DOMENICA 11 DICEMBRE 2016
Settimanale di Informazione
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ANNO XV - N° 40 - DOMENICA 11 DICEMBRE 2016
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CASORIA & l’editoriale di Nando Troise
UNA NUOVA FORMAZIONE DI GOVERNO
cola, Fanti. Nella squadra avversaria, Apriamo in tutta modestia un corso di che è la politica, troviamo Tizziani, calcio al Ponte Tre Luci. E lo brindiaNocera, Pugliese, Capano e altri mo, cenando dopo in uno dei locali più amici. Mi sorprende che non ci siano eleganti della mia Città, “La Locangli opposti estremismi. Gli incitamenda del Business” si chiama. Ci hanno ti partono dagli spalti che vanno semascoltato, dolendosi molto per come pre considerati nell’economia di una andavano le cose una cinquantina di partita, come di uno spettacolo. C’è ragazzi casoriani. Mimmo, che scrive purtroppo per un Una settimana prima, per i tornei orgagiornale bugiardo. nizzati, quel centro sportivo somigliaMa veniamo ai problemi di Casoria: va ad Edenlandia. Vi giocano scuole l’indifferenza dei suoi abitanti e tanta calcio di tutta la Campania ed anche maleducazione è certamente il male l’area nord di Napoli a noi più cara. E su quel centro incontro carissimi amici: Casillo marcante, Polizio ala, più grave che affligge questa Città. Molto di più dei politici che la tengoAntonio Piscopo, primario ortopedico, Pugliese ira, Girasole, no in scacco. E non sono tutti. Casillo assieme a Michele Bruno, al centro Graziuso e Santillo prese 26 anni fa il posto di Polizio, sportivo Luigi Vitale, dove si era data che le sue le ha combinate. Poi c’è convegno tutta la Napoli calcistica, Poi…. I camorristi, gli Graziuso, Sindaco per cinque anni, sfarfagliante, compreso Peppe Santoscissionisti, i “funzionari”, non confermato per i dissidi interni ro, responsabile dell’area tecnica del nel centro sinistra “progressista”, oggi Watford. E c’era Gaetano Zavitteri, la monnezza ed il cemento al Consorzio Cimiteriale, che ha il soinviato di Canale 5, oggi scrittore di gno e la speranza di tornare a fare il Sindaco. Ed il Sindaco lo storie pugliesi. Cosa devo dire? Mi chiede Zavitteri. vorrebbero fare anche Pugliese, Girasole, Giosuè e Nocera. Le carte sociali di Casoria erano tutte lì. Mischiate. Al Centro Sportivo Luigi Vitale c’è una partita di calcio ami- Chi vivrà, vedrà. Certo è che i bontemponi della politica penchevole. Con Sperandeo alla testa di una squadra di vecchi sano che questi siano fuori gioco. E non è vero. Sono sempre CONTINUA A PAG. 4 calciatori, che ha cartellinato Vinci, Capasso, Villa, Formi- lì, in agguato. Non mollano.
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E molti, oggi, più di ieri e meno di domani, sono contro Tommaso Casillo. Vorrebbero estrometterlo dalla scena politica casoriana. Non ha più amici. L’istintivo Andrea Capano, che poi trovo alla scuola di via Puccini, completa il quadro, non attenendosi alle auree regole delle strategie politiche, degli apparentamenti, le appartenenze, le componenti, le correnti. Ospita Rosalba Talletti. Gli è stato proposto di uscire dalla coalizione di opposizione, di creare una nuova componente autonoma ed indipendente: “Alternativa Socialista”. Vorrebbe coinvolgere anche Giovanni Del Prete e Pasquale Pugliese. Penso che non raccolga niente. Comunque sia chiaro che non Casillo soltanto bolle nella pentola di Casoria ma tanti altri fermenti. C’è polemica tra Ciccio Polizio e l’Amministrazione Comunale di Pasquale Fuccio. Una po-
lemica che illividisce i sostenitori della coalizione vincente. E non solo quelli. Anche Polizio se n’è prese tante quando era al proscenio in questa Città. Sono sintomi gravi che denotano come nonostante il dominio incontrastato da parte del centro sinistra e nonostante la vicinanza millimetrica con Napoli, Casoria non fiuti più Napoli ma diventa ogni giorno di più pigra e cafona. Non credo solo politicamente. Il Mattino sembra uscire da una tipografia di Londra . Se ne strainfischia di questi problemi! Parliamo, parliamo di noi, amici. Dei nostri problemi innanzitutto. Ci interessiamo, invece, normalmente delle altrui miserie. Le nostre non esistono. Politica e contro politica. Per fortuna abbiamo le nostre domeniche. In realtà si nascondono movimenti in città estremamente decisivi per il futuro di Casoria e della politica casoriana, quindi anche quella napoletana. E’ Casoria che deve “sce-
tarsi”. Si discute. Da Casoria parte un treno per chi sa dove. Non interessa. Qui interessa Casoria. Insistiamo. Organizzano i loro affari. Sono impegnati nell’edilizia e nel turismo, movimento terra, betoniere e cementifici. Il pauperismo (situazione permanente di povertà in uno Stato o in una parte di esso) è la condizione di scarsa disponibilità di beni materiali, estesa, in determinati momenti, ad una larga parte della popolazione, che può essere determinata da una crisi economica, da una sperequazione della ricchezza oppure da una insufficienza di risorse naturali. Può, però, anche non essere l’espressione di forti contraddizioni sociali, soprattutto qualora si manifesti in una società egualitaria con fisime di proletarizzazione, dove tutti sono poveri ad eccezione di una ristretta nomenclatura. “Il pauperismo casoriano si accompagna con la miseria delle coscienze”.
