DOMENICA 21 MAGGIO 2017
Settimanale di Informazione
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ANNO XVI - N° 21 - DOMENICA 21 MAGGIO 2017
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Una fotografia generale del disastro urbanistico casoriano
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LA COPERTINA DI NANDO TROISE
Una fotografia generale del disastro urbanistico casoriano
Casoria: una Città sventrata Urgono piano regolatore della Città di sopra ed uno di sotto (gli abissi di un sottosuolo gruviera) ed una strategia per il territorio
Casoria, 77mila abitanti in 12 km quadrati, un dato che fotografa l’urbanistica della Città caratterizzata proprio dalla mania di costruire e dall’assenza di una gestione del territorio. Chi ha progettato e realizzato questa Città ha compiuto un vero e proprio disastro che per anni hanno tentato di chiamare sviluppo, assegnando a questo termine un’interpretazione distorta e strumentale. Questa condizione è visibile in tutti i luoghi della città, caratterizzati da degrado, cemento e consumismo, il cui specchio principale sono i centri commerciali pieni il sabato e la domenica perché ormai sono i veri luoghi di attrattiva, i punti di incontro di una città senza identità, senza spazi vivibili in cui trascorrere le proprie giornate con il risultato della quotidiana emigrazione verso la vicinissima Napoli. Gli spazi presenti, come le ville comu-
nali e il PalaCasoria, affidato ad una società privata, sono utilizzati poco, quando invece potrebbero rivitalizzare il territorio. Lo sgombero totale del civico 40 in via Cavour, di cui una parte crollò il 3 agosto del 2006 (e dopo 11 anni è ancora nelle stesse condizioni) portando Casoria all’attenzione dei media nazionali. Il dibattito, 11 anni fa, scomparve immediatamente nel caldo di agosto, senza che nessuno si chiedesse: “perché?”, “ma qualcuno lo sapeva che questo palazzo era a rischio?”, “chi doveva muoversi e non si è mosso?”. Tutte queste domande furono risucchiate dall’indifferenza generale perché su questo tema, ritornato di attualità con lo sgombero del civico 40, avvenuto la settimana scorsa, riduce il disastro urbanistico solo a questo episodio. CONTINUA A PAG. 5
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quella zona un luogo residenziale con parchi, ville e case, Il crollo del 3 agosto del 2006 distruggendo così la struttura Questo amore è I’incomprensione suprema fu il dodicesimo crollo in pochi del territorio, come successo che rende pazze le mie paure, anni (tutti senza neanche un con il parco residenziale in via non il libro preso dallo scaffale ferito), tra cui quello avvenuto Nicola Rocco. Mentre la fisioper guidare a sorpresa la notte insonne, alla scuola media “Cardinale nomia territoriale del centro non il frammento di vetro che taglia la pelle, Maglione”, per fortuna alle 5 storico tenta ancora di resistenon il pezzo di pane appena sfornato. del mattino. Se fosse succes- re al cemento, Casoria ha tanti Questo amore non è scelta sensata, so quattro ore dopo, avremmo “rioni degrado” nel suo terriè inevitabile tensione, avuto a Casoria una strage di torio, come via Etna, via Patrepidazione di mani tra soffici capelli, bambini (erano all’epoca ra- scoli ed il quartiere Stella; ad è I’ape che corre a un unico fiore, gazzi del 1993) delle stesse Arpino, invece, in via Giotto bacio disperato di un desertico addio dimensioni avvenuta qualche ed in via Colasanto, i palazzi che è un nuovo agognato arrivederci. anno prima a San Giuliano di sembrano toccarsi. Amore di assenze, mai di assoluta assenza, Puglia in Molise. Quasi tutti Tale fotografia di una Città i crolli avvennero nel centro sventrata dimostra che una si sente nel fuoco del ricordo, storico dove è evidente il con- delle priorità che sia l’Amlascia vuoti i giorni, sordo all’esigenza. trasto tra “la mania del cemen- ministrazione Comunale, ma All’orizzonte mpaniacerco il faro e scelgo il mare Canegli e n io g soprattutto la classe politica, to” e lo sviluppo. e R occhi di onde in tempesta. a ta all itadalle d e r c scaturito Infatti, da una parte c’è una quale risultato c A Per assurdo, ci sei o non ci sei fa lo stesso, – sionale s e f o elezioni della primavera del fisionomia del territorio che r P e ma è indubbio: se non ci sei non è Io stesso. n ormazio una 2016, devono assumere la riF i d indurrebbe a realizzare la o u Emilia Sensale c S strategia di sviluppo culturale, organizzazione urbanistica di volta a potenziare l’artigiana- un territorio sventrato. Perciò to, la storia del territorio, il urgono un piano regolatore turismo religioso valorizzan- della città di sopra ed uno di Da Martedì 23 maggio CASORIADUE in TV do la Basilica Minore di San sotto cioè del sottosuolo gruSul canale DGT 613 di Campania Felix TV. Mauro Abate, una delle più viera, ideato e realizzato con il La trasmissione ha come tema “Casoria, una storia belle e artisticamente fornite contributo di geologi, architetda raccontare” a cura di Nando Troise; ogni settid’Italia; dall’altra c’è il sogno ti, ingegneri e sociologi di cui dei costruttori di rendere anche Casoria dispone. mana un ospite d’eccezione. SEGUE da pag. 3
Inevitabile tensione
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6 EDITORIALE DI NANDO TROISE
I FATTI DEL GIORNO
