DOMENICA 28 GENNAIO 2018
Settimanale di Informazione
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ANNO XVIII - N° 04 - DOMENICA 28 GENNAIO 2018
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Casoria e il cancro, un rapporto più stretto di quanto si possa immaginarE
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ALESSIA MANCO
Casoria e il cancro, un rapporto più stretto di quanto si possa immaginarE
La scorsa settimana abbiamo riportato su creare una mappa per valutare zona per Il punto della situazione -zona questo settimanale un dato importante: dei l’incidenza e la prevalenza di malate gli scenari inquietanti tie tumorali. 692 decessi avvenuti a Casoria nel corso del 2017, moltissimi sono stati causati dal avviare consequenziali progetti di dietro l’indifferenza delle -prevenzione cancro. primaria e secondaria che Ma cosa viene fatto per monitorare questa coinvolgessero istituzioni politiche e saautorità competenti situazione? nitarie. Attualmente poco o nulla. Nato dalla volontà di tutti i medici Alla fine del 2012, in pieno dibatdi medicina generale e dei pediatri tito sul rapporto tra rifiuti, inquinadi libera scelta del distretto 43 (Camento e tumori, venne concepito il soria) dell’ASL Napoli 2 Nord che, progetto EPI.CA. a titolo completamente gratuito, si Questo si presenta come uno studio offrirono di monitorare le patologie osservazionale periodale sulla preoncologiche sul nostro territorio, valenza delle malattie neoplastiche EPI.CA cominciò a Marzo 2013. nel distretto di Casoria. La prima fase del progetto, a cui Il progetto si proponeva di: prese parte il 72% dei medici di - coinvolgere tutti i medici di famimedicina generale e dei pediatri di glia e i pediatri di libera scelta di Casoria nell’osservazione e libera scelta, portò alla pubblicazione di risultati già a Giugno nell’invio dei dati al Distretto Sanitario. 2013. La presa di coscienza collettiva che ne seguì spinse an- produrre, periodicamente, report per la popolazione e le auto- che i restanti professionisti sul territorio a partecipare alla serità sanitarie sulla situazione neoplasie nella città. conda fase del progetto, cominciata a Dicembre 2013: tutti i 71 - valutare l’incidenza e la prevalenza delle malattie oncologi- medici e pediatri di Casoria svolsero un ruolo fondamentale, che. permettendo una copertura nel monitoraggio della popolazio- avviare studi sulla causa di eventuali incidenze “anomale”. ne del 95,6%, quasi totale. CONTINUA A PAG. 5
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I dati presentati mostrarono un aumento delle malattie neoplastiche nella nostra città. L’aumento risultò più elevato in alcune zone specifiche del territorio casoriano, come il Centro e Arpino/Cittadella. L’aumento emerse non legato all’invecchiamento della popolazione. I motivi dell’incremento furono giudicati verosimilmente legati, invece, all’inquinamento industriale e criminale subito dalle zone in questione. I tassi d’incidenza rilevati risultarono inferiori a quelli nazionali, ma la tendenza all’aumento riscontrata indicava il raggiungimento dei tassi nazionali nei successivi 5 anni. A gennaio 2014 furono presentati i dati del quinquennio 20082012. Ne emerse che, in quei 5 anni, 1970 persone erano state colpite da neoplasie maligne, con una media di 394 casi annui: fu rilevato cioè più di un caso al giorno di neoplasia maligna. Nello stesso quinquennio, inoltre, la popolazione risultò diminuita del 2,5%, mentre la diagnosi di patologia aumentata del 13%, rispetto al quinquennio precedente 2003-2007. Nel 2016 purtroppo, però, questo progetto di sorveglianza epidemiologica permanente del cancro, che garantiva un monitoraggio continuo e reale della malattia neoplastica, concepito per rendere possibile la realizzazione del tanto auspicato “registro tumori”, è terminato, non sostenuto abbastanza da chi di dovere. Le osservazioni ottenute, ritenute preziose e importanti anche al fine di pubblicazioni scientifiche di alto livello, non hanno sortito, purtroppo, l’effetto sperato sulle autorità locali e nazionali e non sono state seguite da effettive bonifiche territoriali e provvedimenti istituzionali. Gli abitanti di Casoria, definita tra gli anni ’70 e ’80 la “Sesto San Giovanni del Sud”, pagano tuttora lo scotto di un inquinamento ambientale consistente, senza però aver ottenuto i benefici del progresso economico e dello sviluppo commerciale. Le patologie tumorali hanno raggiunto per incidenza proprio le più ricche città industriali del Nord. Rhodiatoce, Resia, Metrofim, Tubi Bonne, Fag, Snaidero, Acciaierie del Sud, cementifici, sono solo alcuni esempi delle numerose industrie, un tempo di rilievo nazionale, insediate sul suolo cittadino, in parte dismesse, con aree tuttora da bonificare (le aree industriali dismesse impegnano un territorio di circa 500.000 m² dei circa 12,03 km² di superficie totale della città). Casoria è anche sede della stazione ferroviaria, causa di inquinamento elettromagnetico, e pure nella nostra città nel periodo dell’emergenza rifiuti c’è stato un accumulo di ingenti quantità di rifiuti urbani e tossici. Nel territorio di Arpino è stato, per esempio, denunciato dalla passata amministrazione comunale uno sversamento di rifiuti tossici, avvalorato dalla presenza di metalli pesanti nelle acque. Proprio in quella zona, tramite EPI.CA, è stata testimoniata un’incidenza maggiore di tumori delle vie urinarie. E’ emerso anche che molti degli ex lavoratori della Montefibre, poi, sono stati colpiti da tumori della parte alta dell’addome
5 (neoplasie del pancreas, del fegato, dello stomaco), al punto di far valutare l’inizio di una class action da parte degli interessati. Pare inoltre che siano notevolmente aumentati i casi di malformazione congenita. I tumori della mammella, della prostata, della vescica, della tiroide, del polmone, del fegato e del cervello risultano aver una prevalenza maggiore nel nostro distretto rispetto al dato nazionale. Tutte queste evidenze avrebbero dovuto stimolare l’attuazione di una serie decisa di provvedimenti, purtroppo inesistenti. Anche il PRB, il Piano Regionale di Bonifica, strumento di programmazione e pianificazione attraverso cui la Regione dovrebbe provvedere ad individuare i siti da bonificare, definire un ordine di priorità degli interventi e stimare gli oneri finanziari necessari per le attività di bonifica, sembra ignorare la problematica, nonostante un “ben piazzato” Censimento dei Siti Potenzialmente Contaminati (CSPC). I costi delle bonifiche o di messa in sicurezza sul piano ambientale sono spesso elevatissimi, ma non si pensa mai in prospettiva a quantificare economicamente le malattie o le morti “risparmiate”. Bonificare conviene! L’art. 15 della di Dichiarazione di Rio (giugno 1992) recita: “quando un’attività crea la possibilità di fare male alla salute o all’ambiente, misure precauzionali dovrebbero essere prese, anche se alcune relazioni di causa-effetto non sono stabilite dalla scienza”. Questo Principio di Precauzione, dovrebbe essere applicato senza ombra di dubbio, data la correlazione statisticamente significativa tra inquinamento ambientale e tumori e malformazioni congenite nelle province di Napoli e Caserta. Sicuramente il cancro è causato anche da componenti genetiche ed epigenetiche ed i cittadini devono prediligere stili di vita sani per ridurre il rischio di malattie neoplastiche, ma l’emergenza ambientale è sotto gli occhi di tutti ed è arrivato il momento di attivarsi, affinché la situazione giunga ad un punto di svolta. I dati sui decessi avvenuti nel 2017, ottenuti dagli Atti dell’Ufficio di Stato Civile di Casoria, resteranno, invece, privi di significato, dal momento che anche un progetto ben strutturato come EPI.CA non è stato sostenuto. Questi Atti non prevedono la possibilità nemmeno di informare riguardo la percentuale di donne e uomini deceduti, né di georeferenziare, ovvero di stabilire un territorio di manifestazione della patologia. All’Ufficio di Stato Civile di Arpino raramente si registrano morti perché il personale scarseggia e, quindi, tutte le dichiarazioni di morte, anche quelle di Arpino, vengono registrate presso l’Ufficio di Stato Civile di Casoria, in Piazza Cirillo. Tutto ciò è pura evidenza di quanto poco si faccia per una questione tanto rilevante. Casoria è stanca. I cittadini non ne possono più di ammalarsi. E’ tempo di agire!
