociologici hanno spiegato quella che è più di una presa di posizione. I casoriani, si sa, scelgono sempre chi vince e i cittadini proletari hanno persino dimenticato i rancori di classe: il Sindaco (chiunque esso sia) per loro, non è mai stato il padrone, ma soltanto il benefattore che regalava felicità. Questo ruolo, adesso lo hanno passato a Raffaele Bene. Hanno difficoltà….. Il Comune fa soffrire, non piace, non garantisce scenari felici e deve farsi i conti in tasca. Confusi e delusi, i cittadini contestano. Auguriamo all’Amministrazione Comunale di risolvere i problemi ancora in piedi, non risolti finora perché debole e condizionata. Lunedì 21 dicembre è nata una nuova amministrazione comunale con 5 consiglieri di maggioranza decisi a fare opposizione dall’interno. Sono solo 11 i consiglieri a favore del Sindaco e della Giunta Municipale. Se dovesse imbarcare sulla sua nave qualcuno della opposizione ve lo racconteremo. Il coronavirus, il dissesto economico finanziario ed amministrativo e l’opposizione interna sono i problemi che maggiormente affliggono il Sindaco ed i suoi nuovi Assessori, sia quelli vecchi che i nuovi. Buon Anno agli assessori non confermati. Buon Anno a Franco Russo, Ilaria Capone, Patrizia Di Monte e Raffaele Petrone. Buon Anno alla opposizione consiliare: Elena Vignati, Angela Russo, Pasquale Fuccio, Gaetano Palumbo, Mauro Baratto e Orsino Esposito. Buon Anno a Gennaro Fico ed a Gennaro Trojano. Buon Anno, Buona Fortuna, buon 2021.


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ANTONIO BOTTA

Nel Palazzo comunale di Casoria circola da anni un altro micidiale virus

LA SINDROME DELLA LITIGIOSITA’ Nuova Giunta, ma attenzione ai bracci di ferro, alle diffidenze maligne, ai sospetti reciproci che lacerano il tessuto sociale e portano alla morte della democrazia

“Tra i due litiganti il terzo… non gode”. Mi scusino i lettori se ho travisato il noto detto “tra i due litiganti il terzo gode”, ma vi ho apportato la modifica solo per sintetizzare la farraginosa politica casoriana in questo tempo di pandemia, nel quale la Cittadinanza, già alle prese dalla primavera scorsa con un maledetto virus che ha stravolto la vita di tutti, è costretta ad assistere, tra l’incredulo e il rassegnato, a un rimpasto con azzeramento della Giunta precedente e nuove nomine. E sono proprio i cittadini a non godere affatto di un avvicendamento in un periodo difficile nel quale, come più volte ribadito dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, occorre mostrare coesione, senso di responsabilità e superamento dei contrasti con la paziente concertazione, con il dialogo a tutto campo, con la necessità di giungere a una sintesi, che non è squallido compromesso al ribasso, si badi bene,ma convergenza tra porzioni di verità di cui ognuno è portatore: ciò a partire da chi riveste ruoli istituzionali. Qui, sia chiaro, non si discutono le indubbie qualità e competenze dei neo amministratori nominati dal sindaco Raffaele Bene, né s’intende effettuare un confronto con gli assessori sostituiti, ma ci si chiede se sia stata opportuna e sensata sul piano politico, sociale e anche etico, in un contesto così problematico

come quello che stiamo vivendo per la pandemia, l’esigenza di dare vita necessariamente a un nuovo Esecutivo. Ciò che fa emergere, nel recentissimo rimpasto, la richiesta di essere chiari e trasparenti è la dichiarazione dello stesso Primo Cittadino rilasciata in una breve intervista al Direttore di questo Settimanale Nando Troise, nella quale ha posto in rilievo che non sono in discussione le competenze, le qualità e la serietà degli assessori sostituiti (tranne Ornella Esposito, già dimissionaria). La domanda sorge, allora, spontanea, direbbe il sagace Lubrano: “E allora, dove sta il problema”? La svolta politica da quale bisogno nasce? Soprattutto in una situazione economica deficitaria, in pieno dis-

sesto finanziario, era proprio necessario cambiare il volto della Giunta? E’ noto, o almeno lo dovrebbero sapere chi si candida a coprire incarichi pubblici, che la Politica è l’arte del possibile; occorre tanta, tantissima capacità di mediazione, certi risultati si ottengono, soprattutto nelle coalizioni, discutendo, ragionando, imparando anche a cedere, posponendo i tornaconti di “bottega”, per far prevalere gli interessi supremi della comunità cittadina, che in questo periodo di festività natalizie avrebbe voluto avvertire la solidarietà e la vicinanza dei propri amministratori per gli effetti devastanti che il Covid ha prodotto e continua a causare in tante famiglie casoriane per la ristrettezze economiche, in particolare


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6 per quei nuclei familiari in cui ci sarà un posto vuoto a tavola per la perdita di un proprio caro, vittima del virus. Invece, il Palazzo comunale di piazza Cirillo è solo teatro capace di offrire uno spettacolo deprimente: polemica e contrapposizioni. Eccoci, infatti, ai due litiganti, dopo aver visto che il terzo elemento, ossia la Cittadinanza, non gode: il Sindaco, da una parte, e cinque consiglieri della sua stessa maggioranza dall’altra. Qual è il motivo dell’acceso diverbio, giunto a un punto tale da far decidere a Bene di abbandonare l’ultimo Consiglio comunale, non ritenendo l’emiciclo la sede adatta per affrontare i problemi interni alla sua maggioranza? Veniamo ai fatti: tra i nuovi assessori, il Sindaco nomina la dott.ssa Marianna Riccardi, di Italia Viva, già Vicesindaco con delega ai Lavori Pubblici e inquinamento nella Giunta dell’ex sindaco Pasquale Fuccio. Cinque consiglieri della maggioranza, come poc’anzi detto, ossia Cassettino, Graziuso, Marro, Ramaglia e Marro si oppongono con fermezza a tale nomina, tanto che, ad oggi, Martedì 22 dicembre, si dà sempre più credito alla

voce secondo cui la minoranza, unitamente ai cinque consiglieri, stia formando una fronda per sfiduciare il Primo Cittadino. Ma non è finita qui: in un primo annuncio, datato 19 dicembre, il Sindaco inserisce, tra i neo assessori, anche la dott.ssa Tommasina D’Onofrio, con deleghe alle Politiche sociali e PICS; in seguito giunge la notizia che la stessa, per motivi personali e professionali, rinuncia alla nomina; voci giornalistiche affermano che avrebbe declinato l’invito di Bene perché la D’Onofrio, storica collaboratrice di Severino Nappi, consigliere regionale della Lega, non sarebbe stata gradita alla deputata Pina Castiello, già in rottura con il partito di Salvini, sollecitando con determinazione la revoca. Infine, anche Francesco Russo ha rinunciato all’incarico. La nuova giunta è formata da questi membri: dott.ssa Paola Ambrosio, riconfermata Vicesindaco, Assessore agli Interventi di Polizia sul territorio; dott. Enzo Amato, Assessore ai Lavori Pubblici e all’Inquinamento; dott. Francesco Girardi, Assessore alle Finanze; dott.ssa Marianna Riccardi, Assessore all’Assistenza e alla Sicurezza Sociale;

dott.ssa Sonia Tabacco, Assessore all’Istruzione, e il dott. Vincenzo D’Anna Assessore all’Ecologia. A Casoria, dunque, nulla di nuovo sotto il sole: si perpetua quello che nel Palazzo comunale accade da anni; lì, luogo dove la Politica dovrebbe essere vissuta come “servizio” alla collettività, dove il confronto, benché animato, dovrebbe essere caratterizzato da un senso alto di civismo, mirato al Bene comune e non agli interessi di parte, è, invece, inestirpabile da anni un virus altrettanto micidiale come il Covid, che scatena un effetto nocivo ai danni del tessuto sociale: il virus, di cui non si è riuscito a trovare il vaccino, è la “SINDROME DELLA LITIGIOSITA’”, che si manifesta con rivalità di schieramenti, così acuta da manifestarsi in una preoccupante paresi facciale della nostra comunità; altri sintomi li sappiamo, sono evidenti da anni, troppi: sospetti reciproci, diffidenze maligne, estenuanti bracci di ferro che fiaccano le energie, azzerano l’impegno partecipativo, rimandando l’attuazione dei progetti migliori e la soluzione dei più annosi problemi di Casoria, con esito infausto: LA MORTE DELLA DEMOCRAZIA!