ALESSIA DIANO
Furbetti del cartellino addio A partire dal prossimo 13 luglio, i dipendenti pubblici furbetti, ovvero coloro i quali in maniera fraudolenta attestano la falsa presenza sul luogo di lavoro e/o ingannano l’Amministrazione sulle ore di lavoro effettivamente svolte, avranno una bella gatta da pelare. Con il Decreto Legislativo del 20/06/2016 n.116 è stata infatti predisposta una nuova procedura più rapida per punire il dipendente “infedele”. Le nuove “misure punitive” sono state rese note anche sul sito istituzionale del Comune di Casoria, ripartito nei seguenti 8 Settori: 1: Affari generali e Risorse Umane 2: Ragioneria, Finanze e Sistemi informativi. 3: Sicurezza e Mobilità
4: Servizi demografici, Attività produttive, Tasse e tributi, Contenzioso tributario. 5: Servizi diretti alla persona. 6: Patrimonio e controllo partecipate. 7: Lavori pubblici e Manutenzione. 8: Pianificazione del Territorio. Ma in cosa consisterà la nuova procedura? Il dipendente furbetto, colto in flagranza di reato, con procedimento immediato e motivato verrà sospeso
cautelativamente, entro 48 ore dalla conoscenza del fatto da parte dell’Amministrazione, senza necessità di essere ascoltato preventivamente. A sospensione attivata, partirà poi il procedimento disciplinare, durante il quale al dipendente non verrà erogato lo stipendio, se non un trattamento minimo alimentare. Il procedimento disciplinare, che dovrà concludersi entro 30 giorni, sarà finalizzato a dare al dipendente la possibilità di presentare delle giustificazioni per il suo comportamento e ad adottare l’eventuale misura sanzionatoria. Qualora le giustificazioni adottate siano ritenute insufficienti scatterà poi il licenziamento. Che la lotta contro l’assenteismo ingiustificato sia finalmente vinta? Staremo a vedere.
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PAOLA CONSOLETTI
: UN PONTE SCUOLA-LAVORO L’Istituto ISIS “A. Torrente” a Casoria, è ubicato in Viale Duca D’Aosta, sede unica con a capo il Dirigente Scolastico Dott. Giovanni De Rosa, è una scuola considerata della “società”. L’Istituto si caratterizza per il costante arricchimento dell’offerta formativa, al passo con la realtà del mondo del lavoro che sta cambiando repentinamente, e proprio per queste esigenze che il Preside De Rosa, ha creato degli obiettivi ben precisi che hanno lo scopo di realizzare il diritto allo studio di tutti gli alunni, di creare un’ampia formazione, nonché efficace per gli allievi attraverso l’insegnamento e le attività integrative, favorire in pratica, con l’integrazione scuolalavoro una giusta formazione tecnica e professionale degli allievi, diventare un punto di riferimento e una risorsa, con la prosecuzione della formazione degli alunni anche dopo il diploma, incrementare il livello di occupabilità degli stessi, in uscita dalla scuola, attraverso reti operanti nel settore professionale. Il “Torrente” nasce come sezione staccata ed Istituto Tecnico Commerciale, ma negli anni ’80 si arricchisce di tre sezioni per programmatori. Gli anni seguenti sono anni in cui l’incremento della popolazione scolastica, richiede la necessità di acquisire una nuova struttura, una nuova sede, che entra in funzione soltanto nel 2001. La sede attuale è una struttura ricca di aule, laboratori, palestre, biblioteche, è un punto di riferimento davvero importante. Nell’anno scolastico 2009/2010, l’Istituto giunge ad una svolta notevole, grazie alla richiesta formativa, accoglie oltre all’Istituto Tecnico Commerciale, anche un Tecnico Turistico ed un Istituto Alberghiero. Questi nuovi indirizzi, che rispondono alla richiesta ed alle necessità del territorio, sono stati “creati,” “voluti” fortemente dal Dirigente Scolastico Dott. De Rosa, il quale ha portato un’ondata
di rinnovamento, lottando nello stesso tempo contro l’abbandono scolastico. In questa organizzazione si può evidenziare l’Istituto Tecnico con sezioni ad indirizzo: amministrazione, finanza e marketing; sezioni ad indirizzo Turistico ed un Istituto professionale con servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera. L’importanza dell’integrazione scolastica, ha come obiettivo lo sviluppo dell’alternanza scuola-lavoro, una modalità fondamentale per la realizzazione dei percorsi di Scuola Secondaria di II grado. Quest’alternanza, consente agli studenti, di realizzare gli studi alternando periodi di studio e di lavoro. Lo scopo previsto è quello di motivare gli studenti e di orientarli a far acquisire loro, delle giuste competenze, da mettere in pratica nel mondo del lavoro. Tale esperienza lavorativa presso un’impresa, un ente, orienta lo studente in un’attività con compiti di ristorazione come i servizi di sala, di ricevimento, di cucina e catering. Da questo punto di vista la scuola, ma in questo caso “L’Andrea Torrente”, grazie al Dirigente De Rosa, ha un obiettivo ben preciso, moderno, aggiornato ed in continua espansione con il mondo del lavoro; la scuola diventa un ponte, un tramite che accompagna l’individuo alla crescita della persona, in tutte le sue dimensioni, diviene
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un luogo di formazione, educazione, di dialogo, ricerca ed esperienza sociale. Come ci spiega il Dott. De Rosa, che ha un grande rapporto con i suoi studenti, non devono esistere limiti alla propria creatività, il suo è un rapporto di “stampo americano”, cioè libero, aperto, sempre proiettato al rispetto reciproco, forse un po’ “azzardato” ma che ha portato i suoi buoni frutti sia in ambito scolastico che lavorativo dei ragazzi. Gli studenti insieme al loro amato Preside, hanno un grande desiderio, creare una scuola impresa, un’azienda, dove deve potersi incrociare la domanda e l’offerta di lavoro. Durante l’ Open Day, i ragazzi dell’Istituto, simulano una vera e propria attività lavorativa, utilizzando una comunicazione diretta, elemento essenziale, e fornendo attraverso le proprie esperienze scolastiche e lavorative, tutte le informazioni ai nuovi possibili studenti e genitori, interessati di far parte di una nuova Scuola. Oggi infatti si registra una forte domanda sociale di valutazione della qualità dell’istruzione, perché diventa sempre più chiaro quanto la formazione sia una risorsa fondamentale, a disposizione di ogni comunità. E’ necessario sottolineare che il Dirigente Scolastico Dott. De Rosa, ha voluto con tutti gli sforzi ed i sacrifici, una “scuola dentro la società”, sono i giovani che proseguono nel futuro, che non abbandonano la scuola “per altro”, ma vivono la scuola perché è lì che vedono il loro domani, condividono le esperienze, sono stimolati allo studio, in quanto riconoscono “uno spiraglio di luce”, senza avvertire senso di dispersione, evasione, una Scuola Nuova basata su un rapporto senza fine, curato, voluto con grande impegno, sacrificio ed umiltà, valori che possiede il Dott. De Rosa e che cerca di trasmettere ai suoi ragazzi. E’ solo su queste fondamenta che può crearsi un Rapporto Scuola-Lavoro.
