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DOMENICA 9 APRILE 2017

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Settimanale di Informazione

ANNO XVI - N° 15 - DOMENICA 9 APRILE 2017

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l’editoriale di Nando Troise

LE NOSTRE PROPOSTE Annullamento di tutte le privatizzazioni: società a partecipazione pubblica per gestire i Servizi Idrici Integrati, il Centro Polifunzionale Sportivo detto PalaCasoria, la Nettezza Urbana, con lo scioglimento di Casoria Ambiente. Riordino della macchina comunale: adeguamento delle mansioni, conclusione del concorso per il Dirigente della Ragioneria e del Dirigente dei Servizi diretti alla Persona con l’assunzione dei vincitori; corsi di formazione di tutto il personale dipendente: 315 dipendenti comunali più il personale regionale comandato, lsu, lpu con stabilizzazione del personale precario; controllo giornaliero in tempo reale delle presenze in tutti i settori, cioè sede centrale ed uffici distaccati, rotazione dei direttori di servizio, concorso pubblico per assunzione a tempo indeterminato dei Dirigenti di Settore. Annullamento delle concessioni edilizie con “fermo biologico” dei permessi a costruire, con il blocco anche delle Dichiarazioni di Inizio Attività. Piano regolatore con social plan strutturato da parte di sociologi, urbanisti ed architetti locali, cioè di Casoria. Trasporto funebre pubblico comunale. Affidamento ad una società pubblica che organizzi nello Stadio San Mauro ed in un PalaCaso-

ria pubblico, eventi sportivi, culturali e di spettacoli. L’Assessorato alle Politiche Giovanili da affidare ad uno staff di giovani che strutturino politiche culturali, valorizzando anche gli spazi come le tre ville comunali. Attuazione di un trasporto pubblico interno efficiente. Politiche partecipative come assemblee di quartiere. La creazione di un organismo che faccia emergere le proposte dei sindacati e l’associazionismo. L’attuazione dei Piani di Insediamento Produttivo con il recupero delle aree dismesse, decidendo come utilizzare gli enormi spazi di Rhodiatoce, Resia, Tubi Bonna, Perlite e le altre con idee che portino grandi vantaggi alla Città. Fallita la possibilità di Città del Libro si può tentare con Facoltà Universitarie, Polo delle Conoscenze e dei Saperi. Interesse ed attenzione verso il Centro Antico. La soluzione del degrado e del benessere. Un programma, il nostro, che può essere integrato e migliorato da Idee, Progetti e Programmi che siano solo nell’interesse della Città di Casoria, come ci scrive P.B.: “aggiungo al vostro programma una seria riforma delle entrate e la realizzazione di una struttura impegnata nella gestione delle risorse extra contabili finalizzate allo sviluppo e alla riqualificazione”. continua a pag 5


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Il turismo religioso potrebbe essere il volano della Città Maggio dei monumenti a Casoria Porte aperte per tutti – occasioni preziose Welcome to Casoria, capitale dell’arte, della cultura e della storia tra i paesi a nord di Napoli. Il turismo religioso potrebbe essere fattore di sviluppo possibile, non solo per l’utilizzo del tempo libero, ma soprattutto come fonte di occupazione. La mia proposta all’Amministrazione Comunale, al Sindaco Fuccio ed all’Assessore alla Cultura Fabio Esposito, organizzare un incontro da articolare su temi fondamentali: il turismo religioso a Casoria da lanciare, per adesso, su scala regionale; la partecipazione dell’Amministrazione tramite il Settore “Servizi diretti alla Persona”; la cooperazione turistica e culSEGUE da pag. 3

turale tra Amministrazione, Diocesi, Chiesa ed Associazioni, coinvolgendo il Comune di Napoli, con cui Casoria confina, magari in un forum di Assessori quali Nino Daniele (alla Cultura ed al Turismo), oltre a quelli della Regione come Corrado Matera (Sviluppo e Promozione del Turismo) o della Città Metropolitana di Napoli e cioè Carmine Attanasio (Turismo) insieme agli editori del livello di Turisa, Milena, Kairos, Liguori, Pironti, Guida, Cento Autori ecc. Solo così si potrebbe aprire dinanzi alle future generazioni di Casoria un campo di straordinario potenziale economico, politico e culturale. Casoria, stavolta, potrebbe trovarsi in prima linea.

EMILIA SENSALE

Gianluca Attanasio: “Le cose importanti a volte si scoprono nelle pieghe più nascoste della vita” Più volte Campione Italiano di Nuoto Paraolimpico, cinque Titoli Italiani e Vice Campione Italiano di Fondo Open Water 2016, nel 2008 ha vinto due Titoli Assoluti, nei 50 e 100 Stile Libero, un Bronzo nei 400 Stile ed un Record Italiano in Vasca Corta segnato al Trofeo delle Società a Roma. Ma non è tutto: Gianluca Attanasio partecipa a progetti nelle scuole contro il cyberbullismo e da tempo promuove iniziative affinché ci sia maggiore attenzione nei confronti delle esigenze delle persone con disabilità. Cosa rappresenta per te il nuoto? “Rappresenta libertà e indipendenza”. In che modo lo sport e i traguardi raggiunti sono stati importanti nella tua vita? “I traguardi raggiunti nello sport hanno migliorato notevolmente la mia vita, ma come dico sempre una medaglia non fa di un individuo una persona migliore. C’è chi con una medaglia si monta la testa, c’è chi invece utilizza quel risultato per metterlo a disposizione di tutti, intraprendendo iniziative per migliorare il nostro Paese, ed è quello che ho deciso di fare io nella mia vita”. L’acqua è simbolo di vita, di limpidezza. Per te cosa rappresenta? “L’acqua per me è un elemento imprescindibile, siamo fatti in parte di acqua, ma in senso puramente sportivo l’acqua mi rende libero.

Lì sono solo con i miei pensieri lontano dai problemi della vita, li sei tu a gestire la tua vita e a capire sino a dove puoi spingere il tuo corpo e la tua mente”. In Italia ci sono milioni di disabili che affrontano malattie e difficoltà quotidiane, cosa le istituzioni e le autorità competenti ancora devono fare per garantire a tutti i diritti? “Io definisco l’Italia e Napoli un Paese e una Città anti-disabili. In Italia ci sono tante leggi ma non sono applicate, vedi il taglio fatto al Mondo della Disabilità, vedi le promesse non mantenute, vedi i tanti lavori pubblici fatti senza a volte abbattere le barriere. Proprio io in queste settimane ho inviato un reportage al Ministero dei Trasporti chiedendo di far luce su alcuni lavori fatti e dare un loro parere, l’ho fatto come campione che ama Napoli, altri campioni tanto blasonati anche Disabili parlano di Legalità nelle scuole ma poi non muovono un solo dito. Io ci metto la faccia e lo faccio ogni giorno”. E nello specifico in Campania cosa noti che ancora manca per garantire ai disabili i loro diritti e dove invece hai riscontrato realtà positive? “In Campania credo manchi tutto, manca una cultura dei Disabili, manca un etica nei comportamenti anche da parte di tanti disa-

bili che si accontentano di un’elemosina denominata Pensione di Invalidità o Assegno di Accompagnamento, su questo tanti disabili si abbandonano pensando di essere al sicuro dalla vita, senza rendersi conto che un giorno quando i genitori finiranno di prendersi cura di loro causa ciclo naturale, capiranno sulla loro pelle di essere i nuovi poveri e capiranno cosa davvero manca in Campania e nel Paese. Il consiglio che spesso do ai Disabili è quello di mettersi in gioco, di studiare e crearsi un futuro forte e indipendente”. Cosa senti di dire a chi sta affrontando un momento di difficoltà legato a una malattia? “Io sono indicato da tanti come uno tosto, uno tenace che dopo una serie di interventi è tornato in vasca, ha ripreso a camminare e a lottare ogni giorno, ma mi ritengo fortunato. Io oggi sono condannato a fare sport come terapia indispensabile per non fermarmi, pertanto ogni situazione è una situazione a sé. Cerco comunque di incitare fiducia nelle persone, dico sempre che volere è potere, anche se sei su una sedia a ruote o muovi solo la testa si può essere una persona autonoma, si può essere un letterato, uno scienziato, un combattente. E si può insegnare a chi ha tutto dalla vita che le cose importanti a volte si scoprono nelle pieghe più nascoste della vita”.