Il calcio, i libri, la camorra e gli omicidi, gli scandali Ho riletto dopo tanti anni un romanzo noir di Angelo Cannavacciuolo, “Acque basse”, Fazi editore. Un libro di paradossi, di chiaro – scuro. Un libro che presenta Napoli fuori da certi stereotipi (la pizza, il mandolino ecc). Una Napoli diversa, verosimile. Una via di mezzo tra realtà e fantasia. Un libro che ti catapulta nelle putride acque basse di un mare torbido e limaccioso. Un libro che non ti fa muovere dalla tua casa, che è Napoli. Un libro che ti immerge nel tuo mare che è quello di Napoli e sui suoi fondali puoi anche incontrare un cefalo che passa attraverso un cesso. Un libro che parla di omicidi e di colpevoli. E il colpevole, il lettore lo scopre solo all’ultima pagina. “Le mani sulla città non le hanno ancora tolte!” scrive lo scrittore Angelo Cannavacciuolo e crede di parlare di Napoli. Dalla sua casa di via Aniello Falcone vede lo sconcio urbanistico di Pianura. Ascoltavo e pensavo a Casoria. Il bravo scrittore non conosce Casoria. Il più grande sconcio urbanistico ed edilizio del mondo, scrivevano qualche anno fa i giapponesi. E pensavo al vecchio e nuovo cemento. Pensavo al grattacielo di 14 piani in via Marco Rocco ed il parco residenziale di via Nicola Rocco. Pensavo alle file di palazzoni in via Giotto ed in via Colasanto. Pensavo al Parco Smeraldo ed al Parco BO.FI. Il cemento, il vero petrolio di Casoria. Vedo le stradine che portano al Parco Le Querce (via Brindisi, via Cagliari, via Nuoro, via Bari, via Messina ecc…). Sembra un film? Diamogli un titolo! “Acque basse”, “Le mani sulla città”, “Gomorra”, “O’ sistema”, “Pax mafiosa”, “La Cupola”, “Il Divo di Casoria”. Si potrebbe fare un referendum politico e poi popolare. Una specie di primarie. Quelle che piacciono a Pasquale Fuccio, uscito candidato Sindaco alle primarie del Pd casoriano. Andrebbe chiesto agli attori della politica, a quelli che si definiscono “soggetti politici”, agli informati dei fatti, ai “personaggi in cerca di autore”. Cosa ne pensano? Che titolo vogliamo dare a questo film? Una domanda che facciamo anche ai guappi, “agli specialisti del
recupero crediti”, “ai venditori di soldi”, ai ladri di gomme di auto. Che ne pensate di questa città? Che ne pensate dei giovani che la abitano? Che ne pensate dei giovani che non hanno santi in paradiso? Devono emigrare? Convivere? Adeguarsi? La strada si è fatta troppo lunga…… da via Ada Negri, dove trovasi il Settore delle Entrate dell’Ente Locale “Comune di Casoria”, dei bellissimi locali di proprietà del Comune di Casoria e scelti per risparmiare il fitto passivo dei locali di via Nazario Sauro, siamo arrivati in via Pio XII, nel palazzo che fino a pochi anni fa ha ospitato la Pretura, poi Tribunale, di Casoria, dove trovasi il Settore “Servizi diretti alla Persona” e cioè Pubblica Istruzione, Cultura, Sport, Tempo Libero e Assistenza Sociale. Questo Settore, su disposizione della Commissione Prefettizia guidata da Silvana Riccio, è arrivato in via Pio XII dopo aver lasciato gli appartamenti tanto simili alle mansarde, comprati con denaro pubblico e con una cifra superiore ai due miliardi di lire e con un condominio costosissimo che il Comune sta ancora pagando. Sembra che la Commissione Prefettizia abbia messo in vendita 10 mesi fa questi locali. Sembra che non una sola offerta sia arrivata. Sembra che il Sindaco voglia sistemare in questi locali, accorpandoli, i Giudici di Pace di Casoria e di Afragola. Mi sono allontanato troppo……….. Avevo pensato di smetterla con gli elenchi degli sperperi e delle malefatte……. Si è fatto tardi. E’ notte. Dalla finestra vedo la rotonda del Ponte tre luci, sempre al buio, da quando inaugurarono il ponte. Da allora sono passati tre Sindaci e due Commissioni Prefettizie ma la rotonda tra via Boccaccio e le rampe autostradali è SEMPRE AL BUIO! Continuo a pensare alle mani sulla città e preso dal pessimismo più acuto penso che non le toglieranno mai! Troppe collusioni, concussioni, ricatti, minacce, ricchi premi e cotillons giocano a loro favore. Ti serve aiuto? Dicono gli amici. No. L’aiuto l’ho chiesto nel 1989, quando iniziai a scrivere di Casoria, al Santo Monaco di questa Città, Padre Ludovico da Casoria. Ci pensa lui. Buona Notte e Buona Fortuna a Casoria, alla mia Città.
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DOMENICO BORRIELLO
Dal 10 maggio 1987 alla prossima stagione Lo scorso 10 maggio sono scese in campo, al San Mauro di Casoria, le vecchie glorie del Napoli del primo “storico” scudetto insieme a una rappresentativa di artisti e giornalisti. Il “celebrare uno scudetto di trenta anni fa” ha praticamente spaccato in due l’opinione pubblica, perché secondo alcuni il Napoli non dovrebbe vivere di ricordi, ma dovrebbe concentrarsi sul futuro per vincere e festeggiare qualcosa di nuovo. Premesso che questo Napoli debba necessariamente impegnarsi per brindare a qualche nuovo successo, io penso che celebrare una data storica come quella del 10 maggio 1987 sia giusto, a prescindere da eventuali trionfi successi. Il 10 maggio 1987 è come una sortia di spartiacque nella storia della città di Napoli. Sì, avete letto bene: città. Calcio e vita quotidiana sono un sinolo indissolubile in seno alla dolce Partenope, la vittoria di quello Scudetto è stata una vera e propria apoteosi, ha dimostrato ad una città intera che i sogni si possono anche realizzare. Napoli, senza il 10 maggio
1987 sarebbe sicuramente diversA e non credo di esagerare. Pertanto credo che Casoria debba essere orgogliosa di aver ospitato un evento di tale portata. Per il Napoli di oggi, invece, dobbiamo dire che molto probabilmente si accontenterà della terza piazza in campionato e, quindi, di giocare gli insidiosi preliminari di agosto. Un vero peccato perché la squadra di Sarri è scesa con una determinazione incredibile in campo all’Olimpico di Torino e, dopo aver rifilato 5 gol ai granata, sembrava essere in pole position per aggiudicarsi il secondo posto e, quindi, l’accesso diretto alla fase a gironi della massima competizione
ORARIO CONTINUATO TUTTI I GIORNI
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continentale. Invece, in quel di Roma, è successo l’impensabile. Una difesa, quella della Juventus, perforata appena 2 volte nell’arco dell’intera Champions League, si è vista battere per ben 3 volte dalla Roma, complice anche un Buffon da “paperissima”. Con le ultime due gare di campionato che pendono decisamente a favore dei giallorossi sembra veramente impossibile un sorpasso azzurro. Ma questa stagione, in cui il Napoli è distante solo 5 lunghezze dal primo posto, ci dimostra che il Napoli può e deve competere PER il titolo. In fin dei conti ad aver fatto la differenza non sono stati nemmeno gli scivoloni (come quello con il Sassuolo), ma solo i due scontri diretti con la Juventus, dove i bianconeri hanno totalizzato 4 punti e il Napoli soltanto 1. L’auspicio è che in caso di preliminare la società non operi come nell’ultimo anno di Benitez, ma che faccia comunque mercato. Perché con qualche piccolo innesto questa squadra può veramente cucire finalmente il tricolore sull’azzurro.
