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DOMENICA 16 GIUGNO 2019

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Settimanale di Informazione

Distribuzione gratuita - E-mail: casoriadue@libero. it

ANNO XIX - N° 23 - DOMENICA 16 GIUGNO 2019

Avv. Raffaele Bene SINDACO DELLA CITTA’ DI CASORIA

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COMPOSIZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE MAGGIORANZA

OPPOSIZIONE

CAPANO ANDREA - TALLETTI ROSALBA MARRO LUISA - TIGNOLA PASQUALE AMBROSIO PAOLA - MILETO MASSIMO RUSSO FRANCESCO GRAZIUSO ALESSANDRO CASSETTINO STELLA ROSARIA BARRA GIUSEPPE ESPOSITO FRANCESCO

PUGLIESE MARIA LAURA CASORIA

RAFFAELE BENE SINDACO

TROJANO GENNARO

FICO GENNARO

COLURCIO MARCO ANGELA RUSSO

INS IE

M

PIZZA AMALIA

E

D’ANNA GIUSEPPE

Elena Vignati Baratto Mauro Palumbo Gaetano

RAMAGLIA VINCENZO

Pasquale Fuccio Esposito Orsino

ASORIA RC PE


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4 IMMA CASTRONUOVO

NAPOLI, CASORIA, UNIVERSIADI 2019: INIZIANO I GIOCHI!

Il prossimo 2 luglio, lo Stadio San Mauro, fresco di restyling in vista delle Universiadi, darà l’ìncipit alle qualificazioni di calcio. Un grande evento per la nostra città, e per Napoli in particolare, designata come città ospitante per la Trentesima Edizione di questa importante Manifestazione Internazionale. Un evento che non ha precedenti, cui partecipano atleti universitari prove-

nienti da ogni parte del mondo, un vero e proprio Festival Internazionale dello Sport e della Cultura, che contempla ben 18 discipline e 41 Paesi partecipanti; qui di seguito, il calendario degli eventi.La designazione di Napoli quale sede della XXX Universiade che si svolgerà dal 3 al 14 luglio 2019, rappresenta davvero una straordinaria opportunità di rilancio, per la Nostra città, patrimonio artistico - culturale troppo spesso dimenticato e bistrattato da quanti non hanno saputo dare il giusto valore alle nostre ataviche ricchezze. Nel momento in cui si è deciso di puntare su Napoli quale città candidata per una sì grossa Manifestazione Internazio-

nale, grazie ad una serie di circostanze e di eventi che hanno fatto quadrato intorno a questo intento (non ultime, le rinunce ob torto collo di Brasilia per ragioni finanziarie e prima ancora Budapest, per gli elevati costi di organizzazione, ndr ), Napoli e il suo comune limitrofo Casoria, ospiteranno, con i loro stadi, eventi di questa importantissima 30° Edizione delle Universiadi; il 2 Luglio, allo Stadio San Mauro di Casoria ci saranno le qualificazioni di calcio, mentre il 3 luglio allo Stadio San Paolo di Napoli ci sarà la prestigiosa Manifestazione di apertura dei giochi, che ha già battuto i record d’incasso per la vendita dei biglietti. continua a pag. 4


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A Casoria, sono tre gli impianti sportivi interessati per l’Evento: oltre lo Stadio San Mauro, il Palacasoria e la Piscina comunale Alba Oriens. I lavori che hanno interessato questi tre impianti sono cominciati nel mese di febbraio di quest’anno, e sono proseguiti senza sosta, fino alla consegna ufficiale delle strutture, il 3 giugno scorso, all’Agenzia Regionale Universiadi; per lo stadio San Mauro, che naturalmente ospiterà le gare di calcio, sono state eseguite opere di ristrutturazione degli spogliatoi, il potenziamento delle torri faro, per consentire le riprese televisive in alta definizione, il rifacimento del manto erboso, ed infine l’adeguamento delle tribune esistenti, ma mai utilizzate. La Piscina Comunale, che ospiterà le gare di pallanuoto, ha affrontato lavori di adeguamento degli impianti e degli ambienti di servizio. Il Palazzetto dello Sport, infine, che

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ospiterà le gare di Taekwondo, è stato oggetto di intervento sia impiantistico che di adeguamento e riqualificazione sia interno che esterno. Insomma, davvero una grossa soddisfazione per Casoria e per Napoli, final-

mente oggetto di attenzione internazionale. Cerchiamo di non sprecare questa importante occasione che il Destino ci offre e che vinca Lo Sport, la Cultura, la Buona Educazione e l’Amore per la propria Città!


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Rossella Verze

FARIDA: IL DRAMMA DEI MIGRANTI L’ultima creatura di Giulia Campece, “FARIDA”, è stato presentato il 6 giugno nel teatro della chiesa “San Paolo” a Casoria. Il romanzo trae il titolo dal nome della quindicenne Farida, “perla rara”, che, assieme al fratellino Selim, compie uno dei tanti viaggi della speranza, invogliata al difficile passo dal papà, medico serio e competente, che si propone di salvare la vita ai propri figli, allontanandoli dalla Siria. Durante questo percorso lungo e complicato i due ragazzi vivono esperienze inimmaginabili che solo la lettura del libro è in grado di chiarire. Un momento, dunque, di alto spessore culturale, coordinato in tutti i passaggi con eleganza, competenza e un pizzico di ironia da Cristian Sanna . Relatori ufficiali sono stati: prof.ssa Armida Filippelli, prof.ssa Vittoria Caso, Nando Troise, direttore di Casoria2, i quali hanno fornito ciascuno una lettura personale e originale del testo. “Un romanzo che avvince l’attenzione del lettore attraverso momenti drammatici, in cui a vicende di carattere avventuroso, se ne intrecciano altre di varia umanità; - ha affermato la prof.ssa Armida Filippelli - una storia che focalizza l’attenzione sul fenomeno attuale e coinvolgente dei migranti, che genera solidarietà, rispetto, forza; un amore tenero e delicato fra adolescenti che emoziona il lettore”. Autrice della prefazione, la preside Armida Filippelli ha, con sensibilità e partecipazione, messo in luce anche tanti altri aspetti della storia narrata, condividendo la speranza e la fiducia nei valori che potranno contribuire alla soluzione di un problema nevralgico, quello dei migranti, evitando la crescente disumanizzazione nell’affrontarlo.

