DOMENICA 5 FEBBRAIO 2017
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ANNO XVI - N° 6 - DOMENICA 5 FEBBRAIO 2017
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Le confessioni di Ciccio Polizio “Soggetto politico informato dei fatti”
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INTERVISTA DI NANDO TROISE
Le confessioni di Ciccio Polizio “Soggetto politico informato dei fatti”
Ciccio Polizio è, senz’ombra di dubbio, il soggetto politico più preparato degli ultimi 50 anni. Quante controversie tra me e lui: prima su City News, il settimanale di Sergio D’Anna, poi su Casoria Oggi; avevo come editore Mimmo Ricciardi e la Euroffset. Contestavo e criticavo lui e coloro che, in quell’epoca, costruivano il Centro Polifunzionale di via Cava o Pretura e Caserma dei Carabinieri. Contestavo l’acquisto della Snaidero in via I Maggio. Ho raccontato in quegli anni il lunghissimo procedimento penale legato al nome di Eugenio Buontempo; le tantissime carriere professionali all’Asl o al Comune e, naturalmente, precoci, rapidi e strani arricchimenti avvenuti in questa Città. Quante volte ho criticato, in quegli anni, il modo di amministrare dell’On.le Avvocato Francesco Polizio. Va, però, riconosciuto che è un uomo che conosce la politica e la democrazia. Ci trovammo alleati, dieci anni fa, e con noi, Michele Florino, Malabarba e Russo Spena. Fu in quel periodo che gli
scrissi un articolo in cui gli chiedevo di organizzare, in Piazza Cirillo, un megapalco e raccontare “i fantastici anni 80”. Ci incontrammo, come ci incontriamo oggi, e tante volte; un personaggio politico che nei primi anni 90 ha subito una “guerra intestina nella DC” da parte dei dorotei del Centro Don Luigi Sturzo ed anche da parte dell’allora segretario nazionale della DC, Ciriaco De Mita. Parliamone, avvocato: gli anni ottanta sono stati sempre addebitati al suo potere, Sindaco negli anni 1977 – 1980 e dominatore della scena politica negli
anni successivi fino al 1991: mi racconti di questo periodo. “E’ preferibile far parlare gli atti che sono incontrovertibili e non si prestano a strumentalizzazioni. Il vero scempio edilizio nella Città di Casoria è datato ed è avvenuto con il rilascio delle 360 licenze edilizie nel periodo luglio – agosto del 1968, tutte uguali e tutte con piano terra e sei piani superiori. Presidente della Commissione Edilizia, che sfornò, come pizze, le licenze edilizie, un socialista ed assessore delegato al rilascio delle stesse licenze edilizie, altro socialista; contro tale prepotenza ci battemmo noi della DC, con esposti e ricorsi dettagliati e firmati, determinando l’annullamento di quasi tutte le licenze edilizie rilasciate con provvedimenti della struttura regionale dell’epoca”. Poi, cosa successe? “Per evitare di esaminare gli annullamenti, i socialisti diedero vita ad un’amministrazione con i comunisti. continua a pag. 4
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Tra gestione commissariale e governo di sinistra passarono alcuni anni che consentirono l’edificazione e la cementificazione; in dispregio delle decisioni della sezione urbanistica regionale, si dava corso alla realizzazione dei manufatti spesso in contrasto con gli stessi progetti presentati ed approvati”. Il suo rapporto con comunisti, socialisti e……. privati? “L’amministrazione di sinistra acconsentì e favorì interventi di recupero ad iniziativa di privati (atto n.200 del 26 giugno 1992). Era più comodo per la sinistra ed i verdi scatenare la gazzarra contro il tetto termico di Polizio piuttosto che avanzare denunce contro le speculazioni edilizie selvagge. E così hanno fatto nel 1998 e nel 2003. E’ prevalsa la logica di seguire le richieste dei privati per le lottizzazioni contro chi proponeva l’adozione degli strumenti urbanistici”. Le responsabilità di amministratori e dirigenti del Comune? “Stanno agevolando i privati piuttosto che privilegiare l’interesse della collettività. Dia e Superdia senza controlli, interventi di recupero da parte dei privati senza un disegno preciso della Cit-
tà; abusivismo con controlli successivi spesso inutili ed in ritardo. Le conseguenze sono i crolli e le voragini nel vecchio centro, come le costruzioni senza regole perché imposte da privati che speculano sui suoli ed aggravano il territorio di un nuovo peso demografico”. Questo avveniva negli anni 80; Nel 2016 lei si è impegnato nelle ultime amministrative a sostenere il candidato Sindaco Pasquale Fuccio ed anche l’attuale presidente del consiglio comunale Nicola Laezza; alcune sue considerazioni sul dibattito consiliare relativo alle variazioni di bilancio – esercizio finanziario 2016/2018 “E’ singolare il modo di procedere della nuova amministrazione nella gestione finanziaria del Comune. Regna la massima confusione e gli atti predisposti nel consesso civico sono frutto di improvvisazione ed incapacità gestionale. E’ inutile ripetere la lezione sulla formazione degli atti perché esiste una idiosincrasia a rispettare la normativa vigente in materia di documenti contabili. Hanno fatto bene alcuni consiglieri comunali dell’opposizione ed in particolare la Vignati ad evidenziare le anomalie
del procedimento e la carenza di giustificazioni per legittimare l’operato degli amministratori e dei dirigenti. Prendere atto: che il Comune è stato sanzionato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze per un milione di euro; che esistono debiti fuori bilancio per sentenze divenute definitive con condanne che ammontano ad un milione e trecento mila euro; che gli incassi per la riscossione della TARSU ora TARI si attestano al 37% a fronte della spesa al 100% ; che non si introitano i fitti attivi mentre puntualmente si pagano i fitti passivi; che si spendono 700 mila euro per il PUC e resta ancora un miraggio l’iter per la sua approvazione; ed immaginare per la fine dell’anno un introito di 5 milioni di euro, significa non conoscere l’abc della pubblica amministrazione. Se quanto emerso nel dibattito consiliare non trova successive rispondenze nell’attivazione delle azioni di responsabilità conseguente siamo alla paranoia ed alla schizofrenia dell’azione amministrativa che si ripercuote sulla collettività che ha meno servizi e quei pochi che ci sono risultano sempre più scadenti”. E’ tutto! Per le altre cose, aspettiamo……
GIANLUCA GRIMALDI
L’ISPEZIONE DEL MEF SI CONCRETIZZA LE SOMME IRREGOLARMENTE ATTRIBUITE VERRANNO RESTITUITE
Tanti sono gli eventi che hanno, nel corso del tempo, angustiato i cittadini di Casoria, con una gestione, talvolta, poco trasparente delle risorse da parte dell’Amministrazione. Tra il 2014 e il 2015, noi di Casoriadue ci siamo occupati del resoconto degli ispettori del Ministero dell’economia e delle finanze, che, istallatisi presso il Comune dal 23 settembre al 18 ottobre 2013, lasciarono emergere in una relazione di 139 pagine tante irregolarità. Tali irregolarità afferivano il quinquennio 2008/2013 ed erano inerenti, tra le varie questioni, a illegittime erogazioni di compensi, indebite corresponsioni delle indennità, illegittimi incarichi di consulenza. Inoltre, molte ambiguità erano state riscontrate anche nei documenti relativi a Casoria Ambiente. Nel dicembre 2014, la Corte dei Conti invitò il Comune a valutare alcune segnalazioni ricevute e porre in essere misure idonee ad addivenire al loro superamento. La Corte, nello specifico, faceva riferimento a “gravi irregolarità contabili”, un’espressione di certo non equivalente a una pacca sulle spalle da parte delle autorità. Eppure, qualcuno a Casoria continuava a insistere circa la presunta “innocenza” di chi gestiva le risorse pubbliche. Nel febbraio 2015, il Collegio dei Revisori dei Conti di Casoria rispose alla deliberazione della Corte, fornendo le proprie deduzioni e gli ulteriori chiarimenti richiesti. Tuttavia, tali chiarimenti non sono totalmente riusciti a convincere la Corte e il Ministero.
Quali sono le novità? Il Mef, dopo la lettura delle controdeduzioni mandate dal Comune di Casoria, ha preso diverse posizioni a seconda delle questioni. Innanzitutto, su alcune questioni ha accolto le controdeduzioni: vari punti della relazione del Mef sono stati così sottratti a quell’alone di possibile irregolarità cui erano sottoposti. Altre questioni sono state rimesse alla discrezionalità della Magistratura contabile. Infine, ci sono i rilievi non superati. Con riferimento a questi ultimi, la Giunta Comunale con atto di indirizzo ha intimato a compiere un’attività di recupero o con interruzione dei termini prescrizionali o col passare in maniera concreta all’attività di recupero. In concreto, vari settori sono stati incaricati di recuperare le somme cedute o gestite secondo modalità che sono apparse al Ministero poco trasparenti, irregolari o erronee. Ricordiamo che quanto si sta restituendo è inerente al quinquennio 2008/2013: stiamo parlando di somme mal gestite o regolate di anni e anni fa. E certo, già è molto se si sta arrivando ad una conclusione in un Paese dove lo spreco pubblico è immenso, ma non bisogna dimenticare che, purtroppo, al giorno d’oggi la burocrazia italiana è ancora lenta nei tempi e nelle modalità. Inoltre, precisiamo che esistono delle questioni (in relazione alle quali ci sono comunque ancora delle perplessità del Ministero) su cui dovremmo attendere l’esito delle attività della Magistratura contabile.