DOMENICA MATTINA APERTI
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SARTORIAITALIANA
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8 ANTONIO BOTTA
PETIZIONE AL SINDACO
Molti cittadini residenti in via Duca D’Aosta hanno sottoscritto una petizione al sindaco Fuccio, evidenziando lo stato di generale degrado della zona. Pertanto, essi chiedono con urgenza un intervento finalizzato a rendere vivibile il quartiere, sollecitando il Primo cittadino a farsi carico dei loro problemi. In primo luogo, è necessaria “una corretta e costante pulizia della sede stradale da eseguirsi su tutto il percorso di competenza fino ai confini del tratto competente al Comune di Afragola e del viale di accesso all’Istituto scolastico “Torrente”con cadenza settimanale”; “ad oggi”, fanno notare, “la sommaria pulizia viene eseguita fino all’altezza del civico 67,ignorando del tutto il tratto compreso fino al confine”. Urge, inoltre, il rifacimento del manto stradale che, come si presenta nello stato attuale, crea al transito riferito in particolare ai mezzi pesanti (camion, autoarticolati, autobus) continue e violente vibrazioni sugli edifici facenti parte di via Duca D’Aosta e in particolare quelli di una certa altezza, producendo danni riscontrabili nelle opere murarie per le ricorrenti sollecitazioni strutturali simili a continui terremoti, e anche per consentire Ia circolazione in sicurezza di uomini e mezzi ed allo stesso tempo salvaguardare le costruzioni circostanti”. A causa degli aumenti delle sollecitazioni strutturali, chiedono di NON“ripristinare i c. d. dissuasori”, avendo essi già prodotto notevoli danni sugli immobili. Un pericolo per i pedoni è causato dai marciapiedi dissestati per i quali si sollecita un intervento immediato; necessario anche il ripristino delle coperture dei tombini sul viale di accesso all’istituto tecnico, attualmente protetti da precarie tavole di legno oramai deteriorate. La manutenzione del verde pubblico, poi, allo stato attuale risulta assente: esso dovrebbe rappresentare uno dei pilastri di vivibilità del quartiere. Un’altra richiesta è “un intervento mirato dei vigili urbani nei confronti degli automobilisti che parcheggiano le auto sopra ai marciapiedi e in particolare su quello di fronte al viale di accesso all’istituto alberghiero”,costringendo i pedoni al transito sul sedimento stradale, con evidente pericolo nei loro confronti. Indispensa-
bile la loro sorveglianza sulla zona per la presenza di due istituti scolastici, di cui uno primario, che comporta un incremento esponenziale di auto e motorini con comportamenti stradali non corretti in quanto a transito e parcheggio, rendendo la zona particolarmente trafficata e pericolosa per i pedoni e invivibile per i residenti. Infine si richiede l’utilizzo delle lampade al Led chiare, perché l’illuminazione esistente risulta inefficiente ad una corretta visualizzazione notturna in parecchi tratti “Sicuri di un Suo immediato riscontro e intervento nei confronti di questa petizione” chiosano i firmatari, “Le comunichiamo che è in fase la nascita di un comitato di quartiere che, una volta costituito, collaborerà con il Comune per la risoluzione dei problemi che si possano presentare nella
zona . La salutiamo cordialmente.” Una richiesta, dunque, civile, che denota, da parte dei sottoscrittori della petizione un alto senso di responsabilità sociale: nessun tono polemico, ma una chiara volontà di sentirsi parte di una Città, in cui, purtroppo, tanti mostrano nei confronti del Bene comune una colpevole indifferenza. In maniera precisa, dettagliata sono poste all’attenzione dell’attuale Amministrazione le problematiche di una periferia di Casoria, in cui, come in tante altre, i cittadini si lamentano per i disagi che vivono quotidianamente. Del resto, lo stesso Sindaco in campagna elettorale in un opuscoletto distribuito alla Cittadinanza scrisse che “si deve ripartire dalla riorganizzazione dell’ordinario e dalle vivibilità. Servizi efficienti organizzati da un’amministrazione che si preoccupa di ristabilire il principio dell’interesse collettivo su quello personale e di parte. Vivibilità significa attuare un’idea di città. Una città con parcheggi, aree pedonali, dotata di un piano traffico che punti a decongestionare il territorio, con parchi urbani e spazi verdi a disposizione dei cittadini. “ Il costituendo Comitato, allora, si pone in un’ottica non di contrapposizione, ma di partecipazione dal basso affinché, senza lamentele sterili e inconcludenti, i problemi dei cittadini emergano per essere risolti.
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CARMEN PALUMBO
INTERVISTA AL DIRETTORE SPORTIVO DEL PORTICI: LA NOSTRA FORZA E’ L’UNIONE DEL GRUPPO
Questa settimana abbiamo intervistato Orlando Stiletti, Direttore sportivo del Portici che quest’anno ha vinto Campionato e Coppa Italia. La squadra con tanti sacrifici ed impegno è riuscita ad ottenere l’obiettivo tanto desiderato, il raggiungimento della serie D. Orlando Stiletti, svolge questo ruolo di Direttore Sportivo da due anni, accanto al Mister Pasquale Borrelli, ed è molto fiero del gruppo creato e dei risultati raggiunti. Già l’anno scorso la squadra è arrivata ai play off posizionandosi al quarto posto, perdendo poi in semifinale sia di campionato che di Coppa Italia. Quest’anno il Portici ha puntato a vincere, rafforzando la squadra fin dall’inizio, anche grazie ad un maggiore supporto economico e in questo modo ha ottenuto risultati ottimi. Dopo il 1906, finalmente il Portici è riuscito a vincere due trofei, la squadra di Orlando Stiletti, in pochi anni è entrata nella storia. Il Direttore è orgoglioso dei suoi ragazzi e degli obiettivi ottenuti in così poco tempo. La vera forza di questo gruppo, come lui stesso ci ha detto è l’u-
nione, l’armonia che regna nell’ambiente lavorativo, che ormai è diventato per tutti quello di una grande famiglia. Ci ha raccontato con soddisfazione la fatica e l’impegno di questi due anni: “Entrare nella storia di una società così antica come il Portici è una grande soddisfazione. Sono orgoglioso dei ragazzi, mi piacciono gli allenamenti,
difficilmente ho visto una squadra allenarsi in questo modo e con questa serenità. E questo è sicuramente merito dell’allenatore che è riuscito a creare questo bellissimo clima. La nostra forza è principalmente il gruppo, l’unione che c’è tra tutti noi. L’ambiente è sereno e armonioso, si lavora molto bene nonostante i tanti problemi che ci troviamo a fronteggiare. L’assenza del campo o di disponibilità economica ci faceva apparire svantaggiati rispetto alle altre squadre, ed invece con l’Afragolese che aveva più mezzi a disposizione, abbiamo vinto 3- 4 proprio ad Afragola. Anche la tifoseria è aumentata, due anni fa il campo era quasi vuoto, ma adesso i tifosi ci apprezzano e ci seguono con passione, abbiamo risvegliato in loro l’orgoglio per questa squadra. Io ho creduto fin dall’inizio in questo gruppo e ho sposato il progetto del Portici convinto di poter scrivere qui qualcosa di importante. Sono riuscito a raggiungere quest’obiettivo, ma l’ho fatto solo grazie ad una squadra straordinaria.”
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MAES S.r.l. è un’azienda dinamica, specializzata nella raccolta, nel trasporto e nel recupero dei rottami metallici. La Società è stata fondata dal Sig. Giovanni Esposito, presente nel settore da circa trent’anni; l’esperienza acquisita nel tempo e la serietà commerciale hanno portato la società a consolidarsi e migliorare la posizione sul mercato. La MAES S.R.L., attualmente, offre una molteplicità di servizi nell’ambito della propria attività:
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ROSA BERTENNI
Mary Liguori: “Scrivere per Il Mattino è come giocare nel Napoli per un partenopeo”
Direttamente da “Il Mattino”, Mary Liguori con un notevole bagaglio di esperienze in questo settore, ci dice la sua visione sul giornalismo al giorno d’oggi. Quando ha capito che il giornalismo sarebbe diventato il suo mestiere, oltre che una passione? “Quando ho scritto il mio primo pezzo per Il Mattino. Per ogni giornalista napoletano il quotidiano di via Chiatamone è il coronamento di un sogno. Un traguardo, come il Napoli per i calciatori partenopei”. Quali sono le tecniche principali per far sì che un articolo prevalga su un altro che tratta lo stesso argomento? “Se parla di competizione tra giornali, direi che la differenza la fanno le fonti e l’approccio con la notizia. Raccontare un fatto con le fonti ufficiali appiattisce la cronaca, non stimola il lettore, ma è più semplice. Raccontarlo raccogliendo diverse fonti, andando sui posti, nei tribunali, ascoltando i commenti a caldo delle persone che si accalcano sul luogo in cui si è verificato un episodio di interesse mediatico, guardando negli occhi la persona che si sta intervistando, spiandone le sensazione. Poi tentare di riportare tutto questo in un articolo. Tutto ciò dovrebbe fare la differenza”.
