Casoriadue 12

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DOMENICA 19 MARZO 2017

Settimanale di Informazione

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ANNO XVI - N° 12 - DOMENICA 19 MARZO 2017

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La Città che sopporta tutto/ secondo tempo


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DOMENICA 19 MARZO 2017


DOMENICA 19 MARZO 2017

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l’editoriale di Nando Troise

La Città che sopporta tutto/ secondo tempo

Inizia in modo molto triste la giornata che dedico alla scrittura. Quanti morti e tutti amici: in pochi giorni lasciano questa vita Gigio Torre, il mio primo maestro di calcio, poi l’avv. Rosario Bosco, il marito della carissima D.ssa Daniela Marchesini, coraggioso medico di guardia medica, poi Mauro Ianuario, giovane fratello di Massimo e Peppe, il papà di Raffaele Santangelo ed anche Gigino De Stefano, il figlio di Donatino, icona della nostra infanzia. Inizia così il secondo tempo del mio articolo di due settimane fa; ed ecco il “continua”…. La Città che sopporta il trasferimento ad Arpino della Tesoreria Comunale, del Settore Lavori Pubblici e del Servizio Tributi. La Città che sopporta le file chilometriche alla Posta. La Città che sopporta la fine dei suoi siti storici: il Palazzo dei Conti Rocco di Torrepadula, il Palazzo Carmignano, il Palazzo dell’Istituto delle Suore Stigmatine “Anna Lapini”. Fra poco scomparirà anche il Palazzo in via San Mauro, dove

ha trascorso la sua infanzia il Cardinale Alfonso Castaldo. La Città che sopporta lo sperpero dei fitti passivi; la Città che sopporta le liti da cortile nei partiti, tra i partiti… e che sopporta la speranza di tanti aspiranti Sindaco; la Città che sopporta come le “sorelle di colore” vengono costrette a prostituirsi lungo la Circumvallazione Esterna. La Città che ha sopportato e sopporta strani e rapidi arricchimenti. “Il Comune è una cassaforte sempre aperta. Vai e prendi, vai e prendi, vai e prendi…” Ecco, quindi, le ville alla Dallas, le mansarde, i tetti termici, le case a mare, in città ed in montagna. C’è stato anche chi si è accontentato di giocare a carte con il carnet sul tavolo. La Città che sopporta cantieri edili che non applicano le leggi della prevenzione e della sicurezza. La Città che non conosce il decreto legislativo 81/08 ed il D.M. 37/08, così come non ha mai conosciuto la famosa Legge 626.

Casoria è abitata da un popolo sussidiato che ringrazia. I giovani vogliono divertirsi e delegano genitori e nonni ai problemi infiniti di Casoria e di rappresentarli al corteo, alla manifestazione o all’assemblea. La storica Via Santa Croce, dove sono passate le intelligenze dei nostri avi, dopo i tanti crolli, continua a veder nascere “anonimi fabbricati per civili abitazioni”. Quanto cemento! Il vero petrolio di questa razza padrona composta da palazzinari, politici – imprenditori e imprenditori – politici con la complicità di una vera e propria corte dei miracoli. La Città che sopporta l’assenza delle Destre e delle Sinistre, l’assenza degli “opposti estremismi”. La Città che sopporta trasversali rapporti, anche di parentela, che sopporta l’avverarsi delle “convergenze parallele”. La Città che non conosce movimenti studenteschi. La Città che sopporta l’alta percentuale di morti per tumore, che sopporta l’inquinamento, che sopporta i rumori, che sopporta il traffico. continua a pag. 4


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Una Città che ha sopportato un personale politico che dichiarava il falso anche nella firma di presenza alle Commissioni Consiliari. Un pensiero per il Centro Destra. E’ difficile tenerli uniti. Li divide la spocchia, la superbia, la presunzione, il pensiero di essere il numero uno, credendo che gli altri siano mediocri. Li divide la conoscenza, i rapporti, le cene, i pranzi…. Se il Centro Destra vuole vincere deve avere, nei confronti dell’avversario politico, un atteggiamento di chiusura totale ed unità di intenti. La Città che ha sopportato due morti durante la loro giornata di lavoro a Casoria Ambiente; la Città che non si interroga su che fine faranno gli uffici di proprietà comunale, costati alla collettività più di due miliardi di lire, in via Piave, al Parco le Querce, dove erano, fino a poco fa, i Servizi diretti alla Persona. La Città che sopporta il mercato dei tessuti del venerdì in via Mauro Calvanese.

La Città del sottosuolo – gruviera. La Città degli Abissi. La Città che ha visto ammazzare Crescenzo Casillo, Stefano Ciaramella, Nicola Ferrara, la signora Carmela Parisi, Salvatore Canneva, Ernesto Ciampa, Raffaele Ferrara, Peppe Montanino, Ernesto Flagiello, Enzo Pilato, Tonino Oreto, Mario Troiano, Sergio ed Andrea Esposito,

Andrea Nollino, Antonio Coppola, le vittime del 904 tra le quali la famiglia De Simone e Abramo Vastarella e tanti altri. La Città delle “tentate stragi”: il crollo del tetto della Cardinale Maglione in via Gaetano Pelella, i crolli nei vicoli di via Santa Croce, in via Verre, in Largo San Mauro, in via Nicola Rocco, via Cavour e altre. …. Anche Arpino protesta: non vuole gli zingari, il cui campo rom è ubicato in via San Salvatore, nella strada provinciale Cantariello. LA SPERANZA PER UNA SVOLTA E’ da anni che in modo, forse ossessivo, esprimo un richiamo costante a responsabilità apparentemente sopite, sollecitando provvedimenti capaci di restituire vivibilità ad una Città ferita a morte da sciatteria diffusa, servizi inefficienti, controlli inevasi da furberie mai debellate e innata propensione all’accomodamento praticata da vigilanze sull’orlo di una crisi di nervi da mal di traffico.

Programma e progetti di Michele Mitraglia, Sindaco di Casoria Numerosi gli attestati di stima nei confronti del manifesto elettorale presentato alla Città, qualche settimana fa, nella speranza di rinnovare l’Amministrazione del Comune di Casoria ma anche tanta indifferenza, male ormai atavico di questa Città. Giuseppe Notaro, Assessore al Personale, con la Giunta a guida Stefano Ferrara: “condividiamo in pieno, noi di Fratelli d’Italia, il programma di Michele Mitraglia”; Per motivi di opportunismo politico, risparmiamo a Michele Mitraglia le poche critiche arrivate. Ecco cosa propone lo sconosciuto Candidato Sindaco Michele Mitraglia, da Casoria. “Annullamento di tutte le privatizzazioni: società a partecipazione pubblica per la gestione di Acqua, Nettezza Urbana ed il Centro Polifunzionale detto PalaCasoria, con lo scioglimento della società Casoria Ambiente, con nuova assunzione di personale operaio. Riordino della macchina comunale, cioè adeguamento delle mansioni, definizione delle progressioni verticali ed orizzontali, rotazione dei Direttori di Servizio, concorso pubblico per l’assunzione a tempo indeterminato dei Dirigenti di Settore, corsi di formazione professionale per tutti i dipendenti comunali che ne sono 315. Stabilizzazione dei precari. Annullamento delle concessioni edilizie. Piano regolatore con social plan strutturato da parte di sociologi, urbanisti ed architetti nati o residenti a Casoria. Trasporto funebre pubblico comunale. Affidamento ad una società pubblica che organizzi nello Stadio San Mauro ed in un Pala Casoria pubblico, eventi sportivi, culturali e di spettacoli.

Politiche partecipative come assemblee di quartiere. Creazione di un organismo che faccia emergere le proposte dei sindacati e l’associazionismo. A questo programma va aggiunto e ricordato: Biblioteca Comunale, Ufficio Stampa del Comune, l’Urp del Comune, un periodico di informazione del Comune di Casoria, la tutela del Centro Storico, i rapporti con il distretto 43 dell’Asl Napoli 2Nord e con l’Ospedale Camilliano, le presenze dei 315 dipendenti comunali, il turismo religioso, i legami con la storia, la salvaguardia delle attività produttive, l’Eco Museo (cioè, un Museo che vada incontro alla Città, visto che il CAM non solo non viene visitato ma non ne conoscono neanche l’esistenza). Altro….. Michele Mitraglia, inoltre, ripropone, la stessa squadra scelta da Pasquale Fuccio, dal Pd e dai movimenti che lo hanno sostenuto, aggiungendo qualche ruolo, finora mancante e rimodulandola leggermente. Eccola: Affari Generali, Organizzazione e Sistemi avv. Maria Stella Cassettino; Ragioneria, Finanze e Tributi: avv. Maria De Rosa; Sicurezza e Mobilità: dott. Fabio Esposito; Servizi Demografici e Decentramento: avv. Antonio Ricciardi; Servizi diretti alla Persona: dott. Giulio Russo; Ambiente e Gestione Patrimonio: arch. Pietro D’Anna; Lavori Pubblici e Manutenzioni: dott.ssa Marianna Riccardi; Pianificazione e Controllo del Territorio: avv. Emilio Polizio; Politica Sanitaria: dr. Pasquale Amoroso; Direttore Generale: dott. Pino Balsamo. E’ tutto! Auguri alla Città. In bocca al lupo ai partiti ed ai movimenti che hanno vinto le elezioni amministrative, meno di un anno fa.