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Intervista a Daniela Iavolato, direttore di Secret Style magazine: il mensile al femminile che ha già conquistato tutti Secret Style magazine è il primo mensile gratuito, tutto al femminile, nato nella provincia di Napoli. Come si può leggere sul sito della rivista, Secret si rivolge “alla donna moderna, metropolitana e frizzante, capace di conciliare ruoli ad interessi irrinunciabili”: questa l’idea di Daniela Iavolato, “madre” di Secret, una giovane donna che ha saputo dar vita ad una rivista patinata di successo. Secret è, infatti, una ventata di novità, “un vero antidoto contro la noia”, che vanta ormai collaboratori provenienti da diverse zone d’Italia, accomunati dalla grande passione e professionalità che li distinguono. Ma lasciamo che a parlarcene sia proprio la Dott.ssa Daniela Iavolato, giornalista, editrice e direttore di Secret. Quando e come è nata l’idea di Secret? La crisi dell’editoria ha reso molto difficile trovare un lavoro retribuito e serio. L’idea della rivista è nata perché, dopo tanti anni di esperienza nel settore, in cui ho lavorato quasi sempre in maniera gratuita, ho deciso che era arrivato il momento di mettere in piedi qualcosa che fosse soltanto mio. Secret è nato, quindi, come un’idea imprenditoriale. Ho pensato: “Se devo lavorare per gli altri in maniera gratuita, tanto vale spendere le mie energie per qualcosa di mio che, tassello dopo tassello, possa diventare un lavoro vero e proprio”. Avevo quest’ambizione, questo sogno nel cassetto da un paio di anni, poi l’ho realizzato, spinta dalla mia famiglia. Mi hanno sempre detto : “Provaci, lanciati in quest’avventura tutta tua! Se non tenti, non saprai mai di cosa sei capace!”.
Le difficoltà, le soddisfazioni e i progetti dopo un anno dal lancio Il primo numero della rivista è uscito ad Ottobre 2015, da poco abbiamo festeggiato il primo anno di vita! Perché il nome “Secret”? La rivista si chiama così perché, avendo pensato ad un target femminile, volevo un nome che richiamasse il mondo delle donne. Ho sempre amato la moda e in particolare Victoria’s Secret, le sue sfilate, i suoi “angeli”. Anche il sito della rivista ne richiama lo stile: pieno di rosa, con striscioni e pois. Poi penso che ogni donna nasconda un segreto, in ogni donna c’è un mistero. Come mai ha deciso di rivolgersi nello specifico al pubblico femminile? Volevo un pubblico femminile perché
leggo giornali femminili, perché sono una donna e perché mi piace parlare di donne con altre donne. Ho confezionato un prodotto che fosse soprattutto adatto a noi, ma che poi ha incontrato un pubblico trasversale. Secret viene letto sia da donne che da uomini ed incontra una grossa fetta di pubblico omosessuale. La rivista, essendo gratuita e sfogliabile anche online, è presa potenzialmente da chiunque. Oggi il nostro riferimento non sono solo le donne, ma un pubblico eterogeneo di lettori. Quali difficoltà ha incontrato nella realizzazione di questo progetto? Siamo partiti con moltissima difficoltà perché, quando vivi a Napoli e per di più in provincia, è dura sfondare nel mondo dell’editoria: logisticamente si è posizionati male e non si ha la possibilità di partecipare a tutti gli eventi più importanti che si tengono a Roma o a Milano. Nel giornalismo poi, quando non hai un cognome importante, devi fare un’enorme fatica prima di acquisire una certa reputazione. Se sei “figlio di nessuno”, è difficile fare il giornalista a livelli seri, perché non hai appoggio e sostegno dai colleghi stessi. Paradossalmente lavoro meglio con gli uffici stampa che non sono del Sud Italia. Quelli del Sud, anche loro in numero esiguo, riconoscono altre realtà e fanno finta di non conoscere la nostra. Gli altri invece ci aprono le porte. La chiusura di certi ambienti forse, però, è stata un bene, perché ci ha indirizzati verso altri di livello superiore. In Campania è anche difficile incontrare inserzionisti che credano in questo pro-
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DOMENICA 11 DICEMBRE 2016 getto, perché qui manca la cultura del marketing a certi livelli, si crede ancora in altre tipologie di comunicazione. Sta dicendo che Secret avrebbe potuto avere più spazio sul nostro territorio? Secret è un prodotto che non esisteva nella provincia. Lo spazio ce lo siamo creati a prescindere da tutto, ma in realtà avremmo potuto ricevere più riconoscimenti. Non perché li desideriamo, né per manie di protagonismo, ma dispiace vedere andare avanti personaggi e prodotti che non hanno la nostra stessa qualità. Qual è, invece, la soddisfazione più grande che Secret le ha regalato? Secret mi ha regalato moltissime soddisfazioni. Una delle più grandi è stata quella di piacere anche al pubblico che non avevo in mente io. Un’altra è stata quella di riuscire a coinvolgere uffici stampa nazionali sul mio giornale, ma soprattutto quella di aver lanciato un progetto dalla provincia di Napoli che, poi per il taglio editoriale, ha avuto una ribalta a livello nazionale e non solo: abbiamo portato Secret a Roma, a Riccione, a Torino, in Toscana e addirittura presso la comunità italiana delle Isole Canarie e della Spagna. Oggi sono gli altri a cercare noi: Bob Sinclair, star francese internazionale, ha chiesto di
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7 posizionarsi sulla nostra rivista per la promozione del suo nuovo singolo ed è sulla nostra copertina. Abbiamo aperto le porte anche a molti altri artisti, tra cui Valerio Scanu. Abbiamo dimostrato pian piano di essere una forte realtà, di saper fare le cose e di farle anche bene. La soddisfazione più grande, però, è stata quella di riuscire a creare un team di lavoro che oggi è una vera e propria famiglia, la Secret Family. La rivista è cresciuta proprio perché questo team ci ha creduto fino in fondo. Sono nate delle sinergie che vanno al di là della professione. Secret ci ha unito. La rivista ha uno sguardo di riguardo per i nostri talenti, quelli del Sud, ma allo stesso tempo, è sempre protesa verso mete nuove e più lontane. Come conciliare questi due aspetti? I giovani di oggi sono tutti così: sono radicati nel loro territorio, ma “hanno la testa nel mondo”. Anche Secret ha sposato quest’attitudine. Internet ha annullato il concetto di confine. Perché limitarsi solo al proprio territorio se il confine non esiste più? Noi cerchiamo di bilanciare: parliamo del nazionale, ma ci piazziamo sempre dentro qualcosa che abbia a che fare con casa nostra. Evitiamo di portarne avanti il marcio, non perché non esista,
ma perché per noi è più importante promuovere la parte bella, sana e talentuosa di Napoli. Quali sono i progetti futuri per Secret? Sicuramente il progetto è di sbarcare in altre città. Presto saremo ai Magazzini Generali, che ci hanno fortemente voluti, e nelle boutique di Via Monte Napoleone a Milano. Continueremo insieme ad uno dei miei collaboratori, Andrea Axel Nobile, un progetto televisvo, Fashion Up Academy, che non è un progetto di Secret, ma è un progetto che Secret ha sposato. E’ un talent per modelle andato in onda a Novembre su Julie Italia, di cui Secret è stato l’unico media partner ufficiale. Secret, infine, diventerà musica! Abbiamo scritto un testo dedicato alla nostra esperienza con Secret che è stato, poi, tradotto in inglese dalla vocalist Tonia Caiazzo. Abbiamo intenzione di promuovere questa canzone con degli eventi e un’animazione targata Secret nei club più importanti del Sud Italia, e speriamo non solo. Noi auguriamo il meglio alla Dtt.ssa Iavolato e alla sua rivista e consigliamo a tutti di leggere Secret Style magazine e di seguirne i profili social. Non ve ne pentirete!