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6 AVV. DIANA SANTUCCI

Presentazione a Casoria del libro “Malacittà” di Francesco Gemito Venerdì 18 marzo 2017 alle ore 18.30 si è tenuto un incontro pubblico nell’ Aula Teatro dell’Istituto Brando di Casoria per la presentazione del libro “Malacittà” di Francesco Gemito. In occasione dell’incontro, moderato dal Direttore di Casoriadue, Nando Troise, che ha introdotto i lavori ricordando le origini di Casoria e la sua evoluzione che ha visto 25 anni di storia criminale, sono intervenuti il prof. Ludovico Silvestri e l’autore Francesco Gemito, insieme a Don Aniello Manganiello. «L’allarme lanciato dalla Commissione di Accesso agi Atti Amministrativi nel 2005 è di quelli che dovrebbero far tremare i polsi a chi amministra, chi gestisce la cosa pubblica, chi intende candidarsi alle prossime comunali, chi oggi sta stringendo alleanze. Sia chiaro, tremare i polsi – precisa il Direttore Troise – per un sussulto di reazione, non per paura. Non c’è stato, in questi 12 anni, nè reazione civile, né paura. Lo scioglimento per camorra lancia l’allarme a Casoria, come sempre, la Città grigia e fumosa che preferisce sussurrare nei corridoi, attende che tutto accada perché tutto appare ineluttabile. Franco Gemito ha deciso di compiere un passo indietro nella storia casoriana. Ha riavvolto il nastro ed ha parlato di mafia e camorra, quella che negli anni 70 e 80 consentì l’ingresso in Città prima dei cutoliani della NCO e poi gli altri, gli antagonisti, i loro nemici, pendolando da una parte e dall’altra sino alla guerra di camorra che lasciò sull’asfalto centinaia di morti (molti di questi morti sono raccontati in questo libro, con dovizie di particolari, con le scene del crimine descritte con minuziosa attenzione). Una guerra che fece anche vittime innocenti, molti di questi ammazzati da mani criminali li ho ricordati nel convegno organizzato da Libera nella Biblioteca Comunale di Casoria, sabato 18 marzo. Sono fatti, quelli raccontati da Gemito, che hanno segnato più di una generazione e dai quali tutto, a Casoria, è ricominciato con gli effetti sociali, economici e politici che conosciamo. Parliamo di 25 anni fa ed in questo libro sono raccontati i 25 anni di storia criminale». Il Prof. Ludovico Silvestri, docente di

“E’ sempre difficile parlare della criminalità e del malgoverno in cui è impantanata la sventurata area metropolitana di Napoli. Ma è sicuramente necessario parlarne” religione presso l’Istituto Ghandi di Casoria nonché uomo di grande cultura e di grande competenza della città di Casoria, ha tenuto il primo intervento, sottolineando la responsabilità di cui viene investito colui che presenta un libro: deve creare un interesse ed una curiosità da indurre a leggerlo. Alla luce di una prima riflessione del Prof. Ludovico Silvestri il titolo è molto provocatorio e non rende giustizia al contenuto del libro, in quanto “Malacittà” è un libro dai toni e contenuti duri, ma non manca di sprazzi di luce. Un libro, che accanto ad una miriade di figure che il Direttore Troise ha citato, racconta di figure molto significative che hanno segnato non Casoria, ma l’intera società di Napoli Nord: Nino D’Angelo, Luigi Cafarelli, Mauro Sarmiento, Antonio Picardi, Carlo Iuliano, Mauro Mitilini, Padre Piscopo, Pina Mugione, Raimondo Paone e tanti altri.

E questi sono sprazzi di luce che passano in secondo ordine rispetto ai tanti capitoli dove il nero emerge. «Partirei da quello che Don Aniello cita nella sua prefazione – prosegue il Prof Silvestri – utilizzando le parole di Francesco De Rosa, ideatore di la camorra, affermo che la camorra è la risposta sbagliata ad un percorso sociale di emarginazione e di ignoranza in quanto l’emarginazione sociale nasce da una non risposta ai bisogni della persona. Oggi, mai come in questo periodo, la persona diviene centrale e così mi sono interrogato se lo Stato fosse in grado di ascoltare il grido di tanti che chiedevano quanto legittimamente gli spettasse. Legittimamente perché questo libro non vuole difendere gli indifendibili, ma lascia perplessi il modo di fare: bussare al politico di turno per chiedere. Non ci sarebbe bisogno né di bussare né di chiedere se la politica fosse in grado di ascoltare e vedere le esigenze dei cittadini. Si esce dal letargo solo a ridosso delle elezioni … sono apparizioni come la cometa di Natale, ma non fa neanche luce. Dov’è la scuola di fronte all’ignoranza che consente una facile strumentalizzazione?». Il Prof. Silvresti prosegue facendo una profonda riflessione sul ruolo della scuola, la quale dovrebbe far capire il valore della vita propria e di quella degli altri. Il concetto di vita proprio della mafia, della camorra e delle organizzazioni criminali esula dalla vita come valore e viene circoscritto alla singola esistenza, omettendo il senso basilare delle relazioni con gli altri. Inoltre, evidenziando il legame viscerale alla nostra terra, afferma che «noi siamo troppo ancorati al territorio napoletano, molti si sarebbero salvati se avessero fatto la valigia e fossero partiti. Sulle spalle dei vinti molti ci hanno guadagnato anche con solo il silenzio ed omertà. La disperazione è un altro tassello di questo libro e consiste nella consapevolezza di chi si è sentito usato e raggirato, di chi ha preso coscienza dei soprusi e li ha dovuti subire. Oggi le cose possono cambiare, ma è sempre una questione di scelte … e forse questo poteva essere sottotitolo del libro, scelte che emergono dal nero. Il libro racconta fino ai nostri giorni le


DOMENICA 9 APRILE 2017 vicende che potrebbero svolgersi, come dice Don Manganello in una società e si conclude con una sentita memoria alle vittime innocenti della città. In un attimo tutto può succedere, tutto cambia, anche la felicità si trasforma in dolore. Quanto dura un attimo? Quell’attimo non finirà mai. Il libro si conclude con poche parole di speranza che non spetta a noi scrivere, ma spetta alle nuove generazioni. Questo però non ci impedisce di sognare nel vedere una cosa diversa dalla realtà, ma è inutile se ognuno resta nella sua individualità e non si impegna e lavora in maniera sinergica. Le battaglie non si vincono da soli e non si vincono restando nel proprio uscio. Ci vuole coraggio. Solo chi guarda lontano è in grado di vivere la vita nel senso pieno, senza paura, capace di costruire un futuro migliore forse per i nostri figli». Il microfono passa a Don Manganiello, “prete di strada”, il quale, dopo aver ringraziato Suor Giocondina, Preside dell’Istituto Brando di Casoria per l’accoglienza, concentra il suo intervento evidenziando la difficoltà nel parlare della criminalità nell’hinterland napoletano, ma è necessario parlarne. Saviano ne parla e racconta Gomorra per provocare una reazione, ma ha provocato una emulazione. Don Aniello Manganiello per 16 anni ha rappresentato la voce di Scampia, riuscendo a strappare alla criminalità organizzata tantissimi giovani. Ha denunciato ed ha subito numerose minacce, ma non ha mai accettato la scorta. «Bisogna combattere il cancro della camorra, - afferma Don Manganiello - la forza della camorra sta nel nostro silenzio e nel nostro girare la testa. Collaborando e mettendoci insieme è possibile avere un risultato. Ciascun cittadino può contrastare in maniera soft, incruenta e senza correre rischi. La scuola fa la sua parte, ma viene messa in difficoltà soprattutto dalla famiglia. Tutte le aggregazioni