“Con la sua penna sagace, Giulia, questa volta, restituisce dignità ai migranti, li caratterizza, dà loro un volto, un’anima, un passato, un futuro” – ha aggiunto la prof.ssa Vittoria Caso, non mancando di delineare sia le caratteristiche formali del romanzo, sia il filo conduttore del contenuto, ricco di descrizioni suggestive e intense che evocano un carosello di sensazioni sopite e profonde emozioni. “Non solo una tenera storia d’amore, ma soprattutto l’attualità ha ispirato questo romanzo di Giulia Campece, avvincente, interessante, scritto con maestria - ha a sua volta affermato Nando Troise, che da buon giornalista, ha evidenziato “la vera protagonista è la guerra siriana con le sue implicazioni: i bombardamenti, i rapimenti da parte dell’ISIS, l’esodo di una popolazione che, scappando da un inferno, ne trova un altro peggiore, nelle soste, nella mortale traversata e nei Centri di Accoglienza.” Infatti, “una vera e propria tragedia è al centro di questo romanzo, una fuga forzata da terre bombardate,

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un’attualità triste e amara; - ha confermato l’autrice - la storia d’amore tra Farida e Jamal è il pretesto per raccontarla e per addolcirne la durezza”. Un’opera, dunque, che amplia l’orizzonte narrativo della Campece, la quale fornisce ulteriore prova della sua abilità di scrittrice e di acuta osservatrice dell’animo umano. Ogni ambientazione, infatti, sottende lo studio accurato del dato storico così come ogni personaggio del romanzo è delineato nei suoi aspetti interiori ed esteriori, con attenzione ai dettagli. Le descrizioni paesaggistiche addolciscono con la loro intrinseca liricità le asprezze del dramma umano ed epocale, di cui le letture ad opera dei bravissimi Imma Torri, Carlo Verre, Anita Russo hanno dato un saggio. Un libro, dunque, da leggere tutto d’un fiato, ma anche osservazioni e considerazioni che inducono a riflettere, a studiare, a comprendere i come e i perché delle migrazioni. Gli intermezzi canori del bravissimo tenore Francesco Iorio junior hanno stemperato l’intensa atmosfera che ha connotato la presentazione del romanzo. L’autrice ha in conclusione ringraziato tutti di cuore: la presenza imponente, le relazioni esaustive; le letture e le vibrazioni canore; il parroco Giuseppe De Vincentiis; gli operatori tecnici, fotografo Enzo D’Ambrosio, video operatrice Liliana Fiocca e Martina, tecnico per luci, suono; i cineoperatori. I libri, editi dalla casa editrice Gallina, presente attraverso la persona di Giuseppe, che ha portato il suo gradito saluto, sono andati a ruba. Quale altra sorpresa ci riserva Giulia, sappiamo che sta scrivendo un’altra opera, infatti. Di cosa si tratterà?


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ILARIA RICCARDi “Fashion Art” è un negozio d’abbigliamento maschile apertosi in via Mauro Calvanese a Dicembre . Il marchio di per sé già richiama la passione per questo tipo di lavoro, che esprime attraverso il tessuto, i colori ed i modelli l’arte del suo creatore, in cui si riscontra il gusto del consumatore. È di fatti il gestore dell’attività Luigi Morfè (41 anni) ad esserne l’artefice. “Sono 25 anni che lavoro in questo settore, di cui 14 con Sartoria italiana[…] Mi è sempre piaciuto questo ambito e non appena ho smesso di lavorare per altri ho deciso di diventare indipendente e nel giro di poco tempo ho avviato il mio marchio”. Tutto ciò non sarebbe stato possibile, afferma Luigi, senza l’aiuto della moglie Stefania Mazzarella (titolare del punto vendita) e l’amore del loro piccolo bambino Gianni. Il negozio è gestito con la massima cordialità e nonostante si dica spesso che gli uomini abbiano poche pretese, Luigi comprende che anche loro vogliano invece sentirsi coccolati. “Gli uomini si basano sui consigli che tu dai loro. Ormai non cercano più il completo classico, bensì uno spezzato da poter riutilizzare in diversi modi e desiderano essere seguiti nella loro scelta”. Il processo creativo alle spalle del prodotto finale si basa su

fornitori di tessuti, situati a Salerno e in zona, e sulla realizzazione del capo che svolge Morfè : “Sono molto fantasioso. Qui puoi trovare anche quella giusta via di mezzo tra un vestito classico ed uno sportivo. Inoltre la qualità -prezzo è ottima. Oggigiorno è difficile trovare un prodotto italiano che non costi tanto”. Nonostante ciò il negozio sarà trasferito in una diversa zona di Casoria, ovvero in via San Rocco: un luogo più commerciale. “Ci spostiamo perché qui non è molto trafficato e non siamo riusciti ad acquisire molta nuova clientela. Nonostante siamo aperti da soli 6 mesi i tempi di avvio sono stati superati, quindi voglio tentare di migliorare”. Insomma, non si perde di coraggio questa famiglia, la cui ambizione è accompagnata da altrettanta volontà. Si parla di fatti, anche di una possibile partecipazione ad una qualche sfilata per l’anno che verrà, data la richiesta di collaborazioni. Sarebbe questo un modo divertente ed alternativo per farsi conoscere. Coi tempi che corrono l’originalità è un requisito indispensabile. Ciò vale anche, se non soprattutto, per quanto riguarda il vestiario. Un marchio del genere permette di trovare quell’originalità di cui tutti sono alla continua ricerca, senza però abbandonare quella che è la moda del momento.

