DOMENICA 21 APRILE 2019
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Settimanale di Informazione
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ANNO XIX - N° 15 - DOMENICA 21 APRILE 2019
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CARMEN PALUMBO
CENTRO STORICO DI CASORIA: PARLANO I CITTADINI E I COMMERCIANTI
Questa settimana ritorniamo ancora una volta sui diversi problemi che affliggono il centro storico di Casoria, in particolare i più preoccupanti sono quelli relativi alla viabilità, dovuti proprio alla conformazione della nuova piazza Cirillo. Da più di due anni ormai la piazza di Casoria è stata ristrutturata, ma le polemiche relative ai lavori di riqualificazione, ancora non si placano, anzi sembrano aumentare ogni giorno di più. I cittadini lamentano il traffico continuo che blocca la circolazione e naturalmente i più colpiti sono proprio i residenti delle zone limitrofe alla piazza, che ogni giorno restano bloccati nel traffico uscendo dalle loro abitazioni. Questa settimana oltre alle numerose problematiche sollevate dai cittadini, abbiamo ascoltato anche i commercianti della zona, che come tutti vivono in maniera negativa le conseguenze della piazza ristrutturata. In particolare abbiamo parlato con Rino Lamagna, proprietario della storica gioielleria casoriana, situata in Piazzetta
Santa Croce. Il signor Lamagna, come tutti i commercianti della zona, ha manifestato il suo disappunto per questa situazione che va avanti ormai da troppo tempo e sembra peggiorare sempre di più. Oltre alla viabilità, continuamente ostacolata dal traffico, il gioielliere casoriano, ha parlato anche della cappa di smog, che si viene a creare davanti al
suo negozio e in tutta l’area del centro storico. Vista la situazione così complicata, abbiamo anche chiesto al signor Rino la sua opinione, per sfoltire il traffico che perennemente intasa la parte antica di Casoria: “una soluzione potrebbe essere creare una doppia corsia all’altezza dell’edificio del Comune, in modo da sviluppare due direzioni in cui le macchine si vanno ad incanalare, una diretta verso Afragola e l’altra verso il centro di Casoria. Basterebbe spostare un po’ più avanti i posti riservati agli invalidi e ai vigili urbani e creare lì lo spazio per una seconda carreggiata. Potrebbe essere un sistema per sfoltire il traffico o almeno per velocizzare la viabilità.” Oltre a questa possibile soluzione, il signor Lamagna si è anche esposto su una questione, che da tempo provoca danni in tutto il centro storico. Si tratta della rete fognaria di Via Cavour, che sembra essere la causa dei continui crolli avvenuti negli ultimi anni. SEGUE A PAG. 5
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5 FRANCESCO D’ANNA
Liceo Statale Gandhi
In particolare la questione riguarda il rifacimento della rete fognaria nel 1995, quando il sistema delle fogne invece di essere rifatto, fu sottoposto solo ad una restrizione di volume. Parliamo ormai di quasi 25 anni fa e tale errore è senza dubbio la causa delle infiltrazioni d’acqua, che penetrando nelle fondamenta dei vecchi edifici, ne provocano l’inevitabile caduta. Da quel momento, come ci fa notare il gioielliere, sono caduti tantissimi palazzi, e nel giro di pochi anni, il centro storico di Casoria, dove troviamo anche edifici del 400’, è stato praticamente ridotto in macerie. Tantissimi sono i palazzi caduti, basti pensare a quello dell’ex farmacia Del Giudice e all’edificio posto di fronte a quest’ultimo, di cui abbiamo parlato proprio qualche settimana fa. Il problema principale è che il centro storico di Casoria cade a pezzi e non perché il suolo è vuoto, come molti dicono, ma perché ci sono dei problemi di fondo che non vengono risolti, la rete fognaria è sicuramente uno di questi. Ringraziamo il signor Lamagna per aver parlato con noi e per aver esposto le sue giuste opinioni, sperando di trovare al più presto una risoluzione, almeno per il problema della viabilità.
Il liceo Statale Gandhi è una delle scuole più famose di Casoria, si trova nell’area metropolitana a nord di Napoli. La struttura didattica del complesso Istituzionale è formata da 4 indirizzi: Liceo Classico, Liceo Scientifico, Liceo Scientifico Scienze Applicate e il Liceo Scienze Umane, i primi 3 sono svolti nella sede di via Aldo Moro 30, mentre l’ultimo nella sede sita in Via Andrea Torrente 1. Il dirigente scolastico è il prof. Gennaro Ruggiero. L’istituto, che ospita oltre mille studenti e circa 120 tra collaboratori e professori, ha ottenuto l’autonomia nel 2000. Dal 2005 è stato intitolato Gandhi, non solo per onorare il grande teorico della non violenza e della pace, bensì con finalità educative quali l’esaltazione di valori come la libertà e la tolleranza. Su 3 parole chiave il liceo Gandhi pone le proprie basi: Comunicazione, Collaborazione e Organizzazione, perché solo con un’efficiente organizzazione è possibile coordinare perfettamente tutti i ruoli e le funzioni da svolgere di un intero istituto. E’ importante evidenziare la preparazione che docenti e collaboratori devono acquisire per interagire con gli studenti, oggigiorno il tipo di relazione che si instaura con gli adolescenti è determinante, e proprio un problema di grande attualità
che riguarda in generale l’istituzione scolastica comprende due macro-fenomeni: il bullismo e il cyber-bullismo. Entrambe sono delle forme di violenza, l’una che avviene con un confronto fisico tra la vittima e il carnefice, l’altra ancora più subdola che avviene mediante l’utilizzo del web e tende a demolire psicologicamente colui che riceve sopruso. Bisognerebbe arrivare all’origine di questi problemi, è innegabile che la società in cui viviamo è profondamente colpita dalla crisi di valori etici e il web è la ragnatela che attira i più deboli. La scuola deve intervenire quanto più possibile per ridurre al minimo questi fenomeni, ma l’appello è rivolto anche alle famiglie che devono avere l’obbligo di tutelare i minori. Il dirigente Ruggiero, ma tutti i professori dell’istituto Gandhi combattono tali fenomeni collaborando attivamente con le famiglie degli studenti. Attualmente l’istituto gode di un elevato numero di iscritti e ciò si spiega ritornando a ricalcare le 3 parole citate poc’anzi, senza un’ottima organizzazione, un’efficiente spirito di condivisione e di collaborazione non si sarebbe potuto creare un progetto d’istituto coeso.