Non abbiamo mai sognato il successo Ma lavoriamo tanto per ottenerlo

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IMMA CASTRONUOVO

Intervista al Dott. Ferdinando Russo, D.G. dell’ASL CASERTA 1: il focus sullo stato della pandemia da coronavirus

Il Dott. Ferdinando Russo, napoletano, già Direttore del distretto 43 di Casoria dell’Asl Napoli 2, è dallo scorso anno il nuovo Direttore Generale dell’Asl Caserta 1. La speranza dei medici che operano negli ospedali dell’azienda sanitaria casertana, ma soprattutto dei medici del “San Giuseppe Moscati” di Aversa, era che la nuova direzione strategica dell’azienda riuscisse a mettere ordine nell’ospedale aversano riportandolo al livello che merita; ma, lo scoppio della pandemia da coronavirus ha fatto saltare gli equilibri, già precari, di un sistema sanitario nazionale che ha mostrato tutta la sua approssimazione, dalla mancanza di un Piano Pandemico Nazionale alla carenza delle più elementari risorse atte a fronteggiare una tale pandemia che, a dirla tutta, ci ha trovati completamente impreparati. Direttore, gli Ospedali da Lei diretti, come stanno affrontando, in concreto, l’emergenza sanitaria da Covid-19? Come sono attrezzati per contenere gli effetti di questa grave pandemia? E in che modo gli Ospedali dell’Asl Caserta 1 stanno gestendo gli altri ammalati, non affetti da Covid-19, e purtuttavia gravi, specie in ambito oncologico ed ortopedico? Oggi, a quasi un anno di distanza dall’avvento di questa terribile pandemia – per la quale, oramai, non può più parlarsi di “emergenza” - quali sono, ancora, gli obiettivi che vi mancano per poter approntare un protocollo terapeutico nei casi di specie? Premesso che, sebbene non sia nel mio spirito ragionare secondo il pensiero

“mal comune mezzo gaudio”, mi sento di affermare che l’impreparazione rispetto alla pandemia in atto è una pecca che ha riguardato ogni Nazione o confederazione di Stati, nonostante le enormi differenze organizzative e di risorse esistenti tra sistemi sanitari. L’Italia non era pronta, ma nessuno Stato ha mostrato di esserlo. Per quanto riguarda l’Asl Caserta, posso serenamente affermare che non abbiamo fatto peggio di altri. Certo ormai non si può più parlare di emergenza nel senso di evento grave ed imprevisto, stiamo ormai affrontando la crisi causata da quella emergenza; si tratta di una crisi che ha investito ogni aspetto della vita umana, ha colpito lo stato di salute come pure l’economia e ogni elemento della esistenza civile, sociale e affettiva. Non ne siamo fuori, questo è certo e non ne saremo fuori a lungo se si considerano tutte le conse-

guenze scatenate. Per portare il discorso sulla situazione dell’Asl Caserta, e nello specifico della sua domanda, sull’Ospedale S. Giuseppe Moscati di Aversa, DEA (Dipartimento di Emergenza e Accettazione) di secondo livello, comincerei col dire che si è ragionato fin da subito, in un ‘ottica di rete ospedaliera provinciale. Per adeguare all’andamento pandemico l’offerta di posti letto della Asl Caserta, che racchiude tutti i distretti provinciali una volta amministrati da due aziende diverse (Caserta 1 e Caserta 2), l’assetto ospedaliero ha subito una progressiva rimodulazione. Per elevare i livelli di sicurezza nel contenimento del contagio è stata adottata immediatamente la decisione di separare gli ospedali dedicati ai pazienti Covid (Covid Hospital) e quelli cosiddetti “non Covid”, anziché immaginare percorsi distinti nell’ambito del medesimo nosocomio. È stato necessario, perciò, riconvertire a marzo il P.O. di Maddaloni in Covid Hospital; con la seconda ondata di settembre si è allargata l’offerta con il P.O. di S. Maria Capua Vetere e, infine, si è creato un Covid resort a Piedimonte Matese. La implementazione di Covid Hospital ha consentito di non comprimere più del necessario il volume delle prestazioni ospedaliere, assicurando sempre quelle urgenti e indifferibili a tutti i pazienti, ivi compresi naturalmente quelli affetti da Covid, trattati nelle strutture dedicate. L’Asl Caserta non ha sicuramente ab-


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8 bandonato le patologie più gravi, come quelle oncologiche e ortopediche da lei citate, e anzi vanta eccellenze in entrambe le branche mediche con le ottime Ortopedie nei Presidi Ospedalieri di Aversa e Piedimonte Matese e le ottime Chirurgie, anche oncologiche, collocate ancora ad Aversa e Piedimonte Matese, come pure a Sessa Aurunca. L’attenzione per le patologie di cui stiamo parlando, del resto, è stata pure una precisa indicazione delle ordinanze ministeriali e regionali dalla nostra Asl pienamente condivisa. Rispetto ad Aversa, infine, ricordo che in piena crisi pandemica l’Asl ha rinnovato i reparti di Ortopedia e di Gastroenterologia, inoltre mi è doveroso citare, tra le eccellenze del Moscati quella della Ematologia e Immunologia trasfusionale. Anche il rilancio dei DEA di primo livello è stato attuato dalla direzione strategica in carica con lo scopo di razionalizzare l’uso delle risorse ospedaliere, sempre con un’ottica di rete provinciale, per far operare al meglio il DEA di secondo livello di Aversa che è, lo ricordiamo, il secondo Pronto Soccorso per numero di prestazioni della Regione Campania. Per quanto riguarda l’assetto comples-

sivo dell’offerta assistenziale dell’Asl messo in campo contro il Covid-19; procedendo un passo alla volta, è stata costruita una rete di collegamento tra le strutture della medicina territoriale e quelle ospedaliere, con apposito protocollo terapeutico. Tale rete è destinata a durare anche in seguito in quanto ha mostrato grande efficacia sotto il profilo dello sviluppo della telemedicina e quello della appropriatezza dei ricoveri. In parole povere, è stato implementato un sistema di cura che assiste il malato a casa propria in modo che l’ospedale venga dedicato unicamente ai casi in cui il ricovero si renda strettamente necessario. Il percorso che abbiamo costruito è virtuoso sia dal punto di vista del paziente, che resta nell’ambiente famigliare senza subire lo stress da ricovero; sia per il sistema sanitario. In questo modo gli ospedali vengono decongestionati e alleggerite le attività di urgenza in pronto soccorso. In questo percorso è stato ridefinito il ruolo della medicina di base e della presa in carico totale del paziente con la implementazione di team multispecialistici in grado di seguire i casi più complessi, caratterizzati da comorbidità. Probabilmente non si è potuto evitare

che la paura dell’infezione diradasse l’attività di screening, con la conseguenza negativa delle diagnosi tardive. La pandemia procura effetti anche sui comportamenti e sull’equilibrio psicologico. L’Asl ha cercato di tamponare questo aspetto attivando le prestazioni di sostegno psicologico da remoto. In conclusione, le crisi sono da sempre foriere di opportunità di cambiamento, e ritengo che la pandemia ridisegnerà il rapporto territorio/ospedale migliorando le prestazioni del sistema sanitario a ogni livello. Insomma, la mia aspettativa è che quando la tempesta sarà passata le buone pratiche mediche implementate e diffuse durante la pandemia potranno durevolmente migliorare la performance aziendale nel suo complesso. Nel ringraziare il Direttore Dott. Ferdinando Russo per l’esaustiva e articolata intervista concessaci, oltrechè per l’incessante lavoro di coordinamento che sta svolgendo nelle strutture ospedaliere da lui dirette, ci auguriamo di poter iniziare un nuovo anno sotto gli auspici di una buona Stella, quella della Conoscenza, la sola che possa essere in grado di destituire il Nemico della sua mortale “corona”.