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10 CIRO TROISE

Settore giovanile, la chiesa è tornata al centro del villaggio Il Napoli, senza un centro di proprietà e investendo meno degli altri, riesce a portare a casa risultati migliori di altri club Prendiamo in prestito una frase di Rudi Garcia che ha fatto storia soprattutto nell’ambiente romanista: “Abbiamo rimesso la chiesa al centro del villaggio”. Si potrebbe affermare lo stesso concetto sul settore giovanile del Napoli che con il lavoro è riuscito a riconquistare un ruolo nella mappa dei talenti della Campania. C’è da prendere atto che una generazione intera è sfuggita, da Mandragora a Donnarumma, passando per gli Esposito, il Napoli ha pagato l’età di mezzo dal regno di Santoro (quello di Izzo, degli Insigne, dei ’96 come Palmiero e Tutino) alla gestione Grava che guida il vivaio da sei anni. Le difficoltà non mancano, gli errori anche ma bisogna essere consapevoli di un dato di fatto: il Napoli è tornato ad avere un peso nei rapporti con le scuole calcio, una presenza autorevole nello scouting e nel monitoraggio dei giovani talenti. Si combatte nella “giungla sociale” dei procuratori, degli intermediari, dei genitori che attraverso i figli vogliono andare lontano dai problemi della nostra terra, dalle strutture che non ci sono e dalle difficoltà inaccettabili per un settore giovanile come il Napoli. Non c’è un centro di proprietà, chiusa l’esperienza Sant’Antimo tornando al Kennedy si è compiuto un passo indietro dovendo tornare a condividere il proprio centro operativo con altre realtà, non c’è

neanche un servizio di trasporti interno per i ragazzi che abitano per esempio nel casertano. Nonostante ciò, il Napoli sul vivaio porta a casa risultati migliori di altri club che investono di più e viaggiano in una dimensione economica nettamente superiore. L’esordio di Gaetano, che si è inserito negli equilibri della prima squadra con Ancelotti, è la vittoria che conta di più ma poi c’è un dato da sbandierare con orgoglio: il Napoli porta due squadre su quattro alla final four, non era mai successo nell’era De Laurentiis. Sarà un doppio incrocio con la Roma per Under 15 e Under 17 che non vogliono smettere di coltivare i propri sogni. Non ci riesce la Juventus che va in Emilia Romagna con l’Under 16, il Milan che si qualifica solo con l’Under 15 e deve raccogliere il disastro della retrocessione della Primavera, la Fiorentina, che punta storicamente sul proprio vivaio, non porta neanche una squadra tra le prime quattro d’Italia. Quando De Laurentiis ha esercitato l’opzione sul contratto di Grava, ha

parlato di fiducia a vita. Sono i risultati che parlano, la relazione tra investimenti compiuti e quanto il Napoli comincia a percepire come frutti e, numeri alla mano, l’ex guerriero azzurro in campo sta compiendo un grande lavoro. C’è una traccia anche nell’ultimo bilancio: “il settore giovanile continua a rappresentare un asset ritenuto strategico ai fini della crescita del patrimonio aziendale, sul quale la società pone sempre di più una particolare attenzione per l’implementazione e lo sviluppo del potenziale sportivo della prima squadra”. Il Napoli di De Laurentiis è cresciuto tantissimo, ha raggiunto vette importanti nel rapporto tra le spese e il fatturato netto, la molla per continuare a volare è patrimonializzare e investire proprio sul vivaio, si tratta di una “valvola di sfogo” sempre più importante. Non bisogna portare la luna ma dare forza al lavoro di chi sta portando risultati, negli ultimi anni il Napoli ha sempre perso qualche ragazzo che ha deciso di non firmare il vincolo pluriennale e andare altrove, come Spina (‘2002) finito alla Juventus, Fontanarosa (svincolato dal Napoli, finito prima alla Sampdoria, poi all’Empoli dove ha giocato sotto età nell’Under 17) e Stabile (‘2004) trasferitosi all’Atalanta. Il Napoli è un grande club, non può essere territorio di conquista, per farlo serve alzare il livello: struttura di proprietà e crescita degli investimenti.

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ILARIA RICCARDI

LA RICETTA PER UNA BUONA ATTIVITÀ SECONDO PASQUALE PICCOLO Pasquale Piccolo (65 anni) è ormai da tutta la vita che lavora come direttore di diversi supermercati. La sua esperienza ha inizio alla tenera età di 13/14 anni, quando lascia definitivamente gli studi e comincia a muovere i primi passi in quest’attività al fianco del padre. Si tratta infatti di un lavoro tramandato da tre generazioni: prima di suo padre fu suo nonno a detenere la direzione di diversi supermercati e in futuro, saranno i figli dello stesso Piccolo a rilevare le attività. I supermercati in questione, situati sul territorio di Casoria, sono 3 : il “Megamercato” in via Principe di Piemonte, un edificio alla Cittadella ed un ultimo locale che ha conservato lo storico nome dello stabilimento precedente, ovvero “Donna Vincenza”. “Nel 1985 ha inizio la nostra carriera a Casoria come produttori indipendenti. Il territorio ci ha accolto davvero bene e ancora oggi abbiamo un buon fatturato, nonostante l’aggressività della concorrenza odierna[…] Potremmo ancora espanderci, ma riteniamo che al momento sia meglio prenderci una pausa”. Ebbene sì, i tempi corrono e subentrano diverse società nazionali e non, specializzate nella grande distribuzione e agguerrite più che mai (lo stesso Megamercato è stato affiliato a Sisa nel 1987); nonostante ciò il signor Piccolo svela quelle che sono per lui le caratteristiche essenziali per non lasciarsi mai sopraffa-