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PAOLA CONSOLETTI
ISTITUTO BRANDO….TRA FORMAZIONE ED INNOVAZIONE
L’Istituto M.C. Brando è una scuola cattolica con una lunga tradizione, situata a Casoria, ma accoglie studenti provenienti da Napoli e dalle altre province. Lo scopo di questo Istituto è quello di “formare” integralmente gli alunni, garantendo una preparazione elevata e con una visione cristiana della vita. Suor Giocondina è una persona davvero straordinaria e rispecchia, in tutte le sue sfaccettature, questa scuola, è dotata di un grande carisma, di una grande energia intellettiva, elementi fondamentali per i ragazzi, per gli studenti che entrano in questa scuola per formarsi, soprattutto per essere formati ed informati. La scuola comprende non solo gli Istituti superiori di II grado, quali il liceo scientifico e quello delle scienze umane, ma anche la scuola materna, elementare e quella secondaria di I grado. L’Istituto Brando è stato anche annoverato tra i migliori licei di Scienze Umane di Napoli e provincia, in quanto ha un’ampia offerta didattica, la struttura presenta diversi laboratori, biblioteche e sale video. Questo storico Istituto viene considerato un “centro culturale”, aperto a tutte le innovazioni e formazioni, si sviluppano corsi di preparazione al sostegno, corsi per i dirigenti scolastici, corsi per la preparazione all’abilitazione dei docenti. La preparazione e la formazione degli studenti è ad un livello elevato, da un punto di vista qualitativo, tanto che l’Istituto viene inserito al secondo posto per maggior numero di laureati in Campania. Il Brando, dunque, come “centro culturale”, non poteva che dare spazio agli alunni, anche attraverso l’attività giornalistica, e Noi di Casoriadue abbiamo conosciuto i ragazzi che collaborano al giornale interno scolastico, intitolato “Il Brando tra le righe”, di cui il Direttore Responsabile è la stessa Suor Gio-
condina, coadiuvata dalle coordinatrici la Professoressa Meola, la Professoressa Parisi e dagli alunni coordinatori Andrea Locci ed Elena De Vincenzo, ragazzi impegnati, interessati ma soprattutto con idee ben chiare circa il loro futuro. Il giornalino interscolastico contiene 16 pagine, ed in queste pagine i ragazzi scrivono e si occupano di argomenti differenti, ognuno di loro legge, si documenta e crea a sua volta un articolo da inserire. I temi trattati sono vari, vanno dalla Fede ai fumetti, dalle interviste all’attualità e al giornalismo, ci sono anche pagine dedicate alla “Riflessione”, di fondamentale importanza, soprattutto in un mondo come il nostro fatto solo di social virtuali, infatti questa pagina insegna a “carpire” l’attimo fuggente della vita quotidiana; poi si commentano le serie televisive, i libri consigliati, le uscite didattiche effettuate con la scuola, lo sport, la poesia, la fotografia e la pagina dei consigli. Un approccio nuovo per i ragazzi, una finestra che permette loro di “affacciarsi” sul mondo della comunicazione giornalistica, toccandola con mano, vivendola. Gli studenti, inoltre hanno sottolineato, di aver partecipato ad un Workshop sul giornalismo e la comunicazione, dove insieme ad altri Istituti scolastici, hanno avuto la possibilità di confrontarsi in un corso, per apprendere l’importanza della
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stesura, l’impaginazione e la fotografia di un giornale. La foto è l’elemento principale, insieme al titolo, in quanto hanno lo scopo di attirare l’attenzione del lettore. Gli alunni dei vari Istituti, durante il Workshop, hanno potuto simulare un notiziario, sviluppando alcuni servizi giornalistici con tematiche differenti. E’ importante sottolineare che grazie a questa esperienza, i ragazzi hanno evidenziato un maggior interesse e curiosità in ambito giornalistico. L’Istituto Brando, dunque, presenta nella sua struttura, un grande connubio, Liceo Scientifico e Liceo Umanistico, due forze, ricche di progetti e di formazione, qui i “classici”, vengono letti ed analizzati con gli studenti, in chiave moderna, si cerca il messaggio dell’autore classico e lo si inserisce nel quotidiano, attraverso il confronto in aula tra i ragazzi, i quali esprimono, in questo modo, un maggior interesse allo studio, alla cultura grazie all’innovazione. Possiamo terminare dicendo che, “la scuola è l’ambiente educativo e di apprendimento in cui si promuove la formazione di ogni alunno attraverso l’interazione sociale, con il proposito di costruire un contesto relazionale positivo, essa ha il compito di insegnare ad apprendere ma soprattutto insegnare ad essere, queste sono le basi necessarie”, e l’Istituto Brando, come abbiamo potuto notare, ne è l’esempio, la sua storia, la sua cultura, la sua apertura alle molteplici formazioni per i ragazzi, lo rendono colonna portante del sistema scolastico. Ringraziamo per questo tour all’interno della scuola, gli alunni del Brando, i docenti, ma un ringraziamento particolare va alla disponibilità di Suor Giocondina, nonostante i numerosi impegni. Una Gran Bella Scuola. Complimenti!