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RITA GIAQUINTO

Il ruolo dell’otorinolaringoiatra nella pandemia da Covid-19

Con il Dr. Giacomo Sperandeo parliamo del difficile ruolo dello specialista otorinolaringoiatra nella gestione e nel trattamento del Covid-19. Classe 1955, il Dr. Sperandeo è nato a Torino da famiglia di origini casoriane, ma è ritornato a Casoria, dove attualmente vive, in occasione dell’inizio delle scuole medie. E’ chiaro che l’approccio ai pazienti è cambiato in tutte le discipline cliniche e chirurgiche ma, sicuramente, l’otorinolaringoiatria, che si occupa della sfera maggiormente colpita dai primi sintomi del virus , e cioè naso, gola ed orecchie , è una delle specialità maggiormente coinvolte. Il Dr. Sperandeo si è specializzato nel 1985, quindi sono tanti anni che svolge la sua attività di specialista ambulatoriale e lo fa su più territori, non solo a Casoria, infatti, ma anche ad Afragola, a San Giorgio a Cremano e a Napoli. Il contatto che il suo lavoro lo “costringe” alle prime vie aeree del paziente, va accuratamente affrontato con l’obbligo dell’utilizzo di tutti i dispositivi di sicurezza e di tutte le possibili, necessarie precauzioni, prime fra tutte mascherina,visiere ed il continuo lavaggio delle mani, come stesso il dottore ci racconta. Negli ambulatori dove Sperandeo svolge la sua attività di otorinolaringoiatra, le visite sono riprese regolarmente evitando, così, il difficile impatto a lungo termine che potrebbero significare i controlli e le diagnosi effettuate in ritardo, e le mancate esecuzioni di esami programmati. Ma l’auspicio del Dr. Sperandeo è, essenzialmente, il pronto arrivo del vaccino. Il vaccino, secondo Lei, è una soluzione o una speranza ? Lei si vaccinerà? “Il vaccino è una soluzione, però non si dovrà assolutamente abbassare la

guardia. Io sicuramente mi vaccinerò, anzi, a dire la verità, non vedo l’ora. E’ una protezione, è una difesa necessaria, per noi, per chi ci sta attorno, per chi vogliamo bene, per le persone che incontriamo e, per quel che riguarda noi medici ed operatori sanitari in genere, per i pazienti che visitiamo. Il vaccino è assolutamente necessario e dobbiamo vaccinarci tutti. Ed è importante convincere le persone dubbiose a vaccinarsi”. Tra i sintomi del contagio si parla tanto di riduzione o perdita dell’olfatto, e di un’alterazione del gusto. Ce ne parli. Quali sono le cause ? E poi sono da considerarsi campanelli di allarme oppure sono sintomi che si verificano con il passare dei giorni? “La perdita totale della capacità di percepire gli odori è detta anosmia. L’anosmia è uno dei sintomi che possono accompagnare il decorso dell’infezione da Covid, anzi può essere anche uno dei primi sintomi. Ed è dovuta, sostanzial-

mente, al coinvolgimento da parte del virus delle fibre del nervo olfattivo. Tale anosmia col tempo può risolversi, ma, in alcuni casi, questo non accade, e quindi, purtroppo, può anche rimanere come sintomo permanente”. Siamo a pochi giorni dall’arrivo di una nuova notizia (l’articolo viene redatto in data 22/12/2020, n.d.r.) : la variante inglese del Covid-19. E’ preoccupante? E’ vero che in medicina non ci sono opinioni, ma Lei che idea si è fatto rispetto a questa rinnovata – o, comunque, cambiata – carica virale? “Non sono un virologo, ma penso proprio che sia preoccupante, nella misura in cui tale variante infetta con più facilità e quindi si propaga più rapidamente. Questa è una ulteriore prova a sostegno della mia convinzione: ci dobbiamo assolutamente vaccinare”. E, in attesa del vaccino, Lei teme la terza ondata dopo le imminenti festività, o comunque, dopo gennaio ? : “Si, temo questa terza ondata ed è per questo che non dobbiamo mai abbassare la guardia, e dobbiamo continuare ad usare le mascherine e ad osservare il distanziamento. E’ necessario continuare ad essere sempre prudenti. Anche dopo la vaccinazione”. Ci accingiamo verso l’inizio delle festività natalizie e siamo a pochi giorni all’alba del nuovo anno. Cosa si sente di augurare ai nostri lettori ? : “Semplicemente un anno sereno, in buona salute”. Già la serenità. Quella che, solitamente, ci auguriamo dopo una incessante giornata di pioggia. Questa volta, ce la auguriamo dopo quasi un anno di burrasca e di tempesta. Auguri !

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10 GENNARO MOSCA

BUON NATALE. EXTRA OMNES IL GRILLO PARLANTE

E’ arrivato Natale. In buona parte del mondo, per Cristiani o no, significa ‘stare insieme’. Incontrarsi, abbracciarsi, ritrovarsi. Dal Canada al Venezuela, dalla Siberia a Gibilterra, è il momento in cui i nonni ritrovano i nipoti, i figli i loro genitori, e tutti riabbracciano tutti. Gli studenti fuori sede tornano a casa portando con sé quel pizzico di sapere in più appreso sui libri nelle grandi Università, i nostri lavoratori emigranti – magari dopo l’estenuante viaggio dalla Germania – rivedono i parenti mai partiti anni prima in cerca di fortuna. Lo spirito di ritrovarsi in questi giorni è sempre lo stesso, forse cambiano i colori, gli abiti, i suoni e gli idiomi, ma l’anima è quella. Per esempio, in Australia queste feste cadono in piena estate, e anziché un Babbo Natale con le renne, ce n’è uno che si presenta trainato da sei canguri bianchi. Forse, a noi abituati al Natale col freddo fa un po’ ridere. Non importa; ciò che conta è quello spirito, e la sera della Vigilia, donne, uomini e bambini si riuniscono nei parchi con una candela accesa e cantano inni che rievocano la voglia d’incontrarsi in questo giorno. In Giappone non è una festa nazionale, ma i nipponici lo sentono comunque come un periodo di felicità, e le città sono piene di luminarie, gioia e voglia di stare insieme, tra i tanti alberi di Natale per le strade. In Russia, gli Ortodossi lo festeggiano il 7 gennaio; Nonno Gelo e la nipotina Snegurochka – un po’ come Orso e Masha – sono i personaggi di fantasia che portano doni ai più piccoli e felicità ai grandi. Così, pieno di gioia e convivialità è il nostro Natale, a nord con la neve sulle Alpi e a tavola i canederli, il capriolo e la polenta. A Napoli, che ne parliamo a fare: spaghetti a vongole, insalata di rinforzo, baccalà e capitone (a chi ancora piace). A Palermo, ravioloni, caponata, gamberi e la pasticceria squisitissima. Solo per ricordare alcuni piatti. I menù sono ben più ricchi, come la numerosità dell’allegra compagnia a tavola, perché come diciamo qua: «cchiù ne simm’, cchiù bell’ parimm’».

Questo, un po’, è il Natale, fino all’anno scorso. Ma non ora. Le Festività 2020, invece, come ha detto Papa Francesco, devono essere ‘autentiche’. Non più cenoni tra amici e congiunti, non più il piacere del palato, ma ritrovarsi nella solidarietà e nello spirito di comunità, pur stando fisicamente lontani. Sembra contraddittorio: comunità e stare lontani. Ma non è così. Solo stando lontani si salva chi amiamo, scongiurando il maledetto virus. Feste da vivere solo tra conviventi, per rivolgerci all’essenziale, lasciando fuori la porta tutto ciò che non è necessario. E non è necessario riabbracciarsi perché potrebbe essere un mezzo di contagio. Non è necessario avere una lista lunghissima di pietanze, perché è uno schiaffo a chi non se lo può permettere. Non è necessario brindare nei flûte dorati e imbandire la tavola con la rossa vivida tovaglia, perché è un superfluo assolutamente stonato con le bare delle migliaia di fratelli che quest’anno se ne sono andati. La solita festosità sarebbe ora solo una grottesca, amara e cinica dissonanza che, invece, dobbiamo cacciare fuori da casa e dal cuore. Siamo chiamati ad un inequivocabile e necessario ‘extra omnes’: fuori tutti, e fuori soprattutto quella convivialità natalizia che pure tanto appartiene alla nostra tradizione. Fuori il superfluo, oggi così stridente, per far entrare lo Spirito autentico di questo Natale. Solo così ritroveremo

il rispetto per la sofferenza del mondo, l’essenza meno deteriore di noi stessi, e un po’ di virtù, se ancora ce n’è. E’ doloroso, lo so, e si aggiunge a ben più grave dolore. Però quest’anno è così. Non è il momento di gioire ma è l’ora della solidarietà, della fratellanza nella nostra passione, intima, silenziosa, vera. Nessuno tema la sobrietà, la misura e la solitudine. E a chi pensa che i bambini abbiano diritto alla letizia del Natale, suggerisco di non lasciarsi scappare l’occasione per insegnare loro, invece, il senso profondo di questa Festa. L’unica, intima, spirituale gioia, grandiosa nella sua essenzialità. Ne siamo capaci? O alla fine, gretti, egoisti, pavidi, sordi e ciechi, chiuderemo la porta perché quei problemi non sono nostri, e per essere liberi di accendere l’albero e abbandonarci alla bestiale crapula, e magari sparare anche qualche fuoco d’artificio? Uomo meschino e sciagurato? Lettore, prego, aiutami a trovare una risposta. «I miei figli, una volta cresciuti, puniteli, cittadini, tormentandoli come io tormentavo voi, se vi sembra che si preoccupino dei soldi e d’altro prima che delle virtù; e se fanno finta di essere qualcosa ma non sono nulla, svergognateli come io facevo con voi, perché non si prendono cura di ciò di cui occorre curarsi e pensano di essere qualcosa senza valer nulla.» (Platone, Apologia di Socrate).