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DOMENICO BORRIELLO

La sensibilità di un ragazzo di 10 anni e il ruolo fondamentale del maestro nella società

Ci è giunta in redazione una lettera che ci ha colpito particolarmente e per questo abbiamo deciso di condividerne il contenuto con tutti i nostri lettori. La firma è quella di una ex maestra di una scuola elementare, nonna di un ragazzo sensibile di 10 anni. Le lettera mette in risalto il lavoro, troppo spesso trascurato, degli insegnanti. Il loro lavoro è imprescindibile in una società che vuole soddisfazioni dalle generazioni future perché è a loro che tocca, insieme alle famiglie, il duro compito di forgiare gli adulti del domani. Nella lettera la signora ci chiede di pubblicare la poesia di suo nipote, definito da lei come “un ragazzo sensibile di 10 anni”. La poesia è dedicata ad un suo compagno di classe “diverso” a lui molto caro e si intitola “Ho un amico”. Qui segue il testo: Ho un amico che nel cuore ha tanto amore. Agisce diversamente ma ha la stessa mente. E’ come un fiore che sta ancora sbocciando e tra poco arriverà nel nostro mondo perché ormai sta maturando. E’ come una stella che ci illumina il cammino. In fondo anche noi cresciamo con lui vicino Molto significative sono anche le parole che la signora ha utilizzato per accompagnare la richiesta di pubblicare questa poesia e ve le riproponiamo in versione integrale perché certi che possano essere utili a stimolare la riflessione di ognuno di noi “Vorrei chiederle la cortesia di pubblicare questa dolce poesia che mio nipote, un ragazzino di nove anni ha scritto per un suo compagno “diverso” a lui molto caro.

Ciò, mi creda, non per appagare il mio pur giusto orgoglio di nonna, ma perché desidero ringraziare la sua maestra in quanto è merito proprio della sua preziosa opera educativa, della sua attenta stimolazione emotiva se possono sgorgare parole così delicate dal cuore di un bambino. Zilia Minunno è l’insegnante che ha fatto della scuola la sua grande ragione di vita. I suoi alunni sono istruiti ed educati con mano ferma. Con loro legge Dante, parla degli orrori dei lagers, delle mostruosità delle foibe, della disperazione degli immigrati, delle angosce degli ultimi. E’ una maestra attenta a formare la mente, ma anche a risvegliare i cuori alla solidarietà, alla comprensione, all’ascolto, all’amore per gli altri. Grazie maestra Minunno, e grazie anche a coloro che, secondo la propria peculiarità, hanno lasciato un segno nel cuore dei miei nipoti. La dolce Maria Pia D’Anna che insieme alla cara Anna Iuliano hanno preso per prime la mano dei miei piccoli. Mimma Messineo, Maria Fiore, Carmela Florio, Salvatore Divino, l’amico dei ragazzi, la buona maestra Carla…… Grazie. Grazie di cuore a tutti voi, eroi di tutti i giorni, ma eroi mai dimenticati perché, state pur certi, resterete nei ricordi dei vostri alunni come vi hanno conosciuto: sempre giovani e sempre pronti a ricominciare ogni volta che un ciclo scolastico era concluso. E grazie a tutti coloro che hanno il compito di formare le generazioni future, perché è attraverso il loro lavoro che potremo sperare in una popolazione migliore” E noi aggiungiamo grazie a lei per aver condiviso con noi le preziose parole di suo nipote e il suo importante pensiero che condividiamo in pieno.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Camilliani: concluso il Capitolo dellaprovincia siculo-napoletana Acireale, 13 marzo 2017 – Si è concluso il Capitolo provinciale dei Religiosi Camilliani della provincia siculo-napoletana, che ha visto la partecipazione del superiore generale dell’Ordine padre Leocir Pessini. Ad aprire la sessione capitolare è stato monsignor Antonino Raspanti vescovo della diocesi di Acireale. A conclusione del Capitolo i partecipanti hanno inviato il seguente messaggio: -Ai carissimi Religiosi della Provincia Siculo Napoletana -Alle Consacrate Camilliane con le quali collaboriamo -Ai generosi Collaboratori Laici che prestano il loro prezioso servizio nelle nostre Opere Socio-Sanitarie -Ai membri della Famiglia Camilliana Laica e Amici tutti che a vario titolo vivono e incarnano il carisma Camilliano “Pace e Gioia da parte di tutti noi religiosi Camilliani riuniti presso l’O.A.S.I. di Aci Sant’Antonio in Sicilia nei giorni 5-10 marzo per celebrare il XXIII Capitolo Provinciale, luogo storico del noviziato della nostra Provincia iniziato nel 1951. Giorno dopo giorno siamo stati arricchiti spiritualmente da Vescovi amici che hanno celebrato con noi l’Eucaristia, facendoci anche dono della Parola di Dio da incarnare nella nostra vita e da testimoniare nelle opere di carità. Abbiamo inoltre dedicato tempo e attenzione per riflettere sul nostro rapporto personale con Gesù e sulla nostra vita spirituale

e comunitaria; se viviamo con fedeltà ed entusiasmo il nostro IV voto di servire i malati anche con pericolo della vita; se il desiderio del nostro Fondatore di servire i malati con cuore di madre viene da noi religiosi non solo testimoniato, ma anche condiviso dai nostri collaboratori laici che ci affiancano nelle nostre realtà ministeriali. Abbiamo infine approfondito e discusso gli aspetti gestionali e finanziari delle nostre opere. Non mancano difficoltà, ma si guarda al futuro con speranza. Sorretti quindi da una fiducia incrollabile nella Divina Provvidenza, ma anche da un impegno costante di tutti noi religiosi a vivere fedelmente la nostra consacrazione di servizio ai malati, siamo certi che Dio non ci abbandonerà e saremo in grado, anche se “minoranza”, di coltivare con frutto la pianticella di Camillo che da più di quattro secoli continua a espandersi nel mondo, incarnando la tenerezza di Gesù verso quanti soffrono. Un vivo ringraziamento lo esprimiamo di cuore al nostro Rev.mo Padre Generale Leocir Pessini, che con discrezione, amabilità e affettuosa collaborazione ha seguito tutte le fasi del Capitolo. Maria nostra madre e San Camillo nostro Fondatore ci accompagnino nel nuovo rinnovato impegno che la nostra Provincia vuole intraprendere, testimoniando una comunione vicendevole e una collaborazione proficua servendo ogni malato con fede e devozione”.


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6 MARICA DE MARTINO La redazione di CasoriaDue con a capo il direttore Nando Troise, domenica 12 marzo 2017 ha avuto l’onore di essere invitata ad uno dei programmi televisivi più seguiti a |ive||o regionale. Il programma in questione è “Campania Sport” trasmesso su Canale 21 presentato da una conduttrice d’eccezione, Titti Improta, la quale, con il suo mirabile lavoro porta avanti questo grande “notiziario sportivo”. Ad affiancarla ci sono Peppe Iannicelli, Umberto Chiariello, Mario Fabbroni e spesso c’è Ciro Troise di “IamNap|es”, i quali, attraverso dibattiti discutono su argomenti riguardanti il calcio italiano e non solo. I temi trattati riguardano principalmente le azioni in campo, decisioni dubbie, occasioni gol, cartellini di ammonimento e tanto altro ancora. Facciamo un passo indietro nella storia di questo canale e questo programma. Canale 21 fece i suoi primi passi nel 1976 ad Ercolano per poi passare con gli studi nella zona di Posillipo a Napoli e giungere, infine, negli anni ‘80 ad Agnano dove è tutt’ora. Si deve ricordare, però, doverosamente, il padre fondatore, |’ing. Pietrangelo Gregorio e il nome dell’emittente che deriva dal numero del canale analogico UHF usato per le trasmissioni, appunto, “21”. E’ stata un’esperienza che ha formato, ha fatto crescere, ha permesso di apprendere molto, ha permesso di vivere un’esperienza più unica che rara nel suo genere, ha fatto sì che potessimo conoscere altri colleghi e altre persone che fanno parte di questo mondo. Durante i dibattiti non sono mancate risate e scambio di opinioni permettendo di fare luce non solo

sul calcio, ma anche sulla cultura in generale. In studio c’era un clima molto familiare e regnava assoluto il rispetto, la fiducia e l’amicizia. Dopo aver discusso sul calcio, la redazione è stata presentata al pubblico a casa. Ogni componente che presenziava in studio è intervenuto presentandosi e parlando delle dinamiche del giornale, di cosa si è occupato raccontando anche in modo peculiare degli argomenti che trattiamo in cui anche qui non sono mancate battute e domande che hanno incuriosito i protagonisti del programma. Le domande poste spaziavano dal procedimento nello scrivere un articolo, gli argomenti che tratta il giornale, com’è organizzato il giornale. Quest’invito è stata l’occasione per poter essere in contatto virtualmente con tutti i tifosi napoletani ed essere conosciuti da loro. Partecipare a questo programma ha permesso alla redazione e al giornale di essere conosciuto in più città di questa regione, poiché, è entrato nelle case non solo di chi si trova nel capoluogo campano ma anche di chi abita nelle altre province campane. Essere giornalisti vuol dire essere sempre curiosi; qualsiasi cosa che accade deve farci scattare quella “mo||a” che ci deve permettere di capire e poi poter divulgare l’accaduto, significa essere pronti ad intervenire per capire e andare a fondo della situazione, significa essere pronti e rapidi nel divulgare la notizia. Questo è ciò che caratterizza un buon giornalista e noi della redazione cerchiamo di farlo nel miglior modo possibile per permettere ai nostri lettori di conoscere la realtà vera di ciò che accade intorno a noi per farlo conoscere. È importante seguire questa linea per poter diventare ed essere un bravo giornalista.

