L I C E N Z E: I M P R I M A T V R, Flamniut Torceîl. Pic. Gen. ïfaap.'
Francifcus Lombarde vidit* R E I M P R I M A TVR. Hac die Ktîi.Julii
168g.
Sebajîianus Ptrlfùui Vk.Gen. D. Elinius Caraccïolus C. R. Congr.ind.Secr• 1,1 "*
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R E I M P R I M A T V R. Die xviii. Augujii 1689.
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Car¡Uns Reg.
Montccorvinui.
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Che fono nell’ Ifola di Pithecufa, Oggi detta I S C H I A .
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D V E.
DI G I U L I O JA SO L I N O FILOSOFO , E M E D IC O IN N A P O L I . Nelli quali fi dimpftrano molti Rimedj naturali, dal detto Autore nuovamente ritrovati, oltre quelli, che lafciarono fcritti gli Antichi. Con molte efperienzeycd ijìorìcja l medefìmo ofjcrvatej come nel Sommano della feguentefaccia f i legge. Ed in quell» feconda imprendane ricorretto , cd accresciu to con alcune annotazioni del Dottor Filofofo Signor Gio: Pifloya . E nell' ultimo aggiunti lì bagni d Ifichiadì Gio: Elì fio Medica Napolitanoycon le note di Gi<*\ Francefilo Lombardo Medico Napolitano Con due figure, c Pianta della detta Ifola , E CON DUE TAVOLE COPIOSE. ■>
IN N A P o l i ; A ipeiedi Bartolomeo Roteili MDCCLT. Con Licenza de
Superiori*
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X J E li’ Opera li ragiona de’Bagni,Sudatorj, Arene,Fu» I > - rnarpic, fango , Doccia , e lim ili. M I primo liLro il ragiona dell'antichità d’Ifchia , c fi dinaoftra con l ’autorità d’antichi Scrittori Greci, e Lati ni, quanto Fano flati i bagni di quell lfola appreiTo lo ro in ufo comune , e celctratitììrni . ' Si conferma conl'autorità ancode’modcrni,lìcerne diGio: Eliiio, Falloppio,Solenandro,Francefco Lombardo,An drea Baccio, ed a ltri. Si dimoflrano le Miniere, e luoghi tutti dell’Ifola . Si ricerca la caufa della mutazione nelle cofc,c ne bagni. Svdifcorrc quali liano i migliori, e più neceflarj elementi. Si'dimoflra l'antichità de’bagni, e di loro ufo . Si tratta delle caufe,e de giudic;,e pronoilici de’bagni. Si danno le regole univerlali per l ’ufo de’bagni. Si difeorre del vitto, e lei cole non naturali. Nel fecondo libfo,lì dinaoftra l ’ordine di entrare,e piglia re i bagni . , Si ragiona di tutti Bagni, Arene,Fango,Doccia,e Sudato r i , con ic loro Minere . Si tratta delli accidenti, che avvengono . _ . Si dimoflrano nelle efperienze fatte , con li rimedj ufau dall’Autore : ed 1 fiori e particolari . L ’ordine , che fi deve oftervare dopo finiti li bagni.
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BENIGNO T
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VE^tFDO fempre nell'animo mio un continuo penjìero di giovare alla mia Patria con tutte quelle pocheforze , che ho : e fapenda con quanta avidità , e premura fi domandaffe la prefente Opera dalli Signori M edici di quejla nojlra Città , ed anche da' Foraf lie r i, fenza però trovarfene copia veruna \ efe alcu na fe ne trovava fi pagava a cari¡fimo prezzo : mi rif o l f di farla di nuovo rifampare . A quef' azzione f u i animato da'molti Signori M e d ic i, lì quali con anzietà grande m incitavano , e Jollecitavam con allegrezza indicibile , ejfendo l Opera ( come efsi di cevano ) affai neceffaria alla Medicina praticata in ^Napoli per V ufo frequente , che f i ha de' "Bagni di Ifchìa y con eventi veramente miracilofi perla fa iute dellì poveri infermi. Onde l'ho fatta rifampa re eon la maggior attenzione poftibìle , così per ono rare il libro , che lo merita, come anche ver facilitar ne la lettura. fi libro con il rifam parf non ha dete rioralo ; anzi è riufeito pm corretto nelle interpun zioni t e nella chiarezza de' fe n fi, e periodi . Circa la locuzione non fi èfatta mutazione alcuna , coti per non entrare in cojà affai intrigata , come anche per lafciar lo nelli propriafta an ticavenu fà , ed appa renza. Ho procurato aggiungervi un’ ott tao difegno dell' Ifola con la diffrazione di tutti li luoghi de' ■ Rimedi naturali di f a . Ed anche il Signor Gioì P fo y a Medico di quella qualità , ben conofciuto in a z que-
quefla nojìra C ititi, mi diede alcune notizie.di otti ma erudizione appartenentino a due bagni d ljc b ia , le quali l'ho aggiunte alli luoghi Juoi>come anche per maggior dottrina ho aggiunto nell'ultimo dell'Opera aitimi bagni d'Ifchia deferìtti du Gio: FA-fio M ed i co Napoletano con le note di G io: Francefco Lombar do anche Medico Napoletano , tutti Vomirti doti J fimìde' loro tempi • Da quejlo ( 0 Lettore decreto ) puoi -vedere feto veramente abbia avuto animo di gio varti \ onde fé accetterai quejlefatiche di buon ani mo , penferò 'darti cofe di jm ilt >o di maggior ejlrnazione, e vivi fa n o .
AiriIIuitrifs.™ ed Eccellentiis."11 S
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D. G E R O N IM A COLONNA; aK,s&au.!é,MC,au,a»c, •m'SfaW'#*'to'imem O N pere# io miri i l d e l vago , e dip'nto A ll' o r , che Giove fplende, e A d irti luce j £ gira il cerchio obliquo > e riconduce / due Gem elli, un vivo, un' altro ejlinto.
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Chìron di flr a li, e di faretra accìnto , D ' A fr e a la libra , e del L,eon la luce > N è perche notte i l carro in giro adduce D i lucenti trioni adorno, e cinto. N on perciò men' ardenti i raggi mofra > N è men leggiadra , c chiara f dìfcopre N u n zia del Sol la matutìna Stella • N è perche f a V altera Stirpe vofra D i mille alti trofei pompofa , e b ella , di voi men chiari i l nome , e l'opere.
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AL M O LTO
E C C E L L E N T E
SIG. G I U L I O J A S O L I N O M E D ICO , E F I L O S O F O P I G R I S S I M O . A N D R E A B A Medico Romano
otabile avvertimento ho confiderai io , R o b ilifimo fafolino , efjère fa t o quel detto d' A d itotele } quando ne i morali a Ricomacho } ragionando egli delle invenzioni > e delle arti dif é , che tutte le Jcienze y eie notizie > chef i danno di cofe nuove y ed utili y crefcono , e vengono a qualchepcrfezzione> co me dicono per additamento • Cioè chefe bene le fetenze^ e le buone a rti, a gufa di un nobile edifìcio , per ìnven zione di qualche curiofo ingegno, vengono ¡ondate con bu-.niprincìpj >e jopra a quellifondamenti fiedijicanoy e con ì compartimenti Juoì vengono tuttavia acquetando più bella projpettina , e più perfezione > fenza dub bio però nonf i arriva a quelfìne , fe non col tempo, che è padre della verità > mediante il quale qu Ile patti i e quelle conjìderazioni ben cimentate , e piu r i filate y pervengono finalmente a quella perjezzione yche fi può , e chef i defiderà . Laonde ha luogo quell' altro avvertimento , che quel buon Poeta ne dette delle nuove invenzioni , R O R V M P E E A4 A R T V R I R A R R V M . Volendo moflrare , che ad imitazione della natura y come ella nove mefì dura fatica a mandare il Juo parto in luce, così g li Scrittori appem hanno da fio ra r e , che le compofizmi loro pofi.
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ho aver
chiara luce >finche premute nove , e piu a i a i , venghino con la lima del tempo a polirf i , ed a qualche perfczzione. A n zi ad alcune invenzioni t che abbrac ciano , come a dire, l'infinito ; quale fù tra le altre quel. la dì Plinio ( imprefa da G iganti) a trattare di tutte le cofe del mondo , fin delle hifiorie , e di tutte lz_* arti umane -, per lodati fimo che egli nefila per effere in tutti ì feco li, è mpojfibìle arrivarvi in tutto i l corfb della vita ; E come in parte ancora , ma di manco ardi re , èfiata la imprefa nofira , a trattare di tutte le ac que ; e de' bagni : perche trattando]! in quei libri della natura , e de’ principi communi delle acque /empiici > e compofie, con quefii vengono ben comprefi tutti i fuoi particolari : ma con modejìia, e prefuppofito { c hi è il nervo pare a me di tutte le fr ittu r e buone) che fiotto quelli giudìz) comuni, f i poffafar anco giudizio d ogni altro particolare, che in quel genere fi ritrovi. Il che fi è notìficato chiaramente nelfecondo libro di quelli ape* ra} dovef i diforre dell'ufo , e dell' adoperare le acque de'bagni in più modi- -, chefi'come nel comune vivere, ol tre alle leggi comuni, fono neceff irle per ogni luogo le leggi municipali, e g li ordini fuoi convenevoli ; cosi, dovef i viene all' ufo immediatamente dì c ia f un bagno , è neceffario averne una particolare ìnflruzzìone . A qnefio non è mancata la diligenza mia nel dfic rivere minutamente quelle ìflorie delle più notabili, che fimo potuto venire alla notizia d'oggi dì: ma chi non s ii, che è impofibile a un f i o vedere l tutto , e che in eia fcun luogo f i tr avino alcune condizioni di particolar confederazione ? Come io nò f i èfatto in molti luoghi P Italia , e di Germani a \ e cóme diligentemente fece il dotti!/.no Gio: Francefco L* imbardo de i luoghi, e ba gni di Pozzuoli, e di F ai a ; e par imeni e veggo orafarfi da voi genti li fimo Signor Jifoli no , che per quanto io giudico in quefia nobile imprefa d'avere illufirnti i ba-
bagni à'ifichta, e dì quelle altre famofe Ifole intorno a N ap oli, m n ¡Giumente riturnarete acqua al M a r e , (Tomegentilmente alludete, nonpotcrfi aggiungere alle wieTberme ; ma avendo noi fattavi nuova diligenza, e ritrovate tante altre forti d : acque , e di bagni , e congiudizj nuovi di quelle miniere , potremo ben dire, come quel buono Poeta, che piufìa di blfogno a noi /’ opera vofìra , che a voi la nofìra. A nzi quefla doverebbc fe r e cura particolare di quell communità >c de' Rettori di quei luoghi, che alle fpefe delpubllco faccfifn o fa r e quefle nuove diligenze. E f i rifolvcjjhto ( coll' cjjtmpio s) nobile della Signora D. Gironimu Colonna vofira , e mjlra Padrona, la quale intendo , che con nuove j abri che va illufìrando quei bagni ) ridurli in forma, che perpetuando la memoria della loro liberali tà , rimanere eterno comodo a loro pofleri. M a per al tre buone ragioni, io ho da efortarvi a quefla nuova deferìzzione di quei bagni, per commune utilità, quan to iofono rifiu to di non volere aggiungere a quella-* mia opera, fe non poco , o nulla ; sì per non /proporzio nar la*3i quella form a, che ella ha di comune confenzo, c ve[irò perfetto ; ù perche f i verrebbe a entrare vera mente in un Pelago infinito cofia abbonita fin dalla nalìtra > non che da un mediocre ingegno . M a come di molti altri ho laficiata ampia materia \ onde altri « o ferivano 3 fpccialmente di quelli 41. c più luoghi de' quali la vofìra ifioriafarà particolar menzione, io li ri durrò a tre > 0 quattro capi principali, come è direni che altre di quelle acque fervono ad ufo di bagno', al tre fieno per bevere, altre per fiudatori, ed altre per l'arena > e per i fa n g h i, e nominatamente ponendole a fiuoi luoghi, mi rimetterò liberamente alle iflorie vof l r e , e maggiormente, quanto io conofico la candidez za dell' animo v flro non muoverfi a ciò > nè per ambi zione, nè per fare il diligente ne i fe r ii ti d 'a ltr i, come molti
molti altri fiannv ; ma a un fine laudabile , e Chrifiia« no , per amplificare ( come-f i deve ) la notizia delle cofie, ed a comune u tilità . Ónde per modo di ringrazia mento mi occorre farvi tpuefii verfietti .
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IN T alii fimiles, pandant qui Arcana Minervas, Et novse erunt artes, quie la&uere diu, Sint Mcecenates, pandentur Apollinis artes, jNec deerunt V ates, Hippocratique pares •
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Moka fliuiìre, Reverendi/T. M o n s . g no r
PAOLO REGIO, VESCOVO DI VICO EQUENSE Padrone Offervandijf,
G I U L I O J A S O L I N O S. O LTI anni fono , Monfìgnor mio Reverendiilìmo , che io ho comporto una opera, de’ R agn i, ed altri rimedi; naturali dell’ 1 fòla d’ Ifchia. E desiderando di rtam parla in quello Regno , dove Ella nacque , e ipronnto anco dal Signor Fraticello Lombardo , noftrocomune amico , mi è parlo fare elezzione della Stampa, eh e è nella fua Città di V i co Equenié, sì per la prefènza di V. S. Reverendittìma , che ranro cordialmente amo , e riverifco , conoicendola così ricca del teforo delle dottrine , e periciilìma di tutte le antiche, e moderne lfbrie : co me anco perefiere quella, materia de’ B agni, ilimafa da’ molti Sacri Dottori , dono celeile , che pure da’ Gentili fu detta Fiera . Per quella cagione adunque ho voluto, che fi mandi a ilamparla in cotefia C i t t à , rendendomi lìcuro , che non fiolo con la fua_j dottrina , ma con lo fplendpre della fua Criflianififima, ed efemplare vita , 1’ opera ne racquiilarà fa. vore tale , che appretto tutti per Io avvenire , farà ( fpero ) in maggior ftima, e riputazione : e per non portare ( come fi fuol dire ) vali a Samo , breve men-
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te
te dirò alcune cofenoiande, e miracolofe , che alla giornata oiTerviamo , intorno a B agni, icritti, e da gli antichi, e da’ moderni . E prima sa bene V. S. Reverendiflima , che San Gregorio Nazianzeuo di ce , che ^alnca funt natura gratuita rumerà . E Cailìodoro ( fecondo riferifee Patino Balneis, ) di ce , che neiìi Bagni d’ Appone , erano due Bagni , l ’uno deputato per li male hi , e l’altro per le donne, e che ie alcuna volta qualche donna entrava nel Ba gno de’ maichi non poteva foffrirlo, ma lì lentiva_» brugiare , come da oglio bollente. Si legge apprefiò AntonioGuaianerio, un fuccefio miracolofo , che Lif), ^ fùnelli Bagni Acquetili, vicino al fiume Baribunda. cap. *, Dice egli , che gli fu narrato da molte perfone de. gne di fede , che efiendo colfunie di andare a quei bagni liberamente tutte le perfone, nè lì prohibiva* no anco le perfine infette di qualfivoglia fòrte di ma le; i Cittadini divietarono, che non vi andaflero i leprofi , nè quelli che aveffero mali ccntagioii. E per« ciò Noftro Signore DIO , tolfè fubito a’ bagni la vir tù , lafciando loro folamente la caldezza, di maniera, che dopo ogn’ uno, che pigliava detti bagni, fi lamen tava del danno ricevuto. I Cittadini di gran meravi. glia pieni, ebbero ricoriò ad un Vefcovo di Santa vi ta , e fatteli molte orazioni , e proceilìoni divote, con tutto il popolo , ed avendo eglino promeflo al Signore di non proibire per l’avvenire a perlòna al cuna di entrarvi : fu efaudira la loro orazione , e fu reftituita la virtù a’b a g n i, a quale conferma fino al dì di o g g i. Io potrei qui raccontare molte altre bel le , e limili iftorie : ma come che a lei lòno notilfime, le lafcierò da parte : E dirò folamente col Principe de’Peripatetici A r s o te le : Cur cab dee buine# facr# L-b. prohabeantur't anproptereaquodfulphure, atquefulmi- blem,Z4’ ne rebus ingenue facris proveniant < ed il Commenb 2 ta-
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Problem. fario dice : DìStam ejl facrtm , quia in h-ujafntoài Ultio). balneis f i uverida: infuni virtutes, & elat£ , Jìcut dicitar de ®Reapolìtanis. Lafciando ora da bando quel che abbiamo detto intorno a quefto particolare, nelli capi dell’ origine, ed antico ufo de’ Bagpi : la fupplico , che poi«be quella noftra felice Campania fu così ben dotata di tali doni celefti, e tanto celebrata Da’ G r e c i, e da’ Romani: voglia anco ella aiutarla con le fue fante , e divote orazioni : acciocbe i rimed; naturali abbiano a conièrvare la loro virtù-N on re sero anco di raccomandarle quefta mia opera, e di re , che avendo lette le fue divotiftime , e dotte ope re , non ritrovo in quella colà , che mi fia diipiaciufa , fe non che hanno fine . E con la debita rive renza le bacio le m a n i. Di Napoli a X X V III. di Lu glio M .D .L X X X V 1I.
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ECCELLENTE,
e Virtuofo Signore G I U L I O JA S O L I N O PAOLO REGIO , V ESCO VO D i Fico Equenfie. S. O pigliato gran confolazione in vedere la fica uti le>e dotta faliga,fatta intorno a i bagni d Ifchia\ la quale è per apportarle immortai lode appo ì pofleri : ed obligo infinito ciafcun aver le deve , per aver ma nifcftato oggi al mondo cotanti falutiferi medicamenti, che prima occulti f lavano alle genti • < sìAel che ancora .appare la gran benignità’ di D IO verfio ì fuoi Napoli-^ ta tti, avendoli provifli per le loro infermità , di tanti vicini rhnedj , come fi vede . E fie g li antichi Green inalzarono alle fe lle ,g li A polli, e g li Efculap] > non per altro , che per cfierefilati inventori della Medicina, con aver ritrovate alcune proprietà delle erbe •, quanto maggiormente F - S- deve efiere celebrata via piu>aven do manifiejlato le virtù delle acque f e de minerali, che la nobìlijfima Provincia di Campania > anzi il Regno tutto di jtAapoli ìlhflrano ? Laonde con lo (pie ridere , che ha apportato a quefilì luoghi, ella ne diverrà illujlrijfima in tutta l'Europo. L a ringrazio oltre , che che fibbia voluto flambare queflofluo libra nella mia Città di Fico ; la quale per cotale impreffione appa rirà fiamofa nella gran piazza del Mondo , che è la. fcdelijfima Italia , avendolo nella noflra Italiana lin gua cempoflo. E con tal fine , pregandole dal Cielo il vero contento , me le ojficro di tutto cuore. D i F ico a X X X di L uglio. M .D .L X X X F H .
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JULIO l A S O L I W O P I T H E C U S A N ET M EDICO
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C C / P I O , defitta Cartilagine] A fr i^ canus fa it diffus . Pompomus eques Rom anus linguam Gracam Athenis do, A tticu s ; D ivus Antonias na tione Hifpanus , T heologia expo• P a ta v ii , Patavinus . T u difer^ Pithecnfa.. mis dicendus es . Pithecufs Ínfula U. luflrata balnearum inverinone , caruni que vario ufu obf ervat o , ac monumen* lis tradito , ¿ V ? .
A L SIG. GIULIO /ASOLINO Anibai Torre Cavaiier Geroiòl¡mirano. E N T R E l' interno ardor Tff'eo fo fo tti D altera mole in darò g l go affretto : E [udì intorno drfo liquor dal petto , Che da l' A rm e ogn or fpargi , e ref tri » # Porger [alate altrui co ì tuoi martiri Ben puoi dal duro tuo nojofo letto, M a ben copre talor celato effetto [ffiel falubre vigor, che fempre f p i r l .
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Ecco ( e pur tanto [alfe ingegno umano ) D a l chiufo grembo di ^datura / copre I l mìo gran G IU L I O i tuoi jegretì afcojt. Ceda Ogni altro fa per fallace > o vano. Ehicflo è poggiar nel C ie l, q aeffe fon opre D i piti fe lic i / p i r l i , e glorio(ì.
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JULIO JA S O L I N O P I T H E C U S A N O ET MEDICO
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C IP JO , defitta Cartilagine, A fr i. canus fu it diffus . Pompomus eques Rom anus linmam Gr&cam ¿¡thenis doo ffus , yitticus ; D ivus ¿ûntonius na tion e Hifpanus , dm T heologia expo r t a P a ta vii , Patavinus . P u dife r . vffime lafoline hac ratione Ptthecufa nus djcendus es . Pithecujïs lnfula il lujirata balnearum inverinone , carumque vario ufu objervato, ac monumen* fis tradito . Vale,
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AL SIG. GIULIO/ASOLINO Anibai Torre Cavaiier G erofeiinitaìio. E N T R E y interno ardor T'feo fofpiri D ‘ altera mole in darò g l go affretto : E /udì intorno arffo lìquor dal petto , Che da 1' ArIme ogn or fpargi , e refffri »
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Porger [alate altrui co t tuoi martìri ß cn puoi dal duro tuo nojofo letto, C E ia ben copre talor celato effetto Q uel falubre vigor, che ffempre f p ir i. Ecco ( e pur tanto [alfe ingegno umano ) D al chiufo grembo di ^Natura [copre I l mìo gran G IU L I O i tuoi fegreti a[coß. Ceda ogni altro Japer fallace > o vano. Quefìo è poggiar nel G e l , quefìe fon opre D i più fe lic i [p irti } e glorio fi*
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SIG. GIULIO JASOLINO o 3S7i//’ Opera de' 'Bagni d 'lfc h ia . *
IL SIG N O R A S C A N IO P I G N A T E L L I . A dove in pena del fuo fa llo audace Empio Gigante antico foco afeonde ,• Che ogn or difciolto in fu m i, o fijfo in onde Fuor de l'arido fen forge vivace.
L
^Ehiovo Efculapio or tu fido , c verace Scopri valor ne le falubri fiponde, Ch' in noi vitale, e rìgorofo infonde A le piaghe rimedio > a ì dolor pace.
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Emulo di natura a gara rendi A ltru i v ita , e fa lu t e , anzi a fe fiejfa Ov' ella manca, tfu o i difetti emendi • ^filobil virtù \ ehe’n mille modi efprejfa, mai di giovar Jazia , òr non rifplcndì l ' opre f o l } ma in quefie carte impreca .
*.. -'
rA l Skgolóri/fimo Signor
GIULIO Gl ASOLINO IL
DOTTOR
CIOFFO.
H I de ? alto valor del vojlro 'ngegno, ¡ A S O L I C I folo , e chiaro in poche carte Può ridur, per lodarvi, e dire in parte Come del mondo fitte almo fofiegno ì
C
, t'io dritto ifiimo, è ben di fdegno Ajpro*, V invidia forfennota , ha [parte Strida : D el buon Cbiron la nobìl' a rte, £ del gran Coo, chi tocca 7 vero fegno ? L a ffa t è G Ì V L Ì O che fplende, e che dimofira Opre divine , e gloriofe imprefe, Onde la maraviglia ni ha fiupore • Salubri Terme ne la Tifeo chiofìra » Per morbi atroci , e per mortali offefe, Trovò la loda or f o l g li porghi onore »
IN
L O D E D E L
S iG ^ O E
G I U L I O I A S O L I NO ART ALE
RAS C A G L I A .
R A N tempo cfcttrò, e vìi fepolto giacque Sotto del grave pefo di Epomeo Con afpra s e dura pena il gran Tifeo, Per /’ ardito voler > che al cor g li nacque .
G
Ada poi che'l G afolin fè notò l'acque D ’Ifchia •, end' ei pruoyc memorabil fsot ‘ Dagli uomini fcacciando il morbo reo , lllujlr.e, e caro, a noi Tifeo rinacque » E al Cicl s’ innalza ; e fenza alcun riparo Sua fama vola in guifa di colomba \ Adercè del G ia folln , sì dotto ¡ e raro . E in ogni parte per sì chiara tromba IJchia rifuona \ ed or in or più chiaro Con maraviglia i l nome feto rimbomba .
A L
S I G N O R
GIULIO GIASOLIN O . Giulio Celare Sicolo R.
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le più elette Idee, che ne V eterna Adente, verfava D IO , pur' alma fciolfe j /# cui quanto può dar tutto raccolfe ; ( L opra tndivifa f u , perche j ù eflerna . ) £ creandola in tempo , a fempiterna Gloria V addijfc ; e in terren nodo , involfe , Perche informajfe un nuovo mondo , e volfe , Moflrar qua g iù la fu a beltà fuperna • Ecco fecol felice un nuovo lume , 2Sion minor del maggior, eh' in Cìel ri/pfende , Ti dono \ injin eh' a mefaccia ritorno. G I V L I O è cojlui, eh' alti fecreti intende D i datura } onde a Morte ha fatto feorno ; Difje de' Giunti i l piu fupremo m unte.
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All' Opera del Signor
GIULIO GIASOLINO.
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B e ’ "Bagni d' Ifchìa .
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Di Donato Antonio Giuranno, Tarentino Difcepolo.
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Pìnto dal van defio di fa r f uguale A l fonmo G iove, il gran T'ifco s'c forte f E l ' un fopra dell' altro i monti pone, E sfdandolo guerra in cima fale .
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Giove irato V uccìde con un fr a le > E t uccìfo folto Ifchìa lo fbpponc ; M a G l A S O L I L O a V opra che compone Q uell' audace Tifeo fa rd immortale. Q u i deferine , che terra, aria , acqua, e foco Dell'amicai, e famofa Pitecufa „ Rende fa i ut e a' Infermi d'ogni loco. D à il nome a ciafcun bagno , e q quel che l'afa » D i f ingue i l tempo , e /’ orla , il molto, e'lpoco > Acciò non faccia l'opera confufa .
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Al Molto IIU ed Eccell. Signor
GI UL I O GIASOLINO* Margarita Sorrocchi Biraga. Ingan le chiome tue mirto , & alloro , D ‘ Apollo, o[acro, e preciofo pegno > Che ben vuol egli al tuo [ublime ingegno Fregio piti bello dar che d'ojìro » e d oro •
C
f A te dell'arti f a l c h e a noi giù foro M a l note, i l pregio più fovrano, e degno , Difcopre, onde ha ^datura invidia, e [degno % Che inferma pur da te prende rijloro. Q uinci al tuo gran faper la terra , e V onde Cedon V occulta lor maggior viri ut e > F n ha v ita , e [{legno i l [ecol nà[ro . ^ tiè [ dicon qual pria que[' arti or mute, Che fuonangih nel tuo purgato inchiofbro Fin dove il Sol i rat n apre} Ó* afconde.
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JOANNIS MARTINI D E
V E N A .
AD JULIUM JASOLINUM Medicum eximium, ac peritifs. A C T A V J T quondam medicai Padalirius artes ; Qua! docuit multai fem ìfer Ematbius . Q u i que PbidoBeth deterft cruore venenum > fh o d dédit Alçidit dira fagitta malum. Adirata e f olimfaniem longeva vetuflas Fcedaque Poseonta vulnera dempta manu. Q u i penit ut reram vira tentavit aperti, Julius en medicai ju re Çoronis erit ; JJÌe potens berbis medicat , çuraque fugaci { Difficiles morbos, vulnera ttetra lev â t. Pbillyrides Chiron nunç, J i Delius ejfent Cenforet art is , ter ti us i f e foret * H u ìc tua progenies cedat, quin tu pater artis : Artibus exuperat te modo, Ap Ile , fu is . Hune juvenem laudatepium, laudate falubrcm ; f f f premit is trilli languida membra toro.
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AD JULIUVr JASOLINLJM Phìflcum , ó> Adedicum per ìllujlrem, D . rrancijcus "Baldacus, '"i " Adíenus Inarimes j acuìf i pondera prcjfas , Infamis fcelerìs jujlaflagella ferens : Pellet efede Jovem Coeli es temerarias aufus , Dedecus bine audax totius orbis eras. Incipe proefenti jam tempore Utior efj'e : flhod J A S O L P N V S te fa cit effe decus . Arte fu a pandens abfo n d ita proemia, frudlas, fiaos pariasgemitu , flurnineis, & aquii. Efficit Heroum wlet ad te turba potentum, Heroinarum bella caterva fìm ul. U ln e divesfrueris genrnis, & cultas bonore, Quod locus hìcper te fit domas Hfperidum , Alter Pillyrides me donai, muñere, dices, Prtecipuè dicar quo bonus ejfgygas ,
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Centra Zoilos. Dei]cit datas divinapoicntia mentes : E t premit impoflto colla fuperba pede.
CLAU-
CLAUDII LIBESSARDI ATREBATIS
,
TYPOGRAPHI,
A D A U T HO R E M , NEC N O N AD
L E C T O R E M .
E P IG E A M M A * Hoshus ut auricomo pr¿fulget candidus ig n i , Sic inter medicos tu Jafiolinc micas • Q u i non furta Jovis, non borrtàa monflra Cyclopaf » ( Crede meras nugas ) centimanumque Gigen « Seriquas ¿quorcas producit littus arenas > Quafiquefaluùferas mittit abijfus aquas, Collibia apricis celeberrima , balnea qütc dai Infula, Typb¿o fa dlafuperba Gy ge : H ¿ c tam fue ein cl è , velati dittante ree enfes d a tu r a , Ô* reddss lucidiora die » Ecquis condignas ,pro tanto muñere, laudes Reddet, & ¿ternura nomea ad afra feret ? S i in Calum referunt Epidauri, dilaceratala Q u i inter mortales reddidit Hyppolitum . klon te etiam referent, cumf s Epidaurius alter > E t did pojfs dwitorw to reoeuv Hunc igitur meritò lege, Lettor amice, fuere > Quolibet £re para, f i tibi chara [ a lu s .
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E J V S D E M
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ZOILTdM.
I I V I D E quid laceras $ rubor occupât ora. quid inde ? S i Hyppocrati fimilem mordeat H ip ócra tes. Q u ¿ ventis vari i s agitata > Aquilone repulfio, In porta rettati firma Columna ratent •
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GIO:
GIO: F R A N C E S C O LOMBARDO A' L E T T O R I S.
Agionando Saluftio in quel libro della congiura,che egli icriife di C atilina, dell’ ufficio degli uo mini, loda oltre modo quei ta li, che allontanatili dagli animali bruti, i quali, fenz’ altro privile-
pongono i loro affetti al l’imperio,col quale hanno comunicanza con Iddio , & procurano di non menar la vita ofcura , e Cotto (¡letizio. Di quella fchiera volen do efi'ere il mio Signor G iu lio , dopo d’aver navigato molti anni nel nell’Oceano delle buone lettere, e del le difcipline liberali, fi e ingegnato con varie occalìoni illuftrare molte colè delia medicina, fecondo i pre cetti del grande Ippocrate , e de’fuoi feguaci Galeno, Celiò , ed a ltr i. Ora con l’occafionc dell’ Illuftriffima Signora, e non mai a baldanza lodata Signora D. G ironima Colonna , efèmpio di religione, e di bontà, ha non iblamente illuftrati copiofàmente , e con nuo d vi
vi m odi, i vecchi bagni dell* antica Inarimc , Ogg detta Ìfchia , i quali già molto tempo erano itati i n_» poca (lima , e fepolti ; ma con molta fatiga , e (ingo iar giudizio, ha tro va ti, e nuovi b a g n i, e nuovi lo d a to ri, ed altri sì fatti rimedj naturali, che per pri ma erano in tutto (conalciuti. E però miegna in que llo breve trattato la forma , e la regola, che (i dee te nere da coloro , che iì vogliono ièrvire di sì fatti maravigliofi, e falciferi rimedj. Di che é ben ragione, che fe gli rendano grazie immortali, e dagli amatori della verità , e da coloro , che fentiranno delle fue_-» fatiche (ingoiar giovamento , e da ogni altra p erli na , che cen animo ben comporto vorrà aver occhio all’ utile comraune. Ed io , che quanto porto lo riverifcoj ed ortervo , confetto per la parte mia di Tettar gli con in.fìnito.obHgo , e per quello, e per altri degni yiipetti, e prego IDDIO rctribuitor d’ogni bene , che gli dia il premio eterno nella Celefte Pat ria . In N a poli, il dì coniècrato all’ lllurtrilTìmo Miilerxo del glorioiò A portolo San Bartolomeo 1 ■$82.
TAVOLA DELLI CAPI DI
T U T T A
L’ O P E R A .
Come fo n o ,
Bagni, Sudatorj, Fango,Doceie, ed Arene medicate, che fono nell’ Itola d’ iichia. D e f r ì t t e per ordine , cosi come in quella Jì ritrovano. Cominciando dal Bagno di Fornello , con Gio: Elifio , ed altri Scrittori ; benché quello non foCie il primo bagno, ma quelli delli Saffi i pure per eflere così 1’ ordine ieritto dagli A n tic h i, feguireimo caminando littoralmente, quali, ove fono li rimed; naturali in maggior copia. * L ettori. pag.^’ Del[ito d'ifchia, e cofe maraviglìofy che in quella fi vedono, dej erètte da diverfi Autori >e Jìconjìderana lefinzioni del Gigante Tifeo. Gap. i . pag.7. Quello , che dell' Ifola d'ifchìa hannoficritto molti mo derni . Cap.z. pag. 13. Deferìzzione particolare deU Ifola d'Ifchia, e di molte cofe celebratijfime , che in quella f i ritrovano degna di gran confìderazione, fecondo la mente dell* Autor e . Cap.j. pag.tS. Comeper la differenza, e mutazione de' tempi, eranoperd z date,
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T A V O L A dute, e dì nuovofono ritrovate molte cofe Importanti , e cosìf prova cjfere fonilo a i Bagnì.Càp.^. pag.j Che l'acqua f a più necejfari a che il fuoco,ed ancora, che f a il più eccellente Elemento dì tuttig li altri Ele menti, f i f à chiaro col tefimonio dì Antichi F i loftf. Cap. Pa»' 39' Che il fuoco f a più nobile di tutti g l'a ltr i Elementi f ì prova con l'autorità d'Autori Anticht.Cap.ó.p^.^g. D ell’origine de¡Bagni, ed in quantafinta fatto f a t i ap pretti g li A n tich i. Cap.y. Pag*54 * L 'u f à c ili B agni ^Naturali effere antichifimo,e che g li Antichi fe neftrvivano in due modi, e quali acque f debbano ufare. Cap.8. PaS*? 7* Avvertimenti per lì “B agni communi, ed alli Medici, ed agli Ammalati. Cap.9. pag-tf 1• Da cagione perche li Bagni ugualmente non giovano ogni anno, nèfanno quello che promettono. Cap. r o. pag. 5$. D elli fegni,ed indìzj, che mof rattofe li Bagnifono uti l i , egiovevoli ognanno. Gap. i 1. pag.óS. M olte utilità de'Bagni, raccolti da Galeno, e fi provano con l ’ Ifo r ic , che egli racconta. Cap j 2. pag.7 ? • Delle preparazioni, e cofe necejfarie a i Bagni ^Natu rali . C a p .jj. _ PaS-77: D el modo chef deve tenere, ed ufare circa il vitto nelli ‘B agni d'JJ'chia. Cap. 14. Pag<82. Della /celta de cibi , che /¡devono ufare a i Bagni. Cap.- 15. pag.8^8. Sì dimofra la diferepanza, eh* è irà il Baccio , ed i l Sa vonarola , e f conciliano infem e, e f ragiona anco dell'altre cofe non naturali. Cap. 1 <$• pag.94.
LIBRO S E C O N D O D
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r i m e dj n a t u r a l i D’ I S
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* Ordine , che fi deve enervare, prima, poi,c mentre s' afa il "Bagno. Cap. i . Pa§' 99m Tempo d'entrare nel Bagno.Czp.zPaS*1 ° *• Ordine, comef i deve entrare nel Bagno.Cap.3. pag* 103. Ordine, c h e f deve tenere ufeendo dal Bagno. Cap. 4. pag.109. D e i Bagni M aturali, cheferi f é Aetio, fecondo la men te d'Archigcne. Cap.<>. Paa*1 1 2* D el Bagno di Fornello. C a p . 5 . Pa g * 1 1 4 * D e l Bagno detto dtlla Fontana.Cap.j, p a g 1 z7 . D ell’Arenazione apprejj'o il luogo delle pietre abbntgtate a San Pietro a Pantane ilo. Ca p . 8 . p a g * 13 5* D el bagno di Cafiglione.Qap.<p% p a g . 136. Sudatorio di Cafììglionz Gap. 1 o. pag* 142.» D ei Bagno della Spelonca, 0 vero della Scrofa. Cap. 1 1. pag. 143. D el Sudatorio nel giardino di Caccìotto a Afonie CuMano. Gap. j z. pag. 145. D el bagno di Gurgitello. Cap. 13. pag. 147. Delle fue circofi anze. Cap. 14. pag. 147. D el bagno di Gurgitello.Cap. 1 ^. pag. 148. D el Bagno delloJiomaco, 0 vero che gioca, allofornace . Gap. 16. ’ pag. 171. De ì Bagni circofanti a Gurgitello > ed a quello vicini detto anco il bagno delle gengive, e di Santa Afaria Po-
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Popola 5 STap. e della lepra. Gap. 17. Pag* * 73 • D e l ‘Bi.gno deIli D enti. Cap. 18. < Pag* 1 74* D el ‘Bagno del Cotto} 0 vero delle Cajonche. Cap, 1 9. pag. 17?. DeIBugnodel Ferro. Cap. 20. ■ > Pag*T77* D e l Bagno detto Aurifero nella Cala d Umbrafio. C a p .n . Pag*1 79* D el Bagno Argenteo. Cap.22. pag. 182. D e l Bagno , 0 Doccia della Cala dì Umbrafio . Cap.23. pag. 185. D elli Sudator] nella V alle dì f legroponte . Cap. 24. pag. 183. D e l Bagno chiamdlo della Colata. Cap*2,5. p ag.1 8 4 » D e l Bagno dì Sinìgalla. Cap.ztf. pag. 1 85 . D elli Sudator] del Frajjo. Cap.27. pag. 18 9. DelBagnitello. Cap.28. pag.189. Della Fonte dello Rete. Cap.29. pag*190* D e l bagno detto di A ie za- vid. Cap. 3 0. pag. 190. D el bagno detCapitello, cap.3 1. pag.192. D elli Bagni di Santa Rejlituta prcjfo all' A rena. Cap. 3 2. pag.191* D ell' Arenazione celebratìfftma di Santa R ejlituta. Cap.33. pag* 194* D e l Sudatorio detto del Colto.Cap.3 4. pag. 199. Bagno di Santo Montano.Cap.3 5. pag.203. D e l Bagno di Gtara.Cap.36. pag.204. D el Bagno di Agnone, e di Citara.Cap.3 7. pag.207. D ell’Arena dell’Agnone di Citara.Cap.3 8. pag.207. D elli Bagni di So liccio. Cap.3 9. pag.208. D e l Bagno dì Gradone .C ap.40. pag.209, Dell'Arena fitto il Bagno del Gradone. Cap.41. p.21 o. D e l Sudatorio di Sant’Angelo. Cap.42. pag.i 1 o. P e l i ’A ren a di Sant'Angelo. Cap. 43. pag.2 1 1 . D el
T A V O L A D e l ‘Bagno dì Sani'Angolo. Cap.44. P3g>2 13 • D el Bagno dì Dojano»0 vero d'Z)Imit elio, detto nella piantali bagno delle Printipcjft. Gap.45. p a g . i l j . Della Fontana dì ’F b troll.Ca p. 4 5. pag.i 2 a . D ì / Sudatorio ài Barano,0 vero del T e f accio. Cap.47. pag. 125. D elti Sudatori del Salina udrò. Ca p. 4 8. pag.2.2,7. DelBagno Succellario.Qàp.^g. P a g* 3 2 9 » D el bagno di Piaggia Fomana-Cap. 5 0» P a g- 2-3 2 * D el Bagno JbìtrojfcG a p . 5 1 . P a S *2 3 7» D i / / / Bagni delSajJb.C ap,<; 2 . P ag ,2 3 8. D el Bagno, che è nel Giardino Pontano . Gap. 5 3. P a £ *2 3 $>*
D elti Sudatorj della Tejla. Gap. 4. pag.2 4 1 . D e lti Sudatorj dentro li Cremati vicino alla Cappella di S.Gironimo. Cap. 55. pag.241. E lli Sintomi, 0accidenti , che più allo fpejfj fò* gtiono avvenire nell' ufo di qualunque bagno M a t u r a l e . Cap. 1 . pag. 2 4 3 . Contro la fete ¡che fopr agi unge per cagione d i bagno. Cap.2. pag.245. Cantra lofooglìamento , ed appetito perduto per cagione del bagno. Cap. 3. pag.2 48. Per lof v e r chi0 J,udore, (he procede per caafa del ba gno. Cap.4. pag.250. Cantra i / mancamento di cuore, 0 vero d'animo ¡che viene dal bagno. Cap.5. pag.2 5 1• Centra la Jhùchczza del ventre , caufata dal bagno * Gap. g. pag.2 5 3. Cantra // dcltre di Tcfa caufato dal bagno. Gap. 7. Pag* M<5. Cantra la vertìgine delcapoì caufata dal bagno:Cap .8. p aga $8. Co»-
D
T A V O L A Cantra la rifcaldazione del fegato , delle membr a In teriori , e di tutto i l corpo, che viene caujata dal ba gno. Cap.p. . , Pa£-M 9 * la ventojìth che procede per cagione del bagno. ■
p a P .2 6 0 .
Centra lefoverchìe vigilie, chefeguono dopò i l bagno. V
. /
p a g .z tfi.
Contro il gran fonno, chefifuole canfore dal bagno. C a p ii.
p a g .id i.
fpecie di fpafmo, detto volgarmente Granch'io eaufato dal bagna .C ap. 13. pag.254. */vomito confato dal bagno.Cip. 1 4- _ pag.^5 ?. C7// ma#, <?/frgok > ^ / devono ojfervarc inviolabil mente da ciafchcduno dopò finiti li bagnilo altri K imedj 'Naturaliper acquijlarc il deiìatojme. Cap.15. pag.t.69. i n k m J ifp e r fi
'<>•
m o r ie à i m o lte c a r e f a t t e
dherfiCapitoli «tolte , b a g n i,
in perfone , e Signori principali]'¡imi , ed a mal1 aravi, c tenuti, e giudicati incurabili, aggiunti anco li rimedj dall'ifcjfo Autore ufati >altre la methodo de bagni. •
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A’ L E T T O R I
S.
A R A V IG L IO S A e, gentilif: fimo Lettore, la fentenza di Platone veramente divino nel Xheeteto,o della fetenza . So, no,dice egli,due elTeraplari di vivere,l’uno divino,l’aitro da D IO lontano; quello beatiflimo,quefto di roifene pieno; a quello fom'tglianti fi rendono coloro vchedaeflrema pazzia occupati inavvedutamente fi ■ lafciano trafportar ad opere malvagie^, e dittimeli fono •quellijche altri mente fanno ; ma talee il cafiigo loro vivendo;quale è Ja vita,che menano,a cui fi fon fatti limi i .con le lor opere.E perbnon è da dubitar punto,che le co-fe migliori .fono da efler imitate, e abbracciate} e legui•te quelle, che coti maggior faci Ita » e prontezza reca no utile grande , euniverfale ; e quelle, crederei io;che meritafìe biafimochiifi sforzafTe con 1 ingegno, -e eoo l’ indufirja far il più , che folle poiììbile di venir A Peifei*
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LETTORI.
perfetto’, e di maggior utilità. Di q ni è, che facendo fo molte volte confiderazione intorno alla età , e agli imper; , e a’ governi palpati , e paragonando P uo coll'altro, e quelli con quelli , infine quella prima età de gli aotichi Romani mi pare pur beata , pur fiorita , e piena di meraviglia , e tale in fom m a, che per arrivar a quell’ altiffimcv, ed eccellenti ili ino legno in darno (dica altri ciò che gli piace) farebbe ogni umana fa tica , fe non folfe dal favor divino ajutata . Io potrei andar qui ricordando* le nazioni foperate , n o n sò fe-j piò colle loro armi > che colla prudenza » e colla giufcizia, potrei raccontar la grandezza della, lor glor.a^» non fidamente nella pace» e nella guerra ; ma nella_j dottrina , e negli ftudj j ne’ quali non ebbero perche invidiare la dottilfima Atene nb la fapienza G r e c a i di quei fecoli . Ma che voglio entrar’ io a ragionar di quello , di che iòn piene tutte le carte ? A me bafter|t per ora fermarmi a coofiderare quanto, fi governava no prudentemente intorno all’ ufo de’ bagni , con li quali curarono tanto tempo le loro infirmità ; e con»: het.r. fervarono la loro Republica lana . Dice il Baccio » leg* ij. geli in molti Scrittori, e confermalo anche Plinio , cne in Roma per lo ipazio di D C .a n n i, da' bagni in fuori, non vi fu altra niuna medicina , e che furono la prima volta ricevuti i Medici in Roma venendo di Grecia_j 9 nel Confolato di L. Emilio , e di M. Licinio nell’ anno D .X X X V . della fua fondazione . Era di ciò la cagione, però che i m ali, che avvenivano, o per maf reggimen. to , o per altre caule efterne, fi curavano tutti coa_» l ’ ufode’ bagni ; e dapoi che fu la Medicina introdot ta fu anche molto raro appo loro l ' ufo de’ medicamene ti violenti, come del lath iri, della coloquintida, dello elleboro , del peplio , della fcamrnonea , dell’ elaterio, e di sì fatti de’ lor tempi > e a’ noftri farebbe anche raro,
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n ro , P ufo di quelli, che alcuno lodano per piacevoli,« b e n ig n i, fe ci contenta filmo di confermarci con quel l o , cheefli facevano, peroche non lafciando il Jor ufaio rimedio de’ bagni, fi forzavano con quelli prefervar i corpi fani } e fe pure erano aftretti talora fervirfi de’ medicamenti dileterj , cib era in al-cune infermità invecchiate , e quafi in tutto fuor di fperanza di falute. I mali chiamati cutanei , che rendono brutta, e Tozza Ja cute ,com e fono le Iropitigini , la Rogna , la Pfora; e si fa tti, che a nofiri tempi fi veggono tormentar le g e n ti, erano allora rar Ili noi *, peroche sì fatti purga menti di fangue erano in quel tempo fv a n iti, e corretti con l’ ufo cootinovo de’ bagni. Scrive Plinio , che la i;b. **. lichene , che molti vogliono, che fia una fpecie d ’ im- «p. t. petigine, etrà gli altri il dotto Manardo, che danna Plinio , come quello , che pare, che non intenda parer la la impetigine de’ G re c i, non fia fiata già mai veduta ne in Roma , nè in Italia , prima dei principato di T i berio Cefare j ma che fu portata dapoi per contagione di perfone peregrine , di vita fporca . Fa fede anche il medefimo P lin io, che molti pochi degli antichi erano molefiati dalla podagra , la quale e oggi tanto dome nica , che non ne fono efenti , nè anche le donne mefìruate. L ’ arte della decorazione, o dell’ornamento per mezzo de’bagni, già vediamo , che è in tutto fpenta, e che non fi sà a quefii tempi da’noitri M edici, con tutto che ella fia neceifaria al culto de! corpo » e chea quei tempi fuife u fa ti ili ma , e che ne’ Medici antichi uon fi legga rimedio niuno per la decorazione , che non appartenga a’ bagni, ma da’ooflri Medici appena s* intendono, non che s’ ufino ; 6 nondimeno di qui fono quei tantirim edj, ¿he fervono per li capelli , e per li peli , e a conferver là vifia , 1* odorato , il guflo , i denti, le gengive, il torace, il p etto, e rendono finalmente A ì vago,
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vago, e graziofo .b v o g li tutto il corpo, o pure alcun* parte d? elfo } così al leggieri vano la trlfiezza, l’odio, la Jafcivia , e-tutte té altre paffioni del’ animo , così proccuravano di >fanar la pazzia detta infarda , e di rttlorar la memoria , delle quali cofe tutte ragionaremo lunga mente quandó tratta-remo dell’ ufo de’ bagni in parti colare. E prima che io pafiì più oltre fia ben , che fi iàppia, che avendo io di quella materia fcritto copiofarcente, in due libri Latini , n'e penfando , quanto a me, d ’ entrar in nuova fatica , parendomi, che quella, folle (lata d’ avantaggio, fono fiato sforzato , quand’io me» no credeva , a raccorre in quefia nofìra lingua comune., come per via di tradazione, quali tutto qu ello , che. . quei due libri contengono , il che io avrei lafciato di far volontieri , fe i comandamenti di molte Signore, eoa particolarmente dell’ Ulufirifiìma, ed EccelJentifs* Signora Donna Gironima Colonna , Ducheifa di Monteleone , mia patria , alla quale per molti rifpetti devo ta n to , quanto per ir fi pubj e dellaEccellentifs. Signo ra D.Antonia ó?A' lo, PrincipeiTa di Sulmona, non mi «veliero violen? :o j le quali avendo con feJiciffimo fucceflb fatto pruova nelle- loro fielTe. occorrenze rid i’ eccellenza, e virtù grande de’ bagni Pitheciifani , e ( come fono in ogni lor parte prudentiffime ) mirando alja utilità commune , anno giudicato neceiiario , che io faccia quefia nuova fatica , e che fidia in luce a be neficio pubiico, affine che non rimangano prive d’ uti lità così rilevante, quelle perfone , che per avventura non intendono quale lingua , o perche niun medico, o tal volta altra mal vagia perfona , o per ignoranza, o per malignità non polla occupar teforo, del quale già tanto tempo è fiato privo il mondo . E perche io nella prima parte dell’ opera latinab trattate alcune cof e ,. più a lte , efilofofiche, in quefia mi èparfo lafciarle. *
dietro
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'i f l e t t o r i . j dietro per maggior chiarezza r-^oroè farebbe *à d irta . r delle caufe delia quali perpetuità*’ cte.J fuoco fot terra neo 5 delle caufe della caliez2a delle acque de’ B a g n i, e onde avvenga » che non tr,ai mutino luògo o quali tà , e delle cautèdelie efiaiazioni, o vapori velenofi, che tal. volta da alcuni luoghi fot terranei s'inalzano , e al la fine de’ piu neceffarj , e più perfetti elementi . Q ui ragionaremo primieramente del b^iffim o 'irto delr Ifola d’ Ifchia , e come fìa fiata da’ G reci, e da Latini celebrata per molti favori fattili dal Cielo , cosine! temperamento dell’ aria., come nelle miniere dell’ oro,, e nell’ abbondanza, e nella perfezione delle cofe neceffarie al vivere , e alla confervazione della fanità ; c_a fopratutto, e in particolare in tanti bagni , e così uti li . Difcorreremo, fe.all’ acqua, o al fuoco fi debba dar Ja maggioranza" j e poi con modo più particolare trat tammo delle miniere di ciafcun bagno , e de’ legni dà conofcerie j del lor fifa , e principio , e delle lor virtudi, o faputeda gli antichi , o nuovamente trovate pernofira induitria. E quello con la maggior facilità, che per noi fi potrà, e con ordine nuovo, e da altri-fin qui ( che io fappia ) non ufato. V i aggiungeremo anche ilmethodo , e la maniera , che fi dee tenere ne! prepararli1 prima , e mentre fi pigliano , e dipoi che fi è finito di pigliarli , e i fintom i, o accidenti, chefogliono accade re , e i loro rim edj. ' Mofiraremo X X X V . bagni nuovamente dà noi offervati ,.X IX Sudatori , ofumarole , e cinque Arene ì talché giunti quelli noiiri a X V III. rimedj naturali trovati da gli antichi , verranno ad eiière in tutta l ’ ifoJa LIX . rimedj naturali offervati da noi con molta di. ligenza v E finalmente con ordine alfabetico difporremo , e appropriaremo i bagni alle infermità ; acciài? che ogni uno pofìa facilmente ritrovar i propj rime*
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A’L ETTORI .
tij a! ocal fuo . E acciò che piò intieramente iì abbia il vtro metodo curativo , fecondo i bagni, conforman doci con ippocrate nelle Epidemie , econGaieno ; i quali bene fpeffo narrano per facilitar, edimofìrare.^* Ja dottrina curativa , Morie fuccedute; raccontaremo ancor noi molte cure, e da n o i. e da altri Medici fatte col mezo delle maravigliofe virtb de’ bagni , de'quali quando noi parliamo iàppiafi, che facciamo ciò indifintamente , intendendo alle volte de’ bagni naturali talora d’ acqua dolce , e in fomma d'ogni altra * forte di bagni , e di vapori . Econieguentemente andaremo trattando d’ alcuni mali di difficile curazione , e de' rimedj , così particolari , co me uniyerfaJi , ufati da noi con felice iucceffo-
DEL
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F I S C H I A . e
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tn a r a v tg h o fe a c h e d i l e i hanno la r d a t e S c r itte d h e f t A m o r i.
E S I C O N S I D E R A N O alcune c©Le dei Gigante T i f e o . C A P .
I.
IL Fuoco grandiffimo Lotterraneo lenza dubbio una delle maravìgliofe cole , thè I D D I O Ottimo Maflimo abbia per nofìro ufo conceifo alla umana generazione , degno di tanto maggior flupore,quanto pih inr ternamente fi va confiderando nelle a cofe caverne della terra , fuoco falutjfero, fuoco per petuo, fuoco, che non fi pub ammorzare, Lenza fine, e Lenza termine « fuoco da far tremare , e flupire ogni grapcuore , e infomma tutta la natura umana: none da maravigliarli adunque» Le io mi fono Lpaventato, molte volte, quando fono ito contemplando Jecofe_j tupende, che una minima parte di quel gran fuoco ,f i vede fìye nell’ ILola d lfc h ìa , e Le mi Lpavento ora_** eh©
*
6
A'LETTORI.
dj ai »»al iuo . Eaccib che più intieramente fi abbia il viro metodo curativo , fecondo i bagni, conforman doci con Jppocrate nelle Epidemie , e con Galeno j i quali bene fpeflo narrano per facilitar , edimoflrare^» la dottrina curativa , ifìorie fuccedute ; raccontammo ancor noi molte cure , e da n o i, e da altri Medici fatte , col roezo delle maravigliofe virtù de’ bagni , de* quali quando noi parliamo fappiafi , che facciamo cib indifintamente , intendendo alle volte de’ bagni naturali , talora d’ acqua dolce , e in fomma d’ ogni altra forte di bagni , e di vapori . Econfeguentemente andaremo trattando d’ alcuni mali di difficile curazione , e de’ rimcdj , così particolari , co me univerfah , ufati da noi con felice iucceffo-
DEL
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D E L
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J c r i t t e d iv e f t A m o r i .
E S I
C O N S I D E R A N O
alcune e<^fe del Gigante T i f e o . C A P .
I.
I L Fuoco grandifiìmo Sotterraneo fenza dubbio una delle maravìglioiè cole , che I D D I O Ottimo Mafiìmo abbia per noOro ufo concelfo alla umana generazione , degno di tanto maggior flupore,quanto piti in ternamente fi va confiderando nelle afcofe caverne della terra , fuoco falutifero, fuoco per petuo, fuoco, che non fi pub ammorzare, fenza fine, e fenza termine , fuoco da far tremare , e Rupi re ogm grag cuore, e infomma tutta la natura umana: none dar maravigliarti adunque, fe io mi fono fpaventato, molte volte, quando fono ito contemplando Iecofe_* Stupende, che una minima parte di quel gran fuoco ,u vede f\re neli’ Ifola d’ifchia , e fe mi fpavento ora-*»
4
6
A'
LETTORI.
ój al mal ito . E acciò che piò intieramente lì abbia il vtro metodo curativo , fecondo i bagni, conforman doci con Jppocrate nelle Epidemie , e con Galeno ; i quali bene ipeflò narrano per facilitar , ed im o ftrarcj la dottrina curativa , ifìorie fuccedùte ; raccontammo ancor noi molte cure , e da n o i. e da altri Medici fatte , col roezo delle maravigliofe virtb de’ bagni , de* quali quando noi parliamo iappiafi, che facciamo ciò indifiintamente , intendendo alle volte de’ bagni naturali , talora d’ acqua dolce , e in fomma d* ogni altra forte di bagni , e di vapori . Econièguentemente andaremo trattando d* alcuni mali di difficile curazione , e de’ rimcdj , così particolari , co me univerfali , ufati da noi con felice iuccef. fo .
DEL
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S I T O
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m o r a v ig h o fe , ch e d i l e i hanno la f c ia t e S c r i t t e d iv e f t A u t o r i .
E S I
CONS I DERANO
alcune cqfe del Gigante T ife o .
C A P .
I.
IL Fuoco grandiflìmo fotterraneo fenza dubbio una delle maravìglioiè c o le , che I D D I O Ottimo Ma£ fimo abbia per nofiro ufo concerto alla umana generazione , degno di tanto maggior iìupore,quanto più in ternamente fi va confederando nelle afcofe caverne della terra , fuoco falutifero, fuoco per petuo, fuoco, che non fi pub ammorzare, fenza fine, e fenza termine, fuoco da far tremare , e flupire ogni grap cuore, e infomma tutta la natura umana: none damaravigliarfi adunque, fe io mi fono fpaventato, molte vo lte, quando fono ito contemplando lecofe_» ftupende, che una minima parte di quel gran fuoco ,f i vede fine nell’ lfola d lfc h ia , e fe mi fpavento ora-** che
■8
De'R'tmedj Naturali d'ifchia.
che m’ apparecchio a raccontar qu ello , che anno laiciato 'ferino di lei , i più n obili, e antichi Filofofij Fiorici, e Poeti. Fu queft’lfola celebrata da’Greci, e da* Latini per le doti grandi , e per li doni Angolari, che l e diede I D D I O , e la natura j ne* quali chi va ben confiderando , o tutte le colè infieme , o una per una , avan za- tutte le altre Ifole del mondo . Fa di ciò njanifeihTfiffia , e-chiariffirca fede il dottiflìmo Strabone nel V . lib ro, quando dice: I n n a n z i a l m onte N ife n o è p o fia l ’ I f o l a d i P r o c ita , a ltr e v o lte / p ic c a ta t r i f o l a d 'i f c b i a . I P o p o li E r i t r e i ,- e C a le id o n e fi anno a b ita t a inftem n_3ì e in d iffe r e n te m e n te l 'i f o l a d 'i fc b ia ,q u a lif e n d o g i à r ie ,c b iffi m i, e per le b ia d e , e per l i f r u t t i d e lla te r r a ,e p er le m in ie r e d e ll'o r o ,n a ta tra d i loro co n ten zio n e,a b b a n d o n a rono V lfo la \ fin a lm e n te [c a c c ia ti d a 'te r r e m o ti, e dà 1 fu o c h i , e h 'e f j q L a v a n o ,e d o l e r efeer d e l m are , e-d a 'bollori d a lle a cq u e,[e ne p a r t ir ono:iw p er oche ha q u e ll' f o l a m o l te d i s ì f a t t e e r u z z io n i,p e r le q u a li a lc u n i m a n d a ti v i da D ie r o n e tir a n n o S ir a cu fa n o fu r o n o a f f e t t i a d abbando nare un m u ro,che v i a v e v a n o f i t t o ,e in fiem e m e n te tu tta V f f o l a j dapoi i N a p o lit a n i occuparono q u e l luogo-, onde nacque p o i In f a v o l a t o t i la q u a le f i d i c e , ch e T i f e o f t i a fe p o lt o in q u e ll ’ f o i a , e che q u a n to e g U ft r iv o lt a s u i fia n ch i,^ [v a p o ra n o fu o ri f a m e ,e acque -, tm oeroche m o lte v o lte a cca d e , c h e le I fo le p ic c io le a b b ia n o s i fa t t e a cq u e b o lle n ti . V e r a m e n te f o n o cofe p iu v e r if t m ili q u e lle , ch e J criJ fe P in d a r o , rnojfo da q u el, che f i v e d e , ch e tu tto q u el tr a tto ,c o m in c ia n d o d a lla C it t à di C u m a fin o in S i c i l i a , è in fo ca to , ed ha c e r te c a v e r n e profonde , che rifpondono l'u n a con V a ltr a , e f i [tendono fin o in -G r e ta ,e d a ltr e ter■ t e fe r m e .,e per q u e fia c a g io n e M o n g ìb e Ilo, le I fo le d i L i p a r i , i l te r r ito r io d i P o zz u o lo ,e d i l N a p o lita n o ,e i l B a c a n o ,e li P ith e c u fe fo n o dì t a l n a tu r a ,q u a le a n n o la fc ia la f e r i t t a t u t t i i S c r it t o r i y i i che in ten d en d o molto bene P ia d a -
\ Libro Primo .
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V in d a tò .fo tto t u t t i q u e f ìi lu o g h i .c a n tò ch e f l a v a f i p o l i s T i f e a T im e o ancora d ic e .c h e q u e g li a n tic h i S c r it t o r i d i volg a ra n o m o lte f a v o l e d e lle P ith e c u / e .c h e un fo c o a v a n t i a q u el m onte E p o m e o . ch e f i à n e l m ezo d e ll’¿ fo la , per a lc u n i te r r e m o ti, v o m it ò in c e n d j. e che q u e lla terra.che, (la tr u p o jìa .g e ttò m o k i f u o c h i n e lm a r e .e ch e tu tta q u e l l a p a rte d i te r r a . c h 'e r a g i ù r ito r n a ta in e antro.e ¡¡a la n d ò in a lto a g u i f a d i T if o n e .c io è .a modo d ’ a rd ore , d i nuovo, com e un f u l m i n e r ic a d d e n e ll'¿ fo la .la q u a le e fs e n d o t r a c o r fa d é tto m a re p e r tr e fia d j.n o n m olto d a p o i.fe n e to rn ò in d ie tr o . e tornando anche in à i e t r o i l m a re a j f u o luogo c c p e r fe l 'i f o l a . e J m o r zò il f u o c o d i q u e l la . p er lo rum ore d e l q u a le J m o r z a m e n to . q u e lli.c h e a b ita v a n o n e lla te r r a fe r m a .la f c ia n d o la m a rin a ,J e ne fu g g ir o n o n e lla p a rte /«* p e r io r e d e lla C a m p a n ia .L e a cq u e c a ld e d i q u e jìi lu o g h i .
ufo amico
f i cr ed e, che a b b ia n o v ir t ù d i J a n a r e cc lo ro .c h e paiono d i a J m a l d i p ie tr a . D e l l ’ ¡fo la d i C a p r i , a n tic a m e n te fu r o n o due te r r ic c iu o le .m a a ra è / b la m e n te u n a . la q u a le f u o c cu p a ta da N a p o le ta n i C v jio r o a v en d o p erduto in g u e r r a V l j d a d ’ if c h ia . la r ii up erarcn o d i n u o v o , concedendola loro C e ¡a r e /J u g o jio . Quelle fono le parole di Strabone. Ma Pli'nio nel terzo lib r o deli’ Ifloria naturale nel VI.
cap. rr olirà quell 5 Ifolatfftre fata celebre, e faraofa appteiTb gli antichi ) e c ò con la teifimonianza ancora dr Ho n ero , piu antico di tutti gli altri Poeti, dicendo così . "Ma n e l g j f u d t P o z z u o 'o . v i è . P r e c id a P a n d a ta r ia c c e s i c h ia m a ta non d a lla n u tr ic e d i E n ea ,m a p im to flo p er ch e a v e v a a v u ta o r ig in e d a lla E n a r < a ,e l ’ii ie f jii E n a r ia d a l buon r iv e tto ,c h e t i ebbero le n a v i d i E n e a 1, f u da ¿¿om ero e h -a m a ta n a r im e . e d a ’ G r e c i V it h e c u jd , non d a lla m o ltitu d in e d e lle S 'tm ie .co m e a lc u n i a m o jì im a t o . m a pi ut lo fio da va f a r i d i c r e ta , lig n ific a n d o q u e fìa voce pathos una botte , o va fa d i c r e t a . F e c e d i le i m en zion e H o m e ro t e i 2 . lib r o d e lla I li a d e , e V i r g i l i o n el 9 libra B d e lla
»
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* 1
io
,
De* Riinedj Naturali (PIfchia
d e lle E n e id a , dicen do : D a t te llu s g e m i t u m , & cly p eu m fu p e r in to n a t in g e n ti Q u a l i s in E u b o ico B a ja r u m li t t o r e quondam S a x e a p i l a c a d i t , m a g n is quam m o llib u s a n te C o n jìr u fìa m ja c i u n t ponto \ f i c t Ila r u in a m ^ P r o n a tra h it-, p e n ìtu fq \ v a d is i l l e f a recu m b it h / lifce n t f e m a r ia & n i gres a t t o llu n tu r a r e n a T u m f o n i t u P ro c h i t a a lc a t r e m i t , durum q\ c u b ile I n a r m e l o v i s im p e r iis im p o jìa Typhaco .
cioè i &
a lta V ra cid a a lllo r t r e m ò p e 'lf u o n o
»
E t In a r im e , i l duro e g r a v e l e t t o , Sovra po/ta a T i f e o d' ord in d i G io v e A ltri danno il nome alle Ifole Pitheculè per quello » che fi raccoglie da Strabone da una Ifioria favolofa , la quale Harpocrazio, Xenagora , e Suida riferifeono in quello modo , D icono , che furono due fratelli CandoJo, e AtlanteYceleratiflìmi, e inventori d ’ ogni malvagità y a* quali la molta feelèratezza de* coitami diede nome di Cercopi , peroche i Greci chiamano eoo quello nome quei » che fono truffatori , e ingannatori, ( come tra tutti gli uomini di quei tempi furono co lo r o ) tolto da alcuni animali ,ch e fi chiamano Cerco però , che col movimento della coda fanno mille lufinghe, e inganni. Era di quelli fratelli ogni maggior fi ne ,e intento, non altro , che gabbare con ogni manie ra d* inganno, e far mal capitare tutti i foraltieri , che capitavano loro alle mani , e avendo alla fine tenta to di ufar le loro male arte contra l ’ ifìeffo G iove , fu rono da lui mutati da uomini in Simie , le quali i Gre ci fogliono chiamare 7iu€fxaV : e di qui raccolgono, che fi delie il nome a quelle I fo le , che erano poffedute da lo ro . Onde O vidio feguendo 1’ opinione di Xenagora nel i4.1ib. delle trasformazioni cantò in quello modo: Inari
.
-
11
Libro Primo. tadrimeo, Procbitamqj legit,JlerUtqS locai ae Colle Pitbecufas , ubi tantum nomine di8as »
cioè *
Inarimt tocchi Precida^ e in colle Sterile, le ripofte Pitbecufe .
Da gli abitanti fuoi così chiamate
.
Intendendo della C ittà , poftafopra un fcogho iterile . Cantarono ancora di queft’ Ifola Lucano nel V . hbr. e Pindaro , come abbiamo riferito da Strabone , e pari mente molti altri Poeti, i quali, per non effer foverchiajnente lungo, tralafcio . A ldo il vecchio l’opra i fermori d’ O razio , e Ermolao fopra Plinio , ne dicono molte cofe . Ma affine , che i 1difcorfo noftro non finifca con p oeti, di nuovo me ne tornarb a gli iftorici • Appiano Aleffandrino nel j . lib. T ito Livio nell’ ottavo della prima decade dell’ iftoria Romana , ne ragionano, e il Biondo feguitando Livio d ic e : 1 Cumani ebbero la loro origine daCa lei deEubaica,fendo por ta ti con l'arma ta in Italia da cafa loro , ebbero gran potenza , e valore nelle Jpìagge di quel mare, eh’ effi a bitano , avendo pri mamente fatto impeto nell'lfola Enaria^ePithecuf?,<? dapoi ebbero ardire dt trafportar le loro abitazioni^ forze^ nella terra ferma . Fu edificata la Citta di Cuna dalli Euboici , che pacarono in Italia con i CaJcidefi , non {blamentefecondo afferma il detto Strabone } ma fecon do Plinio , Solino , Dionifio Alicarnaffeo , e Livio neiJ’V III. lib r ., il qual dice: Vennero i Cumani di Calcide dtEuboja con l'armata nella eflrcmità del mare, e prima mente sbarcarono nell'¡fola Erariale nelle Pitbecufe,e quivi pigliando poi ardirepaf arano nellaterra ferma , ove f i fermarono ad abitare. Dice parimente Strabone, che Cuma era antichiffimo edificio de Calcidtfì , e Cutxei -, e che precedeva tutte le altre Città d’ Italia*» e di Sicilia in antichità , e che fu così nominata da_* B 2 Ipp°-
/ 12
De ' R im e d j M a tu r a li ¿T Ifobia, Jppocolo Corneo , e Meguftene Calcidcfe, capitano deli’ armata avendola difegnata per loro colonia-*. E s adunque manifefta cofa , quanto amicamente fiat ftata abitata J’ iiola d’ Enaria, poiché prima di Euboea, detta Negroponte, vennero i Calcideii, e Eritrienfi à fare Ja loro abitazione in Iichia-, e poi palla, rono nella terra ferma , ed edificarono Cuma la più an tica Citta di tutta l ’ Italia . Avanzano adunque gii Enariani in antichità li Cumani . Ma a chi piaceiìè veder più oltre intorno a quefta materia , legga Agathio , Pomponio Mela , Antonino , Cornelio T a c ito , Servio, ed a ltri, benché Servio dichiarando quei dueverfi di Virgilio nel 111. delia Eneida » H u t u b i d e la t u s , <&v. E nel fe fto . E t ta n d em E u b o ic is C u m a r u ia <&c»
chiaramente dimoftra , cheEuboea è una Ifola , nella quale e la Città d iC a lcid e, onde partirono alquanti C ittad ini, e vennero in Italia . Il gran Claudio Tolom eo nel j . libro della fua geo. grafia nella tavola 6. difTe , che 1’ Ifola d’Ifchia ha 39. gradi , e z o minuti dì larghezza $ ma di lunghezza dal]’ Ifole Fortunate , infino a quefta veramente fortuna* fiifima 40. grad i, e trenta m inuti. Dunque dalle cofe fin qui dette raccorremo , che chiara , e manifefta cofa e , che T Ifola d’ Ifchia è ftata celebrata da’ più antichi , e fatnofi Scrittori G re c i, e Latini ; 1’ autorità de’ quali ancorché poteffe baftar con molta ragione a celebrar la^ e a moftrare in quanta ftima fia fiata tenuta in ogni età , nientedimeno mi iono perfuafo , che non difpiacera forfè a’ curioiì Lettori ; fe oltre le cofe de gli antichi vedremo ancora quello , che di lei anno fcritto molti moderni, di grave , e ricevuta autorità , il che Tremo nel Tegnente capitolo. T -
<&*/.
Libro Pruno
'3
Ilo tèe dell’ I/o la d' Ifchia ama fe r i Ita alcuni Autori moderni . C A P .
-v 0
G
70 V A N
II.