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ANGELA CAPOCELLI

IL CORONAVIRUS… ATTRAVERSO GLI OCCHI DI UN BAMBINO! I bambini sono, senza dubbio, la fascia di popolazione che più ha risentito delle ristrettezze a cui la Pandemia ci ha costretti: quella che dovrebbe essere l’età della spensieratezza è stata trasformata in impossibilità di andare a scuola, giocare con gli amichetti, vedere i propri nonni, abbracciare i propri zii. Soprattutto nel periodo natalizio, che è sinonimo di “famiglia”, l’incontro con i cari, lo scambio di regali e, per i più piccoli, la venuta di Babbo Natale sono momenti fondamentali e indimenticabili, momenti che purtroppo, quest’anno, non si avrà l’opportunità di vivere a pieno. L’infanzia è una tappa fondamentale nell’esistenza di ogni essere umano, un periodo fondante, che rende ogni donna e ogni uomo gli adulti i quali un giorno diventeranno e che, come ogni fase della vita, non potrà mai più essere rivissuta… Ecco perché è importante che i bambini abbiano occasioni di confronto con i propri coetanei, frequentino la scuola, abbraccino i familiari, pratichino sport, respirino aria a pieni polmoni: tutte cose che il Covid19 gli ha negato! Ecco a voi, allora, le parole di Giuseppe, un bambino napoletano, di 7 anni, figlio unico e testimonianza preziosa che ci dimostra quanto difficile sia questa situazione per i più piccoli. Ciao Giuseppe, come stai? Ehm… Non lo so... Come trascorri le tue giornate? Gioco a pallone (in casa però), faccio le video lezioni, qualche volta faccio i compiti e gioco col telefono… E come sono le video lezioni? Il giovedì facciamo il dettato… è un po’ noioso… Il martedì facciamo matematica, venerdì scienze… Le maestre spiegano e noi ascoltiamo ma a volte parliamo anche noi… Io e i miei amici spesso facciamo la gara degli sbadigli perché appena svegli siamo stanchi. (Ride) E ti mancano i tuoi compagni? Ti manca andare a scuola? Andare a scuola poco… I miei compagni sì (Stavolta rido io)

Cosa vuoi fare da grande? Il calciatore, però voglio giocare a porta! Senti… Ma tu lo sai cos’è il Coronavirus? È un’infezione ai polmoni E metti la mascherina? Sì, però solo quando entro in qualche negozio, per strada no Ti da fastidio? Quella soffice no, quella da chirurgo sì! Hai scritto la letterina a Babbo Natale? Sì, gliel’ho anche spedita…

E cosa gli hai chiesto? Il monopattino elettrico, la PS5, il telefonino, la Nintendo Switch… Ahhh tutte cose costose! Sì ma mica me le deve portare tutte? Va bene anche solo una… Meglio due, però E hai addobbato casa con mamma e papà? Sì, abbiamo messo l’albero, il presepe… Io ho fatto i lavoretti che ci hanno assegnato le maestre (quella di italiano, però, perché a quella di matematica non interessa molto del Natale) e ho appeso anche un fiocco fuori la porta! Cosa ti manca di più della tua vita prima del Coronavirus? I miei compagni, andare a calcetto, vedere i miei cuginetti… La normalità, tipo camminare senza mascherina! E come ti tieni in contatto con i tuoi amici? Di solito ci sentiamo a telefono io, Francesco e Luciano…a volte pure Sara. Poi faccio le videochiamate con i cuginetti di Firenze Come ti sembrano gli adulti in questo periodo? Un po’ esauriti… (Rido tantissimo) E tu come stai? (Mi chiede lui) Anch’io sto un po’ esaurita (Gli dico sorridendo) … Ma noi adulti a volte dimentichiamo quanto bella e preziosa sia la vita, non ci far caso… Però tu hai un potere, sai? Eh sì, perché a noi grandi basta una carezza di voi piccoli e tutto passa! Adesso però dimmi: se avessi la possibilità di andare in TV e dire qualcosa a tutti gli italiani cosa diresti? Buon Natale eee… Speriamo che questo Coronavirus passi presto!

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COVID-19 ED ANZIANI: L’AUTOREVOLE PARERE DEL DOTT. SALVATORE PUTIGNANO Il Dott. Salvatore Putignano è specialista in Geriatria e Gerontologia. È Referente per l’assistenza anziani e Responsabile del Centro Disturbi Cognitivi e Demenze (CDCD) al DS 30 della ASL Napoli 1 Centro. E’ Presidente associazione AGEAS Onlus a favore di anziani svantaggiati e Past President AGE (Associazione Geriatri Extraospedalieri) Il centro UOFD che lei gestisce a quale fascia di persone presta assistenza? Gli utenti sono pazienti geriatrici. Oggi si considera, ufficialmente, anziana una persona che ha superato il 65esimo anno di età ma il notevole invecchiamento sta inducendo, in relazione all’eterogeneità dell’invecchiamento stesso, ulteriori classificazioni (OMS) tra gli ultrasessantacinquenni (giovani anziani (65-74 anni), anziani (75-84 anni), grandi vecchi (85-99 anni), centenari). Per questo è necessario precisare che il paziente geriatrico è un soggetto ultrasessantacinquenne con pluripatologia e che, forza cose, assume più farmaci. Questo semplicemente per dire che l’età elevata, da sola, non è un criterio sufficiente, cioè avere più di 65 anni non significa essere paziente geriatrico. Il settantenne, l’ottantenne che è affetto da diabete o da bronchite cronica o da cardiopatia ischemica si rivolgerà al diabetologo, allo pneumologo, al cardiologo e diventa di competenza geriatrica in caso di presenza contemporanea di più patologie e quindi quando si configura una complessità di inquadramento e di terapia. Per cercare di dare una dimensione del problema basta sapere che oggi, in Italia, i soggetti ultrasessantacinquenni sono circa il 24% della popolazione totale, cioè circa 15 milioni di persone. Consumano oltre il 50% dei farmaci. Più del 40% di essi assume settimanalmente 5 o più farmaci differenti; il 12% ne impiega 10 o più (in media 7 farmaci) per cui, oltre alla pluripatologia, c’è un maggiore rischio di reazioni avverse da farmaci che possono essere anche gravi da richiedere ricovero ospedaliero. La contemporanea presenza di più patologie (multimorbilità) crea difficoltà nell’individuare quale di esse trattare prioritariamente per migliora-

re il quadro clinico e la prognosi e, di fatto, caratterizza la complessità del paziente “geriatrico”. Chiaramente l’invecchiamento della popolazione sta determinando un aumento delle patologie croniche, che tra l’altro, si presentano in età più avanzata (stanno invecchiando anche loro) e durano molto più tempo con conseguenti domande di salute “nuove” e che richiedono risposte eterogenee. Il miglioramento della qualità della vita e le nuove conquiste della medicina sicuramente porteranno ad un ulteriore compressione delle patologie croniche verso età più avanzate, verso periodi finali della vita con necessità di rivedere l’assistenza agli anziani e di potenziare il territorio e l’integrazione ospedale-territorio. Le demenze meritano sicuramente un’attenzione a parte perché sono al quarto posto come causa di morte negli ultrassessantacinquenni. Il numero totale dei pazienti con demenza in Italia è stimato in oltre un milione (di cui circa 600.000 con demenza di Alzheimer) con 96.000 nuovi casi ogni anno e con un progressivo invecchiamento degli stessi. L’età media dei malati di Alzheimer è di 78,8 anni (era di 77,8 anni nel 2006 e di 73,6 anni nel 1999). Semplicemente per dire che i malati di demenza di Alzheimer oggi sono numerosi, sono più vecchi e vivono più a lungo con un impatto economico, sociale e sanitario notevole.