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DANIELA ABBATE
L’evoluzione del giornalismo sportivo
Venerdì 27 gennaio dalle ore 14 alle ore 18.00 si è tenuto, presso la sede di Assostampa Napoli Nord di Casoria, l’interessante evento dal titolo Sport e informazione giornalistica su carta stampata e web. L’incontro ha visto la partecipazione di Massimiliano Musto, Consigliere Nazionale Odg, Ferdinando Troise, direttore del “Casoria2”, Ciro Troise, direttore di “Iam Naples.it” e di Gregorio Di Micco, giornalista professionista. L’inizio dei lavori comincia con l’introduzione, da parte di Ferdinando Troise, al giornalismo sportivo, considerato molto spesso un settore di serie B. Al contrario, il giornalista sportivo è uno specialista, un professionista che sceglie il suo campo d’azione all’interno della macrocategoria dello sport. Non mancano riferimenti a giornalisti come Gerardo Pinto, scomparso pochi giorni fa e Adriano Cisternino, il quale riportò, sul Corriere dello Sport, le gesta del nostro pugile Antonio Picardi.
La storia è ricca di figure notevoli che hanno raccontato lo sport attraverso la loro voce, la loro penna, ma soprattutto attraverso la loro forte passione. Con l’avvento dell’era digitale il giornalista si trova ad affrontare nuove sfide imposte dalle regole del web e dei social network, che implicano una maggiore rapidità nella diffusione delle notizie. Per questo è molto più facile cadere nella tentazione di manipolare le informazioni per battere la concorrenza. Tuttavia cambia il mezzo, ma non il fine: la ricerca della verità. Il bravo giornalista è colui che riesce a riportare gli eventi in modo fedele, senza cadere nella trappola degli interessi che hanno ormai invaso il mondo dello sport, e, in particolare, del calcio. Controllare le fonti, curare le informazioni rappresentano delle responsabilità alle quali il giornalista sportivo non può sottrarsi. Il tema viene ripreso e ampliato da Ciro Troise, giovane giornalista, con esperienza in radio e su web, il quale si sofferma sui doveri e sulle responsabilità
del giornalista di quest’epoca, mettendone in luce anche le contraddizioni e gli atteggiamenti scorretti. Il dibattito si impreziosisce, con l’intervento del giornalista Gregorio Di Micco, di un momento vintage, dedicato alla storia della nascita di alcune tra le testate giornalistiche nazionali ancora in voga e alla visione dei primi giornali di contenuto sportivo, come Il calcio, del 1926 e La voce sportiva, giornale napoletano del ‘33. Anche questa volta non mancano nomi importanti come Gino Palumbo, giornalista nato a Cava de’ Tirreni, il quale per molti anni si occupò della sezione sportiva del Mattino e del Corriere della Sera, prima di passare alla direzione della Gazzetta dello Sport, rivoluzionando il modo di raccontare lo sport sulla carta stampata. In quegli anni, e in particolare con la vittoria dell’Italia ai Mondiali dell’ ‘82, la Gazzetta divenne il giornale più venduto della nazione. La serata termina con la gioia di aver condiviso e ripercorso un pezzo di storia attraverso lo sport, che ancora una volta unisce generazioni e vite diverse.
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6 PAOLO BORZILLO
LA POLIZIA LOCALE E L’ANTITERRORISMO SE NE È DISCUSSO A CASORIA Il 27 e 28 gennaio scorsi si è svolto a Casoria il decimo appuntamento del seminario giuridico-tecnico riservato alle forze dell’ordine ed in particolare alla polizia locale, promosso dall’associazione “PL – Associazione Professionale Polizia Locale d’Italia”. Un appuntamento di formazione irrinunciabile per gli operatori della polizia locale in virtù dei temi sempre al passo con le tematiche in discussione nel quotidiano operare dei vigili urbani per la sicurezza dei cittadini. Ancora quest’anno si sono ritrovati a confronto i massimi esperti delle tematiche della sicurezza in Campania che si sono confrontati con una platea di circa cinquecento persone tra comandanti, agenti, operatori di protezione civile e simpatizzanti. A fare gli onori di casa il presidente della associazione PL, Ivano Leo ed il curatore dell’appuntamento decennale di formazione, Giuseppe D’Elia. Sul palco ad introdurre gli ospiti e gli interventi degli esperti ben tre comandanti: la Comandante della Polizia Locale di Casoria, Anna Bellobuono e nel secondo giorno i comandanti di Arzano, Biagio Chiariello e Casavatore, Antonio Piricelli. Da tutti gli interventi è emerso il ruolo particolarmente strategico della polizia locale in molteplici delle problematiche che riguardano non solo la Campania ma l’attività dei caschi bianchi su tutto il territorio nazionale.
La polizia locale, secondo il magistrato della DDA di Napoli Catello Maresca è “particolarmente indicata perché con la propria attività quotidiana consente di sottrarre alla criminalità organizzata quel controllo del territorio che sta alla base delle attività intimidatorie che essa compie sul territorio.” Il magistrato ha fatto l’esempio di un vigile che impedisce ad un boss, di per se conosciuto nei paese, di compiere
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una infrazione al Codice della Strada o gli fa un verbale. “Questo gesto – secondo Maresca - normale per un agente di polizia locale, ha un effetto dirompente nella mentalità mafiosa perché dimostra come ogni camorrista può essere assoggettato alla legge. E questo li infastidisce terribilmente”. Un esempio concreto dell’utilità della polizia locale è stato rappresentato da Salvatore Dionisio, agente del Comando di Angri che insieme ai colleghi di Scafati, S. Egidio del Monte Albino, S. Giorgio a Cremano e Pavia (tutti premiati con una targa dall’Associazione PL) hanno illustrato l’operazione “di Francia” che partendo da un semplice controllo commerciale ha risalito una catena investigativa che ha scoperto un traffico di prodotti di marca rubati tra la Campania e la Lombardia. Sulla stessa falsariga dell’importanza della polizia locale nelle attività di indagine delegate dalle Procure, l’intervento del PM della Procura di Avellino, Vincenzo D’Onofrio, che ha illustrato il contributo di un comandante della polizia locale in una indagine che ha portato alla condanna di diversi esponenti della malavita attiva a Napoli-est tra cui il boss Ciro Sarno, capo dell’omonimo clan. Una indagine partita proprio da una annotazione di servizio del comandante. Il magistrato ha infatti invitato gli operatori a prestare attenzione a tutta una serie di fenomeni che possono a
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DOMENICA 5 FEBBRAIO 2017 In foto il P.m. della DDA Catello Maresca
vario genere essere legati alla criminalità organizzata ed a riportarli sempre in annotazioni che possono diventare utili alle procure impegnate nella lotta alla camorra. Un invito a non sottovalutare l’arricchimento che le annotazioni della polizia locale possono dare alla banca dati SDI è venuto dal Comandante della Polizia locale di Nola, Luigi Maiello che nell’illustrare le azioni di sicurezza urbana nei territori a particolare connotazione mafiosa ha ricordato come: “non è vero che la polizia locale non ha l’accesso allo SDI. Noi possiamo avere un accesso indiretto attraverso una password nostra presso i Carabinieri.” Particolarmente veemente la rivendicazione, da parte di Maiello, del ruo-
7 lo della polizia locale sul controllo del territorio. E da questi è arrivato anche l’invito a non crogiolarsi dietro alle cose che mancano alla polizia locale: “sono scuse buone per le rivendicazioni sindacali”. Noi abbiamo le stesse competenze di tutte le altre forze di polizia ed è bene che cominciamo ad esercitarle se vogliamo sollecitare una quanto mai necessaria legge di riforma della polizia locale”. Quello della riforma, in senso aperto ad un vero riconoscimento della polizia locale come appartenente al comparto sicurezza, è stato il tema dell’indirizzo di saluto portato dalle autorità politiche intervenute. In particolare dal Vice-Presidente del Consiglio Regionale, Tommaso Casillo, e del Sindaco di Casoria, Pasquale Fuccio. Di particolare novità l’intervento della dottoressa Sabrina Magris, esperta in terrorismo internazionale che si è intrattenuta sul tema attualissimo del ruolo della Polizia Locale nell’antiterrorismo. Un ruolo in cui è stata recentemente chiamata in causa dallo stesso Ministro degli Interni, Marco Minniti. La docente universitaria ha dato agli operatori presenti valide indicazioni su come riconoscere un integralista islamico dai suoi stessi modi di comportarsi, come ad esempio il modo di sedersi. Nonché su come poter compiere una comunicazione fruttuosa con queste persone. Non è mancata da parte della stessa Magris e dal Presidente di PL, Ivano Leo, una sottolineatura polemica, pensando ad attentati come quello di Nizza sul fatto che se fosse successo in Italia davanti alle transenne il camion omicida avrebbe certamente trovato prima una pattuglia della polizia locale. Di taglio molto tecnico ma accattivante ed efficace, l’intervento del Comandante Pino Napolitano che ha spiegato le modalità di accertamento delle infrazioni