Boccaccio nel quarto libro della origi ne desìii Dei, cosi ragiona : P er confermaùont-j* di Tbeodontio Tifone^overoTifeofu figliuolo diTitano, e della Terra,benché Lattanzio dica, che foffe generato da 7 artaro'.e dalla Terra . Appreffo fifieffo Lattanzio d iceste cojìui sfidò a battaglia /opra del reame Giove, laonde Giove ¡degnato con unfulgure lo percoffe , e per abbaffar la fua fuperbia-.mife¡opra Hfuo corpo la T r i patri« ■>il che anche dimoftra O vidio , dicendo : Trinacria la grand'1Ifola f u pofia Sopra le fiere membra del Gigante. e così va continuando per lo fpazio di dieci verii . Ma V irgilio dice, che non Etna , ma Iwarime gli fu poffa fopra ; il qual monte è vicino all’ Ifola di Bije > che og gidì fi chiama Ifchia, non lontano dall’ Ifola di Proct ite , e così dice , Allora V alta Procèlla forte trema , E t Inarìme divenuta letto Per lo voler di Giove al gran Tifeo ; Il che pare anche abbia voluto Lucano > mentre-» d ice, Freme la cima del gran monte, dove Efconoi/affi, & Inarime folto Ù eterna mole tien T ife o na/ctilo . Oltre di cib Pomponio Mela , nelfuo libro di Cofmo» grafia, e dopo lui Solino nel libro delle cofe m iravig lio ie , dicono, che coftui «bba una notabile fpeloncain Dilicia , non lontano da Corico caftaJlo» perciò che
?4
D e 9 Rimedi^ Naturali d'IJcbia,
che dicon o , nel monte eiTervi un profondiilìmo antro ombrofo per fpazio di due mila , e cinquecento miglia de’ b o fch i, e molto dilettevole per lo mormorio de’ rufcelli . Indi dopo così lunga difeefa fi fcuopre un’al tra fpelonca, la quale nell* incontro già olcura , hà un tempio confecratoa G iove , poi nell* ultimo dell’ andi to gli abitatori affermano effervi il letto di T ifo n e . Quelle cofe di T ife o fono nafeofie fotto corteccia . Differo adunque quello Tifeo edere fiato figliuolo di T itano rifpetto al di lui fpirito elevato , e della Terra per la potenza , dicendo Teodontiolui elfere fiato an* tichiiTìmo Re di Cilicia , e avere in guerra vinto il fratello O f ir i, e a brano a brano fìracciatolo , indi con tro il primo Giove molle guerra, ma da lui elfere fiato fuperato , e morto . Nondimeno alle finzioni, alle quali quella Moria aliai ditrofira aver dato materia , fa rà quella dichiarazione , fi vede quello, che anno fin to affai convenevolmente , ma tuttavia di nafeofto, dimofìrare la cagione de1 terremoti ; percib che Papia_» dice, Tifone, over T ifeo , lignificar gittante fiamme; ac ciò che per quello affai polliamo vedere quelli aver voluto dimoflrare Jui effalare , emendar fuori dalle vifeere della terra il fuoco rifiretto, in quanto, che da G iove dicono , cioè »dalla natura delle cofe eifer li fiato pollo monte lo p ra . In quanto poi dicono,cheTifeo fi sforza raddrizzare; dircofìrano la cagione de’ terremoti, e Ja terra per lo più piena di caverne , nelle quali alle volte è neceflar ; o , che l ’ aria vi fia rinchiufa , e ivi talora avviene anche , che , l’acqua per le lòtterranee cave vi penetri, per movimento della quale , bifogna che medefimamente l ’aere fi muova , il quale,per lo fuo m oto, e da contraili qua , e Jk percolfo , e in più fiero movimento eccitato , li rifcalda . Infiammato adunque il movimen to
Libro Primo*
15
to fuo diviene di tanto potere , che percuote tutte le cofe , che gli fono d’intorno, e le fa muovere i Onde fe in tal luogo la terra vicina e fulfurea, e cenerofa, è neceliarlo » che fubito s’ infiammi, nè mai fi fmorzi fino a tanto , che tal materia d u ri, e il fuoco non potendo efière tenuto rinchiuio , e ardendo molto creica , ne dì tanto aere fia capace il luogo , non folamente fi fa uno ilrepito grande della terra vicina j ma eziandio fi s fo r. 2a aprirli, e dar 1* ufcita all* infiammato fu o co , il quale effalando fa il luogo T ifeo , cioè , gittante fiamme, ed cffendo la Sicilia, ed Inarime di tal natura , però i faggi finfero effer foprapofte a T ife o . Tutto quello va mol lo dottamente recitando Giovan Boccaccio , econ_* molta arte dichiarando il fenfo mifiico di così famo» fa favola . M ail dottiifimo Gioviano Fontano feriven-Q(ltjche fcr}[ do della guerra di Napoli nel fecondo libro , e dell’ fe il poman® afsedio , che per ordine del Rè Ferrante fi teneva a f Gios Torcila , che allora teneva occupato il Gattello j0 i<jgapoJi, d’ Ifchia., quafi per paffaggio con poche, ma molto pie- uno . ,ne parole lo defcrive così II Caftello d’ Ifchia pollo in un a lto , ed ifcofcefo monte , era anticamente d’ ogni intorno cinto dal mare , ma ora con un palio fatto di larga fabrica a guifa di terra ferma , con affai lungo tratto , fi congiunge aJl’ Ifola . Il monte da un breve fpazio di mare è fpiccato da Procita , di là per le fco. fcefe ru p i, che vi fono d’ intorno , da mezzo dì-, e dal1’ oc c a ia , curvandoli il mare fa porto , mada quella_* parte , che l’ Ifola dietro l’ ili efio palili di fabrica vien bagnata dal mare , piegato in guifa di feno , è il porto molto mal ficuro , quando fi fiSano Levante , ed O lir ò . E ’ la falita del C afello molto d.fficile e per la m ag gior parte fatta a forza di n ano fu ’1 {affo tagliato , e * per dentro la rupe forata \ Ma nel fello p o i, ed ultimo, venendo a ragionare dei fine , che ebbe quella guer ra.
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De’ 'Rimedi Naturali d'Ifchia,
ra , e I’ aiìtdio d’ Ifchia ; s’ allarga a defcrivere anche tutta r Ifola dicendo j Ma perche quello luogo così riicrHiaelflelfie cWede, con poche parole eiporrò il fito dell’ Ifola , e la natura del fuo territorio Sono molte le cofe, che ci di. mofìrano l’ jfola ds Ifchia effere fiata da’ terremoti fpiccata già da terra ferma , le rupi carrofe , il terreno cavernofo , e di fua natura molto fienile a quello di terra ferma , arida , nellaquale featurifeono fontane d’acqua calda , nutrica incendj intefiini : eperò e in lei molto alume j Intanto che quelli anni pailàtt Bartolomeo Pernice mercante Genoveie venendo in Napoli , e paffando preflb quefta Itola, s ’accorle d’ alcuni fcogli aluminofi , che erano fparfi per la riviera del mare ; per ciò che circa cento, e feffanta tre anni prima di quefta ddnncendio guerra , fendofi repentinamente rotte le vi fcere della^ Che fu l'anno terra , ed efalato un grand’ incendio s’ era brugiata non *ì*ipicciola parte di Enaria , la quale rottura confumò col fuo fuoco una villa , che da poi da una voragine fu tu t ta inghiottita ; e per quella parte , che e ali’ incontr i della fpiaggìa Cumana , elfendo gettati in aria falli di molta grandezza , mefcolati con fumo , fiamme , e pol vere , e dapoi effendo dal proprio mov imento ricadu ti , e fparfi per le campagne , ruinò la più fertile , e piò amena regione dell* Ifola • N ell’ ìftelfo tempo medeiì* maruente alcuni fallì , che a guifa di fcogli erano ri volti nel lido del mare , avendogli l ’ ifteiT) Bartolo meo raccolti, e fattili di nuovo ricuocere nelle fornaci, , ir g li rifolfe , efufe in alume , rinovando m Italia quelaium«£ reno- l’ arte , che già per molti fecali erafpenta >che eif> ave va prefa in Rocco di Siri a - Produce^ il tuo campo Viti . grano perfettiffimo , vini potenti , ed e abb indanriffi. mo di erbaggi , che producono gii orti : gli abitato* ri deli’ Ifola abitano per le ville , ed è il fuolìto per io piò gfpro , e m ontuolò. Sorge in lei un’ akiilìmo mon te )
x
Libro Primo ;
ij-
x
ee , t quafi nella maggior fua^ altezza fcaturiile uiuj Fjntfi d- A. fonte chiamato Abuceto , che è nome anco dell’ iiìeiTo bucato per. monte per quel che fi crede, così chiamato dalla m al-che C05ÌviC3 illudine degli uccelli , pero che il redo dell’ Ifola ha_a grandiifima carefiia di acque frefche , fono ie fue^s Spiagge torte più tofio, che dritte »e il Cielo fialutifero, e piacevole , e fi congiunge al monte , nel quale è polla l a Città f a b r i c a t a coll’ ajuto di quella antica mole artificiale ; gira in tutta V Ifola da diecedotto miglia in circa , ed e lontano da terraferma quafi dieci ; e divifa d a Procita con un mare non molto largo . li Re Alfonfo avendo da lei cacciati- gli antichi abitatori , fendo rimafo vittoriofo , vi introduife i foldati , che 1’ aveva no fervito In quella guerra , -e-particplarroente Spagnucli , alla fine avendo dato il governo'della fortez za , della Terra, e di tutta l’ Jfola a Lucrezia , ella col confentimento del Re pofe in fuo luogo alia guardia—» del Cafìello , e al governode gli abitanti , Giovaji_> ToreJla, marito della fua forella Antonia , coiiui morto i l Re Alfonfo , fendogli venuta voglia di figooreggiaj e rotta la ragione delparentato , e della fede , primiie,ramcnte*negb di refiituire le fopradette cofe alla L u crezia , dapoi fiotto colore , che ella ièguifTe ie parti .Angioine , fatta intendere la cofa al Re'Ferrante, da lui .ottenne per f e ,e la Città , e l’ Ifola . Scrive Natale Co * < i « v -j* rr tmAidic mito una cola tra le altre degna veramente di non e l l e - _ je taciuta nel fefiolibro della fua Mitologia ; efponendocon molta dottrina la favo'a di T ifon e , e molte al tre', dice egli : e fama , che apprefid l’ Ifola Ti fonia, delJa marcia , e fangue di Tifone ferito ne naicefle quél D ragone, il anale guardava la pelle d’ oro nell’ Ifola_» di C o lch i, ma facendo fu o co , e bruciandoli ivi un con cavo monte , Tifone fe ne fuggì in Italia alle Ifòle Pi.thecufe , et m,e dille Ferecide . Quelle cofe anno finto ' fJ gli
18 De 1RimeJj Naturali cPIfchìa , eli antichi , e così favolofamente fcriiTero,, perclochè quell’ Ifola.d’ ìichia è abbondantiffima , e fertiliflìma de’ frutti , che fuole producere la terra : e ancora per che è ricchiilìma di miniere d’ oro , come noi diremo chiaramente quando fcriveremo de’ b a g n i, e luoghi minerali di quii’ Ifola ..
Deferitane particolare delTifala d'ifchia-fi di malti cofecelebratìjjìme »ella contiene degne di maraviglia e digrande conjtderazione»
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C A P.
IH *
IS O L A d’ Ifchiae polla nel mare Mediterraneo y o Tirreneo, che dicono gli Scrittori di ibtto y fra f l i b l a di Partenope , detta oggi Ventotiene da Po nente, i ’ ifo fad i Capri da Sirocco , TIfola di Procita , e V iv a ro d a Levante , il Continente yerlo lerovmetìa Cuma da Tramontana »la parte d’ Africa da Mezzogior. no , « d’ O lirò e bagnata dalle acque delmare »che vie ne dalle Ifole di Sicilia , e di Coriìca ; e diOante dall Ifola di Partenope , da Santo Stefano , dalla B oìte, da_s San Martino venti miglia ».da Capri diecedotto v dal ca podi Socciaro di Procita tre , eda Vivaro pocomeno di due miglia : ma dal continente * dico dalla Torre del fum o, ove ilfreto e piu angufìo, e fìretro, le i, da Ifchiaper. Cuma dieci. Fu così detta » fecondo alcuni, dalla figura chcsoiì det, del]a foltezza , la quale ha nel monte faiTofo figura^ ta dell’ offodel Coflèndice : ma fecondo l ’ opmmne di Kafaello Volaterrano »la quale filmo vera , fu cosi d e tta i dalla fortezza , luogo Fu anche da Homero Arime. chiamata A rim e, che poi V irgilio v Ovidio » ed altri chiamarono Inàrime : eda gli antichi C re a fu d e tti-, Pitecufa , come altrove abbiamo detto , e te altri litctof*
Sicad'ifciiij
L
efitodel .
Libro "Primo.
r9
Hnaria: la quale non bene difcrivendo Fra Leandro, Enampuò dare ad altri occafione d’ errore j è di circuito d»e-.Circuiw. cedotto miglia, e feiftadj, mi furando però 1* ifola intor-j. no ¿’g ó lfi, o piegature litroràlmente : ma mifurandola a dirittura, farà miglia quindeci, e m ezzo . Contiene Promontorj, o capi, v a lli, p iani, fonti ,'fiuroi, monti , v;ni Jn ec_ belliflìmi giardini, e copia di foavi, e delicati frutti » vi- ceUenza, f-n. «li .perfetti di piò fo r ti, ficome in eccellenza fono il zi il Serbi, Soffiano, il Greco, il Latino, il Codacavallo, e lim ili.. gn®S i vede anco in quella , gran copia di cedrU aranci, e MUikrt 4i limoni ‘ è.fono in effa miniere d’oro »come e maniteito , oro, non folo oer nuello » che lafciò fcritto Strabone *, ma anche c o l d e ’ moderni,-ficome fi dimofira autorhà ^ G r o y anni EHfeo : il quale nel fu o lib ro c c h e fcrive de' Bagli.' « T « ™ d, L a v o ro , e ded,« al Sereniflìmo Bernardino b.’ nfevenno ,<Prloc.pe di ghignano , ‘dice,-che i'¡fola d 'Iiéh ia e abbondante, e ferace df divertì-frutti , di eccèdient»'ffimo grano , e vi no generofo, di folio , di àlume, e t? o r o ' .™ me. anc? ra T anno -ritrovata , e -efperimentata f nobiliifimr, e ingehiofiflìroi Signori Veneziani- S i,d iv 1 « ^ ° * Ù ’ 5 à*..‘ in quattro p a rti, e neJi^P«®a all’ incontra ‘ del,a^ !tta» che fu da alcuni detta Girond’a , verfo Oriente»-' cdnD,n, dando dal borgo di quella , detto Pe j. in“ °° Calale Barano ,-e Campagoano, luoghi fivede tutta verdeggiante, amena, e piena o. r i al m rgiardini,e vigne, e deliziofiCaftagneti ; ma ver*. ' «« jito del mare , montuofa.con altiffime rupe, e luoghi inacceflìbili, fatti dalla natura a modo di f o r t e z z a . V erfo Tramontana dall altra parte » e Greco , fi veggo» no nell’ ifìo lido del mare,«quali per tu tto , infino alla svotiilìma Chieia di 'Santa Refi ¡tuta, ( ove tenonno communemente -gli abitatori dell’ifó ja , che fia il cor po di quella gloriofa Santa j'bellitììm igiardini, vigne 4 ìz »e luo-
20
De* Rimedi Naturali cP Jfchìd
Ca a Li uro c luoghi ameniflìroi : e ne! primo luogo occorre il gÌaf» ViUa del dino detto Cafa Lauro : d«>ppo il quale fegueja Villa d e l P u n t a n o , c o s ì c h i a m a t a , p e r c h e f u p o lT e d u ta d a Pontana. Ventatola. G i o v i a n o P u n t a n o , e i n q u e i t a e l a V e n t a r o l a , c h e j rirfre ic a fe n z a n e v e . bile , d o v e
A
can to
a q u e l l a e il l u o g o t e r r i
fu l ’ in c e n d io , c h e v u lg a r n en ie
I > C r e m a te , l e C r e m a t e . P e r c i o c h e n e l l ’ a n n o M .C C C 1 . r e g n a n d o C a r l o I I C a r l10 o 14 tori degni di fede
del
ch ia m a n o
S ig n . M .C C C I .
c o m e f c r i v e iJ P o r t a n o , e a l t r i A u -
, ufcì dalle vene della terra un fune» ibi fare o terribile , che briifciando per due meli , rovina Nota r in. c e r a i o delle alberi, v ille , anim ali, e una delie piu amene parti delCremate . I’ ¡fola per lo fpazio quafi d’ un miglio di larghezza , e due di lunghezza , e le vefiigia, che oggi fi veggono , funo fpaventevoli. Palpato un poco piti oltre , fi vede il tempio di San Pietro a Pantanello altre volte monaS. Pietro a nn[incilu fiero di G reci, e vicino a quello nella marina è lo fico Pantanello tenuto da i glio da noi detto il Gigante , dalla forma , che tiene . Prati Qreci. p ra q Lieft0 y e dirimpetto al tempio di Santo Aleffaodro» e li monti delle f offe fcaturiCcono i bagni di ForB. di Farnel. nello , e di Fontana , vicino ad un lago fertililfimo di lo,e Fontana. bu0n p efce, e di uccelli detti Follache , le quali venendroliache. qU\ da altri luoghi marre , e inette, ne buone da_* mangiare, nel tempo freddo diventano grafie , e buone da mangiare : da molti li crede , che c:b avvenga da una certa es-ba , della quale in quella fi pafcono : pure io fìi'iio , che quello fi cauli per 1’ acque di detti bagni » cite anno virtù di riftorare , e ingraifare fcorrendo nel detto la g o . Circa la fella dunque di San Martino Occia dì quivi fi fa una beUiffima caccia di dette Follache: le Briache. quali diventando tanto graffe , che poffono poco vola re , ma non ulcire del Iago , che di circuito e quafi un 11 circi:Ito f i g l i o , entrando le genti con barchette , e balellre » ne pigliano qualche volta mille , e altre volte m ille, e ciòqueceato ancora, effendo già caccia reale, e r if e r it a .
Libro Primo ,
21
Li monti a torno e fopra danti al Jago, detti delle fo tte , fono verdeggianti , e odorano di mortella e Jentifco . Pattando p ù oltre, per fpazio poco meno d’ un miglio , CafttlloflS * fi veggono fopra un grande, e fuperbo fatto , le rovine dJ uno antico Cartello, oggi detto il Cartellone j e nel- PiicinM li luoghi eircoftanti fono molte antichittme Pifcinea modo di quelle , che fi veggono nelle rovine Cornane ; e al prefente fopra il detto fatto, fono molti alberi fruttiferi con una vigna , e dentro detto fatto , ma da Ila parte laterale veriò Oriente fi vede effalare un vapore caldo , e falutifero contra molti mali, da noi ritrovato , Slld3rori0 jg e efperimentato, e detto il Sudatorio del Cartellone . Caft«llone. Sotto detto Cafiello fcaturifce nel lido del mare iJ ba di Cidi: gno, chiamato Cattigliene , di maraviglofe operazio B. lione. ni , e per gli edificj , e rovine grandi, che in quello fi veggono, teniamo, che quivi fia fiata una antica Citta , e che forfè Hierone Tiranno il fecondo Strabone * qu'i avette edificato le muraglie , e abitato , benché poi fe ne foggi , fcacciato da’ terremoti, e da’terribili Incendj . Crediamo, che HCumani primi , o per dir valle di meglio gli Eritrei! , e Calcidonefi venendo da Euboea , groponte, detta oggi Negro ponte , abitaiTero prima qui vicino alla parte della V alle, detta communemente di Negroponte fino al di d’ o g g i, sì per l’aria temperatili^ ma , ehe è in quella, ove pare , che vi fia una perpetua Primavera , come anco per la commodità d’ acque frefch e, che in quella featurifeono, n'e fenza maraviglia di natura: perche fra due Sudatorj cald i, fi veggono tre fonti piccioli d’ acqua frefea , e foave ; come anco perla vicinanza delle acque frefche di Bucete, e della Pera , che fono le pilo frefche , e abbondanti di tutta P Ifola . Sono anco in detta Valle , e nella cala d’ Ombrafeo, molte altre cofe degne d’ ammirazione, come altrove direm o. V i ¡Cono anco due altri luoghi non tool-
Mofice »•
22
De' Rimedj Naturali d'ifchia ,
molto dittanti a q u e lli, l’uno detto Monte, e l’altro Ca cai* Curna, fa Cumana : e però fiamo di parere, che i fopradetti prina • m a, e dopo , che edificafiero Cum a, abitarono inqueiti luoghi per infino al Caflellone , eflendo che quefto tratto da Santa Rettituta , a San Pietro a Pantanello , lì vede tutto pieno, di falutiferi rimedj naturali , e mattì nie di quel celette dono de’ bagni naturali » d’ arene , e fudatorj , -che pare N. S. ID D IO per grazia fpeciale aveil'e raccolto in quefìo luogo , come in picciolo com pendio , tutti i rimedj naturali ,chebafìa(fero Scaccia re., e fanare tutte forti di mali dal corpo umano . -O l tre a elòqui vicino fono le Alumiere , nelle quali ogn’ •fi...fa tanta al Aluinere. anno quali 1 . copia r d ’alume 1,<che „ . afeende . numero di mille , e cinquecento cantara. Si vede anco tuttaquetta parte piena di verdeggianti giardini , e vi gne, che producono Sotbigni, Grechi foa vi . E fono qui Ventarole. tre ventarole a rinfrefeare eccellenti, equi anco fi ritro va il falutifero , e famofo bagno di Gorgitello con li Gorgitello. fuoi bagni circottauti di maravigliofa virtù , e vicino -quali ad un miglio è la celebratiffima arena di Santa <. Reftltut^ Refiituta^„ Sono le dette cofe fra tre ville l’ una detta La Trtfta l'a T r^ a » IValtra Cafarrizzola ,?la terza lo Lacco: creCafa n h ?ola. diamo perciò , che-dopò la-dettruzzione dellaSlittà del L°Mon'e 'di Caflellone, la gente abitaffe-per le v ille . 'Si term ina^ Vico. la detta parte al maravigliofo monte detto y ic o j e Sudatorio del verfo la fommità di quello’ e il celebrato Sudatorio , detto del Cotto di virth maravigliofa contra divertì m ali, e forno anco in quello intiere le fabriche antiche » Nora. ®Pure il •monte abbondante di fru tti, vin ile grani . Non Caladi Satiro lafcrrò di notare , che in un fatto-grande vicino al fuMontano. datorio verfo la Cala detta di Santo Montano fi fente . di continovo ufeireper una fettisra vento mólto caldoriénT cor^ i0. Dopò la detta Cala fi vede un promontorio, detto la_j chi*. Cornacchia , e vicino a quello una quantità di fcogli qpic-
Libro Primo.
23
piccioli v detti le Formichelle , e oggi corrottamente Farmic^ le Forante 'le : equelle paliate , vi fi fa incontro lo fco* S f * tofa~ elio detto Io ■ Carolo-, molto offervato da marinari, LoGarufqr Scome anco quello della. Scrofa vicino al Cafliglione j polche da quello pigliano fegno , e mi fura i naviganti glio^ 595 della profonditi del mare a ficurtà^de’ loro grandivaicelli 5 e qui appreiToper dirittura e il monte , chiama- Monte del to della Ealconaria ; poiché in quello s’ annidano , e fi J* Ealcgaa. pigliano Falconi eccellenti , come anco in un’ altro tu * monte de1 Maronti, e della Guardia , ilando però fra le due Falconare, il promontorio detto dell’ Imparato- Gemmmet: re: dove non ie ne pigliano, nè ve nefono. Dopoun ta. luoghetto nominato-la Gemmetta fi vede il capo di ^ di Santa Maria., il R o ilo , e il Cafale Forio , detto da -Roilo; altri Forino , ma da noi Fiorio j.poiche dopo la dellruz- Biorio, zione di molte Ville ,., e GafìeJli quello fio rì, effendo maggiore degli altri di tutta l’ Iibla ,, ben munito conto^, dodici to rri, con arteglierie , e con molta gente di va» lo re , bello di fito , abbondantifìimo di vini , e di frutti La Salina.’ eccellenti... Appreffo vi fono la Salina , la Pietra rolla,. Pietra rot il bagno d iC itara, con quello d’ A goone, fra il C iefco“ Cka: bianco , e ’ I nero nel mare , due gran faffidetti da lorot l . C ie fci: e dopo il Promontorio detto dell’ Imperato- B. d’ Agito re , e lo fcoglio,. detto la Nave Sono dopo quelli il npr‘on Prom ontorio, detto la Scannella».il Vecchio , lo -Schia-imperatore, vo , la Falconarla già detta, e la Pedora-, e fra la Pe^0*rc0g ^ .ave * ra , e la Ealconaria e la Cala di Panfa ; nella quale fca- Cpron della turifcono due bagni, detti di Solicetodi prezioià vir-fcanoella. th , e dagli antichi, non conofciuti. Vicino a quello luogo è il Calale di Panfa , ilquale e in uno delli piìtVo. belli fiti di tutta 1’ Ifola> abbondante di boniffìmi frut- Ealcona* ti., d’ acqua,e vini d’ eccellenza : ma quelli del G i g l i o ¿ j dell’ ifteflb Calale fopra tutti già . T alché quefto Ca. ia le , e Fiorio danno graffa di vini a Roma j ed a molti l »Pedpra*
altri
ZV Rimedj Naturali cP Ifcbia, ri l u o g h i m e d i t e r r a n e i . Q u i è /a c a c c i a d e ’ f a g g i a n i « rue, q u e llo
le p r i , e d ’ a ltr i a n i m a l i : e in q u e f t a p a r t e ( p e r s ’ in ten d e )
fo n o i feg n i de g li ed ificj ,
d elip a fìd a ca ccia per d ile tto d im o ra v a n o i n a : e .p e rciò i n o m i
d e li i
dove a
Re d ’ A rag o
lu o g h i » c o n f a
q u e llo d e lla
Fontana f ° n t i ,n a ¡ ‘ ¡ t a g l i a t a a i f a l l o , d o v e f u la g r a n q u e r c i a , l ì Intagliata,
d i c o n o la i e d i a , e ’ 1 ri p o l o d e l R e :
Sedia del v i c i n o a l C a f i l e , d o v e Re '
eia .
D o p o v i e n e i l , c a f a j e d i F o n t a n a .. i n d u e p a r t i d i -
Fontana, v i f o ; e c o s i f o r f è d e tt e
Calale.
per
la v i c i n a n z a . d e l l a
d e l l a q u a l e fi f e r v e , e i l a
d iB u c e to ,
m on te B p o tn eo , o g g i d e tto
Monte Epomeo , oggi detto 5. Nicola..
è a n c o u n ’ e d ificio
r ip o fa v a n o to rn a n d o d alla cac-
quel o
fo n ta n a vicin o al
d i S a n t o N i c o l a , in q u e l
l o lì f a .p iù g r a n o , c h e i n t u t t a , q u a l i , - T i f a l a , e d ’o g n i b o n t à . I f u o i \ 7in i.fo n o p i c c o l i , d e t t i L a t i n i , e C o d a c a v a l l o , c h e è v i n o r a f p a n t e , g r a t o al g u f l o , a l c o n t r a r i o di q u e lli di
F io ri ,
di P a n fa , e C a fa n iz z o la , ch e fo n o
S o r b i g n i , e G r e c h i g a g l i a r d i . I cap retti fo n o i m ig lio r i , c h e f i p o l l c n o m a n g i a r e , e i lo r o la ttic i n j , e d i ru tta T [ f o l a f o n o p a i f e t t i i h m i . G o d o n o a n c o r a q u e l l i la_ » p a tte del m o n te
Epom eo
m e r id io n a le c o l te m p io m a-
T N K o° jr w a vv i g l i o f o - ,7 e~ --d e-v owt--------------i f f i m o d i ---------S a n t o --N----------* i c o l a , c a v a t o c o--n m ira b iT a rtificio n e lla f o m m it à d el m o n te p red etto c o n
S.
m o lte c e lle ,
e p ifc in a fr e d d iffim a , è m o lto d e l/ z io fo a
Monte della gj; o c c b i d e 5 r i g u a r d a n t i . Q u i a p p r e i f o i t a il m o n t e _ * fh e ^ o 'i E
d e l la - G u a r d i a ,
to-
c h e iv i la
c o sì d e tto d alle v i g i li e ,
e fe n tin e lìe ,
n o tte , e ’] g io rn o p e rii C o r fa li fo n o fa tte a
c u fo d ia .d e ’ p a e fa n i. Q u in d i
v e r f o il m a r e fi f e o r g e i l
Giardine!. j U 0g O ^ d e t t o G i a r d i n e l l o , i l b a g n o d e l G r a d o n e , il y a B . ’del
G ra-g o m on te di S a n t ’ A n g e lo a m o d o di
«ione.
il m are p o llo : e
p e o in fo la d entro
ir. q u e l l o è g r a n p e l c a g i o n e d i r a g o ”
^ orereo d! i l e , d i a l t r i b u o n i p e l e i , e d i c o r a l l i , è u n p i c c i o l o p o r ’ “ la r i,«
° '
io , e
poi
p a t t a t o i l l u o g o d e t t o l a E c h e r a li v e d e u n
piche, m i r a b i l e S u d a t o r i a , e u n a l u n g a f p i a g g j a d ’ A r e n a m i n € ia l e . ; ;c a ld iE im a , c o n b a g n i .n ella r ip a a d a l t o ,
e ap
p retto
Libro Primo.
1$
p r c f f o a ! m a re , o v ’ e il S u d a t o r i o , f c a t u r if c e co n b o lli te rrib ili una acqua d i b u o n fa p o re ; e
in eiTa
N ata.
fi c u o c o -
n o p e f c i , c a r n i , e f i e n i l i in b r e v i i f i m o f p a s i o . S i v e g g o no
a lle v o l t e
tim o re d e g li
u feire a lc u n e e ffa la z io n i a lian ti
. Qui
appreso
con fi
flrep ito ,
v e d e la
o ic u r a , v o lg a r m e n t e d etta C a v a o fe u r a , c h e veram en te c a ld e .
e lfere , d o v e
Poco
fea tu rife o n o
d ifc o flo da q u e lla è
, che
nom e ,
in q u e lla f c a t u r i r e
V a l . e o f . u* a _ pare
cosj
a c q u e fre d d e , e
l a f a m o f a V a l l e d e l - y an e
P O l m i t e l l o , c o si d e tta dal n o m e d e ’ d u e gni
e
in fin o a lla
g ran d e del
f o n t a n a , d etta d i
,
c
fi v e g g o n o d e l m e d e f i m o
e a n c o di D o j a n o . T u t t e le rip e d i q u e lla b ia n -
c h e g g i a n o p e r la c o p i a
d’ ol.
fa lu t ife r i ba- m t t | o
n itro ,
D o iaim .
c h e v i p a fee
N i t r o fi , c h e p e r c i ò e r e -
d i a m o , fo lT e c o s ì c h i a m a t a . S i t e r m i n a q u e f t a v a . l e i o che C0lj d u e m o n t i , T i m o d e t t o l a T e r z a n a , e i ’ a l t r o C a p o d i ta. m on te; m ata
e da
q u e llo
fca tu rifc e
d e lli F r. ilite lli ;
d etta acq u a , e
ric e v e
una fre fe a adunque
acqua
ch ia -
q u e lla v a lle
q u e lla a n co d el f a m o f o fo n te d i
l i ; le q u a l i u n i t e , e c o n q u e l l e d i d e t t i b a g n i
la '
i ¿ ap0 d;
N i t r o - Monte .
^
m e fco la -
t e , qon f a c i l i t à n e l m a r e f e o r r o n o . N e v o g l i o q u i t a c e re m o ’ effetto , ch e l’ a cq u a d i N itr o li f a ; ed e , ch e p o n e n d o v i f i d e n t r o il l i n o n e ll o fip a z io di tré g i o r n i al p i ù ,
Acqua
di
m a t u r o ; b i a n c o , e p e r f e t t o i l r e n d e , o l t r e a l l e a ' t r e f u Q i ' t f f . ’ct.6 q u a l i t à , e v i r t ù , c h e tie n e fa lu t ife r e a c o r p i u m a n i , d a n o i al f u o
lu o g o fc r itte : e p er v irtù di q u e lla g li a b i
t a t o r i di B a r a n o , f a o i , e l u n g a m e n t e v i v o n o , ne
be Ili i li m e f o n o ,
tu ren d o , n o n e a l t r o , co tta
d alla
l e d osi
B u a n o , ca
p o i c h é q u e f l o f o n t e c o s ì c a l d o fica- Tale. che
un b a g n o
di a c q u a d o l c e j
N a tu ra g ia lla m e n te : c h e l e
d o n n e n o n Co
l o b e v e n d o la , m a in e lla i p a n n i l a v a n d o , c o m e b a g n o e n t r a n d o la
p ig lia n o
co n iè rv a n o
.
;
In q u e llo
m a g g io r e d egli la r £ fi d i l e t t a n o ,
p e r l o c h e c o s ì f . m i , e belici C a fa le ,
che
dopo
F io rio e
a l t r i , le p e r f o n e g r a n d e m e n t e il ch e
il
del b a l
a n co ra e c o m m u n e a g li D
fi
a ltri
Ju ° *
/
2
6 De’ Rimedi Naturali cTìfch'uz,
Sito di Bs. l u o g h i . I I f i t o d i q u e l l o C a f a l e è f a i) m o n t e , e ’ I C a f a l e rano . d e t t o d e l T e i b c c i o , d o v e 'e i l \e r a v g l u f o ( u d a t o r i o ,
Tettacelo
c o s ì d e tt o j e i r a il m o n te d i
B e lv e d e re ,
e q u e ! di S t a
cafale • Sito del Su d i a , così» d e t t o ( m i c r e d o ) d a g l i a n t i c h i , p e r e d e r e darotio del l u o g o f a l u c i f e r o , e d ’ a r i a p e r f e t t a a. q u e l l i , c h e f t i a n o
Tettacelo •
f o f p e t t i d ’ u lc ere n e i p o l m o n e , e a ’ c o r p i i m a f f i t i , c tif i c i , fim ile a q u e llo , c h e feri v e G a l i e n o nel q u i n t o d e l M e t o d o v e r f o il m o n t e
»
V e f u v i o , e d a l l ’ a ltra p a r t e
M onorane u n ’ a l t r a v i l l a , d e t t a M o n o p a n e , f o r f è c o s ì d e t ^ p e r c h e s a lile .
i n q u e l l a fi
ric o g lie
ben ¡film o t r i t i c o , c o m e a d i e u n ^
c o p a n e . Q u i n d i fi v e d e i l m o n t e , e p r o m o n t o r i o d e l l i
Proli dell! ¡^Ja r 0 n t |
MP r e d e l l a
tro
cavalleria
v icin o
e q u e llo d e lla C a v a l l e r i a . . D o p o f e g u i t a d e n *
a certi gran
f a f f i l ’ e c c e lle n te b a g n o di S u c c e lla ro ,
a ll ’ A r e o l a , e a !li S c h i ti t e
f • di S u ccel- p r o m o n t o r i o
a p p r e n o ii v e d e i l
d i S a n to P a n c r a z io , c o sì d etto d a u n tL ^
A r s o l a .■
C a p p e lla in q u e llo d e v o t if lìr o a .
S c h iti.
t r a p a r t e v i fi f a i n c o n t r o i l b e l m o n t e S e j a n o :
R i t o r n a n d o v e r f o J a I-
S. g t i m o l o f f i a n o n f a r à b u o n a f e c o n d o i l Mori” 2 Seia. Sejanum pcjjìdes . S i v e d e u n c a d a l e , pron dì
no.
..
£ t i r
la
cui
p ro v e rb io / * « « » d e t t o i l P« m
, e
o
una campagna piana , di biade fertili filmo: nella quate fifa anco gran co p ia d i cardoni : e d i
ca rcio fi!, e
o
>sj
JH Piano f i m i l m e n t e p e r t u t t a q u a f i l ’ I f o l a . V i e n e a p p r e f l o J a _ j «alale . v e r d e g g i a n t e , e a m e n iifim a v a l l e , d etta de L ig u o r i c o p io f a d i c a ccia d i f a g i a n i , di lep ri , c o n i g li ,
▼ jHe di Li-
guori.
Mopite
a n im a li f ilv e f lr i. C o n g iu n t o m o n te,
a
q u e lla e
n o m in a ti a n c o d e’ L i g u o r i ,
v illa d etta
e
il
e a ltri ,
e
fio tto q u e l l o
p ia n o
la
di C h iu m a n o e o m m u n e m e n te , c h e
h deve
piano di Li— d ire di C u m a n i , p e r eiT ere q u e l l o l u o g o d e l i z i o f o , e ' V i l l a d» c h e p r o d u c e f r u t t i , e v i n i e c c e l l e n t i : S o n o v i a m e n i i* C h iam ano . rne f e l v e d i c a f i a g n e . S a l e n d o a l p r e d e t t o m o n t e , c e d ’ a lte z z a -e p o c o a ll’ E p o m e o in fe rio re : g ià ch e
q u e lli
d u e f o n o i p iu g ra n m o n t i d e l l ’ I f o l a : e m ir a n d o a ll o lii n e lle fp o n d e d el
Là T
m a r e , p r i m a fi v e d e p o c o
in
p illiti
del promontorio di Santo Pancrazio verfo Vefu* r Vto»
Libro Primo « v io ,
i l l u o g o c h i a m a t o la S e g g i a ,
27
e a p p re ffo
una a r c u i l a ,
n o f a f p i a g g e t t a , n e ll a q u a le li f a b u o n a p e f c a g i o n c , e ffen d o
quel
lu o g o q u a fi c o m e
un
p o r to per m fin o
p r o m o n t o r io d e lli C e f a g l i o l i : D o p o fe g u e 1 a lt r o , d e t t o d e ll’ A g u g l ia : e Ì ’p e c o fi
f r a q u e l l i d u e fi v e d e u n a g r o t t a , o
grandi ( fim o , e
può
lu n go m o lto
en tta re c o n f r a g a t e
o rrib ile ,
g ra ffe ,
e p o ffo n o fia rv j p m
v a fc e lli p ic c io li , fa tto c r e d o d a lla N a tu ra m a r a v ig lio f a m e n t e . V i e n e d o p o il g r a n p r o m o n t o r i o d e t t o d e lla F arata: d etto
am a lin e a
P ifc ia z za
d e lla
v e cch ia
,
co sì ch ia m a to
m i n e r a l e , c h e i n e f f o fi v e d e
^
Prof) d e ll l
a l t r o , parati,
a p p re ffo è q u e llo d i S c ia m ilo : d o p o 1
ù
p on. ditta
nel q u a le A g g i*» »
p e r M i fcUrriU
c h e f c e n d e d a l pron
dsrrG
f r o n t e i ò p r a i l c a f a l e d i C a r o p a g n a n o ; e t u t t a . q u e O a ^ la p i fc i j « » R iv ie r a fa ffo fa ,
e p ie n a d ’ a ltiilim e rup i .« ta lc h é pare J U a
.ch e q u e lla I f o l a
te n e fle u n a f o r t e
g lia ,
, e a .tiilim a
V * ..
m ura
c o m in c i a n d o d a l d e l i z i o f o , e v a g o g ia r d i n o d e - ca lale.
J ’ I I L S i g n o r e D o n G i o v a n n i d i G h e v a r a , d e t t o il N r n f a r i o , l u o g o n e l m a r e m o l t o a m e n o p e r i n f i n o a l l i M a - N in tir io . ro n ti. Benché
la m a g g i o e p a r t e d i q u e l l a I f o l a i la c o s i
m u n ita , e circo n d ata d i ru p i a lt iilim e , c h e d i m o f ì r a n o una
fo r te z z a g ra n d iilìm a . S i
v e d o n o in q u e l l e r u p i li
.c o lo ri d e lle m i n i e r e , e m iffim a m e n te
del f e r r o ,
q :t:;
e d « - . - Arena negra
B o e r i ; e c o p i o f a d ’ a r e n a n e r a , f e r r i g n a , c h e t i r a l a c a l a - fe r r ig n a . m ita c o m e ferro .
V i e a n co la m in ie r a d e ll
pannano
la
v icin o
q u e lla ,c re d o , q u e lla , che fa tto n e
ca p p e lla
S a n t o S e b a i i i a n o } e oro.«
f ia q u e lla , eh e fcriffe S trad on e , e a n c o i
a v e ffe ro g li
pruova
di
anni
a
d ie tro
e ffa m in a ta
i S ig n o ri V e n e z ia n i , fe c o n d o
a p p re ffo G io v a n n i E lifio , c o m e
, e
fi l e g g e ,
a b b ia m o d etto . V i e
p i u la m i n i e r a d e l l e p i e t r e m o l a r i , d e t t a la M o l a r a , c h e al p refen te
è in
e
o r o a C a m - ^ j njer4
u fo q u o tid ia n o per tu tt
cirsi ; e d e a p p r e f f o a l l u o g o d e t t o
^
i lu o g h i co n v i.
il C r o v o n i • S o n o an- C rovoni
c o m i n i e r e d ’a lu m e in m o l t e p a r t i d e l l ’ I f o l a , e f p e c ia lI p e n te v i c i n o al m o n t e d e lla G u a r d ia , e
P
G W r i
*
a ltre m in ie re , ohe
f
,
28
De'Rimedj Naturali d'Ifchia.
Monafter; dì- che diremo nella noilra opera Latina . Vi fono piti trio veii* ‘ naileridi Monache , e di Frati di San Franceico Con* ventuaii , di San Domenico , e di Santo A gofiino. Per tutta ì’ ¡foia fcaturifcono undici fonti d’ acque frefche, Fargo-d:For e trentacinque d'acque calde medicate . V ieancoin_» rei-io. 'quella il fango di. Fornello medicinale , e bagni della b.aeiij Dee- Doccia , da bere, ^ per ogni altro- ufo neceflario j e più iU?‘ cinque Arene medicate , e diecenove Sudatorj , tutti da noi olfervatr, eiiaminati, e di gran parte efperitnenta ti, e nella preferite opera fcritti ; e benché vi reftaffero alcune altre cofe notande r quelle riferviamo nella Cadetta opera Latina . Quello tutto fi vede fcolpito nella feguente carta minutamente, e con le fue giulle mifure . Avvertendo il Lettore, che !1 primo miglio co mincierà ponendoli cireino-, o coropaifo all’ arco pri mo del ponte fin'al promontorio , e capo, detto dell’ A rena : e c o s ì va poi continovando. Non reiterò prima Monte Epo- di fare alcune confiderazioni , che iàlendo alcuna per meo,. fona giudiziofa fopra all’ altezza del monte Epotneo > tanto celebre appresogli antichi, e che mirerà all’ in giù y ealli circoftanti luoghi » vederà con ftupore, que lla Ifola , che pare fignoreggiare P Ifole, e la terra vici na } e fermatoli fopra le fpalie del Gigante Fifone alla Comunità del monte, oggi detto di Santo Nicola, e raggirandoli a torno per le parti vicine , prima gli ver£ Partennpe, rà innanzi flfo la detta la bella Partenope , oggi detta eg^i* jyenti Jieno, e da altri Ventoziene , e fi feopre Ponzia , e "por,th. Pandateria , detta Palmaria , e oggi Palmarola , e al, andata-tre più: e appreìfo a Pitecufa fi vede anco la ricca , e na, oggi Ad-a55ondante Ifola di Procita. D a ll’ altra ptrte quella di pirecula. Capri . Si veggono il granVefuvio , oggi Monte di Procita: * Somma , il fieno Napolitano ■, P o zzu o li, e fieno di Baja,. v X v :o e il monte Mi Ceno; e dirimpetto ad Enariagii edifizj,* S e n ili poli, e le rovine deli’ antichiflUia Città di Cu,iw, la fienaia tino.-, - Gaeta &
l i b r o P rim o
.
29
pczítiolí : ' nf rj» B
Gaeta , ed altri luoghi , che per brevità lafciamo _ quefìa fommità fi vede per tutto 1’ Orizonte chiar », poiché Javifìa all’ intorno per tutto non ha tc renine, ne R u i d J impedimento : il che a pochi luoghi di quefto Regno e Cuma. conceffo . Ma laiciando quefìecole da parte , e venen ^ ‘ o^onfa do a quelle , che nell’ ifìetfa {fola fi contengono , alzaci chiaro * do V. tceellenza la mente , e contemplando col tuo Dico.fa. divino giudizio tutto quello , che i feoiì inquefìopicciol luogo le.fan mani fello , vedrà con infinita meravi glia , che quella {fola contiene quajì, come un piccio¡o giardino tutte quelle circoltanze , e compartimenti, che contiene l’ univerfal giardinodi tutta la terra : che 1 gran Creatore di tutte le cole ha ordinato perula vita_» de’ viventi , e peritanza dell’ uomo : {icon e in quello fi vede , la divifione de’ monti. piani, fonti, fiumi, laghi, m ari, ifole , peninfole , ili m i, e promontorj : non altrimente potrà contemplare l ’ apteficio , e architettu ¡ di^ quello piccioi giardino , fabricato -, e dipinto dal fommo Architetto $ e particolarmente confideri il compar timento , che ha l’ acqua femplice , frefca , e^da bere,con quella compofìa , e calda de’ bagni . Vedrà con dilettaziond’ animo , che fcambievolmente 1’ una ha fatto luogo all’ altra , collocando tutte Tacque compofìe de’ bagni alla baie del monte , a’ luoghi con vici i , ed alT ilieffo lido del mare j acciòthe fiana ricevute dal n are : ne feorrendodi lungo fopra la terra > corrompendo li forfè alcuna parte d’eife, vengano poícia i vapori cor rotti dalle miniere a cagionale aria cattiva . Cosi addunque piacque alla divina Previdenza di metter termine alle acqu" compoile de’ bagni , vicino al mate , dando loro di più il corfo facile . Ma quelle dì Gorgitello , e d’ Olmitello^he non fi no così vicine al mare, fe fcaturire d( ntro le v a lli, acciòche nell ’ una l’ acqua femplice della Pera , e neh’ altra quella di NitroJi feendeffe : ed ^ aa-
3o ZV Rhnedj 'Naturali d'ifchìa , anco facendofi a tempo delle piogge il torrente gran de , e portandone via tutti gli efcrementi, e immondi zie de5bagni in un fubito ai mare , e nettando , e pur gandoli , non fi cagioni in quelli aria cattiva 5 ancorché ciò non fi veda nel luogo de’ bagni di Fornello , e d i Fontana , come appreflo mofìreremo : ma di gran lunga auJ jjavanza il ’fiume dell’ acqua femplice , detta di Buceri Bucea^Vr! ogni eccellenza in quello fpettacoio di Natura : però eh«¿perfetta che avendo origine il Tuo fonte , quali dalla fommità del gran monte Epomeo , la cui dilìanza , e altezza fa rà dalla Città Metropolitana , dacinque miglia , fu or dinato , che nalcciTe in quel luogo , onde piu opportu namente patelle pigliare vario corfo , facendo d ife * j varj fcorrimentì , per irrigare , e temperare quello rairabif giardino : ove nafee anco non molto lontano dall ’iileiTo luogo un’altra acqua da bere ; benché di minor copia , ed eccellenza , detta della Pera . Polliamo adun que ragionevolmente dire » che in quella [fola fia i! compartimento neceflario , e la per-fezzione di tutti quattro gli elementi ; cioè l ’ aria buona , la terra abbon dante , e così gli altri due più necelTarj al vivere umano, fecondo abbiamo di no Arato con l’ autorità del gran Cheroneo , che fono l’ acqua , ed il fuoco in abbondanza. Q u el, che d! quella if) la , e del f unte di Pantano . |3UCeti fcrilTe il famofo Pontano , ed anco il Boccaccio , B3ceaCC' ° ‘ 1’ abbiamo mollrato nel capitolo \ dove per ordine^ Nota ragionammo di alcuni luoghi famofi . Ma qui non pof° * fo tacere una maraviglia , la quale a me pare un fecre, •to grande , cioè con fiderare il principio , e l5 origine di quelli f >oti d’ acqua femplice -, perFettifli na , che feenriendo dalla fommità quali di quello monte pieno di fuoco , e di miniere, dalle cui radici nou fi vedono fcaturire altro , che acque compofte , ed è ella nondimeno ■ freddiffirpa 3 * di graziafiffimo gufto . Percioche qua lunque
IV'vo Primo
*
31
lunqne principio ella fi &bbia , o fía per converfioné d ’ ar. a in q a , c c li ficcia nelle vjfcere , e gran con cavità de’iiii mi, o pei vapori ingroffati , flecóme pruova Ariítotile ; overo thè 1’ arque nafeenti abbiano Í’ origire dal mare , e che perii meati della terra feorrendo vengano a featp ri re dalle ¡or vene , ficcarne nella__* Sacra Scrittura fi legge , ed è opinione di fapientifioai. Filofotì : forza è , che venendo T acqua a nafeere nel l ’ altezza de’ monti , ella faljfca a quell’ altezza contra Ja fua ine linazrone propria , e naturale . Ne accade re picare le ragioni d’ alcuni , che l ’ acqua fiaiuperiore di filo» e di altezza alla terra ; perche tuttequefle ragioni pruovano bene , che 1’ acqua Aia fopra la terra , e che 1» terr fia vafo dell’ acqua, come è vero ; mache 1’ acqua fila p ò alta , o fia maggiore della terra non mai » e che l ’ acqua contrala fua naturai* inclinazione afeenda alia_» Commità de’ monti, che dubbio è , che ella non fia moffa da un favore fuperiore , e da iècreta , e particolare obbedienza , che ella abbia all’ imperio di Dio , e della Natura ; ciò fi pruova chiaramente ne’ fiumi , che noi diciamo $ però che avendo il Joro nafeimento > e la cadenza dal monte altiflìmo , non feguono quella«» lor principale inclinazione naturale , per la quale fi doverebbono sforzare di feendere all’ ingiù , ad ugualarfi , e giungere al Jor principio : Ne meno vanno difeorrend o a c a fo ; anzi nel corfo loro diverfiífímo fi vede un_> cafo maggiore , e un principale intento delia Natura j che poco innanzi accennammo } cioè d ’ andare a ricer care , e irrigare buona parte delia facca della terra_* dell’lfola , e la piò feconda per Io bene, e maggior com modo degli abbitatori, e per lo fofiegno di lor vita_j -, c .. A quefio fine 1’ Ulufiriff. e Reverendiif. Cardinale^Grao*’vela* Gran Vela , effendo Viceré in queito Regno , e miran do all’ utile commune , concedette allora certe immu nità*
32 De ’ Rimed$ Naturali cP Ifthia. nita , che fi dicono tratte di vino ; acciòche fi portaflè, e fi riducefle Ja detta acqua di JBuceti al borgo d’ IHotailo ^ ' a j che S e g u ito in parte dal molto liluftre Si* Ju»uvilla. gnore Horazio Tottavilla , che n’ era Governatore a quel tempo , il quale avendo fatto forare una monta gna , l ’ acqua per gli Aquedotti è pervenuta già all’ in giù alla paite laterale verfo la Città , per lo fpazio» quali di due miglia . Nofiro Signore conceda, che ven ga al termine difegnato fenza alcuno iìnifiro intoppo di terre minerali : la quale potrebbe corrompere la__j perfezzione , il fapore , e la qualità fua : benché in que llo fi polla ufare diligenza , con effaminar.prima i luo. g h i , e le terre , per dove averà da paifare , e col gu fto, e con 1’ odorato ; perche non vi fia qualcuna mala qua lità puzzolente de’ minerali . E l’ Ifola abbondante , e deliziofa di cacete , come abbiamo detto , di diverfi uccelli, e di fagiani, lepri, conigli, e limili ; e tutta ben governata , e munita d’ ogni cofa necelfaria al culto umano , oltre la fortezza inefpugoabile , e maffima.mentefitando fotte il governo , eprotezzione dell’ EcMarche!« del cellenza del Signor E). Aifbnfo Davalo o’ Aquino , Vailo. Iviarchele del Vafto , e dell’ lJluftrifs. e R everendi. Cardinale Sig. Donn’ Ionico d’ Avaio , Cardinale d’Aragona , che d’ Ara^na. con f ua grandezza , e innata gentilezza , e con fue ra re parti governa , onora , egrandifica quefta , e la fua vicina Procita . lo non ragiono ora , dejli miei Signof c £ ' d : ri Eh C a rlo , e D. Cefare Davalo : perche di cosi IlluAv-do . ilriifima , e gran Famiglia non balìa carta sì poca , e sì poco ragionare ma gli ileifì Signori lUsftriffimi pi gliando già di quelli rimedj naturali , favorifcGno , e illufìrano 1* ifola , i bagni, e i luoghi convicini , per lo valore , e grandiifmo giudizio , che in tutte le cofe di ' pace , e di guerra tengono E perciò ragionando del governo di una sì importante fortezza , ( che di molti anni
Libro Primo .
33
anni a tenuto ilg en ero fo , e illufìrifncno fljngue Da-, vaio) il divino Arioflo in quelle Tue fìanze così dice. N , detto iella M arca, e tre Angioin i Moflra, l'un dopo l'altro, e dice, Q uefìì A ' B r u c ila 'D a m i, a'Mar f i , a'Salenti ni Vedete , comefon fpefio molejii ■% M a ne de' Franchi v a i, L a tin i A)uto sì, eh'alcun di lor vi r e f i . Ecco li caccia fuor del Regno, quante Volte vi vanno A fo n jb , e poi Ferrante. Vedete Carlo Ottavo »che difeende D a l Alpe , e foco ha i l fior di tutta Francia t Che pajjail U r i , e lutto i l Regno prende Senza maifiringer fpada ? o abbafiar lancia , T uor che lo Scoglio »che a Ttfeofifìende Su le braccia, /wl petto -.efu ta pancia , Che del buonfangue d' Avaio a l cantrafin L a virtb trova et Inico delVaflo . I l Signor de la Rocca , che venia Quefìa ìfforia additando a Bradamanto « Aioftrato che V ebbe Ifchia , dijje , P r ia , C V a «Wifer ¿z/zr-o più vi meni ovante lo v i dirò ,fu e l tch'à me dir folta I l Btfavolo mio, quand'ìo'era infante , £ chefimilmente mi dicea , Che daljuo Padre anch' efio udito avea * £7 Padre fuo d'un altro o Padre , ofofie Avolo , e To» ¿a l'altrofino a quello, C/j’tf udirlo da quel proprio ritrovofie > Che l'imagine fe fe n z a pennello , C/jf vedete bianche, azurre,e rafie V d ì , c/6ì quando al Re mofirò HCaJìello , C/j’ or mojìro a voi f u quefìo altierofcoglio j Li dijje quel) eh'a voi riferir voglio . £ Urf? i
V
34
,
De' Rimedj Naturali d' lfchiat
,
XJdt che g li dice a che in quefìo luoco D i quel buon Cavai er , che lo difende Con tanto ardir che par di’/prezzi t l fuoco Che d' ogni intorno e fin incende Nafier devea in quei tempi dopo poco E ben le difie V anno colende ) Un Cavaliero, a cui fa r à fecondo Ogni altro fin qui fra fiato a l mondo A i on f u Nereo sì b e l » 0« eccellente D i forza A ch ille ardito UliJJe Non sì veloce Lada non prudente N e jìo r che tanto feppe viffe : Non tanto liberal tanto clemente V antica fama Cefa r e defcrijje Che verfo V uom che in IJchia nafcer deve Non abbia ogni lor vanto a rejìar lieve . f i f e f i glorili V antica Creta Quando il nipote in lei nacque di Celo i SeThebe fece H ercole e Bacco lieta Se f t vanti) de Gem elli Deio quefla Ifola avrà dajìarft cheta 6 s* efia lti non [ lie v i in Cielo Quando nafeerà in lei quel gran Marchefé * C a v r à sì d' ogni gra zia vi Creicortefe g li difie e replicogli fpefio, CI) era/erbato a nafcer all'etade Che pih i l Romano Imperofa r ia opprefio Acciò per lui tornai]e in lìberiade . M a perche alcuno de' fu o i gefii apprefio Vi mofìrerò per d i r l i non a cca d e j Così difie e tornò a ll ifìoria dove D i Carlofi vedeanl' antiche prove
,
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[Come
Libro Primo .
35
Come per 1a differenza^ mutazione de'tempi fi fona perdutelo tralafciate,e di nuovof t fono trova* t e o ridette in ufo molte coffe importan ti', così f t pruova ejfere avvenu to intorno a bagni,
,
*
C A P , L
IV .
E tante, e così diverfe c o f e , che dagli uomini
prudenti ,o c o n J’efperienza , o con l ’ ingegno fo no fiate trovate nella vita umana , non è chi dubbiti, che nè tutte da uno , nè ttUBe in un medefimo tempo fiano ilare trovate 5 ma da diyeriì uomini, di diverfa qualità, e di diverfa nazione, e ora in u no, e ora in un’ altro tempo . Feliciffìmi veramente a mio giudi zio furono quei fecoli , che ebbero m aggiori, e piè ec cellenti inventori di cofe grandi, diffìcili , ofeure , non piu intefe , e degne dj eterna memoria . Ma io non so ben rifolverrai, fe fortunata, o infelice fi debba chia mar l’ età nofìra, però che da un lato fi ved e, che delle cofe, che con tanto travaglio ritrovarono gli antichi , molte,o del tutto fi fono perdute , e fpente, 0 ce ne reffa sì poca, e sì lontana memoria,che è quafi ofeura , e piccioliffìma ombra . Dall’ altro, è pur vero, che^roolte «di quelle , che gli antichi non conobbero, o t t e n e v a no per cofe vane, e impoffibili , f i fono chiarite: appro vate , e trovate veriffìme , e in ciò ha avuta la noftra età tanta fortuna, che io mi credo , che non fidamente fi poffa agguagliare all’ antica, ma con molta ragione andarle innanzi . V i è chiariffirpo argomento, chei noiìri maggiori, oltre le Ifole Fortunate da'Ponente , e la Catigarada Levante , quafi non conobbero cofaoiuna di più s e di queffo Mondo inferiore, e abitato, appeE * na
3 6 De' Rimedj Naturali (Plfchia 3 na di effo arrivò alla lor notizia la metà . La dove a no» Ari tempi fi fono manifeflati tanti nuovi paefi , tante Ifole fi fono trovate, tante , e tanto di verfe, e non conofciute nazioni, tanto m are, tanta terra , tanti riti,e coitomi fono venuti a nofira cognizione , che non fuor di ragione fi dice eifierfl trovato un nuovo mondo. E in quell’ altro fuperiore ancora , che noi chiamiamo Cielo , fi può con, verità-affermare una gran parte non effere fiata conofciuta dagli antichi - Ma chi va dii» correndo per lofpaziofiflìmo campo di natura, donm grandiflìmo di D i o , e maraviglia (òpra ogni maraviglia , o caminarà mirando fiffamente in lei quelle colè,, che fono manifefie a’ fenfi y o quelle , che con l ’animo lì concepifcono, o pure quella mirabil parte , colla quale ella fi fcuopre, efiorifce negli animali ; Mafie ella fi confiderai nelle fiupende, e maravigliofe ope» ra zio n i, che fa lòtto le profonde caverne della terra*, vedrà, non (blamente lo icaturire di tante acque, e par ticolarmente di quelle calde de’ bagni , e la copia , e varietà di tanti metalli * ma la continua generazione t e continua apparenza di cofè tanto nuove , e Arane, e per innanzi non mai fapute , nè p e n e tra te le non è in telletto tanto (vegliato, nè animo sì curiofo , che non ne rimanga di maraviglia , e di fìupore pieno . Scrive il Ficino (òpra Platone, che fi fanno gran cofie dalla Calamita contra il f rro , dall’ Ambra contra le paglie , da’folgorj contra i corpi fiodi, dal fiolfo infocato contra le bombarde, e finalmente da tutta la natura , tanto neh movimento de’ carpi celefii, quanto nella formazione delle eofe, chequà giù fi generano , delle quali avven ga che noi non ne lappiamo certamente le caule , non però neghiamo gli effetti . Ma con tutto ciò. chi neghe rà , ritornando alla Calamita, chela Buffola , cofia di ianto fiupore,. non fa fiata invenzion nuova, e non fapu-
%
Libro Prima'.
31
Capota dagli antichi, ma ibftiliilimo, e gloriofo ritro¡nvT;fltore vamento degli uomini noflri della Coita d’ Amalfi j della BuffoU a’quali 'e ben ragione, che abbia perpetuo obligo , non fu Amàiik*> no t folamente tutta l ’ arte del navigare , ma tutta la urnana generazione infieme , che pub ora ( diro cosi ) iolcar ficuriilimamentenie le onde marine ad ontade ^ven ti , delle borafche , delle tenebre , e della ofeurit'a del Cielo 5 la quale ofeurit'a tolga p ur, quanto^vuole , e pub , l’ afpetto della luce della Tramontana , o dell’ Or« fa maggiore , o della minore , e di tutti i pianeti »e de corpi ceiefli, una picciola buffoletta moilrera nondi meno a naviganti la lor diritta » e ficura firada . Quello jfieffo che nelle altre cofe , è avvenuto ancora intorno alle acque calde de’ bagni, prlncipal oggetto di quan to fiamo iti in quello capo toccando, cioè , che di loro ii è perduto molto col tempo » e che fi è grandemente fpenta la memoria di quello, che apparteneva alle** virtù , alle forze , e all’ ufo loro , e che così all’ incoino da poco tempo in qua , infinite cofe fi fono trovate di nu ovo , e nuovamente olfervete , e molte altre fecondo l ’ antico ufo- ri navate , e che ciò fia vero , fi moitra chia ro nelle nofìre acque medicinali dell’ IfoJa d1 Ifchia, e particolarmente cohtefliroonio di Plinio, di Strabone » e di molti altri j, perciò che Plinio, non ib’anoentenel 3 lib. al ca p o n e nel 3. al capo 3 1 . ragionad’ ifchia,ma racconta g l’ effetti miracolofi di quelle acque nel 2 ca po del lib 31 ove dice , che 1* acque dell’ Lfola binaria medicano coloro , che patifeono il mal della pietra«,, dalle quali parole , e da quello , che in conformità n§ fcriv&Strabone, p a r , che li polla ritrarre , che uftvano anticamente quell’ acque ancora nei-bere , per rompere la pietra , e mandar fuori l’arenella 3 e fi pub credere , che sì fatto ufo mancò poi per ingiuria de’ tempi, anche in parte per negligenza de’ Scrittori , i quali arala*
38
V id s
Phall • d? medicin. a q u is cap.
A<>.
De' Rimedj Naturali d* Ifcbia,
tralafi iarono forfè di fcriverne, come di cofa allora molto famofa , licome fece Anazarbeo della radicoia, e di molte altre cofe , che tralafciò i lor fe g n i, come che foffero al tempo fuo comunemente , e volgarmen te fapute, le quali fi andarono poi invecchiando , e per dendoli dall’ u fo , e dalla memoria degli uomini . Ed invero noi abbiamo fatta molte volte pruova , e In « facciamo quafi ogni dì , che alcune acque de’ bagni d5 Ifchia tirano fuori Parenella, ediminuifcono,e rom pono la pietra nella vellica ; ma lìa o per proprietà oc culta , o parte anche per manifefle qualità , chiaro è , che non folarrente col berle , ma col bagnarvifi fanno 1’ effetto , quali roedelimo « Nè io difcordarei da quelli, che tengono per ferm o, che gli antichi ufaronoilber di quelle acque per fcacciare da’ corpi umani diverte infermità , però che ancora noi ne abbiamo fatta»* efperienza , e ne abbiamo vedute feliciilime riufci» te , come più oltre moltraremo . E comunque ira , noi tutto quello , che intorno a ciò faremo per dire , ci for zammo di provare ora con ragioni naturali , e ga gliarde , ed ora con 1’ elperienza del fenfo , procedere mo dalle caufe agli effetti , e molto piu fpelfo dagli effetti dimoilraremo , e {copriremo le caule , e fe per ventura Pintelletto di taluno non s’ acquieterà con le ragioni, non farà ( credo io ) gran maraviglia, peroche il fodisfare a tutti gli uomini egualmente , fi pruova che è , non fidamente difficiJ/ffima , ma forfè imponìbili cofa , ancorché non lafciamo di porre in confid trazione a qu egli, che fono di diffidi contenta tura , che noi quali ogni giorno andiamo con molte fa tiche , e pericoli penetrando le fpelonche , e ca verne ofcqre di quell5 Ifo le, e girando intorno tutto quei tratto di mare, per non Jafciare cofa alcuna..* inrìietio, onde pcffa quietarti Pintelletto ncfiro primie-
L ib r o
Primo .
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arciera mente > e poi quello degli altri con le noilr® fatiche . Che l'acqua f a piu necejfaria , che il fuoco-, e ancora che f i apiu eccellente degli altri elementi, ef i f a ch’ aro col tejlimonio di Plutarco^ Plinio, Vitruviu} e altri antichi F i l o f f i .
C
A
P.
V.