re dal “nemico”: “Credo che l’esperienza sia fondamentale, così come una buona squadra amministrativa, ma soprattutto bisogna essere professionali e sempre cordiali con la clientela. Io formo il mio personale secondo il principio per cui il cliente ha sempre ragione. Lo si deve accompagnare nelle scelte; se ad esempio cercasse qualcosa, il personale non potrebbe limitarsi ad indicargli la direzione, ma dovrebbe accompagnarlo sino al prodotto”. Queste potrebbero sembrare delle piccolezze, ma in realtà hanno un’importante influenza sul consumatore. Di fatti, presentatami nel supermercato , ho avuto modo di osservare più da vicino tale premura da parte del personale ed una stessa cliente ha espresso il suo

desiderio di tornare vista la gentilezza dello staff. Ma c’e di più, diversamente dalla maggioranza dei grandi supermercati, qui vi è la possibilità di venire incontro ai compratori e di chiamare per farsi consegnare la spesa a domicilio senza costi aggiuntivi. “Molte clienti si sono affezionate al nostro punto vendita proprio perché noi cerchiamo di dare loro tutto il supporto di cui hanno bisogno”. Ecco quindi la ricetta di una buona attività secondo una persona che può vantare la carica di consigliere della Sisa, dapprima nazionale e poi regionale, il cui compito è per l’appunto quello di gestire i diversi supermercati del Centro Sud. “Per me si è trattata di una crescita professionale e ogni giorno cerco di trasmettere questa passione e questo carisma anche ai miei figli, come mio padre ha fatto con me”. La dedizione del signor Pasquale ha avuto poi modo d’intervenire sul sociale, rendendo possibile la realizzazione di una raccolta fondi per acquistare beni di prima necessità per gli istituti di Napoli ospitanti centinaia di bambini in occasione del Natale 2014. Il lavoro della famiglia Piccolo inciderà ulteriormente su Casoria ad Ottobre, quando inizieranno i lavori per un nuovo edificio in via Principe di Piemonte. Si tratta di “Food and Park”, ovvero un locale di circa 1500 m2 in cui si avrà un punto ristoro ed un teatro con 400 posti a sedere e in cui portare i propri bambini data la possibilità di intrattenimento. Insomma, un’ottima alternativa per coloro che abitano in zona e per donare ulteriore vigore al territorio.


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12 CARMEN PALUMBO

LE GRANDI AZIENDE CASORIANE: “CIARAMELLA CARS” Questa settimana esploriamo il panorama commerciale di Casoria e poniamo la nostra attenzione su una delle aziende più famose e importanti della nostra cittadina. Da oltre 60 anni la “Ciaramella Cars” è un punto di riferimento a Casoria, per tutte le persone che vogliono acquistare un’ automobile, ma anche per chi ha bisogno di un’assistenza specializzata. Il successo di questa azienda è frutto senza dubbio di una grande tradizione familiare e di una passione che dura nel tempo. Come ci ha raccontato Salvatore Ciaramella, l’azienda fu fondata nel 1960, sull’onda del forte sviluppo della motorizzazione privata avuta-

si in Italia tra gli anni ‘50 e ‘60. Nel 1972, fu denominata “Ciaramella Cars” per dare un’immagine più moderna all’azienda, guidata in quegli anni anche dai due primogeniti, Mauro e Pasquale Ciaramella. Con questa nuova gestione, pur mantenendo fede alla tradizione di famiglia, l’azienda ha fortemente ampliato il suo raggio d’azione, accorpando insieme le attività di vendita, assistenza e ricambi, in modo da soddisfare ogni esigenza del cliente. Oggi la concessionaria “Ciaramella Cars”, situata in Via Principe di Piemonte 181, custodisce la splendida tradizione automobilistica Fiat- Alfa Romeo e garantisce ai suoi

clienti trasparenza e qualità, grazie anche ad un personale di vendita molto qualificato e professionale. L’azienda si occupa non solo della vendita di automobili, ma offre anche tantissimi altri servizi come noleggio a lungo termine, pronto intervento, pra-

tiche auto, ricambi di qualità e un’officina specializzata. Il successo di questa azienda casoriana, dimostra che perseguendo sempre i valori della tradizione e dell’unione familiare, si possono raggiungere grandi e straordinari obiettivi.

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ANTONIO BOTTA

I bambini delle classi quarte dell’I.C. 1° “Ludovico da Casoria” al teatro S. Carlo per la messa in scena della Turandot

MERAVIGLIOSAMENTE IN…CANT…EVOLI!!