Quanto contano al giorno d’oggi i commenti online dei lettori? “Dipende dai commenti. Non mi fido di chi si nasconde dietro uno schermo o dietro un nick-name, tuttavia prendendo per genuini il cinquanta per cento dei commenti a un articolo pubblicato da un giornale on line, si tasta la reazione che nell’immediato una notizia provoca nella gente. Ma spesso sono echi sterili di populismo che difficilmente avrebbero un effetto nella realtà. A ogni modo, trovo che si possa approcciarsi ai commenti telematici come a una specie di esperimento sociale dai risultati”. Ha mai pensato che magari l’immediata condivisione di notizie possa togliere “spazio” ai giornalisti di vecchio stampo che preferiscono approfondire un’informazione, raccogliere prove e testimonianze, prima di pubblicare un articolo?
“Non toglie spazio ai giornalisti, ma danneggia i lettori e l’informazione stessa. Non la condivisione delle notizie, ma l’abuso del web come schermo dietro il quale nascondersi per catturare lettori attraverso la pubblicazione di notizie infondate. Nell’epoca di “clic” e visualizzazioni, siamo al punto che anche blasonate testate si tappano il naso e pubblicano sui propri siti articoli che solo pochi anni fa non si sarebbero mai sognati di mandare in rotativa. Questo fenomeno, a mio avviso ormai irreversibile, lede la credibilità dei giornali, ormai equiparati nelle giovani generazioni - e nei lettori di bassa cultura - ai social. Mi spiego con un esempio pratico. Molte persone usano spesso la seguente espressione: “Lo ha scritto Facebook”. Penso che sia sufficiente per farci un’idea della situazione. D’altro canto, il fatto stesso che si sia sentita l’esigenza di legiferare sulle fake news la dice lunga”. C’è un articolo o un’intervista che desidererebbe fare e che nel corso degli anni non ha avuto modo di svolgere? “Avrei voluto intervistare Nelson Mandela. Ritengo che sia stato il personaggio più interessante, carismatico e positivo della storia moderna”.
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Tommaso Mandato: “Per fare sport bisogna stare bene e per stare bene bisogna fare sport” Lo sport fa bene alla salute e allo spirito: si tratta di una verità, comprovata da dati scientifici e da esperienze dirette. Tommaso Mandato, a lungo procuratore sportivo, considera importante il binomio sport e salute e promuove progetti che sappiano valorizzarlo. Quali iniziative porti avanti in questo periodo per ribadire l’importanza del binomio Salute e Sport? “C’è il progetto Campus3S, dove le tre ‘S’ stanno per Salute, Sport e Solidarietà. È partito da Napoli e si è diffuso poi in tutta la regione e poi abbiamo avuto altre tappe in varie città italiane. A fine maggio saremo a Salerno”. In che modo lo sport è una realtà positiva per giovani e meno giovani? “Salute e sport è un binomio indissolubile. Per fare sport bisogna stare bene e per stare bene bisogna fare sport. Lo sport permette di avere uno stile di vita sano e attraverso di esso ci si può relazionare con gli altri e col proprio corpo. Lo sport è il veicolo migliore per poter promozionare il messaggio che parla di
prevenzione: l’attività ludica e sportiva previene tante problematiche legate alla salute e per questo quando ci sono iniziative legate allo sport diamo anche la possibilità di effettuare visite mediche gratuite”. Cosa consiglieresti ai genitori che vogliono invitare i propri figli a fare sport? “Inculcare ai giovani la mentalità di fare sport è facile e importante, fin da piccoli possono abituarsi a uno stile di vita sano ed è facile perché lo sport è anche un momento di allegria e condivisione. Fare movimento è fondamen-
tale in un’epoca come la nostra, dove i ragazzi restano molto tempo davanti al computer e alla televisione e c’è la problematica molto ampia dell’obesità infantile. È importante che i genitori possano portare i bambini a fare sport”. Noti delle criticità per quanto riguarda il modo di vivere lo sport a livello regionale? “C’è molta voglia di fare sport, ma c’è la carenza di strutture e di impianti. Ciò non consente uno sviluppo maggiore per quanto riguarda l’attività sportiva. Se si riuscisse ad allargare e migliorare e potenziare quella che è l’impiantistica sportiva attuale, sarebbe un’ottima azione per la promozione dello sport”. Ci vorrebbe secondo te più attenzione a livello istituzionale? “Sicuramente. Bisognerebbe portare di più il discorso dello sport nella scuola, dare più ore allo sport in ambito scolastico e non considerarlo una materia di secondo piano. A livello culturale sarebbe importante che lo sport diventi un discorso di massa”.
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AVV. DIANA SANTUCCI
Michele Mitraglia: tanti buoni propositi quanto tanta indifferenza
Tanta voglia di cambiare e tanta indifferenza. Questa è la realtà che si presenta a Casoria. La nuova Amministrazione ha una sfida difficile da affrontare: ridisegnare un nuovo volto alla Città e riacquisire la fiducia dei cittadini nella gestione amministrativa e politica. E’ il momento di una classe dirigente giovane, che ha la stessa voglia di rivoluzione e di riscatto propria di ogni cittadino casoriano ma, se non viene supportata e valorizzata, rischia di spegnersi. Nel manifesto elettorale presentato alla Città, Michele Mitraglia propone: «Annullamento di tutte le privatizzazioni: società a partecipazione pubblica per la gestione di Acqua, Nettezza Urbana ed il Centro Polifunzionale detto PalaCasoria, con lo scioglimento della società Casoria Ambiente, con nuova assunzione di personale operaio. Riordino della macchina comunale, cioè adeguamento delle mansioni, definizione delle progressioni verticali ed orizzontali, rotazione dei Direttori di Servizio, concorso pubblico per l’assunzione a tempo indeterminato dei Dirigenti di Settore, corsi
di formazione professionale per tutti i dipendenti comunali che ne sono 315. Stabilizzazione dei precari. Annullamento delle concessioni edilizie. Piano regolatore con social plan strutturato da parte di sociologi, urbanisti ed architetti nati o residenti a Casoria. Trasporto funebre pubblico comunale. Affidamento ad una società pubblica che organizzi nello Stadio San Mauro ed in un Pala Casoria pubblico, eventi sportivi, culturali e di spettacoli. Politiche partecipative come assemblee di quartiere. Creazione di un organismo che faccia emergere le proposte dei sindacati e l’associazionismo. Biblioteca Comunale, Ufficio Stampa del Comune, l’Urp del Comune, un periodico di informazione del Comune di Casoria, la tutela del Centro Storico, i rapporti con il distretto 43 dell’Asl Napoli 2Nord e con l’Ospedale Camilliano, le presenze dei 315 dipendenti comunali, il turismo religioso, i legami con la storia, la salvaguardia delle attività produttive, l’Eco Museo (cioè, un Museo che vada incontro alla Città, visto che il CAM non solo non viene visitato ma non ne conoscono neanche l’esistenza).
E tanto altro». Michele Mitraglia ha sottolineato la necessità di una nuova Casoria e, proponendo progetti e programmi, ed ha ricevuto numerosi attestati di stima, infatti ha centrato in pieno il punto: Casoria ha bisogno di nascere di nuovo e cominciare da capo. L’opportunità è stata data alla nuova Amministrazione che valorizza i giovani ed i professionisti. Infine, Michele Mitraglia, ripropone, la stessa squadra scelta da Pasquale Fuccio, dal Pd e dai movimenti che lo hanno sostenuto con qualche piccola modifica: Affari Generali, Organizzazione e Sistemi avv. Maria Stella Cassettino; Ragioneria, Finanze e Tributi: avv. Maria De Rosa; Sicurezza e Mobilità: dott. Fabio Esposito; Servizi Demografici e Decentramento: avv. Antonio Ricciardi; Servizi diretti alla Persona: dott. Giulio Russo; Ambiente e Gestione Patrimonio: arch. Pietro D’Anna; Lavori Pubblici e Manutenzioni: dott.ssa Marianna Riccardi; Pianificazione e Controllo del Territorio: avv. Emilio Polizio; Politica Sanitaria: dr. Pasquale Amoroso; Direttore Generale: dott. Pino Balsamo.