L A T O N E col teilimonio di Pindaro ci dimofìra ? che 1’ acqua è cofa preziofiiìima , e non mancano di quelli , che (limano Lliodo nella i'ua Theogoniaaver tenuto l’ acqua effer primo principio di tutte le cof e , la quale chiamò Chaos , quafi come da uno fpandimento,ed effufione i poiché l ’ acqua jfluiììle , fluibile, e che di fuanatura (corre,onde ancora (limano, che ila—^ nata l ’ opinione di Talete Mileiio , che Pindaro abbia avuto ardire di cominciare dall’ acqua i Tuoi in n i, e canti Olimpici , dicendo : 1’ acqua certo è cofa ottima j E veramente quella loda dell’ acqua è tanto famofa, e celebre appretto tutti ; e univerfalroente tanto ri cevuta da’ dotti , che pare , (e ne fia fatto proverbio , quante volte a qualche cofa grandemente buona fi an tepone qualche cofa migliore. E quantunque Pindaro confetti, che 1’ acqua fia cofa ottima , nondimeno ante pone all’ acqua l’ oro , perche riluce la notte a modo di fuoco • Certo queili dui elementi, 1’ acqua , e il fuoco , fono i piu principali , onde a coloro, che fono (limati indegni di vita , li toglie , e proibifce 1’ acqua , e il fuo c o . Arifìotele nel terzo libro della Rettorica, cita una fentenza di Pindaro a queilo proposto , come cofa tri viale , e ufurpata da tu tti. Qualche volta alcune cofe fi preferifcono , e antepongono ad alcune altre, folaP
mente
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De' Rimedj Naturvli d'Ifchia .
mente per quello, perche fono più rare a ritrovarfi j perche nei refio 1’ acqua , certo è che fiapiù neceifaria , che l’oro , e più utile che Mfuoco, come ne fanno anco, ra tefiimonianza Plutarco, e Celio Rodigino j perciò che le utilità dell’ acqua pajono di gran lunga-effe-re , piu eccellenti di quelle del fuoco : però che infiniti animali fono , i quali vivono fenza ufo niuno di fuoco , cna veruno può mantenerfi in vita fenza l’ acqua , per. ciò che fe faranno fenza umore , e fangue , così voti di fangue , e fucchiatf dal liquore de’princip; fi difeccano s Anzi ne gii alberi, nè le piante potrebbono mai far fiori , nè foilenergli fenza 1*umido deli’ acqua Per la qual .cagione (limano , che ragionevolmente , come dicemmo di fopra , Pindaro abbia detto ottima cofa_* è l’ acqua . E di piu ancora fi fuol portare quello -, chc_a anno creduto gli antichi, che i Dei giurano tra di lo ro , per la Stigia palude, o perche tanto agli D e i , quan to a tutti fono odiofi coloro, che fono facili a rompere i giuramenti , o perche ( fecondo Efiodo ) 1’ acqua è più antica di tutti gli altri elementi. Certo eifendoquafi infinite,e grandiiiìme le utilità delle acque , coloro , che appretto gli Egizj fofiengono luogo , e perfona de’ Sa cerdoti , dimofi'raoo , che tutte -lecofe confifìono nella potenza d d licore : O n d e , quando nel Tempio reli gi ofa mente fi porta qualche vafo d’acqua , allora gettandofi per terra colle mani alzate al C ie lo , rendono grazie alla Divina bontà D i cofioro , credo, fiaancor quello , cheferive Seneca , che religiofamente adorano le origini, eca p id e’fiumi grandi. £ appretto cofioro una fubita , e afcofa fcaturigine di qualche gran fiume ha altari confecrati , fi onorano le fontane delle ac que calde , e i la g h i, i quali fono accompagnati da_* ombro fi luoghi, o vero da grande altezza , e profondiià . È Cornelio Tacito feri ve ancora, che fu coftumc iflituire
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ift fluire facrificj , e dedicare bofchifacri , e altari ad onore di fiumi della patria : E di qui , forfi fu prefa quel luogo d’ Orazio nei primo libro dell* fuoi verfi. Ora me ne retiro ad un foave capo d' acqua facra—j. MaEfiodo nel libro , che feri ve delle opere , comanda, che non fi paffi à piede fiume continuo , Menza che pri ma non fi-faccia orazione. Scrive P r o c lo , che ciò fi faCeva j perche (limavano gli antichi, che tutta la natura delle acque foffe cofa confecrata agli Dei , li .quali chiamavano padri de* viv en ti, poiché pofiiede , e contiene forza di nodrire, efare crelcere . Eparticolarmentefìimavano cofa divinai fiumi.continui , neili quali l ’ acqua non manca giatnai, che però Momigliano I’ eiernà fofìanza de’ D e i , la quale non manca tnai : anzi lim avano che a’ fiumi foifero fopraflanti , e guardiane le virtù divine. Ed io so molto bene , che Giovanu_> Grammatico fu di pare/e , che quel detto di fifiodo bifognì intenderlo allegoricamente . lmperoche folto il nome del fiume (lima , che fi debba intendere la mo glie , che perpetuamente deve abkàre col fuo mari t o ; e che il Poeta in quel luogo infegna , che 1’ uomo non fi deve accodare alla moglie , Me prima non fa ora. zione a Dio , acciò che al gktur della femenze Iddio voglia eifere favorevole , e propizio ,coroe a cofa pura,, e legitima , come egli Grecamente chiama . Gli elemen ti certo, comeferive Plutarco Cheroneo , eifendo folamente quattro , pajono ad un certo modo aver da fe_j Pefli generato , per dir così , un quinto eie nento ^ e quefìo è il mare , il quale non è punto meno utile , che gii altri , così per molte ragioni , che io lafcio da banda, come per la navigazione, e pratica tra le gè:vii del mon do : pere ¡oche .fi alcun tempo la vita umana , quafi Mal valica, fenza familiarità , ne domeftichezza , overo permutazione alcuna delle.cofe ; e poi per quello quia.» F to
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De* Rimedj Naturali d? Jfchiay
to dementato cominciò ad incaroinarfi la domefUchezz a , e i a pratica tra gli uomini j onde fi refero tutte le cofe pili perfette . Imperoche col portare diveriè forte de’ beni , da noi ad altri , e da ai tri a n o i, e con la reci proca., e-fcambievole permufazione delie coiè , e nego ziazione delle mercanzie, fi è veduto aiTai bene confer marli la, pratica., e 1’ amicizia tra gli uom ini. E ’ celeSentenzi 1 bre una ientenza detta da Eraclito , che iè il Sole noo Eradico . foffe , farebbe perpetua notte $ altretanto poffiamo noi dire del m a r e c h e fe egli non folTe , non farebbe ani VnlUà d e l male ninno , che uguagliare fi, potelfg con ia falvatitre chezza degli, uomini . Per beneficio del m are, dal1* India furono portate le Viti nell a Grecia , e dalla_s, Grecia-fu portato qa\ da noi 1* u fi de le biade , ficome ancora dalla Fenicia 1’ u fi delle lettere , affine che ci poteilìno aiutare Ja memoria , contra l’ oblivione. D i maniera,, che il mare , noniolo ei apportò la commodità dèi vino , e delle biade: ma ancora in gran parte liberò, il genere umano dalla rozzezza de’ coflumi, e dalla ignoranzai. Or chi farà adunque co lu i, che per merito d! utilità , non anteponga agli altri elementi H acqua , che da ie fola pare , che abbia a quattro ele menti , aggiuntone: un’ altro ? Si può facilmente vedere,, come molti antichi Filofolì anno pollo per primo principio , e quali come un feminario di tutte le coi© del mondo , il fu o c o , come quello , che può creare , e produrre da fe , tutte le cofe, e di nuovo ancora tirarle, a f e , e inghiottirle colla forza della fua fiamma, m a , perche in quellaqueflionedall’ una , e dall’ altra banda iòno molti teflimonj., e quali uguali, noi lafciando da banda gli Autori , confideraremo le ragioni più; gra vi ,>e che ci parranno accolìarfi al vero, e probabili, per lf una, e per l’ altra parte. E iè noi proveremo ad alcuno mQ.zAgioni affisaci, che ’1 fuoco fi debba anteporre ad-. t V acqua
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inacqua, fegua pure liberamente quella feriteli za , fa quale noi non neghiamo. Perche di quelli due eiementi più principali, 1 Ifola d’ Ifchiaè abbondanti®» cna j E noi iìaroodi parere, che ’lfuoco fi debbia ole ico la re coll’ acqua , quaiì (per dir.ccsì ) come colla fredda Salamandra. Ma acciò che il coltro ragionamento ritorni là , onde ci fìamo alquanto partiti. Pri mieramente vediamo effere cofa chiara, e nella quale ¡tutti.gli Autori fonod’ ascordo, che quando la ceropa¡m io n e fr.fa.tra due cofe , quella è più utile , e nobile ■ dtll’?.lira , la quale noi i enfiamo p iù , e più continuamente, e della quale Tempre abbiamo più biCogdo , $ non polliamo fare lènza efia,non .altri mente , che d’ u no iiìromento, o d’ uno fuppellettile neceffariiffjmo a l la vita umana : ficome ancora fogliamo dire, colui effe re più vero, e migliore amico , il cui buono animo verfo di noi efperienentiamo a -tutte V ore * e in ogni occafione affezzionatiffìmo ; ma tanto è lontano , cbe'L Cuoco ,ad qgni tempo , e luogo ci ha commodo , che fpeffe volte n’ è moleito , efpeffo il reputiamo „ Dal l ’ altra banda proviamo , che l ’ ufo dell’ acqua è non folàmente nell’ filiate , ma antera nell’ Inverno g randsmente neceffario. Da quella ricevono grande utilità s non (blamente coloro , che fono ammalati ¡, magli ifteffi Pani, quella di giorno , e di notte è utile : ne è tempo veruno giamai , nel quale la vita umana pnffa- ftarne lenza , e non ne abbia brfogno . Laonde i Greci chia marono i morti «M'jiavrt, , che tanto vuol dire , come fé diceffe fenzafonte , fenza liquore, e fenza umore, del quale quando fiamo p riv i, allora fìamo m òrti. Dijqge» oe^, chiamato ilCinico , quali non mai nella vita fua , oso il fuoco. Anzi una volta mangiando ìì è devorando pubicamente un polpo crudo, dille «Tanto fono io , ò Cittadini, più nobile, ed ecce lente di v o f , volendo in* E ferire
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44 , ferire , che al viver fuo non faceva di roiftiero il fuoco* f e all’ incontro fenza l’ acqua , non fo/o non .fi può comodan ente vivere , ma nè anche a modo niuno vivere } E d è una forte d ' uomini , la quale fenza ufo alcuno di fuòco , fenza c a ia , fenza focolare nella campagna aperta/iottol* aria, procura le cofe neeeliàrie al fuo vivere* Ma a che pfopofito fiò io a raccògliere tante ragioni » folte dalla natura, e dalle condizioni dell’ uomo , il quale foJo conobbe il fuoco , poiché molto p iù , per non dire infiniti * fono gli animali, il cui alimento, e vivere , o che fi palco no in terra , o che volino per l ’aria , o che fi rivoltino ibpra la terra , è lenza dubbio alcuno lènza fuoco . Molti fi nodrifcono di radiche, altri de’ frutti , alcuni di carne , nè per quelle cofe giamai dirà alcune?, che abbiamo bifogno del fuoco r Ma fenza l’ a c q u a i , chiariflìma cofaè , che niuno animale terrefìre , nèvojatile , nèacquatiie , potrebbe vivere al mondo, lmperoche quantunque dica Arinotele , che gli animali , che fi nutricano di carne, non beono , e noi concediamo effere vero , non fi potrà però negare , che quegli animali non ufino cibi aitai u m idi. Dunque rifolviamo , che quello elemento è più utile , lenza il quale la natuia_» di niuno animale non può ilare , r è durare. Ma Jaiciati da banda gli animali, che fi pafeono de’ c ib i, rivolgia mo il nofìro ragionamento verfo le c o le , che fi mangia no , c o m e fo n o le eibe , e i frutti , alcune delle quali non anno punto di caldo , e alcuni altri fe pure ne * a n n o , ne anno tanto poco , eccsì ofeuranente, che con gran-difficoltà vi fi conofce 5 la traimutazicne de’ cibi aliai fecchi, la putrefazzione , e cc ncozzione, la di-, geiìjone , difìribuzione, per lo corpo, la quale i Greci chiamano la diachifm , chiaro è che non li pr {Tono fa re , fe r o n d a li’ umido; Oltre di ciò, quella cofa fi dee filmale » c h e t a t i maggiore utile , dalla quale non fi può /
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pub r'cfverp irci ri n t do , ne damo nfuno , corr e cer to ricevere fi h ( e dal fuoco , iJ quale per la defiruzzinne d< t u fe che feto porta , ha in qutfia parte mal n n e f u r i e per lo contrario l ’ acqua e Jontanifiìrra da qi ePa c< Jj.a . £ quando fi pongono in compa/azione due cofe , niunonegarà , che quella è più gio vevole , la q uale p iù facilmente li trova , epcòaveriì iènza molta ipefa . Ora , fe voi afpettate qualche co modità dal fuoco, e mediai io, che vi colli cara , perche bifogna fpendere , e comprare le legne : delle quali per quello maggior copia , e abbondanza lì trova appreffo i ricch i, che appreifo i poveri ; e appreflo i potenti» che appreiTo coloro , che menano vita comune , e pri vata . Ma l’ acqua certo è adorna di cosi fatta facilità » che ugualmente fi rende comune a tutti , di maniera che coloro , che la cercano , non anno bifogno di mol ti iilromenti, nè rrachine : perciò che quello gran bene per apportare utilità alle cofe tutte , non ha bifogno di cofa alcuna . Or dite di gra zia , non fi dee con ragione (limar meno quella cofa , che tanto più perde della—» naturale utilità , anzi tanto più fi fadannofa , quanto piùcrefce ? talee veramente la natura del fuoco » il quale a guifa di fiera voradiiima , e r pace , confutilarebbe , e difìruggertbbe ogni cofa , iè con J’ arte , e indufiria umana non fi prò ve de (le » che dentro un certo modo , e termine non iia dannofo , ma utile » e l ’ acqua che cofa ha , cella quale ragionevolmente fi polfa , o debba temere ? E di due cole quella fi dee filmare più giovevole , la quale più facilmente fi può accompagna re coll’ altra . Ma ii fuoco coll’ umido non ha fami liarità , n'e compagnia niuna , nè fe l’ avelie , apportarebbe giamai frutto , o utilità : ma l’ acquaeziandio congionta col fuoco apporta utile : percioche le ac que , che di fua natura fono calde , e delle quali farà
ogni
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4 6 Dé3 Rhnedj naturali d* Jfchia
.Ogni roftro dimorfo , e ragionamento, fono faktiferé, e li ulano , come medicine contra i mali . Ma fé io non m inganno , jtuoco umido trovare non fi pub ; e nondi-, meno 1 acqua , o che ila calda ò che ila -fredda , genti■ imi ma mente ferve Tempre a i nofiri biiògni . DeiJa__, ¿eccellenza , e utilità dell’ acqua , così fcnve Plinio nel 1. apo del 3 r. libro : Qnefìo elemento fipnoreooi^ . a luti t g li altri elementi ; k acque divorano I n f e r i Jmorzqno la fiam m a, Jal-ifcono i„ a lto, * s’ impadroni. Jcono dell arta.octelo (che vogliamo dire) e con / 'oppor re le nubtjhangolano lofpìrito vitale >la quale copione .manda per terra , e sbatte i fu lm in i. E che cofa pib maravigliofa pub effere , che vedere i are le acque nell aria 5 c queJJe ( come fe quefiofoffe poco ) arrivare m.su , ea così grande altezza t-rare , e raprire ancor feco in alto grandiffime fclr'ere , e molti,-tudinedi pefci ; fpeffe volte ancora inalzano , e levanoin.su iepietre , portando ad un certo modo fi .pra^, di fe i pefi d altri t e le medefime cattando pai , diven. gono. cagione di tutte le coffe , che interra afcono ; € inlomma fe alcuno vorrà penfare bene , .coaie fi gene rano le biade , come vivano le piante , e che le acnue vanno nell’ aria » e che di là portano gli fp,riti , e anima gitale all erbe , confeffarà anche , che tutte leforz-e £ 1 m f r ’ ,fo f,O Ò e n ^ d e ll'a c q u e . Q u e l gran T a U e M i l e f i o p e o n i e d i fo.pra b r e v e m e n t e a b b i a m o t o c . .co )
u n o de f e t t e . S a v j
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d ' M a r c o V i t r u v i o , ,e c o m e
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lib r o d e lle c o fe , che
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p ia c q u e a P lu piacquero a i Fi
, n e l c a p o . t e r z o , I r i n c i p e nella F i i o f o f i a , e d a l q u a l e p r e f e il n o m e la f e t t a Jonica , f e c e c h i a r a tefìim o n ia n ^ a effere
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, n e l .t e r z o l ib r o c e lie q U f i i u n i natu rali , p e l e a .
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\L A L ib r o .P r im o .
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po r j . Molte altre cofe potrei addurre intorno alle lo di delJ: acqua , le qual, per brevità Jafcio , però che èi orirai tempo , che il noflio ragionamento fi rivo ga a* Medici . Ma prima convien iapere , che (tolte cofe, fcritte da molti eccellenti Autori Greci , delle lodi, dell5acqua , fi fono perdute a’noffri tempi , e non iì leg-‘ gono , ancorché di tilt faccia chiara ricordanza Vitruvio ne! i bro allegato di fopra , con quelle parole * Anno cefi ero àimojirato a j e tr,aruviglioJif}tme del le acque , delle qualiJono alcune , che io per meJiejfo ho vedute , & altre ho ¡recate rutili loro libri Greci , de’quali libri , quefìi fono g li Autori , Theofrajlo , T imeti i Pojjìdan 0 , Egejf/a , Erodoto , A rijiide , Metredoro . Serrile li grande Hippccrate , a che cofa ferva-* l ’ acqua nella compolizione del corpo umano beniffitoo nei lihro.ddla dieta , perciò che diffe , che quello * che è fottiliiTimo nell’ acqua , e ranffimo nel fuoco , fe. nel corpo dell’ uomo riceveranno temperamento , fan no un la ni ili mo abito : enei libro deli^Aria , delie-* acque, e de luoghi diife • L acqua fèmplice fi dà , overo p( Ji cjfefa della fanita , fe 1 acqua farà bomilima , overo per recuperare la finità perduta , perche lana la febre , ferma il fangue , fcaccia via la flerilità , e la medefima ancora rende le perfone iterili , e fa le faccie degli uomini di buon colore , e negli uomini produce-* chiara , e buona voce . E che b i f >gpa dirne pm ? certo pofTono le acque mutare il temperamento , fecondo che farà la natura delle fìeife acque , come farebbe Boreale , Orientale, o altrimente . Mafe l’acqua fia ali« nnento, onon iìfuple dubitare; imperocché l’ Autore de” libri della dieta nel primo dice , che I fuoco può thvjvere tutte le cofe , e che l ’ acqua può nudrire per tut to > tutte le cofe . Mannello fcriife , che ivi Hippucratedal, calore naturale y e dell’ umido fpermarico.>
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De' Rimedj Naturali d'Ifchia .
M ache ¡’ acqua non nudrifca , pare che Galeno il dica nei quarto libro .delia utilità delle parti , e vuole più preño , che l’ aequa fa come portatrice , e un canale, 9 mezzo , che porta i’ alimento per le parti dell’ animale : B-nche Galeno , pare che parli più predo dell’ umore ferofo , il quale H.ppoerate chiama alimento maturo, e portato per le parti , e anno in ciò feguitato Ga¡eno , Paolo , ed /Ezio . E il Prencipe degli Arabi , nella feconda parte dei pri mo lib nella dottrina feconda , e nel cap io deile varie differenze delle acque , e degli effetti , ne fcriffe molto appieno. H ppocrate nel libro citato di f i p r a P de’ luoghi , dell’ Aria , e delle acque. ; e nel jibrodelP utilità dell’ umido : e nei terzo della regpU , ^e modo di vivere pelli morbi acuti , e altrove ancora fpeffe volte . E G iJeno di piu fcriffe molte colè nel primo li bro , come lì confèrva la fanità ; e nel primo delle fa coltà de’ femplici medicamenti ; e nel 4. del 5 . de’ mor bi volgari , e nel lib. della bontà dell’ acq 1a , fe pare quél libro è di Galeno , e in ieiceito altri /aaghi 5 fola la terra non fu di Filofofo alcun > giamai fitta princi pio delle cofe . Conchiudiaopo adu >q re , che non lènza gran ragione i Savj antichi anno poeta f acqua per prin cipio di tutte-le cofe : elfendo che la g.merazione_j di tutte le cofe ani mite è umida , e le piante ancnn « fi nudrifcono con 1’ umido , eaggiungino al frutto , e .alla loro perfezzioné . e finalmente quefto Sole del mondo , le Selle , e lo fieffo mondo , fi nudrifcono , e pafcono con le esalazioni, e vapori delle acque , fecon do T opinione di P lu tarco, Tálete , e Houjero .
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C h e 'l
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Libro Primo.
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Che'lfuocofìatpiu nobile, e utile ài tutti gli altri eie« menti,fecondo lajentenza ài Fiutarceli G a lenone d'altri Scrittori eccellenti. v*
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QUATTRO Elementi , i quali ragioaevoImeRte
può afièrmare ciafcuna eiferno fatti da D I O , come da uno Architetto ottimo , fecondo Plutarco Cheron e o , fono come materia della fabricadel mondo , acciò che dalia difcprdia, che.trà di loro anno continuamente , la terra , e 1* acqua , iìano quali una materia fogg.etta agli altri due elementi, e quali come fatti.a po ffa, ed a quello fine, chefe bene fpno parti principali , e dell ordine deli’ (Julverfo npn pollano però generare da fe flette , nè produr cofa alcun? , la quale ad un ceri o modo non venga loro data , e conceifa dagli altri j H pero quelli due elementi giacendo come morti , l’ ajr a , e il .fuoco, come fattori , e autori delia generazio ne , furono (limati ragionevolmente oecifarj ; e op portuni . .Etra quelli due , iJ fuoco fenza dubbio tiene i l primo luogo , ed è quello, che Ììgnoregg!a . Imperoche la terra iè non riceveife calore dalia natura , rimar rebbe Iterile , e infeconda , ma entrando in elfa il fuo co , e penetrandola molto bene, e diftendendofi per quella , la rende gonfia, pregna , ed atta alia generazio ne delle cofe ; ,e per quale altra ragione le pietre, eie montagne al'pre , li biafimano come Iterili, e infecon, ue , fe non perche, o ,non anno affatto niente di fuoco , overo fe pure neanqo , è pochiflìmo? E ¡nfomm.a è •£;:nr° cofa lontana del vero, che le cofe generate, e proootte , confervi l ’ acqua , overo ch’ ella generi qualche cofa di nuovo, chela deflruzziooe , e morte di G qual-
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De' Rimedj Naturali d'ifchia ,
qualfivoglia cofa, altro non è , che ’i mancamento del fuoco . Pere foche il calore è quello , che fa, che le cofé tutte refìino quel che fono , e confervino la loro natu ra : c ancorché quello venga ancora detto della ilefla acqua , oientedimeno iènza il caldo è chiaro , che tut te le cofe fi putrefanno. E iicome egli è la morte , e defìruzzione di tutte le cofe : così ancora la ruina dell* ac qua è il defide rio- del caldo . Ma all’ incontro onde avviene , che i laghi, e 1* acque morte , le quali fanno chiufe, e come .imprigionate , nè anno luogo niuno onde poiTano feorrere , e avere ufeita , e continuamente fi danno fenza movimento, divengano all’ ulti mo catttve , e putride 2 fenon perche in effe non inter. viene agitazione, nè movimento alcuno, il quale ab bia forza di generare, ed eccitare qualche calore j per ciocché il moto nelle acque correnti, o che fi muovo no , conferva il calore, onde quel movimento , fogliamo dire , che è il vivere , e vita delle acque . L r oltre di cib vero , che di due cofe, quella (limare fi deve più, la quale è cagione dell’ altra , ficome certamente dell’ ac qua è caufa il fuoco , cioè che fia al mondo, e che fi trovi : ed è certo , che (limare fi deve quella cofa nobi le , ed eccellente , la quale fe manca , è neceffario che 1’ animale rouoja,e perifea. E quell'altra, la quale quan do manca , e non è più , V animale non pub più vivere . La umidità fi ritrova ancora nelle cofe , che fono pri ve , e fpogliate di vita, nè da effe fi parte intuito, e la morte non q^altro , che uno eiiremo, e ultimo manca mento del calore , laonde coloro, che già fono morti, fono freddiifimi, e di sì fatta maniera freddi, che per Ja fomroa , e incomparabile freddezza loro fi vede , che rintuzzano, e guadano il filo , e il taglio ad un rafojo , come chiaramente fi vede nelle incifioni, ed espe rienze Anatomiche . Anzi nello fieffo corpo dell’ ani ma-
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Libro Primo.
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male vivente , quelle parti che anno manco caldo , manco fentono v come fono ¡ p e li, Je offa , e tutte le al tre parti, che fono più lontane ,è rimoffe dal cuore > le piante , e i frutti non fono prodotti dalla terra in vir tù dell’ umido folamente 5 ma mefcolandofi co ’1 calo» re . E di qui nafce , .che le acque , le quali grandemen te pajono prive di calore , o ne anno pochiiffmo , non fono fruttifere . A ll’ ufo del fuoco , in quanto fuoco , non abbiamo bifogno dell’ acqua , percioche ella più tofìo nuoce a! fu o co ,ch e giovi : pero che lo fmorza , e ammazza : ma l’ ufo dell’ acqua in moltiflìme cofe fenza il fuoco non vale ; percioche l’ acqua in multe cofe allorafpande, e diff)ide l’ utilità fua , quandoèdivenuta prima ca da ; ne allora pub edere molto nocevoJe l ’ ufo dell’ acqua : e cib Tentiamo , ed efperimentiamo con un folofenfo , cioè quando ci laviamo con quella , overo la tocchiamo bevendola , o in qualche altro modo ; ma il frutto dei f ioco fi (tende per tutti i feniì . Percioche , e giova altatto , e per le m oltefuecom modità tira a fe gli altri feniì . Tutte le arti ritrovo il fu o c o , e il fuoco le conferva , che per q ùe'fla cagione anno fatto gli antichi fopraftante , e Capitano del fuoco Vulcano . E ’ Ja vita noffra di molto breve fpazio : pero che i 1 Tonno ( come dilTè Arifione ) a guifa__» d’ avaro gabelloto ne va usurpando , quali la inti£ra__» metà , ma molto più breve farebbe fe ciancio luogo alJe perpetue tenebre della notte , privi dell’ utiliifiirne vigilie , non ci aveffe il fuoco fatto partecipi de’ mol ti % i nel giorno , e non aveffe polla così neceffaria differènza tra il dì , e la nottè ; laonde non effeodo cofa alcuna più cara , che la vita , rie più utile , e non iblamentecobfervata dal fuoco , ma accrefciuta , e maggiore . E ie quello che dal tespperamento de’ fenii riceve più,bifogna (limar più , chiara colà è , che non lì G z rice-
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De* Rimedj Naturali fi Ifichia y
riceve parie alcuna di uroid fa lènza Ja rceicofanz» delio fpirito , e de i fuoco . Perciòche cgni uno de’ fènfi riceve volentieri il fu o co , corte quello , che fa le cofe v i t a li, etra gli altri fenfi la vifta , Ja quale è (limata ra gionevolmente fenfo acutiflìmo tra tutti , eliendola^a vifta nell’ uomo, come una Corda accefa , quella , la . quale ne ha fatta fede , e teflimonianza deiP effere de gli Dei t Con e(fa, noi accomodiamo , e conformiamo F anima noftra alle mutazioni , e movimenti ce ledi} il che , ben mi ricorda , effere (lato fcritto da i latone , e dà Plutarco nel primo libro delle fentenze diverfe de* Filofofi. , il quale fe c o n d o la opinione degli antichi icrive , che il fuoco è princ'piodi tutta la natura con_* quefle parole : E r a c l i t o , e H ip p a fio M e la p o n tin o a n n o i e t t o y c b e i l f u o c o è p r in c ip io d e lla n a tu r a t u t t a . Im p e ro cb e d a lfttu c o t u t t e te c o fe n a fco n o .e n e l f u o c o tu tte m an c a n o n e ft r ifo lv o n o ie jje n d o t u t t e le co fe o r d in a te in q u e fia f o r m a . I l p r im o fu o c o g r o fi/ jfim o fu r id o tto , a r ijir e t t u i n f o r m a d i t e r r a da uno s fo r z a r e j i r i n g e n t e ,e c o m p r im e n te i n f e J leJ J o J a q u a l t e r r a t doppo r if o lu t a d a )fu o c o , p er f o r z a d e lla n a tu r a d iv e n tò a c q u a ie fin a lm e n te c o l fo jjio d e l l'a c q u a , ne f u p r o d o tta l ’ a r i a , e ilm o n d o tu tto] t t u t t i i c o r p i n e ll'in e e n d io , e b r u g ìa m e n to , c h e f a r à d e l m o n d o ft f e i o r r a n n o , e r if o lv e r anno n e l f u o c o . D u n q u e i l fu o c o f u p r in c ip io p r im o d e lle c o fe ,p o ic h é da q u efio tu tte le cofe f i f a n n o : e i l f u o c o a n c o r a f a r à f i n e d e lle co fe , p o ich é o g n i c o ja a l f i n e to r n e r à ,e f i d f f id v e r ù in f ih o c o .S c r ix c E b o d O )
che quando il fuoco è atceiò , pare la cofapiu allegra , e piu onorata , benché quel verfetto iòpra di ciò Herodoto Pattribuifèa piu prefìo ad Homero. Paufania ancora nelle cofe memorabili , che Jafciò Cel.Roi litr. fcritte , come è autore Celio Rodigino, fecondo fafenij. «. ij. tenza degli A r g iv i , dice, che l’ invenzione prima del fuoco non fi dee riferire a Prometeo , ma piu prede a Fa-
Libro Primo. Fororeo , il quale fa il primo a conomunicario agli u om ini. Qualche volta ho dub itato,che c b fofle co* fa Poetica, e favolofofà più preito , che vera, e ifìo» xica » Ma Ariiiotde nel quarto libro della Meteora di ce, che gli animali fono tutti reila terra, e nell’ acqua linamente, ma nell’aria , e ne! fuoco non così : e ia ca gione, è perchè la materia maggiore, e prevalente , che e nelli corpi degli animali , è tura , ed acqua. Ho detto qiefìo volentieri qui, per coloro, che vogliono, che nelJe Fornaci di Cipro viva un’ uccello coile piume A p p a i o i Greci fu coftume anticamente fiequentiiTimo , che quando ne’ facrificj , e nelle cofe della Religione s’ introduceva il fuoco, fi diceva ih Greco <?«* Fos agathort, lume buono . Dicono ancora alcuni altri, che i Caldei anno onorato il fuoco , come un D i o . Abbiamo letto, che nella Grecia dalli Medi , e dalli AiTìrj a quefto elemento fi davano onori Barbari, non per cagione di fcrupolo , e di Religione; ma piu predo per pa ra , e terrore di cofa nocevoliftìma ; e che rovi na , e confuma tutte le cofe . Ma quale folle la opinio» ne degli antichi M edici, e FiJoiofi , cioè del grande H ippocrafe, e del divino Platone intorno ai fuoco, overo del caldo , benifiimo , e brevemente raccolto dal roaravigliofo Galeno nell* ottavo libro, e fettimo capitolo delli fecreti, o cofe che piacquero ad Hippocratc , e Platone: nel qual luogo pare j che Galeno lì parta dal parere, e fentenza di Piatone , non piacendo g l i , dice egli meglio , potuto chiamare caldo dal prin cipio nato, come io chiamb Hippocrate . Dalmedefi. mo Galenofi chiama fofìanza delle virtù, nel fecondo libro a Glaucone, al capo fecondo: il roedefimoanco ra nel primo libro degli A f o n i m i, A for. 14. e 1 j. e nei libro primo de’ temperamenti nel primo capo, enei quinto delle facolta de’ femplici medicamenti nei ca po
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De' Rimedi Naturali $ Ifobia,
po o tta v o , e nel terzo de’ temperamenti nel capoquar to , e dello 'Marcore nel terzo capo , e ne! fedo de’ mor bi volgari, nel commento fedo , .e altrove ancora , co me noi abbiamo dimodrato nell’ operetta nodra , del grado del cuore, nella feconda quedione . £ Aridotele .nel fecondo libro della generazione , ecorruzzione nel fedo 50 e Fernelio nel fecondo libro , e nel ca po fettimo delle caufe nafcode delle cofe, nel quarto libro , e capo primo delle febbri, e nel quarto libro, e capo ottavo deìli /.piriti, e calore innato . D ella origine de'bagnile in quanta Rima frano flati a pprefsogli anticbi->cost G r e c i>come Romani .
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’ Opinione di diverfi Sa vj , fecondo riferifcs .il Signor Baccio, che i bagni fiano dati antichidìlib. c^p.r. ma di quanto tempo , e chi nefoife il primo inven tore non e però chi lo feri va . £ ’ ben vero \ che fi trova fatta menzione di loro , prima dell’ Imperio de’ G r e c i, e de’ Romaci, e fio dal tempo degli Afiani, e de’ Cal dei ; c fe vogliamo predar fede a quel j che volgarmen te fe neragiona furono i bagni rnoito prima , che fòlfe trovato 1’ ufo delle lettere'. £ Fifandrò ferì v e , che i ba gni caldi riceverono il cognome da Ercole, per aver Minerva apparecchiata l’ acqua calda ad Ercole affati, cato , e la do j"o pure per eifergii, fecondo Atheneo,da* ta pofla folto da Vulcano 1’ acqua fervente naturale in Ipogodi gran dono . 11 padre Hòmeroantichiifimo tra 1 gl* i.crittori Greci', molte volte va ricordando re ’ libldelher.fqoi libri le acque calde' de’ bagni. e nell’ ottavodelc. ix- &• ¡*b-pòdiffea da loro luogo tra le delizie . Riferifce Platone Ì ‘cVp8f lìb‘ per teflinaoniahzà degli antichi, ‘che in Crizia fu già la gran-
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Libro Primo .
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grande Tibia Atlantica , di là delle Coione , che bora occupata , e fommerfa dall’ Oceano , piena d’ ogni forte di delizie , e tra le altre , che vi aveva bagni pompofi , e variamente diflinti , non folamenteiècondo le neceiììta , roalecondole qualità delle perfone : però che ve n’ erano per ii K è , e per le perfone baile , per gli uomini , e per le donne , e finalmente per li cavalli , e per altre forte d animali . Dopo che la Grecia comin cio a divenire illuiire , e crebbe la fama fua , per gli uomini Capienti » come di giorno, in giorno fiorirono, cosi ci fono andati la forando memoria de* bagni , come Ja lafciarono Socrate, Platone , Arifiotele , ed altri , fé«, condo i loro tempi . Ma indiretto , quando veramente iìano venuti in ufo della medicina , non e molto ben chiaro : però chedieifo , comedi rimedio faiubre , e frequentemente ufato al fuo tempo , fa menzione Ippocrate, che D C. anni dopo d’ Horoero , e fiorì nel temP° » S“ e Artaiferfe , Rè de’Perli , occupava gran parte della Grecia , e dell’ Ellefponto , e fecondo dice Sorar o } nacque nellaottogefima prima olimpiade , intorno alla guerra del Poloponeffo, che fu fecondo Plinio peli anno G CC. dopo l’ edificazione di Roma . Scrive Dione » che i Laconi antichiiiimi tra G re c i, diedero la prima lode a bagni, però che effi ne furono i primi tro vatori in Grecia , e che conféguentemente da loro ne impararono il cofiume le altre nazioni , e che di qui è , che in molti bagni antichi lì trovano infcrizzioni con parole Grecite , e da* Romani poi furono chiamati therme . Onde fi può ra eco rre e fière fiato l’ ufo de’ bagni appo i Romani , dopo de’ G reci, anzi afferma Varrone nel libro de’ nomi antichi, e parimente V itruvio, che i omani edificarono i bagni ad emulazione de’ Greci . a comunque fi fia , quello almeno i'appia modi certo , che iiCome nella Maefìà del Romano Imperio fiori rono
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De*Rimedj Naturali d*lfchiay
rono tutte le arti, ele co fe nuove , g da altri ritrovate» la fi Ridderò ridotte a! colmo di perfezzione , talché merito Roma d’ effer chiamata compendio , e madre del Mondo $ costi bagni ancor loro venaeroa quei felici tempi in tanta fìima , e pacarono tanto oltre nelJ’ uiò , e nella opinione degli uomini , che fu cofa di grandiflìma maraviglia , ed oltre a quello , che poco fa Quel £he ab? iamo detto averne Sfidato fcritto ip p ocracej , ieri ve Plinio Pljnio ancora di autorità di M Varrone nel 25 . Jib. ladi Cleofanie fciò fcritto , che CI eo fan te medico celebratiflj no al c*f° fuo tem po, tra molte cofe dilettevoli , che egli ritrovò per dar gufto agli ammalati Tuoi , introduce i bagni con gran didimo applauiò degli uomini . N ell’ età di M. Pompejo , Afclepiade uomo di grande autorità, c t f ingegno perfpicace avendo avvilita , e quafi Scac ciata intotto f arte della medicina , lafciò fidamente 1’ ufo de’ bagni pen'fili, d’ infinito diletto. Qap >quelli fcempi , ne vennero alcuni medici di qualche autorità, che ebbero de’ bagni diverfa , e diicordante opinio. n e, peiòche molte volte gli dannavano, e proibivano, molte altre gli lo d a v a n o e permettevano : ma in effet to tra tutti i buoni autori generalmente fono flati te;outi Tempre in luogo di rimedio principaliflimo , ficoroe a ll’ età di Auguito Cefare , gli tenne Cornelio Cel io , che mofirò con trio ta diligenza aver raccolte totte le regole principali di Clecfm te , le quali , fi leg ge appreflo Galeno , che da molti Medici famofi di rjuei tempi furono feguite , e inquanto poterono accrefci.ute , come fu Antonio Mufa , Androrpaco, Archigene, Ruffo, cd Erafiflrato , finche la medicina perven ne ai colmodi perfezzione per f autorità di Galeno , i! quale , non folamentc confermò 1’ ufo de’ bagni per lo culto , e per la politezza della vita ; ma gli celebrò per ingoiar rimediò in alcune maniere di febbri : il che an corché
Libro Primo .
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corche fi vada avvertendo quali in tutte /e opere Tue pure a fine , che più chiaramente fi vegga , o voluto taccone alcuni lu o gh i, ne’ quali egli più largamente vad ricorrendo intorno alle molte u tilità, che da’ ba gni ne vongono , L 'u f o d e ¡ b a g n i n a t u r a li e jfe r e a n t ic h i (fimo,ma che l ’ m . i t c o it a j e n e f e r v ia in due modico p er / c a c c ia r e v i a t m a l i , 0 p e r d i le t t o , e a l l a f i n e f t d i m o i a com e
, e q u a li a cq u e n a t u r a li f i d e v e • m u fa r e ,
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H E T u fo del bagno d’ acque calde naturali fia cola antichiflima , lo dimofìrano m olti, e vari teltiroon/ d e ’ S c ritto ri antichi, e moderni, come abbiamo detto di fopra , J quali nferifcono la invenzione a Dei , che moffi per quello abbino fatto fingolarifIimo benencio, e dono agli uomini, overo lo riferìfcono ancora a’ voti , che-farei] iòlevanoa i D e i, delle cole buone . E da quello pare, che-fiano flati chiamati i bagni d Hercole apprefio Pifandro ; e fimilmente apprello Ateneo qu elli, che naturalmente erano c a ld i. N e 1 voti fi legge il teflimonio di L iv io , che in Thermopi e monte della Grecia furono bagni chiamati H erculani, per la caldezza, ficome ancora leggiamo etlere flati in Grecia molti altri bagni affai ..celebri, e_i gm ofi j à bagni Magnesj, apprefio Ariilotele , nella »itinia apprefio P lin io , ne i Liceti appreffo Galeno, ne j terrjforj di MitiJene , e in altri molti luoghi in ltadorvf "dicono molti bagni, e,di diverfiflìma temf f pl e * L de’ bagni .fu annchifiìmo, onde Plinio nel Iflori.a naturale , diruofira chiaramente,, H che
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De'Rimed] Naturali d'Ifchia ,
che al Tuo tempo, quando già la medicina avea co ndì,datò ad aver qualche autorità, i bagni naturali erano in frequentiilìmo u io . Molti , dice Plinio¡ftg lo . Licrji.cap. rf-ano patfre molte ore i l caldo dell' acqua , i l che è nemicijJìtnO) imperoche è di bi/ogno ufarlo poco pili lungamente , che i bagni. Celebratiffim i, edel/ziofiC fimi erano i bagni di Baja , e Pozzuoli 1 ma una gran parte, ne! tempo dell’ incendio , quando apparve una__* nuova montagna, ne fu deflrutta , e coperta, come fi vede fino al dì d’oggi : ne’ tempi lèguenti poi , perche fi fono trovati afiai bagn i, che già fono venuti iti ufo , la virtù , e natura de’ quali è ancora più efperimentata , e chiara; per quefto diremo a pieno , e diligentemente in quello luogo dell’ ufo de’ bagni , tutto quello , che parte abbiamo ricevuto dagli antichi Scrittori , par te ancora con lunga prattica , e molta efperienza ab biamo ritrovato noi . E però vedremo cinque capi prin cipali : la ragion e, e regola di quelle ifìituzioni : la qualità dell’ acqua atta al bagno ì la forma del bagno s il tempo, e l ’ ordine ; E le altre cofe conleguenti a queLl bagni fìe , delle quali diremo a baffo » La ragione di quella - a n o d u e jnftjtuzj0ne è di molte maniere . D ice Galeno nei ter gi) ua0rmini. zo della coropofizione delle medecine fecondo i Iuovìd. Gaie, ghi , che ne’ bagni dell’ acque medicate, gli uomini li no lìb. 3. de Cogliono lavare , o per piacere » o p e ra ju to , la qual raiec. {oca c .i-g i°ne e commumiiima . Perctoche eilendogia manca ta quella delicatezza, ch’ era in ufo nelle acque cal de , fidamente ufiamo i bagui per cag/on di beneficio , e d’ajuto per rifcaldare, e difeccare : Percioche tutte le A c q u e medi, acque medicinali dllèccano , come dice Galeno ancoiieta tutte ffl ra nel primo libro del confervare la fanità . E GJenmb-11'. ragione è quella, perche niuna acqua è , che non afi de fin. tuenr bia in fe qualche m etallo, pieno di qualche fò rza , e_* da cap-7. v irtij ejdìccante, o che effo fiacald o , e lécco,o freddo, e fecco.
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efecco . L ’ altra utilità farà per evacuare i corpi uma n i: perciocché Tacque calde facendo digerire, evacuano tutto iJ corpo, e maiiìmamente f e ’1 bagno avrà qual che qualità folfurea ,overo nitrofa, o alum inofa, come è teftimonio il medefimo G aleno, nel primo libro del- Gai. r. ad T arte curativa a Glaucone; Quella medefima feoten G.auc. za anno confirmato ancora Paolo Egineta , O n b a fij, ed altri; oltre che è ancora manifefta, e chiara co! fen- P*'1' & '} io Oeffo,. Alcuni bagni fono utili per mollificare, come oec' P a o lo , eA ezto lodano i bitum inoli, nelle parti nervo, fe divenute fredde, e indurate , e fi conferma ancora^ coH’ efperienza • Percioché vediamo ogni giorno , fe condo l’ ufo delle acque del bagno di Gurg h ello , che entrando la perfona nel bagno, e bagnando anco le_» parti dure , e oppreffe da tumori duri , e feirrofi fi mol lificano , e in q u e lli, e in altri bagni d’ ifc h ia , come diremo al fuo luogo , fi tolgono via g l’ jncordamenti,e ttenfiotìj, e rigori de’ nervi . Alcuni bagni fono giove voli per umettare: percioche fono alcune acque, le « quali quantunque featurifeano calde , nondimeno di fua natura umettano , come fono quelle acque, l e qua li nafeono cald e, d o lci, potabili, e atte per apparec chiare in quelle i cibi da mangiare, come è 1 acquau* della Fontana chiamata N itro li, nel cafale di JBarano , della quale fola ulano in quaifivoglia ufo di acqua gli abitatori di quel luogo ; poiché fubito, che fi porta in cafa , diventa fredda , e al bevere foave ; Gal. nel 6. Jib del confervare la -fanità , pare che dubiti, fe fi ritro vino acque , le quali fcaturifchino calde , e non fianci medicate; e laragionedi dubitare è , perche pare colà neceflaria, che *fe nafeono calde, abbino ancora in fe fiefiequalche cofa medicinale ; poiché da qnelia rice vono la caldezza , perche qualche metallo bolle in_» ' quelle , overo perche paffano fopra qualche luogo, fotH
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t>o De’ Rimedj Naturali d'Ifchia . to il quale brtgia qualche metallo : o che fi nfca/dmo , adunque in un modo» o in un’ altro, non fi mofira niuna ragione , onde fi poiFa conchiudere perche ricevano più prefio una qualità calda , che medicinale . Adunque pare cofa imponibile, che fi ritrovino acque cal de fica furienti, ie quali non fiano medicate $ e così farà faJfo , cne alcune acque calde de’ bagni naturali di fua natura pollano umettare j e però diremo , che aven do veduto Galeno eccellentiffimo F ilo fo fo , che fi tro vavano acque de5 bagni calde , le quali nondimeno di fua natura umettavano, non volfie in cofa tanfo dub bia , liberamente dire ri filo parere ; ma ad un certo mo do fe ne mofìrò dubbiofo : perche forfè non avea vedu te tali acque ; e non pare già chele neghi affatto f ma foggiunge tali acque effere rare , e poi finalmente, che iimiji acque fi ritrovano, e che fi ritrova una Fontana d ita le acqua in A lb a n i, e un’ altra in Prufa , fendo adunque vero , che tali acque fi trovino, non e meravi glia , fe alle volte ritroviamo, che alcuni degli antichi dicano nonrjtrovarfi acque, le quali nafcanocalde, e non fiano medicate, come noi già abbiamo mofirato della Fontana di Nitroli . Alcune acque rifcaldano : e che i bagni naturali delle acque calde facciano tale.* effetto , lo teflificano tutti gli A utori, e la fperienz&j ogni giorno ¡/conferm a. Alcune acque rinfrefcano ,* e ciò manifefìamente fi vede nei bagno della Fontana, in Ifc h ia , e nel bagnoCalderiano, e in quello d’ A gnan o , nel territorio di Fifa . D i più le acque calde na turali fortificano, affringono, aprono, giovano Je facol ta concottrici, edefpultrici , e fanno altri effetti limili. Ma tutte quelle utilità fono confeguenti a quelle lèi , da noi dette prima , e a quelle fi riducono . Refìa ora a vedere, a q u a li, e quante parti giovano $ cioè al pet to , alioflgm aco, {il ycnticolo, al feg a to , alla m ilza, a
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Libro Prim o.
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g li interini, alla vellica, all’ utero , alle parti nervo/è , agli articoli j e per dire infomma brevemente, a tutte quelle parti , le quali mediatamente , overo immedia tamente fi fomentano , e toccano dai bagno , purché i bagni canonicamènte fi diano , fendo l ’ acque calde na tu r a li, quali tutte atte , e buone per bagno , fuorché l ’ acque velenate : le quali io non ho conofciute } ma per bere non tutte fono buone : perciò la cofa pafla_j molto dive» famente , nel bere l’ acque del bagno , e in bagnarvi!!, e lavarvi/] fofo citeriormente.
Avvertimenti per i lagnile ammutii¡e etili Medici 3 ed agli ammalati . C A P .
I X.
O ben fa pere , dice ¡1 mio Baccio , a chi fi trova in quelli bifegni , che tre forte d’ uomini vanno al bagno j I difperati da’ M edici, e quelli vanno, come fi fuol dire , per rimetterli alla fucina; e per il piò ne fentono danno , ebeneipelfo ne danno a torto la colpa al fuo M edico, e al bagno . Altri che bene fi configlia« fio , ne ritornano confolati , ep erii piò fani delle loro infermità} elfendo veriflimo , che fe in tutte Je forze del ia medicina , miracoli fi veggono ne’ bagni , (ficome quali ogni giorno proviamo , non ftnzà grandiffima « maraviglia ) fi veggono in quelli d’ Ifchia . I terzi fono gl ìnconfiderati, che corrono in fretta ,e i troppo affe-t g n a ti, che mentre penfanò di fuggire Je foverchie fpe« le » non fi accorgono, che i bagni fenza ileonfeglio del buon medico fono la purga degli avari. Per fuggir queflo dunque , è da fa pere , che le pre parazioni neceflane devono fempre precedere al ba gno , i l io ho oifervato, che tutti qu elli, che pigliano ba-
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De’ Rimedj Naturali ePlfohia ,
bagni con aver prima pigliata la Sarza pariglia » o Legno Tanto, o la Cina , fi Tono purgati due , o tre vol te prima , purché il male ricerchi detti rimedj , tutti anno veduto delti bagni effetti marayigliofi , confegliati però da’ buoni 'Medici , e non da quelli , che miranofojacnente al guflo deH’ ammalato , de’ quali non vi è jcareilja , ma guai agli Adulatori » e agli flefli Adulati , che lo veggono , e fentono. D ita li Medici fuperbi, m aliziofi, o pertinaci , e ar«* roganti ragionando Galeno contra T effalo , dice : Inde lebile vitium vehemens ignoranti a efi >^refertim fi curt} fuperbia fit conjuncia\ e foggiunge, de T ejfuliis, qui norunt àptius adulari j e altrove , nifi magna , quceptam miraqì mulatto bumanarum rerum fia t , aóìum de bonis Jìudiis ef i i nipote confufis,ac corruptif gemine vcritate ip fam, fed tantum f c i enti cefamam qucerentefiy d ivitiìs, civiliq, potentice (proh dolorf a iacòryma ) in h ja n te, ut in hotum ambita vitam omnem confumat , quin imo (ut idem ajferebqtpecuniam f a inexplebiles voluptatem de li tias emfq , fofpi cittnt 5 ut fi quii fapientia qttódvis f i li di um feéìetur prò infnoflignoq'-) inutili (ut Flacci verbti
vide Hip- ¥ ar ) bmc
d^ant • Quanto abbiamp detto di fopra , fcritto da Gale-« n o , diTpiacemi, che oggidì fi vegga tanto chiaro , che non bifi.-gna trad irlo in lingua noitra j e anche ttccio quello-, che icriffe Plio.nel lib* 29 cap, r.per M. V irrone de’ G re c i, e de’ Medici , e il Conciliatore al a dif ferenza 7 , ed anche il Tiraqueilo de’ nobjlit fra’moAlphofi.bfinì derni : polche quello ricerca Ja modeflia » M a a ^ueflo • proposito , io ritrovo una bella fentenza , fcritta nel (ine d ’ un libretto Arabico, conira m ahs M edicasi il q u a l e dice , che effendo alcuno ammalato di male legg ero, e ufando buon reggimento , farà più ficuro fidarlo al beneficio della Natura , che alle mani pericolcfe de’ n ah f pcc, ¿elege.
L ib r o
P rim o
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mali , e imperiti Medici , overo efporre Ia fallite di quello a’ Medici duhbiolì. Dice anche Gio: ElifionelJa Epillola dedicatoria , che perciò fece mandar fuori quel libretto \ perciòche giudicava , non poteva oc correre cofa più pericoloia alla vita degli uomini , che 1’ effer governati , e curati da ind otti, e mali Medi ci ; e per il contrario, effere iicuriflimo , iè faranno me d ica ti, da dotto, e buon Medico ; E queilo fcriffean che Galeno , dicendo , l ’ errore del Medico none cosi facile ad emendarli , come nell’ altre p roiezion i. Perche efi ad totius animanti s interitum , E perciò il gran Filippo Ingraffia , mio Maefìro foleva dire letnpte una belliflima , e dotta fentenza in quello modo ; Si quts infcius, acparumtxpertus Medtcur, duraqi cervicis homo , pertin ax, hominem altqutm medicamento Deciderti -¡quo nam (exclamabat )patiojaduram hanc refictet ; ì>quantum Deo redditurus ejì rationem ,Juamq\ » hanc Jent etiamffulciebat verborum ferie,Tteologi unius errorem fanioris alter mentisTheologus carrìget'fi item a JttriJconfulto damtium aliquod nobis affirtur,fuccurritur aquitatejudicis in integrum reJUtutione\f.tq\ den/q]pecunia tantu jacìura.Quod veroa Medicopatimur, quts re/arcietìquis re {¡eietimor tuo jam viroquis afferei rem edntm ìEft cnim in hac arie vita, nerifqi poteffas. Ragionando del detto Ingrana il Signor Francefco B iilo , EcceJIentililroo Filofofo > e Medico , e degno Protomedico nei Regno di Sicilia , dice fra le altre in finite lodi , e colè notande , che /criile nella vita dei detto : Tanta erat in homine humanitas, é* benignitàx, ut in ConciliisiCollegiifq\fi quem meliusJentientem au divi ffet,in illius ibatfententiam\llludq\ Ornilianus homo tn animum induxerat ;ftb i ni ò li antiquius chariufqs juturum homi ni $ vitaffrfalute. Ree fu i exìftimatione {quamvis Medicorum ejjet Princeps jnec qucejìum ante* f ponebat
É>4.
Rimeclj Naturali df Ifcbia,
fonebat deftderata egrotantium/aiuti. E altrove: Quid abfurdius ? quid tnhumanius-,quam et nocumentum afferve , cui a dj umetto nosfutures ejje projiitemurì Conjuiut Deus Opt. M ax, hujujcemodi infanta^ & Tiranni dii fit hoc eruditorutn pace a me diéium . Biiogna dunque T re fcelta de’ Medici giudiziofi , efercitati nell’ ufo de remedj naturali , e che fervano per carità criftiana , e che il fine Joro fia 1’ onor di D io » e i’ utile dei Profllm o , e non il vano lucro ; poiché fi legge irv molte anti che Croniche ; 1 bagni d’ Italia , eflere fiati rovinati da’ Tiranni , e da’ mali Medici ; ficome fifcrive nella Cronica de’ bagni di Tritoli a Pozzuolo , vicino Baja : cosi dicendo : Balneum praclarum, atque mirabile^ narn ad radices rupis altijjtma ampia cavata domus efì 5 SÌr*in ea artifici s in genio campopta imagines manus teneìes adisca pajjiònu, quibus medetur hòc lavacrum, qua, velfu n t vetu/ate confumpta ( ut ferm e alti) à Medicis Salemitanis del e t a l i recarfus, qui per agros prò eorum languoribus habebatur a i balnea , adfolos dumtaxat Medicos huberetur, ut quibus ars philo/opbica modicum addebat commodum 5 deinde totale dejìruéìis bainei emolumsntum adduceret . Pur li detti furono puniti dalla divina giufiizia ; poi ché fi fcrive , che ritornandotene per mare fi foromerièro nelle acque , vicino il Promontorio di Minerva_j « Il medefinoo fi racconta di molti altri bagni in Italia : e te bene alcuni Scrittori P affermano per vero, ed altri il tengono falfo 5 pure jerdirò col Prencipe de’ Peripa tetici,che famofum non omni exparte fialfumxed il Pontano dice anche , Rumor V ulgì nunquamfruflra . T a l ché il detto , non fu fenza grande caufa : Poiché fi tro vano delle p.erfone maligne , e di dura cervice ; le quali per la loro arroganza ragionano bene , ed effeguifeono jBQ&le » quel chefcriffe quei dotto dicendo : In hac
Libro Primo
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ftr a humana natura conditione n il frm um , magnaci eli imbecilliteti,in morbis impetus,& pervicacia,in medicamentis infirmum,ac lentum fubfiàittm,in ingerii s,quantumvis erudìtis,ignorantia,cum qua vìdemurfeire, mi rima Jet pars eorum, qua nos lateant, quaq\ ignorarne Equefti tali temerar; vogliono , per nafeondere la lo ro ignoranza provare ogni cofa , facendo argomenti in Celarent , non accorgendoli che tutto è cantra il nofìro Galeno : il quale fempne camina col fenfo » E già dice s Sed quod nec dici,necfcribi,nec omninopercipi pot e j ì ìd quantitas in quoque efi Dunque quando Ci ha «no eiperimento certo , non bifogna alterarlo , nè mu darlo per ni una cauià ...
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L a cagione perche li bagni ugualmente non giovano cs tutte le perfone ogni anno nèfanno quelli e f f e t t i che promettono .
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P.
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V E N D O noi ragionato deir anno bifeflile , c moiìrato , che in elio i bagni d ’ iichia fono pur giovevoli , ancorché non abbiano rutta la Joroeccel* knza ; entriamo in coniìderazione dell’ anno comune, nel quale avviene fimilmente H medefimo, cioè , chea nmlte perfone non giovano Tempre ugualmente , e non ianno quello , che altre volte promettono , e fanno con t-fietto ; intorno a che caminando noi con la guida del ienfo , (fendo nelle cofe umane ordine naturale, che cede la ragione alla fperienza ) faremo forzati dire , che ciò avvenga, non per colpa de5bagni , ma degli uomi. ni vo gari , e incontinentij i quali governandofi per Io P u » econdo il proprio volere , e non con Ja ragione; pigliano i bagni difordinatamente , fenza regola , nè
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pru-
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De1 Rimedj naturali d'Ifchia,
prudenza; ondeavviene , che quelle cofe , che fono gio vevoli , fi rendono in u tili, e dannofe , il che con grandiffimo fentimento fu offervato dagli antichi , ed efpreffo in un belliffi.ro diilico , che fu trovato nelle_j Therme Deocliziane , degno di effere fcolpitoplu in oro , che in marmo. B a ln e a -)v i n a %venusyCovrum punt c o r p o r a fu n a : C o r p o ra f'ana d u b u n t . B a ln e a , v ìn a , v en u s . I Bagni , il Vino , e Venere, guadano i carpi fa n i, ed al contrario: I Bagni ,i l V in o , e Venere rendono i corp ifa n i . Altro non vuole inferiresì fatta Antilogia , fe non che J* ufo immoderato , e fenza ragione , de5 Bagni, del Vino , e di Venere , guadano i corpi iàni , e per lo contrario 1’ ufo ragionevole , e moderato delle dette_» c o f e , rende i corpi fan i, e allunga la vita ; ed è da av vertire, che fono pareggiati ¡b a g n i, al vino, e a Vene re , perche appreifo g li antichi fi avevano tra le deli zie; e però fu detto, qui dicit Baltieumydicii conmodumy e di qui avviene , che i poveri per lo più recano infamia a * bagni , e danno a loro Beffi , per quello che noi ab* biamo offervato in molti bagni de’ nofìri ; ne è gran__» fatto , però che parte con T andarvi inconfideratamente , -e fenza eiTere ben preparati, e parte con i molti difo rd in i, che effi vi fanno ( difetto bene fpeiTb a-co d’ai* cuoi ricchi imprudenti , e capricciofi ) e con gli incoram o d i, che vi paiono , è miracolo , che alcuno ne fa n i, e che non vi rinfanghino tu tti, o m orti, o flroppiati. Ma chi non sa , che le ricchezze , le bellezze , le forze , e ogni altro dono , o di natura , o di Fortuna , torna dann o fo ach i Bufa m ale? di che fanno ftd en e’ fuoi Dialogi , il Pantheo, il Brancaleone , e il detto Sig. Bacci, e infiniti valerti’ uomini j Ma quello , che a me pare peggio t è quando le perfone fi efpongono a pericolo ne’ b a gn i, guida ti da’ mali co n feg li, di qualche Medico igno-
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Ignorante; il quale , o non fappia pienamente Ja quali tà del bagno , e dove pub giovare , e dove nuocere, o non dia tutte le avvertenze neceffarie , per operarlo bene ; a sì fatti Medici , e a quelli maflìme , che an no con l’ ignoranza, congionta la iuperbia guardinfi coloro , che anno cara la fatate , o la vita , -di chieder confeglio giam ai, mafugganli con molta avvertenza ; dice a queffo propofito una bella fentenza Galeno . in delebile vitium vehemens ignorantìa ejì prafertimft cumfuperbia conjunéìa fit • Ma tornando al noftro propofito conchiudiamo , che fé a taluno , e in qualche tempo i bagni , non fono giovevoli , come per lo contrario fono Tempre a Voflra Eccellenza , avviene , o per colpa del M edico, o dello fteffo ammalato , che per non effeguire le avvertenze neceffarie, dategli dal buon Medico , quafi per forza , riceve in vece di giovamento danno notabile ; da qui è quel motto antico » In bulneis non prosvaricandum ; conforme a quella fentenza di Hippocrate ; che folum operici fe.ìpfum prcefiare opportuna facientem , fed (Cgrotantem , dt* exteriora cunffa . Vedefi quello fìeiTo, con piu chiaro eflempio , nell’ ufo moderato del vino , il quale porta tanti utili , quanto all’ incontro T immoderato danni infiniti: ficome lcriifero, Hippocrate , GaJer.o , Pavolo, Aezio , D iofcoride, Avicenna, ed altri molti buoni Autori ; i detti de’ quaii taceremo inque. fio luogo , per non ufcire dalla materia de5bagni ; ma conchiuderemo , ch eq u eiii, che vogliono pigliare ba gni , tolgano Voflra Eccellenza perifpecchio , e li pi glino con quelle debite circoflanze , che ella f a , e così arriyaranno al fine , utile , e defiderato.
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ZV
Rlmecìj Naturali di Ifthia,
V f jig r .t yc ìndiz] , che mo/ìranofe i bagnifiam u tili , e giovevoli ogni anno.
C A P .
X I.
O L T I de’ nofiri antichi Medici , avendo efpe* L< big. non i V J rimentato in diverfe Regioni l ’ ufo de’ bagni fempre ugual, per lungo tempo $ evedendo , chealle volte facevano r o r*e* ' con £ffett0 que^o , che pareva , che prometteffero , e fé perche . altre Volte erano poco falutiferi , e cagione di mal fucceffo , fi forzarono portare diverfe caufedi queita va rietà di effetti : AJcuni anno accofato icontrarj , e Afpetti ce. maligni afpetti delle Stelle , con h bagni di quell’ anleftì conciar; ~ - -6 1 no : altri fe ne fono fuggiti a certe caufe occulte , e feal li bagni crete delia ripugnanza j e altri , come in limili cali Caute oc. fulte . ogn’ uno aver fuole i fuoi refugj , affermano quali Offerva. pronofìicando , così per lunghillìma memoria degli zion e Sentenza uomini efferfi offervato , ed efperimentato , fecondo Ja del Savona, fentenza del Savonarola , del JBaccio , e degii altri , che Baccio ap! ogni anno Bifefìo fia contrariiffìmo all’ ufo de’ bagni provata con. naturali . D ica q u el , che gli piace il Faloppio , il quale tra il Falcp. argomentando contra il fenfo , con ragioni fofiftiche , pio fi sforza dimofìrare il contrario , ficome chiaramente abbiamo detto » e riferito nel fuo proprio capitolo, nel nofiro libro latino j alla prudenza del Medico ap partiene non fpreggiare gli effetti di quella variazio ne j poiché co n i’ elperienza li è fatto chiaro , e mani c o b!fe-^e^°» come diffe il Savonarola , affai chiaro , e Illufìre ftile contra- Autore , nella materia delli bagni , che negli anni bi¡.calli bagnìfelli, le piante foftengono,e patifcono alcuni nocumen ti , e i frutti , o affatto fi gualìano, overo nafcono piu 'fiacchi >e deboli ; e finalmente i bagni ( come noi anco ra con verità polliamo affermare ) e maffunamente nel pre-
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Libro Primo.
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preferite anno bifefìo 17 8 0 ., chele operazioni de’ ba gni non corrifpcndono alle operazioni degli altri an ni, cerfo , o che quello fi attribuire alle converfioni, e ... mutazioni del Cielo , o vero alla brevità della vita no- Vcrfè°J * *" Ara , o pure alia corrmune opinione degli uomini ; noi per quel , che abbiamo potuto offervare , nel coriò delia vita umana , con efperienza abbiamo trovato,Che non fui che i bagni non fono tanto u tili, nè giovevoli nell’an- ”°vc°s‘ no bifefìo , quanto effer fogliono negli altri anni : 'e ben Inno bifeft?. vero , chei bagni d’ifchia , quantunque non corrifpon- le lì bagni.,* dano alle operazioni degli altri an n i, nei]’ anno bifeilo , fono più utili , e giovevoli degli altri bagni, che fono negli altri luoghi ad Ifchia v ic in i, IaquaIcofa_j bifogna fìimare , che avvenga per la bontà, efalubrità , dell’ aria, e del luogo. Di più con verità , ancora Li bagni dr pofìo affermare, che quelli bagni non anno mai ap' lichia dati portato nocumento alcuno a perfona , che quelli a b -cotl. Js biaprefocon giu d o, e conveniènte metodo , e con ra. gione , e che non abbia fatto diibrdine in qnalrhp « cumanto» cofa . Quelli , portano per caufa una fimpathia , o vero novacontrapaffione detti bagni col C ielo , non_j fono affatto da eflere difpreggiati, perciò che dice il Savonarola : Ma che V acqua de ili bagni qualche vol ta f i turbi , e alteri dalle Stelle , e dal Cielo , e che f i fa c c ia , e deventi morbija , no’lniego : ma quejiafpe* tubazione appartiene a ll’ AJìroiogo ptu prefto , che' al Medico . Dunque di quello biiògna lafciarne il giudi zio a11’ Afìrologo , il quale raccogliendo le cofìellazioMtdicd ni del Cielo , per ciafcuna revoluzione, deve infegna- viÌneh co£ re quale, e quanta fanità facciano le acque naturali, in ‘«cura. che quell’ anno bifefìo . Ma al Medico , più pretto convieneiaCLgu(a * la confettura , che la figura del Cielo , il quale deve fa lo , ch ^ cÌ re profeffìone di fapere 1’ efperienze particolari di cia-app«o'*ne jJ feuno bagno, che tanto d’ a ra , in ora variano, e fa -Mei“»0 * pere
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De* Rimecìj Naturali cNfchia ,
pere tutti^ i pronofiici, e coie anfedette , appartenenti all u io d e’ bagni . E’ ben vero,che qualche vo/taiJM e-' dico fi può ajutare c o l giudizio deli’ Aflrologo , e con^ £ ; e l ^ qudj0 P° ' andar P tò .oltre» e procedere alle fuecpnajutare aliaie^ure, P art<còjari, cioè dalla forma del C ielo , eiTenAlcdicina. dofi dilìefo per li quattro tempi dell’anno , circa i fa* vori delle Stei e , e circa i principi, e fini degli EquiChe devono r 0Zl ’ e Pr,’na'PaImente di quelli della Primavera , e offevare ]¡fimrlmente defili Solfíizj , e maflimamente di queilì E%a\™V.’ e dell E fiate ; potra con sì fatta fpeculazione, oflervare ùohtinj . jj mod0 conveniente in tutte le cofe , e alcuni altri imprudentemente , non fi avveggono , che biibgna diligentemente oflervare lecongionzioni, e oppofizione fareeh Luna ! e g uard?rfi di quelle, e maffimamente , fe junztone , e a Luna^ fe. incontrara , e farà opp olla con lo Scorpiocppofizione n e, tra i Pegni, o veramente con Saturno, tra i Pianeti ^s“mnLme^e'"e^ uali fi fuo] fare una me feo lanza , «perturbazione Poppoiìzione delle acque, degna iènza dubbio di eifereoflervatiL_* delia detta e predicata. E certamente do vera poi il Medico di li.>eSvíror?ongente^ ente olTervare !e .particolari conflituzioni de’ Saturno. giorni ,.e qualche volta poi di mano , in mano, le mutaDeve il Me zioni dell’ aria , per i fuoi intervalli, i varj fucceifi , i rlre V e c o rti'caIdi ’ ' freddi ’ 1 venti * ie Piog g e 1 6 fotte le altre cofe , dazioni , ¿le quali diligentiiiìmameote va raccontando Ippocramutaiipri te , e anche il Prencipe degli Arabi Avicenna. Poiché ¡1 ch eT PPro’ 3 d ritto nel terzo degli Aforiim i all.’ X I De lem oriva per l'auto. busf i quidem lyem sficca ; & a qui Ionia fuerit, Ver vero * £ £ ■ ? Pl uvì ° f um.\ »fraufirale^necejfe efi ¿fiate fiebres acutas Avicenna , e tippi tuiinesfist intefimorum difijìcultates-.proeci^iù per lara. ’Veri) muli eri bus ■ ><&viris^qui natura funt umidiores. gpne. T ra le parti dell’ anno , fe l ’inverno farà Pecco . e nel quale regnarà molto il vento di Tramontana , eia Pri mavera lata piovofa , e molto foggetta al vento Sci rocco ,à cofa neceifaria , che nella Efiate fi facciano f e bei
Libro Prim o .
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'
r.
bri acute , e gagliarde , eanco infiammaggioni di oc* c h i, ediífenterie, e maffiroamente alle donne , e agli uomini , che fono per natura umidi . Il che biiogna_» intendere , quando 1’ Eiiate e regolare , e conferva Ja_j fua natura. Adunque da quelle cofe , è neceflario dire innanzi tempo , e pronoiticare , che Ji bagni in quella Éf||te ^ g fono fofpetti , e roaiTìmamente a perfone coleriche , e q^Yperipn* atte a cadere in infermità acute , e a coloro , che an- bifogna pro. no gli occhi deboli . Le altre cofe, che appartengono a b°l^¿arefler* quella materia , benché non Ììano tanto neceflarie , chifofp-'ti'néir vorrà elferne curiolo , e faperle, leggale nel Savonaro- Edace, la , ¡Jaualeha dichiarato appieno la fentenza di Gale- Vc<i< 11 Sa; no , nel commentario dell Aforifm o , da noi citato di i¡ bagni fopra , e più il l’rencipe degli Arabi dice , che quando Opinione di ad una Invernata , piena di venti da M ezzodì , fopra-AvKeiIna' viene la Primavera abbondante di Tramontane , dapoi feguita 1* Eftete , piena di vapori : e che fe lì moltiplicaranno le acque , e la Primavera confervarà le materie per inlìno a ll’ Eilate , nell’ Autunno feguente fi moltiplicarà la mortalità de’ fanciulli , e fuccedono molte diifenferie, e piaghe deli’ intefìini, e la terzana nota_* Qinn(j0 nell' lu n ga, e molte altre infermitaà acute ; e però in uno Au- Autunno li tuono tale , i bagni minacciaranno gran pericolo . La- bag.r i , t no fcib ancora fcritto Ippocrafe nel medeiìmo libro , ejitelobytmt neii’ Aforifm o X II. , che fe Ja Invernata farà con Sci- aujtmiìs, & ro cch i, e piogge affai, e Ja Primavera farà fecca , e con P!t,v‘ °fa> Tramontane , fi faranno diiTenterie ,e malidiocchi fecchi aliai , calli vecchi catarri che fra poco tempo gli Quando farà apportaranno rovinale morte *. la confìituzione cotidiana rEtìatf,tr”,pdell’ Eflate ( aggionge il Savonarola ) fe farà troppo manda Savo.’ calda , e colui , che piglia il bagno vi farà lunga dimo- «arol* • • ra , incorrerà in febri acute, come farebbe febre arden te , detta Caufon , terzane , diifenteria, dolore di occhi, J^f.n0 ,fl
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D e ' Rìmcdì N a tu r a li (P Jfchicl,
puirefazzione delle parti vergugnofe, ed altri morbi ficor d° i;0p|. mi li , maffimamente fe le perfone faranno di calda , e v o n a r o is . *ecca coropleiiione : ie colui , che dovera ricevere il bagno , non fi guarderà diligentemente dalle Tramon tane , incorrerà in iletichezza di ventre , e difficoltà di potere votare il corpo delle cofe foverchie $ in prurito , e mordicazione degii occhi , e patirà dolore circa il petto , e i fianchi : ma in cafo , che aveife il capo pieno di umidità , facilmente caderà nella tolfe , e forfè ver rà in Apoplefifia ; e perciò bifogna molto oilèrvar que» fìa conflituzione ne i bagni, che fi ricevono bevendoli s una la coniìituzione, che partecipa affai con i Scirocchi, ajutando la caldezza del bagno , ri fui ve li umori , apLa conflitti-porta dolor di te lla , ibrdità, e debolezza di villa , o d i ul* occ^ i: raa fe la coniìituzione farà fredda, e umida , fe c a u T a r / p l e u colui , che ha da ricevere jj bagno , non fe defenderà riride, e al. molto bene da quella , ajutando la caldezza del ba co m a l i . g n0 ? corre pericolo di farli pleuritico , e ancora patire dolori di petto , de’lombi , e di fianco , e tolfe ancora , e infiammazione del polmone , e finalmente che fi muoja .di morte fubitanea, per una gagliarda goccia , nominata Apopleffia , Ti Savoiarola ancora proibifee i bagni nel tempo della Pelle . Dall* altra banda , quali tutte le Ho a. CQfe ì che infinoaqut abòiacodi fopra dette , il Sa vonarola raccogliendole da Ippocrate , le attribuifee molto bene ( ai mio parere ) a 1li bagn i, come manifello fi vede nel terzo libro degli Aforifm i , quafi per tutto aud. il lib ro, e maffimamente rieli’ Aforifmo quinto ; Pert 'uii 'hekèiint c'fic'be con lo Scirocco indebolirono e infiacchicahginei/t.vi- feono tutti i fenfi , e i corpi diventano languidi , efiacfui obducuvt chi La Tramontana offende le parti fredde enervocap^ gravat pe . adunque in quelli fimili tempi , e conffituzioni, che j bagni fi debbono fchifare, e fuggire , per infìno a* eie* ,chi può effere chiaro , e manifello. M# In co rre re
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Libro Prhm.
73 Ma iè alcuno ancora vorrà piti profondamente con N o ta templare Je fentenze , quali divine , di quel gran Vec chio , facilmente potrà in quello modo fare una artlficiofa , e prudente congiettura delle cofe future , la fuc. ceffone delle quali , dalle cofe fupreme alle baffe , e inferiori è lontaniffima . Quanto appartiene alle quat tro parti principali dell5agno « ognuno quantunque-» rozzo , e ignorante iìa , sà , che certi grandi , e fegnalati effetti, e grandemente d iveriì, e varj , vengono dal le difpoiìzioni dell’anno precedente . Patifce veramen- Che.cofa pu te in tutte le fue parti quella machina inferiore , in fez-t!fee .^ue.fta z io n i, e; intemperie morbofe , non altrirotnte, che pa- SxiÒ^ tir fogliono gli altri corpi animati , percioche qualche volta 1J aria fuperiore patilce , efoilìene varj portenti , Che picei* crudeli, e minaccevoii Comete $ e l’ aria inferiore fu o -aria fuP9r;®> le grandemente ricevere unagroffezza ofcura , e cali-r'L’ar;a ;nftf ginofa , incendj , infiammazioni, e mutazioni affai tur- riore, che rii bolente , epellifere alterazioni. Spelfe volte la terraceve • genera , e produce -veneni -pria abbondantemente, anzi r alcuni anni in materia putrida , fuoie concepire, e gèili® nerare certi fpiriti brutti , e danoevoli, co3quali .piu del veleni , ibi ito , pruduce certe befliole nocive , e in grandiffimoe altri taJinumero , come verm i, e p u lci, come accade affai fpeffo ,nel Jago di Agnano , e negli altri lu o g h i, che gli fono appreffo , dove lo Ueffò luogo continuamente pruduce T . grandiffima, e quafi ionurrerabiJ copia di ranocchie , e bendale di tu ierpenti , e qualche volta in certi anni di così fatti Serpenti, e di animali , ivi fivede molto maggior copia , e abbondan-ranocchìe za . L e quali cofe tutte , e anco tutto il refto , che in S ™ « " * quello capitolo fi e detto , fe i Medici diluentemente P confideraffero , e offervaffero, non còsi faci fruente , nà tanto precipitofamente , fenza arte, nè Metodo veruna , e avendoci pochiffimo prima penfato , condannajebbono, .cornea morte j p o veri, e mefehini ammalati * K li
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De' Rimedi') Naturali d'Ifchia,
Jì quali mandano alle loro fumarole , come eflì chiama no. f-d io fpeffe volte ho veduti giovani robufii relega ti in quei luoghi , per ricevere la curazione delli arti coli indurati , per cicatrice , o umore groiTo imbibito} I quali in fpazio di quattro . o di fette dì affa Ita ti da maligna febbre ;fi fono morti, avendo fucchiato, e prefo per bocca, aria così pefìilente, e velenoià : Certo è , che tutta la natura delle acque , alle volte fi fuole cor rompere , e mailimamente delle acque compofte de* bagni, le quali fono affai facili a ricevere diverfe qua lità de’fu m i, che fi cauiànoda metalli } e fono Cotto» polle tanto a buone , quanto a male impreflìoni degli L’acqufe fi altri elementi. Primieramente ad ogni uno puòeffere corropono dall’aria,dal. manifeflo, che le acque fi corrompono dall’ aria, ed eviJepì gg#, e dentemente fi guadano , e contaminano dalle piogge, Te djHquenè Parte preiènti, e parte antecedenti} e piu che tutte le_j della Prima, altre, dalie piogge della Primavera : Bifogoa ancora^* yera * temere, e guardarli da’ terremoti di quell’ anno , e di _ . quella Regione : percioche mofirano , e lignificano gran percbe^caufc moltitudine di venti, e di vapori, rinchiuli folto la tertoncaminano ra , e fpeffe volte per li grandiflìmi monimenti, rierano<0” aTPue P,on0 ’ e fuffocano le baffe fpeionche, per dove foglio se’ bagni?16 no Pa^"are le acque j overo almeno grandemente cor rompono , e contaminano le acque. Adunque con que* ili fegni , e indizj innanti, potremo molto ben conofcere tutta la difpofizlone dell’ anno da venire, circa i Qiiaftte altre bagni, e maffimamente fe le medelime cofe faranno confermate da una fenfuale , ed efperimentale cognid co per bpe. zione, cioè, che conofcramo dt ogni particolare bagno, re,fs lì bagni jj quale l’ ammalato vorrai ufare, i luoghi, il fito, la forviTan o da" 1X135 $ >le qualità , i concorfi dell’ altre acque , i venire11.00 * venti>alli quali fono efpofti,le caverne, i flagni, e le pa ludi delle acque, e tutte Je altri Amili , e fingolari circonfìanzej le quali però noi nel feguente libro , per modo d’ iftoria deferì veremo. M o lte
Libro Prrno .
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, .
Molte Utilità de'bagni) raccolte da Galeno ef i prova no con le ì[torte che egli racconta
,
C A P . G
XII.