In foto LA comandante ANNA BELLOBUONO
al Codice della Strada con i nuovi strumenti elettronici, come lo street control. Napolitano ha ribadito che nonostante la legge di Stabilità 2016 ha allargato la possibilità di accertare le violazioni con strumenti elettronici, per quanto riguarda quelli non omologati, questi devono essere considerati un ausilio per l’operatore e quindi gli accertamenti non possono prescindere dalla contestazione. Molto seguiti ed apprezzati gli interventi del capitano Paolo Di Napoli, Comandante del NOE di Napoli, che ha rinverdito le attività da svolgere in tutela dell’ambiente in un periodo in cui per molti l’attenzione sulla “Terra dei Fuochi” sembra scemata e di Balduino Simone che in tema di attività di polizia stradale ha illustrato il rilievo degli inci-
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8 ALESSIA MANCO Questa settimana abbiamo intervistato per i nostri lettori il Dott. Vincenzo Amoriello, Direttore del Gifoa, il centro di riabilitazione noto a tutti casoriani per la qualità delle sue prestazioni. Che cos’è il Gifoa? Il Gifoa è un centro di riabilitazione e di fisioterapia. Non abbiamo più il settore diagnostico per problemi economici. Quando nasce il Gifoa? Cosa la spinse a fondarlo? Il Gifoa nasce nel 1983. Fu un’idea mia e del Dott. Enzo Donatiello e il motivo che ci spinse a fondarlo fu il fatto che nella zona di Casoria, e in particolare in quella di Arpino, mancasse un centro di questo tipo. Che servizi offre attualmente il Gifoa? Qual è il fiore all’occhiello del centro? Il Gifoa offre servizi di alta qualità nella riabilitazione in generale e si occupa soprattutto dei bambini, aiutandoli nella psicomotricità e nella logopedia, che sono il nostro punto di forza. Abbiamo ottimi riscontri sia da parte dei cittadini che delle strutture ospedaliere, che ci conoscono e stimano il nostro operato. Quali problemi affrontate quotidianamente? Quali sono le maggiori dif-
InterviSta a Vincenzo Amoriello, direttore del Gifoa
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ficoltà per una struttura accreditata al Sistema Sanitario Nazionale? Il problema principale è che qui vengono moltissime persone a chiedere di poter usufruire dei nostri servizi, ma purtroppo siamo costretti a doverli mettere in liste lunghissime che prevedono circa tre anni di attesa. Questo accade perché l’Asl ha chiuso i rubinetti. Le persone si lamentano con noi e invece dovrebbero andare a lamentarsi con la Sanità, che ha bloccato le liste d’attesa. Noi per andare avanti siamo costretti ad affidarci a compagnie di factoring, che ci forniscono la liquidità con degli interessi altissimi, in attesa che arrivino i fondi regionali, sempre carenti e in ritardo. Lei ha spesso protestato contro l’Asl, anche con scioperi della fame. E’ cambiato qualcosa grazie alle sue rimostranze? Io ho sempre protestato. Mi sono legato con le catene davanti ai palazzi della Regione e dell’Asl, perché in Italia per ottenere qualcosa bisogna essere ribelli, fare i pazzi. Grazie a queste mie proteste sono riuscito ad ottenere quello che l’Asl mi negava. Nel 2002, ad esempio, volevano negarmi i fondi per il servizio
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DOMENICA 5 FEBBRAIO 2017 di riabilitazione, ma grazie anche alla Polizia di Stato, che mi seguì in quella faccenda, riusciì ad ottenere quanto mi spettava da anni. Come pensa che si potrebbero risolvere questi problemi? Credo che la Sanità campana sarà in questo stato ancora per decenni, finché non finirà la lobby delle poltrone e delle designazioni da parte della politica dei Direttori Generali. La soluzione dovrebbe essere proprio questa: i Direttori Generali dovrebbero essere nominati a concorso, non dalla politica, ma selezionati tra i funzionari e i dipendenti. I Direttori dovrebbero essere persone interessate a fare bene, perché facendo male andrebbero anche contro se stessi, essendo interni al settore. Come vi accoglie la popolazione? Il nostro centro, come dicevo anche prima, è richiesto da molti, perché i cittadini sanno come lavoriamo. Capita che
9 sia pazienti che dipendenti lascino altre strutture per rivolgersi a noi. La cosa principale è che siamo umani, cerchiamo di instaurare un rapporto solidale con tutti, soprattutto con quei bambini con patologie molto delicate. Cosa vi auspicate per il futuro? Avete qualche progetto in cantiere? E’ brutto a dirsi, ma il futuro lo vedo nero! Nero proprio perché la Sanità campana non dà certezze e sicurezze. E’ difficile andare avanti nel presente, figuriamoci fare progetti per il futuro. Il domani è un punto interrogativo. Nonostante tutti i problemi che ha affrontato e che continua ad affrontare, lei rifarebbe tutto quello che ha fatto? Certo! Nonostante tutto quello che mi è successo, nonostante tutte le battaglie che ho fatto, nonostante la crisi che c’è, lo rifarei. Lo rifarei perché amo i bambini, amo stare con loro, anche perché sono nonno e l’affetto che do ai miei nipoti, lo do anche ai bambini che
vengono nella mia struttura. Proprio per i bambini ogni anno facciamo delle grandi manifestazioni. Quest’anno ne abbiamo fatta una bellissima a Natale, seguita proprio dalla vostra testata. I cittadini, i bambini, le mamme ci hanno dato grande soddisfazione. In quella manifestazione così bella, però, è mancata la parte più importante, la presenza della politica. Io ho invitato la rappresentanza comunale, che come al solito non si è presentata. Noi ringraziamo il Dott. Amoriello per il tempo dedicatoci e ci auguriamo che strutture come la sua, insostituibili e di grande importanza per il nostro territorio, non debbano più “affannare” nell’erogazione dei servizi, ma che al contrario possano offrire l’alta qualità del loro operato a tutti i cittadini che lo richiedono. Il fatto che centri come il Gifoa abbiano addirittura rischiato la chiusura, è l’ennesima dimostrazione che la Sanità deve cambiare.
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CASORIA CALCIO, IL SOGNO ECCELLENZA PASSA PER IL “SAN MAURO”
Il campionato del Casoria è ormai entrato nella sua fase cruciale. A dodici giornate dal termine, i viola mantengono saldamente il comando della classifica del Girone A di Promozione, con 4 punti di vantaggio sulla seconda (Albanova) e 5 sulla terza (Cicciano). “C’è grande entusiasmo e vogliamo giocarcela fino in fondo - commenta il Direttore Generale Carlo Cristarelli - ma è arrivato il momento di stringersi ancor di più intorno alla squadra, riempiendo il San Mauro già da domenica per la delicata sfida con il Forza e Coraggio Benevento”. In effetti, il fattore “San Mauro” sarà decisivo per realizzare il sogno Eccellenza, visto che i viola giocheranno tra le mura amiche ben 7 delle restanti 11 gare da disputare (c’è da mettere nel conto anche il turno di riposo, che il Casoria - così come le altre dirette concorrenti - deve ancora osservare). “Essendo una neopromossa, non eravamo partiti con l’obbligo di vincere il campionato - aggiunge il DG Cristarelli - ma ora non possiamo più nasconderci. Giocare in casa la maggior parte delle prossime gare può essere un vantaggio, ma fino ad un certo punto. Perché avere il pubblico al nostro fianco sarà importante, ma io sono anche preoccupato dalle pessime condizioni del terreno di gioco, che ci impedisce di esprimere le nostre qualità tecniche e che ci espone al rischio infortuni, come purtroppo è già capitato a Gianluigi Esposito. È un peccato che il campo sia ridotto in queste condizioni, basterebbe una manutenzione più attenta per mantenerlo sempre verde”. Dopo l’ottimo pareggio di Cicciano, preceduto da un’impressionante serie di nove vittorie consecutive, i viola ospiteranno domenica il Forza e Coraggio Benevento. C’è da riscattare la sconfitta dell’andata: contro i sanniti, la squadra di mister La Manna sfoderò quella che resta l’unica prestazione negativa della stagione. Al “San Mauro” è atteso il pubblico delle grandi occasioni. E per i tifosi ci sarà anche una lieta sorpresa: prima della gara, infatti, sarà esposto il trofeo che la Federazione ha appena consegnato alla Società viola per commemorare la vittoria dello scorso campionato di Prima Categoria. E le buone notizie non finiscono qui. Perché proprio in questi giorni è arrivata la convocazione del giovane Gabriele Acampora (classe ’98) nella rappresentativa campana che si prepara ad affrontare il prestigioso Torneo delle Regioni (in programma ad aprile in Trentino Alto Adige). “Il fatto che un nostro ragazzo sia stato selezionato tra le 32 squadre di Eccellenza e le 61 di Promozione - conclude il DG Cristarelli - è un ulteriore motivo di orgoglio per il lavoro che stiamo facendo”.