Gli anziani sembrano essere le categorie più rischio per l’infezione da covid 19, ma nella seconda ondata anche i giovani rischiano tanto. Lei cosa pensa in merito? L’età media dei soggetti deceduti e positivi SARS-CoV-2 è 80 anni. La letalità è sicuramente in rapporto alla presenza di patologie croniche e aumenta al crescere del numero delle stesse e dell’età. I tassi di mortalità, in ogni caso, sono estremamente variabili, nel mondo, a parità di popolazione anziana. Quindi c’è necessità di capire di più e meglio. In ogni caso bisogna cercare di intenderci sul “rischio” che non è solo rappresentato dal tragico e ineludibile evento della morte ma anche dalle sequele conseguenti all’infezione da coronavirus. Il tasso di letalità nei giovani è ridotto nettamente rispetto agli anziani ma è un gravissimo errore pensare che questi sono immuni o esenti da conseguenze e dare il via libera a comportamenti non adeguati ai contesti di prevenzione dell’infezione. C’è da tenere presente che anche i soggetti asintomatici rappresentano un veicolo di contagio e che, anche se l’età avanzata è a maggiore rischio di mortalità, è pure vero che tutti, anche i “non anziani”, possono sviluppare cronicità in conseguenza di infezione da coronavirus. Pertanto bisogna comprendere che se prevale il negazionismo o comunque l’“allegria comportamentale” il rischio di avere, a breve-medio termine, l’attuale generazione giovane con problemi di cronicità è decisamente concreto. E allora i giovani devono avere massima cura nell’attuare tutte le misure di prevenzione (distanziamento, mascherine….) per preservare loro stessi e i loro cari, specialmente quelli più deboli. Cosa pensa del vaccino? La vaccinazione proteggerà chi la fa dall’infezione e, parzialmente, anche coloro che non la faranno. Dico parzialmente perché non possiamo dire, oggi, che chi si vaccinerà non sarà veicolo di trasmissione della malattia. Sicuramente ci sarà meno circolazione del virus e meno malati, ma l’obiettivo resta quello di realizzare la cosiddetta immunità di gregge. Più persone si vaccineranno più


DOMENICA 27 DICEMBRE 2020 ci avvicineremo al risultato. Io mi vaccinerò e lo consiglio già da ora a tutti i miei pazienti. In proposito qualche riflessione/messaggio va fatto. Bisogna sottoporsi a delle vaccinazioni obbligatorie per recarsi in alcuni paesi (vedi quella per la febbre gialla) e senza la certificazione non è possibile accedere in questi paesi. In Italia il vaccino anticovid sarà su base volontaria ma sono convinto che potrebbe scattare un meccanismo di protezione in certi ambienti più a rischio (vedi aereo….) in cui potrebbe non essere consentito l’accesso se non vaccinati. È giusto vaccinare prima il personale sanitario? Non si tratta di essere giusto o no ma di dare priorità a chi è sottoposto, forza cose, a maggiore rischio di contagio, come gli operatori sanitari, e a chi, essendo portatore di comorbidità, come gli anziani fragili, è a maggiore rischio di complicanze e di mortalità. Il personale sanitario è stato ed è in prima linea, in trincea e deve svolgere il proprio lavoro rispondendo alle domande di assistenza che sono diventate sempre più pressanti e che, sia nella prima che nella seconda ondata, hanno raggiunto momenti di forti criticità. Penso a tutto il personale del Sevizio Sanitario Nazionale, dall’ospedale al territorio, dai servizi di emergenza a quelli dedicati alle cronicità e che, spesso, è stato costretto a lavorare in condizioni non proprio ottimali. Penso ai tanti anziani che sono stati colpiti dalla malattia e che hanno dovuto affrontare senza il conforto di un familiare un ricovero ospedaliero in piena solitudine e a come possa essere diventato drammatico il ricovero se ci sono comorbidità importanti come la

13 demenza. Penso all’altissimo prezzo che hanno pagato e che stanno pagando in termini di vite umane. Penso alle difficoltà e alla disperazione di famiglie che, strutturalmente non adeguate, hanno dovuto sopportare un peso insostenibile per assistere il proprio familiare con tutti i vari punti di riferimento “chiusi” (Centri Diurni…) e con tutte le restrizioni di spostamento in essere. Cosa pensa di questa pandemia? Nella sua carriera ha mai visto qualcosa del genere? No, di questa portata no. Credo che la pandemia abbia messo in evidenza tanti problemi e non solo sanitari. Non dimentichiamo i messaggi fortemente ageistici che sono passati all’inizio, specialmente durante la prima ondata, e che miravano a tranquillizzare minimizzando la portata della pandemia e accettando e forse giustificando la morte perché colpiva solo gli anziani. Come dire: tanto dovevano morire. E si è arrivati a poco dalla discriminazione delle cure: più deboli si era e meno “conveniva” curarli; non bisognava sprecare risorse ma riservarle a chi aveva maggiore possibilità di successo. In quei momenti ho avuto grande preoccupazione perché ho cominciato a immaginare quale poteva essere un successivo filtro per accedere alle cure in caso di peggioramento della pandemia. Avrebbero consentito l’accesso alle terapie intensive e alle rianimazioni in base all’età? RSA e strutture per anziani che diventavano lazzaretti. I vecchi si devono curare non discriminare. Oltre che un dovere è anche un debito di riconoscenza fornire l’assistenza a chi è in una fase della vita significativa come quella dell’età avanzata. Ed è un con-

cetto che deve diventare tanto più forte quanto più il vecchio è in difficoltà. Alcuni sindaci hanno vietato agli anziani di uscire in determinati orari. Cosa pensa in merito? Con l’invecchiamento si fa strada la “sarcopenia” che è una riduzione della forza e della massa muscolare correlata all’età. Insomma anche i muscoli invecchiano. E’ intuitivo che la sarcopenia ha importanti conseguenze sulla qualità di vita e, se non contrastata, può comportare disabilità, richiedere ricoveri, e indurre una condizione di “fragilità” che non è più reversibile. Non vi sono cure farmacologiche per la sarcopenia. Le uniche strategie efficaci di prevenzione e contrasto sono rappresentate da un’adeguata nutrizione e da un costante e controllato esercizio fisico. Vi è una associazione, dimostrata in letteratura scientifica, tra gli interventi multidimensionali sullo stile di vita (fisici, nutrizionali e cognitivi) e gli anziani in condizioni di pre-fragilità o fragilità, in termini di riduzioni della sarcopenia, soprattutto nei maschi, più giovani e con massa muscolare maggiore. E’ chiaro che la malnutrizione e l’inattività fisica sono i principali fattori di rischio e, allora, messaggi che vanno in direzione opposta sono decisamente sbagliati. Sappiamo che lei è un appassionato di teatro. Se dovesse mettere in scena il 2020 come intitolerebbe la commedia? Semplicemente riproporrei la commedia “Stateve accorte” che ho scritto l’anno scorso che richiamava l’attenzione sulle tante problematiche di assistenza agli anziani (vedi i lazzaretti….) e che, sicuramente, fu antesignana.

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GAIA MOSCHETTI

Il Dottor Tanzillo Vincenzo è titolare della Farmacia Del Duomo ad Acerra, gli abbiamo fatto alcune domande in merito alla situazione Covid

È quasi un anno che siamo in emergenza Covid, cosa è cambiato all’interno delle farmacie? La prima difficoltà è stata dal punto di vista umano. Per quanto riguarda il rapporto farmacista-cliente, infatti, è stato difficile comunicare per noi professionisti con una popolazione molto provata dal punto di vista psicologico. Invece per quanto riguarda l’aspetto organizzativo la Farmacia ha subito una vera rivoluzione sia per cercare di venire incontro alle esigenze dei clienti che per adattarsi alle nuove normative igienico-sanitarie e burocratiche. C’è stato un momento in cui c’è stato un vero e proprio assalto per procurarsi le mascherine, è successo anche con determinati medicinali o altri prodotti? Soprattutto nella prima ondata la mancanza principale riguardava i dispositivi di protezione ed in particolare le mascherine chirurgiche, FFP2 e FFP3. Successivamente invece c’è stata una

sproporzionata richiesta di farmaci antivirali, antibiotici e integratori molto sponsorizzati dai media. Non avete mai smesso di lavorare e siete stati sempre in prima linea, vi

sentite tutelati in questo momento di emergenza? Così come i medici anche noi farmacisti, insieme a tutti gli altri operatori sanitari, siamo stati coinvolti fin da subito nella gestione di questa emergenza sanitaria. Talvolta l’attenzione è stata però poi rivolta a determinate categorie piuttosto che ad altre. Sicuramente essendo continuamente a contatto con il pubblico il rischio che corriamo quotidianamente a volte ci ha spaventati ma soprattutto per le nostre famiglie. La nostra professione scelta con il cuore garantirà sempre alla popolazione una presenza e un supporto che non avrà eguali. I dispositivi installati (barriere, termometri, gel), sono stati acquistati a carico vostro o della regione? Per rispondere tempestivamente all’emergenza e mettere in atto le nuove norme anti - Covid, noi titolari della zona abbiamo provveduto personalmente all’installazione e alla dotazione dei dispositivi richiesti (barriere, gel, etc...).