A L E N O nel d e c i m o l i b r o d e l m e t h o d o , q u a l i e p i lo g a n d o le v i r t ù d e ’ b a g n i , d ic e ; La fomma^i
delle utilità de'bagni, che abbiamo a dire, farà queffa, ghèìChe da'bagni fifa evacuazione di tutto quello efcre- c fnento¿hefi troverà fuliginofo^o fumi dofi vaporo io M&tengonofi riducono la carnea la cute nella naturaiftmemetria^e proporzione^'aridità^ferita, delle parti folide correggono , ed emendano, e il calore , nonfolament e ¡acquiflato di nuovo per l' ufo del bagno, ma quello, che di prima vi erafoverchioyfi toglierà via->ef rimoverct per l'ufo dell'acqua ; benché dì quefio grandifma chia rezza dimofra la abitudine del corpo di colui , che ufa talbagno\perciì>chefefacefimo lungo viaggio per loSole caldifimo \o per altre caule calde, acquili afimo aridez za) o gran ferità nelle partifoli de , talché aodafmo al bagno in modo^che appena potèfimofavellare per la fieri tà dellaìingua^e dèlie fauci\avsfimo ancora tutto il cor po arido a modo di re(toppia,ufcendo dal bagnoumett&te d'acqua naturalefubitariceveremoy e ricupereremo tut te le parti ^fecondo l'abito della natura, nè faremo pi U travagliati dal calorfebrile , nè affitti dulia ferità % tna prontamente favellaremo, con ejercì tolta via maggior parte della fete.Ma def deri forf conofeere Scor più chiaramente leforze del bagno in uno aff ito di un corpo caldaie feccoì iocertp faccio giudizio di n^\pure fe . ad alcuno pìaceffe di voler fare efperienza dell' tneo mo doto òli, nocchefeguirebbe a chifacefe tal viaggi, e dopb ppfi lavafe,vedrà% che overogli verrà lafebre operfe *
K*
verarà
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' De' Rimedj Naturali dTfchia .
ver ara pieno di molto tedio,efafiidiabetiedoperciò ile apograve e mafirnamente,f i il bagno d'acqua dolce non avefje ancora efimto il calore j oltre ciò molti giovani avedoJattofimi l viaggio ,dopofubito poh nel bagno rice vono ilgiovamento# majjimamente quelli¿he fono di fara egagliarde, e afiuefatù al bagno. E nel libro delMa* raltno icn ve, che quello anno di maraviglia li bagnr.Cós
&,ova™ alle caldezze,allefreddezze, e alleferità, ficome è,che a coloro, che non annofete, glie Vaccedono, e a Lib. 3. de co*o*o,cbe l annoglie la levano. E nel libro terzo de off. med. offic. & mfd‘ dice, quafi li morti/caldano i bagni andandovi, e Che r f0jJr ° moUo r i d d a t i , e a quelli, chefino rifcaldati, e brugiatinon offendanoti, in
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confermazione di tutto ciò , va raccogliendo molti effempj, e raccontando molti cafi, de’quali baftarà raccon tare qui alcuni . Nel libro del confervare la fanità feriHiftoria di y e » c " e nvendo Antioco Medico ufati ordinatamente i Antioco. bagni, pervenne alla età di pile di ottanta anni. E The-
Grammatico molto pii*., peròche vijfe cento anni, coa TelefoGram. tf i nJt/an^ con le membra valide ,e gagliarmatico n o u n } a1}° »f d incolpatafalute, infino all'ultimo giorno di. della vttafua. Cojluififoleva lavare al tepo dell'inver nata due volte il mefe,e nell'eftate quattro,e negli altri fiempi dimezzo, tré,peròche la vecchiaia non può M enere ufo più affiduo del bagno-,ma in quelli giorni,che no Ji bagnava, f i ungeva verfo l'ora di terza, con una molto [leggierafregagione, e dopò per collazione mangiavaun poco di mele crudo con altea,ofpefta. Nota uno esempio . raro,Primigeni Fi/ofofo dellafetta Peripatetica a quel lo deprim i! \età ce^e^ratlJRmoicbe in quelgì orno,che no pigliava il i,cnefiJofofo; bagno,era-offaitato dallafibre : ma era cojlui , fecondo Soggiunge GalenOjd/ cute ferrata,cioh,era il fuo corpo,o per dir meglio,lafua pelle,di teftura denfa,non rara, e di ; ,. cal(tr mordacelef i efercitavafetido era coturnato-,però che H
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Libro Primo.
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thè a pena paleggiava tutto quel brevefpazio del cortile che è innanzi al bagno , e p e rò ftftim a , che a sì ttat ure,che.generano molti efcrementi fumoft Jìa il bagnoJa h tiferò . Quelle cofe fono , al mio parere degne d’ eiler notate appreflo Galeno ; difpiacemi a ffa i, che da mol ti Medici non fiafaputa la vera , e dritta regola di da re il bagno agli ammalati, c o fa , fe io non m’inganno * indegnifiìma della p r o f e z i e * ’ie elfi fanno , d’ imitar G aleno, dalla quale iu lta m a e conviene di necelfità , che fiano molti lontani, non avendo noti zia de’ riti , e delle ufanze, nelle quali li contiene tutta la dottrina di Galeno intorno a quella materia. D elle preparazioni, e cofe neceffarie albagni naturali • C A P .
X III.
làècom m une fentenza, e dogmatico proverbio, che il bagno non fuole apportare ne certa , ne perfetta utilità , fe non folameote quando fi da con perfetta ragione : ma non perquefio bifogna^facilmen te , n'e inconfideratamente ufareil bagno , nè darlo co me ultim o, e opportuno rimedio alle infertilità efirem e , e difperate , ancorché quelli bagni d5 Ifchia fono u tili, non falò a morbi efìrem i, ma ancora alle infermi tà leggiere , e anche a corpi fa n i. Adunque non fempre doveranno eflere gli ultimi rimedj, nè eoroprenderfi fotto la cenfura , e legge di quell’ Aforifmo d’ Hip-| Extremis, pocrate,/fwa/i e/ìremi bifognano ancora ejìremt rime morbis extrq dj , tirati per la facilità , e prontezza del rimedio,e per ma rimedia . commod ita della fpefa, e per una qua fi divina prerogati va , che alli bagni fi deve . In ogni ufo , eiòrtedi bagni, primieramente fi tenga quella regola, che è gran differenG
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De' Rimeclj Naturali d'ifchia ,
ferenza, e differentiffima caufa tra colui , che prende if fe S à \ e a£?ravat0 dl qualche inf rrnita , e di quell altro , che va a’bagni per una certa me fuòle
pia! f r* ’ 6 comPag nia aS,{ af»'ci >co(Pe,ibac^ d ere, overo per qualche altra ca-
oerb ehe J n e ,a e r ° ° 3-Ua,-he occorrente occafiones necefar-» gu v ' Pecondi niuna altra preparazione h necenàna ; e ciò fia umverfalmente detto di tutti colorocche faqi vanno a pig fare bagni , fe non ammonirli , bene dl nori cominciare imprefa ; dei la quale poi fi abbiano a pentire. Percioche , fieome coa n c o r a T * T r b ° gr ° * bag ™ ..così molto meno ancora anno b'fògno di preparazione alcuna , macera ,0 n«»no fuon di pericolo per la potente, e forte azzi°ne d acque fi mi li j le quali fpeife volte , o che ciò avvenga per qualche qual.tà loro , o per la cop ia, e a b bondanza, overo per diCordine , e colpa di q u elli, che coini ? « r ° n0 3 :l je(fi P'iricoii •» « W ó turbano i co rp i, e g li u n o n dtqn ei ta li, che fpeifo ne rettane in diverfe maniere offefi , e qualche volta affi tti , e trav ghati fino aWa riforte. Q , maniera , checon'troquett? imprudenti, e trafo rati uomini q jadrà, e conviene eccellentemente quel proverbio, che volgarmente in
2? * Jn:aitr* iìfBÌli ^ ufurpa ; A N D A S T I A J A C N I p e r l e D O G L I E , il quale proverbio ipefle volte a nofiri tem pi fi ufa centra coloro , che non anno. offe ivate bene P ordine di terrei bagni e però d m n o 0^ ^ 0 Cf ettÌ div£rfifiaq u igii , che defi.' nua Irh r ^ color? » cfle s>ingegnano d'emendare in fe m. r i nrcrl5p e n e , o vero fono travagliati da qual che Legna lata in ferm iti , e fe ne fuggòno a W p i ?oo„ altrim enri , che fe an dattero per la fanità ad /polline d e o n o prima tentare, e ufa re i rimedi pi fi legaie ri nÌ d cono a mede muno mentri, abagni, fe non c o lc o s ftg lio ,
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Libro Primo. fegHo, e giudizio di qu Jche prudènte Medico. E nelle infermità più fegnalate , e grandi , nelle quali bifogna provedere di bagno ( odano quelle caie i deiperati , ed incurabili ) fe a difpetto del bagno vogliono feguire Ja regola di Tucidide , cioè*di fare qualche fru tto , o vero di metterfi a pericolo, cofìoro fappiano , che fpeffe volte avviene , oche iì muo/ono ne’bagni , o per la grandezza dell5 infermità gli rendono , e riducono in_» molto peggiore flato di quello, in che prima erano. E fe alla fine parerà , che fi a ripofìa ragionevolmente . qualche fperanza nell’ ufo del bagno , poffono cofìoro ragionevolmente fperare bene, e qualche frutto , con che mandino innanzi le debite , e necefiarie preparazio ni col giudizio del diligente M edico, e così vedranno feliciifimi fucceifi ne’ bagni, fecondo i loro defiderj , che iè in tutta la medicina fi ritrova qualche divina fa c o ltà , certo ella è ne’ bagni , ne’ quali fperino d’ a vere a vedere , ed ifpfrimentare co fe miracolofe ; pe* ro ch e i’ azzione , ed impreflìone fi fi in un corpo ben difpofìo» e apparecchiato, come fi raccoglie da Arino tele } adunque è neceflario , che il corpo fia prima ben difpofìo , e la regola della difpofizione farà quefìa_, : che nel corpo non fi ritrovi ripienezza niuna , nè ab bondanza de’ fu cch i, ed umori : ma fi tolga via ogni cccafione , dalla quale ragionevolmente fi pcfla temere di qualche pericolo. E roaifimamente fe di più fi tro v a ro n o patire qualche intemperanza , e molto più , fe farà calda nelle vifcere , o che fieno fa n i, o fieno mala- Bfogni iti ùcci : o pure , ( il che farebbe molto peggio , ) iè già ogni bagno » fiano am m alati. Diceva Galeno , in ogni bagno , ma Ì J u r g S o principalmente ne i bagni, l’ acqua de'quali non fi be- del corpo, ve , ma operano con qualche virtù , e forza di digerire, e neceffario evacuare, e purgare prima ii corpo : perche altamente il bagno non farebbe caia iècura. Ma in . quan- »
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So Z V R i r n e d j N a t u r a l i d* 1f e l l a . quanta mifura fi debba determinare quella purgazione, appartiene ad uno infiituto ingoiare. Nondimeno di ciamo infomroa , che in un calo difficile fi levino via tutte lecaufe , quanto farà poihbile, per infino àile_j eaufe continenti, ed ultimedi quella infermità : E certo fecondo le due propofìe intenzioni, parte , accioche rilevata la natura , diventi , e fia piu pronta a ricevere col bagno la defiderata fanità : parte ancora , acciò che non fi lafci una minima occasione di qualche redunanza, e foverebieria , dalia quale nafeere poifa fofpizione di qualche nuova iefione, e offefa . Ma le eircofianze ingoiar! del preparare, effendo molte, ed inefplicabili, cihailarà in quello luogo aver moilrato un certo me todo , il quale puh giovare , e fervire poi ad ogni una Tns hdita- di quelle. Adunque tre fono le indicazioni communi, tiotitf. e più neceiTarie : la prima è citeriore, cioè la virtù dello ileilb bagno , e famminifirazione, quale,e quanta deb ba ellère , alla qoale poi feguitanodue altre indicazioni interiori, e corporali, cioè la (itila infermità , alla qua le fi defidera provedere , e rimediare per n ezo del ba gno : E le vie fe fono aperte , ed atte , per le quali la natura ha da fare l’ officio fuo , fubbito che la ,p.erforià entra nel bagno, overofe faranno chiufe, e fewate . E finalmente, che regola vi fia delie (lede virtù , le quali debbono reggere, e regolare, con e dicono , razzicene ileffa del bagno. E principalmente della virtù efpultrjc e , che fcacc/a fuori del corpo le fecce , e cofe foverchie, fe ha biibgno di freno , o pure di ffimoloj e d’ ajuto. E così parimente delle altre facoltà , qua! fia il vi gore della retentiva , della concottrice , e della attrattrice , che tira a fe quanto le bifogna, per Jo nadrimento delle parti . La prima regola di preparazione doverà edere, fe il corpo farà efienuato , e indebolito , a re. inaurarla, e ajutario prima , che s’ entri nel bagno , ac*
Libro Primo.
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cioehè tanto con i cib i, quanto con la moderazione delle altre cofe, fi venga a confermare, e fortificare ; laonde il confeglio del prudente Medico, in tutte le.« eofe doverà drizzarfi a quel fine, che abbia rifpetto, ecopfiderazione della temperie naturale , e dell’età ,e del feflo , e delle forze , e deli’ufanza , e del morbo, e anche della caufa, per la quale bifogna ufarei! bagno, avendo occhio ancora a qualche parte ammalata j É dall’altra parte ricompenfi per lo contrario ogni rego la di preparazione con eguale, e giuda bilancia , e or dinando bene je cole prefenti, e regolando le future, cioè penfando , che ha da confervare quello , che è nel lo fiato naturale, preparando, e evitando con le cofe contrarie : come farebbeper effempio, che rinfrefcaffe le cofe calde , rifcaldafie le fredde , e-forttficafle le de boli , e aifottigliafTe , e afìergefle le groiTe , e vifcofet e le cofefottili, e tenui, le quali fono prontiflìme a.-fa re fiuffioni ,e catarri, ingroiTaflTe. É principalmente iè qualche cofa foverchiaii trovarà attaccata , e generata, in tutto il corpo , procurino di levarla diligentemente per vie commgde, .,e convenienti, e quanto farà mai poiiìbite , lefcaccino dalle parti ammalate i la quale dottrina è di Galeno in molti luoghi , ma affai chiara , e breve nel libro della confìitùzione medicinale a Pan filo ; le cofe foverchie, dice Galeno , brfogna purgarle, »vendo prima fatto una difiinzione fe peccano per abbondanza , overo per qualità, o pure per V uno ,e 1’aìtro , cuocendo prima , fecondo richiede l’arte, le co fe , che fi debbono concuocere , e aprendo ancora le ofìruzzioni, e oppilazioni ; ma con quali ajutifi debba dofare le ifìeflè infermità, lo infegnaranno , percioche fe tutti gli umori faranno ugualmente aumentati, e crefciuti , col crezo del cavare fangue , farà la più propr.'a , e grande evacuazione , che fi pofiàfare. Male JL fo-
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De' Rimedj Naturali di Ifchia .
foprabbondarà qualche umidità ferofa , o colera , & umore malinconico , bifogna torlo con diflìmile eva* cuazione , fecondo che altra via d’evacuare (coprirà , e dimofirarà la colera, altra la malinconia, altra la pimit à , e altra le pienezze delle vene moftraranno . h fe_* faranno piu mali attaccati infieme, e congiunti, bifognerà ufare una artificiale diitinzione, coniìderando a quale d’eifi prima bifogna prove lere . Acciò che fe« condo quello eccellentiffimo precetto, e decreto del la Medicina , fi anteponga nella cura quel, che più pre m e, e importa , non fpregiando però le altre cofe ,che parimente richiedono provifione, e diligen za, e per efatta , e perfetta prattiea di qualfivoglia preparazione in go iare, giovarà grandemente fapere bene 1’ arte , co me per via de’ bagni fi cura , e Tana qualfivoglia pacio ne , la quale a pieno dichiareremo nel iecondo libro: dove moftreremo chiaramente quali nocumenti fògliono accadere agli uomini tra l ’ ufo de*bagni , e quali fieno le cautele * e le curazioni opportune, e«* decedane .
Del modo,chefi deve tenere, e ufare circa il vitto? ne'bagni d'Ifchia. C A P .
X IV *
Ra gli ordini, e precetti u n i v e r s i , che fi dove• ranno offervara, e mafiìmamente nell’ ufo de' bagn i, farà bene , che aggiongiamo ancora il m odo, e regola , che fi doverà tenere circa il vivere , e maffimamente nel mangiare, e nei bere , che fono i due princi pali fondamenti, e la foftentazione della vita : da poi féguitarà il m od o , che fi doverà tenere circa il dorm ire, e vegghiare , circa il moto i e la quiete, circa le pafsio-
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Libro Primo
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ni delTanimo >le evacuazioni, rep lezion i , e Tarla; delle Due confiquali cole , due poffono effere le coniìderazioni, Runa, demioIli. e l’ altra particolare, all’ ufo del bagno univerfale , la Del bagno quale fi riceve dall’ ufo del bagno più accomodata , e nniverfalda qui cavare regola , e maniera di vivere conveniente ad ogn’ uno in particolare. Adunque ragionevolmente “he^non fi pare, che non fi debba dar regola alcuna propria del poffi .prtfi. bagno; par te perche la natura del bagno non è una, ne ™r*u fenr plice , ma ora affai calda , e talora meno calda »r^ineceffie più manco fredda , e ora più gagliarda , ora più rijffimo depiacevole ; parte ancora , perchè un medeGrooufo del • bagno.non fi pub ritrovare che quadri , e convenga a tutti .\E nondimeno per commune ragione la prima infìruzzione doverebbe effere del bagno : percìoche, fixom e tutta la confervazione della vita confifie nel mo do del vivere , cqsì qual modo di vivere richieda il ba gno accib che il bagno fia per confervazione dglia vit à , bifogna determinare , e definire. Anzi potendoli dal bagno ricevere molte incommodità , ed effendo folito ip effe volte riufcire dal bagno , colè mai non anteve dute , nè penfate, neffuna cautela , nè guardia migliore non fi pub trovare , nè effere contra tutte le forti de’ pericoli, quanto che il bagno fi riceva con certa, e de terminata regola , e modo di vivere . Laonde quali con l una volgariffima legge ricevuta da tutti ; fi vuol dire, gè^tuw ¿p comandare , N L L U BAGNI NON B ìS O G N A /** b a l t i c o t i o r t SCHERZARE , NE P R E V A R IC A R E , m b ne- e£ d^ var‘ 'd ceffario avere tutte lecofeordinate, e drizzate alla_» ^ " immediocrità , e alla temperanza . Nè bifogna imitare,.* tcm, ac tmcoloro , che pare , che niuna altraJfnrma di vivere ab* biano fe non quella , che ogn’ .uno li ha eletto e perfua- n’I tl* a7 io da fe fieffo , dicendo , che ne i bagni bifogna viverefavata haa ! eg ramente, far buona cera , mangiare ,foljazzare,e n.j giocare . Nè certo mancano di quegli ancora , che con n . L $ quc-
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De'Rimedi] Naturali d'ifchia,
qtféfio difegnd di vita più libera , e per mangjare mag gior copia de’ pefci detti da Galeno friab ili, pcrc ò che facilmente fi rompe la loro carne, e de* buoni , e dolci frutti d’ Ifchia , vanno a ’bagni più prefio per de. vorare, che per altro,e per riempirli, e fàziarii de’b.uon i, ed eccellenti v in i, che per 1’ ufo de’ bagni. Laonde in tanta frequenza, e abbondanza de’ bagni, benché molti ne ricevano utilità , e beneficio grandiiìimo, pu re nondoverà parere maraviglia, nè miracolo , fe alcu ni ne’ bagni perdonali tempo * overo I’ ogüo, e i ’ opente ra , come fi vuol dire ; perciòche non fi tiene conto alcofe è necef. cunode’ bagni, fe non per una certa form a , e apparendarii guar: za CO!3Qrl3Une »^enza utilità ninna . & perciò ne’ bagni fi. tigni . c o m m e t t o n o moltiffimi errori, e peccati. Adunqpe^* bifogna guardarfi dalla crapula;, ed ebrietà % cioè dai troppo mangiare, e bere, dal molto dormi re, e dal trop po vegghiare , dalla fiacchezza , dalla foverchia ne«* gligenza, dal troppo ritenere gli eicrem enti, e feccie i» corpo , dalla troppo evacuazione del corpo , dalle per la qua&ti turbazioni dell’ animo, e piùche da ogni altra cofà dal mati incorro- la luffuria , e dalle co fe carnali . Imperòche coloro ». eh* no'n'of che fogli°n° prevaricare , e commettere errore nelle fervano k cofe predette , fogliono ancora incorrere in tutti i feleggi de b?. guent¡ mali : primieramente nella debolezza delle for» 2111 ’ z e , e di tutte le azzioni naturali in varie affezzioni, e dolori di teña ,di ftomaco , e di fegato : fi fanno ripierezze , deftillazioni, nocivi gonfiamenti, ed- infiamma-* zioni , e le vifeere , e parti interiori del corpo umana fi rifcaldano , e bruciauo; fieccettano, e.provocano ler indici fabbri, ediverfe intem perie, e ficaufano molti danni timi princ;'-*affai nocivi í le quali cofe tutte , certo poco ragionepali nella re. yoJroente , anzi a torto , e malamente fi attribuifeonoa* gota del vi. fogni , Effendoche ogni regola del vivere ha due indi* íie¿*oo%^Ua «azioni principali j l’una dalla natura , e l ’ altra dalle di-
Libro Prìmn
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fprvfizloni di colui, che patifce . A qualfivoglia natura , Nella regola e a qualfivogia d i f p o f i z i o n e , fi d o v e r i a c c o m o d a r e p i vivere la forma, e regola del vivere , e Tempre fi ha d’ avere b"a‘ ‘n-fpeuo tiipettu alia natura del bagno, che ii doverà ufare \ la- alla Datura onde Torto la natura ai colui , che ula il bagno inten- del bagao . diamo ora Tctà, il ièiTo , V ulanza, e la temperie dell’ajria , e della regione ; con le quali coTe biiògna miTurale la natura , e modo del bagno t e certo fecondo le diTpofizioni dovemo ord inare , e diTpenfare la forma dei vivere , la qualità , e la quantità, come farà più utile,e . commodo nel bagno . Effendoadunque una natura cal- deiu'empef da, bifogna difenderla , econfervarla dal pericolo di rie naturale. qualche infiammazione ,e bollimento : ed è neceiTario nature ordinare che liberamente poiTa ufare , e mangiare co* di vitto”.0^ fe fredde, e manco calde al poffibile j mafiimamente fe vi interviene , e concorre ancora qualche immoderazione , e interoperamento efieriore , come farebbe a dire T aria circondante calda , e la regione ancora cal da , e la perfona poi foiTe avvezza a mangiare cibi di Alle nature «atura freddi. E per la medefima ragione bifogna di- hedd« moda re , che fe la natura farà fredda, e neceffario ufare cofe c‘l Vive“e » calde, e manco fredde , b veramente fe ’ 1 bagno di Tua natura non è molto caldo, e la confiituzione del tem po farà mediocre : Ne] redo tutte le cofe meno fecche porms nell’ ufo del bagno fono più atte , e accoromodate, che virto . ie umide j e certamente la regola del vivere doverà infìituirfi con diligente rifguardo,- e compenfione_j cap> 5 della natura deli’ uomo , e con le Tue forze , e vedere quello , che la perTona può tollerare per meg lio giudi care , Te doverà efière poca, òpiù piena, b vero medio cre la forma del vitto. Perciocché ad ogn’uno pub elTer indftorioné. chiaro, e traoifefto, che dove le forze Tono deboli con ^el,,.e viene confervarle, ericeverle. e cosi ancora coloro i érezia, quali cercano di curare , e Tanare nel bagno la magrez za
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De'Rimedi]Naturali cPIfchia,
Snudine?' * * A futfo 11 corP° » ° P ure di qualche parte di quello; e fimilmenle chi eiTendo Pano , è folito mangiar bene , iVicco tenue bifogna nudrirlode’cibi più cupiofi : e per lo contrario a coloro,che dare poco da mangiare a coloro, che Cono, grotti, e graf. e^ncendonò ^ d‘ una roo^e >efcrementizia, e foverchia carne, la quadiventare ie intendono diminuire , e disfare . E fimi Imeni e colo* auF-rf"k • ro an^ora debbono mangiar bene, i quali fono flati aftj / e *ier’ flitti di lunghe infermità , e tengono forfè mediocre. mente, o veramente ancora q u elli, che anno fe b r e , Mnellj bagni vi vanno per ultimoajuto, erimedio D a lf altra banda .debbono tifare una regola mediocre ne;I vivere , coloro , i quali fono d’ uno abito commune, e d’una mezza natura Adunque bifogna in ogn’uno inflituire, e ordinare modo , e forma di vivere , fecondo le •forze, e le qualità de’ morbi richiederanno , einfegnaranno . Della qualità del vitto bifogna lènza dubbio Qua« à d.el.regolare , e reggere la difpofizione fredda , con Jecofe VUI0* _ calde, e le calde con Je fredde \ Tumida con le fece he, la fecca con Tumide , e la comporta con le qualità fi m i ¡mente com patte. Ma la quautità fotto la quale iod e lu d ia m o ancóra il numero , non fi può determinare , re lignificare. Mafolamente fi da per configlio , quan to a ciaicheduno bifogna fecondo il m ale, e particola re infermità diciafcuno. E anche fecondo la neceffità della virtù , e tolleranza di ciafcuno . Certo è , che f;rfe£ia vf;b!'rog na fchivare, e fuggire la molto varietà delle viriit.à de le vande , e quatti voglia eccetto, e in qualità , e in quàiìvìvande. tità , e ancora fecondo la fentenza d’ Avicenna . Avendo adunque pollo quello freno contro la crapula^ , . c ripienezza , ette da tavola la perfona Tempre fi levi , ¡micar e a g i r ^ con appetito, e voglia ancora di mangiar più j è amidi-, che necettario , che nel mangiare , ebere, in tutto Tuomo per i;D de’ fi conformi con l ’ ufanza degli antichi , iquali quanm?vól«r,de.tUi,<3ue wf-iffero affai Tpefso le acque de’ bagni, nòndilinavano. meno
Libro Primo .
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meno rariifima menzione del definare ii ritrova fatta nella loro vita civile 1 il che certo eh aramente_* ci dimofira , e infegna ancora oggi l’ ifldfo ufo de* bagni, che non poteva farli altr/mente di quello , che abbiamo detto : perciò che molti avendo differi to il pranzo per infino a lì’ ora ottava , la quale già paffa il mezo gio rn o , per infino alla qoale ora trat tiene la perfona occupata 1’ operazione del bagno , ap pena ci refia poi fpazio competente per potere cena, r e , fe non folle , mangiare qualche pochetto in luogo di cena , quando così pareffe fpediente. E certamente quella ufanza , e modo di vivere fi deve grandemente oifervare, e maiimamente iè i bagni fi riceveranno per bocca, bevendo l ’ acqua , dove bifogna , fi fuole differire l’ operazione del bagno per in fi no alla fera : perciò che ne i iavator/, e bagnamenti efleriori fuole intervenire manco flracchezza della natura , e anche manco tem po. D i maniera che folamcnte in quella forte di bagni, colui, che farà folito mangiare due v o l te il d ì , due volte ancora il dì fi lafci entrare nel ba g n o : ma non cosà quanto i ’ acqua del bagno fi beve . Ma fe per avventura per la debbolezza delle for ze , alcuno meno poteffe tollerare, e foffrire la dieta, o vero il bagno, bifogna fm inuire qualche cofa dall’ ufo del b agn o , e proporzionatamen te accrefcergli il man giare, e piò v o lte , parendo così fpedien*
Della
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De' Rimedj Naturali cP Ifchia ,
Dilla fcelta de' cibi, che ft debbano ujare ne' bagn i , G A P .
XV.
HE ogni forte d’ alimenti , edi cibi debba e Aere ne5 bagni di buonifiìma fcelta , e elezzione , t cofa e chiara , e neccitaria . E quantunque il bagno non ricerchi niuna qualità propria di alimenti, ma fia indif ferente a tutti 5 nondimeno quella fcelta di .cibi > Ia_* quale rifguarda certe condizioni Angolari delle difpofiz io n i, delle nature, e delle perfone diyerfe , appartie ne piti predo al buon giudizio , e confeglio del pru dente , eprefente M edico, che a qua-i fi voglia fcrittura , non potendoli così commodamènte , determinare. Laonde ragionevolmente nella materia de’ bagni , mi pare di poter dare liberamente quello confeglio , e Che d'ce , precetto . »^C H £ N o n SI S P A R A G N I , N E SI G U A R D I **” ■ ' A S P E S A N IU N A N E C E S S A R IA . Sianogli alim enti, quanto piti poflono effere f a lc ife ri , fceitiilimi , e nella bontà Rimati i migliori di tutti gli altri . La quale ufanza certo è oggi ufitatiffima ne* bagni magnifichi : di maniera , che molti luoghi de’ ba gni non fono tanto iIJuftri per la bontà, e falubrità del le acque, quando fono famofi , e eelebri p e rl’ abboo, danza, e bontà di tutte le cofe neceffarie , e grate a Ila Nelli bagniyjta unjana # Intorno a che l* ifola d’ ifc h ia a g 'u d idevonò^ver'cio , quafiuoiverfale , è Ìlluitre , prima per la falubrità tre conditìo. delle acque de’ b agn i, e dapoi per la bontà delle coffe n i’ neceffarie , e grate alla vita um aca. G li alimenti ne’ i ’ bagni ragionevolmente in tutto debbono avere tre con d izio n i, che fiano di buoo fuoco , che non anno di diffiC
Libro Pruno
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d i f i l l e concozzione, e che piacciano ai goflo lènza Rewi.V™ intrider ò , liano ancora quelle coroamniilìme redolemunifiime. * neHa (celta delle ccfe principali, le quali fono di grandiiJ era efficacia per Ja confcrvazionedella fan ita . Pri- prima ma, che la regione fia d* aria faniffima : perciò che l ’aria a«’ ! , ® non loia mente per roezo dell’ infpirazione con le Tue i,i qualità tranfmuta grandemente le parti piò inttriorl o d corpo umano, ma ancora col fuo Hello ambito circondandolo efieriormente , diventa nocevoliffima .Nota, lem qualche parte , e modo l ’ arra niente fi parte dalla Sua temperie. E maffimamente ne’ bagni, dove il cor po avendo già i pori a p erti, èattiffimo a ricevere no L'aria catti, coment 1, e 1 aria lìeifa ancora per la fua fottigliezza va cff«nd« gap ila r m e n te penetrando, ed entrando nel co rp o ,pi* n*'baBDÌ l i D i t e ( tende , e grandemente muove , emaffimamen. . U cervello , potendo certo molto piò coi fuo rincon1 f° * j.iCr n,° n farebòe ,5 acqua fredda . E perche ogni ungo d lichia ( fecoudo il mio giudizio 5 di fua natfra e di buona, e lodata aria eccettuando il luogo verfo I bagni di Fornello, e Fontana , non bifogoa in quello lp edere piu parole , nè tempo , ancorché bifogni ilare i°fthr£ ° ’ re ‘ P° del blgno ° s a ' m o £uardl . B ,km 1« 1 n vi con diligenza 1 intemperie dell’ aria , cioè i cab incer"pene S iV ’ e venti £ra" di V-de’ quali alle volte quella j i a r abbonda , e guardi fi ancora la perfona de’ rangi . a Luna ’ La feconda regola è , che le acque , che fi t-veranno bere eofare ne’ cib i, fiano pure, fincere , S-coada r., ì n,e » e ,cdafe d 'gJ' abitanti del paefe , li quali q u ii-gola nel bfr» je beono , come e la teggieriffima , e l o d i t i « » acqua ,
« bZc tZo , piv J T dc Ep;™eo’ e,.lihiaraa ‘*»«i .«usTSiis o v e r o J a c q u a c h i a m a t a d i N ì t r o l i , p r e d o a « p--rf«ca; r S
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J a T ,a ie n a ic e c a ld a , e
n o n d i m e n o f u b i t o fi
f i i - r r 1 abifaPti del P ^ u f a n o , e bevono di d; ««fiueme ? tanto nei beveria , con3$anco cura idiU% M ne’
90 V .
De' Rime dj Naturali d'ifchia
,
ne’ c ib i, che con quella cuocono , come con acqua e c cellente , eprezioia . Credo, che di quella non intender le il Signor Andrea Baccio , quando dilTe, che gli am malati non ufino delle acque de’ bagni , come peffimamente fanno alcuni ; perciocché quantunque quell1 a c qua fia calda , nondimeno chiaramente fi ve ie , e fi efperimentafalutifera , e giovevole , ed egli ferivo, che fi beva V acqua , che gli abitanti del paelè lodano j e ufano . Sia il pane , che fi mangia , ben fermentato , e Q îali'à dl convenientemente cotto , non caldo , come quando fi pane. tira fuori dal forno , né a modo niuno corrotto, né di palla mal gaminata , e di due , o vero al più di tré dì , cotto . Delle altre cofe alcuni Medici bagnaiuolo, f roibifeono , e divietano agli ammalati tutte le cofe aziRegola d' me , e di palla , come pad il l i, maccarcrni , tutte le erbe, alcuni i/Vie dici b a g n a .e maflìmamente le crude, ipefei ,ilc a fc io , la rico tta ,il Suoli molto butiro ,e ogni forte di latticinj ; i frutti , li legum i, le iim a* cofe agre , le falfe, le fritte,ed altrecofe fimili, le quali appartengono alla vita più libera . Ma per dire il vero, quella é una regola troppo diligente, e tifata *, né fi offerva comunemente ne’ bagni . Ma comunemente loModo di vi. dinfi le buone carni, leova frefee, ed i condimenti favere _ nelli migliar! , e ofitati, né s ’ intenda, o fi pentì , che ad ogni iagnt fia vietato, e proibito di non potere con dilcreziooe alle volte mangiare de5 fru tti, delle erbe , e al tre cofe fimili , che fono cibi meno regolari ne’ bagni. Perciò che fecondo la ragione del bagno ninna prefcrizzione fi fa , come di (opra ancora abbiamo detto , fe non che tutte le cofe , che fi doveranno mangiare , A j. 3g iìano feelte , e buone . E certo chi vorrà feguitare il paFafuli detenere d’ Ippocrate negli Aforifmi circa la regola , efurrìcr fotus, ma del vivere ne bagni, non commetterà error niuno , *** ,abus ’ mentre dice,«« poco peggiore il bere,over0 i l mangiare, M W au.. ^ Qjjej i a pj'u j-oave alguJÌQ# a l palatofi deve preferire tem ean-
Libro Primo.
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w;sr'-<i
e anteporre agli migliori , ma meno f o a v ì. Bifogna di più diligentemente procurare, che fi faccia elezzione w itT/JàlÌ d e ’ buoni v in i, che non abbiano vizio alcuno , che fia-¿ai ejì praiio di mediocre corpo , e fottanza , e che facilmente n o -^ "“^ • drifcano , non iiano aufieri, n'e dolci ; de tali è gran co- SuSTtiaK p ia , e abbondanza in Ischia , di maniera, che ogn’ uno pub farne elezzione a modo fu o , G reci, SorbigoK pre zzoli, puri, mefcolati, latini, piccioli , e quelli, che por tano pota acqua , e più gagliardi,© meno grandi,come a ciaicu no meglio faranno utili ; e tra tutte quelle for ti di v in i, io crederei, chefiano megìiori i vini forbìg n i, leggieri, non li grandi mefcolati col G reco, o ve ro almeno i vini latini , e quelli eh amati Coda cavai, lì , purè che non tìano molti aufieri. Imperocché fono vini lenza fu m i, e perù lì bevono fenza nocumento nè danno in tetta , come alcuni altri fogliono , che fanno dormire c o l o r o , c h e li bevono $ ma aggiungono fo rza , y ¡ni un e gag iardezza alle vffeere , e a ’ membri del corpo u- co aufieri fi mano ; quelli , che fono un poco meno autteri, fi loda-lodano « « no , e fi (limano m ig lio ri, che q u elli, che fonofiottili, e u S u n t i penetranti aifai. E però è necerfario , che fi guardino® lottili gs. diligentemente alcuni di quello nome di penetrazio-n® “ lmsflia ne j 1 quali per rifpetto del bagno , e del digiuno, ritro- par‘ * van do fi loro coi corpo fe eco , e fitibondo, ed avendo Ll zuppa di gran voglia di bpre , fiubito nel principio del mangia. pane nei vi. re cominciano col vino puro a fare la zuppa,e riempir- n? fi Pnncìfi di quella . Perciò che nuoce grandemente quel èia,- g^re* pèrche òrto , e rependino incontro dei vino alle parti nervofe , 6* nociva. e alle giunture infiamma le p arti, e membra in terio ri, le quaii ta>>to più avidamente tirano a fe il v in o , come 1 elea il fu oco. E così fé nel principio del mangiare fi torran no , obeveran.no liq u o ri, e cofe penetranti, non rena icufàzione di manifetto pericolo , che effe rido già aperti i pori , e i meati per tiipetto del bagno , e lì coiM z po
91
De' Rimedj Naturali d)lfchia)
po bifognofo di c ib o , quajfivoglia alimenti fono i pri , L ’ ufo del mi pofu nello ftoroaco , fubito penetrano, e fono por ie ir,falate tati fenza eoncozzione alcuna alle feczetiffime parti pelli bagni del corpo ; li quali poi fono cagioni di molti difordini, iì vituperano al principio e graviiììme infermità. E di quedo errore principal «itila cena. mente 6i fogna riprendere le nodre infa late , e maffiG li antichi nuogùvano mamente le crude, che fogliamo nel principio delia 1’ in fila i al cena mangiare : fi per queda caufa flimo , che apprello fine della gli antichi l’ufanza di mangiare l ’iniàl .ta fu molto di« cena. L’ ancichi verfa dalla nodra , i quali ufando fpeflo i bagni , foiecominciava. vano nondimeno mangiare l’ infialata al f i ,e della ce i o la cena na , non al principio . fi per Io contrario leggiamo effecalle ova , e f«ivano con re data ufanza con iunghiiiìma prattica , c ufo confir mata , che le cene fi comiociaifero dalle ovi , come da ii iti tei. buoni alimenti , e fi finiifero poi con if r u t t i, come potiete vedere nel proverbio fatto , Ab ovh ad mala , D al le ovi fino ali/ mela . M adapoicome è verifimiie, per a b u fo , e mala ufianza di alcune perfone fi mangiano le infa.ate nel principio per gola dell’ aceto , e delle lattache , il che to cca, e biaiima aucora Martiale Poeta in queifuoi verfi , dicendo: C h iu d e r e q u a c a n a s l a d u c a fa le b a t avorum , D ie mi hi , cur noìiras ine boat illa dapesì La lattuca , che in tempo antico fi foleva mangiare nef]’ ultimo della cena, dimmi di g razia, p e r q ,ai cagione a tempi nodri fi mangia nel principio de* e vivande. A tutte quelle cofe aggiunge ancora il Savonarola , che i cibi fiano di buonnodrimento , e di poco fuperfloità ? E per dire brevemente, bifogna adenerii da tutte le co fe, che di fua natura facilmente fi corrompono; dal C ib i Io . le cofe, che infiammano, dalle calJ e, edifeccative. dati a tem Laonde gli ovi frefehi bevuti , purché altro impedìp o de ì ba mento non v if ia , fono grandemente convenienti nel & n i. principio del definare : le carni ancora temperate, co-
Libro Prima
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.re fono i p o lli, i fa g ia n i, le pernici, le carni di vitella ^ ^ f di latte, di uccelletti p iccioli, de capretti, e di cofe Mj6ml00lim ili; fibiafim ano, e vituperano le carni , che lono molto graffe , oppitulative, grotte , inculcative , e an che molto calde . E per quatto non fono lodevoli, ne al preponto le quaglie , ¡colómbi giovani , o vero pic cioni,le tortore affai graffe, le Indole , le mero le , 1 tor di , ne d pafferi; le cofe di patta , e patton», e hoalment e , e principalmente l’ ufo della foglia, o vero cau li , e mafsi ma mente cotti nel broda della carne vacci na , che a’ maettri della gola grandemente piacciono , diveziamo , e condenniamo ; parte perche fono caldi af fai di fu a natura , parte ancora perche fono di pochi!fimo nodrimento- I pefei de luoghi la (fo li, purché « 3 3tu qualche infìrmità particolare non impedifea , fi po tranno ufare , e mangiare »e b o lliti, e ¡irrottiti , purché , fi mangino parcamente. D a’ frutti bifogna certo attenerfi 1 percibche per la caldezza del bagno facilmen te fi apparecchiano a fare qualche bollimento, e putrefazzione nel co rp o , come ancora per la caldezza , in coloro che anno febre , eziandio col teittmonio d5 Avicenna N oi certo vituperiamo il iòverchio ufo di quefìe cofe ; mafe Nota? alcuno vorrà adoperarlo mode rai, mente , e con diferezione , non bi fogna af fatto biafimarlo .
De’ Rimed) Naturali
S4
Si itmojìra la
difcrepama,
.
che èfra il Buccio eli
V»
aS idell j r / l>amrinf,eme- S i"altre & Zcofe T anaturali. tÌ C A Ciferepanite, T che fono fra i i l Baccio , e ¡1 Savonaro.
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L B a c c i o p a r e , c h e fia na' O J '
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XVI. d i d iv e r fo parere del S i ™ ,
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i,B accio • v Savonaro|a k Z J-: v im rw N
p a f a t t a n e l v i o o a r o m a t i c o , la a n a l e m eno
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“ u i ; " 11 f a,e g™dementeP loda il Bac. c o ' aH.ó a ll'• al,,r5k« * 'i ii concedono dal Bac. cenò fen '"tutto da bando il Savonarola . Ma_, certo, fe qualcuno vorrà più profondamente e temente confiden te, e ponderare l e “ „ 0’n U dm quei!, valent u om in i, facilmente tiovafa , c h ^ n mona cofa tra di loro difcordano , ni repunnano E al Sì coflc'Hano mio parere fi poffono accordare in quello modo II ì
loochidel
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Baccio, e del Savonarola
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p o r o . D i l l e i , S a v o n a r o l a ^ ° p o t r a n n o u f^ re^ P aceto^ a l t r e c o f e l o p a t . f c o n o , c o m e f a r e b b e , c h e nr,n v i f i a lefio n e c e « n e r v i , o
di g i u n t u r e
, e d ’ a ltre c o fe l im i li -
m ^ c o E i t o g e ’ hC° nr V Ì e n e ^ * « P P a f a t t a n e i v i n o a r o ' m a t j CO iubtto , c h e fi v a a t a v o l a n e l p r i m o ¡ uopo ' a
V iio fiu k
rnh° a/ ye 2 2 V deÒ0J Ì » e fr^ d!
Q ualche ! t fì™ ' C\ n0nÌ0ffe' c h e q u a lc h e m e m b r o p a r t ic o la r e rich ied elT e n o , c o m e la p o d a g r a .
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natura
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la ^ C o n e d i p fi q u e l l o
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g ià c h i a r a m l
Se conviene t e i i a d !, ° r o c o n c o r d a n o , e fi f o t t o f c r i v o n o alla ftnla bevuta do t e n z a d H j p p o c r a t e v c i t a t a d i f o p r a , i l cihn P° >1 bagna, P e g g i o r e , u n a t i r a t a , e b e v u t a d ’ a c q u a f r e f i a d o p b menco. ’
f
l’ u fo
L ib r o P r i m o .
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l ’ufo del bagno , il Savonarola prima pare , che la ne ghi, e vituperi ¡ Nondimeno dopo Tufo del bagno con cede l’2cqua d’crgio , come cola alterativa , e che poffa refiltere alia caldezza efiranea, ecaufata per l 5 ufo del bagno - Maficome Certo 1’ ufo delle cofefrefche conviene a quelli bagni , come diremo a baffo, quando L’abufodei* parlaremo di quali]voglia b gno particolare , così bia- ^ tur*ve limiamo , e condanniamo l’ abufo della neve. La regola del vitto ne’ bagni, non folamente bifogna intender la del reggimento , circa il mangiare , e bere, ma anco ra di tutte F altre cole non naturali. Prima adunque e grandemente neceffario fapere quello circa la regola ji [onfto ef. d elfon n o, e delia v ig ilia , che il fonno a bagni è n i - a U i ba. nimiciffimo . Coloro che pigliano i bagni debbano |^ 0‘nim,cif* dormire la notte folamente , e manco fpazio ancora delle ore (olite , e confuete di dormire , fecondo la loro ufariza . B guardimi] di vegghiare troppo di notte , acciò che non fiano poi corretti di ricompenfare il fon n o , e dormire di giorno : anzi quanto più dolcemente verrà il fonno di giorno , tanto piu diligentemente In fogna fuggirlo-, e fchivario ,non altrimente , che come chg ;1 fo(V fi fuol dire , l’ ingannevole , e traditore canto delle Si no fi debba rene . Finalmente conchiudiamo, e diciam o, che ogni f';g£!re d* fonno è nocivo , fe fi piglia , e ufa fuor di tèmpo : e /e"™* ogni fonno fi (lima effere fuor di tem po, fe fi riceve fuori deli* ordine della natura . E ’ certo 1’ ordine delia sì deve dora natura è , che fi dorma di notte , e due , o vero almeno mirc due or* una ora dopo cena, avendo prima di dormire fatto U0ppu cene una facile, e leggiera paleggiata per effercifazione E Deve effer0 fi dorma tanto fpazio di tempo , che nello lìomaco fi il fonno di faccia perfetta digeinone, e concuzzione, perfette , ò ( etce’ 0 vero f 1 -, , . r di Otto or« vero otto ore al piu , e da alcuni manco ancora , lecon- al piùi e da do la facoltà delle virru , che intervengono nella no-alcuni man. trizione »Qui veramente fi richiede ia quiete , e il fon-c0* no >
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D e'
Rimedj Naturali d1 ìfchia ,
Benefici}n0 ’ c^e ®dono delli Dei dato agli uominr, comedifdel fonr ofe il Poeta , il quale (cancella tutte le male affezion i, temperato, e infermità dell'animo , vivica gli fpiriti , uniice, e rinforza il calore, cuoce .digerifce le cofe, che fi an no da cuocere, e diggertre , e riduce ad tqualità le co l e , che fono difuguali, toglie via la fiacchezza, eia debdoiezza , e alieggerifce, e ftninuifce i dolori , le quali cofe tutte iòno ne’ bagni chiari guadagni e neceilarie utilità . 11 troppo Tonno , pig ia nome di ionno fuor di tempo, nè finita la concozzione , e digefiione Incòmodi anco' a fi dorma più tempo : il quale termino , e meta, e nocumenti molti determinano .fecondo J’ ufanza di ciafcuno . E’ del (unno, e certo il foverchio ionno tra T altre incommodità chia» miffim men. ramente ci apporta , che impedifce, che gli eicrenoenti te di giorno. , , r r • , ° del corpo non fi lcaccino dalla natura a tempo com modo , e opportuno . Adunque ragionevolmente fi fciafima il foverchio , e troppo dormire , ed è nocivo, co me anche quello del giorno , il quale non è Tonno na turale , ma più prefio fi eccita , e caufa da fecduiì va pori minerali, i quali primieramente aggravano la te da , fmifuratamente rifcaldano , e poi difiillando gli . umori della tefia, caufano flufiìoni , le quali quando difcendono nelle parti foggette , e inferiori , diventa no come Temenza di moJtifiimi mali, e infermità , e malli ma mente fe 1’ acqua del bagno fi prende per la . Efferciùo. bocca. Ne’ bagni , che fi ulano perdi fjori del corpo , dopo mangiare bifogna ripofarfi r E a certe ore fia bene moderatamente eiTercitarfi in qualche cofa , accioche fi rifo/vano , e /caccino tanto più facilmente-., tutte le reliquie deli! vapori de’ bagni , Squali fpeffj fogiiono aggravare la tefia, e indurre formo. Se alcu no per debboiczza , overo per infermità foffe affatto inetto al movimento * allora ancora potrà ufare di farli Fricación! fare leggiermente alcune ideazioni , purché n cn l’ impedi.
♦
Libro Priim».
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impedivano le piaghe, o vero i dolor ¡.Nelreflo da queflecofe fi pub facilmente intendere quanta diligenza fi richieda , che tutte le fecce , ed efcrementi, che fono fuori dell’ ordine della, natura , fi evacuino , e fcaccino dal corpo. Adunque cofioro s'in g eg n in o , e forzino grandemente fecondo Ja loro ufan^a , che ogni dì fi ¿Scarichino da qualiivoglia forte eli feerie , t-d efere-. menti , cioè tanto di quelli , che fi purgano da baffo, e per Je urine, quarto di quelli, che fi mandano, e butta no fuori per inienfìbile ipiramenfo, e per Jo nafo , e per lo fcraccare , e per la bocca . Delle pallìoni del 1’ a ■ • niroo, pèrche i corpi feguitano gli animi , e gii animi D.eIIf ,£affio* reggono i corpi, non altrimente che i marinari reggo* m0. no le navi è neceffario tenerne conto , e averne cura più , che mediocremente , e roaffmamente ne’ bagni, li quali altro non fono , che p iaceri, e d e lizie, come tante Vo'te già abbiamo d etto , e proiettato . Adunque con ogni diligenza fcaccino , e bandifehino tutte le pertur bazioni d’ anim o, e maffimamente doppo mangiare ,Bifogn* le. fe vo glio n o,ch e il corpo fi ricrei , fruifea , e goda di,'ar v a tu“ e qualche defiderata giocondità , ed allegrezza . M a n d i-P a d r in i' no in oblivione primieramente tutti i moleili penfieri ,mo. e le iollecitudini, fcaccino da fe la fìizza , la triflezza la pavura 1* impazienza , ed ogni cofa , che in noi c ufa follecitudine . E per lo contrario, conferma fperanza , e fiducia del bagno , fi procurino quanto più poifono , ogni forte di foavità , e piaceri, che da Ile cote efierio- ,^l!i bj?ni ri ricevere fifoglion o.. Ragionino , attendino a raccon- S V fp e r iÌ ' tar favole, e novelle, e li rallegrino; e godano n e g l i « , falle." in v iti, e cene fattegli da buoni com bagni, ed amici : ri- e.re“ < ‘-’ e foa’ cordevoli p ero, fempre di quel.precetio , dato d ifo - V' a pra , che fi attengano dalla troppa luifiiria , ed internpe-Scmper «iliui ranza .. Attendano a baili q u itti, e che feco non porta- praecepci me. no molta fatica , o li dilettino, fe così vorranno, con ’ ,u"a W grati, fe temperenc.
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De>Rimedj Natnyali d'ifchia ,
Si deve evi.£rat‘ » efoavifuoni , con m aliche, e canti . Non leggacare la kz.no , ne fìudino , e molto meno,libri di cofe ferie, e grazìonedi coi» vi, T quantunque pareiTe loro, che Panimo prenda diletgravi,.e diffi,to tale Jezzione . Per evitare l ’ ozio , e torpore della m ente, per(cacciare il (unno , epaifare tempo in quei gran ca ld i, del mezQgiorno , i quali certo bifogna pafiàrecon ripoió , e quiete, fi polio no le brigatecon d i verte altre cofe feitevoli , e burle voli trattenere fen za noja , e faftidio veruno. Nella quale forte di tratteni menti fe fi ritroveranno alcune cole difficili , e moie tte , Jequali richiedano maggiore fìudio , e attenzione d’ animo , come farebbe qualche grande fpeculazione . in qualche dubbio , oqueition e, bifogna lafciarle an * dì^uochTfi dare via , e bandirle da’ bagni . E Umilmente conviene debbano i n, fcacciare, e proibire per facra ragione di bagno , tutti terdke,e fug. quei giu o ch i, che poiTono , e fogliono provocare gli animi a qualche male , trifiezza , o ad anfietà, efòllecitudine , o a fuperbia , e ’ ! prefunzipne - D ella conftituzione d èlfaria circondante il bagno , di fopra ne«j abbiamo ragio nato aflai a lungo »
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RIMEDI I N A T U R A L I D’ I S C H I A , D ì
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J ¿ S O L / NO
F iJ o fo fo , e Medico In N a p o l i .
LIBRO L’ Ordine
SECONDO.
,
c h e f deve ofervare prima t poi ■» e mentre f i afa i l bagno
.
C A P .
I.
•RTMIERAMENTE bifogna^n motho; rifguatdare 1’ infermità per ca gione 'della quale T ammalato vuole ufare il bagno $dappoi In fogna coniìcleraie 1’ acqua delll bagno bagno , fe è atta a fcacciar l’ in fermità : bifogna eiTaminare be 11 f°SSetC0 • ne il foggettov cioè 1’ ammalato, fe vuole oflervàre le regole, e gli ordini propoiti dal Medico : fono da confiderare , 1’ età ; ( perciòche il ba L’ eri gno non conviene ad ogni età ) ilfeffo, e l' abito del corpo, perche ad un abito-caldiiiimo non conviene_ > e ,0 ' il bagno diqualfvoglia acqua minerale calda ; E d i//b/to dd N a pi U corpo.
100
De* Rimedi Naturali <TIfòia ,
Temperarne!) pii, 'e neceflario confiderare le particolari affezzioni * .pereioche(pelle volte accade, che i] bagno conviene perriipetto d’ una parte ammalata, ma nnoce per riPurgazione d u®altra . E pero noi prefupponiamo una gran , corpo, diligenza in c o lu i, il quale ha da ufare li bagni , affine Vepre*che 0 6 0 6 PreParato S pereioche h preparazione è più neceffaria in così fatto ufode‘ bagni , che' quando fi prendono per bocca ; poiché le medefime acque de’ bagni bevute fupplifcono forfè in quei primi giorni in luogo di medicamento , ma per lo contrario avverrà nel bagnarvifi j però che fe ben potrà efiere , che fi digeriffiano-, ed evacuino per fudore quei primi efcrementi fo ttili, che fi trovano preparati , le materie, e gli efcrementi piu gru fi], che non fono preparati fi rimar ranno ,e fi indureranno ; o pure fe il bagno disfarà li roedefimi umori groffi , e li farà diventare liq u id i, li fpergerà per tutto il corpo . e però prima, che l’am ma lato entri nel bagno, fi purghi due , o tre volte , fecon, do che farà bifogn o. Conviene ancora confiderare il tempo , nel quale s’ha da ufàre il bagno : imperoche i tem p i, e 1* ore freddiffime non fono atte per li ba gni , ma doveranno efiere tempi , ed ora temperate , coT e m p ì , e o r e me farebbe tutta ia Prim avera, e ancorai! principio atte p e r i i bade!p Eflate j e deJl’ Autnnno ìn quefti bagni d ’ ìfchia . ced ere6,
M a fe l’ ammalato vorrà ufare bagno di acque , che fiano in potenzia fredde, (qualunque poi farà l ’acqua in atto ) bifognerà fcegliere tempo caldiflìmo , com efaNeibifeilo. rebbe ne’ giorni Canicolari. Nell’ anno Bifefio , fe la neceffità prem e, non dubitammo punto d’ ufare il ba gno , e fimilmente , non temeremo in quegli anni , ne quali dicono , che le acque fi corrompono , pur che ve diamo confervarfi integre le qualità delle acque , e In tempi di non efiere corrotte : E così a tempo di pelle ( come PJ T * abbiamo detto di fopra ) pur che la pelle non vada«, innari-
Libro Secondo
ioi
innanzi per corrozzione di aria. E certamente tutte quelle cole fi fono così iperimentate in più anni £¡ffefti paffati , e ancora in quelli tempi pefiilenti , ne’ qua« li la pelle travagliò affai l’ Ifola di Sicilia, e molte C it ta di quello Regno Napolitano , e travagliò m olte.* parti d’ Italia j E nondimeno noi in quegli ideili tempi» con l’ aiuto , e beneficio di quelli bagni abbiamo rendutaa molti ammalati la perfetta fanit'a , Circa la fo r- Forma dai ma del bagno bifognerà Capere , che fono appreffo Pi- ba£no • tecufani , tre bagni molto commodi , e ben preparati, coperti di volte fabricate ; accio che la virtù dell’ ac qua non fi guafìi, tramuti, o perda per p io ggia,o vero per nqve , o per vento , ne per qualfivoglia altra cofa, che vi poteffe cadere di fuori : Sonovi alcune finefìre , per le quali püffano fventare, ed effaJare i vapori, i qua li altamente ( ufcendo dalle caverne dell* acque io_> quei luoghi otturati, erinchiofi ) fi corromperebbonoj e fpirati p o i, e tirati per lo fiato , contaminarebbono le vifcere. Refìaancora, checonfideriamo non fojamen te la qualità dell’ acqua , ma ancora il tempo d’ entra re , e dimorare nel bagno , li fintomi , e accidenti di quelllo.
Tempo di entrare nel bagno. C A P .
II.
O L V I , che ha da entrare nel bagno , levandoli la mattina dal letto affai par tem po, primieramen te s’ ingegni di andare del corpo, e di votar bene gli intefiinj delle feccie , e dapoi paffeggi alquanto ; e va da offervando , e giudicando diligentemente fe lo ftomaco , o vero ventricolo refi! vuoto affatto "di erbo: percioche comanda ippocrate, che i bagni fi debbano £U£, 5, j*. * rice-
C
loz De' Rimedj Naturali d'Jfthia, ricevere avanti mangiare : e che mentre fi ifà ne* bagni , tifa. r. de non fi m angi, o beva cofa alcuna ; la qual Centenza ha sTde Mar^f P0’ Galeno > e particolarmente nel libro del rag, Marafmo, dove infegna, che piuno nè (ano , nèacuma. Iato fubito dapoi chb avera mangiato , o bevuto, fi bagni. Ed Erodoto vuole, che dopo quefti medica menti, gigliardi fogliano nafcere grandi inconvenien ti , e nocumenti , Ce noi li ufi amo non effendo ancora ben finita la prima concozzione . Ed il medefimodice 3. p. docet.il Principe degli Arabi-; Ed a quefto propoli to (dica *• pure quel che gli piace Trafilano > il quale nel 12. li bro pare , che fia contrario a quella feotenza ) bifogoarà faperfi ancora, che fpefiè volte avviene ,che il bagno è u tile, perrifpettód* una parte, e per rifpetto d ’un’aJtra, dannofo > e pero affine , che l’ una delle parti non riceva nocurnento , la folemo difendere , e ajutare in n an zi, con qualche medicamento $ come è a d ire, fe 1’ ammalato vorrà ufare il bagno del G radone, o d i Unzione , e Fornello , o qualche altro firoile per rifcaldare il ven* defenfivr in-tricolo , ed avendo il fegato , overo le ren i, calde di gnoZ*d«r maniera , che fi puteffe temere qualche altra maggiore fega to , renirifcaldagione in sì fatte parti , fi ungeranno prima , che « altre par.l’ ammalato entri nel bagno , e dove più facilmente le s| infiammazioni, erifcaldazioni fi Cogliono fare, o con u n g u e n to ro fa to o v e ro fandalino , overo m irtino, o vero con alcuno altro unguento fimfie rinfrefeativo ; la qual Torta d ’ a j u t o e difefa , forfè non farà difutile a coloro , i quali anno le vifeere affai calde per teropeNe]]. ufo ¿^ramento naturale . Ma- fe vorrà uiàre. bagno , cheabbagni, che bia potenzia , e virtù di rir frefeare , come farebbe i ì barinftefeano ,gno di Fontana , per rifpetto della caldezza del fega» fender«2 l o i 0 ’ over? di qualche altra parte ; b if gnerà difendere ilomaco. bene prima il ventricolo , ed allora uiaremo ij cerato mafi/cfno , overo ipicàto , o altro ii.njle , mefcolandovi anco-
Libro Primo
I0?
ancora cofe a Tematiche ; e queflo fòpra le parti efterio-T ri dello ftormaco. Circa il tempo opportuno fi doverà pomfno °te offcrvare, che fi entri nel bagno la mattina fubito ne! mattina,qu*. raicere del S o ie , e lafera , circa a tre ore innanzi , che 8 C05^® il Sole vada alI’ Occaiò j perciò che in queOe ore_j , 4r* ' oltre che vi è il beneficio, e il favore della pre Senza . del Sole ,¡1 ventre ancora doverà effere libero dalla T concozione , e dige'Oione $E tanto farà più atto per io bagno, quanto più luogo fpazio di tempo fi porrà tra /< m ezo 0 Ordine, comefi debba entrare ne'bagni « C
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U A N D O entra/annonei bagno, debbono ofiervare , che fiano vediti lòia mente con calzoni bianchi di tela , brevi circa le parti vergo gnosi , e àncora col capo coperto : parte , accroche piò facilmente rudi ; parte ancora acciò che non fi riempia il capo di vapori del bagno, che però doverà coprirli bene, tirando la Scuffia in giù fu ”1 capo.* fi e fifendo ignudi del refto, pian piano 1* una parte dopo ]’ altra fi vadano bagnando, per infino alle Spalle r e non fi but tino fubito, e in una botta tutti nei bagno , come con poco giudizio fanno alcuni : E la ragione perlaquale Nota; fi debbono pian piano bagnare, e acciò che non fi rifiringa la pelle: perciocbe come diceGaf. la cute, o vero pelle, fi riftringe per lo fredd o, o per lo caldo ; 5iib.defaa«r; perche la caldezza morde , e rafpa la pelle , e allacuen- «P-fc mordicazione poi feguita l’ orrore, e & quefìo il rifiringimento di tutti i meati * il quale fi farebbe ppi in tutto il corpo , fe in un fubita , fe a una bottai! corpo tutto fi bagnaiTe. Doverà Scendere ancora nel bagno % Rigloce pian
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D? Rimedj Naturali cfi Ifchia ,
pian piano , accib che tanto p !ù faciline ite s’ avezzi a tollerare la caldezza , e 1* altre quaikà delle acque , la quale fia di tal temperamento, quale defidera , e richie de F infermità , e quale gli ammalati fpeifo (limano effere loro grata , e foave . 1 che facilmente fi può averenel bagno della Sinagalia , (• qual noi pochi anni fo n o , abbiamo di nuovo trovato ) dovei! vede chi a. ramente il concorfo di diverfe vene di acque calde, e fredde; Ma ne gli altri bagni più gagliardi, ¡quali manr«ndere° cano del temperamento di altre acque, cioè dei la—» bagno^cmpè. ret^ a * c^e vi* entri ( benché io non lodo tal mefcorato faiza Janza, dica , e feriva ogni-uno pure q; e che gli piace, ^aU ra*” ** c ^ e i o P er medefidero , e ufo il bagno finterò, fenza qua fredda'* mefcolanza , nèalteratione veruna ) b fogna ottu rare,? ferrare bene per tanto fpazio di tempo li b ico , c o ’1 quale fi vota il bagno, infino a tanto, chedafua pofta Ìiracquitti al bagno iJ temperamento neceifario ; offervando , e toccando fpeiTo. F acqua con la mano. Da Dopo entrati poi che faranno già entrati nel bagno caldo,' fi fermi ne! bagno . no 9 ne troppo fi rimenino , fe non foffe qualche volta, buttando , ora F uno , ed ora F altro piede , in quà , e • w in la , ò veramente alzandoora F u n a , ed ora l’ altra mano fuori del bagno, quando per la troppo caldezza del bagno temeffimo di qualche mancamento di cuo re . Oribafio Sardo pel io . lib ro , che fcrive delli ba gni a Giuliano Imperatore, dice : No dobbiamo ufare • Sentenza d'Je accLue de* bagni , che naturalmente nafeanoferm e, e Giubati* bar. quiete-, perciocbè quando le a cq u e fo n o commojje, nafee, e f i leva in alto un vapore^ l quale è molefio-grave >ef a ftidiofo alla tejìa . Laonde bifogna pian pianoentrare nell’ acque, àccio che la forza , e qualità del bagno poiT^ tanto meglio entrare , e irrprimerfi nel corpo con li pori aperti : altrimente, fe qualch’ uno co’J fino movimento , e sbattimento muoverà foverchiamenteu le
Libro Secondo feàcqtie’ , potràfacilmente io due maniere eiTere offefo : prima , per li vapori dell’ acqua eccitati, che potran no aicendere alla teda ( come è autore Antillo.^ ) p o i, perche tanto piti rifcaldarà V acqua , e morderà tanto più gagliardamente , per la ragione, la qu^ale porta—, n<>tan<to di Macroblq ne’ fu'oi queliti Saturnali 5 cioè facendoli Macrobio ne Tempre nuovo accrefcimento di acque calde , e fino- acurB* • • vandofi in un certo modo intorno al corpo ; che noru» avviene, quando il corpo fi ripoia , e ila quieto , che__» quali fi avvezza a quel calore, dal quale fi lente toc« co , ed è circondato ; e la fìeffa acqua pare , che s’ acco. m od i, e temperi alla convenienza , e congruità della pelle ; A che pare, che rdponda Ja ientenza de Medi ci , percioche Ippocrate nelle lavande di acque calde naturali configlia, che 1’ ammalatodapoi , che farà en trato nel bagno , s’ accomodi bene, e fe ne Aia quieto j nè faccia colà niuna , ma fe farà biC ogno , fi netti, ed afciughi per mano de i fuoi mi ni Ari . Ed acciò che non fi efercitino , nè fi Aendano troppo i mufculi , mo vendoli il corpo . diano , e dimorino nel bagno , come abbiamo detto di fopra fecondo la fentenza di Pii-opinione «¡i nio, il quale d ic e . M olti gloria*f i di p a t ir m o lte ore f/p.inio beila ea ld o d elle a c q u e t i che è in im ic ijjim o y m p e r o c h e è d i b i- nei llb. ¡1 c, fo g n e u j'a rle poco p^U lu n gom en te^ ch e ib a g n ile dapot a l P u f c ir é u fa re a c q u a fr e d d a dohe<e non f e n z a o g lio ) i l ch e i l v o lg o J ì im a effer. cofa a l i e n t e p er q u e f o non fo n o a lt r o v e p iù v b n t x u a i co rp i, lm p ev o ch e t l troppo odore r ie p ie i l capo, e i l fr e d d o offende le p a r t i f i d a n t i yeffen d o tu ffa t a P o lt r a p a r te d e ! corpo Conforme a ciò dunque deono
Dfjro a ^
ilare nel bagno un poco piò di quel tempo , che diroo- bagno rarebbòno ne i bagni, cioè per lo fpazio di’ un ora : o vero un poco piu ,„ò meno , e finalmente fecondo-che la per fon a potrà tollerare, la qual regola già abbiamo Noe«. £&ita univerfale in qualfivoglia ufo di acqua naturate, O che
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De*Rimedj Naturali d'Ifchia,
che fiaquafi un termine certo , cioè fecondo per infino * a tanto, che le parti eftreme delie dita de i piedi co S e g n i d i ef. mincino ad ¡ncrefpariì, e farfi rugofe, b per dir meglio, fa c c i . infinoatanto, chefi vegga venirfW i intorno alla_• fronte il fudore , il quale farà manifefio fegno , che la fuperfluita , e gli eferementi difutili grà iìano arrivati infino alia pelle , e che fi affrettino ad ufeire dal corpo per mezo del fudore. Galeno vitupera Ja lunga diroo L ib , 4~ de ra ne’ bagni, mentre configlia nei 4. Iib. de’ Semplic i £mpl. med. medicamenti, che ne i bagni non fi dimori lungo tem fac. cap. i , ' & de utij, po j perciò che rifblvono la nofìra iòfianza , apportano refp. c. 4» mancamento di cuore , e qualche volta la morte; fico, me adunque lo ilare Iaugo tempo ne’ bagni, è mala « Dimora luti, cofa ; cosi il dimorarvi poco , ò vero niente è coià pefg ì nel bzgno edere perico- fima : Pereioche le operazioni della natura fi fanno per lofa . qualche dimora di tempo ; e la forza dei bagno opera, Dimora poca e s’ imprime , e vien fuori per mezo del contatto , cioè ¡¡a’ bagni fa che non gioi toccando l ’ acqua il corpo ; e muove , e aiTottiglia gli vano , umori, egl i rifolve, e evacua , ma non perfettamen AfUones te fe la dimora farà affai breve : il che in vero ogni dì natura dune fperimentiamo , come diremo a baffo nelle Morie par in tempore . A ftio fic ticolari di diverfi bagni. Sono adunque degni di biafiper contaff u, rno quelli ammalati, che fono ne’bagni impacienti ì e & cemporìs non vogliono Rapportare patientenrente una giu ila , e m ira . Ammanti mediocre dimora ; e così fono degni di riprensione cer impazienti non confe. ti Medici troppo ufficiofi , e paurofi di non difpiacere gitiranno gli agli ammalati, i quali pajono , che efiì obidifeano a cifrici del ba gli ammalati, e non fi fanno ubidire da ioro. Ma fe la g no I Medici caldezza del bagno farà moderata di forte, che’iminiDrappo olii, fìro del bagno abbia purgata, e nettata l’ acqua per ciofi offendo, fette, ò otto ore prima ( poiché bifogna mutare 1’ ac no li amma. qua de! bagno due volte il di ) e fi averà ferrato il ca la t i . nale , ò vero buco , per dove vien fuori T acqua , acciochefi lacquifìi la neceffaria, erichieita temperie del
Libro Secondo
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bagn®, dicono alcuni, che ne’ bagni freddi, e tepidi la . . dimora doveri effere di tre » o quattro , b vero cinque SRóJpto*-***1 o re: ma noi abbiamo fperimentato nel bagno della.» Pimora più Fontana la dimora al più di due q ré , nè fecondo j] ^nga ne’ baparer mio , debbono gli ammalati dimorarvi più oltre ; fregano' co! Quantunque quello termine fia coftituito, e deferìtto me Fontana, dal Faloppico per Junghiilima dimora nelle acque, che farà. di .dlie ribald an o . Nel bagno di Fornello ordiniamo per la__» ai bagnoli maggior dimora lo fpazio di un’ ora . Ma in quello di Fornello un* Gorgitel/odi un’ o ra , e mezza } Quantunque io ah- a Gor-ntel bia offervato , che alle volte ritrovandoli I dertl bagni «n’orafè'mémolto caldi, appena vi.fi pofla dimorare un quarto 21 ; . d’ or-a , e perquelto èbehe a mirare la tolleranza fem- Anelilo 10 *** pre . E di più aggiungiamo ancora con Antillo , che-j l ’ ammalata non deve tutte le yolte , che fi bagna, ilare partjre tanto lungo tempo nel bagno j . ma deve mifurare la ^ tempo in «è quantità del tem po, nel quale vuole ufare il beneficio Part>* del bagno, e quella poi panifica in tré parti, e piarne piano proceda Tempre, aggiungendo qualche particel la di più per infino a tanto , che s’ arrivi alla più lunga» a maggior dimora . Come farebbe per e{Tempio, fie « qualch’ uno fi propone di pigliare il bagno per quinde. * ci dì (poiché certo fion d overà pigliarli per manco tem po , che di quindeci , o venti dì ) il primo giorno dimo rerà nel bagno per meza ora , e nel fecondo per unu» poco più di tempo j e così anderà crefiendo , per infino al felto , nel quale ilari nei bagno per un’ ora , e meza ; e in tanta dimora perfevererà ogni dì per infino al decimo giorno ; dopoi comincierà a ritornare in die tro , e nel giorno undegmo , dimorerà nel bagno un poco manco d’ un’ ora , e meza , e così di mano in ma no , e fuccefiìvamente infino al decimoquiuto d ì , e per DeIJj ¿;mora infino , che farà ritornato alia prima , che fu di nel bagno, meza ora . Ma circa la dimora nel bagn o , fed ev& j Q z elfer
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De1 Rimedj Naturali d' Tfchià ,
Quante co- eifer lunga, ò breve , a il prudente Medico a confide rà diva con. rare molto bene la natura , e qualità dell' ac jue > per^ 11 c^e noa tutteacdue » e fà fono d’ un Vide uicìum ®edefiflQ° modo, e funi! nente deve coòfiderare 1* età d- cerm.iib i e i’ abito del corpo , le forze , il temperamento , la ila- ’ t pp"d- ar'g‘one anno » e altre cofe fimili : il numero de* aquic.ii.tef’ giorni fuole efiere, come abbiamo dèt o , di u n d e ci, _ Dmio;3 aquindeci , oal pili di venti d i . Se le acque faranno calta Dimore acle ' COfne 9ue,ie ^ Fornello, fette di baderanno ; fe faGorgiteiio. ranno mediocri, come quelle di Gorg ite Io, undeci , o Ni vero quindeci ; ma fe le acque faranno più deboli, e 1 ya>a!,<i- fiacfhe, come fono quelle della Fontana, poffiamo ar rivare fino ai numero di venti d ì. Laonde non è deter minato numero alcuno di giorni per ufare le acque del bagno; ma bifogna vedere diligentemente Ianatura_j delle acque, e il male; percioche non tutti j morbi fono egualmente rubelli , e fadidiofi . Biiògna confideNota tt;con.rare ie Furie dell’ ammalato, e le commodità , che ne ifideraie ne- racquifla ; perciòchefe ne feguttanocofegiovevoli , e tdlariameni«tollerabili di maniera, che la infermità fi guariica , e che quanto più 1’ ammalato ufa il bagno , tanto fe ne Tenta ricevere giovamento maggiore, deve tanto tem po ufare li bagni, quanto allag ornata fe nefenta ri cevere nuovo giovamento , e maggiore utilità . E così a certi noftri ammalati coti frutto, e utilità grande^» abbiamo fatto ufare quelli bagni per lo fpazio di trenta d ì. Dopo l ’ ora fettima, fa lo fiomaco fi ritroverà o:*’ voto , l’ ammalato entri un’ altra volta nelbagno dì modo , che ogni dì ufi due volte il bagnoli! che vorrei, che s’ intendeflè di tutti i giorqi , ne’ quali ha da riceve re bagno ;faori che ’1 primo, e feconda dì : perciò che nel primo , e nel fecondo giorno , baili , che entri nel bagno una volta ibkmeote: martelli altri giorni tutti due vo lte. Ordì»*,
Libro Secondo
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Ordine , chefi deve tenere ufcendodal bagno. C
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S C E N D O dapoi fuori del bagno Pammafato , d i’ Tuoi 1 ryitori fi £ ccia molto beneafciugare , e copertoli bene con un mantello, fe ne vada al let to , nel quale, quando , giacerà , non donna, cotpe ben dice il Baccio contra Faloppio: Sudi per unJora piu , ò meno, e fi afciugbi con un lenzuolo lottile , e cosi faccia infino a tanto , che ritorni ai fuo primiero fiato: Si levi poi dal letto , avendo prima beniffimo afeiugato il fudore , e ben vefiito , palleggi alquanto , e poi modefìamente m angi, e dopo defioare , guardi fi di no« dormire - Del bere qui non abbiamo fatta menzione ; percioche altrove 1’ abbiamo trattato a lungo, nondi meno ilfopportare ia fete , è cofa affai lodevole , quan do , e quanto fi può. Si do vera fapere ancora, che ne’ bagni , che fi pigliano per bocca , ildefioare deli’ am malato doverà eifere un poco piò curiofo, e abbon dante j ma la cerna doverà eifere parca . Ma in quelli , dove fi bagna , doverà eifere tutto iJ contrario : perciò* che nel definare doverà 1’ ammalato mangiare poco , e quafi niente , acciochela fera polla ufareil bagno j e_j dapoi nel tempo della cena potrà mangiare allegra mente . Rtfia ora, che aggiungiate» alcune brevi re gole , fatte da Francefco Aretino , per le perfone , che doveranno pigliare i bagni 5 le quali da Moderni fi ri. ducono a dieciotto > Quali tutte ¿¡fogna oifervare coti gran diligenza.