CARMEN PALUMBO
“I Pini”: un centro commerciale di quartiere Questa settimana abbiamo parlato con il Direttore del Parco Commerciale “I Pini”, che per tanti anni è stato luogo di acquisti, ma anche di passatempo e di ritrovo per noi tutti casoriani. Dopo la vicenda di qualche anno fa, che aveva portato il centro in una difficile situazione di crisi, facendo pensare anche ad un numero molto elevato di licenziamenti, il Parco sembra essersi rimesso in moto facendo proprio affidamento su tutti quei clienti affezionati che non hanno mai smesso di frequentarlo. Nel 2016 il Parco infatti ha rischiato più volte il fallimento, molte sono state le manifestazioni dei lavoratori che hanno cercato di evitare in ogni modo il licenziamento. La parabola si è conclusa in maniera positiva, perché nel maggio del 2016, il magistrato ha concesso a Selezione Italiana, la società che gestisce il supermercato Crai, altri due anni prima della recessione del contratto. Il Direttore Graziano Gaetano ci tiene a sottolineare che in questi anni il centro non ha mai perso le sue caratteristiche primarie: “rispetto agli altri centri commerciali, è un parco situato all’aperto, piacevole da visitare anche se non bisogna fare degli acquisti imminenti e allo stesso tempo si compone di oltre 30 negozi, con
grosse firme e marchi nazionali, senza dimenticare la presenza del grande supermercato Crai.” Forse nonostante la nascita dei nuovi centri commerciali, proprio queste caratteristiche particolari del parco hanno fatto in modo che non si perdesse l’antico successo. I negozi presenti sono tra i più svariati, oltre al supermercato che è fonte di molta clientela, ci sono negozi che attirano l’attenzione sia dei più grandi, ma anche dei bambini. Proprio sul percorso e sui cambiamenti affrontati dal centro in questi anni, il Direttore ha esposto il suo pensiero: “io svolgo questo incarico dal 1994 e il centro in questi anni ha dovuto imbattersi naturalmente in molti cambiamenti anche difficili. Nei primi anni eravamo il fiore all’occhiello di Casoria e della provincia di Napoli, con l’avvento dei grandi centri commerciali la situazione è cambiata, abbiamo affrontato un momento di crisi ma per fortuna la clientela più affezionata non ci ha abbandonati. La nostra fortuna è anche la zona in cui ci troviamo, abbiamo un bacino di utenza molto ampio formato da 4 comuni, Casoria, Afragola, Cardito e Fratta. Anche per questo oggi amiamo definirci come un Centro Commerciale di Quartiere, situato a ridosso di grandi Comuni che nell’insieme raggiungono circa 400 mila abitanti.”
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VALERIA POSTIGLIONE
Premio Mimmo Ferrara: per incentivare il buon giornalismo
Il giornalismo per i giornalisti è senza dubbio una cosa seria. Detta così può apparire come una frase banale, eppure non è così. Rifletteteci, in un’epoca in cui Facebook è diventato un calderone di notizie o pseudo tali, in un momento storico dove la bufala è diventata un must, allora si, il giornalismo per un giornalista è una cosa molto importante. Verificare una fonte, cercare una notizia, portare avanti un’inchiesta sono cose serie. Mimmo Ferrara era uno di quei giornalisti. Nostro concittadino, nacque a Casoria nel 1940 e fu un’icona per il giornalismo campano e nazionale: era giornalista professionista iscritto all’Ordine della Campania dal 1° luglio 1965, cominciò a scrivere sul Corriere di Napoli, poi nel 1976 passò al Mattino dove fu caposervizio agli esteri, allo sport e alla politica. Oltre che redattore capo responsabile del settore Grande Napoli e responsabile della segreteria della redazione di Roma, fu direttore anche di settimanali sportivi dell’Edime: Sport Sud e Lo Sport del Mezzogiorno e collaborò alla testata
giornalistica sportiva della Rai per la rubrica Derby; per un biennio, dal 1990 al 1992, fu anche redattore capo centrale del quotidiano «Roma». Fu inoltre consigliere di amministrazione dell’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani e consigliere dell’Ordine dei Giornalisti della Campania. Per dieci anni fu presidente della Casagit, la Cassa Autonoma di Assistenza Integrativa dei Giornalisti Italiani; effettuò due mandati da sindaco effettivo (dal 1977 al 1985) e quattro da consigliere d’amministrazione (dal 1985
al 2001), dei quali quasi tre da presidente. Mimmo Ferrara è scomparso all’età di 75 anni lo scorso Ottobre e da qualche giorno l’Ansa ha battuto la notizia della prima edizione del premio “Mimmo Ferrara”. È stata comunicata dall’ordine dei Giornalisti e dalla famiglia Ferrara insieme alla Casagit, la Cassa autonoma di assistenza integrativa dei giornalisti Italiani. Il premio intitolato al giornalista casoriano, sarà riservato ad un giornalista under 35 del settore sanità. Il bando si aprirà nelle prossime settimane e la premiazione avverrà il 14 Ottobre nella sede dell’Ordine. È proprio il caso di dire che se in vita ha avuto un curriculum fitto e importante, anche nella memoria contribuisce a supportare ed elevare la questione giornalistica. Attendiamo questo bando, sperando che possa ispirare qualche nuova leva a percorrere una carriera brillante in questo mondo. Peste della patria è il giornalismo che accetta le notizie senza vagliarle, quando pur non le inventa. (Cesare Cantù)
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60 Consigli per conquistare l’eterna giovinezza
Un forbito gruppo di sessantenni consiglia le giovani d’oggi Oggi in internet si può trovare davvero qualsiasi cosa, persino la ricetta antiage più efficace che esista al mondo. A divulgare il prontuario miracoloso è la scrittrice Margaret Manning che, compiuti 60 anni, si è posta un obiettivo importante nella sua vita, un qualcosa che sia d’aiuto al prossimo, in modo particolare alle giovani generazioni. La sua proposta è diventata da subito un forte spunto di riflessione per le signore di tutte le età ed ha attirato a sé un forte numero di adesioni. Insieme ad altre sessantenni, pronte come lei a (ri)mettersi in gioco, dopo svariati confronti è arrivata a rendersi conto che solitamente i dubbi di vita più consistenti nella vita di una donna sorgono intorno alla trentina. Sulla base di ciò è nato l’invito a dare consigli, onesti e profondi, alle donne che dai trent’anni in poi avrebbero iniziato ad interrogarsi sull’argenteo percorso. Il progetto così delineato si chiama “Sixty and me” ed è uno spazio in cui ogni donna può dare testimonianza della propria vita e, in base all’esperienza maturata, dispensare consigli su come imparare a familiarizzare col proprio corpo in continua evoluzione e, quindi, a smettere d’aver paura delle rughe (tanto battagliate dalle pubblicità) e crescere con serenità e armonia. L’originale sessantenne ha dato così vita ad una compatta realtà femminile che, solidale e onesta, accompagna le giovani di oggi nel trovare una valida motivazione per riconoscere e ascoltare la propria voce interiore affrontando degnamente un momento di transizione della vita che, contrariamente ai falsi messaggi diffusi dai mass media, offre tantissime nuove e ricche opportunità. Ecco di seguito i preziosi consigli per invecchiare felici: 1) Ricordate che la vita è una sola; non si tratta di un test di preparazione. 2) Cercate di essere positivi e di trarre sempre il meglio da ogni esperienza. 3) Pensate nel Qui ed Ora. 4) Vivete a pieno ogni giorno perché non si sa mai cosa ci riserva il domani. 5) Ricordate che la vita può cambiare in un istante 6) Amate ogni singola tappa della vostra vita e non temetene nessuna, perché sono tutte magiche. 7) Imparate a vivere il momento. Se ci riuscirete quando siete giovani, vi sarà tutto più facile quando avrete 60 anni. 8) La vita è troppo corta per preoccuparsi di qualcosa che succederà in futuro. Vivete il presente! 9) Uscite e godetevi la natura 10) Cercatevi un hobby o un lavoro che vi faccia sperimentare le diverse sensazioni di ogni fase della vostra vita 11) Siate voi stesse. Invecchiate con dignità. 12) Cercate di invecchiare bene, non di non invecchiare! 13) Accettate i cambiamenti del vostro corpo e della vostra mente mentre crescete. 14) Siate sincere con voi stesse. È un processo di apprendimento lento, ma ne vale la pena. 15) Conservate i vostri ricordi, ma non siate troppo dure con voi stesse.
16) Virginia Wolf aveva ragione: una donna ha bisogno di una stanza solo per lei e di 500 dollari. 17) Dimenticate gli stereotipi della società sull’invecchiamento. 18) Non preoccupatevi di invecchiare. Preoccupatevi di non annoiarvi. 19) L’età è solo un numero, non dice chi siete. 20) Il tempo passerà, volenti o nolenti. Quindi, iniziate a viverlo! 21) Non smettete mai di cercare ispirazione. 22) Vivete in maniera semplice e risparmiate. Fate attività fisica, siate colte, leggete e viaggiate. 23) Comprate vestiti classici, saranno sempre di moda. 24) Non buttate soldi in scarpe; gli uomini non vi guardano i piedi. 25) Non riempite le vostre vite di cose e persone inutili. 26) Siate voi stesse: brillate di luce propria. Mostratevi presenti, vere, coscienti e vivete ogni momento. 27) Non ossessionatevi con le rughe. Quando inizieranno ad apparire sul vostro viso, pensate che sono la mappa della vostra vita. 28) Vivete con passione e con amore, tenete gli occhi e il cuore aperti. Semplicemente, siate felici. 29) Vivete il presente; non preoccupatevi d’invecchiare. Il meglio deve ancora venire! 30) Valorizzate i piccoli piaceri della vita; non complicatevi le cose. 31) Amate e rispettate il vostro partner e i vostri figli nello stesso modo in cui volete che loro vi amino e vi rispettino. 32) Offrite il vostro amore libero ed incondizionato. 33) Fate figli quando li volete davvero: non esiste un’età specifica per averli. 34) Mostrate empatia verso voi stessi e verso le persone che vi circondano. 35) Fate tante foto, sarete felici di averle quando le persone che amate non ci saranno più. 36) Imparate a perdonare fin da giovani. 37) Dimenticate le arrabbiature e lasciate che la gratitudine e l’allegria siano la vostra legge di vita. 38) Tenete sempre una cerchia di amiche: è fondamentale! 39) Valorizzate la vostra famiglia. Sarà con voi quando gli
DOMENICA 5 FEBBRAIO 2017 altri si allontaneranno. Vi appoggerà durante tutta la vita. 40) Non andate mai a dormire arrabbiate con voi stesse o con gli altri. 41) Ricordate ogni giorno al vostro partner, ai vostri amici e alla vostra famiglia che li amate. 42) A 30 anni si diventa donne. Apprezzate la vostra bellezza. 43) Non perdete tempo a preoccuparvi delle cose che non potete cambiare; cambiate quelle che potete! 44) Uscite prima che potete da una relazione negativa; non potrete cambiare l’altra persona. 45) Prendetevi cura della vostra pelle. E sorridete sempre! 46) Fidatevi del vostro istinto e non parlate mai male di voi stesse. 47) Siate gentili con voi stesse. Non prendete in considerazione ciò che non potete controllare. Se qualcosa vi fa sentire male, fatelo uscire dalla vostra vita. 48) Imparate a ridere di voi stesse. Non siate così serie. 49) Dedicate momenti a voi stesse ogni giorno. Ridete e sorridete in qualsiasi momento.