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ANTONIO VALENTI
Francesca Rondinella : le radici sono le mie ali artistiche
“Un’interpretazione degna di una figlia d’arte”. È ancora emozionata Francesca Rondinella per quella telefonata di Salvatore Palomba, autore di Carmela, per molti ultima canzone classica napoletana, Amaro è ‘o bene, da lei interpretata all’ inizio della carriera, da cui la telefonata, e riproposta in una nuova veste nell’ultimo disco. Figlia d’arte di Luciano Rondinella e nipote di Giacomo storici cantanti napoletani . Il peso di un’eredità artistica quanto si avverte? “Quando canto sento delle inflessioni di mio zio e le gestualità di mio padre. Il peso lo avverti inizialmente poi vai avanti solo se esprimi dei valori , non vivi di eredità”. Francesca e Giosi Cincotti, compositore, arrangiatore, pianista, tastierista e fisarmonicista hanno presentato il loro primo lavoro discografico all’Hart di Napoli, il 12 maggio, scorso in un incontro in cui, oltre, l’interpretazione di alcuni brani del CD c’è stato un vivace e interessante dibattito a cinque voci moderato da Marialuisa Firpo, direttrice artistica di HART con la partecipazione di Simona Frasca, musicologa e giornalista, e Claudio Finelli, scrittore e delegato cultura Arcigay. Fa un certo effetto, diciamo al maestro Giosi Cincotti, avvertire il blues o il tango in canzoni classiche come Canzone appassionata o ‘A gelusia. Ci spieghi.. “L’arrangiamento, a mio parere, è come un vestito, io credo che puoi cambiaRe il ritmo e altri elementi;l’unica cosa che non si deve cambiare, ed io non lo faccio mai, è la melodia, altrimenti cambi la canzone e il pubblico non la riconosce più”. Rilevante nella carriera di Francesca il duo Le Rondinella con la sorella Amelia. Esperienza chiusa il duo artistico familiare? “Assolutamente no, adesso mia sorella vive in Belgio ma anche con lei il maestro Cincotti ha lavorato; l’anno scorso con Amelia abbiamo fatto insieme due manifestazioni, ci chiamano spesso per gli eventi, e lo faremo ancora sicuramente, io penso che prossimamente potremo esibirci insieme ancora all’estero”. Cosa rappresenta questo nuovo lavoro discografico per lei?
“L’evoluzione di un percorso artistico che deve essere incessante: la tradizione con canzoni classiche con nuovi arrangiamenti; la riscoperta di brani come ‘Respiro’ degli Almamegretta, è degli anni novanta ma molti giovani credono che sia antico; il Tango di Ryuichi Sakamoto; le poesie cantate come ‘Les feilleus mortes’ di Prevert o testi come ‘Tutto è fernut’ di di un drammaturgo come Enzo Moscato e Pasquale Scial; per finire con ‘Maggio se ne va’ di Pino Daniele; inoltre ci sono due canzoni scritte da me e musicate dal maestro Cincotti, ricerca della propria via musicale. Ci sono, però,canzoni che identificano l’artista, nel mio caso è ‘Simmo ‘e Napule paisà’ non l’avevo inserita ma l’ho fatto perché me l’ha richiesto il mio pubblico. L’essere artista è ’ascoltare il pubblico,ho voluto fosse presente in studio durante la registrazione; poi la continua ricerca del repertorio; il cantare testi che rispondano al proprio sentire, non penso di potere cantare tutte le canzoni, e l’uumiltà” Un lavoro di ricerca continuo anche quello del maestro Cincotti. “Sono sempre alla ricerca di nuove sonorità, la musica mediterranea, quella africana: in ognuna di esse c’è una verità; un certo tipo di musica, è tipico di un determinato periodo e di un determinato popolo anche per motivi storici; il jazz devi averlo nel DNA, il blues pure devi averlo dentro, la nostra radice è popolare; alcuni autori hanno grande forza della melodia come Sakamoto o il grande Ennio Morricone. Io giro molto e ascolto tantissima musica; la vera canzone esprime tanta passione che puoi esprimere anche con una voce ed un solo strumento.
Due anni fa in Marocco ho partecipato ad una maratona musicale, un Festival, che era un’aggregazione straordinaria di musica: nel centro del deserto potevi ascoltare jazz o blues e il giorno dopo l’Orchestra Sinfonica di Parigi. Nella canzone napoletana ci sono elementi straordinari come Sergio Bruni, Roberto Murolo o, più recentemente, Pino Daniele ed Eduardo De Crescenzo ma anche tanti giovani come Giovanni Block. Moli giovani si appoggiano ad uno stile preesistente. Solo i geni,pochi, riescono a trovare una loro strada nuova” Il ruolo del padre Luciano Rondinella nel percorso artistico di Francesca? “Determinante, è stato il mio maestro; da ragazza volevo iscrivermi ad un’Accademia Artistica ma lui, all’epoca era impegnato nel recupero strutturale ed artistico del Teatro Bellini, e mia madre mi convinsero a terminare gli studi , mi sono laureata in lingue, prospettando dopo la laurea, un percorso artistico con lui e così è stato; insieme fondammo e gestimmo il locale Girulà e ho fatto tanta esperienza” Dopo l’esibizione al Teatro Napoli Nord come attrice, più cantante o attrice? “In quello spettacolo Eleonora Pimentel Fonseca, cantavo e recitavo. Più cantante o attrice? Dico cantattrice: mio nonno Ciccillo Rondinella era un famoso cantante; mia nonna era attrice ed apparteneva ad una famiglia storica di artisti (il fratello Franco era uno straordinario caratterista, il memorabile ‘Vicienzo m’è pate a me’ del film ‘Miseria e Nobiltà’ con Totò n.d.r.); io sento di essere la fusione di queste due anime artistiche della mia famiglia, le mie radici. Del resto il teatro-canzone è una nostra peculiarità se pensiamo a Raffaele Viviani e alla sceneggiata. Io mi sento radicata nelle tradizioni, avverto le radici importanti anche se non non statiche ma come ali per spiccare il volo verso esperienze artistiche sempre nuove”. Dove porterà questo volo, maestro Cincotti? “E’ già in atto, da Napoli a Sakamoto e poi allo scrivere ancora canzoni insieme io e Francesca, già nel disco ce ne sono due ‘Anema Annura’ e ‘Sciummo perduto’
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a cura dell’avv. Diana Santucci
L’AVVOCATO RISPONDE
Gli immigrati devono conformare i propri valori a quelli della società ospitante La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 24084 della I sezione Penale, ha sancito “l’obbligo per l’immigrato di conformare i propri valori a quelli del mondo occidentale, in cui ha liberamente scelto di inserirsi”. Un caso che potrebbe addirittura finire dinanzi alla Corte Europea dei diritti dell’uomo: un indiano, appartenente alla comunità politico-religiosa dei Sikh, è stato condannato a duemila euro di ammenda dal Tribunale di Mantova nel 2015 perché trovato in possesso di un coltello di venti centimetri, giudicato arma impropria atta ad offendere, e che quindi non può essere portato fuori dalla propria abitazione se non per un giustificato motivo (ad. esempio un martello in una cassetta degli attrezzi che serva a svolgere una attività lavorativa). Nel caso di specie l’indiano aveva con sé il kirpan, caratteristico coltello dei Sikh, simbolo religioso di resistenza al male, e l’imputato per essere scriminato ne ha giustificato il possesso facendo presente come per la sua cultura fosse obbligatorio portarlo addosso, così come vale per
il turbante. Egli quindi aveva soltanto adempiuto ad un precetto religioso impostogli dalla sua cultura, e in forza dell’ art. 2 Cost., che tutela i diritti dell’uomo in tutte le sue manifestazioni, e dell’art. 19 Cost., che tutela la libertà religiosa, aveva così chiesto alla Corte di Cassazione l’annullamento della sentenza di condanna, richiesta per altro condivisa dal Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione. Gli Ermellini però hanno rigettato il ricorso sul presupposto che “In una società multietnica, la convivenza tra soggetti di etnia diversa richiede necessariamente l’identificazione di un nucleo comune in cui immigrati e società di accoglienza si debbono riconoscere. Se l’integrazione non impone l’abbandono della cultura di origine, in consonanza con la previsione dell’art. 2 Cost. che valorizza il pluralismo sociale, il limite invalicabile è costituito dal rispetto dei diritti umani e della civiltà giuridica della società ospitante. È quindi essenziale l’obbligo per l’immigrato di conformare i propri valori a quelli del
mondo occidentale, in cui ha liberamente scelto di inserirsi, e di verificare preventivamente la compatibilità dei propri comportamenti con i principi che la regolano e quindi della liceità di essi in relazione all’ordinamento giuridico che la disciplina” Il pluralismo sociale quindi trova il suo limite nel rispetto dei principi di civiltà giuridica della società ospitante. Per quanto riguarda la libertà di professare la propria religione, essa è sempre tutelata, incontrando però dei limiti nella pacifica convivenza e nel rispetto delle libertà altrui. Così la Cassazione: “Nello stesso senso, si muove anche l’articolo 9 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo che, al secondo comma, stabilisce che la libertà di manifestare la propria religione o il proprio credo può essere oggetto di quelle sole restrizioni che, stabilite per legge, costituiscono misure necessarie in una società democratica, per la protezione dell’ordine pubblico, della salute o della morale pubblica, o per la protezione dei diritti e della libertà altrui”.