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8 CARMEN PALUMBO
VIA CAVOUR: I LAVORI NON PROCEDONO E I DISAGI AUMENTANO
Era l’11 novembre scorso, quando una voragine molto profonda si è aperta in Via Cavour, causando l’immediata chiusura della strada. Sono passate più di tre settimane e la situazione non è stata ripristinata, la voragine è ancora lì e il percorso è ancora interrotto. Nel frattempo altre problematiche hanno peggiorato la situazione, facciamo un breve sunto. Nei giorni successivi all’interruzione della strada, la zona pericolante è stata transennata e i lavori sono cominciati, ma qualche settimana dopo una parte della strada, intorno alla voragine, è sprofondata e addirittura è stato necessario interrompere anche il transito pedonale. Successivamente la strada è
stata riaperta ai pedoni ma la zona risulta ancora pericolante, anzi il palazzo antistante la voragine è quasi completamente decaduto. I disagi sono tantissimi, a cominciare dai residenti che hanno difficoltà a parcheggiare e a raggiungere le proprie abitazioni a causa dei continui ingorghi che si creano, non dimentichiamo infatti che in seguito alla chiusura è stato modificato il senso di marcia della strada, ma questo dopo tre settimane non è stato ancora recepito da tutti. In più si aggiunge la spazzatura che popola la strada più delle persone ormai, spesso a causa della chiusura del transito, gli addetti ai rifiuti non passano a ritirarli e ciò provoca cattivo odore e degra-
do per tutta la strada. Purtroppo questa situazione non è una novità, sono anni che Via Cavour si trova a subire queste problematiche, la strada è continuamente a rischio caduta, molti edifici sono franati e quando piove tutto il percorso si allaga a causa del pessimo sistema fognario. In tutto questo sono passate tre settimane e i lavori si sono fermati o comunque procedono in maniera molto lenta tra le lamentele di tutti i residenti e i commercianti della zona che in settimana sono scesi in strada manifestando e chiedendo aiuto. Sosteniamo con la pubblicazione di questo articolo tutti i cittadini di Casoria che stanno subendo questo disagio e chiediamo immediata risoluzione.
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MARICA DE MARTINO
Terranostra: “Da area militare ad area ricreativa” “Terranostra” è una realtà che ormai vive da piu di 2 anni a Casoria. Un ex area militare riutilizzata facendola diventare un bene comune. Uno dei suoi collaboratori o gentilmente ci ha raccontato la storia di questo posto, ormai ristrutturato e utilizzato per svolgere diverse attività. Com’è nato questo progetto? E’ nato da un collettivo di 30 persone che si chiamava “fate spazio da nord” insieme ad altri cittadini e volevamo liberare un ex posto militare abbandonato dal 1996. Al tempo non c’era nessun progetto su e ce ne siamo occupati noi. Era un bene gestito da “Casoria Ambiente” e quindi gestita dal Comune che lo teneva abbandonato tenendolo come deposito di stralci urbani che inquinano; in questo modo occupandocene noi insieme all’Università di Agraria di Portici, ed effettuando dei carotaggi esaminammo l’area e non trovammo materiali radioattivi o tossici ed è per questo che abbiamo piantato dei pioppi e girasoli, facendo una bonifica naturale dell’area rendendola tutta accessibile. La ristrutturammo costruendo una cisterna d’acqua e dei generatori di corrente ripristinando tutta l’area. Noi siamo un collettivo non politico e parliamo di autogestione prendendo decisioni con i cittadini e per i cittadini. Alcuni anni fa aprimmo delle assemblee popolari in cui purtroppo si presentavano persone che cercavano tornaconto e per interesse. Abbiamo ospitato due iniziative nazionali con: “Fuori mercato” che si occupa di sovranità alimentare e coltivazione alternativa e comune Afesse con dei festival in cui si fanno dibattiti politici. Nel nostro gruppo non ci sono leader o rappresentanti. Quanto tempo avete impiegato per poi realizzarlo?
Abbiamo cominciato pian piano tempo fa ripristinando alcune aree. Che tipo di attività si svolgono? Svolgiamo attività come doposcuola, scuola per migranti, officina del riciclo in cui insegniamo a riciclare ed ogni domenica mattina c’è “agility dog” una sorta di aperitivo in cui svolgiamo un percorso per i cani con raccolta fondi e di medicinali per i nostri amici a quattro zampe, inoltre ci occupiamo anche di adozioni se c’è qualche cane in difficoltà. Progetti per il futuro? Il nostro progetto per eccellenza è quello di realizzare le assemblee popolari a Casoria che sfociano poi nelle assemblee di quartiere. Il nostro obiettivo e convincere i cittadini a far sentire la propria voce.