Il 31 Maggio scorso, presso il teatro S. Carlo di Napoli, nell’ambito del progetto “Opera in…canto”, i bambini delle classi quarte della scuola primaria dell’I. C. 1° Ludovico da Casoria hanno sperimentato la magia del teatro con la musica e il “bel canto , partecipando alla messa in scena di una delle più celebri opere del grande compositore Giacomo Puccini: “Turandot”. Un’esperienza fantastica, meravigliosa, unica per i circa 100 bravissimi baby artisti, i quali, in un coinvolgente percorso didattico, ben motivati e guidati dai loro docenti ( A. Palladino, C. Fusco, C. Ianniello, F. Minunno, F. Murolo, G. Papaccio, I. Di Paola, L. Vilardi, M. R. Pinto, S. Panaro, A. Botta), in particolare dal M° di musica Salvatore Pezzella, hanno imparato a cantare e ad amare l’opera lirica, vivendo da protagonisti il fascino del melodramma. Durante l’anno scolastico, infatti, scolaresche e insegnanti hanno partecipato a incontri laboratoriali per scoprire e conoscere vita, opere, curiosità, personaggi e trama dell’opera scelta, coadiuvati dall’ausilio di un libro didattico, di un cd audio e di un innovativo dvd karaoke. Vive congratulazioni anche ai genitori degli alunni, i quali hanno fornito il loro prezioso e indispensabile contributo all’ottima riuscita dello spettacolo, contribuendo con modica somma, alla realizzazione dei costumi confezionati dalla signora Antonella Laezza, che ha curato con precisione ogni minimo dettaglio. Hanno presenziato alla splendida rappresentazione la Dirigente scolastica Maria Grazia Puzone e la Direttrice Amministrativa Rosa Ruggiero. “Cantare l’opera lirica”, ha dichiarato la prof.ssa Puzone vivere l’emozione del palcoscenico, recitare i grandi testi tea-

trali, letterari e lirici, metterli in scena, studiarli, conoscerli e amarli sono gli obiettivi principali dell’Associazione Musicale Europa InCanto che con le sue iniziative vuole avvicinare gli alunni della scuola dell’obbligo all’incanto del teatro, in tutte le sue forme: musica, danza, canto. Per questo, il nostro Istituto aderisce volentieri alle proposte dell’Associazione poc’anzi citata, essendo il progetto di alta valenza formativa. Complimenti ai nostri alunni, che ci hanno regalato un momento magico ed emozionante. I bambini, alla fine dello spettacolo, hanno espresso con parole lusinghiere le loro intense emozioni, perché hanno vissuto la rappresentazione della Turandot in una condizione emotiva più coinvolta e partecipata, e non solo come semplici spettatori. Un narratore, durante lo spettacolo, ha raccontato la storia nelle sue varie fasi, accompagnando per mano il pubblico alla scoperta delle vicende e dei suoi protagonisti, mentre un giovane Direttore d’orchestra ha coinvolto i bambini con il canto, accompagnati da una vera orchestra. Ecco ciò che ha scritto

una bambina, di nome Maria dell’esperienza vissuta: “a gruppi, siamo saliti sul palco; quando è arrivato il mio turno, dal palco ho potuto osservare tutto il teatro; si notavano due schermi da cui si poteva vedere il Direttore d’orchestra e, quando il tenore cantava, si sentiva benissimo la sua voce. Bellissima tutta la sala: davanti a noi si poteva osservare la platea, ai lati si trovavano i palchetti già riempiti dalle sedie; le poltrone erano comodissime e ricoperte di velluto rosso. Il mio gruppo ha cantato l’aria “Nessun dorma”, la più commovente”. Non pochi genitori sono usciti dal teatro con gli occhi lucidi, per la storia d’amore rappresentata: Liù, la schiava, innamorata follemente del principe Calaf, per non rivelare il nome dell’Amato sotto tortura, si trafigge con un pugnale. Se le fosse stato estorto, il Principe sarebbe stato ucciso, quindi, per amore, sacrifica la propria vita per Calaf. Struggenti le parole che Liù pronuncia rivolgendosi a Turandot prima di uccidersi: “Voglio dire un’ultima cosa, ascoltami Principessa, perché anche se sei ricoperta di gelo, ti dico che ben presto lo amerai anche tu. Prima di questa aurora io chiuderò i miei occhi stanchi perché egli viva e perché tu possa amarlo. Ecco, questo è l’amore!”. All’alba il Principe rivela il suo nome a Turandot, ma lei non ordina di ucciderlo, ha capito la grandezza del più grande sentimento che il cuore sia capace di provare; perciò, stupita dal gesto di Liù, apre il proprio cuore all’amore baciando il Principe. Quel bacio scioglie lo scrigno di ghiaccio che fino ad allora aveva intrappolato il cuore della bellissima Turandot, corrispondendo, così, pienamente al forte sentimento che il principe Calaf nutre nei suoi confronti. E’ il trionfo dell’amore!


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14 VITTORIA CASO Due docenti dell’IC2 Moscati Maglione, le prof.sse Lina Sanniti e Rosa Borreale, ci riservano una straordinaria sorpresa: una geniale mostra-evento, denominata DOUBLE che si svolgerà presso la Casina Pompeiana di Napoli dal 21 al 30 giugno 2019. Saranno esposte le opere della pittrice Rosa Borreale e della poetessa Lina Sanniti. Ebbene sì, non solo docenti ma anche artiste d’indiscusso talento. Due donne, legate da una sincera amicizia fin da quando frequentavano le medie, che amano l’arte, hanno realizzato questo progetto in cui arte pittorica e arte poetica si affiancano, s’intrecciano, si coniugano in una prospettiva del tutto femminile. “DOUBLE è un viaggio dell’anima, dialogo semantico, emersione dell’io femminile. Le opere esposte, oli su tela ed alcuni disegni, si misurano con i versi in un dialogo perpetuo ed irrisolto, che proietta verso un’idea di commistione tra arte verbale ed arte iconica e, al tempo stesso, ne rivendica la specifica autonomia, innervata dal particolare punto di vista femminile”- spiegano le docenti. Lina Sanniti, docente di lingua inglese nella scuola media, promuove l’apprezzato contest letterario itinerante ‘Versando Versi’. In qualità di autrice di poesie, ha ricevuto molti riconoscimenti tra cui il primo premio del concorso internazionale di poesia