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6 paola consoletti Nel 1954 il Dott. Vincenzo Ferrara, cittadino e medico di Casoria, firma un atto di donazione, con il quale destina i suoi beni ai Religiosi Camilliani, con l’obiettivo di realizzare un ospedale nel centro storico della città. Fino al 1978, la casa di Cura si occupa di numerosi pazienti, grazie all’impegno dei Camilliani, delle Suore e del personale sanitario. Dal 1979 al 1983, inizia un periodo di radicale trasformazione per la struttura, un ammodernamento, attraverso il quale viene potenziata la disponibilità dei posti letto, tutte le camere vengono dotate di bagno e tv, le sale operatorie vengono ristrutturate e riattrezzate, inoltre viene realizzata una nuova sala operatoria per gli interventi di Day Surgery, viene creato un poliambulatorio attrezzato, ed un’ aula congressi per la formazione e l’aggiornamento in ambito medico e scientifico. Nel 2003, la casa di Cura “Santa Maria della Pietà”, ottiene il riconoscimento a Presidio Ospedaliero da parte della Regione Campania. Nel 2015 l’Ospedale celebra il 60° Anniversario dall’inaugurazione e rappresenta un punto centrale sanitario, per un territorio ad alta densità abitativa come quello dell’area nord di Napoli. Il Presidio Ospedaliero “Santa Maria della Pietà” a Casoria, è diventato un punto di grande prestigio per gli utenti non solo del bacino casoriano. Organizzazione ed efficienza sono degli elementi fondamentali all’interno dei vari dipartimenti. Alla reception troviamo, nel suo turno di lavoro, la Sig.ra Maria Rosaria Barbato, una persona davvero cordiale e professionale, la quale è stata di grande aiuto, presentandoci il Presidio, nonostante la mole di lavoro che ogni giorno affronta da sola, turnando con gli altri colleghi. E’ necessario sottolineare la notevole affluenza degli utenti, ogni mattina con
UN OSPEDALE IN PIENO CENTRO, «SANTA MARIA DELLA PIETA’» i ricoveri, i prelievi e gli esami diagnostici. Il Presidio è formato da un Equipe medica qualificata, il Direttore Generale ed Amministrativo è Frate Carlo Mangione, il Direttore Sanitario è il Dott. Maurizio Petitto. La struttura ospedaliera consta di ben tre piani, dotata di 120 stanze, una sala conferenze, Day Hospital e Day Surgery per i piccoli interventi, ambulatori e laboratorio per i prelievi del sangue. Il laboratorio è operativo dalle ore 7 alle ore 12, il reparto di radiologia è invece operativo dalle ore 7 alle 19,30. Per quanto riguarda le visite specialistiche, i tempi di attesa, approssimativamente sono di 30 giorni, per l’oculistica i tempi sono più lunghi. Il presidio è dotato, di due sale operatorie al primo piano ed una terza al piano inferiore, riservata al ramo dell’oculistica; i vari Dipartimenti di Medicina dell’Unità Operativa presentano ciascuno i propri Responsabili.
In questo modo possiamo così enunciare il Dott.Colurcio, in qualità di Responsabile di Medicina Generale, la Dott. ssa Zedda, Responsabile dell’Unità di Pneumologia; il Dott.Policicchio, Responsabile dell’Unità di Cardioangiologia; il Dott. Delle Cave, Responsabile dell’Unità di Gastroenterologia; la Dott. ssa Ferrara, Responsabile dell’Unità di Oncologia; il Dott. Finelli Responsabile di Chirurgia Generale; il Dott. Cuomo, Responsabile dell’Unità Oculistica; il Dott. Bellini, Responsabile dell’Unità di Urologia ed infine il Dott.Autiero, Responsabile dell’Unità di Otorinolaringoiatria. Inoltre gli ambulatori convenzionati presso il Presidio ospedaliero di Casoria sono: cardiologia, malattie respiratorie, indagini endoscopiche, indagini cardioangiologiche, oculistica, oncologia, otorino, urologia, indagini audiometriche, endocrinologia, gastroenterologia. Gli ambulatori non convenzionati, invece comprendono : dermatologia, dietologia, ginecologia, epatologia, ostetricia, obesità, ortopedia, reumatologia, diabetologia, neurologia, andrologia, senologia e nefrologia. Il Presidio “Santa Maria della Pietà” a Casoria, ha un’importante associazione di volontariato, l’AVO, presente sul territorio nazionale con 24000 volontari ed in questa struttura, è presente da ben venti anni, i volontari sono 40 ed ogni pomeriggio sono impegnati in questa loro vocazione per “sollevare” il paziente. La struttura ospedaliera, grazie alla sua innovazione, ha permesso che tutti i servizi fossero messi a disposizione dell’utente, del paziente, dell’ammalato, senza alcuna difficoltà. “Non so chi sei, da dove vieni, a quale religione tu appartieni, tu soffri? Questo mi basta! Tu m’appartieni. (Louis Pasteur)
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RAFFAELLA BATTINELLI Per l’ennesima volta torniamo a parlare della vergognosa situazione della viabilità e dei trasporti pubblici che riguarda i cittadini della periferia dell’area nord di Napoli. A Casoria sotto certi aspetti si vive ancora nel paleolitico e per spostarsi da una zona all’altra chi non è automunito (e non solo) vive un enorme disagio. Anche se si è osservatori superficiali, balza subito agli occhi il disastroso degrado del manto stradale e si passa a notare subito dopo gli eterni ingorghi senza controllo. Forse l’uno è la conseguenza dell’altro (?). I pedoni, poi, non sono assistiti da idonea segnaletica verticale e, come se non bastasse, non è fornita loro alcuna informazione attendibile circa la possibilità che la si-
Incontro sul trasporto pubblico locale
tuazione che li riguarda evolva in qualche modo, positivo o negativo che sia. A tal proposito pare quasi emergere uno spiraglio di luce: venerdì 26 gennaio alle 17:00 presso il centro anziani di Via Nazionale delle Puglie al Polifunzionale della Cittadella, si è tenuto un incontro sul tema “il trasporto pubblico locale”. A chi è affidato il trasporto pubblico locale? Con quali mezzi si possono risolvere le problematiche riscontrate? Si spera che queste e tante altre domande trovino una risposta, seppur parziale, che permetta ai cittadini della periferia casoriana di vivere dignitosamente un qualcosa che in qualsiasi altra città d’Italia assomiglia al tanto ricercato senso di civiltà.
ANTONIO BOTTA
Festa di S. Antonio Abate vissuta in un clima familiare, di profonda gioia e di convivialità fraterna
Sabato 20 gennaio la comunità parrocchiale di S. Antonio Abate in Casoria ha vissuto un intenso momento di spiritualità comunitaria: in occasione della ricorrenza del Santo Patrono, che cade annualmente il giorno 17 del primo mese dell’anno, il parroco don Salvatore Piscopo ha pensato di posticipare la festa di tre giorni,nel fine settimana, per consentire a quante più famiglie possibile di parteciparvi. E così è stato! Infatti, alla celebrazione eucaristica e all’evento festoso, organizzato da un gruppo di operatori pastorali, hanno partecipato moltissimi fedeli. Don Salvatore, nell’omelia pronunciata al termine della proclamazione della Parola, ha posto in rilievo che solo se si pone Dio al centro della vita ecclesiale, si diventa famiglia parrocchiale fondata sull’amore reciproco, sulla disponibilità al servizio degli altri, sulla gratuità senza confini, sul dono di sé a chi, soprattutto, si sente solo, emarginato, escluso. Mai bisogna scoraggiarsi nell’impegno di aprirsi gli uni agli altri, mossi dal desiderio vicendevole di unità e di valorizzare le qualità di chi ci è vicino, ponendone in evidenza i pregi, così
da farlo sentire importante e unico. Ciò che conta in una comunità d’amore non è tanto ciò che si fa, ma come lo si fa, in umiltà di cuore, sempre con la consapevolezza di essere “servi inutili”. Non sempre ci si riesce? Capita, certamente, per le nostre fragilità e i nostri limiti, ma non bisogna mai fermarsi e sempre ricominciare ogni giorno daccapo, volgendo lo sguardo a ciò che di bello, di vero, di buono possiamo compiere “qui ed oggi”, ispirati e orientati dallo Spirito Santo, che é Spirito d’amore. E’ così che si reagisce al torpore della fede e si diventa figli della luce, quella luce che, alla fine della Messa, è sprigionata vividissima dal classico falò acceso nel campetto attiguo alla parrocchia e alla cui vista don Salvatore si è estasiato, notando le numerose persone che hanno fatto cerchio per scaldarsi. Quel fuoco crepitante ha rappresentato la fiamma divampante dell’amore che, nella realtà ecclesiale locale, deve illuminare tutti quelli che sono investiti dal freddo della solitudine, dell’emarginazione. Attorno al crepitante e caldo falò, tantissime persone hanno gustato panini con salsicce, preparati dalle famiglie della Parroc-
chia. Il ricavato della vendita dei panini sarà devoluto alla Caritas parrocchiale. Degna di menzione la partecipazione attiva del gruppo giovanile della Parrocchia nell’organizzare l’evento festoso, montando, con l’aiuto di adulti, anche un palco sul quale i ragazzi si sono esibiti con canti e danze, allietando, in tal modo, la serata. Non sono mancati agili giocolieri, che hanno fatto divertire, con le loro esibizioni, i bambini. Grazie, dunque, al contributo corale di molti fedeli generosi, la comunità parrocchiale “S. Antonio Abate” ha assaporato il senso genuino della festa, vissuta come sano momento di aggregazione, di fraterna concordia, occasione di dialogo, di incontro, di gioiosa interazione anche con persone sconosciute o che non si vedevano da tempo.