13 50) Siate semplicemente voi stesse. Non rincorrete la perfezione. 51) Se avete figli, amateli, ma non cercate di essere madri perfette. 52) Lasciatevi insegnare dai vostri figli. 53) Siate guerriere: imparate ad usufruire delle vostre risorse e a essere indipendenti. 54) Non lasciatevi guidare dalla paura. 55) Non smettete mai di imparare e rinforzate la vostra mente, il vostro fisico e il vostro spirito. 56) Siate grate ogni giorno, fino a quando non arriverà un cattivo giorno. C’è sempre una lezione da imparare. 57) Accettate gli aspetti positivi della vecchiaia, come il fatto di avere meno responsabilità e più libertà. 58) Molte battaglie diventano più semplici con l’età. 59) Non permettete a nessuno di dirvi che siete troppo giovani o troppo vecchie per fare qualcosa! 60) Non abbiate paura. Quando invecchierete, vi sentirete bene. La natura vi prepara per ogni fase della vita! Fonte originale: Huffington Post // Autrice: Margaret Manning
GIUSEPPE NAPPA
Show Napoletano su Prima TV Napoli conferma il suo successo Trasmissione TV dal titolo “Show Napoletano” in collaborazione con “Occhio All’Artista” in onda ogni lunedì dalle ore 19.00 alle ore 21.00 su Prima TV Napoli canale 199 e 873 del digitale terrestre degli editori Pasquale Liberti e Antonio Di Genova. Visibile anche in diretta Facebook sulla pagina “Show Napoletano”, quella di Prima TV Napoli e non solo è visibile anche in streaming www.primatvnapoli.com. La Trasmissione è Ideata e Condotta dal giornalista Giuseppe Nappa accompagnato dalle modelle Giusy Brillante e Viviana Guarino. La grafica del programma è curata dal vignettista Ciro Scialó. Fotografo di studio Giuseppe Casoria. Regia Ignazio Tufano. Tratta di spettacolo, giornalismo, musica classica, musica moderna, teatro, cinema, arte e cultura. Dove ogni artista può
promozionare la sua arte. Attraverso intervista ed esibizione. Dopo la pausa natalizia la trasmissione è tornata e ha confermato il suo successo. Ospiti in studio gli artisti: Lele Manna per la canzone moderna, Anna Sax per la canzone classica napoletana, il momento cultura libro con l’autore Giuseppe Senese ed Enzo Scialó con una bella coreografia di Michael Jackson, la parte arte con il vignettista Ciro Scialó. Insomma come ogni lunedì non possiamo mancare.
COMUNICATO STAMPA L’Associazione Professionale P.L. POLIZIA LOCALE Sezione Regione Campania esprime piena solidarietà e vicinanza al Comandante della P.M. di Nola, dott. Luigi Maiello, per il vile attacco mediatico di cui è stato vittima durante la trasmissione televisiva “Quinta Colonna”andata in onda in prima serata il 30.01.2017 sulla rete nazionale “Rete 4”. E’ necessario fare fronte comune contro ogni tipo di
attacco mediatico che tenti di scalfire l’impegno costante della Polizia Locale verso una nuova consapevolezza e gestione del territorio in modo responsabile e avulso da ogni tipo di sottomissione politica o malavitosa. Questa ennesima ed inaccettabile linea editoriale televi-
siva non avrà certo la forza di interrompere il percorso di legalità finora seguito dal Comandante Col. Luigi Maiello e dall’intera categoria di appartenenza, una strada di speranza per la nostra terra intrapresa ormai da tante realtà che in tutt’Italia non smetteranno di essere unite e cooperare quotidiana-
mente per il bene della cittadinanza ed al servizio della legalità e della trasparenza. Non vogliamo sostituirci ai tribunali per processare i responsabili di questo triste ed inopportuno episodio: i colpevoli saranno giudicati nelle sedi idonee e sottoposti alla legge in base alle risultanze di un’attenta indagine tutt’ora in corso da parte degli organi inquirenti e della magistratura competente. Il Presidente Regionale Dr. Giuseppe D’Elia
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Bluetooth
S.S. 87 KM 8.800 - ADIAC. P. CO COMM. I PINI - CASORIA (NA) TEL 0817585428 - WWW.CERBONEMOTO.IT - WWW.MOTOQUAD.IT
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MARICA DE MARTINO
Giuseppe Bifulco: “Il Napoli, La Roma, I mondiali e la Champions League; ecco le mie realtà” Un curriculum di tutto punto. Da arbitro a direttore sportivo con esperienze che fanno di lui un personaggio di prestigio. Lui è Giuseppe Bifulco. Com’è iniziata la sua carriera? La mia carriera è iniziata negli anni 90 come direttore sportivo nelle squadre di calcio. Da settembre 2000 a giugno 2002 sono stato il Responsabile del Settore Giovanile del Napoli Calcio, da luglio 2002 a dicembre 2002 sono stato Osservatore del Napoli Calcio (Serie B) e da novembre 2003 a gennaio 2004 ho collaborato all’Hellas Verona Calcio (Serie B), come Osservatore e da maggio 2008 a giugno 2011 ho collaborato come Assistente alla Direzione Sportiva dell’As Roma (Serie A), occupandosi principalmente dei rapporti di mercato con Società della Lega Pro. Per quanto riguarda le sue esperienze nella Roma
e nel Napoli cosa ci vuole raccontare? La prima grande opportunità è stata prima con il Napoli e poi con la Roma. Li ricordo con grande affetto e soddisfazione poiché mi hanno fatto crescere a livello professionale; a Napoli nel settore giovanile è stata un’esperienza unica e fantastica; con la Roma è stata una grande opportunità a cui devo tanto per la mia formazione.
Cosa ci può raccontare quando ha collaborato per le organizzazioni dei mondiali degli anni 90 e la finale di Champions League del 2009? E’ stata una grandissima esperienza partecipare e collaborare a questi eventi di tale importanza sono state soprattutto formative per me. Questi momenti in cui ho avuto modo di stare in contatto con persone di livello
mondiale. Lei ha avuto esperienze nel ruolo di arbitro. Cosa ci può raccontare? Si esatto. Prima di diventare direttore sportivo ho ricoperto il ruolo di arbitro dal 1985 al 1999, nei ruoli dell’A.I.A. (Associazione Italiana Arbitri di calcio). Ho arbitrato fino al 30 giugno 1998 nel Campionato Nazionale Dilettanti (attuale Serie D). Ora di cosa si occupa? Attualmente sono direttore sportivo dell’Olhanense una squadra portoghese della Segunda Liga (Serie B). Cosa ne pensa del Napoli? E’ una grandissima realtà, è arrivata al top e ai livelli mondiali. A livello di gioco è una tra le migliori al mondo ed è guidata da un ottimo allenatore. E’ una squadra spettacolare. Adesso avrà una sfida importante con il Real Madrid e questo è un segno evidente della sua grandezza.
DIANA SANTUCCI
Emergenza ambientale “I Democratici” si impegnano per tutelare il benessere e la qualità della vita della collettività
L’Amministrazione ha sottovalutato il problema “ambiente”, inteso nella sua più amplia estensione, radicato nel Comune di Casoria. Negli ultimi decenni la qualità della vita è stata fortemente compromessa non solo a causa dei mutamenti dell’ecosistema, ma anche per mano dell’uomo. Appena raggiunta la consapevolezza di proteggere e valorizzare il patrimonio ambientale, “I Democratici”, attraverso il loro rappresentante, il Consigliere Giuseppe Santillo, hanno presentato una ulteriore proposta di emendamento per salvaguardare la salute pubblica, messa a rischio soprattutto dall’inquinamento. È necessario intervenire al più presto per garantire ai cittadini un radicale miglioramento della qualità della vita attraverso un ambiente sano e sicuro. Bisogna avere una conoscenza precisa dello stato di salute dell’ambiente che ci circonda, per introdurre misure di risanamento, limitazione o eliminazione delle fonti di inquinamento. Il Consiglio Comunale ha approvato l’emendamento e l’Amministrazione si è impegnata ad adottare misure idonee a ricondurre al principio di sostenibilità ambientale lo sviluppo della città e quindi tutelare il benessere e la qualità della vita di tutta la collettività.