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Non andiate mal a bagn i, che non fiate purgato prim a. E quando voi farete arrivato »1 bagno, met tiate
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De' Rìmedj Naturali d'Ifchia>
iiate da banda , e Jafciate andare via tutte ie pertur bazioni , e fafiidiofi penfieri dell'animo $perciò che i bagni operano , e lavorano per mezzo deiJa alle grezza , e confolazione d’ an im ò, non altrinaente che uno artefice per mezo di gualche fuo f r u mento» - s 3« Non entrerete mai nel bagno , fe prima non vederete fatta bene Ja digefìione , econcozzione . 3. Non mangiarete » ne beverete cofaniuna nelle»* acque , nè prima , pè dapoi, fe prima non farete rinfrefcato . E quello , ¡acciò non fi tiri quello che non è digerito, e tì faccia oflruzzione . 4. Mangiarete dopo pigliati i b a g n i, cibi di buon fucco , e nutrimenti , e atti alla voitra infermità: ac ciò che mentre evacuate i mali um ori, non ne ge neriate p egg io ri. j. Beverete il vi no bene acquato, acciò che f a c ciate via la fe te . . 6. Mentre fìarete ne5b a g n i, guardatevi dal freddo, e da i v e n ti, 7. Vfiate ii bagno fojamente una volta il dì * Ma fè ia infermità così richiegga , e le forze poffano tolle rarlo , due volte il dì potrete ufarlo : Benché bifogni Tempre fiare in cerv ello , che la troppo evacuazione non vi d e b iliti. $. Entrerete nelle acque di sì fatta maniera, che fi cuoprano dalle acque le fpalle , fe qualche ferita, o piaga non lo im pedirà. ó Nelle acque de* bagni di GurciteìJo, della Fon tana» di F orn ello, diCafiiglinne , della Citara > e d ’Ulmitèllo farete pure , che le piaghe fi bagnino, e filano nelle acque . io . Dimoriate nelle acque del bagno tanto tempo , che Ja fronte vi cominci a fudare , o vero tanto tem po ,
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Libro Secondo.
m jgfi 'v, quanto vi forerà di potervi ilare , non folo fenza r ;a, e fafìidio , ma all3incontro con piacere, e di■ letto. ir Subito-, che faretemfcito fuori delle acque, ri voltatevi a torno on lenzuolo : e «{Tendo prima be ne acconcio il letto , così coperto roettiatevi a gia cere nel letto ben coperto , e fuileniate nel letto il fudore , e la vìgHia, Icaccianuo’da voi il Tonno. 12. Dapoi che avente per intervalli di tempo fu. d ato , pian piano lafciate da banda le coperte, e aiciugate molto bene il fudore. 13. Kitornatevene poi in cafa ben vefìito, e ripofatevi di nuovo fu ’1 letto fenza dormire , e fenza fu . dare p ib . 14. Non vi dilettiate di varietà di bagni : Ma di tut ti eleggetevene uno, il quale abbiate da ufare. I j. Voi drizzerete il corfo del voflro bagno in que lla maniera , che 1’ acqua fe ne fcorra Tempre nel ma re : altamente regolarmente farà fredda. 16. Quando vorrete ufare il bagno, farete votare prima , fe potrà fa r li, tutta l’acqua, che è nel bagno , per potere ufare l ’ acqua nuova , e frefcamente-ji nata , 17. I bagni ficome àncora gli altri rimedj , oprano a tempo conveniente . E però fe voi Cubito non di venterete fano , non dovete per quello perdervi d’ a« niroo, ne difperaredella fanità : Anzi bifognaalle« gramente andare pib oltre perche a Tuo tempo poi ne Cernirete la defiderata utilità. 18. I giovamenti , e le utilità del bagno in proemilo di tem po, e alla giornata fperimentarete maggiori, fe Dio vorrà -, e così ve ne faccia grazia. Quelle adunque fono le regole , quali bifogna inviola bilmente oflervare , fcritte dall’ Autore fopradetto ,
nel
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De' Rmedj Naturali $ Ifchia,
fine de! Tuo libretto ; a v e n d o v i n o i p o c h e c o f e - j aggiunte, o mutate , le q u a li e ra n o utili , e g io v e v o li per li bagni d ’ lfchia .
nel
"Be' bagni naturali , chefcrijje detto , fecondo la mente d'Archigene * C
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E ’ bagni naturali, alcuni fono nitrofi, alcuni falli, alcuni alum inoiì, alcuni folforu'enti ,e altri an no qualità di ferro , altri di ram e, e alcuni altri fono coropofìi da quefli . Ma la v irtù , e forza di tutti quelli 'e di feccare . Ed alcuni infieroe con q u ello, che di lec cano, rifcaldano ancora gagliardemente . Alcuni altri infieme con la proprietà di difeccare, rifìringono an cora , come ibino gli alum inoiì, e in qualche parte an cora i f a llì, e quelli, che anno qualità di rame . E tutti fono affai com m odi, e utili a i corpi umidi , e freddi •non naturali ; o pure fuori dell’ ordini della natura, e a’ mali , e infermità lunghe. Laonde convergono^ al morbo articolare , alla podagra , alle rifoluzioni , all’af fezione delle reni , detta N efritide, all’ angelofita , o difficoltà di refpirare , alle rotture , che anno bifogno di indur dallo , alle piaghe fluide , e foverchiamentfc-j um ide, alle infiammazioni diuturne, invecchiate, e * » • n-ffAC lunghe , e già indurate: I bagni nitrofi , efalfi convena ,S«he mali gono al capo , e al petto travagliato dalle fluflìoni , e coavefii®110• allo ilomaco umido , e a gli hydropici . ed a tutti t tum ori. G li aluminoiì giovano al buttar del fanguc-j» Gli Au«aj|0 flomaco che vo m ita , ed a coloro i quali iòverchiamente fanno evacuazioni per li fìom acali, e alle donne , thè dif< dinatamente , b di foverthio purgano, e le quali lenza caufa manifefia ipeffe volte fi fronda-
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Libro Semulo.
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«no : Giovano ancora a coloro , i quali grandement« fu riano, e digerifcono tard i, e a’ tumori delle gambe ; Sono ancora giovevoli alle vene dilatate , dette varici . Ifòlforulenti mollificano i nervi,e imi nuiicono i do-Ifolfur«ï. lori del teoafmo, diffbivono, ero vinanolafìomaco , purgano , e nettano la cute, e però fono utili alla viti, Jigine bianca, e nera , alla lepra, alla rogna , alla impe tigine , e alle piaghe vecchie , alle flafiìoni degli arti coli , alla milza indurita, a al fegato, e all’utero , alli paralitici, al morbodelli coffeodici, detto iiatica ,e al prurito. I bagni bituminofi riempiono la tetta , enoc- ,cunnnùt ciono a gliitromenti de’ fenfi , ma continuamente rifcaldano, e co M.tempo mollificano , e maifimamente le parti., che fono circa 1’ utero, e la vellica, e rimetti, no , dette colon . Ma quelli, che,anno, qual ita, di rame ,Big.dï ra^r, eccellentemente giovano alla bocca , alli tonfilli, e alJ*vuola , e a gli occhi . E quelli, che tengono qualità di ferro , fono convenientiflìroi allo ttomaco, e .alla ®ag,<i,*ei:r0*' milza Quelli, che.anro qualità mifìa, operano.fecon*^ ^ . do il predominio delle .cofe mille . E’ adunque necef’ u fario.., che ne’ bagni naturali caldi fi faccia l’ entrata fenza turbazione dett’acque ; acciò che la forza , e pro prietà di quelle ,fcorrendo , fé ne penetri nel corpo ri metto,e quieto, imperoche coloro , che vi entrano per turbati , aggricciandoli loro il corpo fi ritiri nge, e condenfa , e così non riceve dall’ acqua qualità niuna . Nel retto non è fpediente , r e b'fogna fottomettere la tetta alle acque correnti bituroinefe, e folforulenti : impero che da quefìo facilmente il capo s’of^gnde. Quant rque Paolo Egineta , e Aetio dicano le medefime cofe de’ bagni naturali., nondimeno in quetto luogo arnese piaciuto di fare in lingua Italiana fi tetto di Aetio ; imperò che paria un,poco più copiofamente, he iafeiando cofa alcuna di quelle, che dice l’ Egineta p uè
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De* Rifacci} Naturali d'ifchia,
ne aggiunge alcune altre , che non fi leggono ia Pao* l o . Di molte altre minere noi abbiamo fatta menzio ne ia quella noftrolibro » dagli antichi noa fcritte , nè forfi conofciute . Ma non perciò li danniamo , ficome fece Solenandro , e altri moderni r ma li {limiamo de gni di gran lode come primi inventori.. D e l bagno di Forn ello .
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L Bagno di Fornello e un*'acqua molto maravigliofa , la quale è lontana dalla Città di quell’ ifola per ua miglio ia circa , a canto al luogo di Saa Pietro a Pan tane Ilo . Quella rcaravigliofo bagno fanno fede , che vale alla quartana non vera , alla quotidiana , e al la quartana vera , al mal di milza, all’ idropifia » e al dolor di te ila , rompe la pietra, e (caccia L*arena , apre la vellica,, giova a color, che patifeono* dr podagra , tranquilla , quieta,( come fi dice ) la naufea » e faflidio dello fìomaco. E fi chiama Fornello * percioche l’ac qua vien fuori da un certo luogo , che rapprefenta il arbo d’un forno . Le acque di detto Fornello-, e della ontananaicono dalla radice del Monte da Olirò , ma b uttano , e featurifeono ver io Greco. Qui con viene,che noi palliamo ora a deferivere quei bagni » che fimo in quella parte delP Ifala, la quale rifguarda verfa Orien te , e Tramontana, nella quale fono moli- prefìdj natu rali ,e poi verremo a deferivere la parte Occidentale,® di Mezu giorno . «£ ritornando a trattar del bagno di Fornello» tre colè ricercaremo t prima ia materia di quello, cioè qual metallo tiene : Secondo, fe a piò fòrti di metalli» e quale di elfi fignoreggl Terzo, qual fiaa fua virtù , c proprietà e a quali mali relitta , e fia wntrar io. Quanto al primo, non pollò, fe non roaravi-
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Libro Secondo . gliarroi grandemente in compagnia di Bartolomeo di Vij g ^ . Torino , per qual cagione la miniera di così celebri , e r o ¡«.lib. eccellenti bagni non lì trovi da alcuno fcritta fino al«-i:= de bai. dì d’ fìggi > Bcome nè d i q u e lli, ne di altri , che fono 0CIU? or {i' ir* Terra di Lavoro. Alcnni moderni qualche volta la toccano fidamente, e quafi per un fogno generalmen. te raccontano alcune miniere , delle quali quelli bagni fi Fanno , e fra colloro il primo fuG iovan n i Elifio,M e dico Napolitano, il quale di ce nella fua antica Jezzion e, che quella Tibia più dell’ altre \ fertiliffima di fo l. f o , d’alume , e d’oro,come ne1 tempi paffati anno iperimentato gli eccellentiilìmi -, e prudentillìmi Vene« ia n i. Ma la lezzione nuova legge io quello m odo, Che quefta ¡fola abbia vene di fo lfo , ancora fi pub vedere delli bagni folfurei, e alurriinofi , delli quali a baffo poi fi Farà menzione. U n’altro Autore ancora moderno confermò quella medelìma fentenza. Ma in vero quel, che piu profondamente di quelli b a gn i, e delle miniere di quallìvoglìa altro tra ttò ,« fcriffe, fu l’eccellente , « Sldottifimo Signor Andrea Baccio , ottimo Filofofo , e gn. Andrei Medico Romano, come chiaramente fi vede in quel-S«-*® • la maravigliofa opera fua , che fcriffe de’ bagni di tut to il Mondo : dove contrapesò, e invelligò molto effattamente tutta quella materia, e quali la finì,per quanta fu lecito ad una perlòna lontanai e ben pare , che il tutto affermi c o ’lteftimonio di P lin io , e di Strabone, epuòeffere, che com e, che egli e perfona dotata di belliffn o ingegno , argom enti, e raccoglia dagli ef fetti alle caufe , e da quelle poi arrivi allaconjettura delle miniere : e quantunque paja , che manchi in alcu ne cofe , in molte per lo contrario toccail punto , eferifce il berfaglio , come fi fuol dire. Onde {limiamo, che fia degnodi Jode grande p erò , che fu il prim o, che a n o i, e. ad altri diede materia di dubitare , e di fcriverne. P 3
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De'Rimed] Naturali d'if'chitt.
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me. Già fono quattordici anni, ne* quali io di mia libe* ra volontà, per commune utilità del Mondo , cosi ajix. tandomi la divina bontà ,• e clemenza , ogni anno vado vifitandoqueftibagni d* Iichia, vedendo diligentemen te i luoghi, ed eifaminandovi tutte le minere , e le cave, e finalmente co ’1 maggior giudizio,che poíTojoirervaodò i varj , e tìupendi effetti ,e utilità , che operano ne* corpi ammalati , e neglifàni, e dopò moltifirme fati che , che ho prefo nel navigare quello mare , facendo poco conto de’ pericoli v che correvo de’ C orfari, parve cofa degna , e conveniente a m e , ed a gli amici miei, che io ancora ne diceffi il parer mio . Scrive il Sjg A n drea Baccio, per venire a quello, che ho promeilo , che nell* ¡fola d ’ Ifch ia, tre bagni principalmente fi fanno £CI¡,fu“¡1 Cs¡;! dalla minerà del ferro : Perciò che dice nel quinto Jrgn.ßiccio d’ bro in quello modo: Ifchia, Ifola de? Mar Tirreno ,fia fo ß a innanzi a N a p o li e atlanti al Monte detto di Lucullo,per la varia-fi molta feconditàdel fuofuolo, efucchi im ita i abbondanza fi copia delia fe lice Campania ideila quale pare che un tempo [tafia taparte, ed ha ancora la medefima conformità co’ bagni, i quali ella hafolfurciy n itroß,e f e r r a t i l a in quef a forte d'acquetta prima & l'acqua Fontanale,la quale oltre deIfolfo, participa aco ra d e lla ffia n za delferrose del nitro Però che difeccay
IfcJiu.
,
’
,
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f a d o t t i g l i a ,m a piraf o r t e m e n t e f o r t i f i c a e r ifto r a le offa » fe t t e dar p roprj lu o g h i , e
le ro tte
t ir a f u o r i \ e g l i f t e c c b i x
e p e z z i d i le g n o e le p u n te d i f p a d e f i t i f e r r i ,cb e{seco n d o a c c a d e ¡r e j¿ a n o d en tro l e f e r i t e , e t i r a f u o r i le p a llin e d i piom pa p o fte n e 'c o r p i u m a n i d a lle a r c h ib u g i a t e .L a q u a l coja opera q u e f t 'a c q u a ,o vero p e r la n a tu r a d ella c a la m i, titfib e tie n e ,o v ero p er q u a lch e a l t r a f i m i l e f i m a r a v g l'io fa p r o p r ie tà . M a d i q u e fto bagno, tr a tte r e m o p ìh a lun~ ga
n e l f e g u e n t e c a p ito lo
go
quantofarebbe un t ir o
. L o n ta n o p oi da q u efto lu o d ì p ie t r a con b
m ano , v i è una
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Libro Secondo .■
i T7
unafoJJ'a, e caverna di acquaJirnt l.e , la qua le chiamanò 'Fornello , e ha miftur a ai j a ¡nitro , e una virtù adergente piu , che mediocre . Dt queji i pare , che fa c eta menzione Plinio nel libro ji> nel i cap-t e S irabone nel libro li quali dicono, cbequejìe aeque medica no coloro , che pattfona mal ài pietra . D i maniere— s, ■ c h e p e r in fin o a l dì cC o g g i f i p ig lia n o in b ev a n d a , e— » f i u fa n o contro i l m a l de La pietra , e d i r e n e lla » Dicono a n c o r a a lc u n i , cb è 'co H bere q u efle a c q n e f i fim fc o tto le f e b b r i lu n g h e ^ e tip ic h e , e che m ed ica n o le r e n i , e £ u te r o 1 e a n c o h e jir u z z t o n i d e lla v t j j i c a , e che g l i
5.
j
i f ì e j j ì lu o g h i con q u e jìe a c q u e f i f o r t i f i c a n o . Q u i v i è u n ' a l i t a a cq u a c h ia m a la d i G u r g it e llo » non m olto d f J ì m t le d a lla fo p r a d e tta . (Quefle colè , dice il dettiffiono
Baccio , dalle quali chiaro , e manifefto lì fa , che tre ac que de’ bagni poco d iiò p ra nominate ii producano, c fanno quali dalle raedefime «¡sucre , cioè di foifu , di falnitro» e ferro . E quantunque quelli tre bagni di fopra c i t a t i t r a di loro fiano molto differenti di forze_* di foilanza , e di qualità , come più a baffo fi fà chiaro* nondimeno è degno di lode il Baccio , come colui , che prima de gli altri butto quello faffo , coma fifu o l dire», Tuttavia b¡fogna fapere , che l’ acqua del bagno di Fornello ha prima la lollanza di folio tenue; fecondo , Minerà . nitro: terzo, fale : qu arta, Còcco di pietra di alume. quinto , ferro. La fofianza di folfo tenne, ottiene il primo luogo , il fecondo il nitro, e dapoi il fàje - il che chiarifhmo li fà a coloro , che leggiermente ne fanno la prova con la bocca y poiché quelt’ acqua fi fente , non folo làlfa, e amara , ma gag! sardi ili ma al guffo, anzi ritengono ancora il mede fimo fa pure, certi pani di Ca le artifieiofàmente fatti dalia mede (ima acqua, triflif Cima da bere, poiché i’ amamndioe irr quella , fùpera la falfedine del mare , e l ’ acrimonia , e fortezza fi avvici-
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De'Rìmedj Naturali cPlfchia,
oaquafialla forza del lifcivo . Onde fi cava , chec® loro furo in grandifiuno errore , i quali avendo male intefo gli antichi S critto ri, lim aron o, che q u fta ac qua follìe buona per dare a bere a colo ro , che p atifco no mal di pietra . lnrp,roche noi abbiamo fitto di quell’ acqua certi pani-di fa le , li quali poi fìiila ti, 6 disfatti con la propria lor’ acqua per certi Colatori, e finalmente parte per aceto di fi il lato , parte ancora per acqua fòrte , comechiamano gli Alchimilli » con la-* quale gli Orefici feparano T oro dall’ argento , abbia mo indagato , ed esaminato le miniere diligentemente di quel bagno, parte con lanofira metodo già citata-* di Copra , parte ancora con Ja metodo, e ordine degli a ltri, come del Savonarola, di G iorgio Agricola , di Filippo Vifìaldo , di Giovanni deD ondis, di Gabriel lo Faioppio , d’ Andrea Baccio , e di alcuni altri , de’ quali tutti infieme ilpart/colar modo d ’ invefiigarc ora farebbe Soverchio , e fuor d i propofito racconta r e . Adunque attendendo noi alla brevità , peniàtaroente laic faremo per ora di raccontare quelle cofe , traiafeiando il particoiar ragionamento di effe in un’ altro, e più proprio capitolo, e in quello dimoilreremo olirà ia metodo univerfale, per qual cagione abbiamo det t o , che parte quello , e parte gli altri bagni d’ Ifchia abbiano ora quelle , e ora altre, e diverfeminiere , e pafferemo a moflrare( quella , che io cred o, che il L e t tore defiderofamente afpetti) le forze di quello bagno. Hor perche infin qui abbiamo invelligati i m etal l i , e lì minerali d i quello b ag n o , rello, che effam iniamo la natura dell’ acqua , intorno a che molti Medici fi fo no ingannati fotta il nome di Fornello , e dicono , che quella acqua fia bagno affai «aldo, avendo in quello avuto riguardo aila ethimologia , e interpretazione della voce di F o t n e lj ; Ma la lezzioneantica dice , che que-
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Libro Seconda .
119 quello bagno fi chiamò Fornello j Perche 1* acqua iua_* vico fuori da un lu< go * il quale e fatto a modo in un fo rn o . Per quella; cauta dunque perpetuamente, e im prudentemente » 3-1 mio gìu o izio , comandano a coloro, che anno da uiàr diverfi bagni * che cornicino da^* q u ello , come da bagno caldo in terzo grado, dicendo» che Gurgirelìo Ca caldo in fecondo grado. E però d i Fornello mandano gli ammalati al bagno dlG urgitelJo . Quelle colè batta cT aver taccate qui brevemen te » poiché di sì. fatto ordine de* bagni fcriveremo q i u capitolo proprio e particolare . Bifogna adunque Ca p ere, che la natura di quell* acqua e buona per difeccare, e rifcaldare, parla do ora piu pretto d* una qua. Q lità potenziale, che attuale » poiché non larebbono ba- ne . ‘,eri g n i, fe Tacque attualmente non follerò calde, come bene ha detto un moderno con tra certi altri moderni Vii- Bic. Medici ; li quale aggiunge poi un’ altra cola , che uni- c^nd-Ther.', verfalroente noi il inaiamo- ve ri dim a, cenfurando i gru- & di ne’ bagni ; cioè » che quelli bagni, nevquali noi tro viamo , che anno molto calore *e che quali non fi po£ fono tollerare co* I tatto, fono caldi in quarto grado* come fogdooo i Fif ci determinare, e conftituirei gra di alle a elicine ► Ma quelli, i quali non fono grande mente caldi* ma di qualità tollerabile, fono caldi nef terzo gr; do t E quelli * che o eraoo piò piacevolmen te , e ber ignan ente * nel fecondo : E finalmente quelli* __ chedihcatiffimamer te * e connoffropiacere, ©dilettazioneoperano , dovtm od ire, che iònonel prim o, e temperato grado. M a li deve intendere del calore at tuale » e potenziale infienne , e perche ne! bagnodi Fon tana fi cfTervi il contrario» la diremo af fuo luogo. Quella fentenza il dottiffimo Baccio interpreta con_> quella qifìinziofle : o le acque fi confiderano fubito* che fono ufeite fuori dal fonte , o vero quando fimo pò-
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i2o DeyRimedj Naturali d'ifchia, polle fuori della fontana , e in quella commune foffa, dove li temperano , e perdono quel fervore t e caldo« che prima avevano ; o vero icorrendo « e mefcoiandofi a quelle altre acque fredde . E finalmente difende la fentenza del Montagnano » e del Savonarola con ga gliardiargomenti , e ragioni dimufirative •: contra le !calunnie del Faloppio . Diciamo n oi. e tenghiamo, che 1* acqua di Fornello e calda nel fecondo grado intenfo i e lecca nel principio del terzo grado , e che non paflapiù oltre . H di pi va tenghiaroo , che e fallo il pa rere di quei M edici, i quali di proprio loro cervello, riguardando a poche colè , imprudentemente anno detto , c h ele acqne di quello bagno nella -caldezza.* arrivano al qnarto grado , o vero infino alla fine dei terzo: percioche Tappiamo molto bene, parte da Gale no , parte ancora per commune fentenza di tutti i Me dici , che quei bagni , i quali fonocaldiin quarto, non folaroente fanno foverchia rifcaldazione , ¡ma ancor apportano dolore ,.e lelione: e quelli ; che fono nel ter zo ordine , non Colo maoifellamente rifeaidano , ma an cora fanno • che la parte « alla quale fono flati applica ti , patifea, e lènta Jefione . Il che certo mai non fi è fperimentato nell'acqua di Fornello a qualfivoglia parte fia fiata applicata : Perche non apporto mai doJore , me Jefiope alcuna manifèfta , anzi piacere , e dilettazione 5 il che efego o di moderata caldezza : E péfb conclu diamo V che quell’ acqua fia pih prefio fecca per t ip e t to dell’ abbondanza del foJfo;, e dèi frle , e ;del nitro:ha vendo già di fopra mofirato , che le acque di Fornello io no fo ifaree, ni tro ie , e fa 1fe pei lo dominio , che ten gono in quelle ■> quelli minerali : e qualche volta per|te pietra aluroinofa, della quale , quafì 'e piena tutta quell ’ Ifola , e perche ancóra participano del fe rro , Quefta~* aolìtn con cin on e noipreveremo dalla fofianza tutta “ delle
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•delle acque , dalla qualità delle p a rti, che la fanno, e compongono , dalie cofe a quelle acque inerenti, ed anco dalle cofe confeguenti, e giovanti . Primieramen te quel gran calore intenfo , con il quale non fidamen te le acque bollono da ogni banda , ma la ifieff» terr u» dìmoilra , che ivi fia materia propria d ’ incendio, e brugiamento , la qual materia principalmente e fo lfo , co me abbiamo dimoftrato , eiipruova ancora coll’ ideilo aere , e fiato folfureo , il quale non (blamente nel loto, ma ancora nelli occulti canali delle acque li ve le in durarli chiaramente, di fapore , di odore, di colore,e di Portanza di rnanifeftilTìmo fo lfo . Ma perche in tutta la natura terrellre non fi ritrova già mai vena lineerà..» di qualche cofa , che appreso a quella non fe ne ritro vi alcun’ altra, e nalfimamente d ’ alume , il quale , co me dice Plinio fi ritrova quafi come una Copra coper ta dì tutti i metalli ; ed d fuoco , che egualmente brugiale terre , i fa llì, e le irtelfe minere , per brugiamento fa calcina cenere , e pietre pomice , è neceffario con fettale , che quelle acque debbano effer partecipi di tutte quelle varie, e diverfe nature : e nondimeno teng .no fiato , ed odore di f >lfo nella ifteffa Portanza groflà per la profondità del fomite , >che deve quell’ acqua ricevere fola mente da i vapori effalanti, ed afeendenti dal profondo , e baffo incendio . Ritiene ancora la Po rtanza del n itro , o per dir meglio del Pale, come fi g li o la , quafi delie medelime mi nere, per le quali paflà : Perciocché il cenere è cofa fatfa , e la calce ancora , come è autore Arinotele ne’ Problemi , ed Avicenna nella prima parte del primo libro j o vero diciamo me g lio , che quelle acque confervano quella qualità fal la per inlìno dalla prima loro origine , e forfè la ricevo no dal vi.cno mare . Vedeiì , che confervate in qualche vaio lanciano nel baffo una certa feccia fangofa di div e ffi
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De' Rimedi Naturali d' lfchiay
*erfi coloro , la qua! feccia qualche volta nei bagno s.’ inalza per infino aJkfuperficic <eiJe acque, e dapoi pian piano fi ritorna , e a Lede a ll.o d o , r Cthtarandc# l ’ acqua. Il che è argomento » che ia materia di quello bagno è brugiafa, e ci p rtidifiim iJi. Ma quale fia /a cagione che quelle acque polle al fuoco bufano ptò tardi, che le altre acque fredde , e crude naturalmen te 5 diremo , forfè , perche fbno acque più gravrptr la. mifiura. deli a, terra, e da picciolo fuoco p?ù d fficiJmen. te fi levano in su : o vero perche,forfè non èegual rag'one , e virtù di dive/fi agenti a produrre un medefimo effetto . fn quelle acque il fapure certo non fi pub lodare perla troppo Talledine ». la quale tutti gli animali abbordiam o nel beveria: l ’ odore del folfo è intenfo , egrar.d e, e dalle operazioni facilmente fi pu& dimolirare , che fono di natura fflfu re a , fa lla i, melcoJata con aluroe , con nitro , e ferro Perciò che fono ac que commode , ed opportune ad o£ni altro u fo ,, fuor che alberie .. E d io quello mi perdoni quel dottiflìmo moderno », il qualecerto non averi mai àlfaggiate que lle acque , e però le pofe fra quelle , che fi p< {Tono bé. re i credendo forfè y che così folle la fentenza diStrabone, e di Plinio» t quali anno, parlato non. folo di quelle acque , ma delle acque ancora , le qua li fi poffo. Modo c?a- ».no bere , com e realmente nell’ lfola. fi bevono - Sono, tare ir acque adunque quelle acque molto commode , e buone prindd ba£no. cjpaiiu ^ te- nell* ufo delladoccia »nel fudare, ne’ clillie^ Alle p‘*gfw.r * * e nelle piaghe profonde » ecavernofe, le quali an"no avuta origine da caufa. fredda , fchizzandovela-j. mutamenti . dentro con la firÌnga. N elli M utam enti, che fi fogliono fare, difeccano moderatamente , ribaldano,, netta no , digerifcono„ e fortificano ; ma diféccano piò »che rifcaldano per rifpetto dell’ alum e, e fortificano per iifpetto delrifiringimenta del faie, dell’ alume, il qua~ le
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le afiringimento gli ammalati chiaramente confeiTan o ,e predicano di ricevere nelle membra. Il.che.fpef- Alla dei**: fe volte mi anno teffiticato m olti eccellentifiìmi S**.pjj8j Za dei‘8 gnori degni di fede j delle quali colè noi raccontere mo alcuni operazioni fingulari cioè , che rifiorano la-» debolezza di tutte le parti del corpo umano., ezian dio delie giunture, e delle vifcere . E però ogni gior no efperimentiamo, che grandemente giovano a colo- Alle podi» ro , che palifcono podagra, difeccano l’ idropifia, e idropifia nel maffìroamente fe fi applicano per* modo di fìufe , e il- principio. lutamenti al corpo , fe pure l’ ammalato dimorerà lun go tempo nel bagno . 11 che abbiamo efperfmentató nella Illufìre Signora Antonia Venate , e altre volte_* £*ucofl«mgiovano all* idropifia leucaflemmatica , e ad altre di-macia. verfe fpecie di idropifia , cioè , alla particolare del ven* tre j benché quello pio perfettamente facciano le are ne , come fi dirà . Sanano le piaghe cacoerhe » maligne, •AI1’ »leene eribelli ,.>e ancora fanno maravigliofo effetto contra__» c*l0e<he * le diffepulote . Sanano le piaghe difficili da guarirli, le quali lì fanno da i fìrumi fuppurati, o veramente nafeo* no dalle fcn fo le fuelte . E di p io , poco tempo fa »ab- f0ieA hiamo in molti efperin entato , che grandamente gio-ce. ■ vano alle profonde piaghe delle membre , malfimarcente nelJ’ llJufìriiIìmo, ed Eccellentìfs, Signor Prin- Alle ulcere cipe dr Sulmona, come diremo a baffo nella comune f,n°Uo[cd* ’ e Ifioria. ;E quello noi facemmo contra il parere, e volon tà de gli altri Medici, i quali ci contradicevano eon_* dire , che non fi trova fcrirto , che tal bagno fia utile_j alle piaghe . Ma noi nondimeno vi mandammo il det to Signore, e glie ne feguì un giovamento tale, che non folo i M ed ici, ma ancora gli uomini vo lg a ri, e plebei ne prefèro grande ammirazione. Contro 1 : rogna , che A1U rogT)a, taccia prorito , eziandio fe folle figliu ola, erazzad ieai mal franjual francefe invecchiato , grandemente giovano . Sa-ce^4' Q z vano
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r 24 De'Rimedj Naturali ddfella . nano in tutto , e perfetta noente i tumori delia milza , quali Cogliono ipeffo rinovaril, ed effere difficili a fa» riarfi , pur che fiano fenza infiammazione , e maffimamente ie da poi , che Ja perfona averà prefo il bagn o, uferà qualche medicamento atto , e giovevole a que llo effetto . Fermano , e mondificano le piaghe , che di fu?, natura co male fi vanno dilatando e flendendofi, Aimtttcr. dette erpete. Giovano a gli A ffilatici, fe colìorovi di morano lungo tempo . Ma non entri alcuno in quefteuj acque , fe prima non li celierà il parofifrao, e co ’l corpo diligentemente purgato. il che ficome negli altri, co sì fpeciaimente , in quello-male fupponiamo efferne* celia rlo , e noi ancora così abbiamo efperimentato. c ■ Sana 1’ Ippocondriaca , quando è nel principio, che g li ¿¡rarefila. chiamano Mirarchia . Quali ogni giorno efperiAlle arenel-rnent,amo > che quefle acque giovano a coloro , che_a le , e pietra patifcono mal di pietra , tirano fuori J’arenella , e gli veinc»6"1 ’ eurn0fi g r°ffr> e viicidi , e qualche volta tirano fuori le materie fanguinolenti dalle reni , e quelle , che fono Nell’ ufo de nelle v*e •> e va^ ureteri, e aprono la veiiica . N ell’ ufo la Doccia- della doccia, ò vero dello ffillicidio ultimamente firicevono contra f intemperie fredda , e umida del!a_j
Erpere.
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He'friddai te^a ’ ° vero contra ^a f pedda folamenre , o vero contra umida"1 delia umida . G iovano tanto all’ intemperie fem plitefta. c e , quando all’ intemperie comporta , al dolor di teda, innìf^di a^a vert,’g*ne, al mal caduco, e al fuono , e tinnito delorecchie°. ' ì ? orecchie, alla lordezza frefea , quando farà prefente Saviezza 1’ intemperie fredda , umida : giovano alla paralifia, altaaIparc»coe a^**inoente chiamata refoluzione , o fia un/verfale , o fia lare refolui propria , particolare di qualche membro , come fa ttone . alla refoluzione d’ un’ o cch io , o vero della lin gua , delle altre p arti, eflèndovi prefente l’ intempes rie fredda, o vero la fredda, e umida . Q u elle, limili altre infermità fcacciano via-quelle acque ragionevolmen-
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Libro Secondo .
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urente amm'n’iìrate per embroca , difeccando , modederatamente rifcaldando , evacuando, e fortificando d No!2 cervello, te membrane , e le altre parti del capo , rice vendo però le acque fopra Ja teila , le 1 infermità tara eirca le parti fuperiori : giovano al principio della me- Nota dolla fpinale , ed in tutta la fchiena , fe la frigidità , o vero T infermità occorrerà edere circa le parti inferio ri. E noi fpeffe volte abbiamo fperimentato 1 utilità di quelle acque * facendo mettere la nuca pel canale , e nella goccia dell’ acqua j Perciò che cosi richieden do il m ale, abbiamo collocato , ed accomodato la_j nuca del collo dell’ ammalato al fine del canale , di maniera,che le acque, che nafcono , e icaturifcono co I fuo impeto, cada no, e lì riverfano fopra la noce del co^lo , e parte dorfale dell’ ammalato ; e certo non li può defiderare cola pih eccellente . Quelle acque utiimen* ^ te fi ulano per coloro , che patilcono mal di fciatica , e^-^s dlpodagra, a modo di fìufe, le quali fi accomodano Alle podi* fopra quelle acque . Grandemente fanno digerire , di-gre. leccano , e purgano per fudote . Onde e ragionevole,, che giovino ancora alle inflazioni , e gonfiamenti : E di p iu , come abbiamo ancora tocco di iopra , il vapore^.* di quelle acque libera le giunture dalla materia fred d a , ed umida , e rrfolve le membra rigide , e flupide_j, maflìmamente con la dimora- a modo diilufa . Appli cato il bagno ancora , e la linfa di quelle acque , giova* no alle giunture , e roen bra rilafìate per dislocazione* ma quello principalmenteopera , e fa lailufa . Credo, che l ’ ufo di quelle acque grandemente giovi per fare fmagrire le perlone troppo grafìe per mezzo del fudo» rej ma per infino al dì d’ oggi di quella cofa non ho fatto pruova. Fa il fango ut.le à nervi indurati , e ritira- orimi t i , aiii tumori pituitofi , m o lli, e flatulenti, ed ancoraf^go. . alleduriziedelle giunture, che reilano dalle ù r ìt e - j» met.
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De* Rimedj Naturali d'ifchia ,
mettendovi fopra di quei luto , e difeccando poi al Sole quel membro ammalato, e lutato , e poi lavandolo ne’ bagn i, come fi fuol fare . Conforta lo fiomaco dU fìemperato per intemperie fredda , ed umida ; Nettano Air uro1de*le dette acque anco gli in terin i, mitigano i dolori, e clifteri. placano, e quietano i tormenti , e cruciati colici , uiànacque fuor del bagno non molto piaccono , comefpeife volte fi è A cqui de*fperimentalo ; Perciò che eiTalano tutta la loro virtù tbiasnmanpcard iC? n caldezza di luog ° » dove fi ripofano : Però propria vinù la forza de bagni nobili fuole cuniiftere nelefon a. li fpiriti dello (ledo luogo , e della propria minerà« Laonde bifogna andare a5 bagni ne’ tempi temperati j benché fecondo la varietà dell’ aria , qualche v o l t a i fenzaoffefai bagni fi ricevono eziandio ne’ gran caldi della State . Non molto giovano alle infermità calde, A i dolori ^ ° Ì L e Z Ì a n d i o n e , c , i / ìe r i * N e i r e il° q ucftc
colici.
qufr'tanlebre e ,iecche 1 ed aiJ? n.ature ca/de 1 ed aiie febbri > fuorché ada quartana efquifita , la quale riferifeono parte i Scrittori, e parte gli abitanti dell’ Ifola , eflerfi fpeiTe volte con quelle acque Panata ; ed a me così lo riferì il Giovanni ^!§n? r f* 'ovann' Fortunato , il quale felicemente ine* Fortunato dica in quella Ifòia > che egli con Pajuto , e beneficio di quelleacque reftituì, a perfetta fanità molti amma lati di febbre quartana eiquilìta. Nocciono ancora al mal francefe , pure nel principio*, ma quando il morbo farà alquanto invecchiato, equafiyin to da 'altri rimed j , p itranvifi poi ufare quelle acque. Guardinfi di farli gocciare quell’ acqua coloro , che patifeono d’ in temperie calde di iella r eziandio, fe vi folle congiunta ancora umidita . Ed io (limo , che l’ uib di quelle ac que giovi affai alla febbre quotidiana, ed alla quarta na nota ; ma non ne Eb fatta pruova fin qui ; Perciò che noi filmiamo non eiTer cofa ficura l’ ufo , quali di tutte le acque minerali nelle fetori} ma toglie via j fafiidij
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Libro Secondo.
e le naufee dello flomaco . D a noi fi eo ffervato, che r ufo di quefle acque ad alcune nature , non fidamente non trigono viai faitidij dello ftomaco j ma più predo Jo in deboi ifconov e lo provocano a vomitare . li che noi (limiamo, che avvenga non per altra caufa » che per l’ abbondanza del folfo ; Perciocché il folfo ha for za di mollificar^ ed indebolire, e forfè per quella ra gione fi mode colui , e ila pure flato chi piu vi piace , cheaggiunleal teflo * che prima Pammalato ufafle la cotogna rat Ma noi dopo T ufcita dal bagna, quando il <?orpo èrinfreicato , fiolemo dare agliam m alati delle amarene, della cotognata , o vero Azarole , con acqua di erba acetofa , o vero di trifoglio acetofo , che altri chiamano erba alleluja* D e l b a g n o d e tto d e lla F o n ta n a
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A
P.
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V II.
A B B IA M O detto a baflanza del bagno di P o r ne lo , diremo ora d* un’ altro eccellente bagno , quale fi chiama la Fontana , accanto al predetto ba gno , da un lata difcoflo quanto farebbe una tirata di pietra con la m ano, detto così, percibche ivj abbonda pi molta acqua,, ed e molto giovevole Tana ogni forte di piaga, e roaravigliofaroente tira fuori da corpi un ani il ferro, giova al fegato,ed alpolmone , ed effkacifiìmamente tira , ecava fuori i pezzi degli oifi *e gli olii rotti ► E ’ lontano dal bagno predetto con intervallo di un tiro di pietra, fana le piaghe v cava fuori il ferro , giova al fegato , ed al polmone , monda , e fana la rogna, fa !» capelli belli, e lunghi, riflora , e rimette i corpi efiaufli * ed eflenuati, e cava fuori i p ezzi degli oifi ».
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128 De'Rimedj Naturali d'Ifchia , Le acque della Fontana, le quali V anno acquifla,ta così gran lode , e fam a, e neh’ [fola d’ Ifchia , ap pretto i Napolitani , fono vicine , e icaturifcono a can to n i!’ acque di Fornello, e fono lontane da quelle,quan to farebbe la terza partedi uno fladio ,e meno ancora, appretto al bagno della Fontana , ma nella parte di fopra fi veggono certi v e ilig i, e fegni di un bagno più an tico , anzi è cofa rnamfeita a tutti , che ancora (la in_» piede, q u a li, e fi mantiene tutto l’ edificio del bagno infino al dì di o g g i. Da quello luogo, credo , che ab bino Ja loro prima orgine le acque della Fontanta , e_» p jj per ingiuria del lungo tempo, overo per quali, portentofi p ro d ig j, itvcendj , terremoti , ealtre cofe fimili , ie quali nell’ ifola , alcune volte , benché rare, appa riscono, anno mutato luogo , e afcondendoli più a den tro , icappano fuori vicino alla riva del lag) , dove ora fi veggono. Dimottra, e argoifce quello , una diret ta , e quali perpendicolare linea , la quale riguarda da! bagno antico verfo il nuovo. Per c o che quello flap ofio alia fine del M onte, e quello più a baffo della fine , equafi nella radice del Monte ortogonalmente ; Di maniera , che le acque del bagno antico , per corfo na tarale, eneceffario , che fcorrano in quefto moderno, come fe foffero colìrette . Dicano pure tutto quel che vogliono le perfone volgari , e triviali , le quali riguar dando a poche cofe , facilmente parlano , e affermano, che quelle acque del bagno rovinato nel tempo paffato, a gli antichi fervevano , ed erano in ufo per ifcacciare 1’ in fezio n e , e morbo del mal francefe : Il qual morbo a quel tempo non era ancora flato mai vitto , nè udito in quelle noflre regioni. Sono quelle acque della Fontana molto copiofè , e abbondanti, chiare, lim pi de lu cen ti, e nette di maniera , che poffono ragione Voiouepte ii, vit-re , e tirate a ie *-non folo gli ammalati, aoi
Vibro Secondo
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t r a a n t e r a ì C a n i. D i q u e lle a c q u e p i ò , c h e d i 't e t t e le_» a lt r e u l a n o , p a r te g l i a b ;ta ta r i d i q u e i lu o g h i ,p a t t e - » ì f o r e t t i e f ì , e q u a n tu n q u e f i d i c a , c h e c in fr e fc a n o ,n o n d im e n o n a f e o n o , e i ca t uri fe o n o c a ld e S o n o q u e lle .a c q u e c e le b ra te , c o m e u n a m ed icin a fa c r a tiflìm a P o*- Eff trim ara. cjhe c o n fe rv a n o i l è n i , g io v a n o a llì v a le t u d in a r i, ò m a l vìgiiofi ai f i n i , e fan an o g l i a m m a la ti . V e g g e n d o f u o r i q u e lle ;aTC,Su*ft* b i8no q u e a b b o n d a n d o m i « e n te q u a fi > c o m i d a un c o n d o t t o , di v if o in d u e p a r ti d a d e n tr o u n f a l l o , e fo n o a ffa i c a ld e , di f a p o r e T O e d io c r e m e n t e f a lf e , di o d o r e a lq u a n t o f u m o f e , ne m o lto g r a t e : ìm p e r ò c h e a n n o m ó lt if f itn i v a p o r i f o l f u r e i , e p e rb n a fe o n o c o s ì g ra n d e m e n te -» c a l d e P er la m a g g io r ,p a r te la m in e rà di n itr o il c h e .
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fi lente , e conofce nei fapare , che è con qualità di alo- A me , o piti pretto': come i n fi imo di iale> e come già detlo abbiamo con un puro £ »mite di fole» , che però le acque fi rifcaldano lènza impurità veruna; o carrozzia t e della foltanza . AnnotuefcoJata la magnefia , o ve ro calamita, ed ancoravi fi veggono alcuni legni di metal lo piò fino, e pnro di minerà, che dà piò tolto in dizio di argento , o di oro , che di ferro,o di fame ; im perocché dal lu o g o , dal quale vengono fuori le acque, abbiamo cavato , e tirato fuori certe piètre ,fe crollo* le , delle quali la erotta, e prim a fuperficie era a guifa.» di cenere ,e limile all to ziayed eradura^ed in quella-» rilplendeva certe fcintille affai Umili all’ argento , ed all* oro . TI che fi vede chiaramente, *e con poca difficol tà . Perciò che avendo con molte p r o v e , ed efperienza effaminate diligentemente quelle millure , e ac que , io , e un’altraperfona affai ingegnofa , e in quelli giudizjmdltobene effercrtata ; benché in 'quelli n o iu abbiamo ritrovata fottanza alcuna di oro , ne di ar gento nondimeno la foftanza di quel faffòcruftaceo è • Ipecie d* unapietra pyritide, detta marcafita} la quale R «erta-
»
!
De' Rime¿(j Naturali (TIfella,
certamente da legno , e indizio certiifimo , che fotta quei buchi , e canali di acqyp, fía argento, o o ro , o vero . ferro,o rame,o qualche altro meta fio . ' Diciamo adunque , che Je acque del bagno daifa. . Fontana fono principalmente di natura argentea , o ve ro di calamita con alume, o per dir mèglio con una. parte terrea diffale , e nitrofa ► Per la qual cagione quefìe apq uè fi fientonoun .poco fali'e, e cqn tin vapore no® p&ciolc)l]di fiolfo ,, e. per quefìo diventano calde lenza contaminazione arcuna della iaÌìanza, fe non alquanto, con un moleflo odore . DliTèccano quelle acque , e matùfei’amente rinfreicano, e in qualche parte refìringcr.o, e confortano. L e operazioni ifreffe inoltrano la , ,r .sfigl.qtnf di quelle poi nere . Imperochè per una mèdio•agno" ? crkàdi natura faranno certo dentro il "primo grado. £ .pefp. riaiiefican^o 4e cole calde , e rificaJdancfo le cele fredde , giovano . Laonde Hiño utili a qualfivoglia in temperie del fegato », delle reni;» e dell’ altre vifeere, e grandemente opranti' contra una caula fredda ; Perciò che in a tto , e con effetto fono feofibilmente ca ld e, è C< me rinfre. con Ja proporzione delle parti fono temperkte . Ma rinidillio . freicano , perche fono di forze refratte , e indebolite , fecondo Ja natura della calamita, o vero dell* argento , Prima ragio.Je quali effendo fiecche, uniicono , e fortificano Je mera? Use.. bra nutritive , fuor che il ventricolo , come dimolirerenpoa, baffo i o vero ancora per qualche accidente rìnSeconda ff^feanoci! percioche evacuano g ’i umori caldi, i quali fiopo apparecchiati, e in prooto , e.facili a elfere eva cuati , come per efferopio fa il reobarbaro , evacuando la colera r fecondo la fienten za di Avicenna , e di G io irete ufa. vanniMefiue . Ci ferviamo di quede acque nelj’ufiò de* re qutfe ac. bagni ,ne]l’ ufo deila goccia , pelli £ari,o fiuffunaigj,ne,’ ! ue* c h iie rì, e: maffi mámente nel lavare per le ulcere dyfiépuJote , in nettare ily if o , e fare i capelli lunghi,e belli c o treb-
Libro Secondo .U1
131
PotVebbe ancora eiTere utile quei!’ acqua nel 'beveria* Q ua ndo ìi piglia il bagno, fedendoli in qdefté Icqùe *y giovano con una virrù fped ale . Non aliamo ¡Hata di queiì’ aqua , poiché fecondo noi Io filmiamo > a neffd* nacofa u tile. B finalmente come abbiamo detto di fopra , la facoltà delle acque di quello bagno e di di Peccare , rinfrefcare , e corroborare , e alqantó ancora reltringere . £ per quella càuta fanano quelle acque tutte le p iagh e, come ogni di feliciilìmamente fperiméntiamo. Sappiamo noi certo multò bene , che la fanazione , b veroil guarire di una ulcera, b vero p ia g a i Alle pùghr altro non è , che afta difeccatione mediocre , la quale boi felicècbehtè racq lifliamo per mèzo delie acque di quello 5 gnò • SanàHb le'ulcere , dette cicóete , ribelle maligne e lé dy (reputate . Fanno ancóra al propolìto contra i mali , che ferpifcono per le parti cutanee , com Vela erpete*5, e quelle che li chiaro tuo ulcere cor-A lle viceré fòli ve , che futeruente travagliano la pelle ,e finalmen- ^ cce cavos* te queficibagno e atto per indurre la cicatrice : Oi mi* A-1« difepuijaiera , che'alcuni fi fono gabbati in groiTa in quella par- Ine. le , dicendo; che fiala mente giovati > arinavareuna_s fj buon e quello noi apn. neghiamo ; U cicuóce; ma
c h e 'Ìo ià m e o te ¿ I n v i n e
n e lle
q u a i f r a n e r à r e;-
d e fid e ra c i C a t H c e d 'l a t e n i a r h o c o f a 'fa lfiifi h a .
P e r c i ò - r0-re ^ i l c u ?
ch e ' o ltre a q u e llo ,
nel
a lle
u lc e re ,
freq u èn te
f u c c e l f o le { p e r i m e n t i a m o
u fo
n e lle u lc e re
con b u o n iffim o grandi ,
¿ a v e r - p r i m a ragia,
h o fe ,, fin t o le , c u n ic u lo f^ , e z ia n d io f o r d l d e , ed a lle q u a - nel i v i e c o n g i u n t a c o r r o z è i o n e ,t> p u r c a r i e d i n l T o . , Q j e ! „ f a p o r e f a i f i o , il q u a l e li f i e n t e d a c o l o r o , c h e a l f a g g i à n o q u e l l e a c q u e ; e e h à r iiT r m o a r g u t h e n t o , c h e q u e a n c o 'p e r a d è rfiv r . ;ìl
;r i a n i f e i t i f f ì m è chfe
q u a lità
rag io n e
b lfó g n a r è ò tìe ;' a ff-rrin arè a n c o r i
a q u e lle a lt r ib u i f e o n o
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A b b ian o f o r z a i
1 a c q u e d i 5ì u r g i t e i l o , è f f e h c b d o l c i " d ì fjo za
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d e l-
a p o r e , e d elfi
f o r z a di a fie rg e -
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,
*32 D¿Rìmed] Naturali d* Ifchis t m,
e. n e t t a r e , f e p u re non r ic o r r o n o a tu tta Ja f o n t
o p r o p r ie tà , o c c u lt a - G i o v a n o a o u n q u e a t u tt e le u lte» r e ,e p i a g h e , p e r n e t t a r l e , e r ie m p ir le di. c a r n e , e f a r lo r o Ja c ic a t r ic e . r e m a fiim a m e n te le q u a lc h e in te m p e ~ r ie ca ld a v i fa r s L a g g iu n ta ;.. U ii n f i p rim a q u e l le a c q u e « * , p e r fe d e rfi ^n e l l e c o n tu tto il c o r p o f p o ic h é la p r ia i sL j f a n ? z io n e d e ll e u ig e r e e Ja d i f e c c a z i o n e * o v e r o m o n * d ila ta z io n e ; d eh t u t t o * . D a p o i Je p ia g h e f p e f le v o ll e fi la v in o * , e f r e g h i n o c o n q u e lle a cq u e 5' é f e l e p ia g h e fa r a n n o p r o f o n d e . , e c a v e r n o f e a ffa i^ n o n fid a m e n te li la» v in o ? ,, m a v i li b u ttin o d e n tr o q u e f t a a c q u e c o n J a : fin n ? * ì K ’ 4 m<th. £ a » f e f e c o n d a G a l e n a d e f d e r i a m a » c h e * 1 M e d ic o c o n ? c»p. 1».. f e g u if c a : o g n i c o l a S c u r a m e n t e , e p r e f i o .. E fin a lm e n te tira n o f u o r i m a r a v i g l i o i a n e n te le o ffa g u a d e , ed i p e z A tirar (t'o o z j d e lle o f f a r p t t e , e f r a c a f f a t e d e n tr o , ed i l fe r r o , c o n la ©Ca,t a iene f o r z e , , e. v i r t ì ì d e lla c a la m ita .. M on d i m e n o p e r i ’ u fo d i q u e llo . bagn O i v e d ia t e l e n o f ì r e H i f l è r i e p a r t ic o la r i . . G i o v a n o c o n una. v i r t ù S p e c ia le p e r c u r a r e Je in tem p e? AH ‘im»itpe. r ie c a ld e d e l f e g a t o , e d e lie re n i , e fim ilm e n t e d i t u t t a rii calda del j| c o r p 0 a n c c r a _? d o v e b if o g n a f f e rin fre s c a re ., e d i f e c c a r e . C o n . v i t t ì t a n c o r a S p ecia le g r a n d e m e n te g io v a n o a l ic ’l coipo.. p e t t o , t d a l p o lm o n e , a lla d j f f i c o lt à d e l r e fp iia r e , ed a lA i p i » 0 ]» sftnt. C o n f e r m a n o , e f o r t if ic a n o la d e b o le z z a d e lle ? A iV a fir» - r e n i , f a n n o c e li a r e l a g o n o r r h e a , e c u ra n o i flu ffj,o p u rA lle m i de. « a z ,*c n i h ia r c h e d e lla m a d re n e lle d o n n e , . E d i p iu per?
Alia lea* AUe
nor f e t t a m e n te q u e lle a c q u e fa n a n o q u e i m o r b i » c h e r a -
1 ROt f »rga=
f e c r o d a u m c r i c a ld i ., ed a d u f ì i , c h e f o n o ; , c o m e v iti/ ; ¿ e jja p e l le * f ic o m e Ja p f o r a , la r o g n a , la Jep ra,e le a l?
JuUc. tre u lc e r e p r u r i g i n o s e , e li m i li , c h e fi fa n a n o C olo c o ll ferì f t d èi f i a l q u a n t o in q u e l l e , E fin a lm e n te c o n tra la de? Alia rogna ' O l e z z a d i q u a lf iv o g lia : m e m b r o „ e q u a lf iv o g lia a ltro ; v i z i o del c o r p o u m a n o , o c h e lìa J n t e r io r e , o e f i e r i c r e . A p p o r t a n d o m a r a v i g l i ò l e u t i l i t à . , c o m e q u e lle ;,, c h e l e a o n g i o v a n o c o n p r i n c i p a l e r a g i o n e , c o n fo r ta n o alm e*
no
L i b r o S eco n d o
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133
u© grandemente la natura contro la contumacia dei1 morbo.* di maniera che io certo ho vedute» perfone grandtraente e fìe rm a te le quali avendo ufate quelle acque £ono roaraviglioiàmente megliorate }, ¡e dove prima fedifperava della loro fiaiute-, poi co ’1 beneficio di quello hagno fono tornate a perfetta firn ita , e mu- per in£riffiJ tando l’ abito , <r complefiione della lo r natura, ib n ore i corpi divenute grafie , e robulle dopo 1’ ufo di quefle acque .eilenuaù. Ma h if.gn aaile volte badare, che alcuni mentre ula no quelli bagni , fi lamentano del nocimento , che f a c o loro al ventricolo, quantunque Gufi oro- fieno affai po-ioroche fen. c h i, nondimeno può ciò avvenire * e roafiìmamenre a.tiiJe*° Go ccierò , i quali per la intemperie fredda , e umida "*/ ° * tma anno il ventricolo molto debole , e fiacco ; e all1 ora__». quelli ta li, abbiamo foglie , o vero, cime di: afienfio legate iì pra la bocca tìe/lo fiomaco mentre fi fìaran» rtt rtelb;gno, o vero il cen to /le ma ti co di Galeno-, O vero ufir.o quello , che fi fa di e g l io di fpica , di malli. c e, e cera;. Ma a coloro » che am o il ventricolo afiaì g“*v° all*, umido p$r intemperie Calda del fegato, non folaaen-ftomaco, «la tequelto hagno non nuoce, ma piti preflo granéemem ^ ia>* í>*,,' tc giova „ e riduce le parti alla fùa proporzione , e firntuetria $. Perciò che quefio bagno medica la caufa pri* mogenea, alla quale apporta fialutifero rimedio:. £ |?'UN0tl^. bilógna lapere v. che quelle acque, ad alcune donne-» graffe , le quallfogliono patire, o morbi ¡Aerici, dette: pr.tfncàzionedi matrice v o nefretice, o iupprefiìoni de* n enfim i, fògjiono apportare, e generare molti finto mi: , e accidenti, non tifandoli molto accortamente »ri guardando al ventricolo , e oflervardo'le altre co fe-j necelfarie . E quantunque queft'o rare v o lte a v v e n g a ij, pure per non Jafeiare cofa alcuna ncceflaria*, cfienon_» tocchiamoi, ci e parfo di aggiungere ancora quello p er maggiore , e migliore ufo de* bagni > 1 f i n t o m i a c c i - 5,nCim **
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Dé* Rimedi Naturali d' Ifchia.
17 a che v en g on o
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ali« vaiti denti lo g '/ino elise quelli : che li lev a , e generanti» ali« donne . certa véhrdififà , o beffa concavità dell’ utero , a fotta le Ippocondrie, che purtorifee, e apporta d olore. T ira no ancora rj'ifflìe parti per un certo confenfò , e corri. fpo-fdVnza fra loro il ventricolo . B qnefto ipe/To a v viene a quelle donne , che non ufano , nè ricevono ii bagno con certa ,e neceiTrria anfora, e ragione : PerciooHbxdì«6 ,ì f ^e' Ci)^oro P ’ *'» ciie fi forato pode , e baciate.nelle " acque del bagno di sì fatta maniera , che fi cooptano iniino alle fp ìlle , palpato u i pochetto di tempo con piccioliilì na dimora, fubrto li levano , burlati lo , fcherzando, e fallando , ed eCpongruo quali la metà del c o r po loro , già caldo > e con i pori aperti all’ aria fredda Nondimeno quelli fintomi , e accidenti faciliflìrnaRitn-di u‘ mente fi curano, e Panano, dando loro unapicciola vii-ili^ particella del Mitridatico , o vero del Q iacin zio, o della Teriaca , o veramente apparecchiandole un f o mento di pulegio, di mitricaria , di alfenzo ; e parietaria , detta erba di muro; E ancora giova una fuppofta collocà'ta nelle parti baffi-di dietro, fatta di fichi fec<chi, di cimino , zuccaro , Pale , e ogiio . G iova ancora l ’acqua diffifjatu del cinnamomo , i fiori ancora con diti di cetrangoli » lo aromatico rofato , e altre cofe li Gocci* mili a quelle. N II’ ufodelia goccia a coloro , che patlfenno calda, e Palla diftilazione filmiamo , che maravigl'ofamente convengano. Ne’ fom enti, e nell’ ufo Fomenti. Servitali- de’ ferviziali fono grandemente giovevoli a » o lo ro , che patifeono intemperie calde delle reni , del fegato , c verodèlJa' vellica. Finalmente q u e lli, che ufano a l tri bagni caldi , Pe ne veng ino , e fig g o n o a quelle acEnunciar l’que , coinè a una ladra ancora , e lìcuro porto di fila te, intemperie per emendare . e correggere i! noclmeotò , o vero inc ; ita,cai.iUt da akri ba1 temperie confata , eiafeiata a i membri da g -gl¡ardi , e gni morèlli vapori caldi delle m inere. Perciò che gli am mala.
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L ib r a Secon d o.
135
malati fèti fono In queflo bagno , non Colo refrigerazio ne , ma ancora rei..>ci!]aiio; e , e refrigerio di tutto il A1|a ¿ec0ra; corpo, t quello avviene ne< commune u fo , pero che zi0nr,e orna, mondi ficano , e nettano tutta ¡a cote , ©vero p elle, le m«nro gengive, gli denti , e tutte le parti de.Ua bocca . Fanpo ^^"peiie li capelli bel i , e acornano , e abbell/fcono tutte le Alle gìogive altre parti defcòrpo umano di maniera , che non folo Ai denti, e fi (Umano come bagni, ma ancora,come luoghi pi pia- £i:.cca _ . cere , V dp ajlp , delj'aio.ifi in m odo, che per quefta ragio- A i captili ne fi potrebbe ragionevolmente chiamare bagno di Bagno di or, decorazione * j , | . I D e ir .Arenazione appcejfo U luogo delle, pie tre btujgiatt a S.aa Pietro a P ani anello .
C A P .
- VI I L
f f Ka lo fcogl/o Giganteo > e le pietre brugiate alfa 4 mai'ina , predo il monte di Sar> Pietro , epreiìo le fornaci della calcina-, e dove arrivano , e fanno capo le barche ,che porrano gli ammalati per gli bagni di For nello , e delia Fontana e un luogo per V arenazione benché picciolo . Quello luogo è arenofo, e minerale , la natura eli queflo fuolo è per ft (leda calda , e Cecca ÍC3, nel fecondo grado, di materia fèda , folfurea, e di pie- Minerà ; trai aJuminc fa : ha una eccellente , e nobil forza diicufIcria,. rifclntiva, e fortificante : e utile alla infermità de’ Vìrrù, eop#: nervi, e del cervello , e anco de le giunture, rifolve i Alle giontui tum ori, oedematafi , o flemmatici QiiTecca l’ H idropi - re. fia, fcaccia via , e rompe i chiovardì ne’ piedi j.e a tut- f) te le infermità fredde, e umide e Rimata da noi uti- airidropiiTa liffima , ma per edere vicina ali’ onde del m a r e , rare w k e , e fon djfficultà l ’ uiiam o. £>ef
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Dè'Rimeiì] Naturali
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*IfihJa
D e i bagno di Gattigliane , C A V, IX . M M :&
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C " E voi partirete dallo fcoglio > che poco fa noi chiaO njatutro ce) Gigante , e navigante pivi oltre a maa iìnjfìra prtffo ji ¡lido del*mare per fpazio quafi d ’un mi« g lio , TitrovaTete a la marina un fallo grande negro , -€ in quello certe rovine di muraglie antiche . In queilo luogo snella parte delira nafcono, e fcatunfcono l’ ac que abbondantemente d ell’ eccellente bagno di Ca ttigliene. N e molto lontano da quello luogo vederete alla rad-ce de) monte un Ìaffo m araviglioib « così gì ari de , che contiene una'buona parte di orna vigna : e non f d o a di iopra molte viti ». ma ancora alberi -, che pro ducono buoni fru tti. Si ritrovano anco fopra di quello ■ grandidìmo(affo ruine, « parte dicd.ficj antichi. T a l che in quello luogo è da credere fia dato il Caflello? poiché così ancoricerca il lito : E le ruine da baffo al mare fono del'bagno antico. V i e anco fopra il detto f f f o una Fumarola foavifiìma , « nella parte f i l t r a vi fono molte fornaci ardenti per ufo de’ vafari » come erano ¿ancora Innanzi a tempi di Cajo Plinio ^ tìcome gli afferma I/acque di quello bagno -veggono f io r i da un luogo faffofo caldiffime , -chiare, e affai lucenti e quantunque trafportate rimettano affai » e perdano del I ot calore ^ pure per la groffezza della 3ot ibilanza 5©ritengono » -e conservano ¡pii» lungotempo deli’altre, iroperochequeCla acqua , -e quella di Fornello , e di afCttfli altri bagn i, come noi altrove diremo a fuoi pròprj luoghi , fono di lo danza manco fotti le , che le al» Quiliti dei!’ tre ac9 ue degli altri bagni . H a quella acqua il fapore acque faIfo , benché non quanto l’ acqua dei mare , e quella di Fornello» c l ’ odore o d i folto» il qualeperdeperla mag-
Libro Secondo .