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sociali sono chiamate a fare alleanza, dalla scuola alla famiglia, alla chiesa e alle altre associazioni per combattere la criminalità organizzata. Contano le persone. Bisogna investire nell’istruzione e nella formazione, poiché inserire un soggetto in società senza cultura è come gettare in aria un passerotto senza ali. Dobbiamo curare la formazione e l’istruzione delle nuove generazioni, in quanto investire su di loro rappresenta un servizio prezioso per la società. E poi le Istituzioni devono fare la loro parte». Interviene il Vicepresidente dell’Ordine dei Giornalista Mimmo Falco: «Abbiamo perso l’identità e l’Agorà: non c’è più un momento per confrontarsi in quanto la grande città è dispersiva. Ma l’unico vero problema è il lavoro nel meridione. Abbiamo cancellato la speranza così la camorra si è inserita nella società sostituendosi allo Stato, sottoforma di un circuito indotto di antistato perché i cittadini non hanno da mangiare. Poi le chiese stanno chiuse, sono a macchia di leopardo e svolgono attività commerciale. Cristo non ha mai scritto un libro, eppure è seguito da circa 2000 anni. Dobbiamo riunirci per fare squadra poiché restando ognuno nella sua individualità e nel suo orticello non fornisce

un contributo. Quando non c’è l’aiuto la camorra si sostituisce. Concludo con l’auspicio di trasmettere alle generazioni future tradizioni e valori … purtroppo l›unico valore che abbiamo trasmesso ad oggi è il denaro». L’incontro prosegue con le domande poste dalle alunne del Ghandi all’autore Francesco Gemito, il quale si presta nel fornire egregiamente le risposte descrivendo personaggi ed eventi citati nel libro, e si conclude con l’intervento del Sindaco Pasquale Fuccio, il quale dichiara che con grandi difficoltà sta cercando di mettere in campo un’azione di repressione al fine di garantire al cittadino la sicurezza. «I problemi che questa giovane Amministrazione deve fronteggiare sono principalmente la legalità e l’occupazione. Il Governo e la Regione devono diventare il sostegno per fronteggiare questi problemi. Il Sindaco può agevolare ed accelerare l’inserimento di nuove attività produttive e poi la grande sfida e la speranza sono quelle di iniziare ed intraprendere nuovi progetti, tra cui la riapertura dell’Alenia, succursali universitarie, un nuovo PUC e tanti altri indicati nelle linee programmatiche in corso di approvazione».

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ALESSIA DIANO

Giornalismo sotto anestesia

Il giornalismo è un mestiere difficile, ha affermato nel suo editoriale il direttore Nando Troise la scorsa settimana. Non potrei essere più d’accordo. Il giornalista, quello vero e non quello che fa semplicemente propaganda, è una penna inquieta che in nome della verità e della libertà diffonde la notizia, anche quella più scomoda. Ciò procura certamente molti problemi e nemici. Chi non è mosso da un ossequioso servilismo nei confronti del potere ha grandi difficoltà ad esercitare questo mestiere. Il giornalista è un personaggio fastidioso che ha il coraggio e la forza di cantare fuori dal coro. Indaga, va alle fonti della notizia, non si limita alla superficie. Sa sporcarsi le mani se occorre perché la ricerca della verità non può avere filtri. Horatio Verbitsky, celebre giornalista argentino, ha affermato che: “Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia. Il compito del giornalista è additare ciò che è nascosto, dare testimonianza e, pertanto, essere molesto.” Questo tipo di giornalista però appare quasi come una figura mitologica. La crisi dell’editoria, accompagnata

dall’avvento di internet, ed in particolare dei social network, ha radicalmente cambiato questa professione, che ha perso il fascino che aveva un tempo. Tiziano Terzani riteneva che il giornalismo “non è un mestiere come tanti. Non é una cosa che fai andando a lavorare alle 9 del mattino e uscendone alle 5 del pomeriggio; è un atteggiamento verso la vita che muove dalla curiosità e finisce col diventare servizio pubblico: è missione. Non è un semplice mestiere, non un modo di guadagnarsi da vivere, ma qualcosa di più.” Purtroppo sono in tanti quelli che invece si avvicinano a questo mondo ritenendolo un lavoro qualsiasi. Una fonte di guadagno come un’altra. Questo ha fatto sì che nel tempo si sia persa professionalità. A volte il numero delle visualizzazioni online di un articolo diventano più importanti del contenuto stesso del

ORARIO CONTINUATO TUTTI I GIORNI

@SARTORIAITALIANAGRAY

pezzo. Ma di chi è la colpa? Purtroppo sono le stesse redazioni a non richiedere l’approfondimento. Approfondire significa pagare di più e invece si punta al risparmio. I giornalisti regolarmente assunti e pagati da una redazione con un fisso mensile per reperire e raccontare notizie sono davvero pochi. Scegliere questa strada significa, soprattutto qui al sud, restare precari a vita. Ma se è vero che quella del giornalista più che una professione è una vocazione, bisogna guardare oltre. Occorre rimboccarsi le maniche. Bisogna, come mi ha insegnato il direttore Troise, essere appassionati e curiosi verso il mondo che ci circonda. Occorre scendere per strada, denunciare ciò che non funziona; attivarsi affinché qualcosa cambi. Svegliare le menti assopite della società. Finché ci sarà qualcuno che avrà il coraggio di raccontare la verità c’è ancora speranza per il giornalismo, quello vero. La strada è lunga ed impervia, potrebbe non essere gratificante, soprattutto all’inizio, ma solo in questo modo si potrà ridare dignità e autorevolezza a questo delicato mestiere.

DOMENICA MATTINA APERTI

@SARTORIAITALIANANAPOLI

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PERCHE’ LASCIO IL PARTITO DEMOCRATICO DI CASORIA

“Ho taciuto per troppo Tempo” “Chiedo Scusa ai cittadini di Casoria” La città di Casoria è sfortunata dal punto di vista politico Ho aderito con grande speranza al progetto del partito Democratico di Casoria, contribuendo e onorandomi della carica di componente dell’esecutivo dell’Assemblea Provinciale del PD napoletano. E’ la lettera di “dimissioni” dal Partito Democratico “Circolo Angelo Vassallo” di Casoria, “stanco di far politica in un partito, che da troppi mesi si trascina in una lunga catena di azioni/situazioni. Tutte tendenti al posizionamento personale all’interno dell’amministrazione del Sindaco Fuccio. Il PD a Casoria, doveva essere “un partito nuovo, non un nuovo partito”. Quel partito che, attraverso il rinnovamento di se stesso e del sistema politico casoriano, si proponeva di costituire il principale elemento del ricambio politico nella città di Casoria. Doveva, quindi, essere l’attore di un vero cambiamento morale e civile, prima ancora che politico. La stagione dell’entusiasmo e della speranza del post elezione del Sindaco Fuccio è durato ben poco. L’ingresso di forze e soggetti (fino a ieri servi sciocchi del Senatore Casillo), senza alcuna cultura politica e senza una vera adesione ai principi costituenti, hanno realizzato una vera e proprio contro rivoluzione riportando indietro di decenni la città di Casoria e l’orologio del PD locale. Il PD di Casoria è diventato nei fatti il partito di conservazione dell’esistente ed impotente rispetto alle esigenze di profondo cambiamento che la città di Casoria attendeva, di cui il paese ha urgente bisogno. Tanti i motivi di disagio, a fronte del successo elettorale, la scarsità di proposte politiche è evidente, il partito è vissuto, non più come un luogo di confronto in cui si selezionano idee e uomini migliori per il bene comune, ma bensì il partito dei consiglieri comunali eletti nella lista del PD, a cui far riferimento. Ho taciuto per troppo tempo, fedele all’insegnamento dei padri del rispetto del partito. Sono tante le questioni su cui il PD ha opportunamente evitato di effettuare analisi interne e di prendere posizione su certi personaggi politici che appoggiano l’amministrazione Fuccio che non sono altro la continuazione della passata amministrazione dell’ex Sindaco Canfora (anche in virtù delle ultime vicende giudiziarie cui è coinvolto un ex dirigente del Comune di Casoria per la costruzione del Parco delle Arti). La politica con la P maiuscola deve dare un colpo di reni e ritornare a parlarsi e a trovare soluzioni per il futuro della città di Casoria e soprattutto per i giovani casoriani. Avevo voglia di far politica per il bene della città, credo di non poter fornire più un supporto di idee per il bene comune nel PD. Lascio anche l’Associazione Laboratorio Democratico in quanto non sono stato adeguatamente supportato ad una opposizione contro una amministrazione che fino ad oggi non si è mostrata all’altezza di guidare un paese come Casoria