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ANTONIO BOTTA
A colloquio con Ernesto Apuzzo, già calciatore di consolidata esperienza ed ex allenatore della Primavera del Napoli.
QUEGLI INDIMENTICABILI RICORDI IN SERIE C2 CON IL CASORIA
Ernesto Apuzzo, già giocatore di calcio di grande esperienza, collabora con la Luigi Vitale, mettendo a disposizione dei ragazzi le sue doti e i frutti della sua lunga esperienza, acquisita prima come calciatore e poi come osservatore su tanti stadi. Disponibile a una cordiale chiacchierata, ha rievocato, stimolato dalle mie domande, gli indimenticabili momenti vissuti nella sua carriera, tra sconfitte e successi, amarezze e gioie, sempre con passione e voglia di impegnarsi con tenacia per il successo delle squadre in cui ha militato. In breve, quale l’excursus della sua esperienza calcistica? Ho partecipato ad alcuni campionati della serie B, militando in diverse squadre, tra cui Lazio, Como, Foggia. Inoltre, in serie C, ho partecipato a 12 campionati, e ho fatto parte anche dell’indimenticabile squadra viola del Casoria. Bene, ci racconti qualcosa della sua militanza calcistica nella squadra casoriana. Davanti ai miei occhi, ben custoditi nel cuore, passano, in un nostalgica ma felice rimembranza, i volti di calciatori a me cari: Lojacono in primis, poi De Simone, Caccavale, Varriale, Bencivenga ed altri validissimi atleti con cui ho condiviso emozioni intense in quello stadio S. Mauro dove abbiamo reso più volte felici i nostri tifosi con esibizioni superbe. Va riaperto assolutamente quello “scrigno” ricco di ricordi, riportarvi i casoriani patiti del calcio: è anche un modo per ritrovare il senso dello stare insieme, riscoprire anche attorno a una squadra tutta “nostra” il valore della comunità, per non far morire un prezioso patrimonio di esperienza calcistica da trasmettere alle nuove generazioni. Su quei gradini dello stadio,quanti casoriani hanno esultato e si sono abbracciati dopo una vittoria! Quanti ragazzini sono saltati di gioia dopo un gol! Anche tanta rabbia si è provata, tante delusioni hanno reso
PIZZERIA
amara una domenica, ma questo è il calcio; vita, sentimenti fortissimi, passione, lacrime, ed è una spina nel mio cuore, in quello di Nando Troise, e dei tanti che hanno bazzicato quel campo, l’avederlo visto per tanti anni chiuso, non ha messo al servizio della Casoria tifosa del calcio, degli sportivi, di quelli che desideravano recarsi allo stadio la domenica pomeriggio per assistere, dal vivo, a una partita di calcio e fare il tifo per “i viola”. E’ stato anche allenatore della “Primavera” del Napoli e del Messina. Continui a rendere partecipi i lettori del percorso compiuto nel bel mondo del calcio. A Napoli ho allenato la Primavera per vari anni: fra gli allievi, ho avuto Insigne, Sepe, Giannone, Izzo. Sono molto soddisfatto del lavoro svolto, ho cercato sempre di dare il meglio di me stesso, fornendo ai giovanissimi indicazioni utilissime per intraprendere con serietà e sacrifici, tra onori e oneri, la carriera di calciatore. Il calcio, come ogni sport, è una scuola di vita e mai bisogna montarsi la testa ritenendosi “campioni”, degli “arrivati” che ormai
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non hanno più bisogno di apprendere. Occorre imparare a saper perdere, senza considerarsi dei perdenti,e a saper vincere senza presumere di essere imbattibili. Ha ricoperto la carica di “osservatore” del Chievo. Quali le qualità che ha apprezzato e continua ad apprezzare in un calciatore? Da quanto sottolineato nella risposta precedente, si capisce che, oltre alle emergenti doti “calcistiche” e alle qualità tecniche possedute al massimo grado, valuto anche la capacità di interagire responsabilmente nel gruppo per renderlo più coeso, l’umiltà nel saper accogliere suggerimenti e indicazioni da parte del Mister, la disponibilità a saper lavorare sacrificandosi per la squadra, senza voler sempre apparire e distinguersi per ricevere lodi e applausi. Insomma è la personalità che mi affascina, il senso del dovere, unitamente alla consapevolezza dei propri meriti da potenziare e dei propri demeriti da superare. Un suo giudizio sul Napoli. Ondivago, come, purtroppo, è accaduto in questi ultimi anni. Si esalta e ci esalta in alcune partite, facendoci sognare, ma quanto più ci porta fra le stelle con vittorie strepitose, tanto più la delusione è cocente e difficilissima da digerire quando precipitiamo dall’alto firmamento nella polvere della sconfitta inattesa e imprevedibile, dovuta a svarioni imperdonabili in difesa. Attualmente di cosa si occupa? Sto accanto ai ragazzi nella scuola calcio “Luigi Vitale”, fornendo il mio apporto al mister Amato. Siamo una vera famiglia, dove operiamo in uno spirito costruttivo, ciascuno nel proprio ruolo, mirando al benessere psicofisico degli allievi, affidati a noi da genitori che ripongono massima fiducia in tutti gli operatori. Con me l’inossidabile Nando Troise, l’amico di sempre a cui sono legato da un’amicizia sincera e profonda.