“Dal raccontare all’essere raccontati” Casoriadue ospitata a Canale 21

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EMILIA SENSALE

Luca Rivelli: “I giovani faranno bene per Casoria se punteranno a migliorare se stessi”

Per conoscere davvero tutto il mondo racchiuso in una città è utile chiedere ai suoi cittadini che nei loro ruoli e secondo le diverse sensibilità la vivono. L’imprenditore Luca Rivelli dell’azienda ‘Ottogas’, società che ancora oggi rifornisce migliaia e migliaia di famiglie dei comuni al Nord di Napoli, parla di Casoria con calore e con saggezza, auspicando per lei un futuro roseo possibile grazie al concreto supporto di tutti. Qual è il suo pensiero sulla città di Casoria, tra presente e futuro? “La crisi economica i cui effetti si avvertono in modo particolare nel Mezzogiorno ha fatto sì che si perdesse anche la memoria di che cosa è stata l’industria anche e soprattutto da queste parti. Casoria tra gli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso è stata un avamposto della cultura d’impresa e della produzione di beni materiali di livello nazionale. Oggi non sembra possibile pensare il futuro se non partendo dalla consapevolezza che il mondo è cambiato e che per essere propositivi e ottimisti occorre riprogettare il tessuto urbano

e una nuova cittadinanza con servizi moderni e migliori. Dentro questo processo di trasformazione necessario, anche l’impresa farà la sua parte in modo da creare tutti insieme un ambiente anche culturale in cui lavoro e sviluppo siano le parole chiave per rigenerare identità e fiducia”. Ha un ricordo particolare legato alla città? “Sicuramente quando poco più che ventenne trascorsi diversi mesi insieme alle squadre degli operai addetti alla realizzazione dell’impianto di distribuzione del gas. È questo senz’altro il ricordo più importante, visto non tanto sotto l’aspetto della formazione lavorativa, quanto dal punto di vista umano e relazionale. Ho appreso e mi è stato trasmesso tanto, anche il vizio del fumo purtroppo!”. Cosa dovrebbero fare i giovani in più per la loro città? “I ragazzi devono studiare, formarsi, prepararsi al futuro. Qui o altrove. Il lavoro di oggi e di domani si fonda sull’intelligenza e la preparazione culturale. Sarà sempre meno il lavoro fondato sull’apprendimento

e la ripetizione di procedure seriali, sempre di più quello basato sulla capacità di connettere differenze e creare innovazione. Questo vale anche per chi preferirà continuare pratiche e saperi tradizionali, che avranno un domani quanto più diventeranno sofisticati e creativi. I giovani faranno bene per la loro città, se punteranno a migliorare se stessi, le proprie conoscenze e abilità, nella consapevolezza che il futuro sarà prima o poi il loro presente”. Che cosa significa lavorare per garantire un diritto ai cittadini? “Un lavoro, qualunque sia il prestigio sociale o il vantaggio personale che se ne ricava è gratificante non tanto se è necessario, ma quando diventa davvero utile. Non si deve confondere la necessità con l’utilità. Una cosa è utile quando migliora il nostro stile di vita, risolve problemi, facilita. Utili, per l’appunto, sono quelle cose che ci liberano dallo stato di necessità. Fare cose utili significa operare affinché le persone, i cittadini, abbiano dei servizi senza che se ne discuta, come

fossero cose normali, come fossero quelle cose che chiamiamo oggi diritti. Quando un’impresa lavora risolvendo difficoltà, rendendo normale l’offerta di una cosa utile, sa di aver fatto qualcosa che ha valore non solo per sé”. Che cosa consiglierebbe a un imprenditore che vorrebbe investire con una sua attività nel territorio di Casoria? “Chiunque abbia il desiderio e la possibilità di fare impresa in un territorio complesso, pieno di difficoltà ma anche di opportunità, come è quello di Casoria dovrebbe porsi una domanda fondamentale: ho risorse culturali ed economiche sufficienti per un investimento su tecnologie e formazione? Investire qui ha un valore simbolico prima che economico. E questo è anche un grande potenziale, un possibile moltiplicatore di energie. Penso che un’impresa di successo deve produrre ricchezza sociale e distribuire beni anche immateriali, in termini di conoscenza del proprio ambiente e di apertura a ciò che è nuovo e diverso, in una parola moderno”.

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AVV. DIANA SANTUCCI

Giornale cartaceo v/s giornale online. Da una leale competizione può nascere una indispensabile risorsa

L’era del web ha cambiato radicalmente la storia del giornalismo: dal concetto di professione del giornalista al modo di lavorare come giornalista. Cosa significa essere giornalista oggi? La definizione tradizionale, che vede il giornalista come colui che riporta le notizie, non rispecchia l’immagine attuale, dove tende ad interpretare la notizia, spesso commentandola attraverso l’informazione digitale che la società odierna offre. Questo è il frutto di un ampliamento ed estensione della figura del giornalista che porta ad una sfida tra tradizione ed innovazione, le quali restano legate nello scopo: interessare i lettori. Il diffondersi del giornalismo on-line ha rappresentato un duro confronto con il classico cartaceo, che si è visto progressivamente ridimensionato e spodestato dal suo ruolo storico. Due posizioni apparentemente opposte, ma sostanzialmente rappresentano la faccia della stessa medaglia: da un lato il caro e vecchio giornale da sfogliare con il suo odore di fresca stampa, dall’altro il quotidiano on-line con numerosi servizi aggiuntivi (tempestività ed aggiornamento istantaneo della notizia, link ipertestuali, audio e video delle interviste e tanto altro di ciò che può offrire il web). Già nel 2010 De Bortoli, all’epoca direttore del Corriere della Sera, aveva intuito e preso atto della trasformazione che stava investendo il giornale, difatti nella lettera che scrisse ai giornalisti, evidenziava già in premessa lo spazio che le edizioni multimediali riuscivano ad acquistare e che in poco tempo il loro raggio d’azione si ampliava notevolmente in una logica inclusiva che vedeva il cartaceo ai margini e, nel contempo, invitava i colleghi a mettere da parte certi privilegi obsoleti,

propri del cartaceo, di fronte al web, consigliando loro non solo di predisporsi, ma anche di mostrar maggior apertura verso il quotidiano on-line. In particolare scriveva De Bortoli: “L’industria alla quale apparteniamo e la nostra professione stanno cambiando con velocità impressionante. Di fronte a rivolgimenti epocali di questa natura, l’insieme degli accordi aziendali e delle prassi che hanno fin qui regolato i nostri rapporti sindacali non ha più senso. Questo ormai anacronistico impianto di regole, pensato nell’era del piombo e nella preistoria della prima repubblica, prima o poi cadrà. Con fragore e conseguenze imprevedibili sulle nostre ignare teste”. Il pensiero di De Bortoli ha anticipato ciò che si è verificato: un cambiamento che rende necessario aprire la nuova frontiera del web. Sempre nel 2010, anno in cui nasceva il sito web www.Casoriadue.it, De Bortoli scriveva: “Non è più accettabile, anzi è preoccupante, il muro che è stato eretto nei confronti del coinvolgimento di giovani colleghi. Non è più accettabile una visione così gretta e corporativa di una professione che ogni giorno fa le pulci alle inefficienze e alle inadeguatezze di tutto il resto del mondo dell’impresa e del lavoro”. Da queste righe si evince la

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ratio e si comprende il senso della lettera di De Bortoli ai colleghi, che inizialmente fu vista come una grave minaccia per la professione di giornalista. Qualcosa stava cambiando e nella trasformazione bisogna saper coltivare per poi raccogliere. Le opportunità fornite dal web sono fondamentali per il cartaceo, ma allo stesso tempo limitanti, in quanto le nuove tecnologie necessitano di apposite apparecchiature che navighino in internet. Inoltre il pubblico di lettori è vasto: una buona fetta di lettori è rappresentato dagli amanti del giornale cartaceo, come ad esempio gli over 60, dove la maggior parte non prende in considerazione di iniziare a leggere il giornale on-line; dall’altro lato, invece i giovani che, abituati con le nuove tecnologie, difficilmente inizieranno a leggere il cartaceo. Ulteriore fattore di differenza è di ordine economico: per quello cartaceo sono richiesti dei costi di stampa (che hanno portato anche al licenziamento di molti dipendenti), spese che non richieste per un quotidiano online. Non bisogna compiere una scelta alternativa tra i due modelli, in quanto la scomparsa di uno dei due comporterebbe una grave perdita in vista dell’obiettivo principale, ossia fornire un efficiente sistema d’informazione. Lo spirito, ai fini del miglior risultato, è quello di una completa collaborazione, in particolare i giornalisti tradizionali dovrebbero approdare, soprattutto nei confronti delle nuove generazioni, con un atteggiamento di apertura verso il web, riconoscendo come risorsa quanto proviene dalla rete e dimostrando di lavorare con amore e rispetto per quello che fanno. Non si tratta di tradire la carta stampata, ma di aprire il mondo alla rete.