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LA GUERRA DIMENTICATA: UN TESTO DA LEGGERE “Una serata eccezionale. Dove c’è voglia di cultura, amicizia, collaborazione, socialità e aggregazione, può solo nascere ciò che tutti definiamo comunità. Un sentito ringraziamento alla prof.ssa Vittoria Caso, vulcano d’idee e mente brillante dietro l’Associazione Clarae Musae, come pure a Sergio D’Anna, editore, che mi ha affidato l’emozionante responsabilità di aprire la sua nuova piazza virtuale dove tutte le forze sane del territorio potranno incontrarsi e confrontarsi. – ha affermato Giuseppe Russo - Grazie a tutti gli amici che venerdì hanno voluto ascoltare la mia storia diversa”. “La guerra dimenticata” di Giuseppe Russo, infatti, è stata protagonista assoluta il 19, aprendo la sesta edizione degli “AppuntaMenti col Libro” e inaugurando il nascente “Salotto Letterario D’Anna”. In via Campanariello, dunque, un momento di forte spessore culturale che meriterebbe di essere alla ribalta della cronaca nazionale ma la cultura del do ut des consente solo agli “amici degli amici” di essere sulle pagine dei quotidiani nazionali. Molti docenti, poeti, giorna-
listi, artisti, persone comuni, giovani, hanno apprezzato il testo di Giuseppe Russo che, attraverso una vera e propria lezione di storia del ‘900, ha consentito di rivivere alcuni momenti della seconda guerra mondiale, ignorati dai manuali di storia. Immagini inedite hanno mostrato i disastri compiuti dai bombardieri angloamericani, che hanno cambiato il volto alla città, danneggiandone i punti di riferimento culturale, i monu-
menti, i siti archeologici così come gli atti vandalici, i furti, le rapine e le stragi perpetrate per vendetta dai tedeschi dopo l’8 settembre, tra cui la strage di Bellona, che il LT Domenico Valeriani sta ricostruendo. Il Salotto Letterario D’Anna, all’interno della nota libreria D’Anna, ha stupito per la sala, luminosa e accogliente e per l’affabilità del padrone di casa, Sergio D’Anna e del figlio Giuseppe, desiderosi di
divenire punto di riferimento culturale del territorio. La prof.ssa Vittoria Caso con la sua “Clarae Musae” è stata ben lieta, assieme a tutti i gruppi al suo fianco, Uniti per Casavatore, Casavatore segnala, Pro Loco, Prospettive, CRI, Associazioni di P.C. Sigma e le Aquile, IC Romeo, IS Torrente, di trovare uno spazio in cui portare avanti il progetto di stimolare i nostri territori alla crescita culturale. Lettrici ufficiali sono state le giovani voci dell’I.C. Romeo, la cui Dirigente, prof.ssa M. E. Megale, non ha fatto mancare il suo saluto e la sua graditissima presenza. Daniele Capuozzo ha moderato l’incontro con garbo e savoir faire. Le note del sassofono di Gaetano Pellegrino, gloria di Casavatore e sempre pronto a prestarsi per la sua città, assieme ai disegni di Carmine Mondola, lodevole per la sua bravura e la sua disponibilità, hanno alleggerito la tensione emotiva determinata dalla serietà dei contenuti. Tante le presenze all’interno, tante anche all’esterno della libreria che, peccato per loro, non hanno potuto arricchire le loro conoscenze, ascoltando l’autore.
Le interviste di Nando Troise ogni sera alle ore 20.30 sui Canali 210 dgt - 613 dgt - 694 dgt PER LA TUA PUBBLICITA’ 3384356954 3404820171
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CIRO TROISE
Napoli, anche questa è bellezza: la vittoria della solidità Ma quale bruttino, questo è il Napoli più bello, quello che piace ai suoi tifosi, che li fa sognare come dimostra la trionfale accoglienza all’aeroporto. Gli avversari, invece, amavano la favoletta del bel gioco, il Napoli della Grande Bellezza che scivolava sulle “bucce di banana” dell’immaturità, come i pareggi contro il Palermo e il Sassuolo della scorsa stagione. La bellezza è multiforme, plurale, un’immagine che custodiamo nei nostri occhi, non è un parametro oggettivo. E’ bella la macchina perfetta che domina sulle statistiche della supremazia territoriale e del possesso palla ma, se non accompagnata dalla solidità difensiva, serve a portare a casa solo i complimenti, non i successi. La vera bellezza è l’anima di questa squadra concentrata su ogni pallone, compatta e capace anche di andare oltre i propri limiti, riuscendo a palleggiare meno e a verticalizzare di più per far male all’Atalanta. Solo il Manchester City concede nei cinque principali campionati europei una media tiri agli avversari a partita inferiore al Napoli, solo il Barcellona è imbattuto in trasferta come gli azzurri. Sono questi i numeri della bellezza, lo sanno anche quelli che parlano di “Napoli bruttino” a Bergamo e che per decenni hanno raccontato giustamente che nel calcio italiano vincono le miglior difese, hanno elogiato le squadre di Capello abituate a vincere 1-0. Alla ventunesima giornata il Napoli ha già trionfato quattro volte in trasferta per 1-0 contro Roma, Udinese, Crotone e Atalanta, portando a casa dei successi dal grande peso specifico. La svolta è nella fase difensiva, Sarri sta riuscendo a raggiungere l’obiettivo di cui ha più volte parlato durante il ritiro di Dimaro. Il Napoli ha la miglior difesa,
Gli azzurri conquistano il quarto 1-0 in trasferta, quanto è bello il Napoli solido che espugna Bergamo
sono solo tredici i gol subiti, ben undici in meno rispetto allo stesso punto della scorsa stagione. Gli azzurri hanno tenuto la porta inviolata di Reina in undici delle ventuno gare disputate in campionato, si tratta di numeri che fotografano la crescita esponenziale di un gruppo che ha cancellato ogni distrazione, determinato sul sogno e sul patto sottoscritto nello spogliatoio, con una connessione sentimentale coinvolgente col proprio pubblico. Il successo di Bergamo è la dimostrazione di quest’empatia, uno degli obiettivi raggiunti nel triennio di Sarri che ha portato il Napoli ad una dimensione straordinaria, ben 21 volte in testa alla classifica con la sua guida in panchina. La bellezza del Napoli vittorioso in trasferta contro l’Atalanta ha oscurato anche la consueta inciviltà che si respira in certi stadi e come al solito non ottiene l’eco che meriterebbe, il clamore degli episodi spiacevoli di cui talvolta si rendono protagonisti i tifosi azzurri. Per una bottiglietta di
yogurt che colpì al petto il guardalinee dieci anni fa la bellezza del gemellaggio di Napoli-Genoa fu trasformata nel triste scenario di una gara a porte chiuse, Orsato ha raccontato a Bergamo di aver visto tutto ciò che è successo ma nel provvedimento del giudice sportivo della bottiglia lanciata verso Allan e Koulibaly non c’è traccia. La decisione del giudice sportivo ha chiuso quello spettacolo osceno senza alcuna sanzione per i tifosi dell’Atalanta: una giornata di squalifica della Curva Nord Pisani con la condizionale, quindi effettiva solo se certi episodi si ripeteranno. Mancano pochi giorni di mercato per cancellare eventuali rimpianti da questa stagione, il Napoli deve dare un’alternativa in attacco a Sarri. La pista più concreta porta ad anticipare l’arrivo di Amin Younes dall’Ajax che chiede i 10 milioni offerti dallo Swansea, il Napoli ne propone 2 più bonus, si cerca un accordo a metà strada. L’unico dato inferiore allo scorso campionato è nei gol realizzati, il Napoli ne ha segnati due in meno. Incidono le difficoltà di Hamsik fino alla gara contro il Torino e la dipendenza dal “tridente dei piccoletti”, l’unico “gap” rispetto alla scorsa stagione va affrontato colmando il ruolo scoperto che ha denunciato Sarri dopo Crotone-Napoli.