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Riccardi: “Vi racconto i segreti del mio mestiere”
Dietro grandi nomi di calciatori, ci sono sempre gli osservatori che hanno l’arduo compito di scovare i potenziali talenti che potrebbero fare la differenza nella massima serie. Tra questi, Gianfranco Riccardi (dopo un inizio da calciatore) ricopre attualmente il ruolo di osservatore, rappresentando la squadra del Genoa. Quali sono stati i suoi primi passi all’interno del mondo del calcio? “Nel lontano 1977 iniziai a giocare a calcio serio (diciamo), da puro appassionato a giocatore (bel salto)” Cosa significa fare l’osservatore al giorno d’oggi? “I tempi sono cambiati. Oggi non si guarda più alla prospettiva di un ragazzo, lo stesso deve essere già pronto. Io personalmente osservo la postura, la velocità, l’intelligenza e poi la tecnica; è importante oggi la metrica, il saper stare in campo coprendo il proprio ruolo”. Che caratteristiche deve avere un calciatore per spiccare tra i tanti ragazzi che esaminate? “Credo di aver risposto. Aggiungo che
combinare tutte quelle caratteristiche non è facile, comunque con la società che ho l’onore di rappresentare (Genoa cfc. SPA), si pondera bene la scelta anche per il bene del ragazzo stesso”. Ha mai pensato di svolgere la sua professione anche all’estero? “Avendo giocato per quasi 5 anni in Bundesliga, l’anno scorso una società tedesca mi propose un tale compito, ma io rimango per il momento al Genoa cfc che ritengo una delle migliori società Calcistiche nel proporre giovani talenti, oltretutto il Direttore Sbravati Michele del settore, oltre ad essere uno in gamba nel ponderare un ragazzo è anche una persona per bene”. Che difficoltà comporta ricoprire questo ruolo? “Molte, per varie cose, tipo scegliere un ragazzo bravo ma doverne farne a meno perché le deroghe sancite dalla FIGC (giustamente) non possono superare il numero 4 extraregione, oppure combattere a volte con i genitori che sono la rovina di taluni talenti. Il lato positivo è raggiungere sempre un colloquio fatto di stima reciproca con le
altre società, se ti comporti da persona seria e professionale tutti nel tempo ti porteranno stima: Juve, Napoli, Milan, Inter, Sassuolo, Chievo, Roma, e con le varie società della Lega Pro”.
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GIUSEPPE NAVARRA E’ da notare l’uso del congiuntivo, il modo della possibilità, della speranza e dell’incertezza. Il risultante aggettivo, resiliente, è ben noto in medicina. Esso indica “la capacità (latente ndr) di un malato di reagire e di lottare contro la propria malattia e di vincerla”. Il tutto dipende, quindi, solo dall’individuo. Il termine deriva dal latino e significa resistere, saltare indietro. Applicato inizialmente alla metallurgia indicava la capacità della materia di resistere a forze che tendono a modificarla e/o deformarla. Si pensi ai binari dei treni che il calore modifica ma che riprendono la loro forma quando la temperatura si normalizza. In biologia il termine si relaziona alla capacità dell’organismo di auto-ripararsi dopo aver subìto un danno. Resilienti sono i malati che recuperano la salute grazie alla loro capacità di reagire e rialzarsi nel momento in cui prendono coscienza del loro male. E’ come se speciali anticorpi dormienti si attivassero, risvegliati improvvisamente da una forza interna sconosciuta, innescata e rivitalizzata dalla reazione positiva del paziente. La lezione che se ne può dedurre è quella di non mollare mai, di non rinunciare alla lotta contro il male. Di resistere. Il caso più recente di resilienza in natura, riportato da Rep.it del 17 gennaio scorso, è quello della diatomea polare, una microalga studiata anche dai ricercatori della Stazione Zoologica di Napoli, che da milioni di anni si adatta alle trasformazioni climatiche estreme. Anche il triplice “resistere” del p. g. di Milano, F.S. Borrelli, rivolto ai giudici in difesa della loro indipendenza fu un caso di resilienza. Come si vede, diversi
In attesa della resilienza dei Casoriani “La resilienza è la capacità di un individuo di generare fattori biologici, psicologici e sociali che gli permettano di resistere, adattarsi e rafforzarsi a fronte di una situazione di rischio, generando un risultato individuale, sociale e morale” (Oscar Chapital Colchado)
sono i campi di applicazione della resilienza. Storicamente parlando, resilienti furono i Friulani che, dopo il terremoto del 1976, sotto la guida di Zamberletti, ricostruirono in dieci anni i paesi distrutti. Unico esempio in Italia di efficienza e serietà. Resilienti furono i partigiani che si batterono vittoriosamente contro i nazifascisti. Resiliente fu l’Italia del dopoguerra in cui il popolo seppe fronteggiare il disastro bellico resistendo, ricostruendo e riorganizzando vita sociale, strutture
distrutte, economia, industria e politica. E Casoria? Pensate che la nostra città sia paragonabile ad un corpo malato? Temete che sia un corpo infetto bisognoso di un intervento auto-riparatore? Sarà capace questo corpo, ormai bacato da indifferenza, rassegnazione, affarismo, abulia, clientelismo e disinteresse per la cosa pubblica, di prendere coscienza del suo stato comatoso e di risvegliare in se stesso gli anticorpi per contrastare e sconfiggere la malattia endemica che l’ammorba? Sapranno i casoriani ed i loro delegati politici risvegliare i propri anticorpi dormienti e riportare in salute questa nostra povera, sfruttata, martoriata città? Siamo sull’orlo del default economico, e non solo. Rischiamo il naufragio. Tra i tanti taumaturghi politici e politicanti alternatisi per decenni al timone di questo bastimento su cui tutti noi siamo imbarcati, non ce n’è stato uno che sia riuscito a pilotarlo in porto. Alla barra della nave in balia delle onde servono nocchiero e team capaci di valutare tutti i rischi della navigazione e sviluppare le opportune strategie per il governo del natante. Finora inutilmente il marinaio sulla coffa scruta l’orizzonte mentre la ciurma sulla tolda attende invano il fatidico grido “Terra! Terra!” o l’arrivo di una scialuppa con il sospirato team. Se noi Casoriani non prenderemo coscienza della nostra persistente infermità politica e sociale, non ci resterà che una fervida preghiera collettiva invocando, oltre che San Mauro e San Benedetto, anche San Ludovico, Santa Giulia e Santa Cristina. Se le nostre invocazioni non giungeranno in loco per carenza di fervore, non ci resta che piangere.
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Nino Simeone: per i trasporti a Napoli è il 2020 l’anno che verrà
“Signori, in carrozza!”, non qui: da noi capita ancora che a una fermata del pullman perdi la nozione del tempo e a una fermata della metropolitana perdi proprio il treno, chiusura per “motivi tecnici” e a “tempo indeterminato”, spesso un viaggio nell’ignoto tra gente esasperata ed ignara che brancola nel buio. Gesù, fate luce. Cerchiamo di “schiarirci” le idee con Nino Simeone, Presidente della Commissione infrastrutture, Lavori Pubblici e Mobilità del Comune di Napoli. Mobilità, che bella parola…cominciamo con la Metropolitana linea 1 “Cominciamo con la notizia buona: a giugno sarà pronta l’uscita di Palazzo San Giacomo a Piazza Municipio, che poi sarà stazione di collegamento con la linea 6, un ulteriore importante passo avanti” “L’anno che verrà” per i nostri trasporti “Qualcuno ipotizza il 2019, io sono un poco più cauto, dico il 2020 e sarei contento così. In passato è stato commesso l’errore di dare della date troppo ottimistiche che poi non si sono avverate” Non è che sia proprio dietro l’angolo. “No, ma bisogna considerare che ci troviamo di fronte ad un’opera infrastrutturale enorme, inoltre ci sono stati diversi rinvenimenti archeologici che hanno richiesto l’intervento della Sovrintendenza e, in qualche caso, anche di variazioni dei percorsi preventivati. Una volta terminata sarà un’opera eccezionale. Collegherà il Porto con l’Aereoporto e tutta la zona di Napoli Nord” Una zona per la quale l’impatto sarà determinante per alcuni territori, ad esempio Miano: è un Quartiere che soffre la mancanza di una fermata della Metropolitana ma anche il mancato decollo del recupero dell’Area ex Birreria Peroni, per la quale pure esiste un Progetto interessante del 2012. “Per la Metropolitana abbiamo avuto lo sblocco dei Fondi con il Patto per Napoli tra De Magistris e Renzi e questo è estremamente positivo; per il resto anche se esiste un Progetto ma non ci sono i finanziamenti, che sono la cosa essenziale, la loro mancanza non spingerà mai i privati ad entrare in nessun tipo di operazione. D’altronde la situa-
zione difficile di Napoli Nord la conosco benissimo anche perché la mia famiglia è originaria di quelle zone, mamma e papà si sono conosciuti dalle parti di via Monte Rosa, era il nostro Quartiere e solo successivamente la mia famiglia poi si trasferì a Melito” E per tempi di frequenza dei treni più rapidi? “Attualmente siamo a tempi medi di attesa di 9 o 10 minuti e non credo che si accorceranno prima della chiusura dell’intero anello da Piscinola all’Aereoporto che, come già detto, non prevedo prima del 2020”. Il peccato originale che scontiamo con le lunghe attese è solo quello dell’opera ancora incompleta? “No, “scontiamo” essenzialmente la mancanza dei treni. Va bene le Stazioni dell’Arte ma per la mobilità ci servono soprattutto i treni, è quello che ci devono dare. Oggi con un percorso che va da Piscinola a Piazza Garibaldi abbiamo lo stesso identico numero di motrici che avevamo con il percorso iniziale da Piscinola a Piazza Vanvitelli, per cui allungando il percorso senza aumentare il numero dei treni è chiaro che crescono i tempi di attesa nelle varie stazioni” Non è che poi si possano fare miracoli. “Certo che no, anche per il fatto che per la morfologia del nostro territorio, c’è una marcata pendenza, non sono utilizzabili altri treni eventualmente rinvenibili: occorrono treni metropolitani a trazione speciale e oltre quelli utilizzati non ce ne sono in giro.