.137 jr^ggior parte quando fi raffredda : è calda nel fine del fecondo grado j laonde effondo nel principio sì calda, che appena fi pub tollerare , dapoi da mano in mano rimette il calore per la qualità della fua fofianza , co me di Copra abbiamo noto j 1’ acqua di quello bagno difiillata , lafcia un Caie minuto bianco , il quale iolemo disfare con la propria fua acqua j e una piccioliffima parte che refta fenza disfarfi, la rifolvem0 ‘ n ac' qua de’ C him efìi, la quale ritiene , e dimofira Cegno di ¿olor ro llo . Adunque quello bagno a minere di fale_j nel Cuo predominio, e di folio , con qualche poca mefcolanza d’ alarne , e di ferro. Il luoco intorno al bagno è pieno di arena negra , ferrigna , quale tira violente mente la calamita, à forza di difeccare, edinetrare^» fortificando ,e robborando le parti. L ’ ufo di quefta»,* acqua è in bagno , e nel beveria | e ancora nelle lavan de particolari delle piaghe , o vero delle parti amaci 1late. a quei!’ acqua iJ pefo , e Copra fimi le a quello del Tettuccio ; e a quello che a V acqua, di Termine nell’ Ifola di Sicilia, dove fono due bagni famofi in bevenda , de’ quali T u fo e cioè il predetto di Term ine} l’ altro di Sciaccia e dolce , o purè è un poco falfetto : pureb in uno appreffo di me pib frequente^ mente in bagn o, e 1’ efperi mentiamo adeffo ancor in bevenda felicemente per fortificare, e corroborare lo fìomaco, e l* altre vifeere. Ma fé noi vogliamo ufare-j Qlia|n;ti c!l. quella acqua in bevenda per nettare g l’ intelìini , e_j ti dev« dare quelle prime vene , non fia minor, quantità di fette yoPervolta deinove libre, e .così fé li cifsi reamente moverà , e lu b ri-^ ^ “* V(^ cherà il ventre * 6 quell’ acqua bevuta, non folo purga« fpemior.e e netta per da baffo , ma ancora in parte per 1’ orina_»dell’ac<ì ua b Aprono quelle acque , e slargano le olìruttioni delie ^óftruzio reni , e della vefsica. Scacciano fuori la renella , e occidoqo i vermi, ed è cofa molto ragionevole, che gran Aia vermini$ demeq -
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De' Rimedj Naturali d'Ifchìa,
rj 8 demente giovino aliediiTenterie , allò piaghe degl’ in« D'ìjfenterìj; . tefìini , ed alla difficoltà dell’ urinare , fe frbeveranno« da ana lihjpa in giù v fino alle nove onge , fecondo la_j. confortare' r tolleranza^ e virtùdeiram m alato . Finalmente giova a? DeftilUiiòfij treiorte. di mali-dilpofizioni r alle diilillazioni fredde ». ^Tumori tunQori fìrumofi.» ed alle piaghe nate dà quelle,che Anime f i.. fonodi difficile curazionei Alla-inflazione, e venialità per /cacciar del ventre » ed a dolóri caufati da. q u e l l a G l i abitato c i v* " ^ eC3ri.df quella Ifola ufano di qoeftò-bagno contiuuamenAila doglia te», come di cofa per fanare qualiivoglia fpecie di ro* con cauli di g n a , e noi ogni di vediamo operazioni, e virtù di quegno°. *" b* ft* acqua cosìm araviglioCé , e rtupende,che veramente A tutte- fp e . bifogna credere eflere ftata data.dal C ielo per la faluc ie dì rogna. te degli Uomini T o g lie via la roorfea , e giova alla_j> Ail/o,'cPchie^Pra s< E forfè quell’ Autore antico parla* della lepra_j di fegato'» de.’ Greci ,, alla quale quell’ acqua , non fdlamente gio v a , ma la Tana perfettamente: à ie macchie^- e pufiole della pelle fatte per vizio del fegato , o vero della m il za , e molti altri.morbi.cutanei , fe il bagno fi miniilrarà ragionevolmente, come poco fa da me s’ è fatta certiflìma prova: j,e perde ftimo che contrai i morbi detti di' fopra non fipofla rimedio , neajutoveruno più: efficace di quello bagno : dèi quale l’ antica* lezzìone? L? ì ;orc 2n- ^^ce ,n °lue^0 moclo : P erì que (io bagno hà prefo tal noucVV * meiperchè-victno a lui vi fu un Caflettoidel quale ancora? f t veggonoi muri vecchiJ lq u a le jìà p r e jo a llito deimar re; Cacqua Scalda e molto maravigliofatrimuove\efc a c ci a ogni debolezza di Jlomaco ,facendo ben diggerire i l cibo E ’ giovevole alla morfea^ed a lli leprofi, conforta i l cuor efe acci andò da quello ogni tremore^rijjiora la vi/la, fanale piaghe yeccita V appetitole come diconoj bevendo* b acqua fà. molto andare d e l corpo. L ’ altra lezzione più; corretta ha in quello modo:Fu cos ì chiamato quefio baio n T gna^erebè prejfo a quellofu al tempo paffuto unCaf e l l o * 1 i muri
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4 muri,del quale inftno,al di d'oggifi veggono', toglie vìa la debolezza deliofornaco,e accrefce in quello lavirtù .t oncottrice-,fcanceUalatnorfea<gioya alla lepra,confort a
il cuore,aguzza la vijìa,fana le piaghe,eccita f appetito >e lubrica il ventre, s‘ alcuno uferà -dì quella bevendola . Finalmente aggiunge nel Scolio , che in quella parte_j d o ved ice, che gio va alla virtù concottrice; il Signor Gio: Paolo Stai vano Medico , ha tefìificato d’ averlo fpefle volte efperimentato , e fatto pruova in molti,che s’ alcuno -fifa di quello bagno bevendolo , o vero fedendo nell’ acque di quello, conforta lo flomaco , e vi ac ' cottrics , e crefce forza concottrice , e degelliva . Ed oltre che ’1 digeftm, detto Signor Gio: Paolo di eib fa fede aver fatto pruova in m olti, quando egli esercitava l ’arte di Medi co per condotta , e Cala rio pubblico in Ifchia,tiói ancora 1’ abbiamo : efperimentato ., e tra gli altri abbiamo fanato F iJJuflniTimo , ed Eccellentiffimo Sig. Principe di B agnano ; ed Eccellentifiìma Signora Principelfa__j; tftoiie, il Signor Pompeo TuttavilJa, Tlllufìriffìm a Signora.* Delia'Sanfeverina , Conteifa di Briatico, e'V oilraE ccellenza, chehà p refo, nè pub dare più piena fede_j, Ha il bagno quella infelicità, che per laruinadegli edificj non fi pub pigliare nel fuo proprio luogo; ma_* co n una tina ivi appreffo ; che è il miglior modo d’ufarJo b , almeno portandola in cafa, e riempiendo la tina . L Illuflrifiìma Signora Ifabélla Sarìfeverina M archefaj^.^ „ d ’ Arena , effendoxafcata in grandiflìma debbolezza_j difiomaco ,«e Cvoglramento , con l’ ajuto di quelbagno Alla,debb(,; fi fa no , >e molti àltri'Jungo tempo travagliati,ed afflitti ie2za d;U* con fimili idfermità fi fono guariti ; li quali Cani, e falviftbnuco. oggi vivendo, rendono di quello cert¡filma teftimo* nianza . E però abbiamo voluto con veriifime M orie confermare la verità delle còfe maravigliofe d’ Ijfch ia, e con T efempio di mólti Illufiriifimi S i g n o r i S z Frki-
T4-0 De' R hnedij Nat arai’ dyIfchià , Principi di quello Regno, che oggi v iv o n o , acciòli poifa metter freno alle lingue de M om i, e de DetratAl!? piachc SU1 '• odna ic piagne con maraviguoia rorza , e mais!di fero fole usamente quelle, che fi fanoo delle fcrofufe e fai cera vlcerate . te . Confeifo ingenuamente, che io lungo tempo ò RfJlorìa „ travagliato nella curazione delle piaghe del Signor Fabio Lanario , figliuolo del molto fi ladre S >g. G io vanni Antonio Lanario , Proregente, eC onfigliero di fi ;a Maefià Cattolica, e nondimeno giamai io, ne altri Medici ancora di quella Città per fpazio di fette anni abbiamo potuto ridurre una piagha a cicatrice, di tan te , che quel Signore avea, e to lenva nel fuo corpo e effendofi fatti canonicamente rutti rimedi » e aju* ti ferirti , e ordinati da gli antichi , e moderni Medici nondimeno parte per Io vizio di tutto il corpo e parte ancora di alcune vifeere particolari, e per la ma!a difp o fi z ione cau fata conia lungezzadel . tempo uè luo ghi ammalati, e per la coruzzione dell’oiTo, le piaghe di quello Signore erano tanto cattive, invecchiate, e_j male abituate, e rib elli, e diflTepvloti, eh? non cede. vano \ rim edij, ne à medicamenti alcuni . Ma eflVnda noi quali come abbandonati d ’ ogni rim edio, & aiu to medicinale, ci voltammo a lfin e , esfu gim n o tra quelli mirabili d’ Ifc h ia , co’ quali [’abbia uo reilituto intieramente alla perfetta fa ni tà . E primeramente lo mandammo à bagni di Gurgjtello edapoi di For n e llo , e della Fontana , da’ quali negli feguìgran cbferenza, e tolIerSnza je finalmente nell’ anno poi ie* guente, e nel tempo della orimauera quello maravigliofobagno gli apportb, e refìi tal la primiera , e deli, derata falute con maraviglia grantiflìma di tu tti. Vn Caualiero principale, che dativa la roorfea neilabar^ ^ y 'T2elIana ,con il iolo vio di qvelto bagno fb ianato, che conforti il cuore, & aguzzi la vifta* & ecciti l ’appetito per
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*4 T per le t t ln e r e già dichiarate, non bifogna dubitarne.^ punto. Lam inerà, e le forze di queflo bagno non li tacciono dal dottifsim o, ed eccellente Andrea Baccio , Il quale nel quarto libro dice in quello modo i r i^* J>acque d e t t 'l j o l a d 'l f c b i a , à o v e n 'a b b ia m o n a r r a te m o l t e e c c e lle n te m e n te c a ld e ,n o n ecced e con m olto ca lo re q u e l l a , ch e da C a fiig U o n e , a n tic o C a jìe llo , diove q u eft a cq u a n a j'c e fìt co si c h ia m a ta E 3 c a ld a ancora , e j i t l f u r e a , c o n m t flu r a d i fe r r o ,co m e p r o v ia m o c o n la fa n ità d i c o lo ro ,c h e qù aft o g n i g io r n o ne f a n n o p rova Q u e f i a a cq u a u tilm e n t e f i pub u/are , & u /u rp a re in luogo d i t u t t i l i b a g n i d ' A v ig n o n e , d ì $ie n a , e d e ll' a c q u e d i P if a ; e dapoi un poco piti giù raggiunge : E d v ic in o abbonda ancora d a c qu e c a ld e /’ ÌJola d i P r a d d a , ch e un te m p o fu p a rte d IJ c h i a Nondimeno io fono colf retto effere d altro Par^“
re, che il Signor B accio, in due cofe : perciò che egli mette queflo bagno t r a 1’ acque folf>rata, calde ¡opriino grado i e noi efperimentiamo eiler tra la falle , e—* folfuree,calde in fecondo grado: il che facilnaentedimottra J intenfo , e gran calore del bagno : poiché in_* quel luogo l’ ifìeflo mare è caldo j ed in Precida non fi veggono feg o i, ne vefiigj di bagni come egli afferma—* y il che ha prefo da certe fcritture antiche . Ma certo io fìim o , che gli Antichi ancora in quello fi fiano ingin* nati. Ora bifogna vedere come l’ acqua di quello ba* gnolubrica, e muove il ventre, effendo faIfa . Primie ramente bifogna fapare , che delle cofe falfe ricevute^* dentro nell1 uomo è molto diverfa operazione , e ra gione da quella ne’ c ib i, e nelle medicine :, imperoche in vn modo aftringono , & in un’ altro rilaffano il ventreN e’ cibi l’acque falfe condifcono, e danno fapore, per che il fale primo di tutti i fapori eccita dal palato la_* fali v a , o vero fputo, fenza il quale non fi fa buona pre parazione de’ cibi nella bocca. Diffeccano , & aflr/ngo-
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De'Rimedj Naturali d' Ifchia ,
no roodefiamente ne’ c ib i,» o veramente bevute nel v i. no , con l ’ autorità ancora d’ Hippocrate nel libro delTacque , aere,, e de’ luogh i. ImperochereiTendo crude ( dice egli ) non fi poffono,vincere,, ne fuperare dalca* lore , e però più preflo cofiringono, che rilaflanoil ven tre . Rafis ancora con T autorità di Gjovan Nifio diffe : relafiano , certoil ventre a c o lu i, che non è folito beerle, pungendo ,-e morficandorgl’ intefiini. Ma quan do farà ufato con quelle ^ritengono Ceceando , e (litican do . Alcuni altri vogliono , che sVabbi ¡confiderazione alle cofe più , e meno falfe. Iroperoche le cofe piu Cal i e difeccano a ffa i, e le cofe poco falfe poco : le quali più preflo incitano ,*e provocano a buttar fuori, ed eva cuare le feccie - 'Ma coflorocerto , e Rafis errano,e bifogna fentire con Hippocrate , cioè , .che l’acqua iemplicemente Caifa , Cecca; e reflringe il ventre, c io è , ricevu ta nelle bevande, e con i cibi-: e per lo contrario rilaff a , slarga , ;e netta .più prefio per Ja ragione del bagno, e bevuta a tniiure spiene , e a digiuno, ^quando quella parte con la fua acre qualità può incitare , e commuo vere la forza efpultrice, e parte ancora con la fua quan tità pub premere , aggravare , e cofiringere il ventre ad ,-evacuarfi . Sudatorio di CaJìigVone.. C A P. X. A M IN A N D O poi verfo il bagno di Cafiiglione , mirando in su fi vede un fallo sì grande, thè è capace di un pezzo.di vigna , e di molti alberi.; quivi chi va avvertendo , vedrà vefiigj d’ antichi edificj , e la cagione fib : perche ivi era.anticamente M Cartello, e non al bailo , doveà M bagno , come fin’ ora fi fono in. pannate le genti . Vedefi dalla defira parte del fa fio u fri re
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a icire un fumo copiofo,. che ufcendo in tre parti dall* aperture di e lio , fa un foave,, e maraglioiò Sudatoro * uno di co,, ancorché fiano pi ir le bocche , poiché uno fola , e lai medefima. è- la, minerà di tutti,, cioè, ferro, alum e, e fale, e qualche fomite ( ancorché poco ) di fol io ; e io per- me credo, che fia il vapore dello ¡fletto ba gn a d i Cattigliene perù che ufcendo* primieramente fotto quei’ fallo grande * iv i ricevela-fua;impresone ’ P e però* a v e r c i i Sudatoro* tutti gli effetti del kagno-^ fudatoriu giovando a dolori delle giunture, alle.' doglie colice,u; caftigii«al. mal del fianco , agli effetti itterici, e alla, doglia dine, matrice , al.dolordello fiomaco per ventofitV, e della veffica • aliai podagra , alla milza , alla H idropi fia detra timpanite , alla paralefia, a.metnbri deboli , b per du rezza , o per cicatrice ri matta dopo- alcuna ferita : pro vocando il fudore al leg g e rire il corpo , giova1 al fega to : e fina vaJorofatnente , e la fcabbia , e impetigine, e la morfea j e altri iimiglianti e ffe tti, che guadano la. pelle, rimette quel rettore foverchio , che dal fegato viene alla guancie, conforta il cuore, rende 1?’ appetito , ajutala concozzione, giova.alla vertigine,,o fia perconlenfo delloflòmaco , o per proprias effenza detti tetta, giova*, e fina; le piaghe del palata, delle fauci*, e delle gengive , e delle narice , ficome fir e vitto in per fona del Signore Ettore Caracciolo Cavaiiero di (ingoiar vir tù; e della Sig;D.Beatrice Carrafa.e di molti altri D e l Bagno della Speloaca>o vero ella Scrofa» C A PX L
A R T E N D Q v o i def bagno dì Cattigliene, e na vigando più. oltre per. lo fpazio quali di un quar to di miglio vi ineontrarete nella marina in un luogo pieno di fatti ,e mare abbondante di fcoglie* e tra quelli
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ve.
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P e' Khnedj Naturali ci’jfhcbia,
ve n* è uno aliai fegnalato , e famofo , che i marinari chiamano la Scrofa ; imperoche in qualche parte rice ve figura di Scrofa , mentre il mare fopra di quello fcorre,e ritorna . Andando poi più oltre verfo la (piag gia nel mare , e vicino alla Caia Coma,o pur Cunaana , dove ora per le tem pere, è fortune del mare le roc che faifofe (ono rovinate , ritrovarere le acque Tergen ti , e fcaturieoti, calde , chiare , e dolci del bagno chia mato , della Spelonca , o vero della Scrofa - Se qualche uno voleffe ufare le acque di quello big io nel proprio lu o go , dove nafcono non gli farà lecito in modo ve runo perciò che l ’ ideilo mare , toccando quafi la mar gine del bagno ; quando il tempo è tranquillo gli è im pedimento j ma quando il mare gonfia , nè anco fi vede fegno alcuno di bagno , oltre che l’ acqua del bagno e aifaicalda. Adunque fiamo c o r re tti, parte per la cal d e z z a ^ parte per l'ufo piùcom no’do , di mettere Tac que di quello bagno in una tioa., o vero in altro yafo capace. E per dire il vero io non configlierei giamai a miei ammalati/ fe non corretti per gran neceffirà ) che ufaifino bagni fedendo in qualche tinozza . Imperoche tutti i bagni perdono grandiflima parte delle lor for ze , e delie parti più lo ttili, q iand j li portano fuori de* proprj lu o gh i, e nondimeno voglio che fiano eccet tuati , e refervati alcuni cafi , ne’ quali fiamo eodretti trafportare 1’ acque de’ bagni , e in quelli così trafportati , bifogna fidarli molto poco , anzi o gran paura__j, checonquefli fimiii bagni, i mali più prelto fi effacerbino , e diventino peggiori, che fi fanino ; ii che io fpeffe volte o efperimentato . E nondimeno concediamo , che dalli antedetti bagni le acqua fi trafportino a luo ghi vicin i, ò per berle , b vero per vfo della doccia_j Vfafi gran diligenza » ch ef ideili vafi,i quali tengono le acque del bagno, fiano molto bene ferrati ; acciò che-» non
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aon fi faccia effalazione,e fuanimento dell; fpiritkLa eii. minerari! quello bagno e principalmente folio , con A una picciola parte di faJelottile, o vero di alume mefcoiato.il redimento , o veroefcremento di quell’ ac qua deilillata qu-ilo ci dimodra. Fanne menzione l ’tccellentiffimo Baccio nei quarto libro , e pone le acque di qntlio , trà le acque fulfaree naturalmente^"01 calc/e in quarto grado,dicendoledi iègnalato calore,e principalmente l’acqua chiamata della Spelonca , la quale con gran velocità dalle parti fuperiori fi ci mo{Ira e dalla cima dello fcoglio feorre in mare,e lì fente dolcediropida,e chiara,n* ingrata al fendo di qualità ninnale non di fn¡furato calore;per cagione del qua le è intollerabite fe ella non fi iafeia raffreddare, e in* tepidire.Si afa quell’acqua ne’b agn i, e nell’ ufo della Nell’ ufo dal goccia utiliflìmamente v ed è accomodata a qualfivo. glia fluifione , e al dolore de’ nervi , delle membra , e „ , " delle gionturejfa ancora ai propofito , e giova beven- Nel beri* dola contra l’infermità fredde,e ventofe delle vifeere, cnailìmamente nella Primavera , e nell’Autuno : ed è de,« yencofe^ da avverti re,che l’ Ecceiientiilìaao Baccio, nel narra re che-fà di quello bagnojprimamettel’ acquedi queilo bagno, trà quelle che fono caldiifime in quarto -grado,effendo foiamente calde (fecoudo il mio pare- calde *inUfel rejnel fecondointenfo,o vero nel terzo rimeffo.Que-condo grido ila cofa è chiara con la guida , e efperienza del fenibjfnteni<>'onde pià ragionevolmente bifognarà collocare nei quarto grado i’ acqua caldiifiroa del bagno , che Uà preffo al bagno di Gurgiteilo ; nella quale con la ce nere ufano le donne lavare i panni fenza ajuto di fuo co, e in quella cuocono ova, calcagna, e altre cofe fi* mlli . Quell’acqua veramente è caldiifima (com e no? diremo al fuo luogo ) . E ’ Ancora un’ altra acqua oc! quarto grado di caldezza , del bagno , det to del GraW " • dome,
1 4 6 D e 'R im e d j M a tu r a li d 'I fc h ia , done, da noi fedamente fcritta, & efperimentata.Quefì’acqua pare che brugia Ji fìeflì faffi infino al mare. Nel terzo luogo ( come abbiamo detto ) bifogna col locare l ’acqua di quefio prefente bagno , calda nel fe condo grado intenfo . E più, (dice il Baccio)che l ’ac qua di quello bagno dalla cima dello fcoglio feorre infino al mare con una fubita cafcata; il che certo o g gi non fi vede: percioche queft’a^qua featorifee, e copiofamente nafce nel piano, e nello fieffo Irto del ma re. D i quefio bagno il libro anticrKjice di quella ma niera. E'maravigliofa l'acqua del bagno della,Spelonca Antico a canto a llito del mare,vicino la C tfa Coma.L'acqua C d.ce . è molto dolce,e chiara nafeendo fortemente,egagliardemente, ed è tanto calda,che non ti potrai lavare in ' quella fen za ingegno-, cioè mettendo quella in una t i n ti la , e la[dandola raffreddare infitto a tanto , che commodamente ti pojjìbagnare, e lavare. Giava con tro le podagre, e g li a r te fic i a l dolore delle ciglia, e delle anche ,e delle mani,ed univerja Imeni e alla goc cia , ed alla tojfe, e come dicono g li efperti,coloro,che beveranno quejl’ acqua g li fa rà maraviglio famente nettarea purgare-,E l’Autor nuovo dice così. E'quejl' N^vo u- a{.qUa chtara,e dolce prejjo a l lito del mare, vicino la A podagra. Cafa Coma-,la qual'acqua è tanto caldaiche è necejfaNefririci " 1t0 metter^a l<tbro , o vero tinello, fe vorrà alcuno Valici*, ufare di que Ila fredda.Giova alle podagre, al li amma Ifc Ch ni giicì . j aij d'artridide-, A lli nefritici,alti ifchiatici, ed alle A'ia toffe . a ’ lubricar« cbiragficii d i ajuto coatro la tojfe,e bevendo f i può il ventre. lubricare i l ventre, e fa re andare del corpo . D e l Sudatorio nel giardino di Cacci otto , a Monte Cumano. C A P . XII. A S S A T O il fopradetto bagno delia Spelonca.navigando poco più oltre,fi ritrova il luogo, che fi dice C afaCum aoa, catramando io fu yerfo il Monte
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Libro Secondi) C u m a o o , a M irte ta , ch e p i u io
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T44 Mortilo
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M in e r à d e lla C r e t a
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C a c c i u t o > d e n t r o p u r e a l g i a r d i n o d e l d e t t o , fi v e d e c n o f o a v e , e d e c c e lle n te S u d a to r io a l u m i o o f o , e b itu a n in o io d a c u i v ir t ù è d i r ifo lv e r e c o n f o r t a n d o , talch é g i # v a a ! l i t u m o r i o e d e m a to fi c a u f a t i ' da f i g m a , a lle S io n t u r e in d u ra te, a lia m i l z a , e a r if o lv e r e , e d if c u t e -
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il ¡ f l a t o , m i r a b i l e a l l a d o g l i a c o l i c a , a l l a m i r a r c h i a
d e tt a h y p o c h o n d r i a c a , a lla l i m p a n i t i d e , e
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a f f e z z i o n i i b e r i c h e , e a tu tti i m ali c a u fa ti da fla to ,o y e n fco fità g r o f f a •
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fe g a to ,
( a n a l a r o g n a , e d e c c i t a 1’ a p p e t i t o , e c o m e d i c o n o g l i a b ita n ti di q u e i lu o g h i » a fa tto q u e lla c o fa g l i o f a , c h e c a v ò , e t ir ò f u o r i un f e r r o da
o a ta v i-
un co rp o u-
m a n o , il q u a le era fla t o n e l p e t t o fe r it o g ià u n ’ arin o p rim a .
Delle fue circoftanze,
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14B ZV Rimedi Naturali d'lf¿bi»r fi.ma,i’acqna delia quale fi dice,che conforta, e corrtìbora lo fiomacosSimilmente fuori dalla ba a di Oria-te,per lo fpaz/o di un tiro di pietra, é un certa fonte, l’acqua del quale è giovevole a qualfivoglia dolore* de denti. Similmente dall’ Occidente poco lontano icatorifce un’altro fonte di acqua bollente,con la qua? je aggiungendovi le donne fidamente la cenere,lènza, altro fuoco,fanno la colata: E fi dice ancora.che nella detta acqua cuocono le ova, e le castagne, iid è quella acqua molto giovevole allaccila,ed agli occhi,ed alle rotture di quelli,ed ad altre palfioni ancora.Similmen te verfo Occidente per lofpazio di un tiro di baleflra, dove fi chiama Sinagalla è un acqua, laquale giova alle giunture , e univerfaimente a qualfivoglia dolore di roani , e di p ie d ie d e lle a n c h e , c di tutte le altre membra. E l ’acqua di quello Lavatorios chiaia, dol ce, fplendente, e traiparente .. D el Bagno di Gwrgttello. CAP. X V. RIM A, che noi dimofiriarao le raaravigliofe vira tu, e forze di quello bagno,è necelTario, che con. fideremo,ed aggiungiamo alcune cofe.poiche di tutti i bagni d’ iichia quello noi prima abbiamo provato, e feliciffimaroente efperimentato . Principalmente con quello bagno abbiamo reía a perfetta fanità volìra . Eccellenza,la qua!è,come ben sa, era ammalata d’uoa pollema grande fiflolofà, e molto cavernofa nella par te inferiore del ventre , la quale ebbe principio da un certo tumore duro nel ventre, fcirrofo, e.duri filmo , epoi fuppurato; il quale per fe fìèlfo fi aperte, avendo la tormentata, ed affitta per lette anni prima,non ce dendo a rimedio* nè a medicamento oiuno. Finalmen te
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B j Aprisi.
Libro.Secondo . _
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te e {Tendo gonfiata, fuppurata , e dapoi per fe fìeifa_j aperta, fece una ulcera,e piaga affai profonda, infierne con tumore,e gonfiamento, la.quaì piaga era di dif fid i ìflìraaxuiazione,parte per le reliquie del tumore, le quali non fi poterono gisroaì {cacciare * nefuppu* tare per quallivoglia rimedio rredicinalerparte perche sT luogo infermo pativa grandi, e perpetue fluflìon i, contro le q u a l i non giovava rimedio alcuno, e fpeifevolte pativa gran febbri , e travagliava ancora d i lun go con gran ventofu'a . E per le grandiifime evacua zioni , e per j a c r u d e l t à , e.£orz-a del male , s era fatja quali tutta tabidasPerciò che di sì fu ta maniera il fuo eorp e r a confumato,ed efìenuafo, che da fette Medi ci Napolitani fi dffperava la fua faluteiele acque del bagno di Cantarello di.Poszuoli non le davano ajut o . Perciò che quello bagno così eccellente apprettò gli A n tich i, e guaito per la moltitudine delle acque fredde , lequaiiora vi nafeono., e guadano le forze dell’acqua legitim acd bagno . M i g à ormai difeen. d.amo alle fontine de’bagni. Quando io la prima voli ta viridi il bagno dì Gurgitello, eiTendomi avvicinato a confidarne le.altre fue.circoffanze , le quali ho già di fopralenito,non contento di effe avendo piu o l tre ritrovate molte altre fcaturigini, e bocche di ac' qua, le quali nafeono dalie radici di quel gran Monte, detto di fopra ed avendole tutte molto ben confide, rate,ed effaminate , mi maravigliai grandemente de9 grandi fecreti di natura.In che maniera,e modo fi fac cia, che tanta copia, e forza di aepua fi raduni io uff ricettacelo cavernofo delia terra, e di quel M o ire, ed onde nafeono tante fontane perpetue.che non manca no già mai ed onde fi generino tante acque,le quali ivi perpetuamente feotrono , e per qual cagione in qual che.luogo vengono fuori acque frefchejin un’altro molto
150 D e 'R im e d j N a t u r a li d 'I f c h i a ? molto calde, e in un altro caldiffime , e a gran furia le quali con P ajuto medicinale giovano quali contra—» tutte le forte de’ m ali, e infermità; Di maniera ,che fi pub dire , che Dio Ottim o Maflìmo in quello piccio lo luogo abbia raccolto, e pollo infieme, come in compendio ,e brevità tutti i rimcdj , eajuti de’ bagni per ifcacciare da’ ¡corpi u m a n i , e faoare qualiìuoglia male. E certo al giqdizio mio in niun luogo nafc olio in maggiore abbondanza, nè con pib diverfi modi di ajut i , che nel tratto , o vero nel golfo d’ ifch'a, cioè dal Tem pio di Santa Reftituta , infino al Tem pio di Saa Pietro à Pantanello , maflìmaroente ne’ luoghi di G orgitello , dove alcune acque fono ftdfure, altre fo no aluminofe,alcune fono di fal.e, altre di nitro , altre di bitume , e alcune con una certa qualità ac tofa , e varia miPura, e altre con 1* ifleflb vapore e caldo gran demente giovano a’ corpi umani. Sonovi ancora al tre aque dt ferro , e altre di oro , altre di calamita, al tre chiare: e fuavi , altre tepide, altre calde , e altre caldiffitne, come già abbiamo detto , e appretfo faremo piu chiare; con le quali c o fe , fe noi confideraffimo an cora l'amenità naturale del luogo, dove da una banda fi fente una aura foaviifima del mare , e dall’ altra fi fcorge una beliiifima vifla di verdeggianti , e ameni c o lli, e v a lli, fenza dubio potremo dire , che ivi fi fen te,egod e una perpetua Primavera . Ma non dim e no , c o t i ’ eller fu de , finalmente la mutazione di tutte le'cofe, e ielle p;h grandi maggiori rovin e; etfendo fiato quello bagno lungo tempo guaito, e quali rovi nato , e abbandonato da tutti, a ’ tempi nofin è tornato a «farli coq P ajuto , e fauore di Voftra Eccellenza, la quale lo fece riito rare , e riedificare a fue fpelè , a i tandovi ancora g l ’ Illqftriflimi Signori di Auolo , t-» multi altri S/gaori) e C a v a lie r i N a p o l i t a n i , i quali ave-
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vevano ricuperata la f a n i t à con 1* ajufo di quello ba gno,eiTendofi liberati quafi da innumerabìli mali, f i n a l m e n t e parte per la fanità loro redimila , parte accicche quePo maravigliofo bene fi commumcafle a gii altri,s’accordoroo i n f i c i l e per ultimo Monfignor Fabio Polverino , digniflìroo Vefcovodell’ llola , a procurato , cheli edifichi, e refiituifcaall’anticalua perfezzione, ajutando del ino ancora. Dal quale eiempio fperiamo in breve, che tutti quelli altri bagni d I* ich ia , e I o2zuoli,fi debbano riftorare,e maiiimamente fe fi muovemmo alcuni Signorie Priocìpilllufln 1fimi Napolitani ad ajutare sì utile , e onorata imprefa: Nè fi fcpportarà, che così gran teforo della vita umana dia p<b nafctdo , anzi che tutti fi ridormo,e fi rifaccino perfettamente . Ma torniamo ormai al nofiro propoiìto. Le acque del bagno di Gurgitello , e delle circodanze ft.e , tutte tono puriflime, non aven do falfedine niuna , quale col gudo appena fi polla penetrare . Sono adunque quelle acque temperate, e T-mperle perfr moderano l’ intemperie ,o ¡fe rv o rid e lle v ift^ , e i corpi macilenti ,ededenuati rendono gradì,e bel q li come ogni di efperimentiamo : peròche la medio- Psr d:v;ntar crirà è contraria a tutti gli eccedi . Le minere di que- graffi i corpi de acque fono di calamita per la piu parte, non fenza ft nua!i qualche midura di oro , con una piccìola particella ancora di nitro,o piti todo d’a lume.lmperoche è una forte di terra quedv , fi mi le al folfo , e al faje , che a quc'fìo monto è naturalejNel quale ora' fi cavano raf fi aluminofi, e v ie minerà , per fare fallirne,e anno vapori mefcolati con foftanze di folio , e iti un’ altra parte/:perche da due lurghi fi vede fcaturjre) contie ne il ferro . Nafcono q «elle acque da cretofo, e arenofo luogo, anno poco loto, e coloro che le gudano, Je fentono più predo d o lci, che altriuoente j nè fono . -< 5 / * *' ‘ " * Pri'
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De'Rmedj Naturali d'ifclìa,
privedi un certo fapare,quafì come gratfo:per la quel co fa fpeffe volte o dubitato, fé in qweite acque vi iì Ojn' rI;one mefcoli qualche.picciola foltanza di bitume.: perciac ¿ S ° Bdel che quelle ottengono il principato contra r tumori dubagnor i , e fc:rroiì,caufaii da craiT ;e lenta pituita * sì che veramente quello bigdo meriu fra tutti gli attriba« A1H d u r i tB"gnjiCìi chiamarfi Regio-per d i s f a r e fienili tumori dori, *°n ’ come feliciflìmaooeóte ogni dì efpenmenziamo.UfiaA l l e ferite-odo le acque di quallo bagno, ledendovi, ne fomenti penerrantidei neU’oib de l T vizia li, nelle ferite penetranti il torace* P'*c° inv« neUe ulcere cavernofe delle altre parti, fchizzan dovi ’ J’acQ a del bagno con qua!eh commodo iftruraento ; e ancora felicemente uliaraodi quetta acqua nel be tonerà u ite verla ; po che non e fj-nacevoli , e qualche volte ufiarilità, ' aio il loto fuo . Qpefto bagno m edicai caccia via la flerilità,fedendo la perfona in quello ,'Come s*è eipeLa ftétìiUà riraentato fpeffe volte felicemente. Ma certo fra tutte f j ^ !o f?Bna* le infermità dell’utero,la fferilità è vizio fegnajatoja Caitfe molti q u a le ft fenza dubbio ooolte caufe • Imperocheal piu .p'ici dell* ite, J una durezza , la quale fpeife volte J’ utero fu ile a* Durezza. vere dalla naturare piò fpefffo la fuole part re per quaiInt mperie , che accidente d’ intemperie, o calda, o lecca, oper la F. uorc . lubricità muliebre detta purgazione bianca dell’utero, d f 'S f u o 6 o copia di fangue meilruo : e ancora fuppreffioni di Contri la quello : le quali caule anno bifogno di particolare dar« ia . confìderazione,e ricercano forma,e ragione di bagno pJicoi*Tfi diverfo, malli inamente nella fferilità . Conrra la dudeiu (lecilirà rezza adunque è neceflario procedere con cole molli» Le viragini fic ntj e umettanti, e fimilmente contra V intempeS u i f e rie fecce , e calda. Ma particolarmente f o g l i l o avere tutte queffe tre caufe di fleritrta , le donne le quali fono viragini, cioè, che anno natura duomo , calidi. tà, liceità, e una certa durezza naturale nell ’ utero, le eguali cofe non fi poffono correggere , e emendare, fc
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non con m olto, e lungo ufo de’ bagni umettanti , e Metodi,« re gole fit lana* mollificanti : e ancora umettando , parte cuo altre cofe medicinali,e parte con cofe, che appartengono al vitto »come fono i bagni dell’acque dolci, o veramen te con arte, o con d iverfe c o fe, che giovano alla ma trice,come meglio dall’ufo , e prattica fi vederà. E in quelle cofe bilognerà,chè l ’ufo fia lungo,e.continuo . ì i noi tutte quelle cofe un’ altra volta racconteremo E dopo queiti rimedj biiògna ricorrere a bagni natu Rimedi cero rali, Capendo,e tene» io per certo quellacofa,che a l la fperanza di fare figliuoli non li trova forte alcuna di rimedio più falutifero, nè più certo per efperieoza bagni nata, che li bagni naturali,fe debitamente,e ragionevolmen tutti Qurgi. te faranno preti . E tra tutti i bagni il più eccellente è cello il primo il bagno di G urgitelloi Perciò che Je acque di quello luogo . bagno moderatamente , e parcamente dilfeccano , e mollificano più, e fono di mediocre temperamento,e più prello anno virtù , e facoltà di mollificare, e net tare , che di feccare . Nel redo una delle prime caufe della derilità è , quando la donna per qualche fegnala. ta odruzzipne,o vero per qualfivoglia altra caufa,ha le cà , e altri „purgazioni medruefupprelfe , e ritenute : Alle quali m ali. caule , non folo la fterilità, ma ancora moltidìmi altri vizj fogliono feguire:Edè efperimentato ,.che qucfte acque provocano i meftr.ui delle donne , purché vi Ce dano continuamente , e fanno l’ effetto , e operazione loro-,parte perche fono in atto calde,parte ancora per che lono di face ta , e viriti Cottile., djgetiiva, e pene trante . Ma comunque da, o per quaffiv jglia càtaO qua di Gur. le acque di Qargitello promettono di emendare la .fterilità con una privata, e peculiare virtù, lipperoche 1 liti. .purgano , e nettano l’utero da qualfivoglia mai.uno .re provocano li meitrui, e come abbiamo detto , le donne iterili fanno diventare feconde, rifturano , e ri. V fan n o
liftpnlkà-
nttar.ifolsnofielì rciol« rali.£■*■fri Siupm preen fftio nii d ir a caufaiterili,
e Tac. lèi,Com gditan eo lloiaeiie m efL fl1
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D e ’ R iw e d j N a t u r a li d ’ I fc h U r:nrvo g 2 uomini quali confumati, e eiiàulliv 11 che ffiffirae volte e flato provato , e da n o i, e da altri edici ancora. Di pi il ne’ figliuolini di quattro anni» nelie donne, pe” mafchi , e nelle perfone vecchie , e to iu...a:»tJiw- canniev quafi rabide abbiamo fperimentato quello bagno. n e q iai» & Stimali con ragione da’Signori ne’ piaceri, e delizie, e t u t t e l i perit u te rosi!:marcente p-r una proprietà Angolare,con la qua le fi celebra , cioè ,che fa ingranare i corpi magri, ed eClenuati, e riflora , e rifa le membra eflenuate d a fi /Wrofanti , come i Greci chiamano.Le quali cofe que llo bagno facilmente opera,elfendolì prima la perfona iiigemtemerite preparata , e avendo purgato iJ cor da gli umori foverchi , e oflèrvando buon reggi mento di vivere . Fercioche il caldo mediocre,e mo ra-gtóiie derato , leggiermente , facilmente digerifee , e tira perche f i ' tir uafi da! centro alla circonferenza il nutrimento del po da tutte le parti Laonde io con verità poffo af fermare aver veduto m olti, i quali anno ufato quebagno,eflerfi ma avigliofamente rifanati,che pri ma erano flati'grandemente eflenuafl , e aveano qoafi perduta ogni fperanza di falute •, e dapoi mutato 1’ a. bito di natura, fono diventati graffi, forti , erobufli. i può queflò bagno ufar ficuramente , nè bifogna te mere , che partorifea , ò opporti alcuno accidente , b fintomo,come apportar fogliono le acque dellafontanaad alcune qualità di corpi . E ficuramente f abbia mo ufato , e anco quel della Fontana a’ figliuolini,a' quali feliciffimamenteha giovato E fenza dubbio fi potranno ufare utilmente quelli bagni fenza nocimento alcuno. Conforta quello bagno lo flomaco,feil cor prima averà avuto la debita preparazione ( di maiera che gli umori foverchi ) , quanto piu fi a poffibi* le >fi levino ,ed evacuino,e ciò per lo ferro, e aluroe. Ha q n e fto b a g n o u n a ce rta forza di rifolvere,o vero di
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slargare , e mollificare i tumori duri; percioche la ri« funzione del tumore duro preiupponeeliquazione.de g li umori , e dellecofe in effo contenute ; poiché 1 amore,che nSlì puòdisfare»oe rederfi fluisile,ripugoa alla digeihone,e xiiòluzione, come dello fieatoma, iecondo la fentènza d’Hippocrate,edi Galeno .Se sdun* que lo fiomaco farà pieno di grolla, e lenta pituita , o flemma,o veracemente farà in que'lo,o nelle parti vici ne a quello tumore duro , muove il bagno, e liquefa gli um ori, li quali rende a tti, acciocché facilmente poi fi fcaccino,ed evacuino ,a ll’ora in quelli provoca .. vomìto il vomito, come ogni dì efperimentiamo , e manifua- contìnuaftvè mente nelle donne, e fimili nature umide , ed all’ora regno <i,e n il vomito giova , e conquello pare agli ammalati di alleggerirà,e fcaricarfi,Se perfeveraile ogni di,all ora tramezando per.alcuno fpazio di tempo 1 ufo del ba g n o , un’ altra volta bifognarebbe purgare il corpo da’foverchi u n o r i. E così troverai, che ceffando il vom ito, lo fìonaaco refiarà eccellentemente fortifica to , e potrà continuare il Jjagno» fe fara neceffario , e maisimamente fe la intemperie iàra fiata fredda ; -e fe farà per forte calda, con una virtù peculiare non nuo. ce. Ma certo alla intemperie calda del fegato, o vero dello fiomaco, le acque della Fontana fono opportunifsimo rimedio. Ma a coloro,che anno ina le di P!3* tra, ed affetti nefrìtici, manifefiamente vediamo , che giovano le acque del bagno di Gurgitello j quantun que Plinioviecondo dice il Bacciojnel/’ liola d fichi a, abbia lodato le acque di Fornello , ^e di Buccellato , p^r cavar fuori l’arenella dalle reni , e fpezzare la, pietra , tanto da cavarli dalla versici, come dai ie reni. Sono ancora molte altre acque di bagni, le quali fan no il medefimo effetto, con grande 3)uto; e tra tutte le altre, fonoeccellentifsime le acque di Gargifello. con V z le
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De' Rimedj Naturali cFIfchia,
£ T ri deÌk Ie qUaSi G ^ ^ e n t e pofsiamo medicare quelli, che Tifil a . psiifcooo mài di pietra . Imperoche anno quelle ac-’ qae , c-ro-? naturale-in Ce ileife virtù »ale cobra t vi/jdelle parti genitali , e della vellica, ia quale non fi po trebbe dire, ne Icrivere giatnai elettamente . Ne f? ha Debbio da dubitare-putito , come pollano le acque medicate, cavar fuori ie renelle, o vero rompere ia pietra; etfen do che per lo contràrio alcune dellè dette acque , e noafsituaroehtè le ferrate, ed aluminnfe' mani fedamen te s'impietrano , ed iodurilcono dà te ftefle , per dove ^nma: rifpo. /correndo patTano. Quello fteife' acque di G argitd lo non avviene , per h poca mete d a n z i, che anno de’ detti metalli, o minere. G ci piace in quello luogo di rifpo nòe re a una tacita objszione, eh? altri ci potreb be fare. In qualSvoglia ufo, e pratosa delia medicina, vei 1 nenie ogn’ uno domerebbe elfere quali contento , ed appagarli con la prova, ed efperienzà, con Ja quale certo ni ani fella mente fi vede , che qhefìa acqua giova centra i vizj delle pietre, quantunque nelli tuoi cana li tenti fare il contrario : e maffiinamente perche la ra gione di quella contrarietà è nìanifellar ; Perciochedt una cofa medefima, non è là medefima difptiiìzione dentro , e fuori nel corpo umana , e nelle altre colè . Imperoche fecondo la ientenza d’Arifioteie nel pri mo della PhyfN o» fit quod'libet ex quolbet^fed dete r minatum ex determinato5c io è , che non fi genera da qualfivogiia cofa, ogni cofa, ma da una colà determi nata, come per eiTempio, quella acqua fopra la pietra, genera Ja pietra: e fe l’uomo la beve , o vero feranumalato entra nel bagno di quelta acqua , netta , e rom pe man’fedamente la pietra, e tira fuori la renella . Il Siiiorìa che fi vede fimilmente nel fiume Teurone , il quale dovunque arriva, e per dovunque paffa fa la terra di ventar pietra , e fiuailmeute i legni , e feorze j e pure
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Libro Sciando-
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Ìmiouifce.e rompe la pietra.11 («edefimoancora avvie ne nelle Alba!« : Ma fe «cerchi-, corre le acquicele In • eoi pollano rompere.¡a pietra nella vellica , leggi Vi- All’iRterripe* tmvio . Giova ai fegato , e ma ili ma ni ente le qualche xje del toga» uno pati (Te d’ intemperie fredda,a qoefto prmcipaltre te riguarda.Giova pure all'intemperie calda, e per ima particella di oro,e di ferro mefeoiata,fìit ica mente Imperoche il fegato cornee autore Galeno, habi fogno tèmpre di soie, che gli apporta forza, e gag bar dia, o che pati Ica intemperie calda-, o fredda,e ciò nell’uiare Le acque di qualiìvogliarimedio, o intrinfeco,o efirmieco. Le ac quello bagno* que di Gurgitello tengono grandemente queda.pre lono calde fecoudo rotativa per lo caldo Limite di una mediocre, tempe nel grado ririuffo ratura , per ci oche fonocalde nel fecondo grado rimef Co per la misura d’ una parte di oro , e di ferro, come abbiamo detto . E però tirando fuori gli efcrement) Compararlo!' nocivi da qualfivoglia parte,fono commode, e utili a ne fra quello , e quali!voglia affezzione di fegato. Ma quanto quelle bagno quello acque del bagno della Fontana fuperaoo quelle , rio Fontana. frefeando le%ofe infiammate , tanto quelle vincono quelle, aprendo,e nettando le parti oppilate,ed ofìrut - AU’hittiricì* te.Adunque giovano al morbo reggio , e-a disfare ,- c rtfolvere le enfiazioni, e gonfiamenti. Nelle nature fredde,gli uomini detti Epatici,o vero quelli, li qua li avendo oilrutto,ed indurato il fegato, o milza , lo fio gonfi] in tutto il ventre, e fono calcati, e di in mal’ abito * anno neceifità di rimedj efficaciflim tanto dentro quanto fuori,che rapportino più calore, C faccino digerire T a le e Gurgitello, che in qualfivo glia ufo e utile, e commodo Similmente giova a qual- i iivi glia Id/opiiìa , quando però comincia : Ma a la Idropifia-ihe grà è gita troppo innanzied e conferma ta non fuole così govaretperb che efifendo già il v i zio del fegato confirmato in tutti i bagni>ragionevolmente
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D e 'R i m e d j N a t tir a l i cT ì f c h i a
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mente deve eiTere poca (pera 12.1 di Anita. Perciò che nella curazione nella Idropifia, la prioria.C)fa che s’ha da fare, e evacuare ¡ acqua ridondante , e fo verch;a_*: alta qua! coCa q uotunaue alcuni n olri antichi conteg li no bevande di bagni di acq ie n turali , e lavarli in quelle; nondi meno refpcrienza , e la ragione chiara mente di noitranojche non vt lì debba molto confi are lmperoche nelle beven Je bdògna temere, che non fi aggiunga acqua ad acqua;e lo amma lato per lo trop po pefo d’acqua, manchi. O rds 1 bagni , quantunque Tre eofe ne ^ianu ^jr t,'e ca^ ‘ i indarno faranno tali al-tu more delcdrarie alla* Ja Idiopifia. Laonde (¡limo, chr tre cofe fiauo neceffacurazioae _ rje. piima che in tutta la curazione lì debba attendere deira idropa. ana fortificazione del f gato;iecondaria mente fatta la ldropifia, bif gna afteneriì da’bagni p o t a b i l e tenta re,ed u f re bagni eileriori,o vero nel principio,fc così parerà , che richieda la ragione, o vero nei fine; però che abbiamo veduto , che le acque nitrofedi Fornel lo anno guarito affatto l’umidita", che fi fogliono in. Cerne aggregare^ pértrizio dell’ utero,o della milza , A 1U Alche. ed in quella fpecie,detta àfcite.Ecosì le acque di Gur. gitelloper la facoltà fefolutiva , la quale indubitata mente tengono,nel principio; e nel fine abbian o fpeAlla t mpa- rimentato , che maraviglToiàmente giova 10 alia ii’ men‘ce* panitide.Imperochfc preda nt idi mamente,e impeteofamente fcacciano via l’inflazione,e gonfiamento e rnaffimamente alle donne, le quali per v zio dell’utero, e per la materia ventofa, anno le parti inferiori del vetre affai dillefe,e gonfie .11 medelimo opera g 3g!iarda\ll‘ipofirca. mente il .bagnodel Calliglione. Finalmente nella ìpoForneilo . farca p il i, che gli altri giovano grandemente li con tiV ar' n*.,d,’ novi ailotamenti di Fornello S iinalmenfe,fecondo i! ìmuj « teflimonio ancora del dofìiffimo Baccio èrimedio in comparabile a quali!coglia idropifiu il rivoltarfi nel la
L ib r e Se con eh , i 59 la polvere , 0 vero nell’arena donò fé acque calde io 11‘ch ia, al Sole co ne nel fuo luogo d re no ; Ne loia^ ^ # niente !e acque di G arg.ttllo porgano la pibrajtna an- il.,i ' ^ cci cura per la maràviglfot f iaa , che tengono contri euranei . q aiì tutti i mali, che procedono da vizio, e c >Jpa del fegato, e oltre a molte altre,e molto difficili infermi tà cutanee: poiTono confeffare d'ìver fobico curato, e con la fola acqua di quello bagno fanato molti , che pativano,non Colo la gotta rofadea,rca ancora lagot- ro^ j.*sot5* ta ruffa, la quale gli Arabi chiamano /Ugnefe: e rmncimeno la infermità era così cattiva, e brutta, w„, ti gii uomini fchifavano filmili ammorbati, comeelefantici, che non cedevano a rimedio alcuno,e noi , co me abbiamo detto, con l’ufo folo di quello bagno gli abb iamo redimiti alla lor prima , e perfetta fanità , e dapoi per mezo delle acque della Fontana le parti del corpo anno ricuperata la Ior bellezza, e proporzione. E quantunque l’infermità pareffe , che avea del canchercfpvpure con effetto poi non fu così Percioche di tutti li òagnj che noi abbiamo efperimeotari in lfthia non abbiamo travato muno, che giovi a guarire, e la- dl)r; e fc!rr0i nare il cancaro Fina [mente conira i duri, e fcrrofi tu- fi del fegato, mori del fegato non ancora confermati, ed abituati in veri, e legitimi fcirri;edancora à l’oliruzzione dì quel oppii^. Jo quello bagno non ha pari,e così per coloro,che pa- qUcii0,« del. tifeono olfruzioni di milza avendo rippocondrio,o’ l 1» milza : fianco finifiroduro lunghetto,e gonfio perla lor prò°L* pritta . E certo con l ufo di queflo divino bagno ab- dcm5ne , 0 biamo pe'fcttan ente fanari.e guariti i tumori duri del venne. ventre fcirrofi, ed invecchiati, eciò i Signori N apoli tani* avendo nondimeno io, e molti altri Medici pro curato di far cib con rimedj naturali,ne perb quei tu mori cedevanoa rimedio alcuno,fin tanto, cheli finì quello bagno di fanare . Teflifico ancora d’ aver ve duti
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De'Riwcdj Naturali d'ifcbia ,
. duti molti ajtri afflitti,e molefiati da tali tumori duri duri deirTl! nelJe alti e membrane parti de’carpi loro, e con quello tre para dii bagno elìcili poi rifanati fuord’ogni iparanza,e conir.a corpo [’opinione di tutti.E ¡/ràgli altri i’illuiire Sig.GioiMa. ria Bisballe,gentiiiffimo Cavaliero Napolitano , fen1 01,4 do (iato prima molto cruciato, e afflitto per Amili tu« inori duri, e nelle gambe,e nelle braccia , di forte che non poteva già più andare , però che aveano quella^* durezza, e forma , quale averfogiiono si difficili ma li, e rubelli a modo di gomme . Finalmente effendo.fi aperto per iè Hello alcuno di quelli (tumori prima del l’ ufo del bagno,abbiamo trovato , che conteneva den tro una materia dura biancheggiante,e molto fimi e a nervi tagliati in pezzi,e quella chiamano la radice : di maniera,che biiogna ridurre quelli tumori a fleatome, finalmente con l’ufo di quello bagno abbiamo vedu t o fpariretutti quelli così fatti tumori in ifpaziodiundeci dì, e iùbjtaaente effere ritornate tutte le azzioni ed operazioni delle parti organiche , non altrimente che fe ciò fatto fi foffecomeconnnQantefiroojedairuI-timo je piaghe caufate da’detti tumori co’l medefirno ufi) dei bagno Je abbiamo felicemente Zanate , e gua,rtte.E p:ùcon l’ajuto di quello bagno, abbiamo fana to un figliuolo di quattro anni del Signor Dee io de V.icarjis , perfonaj dulìre, e nobile di l’angue, e di vir tù,il quale era ammalato d’una piaga cavernofa invec chiata,t«3corruzione di olio,e tumore in un dito grolHiitoria fo del pie le deliro, e molti altri ,e/aociu!li, e giovani afflitti dal male, che gli Arabi chiamano fpina ventofa , avendo in alcuni col bagno rifoluto , e disfatto H tumore, ed impedito la ulcerazione. E che bifogna,piu parok?queflo bagno opera,e fa con effetto operazioni mai avigliipfe, monda eoetta piaghe antiche, e nuove, e k fiftole^diffecca, e.fortiftca le partile vieta le fiuC fieni,.
Libro Secondo •
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fioni,eccita l’apetitojma quefto effètto opera più perfet- Bagno di tamente il bagno di Caffiglione; T ira fuori il ferro CaùigUone da i corpi umani, come fi e fatta prova, ed efperienza ; ^ „iU c o t nè folo cava, e tira fuori mirabilmente il fèrro, ma an- taira. cora i pezzi degl’ ofli rotti , e fa uffizio di buon Chi rurgo. Qui ci piace di andare meicolando , e reffendo qualche lftoria , delle efperienze fatte , e delle colè«* fucceife, perciochè da effe fi conofcono meglio le for ze, e proprietà del bagno, e fe ne cava molto meglio il m etodo, ed arte di .curare , e fiutare i morbi parti colari , imitando in ciò lppocrate,e G alen o . Afferma no gli antichi Scrittori, avere quefto bagno fatto una cofa mirabile,che tiro fuori dal corpo d'un giovane un ferro,co’l quale era flato ferito un’anno prim a. Ma poi che già ragionandolo fatta menzione delle ferite, che penetrano il torace , aggiungerò in quefto luogo alcu ne cofe,le quali fpero, che faranno grate,e mi promet to, che fèndo lette da qualfivoglia Medico , fe mpre le attribuirà a me , e come cofè mie le riconofcerà.Nè da quefto buon propofitomi rimuovera la mgratitudine, la quale in quefta Citta fuole eflere pur troppa, m al cuni, li quajji fono certamente indigniffimi d’impara£.e quefte noftre utiliffime , e vertiìime efperienze . Pure vinca la utilità publica, e quel che forfè alcuno tace rebbe , come fècreto di grandiffìma importanza , ed a sè rivelato divinamente da D IO Ottimo Maffimo, quantunque io itimi effere veriUi/no fècreto, conofcere l’ellenzia de’morbi,ed in tempo opportuno dare uti li , ed accomodati rimedj -, io per fare cofa grata agli uomini da bene,e che meritano, a li quali fi deono an\ cora tre cofe m aggiori, e migliori di quefte mie prove, ed efperienze, voglio qui manifestarle, perche vadano in publico, ed in luce ficuriffimamentc . Noi abbiamo fànato> iòlamejite con l ’ufo di quefto bagno molte feX ri te,
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ló z De Rimedij Naturali d'Ifchia Hifloría.
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rite, che penetravano il petto, le quali erano di molto tempo vecchie, e fiftolofe, e tra gli altri vi ¿flato uno, detto Signor Giovan Maltefe, Servitore deH’llluftriffimo, ed Eccellentifs.Sig.Principe di Bifignano, il quale avea ricevuto una gran ferita (otto 1 aicella, che pene trava il torace, e da’ M edici fòraftieri era fiato lungo tempo medicato . Finalmente non potendoli di Aerea re la marcia, che era dentro il torace , nè con medicine prefe per bocca, nè con impiaftri, uè con altri rintedj, accrefcendo ancora la difficoltà lo fteflo luogo del to race ferito, che era luogo alto, di forte tale, che la mar cia non poteva fcolare, nè feorrere facilmente, fè non polla là fella in giù,ed inalzare le gambe in su: Per ul timo rimedio vi polero una Alióla, o canneUetto d ar gento , e cosi ufavano una curazione palliativa, ed elièndopalÌati molti mefi p oi, e fatta la piaga fiftolofa, venne l’ammalato da noi, per comandamento dell’ 11luitrils. Sig. Principe infin da Calabria , dalla Città di Callano, ed avendo noi primieramente purgato il fuo corpo,ed ufati in lui alcuni altri rimedj oppoi fu n i, fi nalmente mandammo coftui al bagno di Gurgitqllo , comead una ancora facra di falute , e la mattina ufa va il bagno, o vero la feffione in quello , tenendovi tutto corpo tanto,che le acque li coprivano le fpalle , ed acciochèla piaga poteííe meglio eflere tocca dalie acque, e bagnarli, comandammo, che gl i fi levaííero da torno tutte le fafcie,e ligature : tra’l giorno p o i, e la lera an cora facemmo , che non (blamente co 1 me de finio ba gno fi lavalfe la ferita , ma ancora il concavo del tora c e, buttandovi dentro dell’acqua del bagno con una firinga^e cosi finalmente in fpazio di otto di con mara viglia di tutti,il bagno nettò,e difleccò affatto la piaga tantoinfiftolita,ed invecchiata,e lariempi di buona, e làua carne : ed all’ u'timo per fare perfettamente la ci ca✓
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Libro SQcondo .
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catrice >e la pelle ordinammo , che l’ammalato li ba gn ale nelle acque del bagno di Fontana, ed adendolo ulàto per cinque dì, ii fece perfettamente la cicatrice, e tutto il corpo fii riftorato, e ridotto a perfetta fanità > il quale già era quali confumato,e disfatto per le grandillìme,e lunghe evacuazioni,ed attinenze. N è qui ta cerò una iftoria,che veramete fupera ogni maraviglia. IlSig.Simeone Capece, non meno di (àngue, che di virtù,e coftumi gentiliilìmo,ricevè nel torace con una HIAorfi fpada,una ferita tra la prima cotta, e l'oiTo detto jugu- maraviglio* lare,la qual ferita offefe una parte de’nervi, che vanno fa* al braccio, ed ancora il ramo della vena affrettare, e juculare, pattando la ponta eftrema, ed aguzza de Ila—» fpada per lo concavo del torace,e cacciandoli tra la no na, e la ottava cotta. E finalmente elTendolì rotta den tro nel torace la fpada,per la forza di colui, che lo ièri, che aveva la mano gagliarda,ed arrabbiata,nel conca vo del torace rimafe una parte della (pada rotta alcolà nel mezo ventre. E perche quella contelà ,e ritta, pafsò trà gentil’Uomini,> Signori principali appretto il lido del mare neirifolad’lfch ia , e v i reftorono molti feriti,ed altri ne morirono, (limarono le perfòne, che quel pezzo di fpada rotto, che lì ritrovò mancare dalla fpada, fotte falcato in mare : ed ivi perdutoli, o v e ra , che li folle coperro nell’arena del lido del mare:nè du bitò mai alcuno, che fotte rimaftoafcofo dentro il cor po del ferito,nè ve ne fu mai (ofpizione niuna , Imperochè dalla parte di dietro all’ incontro la pelle era Ta na,ed intiera: Accade a quella ferita una grandiffìma ufcita, e fluttione di fangue , la quale non fi potè così pretto ftagnarc,e fopravenne ancora gran copia di fputo fanguinofo , il quale tutta via durando con febbre, tofle,e difficoltà di potere relpirare, e con altri cattivi iìntomi.e mali fegni, fù fatto pronoilico della morte-» X z dell’
1 6 4 De R tm d ij Naturati d'Ifchia, delfam m aUto frapoco fpazio di tempo.Ed eiiendo paifati il dì fettimo i e l’undecimo , dopò il rìecimoquarto lo fputo di fangue cominciò a farli di marcia , e fubito perde il movimento dei braccio, e di tutta la mano . Finalmente perlèverando una febricciuola con lo fpu to di marcia,ed alcuni altri mali fintomi,ed accidenti, dopò il q u adram m o, e gli altri giorni crine., lignifi cativi di buona, o di mala fperanza , di cosi fatta ma niera fù disfatto , e confumato il Ilio corpo, che quali non li vedeva altro in lui,che le offa ignude, foiamente coperte duna fotti! pelle . Fù la m agrezza, ed aridità in lui u.iiverfale,ma molto maggiore apparve , e li co nobbe fembre nel braccio . Finalmente effendoii ulati molti,ed opportuni rimedj,ed aiutandolo ancora aliai l'ottimo temperamento del luogo d Uchia , con i ajuto prima di quefto bagno, e poi di quell’ altro della Fon tana,dopò molti meli,fù finalmente lanata la feritajceis ò la febbre,e fu riftorato,e rifatto il corpo, che prima era quali confumato affatto! foiamente li reftorno due accidenti, cioè la perdita del movimento di tutto il braccio,con atrofia, cioè aridità di quello, ed uno do lore pungente col dorfo, quafi per lo fpazio di cinque dita lontano dalla fpina.trà la nona,e l’ottava colia: E pigliando per questo effetto il latte caprino, quantun que ne avelie fentito giovamento,no perciò mancava, che facendo moto faticofo, non vomitaffe taf ora 2. e tal’ora 3 .libre di fangue . Quello dolore per certi fpazi,ed intervalli di tempo crefceva, e inferamente torForma,e grandezza giufta dell« fpada cavata dal petto de’ S'g. Sitnecne Capere , «¡naie l'avea portata per un’ anno , e aieclfetic giorni , effendo penetrata dalla prima coita della patte anteriore, ed avendo penetra_ , 10 dentro la cavità del Torace l’ abbiamo cavata della parte di dietro la Tettava, c nona coita ,aon fenza maraviglia grande di Medici ,
Libro Secondo,
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meritava l’ammauto. A ll’uttimo dimando Medici,che foffe affetto nefrìtico, cioè dolor di fianco, fpefi'e volte, ed in damo gli diedero il bocccdfc della filiqua Egizzia,detta volgarmente cafila ; ed anco gii applicorno fomenti, ed empiaftri locali, da quali non fi vedea feguire utilità ninna* perché così conveniva ; perciochè perpetuamente que la parte doleva, e tal volta il dolo re fi eflacerbava.ed incrudeliva tanto fieramente , che eflendolì la maialato accorto, che con tan ti, e sì conti nui, e lungamente tentati rimedj,ed ajuri,non miglio rava punto, fi rifolve di chiamare ancor me per confi glio. Dapoi adunque,che da me udì,che li Infognava no ufar altri rirned; per Io movimento, ed ettenuazione del braccio, avendo cominciato a ufare quelli , co m inciò ancora a ftar meglio : imperochè io prima non l’aveva mai veduto,nè curato: ritornò da me la feconda volta,e fi lamentava di quel dolore,che li pungeva nel luogo da noi defcrittodi (òpra,dicendomi,Signore,defiderarei, che vedette diligentemente, che non fia forfè rotta qualch’una delle cotte : perciò; hè mi ricordo efiere caduto l’anno a dietro in terra, in quel tumulto, nel quale giacendo così in terra, fui ferito . E volendo noi {¿disfare all’ ammalato, benché parefie colà fuor di propofiro, e non necefiaria , avendo diligentiflìmamente confiderato il luogo affatto, fattolo fpogliare , vidi una puftula aperta, o pure una ulceretta piccioliffima,con un picciolifiìmo forame, che appena fi poteva difcernere, appunto nella regione , e fpazìo della fertim i,
prattici, ed altre perfoue de*:ne difede, che vi furono prefcnti nell’ anno del Signore ij 8i . a dì 6, di Aprile di Domenica adorc *o.
166 De R imedij Naturali d'ljchia> ina,ed ottava cotta. £ finalmente avendo noi pofto uti taño d’argento molto.Tettile, il quale appena il bu fato riceveva, toccai u n * o fa dura , ed aguzza: ftimai al principio,che quivi fòlle qualche ofio guaito 5 ma non mi pareva poi,perchè il tatto era durifiìmo,e non ^pro porzionato a ofl'o guaito : A ll’ultimo premendo io con le dira le parti, che itavano intorno alla punta pella—» fpada,fubito fi manifefiò una picciola punta di quella, la quale pigliando noi con la vulfella,o molletta, che-» chiamano, non la potemmo tirar fuori. £ finalmente-» avendo noi ufàte certe fòrbici, o tanaglie , che erano al propofito, non lènza qualche forza la tirammo fuo ri. lmperochè aveva quafi fatto come un legame tra l’ una coita , e l’a ltra , che difficilmente fi poteva muo vere da quel luogo . La lunghezza di detto pezzo di fpada, cavata dal detto corpo era d’un palmo , e larga due dita,e la punta fimilmente aguzza ; e nella parte-» oppofta del corpo,dove fi ruppe la fpada , le parti emi nenti fono pungentiffime : di m aniera, che non fòloè cofa degna di confiderazionc , ma di grandifiìma ma raviglia , come potette lènza nocimento vivere sì lun go tempo, e iànarfi, e ferrarli la ferita ,e come abbia-* potuto portare sì lungo tempo nel concavo del torace un pezzo di ferro così grande, eccetto, fè non diceifim o , che nell’arte della medicina ancora accadono sì fatri avvenimenti moftruofi,ficome in tutta la natura . Ed in vero pare,che fia cofa incredibile ; ina perche la coià è vera,e molti fi ritrovorno prefenti,quando io ca vai il detto prezzo di fpada , non fòlo de’ miei prattici , che mi feguivano, ma anco degli a ltri, i quali sbigot titi, e pieniffimi di maraglia di quello , che con gli oc chi loro aveano veduto , fubito fubito predicorno, c divolgorno tale accidente , come mirabiliffimo per tutta quefta Città di N apoli, e vive oggi fano , e-» §a:
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gagliardo in quefta Citrà quel Cavaliero $ il quale dapoi -, che li fù cavato il fèrro dal corpo, un’altra vol ta ricade fubito nello fputo di fangue per alcuni gior ni , e dalla ferita, che lafciò il ferro, ufeiva fuori fpiri-to, e vento. E finalmente con quefto bagno di Gurgitello fù poi fanato in breve fpazio di tempo , più prefto cona^uto Divino, che umano. E qui abbiamo voluto mettere la forma , la figura, e quantità della fpada di pinta appunto come era. Aggiungerò ancora un’altro efTempio digniffimo di efl'ere raccontato , e notato niente inferiore alle altre iftorie di fopra dette : perciochè tutre le colè , che io ho fperimentate in quelli bagni, volentieri ferivo per publica commodità, ed utilità. Bifognerà adunque fa- SanaIe pere , che quefto bagno eccellentemente fana le fiftole ledei colio nel collo della vellica , o vero nella verga, per dove fi meato manda fuori Purina, le quali per lo più effèr fògliono urinario. Tra li tefticoli, ed i fondamento, il quale chiamano pe rineo, 0 vero fopra la ftefià linea, che chiamano Taures ; e fò teftimonianza(d’averne io fanate molte vec chie , con il folo ufo di quefto bagno, nel canale dell’ urina,e trà gli altri ho guarito un Clerico,il quale ave va nel predetto luogo una fiftola di tre an n i, e la via della fiftola era così larga, che n d l’urinare P urina—» fcprreva, non a goccia a goccia, ma a furia , e precipitofamente dalla bocca , ed orificio delia fiftola , quali come da un canale proprio. Ho curato un’altro,il qua- Hiftorìa, le aveva una fiftola congiunta con un tumore duro, ed il rumore co’l frequente ufo di quefto bagno difpapve, efva iù ,e la fiftola fi (ano di maniera , che non ufcì più urina per quella, ma per le vie proprie, e parti natura- Come rJMf li - Sana, come abbiamo detto, e disfa i tumori duri : ve, e fa« « ma quefto effetto non fà ne rumori molli pituitofi , ed ^¡Inc,nu0™°1j acqupfi j perche la fprza di quefto b(igno opera con—^ molli. ° ' una
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ló S Ve'Rìmedij Naturali d'IJchia
una peculiare virtù,e proprietà folameote contra i tu mori d u ri. A’ molli giova bene, perche li cuoce, e digerilce alquanto per alito,tua non però perfettamen te ficome i duri, e fcirrofi, quali abbiamo tro vati, che fi disfanno, e fpariicono, come per miracolo . Ed ab biamo oiTervaro, che de’tumori duri alcuni fi fallano in picciolo fpaziodi tempo,alcuni altri in quattro me li,altri in otto,ed alcuni altri in fpazio d’un’anno,dopo Contra la prefo il bagno . Crediamo , che fia falla l’opinione di fa.lfà ° pi' coloro, che ¡limano,che quello bagno abbia forza di quelli, che nlalìare, e slargare, e che per quella ragione ha conhbannoof trar]0>e nocevoleal tapo, alle flulTìoni,o vero diilillafenda'ilca" zioni, ed anco alle doglie artetiche , ed alle podagre . po, Perciochè coiloro ncn vi hanno aliai bene, nè matura mente penlato ; E noi con la icorta, e guida dello Hello fenfo offerviamo,e ritroviamo il contrario . E però le coftoro negalfero il fenfo, non avrebbono bilogno d’altro, che di pena d ilèn fo. L ’Illuftre Signor G io: Maria Bisbalje iùole patire d’una podra tanto crude le , che ha molte dita delle mani per la podagra ritrat te , deboli, e non più atte al moto: è ancora trava gliato di doglie artetiche, e nondimeno ula di: quefto bagno, non lolo lènza nocimento alcuno,ma con gran giovamento , e tolleranza, e malfimamcnte per ellere di età , quali d’anni cinquanta orto : e molti a ltri, che per brevità fi lafciano. E pur quelle così fatte infermi tà vengono dal cerebro, e bifogna anco , che vi con corra una ¡»tenia, e gran debolezza delle parti accioche ricevano l’umore , che fcorre , lècondo la lèntenLìb.6. aph.zad’lppocrate,di Galeno, e di tutti gli altri eccellencora.i8. tl ^ ecjici . Adunque , fe molti altri ancora , che fo no travagliati, ed afflitti di limili inferm ità, non fono offefi in parte niuna da quello bagno ; a n z i, fe ne fentono tutti alleggeriti,e giovati dall’ufo di effojconclu-
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deremo , che non slarga, né nuoce a capo,cocce dico* no.E perche a forza di disfare i tumori d u ri, filmaro no loro, ma falfamente, che aveffe forza di rilaffare, e indebolire , e che noceffe alla tefla, e alli articoli» ma quella conjettura è falla: imperoche quefìo bagno ha una mefcolanza di tanti minerali,che appena fi potrebbono mai raccontare: e però noi non polliamo ar rivare la quantità , e il grado eflàttamente, e perfetta mente di ciafcuno . Digerifce , e rifo lve,e affottiglia 1’ umor craffo, che ne’tumori fi ritrova. Rende prima Virtù del * fluida una parte dell’umore , la quale aveffe da fcac-6n ciar fuori per alito, per rifpetto dell’acqua bitumino-Prima ag5oi f a , ma digerifce , e rifolve per rifpetto del foifo,del ne. ferro, e deifalum e: percioche quando noi vogliamo bene aprire con c o fa , cheapra, doverà ancora effere con qualche altra colà, cheaflringa, fecondo Galeno. s; ^„„3 {^r E però l ’ affentioapre, e la fua flitticità giova a pene- Galeno trafe,ed è quali,come una mano,che fpinge.Eper que YràecTc* (lo l’ oglio rofatorende la pelle piò umida, che fo g lio cap ^ femplice *, percioche la fìitticità giova grandemente alla penetrazione.Di più delle cofe,che digerifcono,e rifolvono,due forti fi trovano appreffoi Medici, cioè ^ quelle, che digerifcono , e fono umide, e quelle , chegi^c°^ 1 ra* digerifcono, e fono fecche.Ma in quefìo bagno al giu dizio mio, le cofe,che diffeccano,prevagliono alle altre.ll che fi manifefìa , perche maravigJiofamente fa. ^^ ^ na le parti,e ulcere delle parti vergognofè, e genitali, c/p UVC& U le quali fono affai umide, e defiderano più predo co- 4 de cumpof. fe, che diffeccano, che altri mente,come dice Galeno.medlc-2- locEd abbiamo ancora ritrovato, che quello bagno ha T ^ perfettamente fanate ferite, e piaghe profonde, tanto ne/ del torace , quanto deile altre parti pericolofe, conca ve, e lìnuofe. Corrobora, e fortifica lo fìomaco, giova al fegato } e quelle parti fi aiutano con le cofeafìrin* Y geu-
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De* Rimedi Naturali d'ifchia y
VHe Gal i j rr.eth.cap 15. g e n ti, e per lo contrario fi offendono con quelle , che
rilafìano. Adunque quefio bagno non nuoce al capo , r e a gl 7 articoli,ne al mal francete,ie farà bene amminitrato,e dato con ragione. Fu diligentemente da noi offervato, per rendere ragione di quefio volgar detto , Si imo-lira che coloro* che patriicono duro tumor di m ilza, pan* la cagione di crea, del mefentereo, o vero delle altre parti interiori ; tal detto voi, o Vero c o lu i, che a il capo pieno d’umori craffi, o gare vero il refio dei corpo, e vengono a quefio bagno,non effendo prima molto ben purgati, come conviene,cofioro fientono quivi qualche gravezza di tefia , per qualche picciolo ipazio di tempo , calle volte vom i tano pura pituita,altre volte meicolataconun poco di collera , come già abbiamo detto : e abbiamo tro vato,che mentre fi disfanno i tumori,o vero fialfòttigliano gli um ori, i vapori elevati , e inalzati da quel li iè ne vanno alle parti fuperiori,avvenga, che per li vapori delle minere, quafi in tutti i bagni per qualche Qturt* ti fpazio di tempo fuole accadere qualche gravezza di tefia • Noi ufiamoancora quefiobagno quando le p ar gioite li impiagati fono afflitte per le floffioni, e lo abbia mo efpèrrmenfato in perfonadi Vofira Eccellenza, ii cui corpo è affai efpofio , e atto alle fiuffioni , e anco nell5 Eccellentifflino Signor Principe di Sulmona, le piaghe del quale per le continue B uffo n i, non fi poteano fanare:e noi per fermare,e proibire Je fluffioni feiiciflìmamente abbiamo ufato quefio bagno.Adunque non rilaffa,nè nuoce ai capo -, come altri dicono.E concluderemo epilogando , come di (opra abbiamo Conciufione, detto, che quefio bagno fana i duri tumori intrinfeci, & epilogo deMe virtù edeftrinfeci,le fiftoìe nel canale della vellica, e giova alle fittole del fondamento, tira fuori dei corpo uma del bagno no l ’offa corrotte,e cava ancora il ferro , e anco J’areneJla, e frange la pietra , fcancella la goccia rofacea leva & alibi
piflìme.
fae-
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leva 1« oflruzzioni delle parti naturali, incita il tnefìruo alle donne , libera gl’ itterici dalle oflruzzioni del meato del poro colidocchio , elettamente fana le fifìole del torace, giova a qualiìvoglia piaga, e difcaccia la flerilità, e fa altre cofe maravigliofe » le quali noi andiamo ogni giorno efperimentando ; e fattone diligente effamina, le publicheremo ; M aperorapare che il tempo richieda , che noi palliamo da quello prezioiiflìmo , ed eccellentiifimo bagno alli fuoi cir co la n ti.
Del Bagno dello flotnacoyo vero, che giova allo Jìomaco. C
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XVI.
O T T O il bagno di Gurgitello dirimpetto alla bella parte della nuova danza grande , la quale , come di fopra dicemmo , poco tempo fa , Voftra Ec cellenza à fatto edificare , vi 'e un fonticello di chiariffima acqua calda : ma non caldiflìma , come mala- :.grr7rs ¿ei mente dice iltefto , a mano .finiftra,o vero verfo l’ Oc- tefto . cidente . Quella acqua contiene pochiffimo odore di fo lio , di maniera,chealcuni ne anco lo fentono,epare Odore ^ che abbia fapore di brodo di Cappone.. La minerà e s ^ quafi Ja medefima , che .quella del bagno di Gurgitello violamente e diiferente , che l’acqua di quello b ¡- Menerà . gno , a qualità , o verofoftanza più chiara , epura di quello di Gurgitello , e per dire con una parola il pa rer mio,l’acqua di quello bagno non è altro , che l’ac qua di Gurgitello , piu pura , e refa più Lottile, come N o t a . quafi fe fotte defilata per lambicco, o vero come fe foife paifata per il colatorio . Quella acqua ulìamo in beveria per fortificare, e corroborare lo ilciDaco,e pek , y 3 eva.