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MARICA DE MARTINO Essere giornalisti comporta girare il mondo, essere pronti a denunciare qualsiasi evento, informare chi si trova altrove di fatti o avvenimenti che accadono in qualsiasi punto della terra. Essere giornalista comporta immediatezza e curiosità. Un giornalista che facendo parte di una delle aziende di comunicazione più importante del mondo, lo sa bene. Stiamo parlando di Francesco Modugno. Giornalista Sky che si occupa di calcio e lo vediamo sempre presente a commentare e informare tutti i tifosi del calcio italiano. Tra una pausa e un commento della diretta tv su Sky si è gentilmente raccontato ai lettori di Casoriadue specificando la sua passione e il suo lavoro in questa azienda. Come iniziata la sua carriera giornalistica? E’ cominciata 20 anni fa, con il “Corriere del pallone” al tempo era un settimanale. Ho cominciato con il calcio minore. Era una partita di campionato di promozione. Questa carriera è cominciata per gioco, poi c’era la passione ed infine è diventato un lavoro. Quale intervista ricorda con particolare emozione? La prima fatta a Napoli a Lavezzi. Fu molto bella e vera; era appena arrivato in città e si raccontò di quando era ragazzo con le difficoltà incontrate, veniva da un posto particolare. In questa intervista emerse l’uomo, il ragazzo anziché il calciatore. Quando accade così finisci per preferirle. Lei ha sempre scritto per quanto riguarda l’ambito calcistico? Si. A dire la verità il primo articolo l’ho scritto su “Napolicity” era un articolo su un sexy shop il primo aperto a Na-
poli precisamente al Vomero. Inoltre scrissi un articolo forse un paio di volte sullo spettacolo. Con quali testate giornalistiche ha collaborato? Adesso Sky. Precedentemente ho scritto su carta stampata per il Corriere dello sport, Corriere del Mezzogiorno, con il Messaggero, Cronache di Napoli; poi ho collaborato con Radio Kiss Kiss, Radio Marte e Radio CRC. Cosa prova essere giornalista Sky? Grande senso di responsabilità perché so di rappresentare l’azienda di comunicazione più importante al mondo. Ci vuole equilibrio, cercare di essere quanto più obiettivo possibile, avere professionalità, rigore, sacrificio. Ovviamente è una grande soddisfazione e bisogna dare sempre tutto e di più per rispetto dell’azienda e di chi ci ascolta , perché da Sky ci si aspetta sempre il massimo e quindi bisogna fare di tutto per essere all’altezza. E’ una bella sfida che si rinnova ogni giorno. Un consiglio a chi intraprende la carriera giornalistica? Studio e passione. Studiare sempre perché fa crescere. Inoltre ovviamente bisogna essere curiosi e interessati a tutto, guardare con curiosità anche dove apparentemente non sembra esserci nulla d’interessante; c’è sempre qualche avvenimento che può destare curiosità. Oggi bisogna avere una prospettiva una mente ampia che guarda lontano. Progetti futuri? Provare a non prendere il buco di 5 minuti perché sta accadendo qualcosa sicuramente e me lo sto perdendo. Una cosa fondamentale è che a Sky quando fai all news c’è l’immediatezza e poi voglio provare a fare un lavoro che mi fa felice.
“Francesco Modugno: essere giornalista Sky è soddisfacente, ma anche impegnativo”
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Lo scassabolle Il film prodotto da Fuccio
POLEMICA
L’ISOLA ECOLOGICA di Auricchio e co. Al Cinema Rossi o all’UCI presto “La Ecologica”. Un altro dei film rivoluzionari (ma fino a un certo punto) di Pasquale Fuccio e Pietro D’Anna. Fuccio e D’Anna, come è noto, sono rispettivamente Sindaco e Assessore a Casoria. A tempo poi (non) perso si occupano di cinematografia. Per una strana coincidenza anche l’aiuto regista del film appartiene alla famiglia dell’amministrazione: si tratta di Vincenzo Auricchio, frequentatore assiduo essendo il presidente di Casoria Ambiente. Fu scelto a questo delicatissimo incarico da uno dei più votati dei casoriani, Giovanni Del Prete. I primi passi di Vincenzo Auricchio nel campo della ecologia, della nettezza urbana e dell’ambiente sono stati quanto mai promettenti. La sua preparazione, il suo gusto si sono subito imposti e naturalmente la curiosità da parte di tutti di questo nuovo remake di un film già visto qualche mese fa, in parte realizzato da tutti loro e finanziato dai casoriani, è notevole.
VELENI TOSSICI – TUMORI
Scandalo amministrativo a Casoria Il….. Sindaco cieco I consiglieri comunali, gli assessori ed i revisori dei conti muti Durante i consigli comunali di questo ultimo e penultimo mese addietro i magistrati del nuovo tribunale di Napoli Nord concedevano a 25 persone della pubblica amministrazione avvisi di garanzia per falso in bilancio e abuso di ufficio. Succedeva il finimondo. I consiglieri comunali sia quelli di maggioranza che quelli di minoranza uniti si scagliavano contro “l’arbitro”. Sono iniziati gli interrogatori. Gli avvocati (ognuno degli avvisati ne ha messo uno) si sono recati al Tribunale a ritirare “le carte” (radio fante fa sapere che sono più di cinquemila pagine). Molti degli avvisati sono rientrati nel consiglio comunale regolarmente eletti. Il Sindaco Fuccio, forse perché dispiaciuto, acconsentiva. I dirigenti del PD, esenti da avvisi di garanzia, non ritengono terminato l’incontro. Grossa è la loro sorpresa quando hanno appreso che dovranno governare la Città insieme a persone che a breve potrebbero essere rinviati a giudizio. Il Pubblico Ministero ha lavorato su denunce precise, l’ultima della quale presentata alla Caserma dei Carabinieri di Casoria il 20 agosto 2017, cioè quando tutti erano a mare a “mostrar le chiappe chiare”, qualcun altro lavorava nel denunciare quello che lui ritiene malefatte amministrative, contabili e addirittura penali; in aggiunta alle denunce le interrogazioni parlamentari di senatori e deputati al parlamento. Nelle tantissime pagine c’è anche una “velata” accusa verso chi non ha visto niente. E siamo solo all’inizio di questa altra brutta pagina che dovrà vivere la Città di CASORIA. Incredibile!
Nessuno lo sa o lo sanno pochi intimi ma c’è un socio della città di Casoria che si chiama VELENI TOSSICI. Male; La terra dei fuochi, molto amica della città di Casoria fino a poco tempo fa, da qualche mese sembra abbia dichiarato una sottile guerra alla nostra città che è all’oscuro di tutto. Proprio, qualche mese fa, nella famosa Circumvallazione esterna di Napoli detta anche asse mediano sembra che siano state sequestrate due autobotti di “fertilizzanti”. Gli Ispettori Ambientali, l’annonaria, i poliziotti ambientali e le altre forze dell’ordine si sono lasciate andare ad una critica così feroce verso i veleni tossici che continuano ad avvelenare le terre di contrada casamerola, la zona poderale di ponte tre luci, cimiliarco, Santa Maria a Cerano. Non si sa cosa ne pensano i magistrati che indagarono sulla “bonifica” della Resia avvelenata da resine fenoliche e superfenoliche o il Settore Ambiente sulla bonifica dell’ICE SNEI e della vecchia Rhodiatoce o il Distretto Sanitario dell’Asl sulla bonifica dell’ISP in via Padula (la vecchia Tubi Bonne) oppure che ne pensano i clienti della Cutolo Metallorganica e della Dyrup. Dimenticavo (perdonatemi cari addetti ai lavori del veleno e delle bonifiche, del tossico e dei tumori) dell’Alenia, una volta FAG; l’ultima area dismessa accusata che nei suoi capannoni ci siano segreti di morte. Per finire vi do i dati del 2017 Lo Stato Civile mi informa: a Casoria in tutto il 2017 si sono verificati 692 decessi. Di questi 456 nelle loro abitazioni e 236 presso strutture ospedaliere. La maggior parte di questi decessi è stata causata da patologie tumorali. Dispiace molto dover comunicare che gli Uffici del Comune di Casoria non abbiano la possibilità di comunicare il numero di morti a Casoria e quanti nella Frazione Arpino e neanche quanti maschi e quante femmine. Per questo auspichiamo il ritorno del progetto EPICA voluto dall’Asl e portato avanti dai Medici di Base (o di famiglia).
FUCCIO – PUC – ARU – MEF –
Breve discorsino sulla differente situazione della città di CASORIA di un anno fa e di Casoria attuale. Dopo l’estate del 2016 la Città era in netta ripresa. Una delle differenze da non trascurare è costituita dai problemi che questa Amministrazione ha trovato e l’impopolarità di
DOMENICA 28 GENNAIO 2018 dover instaurare una politica di rigore. Sarebbe giusto ed opportuno (maggiormente nel loro stesso interesse) che il Sindaco, la Giunta Municipale, i consiglieri comunali di maggioranza, le commissioni consiliari e le società municipalizzate organizzassero un incontro con LA CITTA’, RACCONTANDO, la politica del rigore, i risparmi, i tagli, ed anche come intendono affrontare i veleni tossici di cui sono piene le aree dismesse, procurando morti e disastri ambientali, la posizione dell’intero Consiglio Comunale nei confronti degli avvisi di garanzia a 25 persone (i consiglieri comunali che votarono quel bilancio, la giunta municipale dell’epoca, i revisori dei conti dell’epoca; informare sulla prossima apertura dell’Isola Ecologica in via Lufrano e del Parco in via Michelangelo; lo spostamento del mercato dei tessuti del venerdì all’interno del Centro Polifunzionale in via Cava. Comunicare gli sviluppi avuti sul turismo religioso. Il Comune di Pietrelcina, il piccolo paese di Padre Pio, ha ottenuto dalla Regione Campania, grazie all’impegno del consigliere regionale Erasmo Mortaruolo, un contributo di 1 milione e ottocento mila euro.
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La domanda nasce spontanea: cosa hanno fatto, invece, per “il piccolo paese agricolo e polveroso che ha dato i natali a San Ludovico”, i nostri consiglieri regionali e parlamentari? Ed anche conoscere l’impegno degli interroganti esterni, Castiello, Sollo ed altri, per la Città che ha visto nascere le opere di Cristina Brando, Giulia Salzano, Luigia Velotti e di una intera storia sacra e religiosa. In questo incontro alla Città, misto di salotto sociale o di educazione finanziaria, portare a conoscenza della Intera Città dell’impegno di questa amministrazione sui posti di blocco o anche la lotta dell’Assessorato ai Servizi diretti alla Persona contro i fitti passivi, contro gli sperperi oppure dell’Assessorato alla Pubblica Istruzione sull’andamento scolastico in corso. Si NOTI BENE: tra il dare e l’avere, fitti attivi e passivi, Casoria non è in equilibrio. Nessuno è “vergine”. L’occasione ve lo sto suggerendo da quando vi siete insediati. Mi raccomando: non venite a raccontarci che è in atto una campagna elettorale…. Il Piano Urbanistico Comunale, gli impegni presi con l’Agenzia Regionale delle Universiadi e l’accordo fatto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze per quanto riguarda il Settore Entrate (che questa amministrazione vuole esternalizzare) non possono aspettare più.