Per accorciare i tempi, i treni trasportiamo 800 persone invece di 1200, altro non possiamo fare” Non aumenta la frequenza ma aumentano i titoli di viaggio. “Ci sarà un aumento di dieci centesimi con cui non ci adegueremo ma ci avvicineremo soltanto al costo dei biglietti nelle altre grandi città come Roma o Milano, è chiaro che poi dovremmo fare anche una più incisiva lotta agli evasori per rinvenire nuove risorse” Intanto per andare incontro alle esigenze di bilancio dell’ANM il Comune ha ceduto Depositi e Parcheggi e ci sarà la ricollocazione o il prepensionamento per centinaia di dipendenti. Come funzionerà? “Su questo punto occorre chiarire che nessuno sarà licenziato e i dipendenti saranno ricollocati stesso all’interno dell’Azienda. I pensionamenti, se ci saranno eventualmente, riguarderanno solo chi volontariamente vorrà farlo sulle base delle leggi in vigore, non altro. D’altronde i dipendenti dell’ANM hanno un’età media di un quarantacinque anni, non si arriva ai cinquanta e servono vari tipi di figure lavorative” Economicamente ci sarà un taglio dei fondi del 30%, piove sul bagnato. “Spero che si possano recuperare questi fondi, bisogna migliorare il dialogo di carattere istituzionale. Occorre che ci si renda conto che Napoli è la terza Città d’Italia e così va trattata, è una grande metropoli.
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Io confido molto nei consiglieri regionali napoletani perché la Città abbia la dovuta attenzione”. Tu, Paola de Gennaro, Antonello Simeoli e Nazario Malandrino avete lasciato il PD alla vigilia delle Elezioni per approdare politicamente da Luigi de Magistris. Quali motivi vi hanno spinto al grande passo? “Il PD ha perso la sua forza propulsiva, appare in grosse difficoltà e perde ormai ogni battaglia che va ad affrontare, allora non siamo riusciti a fare emergere le problematiche nelle discussioni cittadine e ancora oggi non riescono ad uscire fuori dai loro problemi” I motivi di questi insuccessi. “Probabilmente è stato il cambio generazionale inadeguato. Mio padre diceva che il politico impara con le “cadute”, nel PD questo non è successo ed hanno toccato il fondo. Avranno i loro Congressi, i loro confronti; io penso che servano una nuova Direzione provinciale
operare con la gente e tra la gente per conoscere e farsi carico dei loro problemi nelle strade, nel partito e nelle sezioni ormai rarefatte. Un’eredità politica non facile per te. “Un onore ed un onere non indifferente. Mio padre ha fatto politica per circa cinquant’anni ed in un periodo molto difficile ma il suo operato non è stato mai sfiorato da nessuna ombra morale o giudiziaria , lui e noi, che continuiamo la sua azione politica, abbiamo sempre camminato con la schiena dritta ed io sono estremamente orgoglioso di lui. Essere figlio d’arte all’inizio può anche darti qualche piccolo vantaggio, ma dura poco poi diventa addirittura più difficile, lui aveva una grossissima esperienza che gli permetteva anche una certa calma e il dosare la reazione, cosa in cui io non sempre riesco. Avverto con orgoglio il suo peso, è un carico da novanta ed essere come lui non è facile ma, questo è certo, ci sto lavorando”.
e Regionale, un PD efficiente sarebbe utile anche per noi per avere un contradditorio e non solo contrapposizione, in questo io spero in tutti nel PD perchè tutti sarebbero valorizzati da una loro ripresa politica”. Il “padre politico” che imparava con le “cadute”, è Carmine Simeone: grande protagonista della vita politica e amministrativa napoletana, diverse volte assessore col P.S.I.; successivamente nel DS e poi anche Consigliere Comunale con Rosa Russo Iervolino. Una tipologia di politico di cui, spesso, oggi, si avverte la mancanza, per il loro
BIOLOGIA DELLA NUTRIZIONE
A cura della Dott.ssa Flavia Altieri, Biologo Nutrizionista
Andropausa ed alimentazione Con il termine andropausa s’intende quel processo per il quale l’uomo esaurisce naturalmente le sue capacità riproduttive. Si instaura così, al pari di ciò che avviene per le donne, in modo e con tempi diversi, un differente equilibrio ormonale rispetto a quello posseduto nella fase della gioventù. Sebbene il termine richiami in qualche modo la menopausa, a differenza di quest’ultima l’andropausa non segue un iter ben preciso o scontato come accade nelle donne. L’andropausa infatti non ha un’età ben precisa di manifestazione, sebbene il naturale invecchiamento rappresenti esso stesso un fattore di rischio. Di solito questo stato s’instaura dopo i 60 anni di età, ed in concomitanza con diversi fattori quali il sovrappeso, la sedentarietà ed un calo fisiologico della produzione di testosterone. In particolare il peso ed il livello di testosterone sembrano essere uniti a stretto giro nel manifestarsi dell’andropausa. Maggiori sono i chili in eccesso, minori i livelli di testosterone e più alta la possibilità di sviluppo di questa particolare condizione ormonale. La sintomatologia è molto variegata in quant oil testosterone non agisce solo a livello sessuale nell’uomo ma influenza in modo diretto anche le dinamiche metaboliche, cardiovascolari, locomotorie, psichiche, comportamentali e sociali dell’uomo. Tra i sintomi riscontrabili della carenza di testosterone, troviamo anche una certa irritabilità, un naturale declino delle funzioni cognitive, una seppur lieve fragilità ossea, debolezza, perdita di forza muscolare, sensazione di spossatezza, diminuzione della massa muscolare, perdita di capelli e di peli, obesità addominale, depressione, ansia e da calo della libido.
Si può tentare di tenere sotto controllo lo stato di andropausa anche attraverso l›alimentazione e attraverso dei piccoli accorgimenti e rimedi naturali. E› importante controllare il peso corporeo; l’obesità crea infatti gravi alterazioni del sistema circolatorio e l’aumento di peso produce un ritorno difficoltoso del sangue dai piedi al cuore, che causa un minor apporto di ossigeno al muscolo cardiaco e al cervello. Attenzione quindi all›alimentazione, in particolare al consumo di carboidrati, per prevenire sovrappeso e diabete: seguire quindi un’alimentazione bilanciata tra proteine e carboidrati (facendosi aiutare da un esperto), senza eliminare del tutto i grassi (il testosterone viene infatti sintetizzato a partire dai lipidi e dal colesterolo) non assumere grosse quantità di sale, per prevenire l’ipertensione, combattendola mangiando tanta frutta, molta verdura e cereali integrali Considerando che in andropausa si crea un ipertrofia della prostata, si consiglia di aumentare il consumo di betacarotene e alfacarotene, come il licopene, contenuto nei pomodori, nelle fragole e nei frutti di bosco. La medicina naturale consiglia invece il consumo di serenoa repens, semi di zucca ed ortica attraverso la fitoterapia. La serenoa conosciuta anche col nome di sabal serrulata è in grado insieme all’ortica, secondo recenti studi medici, di inibire l’enzima responsabile della disgregazione del testosterone. I semi di zucca, invece, grazie al loro contenuto di vitamina E, zinco ed acidi grassi è in grado di combattere in modo efficace infiammazioni urinarie, e l’incontinenza, migliorando la funzionalità dei muscoli della vescica.