A.I.A.S Casoria
Teatro ed integrazione Anche quest’anno, sabato 13 maggio, la compagnia teatrale del Centro Sociale Polifunzionale per disabili dell’AIAS, sezione di Casoria, ha vissuto con grande entusiasmo e partecipazione la preparazione e la messa in scena dello spettacolo teatrale IL DIAVOLO E L’ACQUA SANTA di Ludovico Silvestri. La manifestazione è stata la naturale conclusione del laboratorio musico-teatrale che ha visto il coinvolgimento degli alunni del Liceo “Gandhi” di Casoria all’interno di un progetto di integrazione per i diversamente abili dell’ambito territoriale N. 18 (Casoria, Arzano, Casavatore). La vicenda narra di un giovane, Raffaele, che ha dovuto lasciare la città per rifugiarsi a casa dello zio don Giustino, parroco in un paese di Campagna. Il buon sacerdote, resosi conto della brillante intelligenza del nipote lo vorrebbe far diventare prete, ma Raffaele che fa credere allo zio che passa la sua vita a studiare e a pregare, ha tutt’altro per la testa e incomincia fare la corte alle ragazzotte del paese. Nella canonica arriva l’amico Carlo Borselli truffato da Raffaele e qui incominciano i guai per lui… una serie di personaggi si alterneranno nella storia, ognuno con le proprie caratteristiche e brillanti gag che hanno fatto divertite innanzitutto i protagonisti nella messa in scena e il numeroso pubblico che ha partecipato. Raffaele non diventerà mai prete e si accaserà con la figlia del fattore a dimostrazione che non tutto quello che sembra è realtà, così come la disabilità diventa impercettibile quando si fa “teatro insieme” perché ognuno è stimolato a dare il meglio di se e a stare bene con gli altri. Nel teatro il gioco dei ruoli permette di vivere momenti straordinari, momenti per mostrare le capacità relazionali,
rafforzare le capacità comunicative e potenziare l’autostima. Tutti bravi i protagonisti: Vincenzo Musella, Giovanni Guidone, Tonia D’Andrea, Salvatore Musella, Luigi Auriemma, Rosaria Giacometti, Luca Giordano, Maria Medici, Ciro Tarantino, Ilaria Rossi, Annamaria Albano, Maria Salzano, Daniele Garosi, Raffaele Cerbone, Ciro Cinquegrana, Salvatore Guidone, Tiziana Maraniello, Pietro Annunziata, Marco Matarese, Lello Giordano, Marco Mele, Guido Baiano, Anna Vaccaro. Belle le scene di Nicola Streppone. A conclusione della serata un gruppo di dirigenti del Casoria Calcio A.S.D. neopromosso in “Eccelleza” guidati dall’Avv. Fabio Cristarelli, di calciatori e l’allenatore Vincenzo La Manna, intervenuti alla manifestazione si sono uniti ai festeggiamenti per il brillante successo dei giovani attori. Una parola di gratitudine innanzitutto al presidente cav. Salvatore Giacometti per l’amore che mette in tutte le attività promosse dal centro, alla coordinattrice Dott.ssa Mariagrazia Esposito, alla responsabile delle attività musicali Giustina Aloe e a tutti gli operatori, ma soprattutto agli amici che ci hanno sostenuto e ci vogliono bene, pensando che siamo una vera compagnia teatrale con molte Luci e poche ombre.
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GAETANO CAPUTO
CASORIA SPINGE SULLA RACCOLTA E RICICLO DEI RIFIUTI IN PIENA ATTUAZIONE IL PROGETTO DIDATTICO SULLA RACCOLTA DIFFERENZIATA
Il Comune di Casoria, in provincia di Napoli, viaggia ad alta velocità nel campo della formazione scolastica sui temi della raccolta differenziata. Pur essendo un comune a forte densità abitativa (6370 ab./Km2 circa) con quasi 80000 abitanti distribuiti su una superficie totale di 12,13 Km2, prova da anni ad attuare una politica di salvaguardia dell’ambiente, della raccolta differenziata e del riciclo dei materiali, in un contesto estremamente complesso dovuto soprattutto alle molteplici caratteristiche territoriali. L’Amministrazione comunale ha reso operativo il progetto didattico “Differenziare e Riciclare per una Città Pulita” che sta coinvolgendo, da settembre 2016, tutti gli istituti del territorio comunale. L’idea è quella di radicare nella cultura delle nuove generazioni la consapevolezza che l’ambiente è un bene fondamentale, che va assolutamente tutelato.
Il progetto mira, dunque, a proporre agli studenti, di ogni ordine e grado, uno stile di vita nuovo, che consenta di ridurre i consumi di oggi, talvolta eccessivi, e che ci portano a sprecare molto di più di quello che abbiamo. Il progetto messo in atto ha una durata di 3 anni ed è stato recepito positivamente dalle scuole del territorio, che lo hanno inserito nei Piani Triennali dell’Offerta Formativa (PTOF). Esso prevede attività in classe, uscite a tema su siti di interesse in ambito regionale, creazione di temi, mostra fotografica e, infine, premi per le classi più virtuose. Per la realizzazione del progetto ci si è avvalso di professionisti e docenti che operano nel campo ambientale e della raccolta differenziata. Tra questi il prof. Gaetano Caputo, geologo (SPES 2014) con esperienza di docenza nel settore dell’inquinamento delle ma-
trici ambientali. Tutto ciò in linea con quanto indicato negli obiettivi strategici stabiliti dall’UE nel “Programma per un’Europa a zero rifiuti” per cercare di raggiungere, entro il 2025, elevate percentuali di riciclo degli scarti urbani. L’azione messa in campo dal Comune di Casoria anticipa di molto il protocollo d’intesa siglato a Napoli, poche settimane fa, tra il Presidente dell’Osservatorio Regionale sulla Gestione dei Rifiuti e il Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Campania. L’esperienza già acquisita da questa Amministrazione, afferma l’Assessore all’Ambiente prof. Arch. Pietro D’Anna, può essere da “guida” per altre realtà locali. Essa è facilmente esportabile, in altri contesti scolastici, quale modello da seguire per un corretto approccio alla tematica della raccolta e riciclo dei rifiuti dei nostri giovani studenti.