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PAPA PAOLO VI ED IL CARDINALE LUIGI MAGLIONE NEL RICORDO DI CASORIA
“In questa santa casa soggiornò tra il1941 e il 1942 Mons. Giovan Battista Montini futuro PAPA PAOLO VI, all’epoca stretto collaboratore del Segretario di Stato Vaticano Card. Luigi Maglione”. Quest’epigrafe, che rinveniamo in Casoria, in via Gioacchino D’Anna, nella Chiesa del Sacramento, lega inscindibilmente Papa Paolo VI alla nostra cittadina, in particolare al Cardinale Luigi Maglione, all’epoca Segretario di Stato di Pio XII, di cui fu ospite negli anni 1941-1942 il futuro Papa, all’epoca suo stretto collaboratore, in qualità di “Sostituto per gli affari ordinari”. Il Cardinale Luigi Maglione, Casoria, e il futuro Vescovo di Roma, sono saldamente legati negli anni 1941-1942 da uno stretto legame intellettuale ed umano che ha portato ai grandi cambiamenti che hanno interessato la Chiesa e, per essa, l’Umanità tutta. Il Cardinale Luigi Maglione, casoriano autoctono, Segretario di stato di Papa Pio XII, prematuramente scomparso nel 1944, è stato il precursore di una nuova identità della Chiesa cattolica, della sua apertura ad un dialogo costruttivo non solo con la comunità laica ma anche con quella ortodossa, dialogo che è nato dalla condivisione delle loro idee sviluppatesi nella comune esperienza diplomatica ed umana, e che è stato poi costruttivamente ed ampiamente sviluppato dal futuro Vescovo di Roma, Papa Paolo VI. Paolo VI infatti, viene ricordato, tra l’altro, come il Papa del Concilio Vaticano II, il Papa delle Riforme, il Papa Progressista, il primo Papa a volare in Terrasanta e ad abbracciare il Patriarca ortodosso di Costantinopoli suggellando così uno storico riavvicinamento tra le due Chiese, quella cattolica e quella ortodossa, ricucendo lo scisma del 1054 con la Dichiarazione comune cattolico-ortodossa del 1965. E’ stato un grande Mediatore, Papa Paolo Vi, sommessamente senza clamori, ha portato avanti le proprie idee maturate nella lunga esperienza formativa iniziata dapprima presso i Gesuiti, poi rafforzatasi nelle fila della Federazione Universitaria Cattolica Italiana (FUCI), in cui apportò
papa paolo VI una profonda opera di riorganizzazione PAPA PAOLO VI che non gli risparmiò le critiche dell’ala più conservatrice della Chiesa. Illuminato per natura e perché formatosi in seno ad una famiglia di medici ed avvocati, il futuro Papa Paolo Vi nel 1937 fu nominato Sostituto della Segreteria di Stato durante il pontificato di Pio XII, è stato incessantemente fautore del Dialogo e del Confronto. A lui si deve la denuncia del profondo cambiamento che stava avvenendo nella Società, della fame nel Mondo, racchiusa nelle parole dell’Enciclica Populorum Progressio, che sono di una allarmante attualità, a distanza di cinquant’anni dalla sua pubblicazione: «I popoli della fame interpellano oggi in maniera drammatica i popoli dell’opulenza. La Chiesa trasale davanti a questo grido di angoscia.» (dall’ Enciclica Populorum Progressio, E 37, 26.03.1967) Papa del Dialogo, dicevamo, di un Dialogo costruttivo con il Mondo, dall’intervento profondamente riformatore in seno a quello religioso, al Dialogo con la Società Civile, dalla Enciclica Humanae Vitae del ’68 in cui affrontò, in maniera illuminata, progressista, in un periodo di forti scontri politico-sociali, il tema della contraccezione in cui, pur dichiarando illecito per gli sposi cattolici l’utilizzo degli anticoncezionali di natura chimica o artificiale, introdusse il concetto di Paternità Responsabile : «In rapporto alle condizioni fisiche,
economiche, psicologiche e sociali, la paternità responsabile si esercita, sia con la deliberazione ponderata e generosa di far crescere una famiglia numerosa, sia con la decisione, presa per gravi motivi e nel rispetto della legge morale, di evitare temporaneamente od anche a tempo indeterminato, una nuova nascita. Paternità responsabile comporta ancora e soprattutto un più profondo rapporto all’ordine morale chiamato oggettivo, stabilito da Dio e di cui la retta coscienza è vera interprete.» (Paolo VI, Humanae Vitae) Particolarmente significativo, poi, alle soglie della seconda guerra mondiale, il suo fondamentale apporto, nella qualità di Sostituto della Segreteria di Stato, alla stesura del radiomessaggio di Papa Pacelli (PIO XII) del 24 agosto1939 per scongiurare lo scoppio dell’ormai imminente guerra, al suo impegno- insieme al Cardinale Luigi Maglione, all’epoca principale collaboratore di Pio XII - per salvare il massimo numero possibile di ebrei dallo sterminio nazista, alla stesura del messaggio nella qualità di Pontefice sul disarmo pronunciato il 24 maggio 1978 all’ONU, alla struggente lettera che scrisse Il 21 aprile 1978 agli uomini delle «Brigate Rosse» implorando la liberazione di Aldo Moro. A Papa Paolo VI si deve, ancora, la riforma della liturgia - già fortemente voluta da Pio XII, che permise l’uso della lingua volgare nei battesimi, nei funerali e in altri eventi - che, dopo il Concilio Vaticano, nell’aprile del 1969, approvò una “nuova messa” per la prima volta in lingua locale, a differenza della Messa Tridentina, che quasi ovunque era celebrata in latino. Il Papa della Comprensione, dell’avvicinamento dell’ Uomo a Dio, in un clima di comprensione, è questo lo spirito del cambiamento fortemente voluto dal Papa Paolo VI, un Uomo, prima ancora che un Religioso, che “sentiva” profondamente le iniquità del vivere del suo tempo, e ha cercato, in maniera sommessa e riservata, fino alla sua morte, di cambiare. Questo, il punto chiave voluto dal Pontefice come obiettivo del Concilio, ovvero la maggiore comprensione della Chiesa cattolica e dei
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suoi riti, partendo dall’uso della lingua che per essere comprensibile doveva essere la più vicina possibile al popolo, decretando che questo non era un distanziarsi da Dio, ma anzi ravvicinarne il popolo all’altare. Un grande Papa, non il Pontefice dai gesti eclatanti, ma il Papa della Mediazione, colui che, con grande umanità, sensibilità e intelligenza, oltreché di ampissima cultura ed esperienza, ha saputo mediare tra Stato e Chiesa, tra Chiesa e Società e, tra Chiesa e Chiesa. Ecco, il cerchio si chiude, il punto di origine è il luogo natìo, Concesio, un piccolo comune bresciano che dà i natali ad un Grande uomo, passando per Casoria, una piccola cittadi-
na di Napoli, che sugella l’incontro e la proficua collaborazione con il Cardinale Luigi Maglione, ritorna a Milano ove nel 1954 ove viene nominato arcivescovo di Milano riuscendo a risollevare le precarie sorti della Chiesa lombarda in un momento storico difficilissimo e, dopo un ampio raggio di fatti ed eventi in cui si è snodato il suo insostituibile operato, si chiude a Roma, col suo magnifico Pontificato di Riforma. A Papa Paolo VI sono state inoltre attribuite delle guarigioni miracolose, per cui è stato proclamato di recente, il 19 ottobre 2014, Beato da Papa Francesco, nel suo ruolo Magnifico di Mediatore tra l’Uomo e Dio.