‘Avellino in Versi’ (2015) e il Premio Speciale ‘Gabriella Maleti’ al Concorso nazionale di poesia “Città di Conza della Campania” (2017). Con Michael Palma ha curato la traduzione in inglese della silloge di Salvatore Violante “Enchanted Anguish” (Gradiva Publications – New York, 2017). Per i tipi di deComporre Edizioni nel 2017 ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie “Madre di parole”. Rosa Borreale, docente di materie letterarie, conduce una originale ricerca stilistica e figurativa in cui l’impegno civile e solidale emerge dalla rappresentazione in parallelo del reale e del virtuale, con esiti di smagata ed ironica efficacia. Ha ricevuto molti riconoscimenti e realizzato interessanti mostre in Italia e all’estero fra cui: l’esposizione presso la Saatchi Gallery di Londra (2011), la Fiera internazionale Artparis (Grand Palais 2011), il Palazzo delle Arti di Napoli (PAN 2016), l’Ulisse Contemporary Art di Roma (2017). Ha recitato per il teatro, il cinema e in televisione. E’ nota grazie ad alcune sue opere anche in Spagna e negli USA. Il Vernissage della manifestazione si terrà alle ore 10.30 di sabato 22 giugno con un reading di poesie ed interventi musicali: assolutamente da non perdere!

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ANTONIO BOTTA

Afragola: convegno, nella parrocchia S. Marco, in commemorazione di don Gabriele Laudiero

UN LIBRO PER TRAMANDARE LA MEMORIA DEL “S. GIOVANNI BOSCO DEL SUD” A 42 anni dalla morte di don Gabriele Laudiero, il 29 Maggio scorso, nella parrocchia S. Marco all’Olmo, è stato organizzato dal Presidente della Pro Loco di Afragola, dott. Roberto Russo, in collaborazione con la rivista semestrale “Archivio Afragolese” e il parroco don Peppino Delle Cave, il convegno “Ricordando don Gabriele”. Don Peppino, nell’intervento introduttivo, ha posto in rilievo che ““per la terza volta si commemorano le elevate qualità umane e pastorali dell’amato Parroco del rione Casuobbeco, dopo quelle del 1987 e del 2002, rispettivamente a 10 e a 25 anni dal suo transito al cielo”. Dopo avere ringraziato S.E.R. Mons. Armando Dini, Arcivescovo emerito di Campobasso – Boiano, per avere accolto l’invito ad offrire una personale rievocazione di don Gabriele, don Peppino, evidenziando che è tuttora molto vivo il Suo ricordo in tutta la comunità parrocchiale, ha riferito ai numerosi convenuti l’osservazione di un fedele di 94 anni, il quale, quando vedeva passare il Parroco di “Casuobbeco” nei pressi della sua abitazione, commentava compiaciuto: “Ecco il S. Giovanni Bosco del Sud”! A seguire, i saluti di Russo, oltre che a Mons. Dini, al magistrato e docente universitario, prof. Marco Dulvi Corcione, fondatore della Rivista storica poc’anzi citata, e al sindaco di Afragola, dott. Claudio Grillo. Il Presidente della Pro Loco, inoltre, dopo avere comunicato ai numerosi partecipanti che l’iniziativa ha ricevuto il patrocinio dell’Amministrazione Comunale e del Consiglio regionale della Campania, ha sottolineato “le elette virtù di don Gabriele, attivissimo pastore che esercitò il ministero sacerdotale vicinissimo alla sua comunità, ponendosi, come Don Bosco, al servizio dei ragazzi, per i quali costruì l’oratorio con lo scopo di allontanare dalle insidie della strada tanti giovani”. Anche il Sindaco ha tessuto gli elogi di don Gabriele, che fu, alla scuola media, suo insegnante di Religione; lo ha definito “amico dei giovani”, spiegando che “con la sua verve e grande e spassosa comunicativa, ci coinvolgeva e ci avvicinava a nostro Signore”. Parole di profonda stima e di intenso affetto ha espresso il prof. Corcione nei riguardi dell’amico sacerdote, del quale ha ricordato un dono da lui ricevuto, bene in mostra nel suo studio: è una targa offerta in occasione della Santa Pasqua del 1974 su cui è scritta questa dedica: “Al prof. Marco Dulvi Corcione, un fratello presso il quale si perde l’eco delle mie ansie”, evidenziando “l’afflato poetico e i sentimenti nobili di cui era pervaso l’animo di Don Gabriele. Facendo, poi, riferimento a Mons. Dini, insegnante di Filosofia, alla FUCI(Federazione Universitaria Cattolici Italiani) di Afragola e a Mons. Tuccillo, ha colto l’occasione per porre in risalto la Chiesa partenopea intellettuale, “che brilla