IL PRESIDENTE Michele Bruno


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PAOLA CONSOLETTI

CASORIA E L’EDITORIALE DI NANDO TROISE Il Direttore di Casoriadue, Nando Troise, con il suo editoriale, ogni settimana sottolinea le tante problematiche presenti sul territorio di Casoria e nelle zone limitrofe, gli eventi, le iniziative, tutto ciò che può permetterci di conoscere più a fondo questa “città”, infatti Casoria non può essere definito un paese, numerosi sono gli abitanti, e come in tutte le “grandi città”, le problematiche sono notevoli. Il capitolo rifiuti è l’argomento più dibattuto in assoluto, e come spiega il Direttore Troise, tutto questo senza trovare alcuna soluzione. Bisogna evidenziare che, in questo scenario, troviamo numerosi colpevoli, da Bassolino ai Commissari di Governo, ma nessuna soluzione. Occorre ribellarsi, con la propria etica, l’educazione civica, una guerra contro “i cafoni urbani” che sporcano e devastano la propria terra. Ma ad oggi, nulla accade. Nel suo editoriale, Nando Troise, pone in primo piano tanti capitoli, tra questi l’Amministrazione Comunale di Casoria, dove i cittadini hanno puntato sul Sindaco, Pasquale Fuccio, un’Amministrazione che ha la possibilità, visti i poteri che si ritrova, di dare una svolta a questa città, pur essendoci preoccupazioni, visto che Casoria è stato un Comune ed una città commissariata ben quattro volte. Il Direttore Troise, ci spiega essere “troppo innamorato” di questa terra e delle sue ricchezze, le stradine che si percorrono nella città di Casoria, potrebbero ricordare le vie di Sorrento, con negozi artigianali, al contrario rappresentano solo delle costruzioni di mattoni, pronte a crollare ad un minimo movimento, e sarà davvero difficile vedere una strada gradevole, bella, che porta verso la Chiesa di San Mauro Abate, una Basilica che vanta numerose opere. Le proposte che vengono fatte continua-

mente, come evidenzia il Direttore di Casoriadue nel suo editoriale, rappresentano una forma di incitamento per ridimensionare la città. Il Museo d’Arte Contemporanea, un museo bellissimo, con una spiccata aria internazionale, dove ci sono opere di autori appartenenti ad 80 nazioni diverse, grazie sempre all’idea di un giovane ed affermato artista internazionale. Lo stadio San Mauro, è un altro capitolo, è ritornato funzionale nel 2015, grazie ad un gruppo di giovani professionisti, i quali hanno messo in atto le loro idee creando una grande forza, dando così la possibilità al Casoria Calcio, dopo numerosi successi di approdare al Campionato Regionale di Eccellenza. Numerose le problematiche, ma contemporaneamente numerose sono le proposte fatte, senza alcun riscontro. La politica urbanistica ed abitativa, dagli anni ’70 in poi, rappresenta una vera e propria “macchia nera”, che ha portato al degrado ambientale e sociale, questo sino ad oggi. A questo punto ci si chiede se, un’Amministrazione seria possa dimenticare tutte queste problematiche. Sicuramente una strada giusta, una retta via, ancora non si è riuscita a trovare, il fallimento, i tanti scioglimenti dei Consigli Comunali avvenuti negli ultimi dieci anni, hanno solo creato “crolli”, “monnezza”, “incapacità di Amministrare”. Pasquale Fuccio, come ci evidenzia il Direttore Nando Troise, ha vinto in questa nuova Amministrazione, perché ha convinto i suoi elettori di levare protesta contro questo “modo negativo” di amministrare, proprio per questo motivo sono necessarie, oggi, forze nuove, di una nuova generazione politica. Casoria dunque, ha bisogno di una nuova identità e dignità.


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12 DOMENICO BORRIELLO

Il punto sull’amianto a Via Calvanese Abbiamo già parlato dell’incresciosa e insostenibile situazione di Via Mauro Calvanese, la strada sulla quale ogni venerdì si svolge il mercato. Ovviamente ci stiamo riferendo alla vicenda che ha portato alla luce la presenza di amianto in un tratto della strada, un fatto che possiamo definire, senza mezze misure, grave e pericoloso. Casoriadue si è messa in contatto con Casoria Ambiente e con l’Assessorato all’Ambiente della città di Casoria per fare chiarezza sul fatto, a partire dal tema più scottante al momento che è quello della rimozione dell’amianto. Stando a quanto ci raccontano da Casoria Ambiente la situazione sembrerebbe non essere di loro competenza perché “non abbiamo le iscrizioni e le competenze per farlo (rimuovere l’amianto, ndr). Dovremmo appaltarlo, se ci ordina di farlo il comune. Tuttavia non avrebbe senso perché potrebbe farlo direttamente il comune, anche perché la normativa per gli affidamenti è praticamente la stessa. Affidarlo a noi non aiuterebbe a velocizzare il processo”. Nel confronto con l’assessorato all’Ambiente invece emerge che, a quanto pare, si stia aspettando che la società modifichi il pia-

no di lavoro per rimuovere l’amianto e che se non ci fosse stato il sequestro dell’area, probabilmente, si sarebbe già provveduto a risolvere la situazione. “L’intenzione sarebbe quella di appaltare un servizio di raccolta amianto annuale in modo tale da avere una ditta immediatamente disponibile per la messa in sicurezza, prima, e per la rimozione, poi. Questo previo protocollo d’intesa con l’ASL competente a cui verrà consegnato un piano di lavoro tipo per le piccole quantità tale da evitare anche i rallentamenti dovuti all’approvazione del detto piano. Si farà in modo, inoltre, che la stessa società possa essere nominata custode giudiziaria in caso di sequestro”. Riassumendo: il problema legato ai tempi di rimozione, decisamente troppo lunghi, sembrerebbe essere in gran parte, ma non solo, di natura burocratica. Il sequestro dell’area e l’attesa per la modifica del piano avrebbero rallentato il processo. Tuttavia ci preme sottolineare come questa vicenda racchiuda fatti tristi e spiacevoli, l’ennesimo schiaffo a Casoria. Ne parlavamo proprio qualche settimana fa: la città che sopporta, costantemente, tutto. Anche l’amianto...

ALESSIA MANCO

Le scuole di Casoria in prima linea per il riciclaggio dei rifiuti. La visita guidata all’Ambiente S.p.A. di San Vitaliano Gli Istituti Comprensivi presenti sul territorio casoriano hanno aderito ad un’iniziativa comunale che prevedeva un’uscita didattica presso la piattaforma ecologica dell’Ambiente S.p.A. di San Vitaliano, una delle più innovative d’Europa. Dal 22 Marzo al 5 Aprile le varie scuole hanno, dunque, portato parte dei loro alunni alla scoperta di un

impianto di riciclaggio di plastica, carta e cartone e alluminio. Ad essere coinvolti sono stati gli studenti delle classi quinte della scuola primaria e delle classi prime della scuola secondaria di primo grado, considerati i più idonei per la partecipazione a quest’iniziativa, essendo in piena formazione e molto sensibili agli stimoli ricevuti.