MARICA DE MARTINO
Viaggio tra i caschi bianchi casoriani
La nostra Polizia Municipale è, nonostante alti e bassi, uno dei corpi più preparati per quanto riguarda la materia urbanistica e comunale. Tra le attività in cui si prodiga e cerca di mantenere un buon servizio cittadino si annoverano: la viabilità stradale, il commercio, l’abusivismo edilizio, la polizia giudiziaria e tanto altro. Tra queste iniziative spicca una in particolare che, si può definire, “la mascotte” tra le varie attività che si svolgono e mi riferisco alla Videosorveglianza. Un’iniziativa nata nel 2018 che ha previsto l’installazione di telecamere su tutto il territorio casoriano per la sicurezza cittadina e la salvaguardia ambientale. Per tutta la città sono state collocate videocamere che permettono di controllare ed ispezionare tutti gli accadimenti ed eventi che si verificano per le strade di Casoria. Le telecamere sono state collocate in più punti nevralgici, affinché, si possa avere una visione a 360° di tutte le strade e le piazze casoriane. La videosorveglianza è affidata ad un vigile, competente in materia, che sorveglia diligentemente la postazione attraverso televisori e monitor da cui ha un’ampia visione della città 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. Il servizio ha già consentito provvedi-
menti penali per tutti coloro che hanno infranto la legge, catturati dalle immagini delle telecamere. Inoltre sono stati sgominati furti, abbandono di rifiuti in aree non predisposte, incendi appiccati sui rifiuti. Tale attività permette, non solo più controlli territoriali, ma una maggiore sicurezza stradale per consentire ai cittadini casoriani di sentirsi più sicuri per le strade della loro città. Il servizio di videosorveglianza ha l’arduo compito di poter scoprire e denunciare fatti illeciti e di poter identificare chi ha commesso il crimine. Un lavoro laborioso che serve per far diminuire la
criminalità e poter garantire a tutti, un luogo più armonioso e tranquillo. Il servizio, però, prevede ancora il completamento dell’installazione di ulteriori telecamere ed, a tale proposito, è stato istituito da parte del comune un’iniziativa denominata “adotta una telecamera”, con questa iniziativa un cittadino, un’associazione o chiunque altro ha la possibilità di poter donare una telecamera; quest’ultime verranno collegate fra loro attraverso una rete tecnologica innovativa hyperlan. Chiunque fosse interessato si può rivolgere all’organo di competenza.
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ANTONIO BOTTA
l’Arte e la Storia di Casoria al centro di vari progetti PON dell’I. C. I Ludovico da Casoria
NELL’OTTICA DELLA VALORIZZAZIONE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO Nell’ottica della promozione dei valori della cittadinanza globale, dello sviluppo sostenibile e della tutela del territorio i progetti PON dell’I. C. I Ludovico da Casoria conclusisi dal quattro al dodici Aprile scorsi. Negli ultimi due giorni, alla presenza dei genitori degli alunni partecipanti, sono state ripercorse, con l’ausilio di slide, di video, di cartelloni di sintesi e di mappe concettuali le varie fasi delle ricche esperienze di apprendimento offerte in orario extrascolastico dalla scuola diretta con alta professionalità e competenza dalla prof.ssa Maria Grazia Puzone, coadiuvata egregiamente dalla Vicaria, insegnante Fiorenza Minunno. Da quanto illustrato con efficacia dagli studenti, è emerso chiaramente che nella realizzazione dei vari progetti è stato privilegiato un approccio esplorativo, di ricerca - azione, ottimamente coniugato con un riferimento a situazioni reali, a contesti operativi concreti e definiti; ciò ha implicato un superamento dei confini disciplinari, una capacità, dunque, di connettere non solo la scuola con la vita, ma anche le varie discipline fra loro, concepite come strumenti culturali di analisi di una realtà unica e scomponibile. Pertanto, gli allievi coinvolti
sono stati stimolati a studiare alcuni problemi della vita con ottiche multidisciplinari e interdisciplinari, con il fine di sviluppare competenze necessarie per affrontare la realtà sempre più complessa con autonomia, senso critico, responsabilità e maggiore consapevolezza. I percorsi dei 6 moduli del progetto dal titolo “Passeggiando per Casoria tra Arte e Storia”(“ Il barocco a Casoria”, “Il neoclassico a Casoria”,”Turisti per Casoria – punti di accoglienza, “Turisti per Casoria – punti di interesse, “Da Casa Aurea a Casoria” e “From Casa Aurea to Casoria”)sono stati volti al potenziamento dell’educazione al patrimonio culturale, artistico e paesaggistico . Questo perché i cittadini di domani devono essere sensibilizzati a riconoscere e amare le qualità delle peculiari tradizioni storiche, culturali e artistico – religiose del territorio in cui si è nati e si vive. Tali moduli, dunque,
hanno contribuito a colmare un vuoto educativo, che ha provocato e continua a provocare incultura generalizzata, indifferenza e noncuranza nei confronti del Bene comune. Casoria, perciò, è stata colta dai ragazzi non solo nelle sue “ombre”, ma anche e soprattutto nelle sue “luci”, così da suscitare in loro l’amore e l’interesse per la propria Città, non più “terra di nessuno”, dunque, ma realtà urbana che appartiene a tutti e a ciascuno, da curare, custodire e valorizzare. Anche i percorsi dei tre moduli, finalizzati al potenziamento delle competenze di cittadinanza globale ( “Dal seme al seme”, “Ecobus: piccoli passi verso una scuola green” “Mondo pulito futuro infinito”), sono stati orientati ad esaltare la cultura civile, la democratica convivenza, il rispetto della “cosa pubblica” al fine di cambiare rotta rispetto ad un processo di distruzione dell’ambiente. In particolare, il progetto sperimentale dell’ Ecobus,
com’è stato posto in rilievo dalle insegnanti referenti, ha perseguito l’obiettivo di migliorare la qualità dell’aria, grazie ad un approccio più sostenibile alla mobilità, scegliendo un mezzo di trasporto più green. I bambini attraverso l’uscita hanno fatto esperienza concreta del percorso casa-scuola. Ci auguriamo che possa diventare realtà nel nostro territorio, perché muoversi e’un bisogno vitale per i bambini e per tutti noi. Altri 9 moduli del progetto “Avanti tutti, indietro nessuno” (“Di a da… chi lo sa? I e II”, “Advanced Maths”, “Scopriamo insieme”, “Exploriamo”, “Open Mundi”, Narr@zione digitale” I, Narr@zione digitale II, “Il villaggio prende forma”), “hanno impegnato gli alunni e le alunne”, ha spiegato la Dirigente, “in 270 ore di attività di Lingua madre, Matematica e Scienze, attraverso percorsi altamente innovativi e coinvolgenti mirati a potenziare le competenze di base e a migliorare la relazione, la partecipazione ed i risultati apprenditivi”. Fruttuoso l’apporto collaborativo degli Enti e delle Associazioni del territorio nella realizzazione dei vari progetti PON, tra cui il corpo della Polizia Municipale.