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14 ANTONIO VALENTI
Samuele Ciambriello: l’equazione è più professori più sicurezza
Un giorno all’improvviso, il 18 dicembre 2017, Napoli (ri)scopre le baby gang, a via Foria con l’accoltellamento di Arturo; e non finisce qui, a seguire l’aggressione di Gaetano all’ingresso della stazione metro linea 1 di Chiaiano con lo spappolamento della milza e via così altre aggressioni. A contorno il ‘prendi e fuggi’ dei ‘ragazzini’ dell’albero di Natale nella Galleria Umberto I, per ben 3 volte, ma ormai è un appuntamento fisso annuale come anche la ‘raccolta differenziata’ degli abeti: è stagionale e propedeutica al ‘fuocarazzo’, ‘o Cippo ‘e Sant’Antuono, il 17 gennaio, con interventi immancabili di Vigili del Fuoco e Forze dell’Ordine, quest’anno aggredite. Altre aggressioni a minori tanto inermi quanto incolpevoli fanno da corollario. Un giorno all’improvviso, assolutamente no per Raffaele Cantone, presidente dell’Anticorruzione che parlando a Giugliano con gli studenti dell’Istituto Marconi, ha ricordato che già 10 anni fa ci furono ragazzini condannati per camorra e che il fenomeno fino a poco fa nessuno se ne occupava se accadeva in altre zone mentre oggi si sta verificando nella Napoli bene. La discussione è continua e la tematica ampia come le soluzioni proposte. Gesù fate luce, noi per avere lumi ci siamo rivolti a una ‘voce di dentro’ della problematica, conoscitore non solo teorico ma pratico per averla affrontata in prima persona da protagonista. Fuori l’autore: Samuele Ciambriello, il tuo stato di servizio di operatore sociale e culturale? “In questo momento sono il Garante per le persone detenute della Regione Campania; sono stato poi Presidente di “La Mansarda Onlus”, Associazione di Vo-
lontariato e Solidarietà a favore dei minori a rischio e negli anni 80 e 90 gestivo Comunità di volontariato e solidarietà per i soggetti a rischio e per le categorie deboli, poi tanti Progetti e iniziative”. Samuele Ciambriello è stato questo e molto altro: Consigliere Regionale della Campania per due legislature; Assessore Regionale alla Formazione e alle Politiche Sociali, nel 1994-95; Docente Universitario di Teoria e Tecniche della Comunicazione; Presidente del Corecom Campania; Giornalista Pubblicista e autore di vari libri tra cui ‘Caste e castighi il dito nell’occhio’ e ‘Dentro la comunicazione.Concetti, modelli, persone’. Noblesse obblige e, quindi, è chiaramente lui il personaggio ad hoc per parlare a 360° del ciclone baby gang abbattutosi su Napoli e Provincia in modo prevalente. L’opinione pubblica è allarmata da queste baby gang. Chi sono più precisamente? “Prima di tutto va detto che non bisogna
fare di ogni erba un fascio, ci sono varie categori, in tanti hanno cambiato lo stile di vita, hanno la morte dentro, non hanno valori positivi e sparano nel mucchio, un fenomeno che va assolutamente affrontato”. Potresti definire meglio queste categorie? “Quella iniziale è costituita dai bulli, qui bisognerebbe intervenire preventivamente con un lavoro sociale sul territorio con i maestri di strada, le scuole Aperte di pomeriggio, le Parrocchie e l’Associazionismo di Quartiere, Progetti di Educazione e di Solidarietà. Bisogna intervenire sul fenomeno dell’evasione scolastica, andare a cercarli e non aspettare che vengano. Il fenomeno è molto esteso, tutti parlano delle Periferie ma in realtà ci sono Quartieri dell’area metropolitana in cui la situazione è ugualmente molto grave”. Gli step successivi sono, evidentemente, più preoccupanti con la loro evoluzione
DOMENICA 28 GENNAIO 2018 “Certamente, si ha la devianza, trasgrediscono e, quindi, la malavita diventa prima ‘mamma’ premurosa che li accudisce allontanandoli dalla socialità e dalla legalità; dopo diventa ‘sorella’che li aggrega con la portandoli alla commissione di reati”. I numeri del fenomeno crescono sempre di più. “Oggi parliamo di 5.000 ragazzi che ogni anno sono soggetti al fermo e al riconoscimento per comportamenti illegali”. L’errore più evidente che commette lo Stato? “Quello di delegare ad Associazioni e Soggetti esterni l’attività educativa e di recupero senza poi controllare i risultati con la conseguenza così di perderli di vista”. Le conseguenze di questa ‘distrazione’ delle Istituzioni? “Il predominio del branco su tanti giovani; servono educatori non improvvisati e,
15 anche nel carcere, occorrono metodi di recupero che poi impediscano la recidiva che, spesso, nel tempo diventa abituale con il carcere come sistema di vita”. Quanto ‘spesso’? “L’80% dei detenuti sono recidivi. Il carcere dovrebbe essere luogo di recupero delle persone, se invece escono senza avere delle alternative, dei modelli diversi, scatta facilmente la recidiva”. L’abbassamento dell’età dell’imputabilità può essere la soluzione? “Oggi bisognerebbe considerare il fatto che molti dei reati vengono commessi in branco e, quindi, prevedere un’aggravante in questi casi,come già succede per gli adulti, come reato associativo”. Può bastare questo? “No, bisognerebbe rivedere il ruolo dei genitori e prevedere pene per il mancato controllo, non è possibile che un genitore non sappia che cosa faccia o dove si trovi sistematicamente un figlio minorenne. La sua omissione è un fatto colpevole. Per gli adulti il mandante è punito spesso con una pena superiore a quella dell’esecutore; in caso di minori si dovrebbe prevedere la ‘mancata educazione’ per i genitori Non è possibile che quasi sempre la cosa si riduca al riaffidamento del minore e la cosa finisca lì: se il minore ha imbrattato o rotto, per esempio, il genitore dovrebbe pagare i danni; occorre
assolutamente un maggiore livello di responsabilità dei genitori”. L’allontanamento dalla famiglia potrebbe essere una soluzione? “In alcuni casi anche questo può essere una soluzione ma questo deve avvenire nelle fasi iniziali, se il provvedimento è tardivo non serve più, deve essere un fatto preventivo”. Il fattore pedagogico sembra predominante. Tempo pieno a scuola per tutti nelle zone a rischio? “Assolutamente. Nei tavoli istituzionali organizzati in queste occasione sono presenti gli Enti Locali e il Ministro degli Interni ma sono sistematicamente assenti i Ministri della Giustizia e della Pubblica Istruzione che mi sembrano dovrebbero essere i più coinvolti in queste circostanze”. Quanti sono i minori rinchiusi? “Tra Airola e Nisida sono 80, inoltre ce ne sono 220 nelle Comunità” Il carcere è una risposta per il recupero dell’area della legalità? “Il carcere così com’è è un luogo sovraffollato e disumano, c’è troppo carcere preventivo anche per reati che non lo richiederebbero e che la gente nemmeno immagina, oggi è invalsa l’equazione più carcere più sicurezza, forse l’equazione giusta sarebbe più professori, magari 100, più sicurezza”.
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16 CARMEN PALUMBO
INTERVISTA AL GIORNALISTA SPORTIVO PATURZO: LA CARRIERA E LA PASSIONE PER IL GIORNALISMO
Questa settimana abbiamo parlato con Alfredo Paturzo, giornalista sportivo e conduttore a Televomero con più di trent’anni di carriera. A questo importante nome nel mondo del giornalismo, abbiamo chiesto in che modo è arrivato al successo e soprattutto cosa significa davvero per lui questo mestiere. Signor Paturzo può raccontarci in che modo è iniziata la sua passione per il giornalismo e come è arrivato al successo? Io per tanto tempo ho fatto un altro mestiere, poi circa quarant’anni fa sono entrato a Televomero e dopo i primi inizi ci siamo dedicati completamente allo sport dilettantistico. Quella è stata la chiave del successo, ci siamo specializzati in questo settore, abbiamo iniziato a seguire le squadre sugli stadi di Frattamaggiore, Casoria, Grumo Nevano, Torre del Greco, Pozzuoli. Tutti noi che ci occupiamo di questo settore sportivo lavoriamo in condizioni fatiscenti e difficili sugli stadi. Posso definirmi insieme agli altri un giornalista di frontiera, di strada quasi, ma vado fiero del mio lavoro. Quando possiamo vedere le sue trasmissioni su Televomero? Da diverso tempo conduco due trasmissioni, il venerdi va in onda “l’Anteprima dello sport in Campania”, mentre la domenica “lo sport in Campania” con i commenti relativi alle partite. In trasmissione sono affiancato dalla conduttrice Rossella Sambuca e poi da diversi ospiti a rotazione, di solito la domenica abbiamo più ospiti perché su ogni campo mandiamo un giornalista per il reportage e il commento della partita. In che modo definisce un vero giornalista e che consiglio può dare ai giovani che intendono affrontare questo mestiere? Ad oggi penso che il mondo della comunicazione sia cambiato, il giornalismo del web è la comunicazione del futuro, ma allo stesso penso che tale forma di comunicazione debba sempre essere ben disciplinata. Ormai ognuno può dire la sua, ma molti non hanno né i numeri né le capacità professionali per farlo. Per me il vero giornalista è il cronista, colui che racconta, che va sul posto, che fotografa e testimonia. Ai giovani che amano questo mestiere l’unica cosa che mi sento di consigliare è di seguire la propria passione. Se non c’è una grande passione di base, in questo mondo è più facile mollare.