In vista dell’uscita didattica, gli alunni sono stati motivati a svolgere attività e ad informarsi sulla salvaguardia dell’ambiente e sui processi di differenziazione e riciclaggio dei rifiuti. Nel corso della visita hanno potuto vedere coi loro occhi ciò di cui avevano solo sentito parlare a scuola, partendo dai camion carichi di buste in arrivo all’impianto, fino alla


DOMENICA 9 APRILE 2017 realizzazione di balle di una tonnellata che altre aziende avrebbero acquistato per terminare il processo. I ragazzi hanno potuto rivolgere domande alla guida specializzata, messa a disposizione dalla stessa società, e vedere video che illustravano l’intero svolgimento del ciclo. Hanno ricevuto, inoltre, gadget e brochure informative. Entusiasmante l’interesse mostrato dai piccoli studenti nel corso di questa esperienza, così come testimonia la biologa Adele Affaitati, professoressa di matematica e scienze presso l’I.C. Palizzi: “Ho visto i ragazzi davvero stupiti quando la guida ci ha mostrato una felpa ed uno scaldacollo di pile, realizzati con granuli di PET, il prodotto finale del riciclo della plastica. Non potevano credere che, a partire da sole tre bottiglie di plastica, si potesse realizzare un capo d’abbigliamento. Parlandone in classe, mi sono resa conto di come questa esperienza li abbia aperti a nuove prospettive e abbia dato loro maggiore consapevolezza. Anche per me, d’altra parte, quest’uscita didattica è stata altamente formativa. Io stessa, da sempre attenta alla tematica ambientale, ora faccio più attenzione ad alcune cose, al risciacquo delle lattine e delle bottiglie prima di gettarle negli appositi contenitori, ad esempio. La scuola è un luogo educativo e lo deve essere sotto tutti i punti di vista. E’ per questo che non solo a casa, ma anche qui i bambini devono imparare a riciclare e lo stanno facendo grazie ai contenitori forniti alle scuole dal Comune. Nel corso della visita si sono resi conto di alcuni errori che compivano nel differenziare. E’ importante che abbiano toccato con mano il risultato del loro impegno per l’ambiente: sicuramente ora non pensano più che la differenziata sia inutile “perché tanto viene mischiato tutto”, come spesso erroneamente viene detto.”

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L’uscita didattica si inserisce in un progetto più ampio promosso dal Comune di Casoria e, in particolar modo, dall’Assessorato alle Politiche per l’Ambiente e Ciclo Integrato dei Rifiuti. Dall’insediamento della nuova giunta è stato, infatti, inserito nel PTOF (il piano triennale di offerta formativa) di tutti gli istituti scolastici casoriani il progetto Differenziare e Riciclare per una città più pulita. Questo progetto ha lo scopo di sensibilizzare tutti gli studenti ed educarli al meglio, in qualità di responsabili cittadini del domani. Per la scuola dell’infanzia, in particolare, è prevista un’esperienza di riciclo creativo, che stimolando la naturale fantasia dei bambini, li porterà, a partire da materiali non più utilizzati, alla realizzazione di lavori che verranno esposti a fine anno e premiati. In generale, gli studenti di tutte le età saranno responsabilizzati e spinti a prendere coscienza del loro importante ruolo, imparando a svolgere la differenziata anche a scuola. A proposito del progetto e dell’uscita didattica presso l’impianto di recupero e riciclo della plastica di San Vitaliano, si è espressa anche la prof.ssa Maria Grazia Puzone, Dirigente Scolastico dell’I.C. 1 Ludovico da Casoria: “Il progetto, entrato a far parte del PTOF del no-

stro istituto, si sviluppa nelle discipline scientifiche, letterarie e anche nelle attività pratiche. Dall’inizio dell’anno abbiamo svolto una serie di attività, partite dal monitoraggio delle conoscenze che i bambini avevano in merito al riuso e al riciclo dei materiali. Molto bello è stato il laboratorio manipolativo, che ha visto il coinvolgimento di un gran numero di alunni diversamente abili. Da anni a scuola si parla di riciclo e riutilizzo, ma è bene tornare a riprendere in maniera sistematica iniziative già sviluppate. I bambini cambiano ed è utile riproporre tematiche importanti, soprattutto nel caso della Campania, dove la situazione rifiuti è particolarmente delicata. L’uscita didattica è stata molto interessante, gli alunni erano entusiasti. Noi abbiamo scelto di mandare in visita i ragazzi più motivati, che hanno avuto il compito di relazionare e fotografare l’esperienza vissuta. Certo sarebbe stato significativo poter coinvolgere tutti gli studenti, ma l’iniziativa è stata sicuramente apprezzata.” L’uscita didattica, infatti, prevedeva la partecipazione di un massimo di 50 bambini per Istituto Comprensivo: 25 delle classi quinte della scuola primaria e 25 delle classi prime della secondaria di primo grado. Tuttavia, in tutte le scuole, gli alunni sono stati esortati a svolgere verbalizzazioni scritte e cartelloni per diffondere le informazioni apprese e rendere partecipe il resto della scolaresca e del corpo docenti. L’auspicio è, ovviamente, quello che iniziative di questo tipo siano sempre più frequenti e che permettano un coinvolgimento sempre più ampio, nell’ottica di un futuro pulito, perché, come recita il portale web dell’Ambiente S.p.A., “il mondo è il tesoro più prezioso che possediamo, imparare a proteggerlo e rispettarlo è un dovere che ognuno di noi deve iniziare a compiere”.

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DOMENICA 9 APRILE 2017 BIOLOGIA DELLA NUTRIZIONE

15 A cura della Dott.ssa Flavia Altieri, Biologo Nutrizionista

Colon irritabile: un cervello nel nostro intestino

La sindrome del colon irritabile (o colonpatia funzionale) è un disturbo che interessa la porzione finale dell’intestino crasso, dove si completa l’assorbimento/ riassorbimento dei liquidi e dei minerali dalle feci. Non si tratta di una vera e propria malattia, bensì di un disturbo (o meglio di una sindrome) di tipo funzionale. Il colon irritabile è infatti caratterizzato da un quadro clinico piuttosto generico, con sintomi - come dolore addominale, diarrea o stipsi (spesso alternate) - che non dipendono da alterazioni patologiche dell’organo (da qui il termine funzionale). Pare che la sindrome da colon irritabile sia vincolata principalmente allo stato psicologico del soggetto e - proprio poiché non si associa ad alterazioni patologiche del colon costituisce quasi sempre una diagnosi di esclusione rispetto alle malattie organiche. In assenza di una causa chiaramente evidenziabile, la sindrome da colon irritabile viene spesso associata a compromissioni della stabilità psicologica. Secondo l›esperienza clinica di molti professionisti, la sindrome del colon irritabile sembra migliorare sensibilmente con l’equilibrio emotivo del paziente. Il 70% dei casi interessa le donne; di conseguenza, il quadro predominante è di certo la stipsi associata a dolore intestinale, senso di sollievo dopo l’evacuazione e (talvolta) percezione di aumento progressivo della circonferenza addominale, con sentori di tensione e pienezza, svuotamento incompleto, emorroidi e/o ragadi. Il fatto che si arrivi alla diagnosi di sindrome del colon irritabile per ESCLUSIONE, può nascondere certe situazioni di natura abbastanza differente. E’ il caso, per esempio, delle intolleranze alimentari al lattosio e della sensibilità al glutine. Non dimentichiamo poi che esistono alimenti e

bevande potenzialmente irritanti, astringenti o lassativi. Tra i prodotti irritanti distinguiamo soprattutto: i piccanti (peperoncino, pepe e altre spezie) e gli alcolici; gli astringenti sono: limoni, riso brillato, banane acerbe, the e nespole ecc. I lassativi comprendono: latte caldo, i vegetali molto ricchi di fibre, la crusca e gli stimolanti (come la caffeina). Esistono altri principi attivi lassativi e sono contenuti in certi prodotti di origine vegetale. Per gli alimenti ricchi di nervini stimolanti è necessario fare un’ulteriore precisazione, ovvero che: trattandosi di un disturbo verosimilmente legato allo stato emotivo-psicologico del soggetto, oltre ad avere un effetto sinergico sulle contrazioni della muscolatura liscia intestinale, la caffeina può aggravare uno stato di allerta ingiustificato (ansia) e agire direttamente anche sulle cause primitive della sindrome da colon irritabile.