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GIUSEPPE NAPPA

ADDIOS MARADÓ DI MIRKO STELLA DIVENTA UN INNO PER CHI HA AMATO ED AMA IL “DIO DEL CALCIO”

Qualche settimana un mio amico e non solo amico mi parla della morte di Maradona. Poi mi dice ascolta: “Addios Maradó” nun ir u giocatore ma piezz è sta città. Queste le prime parole che mi rimangono impresse della sua canzone su Maradona. Mirko Stella canta da anni ormai. Tante trasmissioni su reti regionali, album alle spalle, collaborazioni con tanti artisti. Da anni non solo cantante, ma anche autore. Questa canzone poesia è stata usata anche come omaggio a Maradona nella trasmissione “Buonasera Rita” su Tv Luna canale 14. Infatti questa bella canzone è una poesia del cuore, così la definirei ed è stata scritta dallo stesso Mirko mentre al piano abbiamo Silvio Visconti, la grafica è di Figli del Vesuvio e le foto e il video sono di Salvatore Architravo. Il video in pochi minuti della canzone “Addios Maradó” diventa virale, fa un boom di visualizzazioni e non solo anche di condivisioni. Un numero veramente sbalorditivo che lascia il cantante senza parole. Lui ama Napoli profondamente come tutti i napoletani. Sembra quasi di aver perso uno di famiglia. Il cantante dopo la notizia ha dedicato la canzone e il video al “Dio del Calcio”, dopodiché si è recato quasi come in pelle-

grinaggio con felpa e mascherina creata da Figli del Vesuvio allo stadio e non solo rispettando le regole COVID-19 imposte dallo Stato andando in giorni ed ore permesse. Questa canzone resterà immortale perché decanta l’amore che un ragazzo può aver per un calciatore che ha segnato un riscatto per questa terra, tanto amata ma allo stesso tempo tanto martoriata. Ed è diventata ormai quasi un inno da dedicare ad un Re che ha regalato tanto a questa città. Complimenti Mirko, non ci deludi mai e noi ti teniamo d’Occhio.


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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Diciotto mesi di NULLA!!!

Finalmente è terminato il teatrino degli ultimi 20 giorni di passione! Il Sindaco Bene ha partorito l’ennesimo fallimento politico della sua gestione amministrativa. Un rimpasto di giunta per rilanciare la sua fallimentare amministrazione, che sembra più la divisione dell’ultimo tozzo di pane sul quale i famelici commensali si sono lanciati per non rimanere senza forze, e che il buon Padre di Famiglia Sindaco Bene, caparbiamente tenta di non sprecare per non rimanere esso stesso senza forze. Eletti dell’opposizione, vanno a rafforzare numericamente il Sindaco BENE, nominando assessore addirittura l’EX VICE SINDACO della Giunta Fuccio MARIANNA RICCARDI!!! Siamo alle comiche!!! 18 mesi sono passati dall’ inizio della amministrazione Bene, e in tutta realtà non ci siamo accorti di nulla! Nulla è stato messo in campo, nulla è stato

programmato, nulla è stato progettato! Ci siamo accorti, però, delle sciagure che il Sindaco Bene ha fatto e ci sta lasciando. Strade dissestate nonostante progetti finanziati per 5 milioni di Euro fermi nei cassetti che aspettano di essere spesi, ma forse, come qualche noto esponente della maggioranza ama dire, non c’ è ancora sintesi di intenti!!! Città sporca, record di nomine per la guida della partecipata Casoria Ambiente, ben due in soli 12 mesi… GRANDE!!! Raccolta a singhiozzo, e un finanziamento per l’apertura della seconda isola ecologica ad Arpino fermo da utilizzare… si spera!!! Beni comunali lasciati all’ incuria più totale, il palazzetto dello sport Mimmo D’Alise, chiuso nonostante un forte investimento fatto per le UNIVERSIADI, zero interesse nel cercare di trovare una soluzione per ridare un bene alla Città fermo da

ormai 8 anni. Ad oggi l’amministrazione tutta, guidata da Bene, ma per nulla Bene, si è resa solo protagonista di un dissesto finanziario che ha messo in ginocchio la Città, aumentando debiti e mandando in malora crediti di tanta gente che da anni aspetta di essere pagata dal Comune. Assunzioni clientelari che invece di rafforzare la macchina comunale vengono utilizzate male e fuori da ogni contesto di materia. Basti pensare all’ ufficio Tributi che tanto viene mortificato per il solo obiettivo di ESTERNALIZZARE IL SERVIZIO con buona pace dei cittadini che vedranno le loro tasse aggravate da spese ulteriori per ingrassare il ventre di qualche società nota. La Città è stanca, avvilita mortificata da una classe politica incapace, inconcludente e in cattiva fede, sarete ricordati PER ESSERE il NULLA mischiato col NIENTE. Se un

minimo avete ancora a cuore questa martoriata Casoria, DIMETTETEVI E CHIEDETE SCUSA AI CITTADINI. Casoria nel Cuore tutta, e il suo Consigliere Comunale Vincenzo Ramaglia, che tanto avevano sperato in questa amministrazione nulla possono fare se non vigilare attentamente tutti gli atti di questa amministrazione. Avv. Antonio Ricciardi Coordinatore di Casoria nel Cuore Vincenzo Ramaglia Consigliere comunale di Casoria nel Cuore

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18 FRANCESCO CELIENTO

“Il fallimento della gestione sanitaria fatta ricadere sui centri commerciali, la ristorazione e sulla libertà delle persone” Dichiarazione di Gaetano Graziano, vicepresidente dell’’associazione dei direttori dei centri commerciali, dopo le rivolte in Campania per la permanenza in zona arancione “Il sistema degli shopping center ha lavorato in modo molto professionale, sul versante della sicurezza anticovid, dove ha investito su maggiore vigilanza per il rilevamento della temperatura, sorveglianza del distanziamento e sull’uso delle mascherine” – dice Ga-

etano Graziano, vicepresidente dell’associazione dei direttori dei centri commerciali. Tutto questo ha rassicurato la gente che, del resto, ha capito che il centro commerciale è talmente monitorato da rendere molto rari gli assembramenti, assembramenti che il “Governo”, con i vari decreti di chiusura, ha permesso che si verificassero nelle vie delle città, dove si sono riversati anche gli orfani degli shopping center”.

CRISTINA CENNAMO

15 ristoranti in Campania “l’ordinanza mi arreca un danno enorme” Vittime della politica

Amareggiato e deluso. Enrico Schettino, titolare della catena di ristoranti Giappo, pur avendo sempre appoggiato la linea della sicurezza questa volta si lascia andare ad uno sfogo contro l’ordinanza della Regione Campania. Del resto, solo in questa regione Giappo conta ben quindici ristoranti giapponesi: un’impresa non da poco organizzare tutto in poche ore per riaprire l’indomani e ritrovarsi, poi, con un nulla di fatto. “Non mi son mai sentito inferiore a qualcuno per essere campano - spiega Schettino - prima di oggi. Ho sempre lottato per la mia terra, dove ho investito tempo e denaro, fino ad aprire 15 ristoranti solo in Campania. Per tanti era un vanto, perché riuscire a fare impresa qui è veramente complesso. Da qualche mese, però, questa prerogativa ha danneggiato me e le mie aziende. Abbiamo cominciato a subire danni quando a marzo ci è stato vietato di fare take away e delivery, mentre tutte le altre regioni d’Italia lo permettevano, e tante aziende competitor fatturavano migliaia e migliaia di euro. Ci siamo rimboccati le maniche, siamo ripartiti a maggio, proprio grazie al delivery, dopo mesi di battaglie mediatiche, perché, oggi, hanno più valenza di una battaglia legale. Ci troviamo, purtroppo, a dover farne un’altra. Il Presidente Conte ha previsto l’apertura di tutte le attività commerciali per 3 giorni, dal 20 al 22 dicembre, dandoci un preavviso di sole 24 h. Non ho preso di buon grado questa decisione per il caos che avremmo sopportato questi giorni ed i rischi di salute cui incorrevamo, ma stamattina, per il bene dell’azienda, per permettere ai dipendenti di lavorare a pieno, per far girare l’economia, ho iniziato a lavorare alle 6 del mattino. Rappresento un marchio che, solo in Campania, conta 12 punti. Organizzare un’apertura improvvisa non è cosa semplice. Personale da confermare con turnazioni, casse integrazioni da sospendere, personale in supporto da chiamare, e poi c’è la merce da ordinare. Un ristorante giapponese deve rifornirsi di tonno, salmone, spigola, gamberi etc etc. Far-

lo in ventiquattr’ore, di sabato, a Natale, non è cosa facile. Ho dovuto pregare i fornitori di garantire il servizio ai punti e consegnare in giornata. Ho fatto tutto questo, finanche gli allestimenti natalizi ho comprato. Tutto inutile. Alle 16 - continua l’imprenditore napoletano - ricevo la notizia che il Governatore De Luca ha emanato un decreto per il quale la Campania è zona arancione. Una scelta che si può condividere o criticare e che, personalmente, ritengo anche giusta. Sono le modalità ed i tempi che ci hanno destabilizzato. Un danno economico di non poco valore. Sto cercando di ricorrere ai ripari, fermando gli ordini non ancora scaricati e chiedendo il ritiro di ciò che è già stato consegnato: ma è sabato sera, il sabato di Natale per giunta. Sto modificando turni, chiamando il personale per disdire ogni possibilità di lavoro. Sto cancellando la comunicazione già postata e promozionata sui social. Sto chiamando i clienti che avevano già prenotato. Sto facendo un lavoro enorme, per evitare ulteriori perdite in un periodo già critico. Mi chiedo - conclude Schettino - se sia giusto subire tutto questo, e per quanto tempo ancora dovremo sopportare le conseguenze delle diatribe politiche tra Governo, Regione e Sindaci, in cui le uniche vittime siamo noi cittadini”.