nel firmamento degli alti spiriti napoletani”. A conclusione del suo intervento, il prof. Corcione ha reso noto che, grazie al contributo della Regione Campania, sarà scritto e pubblicato un libro su don Gabriele, “volano” per far conoscere la Sua figura di uomo, sacerdote e pastore, invitando coloro che lo hanno conosciuto a scrivere una propria testimonianza da inserire nel volume. E’ la maniera, ha osservato, per evitare di avvolgere nell’oblio una persona che ha inciso profondamente sull’animo dei ragazzi con il suo amore paterno e il suo stile pedagogico. La “parola” scritta “è uno strumento e uno stimolo per noi per andare avanti, consentendoci di vincere il rischio di perdere, in assenza della memoria storica, la propria identità con gli smartphone”. Mons. Dini, dopo aver ripercorso le tappe del suo percorso di studente, con breve accenno a notizie relative agli anni trascorsi con la famiglia a Milano, ha raccontato che al terzo anno di studi teologici, fu nominato Viceprefetto presso il seminario minore in via dei Tribunali, in cui aveva il compito di seguire i seminaristi di quarta e quinta ginnasiale; in assenza del Prefetto, che mai era presente in camerata, egli, appena diciannovenne, incontrò enormi difficoltà nel dirigerli. A Gennaio dell’anno 1951 – 52, il Prefetto si dimise e fu mandato, al suo posto, don Gabriele. I due non avevano nulla in comune, con passati e provenienze molto diversi, milanese Dini, afragolese il secondo, eppure subito si stabilì una stretta collaborazione e un’amicizia genuina e sincera, creando fra loro “una positiva complementarietà”. “Ci univa”ha spiegato il vescovo Dini “l’impegno serio nella preparazione al sacerdozio, l’amore per lo studio teologico, il servizio coscienzioso verso i ragazzi della nostra camerata. Oltre che “ammuinatore” e bravo nella soluzione di problemi che richiedevano immediata soluzione, era dotato di una bella intelligenza, mostrandosi anche un abile studente: leggeva fluentemente il latino dalla Summa Teologica di S. Tommaso D’Aquino ed era anche capace di risolvere situazioni di tensione psicologica fra i seminaristi con una naturalezza immediata. Riuscì a creare, quindi, nella camerata un clima familiare e allegro. Dopo sei mesi trascorsi insieme, in un rapporto fraterno e gioioso, lui fu inviato come parroco da voi, in questa parrocchia, io rimasi in seminario quale docente di Filosofia: lontani fisicamente, ma vicini spiritualmente, tanto che di frequente mi invitava per parlare ai suoi giovani”.Dopo aver narrato alcuni divertenti aneddoti, Mons. Dini ha concluso con queste parole l’intervento: “La sua morte è stata per tutti una perdita enorme, ricordo il funerale: migliaia di persone pregavano, al passaggio del feretro, per le vie di Afragola: amato e stimato da tutti.”


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Marica De Martino

L’Infinito di Giacomo Leopardi fa visita a Casalnuovo di Napoli Quest’anno si celebra il bicentenario di una delle poesie più importanti della letteratura italiana, stiamo parlando de “L’infinito” di Giacomo Leopardi. Celebre scrittore e poeta italiano dell’ottocento nato nel 1798 a Recanati, nelle Marche, ha dedicato la sua vita allo studio e alla coltivazione della sua cultura attraverso traduzioni latine e letture dei testi filosofici e teologici. L’infinito di Leopardi è una delle liriche più famose dei Canti e venne scritta tra il 1818 e il 1819, presumibilmente. E’ un’opera che conduce il soggetto ad avere un’immaginazione che, nel cui silenzio totale, non ha spazio e tempo. Racconta un processo interiore in cui si perde la propria coscienza perché immersi in questo viaggio immaginale.

Il manoscritto originale è conservato nella biblioteca nazionale di Napoli oltre ad altre opere, ma con uno speciale permesso concesso dal comune di Visso di cui è il proprietario, Casalnuovo di Napoli ospita questa straordinaria opera letteraria. Oltre alla poesia sono stati esposti: i sei Idilli, delle epistole, cinque sonetti in persona di ser fiorentino beccaio, una prefazione al Petrarca e altri

autografi. L’evento è stato organizzato dall’Associazione socio-culturale “Una città che scrive a …”, la quale inneggia la scrittura e la letteratura. L’opera è esposta dal 26 maggio al 16 giugno presso la Biblioteca Sociale Giacomo Leopardi in Via Roma 148 in Casalnuovo di Napoli. L’ingresso è gratuito. Questa iniziativa ha avuto una notevole affluenza, i cittadini sono rimasti entusiasti di questo onore. Accolta nel paese dai politici e da esperti di letteratura che hanno potuto guardare con immenso stupore questo manoscritto originale e fare un passo indietro nel tempo. A questo evento ha fatto visita anche la scrittrice Dacia Maraini.

FRANCESCO D’anna

LA DISOCCUPAZIONE Casoria eccelle per i suoi numerosi monumenti, per le sue leggendarie tradizioni, per il suo profondo attaccamento al sacro. E’ un dato di fatto, però, che vi sono ancora problemi rilevanti che affliggono e opprimono la nostra città a nord di Napoli. Infatti il popolo casoriano, tutt’oggi è evidentemente sensibile ad alcuni temi tra cui la disoccupazione. Grazie a dati statistici riportati da ISTAT si conoscono i tassi di disoccupazione a Casoria dal 1991 a 2011. Analizzando semplicemente questa tabella si evince che, seppur la disoccupazione sia diminuita, è estremamente elevato il tasso che riguarda i giovani. Da ciò

si dovrebbe partire per arrivare alle cause, molti ritengono che un fattore determinante possa essere la caduta dei tre settori circa l’economia e lo sviluppo. Un tempo Casoria sorgeva in una bella campagna a filari di pioppi e viti,frammezzati da rigogliosi campi di grano. In seguito la città subì un forte processo di industrializzazione che, sopratutto dopo il 1965, provocò una notevole espansione urbanistica e un parziale abbandono dell’agricoltura. Casoria diventò il simbolo dello sviluppo industriale della regione e offrì una “prova” delle trasformazioni geografiche e dei riflessi urbanistici, sociali ed economici che possono

Disoccupazione Maschile Femminile Tasso di disoccupazione Giovanile derivare dall’insediamento dell’industria in un mondo essenzialmente agricolo. Costituitasi come uno dei più importanti centri industriali d’Italia, Casoria dava lavoro a moltissimi operai che vi affluivano da Napoli e dai suoi sobborghi e da altri centri della provincia. Come a ogni ciclo naturale, all’epoca di industrializzazione seguì quella del 3° millennio che portava con sé la grande a cui l’intera Città di Casoria è ancora oggi chiamata, affinché le aree in-

1991 38,8 57,2 44,1 82,4

2001 2011 26,7 24,5 44,8 32,2 32,9 29,5 69,8 64,7

dustriali dismesse divengano poli di sviluppo del Settore terziario avanzato, dando di nuovo alla Città, come nel passato, quel primato nel campo della laboriosità che gli è tradizionale. Questo processo che a lungo termine porterà delle evoluzioni trascina con sé al medesimo tempo involuzioni, tanto che la disoccupazione è ancora un ampio fenomeno. Si augura che con il tempo Casoria torni a vantare il ‘’nomen’’ di ‘’casa’’ per tutti i giovani bisognosi di lavoro.