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16 ANTONIO BOTTA

SE LA TECNOLOGIA DIGITALE E’ AL SERVIZIO DELLA CULTURA LOCALE Studenti della “Ludovico da Casoria” 1 centrale impegnati in un Concorso regionale con lo scopo di valorizzare il patrimonio artistico di Casoria.

Gli studenti della classe seconda A della scuola secondaria di primo grado Casoria 1 “Ludovico da Casoria centrale”, stimolati e guidati dall’ animatrice digitale dell’Istituto Comprensivo di via Pio XII, prof.ssa Genny Tuccillo, e sostenuti e incoraggiati dalla Dirigente scolastica, prof.ssa Maria Grazia Puzone, parteciperanno al Concorso dal titolo “Le bellezze del territorio: Arte, paesaggio e tipicit@ tradizionale” rivolto agli studenti delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado della regione Campania. L’idea di fondo è quella di far conoscere e valorizzare il peculiare patrimonio artistico – culturale, paesaggistico, folkloristico e la tradizione eno- gastronomica locale, privilegiando musei, eventi culturali, ricorrenze storiche, date emblematiche per la nostra Regione. Una ghiotta opportunità per gli studenti casoriani, i quali hanno deciso di conoscere la storia e i preziosi tesori d’arte della nostra Città per porli in risalto e farli apprezzare, utilizzando la tecnologia digitale. I lavori dovranno essere inviati entro il 30 Aprile. Un grandissimo “in bocca al lupo”, dunque, a questi baby cittadini di Casoria; si è certi che l’esperienza didattico- educativa in cui sono impegnati contribuirà a sviluppare in loro l’amore per il contesto cittadino in cui vivono, stimolandoli a maturare una forte identità sociale, fieri delle peculiari tradizioni e bellezze locali da tutelare e da porre in mostra. Utilizzando la tecnologia digitale e coordinati anche dal referente del progetto Roberto Saviano, professore di Arte

e Immagine, i ragazzi avranno modo di capire che per evitare di far coprire le ricchezze storico – culturali di Casoria e le sue bellezze artistiche dalla polvere dell’oblio e della indifferente dimenticanza, è necessario conoscere, studiare, apprezzare la storia locale, dedicando ad essa alcune ore tratte da quelle annuali dedicate alla storia generale, come si sta già sperimentando in qualche scuola di Afragola. Conoscendo, fin da bambini, le radici della propria Città, le future generazioni di Casoria potranno uscire dall’analfabetismo storico e artistico che ha afflitto quelle precedenti. La nostra identità nazionale, infatti, poggia innanzitutto su quella locale. Già i ragazzi della seconda A hanno realizzato un video per esaltare alcune delle bellezze artistiche italiane maggiormente apprezzate dai turisti di tutto il mondo: un eccellente prodotto realizzato al termine di un percorso didattico nel quale, sempre guidati dalla prof.ssa Tuccillo, hanno potuto scoprire, analizzare e ammirare, pensate un po’, alcuni capolavori di Raffaello, Michelangelo, Leonardo da Vinci, dopo aver studiato con una metodologia innovativa e coinvolgente anche alcune caratteristiche dei periodi dell’arte greca, gotica, rinascimentale. La tecnologia digitale, dunque, è stata posta dai bravissimi studenti al servizio della suprema bellezza dell’Arte, che, insieme alla Letteratura, ha strutturato e rappresentato il pensiero e l’identità civile del nostro Paese. Purtroppo, tale disciplina, benché l’I-

talia sia un museo a cielo aperto, mai è stata valorizzata, come merita, nei documenti programmatici della scuola italiana. Eppure, l’inestimabile patrimonio artistico, oltre che paesaggistico, nazionale è inseparabile, come ha posto in rilievo lo scrittore e storico dell’Arte T. Montanari, “dal senso di cittadinanza, di giustizia e di vita morale che quasi informa ogni pietra e ogni statua. E – da Leon Battista Alberti a Giorgio Vasari, da Giovan Pietro Bellori a Luigi Lanzi, a Roberto Longhi- il discorso sull’arte è sempre stato un discorso sull’interesse pubblico, non sull’intrattenimento privato: un’altissima linea plurisecolare che è sfociata nella Costituzione, grazie alla quale la Repubblica “tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. L’esperienza di apprendimento, dunque, ha consentito ai ragazzi di maturare la consapevolezza – e il video realizzato ne è la prova – che la storia dell’arte contribuisce alla costruzione del futuro tenendo viva e attiva la funzione civile e morale dell’arte del passato. In altre parole, richiamando ancora il pensiero di Montanari, “tutelare davvero il patrimonio storico e artistico della Nazione vuol dire insegnarne il linguaggio e il significato a ogni nuova generazione”. Si potrebbe definire il loro prodotto un efficace spot di pubblicità progresso, reso ancora più accattivante dalla gradevolissima musica di sottofondo. Aspettiamo, fiduciosi, allora, il secondo “frutto” del loro ingegno messo al servizio, questa volta, dei beni culturali di Casoria.

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CARMEN PALUMBO

INTERVISTA CLAUDIO MUNGIVERA: LA MAFIA NON PUO’ DURARE PER SEMPRE Questa settimana abbiamo avuto il piacere di intervistare Claudio Mungivera, colonnello dei carabinieri, militare e scrittore italiano. Un uomo e un professionista di grande spessore, che si è contraddistinto per una carriera straordinaria e illustre. È stato insignito di numerose ed alte Onorificenze Nazionali ed Internazionali come quella di Cavaliere Ufficiale della Repubblica, la medaglia al valor civile, la medaglia al merito concessa dalla Nato e molte altre cariche di grandissima importanza. Sempre fedele ai suoi valori di militare e di uomo che difende la patria, Claudio Mungivera è stato per anni protagonista della lotta contro la criminalità mafiosa e si è impegnato nell’attività di contrasto al traffico internazionale di stupefacenti. Oggi è responsabile della sicurezza al Comando NATO per il Sud Europa dove attualmente presta servizio. Nell’aprile 2012 è stato eletto vice-presidente del COBAR carabinieri Campania e Presidente del COIR Ogaden. E’ anche autore di diversi libri inerenti sempre alla sua professione e alla sua lotta per combattere la criminalità. Nel 2014 è stato pubblicato il suo libro “il Cancro della Corruzione”, dedicato ad Agnese Borsellino, moglie del giudice Paolo. Il libro ha avuto uno straordinario successo e si è aggiudicato

il premio letterario internazionale, “il Molinello”. Nel 2016 è uscito invece un altro suo grande successo, “Mafia, genesi di un male” dove l’autore cerca di spiegare il significato che ha per lui il termine mafia. Proprio sulla sua professione e sulla scelta compiuta in questi anni, abbiamo voluto approfondire il discorso attraverso alcune domande. In questi anni di carriera lei si è distinto per la sua lotta contro la criminalità mafiosa, perché ha deciso di intraprendere questa strada e di indirizzare la sua vita verso questa scelta? Questa è stata una scelta di vita, di sa-

crifici e di passione. Il mio è un lavoro che richiede tanta passione ma anche tante privazioni, chi sceglie di accostarsi a questa professione non può non seguire ciò che riporta l’articolo 54 della Costituzione, cioè portare avanti la propria carica pubblica con disciplina ed onore. Questo è quello che ho fatto nella mia carriera ed è quello che cerco di fare ancora oggi. Nel suo ultimo libro ha trattato nuovamente l’argomento della criminalità mafiosa, potrebbe spiegarci cosa significa per lei questo termine? Il libro “Mafia genesi di un male” nasce dall’idea di chiarire il significato del termine mafia, in quanto oggi anche giornalisticamente si fa un uso improprio di questa parola. La mafia nasce in Sicilia, è un fenomeno autoctono, che ha avuto origine oltre 200 anni fa nel feudo siciliano, con le figure dei gabelloti. Oggi si parla di mafia del Brenta, di mafia capitale, ma sono tutti usi impropri e generici di questo termine, perché quando parliamo di mafia secondo il mio parere bisogna fare esclusivamente riferimento al mondo siciliano. Si tratta di un fenomeno molto difficile da combattere e che ha alle spalle una storia lunghissima, ma come diceva Falcone “tutto ciò che nasce dall’uomo è destinato a morire” quindi anche la mafia può essere sconfitta.