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12 SABRINA CIANI
Un farmacista per amico La disponibilità, la qualità dei servizi offerti, e l’attenta campagna informativa
Anni di studio, pratica, aggiornamenti, ma soprattutto l’accoglienza verso il paziente e l’ascolto dello stesso, rappresentano la filosofia del buon farmacista. E’ la percezione che si ha quando si entra nella Parafarmacia Giugliano di Napoli, dove la titolare, la dottoressa Nunzia, impeccabile e con fare gentile dietro il suo bancone, individua la problematica con immediatezza e vi pone rimedio. Nello scenario attuale, il farmacista riveste sempre più un ruolo di riferimento territoriale, è in grado di gestire e seguire i pazienti, nel pieno rispetto della sua salute, osservando le prescrizioni del medico e favorendo comportamenti di prevenzione. Necessita operare sempre più a livello coordinato con tutti gli operatori del settore per favorire una migliore immagine di tutto il sistema sanitario, e dell’area del farmaco in particolare. Consigliera, referente, professionale e con grande passione, la dottoressa Giugliano svolge il suo lavoro. Le chiediamo quali sono le particolari tecniche di comunicazione più efficaci per sensibilizzare e fidelizzare la sua utenza affezionata. Dal farmacista non ci si attende solo un prodotto, ma soprattutto, un servizio, un valore aggiunto informativo. Quali sono le maggiori richieste dei suoi clienti? Come tutto in questo momento anche la farmacia così come esisteva fino a dieci anni fa, che vedeva il farmacista principalmente impegnato sulla propria attività quotidiana, sta profondamente
mutando e con essa il ruolo del farmacista, che da “specialista del farmaco” , sta diventando sempre più “specialista della salute” affiancandosi al medico di base durante il processo di cura del paziente, diventando punto di ascolto al fine di assisterlo nel rispetto della giusta cura e della continuità terapeutica. Logicamente per poter fare tutto ciò è necessario potenziare la formazione tecnico scientifica che resta fondamentale per poter concorrere ad essere attore pienamente integrato e riconosciuto sia dai cittadini che dal Sistema Sanitario Nazionale. La professione del farmacista è cambiata o sta evolvendo? Sicuramente tra le persone che entrano in Farmacia la richiesta più frequente è quella di essere consigliata, dall’utilizzo di un farmaco specifico alla cura di un malanno, dall’ interpretare la ricetta scritta dal medico ai consigli per il benessere della persona. Come dicevo prima oggi la Farmacia sta diventando un luogo, non troppo lontano da casa,
dove rivolgersi e ricevere una prima consulenza specifica per la propria situazione clinica senza bisogno di prenotare ne di appuntamenti. Dottoressa, lei tende all’approccio con la medicina tradizionale o all’utilizzo dei prodotti omeopatici? Dipende molto dal paziente e dalla patologia da trattare, sicuramente tendo a suggerire prodotti naturali in ordine prima i prodotti fitoterapici ovvero curare la malattia attraverso l’uso delle piante, poi i rimedi omeopatici ed infine i farmaci tradizionali. Il freddo è alle porte. Quali sono gli integratori più “gettonati” contro i malanni di stagione? Con l’arrivo dei primi freddi, è importante mantenere e rinforzare il proprio stato di salute evitando, quando è possibile, almeno i malanni invernali più seri. La fitoterapia ci aiuta mettendoci a disposizione rimedi e principi attivi naturali in grado di stimolare in modo “non specifico” i meccanismi di difesa dell’organismo a differenza di quanto avviene per i tradizionali vaccini, che stimolano il sistema immunitario utilizzando ceppi batterici inattivati presenti nel vaccino stesso. Senza voler sponsorizzare nessun prodotto in particolare il mio consiglio va sicuramente su preparazioni a base di Echinacia, Rosa Canina e Acerola che sono degli ottimi rimedi allo scopo di potenziare le difese dell’organismo in alternativa possiamo optare con integratori a base di Zinco, vitamina A e C.
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ELEONORA BELFIORE
la Turisa Editrice presenta “Preferisco le stelle”, il nuovo romanzo di Sebastiano Seneca
“Preferisco essere la stella cadente, seppur di fugace apparizione, protagonista della notte, piuttosto che l’albero da lei illuminato”. Questa frase racchiude tutto il senso di “Preferisco le stelle”, un libro d’altri tempi, ricco di suggestioni, scritto con il tocco dello scrittore di razza da Sebastiano Seneca. Il libro edito dalla Turisa Editrice, ambiziosa casa editrice napoletana che punta sulla qualità dei propri manoscritti, verrà presentato il 15 dicembre alle 17,30 presso l’Istituto Maria Cristina Brando di Casoria, in via Diaz 1. All’incontro sarà presente oltre l’autore, i relatori Marco Martone, direttore della testata on line “ScrivoNapoli”, il direttore di “Casoria Due” Ferdinando Troise, la psicologa Dott.ssa Letizia Servillo, la docente Rosaria Petrelli. Sebastiano Seneca incontrerà il pubblico in un incontro unico nel suo genere. All’evento sarà presente anche il Maestro Vincenzo Sorrentino, reduce dal recente impegno televisivo nella nota trasmissione “Tra Sogno e Realtà” ed IMMAGINE DI COPERTINA: SEBASTIANO SENECA PROGETTO GRAFICO: www.dodstudio.it
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autore di “un miracolo di note”, una eclettica biografia edita proprio dalla Turisa Editrice. Al centro di “Preferisco le stelle” vi è una delicata storia d’amore, che nasce da un incontro casuale. Protagonista assoluto di questo romanzo è Modesto Casagrande, articolista e disegnatore di vignette, irriducibile sognatore. L’opera mostra un frammento della vita di un uomo all’apparenza come tanti, ma che cela dentro di sé il cuore del vero eroe. “Preferisco le stelle” narra di una storia d’amore e di amicizia, due valori nei quali Sebastiano Seneca crede profondamente, e che pone i lettori di fronte all’ineluttabilità del destino, ricordando a tutti noi che: “L’unico tempo sprecato è quello che non abbiamo utilizzato per inseguire i nostri sogni, per dire ciò che davvero conta alle persone che amiamo, e quello passato, inutilmente, a vivisezionare un traguardo in tante piccole tappe, scegliendo di soffermarci solo quelle più facili dell’intero percorso”.
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Lorenzin: la prima medicina è lo stile di vita sano “Lo stile di vita e lo sport sono la primissima medicina: abbiamo la necessità di far capire che la prevenzione è la nostra sfida vera, perché è ciò che ci permetterà di garantire prestazioni di qualità ai cittadini e di aumentare la qualità della vita”. Queste le parole del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, intervenendo all’apertura dell’ultimo congresso della Federazione medico sportiva italiana. “Bisogna far capire alla popolazione – sostiene il ministro – che fare sport, in aggiunta ad una sana alimentazione, è forse l’unico grande segreto di longevità. E’ questo l’approccio di vita corretto fin dai primi anni”. Inoltre, ha aggiunto, “lo sport è anche uno strumento straordinario di educazione alla vita. Tutto ciò a fronte di dati sempre più allarmanti rispetto a bambini che crescono inattivi e apatici; proprio per loro lo sport può essere una efficace medicina, dai costi tra l’altro contenuti. In questa sfida i medici che si occupano di medicina sportiva ci aiutano a incentivare prevenzione e sicurezza”.