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10 ROSA BERTENNI

Liguori: “Nel calcio, alla lunga il lavoro paga”

Un passato da calciatore e un decennio passato ad allenare le giovanili del Napoli, Nicola Liguori vanta una notevole carriera calcistica. Ha concesso a noi di Casoria Due qualche retroscena della sua carriera. In che momento ha capito che avrebbe voluto fare l’allenatore? “Da ragazzino ho iniziato la mia attività collaborando con una società, avendo un passato anche da calciatore (terminato per diversi motivi), ho intrapreso questa strada e man mano, facendo aggiornamenti riesci a capire che puoi provare anche a ricoprire un altro ruolo. Al momento sono ancora in fase di evoluzione, ho allenato le

giovanili, anche quelle del Napoli, esperienze che mi hanno aiutato a crescere sotto questo punto di vista. Ora proviamo a fare un salto un po’ più grande” Quello del calcio è un mondo nel quale non si riesce ad entrare facilmente, che consigli darebbe quindi ad un ragazzo che ambisce alla massima serie? “Quello inizialmente di lavorare, perché penso che alla lunga il lavoro paga, con sacrificio, umiltà e voglia di arrivare. La determinazione e le motivazioni sono le caratteri-

stiche principali per poter arrivare alla massima serie. Poi è normale che nella carriera di un calciatore ci vuole quel pizzico di fortuna per fare quel salto, però alla base di tutto ci deve essere la voglia di arrivare e la voglia di lavorare”. Parlando infine del calcio attuale, ed essendo lei un grande tifoso del Napoli, che ne pensa della polemica nata dopo Juve-Napoli in Coppa Italia, e come potrebbe finire secondo lei? “E’ una partita difficile perché comunque si parte da un

risultato altrettanto difficile, il 3-1 dell’andata. La fiducia è data dalla ultima prestazione che in Napoli fece con il Real Madrid in Champions, con i migliori al mondo e quindi se avesse lo stesso approccio, la squadra potrebbe provare a vincere anche se, ripeto, è una partita difficile. Però il San Paolo sarà sicuramente pieno e i tifosi daranno una grande mano alla squadra. Per quando riguarda la polemica, dico che ci può stare ma i toni sono stati secondo me sbagliati, nonostante la logica dia ragione al Napoli. Probabilmente con una comunicazione diversa si potevano spiegare meglio le proprie ragioni”.

EMILIA SENSALE

Luca Sorbo: “Credo che niente ci possa raccontare la vita nelle sue mille sfumature come la fotografia”

Il termine ‘fotografia’ viene dall’unione delle parole greche ‘photos’ e ‘graphia’, da tradurre rispettivamente con ‘luce’ e ‘disegno, rappresentazione’. Una definizione da dizionario potrebbe essere ‘immagine di realtà presenti nel mondo fisico ottenuta tramite un processo di registrazione delle emanazioni luminose’, possibile grazie all’uso di un oggetto come la macchina fotografica che cattura l’immagine rendendola permanente e statica, eppure basta chiedere ad ogni fotografo la sua definizione di ‘fotografia’ per rendersi conto che ognuno la vive in modo diverso. Complice soprattutto la passione ma anche la differente esperienza, ogni fotografo vede in uno scatto il suo mondo, un messaggio diverso ogni volta, come conferma il docente di fotografia all’Accademia di Belle Arti di Napoli Luca Sorbo. Qual è la tua definizione di fotografia? “Per me la fotografia è un›impronta di luce e racconta l’incontro-scontro del fotografo con il soggetto ripreso attraverso l’inconscio tecnologico della fotocamera” Come è nata la tua passione per la fotografia? “Ho cominciato ad occuparmi di fotografia a diciannove anni, ho studiato Economia e solo a ventotto anni ho deciso di lavorare in questo settore. La mia passione nasce dalla mia passione per la vita, credo che niente ci possa raccontare l’esistenza nelle sue mille sfumature come la fotografia” Essere un fotografo non significa solo possedere e tenere fra le mani una macchina fotografica….

“Essere un fotografo significa essere capace di guardare la superficie della realtà ed essere poi capace di raccontarne l’essenza. La fotocamera è solo uno strumento, conta la sensibilità del fotografo” Oggi c’è la possibilità di scattare foto dai cellulari, pensi che questa opportunità abbia rovinato in qualche modo l’approccio alla fotografia? “Il cellulare è molto utile e sta creando una nuova estetica, nuovi modi di vivere il mondo della fotografia. L’errore è pensare che possa sostituire la fotocamera, è solo una possibilità in più che richiede sempre una capacità di guardare” Tenendo tutto in computer e cellulari si rischia di perdere i ricordi perché col tempo possono essere cancellati, quasi più nessuno va a stampare le proprie foto e invece inviteresti tutti a recuperare quest’abitudine? “È importante stampare le foto, i supporti digitali non danno alcuna garanzia di durata nel tempo e tenere tra le mani una fotografia è un’emozione diversa oltre ad essere una sicurezza, la possibilità che un ricordo resti per sempre”. Cosa consiglieresti a dei giovani che vogliono diventare fotografi? “Agli allievi dell’Accademia consiglio sempre di impegnarsi molto ed essere molto preparati. Il mercato del lavoro è molto difficile e solo chi è capace di offrire una qualità decisamente superiore potrà lavorare”.


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PAOLA CONSOLETTI

SALVATORE IAVARONE E L’AUTONOMIA DEI RIFIUTI to, seguendo e partecipando caparbiamente la battaglia del “Cantariello”, con la bonifica del suolo invaso dai rifiuti, nel Comune di Casoria. La sua logica è dettata dalla lotta politica che ogni giorno affronta con forza, e lanciando un messaggio di speranza ai giovani presenti, al futuro che può essere cambiato, anche se continuano a ripetere che non è possibile farlo. Iavarone sottolinea che la risposta del nostro futuro, si trova dentro ogni singola persona, la quale ogni giorno combatte per far vivere di nuovo, ciò che è andato perso. Il riciclaggio o riciclo dei rifiuti, è l’insieme delle operazioni, che consentono il riutilizzo di specifici materiali contenuti negli scarti urbani o industriali, insieme alla riduzione a monte

Dal 1994 al 2008, in Campania è stato dichiarato lo Stato d’emergenza, a causa della saturazione del sistema dello smaltimento dei rifiuti. Un numero crescente di prove, tra cui uno studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, dimostrano come l’accumularsi dei rifiuti, legali ed illegali, urbani ed industriali, abbiano contaminato il suolo d’acqua e l’aria, con una serie di agenti tossici, tra cui la diossina. E’ stata riscontrata, inoltre, una correlazione tra l’incidenza di cancro, malattie respiratorie e la presenza di discariche di rifiuti industriali e tossici. Il Governo, in questi anni si è rivelato incapace di risolvere la crisi, adottando misure che hanno aumentato l’allarmismo dei cittadini. Le comunità locali continuano ad organizzarsi e a protestare. Tra le tante persone, tra gli attivisti, incontriamo una persona che non si è mai fermata in questo campo, Salvatore Iavarone, nato nel mondo del volontaria-

dei rifiuti, alla raccolta differenziata ed al riuso, contribuisce in misura decisiva al risparmio energetico ed alla riduzione delle emissioni inquinanti, cercando di limitare la produzione dei rifiuti e di utilizzarli come risorse. Salvatore Iavarone, ha messo in atto un progetto denominato, 50 Convegni, da svolgersi nelle scuole, dalla materna alle scuole superiori, attraverso questi convegni, verrà data la possibilità ai bambini ed ai ragazzi di carpire l’esperienza positiva dei rifiuti, con la conoscenza del riciclo, dei siti di compostaggio e dell’imprenditoria che riduce l’inquinamento attraverso lo smaltimento. Acerra, nella provincia di Napoli, presenta un sito di smaltimento rifiuti, il termovalorizzatore, che

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a suo tempo creò dei seri allarmismi di tossicità, ma è stato sottolineato più volte, dallo stesso Iavarone, che il male dei mali non sono i termovalorizzatori, bensì i rifiuti in discarica. Infatti, ben presto, saranno riconosciuti altri due siti di compostaggio, uno nella zona ovest di Napoli, Ponticelli, l’altro ad Afragola. Salvatore Iavarone, sottolinea che, per essere alla pari di altri paesi europei, è necessario riuscire a poter smaltire in maniera autonoma i rifiuti, attuando progetti di impiantistica, che mancano. Le scuole, i giovani, devono essere civilizzati in questo ambito, e proprio per i ragazzi, lo stesso Iavarone, ha organizzato nelle scuole un concorso, con premi di notevole importanza, per incentivare coloro che saranno il futuro, a dar vita a nuovi progetti in materia di rifiuti, dando la possibilità alla nostra Campania Felix di tornare a vivere.

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Enzo Moscato: il teatro è vera e propria vocazione La domanda, che cosa è il teatro, scivola in modo spontaneo e quasi scontato, come approccio, a chi, Enzo Moscato,del nostro teatro è protagonista di rilievo; la risposta, che per tanti sarebbe stata banale, rappresenta la statura morale, culturale e artistica del personaggio. “Cosa sia il teatro è una domanda difficile che io stesso mi pongo spesso, certamente la risposta è individuale e soggettiva, per me è scoprire dentro e fuori di me tante forme tecniche, io nel teatro opero in maniera multipla sono autore, attore e regista” Una forma artistica da decrementare o da incrementare il teatro? “Oggi è necessario farlo di più, perché questa attività, ora negletta, rappresenta cosa si è; per questo gli antichi l’hanno inventato, è una dimensione immaginifica. Di questi tempi è ibrida, si è perso il senso vero, forse bisogna andare indietro di cinquant’anni per ritrovarlo in Brecht o Eduardo, ma penso anche a un Petito o un Di Giacomo oggi trascurati. Sono tempi in cui tanti vogliono tutto e subito, è il trionfo del nulla, molto spesso la spettacolarità prevale sull’arte” Oggi va di moda il cabaret, specialmente televisivo, tipo “Made in Sud”. “Magari fosse il cabaret autentico, quello storico tedesco, poi francese e poi anche italiano, erano comunque notevoli forme d’arte; quello attuale nominato io lo chiamo scemicomio, comunque la televisione la vedo il minimo indispensabile e se ci sono film d’autore che sono quelli che seguo o qualcosa che mi interessa” In sostituzione della televisione?