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ANTONIO VALENTI

Nino Taranto, storia di un artista napoletano Per parlare di Nino Taranto non si poteva scegliere location migliore di un teatro napoletano, il foyer del Diana; l’occasione è la presentazione del libro di Andrea Jelardi, prefazione di Gino Rivieccio, “Nino Taranto”, quarto volume della collana teatro delle SERIE ORO Kairos Editore ideata e diretta da Anita Curci e che ha già pubblicatoi i volumi Annibale Ruccello, Lacarmen di Enzo Moscato e La serva del principe di Manlio Santanelli. Per la presentazione del libro sono in sala l’autore; Gino Rivieccio; Anita Curci; Manlio Santanelli, Tullio Del Matto e Lino Volpe, voce musicale dell’evento; conduce brillantemente l’incontro il giornalista Giuseppe Giorgio. Tanti ricordi ed aneddoti per ricordare l’artista. Gino Rivieccio spiega Nino Taranto “Il “commendatore” era una persona perbene, un napoletano perbene; sempre disponibilissimo a dare consigli specialmente a noi giovani, raccontava spesso i suoi pensieri e aneddoti; un professionista esemplare, arrivava in teatro con grande anticipo, questo l’ho imparato da lui e ancora oggi arrivo in teatro molto prima, alcuni attori giovani oggi arrivano all’ultimo momento, alle 20,15 stanno ancora per strada, con lui imparavi guardando il grande artista. Ricordo la scena del terzo atto della commedia “La morte di Carnevale”, in cui doveva “concretizzare” con Luisa Conte, scavalcava la finestra e metteva in atto tutti gli effetti e i trucchi del mestiere; io e Mimmo Sepe guardavamo estasiati dietro le quinte” Aplomb invidiabile e altruismo, si rivelarono anche in occasione del terremoto che li sorprese durante una recita al Sannazzaro, tutti scapparono tranne Nino Ta-

ranto che rimase sotto un arco e quando tutti rientrarono si mostrò solo preoccupato che fossero scappati senza giacca “Vestiti accussì liggiero ve pigliate’na pulmunite. Serata difficile, racconta Gino Rivieccio, anche per una signora del palazzo a fianco del Sannazzaro: sorpresa dal sisma mentre “concretizzava” con un signore che, si seppe poi, non era il coniuge, scapparono per le scale lei in vestaglia e lui in canottiera con l’acquaiola a fianco al Teatro che cercava con lo sguardo Nino Taranto e gridava “Commendato’ songo ‘e peccate”. Il sisma a Napoli è stato anche questo, l’humour non ci manca nemmeno in queste occasioni. Nino Taranto, osserva ancora Rivieccio, è uno degli artisti più completo del novecento, a 360 gradi, va dalla macchietta a Totò, dal folclore a Viviani. Grande sempre in tutto: le macchiette di Cioffi e Pisani sono state interpretazioni straordinarie in cui lui dipingeva personaggi, rivisitandoli con la sua arte, epico il suo “Ciccio Formaggio” con la leggendaria paglietta a tre pizzi; pur tanto diverso da Ciccio, altrettanto straordinario il suo “Totonno ‘e Quagliarella”, una sfortunata esistenza tra vino, rassegnazione e altruismo. Lo straordinario percorso teatrale di Taranto va dalla leggerezza di “Caviale e lenticchie”, suo cavallo di battaglia, di Scarnicci e Tarabusi; alla commovente “Bello di papà” di Belisario Randone e Giuseppe Marotta, e poi il suo Raffaele Viviani, suo perché fu lui, nel 1956 a “riscoprirlo e a metterlo in scena, favorendo il rilancio del grandissimo drammaturgo. Nino Taranto, cantante, poi: già nel 1955 partecipò al Festival di Napoli interpretando “ ‘O ritratto ‘e Nanninella”, poi altre varie partecipazioni fino all’edizione del 1967 in cui vinse il primo e il secondo premio rispettivamente con ‘O matusa e ‘A prutesta, cosa che non fu molto gradita nell’ambiente canoro partenopeo e ciò fu per lui motivo di sincero dispiacere.

Comunque anche in seguito parteciperà a varie manifestazioni. Poi il Taranto autore di canzoni, la sua Lusingame, è una dichiarazione d’amore così struggente che, inevitabilmente, l’interprete di turno deve spiegare che Maria non è una fidanzata in fuga ma a una figlia che si sposa e lascia la casa paterna. Affetto pure straordinario , come ricorda Manlio Santanelli, legò Nino Taranto al fratello Carlo, attore poco sfruttato per le sue potenzialità, lavorò molto con Nino e morì un mese dopo di lui. Eccelsa l’interpretazione di Carlo Taranto in ‘A morte ‘e Carnevale nel ruolo di Carnevale e Nino Taranto in quello del nipote. Notevolissima anche la produzione cinematografica, tanti i film con Totò e conosciutissima la scena della vendita di Fontana di Trevi che è diventata un vero e proprio cult; tanti sono stati i film interpretati, compresi molti musicarelli, film commerciali basati su una canzone in voga e che l’hanno visto recitare a fianco di Gianni Morandi e Albano; grande l’interpretazione dello sfortunato professore nel film Anni facili di Luigi Zampa che gli valse un Nastro D’Argento. Un personaggio da ricordare ed onorare: prossimo riconoscimento a Lucrino: Enrico Russo presidente del Consiglio Comunale flegreo annuncia che sarà intitolata a Nino Taranto la Villa Comunale di prossima apertura e in essa sarà posta una statua dell’artista, con la mitica paglietta a tre pizzi, donata dalla famiglia; la Villa sorge proprio di fronte alla Villa ‘A caccavella che era il rifugio estivo del Commendatore. A Pozzuoli Centro, poi, sarà intitolato a Nino Taranto il Cinema Teatro Lopez restaurato dopo anni di abbandono e situato presso il Tempio di Serapide.