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De' Rimedi) Naturali dlfshia
*7 2 , evacuare la flegm a, che v ’ abbonda. Si dà a bere in quantità di fei,overo otto onze, e per infino ad uoa_j carrafajed a due carrafe.Si evacua per urina,e qualche volta fa andare del corpo , e maffimaojente fe aieuno riceverà fino a nove libre di quell’ acqua per bocca, come farfi iuole in limili bagni. Doppo che fi lari bevuta quell’ acqua non dormire, nè bevere altro li quore , nè mangiare cofamuna : ma bifogna leggier mente paleggiare, fino a tanto , che fi farà votata, e evacuata tutta l ’ acqua bevuta > il che potrete conofcereda’ fegn? che noi altrove ne’ capi univerfali ab« Operar ione biamo **» • Evacua ancora la collera , Ja quale infieme con Ja flemma fi genera nello filomaco, come piacAil’utero. <lue ad Avicenna Principe degli A ra b i. Eccita ]’ ap petito , netta l ’utero, e lo riduce ad ottimo temperaAiia fterilicà roent0 • Ho conofciuto io una Uluftriffima Signora A erile, di nobiliflitua, e illuflriifima famiglia , la quale abbandonata d’ ógni fenfo , e fperaoza d ’ aver , mai figliuoli, folamentecol bere!’ acqua di quello baUom°eo!e gn0’diventò poi fecondo, e generi) m o lti, ebdliflìnoi p*fu futura, fig liu o li. E finalmente corrobora, e fortifica tutte le u roerr bra,e vifcere naturali,e apprettò gli abitanti deli® lio la comunemente fi bee da tutti per lo flomaco.
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4 >e* Bagni circolanti a G urgitello , e a quella vicini
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XVII.
E V oi partirete da! bagnò di Gurgitello , e farete la ((rada a man delira , verfo l ’Oriente , v’ »neontrtr'a un bagno caldifiimo , il quale e poco lontano dal btgno ili Gurgitello , e di quello tutti gli Autori, forfè per negligenza anno taciuto , e pailato con 11lenzio , ficorne anno fatto ancora di moli’ altri bagni, poco tempo fa, da noi ritrovati, eoifervati . Lacqua di quello bagno abbondantemente fcaforifce dalle_j radici de! gran monte Epom eo, la quale calibi chia m e trsfparente, e ha molto poco odore di fo lto , e iì$ faporeè più predo alquanto dolce, che altrimenti ,e pare che contenga non sb che di graffo. La fua minerà contiene alume , ferro , e folfo. Alle piaghe antiche e falcife ro rimedio: poiché le mondifica ,, eaflerge In t tanto, che fi vede indurre efeara , come ie vi ponelie na |e pijgh« »lume bruciata . Disfa,e rifolve i tumori durile credoinvtschiate. dlUlllu Ul wc All* “ . & ^ .. 1__ Alli tumori . giovarla per fcaccìare la pefiienza Venerea, dettamal . francefe . Sana le piaghe , e ancora gli aphei detti je mai fraa. al colà de’ figliuoli ; Purga , e netta la pfora,e giovacele al fegato . Ufiamo quefto bagno be vendone 1 acqua ,* f u pÌOi; t anco nelle lavande , e fomenti caldi. S
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174 Dé*Rimed] Naturali
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'lfchia,
Del Bagno àelli denti •
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xviir.
A fé Voi procederete un poco piu oltre , ©caraioarete drittamente, v’ incontrarà un’ altra-* picciola fontanella ; 1’ acqua della quale è abbon dante , chiara, ©quafi d o lg e , e volgarmente Ja chiaiMinera. mano il bagno de’ denti, L a minerà di quello predo* fo bagno nel predominio boro \ ma nel fubdominioe un poco di ferro , ©contiene piccioli vapori di folto : perche una picciola porzione deli5 acqua di quello bagna non $’ à maipotuto rifolvere , ne disfa re , fe non per acqua chimica alla quale era fiata—, aggiunta una parte di Cale armoniaco , la tèrra-, * Giovamento rifoluta pareva aveflè colore c e d r in o e quello baa dolore de gno temperaiiflìmo., e c o i ogni giornoefperimendaAUecengivetno, che grandemente giova, al dolore de’ denti, quali ulcerate fortrficai e le gengive fcarnate5mòllifìcate*e:slarAlle medefi. g a te, riduce alla loro antica , e naturale-* me mollifica* unita ©potremo di quello ufarea ”! modo di gargariim o , lavando la ; b o c c a , e come bagno., e ¿anco beverne V .acqua. M
Del
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, . i) I ’K 'j' ! D el lagna del C o tto v e r a d e lle Cajoncbe* C
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X IX .
O N moltolontano dal bagno di Gurgitel/o, e i! bagno di Cotto t percioche calumando perdi, ritta fi rada verfo P Occidente, per la quatta parte ti no ftadio, verfo man deftra vda una certa val.etta, e da^ una rocca difaffo , vedrai fcorrere, eicatunre acque calde , e in gran quantità, delie qual* tutta e unirnedeiima minerà, un mefìmo colore., fapore, e onore, MinerJi e anno' ancora tutte quelle acque le medefime totze.Io (limo,chea tutte fra un medefimo naie immoto, e dopo nello feorrere piglino diverfe vie, e fi Pepar ino. Primieramente anno la foro minerà di rame, econ a« riamente dì calcato t e terzo alcuni piccioli vapori ut folfo il quale, parte dimofira 1’ eferemento dell acqui difiillata , parte ancora fi raccoglie, e manifefta da un certo luoco , o vero da una certa cola, che e come mofeo, o bitume fimiiealla lichene,o polmonaria, che in quei luoghi faflofi fi raccoglie , ne’ quali penetra , e pafla 1’ acqua del bigno. Nella parte di f *pra a colo- Modi dell’ re verde , ma dentro rompendoli il loto fi vede negro. Per l ’ ufo della goccia fpectalmente fi piglia i acqua del "bagno, che falta fuori della rocca . Ma .a feconda ■ acqua , la quale featurifee nella valletta , per lavate g.t rjujo’le di o cch i, e le gengive e eccellente. Quella goccia e tem qaed’icqua . perariffima , e non nuoce giamaiT il che e gran cofa poiché fappiamo , che l’ altre gocci qualche volta an no nociuto , fe non forfè alle tede , per natura molto caldere fimilmente effendo calda l’ infermità, nel qua le calo fuole edere nocevole 1’ ufo de’ bagnamene, e acque calde naturali. Il che già più volte abbiamo
N
^
detto,
De Rimedj Naturali d'Ifcbia
i.«j 6 * , detto,e manifeflato fecondo l ’ opinione d’ Archicene, AUeCitant.e di Galeno. Fa molto giovamento quella goccia alle c*,e fluffion'cataratte , e flufsioni nate dalla tetta , e maffimente alle fredde , e all’ umide , e qualche volta nelle tette calde, ma non però troppo calde ,* e alle umide , effendoil morbo um ido, abbiamo ritrovato , e an no fatto giovam ento. Ma principalmente giova a quelle fluiEoni, le quali fogliano occupare qualche parte , come gli occh i, orecchi , la lingua , o vero qualfivoglia altro membro fottopoftoa limili fluffioAll* vifta e0' - Laonde per limile caufa ri flora la villa, e 1 udito udito, a gli afmatici maravigliofamente giova, levando dalAirafnjauci ]a tetta iJ catarroni quale puote edere cagione di tale infermità . Sanano ancora mirabiliffimamente quelle acque le cofe brugiate; di maniera, che s ’ ufano nelle A turte le piache caudate da fuoco, da acqua , o vero oglio cal sele caufate do,e bollente, o veramente fatted’artigliaria, e born ia cotture. polverejead altre piaghe ancora Tarano mol to utili,e profittevoli.Ufiamo ancora la raedefima_a acqua bevendola per confumare la flegma, ed e utile Alla flemma alla tolfe,e alla difficoltà delT anhelito,e refpirazioAJla roller ne. Mi m araviglio a ffa i, perche gli Antichi abbino iafciato da banda quetto prezioiiflimo bagno.
Del
libro Secondo . D e l Bagno del fe r r o A
P*
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177 «
X«
A L bagno delle Cajonche, volendo andare alfa cala d ’Umbrafco , pigliando fa via a mano finiiira j arrivando al principio della Valle» e,appunto quando che s’entra m effa ,caminando oltre a man di ritta, intorno a cinque paffi.fi trova un’acqua,che fcaturifce chiara,lucida, e mezanamente caldani (spore dolce,ma che tira un poco all aflringente, con pochi!.' ^ fimo odore di fo lio , che trafportata Io perde fubito. L ’ercrementodi quella acqua fi vede negro Umile alla limatura del ferro , o all’ arena negra,che fi ufa nello icrivere;diftillata raoftra minerà diferro,cen qualche ^ mefcolanza d’alume , e con alcuni piccioli vapori di fo lfo . Onde dee di ragione aver tutte le facoltà , e virtù , che fogliono avere le acque ferrate , e maffime Ui0' quelle , che anno mefcolanza d’alume , e pero ce ne polliamo fervire in beverie,in bagnarvifi.e nella goeeia. Imperoche tutte le acque ferrate ( purché non ec cedano foverchiameote in alcuna qualità )anno p o f virtàdi rur. fanza di confortare le vifcere.e tutte le parti infieme t« r*cy* fecondo la fentenza d* Avicenna,e di Rafis lume della f'!rrite' Medicma, tra gli Arabi -, e il dotto Mefue con figli a nella cura dello fputo del fangue,l’acqua ferrata mine rale. Poifonfi ufare si fatte acque medicamentofe contra Je intemperie tanto calde, quanto fredde del fega to,delle reni, e delia vellica,e confortando Io ftomaco proibiscono il vomito,fonano ogni flulfo inteftinale , e i mali della milza valorolàmente , maffime quelli , che lì fanno da caufa caldai urano l’ itterizia,conforta, no grandemente la virtù ¡attrattiva del fegato, cosi Z bevute,
D
De'Rimedj Naturali cPlfchia
178 , bevute,come bagnando vili dentro. Giovano alla diabete ifmorzando la fete ; sì che fanno divenire graffi, l’efìenuati. Secondo Paolo Egineta,confortando le vi{cere, fono efficaciffime nella ldropifia,per la caldez za che tengono delTalume.-ritengono il feme,che efce da fe fteffo,e le molte polluzioni notturne (in che ab« biarno anco ifperimentato Tacque di Carta Romana dandole a bere)diffeccano i foverchi,e diverfi meitrui delle donne , e ritengono la gonorrea : vagliono alle ulcere delia vellica , al prorito , alla rogna , e a tutti qu elli altri effetti, che fuoie indurre ladiftemperanza dei fegato sh la cute.Sono fegnalato rimedio alli fpeffi aborti delle donne,e particolarmente di quelle, che fono ancora tenere,egiovanette - Giovano alle poda gre nel principio , e quando non fono ancora confer mate: alla paralifia, al tremore, e a catarri fatti da difìillazione,edalIa materia fottile, ma ciòfSno toghedoli più in forma di goccia,che di bagno.Sanano ogni debbolezza di flomaco,fedendo nel bagno, e la enfia gione^ il dolore caufato da quella : Rendono P appe tito p erduto, e nettano le ulcere, quando fono vec chie^ fordide: applicate calde alle fcrofole, fono gio vevole rimedio per eftirparle: fermano, e indurano il callo nel li offi rotti- Confortano le giunture,vietando le tumefazioni, che fogliono venire per cagione della luxatione,e quello e quanto al loro ufo.Ma io non vo g lio iafciare indietro quello , diche iì fuoie dubitare da’ belli ingegni , cioè , onde avvenga , che fendo le acque ferrate aftringenti di loronatura.e {litiche,gio vino all* oppilazioni.e a quelli, che patono di mal di m ilza, detti fplenetici . N e pare che fia da dire : per che elle fiano grievhpercioche, fe ciò folle molto più efficacemente aprirebbono le acque, che fono di natu ra di piom bose cenofe j e fa n g o fe , e tutte le alrre fi. m i li
Libro Secondo.
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rnili; ma dire ino forfi, che col fuoco s’ aiTottiglino, o pure parche tirano dal ferro un certo fecreto fom ite apertivo.tenue, e fottiie?Io per ma cr ederei.che folle piuveritimile quello» che anno ferii to m olti uomi ni dotti,cio'e,che fendo elle di qualità contr arie,apro* no accidentalmente: peroche d e fila n d o , e dentando I v i l i , e le fiore delle vifeere, e delle parti interne, giovano, e adunando, e raccogliendo il calore inna to,facilmente rifolvano il rimanente dell eicremento. Ma di ciò avendo noi ragionato a lungo nell’ opere noitra latina non diremo io quello luogo altrojdiremo folo, che tutte le acque , che anno picei ola mefcolane za di ferro, fono lodate nelli alimenti; ma quelle,che n’ anno grande , e fegoalata im pre filone, fi lodano» come acque medicamentofe naturali ,come fono quel le di quello bagno , delle quali ( co me abbiamo det to ) ci pofiìamo fervire in bagno, in goccia,e io darle a bere. Delbagno detto A urifero^ella Cala d * Umbrafeo. G A P *
XXI.
N T R A N D O dentro Ia Valle nella cala d’ Um, brafco, e esaminando per lo fpazio di venti palli in su verfo il monteEpomeo,per lo>margine d’un pic ciolo rivo v. trovali a man delira un fonte non molto grande,ma di copiofe,e abbondanti acque chiare , e d o lci, dette del bagno Aurifero , poco più calde di quelle del bagno del ferro,efenza ninno odore ingra to. Quivi non fenza grande fio p ore,s’oiTerva una bellifiima maraviglia di ¡Satura -.peroche quando il fonte e pieno e bene n e t t o , quelle acque inoltrano nella Jor fuperficie un’efcremeuto d'oro^ che fauna tela Cotti Z z i«
E
De'Rimedij Naturali d'ìfobia^
i So le, quafi un fottìi velo d’oro finiffimo, ds più di ventiquattro carati, co’ l qual velo fi cuoprono le acque, ira modo,che fi vede tutto il fonte rrfplendere di punfliiro oro , e all’ora p iù , quando i raggi folari il per cuotono*, e di qui è , che noi l ’abbiamo voluto chia mare bagno Aurifero: perche mena feca l ’oro, ficome fi legge , che fanno molti fiumi ; anzi abbiamo più volte fperimentato,e particolarmete quell’anno i j8 3. abbiamo fatto vedere a molti Signori, tra’quali è fia to il Signor Duca nofiro ficee!lentifiìmo , il cui inge gno, e iapere fupera l ’età fua puerile, che mentre Vofìra Eccellenzafe nettava dentro ri bagno di GurgiteJlo,fu condotto da me , co’l Signor Marchefe d ’Anfi, e co’l Signor Donato Antonio Coccio, dotto Medi co, e Filofofo , e giovane di grande fperanza a vedere quefìi tre bagn i, de’ quali ora fcriviam o, che acco llando leggiermente la pianta della mano fopra la ioperficie dell’acqua vi fi attacca quella tela d’o ro , si che non con minore maraviglia delle cofe grandi del la natura,che con piacere di mirarlo, rimane la mano tutta indorata.E’ la minerà di quello bagno (per quelm mera. lo, che fi può raccogliere dalla fua difìijhzione, e dall’eflànoine della terra, ed tifale ,) di oro:ma (per quel lo, che io giudico) mefcolato con qualche parte di ra me,e con alcuni pochi vapori di folfo$ ma fendo Toro in predominio, non è da dubitare, che ce ne polliamo fervire, e in bere, e in bagnarvi!], e nella goccia , e ira lavande particolari, e in fomenti. Qpali fiano gli effet ti ftupendi di quelle acque, non credo io, che fendo di minerà, che avanza tutte l ’altre roinere, che fia neceffà rio , che io m1 affatichi molto a mofirare, fapendolì già da tutti chiariiiìmamente, quali fiano le virtù del l ’oro , e quanto fia la fua nobiltà, fendo dotato di ca lette fpecie: in modo che tutte le altre materie per di venire
Libro Secondo
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venire a qualche grado di p e rfe z io n e , per forza cor». viene,che fi accodino alla natura dell’oro . Tengono dunque quelle acque un temperamento , quali di caJor celede,operando elle ( come dicono) per virtù occu Ita i Confortano tanto la virtù animale, quanto la naturale^ la vitale,e tutti gridrum enti, e parti iltrumentane ,e principalmente il cuore, e i precordj , il polm one, il petto >e l ’altre parti interne, giovano al cervello,a nervi, e a tutti gli altri fenforj, recano al legrezza d’animo,e tolgono ,a malinconìa fpontanea, porgono vivacità a gli i p r i t i , e mafiìme alla villa, rendono l’udito,e confermano Jamemoria »fono utili alle piaghe invecchiate , e fanano i deferti della pelle , e le puttole cagionate dal mal francefe , e polfono in fommafare tuttequelle operazioni , che (ì danno alla celcfie virtù dell’o ro . Q ui non laicierò di di re,che fe tal’uno faceife dubbio,come l ’oro,che gianoai ne anche con rifleffo fuoco non fi còlutila,polTa imprimere, nò foiamente la facoltà,e virtù a quefìeacque , ma la fudanza ideffa j fe gli potrà rifpondere,che le acque di minerà d’oro , in due maniere s’ intende,che ricevano roro,o in quel modo , che veggiamo fare le arene de’ fiumi,come quelle de] Meandro, T ago di Spagna, dei Hebro di Tracia ; o che contengono in fe la materia preiacentei ma di quello abbiamò, appieno difputato nel noftro libro latino. Di quello bagno , io avevo deliberato da me fteffo , di non feri vere in modo niu* tio,dubitando di dare vana materia a qualche Chimi co fìracciatod’andarvi, dimorandovi intorno per tro vare il Dioneucb, e quel benedetto Lapis , nel quale tanti infelici uomini anno perfo così fpeffo, e la robba , e il cervello: ma io ho yoluto,che pofla più in me la carità Chrilìianaja quale mi forza, che pollo a parteogni rifpetto,procuri di giovarefempre alMon-
181 De'Rimedj Naturati (Tlfchìa , do . Ne fi deve maravigliare niuno d i sì fatto bagno « poiché, e Strabone, e altri fcrivon o in quella lfola elfere minere d’ oro, e chiaramente fe ne vede una, in quel luogo,dove dicono Campagnano . D e l Bagno Argenteo. C A P .
XXII.
O P O il bagno Aurifero, pipando tre palli piti oltre, fi vede fcaturire un picciolo fonte di ac que chiare,e limpide,e dolci,con un poco di odore di folio,che a guifa di quelle dell’oro fono continuamen te coperte d’ una fottiliffima tela d’ argento, sì puro che pub fimigliare laferenità del giorno, e però l’ ab biamo chiamato il bagno Argenteo,o Argentifero.de! quale m/pare foverchio fare pm particolare Hifloria, fendo le condizioni dell’argento , tanto fimiglianti a quelle dell’ oro, che avendo l ’uno , e 1’ altro ì medefigdì principj, niunacofa li fa differenti, fe non la concozzione.e la induftria,o elaborazione della naturala quale indendeodo quanto a se di fare fempre oro,vin ta da alcuni accidenti o interni, o efìerni, fa argento : il che intanto crediamo eifer vero , che bene fpelfo avviene , che con l’arte, e con lunga preparazione, e induftria umana , s’ emendano i difetti di Natura , e fupplendo alfuo mancamento , vediamo di argento farli oro ; e fe vogliamo credere a Plinio nel libr.35. cap.4. e l’ argento,quafi una matrice de metalli, e in ognioro.fi trova argento di pefo diverfo.e in tafano di dieci,in altro di nove,in aìtrodi otto parti. Effondo dunque ciò vero,conchiuderemo5eh: faccia il bagno d ’argentoquei medefimi effetti , che quello dell’oro, ma piò deboli,e più rimeili. D el
D
Libro Secondo.
183
Del Bagno della Gala d'' Umbrafco» C A P .
XXIII.
E voi andate un poco più innanzi, iniìno alie radi ci dell’ Epomeo »caminando verfo mano manca , v ’ incontrarli il bagno d’Umbrafco: l ’acqua del quale falta,e precipita dal m ezo,quali d’ una alta ripa,calda, chiara , e dolce, con odore di iòlfo . La fua minerà è folfo, con qualche poca mefcolanza di rame, e d’ alu- ¿*ado d, me:'e nel fecondo grado di caldezza. Si ufurpaque-caldma ÍT acqua all’uib della g o c c ia , e maífiraamente contra l9 '^ra2!°,n,e tutti 1 vizj de catarri >di qualuvogJia torte, lecondotcfta l ’ufanza del le altre acque,che rifolvonoi morbi del- Alle partì la teña de’ n ervi, e delie gionture E queño b a g n o u ancora gli antichi anno Jafciato da banda. re ’
S
De Hi Sudatori nella Valle di Negromante . C A P .
XXIV.
A M IN A N D O all’io sù per la Valle detta d’Urabrafeo,s’entra in un’altra grandiflima,e flupenda valle , detta volgarmente di Negroponte , che per infino a quelli tempi ferba ancora l ’ antico nome di Euboea, che diciamo Negropontej poiché noi tenia mo , che da CafteJlone per infino a quelli luoghi , a. bitaiTero li primi Cunrani j il che fi fa manifefto,non folo per li nomi antichiima per leruine.e velligj, che fi veggono,di ruine, e muraglie,fimili a quelli di Cu^ ma . In queda Valle fi veggono fcaturire più acque calde di bagni,e fi fente in una parte di quella, un ru moreterribile d’acque,che pare un fuono di Tamburi
C
che
184
Acqua p ic cio li
Minera
De'Rimedi) Naturali d’Ifchìa,
che a molti dona fpavento.-fono poi in quella tre fon tanelle picciole , dittante l’una dall'altra . L’acqaa e frelca, dolce, foave, e falubre, e fi dice da'Contadinì, l’acqua piccioia ; frà quefte fonti tono dui Sudatori/, con minerà , e fornite di vetriolo, bitume, ealume : giovano alle gionture indurate, e à’ nervi attratti ; rifolvendo vaiorofanDente,giovano alli tumori ,e mate rie flemmatiche: li Contadini fe ne ièryono ancora per dirizzare i legni torti, .
_
1
D e l Bagno chiam ato della C e la ta .
C A
P.
XXV.
’ Neceflario, che un'altra volta ritorniate a canto il luogo del bagno del Cotto, e da quello poi! andando verfo in su per un rivolo d’acqua calda , il quale rifguarda il monte Epomeo; caminando per la quinta parte d’uno ftadio, troverete una fontana d’ac qua caldiflìma, la quale ulano le donne con la cenere, per lavare,e nettare i panni fenza ajuto alcuno di fuo co , e abbiamo ancora veduto cuocere le ova nella roedeiìma acqua,e cavagne, e i poveri vi fanno diven tare molle il pane, quando eflendo di molto tempo, e diventato troppo duro nò fi può mangiare.Spelano in quella i porchetti , e vi fanno gli abitanti di quel luo go tutte quelle coiè,Ie quali far fi fogliono con acqua caldiflìma , e apparecchiata con fuoco ; e quel pane duro,così bagnato,e ritornato molle guadagna, e riac- W quitta un fapore non ingrato al palato, e fenza nocu mento niunOjOgni dì fi mangia,ed è quell’acqua chia ra, limpida, e fplendente i ma tanto il luogo , come l’acqua fi veggono perpetuamente fumare ,edè cofa mirabile, vedere così gran fervore , e perpetuo calore in
E
'i
Libro Secondo
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in così poco luogo • Tra tutte le acque calde de’ fogni d’ifchia , quei!’ acqua ottiene il primato nellacaldez za, e ha il Ìommo grado di calore . Ragionevolmente dunque bifognarà mettere quell’acqua , tra le acque , che anno il quarto grado di ca ld ezza . E ” di fapore Tiene qiufi* dolce , e a beveria non è cattiva . La fua minerà parte- * ,ja ,!.1 ♦ cipa della virtù del fo lto , quantunque J acqua pare, dsrza che non neabbia niente. Vengono, e paflano li canali Sapore di quelle vene al tamente,e profondamente, con un fin* iilMÌÌ cero vapore di folfo , e di fuoco che paflà , contiene una particella di nitro , e affai pietre di marmo brugiate, o vero ) fe così vi piace ) una fpecie , o minerà d’alume. Gli eferementi appajono in quei luoghi vici ni un poco verdi,Il quali come io (limo, pare che ab bino del rame, o vero dei calcanto , detto vetriolo* Quell’acqua riscalda , ma più diffecca,medica, e Tana le infermità fredde, « umide , o quelli mali , che non a gii occhi, fono molto caldi,giova a gli occhi , alle orecchi, alle alle or«c. affezzioni delle pani nervofe della teda ; e Tana tutte ch,*ile perfettamente quelle infermità , le quali fogliono ve- nervofe. aire per vizio dei cervello ,edi catarro. Giova al do al ,c,t.1.rr°<li lore della iella , e all’ Emicrania , quando procede da u caufa fredda, e umida $ rifehiara , e aguzza la villa , all’ emicra. e Tana ancora il tinnite deli’orecchie, e la lordezza : è nia-]]a y.fti rimedio a paralitici, e aIli epleptici : riflora, c ripara dj libilo, citi* la memoria offefa per fredde fuperfiuitàigiova a colo «irò Usil' ro, che patifconod’afma : ferve quello bagno per tur j|r^CCp'a'r ta la Eilate; e ancora quando regna Ja Canicola è uti f„. * ff* bilìmo; ce ne ferviamo in beverlo , e nella goccia più HI’ epUefi». allo fpeffo,fa venire il lattecopiofo alledonne, man-rj^eia Cm°* giando i l p a n e bagnato nell’acqua di queiie bagoo,il che nuovamente s’è efperimestato.
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De' R medij Naturali d'ifchìet % Del Bagno di Sinigalla. C
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P.
XXVI.
L bagno di Sinigalla, prefe il nome dalla valle: e quelto a punto dove comincia la (alita del monte Epomeo,éd è lontano, dal bagno delia Colata,quanto uh tiro di pietra con la roano.Nella prima entrata,tut ti quei luoghi d’ogai intorno al bagno,ibno pianippoi cominciano ad edere montqofi, e alla fine s’apprefenta una bella, e aroeniffiflìroa valle con arbori verdeg« giant^per mezo della quale, dalle pfesiofiflìinè cime del grande Hporoeo , feorre, e precipitagihun rivolo, d’acqua dolce , detto la; Pera. Quello bagno è flato afeofo molti anni j percioche era coperto lòtto terra, per i ’iropeto di un grandiffìroo- torrente , il quale da quel luogo palla , parte nei tempo dell’inverno, parte quando le piogge abbondano * Elfendo. io andato a ricercar la origine * e naicìmento di queflo bagno, ca lcinando verfo l’Epomeo, e lavanda dopa Je fpalle il bagno della Colata,, olfervavo quel rivolo di acqua tepida , e dopo paffando io piu avanti trovai acqua frefea, eall’ora riiguardando verfo la man delira , ve-« #eado certe reliquie, e ruined’antico edificio, comandai,che ivi fi ^appaile la terra,« fu bita fatta come una fontana,o vero come una folla, e quali come un certa labro cavato,u(cirno copiale , e abbondanti acque dì bagno. Io certo di queflo mi rallegrai, come fe ivi ri trovato avelie un teforo : ih accada quella bagno piu al centro deil’ Bpomeo,che tutti gli altri bagni di que. fio luogo,e di ià nafee Eiicndo quella monte ri echi fi fimo di metalli, di oro li argentò,di rame.di ferro \ t che non folaroente è chiara col tedimania di Straba ne,
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Acati*l ditta lai I?*ra,
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Ine, fcrittore antichiifimo , il quale ha iafciato fcritto, ^ libro che quefl’Ifola d’ Ifchia è abbondantiilìma, e ricchif- verfo » fima di cave,e minere di oro, ma ancora uno S c r i t t o r e ' moderno, uomo dottiffìmo,dicendo , che è feraciflìma di di ver fi frutti ( per ufare io l ’ifielTe fue parole), e di froroento eccellentiifimo, e ottimo vin o , di folto, di alume, e d’oro , come già i Signori Veneziani ne‘ paffati tempi ne fecero prova , di modo che dubitare più di quello per innanzi, non pare che fia più lecito. Non manca qui la terra d’un certo fuo proprio calore, e tepore intrinfeco, e perù la natura di quelle acque e milla, né fenza qualche lignificazione, o fegno del fo- . mite naturale : imperoche ai tatto le acque di quefto bagno, fono calde piacevolmente, e come quelle, che al gulìo non moftrano , quali cofa alcuna d’acrimonia, o vero di falfedine, cosi dimoflrano qualche piccioli foilanza di nitro, e miftura di ferro , con alume liqui do: la qual cofa certo fi confermale dallo ifperimento della folli reazione > e dalla qualità degli eferementi adjacenti. Sono quelle acque di odore foave, t a neffun modo ingrato al fenfo. Sono di colore bianco,làt* teo, o pure come acqua di maccaroni. E quantunque quello colore poffa venire dalla terra argillofa , dal peffo, dalla calcina , e cenere, pure noi crediamo, che venga per la mifìione deliziarne liquido. Laonde pia* cevoliffimamente giovano,non folo a quelli, che fono molto innanzi nell’età,e gagliardi per natura , ma am cora a figliuoli tenerini, come dicemmo de’ bagni di Gurgitello,« della Fontana, nesquali felici ffimamente abbiamo curato fanciulli di tre anni, e ugualmente uomini, e donne , gio va n i, e vecchi , e fi deve cer tamente filmare molti ffimo , che pòiTono entrare iti quelle acque fenza difpiacere , e nocumento alcuno, Modo «!# Si pigliano queft’acque ad ogni ufo,maprincipàlmen-ufàre prj, A a 2 le
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D e ’ R tjn e d j N a t u r a li cP Ifo b ia , m >il 1) ¿¿in) te ad ufo di bagno fono eccellentifiime,© cer to fi pra* eftatjore . dicano d; maravigliofiflime virtù : di maniera che dal corpo infino a piedi, nona infirmità niuna , la quale quelle acque non pajano avere affatto guarita, o veBagn. prcf»ro almeno grandemente alleggerita . t^uello ifteffb ch^ 0°!!° ’ °£m' ^ fperimentiamo effere vetiiììmo ne’ bagni di Vina dei Gurgitelloi della Fontana , e di Fornello : e nel bere bagno: queifacqua , quantunque perla miftura fia poco purla^gocc1^ 1 g^tivai pure libera lo fìomaco , e tutti li altri membri Contra i? nutritivi da qualfivoglia intemperie, e roaffinoamenfluffioni. ^ te della fredda, e della um ida. A ll’ufo della goccia—» u tetti'z fopra capo ¿fanno al propofito , e operano contra il nerv , e qualunque vizio di catarro, e fluffioni, al modo delacciuc » che rifolvono , e contro ivizj ancora «i;tf>"ar^eti°. della tetta, de’ n erv i, e delle gionture , anzi fe fi rice che,« iiie po vono in qualche parte del corpo , o debile , o laffa , o ^ ^ ec*ntraz dislargata, «gonfiata nell’ afperfioni, fortificano,e ri7;onj. z folvono le parti deboli, e le rilavate confertnono. AlLuco del ba. Je contrazzioni, e ritiramene! de’tendini , e delle corde gn0‘ nelle membra , imprattata molto bene quella parte , e allottata col fango di quelle acque, efeccata al Sole, come fi fuole fare , e dopo lavata molto bene ne’ ba gni refiituifeono Je membra , e parti del corpo nella—» prima co'nftituzione , e abitatine naturale: e finalmen te , non folo giovano a gli u om in i, ma ancora fi ri trovano falutifere, e giovevoli, eziandio allebeftie, e a gli animali domefidei. Noi abbiamo faneto col folo ufo dì quello bagno , molte perfone , che pativano la feiatica invecchiata; e oltre c ib , iànafifimo una donna Hftojìj nobiliffìma, affai groffa , e quali vecchia , con l’ ufo di quello bagno, e di Gurgitello, la quale pativa, non Te lo il male detto di fopra; ma ancora una piaga nel mefareo, di maniera , che per piu anni aveva buttato , e purgato marcia , per lo fondamento , e aveva travaglia-
Libro Secondo.
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gliato molti M edici. D i modo che abbiamo d chia rate chiaramente tutte le c o fe , che di quello bagno dicono t. e affermano il vecchio,e nuovo libro.
Delti Sudatorii del FraJJb. C A
P.
X X V
1
I.
O P R A Caia nizzola, ove fé dice il Fraffo, vi fo no tre altri Sudatorj , la minerà del li detti, e in Minerà predominio di alume, con poca qualità di calcanto , e bitume : tengono fo a v e , e medorato calore, e anno condonile natura , e virtù , con quelli due altri fcritti di fopra...
S
Del Bagnitello. C
A
P.
X X V I I
1.
,
RA il cafale di CafanizzoJa e quello del Lacco, fcaturifce uh bagno piccolo , detto il Bagnitel lo , caldo moderatamente, la cui acqua è chiara , e di iàpore dolce, e foav.e,nè tiene odore ingratoda mine rà 'e di nitro, con poco bitumedi contadini, cioè i va-Minerai fari, dico i maeftri, e.operarj , dopo d’aver dato fuo co grande più giorni alle loro fornaci, per il gran ca lore , Cogliono redare con libilo , e fordità, nelle orec chie, e c sì ricorrono alle acque di quello preziofo ba.gn o ,fen z’altra preparazione , e ponendolo più giorni aentro l ’orecchie, reitano fani per virtù di quell’acqua-j il che ogni giorno s’efperimenta
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Del*
190 Ve’ Rimcdj Naturali <f Ifcbia, D e lla fo n te
C A P .
detto Rete XXIX.
IC IN O a quello bagno fcaturifce un’ altra ac* qua , chiara, calda, e dolce,€ di quella bevono tutti quelli di Cafa nizzola, e anco del Lacco , perche portata in cafa diventa frefca . quella non ha minerà fenon di terra argillofa , ed e fienile all’ acqua di Nitroli per eifere cotta naturale, giova alle vifeere , c a l le reni, e vellica particolarmente . T u tti i legumi fi cuocono in quella-, e così ogni altra cofa : e da qui fi vede , che non ogni acqua, che fcaturifce calda è me* dicata-Io lodaria l ’ufo di quella, e di quella di Nitroli portate in caia calde,a quelle perfone , che^ per etfica , o altra affezzione anno bifogno di Bagni di ac qua dolce naturale poiché quelle anno il calore-* della natura ,e non dell’artificio, il che ne fu,ne 'e con« celio in ogni parte del mondo.
V
Del Bagno detto di Mezavìa. C A P .
XXX.
,
L B A G N O di Mezavìa vicino al già detto di fopra , chiamato altramente de’ legn i, mollifica i nervi,fana la rogna in qualfivoglia membro. Si dice eflèr giovevole a fare impregnare , al dolor del capo,e^ dello flomaco : fana gli occhi Iagrimofi,rìflora la v i lla,giova al vomito,diflblve ia flemma,e toglie a quei, che fono purgati,il rigore T rà il bagno del Capitello, e il bagno della Spelonca e quello di M ezavia, il quale riafeeva, difeoflo dal m are, e o ggi dì fi veggo no
I
Libro Sècondo .
191 ao li veftigj del bagno perfo ; adeiTo (fecondo il mio giudicio ) nafce vicino al lito del mare. P i quello gli abitaron' del luogo lì fervono pili che degli altri ¡ u fanare la rogna » e altri fe ne fervono ad altri i t a l i . L ’acqua fcaturifeecalda , e non perfettamente chia Sapor# ; ra , ma alquanto gialla , di fapore agro, e fa ffo , come l ’acqua del mare » La fua minerà b di folfo» il quale in efia predomina come fi modi* per l ’odore; contie Minera i ne qualche parte di magra % e anco di fale, per eflcr faifa ; e da qui nafte, che la fua virtù e triplicata . D i Vli^gíovj; menti. quedo bagno ci (ferviamo in doccia * e nelle parti Allo fpafm» colari (efiìoni. Nel bere non nsabbiamo ancor fat fatto . Alla rogna ; to ifperìenza. Giova marav'gliofamentealla convul- Alla afprez; fionegià fatta.Sana fa rogna* l ’afprezza della cute ; il n della.pel* mal della milza t tughe le lentigini , [’ impetigini, il le Alla milza . dolor del capo, e dello ftomaco.. Giova alle donne Alle Ieri,ligi gravide, per la cpagra^iana le lagrime degli occhi ; e ni. le fittole lagrimad dette egílope pigliandoli perb con Alle impeti^ gin* •. ¡debiti modi. Giova aliavida, e al vomito.Dif. A l dolor* folve , e caccia fuori la demma , e eifendo ¿«I capo. A l dolor* purgato il corpo toglie il r ig o r e ^ e «Iella fiumi. fì’ acqua e di temperata natura , Alle donne e qualità nei fine del fecon pregai nti. do ordine, e ce ne fer All» mali d* viamo nel tempo -ti occhi. A ftflola la. dell’ Inver crimali « no, e alla viSa* dell’ Au al vomito tunno,, al ugni*
Grado d¡ «alore
Del I
%
192
De'Rimedìj Naturali d'Ifcbia, D el
C
Bagno d e l C a p it e llo , A
P.
XXXI.
R A M bagno della Spelonga , e quello dell’ Arena, folto il Cafale del lacco, e vicino alla Chief* della gloriofa A -N N U N PIA T A ,e vicino allo fcoglio della Triglia, nel lite del mare, Tcaturifcono ie acque del bagno detto del Capitello : quali Tono chiare , e Minerà. R®pide, ma di fapare falfo alquanto, e di odore di folfo . La minerà di quello bagno e di foifo , e fale,è Alla ro-caldo nel fecondo grado intenfo . G li abitatori di B AlU tfo. qaelLUuoghL fe ne fervono per fauare la rogna , la_* ra. * P °* pfora, l’ im petigini, e le foruncole picciole , dette da AH’impe. Greci Dothieoi j e a molte altre aiFezzioni cutanee tlginì bagoandovifi,e credo nel beerla non farebbe mala , fe Àlli forun bene non n’ abbiamo fatto infino a quell’ ora efpe» •uli. rienza.
F
Del Bagno di Santa Reftituta CAP-
,
pvejfo all* Arena*
X X X I I .
ammalati, dopo l ’ arenazione lavare tutto il corpo,© .parte di que1lo . Ma noi -Puliamo come bagno , e la M in e r a i fua binerà è fale , alume , e-folfo , con qualche poca Uc.iiià. mefcolanza d ' rame , come la deOillazione pare che dim odri: è caldo, e fecco, efori ficante nel fecondo d^gre* P° grado. A gii uomini ,cìie patifeono la podagra , TacAU’arthri. que di quello bagno fono utiliiiìcne, come fpeffe volte c'dA11 s> ®eiperimentato, giovano all’ arthrrtide, e anco a rofina.
Libro Secondo. 193 g n o fi. Proibiscono le tenfioni , e gonfiamenti degli All* tei« Ippocondrj , e rifolvooo la flatulenta aiateria, e inda* «ione del ventre, degl’inteflini, e celi utero, Laonde maravigliofamente alleggeriscono li dolori colici, io All focu* danzi dell’aceeflìone , e anche fono prtilrvativi da J*^'aad™1' qu elli, c ufate nt’elider] (min urico no » e disfanno la *en re, 0 milza , purgano, nettano, e leccano l'umidità bua- dfii'utere: che dell’utero delle donne, e le Piaghe de tali luoghi cijlìcf" lyri Qettano, e votano la mola . Noi biasimiamo l’ufo del AH* m !«3 bagno dopo quali!voglia laborrazione , come alcuni Alle.biioche fogliono fare Imperoche coloro, che la ufano per la ^^donne. fortificazione delle parti,fappiano,che l’ultimo ajuto, Alle pitgha che fe gli dà, deve eifere fecco, e in a tto , e in potenz a , di maniera che fe fi doveranno ufare bagni necef- Errore di al" fariam ente, doveranno accora precedere, c ufarfiin ennì. «anzi alla faborrazione. Diciam o ancora,che noi dob- vouoEnrecf biamo evitare la moltitudine de’rimed] naturali, ac- derc°afia fe! eioche l’uno non impedifea l ’altro , e come abbiamo borra*«'one,o detto nel ^Metodo univerfale , bifogna eleggere un 1*f^ ,*B* prélìdio, e ajuto «aturale,che fia atto aM’infermità, e P* C * a quello fermarli. E pure quello bagno non fi» fcritto3 nè offervato da niuno degli A ntichi, nè Moder ni . Q uefl’anno abbiamo feoperto le mu ra d’uno antico bagno,al capo dell’A rena, e s’è trovato l’acqua calda, ma non n’abbiamo fatta ancora efpericnza ninna.
B b
B eh
194
Rimedi] Naturali cflfcbia,
D e ll'A re n a z io n e celebrai ifjtm a d i Santa R e fi i tu tu n e ll'lfo la d 'i jc b i a .
c A P. XXXIII. L fatnofiilìrao luogo dell’Arenaziane è lontano da’ bagni della Spelonga, e di Gurgitello, per Io fpa2Ìo di mille pa£fi,e del Capitello per uno Radio* e gli Antichi icrittori anno lafciato da banda affattoqueiìoeccellente, e incomparabile , e quafi divino ajuto (fe còsi m’è lecito parlare per quella volta.) Uno folamente de’Moderni , cioè l’iiccellente Signor Andrea Lode a«j Baccio, a cui tutta la poRerità, fenza dubbio , doveri l ic c io . affai, per le molte cofe nafeofle nelle vifeere della Terra, da lui già ritrovate, e liberaliflìnaamente a tut ti manifeflate, e comunicate , e perla rara fua virtù ancora, à conofciuto l’ufo, le forze , e per dire con una parola,» perfezzionato tutto quello negozio del l’Arena,di forte che ragionevolmente è degno di fona, ma lode. Dice nel quarto libro delle acque fulfuree naturali,calde nel quarto grado. Prejfo a quejle acque
I
chiamate della Spelonca,in I f c h ia M è l'ufo d e ll'A re n azio n e,a lla quale, forfè in tu tta It a lia non troverete una pare:percioche la natura di quel terreno da fe f le f ja « fe d o c a lia -fifecca ,e come abbaiamo detto,efsedo tutta d i m ateria fu lfu re a ,e alum ino f a ,a un eccellete v ir t ù , e proprietà difcuJJìva,refolutiva:laonde cavandovi una f o f ja per infm o a l ginocchio',gl' ammalati fi cuopronoco quelle arenecedde,ricopredofiperP la tefìa fa tto qualche pagliaroli»,e mutando fpejfo quella polvere quando diventarà fredda G io v a a g l'id ro p ic i jo p ra t u tti g i i a l t r i r im e d ij , d isfa , e rifo lv e i tumori d ella poda g r a , fa n a alle donne l'a ffe tti h ijle r ic h i, d etti profocutione di m a tric e , & a l ventre gonfio , r if o lv e / tu *
libro Secondo .
19 ^
tum ori dtlle membra efe rm a , e g u a rìfc e a f f l o la pa ra lefta ,d ifen d e le contrazzion i d e 'n e ry l , le quali derivano d’u m id ità , e fr ig id it à 5 e conviene ad ogni intemperie fre d d a , e umida'. Cominciando V E fttu e , e l ’Autunno j poiché ne’g ra n c a ld i non f i puh to lle ra re . Per infino a qui abbiamo riferiao Je parole fteffe def dottifiimo Baccio. Ma lo Beffo Autore nel lièto delle T erm e,confiderando.qaefla.coia piti altamente, dice, che in quello luogo vi fia minerà di ferro.lmperoche, àicefiornmunemente d ag li A u to ri è lodata Varena.fi f a . Ub.t.c.i?«, borra del mare,quale dicemmo', però eccellente è quella,che f a r à m inerale fivero d ifu a natura f i p e rfe Jie JJa calda fiome è quella ,che seza pare f e ritro v a n ell’ Ifo la Nota ; à’l/chia fili'a cq u e caldc,imperacbe quel fuolofi terreno e pieno dì folfo,alu m in ojo fi fe r r e o ,p e r f e flejfo caldo f i Minerà, in fa tto fe c c o , nel quale molto utilm ente oggi g l i am' m alattie majjìmamente g l ’id ro p ici f i arenano, e jabotrana. T ra tanto.bifognerà iàpere , che il luo^o della vera fabor razione comprende , quafi lo fpazio di due fìadj in lunghezza,e la larghezza contiene fpazio no t a b i l e l’altro luogo appretto a reno io fi ftima difutile, e di ninno valore,non eifendo minerale. S ’oifervano in quello luogo dove è l’arena minerale , i grani del l’arena più lucenti, e fplendenti, di quel che fogliono v rifplendere, come fquame d’oro, e d ’argento. Ma gli uomini favj, i quali invelligano la natura de’ metalli, per infin fotto le vifeere della terra , affermano elfer una fpecie di folfo naturalmente disfatto, e concotto, e però fi ftima tanto piti fecco, e maggiormente utile. L ’ ufo dell’Arenazione fu lodato da Aetio. fecondo la fentenzad’Antillo,antico medico Ufiamo l’ Arenazione, overo la faborrazione,e per tutto il corpo, e per le particolari membra ; fecondo ci pare , cheil malerichiegga. Il modo di ufarla farà inquefta maniera. B b 2 E ’ne-
1 96
De'Rimdj Naturali d'ifclria ,
Motta d’ufi, E ’neceffario che vi ila un miniitro o fervitore,il qual* re l’ arena.
raccogliendo l’arena,o vero fabborra, apparecchi una foffa atta, e capace o per tutto il corpo, o per qualche parte di quello. Ma bifognarà avvertire,. che Ja foffa doverà effere un poco iunga,e la profondità di quella non doverà effere niente più alta di„trè piedi, e appena tanta profonda : perche fe voi cavarete più fotto, epiù profondamente , trovarete acque abbondanti di bagno minerale, che nafce , e fcaturifee fotto 1*arene e all’ ora perderete tutto il frutto della faborrazione, perche non vi giovarà cofa alcuna; poiché ia.faborra zione è neceffaria che fia fecca,e femplice, e non naefcolata con umore , oltre che uiuno potrebbe tollera re il fervore e il caldo di tali acque, facendo coper Tarmine del chio deirarene. Adunque il luogo più baffo della tbf. la cava. fa , che è il più vicina all’acqua, doverà effere ii giuffo termine, e fondo della foffa , fenza però feoprire l ’acqua, che fià fotto la foffa. E perche la faborra contiene un calore, e fervore intenfo,di maniera, che niuno ia può, eziandio per picciola dimora , tollerare con le carni ignude,però con un femplice,e forti le lenzuo lo,rivoltiamo prima tutto il corpo, e poi Io mettiamofólto tutto così avvolto , e coperto col lenzuolo den tro nella faborra, ».caperle le fpalle per infino alla cervice,lè quellodeiàdererà,e richiederà l ’ infermità , fi muta la iàborra, non folo una volta, odue , ma più,sì, accioche gli ammalati, impazienti fi rifiorino, e fi ri creino alquanto, altrimente per lo grandi filmo caldo mancherebbono di virtù , e cafeherebbono in qualche deliquio d’animo »ofincopejsì ancora neceffariamente, perche l’ arena mancando di calore , manca di vir Il tempi *r. tù. Diciamo aocora,che l’azzione , e operazione della ro è dell' faborra nuova per lo contatto pi ir,e grandemente gio Sftace. va . 11 tempo delTEflate alla fàborrazioriv è atti ili ¡no per
zìnne<
»
Libro Secondi) tìcr infinoal principio della C anicola,« fi loda1 f f matina per lo fpazio di tre ore dopò che fara ufci-L* bore atte, to il Sole, e la fera per altre tante ore innanzi 1 occac La dimora doverà edere fecondo,che potranno tol- Dimori » I * re e Apportare le forze di ciafcuno , fenza nocu mento , e fia ancora minore di quello »che fuole effere “ ’bagni, eziandio aliar caldi. Quello 'e V ultimo ajuto dopo U bagni,e noi dicemo l’ultimo d’ ultimila di per fe z io n e , e non di ordine, come alcuni lcioccamente Spaaìo dir ftimarono.il termine fia di quindici di, fé alcuno l o f t ,iorni . folamente una volta il dì:ma fe 1* ufera due volte il di farà fette, o nove giorni folamente, prete ie indication i. efegni , e del morbo, e delia gagliardezza delle forze. L ’ acqua del bagno , che fìa folto lafaborra »e arena afcofia, primieramente dimofiraailajlìmjo tale, Minerà, Nl, edapoifoifo , e aiumeye ferro in alcuni luoghi, lo ho veduto molti paralitici iànarfi con ufo di quell arena.Hiftori». : e tra gli altri *1 Signor Gio: Matteo Lanario, il quale aveva eia per due anni perduto il fenfo , e i l m o t o ^ piriaflt d‘ ambe due le gambe , e con l’ ajuto di queflafaborra fu refoalla fuaantica fanit'a, per lo fpazi.o.di due me-Mov!menti t fi , dopo h io b w a z io n e . Ma bifognerà notare «he. nel principio muove tanto, e turba gli umori, gìovne . coftringe i reiteri ammalati a mancare , e a diiperare, quafi della fàlute, perche pare, che faccia loro nocu mento, e queflo quando avviene'e argomento , e le gno , che la fanit'a e vicina. Spelte voite , noi qui ab biamo fenato J’ arthritide, o pure doglie articolari, e all. «emide curati i tumori edematofi flemmatici delle gambe . etiàndio ufandogli ammalati particolari feborratiofli folamente nelle parti delle gambe , aven ’o però »pri ma ufate le faborrationi uoiverfali, che bifognaciattamente offeevare, non altriroente, di quello» che e " to abbiamo dover lì fai® nell’ ufo de bagni. Giova an co»
T98 De'Rimedij Naturali d'Ifchia
Ani poja cora a coloro , che patifcono Ja podagra , e proibifce, che 1 loro.tumori non facciano calibe diveltino t phi,
di- ° per ÙÌr aieS,io>che «on diventi nodoía Ufiaoro an if '*'&■<* qoeftu rimedio per coloro, che patiicorìo mal di cuore, detta padrone cardiaca , cioè quandi per f a Alla clsan.t r i f ) ' le ’ 0 voliera negra nei io do maco , gli ammalati riafono affi tti, e tormentati Giovano contra l’elefantia» A l l í nerWrf0 Jef7ra 1 e contra le varici,dette vene delle garobein» tiraci, «co,rfSr°^ate’ e dilatate, e ancora alle contrazioni, e ritira«ratti . menti de’ nervi da caufa fredda -, e umida. Giovano " - X T o * * ! tret‘Dore’ e debolezza delle membra, e fanano j ’ in Be tleii’iicéródazioni, e gonfiamenti dell’ utero, e ma ili ma mente Contri j'quando le donne fi feonciano fpefle volte. Con quello abortorimedio abbiamo perfettamente -fanato molti travache. e,atI-gitati » e afflitti con lungo dolore delle anche , detto ieratica , e neJ quali l ’ offo del coffendice, detto della a«’ ifiropicF co^cia ’ Pef ^ seccori, e vifeofità era ufeito fuori del nei ' principo proprio luogo, e cavità. Ed ancora abbiamo co pio del male rati gli altri dolori delle giunture » con queito ajuto. A ila C
ca.
Giova a gli Hidropici fopra qualfivoglia altro rime dio, e fe Iafaborrazione fe miaiflra bene, e nel prinei» pio del male, Tana perfettamente. Nèbifogna udire quei Medici temerarj , ed arroganti, i quali mandano gli ammalati a quella fabborra.zione, non iòlo quando iJ male è già confirroato , maquàndofono abbando nati d’ ogni fperanza di falutej di maniera che non fa lò vi vanno mezzi vivi, ma ivi li fepellifcono m ezzi m orti, gabbati da un Proverbio , citato alle volte da undl?** n ° Cornelio Celfove da Plinio, c io è , Col fate, col Sole, e con la R ie , f i cura,e fona V Idroptjìa. E Paolo ancora aggiunge,ro» cibi,che disfece bino il che confirma an. cora Aetino, fecondo la fentenza é f Antilio;®a quelle cofe bifogna intenderle , ed efeguirle dal principio. 1 ricchi quando ufano della faborrazioneapparecchiano
Libra Secondo
199
no padiglioni,come di guerra, e fotto quelli fi danno mentre che fi faborrano,e arenano, acciòche non fila no offe fi dall'ardore del Soie¿ vi fi veggono anco moltilfimetefte de’ poveri, Je quali appaiono fojamente fo p ra , efiendo tutte l'altre parti del Corpo fiotto fare* . na,e qualche volta fienza p a g lia ro lo c perta alcuna, •ma con le tefìe ficoperte , e efipofte al caldo Sole $ e qualche volta io ho numerato cinquantsfette tefle efipoite ivi al Sole. La {aborra ha*tale, e tanto caldo, che fie voi la prenderete con la mano,farete fiuòito cofi retto gittarla via repentinameate,lenza poter ferrare il pugno: perche vi parerà di avere tocco con la ma no una cofia infocata , benché certamente nè brugia , nè fa vefiìche alcune dove tocca . Adunque a calore , quali come nella fine del terzo grado, e drflecca, quafiGr2<1o d- ef nel quarto, con refiringere, e corroborare le parti del iorc, e licei.* corpo, e in quello modo ha operaio, e tuttavia operata, quella faborra così mirabile , la quale un’ altra volta altrove noi racconteremo. D e l Sudatorio detto del Cotto •
C A P .
X X X l V .
’Lontano dal bagno dell’ Arenazione , il Sudatò rio del Cotto , quattro Hadj , 0 vero mezo mi glio ma nafee in un’afipra, e fa fio fa parte dei monte di Vico;ta!che ¡’avvicinarli a quello , per la cattiva lira da è cofa fafìidiofa. Refia,quali intera ancora la fabri ca della cafa chiamata Nizzola ; e per quella cagione CaU nìmo. fi dice volgarmente,che quello fiudatorfo è nella C a la li/ di Nizzola . Di quello fiudatorio l ’Autore antico dice in quedo modo: Non lafciamo ilfudatorio della Cafa di Nizzola-fhiamato del C otteci trovato daunavec* chiarella
E
o De'Rimedi) Naturali d'Ifibìa,
20 Al li ramni ch ia rella ir) u n a fua p o fiejjìon ejl quale fon i) le i d un« delle gambe, rottura nelle gambe g io va molto e g l i a rte tr> AUe .arretri. ¡ . v a k aj j a i contra l i gonfiamenti ,< ir .f i ;* ioni AU’infiiiio. del ventre^ anco delta milza. Ma làtraduzzioo »uova ne del ven. C(j nt iene quefìe coiè dei fudatorio del Cotto : l^uejto M a r n i» è »ella Caju Nizzata , quahfu ritrovata da Z Z ^ è / m a vecchia velia fua p a f f e t e . la q dàlia rottura delle gambe G iova quefio fudatorio a co loro,ch e patifeono l’ artiiw'de, e all’ infermità della • milza,e dello ftomaco . Bifogna fapere, che tutti i tu ie* * di datorj naturali per la virtù calda in atto, e in tenlucci i'fuda. za delle minere , grandemente diiTeccano, e nicaldat0fV no , e per la perfetta fottigliezza loro penetrano mira bilmente. e potentemente riiolvono , e facilmente, e prontamente cavano fuori il ludore . Ma tra di loro la ragione del più , e del meno è affai , come tara chnro a baffo, dove parlaremo d’un’altro fudatorio, detto di Barano . Certamente l’ufo principale di queflo fidatorio del Cotto è per ribaldare, diffeceare >e mollinca* re le parti indurate , quelle fenfibilmente anco forti fimffernì» vcando molto differentemente di quel Io,che fa il fuda. che fono fra torio di Barano , il quale folamente nlaija , slarga , e * “ *£• mollifica con poca fortificazione , come dimoflrarem» 8 iran». al fuo luogo s e finalmente per evacuare tutto il corpo per mezo de’fudatorj : è adunque com m odifiiao queAll’^ropifla fio fudatorio a coloro, che patifeono male di idropi ca , eziandio di qualfivoglia umore , e gonfiamento fiano pieni. Imperoche dice C e lfo , che bifogna ogni dì cavare, e procurare il fudore, non folo con 1 eterei* fazione , co *1 laconico , e col forao, ma ancora con l’arena calda , exon qualche vapore fecco . Giova per Alti tumori risolverei tumori flemnDaticijdetti edematofi in qualfieacnitofi • vo«lia «arte deldorpo nell’ ultima parte del ventre , ae’piedi, e ne’teflrcoli. Con J’ ajuto di queitoiùdato-
Lìh ro Secondo .
lo t
rio fi curano l’Idroceli » e malli m ámente ne’principj. All,IJroceí‘ N oi con l ’ufo del bagno d iG u rgitello ,e dopb col feccovapore di quello fudatorio , abbiamo Canato nella borfa debelliceli un tumore duro , fcirroío , e invec- All¡ cumatí chiatoj e alcuni (limarono, che ivi foffe fiata un tumore detto Sarcole : e cosí ancora abbiamo curato altri lim ili tumori con quelli medesimi ajuti,e rimedj,li n«»* quali gli altri Medici affermavano , che fojamente fi potevano curare per C h iru rgia, cioè, per incifione,e eflrazzione della parte co ’i vizio infieme.Giova finoil* ¿n¡ cumorí mente ancora alle inferm ità, e.tumori indurati delle duri d*iie gionture , ede’nervi (ancorchéquella ifìeffaooià P'^XuaHulc* perfettamente fa il fudatorio Baranico ) alla fciatica , alla podagra a qualfivoglia difìenfioni de’ nervi, e ili» podagu. mafíimamente fatte, e caufate da refoluzione, e qual- tìAincrache volta ancora da ferita . La l'uà minerà contiene fblfo ,e rame : del modo di efaminare le minere de.Tudatorj, cofa lafciata da banda dagli A n tich i, noi ra- Bifogna che gioneremo appreiTo . Se nell’ ufo del bagno,e maffiiue,11 corP° ll* che fi beve, noi abbiamo bifogno di purgazione corpo , grandifiìmamente è neceiiaria la preparazione jgU^ud^o • e evacuazione di tutto il corpo nel fudatorio.Impero-cften^n</; che piincipaimente con quello ufo del fudatorio fi pollona,grandementeaffottigliare gli umori, e offen dere la perfona ammalata. 11 modo di ufare il fudato rio a me fo lito , e confueto, eziandio fecondo la fentenza dei Signor Andrea.Baccio , deve effere, che non S!uiat0i;,0i* fi pigli,fe prima il corpo non farà bene difpofto,e pre-' parato per altri bagni fo a v i, per mezo de’quaü, quali del tutto, fcaricata la natura da molti fovercfii, e cat tivi umori, avvezza alle fudazioni foavi d’altri ba gni, più facilmente poi venga a q u e l l e ulrin>e forze di reliquie, e refianti umori , perciocché una violenza-.» cosi fubitanea, e r e p e n t i n a . , a p e n a corpo alcuno p u b C c ben
20% De'Rimedj Naturali d'ifcbm
? ben tollerare, benché quelli fudatorj detti fiano foav i . Sono alcuni Cotto mala dottrina ammaeflrat! , li. quali ordinano prima a gli ammalati fudazioni perpe tuamente, e Tempre imprudentemente , a mio parere e cosi in .luogo d’apportare a’ loro ammalati giova mento, fpeiiè volte gli apportano nocumento, e Jefione, ancorché quelli hanno un luogo di fotterfuggio, e di.icol' rii, dicendo , che errano in compagnia di mol ti . lo eccettuo alle volte certi cafi, ne’qnaii forno c o rretti ufo re folameote fudatorj, e non bagni: ma certo in quello è neceifario , che preceda una diligente, e efqttifita preparazione , e purgazione di tutto il corpo: altrimente bifogna temere, che non fica u fi,e procuri qualche infermità mortale: il che certo fi è oifervato ne gli altri fudatorj qualche volta , quando fono flati» imprudentemente , e malamente u fa t l. Si guardino M di «li dunque i prudenti non incorrere in detto errore.Entri cibare., digiuno,e co’ l ventre voto nel fudatorio, e entri tot» lo, fuor che la teila : la quale doverà difendere, o con la politura aw erfa,e rivoltata dà v a p o ri, overocon il berrettino . In quella forte di fudatorj fecchi, folemo vedere certe cavità della terra, le quali, parte per for za dei calore del fuoco, che ila fo tto , e parte ancora l ’arte l’a poi dilatate,e slargate ; dóve dando in piedi gli ammalati, quafi come nelle ftu fé, buttano fubito abbondantiflimi fudori. Adunque muove , e caufa fu dazioni gagliarde fopra le forze del laconico i pure-j ogn’uno fe le può a Tuo piacere compenfare , e mode rare , overo giacendoli in terra, e mettendo il braccio^ iòpra quel luogo caldo ., overo mettendo la gamba_,, o veramente fedendoli nelli luoghi,e gradi di mezo, o. pure in quelli di fopra , dove grandemente fi leva, e inalza gran copia di quel vapore igneo,e finalmente le fteife membra ammalate, bifogna muoverle pian pia no,
Secondo.
io 3
jjo c o , a p o c o a v v e z z a r la a l irto n a t u r a le , ch e ste n d e te d are lo r o , e h noedefim e m em b ra de* ren d ere la n o t t e , e i l g i o r n o c o n q u a lc h e c o m m o d o a ju to , c o m e fa re b b e co n q u a lc h e u n g u e n t o , o cera to » o a ltra coTa fim i le : le q u a li c o fe c o m m u n e m e n te fo le * t a o u fa r e n e ’ r itir a m e n ti d e ’ n e r v i , e n elli a r t i c o l i , e n e lle g io n tu r e in d u ra te .
Bagno di Santo Montano.
N T R A N D O per mare nella t>ella Cala, detta dà Santo Montano, a mano manca , verfo la radice del monte di V ico,fi ritrovano fcatarire abbondante mente ieacquedel bagno di Santo Montano , calde falfe,e chiare. L a loro minerà è di fole in predominio M,nare ° appretto di folfo, e rame , e io credo , che d.i quefto bagno abbia origine il Sudatorio già detto, giova in ufo di bagno alle doglie delle giunture,del collo par ticolarmente , alle fciatiche di caufa fredda , e u.ni- UtUIrò. da, alle podagre,alli tumori duri edematoiì , e ma ili me delle gambe , fortifica lo itomaco, e conforta le vlicere , diiTolve gli umori groili, redendoli fotti li , e evacua per fudore, e cava la ventofità dentro deli5 intefh'ni, e della matrice , giova alle donne , eh; fi fconciano fpeffo,e conforta l’utero', giova anco alla veffica, e al polmone »
E
2.04 De’Rimedij Naturali d'I fobìa D e l Bagno di O tta ra .
C A P .
XXXVI.
U ESTO bagao è poco dittante dal fopradetto-, rvU E allo fpafimo,a frenetici,ai tenafmo,o vero Vale K
iJ
premiti, alle donne Aerili, acciò pottano ge nerare^ qualfivoglia dolor di capoj toglie il freddo, e particolarmente quello della quartana , e fecondo di cono , a gli uomini fa abbondare il Teme , e alle don. ne il latte, E ’ in quella Ifoia un fa mofo , e granCafale, mag giore di tutti gli altri,che nell’Ifola fi veggono, chia mato Forino, e per corrozzione di vocabolo,Florio, pollo all* incontro della Città Metropolitana di tutta l ’Ifola tenendo al fuo dirimpetto l ’Ifoia Pontia,e Fal era anticamente chiamata Partenópe , ora da’moderni Versotene. Abitano in quello Cafaleuomini bellicofi,e di tanto valore,che non temono punto i pericolofi, e repentini aflalti de’ Corfari.Luogo veramen te deliziofo,e di terreni fovramodo fertili,di dilettiffimo vino, e frutti. Stanno lontane le acque di quello bagno dal già detto Cafale , quali fette fìadj, a mano tìnifìra, verfo il famofo promontorio deU’Ifola, chia>mato volga*menta il Capo dell’ Imperadore, e dalla marina un tirodi pietra con la mano.Qneft’aeqoa fcaturifce calda , vicino ad un fatto grande rotto j onde s» domanda cavandofi una fotta profonda infino al ginocchio , fi Ta0,Sie-1rCntef tr'ovauo Poco falfa > e chiara , fpirando alquanto di fa dl'oca^a.°dore di folio, con fapore fecco,e a! guflo non total mente difpiacevole . Nella parte inferiore del bagno, che rifguarda il mare,e anco ne’ lati vi fi veggono falice,di ottimo fale abbondanti.E’adunque l’acqua con-. ‘ ve-
Libro Secondò
205
venientemente calda. La fua minerà t i e n e la maggior Minerà parte di nitro , e fecondo il mio giudizio, con ale,e bitume in quanto alla foftanaa , con alcuna quaita d> rame,e pura esalazione di Solfo , onde fi fa si ca ld a .. qual mescolanza fi mofìra sì chiaramente, per gli ertet- AUo t i . e operazioni che f a . Giova alla convulfione , e a a ì premici, premiti : alleggerisce il pefo del fondamento • 8 j anj^° abitatori del luogo s’à fatta ifperienza,ed anco uà noi v provocare a provocare il vomito: e maturando , e aprendo lana ¡1 vomito. i tumori caldi. Bevendone giufia quantità, lubrica il g corpo.Di più s’e fatta ifperienza,come,non loto rato poileme < ra le forze indebolite j m3 le rende anco alle amorote a lubricare battaglie molto pia potenti, e robufie. Abbiamo curato due infermi, l’uno de’quali e di famiglia llluttrit- A j ar torza iima , che avendo perduto affatto la erezzion del’la_j ail’itio ven. verga per un’ulcere maligno , e ribelle, in quella par- * rj^orare 1« te caufato da una precedente cancrena , della quale fu forze, molto afflitto , e travagliato , e per ederelim ale poi Hiftoni » degenerato-in Sphacelo , tal fu-la.malignità, e aSprezza del male,che li roangib, e corrofe tutto il preputio, e gran parte della pelle , che cuopre la vergai per que- llla concor da caufa gli refì'o il membro così indebolito , ehecione delmé. nell’atto venereo già fi v e tte loh-bile, e impotente Laonde con alcuni rimedj, che in quella Itola fi ntro- peni$ ia h ,. vano,e particolarmente con quello prezioib^bagno, fu ftoria. alla ptiftina Sanità reflituito;e parimente un altro gio vane AbruzzeSe, il quale tenendo il mèìfioro nell erezzione’già contorto , era fimjlmente inabi le , e imi potente al coito . Quello male è-affai difficile a Sanar li , anzi dal Faloppio fi tiene per incurabile nella Sua Anatomia , dove dice elfere due nervi nella verga , 1 quali Sono molti evidenti, c manifefli, e di tal modo , che non poffpno ( eccetto, che a’ ciechi ) edere nafcofìi:e fono quelli , nel e cui pieghe, e avvolgimene, fi: n fanno
De'Rimedj Naturali eTIfcbia,
2o6 fanno 1 gangli,che noi diciamo,overo le grandule, fe< condo 1’ Empirici ; le quali fono poi cagione, che riezandoii il membro, fi faccia a guifa di corno arietino, durone torto;m 3 impotente a poterfi (tendere per drit to; il qual male (io giudico) effere italo infino a que ir ora immedicabile , per avervi tanto io travaglia to , prima che. di quefio bagno aveffimo fatto iiperienza, come all’ incontro per lai roezo, facciamo fe de averne fanati molti • T a l che quanto era prima il negozio con l ’ arte lungo , e difficile, tanfo fi fa ora con quelli naturali rimedj , fanabile molto ficuramen1,te ’ e con ®irafi^e preltezza.Giova alle donne fieri li Sìi'difetto per fare concepire, e a quelle, che lattano , accrefce del Iacee, maravighofamenteil latte . Ingraifai corpi ravvenga a nftorare » ^ g c j£j fi faccia meglio nel bagno di Gurgitei!o,eapa co inu . pre^ con j» aCqUa Fontana . Apporta anco il frequenteufo di quello una fonnolenza, e quafi va porej ?eft*°dì'cau! il che avviene dal participare alcuna parte di bituh fredda, enne. Giova al dolore del capo, da fredda , e umida umida. caufa proveniente, ufàndofi in doccia , o ‘irriti Ili* cidio. al freddo. • p j pjjj fi legge*in uno antico libro ferirlo a mano , ngQre. effere giovevole al freddo, e rigore : e maffimamente a quello della quartana ci ferviamo delle acque di quefio bagno in d o ccia, nel bere, nelle particolari feffioni, e fomenti. Il tem po di quefio bagno è dal princi- a pio della Primavera, fiao alla metà dell’ E* fiate.
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Libro Secondo.
- 207
D e l Bagno del Agnone d i C ita r a.
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P.
X X X V II.
AI detto bagno non e molto dittante quello d*
A g n o n e di C i t a r a , le cui a c q u e fc a tu r ifc o n o f io tt o il P r o m o n t o r i o d e l l o I m p e r a t o r e , a m a n o d r i t ta , a l ! i n c o n t r o d e l q u a l e fi v e g g o n o d u e g r a n f a f li p o v e r o , p e r m e g l i o d i r e , d u e i t o g l i d e n t r o al m a r e , d i
moilo
d a l Ileo u n t i r o di p i e t r a . £ p e r c h e n e r e g g i a r e ,
e b i a n c h e g g i a r e fi v e g g o n o > da g l i a b i t a t o r i , 1’ u n o e
ilCiefico b i a n c o , l ’ a l t r o i l C i e f c o n e g r o . Quefìe acque, cavando pretto alla marina, fi ritrovano Minerà . caide . La Tua minerà contiene in fecopia di Tale, e» j f™ oi: folio , e fono al gotto falfe . G li abitatori fe ne fervono a fanare la rogna, e i piccioli furungoli, o vero gra-ail’im pctigi nell!,detti dotrene, alla pfora, e a ll’ impetìgine, e aM«^ 1’ afprezza delia carnatura ,e maffìmamenre a gli uo- della ^elie> mini.L’ ufo è folo in bagno,e in fom entiilaloro natu^ra è temperata. c h ia m a to
1
D e ll' A ren a i Agnone di C ita rs i
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X X X V II I .
’Ancora un’ altra faborrazione, fiotto il bagno d’ Agno di Citara : che ha la minera del bagno , che giova alla rogna, all’ elefantia., e alla pfora,
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aireWfanci. alla plora..
De1 Rimedj Naturali <V Ifcbia,
2o 8 -
L.
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D tlli Bagni di S o lia t e . G A P .
X X X IX .