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RITA GIAQUINTO
La Run for Love p-AC sul podio della solidarietà Ancora un’altra domenica di grandi successi per la Run for Love project Anna Cerbone che domenica 7 aprile ha partecipato, con una folta rosa di atleti, alla seconda edizione della Race for Life di Capua che, anche quest’anno, ha raccolto fondi da destinare alla “Breast Unit” dell’Ospedale Antonio Cardarelli di Napoli per sostenere la ricerca che mira alle cure e alle terapie del tumore al seno. Per la seconda volta egregiamente organizzata da Roberto Todisco ed Immacolata Ingicco che ha vissuto su se stessa, in prima persona, l’angosciante esperienza di un tumore al seno che, fortunatamente, è riuscita a sconfiggere, la Race for Life di Capua è una gara podistica competitiva di 10 chilometri, una non competitiva di 4 chilometri ed una passeggiata di due chilometri per i meno temerari che, però, vogliono comunque sentirsi parte di un grande gesto d’amore e di solidarietà per la prevenzione e la cura. E la Run for Love p-AC di Afragola non poteva non essere presente non solo con tantissimi dei suoi atleti, ma anche con tutto il desiderio di prendere parte ad una iniziativa che sposa fedelmente il progetto per cui è nata l’associazione: donare il proprio con-
tributo, nello spirito goliardico e sportivo della corsa, e nella condivisione di amorevolezza per il prossimo, affinché sogni apparentemente impossibili, possano diventare realtà. E correndo animati da questo immenso spirito di condivisione, la Run for love è salita, vincente, al primo posto sul podio della solidarietà : prima società classificata che ha, insieme a tutte le altre società partecipanti, contribuito al superamento della cifra inizialmente prospettata di diecimila euro che sono stati devoluti all’ospedale Cardarelli. Il grande clima di entusiasmo è stato alimentato dall’ottimo posizionamento di una delle migliori atlete della RfL, Michela Auletta, che non finisce mai di stupire i suoi compagni di squadra, classificandosi nona donna assoluta e seconda nella sua categoria. E, a proposito della tenacia e della determinazione di cui soltanto le donne sono capaci,
con piacere menzioniamo l’esordio nella dieci chilometri di una neo-associata della Run for Love, Marcella Amiranda che con particolare emozione ha tagliato il suo primo traguardo in una gara competitiva. Infine, non possiamo non ricordare che in questa particolare domenica, tutti gli atleti della Run for Love si sono stretti in un caloroso abbraccio al compagno di squadra Giovanni Allegretto che ha corso quattro chilometri, insieme a tutti gli altri, in ricordo del suo piccolo figlio Pasquale che, dopo una dura battaglia, esattamente un anno fa, Dio ha prematuramente richiamato a sé. Guerriero sulla terra, angelo in paradiso : a lui, ed alla straordinaria forza del suo papà e della sua mamma, la Run for Love ed il Presidente Gaetano Brilla hanno dedicato questa straordinaria giornata d’amore. Una sofferenza ed un dolore a cui, a distanza di un anno, nessuno riesce a dare né un nome, né una spiegazione, ma che i genitori di Pasquale, con una forza esemplare, quasi impossibile da spiegare, sono riusciti a trasformare in una corsa di amore, in un abbraccio a chi soffre, in un armonioso sorriso che ci fa sentire Pasquale l’angelo più bello del paradiso.
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BIOLOGIA DELLA NUTRIZIONE
a cura della Dott.ssa Flavia Altieri, Biologo Nutrizionista
Eccessi Pasquali? I consigli della Nutrizionista
Se a Pasqua hai esagerato tra uova di cioccolato, pastiere, agnelli e lasagne dimenticandoti completamente della dieta, della palestra e del sudore, hai del tempo per rimetterti in carreggiata e per ricominciare a galoppare in vista dell’estate. Si dice che per colpa della Pasqua ogni italiano prenda ogni anno 1-4 kg e che questo sia il periodo migliore per smaltire l’eccesso accumulato prima dell’arrivo del caldo e delle belle serate che inducono a stare fuori per più tempo bevendo e mangiando. Per questo è necessario fare piazza pulita dei cibi deleteri per il nostro corpo e iniziare un’alimentazione piena di prodotti di stagione come fave, piselli, carciofi,
insalate, cavolfiori, broccoli, asparagi, finocchi e fragole. Abbondare nei giorni post pasquali in verdura e frutta non molto zuccherina, non deve mancare a tavola un filo di olio extravergine di oliva che possiede effetti benefici a vari livelli e che può essere unito a spezie, aromi, aceto e succo di limone il quale, grazie alle sue proprietà astringenti e purificanti, depura l’organismo e la pelle dopo i bagordi cioccolatosi dei giorni passati. Attenzione al quantitativo di
sale e a privilegiare la carne bianca, limitando al massimo il consumo di carne rossa, zucchero, merendine, alcol e alimenti che contengono zuccheri semplici o complessi. Inoltre è consigliato fare attività fisica ma bastano anche delle lunghe passeggiate per mettere in moto il metabolismo e perdere i chili accumulati a Pasqua. I primi giorni di “dieta” sono quelli in cui c’è maggior dimagrimento a causa della perdita dei liquidi che ristagnano nel nostro corpo un’alimentazione drastica. Si consiglia comunque di essere seguiti da uno specialista, per evitare diete fai da te che possono essere deleterie per il nostro organismo.
TERESA D’ANGELO
Fiorellino e Ricciardi, spopolano il web con “Malatia” Da poco in uscita, il nuovo singolo di Gianni Fiorellino e Franco Ricciardi, amatissimi cantautori partenopei, scrittori di questa splendida canzone dal nome “Malatia”, dal genere pop, ma di puro sentimento.Una canzone che racconta tanto, che arde, un amore che brucia nell’anima, una storia peccaminosa, ma che gela il sangue come una “Malatia”, ma che sta lì e non se ne va. Queste sono le canzoni tratte da storie amorose vere, dove il pubblico si rispecchia è per questo ama ancor di più. Gianni Fiorellino, napoletano Doc, cantautore italiano, inizia la sua vita nella musica a soli 7 anni, con gli studi di pianoforte, dove poi si diploma in seguito, ed inizia ad esibirsi in locali e teatri napoletani con tanto successo.Dal 1997 inizia la sua carriera da cantante grazie alla Clacson Records, dove scrive e produce due album. Nel 1999 vince il Festival di Napoli con il paroliere Antonio Casaburi con la canzone Girasole e riceve anche il premio Renato Carosone. Nel 2002 partecipa al festival di Sanremo, nella sezione giovani con la canzone Ricomincerei, arrivando quarto in classifica. Nel 2003 partecipa di nuovo al Festival di Sanremo, con la
canzone bastava un niente arrivando quinto in classifica.Nel 2004 partecipa al reality Music Farm su Rai due. Nel 2005 esce l’album Passion con dieci nuovi brani. Nel 2006 recita nel musical Masaniello interpretando il protagonista. Nel 2008 esce il disco intitolato XLMC Per la mia città. Nel 2012 esce l’album 30 come i suoi anni. Nel 2014 esce un nuovo album ricco di inediti quasi tutto in napoletano dal titolo Sangue Napoletano. Nel gennaio 2017 prende parte alla sceneggiata Zappatore, un progetto di Nino D’Angelo in ricordo al grande Mario Merola, vedendosi molto impegnato anche col figlio Francesco Merola con la regia di Bruno Garofalo. Il 3 ottobre 2017 pubblica il suo nuovo album quasi in lingua napoletana, intitolato Overo se pó ffá, distribuito dalla Zeus Record. Gianni un vero artista di talento, che non è mai stato fermo ed ha fatto assaporare la sua musica un po’ ovunque. È adesso l’ultimo successo con “Malatia “dove ringrazia tantissimo Franco Ricciardi, che ha saputo rendere magica questa canzone con la sua voce e la sua anima. Prodotto e distribuito dalla Mea Sound, di Fiorellino, D’Agostino, Ricciardi. Non vi resta che ascoltare questa splendida melodia.