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BIOLOGIA DELLA NUTRIZIONE
a cura della Dott.ssa Flavia Altieri, Biologo Nutrizionista
Depressione: poco ferro in gravidanza ne triplica il rischio
Depressione e carenza di ferro vanno “a braccetto”, soprattutto nelle donne incinte. Per le future mamme, infatti, il rischio di soffrire di depressione sembrerebbe triplicare se in carenza di ferro. A rivelarlo è uno studio condotto presso tre università canadesi, Hamilton, McMaster e Toronto, e pubblicato sul Journal of Obstetrics and Gynaecology. La depressione è stata associata già in passato a carenza di ferro, ma solo nella popolazione generale, mentre mai si è andato a indagare questo legame nelle gestanti, nonostante la carenza di ferro sia molto frequente nelle donne in dolce attesa – si calcola infatti che ne soffra quasi una su 4 (22%). Gli esperti hanno coinvolto 142 gestanti e misurato il ferro nel loro sangue; con questionari appositi hanno valutato l’eventuale presenza di disturbi depressivi. emerso che le gestanti con carenza di ferro hanno un rischio quasi triplo (+2,5 volte) di soffrire di depressione durante i nove mesi delle gestanti non carenti del minerale. Lo studio suggerisce che la carenza di
ferro potrebbe essere valutata come un possibile fattore di rischio per la depressione in gravidanza. Il ferro è un minerale fondamentale per la nostra salute. Il modo più naturale che abbiamo di assicurarci il fabbisogno giornaliero è attraverso l’alimentazione. In caso non si assuma il corretto quantitativo di ferro giornaliero a lungo andare si rischia di incorrere in un problema di anemia. Si tratta di una situazione che può interessare persone di età e sesso diverso, ma che il più delle volte riguarda donne in età fertile. Non sempre l’anemia è dovuta a carenze alimentari (tra l›altro non solo di ferro ma anche di vitamina B12e acido folico) ma quando il problema è dovuto proprio allo scarso apporto di queste sostanze o ad un aumentato fabbisogno da parte dell’organismo (vedi gravidanza, allattamento, ecc.) indubbiamente la prima cosa che possiamo fare è rivedere in meglio la nostra alimentazione. Quando si parla di ferro il pensiero va subito alla carne, soprattutto a quella
di cavallo considerata buona fonte di questo minerale. Sappiamo però che il ferro è contenuto anche nei cibi vegetali. La dose giornaliera di ferro da assumere varia sostanzialmente con l’età. Secondo i LARN - Livelli di assunzione di riferimento per la popolazione italiana, il fabbisogno medio (AR) su base giornaliera va da 8 mg a 18 mg. Una condizione particolare come la gravidanza fa arrivare però addirittura a 27 mg la necessità giornaliera di questo minerale. Il mondo animale ma anche quello vegetale sono ricchi di ferro, troviamo questo minerale disponibile davvero in tanti alimenti anche se in quantitativi differenti. Gli alimenti più ricchi di ferro sono la milza di bovino, il fegato di suino, le foglie di The, il cacao amaro in polvere, la crusca di frumento, il pepe nero, la carne rossa, i legumi, i pistacchi e in genere la frutta secca.
Giuseppe Nappa
25 anni inZieme. Grande Successo al Teatro Augusteo per i 25 anni di carriera di Peppe Iodice
“Una sera all’improvviso” è il titolo dello spettacolo scritto da Lello Marangio e Peppe Iodice in scena all’Augusteo il 23 gennaio per celebrare “25 Anni sempre inZieme” dell’artista Iodice. Una produzione Claudio Malfi Production per questa grande festa, celebrando insieme al pubblico i venticinque anni di carriera. Il maestro di cerimonia è stato Daniele Decibel Bellini con la complicità di Fabiana Sera e con la IntelletWaller Band diretta dal maestro Gennaro Franco. Lo spettacolo si è aperto in modo molto carino ed originale con un Peppe Iodice diviso a metà. Da parte c’era la sua anima “elegante e raffinata” interpretata dalla stessa Fabiana Sera e dall’altra la sua anima “ etnica e folcloristica” interpretata dal maestro Massimo Cozzolino. Una comicità quella di Iodice del tutto originale ed a tratti anche molto realistica, ha trasportato il teatro tra applausi e risate con grande stile. Diversi ospiti a sorpresa intervenuti: Mimmo Dany, Valentina Stella con il maestro Gianpaolo Ferrigno, Sal Da Vinci, Nuvoletta Lucarelli, Ivan Granatino e Andrea Sannino diretto dai maestri Pippo Seno e Mauro Spenillo. In sala ad omaggiare Peppe Iodice c’erano anche alcuni calciatori del Napoli tra cui: Koulibaly e Jorginho. Complimenti a Peppe Iodice per questo grande spettacolo e questa serata straordinaria.
www.casoriadue.it
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18 AVV. DIANA SANTUCCI
L’avvocato risponde
diana.santucci@hotmail.it
Bollette del telefono: fatturazione mensile e non più a 28 giorni
Come verranno comunicate le modifiche contrattuali? Il consumatore verrà rimborsato? Con la delibera n. 496/17/CONS l’ AGCOM, Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, ha disciplinato le misure attuative delle disposizioni di cui all’art. 1, comma 1-quater del d.l. 31 gennaio 2007, n. 7, convertito con modificazioni nella legge 2 aprile n. 40, precisando che, in forza del divieto di fatturazione a 28 giorni, gli operatori di telefonia e pay-tv dovranno modificare le condizioni contrattuali (fatturazione a 30 giorni e non più quella a 28 giorni) e dovranno darne tempestiva e adeguata comunicazione ai propri utenti. In particolare, il d.l. fiscale (che ha modificato l’art. 1 del d.l. n. 7/2007) stabilisce che la fatturazione deve essere mensile per legge, ad eccezione delle sole offerte promozionali a carattere temporaneo per le quali potranno essere previste scadenze inferiori se non rinnovabili. Dunque, gli operatori di telefonia, di reti televisive e di comunicazioni elettroniche saranno tenuti ad adeguarsi alle nuove disposizioni entro 120 giorni dall’entrata in vigore del provvedimento, pena pesanti sanzioni pecuniaria da
euro 58.000,00 fino a euro 1.160.000,00. Quindi, entro il 4 aprile 2018, tutte le compagnie telefoniche, pay tv e servizi di comunicazioni elettroniche, sono quindi obbligati a tornare alla tradizionale bolletta a 30 giorni. L’art. 1, comma 1-ter del decreto indica gli obblighi di comunicazione a cui saranno tenuti gli operatori che modificheranno il regime di tariffazione: le informazioni, veicolate con qualsiasi mezzo agli utenti, circa i prezzi dei servizi, i tempi e le modalità attraverso le quali interverrà la modifica della cadenza di rinnovo delle offerte e tariffazione dei servizi interverrà, dovranno essere fornite dagli operatori in maniera chiara, trasparente ed esaustiva con almeno due mesi di anticipo rispetto al momento della modifica. Inoltre, gli operatori non solo devono riportare tali informazioni sulla home-page dei propri siti web, ma dovranno anche metterle in evidenza. Tali informazioni verranno comunicate agli utenti di rete fissa tramite un avviso allegato alla fattura oppure tramite una chiamata diretta effettuata dall’operatore, anche tramite sistemi IVR (interactive voice response); invece per gli utenti di
servizi di comunicazioni su rete mobile riceveranno le informazioni tramite SMS, tramite comunicazione veicolata attraverso l’app di self-care e, nel caso in cui l’utente fruisca di servizi post-pagati, attraverso la documentazione di fatturazione. Infine, le informazioni agli utenti di servizi di TV a pagamento dovranno giungere tramite la documentazione di fatturazione oppure tramite comunicazione inviata alla set-top box. Per i consumatori che hanno ricevuto bollette a 28 giorni c’è la possibilità di ottenere il rimborso. Infatti, tutti gli utenti che hanno pagato 13 mensilità (al posto di 12) possono fare ricorso-reclamo, chiedendo la restituzione delle somme pagate in più in bolletta. La misura del rimborso delle bollette a 28 giorni, decisa dall’AGCOM, per illegittima fatturazione è un indennizzo forfettario non inferiore a 50 euro, maggiorato di 1 euro per ogni giorno di fatturazione illegittima. Dunque, con il ricorso-reclamo si chiede la rettificazione delle fatture già emesse e pagate e, per l’effetto, il rimborso. Si precisa che, per ottenere il rimborso è necessario allegare le fatture oggetto della contestazione.