ELENA TORRE
IL MISTERO DELLE ANTICHE ROTTE
Dopo “Il segreto dei custodi della fede”, un nuovo thriller che vi terrà sospesi tra un passato denso di misteri e un futuro che intende varcare i limiti dell’umano.Pisa. Durante i lavori in uno scalo ferroviario, dove un tempo sorgeva l’antico porto della città, nella stiva di un relitto romano viene alla luce una nave di origine egizia dedicata a Iside. Una nave all’interno di un’altra nave. Una scoperta sensazionale che potrebbe cambiare l’interpretazione del legame tra il culto isiaco e Roma imperiale. Per valutare l’eccezionale ritrovamento, l’ateneo pisano convoca John Cartridge, archeologo di fama mondiale, che si trova già in Toscana in procinto di salpare per una crociera nel Mediterraneo con un gruppo di amici. Quella che doveva essere una spensierata vacanza si trasforma così in una caccia al tesoro con giocatori sparsi in giro per il mondo. Perché Cartridge non può certo tirarsi indietro, e da solo non può arrivare a interpretare tutte le incognite che riguardano il più importante evento archeologico degli ultimi tempi. Sarà fondamentale l’aiuto dei suoi compagni del mancato viaggio: il chirurgo Hans Müller, il giovane archeologo Alessandro Bertolucci, l’avvocato Rebecca De Roberto e,
soprattutto, l’antropologa Michelle Valmont, esperta di simbologia arcana. Ma qualcun altro ha messo gli occhi sulla misteriosa nave di Iside: Erik Rein, capo di una setta segreta, vuole impossessarsene a ogni costo per portare a termine il suo piano tanto folle quanto raccapricciante, che coinvolge il sangue del suo sangue. Dopo Il segreto dei custodi della fede, un’altra storia ad alta tensione per gli appassionati del thriller archeologico: macabri oggetti di culto, rituali esoterici, iniziazioni, amuleti e amori proibiti scandiscono una corsa contro il tempo in cui il destino dei suoi protagonisti cambierà per sempre. L’AUTRICE Elena Torre nasce nel 1973 a Viareggio. Scrittrice e giornalista, pubblica il suo primo romanzo Decima personale di Julie Valmont nel 2005. Autrice prolifica ed eclettica si muove con passione ed entusiasmo tra il teatro e la letteratura, toccando i generi più diversi: racconti, saggi, gialli, favole e storie per bambini, testi teatrali. Nel 2008 esce Giorgio Gaber. L’ultimo sileno, nel 2014 Un bambino a Bloomsbury, appassionato omaggio a Virginia Woolf e nel 2015 Il segreto dei custodi della fede (Cairo).
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RAFFAELE PETRELLESE
Legittima difesa. L’incertezza della politica e del diritto Mentre il webmaster del Movimento Cinque Stelle, Luigi di Maio, raccoglieva magre figure in quel di Harvard, invitato da un’associazione di studenti europei (e non dal prestigioso ateneo, ndr), la Camera dei Deputati con 225 voti favorevoli, 166 contrari ed 11 astenuti ha approvato la modifica all’articolo 52 del codice penale, ossia la cosiddetta legge Legittima Difesa. Questo intervento del governo, invocato a gran voce dai cittadini ormai stanchi dell’impossibilità di difendersi adeguatamente in caso di aggressione, denota una legge ancora una volta frutto di un compromesso non tra varie correnti politiche ma, piuttosto, tra membri dello stesso partito. Le modifiche prevedono che l’aggredito possa difendersi con un’arma legalmente detenuta e denunciata, nel caso in cui l’aggressore non desista dal compiere l’illecito e che questo consista in una violazione domiciliare (che si tratti di negozio, ufficio o dimora, ndr) perpetrata con inganno o violenza ed anche quando sia messa in reale pericolo “la vita, l’integrità fisica, la libertà personale e sessuale” ovvero il proprio e l’altrui patrimonio, mobile ed immobile; solo in questi ultimi casi è sempre esclusa la colpa di chi spara se il proiettile è partito a causa di “un grave turbamento psichico” causato dall’aggressore. Ma tutto questo soltanto di notte (derubricate le fattispecie di cui sopra). Questa precisazione, che tanto precisa non è, rende solo più vaga la disposizione poiché non è chiaro a nessuno in quali orari un soggetto è “autorizzato” a difendersi. L’orario cambia a seconda della stagione? In inverno ci si può difendere più che in estate? Valgono le ore dei lavoratori notturni (23-07)? È da tenere inoltre ben presente il principio di proporzionalità tra la difesa e l’offesa ed il sussistere dell’attualità del pericolo. Ed è qui che la legge dimostra ancora più falle e può essere quasi tacciata di incostituzionalità, giacché potrebbe essere in contrasto con gli articoli 2 (difesa dei diritti umani, quindi anche per un ladro, in quanto la presunzione
assoluta di non colpevolezza dell’aggredito è un elemento pericoloso) e 3 (trattare in modo uguale due situazioni diverse, ossia il dolo e l’eccesso colposo di legittima difesa) della costituzione; a questi elementi si aggiunge, poi, la difficoltà probatoria del “grave turbamento psichico” ed anche la poca chiarezza della disposizione legislativa che rende estremamente discrezionale l’intervento di chi deve interpretare la legge (giudici su tutti). Contestazioni In prima linea la Lega Nord che, oltre ad esporre cartelloni in aula, insieme ai militanti di Fratelli D’Italia, riportanti la scritta “la difesa è sempre legittima”, si è resa protagonista di un sit-in a piazza Montecitorio; dure le dichiarazioni del leader del Carroccio, Salvini, che ha definito questo intervento legislativo una schifezza frutto di un governo allo sbando e incapace di governare (come se offrisse una valida e reale alternativa, ndr). Più elegante, seppur solido, l’intervento di Berlusconi e di Forza Italia che, coerentemente con quanto annunciato, ha votato no al provvedimento poiché “l’asticella non si è alzata il necessario affinché i cittadini possano essere sempre tutelati”, nono-
stante la proposta di emendamenti per la correzione della norma; d’altronde adgreditus non habet staderam in manu (l’aggredito non ha una bilancia in mano). Contrari alla legge anche i Cinque stelle, Sinistra Italiana ed Articolo Uno-MDP. All’indomani dell’approvazione alla camera. È il neo ri-eletto segretario del PD Matteo Renzi a sottolineare che la legge è poco chiara e confusionaria ed ha dichiarato che inviterà i senatori a riscrivere meglio la norma, dato che lui stesso ha avuto forti dubbi durante la lettura del testo. Al coro si è unito il Presidente del Senato Pietro Grasso il quale, con un “meno male che c’è il senato”, ha bombardato uno dei punti fermi della bocciata riforma costituzionale dell’ex premier: l’abolizione dell’organo che Grasso presiede. Il governo il giovedì approva una legge ed il venerdì la sconfessa e questo è solo uno dei tanti sintomi di una maggioranza malata, che stenta e che non è in grado di tenere ben salde le redini di un paese sul quale aleggia l’ombra di un populismo senza competenze; come se l’Italia non fosse già sull’orlo del baratro.