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LUIGI CARRATURO

Alla Collega Imma Castronuovo, l’ambito Premio Giornalistico Internazionale “Campania Terra Felix” Questa mattina, a Pozzuoli, alla Multicenter School, si è tenuta la cerimonia di Premiazione della IV Edizione del Premio Giornalistico Internazionale “Campania Terra Felix”, con l’Alto Patrocino della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Regione Campania e i Comuni dell’Area Flegrea, partendo da Napoli; iniziativa dell’Associazione della Stampa Campana “Giornalisti Flegrei” e del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, che hanno fortemente voluto questo evento per premiare quei giornalisti che con i loro servizi video giornalistici, radiofonici, su carta stampata e web, hanno promosso il turismo, la cultura, l’ambiente, la storia, l’archeologia, i beni culturali, l’enogastronomia, il sociale, lo sport, la scienza e il lavoro svolto nei Campi Flegrei . Tra i vincitori di questa attesissima Edizione, la nostra collega Imma Castronuovo, che ha ricevuto il prestigioso Riconoscimento per la Categoria “Periodici”, e specificatamente per la disamina degli effetti della pandemia da Covid-19 nel settore alberghiero e turistico, in un articolo pubblicato sul Ns. Settimanale Casoriadue. Nel rispetto e in ottemperanza ai D.P.C.M. e alle Ordinanze Regionali Covid 19, la premiazione è avvenuta singolarmente, alla presenza del Presidente dell’Associazione della Stampa Campana “Giornalisti Flegrei”, il Prof. Avv. Claudio Ciotola, il Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Avv. Carlo Verna, il Segretario del Premio Dott.ssa Rosaria Morra e degli Onorevoli Membri della Giuria Tecnica Inoltre, per riconoscere il merito alle personalità che a vario titolo si sono distinte sul territorio, sono nati i Premi Speciali alla Carriera, Sanità, Forze dell’Ordine, Giustizia e Legalità, Sport, Spettacolo,Enogastronomia. Infine, un premio per la Fotografia, è stato conferito a Luigi Borrone il cui scatto, elaborato in una stampa ad hoc, è stato l’omaggio per i vincitori di questa Edizione. Un’Edizione nel segno dell’Emozione, iniziata con un toccante messaggio audio-video di Hugo Maradona, fratello

del Grandissimo Diego, che ha ringraziato l’Italia e l’Associazione della Stampa Campana “Giornalisti Flegrei” per l’ambìto riconoscimento al compianto Campione del Mondo. A ricevere il riconoscimento quest’anno sono stati, per la Carta Stampata, Patrizia Capuano, Angelo Covino, Giuseppe Delle Cave, Marco Molino, Anna Russolillo e Dario Sautto; per la Televisione, Maria Rosaria Bacchetta, Mattia Iovane, e Vincenzo Scillia; per la Radio, Roberta Luppino; per la categoria Periodici, Antonio Cangiano, Immacolata Castronuovo, Oscar De Simone, Domenico Rubio; per il Web, Antonio Imparato, Teresa Lucianelli, Gaetano Scotto di Rinaldi, e Tommaso Chimenti, sezione Stampa Specializzata; “Il rossetto di Denise” è valso il premio sezione Libro a Luigi Panico; infine, premiato per la Fotografia, Luigi Borrone. I premi alla carriera giornalistica, destinati a colleghi che per anni si sono distinti nella professione, sono stati assegnati ad Alberto Acquaviva, per la Stampa Subalpina; Ciro Avallone per la comunicazione dell’INPS sul territorio flegreo; Rosario Bianco per l’impegno profuso con la Rogiosi Editore; Francesca Coppola, prestigiosa figura del TGR Campania; Pasquale Esposito, storica firma de Il Mattino; Antonio Pascotto giornalista del Tg4 Mediaset, in uscita con “Il mondo senza Internet”; e Giuseppe Petrucciani per l’Unione della Stampa Sportiva Italiana. I premi speciali per la Sanità, al Professore Paolo Antonio Ascierto; per la Religione, all’Arcivescovo Giancarlo Maria Bregantini, ed al vocazionista Don Vittorio Zeccone; per le Forze dell’Ordine, il Comandante Provinciale Carabinieri di Napoli, Generale di Brigata Canio Giuseppe La Gala; il Tenente Colonnello Antonello Vernillo, Comandante Guardia di Finanza di Giugliano in Campa-

nia; il Capitano Oscar Samuele Olivieri, Direttore Nucleo Operativo Guardia di Finanza di Giugliano in Campania; la dottoressa Lucia Rea, Dirigente Comandante del Corpo di Polizia Metropolitana di Napoli; l’avvocato Biagio Chiariello, Comandante della Polizia Municipale di Arzano. Sono stati premiati per la categoria Giustizia e Legalità il Magistrato Paolo Itri, Magistrato del Dipartimento Distrettuale Antimafia di Napoli e il Direttore amministrativo della Corte d’Appello di Napoli, Stefano Addeo. Per l’Ambiente, Ciro di Francia, Presidente dell’Osservatorio per la tutela dell’ambiente e della salute; Massimo Maiorano, secondo al Premio internazionale del miglior Panettone, è stato premiato per l’Enogastronomia; per la Musica, Samurai Jay; per la Radio, il dottore Arturo Armone Caruso e il Maestro Nicola Mormone; per la Politica gli Onorevoli Fulvio Martusciello, Deputato del Parlamento Europeo, e Antonio Pentangelo, Deputato del Parlamento Italiano; lo stilista Raffaele Tufano ha ricevuto il Premio Speciale per l’Eccellenza nel Made in Italy; l’avvocato Aldo Maione è stato insignito del Premio Speciale alla Professionalità; per l’Associazionismo premiato Giancarlo Ranalli, ANIEP “Promozione Difesa Diritti Persone Disabili”; infine, Premio Speciale Sport, a Hugo Maradona. Uno spazio particolare è stato inoltre riservato alle scuole vincitrici: l’I.S.I.S. Giovanni Falcone di Pozzuoli; l’I.S.I.S. “Rita Levi Montalcini” di Quarto Flegreo; l’ITG Della Porta Porzio di Napoli; e il liceo scientifico statale Emilio Segrè di Marano di Napoli. Le attività di promozione della cultura giornalistica e di sensibilizzazione e informazione del pubblico in collaborazione con gli organi istituzionali portate avanti dall’associazione, sono valse l’alto patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri; dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti; della Regione Campania; del Rotary Club Afragola Frattamaggiore Porte di Napoli; del Lions Club Napoli Floridiana Felix; nonché il patrocinio dei Comuni di Napoli, e della sua IX Municipalità, Città di Bacoli, Giugliano in Campania, Monte di Procida, Pozzuoli, Qualiano, Quarto Flegreo e Villaricca.


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GRAZIA GUARINO

Come ritrovare il genio creativo restando a casa

E’ nelle librerie e in tutti i maggiori store on line “La ragazza col genio in quarantena” (Booksprint Edizioni), libro scritto dalla Cool Hunter, imprenditrice e scrittrice Marianna Bonavolontà, durante il lockdown. Nasciamo e moriamo con un Genio, un talento, la risorsa più grande a cui possiamo attingere nei momenti bui. Sta a noi scoprirlo, accettarlo e permettergli di stravolgerci la vita… A volte è necessario attraversare l’Inferno per trovarlo, ma ne vale sempre la pena, perché un genio inespresso è una vita vissuta a metà. Questo libro è stato scritto durante la quarantena che a marzo 2020 ha chiuso in casa gli italiani per mesi. È il racconto di come Marianna sia sopravvissuta all’isolamento, alla paura e all’apatia. Messa a dura prova, convinta di aver perso la creatività, riesce a ritrovare la via d’uscita dentro di sé; quel Genio che sembrava svanito stava solo sonnecchiando in attesa di essere tirato fuori dalla lampada. “Ho scritto “La ragazza col genio in quarantena” in uno dei periodi più difficili per me. Quando, costretta a restare in casa durante il primo lockdown di marzo 2020, avevo perso il mio genio creativo – racconta Marianna -. Spero che questo mio libro possa essere d’aiuto a chiunque in questo periodo si ritrovi in balìa di sé stesso, vuoto e solo, a girarsi i pollici chiedendosi: dov’è finita tutta la mia creatività? Se solo imparassimo ad ascoltarci, se solo riuscissimo a parlare con il silenzio rispettandolo… In noi alberga un saggio che io chiamo Genio,