“Ho sempre letto e continuo a farlo ma anche qui non ritrovo le librerie di una volta; quelle di oggi sembrano pret a porter in cui trovi solo i libri di moda e degli amici degli amici, spesso non trovi i classici, una scomparsa della cultura” Cosa significa essere attori oggi? “A questa domanda non si può non pensare a grandi attori della statura di un Carmelo Bene o di un Leo de Bernardis e, quindi, chiarire subito che per essere attori occorre una vera e propria vocazione, come per il sacerdozio, se non ce l’hai e ti metti a farlo non succede niente di buono: poi è’ una fucina in cui dovrebbe entrare solo chi ha talento, non tutti possono farlo, e ci vorrebbe anche la laurea, non per il titolo di studio ma per la cultura che la Scuola ti dà. Vero è che personaggi come Eduardo o Raffaele Viviani ne erano sforniti però poi si erano autoformati” In mancanza di questi requisiti? “Vanno avanti con la televisione e le fiction; i grandi attori o autori non se la passano bene, sono ostacolati dai mediocri, perciò sono contro questo

tipo di teatro. Basti pensare che un personaggio come Giuseppe Patroni Griffi dopo la morte è scomparso, oggi trionfano i politicanti e bisogna farlo capire” A chi bisogna dirlo? “Ai ragazzi, con loro non puoi bluffare; io ho lo spirito morale o etico, che dir si voglia, anche perché prima del teatro sono stato professore e, se faccio un seminario o una lezione, lo faccio capire chiaramente ai ragazzi”. Molti giudicano il terremoto del 1980 come uno spartiacque nella storia della Città sotto molti aspetti. Lei come lo considera? “Il terremoto è stato uno smottamento epocale, io debuttai teatralmente, come autore ed interprete, nel 1982 con “Scannasurece”, metaforicamente una trasposizione di una Napoli al di là della retorica e dei luoghi comuni; oggi c’è un distacco, non certo e non sempre negativo culturalmente, tra due realtà epocali.. Chiaro che poi ci sono stati gli approfittatori ma quella è un’altra cosa; in un certo senso negativo il terremoto continua ancora”. In effetti è da lì che parte quello che molti critici definiscono “nuova drammaturgia napoletana”, dentro ci sono certamente Manlio Santanelli, lo stesso Enzo Moscato e Annibale Ruccello troppo prematuramente scomparso. Cosa avrebbe potuto rappresentare ancora per il teatro napoletano Annibale Ruccello se non fosse morto così prematuramente? “Cosa avrebbe fatto non lo so; certamente aveva talento e questo non si discute, siamo stati amici e molto vicini teatralmente e culturalmente


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ma l’evoluzione che ci sarebbe stata non posso saperla. Di certo la morte di Annibale è diventata una specie di promozione per molti che hanno fatto della sua produzione carne di macello, senza nemmeno sapere chi era o cosa pensava, lui aveva scritto quattro o cinque commedie, poche rappresentazioni sono di un livello degno”. A me viene in mente uno straordinario “Ferdinando” con Isa Danieli. “Quella sicuramente, era una rappresentazione che piaceva allo stesso Annibale”.

Raffaele Viviani, tra i nostri autori, è stato scoperto piuttosto tardi. “E meno male, Viviani è uno dei più grandi drammaturghi del novecento, la sua opera è riconducibile all’espressionismo tedesco, e se le sue commedie hanno avuto la dovuta visibilità, si deve anche dire grazie a personaggi come Pasquale Scialò e la professoressa Antonia Lezza che hanno curato un’opera in volumi di tutte le opere”. Cosa le è particolarmente caro? “Io sono libero, lo sono stato e lo sarò sempre ed è questa la cosa più bella”.

CARMEN PALUMBO

INTERVISTA A SANDRO MOSCA: LA MIA CARRIERA DI GIORNALISTA PARTENDO DA CASORIA

Questa settimana abbiamo approfondito la conoscenza del giornalista sportivo Sandro Mosca, che ha mosso i suoi primi passi proprio da Napoli, in particolare dalla città di Casoria, per poi dare vita ad una carriera brillante e ricca di soddisfazioni. Il ruolo che maggiormente lo ha reso noto è stato quello di addetto stampa del Piacenza Calcio, che ha ricoperto per ben 10 anni. Attualmente segue in maniera costante la Juventus a livello radiofonico e televisivo. Signor Mosca vuole raccontarci un po’ la sua carriera e la grande passione per il mondo del giornalismo? La mia passione è sempre stata rivolta maggiormente all’ambiente radiofonico e televisivo. Ho mosso i miei primi passi giornalistici a Napoli, in particolare collaboravo con Radio Club 91 che era di Casoria e poi sul Giornale di Napoli seguivo costantemente il Casoria Calcio del Presidente Ciaramella, dell’allenatore Luciano Vinci, con Nando Troise direttore. Ho seguito il Napoli per Radio club 91 e per Telecapri e poi nel 93’ mi sono trasferito a Piacenza per motivi di lavoro. Qui ho iniziato a collaborare con Radio Dimensione Suono, con il Mattino, Antenna tre, Tele Lombardia. Per 10 anni ho rivestito l’incarico di addetto stampa del Piacenza Calcio fino al 2011, per poi passare a Sky dove sono stato per due anni come telecronista. Negli ultimi tre anni seguo costantemente la Juventus a livello radiofonico, televisivo e sui siti internet. Quali difficoltà ha riscontrato nell’ambito del suo percorso giornalistico, soprattutto nel nostro territorio? Io penso di poter essere portavoce di molti miei colleghi, che come me sono partiti da Napoli solo con una grande passione in tasca. Io, come tanti, ho fatto una grande gavetta, ho iniziato al Giornale di Napoli seguendo il calcio dilettanti e lavorando anche il sabato e la domenica. Non c’era nessun guadagno e nessuna possibilità, solo una grande passione. Oggi la strada del giornalismo è difficile un po’ dappertutto, ma all’epoca per noi meridionali il percorso era sicuramente più complicato. Noi giornalisti alle prime armi, ci siamo caricati in quegli anni di tantissimi incarichi e il più delle volte senza avere responsi positivi, lavoravamo solo per la gloria. Ora questo problema si è esteso dappertutto, l’editoria come anche la televisione, sono entrate in crisi e ormai è sempre più difficile farsi strada in questo mondo, ma nonostante tutto il fascino per questa professione così straordinaria non si può negare.

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L’AVVOCATO RISPONDE

a cura dell’avv. Diana Santucci

Strisce blu e niente monetine. Il parcheggio è gratis se il parchimetro non accetta il bancomat

«Gli automobilisti, in mancanza dei dispositivi attrezzati col bancomat, potranno ritenersi autorizzati a parcheggiare gratis e senza il rischio di essere multati». Questo è ciò che si evince dalla sentenza del Giudice di Pace di Fondi, in provincia di Latina, che è destinata a riscrivere la storia italiana della sosta a pagamento. Si tratta di una “sentenza pilota” che ha aperto la strada per l’accoglimento di numerosi ricorsi in tutto il territorio nazionale. Nel caso di specie, il Giudice di Pace ha accolto il ricorso presentato da una praticante avvocato nei confronti del Comune per una multa presa per aver parcheggiato la propria auto nelle strisce blu senza fare il ticket, perché non aveva monete ed il parchimetro non accettava banconote nè era abilitato al bancomat. Il giudice le ha dato ragione, richiamando infatti la Legge di Stabilità 2016 secondo la quale dal 1° luglio dello scorso anno anche i dispositivi di controllo di durata della sosta, devono accettare i pagamenti con bancomat e carte di cre-

dito. In particolare, la Legge di Stabilità 2016, al fine di incentivare i pagamenti elettronici, prevede infatti che «dal 1° luglio 2016, le disposizioni di cui al comma 4 dell’art. 15 del d.l. n. 179/2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 221/2012, si applicano anche ai dispositivi di cui alla lettera f) del comma 1 dell›articolo 7 del codice della strada”. Dunque, il 1° luglio 2016 è il termine entro il quale i Comuni avrebbero dovuto provvedere ad attrezzare i dispositivi con il bancomat; di conseguenza, gli automobilisti, che versano e dimostrano di trovarsi in una “oggettiva impossibilità tecnica”, potranno ritenersi autorizzati a parcheggiare gratis e senza il rischio di essere multati. Coloro, invece, che sono

stati multati per lo stesso motivo potranno quanto meno provare, per non pagare la multa, un gratuito ricorso al Prefetto in via amministrativa o, in alternativa, potranno impugnare il processo verbale contravvenzionale dinanzi all’Autorità, ossia il Giudice di Pace, compente per territorio, ma in quest’ultimo caso il cittadino sarà tenuto al pagamento del contributo unificato di € 43,00, ossia una somma superiore alla sanzione erogata nella multa (€ 41,00). Pertanto, ad oggi molti comuni non si sono adeguati in quanto manca un decreto ministeriale e/o un›impossibilità tecnica oggettiva all›installazione e, se la ditta che gestisce le strisce blu non provvede tempestivamente all’aggiornamento dei parchimetri, si rischia un crollo degli incassi: in Italia sono circa 25.000 i parchimetri presenti, ma quelli conformi alla Legge di Stabilità 2016 – secondo Parkeon – non superano il 50%. Purtroppo, nonostante tali dati, i Comuni continuano a sanzionare ingiustamente i trasgressori.