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BIOLOGIA DELLA NUTRIZIONE
A cura della Dott.ssa Flavia Altieri, Biologo Nutrizionista
Cibo spazzatura: amato e divorato da 1,9 milioni di italiani Il triste quadro emerge da una ricerca del Censis, Crescita e qualità della vita: le opportunità della Food policy, che è stays presentata l’8 maggio a TuttoFood, la fiera internazionale dedicata al food & beverage organizzata da Fiera Milano. Oltre 1,9 milioni di italiani affermano di amare il ‘cibo spazzatura’, o ‘junk food’ e 1,2 milioni si dichiarano ingordi perché mangiano troppo di tutto. La cattiva alimentazione minaccia dunque la salute e la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale. E, se vincesse l’american food, il rischio obesità minaccerebbe altri 15 milioni di italiani nei prossimi anni. E’ soprattutto tra i giovanissimi che si registra la quota più alta di amanti del ‘junk food’, mentre 1,2 milioni si autodefiniscono ingordi, perché’ mangiano troppo di tutto. Tra i più voraci ci sono gli anziani e le persone a bassa scolarità. ‘’Sono dati preoccupanti su tanti italiani – afferma il Censis – che consapevolmente mangiano male o troppo: cattive abitudini che comportano un alto rischio di insorgenza di patologie e costi per la sanità”. Tuttavia, nel confronto internazionale relativo al 2014, con il 10,3% di obesi l’Italia si colloca in Europa al penultimo posto (meglio solo la Romania), molto al di sotto della media dei 28 Paesi (15,9%) e più ancora rispetto ai tassi di obesità di Australia (27,9%) e Usa (38,2%). In dieci anni però gli obesi nel nostro Paese sono aumentati del 4% e le persone sovrappeso sono il 36,1% in Italia (+6% in dieci anni): un valore poco superiore alla media Ue (35,7%) e ai valori di Australia (35,5%) e Stati Uniti (31,9%). Il costo sociale attuale di obesità e persone sovrappeso è stimato in 30 miliardi di euro. La buona dieta italiana spiega però molto del basso tasso di obesità degli italiani. Se adottassimo tuttavia il modello alimentare Usa, afferma il Censis, “nei prossimi anni il numero di obesi potrebbe salire di oltre 15 milioni con costi sanitari e sociali insostenibili”. Infine, rileva l’indagine, “è evidente un eccesso di diagnosi fai da te per diete e intolleranze alimentari”, con oltre 10
milioni di italiani che seguono diete prese da riviste, social network e app. Il sovrappeso e l’obesità (specialmente quella addominale) sono i fattori che si sono dimostrati associati a un maggior rischio di tumori. Di qui l’importanza di mantenere un corretto stile di vita, a tutte le età e garantire un’educazione alimentare diffusa. Al fine di prevenire l’insorgenza di patologie neoplastiche, è necessario ridurre l’assunzione quotidiana di tutti i cibi fortemente calorici, quindi gli alimenti molto ricchi di grassi e di zuccheri che possono favorirla. Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, in Europa l’86% dei decessi e il 77% della perdita di anni di vita in buona salute sono provocati da patologie croniche (malattie cardiovascolari, tumori, diabete mellito, malattie respiratorie croniche, problemi di salute mentale e disturbi muscolo scheletrici). In questo quadro si inserisce il progetto della «Giornata Nazionale del Biologo Nutrizionista» che nella sua quarta edizione vedrà schierati sabato 20 e domenica 21 maggio numerosi biologi nutrizionisti che presteranno volontariamente e gratuitamente la loro opera professionale all’interno di stand organizzati in più studi di consulenza. Saranno effettuate, a chi ne farà richiesta, interviste alimentari e dello stile di vita, valutazioni antropometriche e dello stato nutrizionale. Questi dati, elaborati da Enpab, l’Ente di previdenza dei Biologi, saranno utilizzati come campione sugli stili di vita in Italia. La Giornata rientra tra le iniziative di welfare strategico di supporto alla professione e di sostegno al lavoro. I dati rilevati nelle precedenti edizioni, nelle città campione, hanno evidenziato
errori nelle abitudini alimentari che vanno valutati e corretti per una sana alimentazione. Tra i principali: consumo di acqua insufficiente per fascia di età e stile di vita, scarso consumo di frutta (in alcuni casi quasi assente) e di verdura, carne e derivati animali in eccesso (soprattutto negli uomini) e scarso consumo di pesce, disabitudine diffusa al consumo di legumi, scarso consumo di prodotti integrali e di farine alternative al grano in almeno il 50% degli intervistati, diseducazione al movimento (dipendenza da schermi, disabitudine o impossibilità di giocare in strada), spuntini fuori pasto (piluccamento) soprattutto nelle donne mentre gli uomini saltano i pasti, eccessivo consumo di zuccheri semplici. Negli uomini emerge una sottovalutazione dell’obesità mentre nelle donne c’è invece una sovrastima del loro peso con sottovalutazione del sottopeso che preoccupa in termini di prevenzione dei disturbi del comportamento alimentare. Un sicuro incoraggiamento nella riconferma dell’iniziativa è giunta dal Ministero della Salute che anche per quest’anno ha concesso il suo patrocinio affidando ad Enpab la raccolta dei dati sul comportamento alimentare degli italiani in merito all’importanza dello iodio per la prevenzione delle patologie tiroidee e dei disturbi cognitivi e l’utilizzo dei prodotti privi di glutine. Al problema della malnutrizione sono correlate disfunzioni metaboliche che possono minare la salute della popolazione ma anche incidere sulla spesa sanitaria. La Giornata ha l’obiettivo di educare a un corretto stile alimentare sensibilizzando il cittadino sulla necessità di un’alimentazione varia, sana e bilanciata e informandolo dei rischi di un’alimentazione non corretta. Contestualmente promuove l’abitudine a una costante attività fisica a tutte le età e mira a rimuovere radicate abitudini non salutari. L’evento, a Napoli, si terrà in piazza Trieste e Trento negli orari 9.30-18.00 Per info sulle piazze e sul progetto consultare www.giornatanazionalebiologonutrizionista.it
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Augurissimi
a Chiara Genovese Ha festeggiato a mezzanotte del 10 maggio i suoi 24 anni, Chiara Genovese. Con la torta di Elvira, i baci e gli abbracci di mamma Torinda e papà Mimmo e quello degli zii Paola e Paolo. Un augurio particolare dagli amici di via Enrico Caruso in una festa briosa nel locale di Elvira e Nellino. 21 maggio: San Vittorio Auguri a Vittorio Giacometti, Vittorio D’Anna, Vittorio Galluccio e Vittorio De Iorio. 22 maggio: Santa Rita da Cascia Auguri a: Rita D’Anna, Rita Granato, Rita Iuliano, AnnaRita Rescigno, Rita Fiorentino, Rita Santovito e l’avv. Rita Castaldo in Corcione.
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Sabato 27 Maggio 2017 ore 19,00 Chiesa S. Paolo -
Via G. Pastore - Casoria
Tutta bella sei o Maria Concerto Mariano Coro polifonico
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Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. Reg. 5116 del 28/02/2000
Editore CASORIA DUE s.a.s
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DOMENICA 21 MAGGIO 2017