Un esempio concreto, ha quindi rilevato il ministro, è rappresentato dal diabete alimentare. “Calcoliamo che si potrebbe risparmiare una somma pari a tre miliardi rispetto a questa patologia se soltanto si adottassero stili di vita corretti e una giusta alimentazione”- sostiene la Lorenzin. Negli ultimi anni la letteratura scientifica si è arricchita sempre più di studi che dimostrano come una regolare attività fisica influisca positivamente sullo stato di salute fisica e mentale. Infatti, l’adozione di uno stile di vita attivo riduce la mortalità degli individui intervenendo in maniera preventiva su varie
patologie cronico-degenerative come il diabete mellito, l’obesità, l’osteoporosi e le cardiopatie. Quindi si può affermare che l’esercizio fisico è un vero e proprio toccasana per l’organismo umano. Per godere di tali benefici l’OMS, organizzazione mondiale della sanità, consiglia almeno 30 minuti al giorno di attività moderata per un totale di almeno 150 minuti a settimana. Per attività fisica, però, non si intende necessariamente la pratica di uno sport o di faticosi allenamenti bensì anche semplici movimenti che fanno parte della vita quotidiana (es: passeggiare, andare in bicicletta, salire le scale e fare lavori domestici) purché siano costanti e ripetuti. Di fondamentale importanza è proprio muoversi quotidianamente poiché gli effetti positivi di tale attività, sui vari organi e tessuti, tendono a svanire dopo pochi giorni. Dunque, per concludere, basta davvero poco (circa 30 minuti di attività al giorno) per prenderci cura di noi stessi e migliorare il nostro stato di salute.
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ANTONIO VALENTI E’ finito il 4 dicembre, Natale. E’ finito il giorno del NO, lui che invece del SI, non quello referendario, aveva fatto un inno alla vita e una battaglia quotidiana gigantesca contro tutto e tutti. Ne abbiamo parlato nei mesi scorsi di Natale sul nostro giornale in un articolo sul “turismo ospedaliero” dei meridionali, così di sfuggita, e molti, magari, avranno pensato che fosse un personaggio di fantasia e invece era una persona vera ed era un emblema del malessere che a volte nella vita ti coglie per volere divino che, se sei meridionale si ingigantisce con una serie di “effetti collaterali” che hanno poco di divino e molto di umano e che ti rendono difficili e amari giorni già di per sé inquieti e per questo bisognosi di tranquillità. E’ calabrese Natale è viene colto da quel maledetto male che da noi è diventato marchio IG, denominazione che identifica un prodotto legato ad un determinato territorio, campano ovviamente, grazie alla “terra dei fuochi” e a quanti a quel fuoco si riscaldano e affossano altre cause, altre colpe e altre responsabilità. Non c’è il marchio IG in Calabria ma c’è l’esigenza, come da noi, del trasferimento coatto per curarsi in quel di Milano, all’inizio con permanenza di qualche giorno e negli ultimi tempi all’insegna del “mordi e fuggi”: viaggio notturno in macchina di 150 chilometri, appennino calabro, viaggio aereo e taxi per raggiungere la struttura ospedaliera e fare la terapia, permanenza opportuna, i voli notturni costano meno, e percorso inverso per ritornare giusto in tempo per aprire l’officina meccanica per campare, visto che non sei uno che campa di rendita e qualche risparmio si prosciuga presto in simili tristi circostanze. Quando poi chiedi il rimborso spese, che nella fattispecie spetta perché la terapia è sperimentale e non praticabile altrove e la Regione è tenuta a rimborsarti tutti i costi rilevabili e certificati, si va alle calende greche con il classico “prima o poi l’avrai” senza preoccuparsi che in moltissimi casi al “poi” non ci arrivi proprio o ci arrivi alla canna del gas. In questo caso i costi “accessori” ti arriveranno prima o poi ma se il viaggetto lo devi fare non per sperimentare ma per evitare trafile non sostenibili cronologicamente, arrivi troppo tardi all’appuntamento con la cura e molto spesso anche con la semplice diagnosi e certi ritardi molto spesso possono
Quando devi “emigrare” per curarti: dagli Appennini alle Alpi per la salute negata
essere decisivi per l’approccio e in certi casi addirittura fatali per cui, volente o nolente, ti devi organizzare, beh in questi casi la batosta economica è pesante da sopportare e spesso in molti casi devi rinunciare e affidarti alla divina provvidenza. Ovviamente ti agganci alla pensione per patologia, ci mancherebbe altro in un caso così. Invece scatta la burocrazia anche in un caso così grave e il rifiuto al trattamento pensionistico viene motivato col fatto che la patologia “potrebbe” anche risolversi “prima o poi”, accidenti a queste due paroline che sono tante volte la nostra dannazione, naturalmente
ricorso, altrimenti avvocati e patronati che ci starebbero a fare, e accoglimento della pensione in tempi penosi per una situazione triste. E’ ormai notizia da quinta pagina la revoca, sacrosanta, della pensione al cieco che guida o all’invalido che sgambetta tra i banchi del supermercato, giusto il rilievo dato a queste situazioni ma non il retrogusto che al Meridione è prassi consolidata e diffusa, perché siamo tutti potenzialmente dei delinquenti e imbroglioni abituali in tutti le circostanze, tutti dei “vari ragionieri Casoria che si vendono il carbone e non solo il carbone”, quando sei vittima o vessato non fai notizia e sei un pessimo meridionale. Nel caso delle pensioni sarebbe opportuno conoscere i dati di quelle richieste, di quelle concesse in prima istanza e quelle in seguito al ricorso per comprendere i motivi di queste “variazioni meteorologiche” in casi anche patologici gravi e certificati in cui il risvolto economico gioca un ruolo essenziale per tutta la famiglia. C’è poi il risvolto sociale, quando si intravedono ombre all’orizzonte anche i collaboratori di vecchia data a cui hai insegnato il mestiere e aperto delle prospettive, chiudono le tue di prospettive, abbandonandoti alle tue difficoltà, anche se tu un giorno hai risolto le loro, ma questo ormai è un classico della vita che tutti dovremmo avere imparato a conoscere: la musica è finita, gli amici se ne vanno. In tutto questo resta la famiglia ma non sempre e non in questo caso: figlio maggiore già “emigrato” per lavoro, stagionale e precario ovviamente; moglie con difficoltà patologiche che fa i salti mortali per esserti vicino ma non può, fisicamente, seguirti nelle scorribande settimanali “mordi e fuggi” per curarti e rincorrere quella vita che nella tua terra sembra sfuggirti sempre di più e sempre più in fretta; ti resta poi il figlio in età da obbligo scolastico che sta là e osservare triste e pensieroso cose più grandi di lui che cerca di aiutarti e si crea un improbabile physique du role: fa solo tenerezza quella barbetta sul volto da ragazzino, una cosa così più per convincersi che per convincere di essere cresciuto anche se precocemente e, alla fine, si confessa su FB con un tenero e meraviglioso messaggio tanto semplice e breve quanto grandioso nell’esplosione del suo sentimento: ti vogliamo bene papà.