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CIRO TROISE

Il progetto reclama continuità, Sarri è la garanzia: De Laurentiis osserva

“Ha più bisogno d’allenarsi, in tre mesi ha lavorato dieci ore, fa fatica al momento a trovare brillantezza. E’ stato fenomenale nel rientrare in campo velocemente ma non si può pretendere che sia in grande condizione visto che si è operato cinque mesi fa. L’obiettivo reale riguardo a Milik è iniziare un percorso affinchè sia in forma per la prossima stagione”, così si esprimeva dopo Napoli-Crotone Maurizio Sarri. La diversità di vedute tra Sarri e De Laurentiis è nota sin dalla scorsa stagione ed ha avuto varie manifestazioni evidenti: lo show post Napoli-Frosinone, i tweet su Rog e sul cambio modulo di De Laurentiis, la reazione opposta dopo i torti arbitrali subiti in Genoa-Napoli, il “je accuse” del patron dopo il ko di Madrid. Nella gestione di De Laurentiis queste frizioni non rappresentano una novità, anche con Reja, Mazzarri e Benitez i rapporti sono stati complessi, caratterizzati da una dialettica intensa, spesso esposta anche attraverso i media. Ciò che conta è il raggiungimento di un equilibrio tra le parti, De Laurentiis è un uomo furbo, sa guardare oltre certi scontri dialettici per preservare la tenuta complessiva del progetto societario e dare priorità a ciò che conviene di più al suo club. Sarri ha un contratto lungo e complesso con il Napoli, si sta guardando intorno, ha avuto dei contatti informali con club che hanno apprezzato la sua proposta di calcio ma è legato all’idea di dare continuità al progetto messo in piedi a Napoli, lo dimostrano le parole su Milik. La valorizzazione dei giovani talenti azzurri non avrebbe senso se non trovasse continuità anche nella prossima stagione. Koulibaly è stato attratto dalle proposte del Chelsea quest’estate, Mertens va in scadenza nel 2018 e potrebbe strappare altrove l’ultimo contratto importante della sua carriera. Kalidou e Dries sono due punti fermi del Napoli ma ci sono già delle alternative in organico. Maksimovic, disputando l’intero ritiro precampionato con Sarri, potrebbe più facilmente inserirsi nei meccanismi difensivi, e nel ruolo di punta centrale, quello in cui ormai si cimenta con continuità il belga, ci sono Milik e Pavoletti. Un altro caso spinoso è quello di Ghoulam ma si

tratta di giocatori che sulla carta sembrano sostituibili in maniera più agevole rispetto ad Higuain. Le potenziali uscite sarebbero, quindi, già ammortizzate con gli equilibri interni alla rosa, da rinforzare poi sul mercato soprattutto in altri reparti: portiere, esterni bassi e alti, cercando delle alternative giovani a Insigne e Callejon. L’esplosione poi di Rog, Zielinski, Diawara stuzzica Sarri, soprattutto se il Napoli dovesse raggiungere la qualificazione alla prossima Champions League. Tutto ciò è alimentato anche dalla sensazione dell’allenatore di guidare con serenità questo gruppo che lo segue con grande disciplina. Dopo la partenza di Gabbiadini, i “musi lunghi” sembrano scomparsi e lo stesso Sarri sembra proporre soluzioni diverse rispetto al suo credo tattico. Come per la gara contro il Chievo Verona, Sarri ieri ha dato nuovamente spazio a Pavoletti, chiedendo, però, alla squadra di mettersi al servizio del centravanti. Il Napoli ha giocato di più in ampiezza, ha cercato la fisicità dell’ex Genoa in area di rigore, esprimendo dei segnali di crescita in termini di duttilità e variabilità tattica. E’ questa la strada da percorrere anche per accompagnare la crescita di Milik, che avrà sicuramente altre chances per accumulare minutaggio utile. Prima della sosta c’è l’Empoli, una tappa da non sottovalutare. La formazione toscana non si fida dei sette punti di vantaggio sul Palermo rivitalizzato dall’arrivo del presidente Baccaglini e c’è tensione in casa Empoli. La doppia sfida contro la Juventus è ancora lontana, guai a staccare le mani dal manubrio al “Castellani”, campo storicamente ostico per gli azzurri, dove, nell’arco di dieci sfide disputate, non hanno mai vinto, totalizzando quattro pareggi e sei sconfitte. Il Napoli, limitando la classifica solo alle gare in trasferta, è primo con ventisette punti, frutto di otto vittorie, tre pareggi e due sconfitte. Servirà mantenere il passo avuto lontano dal San Paolo, magari con le capacità nelle transizioni dell’ex Zielinski e l’imprevedibilità di Mertens per passare al “Castellani”.

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ANTONIO BOTTA

“CHIESA E LAVORO QUALE FUTURO PER I GIOVANI DEL SUD?” Scandaloso: “L’Italia, ogni anno, restituisce più di 4 miliardi di fondi europei non impiegati per i progetti”. Le Chiese del Mezzogiorno si sono incontrate a Napoli, su iniziativa del Cardinale Crescenzio Sepe, per confrontarsi sul tema: “Chiesa e lavoro. Quale futuro per i giovani del Sud?” Lo scopo è stato chiaro: i Vescovi della Campania, Calabria, Basilicata, Puglia, Sicilia, Sardegna hanno alzato la voce per dare spazio a chi, oggi, è non solo senza voce, ma anche senza speranza e futuro: i giovani meridionali. Ha sottolineato, al riguardo, Sepe nel saluto introduttivo: “Non possiamo far finta di niente, perché le conseguenze sono sociali, culturali e religiose. Non vogliamo sostituire le istituzioni, ma chiamare ognuno a fare la sua parte. Basta lamentarsi, facciamo proposte partendo da quanto già sperimentato: da ogni regione arriverà una proposta per creare lavoro e dare un’iniezione di fiducia e di speranza ai nostri giovani che si sentono avviliti, scartati, emarginati.” Infatti, i dati indicati dal Vescovo di Taranto, mons. Filippo Santoro, evidenziano la gravità della mancanza di lavoro nel Meridione: “In base ai numeri forniti dall’Istat 1.130.000 meridionali hanno lasciato la loro terra; nel solo 2014 sono partite 104 mila persone, il 30% delle quali con una laurea in tasca. E drammatiche sono le cifre della disoccupazione, specialmente quella giovanile, tornata a toccare il picco del 40,1 a livello nazionale, con livelli ancora più alti nel Sud.

Che fare? Varie le proposte concrete emerse dai relatori e dai gruppi di studio, a dimostrazione che è finito il tempo delle lamentele inutili, del “piangersi addosso”; occorre, al contrario, porsi obiettivi efficaci, spinti da una “fede che trasforma la storia”. Innanzitutto, come hanno puntualizzato i Vescovi nel loro messaggio conclusivo ai giovani, “bisogna sgombrare il campo dalle logiche del clientelismo, dalle lentezze della burocrazia, dall’invadenza della malavita organizzata. Ma è necessario soprattutto fare spazio alle nuove frontiere del lavoro, sviluppando modelli organizzativi in linea con l’evoluzione della società e della tecnologia Per questo rivolgiamo alle istituzioni competenti un caloroso e pressante appello ad intervenire con urgenza, concretezza, mediante politiche appropriate”, utilizzando le risorse peculiari del Sud: turismo, agricoltura, beni culturali. Pone il dito nella piaga il Cardinale Angelo Bagnasco, presente in qualità di Presidente della CEI: “L’Italia, ogni anno, restituisce più di 4 miliardi di fondi europei non impiegati per i progetti.” Dunque, per inadempienza e incapacità degli Amministratori preziose opportunità vengono sprecate colpevolmente, rendendo molto difficile assicurare un futuro dignitoso ai giovani. La questione è stata ripresa anche dal Cardinale Sepe, che, al termine del convegno, ha precisato: “Abbiamo, da una parte, la Commissione Europea che è pronta

a venirci incontro; dall’altra parte, è necessaria una gestione trasparente e chiara da parte delle istituzioni locali. E in questa maniera evitiamo anche quella brutta situazione di dover rimandare indietro tanti soldi che non si spendono Una proposta fattibile, a condizione che ci sia un’effettiva volontà politica, è stata lanciata dal governatore della Campania Vincenzo De Luca, al fine di “evitare la desertificazione sociale del Sud con giovani diplomati e laureati costretti ad andare via dai loro paesi per vivere.” Alla presenza del Ministro per il Mezzogiorno Claudio Vincenti, ha spiegato che si potrebbero assumere 200.000 giovani con uno stipendio iniziale di 900 euro da impiegare nella pubblica amministrazione, dove l’età media è alta. “Veniamo da dieci anni di blocco del turnover (per ogni impiegato in pensione un nuovo assunto), l’operazione è possibile con un investimento di due miliardi e 600 milioni; fondi reperibili dal risparmio di appena il 5% degli incentivi che il governo dà alle imprese. Si tratta di un’operazione sociale necessaria, perché non si può chiedere alla gente del Sud e soprattutto ai giovani di aspettare ancora.” Per De Luca resta fondamentale, per riscattare l’economia del Meridione, la lotta per la legalità: “Quando non hai pane, puoi fare tutti gli appelli che vuoi, poi qualcuno per andare avanti, prenderà i soldi da chi glieli offre, molto spesso la criminalità organizzata”.