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DOMENICA 9 APRILE 2017


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EMILIA SENSALE

Alessandra Clemente: “Far praticare ai ragazzi la legalità è il modo migliore per farla entrare nel proprio status” Il sorriso è qualcosa che in una specifica richiesta di descrizione si presta a interpretazioni affascinanti, si lascia cullare da parole sempre differenti. Non è solo l’azione di mostrare i denti permettendo a una persona di esprimere un’emozione, è un messaggio e spesso per alcuni è un’arma a doppio taglio, mentre per altri è semplicemente il miglior modo per mostrarsi a un’altra persona. Dietro a un sorriso c’è la storia di una persona e dietro al dolce e bel sorriso dell’Assessore ai Giovani al Comune di Napoli Alessandra Clemente c’è tutto il suo coraggio e la sua forza quotidiana nell’impegno istituzionale. Cosa significa impegnarsi in tanti progetti per la Città di Napoli? “È un impegno totalizzante che bisogna affrontare quotidianamente con grande competenza e determinazione tenendosi ben saldi alle corde di quell’altalena emotiva che l’amministrazione di una Città così complessa rappresenta. Le cose da fare in questa Città sono tante, sono pochissime le risorse economiche ma tantissime le energie umane, professionali e motivazionali per portare a termine i processi. Per questo c’è bisogno di tutta la propria determinazione e di un coinvolgimento continuo dei territori e dei cittadini che li vivono”. Donne e politica, cosa ne pensi di questo binomio? “Ormai siamo una splendida realtà di cui si deve prendere atto. Il numero e la qualità delle Amministratrici nella Giunta De Magistris a Napoli, le esperienze di sindacature al femminile a Roma e a Torino, per non parlare della presidentessa della Camera Boldrini sono solo un esempio di come le donne siano riuscite con le loro lotte a scardinare l’egemonia

maschile nella politica del Novecento. Ovviamente la strada è ancora tanta da fare e la battaglia culturale è ancora tutta da combattere per guadagnare una parità sostanziale in tutti i luoghi di vertice nel pubblico come nel privato”. Cosa consiglieresti a una giovane donna che vorrebbe iniziare una carriera politica? “Quella politica non è una carriera che si intraprende. In politica bisogna avere dei principi che si vogliono affermare e difendere e delle vertenze di miglioramento della società da portare avanti. Ad ogni donna che ha queste pulsioni dentro di sé dico di metterci tutta la propria competenza, fantasia e determinazione”. Si parla tanto delle brutte dichiarazioni di un eurodeputato che ha definito le donne inferiori agli uomini, vogliamo invece ribadire la grande forza e intelligenza delle donne? “A questi rigurgiti maschilisti non va data nessuna considerazione o visibilità al massimo posso consigliare un buono psicoterapeuta”. Quali azioni sono necessarie affinché i giovani possano capire l’importanza della legalità e non essere affascina-

ti dal guadagno facile promesso dalla criminalità? “Bisogna lavorare sull’educazione e sulla creazione di nuove opportunità occupazionali. Il lavoro soprattutto con i più piccoli è fondamentale per offrire dei modelli culturali di riferimento differenti rispetto a quelli della criminalità. Parallelamente a questo bisogna creare posti di lavoro come sta facendo il nostro Sindaco puntando sul grande patrimonio che abbiamo a Napoli. La nostra storia e i nostri paesaggi che grazie al drastico cambio di rotta nella amministrazione della cosa pubblica data da De Magistris sta trovando nuovamente il giusto riscontro in termini di flussi turistici che si trasformano in nuova occupazione e ricchezza. Ovviamente la strada è ancora lunga ma siamo sulla strada giusta. Un altro presidio è rappresentato dalle esperienze dei beni comuni. Veri presidi di legalità sui territori in cui la partecipazione diretta dei cittadini permette l’autorganizzazione di servizi e l’offerta di percorsi alternativi alla criminalità. Anche in questa chiave deve essere infatti letto il grande lavoro portato avanti in questi anni dall’Assessore Carmine Piscopo sulla Delibera dei Beni Comuni”. In che modo la scuola dovrebbe guidare gli studenti in maniera sana e attenta affinché possano costruire un futuro contraddistinto dalla legalità? “È importante che ogni educatore metta passione nel suo lavoro, buttando il cuore oltre gli ostacoli. Coinvolgere i ragazzi in percorsi sperimentali, farli uscire dalle aule, farli confrontare ed educarli al bello. Accogliere nelle scuole esperienze di legalità e testimonianze. Far praticare ai ragazzi la legalità è il modo migliore per farla entrare nel proprio status”.


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IDA PICCOLO

IL DIVERTENTISSIMO PEPPE IODICE

Il tuo ecletticismo ti porta anche sui grandi Il comico Napoletano Peppe Iodice è davvero schermi, in quali programmi ti vedremo? un pazzo scatenato, ed è grazie a questa dote, Per quanto riguarda l’esperienza televisiva conè super amato e apprezzato da tanti, ottenentinuo a Canale 21 la trasmissione che ha tanti do sempre ottimi risultati sia nel campo teatrale ascolti notevoli in Campania con Ivan Zazzaroni che televisivo. e Claudia Mercurio in “Il bello del Calcio” e Peppe mi racconti la tua grande kermesse tel’insieme di ospiti prestigiosi, un appuntamento atrale molto indiscussa? fisso che mi fa entrare in casa di tutti i tifosi, “Compilescion 2017 nasce da una costriziopoi a “Calcio Champagne” su Rai 2 un occane, i successi inaspettati nascono così -afferma sione bellissima, ospite di una puntata dopodiIodice- da una serata evento che ho voluto per ché nacque il feeling con Marco Lollobrigida l’inaugurazione di una nuova produzione con il Teatro Cilea, considerando il successo dello scorso anno ed è diventato un appuntamento fisso interrotto dall’impegno da sold out e concludendo con la mia vecchia produzione, ho teatrale, ma che riprenderò non il sabato ma la domenica rivoluto questo spettacolo rinnovandolo e rivoluzionandolo con “La Domenica Sportiva” sono felicissimo perché riesco nia passioni-termina Iodice- la comichiamandolo “Compilescion 2017 senza olio di palma” ed a congiungere pagrandi alemmie C e n io g e R cità con il calcio cioè il Napoli di cui sono immenso tifoso”. è stato un ennesimo riscontro di pubblico esagerato, abbiata alla a it d e r c c mo fatto il Teatro Trianon e Teatro Cilea, per cui sono molto A – essionaletutte ofincludeva r felice per questo spettacolo che le mie attituP e n io z a Autorizzazione del Tribunale di Napoli oremcose più riuscite negli ultimi anni, scritto F i dini,caspirazioni d la o u n. Reg. 5116 del 28/02/2000 S insieme a Lello Marangio, uno spettacolo esplosivo e comico Editore CASORIA DUE s.a.s rimanendo sulla scia della risata anche per il giorno dopo”. Quali sono i tuoi progetti teatrali futuri? Direttore Responsabile: Ferdinando Troise “Ancora da definire un futuro teatrale, sia per la parte orgaStampa: PRINTING HOUSE - CASORIA nizzativa che quella mentale, sto verificando alcune proposte Tiratura 7000 copie. Distribuzione gratuita. insieme a quelle che sono le mie idee per capire se la parte Questo numero è stato chiuso il 5 aprile 2017 mia artistica corrisponda o meno alla consistenza organizzativa, qualora corrispondesse con la parte pratica, andrò in Direzione, Redazione, Amministrazione e Pubblicità Via Capri, 2 - 80026 Casoria (NA) - Tel./Fax 0817311062 scena, per me non è indispensabile farlo tutti gli anni, il mio email: casoriadue@libero.it obiettivo è farlo bene”.

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di 1000ore e di 400 ore per chi è in possesso dell'O.S.A Per informazioni ed iscrizioni: Segreteria A.I.A.S. – Sede corsuale Via G. Matteotti n.9 - Casoria (NA) Tel-fax 081/7586774 – 38 081/5405672 - E-mail: Via Nicola Rocco, - Referente Avv. solidary.aias@libero.it Raffaele Toppolo Tutti i giorni lavorativi dalle ore 09:00 – 12:00 e 16:00 – 18:00 Il sabato ore 09:00 alle 12:00 aperti Martedi dalle ore 10,00-12,00 e Venerdì dalle dalle ore 16,00-18,00 OPERATORE SOCIO SANITARIO SPECIALE

CAF UNSIC - Patronato ENASAC

O.S.S.S.

O.S.S.S.

Per informazioni ed iscrizioni: Segreteria A.I.A.S. – Sede corsuale Via G. Matteotti n.9 - Casoria (NA) Tel-fax 081/7586774 – 081/5405672 - E-mail: solidary.aias@libero.it Tutti i giorni lavorativi dalle ore 09:00 – 12:00 e 16:00 – 18:00 - Il sabato dalle ore 09:00 alle 12:00


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DOMENICA 9 APRILE 2017


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