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Roberta D’Agostino Un grande artista, amante della tradizione, disponibile, napoletano fino al midollo: parlo di Benedetto Casillo una delle personalità dello spettacolo più completa d’Europa. Ha preso parte ad innumerevoli spettacoli come regista e attrice e a pellicole rese celebri anche grazie alle sue parti e in questi giorni è al teatro Sannazaro di Napoli dove propone “Colpo grosso a Villa Pignatiello” spettacolo da lui scritto e diretto. Casillo, di cosa parla questo spettacolo? Un mio libero adattamento da “Ma per fortuna è una notte di luna” di Ermanno Carsana; l’ho già portato in scena quindici anni fa ed ho pensato che era il momento adatto per riproporlo vista la grande attualità del testo. Penso agli scempi di Pompei, al furto a Venezia e trovo in questa storia molte affinità con il nostro tempo: una donna per intascare il premio dell’assicurazione decide di assoldare un ladro professionista per rubare dalla sua casa un prezioso diadema; anche la figlia della donna, che vuole sposare un hippie scriteriato e svaporato, ha bisogno di soldi per potere coronare il suo sogno d’amore ed ha messo gli occhi sul diadema. Nella notte prescelta per il furto entrano in casa due veri ladri che in un susseguirsi di situazioni paradossali e comiche vengono perfino aiutati dalla donna. Nel testo originale è presente, a tratti, un certo humour inglese che io ho “contaminato” con la vis comica napoletana. E una girandola di situazioni, di colpi di scena
INTERVISTA A BENEDETTO CASILLO
e di divertimento. Spero che il risultato sarà gradito al pubblico. In scena ci sarà la sua compagnia? Ci sarà la mia compagnia formata da Patrizia Capuano, Gennaro Morrone, Enza Barra, Luciano Piccolo a cui si sono aggiungi Tina Femiano, Massimo Peluso e Giosiano Felago. Dopo il successo nei film di De Crescenzo ha preso parte a diversi film diretti da registi napoletani penso a “A Napoli non piove mai”, “Si accettano miracoli”, “Vita, cuore, battito”, cosa pensa del cinema Made in
Naples? Mi aspetto dai registi napoletani qualche film più impegnato, casomai una pellicola che racconti di un eroe nostrano, perché la commedia, in molti casi troppo banale, non è tutto, anzi ho notato che qualche regista più votato al sociale, all’impegno sta intraprendendo la strada della commedia banale. Bisogna tentare un altro tipo di film, anche osare soprattutto considerando che i soldi per fare film oggi ci sono, mai come in questo periodo. Le istituzioni dovrebbero operare delle selezioni che premino la qualità, non la quantità. Oggi è ancora proponibile un modello di famiglia che si riunisce per tramandare le storie? Sarebbe un modello proponibile, anzi da proporre, ma non esiste più e per questo siamo in una situazione di finta comunicazione. In una tavolata di persone dominano tablet, smartphone che mettono per finta in comunicazione le persone, in realtà svuotano di senso il comunicare. Non si dialoga più, non ci si guarda negli occhi, anche gli auguri sono fatti tramite sterili messaggi. Io non ci sto e non credo sia solo un fatto di età. penso che questa situazione abbia impoverito la nostra società. Cosa la affascina nel fare teatro? La cosa più bella del mio “mestiere” è che si può spaziare con la fantasia, il teatro è bello quando è gioco puro, mai volgare.
Giuseppe Nappa Al Teatro Augusteo di Napoli, da domenica 28 gennaio fino a domenica 04 febbraio 2018, Elio sarà in scena con il musical “Spamalot”. Grande attesa per Spamalot, il musical tratto da “Monty Python e il Sacro Graal”, film-cult del più grande gruppo comico di tutti i tempi. Elio veste i panni di Re Artù e arruolerà per un’importante missione i cavalieri della tavola molto, molto, molto rotonda. A raccogliere la sfida dell’adattamento in italiano del musical scritto da Eric Idle e John Du Prez è Rocco Tanica, grande appassionato conoscitore dell’opera dei Monty Python. La sua cifra comica mostra orgogliosamente l’influenza del sestetto inglese, difficile immaginare qualcuno più adatto a cui affidare questo difficile compito: “Trentaquattro anni fa vidi al cinema Monty Python, “Il senso della vita”, e fu una folgorazione. È un onore essere stato scelto per quest’incarico”. La regia è stata affidata a Claudio Insegno, che ha già diretto altri successi come “Jersey Boys” e “La febbre del sabato sera”. La
direzione musicale è di Angelo Racz, la coreografia è affidata a Valeriano Longoni. L’ingresso di Elio nel cast completa il quadro e rende Spamalot uno degli spettacoli teatrali più attesi e richiesti della stagione 2017/18. Elio torna al musical dopo il successo de “La Famiglia Addams” e sceglie di farlo confrontandosi con coloro che sono sempre stati uno dei principali punti di riferimento suoi e di Elio e le Storie Tese. Ricorda infatti Elio: “Anch’io trentaquattro anni fa vidi “Il senso della vita”, ma a differenza di Rocco l’unica conseguenza fu che persi le chiavi della macchina, una 127 blu che oltretutto non era veramente mia, ma di mia mamma. Tornai il giorno dopo nel parcheggio e fortunatamente le ritrovai”. In quarant’anni anni nessuno aveva mai osato mettere in scena i Monty Python, con la loro comicità surreale e testi pieni di riferimenti e giochi verbali spesso intraducibili o difficilmente comprensibili per un pubblico non anglosassone.
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20 EMMA DI LORENZO
La mostra “L’esercito di Terracotta e il Primo Imperatore della Cina” Grande successo: proroga fino ad aprile
In mostra fino all’8 aprile le riproduzioni dei guerrieri del grande Imperatore Qin Shi Huangdi, Ottava Meraviglia del mondo, a Napoli nella Basilica dello Spirito Santo. Un grande successo di pubblico: in tre mesi, 50mila persone hanno visitato la mostra internazionale “L’Esercito di Terracotta e il Primo Imperatore della Cina”, prima italiana a Napoli nella Basilica dello Spirito Santo. Numeri da grande esposizione e tante richieste che hanno convinto gli organizzatori a prorogare la mostra fino all’8 aprile 2018. «Siamo molto soddisfatti del risultato raggiunto fino ad ora. La mostra “L’Esercito di Terracotta e il Primo Imperatore della Cina” è tra le più visitate a Napoli. Questo dato ci ha confermato il forte interesse che l’eccezionalità dell’esposizione ha stimolato, non solo da parte di singoli visitatori, ma anche di scuole e gruppi pro-
venienti da tutta Italia e dall’estero» ha commentato il curatore italiano, Fabio di Gioia. «È stato il passaparola ad alimentare la curiosità verso la mostra e questo dimostra quanto la città sia viva e attenta alle novità». Un viaggio nell’Antica Cina di 2.200 anni fa. La mostra rappresenta la riproduzione più completa mai creata sulla necropoli, sulla vita del Primo Imperatore e sull’Esercito di Terracotta, Ottava Meraviglia del mondo per l’impatto visivo, perfettamente restituito dall’estensione della Basilica cinquecentesca dello Spirito Santo, situata nel cuore del centro storico di Napoli. Molte iniziative per i mesi a venire: si consolida il sodalizio con il MANN - Museo Archeologico Nazionale di Napoli attraverso una serie di incontri, continuano le visite guidate, a cui si aggiungeranno al-
cuni speciali ‘a tema’, a cura dell’Associazione Medea Art, interna alla mostra. E, ancora, tante sorprese per chi visiterà la mostra nella prima settimana di proroga. L’esercito di Terracotta e il Primo Imperatore della Cina PRIMA ITALIANA A NAPOLI Una produzione LiveTree e Terminal 2 con la collaborazione di Medea Art e Vivaticket Basilica dello Spirito Santo Via Toledo, 402 (a 100 metri da Metropolitana linea 1 e 2, funicolare di Montesanto e Cumana) ORARI MOSTRA (aperta tutti i giorni): Dal Lunedì alla Domenica: h 10.00 – 20.00 L’ingresso è consentito fino a un’ora prima della chiusura. Giorni e orari possono essere soggetti a va- riazioni, aggiornamenti sul sito www.esercitoditerracotta.it
IDA PICCOLO
PEPPE IODICE AND FRIENDS AL TEATRO AUGUSTEO Uno spettacolo esilarante arricchito da un grande cast, “Una sera all’improvviso” del 23 gennaio al Teatro Augusteo dove regna il divertimento insieme al Poliedrico Peppe Iodice, il quale in occasione dei suoi 25 anni di carriera ha voluto fortemente la collaborazione e la presenza di ospiti noti del panorama musicale Nazionale e Partenopeo. Il brillante Mattatore della comicità con dedizione e amore annusando il suo pubblico e cercando di rivedersi in loro li ha esorcizzati con risate, tic, manie e disavventure della società moderna; ore spensierate e allegre insieme agli artisti : Sal Da Vinci, Valentina Stella, Andrea Sannino, Ivan Granatino e il molleggiato Mimmo Dany, avvalendosi di spalle forti, i suoi compagni di viaggio: Daniele Decibel Bellini “La voce dello Stadio San Paolo” la simpaticissima Fabiana Sera e Massimo Cozzolino “artista dei Gigli” e Nuvoletta Lucarelli. Ma per rimanere in Tema Napoli e il suo grande Motto che tutti conoscono “ O nonn sta buon” e la sua fede calcistica, non potevano mancare i calciatori azzurri “ i suoi amici” che con gioia hanno apprezzato il lavoro di Iodice con risate e divertimento “ Koulibaly e Jorginho”. Entusiasto Peppe del calore del pubblico con i grandi complimenti e per la satira che gli ha regalato, infatti posta un messaggio su Facebo-
ok affermando “Il fatto che nella vita fai le cose con amore prima o poi ti torna tutto, mi fa commuovere, sono le 4 del mattino e ho negli occhi tutto il bene che mi avete dato e che mi piace pensare di meritare, grazie a tutti gli amici che sono intervenuti alla mia Festa”. I complimenti alla produzione Claudio Malfi Management da parte del team “Casoria due” e il “Teatro Augusteo” i padroni di casa congratulandosi con l’artista indiscusso con tante dimostrazioni d’affetto; ma la storia continuerà e Peppe Iodice ci sorprenderà ancora...