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Marco Lobasso: “Il giornalismo è un lavoro, non un hobby”

Bruciare le tappe: ha le idee chiare il giornalista professionista Marco Lobasso in merito al consiglio da dare ai giovani aspiranti cronisti. Fare esperienza è la cosa essenziale e Marco può consigliarlo proprio perché nella sua lunga carriera ha lavorato in varie redazioni, dimostrando grandi capacità e il giusto spirito per amare questo mestiere. Come hai visto cambiare il mondo del giornalismo nella tua carriera? “In circa trenta anni ho visto grandi cambiamenti, il mio inizio è così diverso rispetto a quello di oggi che se volessi raccontarlo non sarebbe di aiuto a nessun aspirante giornalista. Adesso le redazioni giornalistiche dei quotidiani non esistono quasi più, dove prima c’erano nelle redazioni sportive anche quindici redattori adesso ce ne sono cinque. La quantità non fa la qualità, ma fa capire come è cambiato tutto e sono cambiate le aspettative degli aspiranti giornalisti”. Che ne pensi dell’uso di internet per quanto riguarda il lavoro del giornalista? “Il cartaceo è una realtà importantissima, ma il giornalismo su internet è il mondo che cambia e va avanti, è uno sbocco abbastanza logico perché fondamentalmente se

un giovane non riesce a trovare uno spazio lavorativo per una passione che vuole portare avanti, oggi il web gli permette di dare vita a un’azione imprenditoriale del tutto nuova. Se hai le possibilità, puoi aprire col tempo qualcosa di tuo dove affronti un’avventura che ti permette di diventare imprenditore di te stesso. Internet permette a molte redazioni di lavorare nel presente, al di là del pensare al futuro, permette di fare un’esperienza diversa”. Cosa consiglieresti a chi vuole creare una redazione? “Tutti quelli che sono della mia generazione e quella successiva se vogliono coin-

volgere nuovi giornalisti devono lavorare con coscienza e ricordarsi che il lavoro del giornalista è per l’appunto un mestiere, in quanto tale deve rispettare le regole del lavoro in generale. Il lavoro del giornalista si paga secondo canoni che vanno rispettati. Il ‘non ti preoccupare, poi diventi pubblicista’ e altre situazioni dove non si paga il lavoro sono cose che io condanno e devono essere fatte molte battaglie per questo. Il giornalismo è un lavoro, non un hobby” E agli aspiranti giornalisti? “Ai giovani consiglio, per l’appunto, di inseguire i propri sogni sapendo che il giornalista è un lavoro di impe-

gno e sacrificio e soprattutto ricordando che è un mestiere e non meritano di essere sfruttati. Il nostro ordinamento propone delle regole, saranno buone o brutte ma vanno rispettate invece del vuoto totale. Nel 2017 il mestiere del giornalista è impegnativo, consiglio sempre di cercare di bruciare le tappe e di non intanarsi in situazioni senza futuro, conviene prepararsi e cercare di arrivare a ventiquattro anni magari già laureati e avere la possibilità di sviluppare una prima parte di esperienza cronistica diventando pubblicisti con delle tappe già vissute così da costruire al meglio il proprio futuro, le esperienze sono importanti” Possiamo dire che i cosiddetti ‘altri sport’ non sono ghettizzati? “Il calcio è molto seguito a Napoli, ma dobbiamo sfatare un mito: anche gli altri sport sono seguiti. Occupandomi da tanto tempo anche di sport vari posso dire che ci sono fior fiori di giornalisti che si occupano bene di queste categorie e molti lettori, è una branchia che va tutelata. Certo, bisogna continuare a promuovere lo sport in generale, continuare a conquistare spazio sulle grandi testate che ci sono e che se ne occupano ampiamente”.

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DANIELA ABBATE

Workshop di giornalismo e comunicazione per gli studenti di Casoria

Martedì 14 marzo 2017 ha avuto luogo, presso il Liceo Paritario “M.L. Velotti”, la 18° edizione del Workshop di giornalismo e comunicazione, organizzato dal prof. Francesco Palladino e sponsorizzato dall’Aeroporto Internazionale di Napoli con il patrocinio dell’ordine dei giornalisti della Campania. Un interessante momento di riflessione e di condivisione sui diversi ambiti in cui opera il giornalismo e sull’importanza della comunicazione, destinato ai giovani studenti dei licei casoriani “Gandhi”, “S.M.C. Brando” e “M.L. Velotti”. I lavori sono iniziati con l’introduzione del prof. Palladino e con il primo intervento della giornata ad opera del dirigente scolastico del “Gandhi”, il dott. Gennaro Ruggiero, il quale ha illustrato ai ragazzi le modalità di svolgimento dell’articolo di giornale come prima prova scritta negli esami di Stato. I ragazzi hanno apprezzato particolarmente questa fase, seguendo con attenzione i vari passaggi e cogliendone i suggerimenti. A seguire, l’intervento del dott. Alfredo Carosella, commissario di Polizia, sull’ importanza della comunicazione nel suo settore e sul rapporto con i giornalisti. Non sono mancati i saluti del primo cittadino di Casoria, Pasquale Fuccio, il quale ha messo in risalto la necessità di una formazione adeguata per le future generazioni di giornalisti. Dopo i saluti del Sindaco è intervenuto l’ing. Pasquale Iodice, Presidente della Fondazione G. Iodice, che ha ceduto il passo alla dott. ssa Bianca D’Antonio, redattrice de Il Mattino e alla dott.ssa Anna Bellobuono, comandante della Polizia Municipale di Casoria. Sì è ormai entrati nel vivo dell’evento con la partecipazione del dott. Angelo Cerullo, Responsabile Ansa della Campania e del dott. Ciro Fusco, fotoreporter Ansa, i quali hanno raccontato le caratteristiche e le difficoltà del giornalismo online. Di particolare impatto è stato l’intervento del dott. Fusco sul mestiere del fotoreporter nell’era digitale, minacciato dalla concorrenza delle foto scattate e pubblicate in tempo reale con gli smartpho-

ne. Tuttavia, personalità, creatività e una conoscenza appropriata di ciò che si ritrae restano qualità distintive di un professionista. Il giornalismo della carta stampata, invece, trova il suo rappresentante nel dott. Vincenzo Esposito, caporedattore del Corriere del Mezzogiorno, il quale ha invitato i ragazzi a intraprendere questa professione guidati dalla passione e dalla dedizione. Le tematiche della deontologia professionale e del giornalismo sociale sono affidate alla dott.ssa Ida Palisi, redattrice de Il Mattino e direttrice della testata online Napoliclick. Mentre gli interventi del direttore degli Affari Sociali dell’Aeroporto di Napoli, l’avvocato Sandro Mattia e dell’addetta stampa, Giovanna Caiazzo hanno dimostrato l’attenzione dell’azienda per le attività del territorio e, in particolare, alla valorizzazione del patrimonio artistico. Infatti, grazie al partenariato con il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, l’aeroporto di Capodichino ospiterà alcune opere della nostra città. La ricca giornata di formazione è proseguita con i saluti del Consigliere Regionale Antonella Ciaramella e con l’intervento del prof. Antonio Botta sull’importanza della stampa locale come strumento per denunciare e per proporre iniziative finalizzate al recupero del territorio. La prima parte è terminata con i saluti del capitano Filippo Francesco, del comando dei Carabinieri di Casoria. Dopo la pausa pranzo le attività sono state riprese dal dott. Adriano Albano, giornalista RAI, che ha affrontato la tematica del giornalismo televisivo e ha dato inizio all’esercitazione in aula da parte dei ragazzi presenti, coadiuvati dalle loro docenti. Durante il workshop i ragazzi hanno acquisito alcuni dei concetti fondamentali nel mondo del giornalismo e della comunicazione: rispetto per gli altri, umiltà, cultura, approfondimento, accertamento delle fonti, oggettività, ma soprattutto curiosità e passione.

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DOMENICA 19 MARZO 2017

20 Avv. DIANA SANTUCCI “Posso avere un bicchiere d’acqua?” chiedeva una paziente ricoverata in un reparto dell’ospedale di Milano. Alla sua richiesta, nessuna risposta. L’ammalata chiedeva nuovamente un sorso di acqua, ma purtroppo continuava la sua richiesta a rimanere infruttuosa. Tale episodio catturava l’attenzione del Prof Erminio Longhini, che era di guardia a Milano, il quale, notando che nessuno era disponibile per le attenzioni richieste dagli ammalati, decideva di impegnarsi in prima persona per creare una figura che rappresenti il completamento del circuito sanitario: il volontario. Nasceva così l’AVO, Associazione Volontari Ospedalieri, con un ruolo ben preciso nella struttura ospedaliera: il medico prescrive la cura, l’infermiere segue la terapia, gli operatori socio-sanitari soddisfano i bisogni primari ed il volontario rappresenta la parte morale del circuito sanitario. A conferma della teoria secondo la quale “l’ammalato più sereno risponde meglio alle cure” diviene necessaria l’esigenza di creare una figura in grado di sapere ascoltare l’ammalato e, che donando gratuitamente il suo tempo, riesce ad essere un valido supporto sia per i medici che per gli ammalati. Ma chi è il volontario e che caratteristiche deve avere? In primo luogo, il volontario deve avere dei requisiti precisi: deve essere in grado di decentrare il proprio io, spostando l’attenzione solo sul paziente, non deve essere invadente e poi deve saper interagire con il malato, rappresentando così un supporto dopo il consenso dei sanitari. Per diventare volontari è ne-

“Donna, infinita bellezza”