DOMENICA 5 FEBBRAIO 2017
20 SERVIZI A CURA DI EMILIA SENSALE Scrivere è una passione, affermano alcuni innata, che spesso può trasformarsi in un mestiere. È un’attività dove si può affermare che sia impossibile che avvenga l’esatto contrario, dove il compiere un gesto diventa appassionante fare qualcosa che magari è destinato a durare nel tempo, perfino nei secoli. Mettere su carta attraverso una penna o digitare su una tastiera le proprie emozioni è qualcosa che parte dal cuore, dall’anima, un gesto istintivo che nell’evoluzione della società umana è diventato anche un mestiere. Lo sa bene Veronica Abete, scrittrice trentenne, autrice di tre libri (due di narrativa per bambini e una raccolta di poesie). Quando è iniziata la tua passione per la scrittura? Hai un aneddoto da raccontare? “È iniziato tutto quando ero piccolina. Mio fratello andava alla ragioneria e studiava dattilografia, con quelle vecchie macchine con il nastro e i tasti che se ti scivolava il dito rimaneva lì incastrato tra le lettere. Verso i dieci anni ho avuto un colpo di fulmine con la macchina da scrivere, mi affascinava così tanto mandare a capo la pagina, il rumore sui tasti che facevano le mie dita, tutto era così magico! Avevo uno strumento che dava forma ai miei pensieri, alle piccole poesie che già scrivevo sui quadernetti e ai racconti fantastici e alle fiabe che mi giravano per la testa. Scrissi il mio primo racconto, si intitolava ‘Zelda e il viaggio nello spazio’, ci misi una bambina nelle mie fantasie, una navicella, un marziano super spassoso e un viaggetto a spasso tra i pianeti”. Molti scrittori affermano che scrivere è stato per loro come avere un’àncora di salvezza. Cosa ha rappresentato la scrittura per te? “Mai avuta la sensazione di una salvezza, direi piuttosto un’esigenza intima e fisica, ho bisogno di avere carta e penna sempre con me, ho un taccuino in borsa e foglietti sparsi sul mio comò per l’occorrenza. Ho bisogno di leggere, di sfogliare pagine, di far correre gli occhi su una storia e i pensieri su una trama tutta mia, adoro stare lì con un foglio bianco e sapere che da un momento all’altro si riempirà. Un foglio bianco è qualcosa di disarmante ed esigente, sta zitto e immobile e ti aspetta, poi inizi a scrivere e lì dai sfogo all’esigenza e le parole vengono fuori dal foglio o dal cuore o dal sangue o dalla base dello stomaco, quella parte che a volte ci fa così male per pensieri angosciosi o per cose inaspettate”. La scrittura è una passione che spesso si trasforma in lavoro. Cosa senti di consigliare ai giovani che magari in questo momento vogliono mettere su carta le proprie emozioni e sognano che vengano pubblicate un giorno? “Dico di non scoraggiarsi, di non perdere l’entusiasmo per la scrittura e ancor prima per la lettura, indipendentemente dal fatto che un giorno possano essere pubblicati o meno i propri scritti. Io sono del parere che se una qualunque cosa senti che
è dentro di te e vuoi farla, devi farla, se questa cosa non fa male agli altri falla e basta. Perciò, se sentite dentro la scintilla della creatività e della scrittura, prendete un foglio di carta e buttate giù i pensieri. Provate e riprovate a proporre i vostri lavori per la gioia di vedere poi il vostro libro negli scaffali delle librerie, non ci sono parole per spiegare che bella sensazione è vedere qualcuno che legge il tuo libro o ne sbircia la copertina o distrattamente legge la trama e vedere il suo volto, le sue reazioni. Se poi non riuscirete nell’intento di pubblicare, mai appendere la penna al chiodo. Che la passione diventi lavoro è una cosa spettacolare, ma ancora più importante è che questo lavoro resti una passione”. Ti è mai capitato di apprezzare l’inconfondibile profumo delle pagine di un libro stampato? “Capitato dici? Io sono una di quelle che ci affonda il naso dentro! Ti dirò, alcuni sembra abbiano anche un odore diverso a seconda della trama, come se un thriller o un giallo fosse più aspro mentre un romanzo d’amore o un’importante biografia hanno un profumo struggente, ha la carta cangiante a seconda di quante lacrime hai negli occhi mentre leggi! Io sono una di quelle che quando entra in una libreria è in pace col mondo, mi passa la fretta, mi dimentico degli impegni, dell’ora, del cellulare e pure di cosa pensavo di voler comprare, cosi vago, guardo, sfoglio e annuso l’aria intorno, poso un libro e ne prendo un altro poi un altro ancora, torno dietro e poi dopo che l’ho acquistato, sempre con la sensazione di averne lasciato almeno altri cento che meritavano di essere comprati, vado via dal negozio con il mio libro sottobraccio o al massimo in un sacchetto di carta, mai in un sacchetto di plastica perché i libri devono respirare e liberare il loro profumo d’inchiostro e storie”. Basta andare in metropolitana per rendersi conto di quante persone preferiscano un e-book alla lettura di un classico libro. Cosa ne pensi di questa tendenza? “Penso che la sera non puoi fare l’orecchietta in alto a destra all’e-book…. Scherzi a parte, la tecnologia avanza, credo si vada verso una digitalizzazione generale, non solo dei libri, pensiamo a quanta carta si usa ogni giorno tra quaderni, bigliettini da visita, fascicoloni a lavoro, certo le risorse ambientali non sono infinite perciò utilizzarle con coscienza comporta anche il fatto che tutto lo spreco che può essere eliminato deve essere eliminato. Io partirei anche dai testi scolastici come hanno fatto in tanti altri Stati, vai a scuola con un tablet senza chili e chili di libri sulle spalle e fotocopie, senza spese allucinanti. Certo, per ultimi lascerei i libri da lettura, i romanzi, i grandi classici, ecco quelli lì in formato cartaceo sono una cosa, sarò pure un’inguaribile romantica ma se ti leggi una poesia di Emily Dickinson su un libro rimani lì con
L’autrice Veronica Abete: “Scrivere per me è un’esigenza. Mai appendere la penna al chiodo”
DOMENICA 5 FEBBRAIO 2017 la pagina aperta e soffermi i pensieri tra i chiaroscuro della stampa”. In che modo secondo te il grande uso di internet ha condizionato positivamente o negativamente il mestiere dello scrittore? “Internet è una strabiliante scoperta, una pericolosa trappola. Inevitabilmente Internet ha condizionato la vita di chi scrive e di chi legge, ne ha cambiato le leggi dell’accessibilità, se pensiamo che nei decenni passati già saper leggere e scrivere
21 era per pochi, figuriamoci comprare libri; oggi Internet comunque ci regala la possibilità di leggere di culture diverse da ogni parte del mondo in maniera semplice ed immediata e molti scrittori possono ispirarsi a tante cose che trovano sul web e in questo caso si tratta di una influenza positiva, ma Internet resta sempre una possibile trappola per gli scrittori perché da una parte permette la diffusione delle proprie opere ma dall’altra dà queste opere in pasto a chiunque e ciò può essere pericoloso”.
Penelope Delle Colonne, l’autrice di ‘Vodka&Inferno’: “Dalla distruzione si rinasce sempre diversi, guidati dalla volontà di potenza” Penelope Delle Colonne ha un nome antico, che ricorda la cultura greca e, proprio a voler allargare l’orizzonte di tale riflessione, anche il cognome ricorda i templi che tuttora possiamo ammirare anche nella nostra regione, parte di quel grande, fulgido e fertile territorio che fu la Magna Grecia. I Greci, tuttavia, non conoscevano la vodka, anche se nella loro tradizione era presente la realtà dell’inferno e lo stesso Ulisse ci andò mentre era lontano dalla sua Penelope. ‘Vodka&Inferno’ è il romanzo di Penelope Delle Colonne che ha avuto un grande successo, un libro che racconta amore e morte, coppia ben conosciuta nella letteratura europea, nella fredda Russia di fine Ottocento. Vodka e inferno, un binomio decisamente dalle forti emozioni. In che modo si esprimono questi due elementi nella saga? “Tutto al mondo è uno ma
anche contrario di uno. Male e bene. Nero e Bianco. Fuori e dentro. Satana e Dio. Distruzione e Creazione. Un componente non può vivere senza il suo Capovolto”. Quando è iniziata la tua passione per la scrittura e cosa ha rappresentato per te? “La scrittura in me è cura e malattia. La scrittura mi permette di allenare la realtà ma, come ho già detto, tutto ha il suo contrario. La scrittura è malattia perché mi rende diversa, vulnerabile e inutile in una società dove conta il consumo, il veloce, il tutto, il subito e
dove nessuno legge. A che serve scrivere se nessuno legge?”. Ogni scrittore ama i personaggi delle sue opere, alcuni li vedono proprio come figli, altri ancora si immedesimano in loro e ci mettono molto della propria persona. Che rapporto hai coi personaggi delle tue opere? “I miei figli di carta non sono personaggi. Vivono, crescono, evolvono da quando avevo tredici anni o poco meno. Hanno una loro personalità, dei loro vuoti, delle mancanze, delle dolcezze e delle te-
nerezze estreme che solo in pochi percepiscono. Ma meglio pochi che troppi”. Il dolore viene da te vissuto, in quanto persona e scrittrice, come momento di rinascita verso qualche cosa proiettata al futuro o come una tappa inevitabile dove ci si ferma ed è destinata a darci una lezione sulla quale dobbiamo soffermarci e basta, resta tutto racchiuso in quel momento? “Rinascita. Dalla distruzione si rinasce sempre diversi, guidati dalla volontà di potenza”. C’è qualcosa che miglioreresti o proprio cambieresti nel grande mondo della scrittura in Campania e in generale in Italia, in ogni suo aspetto? “Il piccolo mondo della scrittura in Italia? Sempre gli stessi nomi, sempre le stesse tematiche, sempre lo stesso monopolio di titoli e case editrici in libreria. Per fortuna internet c’è”.
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23 mi amo anche se ti ho amato
Non capisco se sono stata io a mandarti via indicandoti strade di rovi o se sei andato tu lungo il mare procelloso di una mia maledizione. Il mandorlo in fiore è una promessa adesso che la luce entra nel cuore, involucro fragile di forti illusioni, lì dove ti ho tenuto invano. Mi amo anche se ti ho amato. Non mi è chiaro se l’addio è scelta dell’uomo o del destino, so però che la mancanza di sincerità è veleno per i fiori e i sentimenti. Meritavo, per amarmi, questo addio. Ora non so se sono stata io a mandarti finalmente via o se sei andato via tu, ora non conta. Un mucchio di sabbia non si posa su una torta con panna e ciliegie e io merito passeggiate al mare che tu non puoi fare e vermiglia confettura dolce d’amore. Emilia Sensale
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16-06-1980 - 31-01-2017 “in sintesi l’essenza della mia vita lavorativa al Comune di Casoria” Michele Celardo Gli auguri più sentiti dalla redazione.
Tiratura 7000 copie. Distribuzione gratuita. Questo numero è stato chiuso il 2 febbraio 2017
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