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FRANCO D’ANNA
“FINAL FIGHT ONE EDITION A BACOLI”: ISCRIZIONI APERTE! Si terrà domenica 4 marzo 2018 a partire dalle ore 9.00, presso la palestra “Revolution Gym” di via Miseno, 91 a Bacoli (Na), il “Final Fight One Edition”, la prima manifestazione organizzata dalla “Team Comi Napoli Camp Kickboxing-K1 Muay Thai Sanda” del Maestro Antonio Comi, presidente anche della “Scuola di Formazione Sportiva Team Comi”. L’evento di portata nazionale sarà patrocinato dall’E.N.D.A.S., ente di promozione sportiva affiliato al C.O.N.I., di cui il giovane maestro Comi è responsabile regionale del Settore Kickboxing-K1. Si tratta di una competizione OPEN, aperta a tutte le federazioni e a tutti gli enti di promozione sportiva presenti sulla nostra penisola, che vorranno partecipare e mettersi alla prova.
Previsto un carnet ricco e particolarmente intenso di gare: ci saranno match di contatto leggero per bambini, cadetti, junior e senior; match di contatto pieno junior e senior classi N,C,B,A; match di Kickboxing-K1, Muay Thai, Free Boxe e MMA, per quest’ultima disciplina sarà messo in palio il cinturone di Fighter Nazionale Endas. Struttura confortevole e all’avanguardia, la palestra Revolution Gym di Bacoli che ospiterà l’iniziativa, verrà dotata di un ring per gli incontri, oltre che di un’area riscaldamento con tatami e sacchi per tutti gli atleti. Sarà possibile iscriversi a “Final Fight One Edition” entro il 12 febbraio, pagando una quota di 20 Euro. Per contatti e info: scuoladicambattimentoteamcomi@gmail.com
PERSONALISSIMA RIFLESSIONE DI GIUSEPPE DELLE CAVE
TAVOLA ROTONDA SUL GIORNALISMO DI RIFLESSIONE
“MEDIAZIONE INTELLETTUALE TRA PUBBLICO E NOTIZIE”
Vogliamo girarci intorno? Bene, ciascuno è padrone di farlo. Vogliamo dirci la verità? Ok, allora iniziamo col dire che il “fatto” non è più quello di una volta. Nessuno oggi si sognerebbe più di scrivere un libro di notizie ed intitolarlo, come fece all’epoca il grande Biagi, “Il fatto”. Il modello di business fondato sul concetto “mi dai le notizie e io ti pago” non ha più senso. Il lettore oggi è quello della rete. Gli stessi giornalisti (l’ho fatto io agli albori di Internet seduto al desk di un quotidiano) saccheggiano il web in cerca di notizie. Le notizie non sono più un bene prezioso. Tutt’altro. Ce ne sono troppe. Le trovi ovunque, anche e soprattutto quando non le cerchi. Figuriamoci se non riesci a trovarle quando le vuoi. E allora? Cosa devono fare i giornalisti, licenziarsi tutti? Certo che no. Parafrasando un noto conduttore televisivo della mia infanzia, Antonio Lubrano, potremmo dire che “la notizia sorge spontanea”. Gli utenti generano contenuti, gli amatori generano contenuti, io stesso genero contenuti. Ora, non tutti questi contenuti hanno i crisimi e la dignità di notizie, raccontano cioè fatti che abbiano in sè il carattere della notiziabilità. Ma molti di questi sì. Vado alle poste e c’è fila. La cassiera impazzisce per lo stress e spara con la cerbottana ad aria compressa sui clien-
ti (estremizzo)? Bene, se scrivo un post su Facebook o scatto una foto con il mio cellulare mentre accade il tutto, cos’è che ho fatto? Ho fatto notizia. Una “breve” per giornali e giornalisti, nel primo caso. Una fotonotizia, nel secondo. E questo perché? Perché è cambiato tutto dalla scoperta di Napster ad oggi. Peer to peer, file sharing, social... La gente usa la leva emotiva della performatività, se non della profittabilità, per costruirsi una news e propagandarla. Lo fa per soldi? Può darsi. Lo fa per esibizionismo? Sicuramente sì. Lo fa perché possiede gli strumenti giusti per poter essere un perfetto broadcaster? Ovviamente. E’ un mondo strano. L’autorevolezza della fonte è passata in secondo piano. La pertinenza (mi cerco quello che mi serve) e la velocità (lo devo trovare subito) fa del lettore della rete un “predone”, uno che frettolosamente si muove sui siti in cerca delle informazioni che vuole, che torna ripetitivamente sul “luogo del delitto” per capire se ci sono aggiornamenti e, spesso e volentieri, è del tutto “infedele”. Non mi dai più la notizia? Cambio sito. Mi chiedi l’abbonamento per continuare a leggere la parte della notizia che manca (non free, non in chiaro)? Cambio sito. Ecco qua. Sta tutto qui “il fatto”. E al-
lora, smettiamola di fingere che il problema non è nostro. Voltiamoci pure, se vogliamo, dall’altra parte, ma da quella giusta però. Il primato dell’informazione non è più del giornalista. Spetta alla rete. La primogenitura è della rete. La notizia nasce spontanea, dicevamo all’inizio. Noi giornalisti dobbiamo fare altro, possiamo e dobbiamo lavorare sugli usi secondari della notizia. Eccetto che nelle poche, rare, occasioni in cui siamo, di contro, ancora in grado di darla per primi. Sia chiaro. Là vale il discorso preInternet. Sennò inutile stare a perdere tempo. Alla velocità, che ci pone in una condizione di netto svantaggio rispetto agli utenti generatori di contenuti della rete, dobbiamo rispondere con l’accuratezza. Sennò hai voglia di fake news. E non esistono siti di Polizia di Stato che tengano. La post-verità è diventata fake verità. Credo a ciò che è più vicino alle mie corde, alla mia pancia. E’ come il “meme” ironico, arriva inatteso e parte atteso. Qualcuno slatentizza il mio stato d’animo con una grafica e io la condivido, mi riapproprio di una parte di me che era nascosta e che quella battuta ha fatto riemergere...la rendo virale o almeno provo a farlo. Vabbuò, sarebbe troppo lungo (cioé ancora più lungo) il discorso...
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DOMENICA 28 GENNAIO 2018
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Sulla crosta Poesia di Emilia Sensale
Mi guardi, disteso sulla crosta di una ferita aperta, di un formaggio lasciato a marcire su una mensola di pane. “Eppure...” sussurra il cuore quando ti vede in quelle pieghe di speranze lontane, tra i vestiti puliti ma non stirati che accolgono bramose mani. Vorrei cancellare il dolore che mi ha punito e la sofferenza che ti ha segnato, ma a ben pensarci è meglio andare avanti per scoprire quali foglie cadranno da alberi fatti di aspettative e affanni e quanti sospiri migreranno verso terre di sogni, lontano dagli inganni. Forse il formaggio non è andato a male, proviamo a scioglierlo, prendi una padella. Qualunque cosa mi hai fatto è una cosa bella.
Fotosegnalazioni
GLI IRRIDUCIBILI
IL PROF. IODICE IMPARTISCE LEZIONI DI FILOSOFIA, ITALIANO, INGLESE, LINGUA E CIVILTA’ ITALIANE A STRANIERI DIZIONE E PRONUNCIA DELLA LINGUA ITALIANA GEOGRAFIA, STORIA, PEDAGOGIA, PSICOLOGIA TEL. 3400582672
Un gruppo che è legato da una sola passione quella per la loro squadra del cuore IL NAPOLI Augurissimi
27 gennaio A Elvira Pia Mari Un piccolo augurio per una grande persona con un nome speciale. Un augurio di Buon Onomastico da tutta la famiglia.
Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. Reg. 5116 del 28/02/2000
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