Il reparto di oncologia DELl’ospedale di Casoria Santa Maria della Pietà si è trasformato in un vero e proprio salone di bellezza cessario seguire un corso di formazione teorico per due mesi, durante il quale ci saranno lezioni di igiene, profilassi, statuto e regolamento, psicologia dell’ammalato ed approccio etico; a cui seguirà un tirocinio di 100 ore a fianco di un tutor. Al termine, una commissione interna valuterà l’idoneità attraverso un colloquio. L’associazione AVO di Casoria all’interno dell’ospedale è coinvolta in diverse iniziative sia proprie che della struttura sanitaria. Il 12 marzo 2017, presso l’ospedale di Casoria Santa Maria della Pietà, a pochi giorni di distanza dalla festa della donna, si è tenuta la quarta edizione “Donne infinita bellezza”. Il reparto di oncologia si è trasformato in un vero e proprio salone di bellezza: le pazienti diventano modelle per un giorno e sono state preparate, truccate, fotografate come avviene in un classico concorso di bellezza. L’evento è stato organizzato dalla Dott.ssa Claudia Ferrara, Responsabile dell’unità operativa di oncologia dell’o-

spedale di Casoria, con l’ausilio dell’Associazione SMAC (Salerno Moda Arte e Cultura) e con la collaborazione dei volontari AVO di Casoria. L’associazione SMAC ha allestito un reparto di bellezza, mettendo a disposizione abiti, trucco e parrucco con la collaborazione di veri professionisti; l’AVO invece si è occupata dell’animazione della serata, dall’accoglienza dei parenti all’organizzazione dello spettacolo, con l’apporto della Compagnia di Saltimbanchi di Giulio Carfora. Sotto la parrucca e dietro le cicatrici si nascondono donne che non si sentono più donne perché hanno perso il piacere di guardarsi allo specchio, poiché la malattia le ha deturpate. Dilaganti le emozioni in platea di fronte al coraggio che hanno dimostrato nel mettersi in gioco. Maria Rosaria Barbato, Presidente dell’AVO di Casoria ha dichiarato che «l’evento si è tenuto a pochi giorni di distanza dalla festa della donna non perché vuole andare contro alla festa che è diventata consumistica ma vuole met-

tere in risalto “il voler essere donna” ed è un’occasione per celebrare la forza che riesce ad esternare la donna nel momento della fragilità, la capacità di reagire e darsi forza, il non voler essere un peso o un problema per i familiari, difatti tendono a ridimensionare il problema per non dare un carico ai loro affetti.» «Un ringraziamento speciale prosegue la Presidente dell’AVO di Casoria - a frate Carlo Mangione, Direttore Amministrativo dell’ospedale di Casoria, che appoggia le iniziative per l’organizzazione degli eventi; alla Dott.ssa Ferrara, che coinvolge sempre noi volontari in queste manifestazioni, ritenendoci un valido supporto a queste iniziative; a Pasquale Salsano (presidente dell’associazione Salerno Moda Arte e Cultura), che ci fornisce gratuitamente gli strumenti materiali per la realizzazione del salone di bellezza comprensivo di uno staff di professionisti; a Giulio Carfora con la Compagnia di Saltimbanchi, che sono sempre a disposizione nell’organizzazione dello spettacolo. Ed infine, un ringraziamento particolare è per i volontari AVO di Casoria, che quasi da vent’anni mi affiancano quotidianamente in questo cammino e sentono questa manifestazione in prima persona poiché come volontari vivono la malattia dell’ammalato ogni giorno nelle corsie dell’ospedale e bisogna riconoscere loro il ruolo fondamentale che svolgono sul piano morale, in quanto rappresentano un supporto ed un incentivo per incoraggiarli a sfidare il dolore e la sofferenza della malattia.»

www.casoriadue.it


DOMENICA 19 MARZO 2017 BIOLOGIA DELLA NUTRIZIONE

21 A cura della Dott.ssa Flavia Altieri, Biologo Nutrizionista

COLESTEROLO ALTO? ATTENZIONE!

Forse non tutti sanno che un italiano su 3 ha il colesterolo alto e che, tra chi si sta curando per abbassarlo, un maschio su 4 riesce a curarsi per bene e meno di una donna su 5. Si tratta di un problema, quindi, da non sottovalutare considerando che il colesterolo ‘cattivo’ (Ldl) è il principale fattore di rischio per le malattie cardiovascolari. Per tutti questi motivi è nato una position paper redatto dagli esperti della Società italiana per la prevenzione cardiovascolare (Siprec), in collaborazione con il Cnr e la Fondazione Italiana per il Cuore. I medici rivolgono anche un appello al Servizio Sanitario Nazionale perché si faccia carico del costo dell’esame per la misura del colesterolo Ldl, almeno nei soggetti a rischio più elevato. Ogni anno in Europa si registrano 4 milioni di decessi per malattie cardiovascolari che riguardano le donne nel 55% dei casi. Considerando la sola Unione Europea, i decessi per queste patologie ammontano a 1,8 milioni l’anno e la spesa relativa alle malattie cardiovascolari si attesta sui 210 miliardi di euro, di cui il 53% generata dalla gestione clinica. Gli studi di intervento hanno dimostrato che se fosse possibile eliminare tutti i fattori di rischio, si riuscirebbe ad abbattere dell’80% gli eventi cardiovascolari. Dalla fine degli anni ’90 ad oggi il valore medio del colesterolo degli italiani è aumentato in maniera significativa sia negli uomini (dal 205 a 211 mg/dl) che nelle donne (da 207 a 217 mg/dl). Gli uomini tuttavia si curano meglio delle donne: quelli che raggiungono l’obiettivo con il trattamento sono passati dal 13,5 al 24% del totale, mentre le donne ‘a target’ sono cresciute dal 9,6% al 17,2% del totale. Non esistono criteri condivisi né su quando iniziare lo screening né su ogni quanto ripetere gli esami, ma è comunque raccomandabile fare un primo screening negli uomini intorno ai 40 anni e nel-

le donne intorno ai 50 o in post-menopausa, come suggerito anche dalle linee guida della European society of cardiology (Esc). Questa valutazione andrebbe tuttavia anticipata (intorno ai 35 anni nei maschi e a 45 anni nelle femmine) nei soggetti con familiarità per ipercolesterolemia e/o eventi cardiovascolari in età giovanile e in pazienti diabetici e con arteriopatia periferica, a prescindere dall’età. Attualmente in Italia non è previsto il dosaggio gratuito dei valori di colesteroloLdl per diversi gruppi di pazienti affetti da dislipidemia. Una riduzione di 40 mg/dl di colesterolo Ldl si associa ad un abbattimento del 20-25% delle morti per cause cardiovascolari e di infarto miocardico non fatale, come dimostrato dai tanti studi di intervento degli ultimi 15-20 anni. Molti degli eventi ischemici cardiovascolari e cerebrovascolari colpiscono non solo soggetti a rischio elevato, ma anche a rischio medio e talvolta basso. Anzi, i dati italiani del ‘Progetto Cuore’ ci dimostrano che oltre l’80% degli eventi si verificano proprio in soggetti con un rischio a 10 anni inferiore al 20%, vale a dire un rischio considerato medio-basso. Ma a cosa sono dovuti questi valori alti di colesterolo Ldl? Essi sono associati a cattive abitudini di vita ed alimentari. Esso si può abbassare con un regolare esercizio fisico, astensione dal fumo, riduzione del peso corporeo, dieta opportuna, integrazione di acidi grassi essenziali e omega 3 e, se tutto ciò non bastasse, con un’eventuale terapia farmacologica (ad esempio con le statine, farmaci in grado di diminuire la produzione endogena di colesterolo).


DOMENICA 19 MARZO 2017

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Perché perdersi il piacere di ascoltare bene

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DOMENICA 19 MARZO 2017

Augurissimi

Ing. Francesco Cerbone Laureato in Ingegneria Meccanica con 110 e lode presso l’Università Federico II di Napoli il 10/03/2017, discutendo la tesi in “Comportamenti costitutivi non lineari di materiale”. Gli auguri più sinceri provengono dai tuoi genitori Pietro e Elisa, e da tuo fratello Raffaele. Si uniscono i tuoi nonni e i rispettivi zii Ferdinando e Enza, nonché Ferdinando e Graziella e tutti i tuoi cugini. Gli auguri più sinceri provengono particolarmente dai tuoi zii dell’Australia, da Teresa, Enza, Giusy e Gabriele Capone con tutte le rispettive famiglie, compresi amici e parenti. Ti auguriamo un avvenire ricco di soddisfazione e felicità.

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Centro S. Ludovico di medicina solidale: “un appello”

Il due marzo del 2015 cominciava la sua attività il poliambulatorio di medicina solidale a Casoria; grazie all’impegno incessante di tanti volontari, medici e non, che hanno dedicato e dedicano tuttora qualche ora del loro tempo ad assistere pazienti meno abbienti, clochard, extracomunitari. Il bilancio di due anni è entusiasmante se si pensa che sono state effettuate circa tremila visite che hanno interessato buona parte delle varie specialità mediche. Purtroppo però, le richieste non sempre sono evase in tempi brevi, soprattutto per alcune branchie, sia per l’elevata richiesta sia per la carenza di operatori sanitari. Il centro infatti ha bisogno di aiuto. Si avverte la necessità che un numero maggiore di medici si renda disponibile; in particolare il centro ha bisogno di oculisti, dermatologi e ortopedici. Chiediamo, soprattutto ai professionisti locali di contattarci per prestare la loro opera di solidaretà. E’ possibile telefonare ai seguenti numeri per un primo contatto: 333920655333806915221.Dai volontari del centro un sentito grazie a chi vorrà essere partecipe.

Augurissimi 14 marzo 2017 Felice Compleanno a Angela Orefice da parte del fratellino Mauro, la cognata Gemma e tutta la famiglia

Pullula questa dolce notte in cuore Pullula questa dolce notte in cuore di favolose e romantiche stelle: così meravigliosamente belle nel loro imperscrutabile candore. Con quel puro e raro e forte bagliore disperso nel turchino ciel ribelle dispensano frammenti sulla pelle del sentimento donato da Amore. E la notte attraversa questa terra trascinando ogni pezzo magnifico di quel bel ricordo nato in un sogno. Amore divino sempre m’afferra quando volo in questo gusto d’antico come se fosse l’unico bisogno. Emilia Sensale

Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. Reg. 5116 del 28/02/2000

Editore CASORIA DUE s.a.s Direttore Responsabile: Ferdinando Troise Stampa: PRINTING HOUSE - CASORIA Tiratura 7000 copie. Distribuzione gratuita. Questo numero è stato chiuso il 15 marzo 2017

Direzione, Redazione, Amministrazione e Pubblicità Via Capri, 2 - 80026 Casoria (NA) - Tel./Fax 0817597271 email: casoriadue@libero.it


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DOMENICA 19 MARZO 2017


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