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Il 16 dicembre p.v. è l’ultimo giorno per versare la seconda e ultime rata a saldo dell’imposta municipale sugli immobili (IMU) per il 2016. I contribuenti che hanno un credito IRPEF scaturito dal 730 o Unico 2016 redditi 2015, possono compensarlo con l’IMU dovuta. Sempre in tema di IMU/ TASI, sappiate che è possibile inoltre accedere alla riduzione prevista dalla Legge di Stabilità 2016, la quale ha stabilito un’agevolazione in materia di IMU e Tasi. Ossia a decorrere dal 2016, la base imponibile dell’IMU/TASI è ridotta del 50% per le unità immobiliari, diverse da quelle classificate nelle categorie A/1, A/8 e A/9, concesse in comodato a parenti in linea retta entro il primo grado (genitori e figli) che le utilizzano come abitazione principale. Per poter usufruire della riduzione, è necessario che: • il contratto di comodato sia registrato; • il comodante possegga un solo immobile in Italia;
• il comodante risieda anagraficamente e dimori abitualmente nello stesso Comune in cui è situato l’immobile concesso in comodato. Pertanto, se il comodante, oltre all’immobile concesso in comodato, possiede nello stesso Comune un altro immobile (non di lusso) adibito a propria abitazione principale, può comunque beneficiare dell’abbattimento del 50% della base imponibile dell’IMU e della Tasi dovute per l’unità immobiliare concessa in comodato a genitori e figli che la adibiscono ad abitazione principale. Anche per le pertinenze si applica la medesima agevolazione prevista per le abitazioni cui sono asservite. Ne deriva che l’agevolazione può comunque essere fruita nella misura massima di un’unità pertinenziale per ciascuna categoria, se oggetto del comodato è un appartamento con un locale deposito (C/2), un posto macchina (C/6) e una tettoia (C/7).
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DOMENICA 11 DICEMBRE 2016 Psicologa-Psicoterapeuta
Casoria, ordinanza anti-prostituzione del sindaco Fuccio Prevista per i trasgressori una sanzione di 200 euro “E’ fatto divieto in tutto il territorio comunale di negoziare, concordare prestazioni sessuali a pagamento ovvero comunque esercitare l’attività di meretricio, con qualunque modalità e comportamento, nei luoghi pubblici, spazi aperti o visibili al pubblico”. E’ quanto dispone l’ordinanza n. 46 firmata oggi dal sindaco di Casoria, Pasquale Fuccio, che recita ancora: “E’ altresì vietato intrattenersi con soggetti che esercitano l’attività di meretricio su strada o che per l’atteggiamento, per l’abbigliamento ovvero per le modalità comportamentali manifestano comunque l’intenzione di esercitare l’attività consistente in prestazioni sessuali. Se l’interessato è a bordo di un veicolo la violazione si concretizza anche con la semplice fermata al fine di contattare il soggetto dedito alla prostituzione. Consentire la salita sul proprio veicolo di uno o più soggetti come sopra indentificati costituisce palese violazione della presente Ordinanza”. Nella parte relativa alle premesse del provvedimento sindacale, il primo cittadino spiega che “alcune zone del territorio comunale, in particolare le aree periferiche e confinanti con i territori limitrofi, sono interessate dal fenomeno della prostituzione” e che “spesso le prestazioni sessuali vengono poste in essere trascurando le più elementari norme igieniche e di precauzione, costituendo potenziale rischio per il diffondersi di malattie infettive con grave pericolo per l’integrità fisica
delle persone coinvolte e, più in generale, per la salute pubblica”. Il sindaco Fuccio fa cenno nell’ordinanza anche al fatto che il fenomeno oltre ad essere diffuso nel territorio comunale “si verifica in tutte le ore del giorno”, intensificandosi tuttavia in quelle serali e notturne. “Ciò incide sulla sicurezza della circolazione stradale – sostiene il primo cittadino –, sulla pubblica e privata incolumità e, soprattutto, sul decoro urbano”. Ma l’ordinanza di Fuccio parte anche da un altro presupposto, quello di porre in essere un deterrente per il potenziale cliente. E’ infatti stato “constatato che pur con l’impiego della polizia municipale e delle altre forze dell’ordine non è stato possibile arginare tale fenomeno, che negli ultimi tempi si è maggiormente diffuso, aumentando di conseguenza situazioni di disturbo della quiete pubblica, di offesa alla pubblica decenza, rasentando atteggiamenti di oscenità, di degrado igienico e urbano, che compromettono le condizioni di normale vivibilità dei luoghi interessati e provocano, a danno dei residenti, disagio sociale”. A ciò si aggiunge si piaga dell’incremento dello “sfruttamento dei soggetti, anche minori, avviati alla prostituzione e la necessità di tutelare gli stessi che in buona sostanza ne sono le vittime”. Di qui la decisione di applicare una sanzione amministrativa pecuniaria di 200,00 euro in caso di violazione dell’ordinanza.
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È Natale È Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano. E’ Natale ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l’altro. E’ Natale ogni volta che non accetti quei principi che relegano gli oppressi ai margini della società. E’ Natale ogni volta che speri con quelli che disperano nella povertà fisica e spirituale. E’ Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza. E’ Natale ogni volta che permetti al Signore di rinascere per donarlo agli altri. Madre Teresa di Calcutta
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