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PROPAGANDA ELETTORALE
INTERVISTA A Eduardo Piccirilli
Oggi incontriamo Eduardo Piccirilli, candidato alle prossime elezioni europee del 26 maggio nella lista PD+Siamo Europei, per la circoscrizione meridionale IV, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria. Dottore Commercialista e Revisore dei conti, Professore di Diritto Tributario dell’Università Parthenope di Napoli, autore di numerose pubblicazioni scientifiche. Professore perché questa candidatura, e perché la lista PD+Siamo Europei? Non si può più rinviare l’esigenza di avere un’Europa più unita, forte, rivolta ed attenta alle necessità delle persone. Per questo, anche se non amo gli slogan ma che ritengo talvolta necessari per far giungere un’idea, nel mio, dico: “… per un’Europa delle persone”. Sono più che attuali problemi globali, l’ambiente, il commercio internazionale, l’immigrazione, il terrorismo internazionale, solo per citarne alcuni, che riguardano il benessere di tutti e che richiedono risposte che il singolo Stato, se lasciato solo, evidentemente non può dare. Veda, si ritiene spesso che l’Europa e la sua legislazione sovranazionale siano lontane dalla nostra vita, dalle necessità e dall’aspirazione a star meglio. Niente di più sbagliato, ma occorre che gli Stati si dotino di una “cornice” comune, che si trasformino prima di tutto in un’unione sociale e non più solo dei banchieri speculatori, ed è per questo che propongo un tributo europeo che colpisca tali speculatori la Tobin tax, adottando strumenti condivisi, indirizzati al concreto miglioramento delle condizioni dei cittadini, in particolare dei più deboli, ad esempio istituendo un’assicurazione contro la disoccupazione, o gestendo l’assegnazione dei fondi ispirandosi al principio
di solidarietà in soccorso delle aree meno sviluppate, o per una immigrazione condivisa tra tutti gli Stati membri e non solo tra quelli di approdo, solo per citarne alcuni. Queste idee sono alla base del programma della lista PD+Siamo europei. Ha parlato di solidarietà verso le aree meno sviluppate, e ci viene in mente il nostro Sud. Ritiene che questa Unione possa invertire la rotta, e trasformarsi da una sostanziale unione di banchieri ad uno strumento per il benessere dei popoli, in particolare di quelli più disagiati? Quando, nel 1861, l’Italia si è unita, si è accollata tutti i debiti degli Stati preesistenti, con un gesto di solidarietà politica di elevatissimo valore sociale, umano e politico. La Bce con il quantitative easing, attraverso l’acquisto continuativo di titoli di Stato, e con la concessione di credito ad interessi bassissimi, ha riproposto, se pur in forma nuova ed a livello sovranazionale, quel meccanismo di solidarietà sperimentato all’origine dagli Stati nazionali. Dunque, non è vero che l’UE sia solo una fredda e lontana Istituzione, cinica e sorda ai bisogni dei popoli, come purtroppo erroneamente troppo spesso viene percepita, occorre – tuttavia – che questi meccanismi di perequazione e soccorso ai popoli non siano lasciati alla lungimiranza di pochi uomini illuminati, ma vengano definitivamente codificati, previsti e periodicamente programmati, se necessario, magari intervenendo sulle banche nazionali, che troppo spesso finiscono con l’essere il maggiore beneficiario di queste azioni. E per questo il Parlamento UE può fare la sua parte. Se sarà eletto, quale sarà il Suo primo obiettivo? L’UE deve introdurre un tributo che colpisca la speculazio-
ne finanziaria, la “Tobin tax”. Con questa tassa si ottengono due risultati: da un lato, si combatte quella parte di operatori di Borsa che agiscono realizzando delle speculazioni finanziarie spregiudicate, dall’altro si finanzia il bilancio comunitario, liberando gli Stati dal pagamento del contributo, che per l’Italia vale 12 miliardi di euro l’anno. E tutto questo, senza toccare di un centesimo i risparmi dei cittadini. Inoltre penso alle eccellenze italiane, l’agricoltura, l’artigianato, la meccanica, ed ancora la ricerca, la formazione la sport, solo per citarne alcuni. L’Italia deve essere valorizzata, ed i Fondi strutturali non possono sempre tornare alla fonte. Che cosa ne pensa di Di Maio e Salvini? Il M5S, alle ultime elezioni politiche, ha canalizzato i consensi di chi era stanco della politica dei ladroni, prospettando una nuova classe dirigente onesta, ma a totale discapito di una pur minima competenza. Salvini è un abile cantastorie, il suo “story-telling” è costruito con grande maestria, cavalcando le emozioni più viscerali, o se vuole, le paure della popolazione, e questo gli riesce necessariamente utilizzando una serie continua di menzogne. E’ talmente bravo a dir frottole, che lui – che per anni ha cantato “Vesuvio lavali col fuoco” – è riuscito a farsi eleggere a
Rosarno (Calabria). Occorre che gli elettori abbiano la consapevolezza e lo spirito critico di chiedersi sempre: ma è vero ciò che quel politico sta dicendo? E’ diventato indifferibile demistificare le “pinocchiate” che ogni giorno l’attuale Governo ci propone. Come vuole salutarci? Oggi in Europa è assolutamente necessaria onestà e competenza, occorrono persone altamente qualificate che credono nell’unità dei popoli. Queste elezioni rappresentano un momento decisivo, se vincessero gli antieuropeisti si tornerebbe indietro e sarebbe una catastrofe. Unità dei popoli. Le persone al centro dell’Europa.E’ necessaria onestà e competenza, occorre che in Europa ci siano persone altamente qualificate e che credono nell’unità dei popoli. Queste elezioni rappresentano un momento decisivo, se dovessero vincere gli antieuropeisti, tornare indietro sarebbe una catastrofe. Unità dei popoli. Le persone al centro dell’Europa. E’ necessaria onestà e competenza, occorre che in Europa ci siano persone altamente qualificate e che credono nell’unità dei popoli. Queste elezioni rappresentano un momento decisivo, se dovessero vincere gli antieuropeisti, tornare indietro sarebbe una catastrofe. Unità dei popoli. Le persone al centro dell’Europa
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LA CENTRALITA’ DEL PEDIATRA NELLA DIAGNOSI E NELLA GESTIONE DELLE MALATTIE PEDIATRICHE RARE