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MARTINA RESCIGNO

STREPITOSO SUCCESSO DELLA SPEI CON ANTONIO COPPOLA

Continua il successo della SPEI (scompagnia precaria ed instabile) che al teatro Totò di Napoli il 1 giugno 2019 ha rappresentato la commedia in due atti comicobrillante:“Miracolo a Montecotto”. La commedia oltre a generare comicità e divertimento, vuole mettere in evidenza la necessità di apprezzare le persone per come sono e non per ciò che hanno, in quanto, spesso, dietro l’ostentata ricchezza materiale si può nascondere una profonda povertà interiore. Ottima l’interpretazione di Enzo Granata, Patrizia Efficie, Fabio Coppola e Teresa Ghilardi. Buona la prova di Enzo Petrazzuolo, Anna Morfè, Francesco Zinno e Mariapia Langella. Bravi anche Patrizia Bevilacqua, Giuseppe Di Mare, Sara Pedalino e i simpaticissimi Mimmo Esposito, Ciro Morfè e Luigi Langella. Le canzoni sono state interpretate da Nancy e Lina Piscopo. Un plauso particolare all’eclettico ed encomiabile Antonio Coppola che, con la sua vena comica è riuscito a regalare momenti di esilarante comicità, confermando bravura e professionalità sia come attore che come regista. La rappresentazione ha attirato un pubblico numerosissimo e felicemente divertito; insomma, un pubblico delle grandi occasioni e di appassionati del “vero” teatro. Come al solito parte dell’incasso è stato devoluto in beneficenza.

Martedì 12 giugno è stato il giorno dell’insediamento del nuovo Sindaco. A Santi Giuffre il nostro saluto. Da ieri ha lasciato Casoria consegnando la fascia tricolore al nuovo Sindaco Raffaele Bene. Gli editori, la redazione e il direttore.

NUOVA APERTURA

Corso Giuseppe garibaldi, 116 Afragola - CELL. 347 212 6559


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RITA GIAQUINTO

Centro GIFOA ad Arpino: assistenza e passione al servizio del cittadino

Per la nostra rubrica dedicata alle attività produttive ed imprenditoriali presenti sul territorio di Casoria, questa settimana diamo la parola al Dr. Amato che gestisce il centro GIFOA ad Arpino. Ci parli, innanzitutto, un po’ di Lei: “Per quanto riguarda la mia storia, diciamo solo che sono laureato in fisioterapia, e sono nel campo della riabilitazione da tantissimi anni ed ho sempre creduto nel mio lavoro cercando di dare sempre il massimo”. Di cosa si occupa il Suo centro? “Il Centro GIFOA S.r.l. si occupa di riabilitazione a trecentosessanta gradi spaziando dalla fisioterapia per patologie traumatiche e neurologiche, alla logopedia, la psicomotricità, e psicoterapia individuale e familiare. Ci troviamo sul territorio della ASL Napoli 2 Nord, quindi la nostra struttura abbraccia un territorio molto vasto, anche se la maggior parte dei nostri pazienti appartiene al Comune di Casoria, con una rappresentanza che supera il cinquanta per cento”. Come si superano le difficoltà che, oggi, ciascun imprenditore è costretto ad affrontare, senza poter contare su una politica che sostenga delle realtà valide come la Sua ed importanti per i cittadini? “Le difficoltà per noi che lavoriamo con il Sistema Sanitario Nazionale, che oramai sembra giunto alla frutta, sono all’ordine del giorno: i livelli assistenziali minimi non riescono a coprire il reale fabbisogno territoriale, e quindi i cittadini sono

costretti a pagare quasi tutto”. Di quanti dipendenti dispone e quante prestazione effettuate mediamente? “La nostra azienda offre lavoro a quasi 60 persone che rendono a livello lavorativo quasi 40.000 prestazioni sanitarie all’anno. Grazie ai nostri dipendenti, che lavorano con costanza e passione, riusciamo ad ottenere risultati molto soddisfacenti pur trattando patologie molto gravi “. Andrebbe mai via da Casoria? “Siamo a Casoria da tantissimo tempo e non abbiamo mai pensato di spostarci. Sicuramente da parte nostra c’è tutta la buona volontà per poter offrire di più, ma per poterlo fare avremmo bisogno di maggior supporto da parte della Regione Campania e del Sistema Sanitario Nazionale”. A chi o cosa deve dire grazie per quanto, quotidianamente, nonostante le difficoltà, riesce a realizzare il centro? “La nostra grande capacità e, diciamo, anche “fortuna “è stata sicuramente quella di riuscire a mettere insieme tante “bellissime persone” che, con il loro lavoro, cercano di diminuire le difficoltà che i nostri pazienti sono costretti ad affrontare ogni giorno della loro vita. Quindi è principalmente a loro che va un grandissimo grazie”. Progetti futuri? “Il nostro obiettivo principale è quello di offrire sempre un servizio di qualità e, visti i risultati ottenuti fino ad oggi, possiamo dire di essere sulla buona strada”.


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