un’entità in grado di rendere tutto migliore, di accorciare le distanze e di provare gratitudine per ciò che si è e si ha. È la nostra parte divina, con lui possiamo raggiungere vette altissime e realizzare i nostri obiettivi”. Marianna Bonavolontà è una creativa, avventuriera e globe-trotter, caratteristiche sviluppate sin da piccola grazie alla passione dei genitori per l’arte e per i viaggi. Dal padre, pilota di caccia, in arte ‘’Goodwill’, eredita lo spirito wanderlust e la curiosità per la ricerca del ‘’genio’’ artistico dei luoghi. Già da bambina nei viaggi ricercava la sua identità, spesso persa tra i meandri dell’uniformità cui non riusciva a identificarsi fino a scoprire che il suo posto non era un singolo posto ma era il mondo intero. Non aveva ancor capito che la creatività, così come la prorompente fisicità e la sensibilità spiccata, spesso considerate nemiche, potevano essere invece un valore aggiunto. L’esperienza nella ricerca delle eccellenze e della moda del luogo col tempo sfocia in un progetto a cui Marianna dà il nome di Chic Advisor ®, una guida all’artigianato di lusso e ai negozi più esclusivi. Oggi imprenditrice, autrice, cool hunter e style coach, scrive di moda e continua - insieme al suo inseparabile Genio – a ricercare eccellenze in giro per il mondo. Oltre ad essere distribuito in tutto il mondo attraverso i circuiti tradizionali, questo libro può essere anche noleggiato tramite il portale Bookstreams.it.

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VisitItaly è il miglior portale d’Europa, trionfo italiano ai Web Awards 2020

Il rilancio del turismo in Italia passa attraverso la guida on line Il video sulla bellezza dei luoghi del Paese, raggiunge 60 mln di visualizzazioni Visit Italy migliore sito d’Europa ai Web Awards 2020, Ruben Santopietro.JPG Il portale VisitItaly.eu, progettato da un’azienda italiana, ha vinto gli Eu Web Awards 2020, lo scorso 16 dicembre 2020, la più importante competizione internazionale che premia ogni anno i migliori portali d’Europa. A trionfare il team di Marketing Italia Srl, che ha creato 4 anni fa la piattaforma Visititaly.eu, una guida online dell’Italia, in partnership con la software house Wiplab e che oggi conta una community di oltre 2 milioni di utenti in 180 paesi, la più grande al mondo dedicata all’Italia. La conferma del successo è testimoniata dal solo video “Italia, bellezze da condividere”, che è stato visualizzato da oltre 60 milioni di persone https:// fb.watch/2rsjeqv6xs/ Un progetto di valorizzazione dei territori e delle eccellenze ad alto impatto sociale, che ha unito alla promozione territoriale, precise strategie di digital

marketing turistico. Insieme al prestigioso trofeo l’azienda si è aggiudicata una campagna pubblicitaria di due mesi presso l’aeroporto internazionale di Bruxelles. “In un momento delicato come quello sta attraversando l’Italia, questa vittoria assume un significato ancora più grande - hanno dichiarato Ruben Santopietro e Paolo Landi, fondatori della società titolare del progetto - Siamo orgogliosi di aver finalmente portato

questo riconoscimento nella nostra nazione. Sentiamo una grande responsabilità in questo momento storico e daremo il massimo per affrontare le future sfide con la stessa determinazione e continueremo a dedicarci al rilancio turistico della penisola”. Quest’anno agli “.eu Web Awards”, progetto nato a Bruxelles nel 2014 e finanziato dall’Unione Europea, c’erano oltre 1000 portali in gara, di cui solo quindici arrivati in finale. Il premio, è stato assegnato, dalla giuria internazionale durante la cerimonia finale del 16 Dicembre che, in tempi di Covid, si è svolta in eurovisione dal Teatro Verdi di Pisa, presentata da Sally Bundock della BBC e con la partecipazione dell’artista Sting. Un successo che testimonia la grande crescita del settore digitale italiano negli ultimi anni e che dona fiducia per un’ottimistica ripartenza anche del settore turistico, grazie ad eccellenze del made in Italy come Visit Italy.

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FABRIZIO KÜHNE

dona in beneficenza 150 giocattoli ai bimbi dell’ospedale Santobono Pausilipon

La Fondazione diretta da Flavia Matrisciano ha ricevuto i giochi per i piccoli ammalati. Gennaro Amato consegna cibo alla mensa dei poveri San Giuseppe. Un Natale con un sorriso in più per i bimbi del plesso ospedaliero Santobono Pausilipon grazie alla donazione dell’Associazione Filiera Italiana della Nautica presieduta da Gennaro Amato. Centocinquanta giocattoli sono stati donati ai piccoli ammalati con una consegna avvenuta sulla porta d’ingresso del nosocomio pediatrico posillipino. A ricevere l’offerta benefica la direttrice della Fondazione Santobono Pausilipon, Flavia Matrisciano ed il direttore del Centro Trapianti Francesco Paolo Tambaro, unitamente alla dottoressa Laura Catapano. I doni suddivisi in macchinine telecomandate, per i maschietti, e trousse giocattolo e bambole per le femminucce, sono stati consegnati sulla porta d’ingresso dell’Ospedale, rispettando la procedura del protocollo Covid 19, da Gennaro Amato, presidente Afina e dai vice presidenti Ugo Lanzetta e Antonio Schiano. L’offerta benefica, consueta da parte degli operatori della nautica, intende donare un sorriso in più ai piccoli pa-

zienti del reparto oncologico. Inoltre, con una donazione personale del presidente Amato, sono state inviate 2 tonnellate di derrate alimentari destinate alla mensa dei poveri San Giuseppe, gestita dalle suore del convento dell’Arco Mirelli a Mergellina.

da sx - Flavia Matrisciano, Gennaro Amato, Francesco Tambaro e Laura Catapano

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Successo per Pulcinella con il “Panariello del Sorriso” Coinvolte famiglie e donati sorrisi”

Una domenica “speciale” con il giullare del Sorriso, Angelo Iannelli, che ha coinvolto intere famiglie italiane, soprattutto i bambini che hanno dialogato a distanza con l’icona di Napoli, come nella prima ondata pandemica da Covid-19, per il “Gioco del Sorriso”. L’Ambasciatore del Sorriso ha parlato con ironia del suo innovativo e sperimentale “vaccino” a base di rum e di pezzi babà, del tampone all’asinello, delle chiusure a colori della Regione e dell’autocertificazione per gli spostamenti in altri comuni. Intervenuto, durante la diretta facebook, il noto imitatore Enzo Guariglia che con le sue performance del governatore De Luca e del Presidente Silvio Berlusconi che ha imitato magistralmente i due personaggi politici. Non sono mancati momenti pieni di emozioni da parte dei ragazzi “speciali” che seguono Pulcinella da anni nelle sue iniziative sociali. Il format di intrattenimento “Gioco del SorSalvo accordi scritti, la collaborazione con questo settimanale è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. In nessun caso si garantisce la restituzione dei materiali inviati. Del contenuto degli articoli e degli annunci pubblicitari sono legalmente responsabili i singoli autori. È vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari.

riso” attraverso le estrazioni con il panariello sociale ha regalato e donato ancora una volta momenti di pathos a tutti. E’ stato un bellissimo momento per addolcire questi mesi di restrizione, che stanno portando tanta ansia e paura per le conseguenze dell’epidemia sempre più accentuata anche dal continuo flusso di news, con l’allegria e l’ironia del Cavaliere del Sociale. Da questa lotteria del Sorriso sono stati estratti dei numeri e sono stati donati premi come la pasta trifolata di Gemme del Vesuvio, biscotti del Biscottificio Pezzullo, le confezioni del liquore Babà re delle Terre Pompeiane, che come nella prima ondata del virus ha dato un grande contributo, il Calendario di Pulcinella, un televisore e tanti altri doni. In questo periodo di feste natalizie diverse dal solito non mancheranno altre iniziative per rallegrare le persone a casa. Giuseppe Di Carlo Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. Reg. 5116 del 28/02/2000

Editore CASORIA DUE s. a. s società messa in liquidazione

Direttore Responsabile: Ferdinando Troise WEB: C&C CENTRO STAMPE SRL - CASORIA Questo numero è stato chiuso il 23 dicembre 2020

Direzione, Redazione, Amministrazione e Pubblicità S.S. Sannitica, 9 - 80026 Casoria (NA) - Tel. /Fax 08118254028 email: casoriadue@libero. it


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