All’8° PediaCampus della Società Italiana Medici Pediatri (SIMPE), si affronta per la prima volta il rapporto tra pediatri di famiglia e gestione delle malattie rare: diagnosi tardive per un bimbo su due. Nove genitori su dieci chiedono più ruolo al pediatra di famiglia. Sorrento, 14 aprile 2019–La centralità del pediatra nella diagnosi e nella gestione delle malattie pediatriche rare è stata al centro dell’ottava edizione di PediaCampus della Società Italiana Medici Pediatri (SIMPE) a Sorrento. Il Campus è un’occasione di alta formazione per i pediatri di famiglia che così possono diventare un vero punto di riferimento dei genitori che insistono perché sia il pediatra a coordinare la “presa in carico” del piccolo paziente in queste circostanze. Un’indagine promossa dall’Osservatorio Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza PAIDOSS condotta da Datanalysis su 300 genitori di piccoli malati, presentata in occasione di Pe-
diaCampus, dimostra che la maggioranza vuole il pediatra in prima linea fin dal momento della diagnosi, grazie a un uso più ampio di mezzi diagnostici e screening per le patologie rare, e protagonista anche nella gestione e nel coordinamento degli interventi terapeutici. Tuttora però il 25% de-
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gli specialisti dei centri di riferimento che hanno in carico i piccoli malati non coinvolge il pediatra nelle scelte; così un genitore su cinque, oltre a desiderare un maggior sostegno economico e una maggior facilità di accesso alle terapie e agli ausili, vorrebbe più integrazione fra pediatra e medici specialisti: “La Distrofia di Duchenne, una malattia genetica rara che colpisce un bimbo ogni 5000 nuovi nati maschi (le femmine sono portatrici o manifestano la patologia in grado molto lieve) rappresenta un banco di prova per certi versi ideale per il Pediatra di Famiglia che voglia misurarsi con il tema delle malattie rare – spiega Giuseppe Mele, presidente SIMPE. Questa malattia indebolisce progressivamente tutti i muscoli e rende impossibile camminare già intorno ai 10 - 12 anni. Se i bambini fossero diagnosticati entro i 2 anni, potrebbero ottenere i migliori benefici derivanti da una precoce ed adeguata presa in carico. Invece la diaORARIO DI APERTURA
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DOMENICA 21 APRILE 2019 gnosi arriva in media a 3,5 anni, ma il valore medio è ingannevole poiché per il 42% dei bambini la diagnosi arriva intorno ai 5 anni (e a volte anche a 7, 8 anni) quando le condizioni dei muscoli sono già molto peggiorate e rallentare il decorso della patologia è più difficile: “PediaCampus è un momento di alta formazione che viene incontro alle esigenze delle famiglie: aumentare la sensibilità e l’informazione dei pediatri sulle malattie rare è fondamentale perché sappiano gestire al meglio i loro pazienti – riprende Mele –Nel caso della malattia di Duchenne, per esempio, la diagnosi precoce è fondamentale perché questo tempismo potrebbe consentire ai pazienti di vivere una vita più lunga e di maggior qualità: infatti fino ai 5 anni
19 i muscoli sono più preservati, dopo inizia un declino molto rapido ed è quindi indispensabile intercettare la patologia prima di un deterioramento muscolare consistente”. I dieci segni della distrofia di Duchenne. Se il bambino presenta uno o più di questi sintomi, è opportuno discuterne con il pediatra e con uno specialista per una valutazione approfondita. Prima di 18 mesi: 1) Il bimbo ha difficoltà a stare seduto da solo o a gattonare. 2) Il bimbo non riesce a stare in piedi o a camminare prima dei 18 mesi. 3) C’è un ritardo del linguaggio e intorno a un anno e mezzo il piccolo non ha ancora detto la prima parola. Anche
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le frasi complete stentano ad arrivare. A 3 anni 4) Ci sono tipiche difficoltà nell’andatura, che è spesso ondeggiante. 5) Il bimbo tende a camminare sulle punte o coi piedi molto piatti. 6) Dopo i tre anni spesso ancora cade ed è goffo nei movimenti. 7) Ha difficoltà ad arrampicarsi. 8) Ha difficoltà a correre. A 5 anni 9) Non riesce a stare dietro ai compagni mentre giocano e i muscoli sono deboli. 10) C’è il segno di Gowers: nel tentativo di alzarsi dalla posizione supina, i pazienti caratteristicamente usano le braccia per ‘arrampicarsi’ sul corpo poggiandole sulle ginocchia per compensare la debolezza dei muscoli delle gambe.
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ANGELA SILVESTRE
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Giovani, Cultura e Spiritualità: la Pastorale Universitaria di Napoli Durante la XV Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che si è tenuta in Vaticano dal 3 al 28 ottobre 2018, sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale” è stata rappresentata la realtà giovanile a livello mondiale, evidenziandone le difficoltà, le aspettative, le problematiche. In un periodo storico attraversato da continui mutamenti, da incertezza, dalle disparità sociali e da una sfiducia generalizzata verso le istituzioni, la Chiesa ha deciso di puntare sui giovani, di analizzare le loro scelte, i lori percorsi di vita, per progettare come essere loro vicina e come aiutarli a ricercare il senso del proprio agire. Il Documento si è concentrato su diverse fonti, ma la più notevole è certamente il questionario propedeutico alla parte preparatoria del percorso sinodale e al quale hanno risposto oltre 100.000 giovani da tutto il mondo. Cosa vogliono i giovani dalla Chiesa? Cosa cercano in essa? La Chiesa è una realtà aperta ai giovani, alle loro idee, ai loro desideri? Affiora l’istanza di una «Chiesa autentica», che si riconosca per «esemplarità, competenza, corresponsabilità e solidità culturale», una Chiesa che sappia condividere le gioie e le tristezze della gioventù, che si faccia prossima «alla loro situazione di vita alla luce del Vangelo piuttosto che fare prediche», una Chiesa che sia realmente «trasparente, accogliente, onesta, attraente, comunicativa, accessibile, gioiosa e interagente». In poche parole: una Chiesa «meno istituzionale e più relazionale, capace di accogliere senza giudicare anticipatamente, amica e prossima, accogliente e misericordiosa». Alla luce di tale premessa, chiedo a Don Antonio Colamarino, coordinatore della Pastorale Universitaria di Napoli, le sue riflessioni, in merito al rapporto dei giovani con la fede, la cultura e l’odierna società. Come risponde e cosa propone la Pastorale Universitaria su quanto emerso dal sinodo dei Vescovi, sui giovani?
La Chiesa di Napoli, grazie alla sensibilità e alla lungimiranza dell’Arcivescovo Sepe, a partire dal Giubileo per Napoli, tenutosi nel 2011, ha scelto di accompagnare i giovani nei loro percorsi di crescita assumendo così lo stile dell’icona biblica dei discepoli Emmaus propria del documento finale del Sinodo. Nello specifico ha dato la possibilità a 30 giovani di beneficiare di borse di studio che hanno permesso loro di conseguire una laurea magistrale, acquistare i libri e gli strumenti tecnologici necessari allo studio. Accanto a questa importante iniziativa l’equipe della Pastorale Universitaria organizza ogni estate una esperienza sulle Dolomiti per godere della bellezza della natura e vivere dei momenti di formazione. Ritiene che oggi, possa bastare semplicemente l’entusiasmo per realizzare una buona Pastorale Universitaria? L’entusiasmo è fondamentale per poter interagire con la fascia dei giovani che vivono il tempo dell’Università ma non basta da solo. È necessario un lavoro organizzato, lungimirante capace di far gustare la bellezza e la freschezza della vita cristiana come proposta di compimento della propria esistenza. Nel 2008 il Cardinale Sepe (nel piano pastorale) rilevava che: “bisogna passare da una pastorale per i giovani, attualmente frammentaria e spesso
autoreferenziale, ad una più condivisa e partecipata”. Secondo lei , oggi , è avvenuto questo salto di qualità? In risposta all’invito fatto dal Cardinale è stata costituita una equipe composta dai rappresentanti degli uffici di Curia che si relazionano con i giovani. Ad oggi non si è riusciti ad effettuare in modo pieno il salto di qualità indicato dall’Arcivescovo perché bisognerebbe intessere relazioni più significative anche con le agenzie educative non clericali, vero è che ci sono dei momenti in cui riusciamo a condividere il lavoro che ciascuno fa a servizio dei giovani. La pastorale universitaria ha come interlocutore il mondo della cultura. Come dialoga, oggi la Chiesa di Napoli con la realtà culturale partenopea e con i giovani molto spesso agnostici e indifferenti ai temi della fede? Dialoga coinvolgendo i docenti più sensibili e con alcune visite guidate a tema. Un esempio è l’Onlus Pietre vive che aiuta a valorizzare le opere d’arti presenti nelle chiese. Quali sono i linguaggi e gli strumenti che utilizza la Pastorale Universitaria per comunicare con i giovani? Abbiamo una Pagina Facebook e cerchiamo di utilizzare un linguaggio vicino ai giovani. Quale messaggio vorrebbe lasciare ai giovani attraverso questa intervista? La vita è la cosa più bella che possa accaderci, non fuggiamo da essa ma impariamo ad amarla per poter raggiungere la nostra massima realizzazione, ed, il Vangelo ne è uno strumento adatto. Qui finisce la mia intervista, ringrazio Padre Antonio Colamarino, per la sua disponibilità, infatti nonostante i numerosi impegni, fra cui una parrocchia da curare e amministrare è riuscito a trovare anche del tempo, per soddisfare la mia richiesta. Io che appartengo alla sua parrocchia sono testimone della costante presenza e attenzione che ha per ognuno di noi, nella condivisione quotidiana di gioie e dolori che segnano il cammino della vita.
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COMUNICATO STAMPA
EVENTO DI MOBILITA SOSTENIBILE A CASORIA STRETTA COLLABORAZIONE FRA IL COMANDO DELLA POLIZIA LOCALE E LA SCUOLA
Proseguono, grazie alla collaborazione di scuole e Polizia Locale, le iniziative nell’ambito della mobilità urbana, finalizzate alla riduzione delle emissioni di gas inquinanti prodotti anche dai veicoli privati circolanti per l’accompagnamento degli scolari. Difatti, su richiesta della dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo “Casoria 1° Ludovico da Casoria Centrale” Prof. ssa Maria Grazia Puzone e nell’ambito del progetto PON/FSE G-Local School, Modulo “piccoli passi verso una scuola green”, il comando della Polizia Locale di Casoria ha messo a disposizione le proprie professionalità per l’approfondimento delle tematiche relative alla mobilità urbana. Durante i mesi di Marzo ed Aprile, si sono tenuti degli incontri formativi ed operativi che hanno visto la partecipazione del M.llo Capo Raffaele Sorrentino presso l’istituto comprensivo ex Primo circolo San Mauro in via San Mauro finalizzati a sensibilizzare le nuove generazioni sulla necessità di ridurre le emissioni di C02 e di polveri sottili, grazie ad un approccio più sostenibile della mobilità urbana al fine di limitare il traffico veicolare costituito dai veicoli degli accompagnatori durante l’ingresso e l’uscita dalla scuola. Grazie ai Fondi Strutturali Europei – Programma Operativo Nazionale “Per la scuola, competenze e ambienti per l’apprendimento” 20142020 “Potenziamento delle competenze di cittadinanza globale” del Fondo Sociale Europeo (FSE), è stato dato inizio ad un percorso formativo finalizzato al miglioramento delle competenze chiave degli allievi della scuola primaria e secondaria in azioni volte allo sviluppo delle competenze trasversali sia per gli alunni che per l’intera comunità di genitori e familiari interessati. Tale iniziativa si colloca in un più ampio rapporto di collaborazione istituzionale tra scuole e Polizia Locale che vedranno ulteriori interventi nei prossimi mesi.
Salvo accordi scritti, la collaborazione con questo settimanale è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. In nessun caso si garantisce la restituzione dei materiali inviati. Del contenuto degli articoli e degli annunci pubblicitari sono legalmente responsabili i singoli autori. E’ vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari.
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