,
* Dittante quello ba^no di Soliceto ( da noi prima di tutti gli altri Scrittori efaminato , e deic ft t o ) da quello d ’Agnone di Citara, quali diecenovefìad j , vicino al lito del mare « lotto il Cafale chia mato Pan za ; e navigando oltre il Promontorio detl ’Imperadore per lo fpazio di fette t t a d j . troverai uno fcoglio grandiiBmo lontano dal lito , chiamato dagli abitatori la N ave. Il quale a dietro Iaiciando , t ap arefferai al luogo detto Perfora ; ove dentro entrando, vederai la forma d’angiporto,o Cala. Le acque di que llo bagno fcatoriibono molto abbondanti , e caldiuime,di tanta caldezza , che coloro , i quali vi entrano » o vi pattano fi fentono brugiare.Tiene molto odore di folio, eoo fapore falfo,e quafiagro,e però è calda nel OJort quarto ordine ; ficcome anco fono le acque del bagno Safore‘ detto della Colata , nelle vicinanze di Gurgitello . Ciiore nel jj c o j o re di quelle acque, pare che inchini al ferrigno . quarto gra- ^ minerà e copiofa di fale, e nitro, e meno agra, °Cokirc. ed è U nitro più lavato che i fali , i quali fono ne ba gni di Forneile, e Gattigliane,come ancora nel luogo dell’ Arena . Contiene in fe materia , che pare magra , ma n o n e , ma più lotto ( in quanto io patto giudicare) una tpeeie di rubrica, effendoi fuoi raroenti minuz z o li, e raditure ,che con -etto loro fi meicolano di co. lore giallo, le quali acque trafportandofi , perdono la v i r t ù , e perdono anco ii colore. Contengono in fe v a pori di lotto, non poco: e perciò/caldano, e ditt'ecca* r-Ufo ' no romenamente . Giovano molto alle gotte,e p. iììo,ovam ‘ ’ nj fredde , e particolarmente alle umide . L ’ufo è in ba-
E
Libro Seco fido
< 209
Ìia g n o , in d o c c ia , « « e ’ p a r tic o la r i f o m e n ti.G I I abita* t o r i d e i lu o g o fé n e lè r v o n o a Panare la r o g n a C o n v e Roncareg n n n jp .n ito a in a li d e lle g i o n l u r e , a fa re r ifo J v e re laAlià pooug j p o d r a g a . a l li m a li <klJe r e n i, a g l i a fm a tic i a l l e f r a t * * 11/ r c n i. tu r e d e li’ o f f a , p e r fa r e b en e n a ic e r e , e c r e fc e r e li cal I i all<!a V i c i n o a i d e tto b a g n o n e fc a tu r ifc e un a lt r o , d e l i a c i off», m e d e lìm a n a t u r a , f a c o l t à , e m in e r à ,p e r q u e l lo n o n i ie ^ter1°ab^ j? della medei: a b b ia m o fa tta m e n z io n e fe p a r a ta . ma natnra Bagno vici
D e l Bagno d i Gradone .
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no.
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V E ST O bagno« difianteda quello di Saliceto, qoìndeciiladj , vieino al monte di Sant’ Ange lo , la cui acqua copiofamente fcaturifce nel
la fuprema parte dei ¡ito . U luogo tutto rende odore(-'u0rc di folfo.L ’ accqua e chiarate là 10 , e efce calda.Si ca l‘ Sapore oca nel fine del terzo grado di caldezza. La minerà e di fale, bolnarmeno, o vero terra argillofa.Contieneviiner*. in fe tenne fofìanza di folio, ed e a m orbi, e alle pafjfconi calde molto efficace . G li abitatori del luogo fe ne fervono affai felicemente in fanare la rogna » la al!l r0, ns pfora , e im petigini, e altri limili difetti della cirna.ana tura. L ’ ufo e in doccia, in bagno, e fomenti. Per beredla ¡mpeìu io non la giudico buona , ne per cucinare averei ar*aj"e‘ yar;c; d ire fervirmene in conto uiuno . Ma crediamo fi benedi’ ulcere’ eifere giovevole alle gambe go n fie, parimentealledeiiegambe. Ulcere invecchiateti) quelle. A lle venedilatate, d ette^ ?v0al“ cìde de te(Ucoli,alle reduvje, che vengono alle dita, all’ un- lU!,f te'd‘uy:e, gh e fc.abrofe, e ruvide , e a molte affezzioni qporhofe di quelle. Sono quelle acque efficaciffuue. In queiì’ arena,ebagno intorno al Gradone, fogliono alcuni po veri contadini,fpandere i loro panni fordidi, e toccanJDd do
210
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De'Rimedj Naturali d'ìfchia,
do in quel luogo, fé vi fono ammaletti» cu ne pidoc chi, e lim ili, fuanifcono fubito,com e fe follerò porti dentro l’argento vivo. Fai che per tal cagione ^ b ito , che vi fiaalcuna foftanza,e faporedeletefio velenofo mefcoiato con le acque del bagno , e per quello non o ardire di farne ifpefienza per bocca v ficume di fopra abbiamo d etto . '
Dell' Arenafatto il ¡ragno del Gradone. C A P .
X L I.
IN IS C E nell’arena il bagno deiGradone,che tie ne l’ iftcìfa minerà del bagno,ed è quella utile al ai male mar.le varice deserticoli, e altre parti ; fin a ia rogna , co. male chiamato morto •
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Del Sudatorio di Sant’ Angelo * C
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X L Ii.
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A S S A T O il monte dì S. A ngelo e il luogo deeto la Fi cara, verfoUl micelio,fi vede un luogo fu . migante, vicinoai lito del m ire , e ivi fi potrebuono fare piufudator;, nella parte circofta .te.laiciata però la parte di mezot poiché in quella è s'> gagliardo li faMineramovche e iotollerabile^e pare un vivo fuoco.La mine rà e di ferro,e bitume, e tiene maravìghofa virtìuperGioMmtmicj1€. niòlve , e conforta effi veemente lòpra d’ogn’al tro rimedio di queit’Ifola.Talche giova percopfortare lo ftomaco.e tutte le parti naturali, alle paviani de’ nervi,allo fp afim o,e alla paratifi! , alla rogna e al prurito,all’ulcere delle gam be,alla fordità , all’epifore,o lagrime foverchie, alla doglia dal fianco , e alfarenelle^ all’opp ilazion e.
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Del
Libro Secondo. c
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De II*A rena di Sant'An £ elo» e
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A L detto Sudatorio incomincia l’arena medica ta di S. Angelo di virtù mirabile , è la migliore e i ù preziofa di tutte le altre,che fono in queft’lfolp ; lo i'pazio che contiene quell’ arena medicata , farà di lunghezza,piu di cento palli , e di larghezza , per la maggior p?rte , novess'oflerva effere in alcuni luoghi calda moderatamente , e in altri più calda, e in aitri caJdiffima , che ¿bragia i piedi de1 viandanti . .La tua miniera c ontiene nitro nel predomìnio , con ferro , b i tume,e un poco »di folfojtiene virtù mirabile di ri Pol vere , e di confortare Je parti lefe: per tanto io foglio farla rifare in quefto modoc.Frima avendo fatto inarbnrare un padiglione in quella parte,ove 1 arena e me diocremente cal ì a, ivi fo levare via la fu perfide d el-,^ ^ d l ’arena.per ilcoprire l’arena di fotte,facendo una pie ts qusft’ croia foffa, dico d’ altezza , che non paffi più di uno^a. palmo,ma la lunghezza farà quanto è , o tutto il cor p o ( fecosì lì a di roefiiere ( q quanto il membro lefo, _ ne fi deve fare la detta fotta tanfo profonda , ficomeKdbru fogliano in quella di Santa Rellituta , perche in que lla d’un palm o, e roezo il più , fcavandofi , fi I‘dr(’ va l’arena di tanto calore, che brugia, caufando veffiche, ed d'ehare, come il vivo fuoco, ficome in queft anno M. D L X X X V . fi vide in un gentU’uomc paralitico, che avendo perib il fenfei, e il moto delle gambe , f i f e condurre all’arena più calda, e ivi .fattoli fotterrare, e non fentendo il calore, dopo -levate le gamoe fuori tutte fi videro piene di veffiche, e etchare, e in /tal modo fi efuicerono , che li fu bifogno medicare Dd 2 Pià
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212 De'Rimedi] Naturali cflfchia, niù di venti giorni } ^bene adunque accolta nenie el ferviamo di detto rimedio. Pr. ni facendo clezzione del luogo , ove fargpa fia mediocremente cal la in modoiche fi polli (offrire , e dopo faeen io la profon dità delia folla conveniente, per infimo a tantoché fi fenie il luogo di cal iezza tolerabile } e dopo coperto il corpo, o la parte con un lenzuolo, entri l'ammalato nell’arena, e di (opra ne punga p ica,nè così bi fogna mutarla , come fi fa a Santa Reliituta ; p neh? CTUcffa a magg,ore copia di calore} e il.tutto s’ efeguiica fecondo che potrà foffr re l’ammalafoipoiche, tutti quelli rimedj , il vero m etodo, erego altro non è, che la tolleranza . La quantità deii’ nrene,fo no feconda,che ricerca il moroo.e così come del Pai tre Arene abbiamo deter m nat », il medehmo d d a
mo dd tempo,e ore atte a tale rimedio - Quanto al» J’operaz/one , e utilità ufiamo quello rimedio contra le contrazzioni,e ritiramenti de’nervi.da caufa fredda, e umida contra le varice, e mafiime delle gambe, Ta na la fciaticajgiova alia debfiolezza, e tremore delle membra ,e alla podagra } giova all hidropifia,detta timpanite,e anco alTafcite nel princìpio foprad’ognt altro rimedio , purché l’ ammalato fia ubbidiente a quanto fi feri ve da Celfo:e Plinio, dicendo,che So le , Solere S i t i bìdropijis curatur.G iova. all’inflazione del l’utero.e a quelle donne, che allo fpeffo fi fconcianos alla paralefia èrimedio-fopra ogn’ altro , alla doglia colica, e preferva dalla doglia dei fianco, e per conchiudere tiene tutte Je virtù, che a l’Arena di Santa Refiituta,e più;macon maggiore efficacia,e penetra zione, per virtù di megiio minere,più fincere,e tea»'1 co contaminate dal mare •
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libro Secondo.
213
Del Bagno di Sant’ Angelo . C
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X LI V.
ICIN O al detto fudatorio, e nel mezo dell’are na fi vedefcaturirè'dalla ripa alta , un bagno , caldo noudt ratamente,di fapore dolce, e d’ odore non ingraropa fua minerà e la metiefiraa di ferro »nitro,e bitume, edt preticfiflìmo, tenendo tutte quelle virtù, che tiene i! bagno dei ferro » ierifto da noi , alla Cala d ’ V mbralco Tiene dunque queito bag no gli effetti di q ieilo , ediquanto fi fcriffe di iopra dell’ Arenale Su datorio. Si vede in quell’ Arena nel lito del mare, una fonte, che bogliendo fa l ’ acqua faldate io su con grand iìimo fervore, e per eflere J’ acqua chiara, e dolce,li Cittadini vi cuocono Jelagofle t e ogn’ altra cofa, in pochiilìnoa fpazio, e le fu di bu on fapore.
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Del bc’gno di Dtiiana , <1vero à1Vintiteli», C A P *
XLV.
H IV N Q V E iìa fiato quell’ Autore, ilqualehà fcritto delli bagni d’ifchia, dopo il bagno dell» C itara, da noi dimofirato di fopra, mette il bagno di Vlrnitello , ò pure di Dama , lanciando , non sb per qual cagione gli altri quatro bagni ,che fono in me20, da noi g à deferittì, de’ quali n'e egli, ne altri (che ' io ani fappìa ) ha fatta menzione alcuna . Il bagno di D aian oe lontano dal bagno di Citara cinque miglia, e.mezo, vi viene incontro dentro nel mare vn bel li fisi- g ej0, dtm n o monte, il quale comunemente chiamano il Monte tro di Sant’Angelo: perche è in quello vo Tempio di fanlA ‘ co
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De'Rhnedj Naturali d'ifchi
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to A ngelo. Quello m onte, come abbiamo detto, e qua fi da tutte le bai e circondato dai mare , fe non che tra i due mar; è un poco di terra ftrettiifima, la cjuaie chiamar ¿fihroo,efa quafi un’ tfoia,e contiene piu prefio o i a>aravigliofe,e delizioft,che altrimenti.imp; > dirimpetto al bagno di Gradone , avvi cinai la radice del monte, vedrete lofieffo ma re notabile ip a a io , che a pbchifiima altezza, e c rtir: palio (blamente . E perche quel loogo e . . e T acqua del marè quivi e affai chiara, o vi fi fa boniffroa pelea di ricci, dì concole fp ■ ; >ii - fi’ ofirache , e di (haviflìroi, e perfetti ffm i peli i !'■ Tu ili :da poi circondando il monte..quando ari .rete di altra parte del monte a quella oppofia , ritiov.arete , e conteroplarete , non lènza maraviglia , una grandi filma altezza di profondo mare } imperoche come affermano coloro , che ne anno fattola«., pruova, vi è l’altezza di cento feffanta paffi, e in-quel luogo fi pelea , e raccoglie gran copia Gì coralli E in un'altra parte piò vicina, verfo il picciolo ¡Sorto di S . Angelo , per efTere l’ aJtezza.jO profondità del mare , fettanta palli,fi fa pefeagione di buone Ragofìe, Ganbari, e altri fuavi pefei: benché J’Urobrine„e Scorpio ni,detti Scorfani,di quelli luoghi fonoi migliori d ’ ogn’altra parte. Avendo dunque diligentemente offervato quellecofe , fmontandodi barga , e caminai do per la (piaggia arenofa , e larga v’ incontrarà Cubito a mano manca una .yaile,ecamìnarete pe- quella, a can to ad un perpetuo, e continuo ri volo dbequa,torbida, e bianca, per rifpetto defili luoghi cret. fi,per li quali p affa.E ’ queiì’acqua della Fontana di Ni moli, la qua le fi mefcola poi con 1’ acqua del b..gno ci Drjano , e. delli Fraiòtelli. Andando poi pi uqkreper detta vai* ,le,per lofpaziodi più d’un mezo.miglio,a mano man ca
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Dbro Secondo,
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ca v’iocont ra il bagno eccellente , e mirabile d’ UlmìtdIo,o vero Dojano.e non fi vede altro , che un fonte ' picciolo , predo a un Caffo, dal quale pare,che. venga fuori,e fcatunfca gran copia di acqua,che già fi vede, dolce,chiara,e calda . Per le virtù eccellenti, che quefio bAgno contiene in difcacciare moitiffirne infermi tà > è tanto celebre a gli ab:tanri di quei luoghi , che credono e fi perfuadono edere dato dato a loro quefìo bagno , per privilegio, e grazia fpeciale da D ÌO . Nel redo eq ledo bagno , di qualità calda dal iecon-Caij0 neJ h do, al terzo gradoipercjoche la prima acqua, q uando to;id0 grjij fca tori i c e , e sì calda, che al principio, a pena fi pub ‘"tenia, ibffrire : ma un poco da p o i , per la Cottigliezza della fodanza fi perde , e fminuifcé il calore,e quafi la me de lima natura : più , e meno , tengono tutte le acque de’bagoi in ifchia .'Q je d ’acqna, principalmente è di natura n>trofa , con qualche particella di Calgemma , o vero di alurne , e eoo non poca merco fan za di terra Minerà calc.’.ntofa,e con ¡ntr^feco vapore di bitume,col qua. le,folamente fi rifcalda in occulto, non guadando, ne contaminando punto della fuafodanza : la quale roefcolanza fi fcuupre, e dimodra difiillandofi 5 imperoc h e lafcia un fedi meato, e f.-cciaaquafi a modo di cal ce fmorzata, la quJe feccia è alquanto bianca, e agra,che noi crediamo , che altro non fia , che rameo s e pezzetti di pietra*d’almx:e.tL fe quefto fedimento fi butterà in àcetodédilJato,o vero inacqua forte de’ Chi mi dt , fubito riè-ve colore di terra calcaotofa , o vero di rame , ftf rro.e con qualche particella di oro. Dalle qualicofe avviene , che queft’ acqua rifcalda, diiTecca,e rifolve tE perb quelloantichiflimo Autore di quedi bagni dicei n quello modotl/ bagno di Doja• nò,orac Marnato d U Imi tello,è acqua dolcijjìma,calda e sblarawale alla goccia fr e d d a tila fìtettura della canoa
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216 D e 'R im e d j N a t u r a li d 'ife b ìa , m ,a l rumore# rugito dello flom aco# a l tenafmoxhe a una ojjidua cupidità d'ajjeUare-.ullu p ie tra # a l dolore d e ' f i h t ,a l l a lip itu iin e degli occhi,alla dijficoltà del V anelito, oafm a a lp u z zo tt d e lfin io a jp ie n i tic i,p e r V izio d i qu arta n a ,u 'U p ro fi,a lla palp ita zio n e# hatte r e d i cuore, e a qualfivo g lia v iz io d e lla ßsm m u# de l polmone.Quafi ie medefifi e co le x o n altre parole,dice ancora la lezzìone nuova , «piùemendata , dal Signor FrancefcoLorrbardoiQ&ejÌGt^tt^ è calda,dolce# còla ra -g io ia a lV m tritid e slarga la g o la , giova a l rugito dt Jtom aco,alten a/m o a m a l d j p ietra e aldolore de* fia n c h i,p u r g a la fl lm m a # i è u tile altooh ta l m i a, al la ILocie de\refpirazione,allagn.lpieazioae del cuore,a*la quartana Sìg-Fr^rKe-ó leprofi , al polmone , e a coloro , che patifcnso m al d i ito Ì-o'“ba •trìilza*Aggiungtque]|’ottirouFilof<.'fu,e Medico,e ora 3 heoJogu eccellentilfìcno , il quafe ancora merita effer chiamato Dottor di verità, iiS’g. Francefco L om bardo, amicilsimo, riofiro , che guedo bagno gioua à i Jeprofi nel principio -dell’ inferm ità, e intorno alia palpitazione del cuore, dille , gliantichi Medici in quella infermità anno ritrovato rimedj , Ji quali poffono eilenu?.re,e riscaldare e ¡odano Je acque citrale , folfuree, e bituminofe5come dice Galeno nei libro dei tremore, del rigore, e della palpitazione. Quello, che fcrive quello rtutore,Leorve Kogano,Gaetano F ilaioSogauai : fo, e Medico ecce-llentiiTimo ,« a«co mio Maeftro , mreferì due volte , avere ifperimenfato. Quelle cofe a raccolte beniiìimo nella Sua Scolla9 quel n biliiiimo D ottor di verità. Cbe giova ali’ artritide non lì doverà dubitare, fe ]’ infermità nafeé da ma fé ria.fr edda ,e Y£ diverfi -umida . CJliamo le acque di queftobagoo per lèdere in.quel!e,per beverie , e all’ufo della goccia . e ancora ne’fomenti, enei Iavamento di alcune parti infètte, eatunoalate. Quello bagno non a fango : ma tanto con
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con la goccia, quanto col bagno , nelle materie,e natu re umide, e fredde del cervel cervello , e de’ nervi, operi eccellentemente • e poco tempo ià s’ è fatta prova da Eferp?menro n o i, che l’acqua di quello bagno giova anco a Tordi, e ruouo. dalla gente del paefe fi tiene , quali, come una propolizione commur.e , e univerfale , e io hò veduto molti lordi efìer poi fatti làmi con l’ufo di quello bagno , pur che il (Siale non ha fiato troppo invecchiato , e con tut to che fia fiato difficile il maie , e ribelle , con 1’ tifo di quello bagno frequente , e nella Primavera, e nell’ A u tunno ie ne fono fanat m olti, non fenza gran maravi g lia . G li uomini dell’ lfola chiamano ora quella ba» Brgno «Iella gno , il bagno della Tondezza , i quali ewicinandofi òeir^etec6 bagno, e buttandoli in terra prelfo a I’ orlo dei bagno, Ciy 9i empiooo di quell’ acqua calda J’orecch o offefo , e do po! Jocoprenocon panni . E dopo un pocodi dimora, votano quell’acqua dell’ orecchio, e un’ altra volta . di mettono della medefia a acqua nuova j il che fi fuole fare per lo lpazio d ’ un’ ora , o al più di due’, avanti pranlo la marina , e dosi ancora la fera , e alcuni fan no cib avanti cena, per ifpatio di quindeci, b venti giorni ì e molti fe ne fanano , e maiTimarnente le l’ azzioni dell’uditofarà diminuita, e non tolta via in tutrra!r?tocon intiera privazione . Ma chi vorrà procedere con dettò bagnò! buon metodo, cordine da velenti Medici , e di colo- fecondo U ro , che n.egJro J’intendonò ; prima bifognarà,che curi bene il corpo, e dapoi la tefia , e finalmente !’ orecchio, ¡òrf “ nce!,T' come iafciò fcritto Galeno , fecondo la fen.renfa de gli Ltb^.n Antichi,cioè d’Ippocrate, di Plafone , e d ’^ri di Pliltonico , di Praxagora , O iocle, e d’ a ltri. quellacaufa quando noi curiamo limile tofirmità ieroo prima purgare tutta il corpo, e ufare il di Fornello, per alcuni giorni . Imperoche grandemen te giova alla tefia , e a tutti gli altri fenforij -, e - Ee
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De'Rimedj Naturali {RIfobia,
ufiamo quello bagno di Dojano, prima ricevuto il fo, mento di quello bagno , nell’orecchio ammalato , per un certo iltromento » fatto a guifa d’ uno imbottato^ rio; il che finito, folemo ieltillarea goccia , l’ acqua de! fiagnoneh* orecchio ammalato , per lo f p a z io d i u n a , o di due ore , in quel modo , che s’ e detto di Co pra , a punto . E ’ roanifeito, che dalla materia fredda, polla , e i miseria nelle parti dell* orecchio, fpelfe vol te fi fanno ollruzzione , fo n ito , fordezza, e gravezza, onde nafce poi il dolore , il tumore, l’umidità , la mar cia , i p o rri, la efcreCcenza delia carne , a quali tutti con quello bagno difcufTorio , e rifolutivo, e a tutte l ’ infermità dell’ orecchie , come con cofa facra fi può provedtre, e medicare. Ma noi ancori ajutiamo le ~ «. forze del bagno con rimedi efleriori, e roboranti, poAereo per ili Copra le parti inferme avanti, e dopol ulo del bapiù ma!! . gno:come e 1* oglio di caftorep, apparecchiato per l’ar te C him ica, e ancora qualche volta, con oglio Cpicato , cofìacco rntacco ,e fim i l i . Ma trà tan to bifagna all’ crecchie avvartire, che a coloro , che riempiono 1’ orecchio eoo immiicabiie l’acqua del bagno , quando doveri fanare , apparirà Segni,che il quajche fiotoma o nuovo accidente, come farebbe una da giovare 3 grande ollruzzione, o vero un tinnito, o vero un dolo■ ' reottuCo , o altra cofa Amile ; o perche liquefa 1’ utnore,o vero perche l’ aliott-glia, prepara ,e rende atto a purgarlo , e fcaceiàrlofuori, e all’ ora muove, dì maniera , che coloro , che non lo fanno,credono , che vadano di male in p‘ gg;io, E nel vero a quel tempo gio va, ed èfeg n o , che grandemente giovarà . Ma fe S n^o di' i non averà alcuno de’ fegni detti di fopra , cefìui rafoPdl temp.‘ gionevolmente non doverà fpettare , ne fperare falu* 7 conofeere tc a|cuna dal bagno ; e finalmente in procedo di temb ffno° del P° » e al piu lungo in fei raefi, gli ammalati, fentendo *^ quafi, come una botta violenta ufeire dall orecchio, al ^ l’ora
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]’ ora íbbito ricevono 1’ udito in tu tto , o veramente la maggior parte di quello ; e alcuni pih predo in ifpa2Ìo di trenta , o di quaranta giorni . Ma ¡oamrooniíco tutti,che fpeiTe volte ritornino a quedo bagno ogn’anno , almeno nella Primavera regolatamente, come ab biamo detto di fbpra . Quedo bagno con una virtù pecubare Pana l’ efcrefcenza ,ecarnofità nei nato, quan- r¡ci,decVfir turque pih fi caufi dall’ altre acque atramentarfe , aju- c^ni*. tr ir ofe ,e nitrofe. Giova ancora all’ czena, al polipo, àll’ulcere, e infermità delie natici , ufándolo in quel A AlVutcvr« luogo, dove a principio , eo v e n a fee . Imperoche fe delie nili altrimente faranno,cioè che lo trafportìno altrove , po c o , o niente g i o v e r à . I l che e ifperimento, quafi in tut- Bagno v?tii bagni d’Ifchia - Sana ma-rav’gliofameote le tim e, (portato Per e altre efcefceu2Íe cam ote, purché noníiano canche- «lavlrt«.rofe , nella glande del membro , nella verga,nel prepu z io , nel fondamento, e neli’iiìeifi natura delle donne. . Matura , e apre i tumori efìeroi, e dapoi li Tana la pia- C3rnore ghu , c h e dà quefìi fi fiiole caufare . Il medefimo opera tar ¡ yergo, ancora ne’ cico lio i , e foroncoli , eziandio grandi , .che | n?ie arino le radiche profonde. Rifolve il pefo del fonda1 ,Q mento , e ferma , c diffecca il fluore di lungo tempo filli forurca. aquofo , che nafee continuamente, o verna certi tem -lu* pidal fondamento, e dall’utero anco , ufándolo loia* c),e g¡eov°"e mente fedendo in quello , d i maniera che nell’ acqua_, al fiUore a. del bagno fi cuoprono, efomroergono le cofcie , il fon- *luoio dc|/e. dame rito, e l ’umbelltco. Giova a coloro , che patiico- cgr'o,<idl u’ no afona, da flemma craffo , fe ogni giorno, Sa mattina elj’afma, ne beveranno un bicchiero , calda , fuori che nel tem. p o dei parofifmo , il che bifognarà fare , e continuare p e r un trefe intiero . Quede co fe fin qui fono date da noi provate , e ifperimentafe : le cofe che ifperirnenterb per innanzi,e alia giornata , f’aggiongerb pòi a’quefle opere , favorendom i, e aitandom i la divina cleEe z noenza.
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D d Rimedi Naturali di Jfchta,
menza. Che quello bagno dilati, e slarghi Ja gola , e A ¿''largare giovi al rugifo dello ite ma co , e ancora ai tenafmo , al lz gola. male della pietra, e al doloro de’ fianchi, al mio pare A l renafmoal rogito del re non fi doverà dubitare: pere!oche farà cofa molto loftomaco. ragionevole , e conforme al dovére , che faccia quelle al]a pietra, e operazioni, le quaie far fogliano tutte le acque nitro., doglie fe , e per la medefima ragione tira fuori , e evacua il fianchi. per evacuare flemma : al male de gii occhi, pur che ha nel principio : la Hemreia . * al'a quartana , a leprofi , al polmone , a coioro che paall** r-fiamma none de gli tifcooo mal di milza è grandemente utile ; lafcio di occhi,al pri. dire della palpitazione del cuore, e dell* anhélito, o ci pio. refpirazione : percioche di quello abbiamo a lungo a i leprofi, alla quatta, ragionato di fopra , come d ico fe, delle quali abbia mo fatto prova : Se voi diligentemente oifervare*e le na zi polmone code , e ripe dell’ Hieda valle , dall’ una , e dall’altra alla mitra alla palpita, banda , e da fianchi, eziandio lontana dal bagno, le ve-
aione
del derete biancheggianti , cariche, e quafi tinte di una flottile ,e picciola fo fianza di nitro, o vero , quafi co perte eli una lanugine alquanto falfa>aflai firnile al fio re del fale,di maniera che polliamo dire, che tutto que llo luogo veraraenta è nitrofo, il che confiderando voi un poco più altam ente maturamente non fenza graodilflma maraviglia ciò avvenire fìimarete . Aggiunta del Dottor Filofofo Giovanni Pifioya. O N devefi tralafciare,che dettoJBagno diDojano, o vero deli’ ülm itelío era già di Aperto, e fotterrato dall’Arena,e dall’Edeficio , che lo conteneva diru to per le continue acque che avevano il paíFaggio per tal luogo. Perlocch'e confiderando io le grandi ,e mar.a7 vigiiofe virtù , delle quali era dotata dett’acqua , come racconta l’Autore j e ritrovandomi in Ifchia , e proprio neliaTerra di fpran oa pigliare i Sudatoi di Tefiaccio, fui fpinto dalla curiofità d’ informarmi a pieno di tal cofaronde evendone domandato a i Paefani più vecchi di
cuore . all’ in belato.
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quel luogo , e non fapendo darmene contezza verur a > m5 ineaminai alla volta della jmarirù chiamata de* Maronti con alcuni Ifo ìa n i, e inviatomi nella ilrada^» detta volgarmeu te l ’Acquaro, fincome nota q u i l ’ Auto re, ini fi fece prelente neila metà di detta itrada una Ru pe pofia a man finiitra,dove per una rimula gocciava.»» certa acqua.folto le ruine d’una muraglia antica . Con getturando io da contrafegni defcritti q u i d a ll’ tu to re effe; quello il vero Bagno d Ulroitello, feci a mie fpefe cavare quel luogo , e formare un’ alveo da patere coni* n odamente contenere 1’ acqua gocciolante . Che quella fuffe la vera acqua di Oojano,oltre il fico deferitto dall* tutore,m e lo fece credere J’iiperienza , che ne viddi in petfona de) Reverendo D .Luzio Rocco da R u g o si qua le afflitto da peoofifflmi dolori nelle vene emorroidali , che li partorivano continue vigilie»doppo il terzo ba gno ne fu affatto liberato . D ’avantaggio, un figliuolo Napoletano,che fi tratteneva colà per pigliare 1’ Arene, affinché fi liberaffe da un tumore nei ginachio deliro j feguitando per più mattine il porre 7a parte offe fa in quell’acqua,fe ue guarì totalmente, di modo che caminava da fefen z’airroagiuto . Io all’incontro non iafeio di fervamene nel e Difenterie.nell’ O zene,nell’O ttal. tnie e limili maiqavendone veduti effetti n otabili. Non piego però, come nota egregiamente l’ Autore, eflère di maggiore efficaciaffe s’adopraffc nel luogo medefimo , per non diminuirli la forza dalla miniera nommunicataji -
D ei.
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De'Rimedj Naturali d'ifthia. Della Fcntana dì Nitrati C A P .
E
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X L V I.
Lontana dal detto bagno, quali per io fpaziodi un terzo di m iglio, un’ acqua calda , la quale chiamiamo della Fontana di N itrolr, che nafce , quali appreffo l ’ ultima parte dei ventre del grande Epomeo, e fcatuniceabbondanieraenteda’ iaili calda, dolce_j , lucente , e lenza odore ninno che diTpiaccia , e quando poi fi raffreddai imperoche ii raffredda pretto ) e leg. gieriiimaa , e per Ja fottigliezza delia fuá iattanza diventa attiffima a beve rii, edalctmi firmano, che in que lla Fontana f;a qualche minerà a l f a ] nobile , corre la» rebbe di o ro , o di argento, o almeno di rame , o vero di ferro . Ma certo tutti coiloro fi ioi><5 ingannati t tmperoche non vi è metallo n/uno ; ma il íedimento , o vero efcremento , che iafcia difliiJata è alquanto bianco , e a non s ò che di làpore fa ifo , il che non fi lente nei pri mo güito, e per quella ragione , forfè gli antichi a que llo fonte diedero nome N itro li, come nome diminuti vo , e derivato dal nitro : l’acqua nondimeno è purìilìm a , ed è affai buona per apparecchiarvi, scuocervi i cib i, e per adacquare il v in o , e g li abitanti dei paefe l’ufano in tutti gli altri ufi, e b ifo g n i, nell! quali fi fogliono feruire de l ’acqua dolce , e enroune , e i C it tadini del Calale di Barano , e de gli altri luoghi vici ni »bevono tutti fidamente di quell’ acqua, il che certo nelle acque naturalmente calde , k raro , e fingolare efem pio. Io (tim o, che diventi calda, perche palli per gli faffi , fiotto li quali brugia il f a lf o , e fie ha qualche odore di folio , o veramente qua lche fiaporc, paliando con lungo tratto per la terra dolce , quali come colata per
Libro Sesondo .
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per lambicco, Jo perde. Rinfrefca quefl’acqua, tempe ra Je viicere, e fa tutte quelle co fé , che può f a r e , e Ucilicà fuoie un bagno di acqua d olce, e potabile , e però fo no le donne di quel luogo di buon? abitudine di cor po,e belle , perche ogni dì fanno in quell’ acqua per la vare 1 panni,c ogni dì l’uiàno.Quefta è più utile a figli uole , e a p u tti, che ali’ altre nature,bevendola, e ufàrtdola in bagoo.ll Cafale e piccolo,pure pa rte per l ’ame nità del luogo,e dell’aria, e parte ancora per Je acque, a rDoJti uomini vecchi, chcpaifano novanta anni. Nè ?,U,e/ i i ? V|erà,e Ìère.a'? a]cano maraviglia: perche in tutta 1 Jiola gli uomini , e le donne vivono lungo tem ilo i ma quello luogo paffa certose fupera tutti gli altri. Aggiunta del Dottor Filofo Giovanni Pifioya. movandom^come diiriprima.in Ifchianon. volli tralafciare di vedere dettoBagno,del quale ne da-
R
rei aZ,ODerSt} Stuato f °Pra Ia montagna di 'Baranojdove da certi farti fgorga un’acqua hmpida.fen.
Z T n 'T
za fapore veruno,e ca/da.benche/ì raffreddi fenza mol ta ìndufìria, quale fi univa, e formava un certo laghetto ivi vicino. Di quefl’acqua come che leggierifiìma fe ne farve tutto il vicinato , sì per bere, come per preparare le v,vande,enettarei panni. Poco lungi (lavano alcuni figliuoli a sbarbicare il terreno, mentre era flato fohto ritro va m i , fotto alcune pietre dirute,certe rao "* **! ? tt0" e : c.Con queft’ occafione avevano diffotma di PareIJH ^ anticil'’.de> 9 uaii a uno,che avea for ma di Parellelogrammo di due palmi di lunghezza, e uno di larghezza, ftavano fcolpitidue A lb eri, e fottovi un pattino guidato per le mani da due donne , con I n lCr ZZT ’ V ,O T O ’ A >che era in forp a Quadrata d un palmo,e mezzo per facciaci erano
Joapteffi nell’ angoli quattro Vafi da portar acqua, col root-
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De'Rimed] Natura li d'Ifchia,
motto ,( che per effere il marmo rotto era diminuito1) che diceva L I N F A U M B R •••• D a tutto ciò li può fcorgere 1 efficacia m aravigliofadicotaJ’acqua.qua« ie,fico me filmo non era creduta inferiorea quella tanto, e da tanti rinomata d’om bria . Quelli marmi volendo io portarli qui in Napoli li feci traggittare fino alla», marina , e poi o per incuria, o per malizia de Marinari fi lafciorno nel l’imbarco.Di detta acqua fi fervono ad ogni lor ufo i Paefani di detto luogo dì Barano con mantenimento della loro faiute,{limandolaballamo per nettare,« confervare le vifcere.lo ancora fervendocene a tutto palio ne fentìj giovamento notabile per farmi abbondantemente orinare, c ciò giudico fia per qualche miniera di Nitro, che vi fi ritrovi^, donde avrà poiulto pigliare il nome di N itroii. E ciò e quanto m e parfo d aggiungere a quelli due Bagni , acciò non fi perdeiTe la memoria di sì efficaci rimedj , de quali s’k mofirata par. ziale la Natura, per averne arricchita la nofira Parteno’ pc*
Per fileggio!1curiofuà de’ Lettorì Jtfono fatti/colpire li fu d etti ' due marmi , efono li fequenti*
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Diro Secondo D e l Sudatorio d i Barano, o del Teftaecio
J IC IN O a Barano, nel Cafale detto Teflaccio;ri. troverete una foifa aperta , non profond a , la quale rifguarta al Mezo dì : e fé alcuno vi entrerà, fentirà Cubito tutto il corpo rifolveriì in fudore: e di odo re di fo!fo,e la minerà di folfo, con poca qualità di n i Minerà, tro, di calcanto , ed i bitum e. 11 che noi abbiamo ri trovato , raccogliendo i vapori in un luogo fìretto , e M o l o d ì efi* dopo con un cappello , o vero mettendovi Copra una in nare le micampana di vetro, che ubamo per cavare l ’ o glio d i nere de'Sudifo lf !, a goccia , a go ccia , abbiamo raccolto il liquo tor;. re, che gocciava, e così n ’ abbiamo fatto la pruova , e non fola-mente in quello, ma in altri fudator; , j£ b ¡fo gna avvertire , che fé qualcuno vorrà eflere contento con la dirtiJlazione d ’un luogo iò/amente, e vorrà fare argomento deila qualità della minerà , facilmente fi gabberà - Imperoche noi abbiamo raccolti i vapori di tre luoghi , / quali, quali tra di loro fi toccavano per la vicinanza , di maniera , chela terra , che era in me z o , tra un luogo , e l ’altra? a pena conteneva Jofpazio di due pa!m» : £ nondimeno ritrovammo la minerà diverCa, in un luogo, da quella, che era in un’altro , e in un luogo fù di rame, in un’altro d’alume,e nel terzo di folfo - E adunque neceflàrio,che chi vorrà gli alcofi fecrtti della natura penetrare , deililli ogni cofa, e diligèntemente o lie rv i, non rifparmiando , ne a caldi, re a fatiche. E quello e il modo certo di efaminare i vapori della terra , e di tutti i fudator^, dagli altri in tutto lafciato . A quello fudatoiio un foave , e mode rato calore, Imperoche da certe aperture della terra«»
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De'Rimed) Naturali d’Ifthia,
viene fuori un fumo non molto grande,il quale gli A n i ma lati pofío no p a tire, e tolerare facilmente lungo tempo , oè però cafcano in tramortimento , o in deli quio d’ animo , folito accadere ne gli altri fudatorj di gagliardiilìmo calore . Quello per riscaldare, e mollifi care le parti.indurite , tra tutti gli altri celebrati ffimi fudatorj del Mondo ottiene il principal luogo : il che noi fpeflb ifperimentiamo per guarire le membra in durite . E finalmenne per evacuare tutto il corpOì per fudore c fìimato eccellentiffimo rimedio , ed 'e conve niente , che accidentalmente ancora diflecchi . Evacua gli um ori, alle gerifce i! corpo , e diffecca le piaghe interiori , ed è buona medicina al male , o doglia del fianco. G iova alli effetti ifierici delle donne , detti prefocazioni di matrice, e a quelle, che anno il ven tre gonfio per alcuna ventofità groffa,f inchiufa nell’ utero;e cosi anco giovà all’Idropifia nel principio, det ta Timpanite} e noi ton l’ auto di detto fudatorio abbiamo guarito alcune membra Ttfolute , e parafiti- • ce. Giova anco alle convulfioni fatte, e a tum ori, che vengono sh le gam be, e caufate da flemma , o da umori ferolì . Q u e lli, e molti a Uri buoni effetti opera quello fudatorio, che-j alla giornata ifperimentiamo , e di mano in mano notarem o.
Quel-
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Libro Secondo
Q uello,cbefcrtveRaineroSolenandro d e lti rtm edj n a tu r a li d 'ifcb ia ^ majjtme d i queflo Sudat o ri 0, e Gab biamo voluto mo]ìrare,come e g li fteffo lo fc r iv e t Jen n a vo lta rlo nella lin gu a Ita lia n a ,fa ¡amen te per g l i huotnìnt dotti • C
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X L
VI II.
ExSoIenandrode jEnaria, In lib.i.deCau. Cal.Font.cned. c a p e lli. I N D E Q V E a d decemmille paffus travetto fr< eto,Ana.
ria Infoia, ( Ifcbiam bodie vocant)fubtndè confpe li a efi manifeflos ignes evomere.Ide inferius inquit.lo ttcina/Enarialnfula multa v i dentar’,qua abfque latetium ignium beneficio,fieri non poffent.ìrìinc erumpens i l le calor è cunicolo adì 11 .lapide ab urbelfcbi a-.quem Sudatenum hoc tempore vulgus Teft accio v o ca t, ali] Sudatorium '* Varranì\ cujus calor Aifiorta eruca, vel quijvis alios fiata deformi depravatos artus impofitos cuniculo,diri g i t i reformatiqaemadmodum a lignarijsFabris videmui contorta lìcgtla jlum m is dirigi,& refìitui . E fi quoque abditt ignis effettui,er upens ille infignis calor,perfeXorum fijjuras in fummitate collii V ic i, in Maris littore,quà Infula continentem , & ex adverfo Curnas fpeéìar,lncolaSudatori u de Cattavo vocant',al Coxendùt. que ad, frigi dos plerolque mdrbos coxendicis cetommq-, arivum dolores laudani-Qua duo hattenusfuirefcriptoribus incognit a. Quod veroSudato riumCafa Mezzulce vocat um ef i , in colte non prò ul a Mezula vico ¡apra fontem calidttm Curgitellum,alias in ufufuittnunc in nullo bonore ed terra chiarata cunìculo^latìufcul ofa ffo cooperto:quo Ff * de-
228 D e' R h n ed j
N a tu ra li d 'I fcb ia ,
detrailo vehementem expirare calorem,abfconditi ignis r i . indi(ium,vidimus. RurJus inferius tradii. cut^n&*aLn fcnaria Infula ad 1 1 1 .lapidem oh l/rbe Ifch'ta ria ditlut , juxta petras, quas vacane volge,arfas,efi in litore balfubferrane? Mum,quod dicunt Caflilionis'.H ulhs fons ibidem conigu?r?onfi°a- Jpictturfed locus üdique egregie caler.quotquot ib i süt grarit. vicini lapides fi? faxittpurißimofale ejflare/cunt, & a lf onti Ca^ ‘ " hicätieffoßa arena Jiatim acqua emergtt adeofervessi nullius fit ujitywfiprimum h a sfu fa in labrum-, calarem remìttat.Prcetervecìus aliquandulnfulam navícula,ad. Vadummorii monitus a pifcatoribus eo loci maris vadum calidijjìn.u ab una parte eße,juJJiJißerent.veßituqfpoliatus è navícula in mare lu cfltd ijf' dejcendi ,c ognoviqiaquam vado vicinam calidam eße 5 r ‘ ipfumq-,vadum,quia egregie calebat,non potuti non pedìbus vehementer eße moleßum.Quie hactenus d ixi manife fi0 tnd’ cio fune in terra vtfeeribus veluti obrutum einere-ficcultum latere ignem. Idem Ant. lib.a. cap 6. de Cau.caloris font, medicat. aiTerit. U vicinalfchia maxima pars ex multis calidisfontibus.quos habetfialfa ejlln ftg n ’p ibidem ille,quem tara ejl m tocant Baineum Cytara mille pafs a Forino Vico,nulla jfcbta . .y. m videturf ed innumerife r e fcrobes effojji ad lotionis ufum’,qui tcum ujus eorum ejje debet ,excavantun locus excavationis e/i circa insigne faxu.quod in media T u r a rojj'a ^¡a n lt'te e(ì‘, V ocant Incolte Pètram rojfam de Cythara: de èttaro. j t ^ue f a jQCUS ¡ nte r juncos udique pur fim o ja le effloF 0tites faifi refeit,q u i cumSuperficie te rra abrafust & codione deìnSatnpania. puratusfibidem in u fu eft.
I
D el
L ib ro S econ d o
229 /
Del Bagna ^uccellarla, C A P . Q
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X L IX*
V E ST O bagno di SucceJlario , veramente pub
chiamarti ii Succellario de’bagni » la cui acquae dolciihroa , e molto chiara : vale a qualun que difetto della v„efika, altenafmo,o vero premiti, e all’ ardore del fondamento. Rifolve le fìretturedel petto , giova alle terzane interpolato, e quotidiane, e a mal i procedenti da caule fredde. Sana la rogna: fà il corpo allegro,! capelli luftri,e lunghi; p u rg a i netta il panno del vifo alle donne da pedicelli, o fetoie, caufate da (angue melanconico. Dopo il bagno di Dolano , fegue quello di SuccelJaVm, per le lue rare, e eccellenti virtù , famofiffimo. Laonde p rtendofi dal bagno dell’ Vlnutello , t’apprefferai al luogo , detta prima , de’Maronti , e navigando più oltre verio il famofo Promontorio di San Paneràaio, prima che vi giunghi,ritroverai nel lido,un luogo pieno di fcogli, e di fa ili grandi ,dove 1’ acqua Succellaria fcaturire cc.piofamente vederai : e dittante quetto bagno , da quello di Dolano per via fileffuo fa , e torta quattordici ttadj, ma dalla marina per linea retta, qua li nove . La fua acqua efee limpida , e chiara , e a pena Temperi, in lei fi fente un picciolo odore di folio ; il fuo calore menro, e na non è intentò , e perciò la fua acqua e temperata , e fi tura del ba colloca nel fecondo ordine rimetto. |1J fapore è dolce , gno . purché fia lungi dal mare.e da faggio, come fe vi foffe cotto dentro alcun cappone, ma vicino al mare , già moflra d’effer con lui mefcolata ,e fatta perciò alquan to falfa ; benché non perciò fi può*dire, che perda il fa pore dì brodo di cappone cotto , e graffo . Giova alle paiiìO)
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De' Rimedj Naturali 4 'lfchia>
Operi tiollp, paflioni, e infermità , fredde um ide, e m ille, p urche « virtù.
Ja freddezza, e umidità fiano in tali effe tti, e paflionipredominanti , edeffendodi temperata natura } ter e m o , che fia buona anco ajie calde, e um ide. La M i neri, fua minerà contiene nitro, roifio con alcune parti di materia metalica affai fotriJe , e ben digefia , che da Legno di rame, a tanto fomite di foJfo quanto balla . Laonde con sì acuta vi rtu di minerali, facilmente pe netrando , non è maraviglia Le con tanta eccellenza viene a mondibeare, e nettare, e le parti mondificaté a corroborare, e rinforzare. In queito bagno non vi è fango. L ’ufo 'e in doccia, nel bere, in bagno, e ne’parricolari fomenti,e lavament .1] che dall’ ifleffa minerà conferma il dottiffm o Baccio , fcriveodo »come delle acque nitrofe, atte al bere , nell’ Ifola d'ILchia, dove abbiamo trattato edere molte vene di acque falutiferr,trà l’altre vi è,la Succellaria, molto firn ile a qu f i la di Baja: (acqua veramente limpida, e foavifiìma, )e a qualunque paffone , e dolore di vellica , il quale ot turando! meati,fuole così fieramente cruciare, molto Si r/iponde a nua tacita efficace. Ne vorrei, che alcuno penfaffe, che quefle ac pbjeuione . que bevute fiano effìtiali , e mori .fere, per avere ( co me fi è detto) oaturadi rame. Imperoche è lavato folo in effe il ram e, non che fiano del tutto ramigne , fico, me quelle di C ip r i, cheli deferivono così verdi, e forti , e che rodono con tanta violen za, che fi fanno mortifere a chi le beve . Scrive Plinio nel quarto libr. cap.i.eifere già fiate in Terra di Lavoro ( benché non affegni il Iuogo)celebri e famofe vene di rame,le qua. li fi riputano da rooiti per vene d’ oro , quantunque abbino il color di rame. E nel vero, che s’ ingannano troppa , poiché in quello bagnò non v ’appare un mini mo Legno di oro, come parimente in quell’ altre di Ba ja, dei medefimo nom e. Ben vero ( per quanto io giu di-
Libro Secondo
231
dico ) non è fenza fo lfo , il che gufandoli, facilmente fi pub conofcere : e l’acqua in atto calda ) ficome s’è detto) neifecondo grado, limpida,fenza odore , e pia cevole, benché non al gufto di tutti; e di tanta fott/lità , che t rafportata altrove ne’ va li, perde la virtu, e fuaoifcejil che,quali in tutti 1 bagni d ’Ifchia , e luoghi •> convicini offerviamo, quantunque V ulb di effe in Na- AI m*je «ti p o li, oggi fa frequentili do , e in certi tempi lìano veflìc* egregiamente operate . Giova a qualfivoglia difetto, e delpu'ra/ndor® male di vellica, all’ardore che fi fente urinando, muo- Hibrìca'/i, v e , e lubrica il corpo,fa urinare, caccia fuori l’arenel- corpo, la , conferifce al tenai’mo, o vero premiti ; fana le ter- ^¡óy'mcnt’i zane interpellate, e la quotidiana , o vero le infermità d/quVfte'i^! procedenti da caufe fredde . Rifolve le febbri tepide, qu« miravi, e lente , e ficome dagli Autori fi fcrive , fa il corpo , „ Jegro,e per corileguenza induce allegrezza, e tranquil- indo« all». Jità nell’animo, fcaccia la toffe , conforta lo ftomaco,sr«***muove r appetito', e fi chiama da noi il bagno della a[i* ; bellezza, lmperoche oltre che lana la rogna, fa laiìri, ^i*app,dio* e lunghi i capelli : falda , eguarifce le feffure delle Bagno della labbra,dando loro ottimo, e nativo colore : toglie i di-<le,!0mione* fetti de’ denti, delle gengive, e parimente quei della ie^ U beIi< faccia: toglie le lentigini ; giova al fegato, e al poi- all* cip*»?; mone,purga, e netta il vifo alle donne, levando via le volatiche, li panni, e altre macchie brutte della fac aie*geniiv* eia , caufate da. fangue melanconico , e umore baura- * idcnciT chino, o flemma falfa : rifolve anco il fangue liquido a!u len.ti*}* per battiture, o altra cagione fm orto, e congelato . Ce ni'v<,litis^Ci ne ferviamo la Primavera,e 1 Autuono(come s’ è detto di fopra ). L ’ uf_>èjn bagno , in doccia , e nel bere. Il luogo del bagno è molto bifognofo di reparazione. Della fu a acqua ¡fperimentiamo alla giornata meravigliofe virtu . D el.
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De'Rimed] Naturali ^Ifchia, D e l bagno d i p ia g g ia Romana . C
A
P
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* L.
UESTO bagno che e io piaggia Romana,vicino alla Città d’Ifchia , e d’acqua chiara , e ferruginoia, ottima per ia flemma falfa, e per lo fangue ; diflecca Je lagrime, leva il prurito de gli occhi,e li riflora, e conforta: purga la collera : giova alla deb o le z za del cuore alla fìrettura del petto, alla gola , al p o l m o n e , alla tofle , a fermarei capelli cadenti del capo, fana le rotture , toglie il prurito delle gambe , e di qualfivoglia membro.
Q
Chi bafla narrare le m araviglie, che da noi fono fate olfervate di queflo bagno, il quale ita all’incontro , e vicino alla Città Metropolitana , di cui entra una pi cciola parte nel mare? Edjflantedal bagno Suc cedano , quafi ventitré iladj . In queflo luogo pari mente fi vede il piacevole , e deliziofiflìmo giardino deH’llluflre Signor Don Giovanni di Gvevara. Il qual luogo per la fua emerita , ed eccellente copia de’ frur. ti chiamarono Ninfeo; o N in fu io. Nelli fall) poi, (ma prima che verghi al detto giardino ) nell’afpriflìmo li do vederai fcaturire le acque del bagno di piaggia Romana , detto volgarmente il bagno de gli occhi a C alta Romana.Quelle acque dalle parti di dentro del fonte non calde , ma tepide , in gran copia vederai fca turire Il fonte è picciolo, e fla in luogo p ;eno di faffi , e d’arena . E evacuandofi tutra l ’acqua del f >nte, fubito riempirli dall’altra nuova fi feorge, la quale non tiene odore difpìacevole , quantunque fia di colore ferrigno'. Con tutto c iò , e al bere altiifima . La fua minerà e di rame,o più tofìo di miflura nitrofa, e ferri *
goa.
Libro Secondo.
2,33
gna ila qual miftionefrà tutte le acque , che li fanno compolle per bére,leghiamo infieme con molti buoni Autori effere perfetti ili ma, nondimeno none priva di fomite di follo : e quando fi là tepida la fua foltanza, benché non iìafenza m iftura, non perciò retta conta minata , o lorda . Tal che non tenendo in fe alcuno odore fulfureo, reità fenza odore, ed al gufto ( quan tunque non di tutti egualmente ) affai piacevole . E ’ Grado dì calda in atto, nel primo grado, ottima a rinfrelcare, e ca ®re * diffeccare,per lo nitro, e ferro (come s é detto, del ba gno di Fontana): ed èd i tanta fottilità,che trafportata, le parti più fottili fi rifolvono, e viene a perdere parte di v irtù , benché non fi corrompa , poiché appreifo di noi s'è conlèrvata per ifpazio di due anni incorrotta, e pura. L'ufo è appretto di noi, di quattro maniere : in-» Ufi . b agn o , in bevanda,in doccia,e nelle particolari feifion i , e lavamenti, e degli o cc h i, e di qualfivogli parte del corpo,e maflimamente delle vergognofe . M a pi gliandola in bagnoli fà,com e nell’altre acque, non__» Giovameai . molte calde . G iova ad ogni male di occhi : acuifce la ti . villa: fana le fittole lagrim evoli, lafuifufione , e lippi- Jj’ tudine di q u elli, 11 che chiaramente li conofce dalle-» Acuifce i» minere , dalle particolari deilillazioni ,dall*illelfocoloredel fale: poiché foluto, e liquefatto, tanto ncll’ac- le lagrimaq vut del li Alchimifti, quanto nell’aceto dellillato, pare « ^ f^ che tenda al verde, e non chiaro ,a gu ilàd iverd e ra- fionac , me . E ’ ben vero, che il colore è alquanto fofeo : è cer- aiu lippito, che in quello m’ha dato da maravigliare il mi ni He-tudine * rio dell’arte Alchim iftica i fi conofce anco dalle fec- NotJ ; eie : poiché gli eferementi crollacei ,che da quell’ ac qua abbiamo ca va to , fono a punto a guifa di tutia ,e così duri . N è meno fi conofce dall’operazioni, fra le * quali,quelle due fingolarméte in lei li veggono.L’una, che ièrve per g l’occhi,tanto bevendola,quanto lavan-
G 2
done
De Rìmedij Naturali d'IfchtAy
234 done quelli : l’altra a q u eg li, che fono offefi, ed abrugiati dal fuoco,ficome da noi prima di tutti,con mira bile giovamento s’ è fatta ifperien za. Talché non fa / rà dubbio,che nell’acque di quello bagno non fi faccia Due forti di cadmia-» rimpreifione della cadmia, 0 tutia folfizia,e natura le : o tutia fi poiche,non pur fem plice, ma doppia cadmia manifèritrovano , llamente troviamo,cioè la folfizia, e naturale, e quella e quali feche fi fà a cafo , mentre nelle fornaci fi fonde la pietra condoDio fcoridc , e del rame. Ma altra cofa poi è la miftutta fattile,« (ince Galeno. ra, la quale fi cava da i metalli,non dalle fornaci, fico me da Diofcoride fù prima notato , e poi da Galeno eiattamente deferitto: affermando , come da i metalli* di Cipri, che fopra fiare alla Città, detta di Soli,fi veg gono , quando fano cavati dal monte, fi trovano infie rne con effe, varie , e divede vene d im ifture, come Chrifocolla,M ifi,Sori, Vetriolo ceruleo, e rugine con Alla rur- glutinare con la mafia della C hatritide. C o n fe rire tura delle-» l’acqua di quello bagno allá rottura delle gam be, to gambe. AI prurito. glie il prurito,rinforza lofia rotte, e v’induce il c a llo . A fermare Chiamano quello poro Sarcoide : percioche indura—»* il callo. Ferma i ca quello a guilà di ferro. Ferma i cap elli, acciò non ca pelli , cd i dano,ed i denri mobil i. G iova alla vertigineialla mordenti , che c ro ila a o . fea, alle gengive rilaflàte per la foverchia umidità , e Alla verti parimente » q u e lle , che fono piene di ulcere, o vero gine. Alle gen cofrofe* pure che fia col debito modo preiò,ed operato give. il bagno. L ’ufo è anco in doccia, in bere, c ne’particoAlle morlari lavamenti della bocca , e delle fa u ci, per li m a li, fea. Al difetto che fogliono venire in quelle , e malfimamente nelle delle fauci, loro infiamazioni . Toglie perfettamente le lentigini e borea . Alle ¡cali della faccia. S’adopra in bevanda con rare, e nobili fil gini . me operazioni, lenza temere d’offelà alcuna. Dilfecca, ed attenua mediocremente, rifo lve, e conforta : giova ad ogni dolore, e palfione interna , purché non fia in fommo grado di caldezza . Ha forza , e proprietà di
pur-
Libro Secondo.
2 Jf
purgare più per urina, che per feceflo • Onde per prò- virili m»pria virtù del rame viene ad eflere peculiare rimedio, e tutela degli occhi : e per lo nitro poi così afterfiva.ed bi6no »He atta a purgare : per lo ferro, infieme con quelli mcfco- parti, ed a lato conforta lo ftomaco, il fegato, le reni, e tutte 1 al- po ^ tre membra,così al notrimento , come alla generazio ne, dedicate, o proprie, e per conchiudere in breve, viene a giovare anch* a tutto il corpo, e così di mano rPr^®Jj£ in mano a revocare l’appetito anco aC onvaleicenti, a », Convac e lia c i, ed emenda feliciifimament^ la fterilità , per* che togliendo ogni impedimento, e caule potentini- ah»iterili* me di quella, toglie anche la debolezza, e lubricità**, della natura, e purgando, e nettando rinforza le mem bra atte alla generazione : fà tornar la purga alle don- A provon e , e la bianca detto fluore bianco d’ utero, ritiene : ll me* apre , e netta le reni otturate, ed obftrutte . Rompe la Alle pietre pietra, e fenza a;uto d’alcun’altra medicina cava fuori £1,“ «ni*, l’arenella . Conferifce airAfmatici,perciocché la rifol- Air»fm»ti-* vej ma non in tempo di parofifmi ; mitiga i fofpiri, e li « '*of ofc anheliti pieni d’affanno. Fà la voce chiara, ed accomo- ^ far |a vo. data a quei, che cantano, il che al rame fi attribuire : “ ccano°rrea • purga la collera, e la pituita falfà ."giova alla debolez- Aj p0|m0. za del cuore, e mancamento di animo :alla ilrettura—>ne . del petto, della gola, del polm one, e mitiga la tofTe, il A1Ia toffe, che fà tanto per i’evacuzione, quanto per la corroborazionedelle parti deboli per efficcare il predominio dell’ umidità i ficome da Galeno fi fcrive del Bolo A r meno , il qual conferifce a gli Minatici eziandio in-* tempo di parofifmi : la qual ragione fi può ben appro priare a quello bagno. Toglie il prurito degli occhi,e quelle lagrim e, che chiamano i Latini E pifore, cioè epifore. evacuano, e temperano quello umor acre, che fuole generare lagrim e, e.dolore in e lfi, ma non con ogni femplice lavanda di qucft’acqua ( ficome alcuni fetoc-
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2j 6
D e R ìm edij N a tu r a li d '1fobia,
camcnte fanno) benché per configli forfè de’fciocchi , M edici,! quali efTendo ignorantiflìmi, e pieni di teme rità , e gonfiamento, altro noti fanno »eccetto coman dare a’poveri Infermi, che fi lavino fpelfogli occhi folamente,e fatto far un vafe per tale effetto, ed empien dolo di queft’acqua , e ponendolo poi sù gli o cch i, il prefuppongono poter fiutare tutt’ i m a li, ed influenze di quelli : non s’accorgendo quanto fanno grande er rore, effondo il fatto di quella lor credenza molto lontanoied è cola veramente ridicola, che fanno de i G a lenici , ed ip p o c r a tic i, e poi nè di G alen o , nè d’Ippocrate offervano punto. Adunque a coftoro , credo doverli parlare all* ufanza Empirica : affermano così quello ritrovarfi fcritto appretto d’ Elifio ; ma quelle parole non fi devono intender così nude . Ce ne fer viamo dunque a quelli mali, non folo in bagno , ed in doccia : ma nel bere, e ne’ particolari lavam enti. A ’do'orì Finalmente così in bevanda , come in bagno , e ne’ c o l i c i _cliftcri toglie via la colica,il dolor del fianco,e l’emorf^anca **' roidi . L ’ufo inquanto al tempo è per tutto l’ Efta t e , All* cmor- e fe n o n a tutti, almeno a quelli, che fono eftremameroide ' te dal male travagliati,ed afflitti ; fuorché ne’faftidiofi dì Canicolari. 11 dottiflìmo Andrea Baccio di queft’ acqua nel libro fedo al cap. terzo così fè riv e . «Nell'Ifola d'Ifchia,prejfo alla Città Metropolitana , vi è un fornofo,ed eccellente bagnoli quale chiamano del. la piaggia Romana : la cui acqua è chiara, ef i beve, ed ufandofinelle bevande medecìnalipurga conpartìcolar virtù la flemma falfa,e molti,e divcr (imali ,che da quella fogliono ca u fa rf, ferma i denti ; oltre a ciòf i loda affai per quelli,che fono deboli di petto,ed anche per quelli ¿he pattfone d efin izion i di fo n ili influenze ne'polmoni. «Nell'Ifila di Precida, vicino a quefla, vi fono acque Ir è le altre fo lfu ree , da noi connumerate, e deferii te : l e , quali
Libro Secondo.
237 quali parttcipando ancora ej]e della natura, e qualità^ delferroybevute purgano ¡e rompono la pietradrmìfcz qui il Baccio. Onde non è maraviglia,fé collocò quello ba gno tra le acque,che hanno la miniera di ferro, e forfè lo fece per la fimilitudine dei color ferrigno, che in le contiene. 11 che noi in quanto al bagno, che fia parte cipe della natura del ferro, non neghiamo , in tanto che l’erugine , o vero la miftura lottile della Cadmia fuperi, e tenghi in efla il predominio fermamente,poi ché li fali di quello bagno foluti nell’ aceto d d liiiato, o vero nell’acqua forte degli Alchimilli chiaram ente fi manifèftano di color verdeggiante : ma il ferro ren de colore roiTeggiante, e tutti quei , che vorranno fare ilperienza, come noi fpeliìllìme volte l’abbiamo ifperimentaro, e per edere la cofa tanto chiara facilmente potranno vederla . 'Del "Bagno Jéfitrofo. C A P .
Q
LI .
U E S T O bagno chiamato N itrofò, il quale fi ve de nella medefima Piaggia, fcaturifce acqua-, caldilfìma , ottima a limare la rogna, il prori to caufato da flemma, da colera negra,o vero malanconia, ed il dolor delle re n i. G iova anco alle intenfe , e conftipate doglie della matrice : alla tofle, alla reuma, e finalmente a qualunque delliliazioije,e mal di petto. Quello bagno, che nell’iftelfa Piaggia fi trova , fana la rogna, la prurigine caufata dalla pituita , o dall’arrabile : giova a’dolori delle r e n i, agli itte ric i, lubrica il corpo , riftora, e rinfrorza i debilitati, fana la reuma, e parimente la fo lle. Quella b a gn o , che nella medefima P iaggia, poco diftan-
Alla
gna .
ro
A l prurito.' Alla doglia de’ reni. A doglie di matrice. Alla lo lle. Alla reu ma .
Al petto.
De Rimedij Naturalid'ifchia
238 , dittante dai già detto di fopra Porger fi vede , è un pic ciolo fonte trà faffi . L'acqua Tua è calda, non caldiffiSfid cft . ma: la miniera contiene in le nitro, e folio : è potabile, non avendo foporc difpiacevole , ma fouza odore . Ce ne forviamo nel bagno, ed anco nel b e re , è calda nel Grado di fine del focondo grado . Sana la rogna , e particolarA!°prórito raeilte H prorito de’genitali tanto difpiacevole, e nojode'genitali fo . E finalmente tutti gl'altri m a li, focoudo n e lT e » ilo fi contiene , percioche da tal miniere uicendo,ben fi conviene a tutti quelli morbi già d e tti, per eflervi la forza del nitro,e del folfo .'cioè tanto bevendola,quan to ufondola nel bagno . Scrive Andrea Baccio di que lli bagni d’Ifchia, come non lungi dal fudetto, fi vede l'altro chiamato Nitrofo , il qu ale, non pur contiene in fo n itro , ma eziandio copia d’alcun’ altra m ateria^ cald a. 11 che chiaramente fi può giudicare : poiché al tutto fi dimoflra molto caldo quello bagno. 1
Z V
’Bagni del Saffo.
C A P .
I
L I 1.
B A G N I d e l S a ffo fo n o d u e , d e ‘ q u a l i l ’ u n o è tr à f o l l i , o t t im o ad o g n i g o t t a fr e d d a : l ’a lt r o p re tto a l
li d o d e l m a r e , id o n e o a q u a lf iv o g li a g o tta c a ld a .
Sono quelli bagni de’Salfi fiati fin q u i, non purea* M edici, ma anco agli abitatori ftelfi in cogn iti. Ora-* per quanto polliamo credere , s’ io non ni’ inganno, di nuovo da noi ritrovati : poiché non lungi dalla Citta vi è un luogo di gran fotti ripieno , pretto al quale fi vede la torre nuovamente fatta dall’llluftre Sig. O razio T u ttavilla, Cavaliere , non fo!o di n obiltà, ma di in g o ia r gentilezza, e coftumi ornatiffìmo , dove io ho ritrovato i veftigj degli antichi b a g n i, e le acque u à
\
Libro Secondo.
23 p quei fallì abbondantemente fcaturifcono. E ’ ben ve ro, che fendo dal mare occupate , non fi poflbno, ec cetto che nella calma, e tranquillità d’c fio, non £ure le acque, le quali alquanto tepide fcaturifcono, ma nè eziandio li edifizj feoprire ; nè certo è maraviglia,che ora quefti luoghi fi veggano così dal mare occupati, e coverti ; poiché l’antica fentenza de’ Savj ci ha fempre d etto . Che dove prima fi vedea la terra , in procedo di tempo abbia da vederli il m are, ed all’incontro poi fecondo le loro p arti, ma non fecondo il tutto ( ficome dice il Filofòfò ) il che chiaramente fi può giudi care nelle Colonne d ’Èrcole . D i quell’ acqua , per non efiìere oggi atta all’ufo della medicina, non bifògna lare troppo ce n to , nè così diligente inveftigazio n e . D el Sogno, che è nel Giardino del Pontono , C A P .
LIIL
Rà la Città d ’Ifchia , ed il farnofo G iardino , coti quel si grande, e bellilfimoCenacolodel dottiffimo , e fingolar Pontano, quali un terzo di m ig lio , preflb una caia antica, ora riedificata, e rinovata dal la Signora Donna Coftanza Caracciola, Signora di fingolar v irtù , che fùmoglie alSig. Alfonfod’A va lo , che n’èpadrona,dove copiofàmente , aguiià di pro fonda lacuna, colirutta , ed accomodata tra certi vec chi pareti, una certa acqua tergerli vede , della quale le donne di quel luogo , come d’ un pozzo di comune ufo per fare bianchi i panni, ed alcune volte per be re, fi iervono . L ’acqua è alquanto tepida,dolce, e chiara, ma di colore di ferro , e viene mefcolata , con acqua d o lce, che icaturifce quivi d en tro . Un certo Infermo H i Amia ; T
era
\
«
240
B e R ìm e d ìj N a tu r a li d'ifchtd*
e ra tra v a g lia to d a l d o lo re d e lle
re n ile
fe c o n d o ch e a v e v a n o g iu d ic a to 1 M e d ic i
d a lla p ie t r a i , m a ven u to
p e r d ip o r to in q u e llo g ia r d in o , e fe r v e n d o li c o n iin u a jm e n te d i ta le a c q u a n e l b e r e , g u a r i d i tal p a ifio n e , e d a n d a to fe n e p oi in B e n e v e n t o ^
p a t r i a , fra c e r t o f p a -
z io d i te m p o in c o r fo n e lla m e d e fim a in fe rm ità , e d i ^ u o v o q u i r i t o r n a t o , fu n e i r i f t e f f a a 1. u , e r a
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z o d i q u e l l ’a c q u a l ib e r o ,e 6 n o ; d e l c h e v ° l c “ d ®
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t i f i c a r m i , f e c i v o t a r e il f o n t e , c t o g l i e r e t u t t a 1 a c q u a ,
ma
c e r c h e il
lu o g o d e lla la g u n a e m o lt o
a p e ito ,
fa
b ifo g n o farvi e n tra re m o lti o p e r a r ). im p ero ch e n o n - , p o t e n d o l’a c q u a a v e r e il fu o c o n d o t t o
, fi v e d e f
e
r i r e fo t te r r a , p e r lo fp a z io d i m e z o p a lio i la o n d e e v a cu ata
e t o l t a v i a , q u a f i t u t t a l ’a c q u a , c h e f c a t u r i v a ,
così caldaie cocente , ne venne , che gU Operar; non p o t e n d o p i ù r e f i f t e r e , p e r c i o c h e fi f c n t i v a n a ► io ie d i u fc irn e .
e le gambe, furono coftretti di
M in « » ; ,
Tiene
S
t a g n o p o co lo to d ì c o lo r d i ferro in c lin a n te a l
n ero.
11 f a l l o
n o n d im e n o
, e d il
uogo re" d o " “ d i'
q u a n to d i o d o re d i f o lio , o v e ro di b itu m e , 1 S t ila t a tie n e a lito , e m o llr a d i m in ie r a d i fe rro , m t i o , fn lfh u fl> » .
S a n a d u n q u e b e v e n d o la il d o lo r d e r e m , d e l-
p irtw n e U a
fu n i Q u e i, ch e
ve ffica i g f l t t e r i c i , o v e r o a rc a ti
e
dal m al di p o lm o n e , e d Ip p o co n d rj
T t r o v a n o m a l t r a t t a t i , e d i n f e r m i : fa u r i n a r e , Tana la
(offe ,
o q u a lu n q u e reu m a di p etto : to g lie
ne, e granelli della faccia, generati dall atrabile , o vero dall’umore melanconico * rimedio veramente potentiffimo a tale effetto. D i q u e l l o bagno ce n e ferviamo i n bagn o , in doccia , e nel
bere. peL
\
.
Libro Secondo .
241
D e lti S u d a to rij della T e jia . C
A
P .‘
L IV .
E R r itr o v a r e d e t ti S u d a to ri/ p a r te n d o d a lla C i t t à
P
p e r la v ia , c h e fi v à a B a r a n o , g iu n t i c h e fa re te a i
C r a v o n e , c o n v ie n e a n d a r e a m a n o d e ftr a c a m b ia n d o
u n p o c o p iù in sù , fin c h e fi g iu n g e r à in u n lu o g o c o m u n e m e n te c h ia m a to la te fta
\ i l q u a le
p er e ffe r e n e ll '
e f tr e m e p a r ti d e lle C r e m a t e , o p ie tr e a r f e , c h e v o g li a m o d ir e , a l l ’ a lt e z z a d e l m o n te , è f ia t o fo rfè co sì d e t t o ) , q u i v i v i c i n o a q u e lli i m m e n f i , c f t u p e n d i fa lli b r u g i a t i ,e d a q u e i lu o g h i i n a c c c lf ib ili, e d a lg o m e n ta x le p iù fo lita r ie fie r e , fi v e g g o n o c in q u e S u d a to r j r a c c o l t i in un p o c o l u o g o , m a a p r ic o , c d i c a lo r t e m p e r a to , e d ’ o d o r o n o n m o lc f t o . E p e r ò c h e fim o le p i e t r e , e t u t t o q u e l l u p g o , p e r lo p iù a llu n in o le , e c a l c a n t o f c ,
Mrrtcf,
c o n fo m ite d i b i t u m e , p o tre m o d ir e , c h e a v r a n n o i S u d a to r j v ir t ù d i r ifo lv e r e , c o n fo r t a n d o in m o d o , c h e g io v i n o a lle m e m b r a ,e d a lle g io n t u r e in d u r a t e ,o r i t i jr a m c n t id e ’ n e r v i , c d a f im ig lia n t i e f f e t t i .
D i l l i S u d a to rij vicino à S.Geronim o a lle Cremate * C A P . ASSAN D O
P
L V .
la C a p p e lla d i S an G e r o n i m o , ( c a m i -
n a n d o d a l f c h i a a 'b a g n i d i F o n ta n a , e d i F o r n e l
l o , p e r e n tr o le p ie tr e a r fe ) , fo n o d u e S u d a to r i;, c h e f u m i g a n o c o n t in u a m e n t e , m a d i q u e l li n o n c i p o llia m o i è r v ir e ; p e r ò c h e è il lu o g o m o lt o a lp e ftr c , e q u a li in a c c e ffib ile . Q u e l l i S u d a t o r i; , 0 b u c h i , p e r U q u a li H h c ià la
Utilità
241
D e R im edtj N a tu r a li d 'I f c h ^
cfala ii fumo continuamente, danno( a mio giudizio) (ègnalato indizio , che fotto quelli luoghi lÏa rimafto refiduo di fuoco . Onde e da dubitare, che D IO non v o g lia , che col tempo venen doli a regenerar la materia,non venga di nuovo ad accenderli il fuoco.
\
DEGLI ACCIDENTI, E SIN TO M I. Che più fpeiTo fogliono avvenire nell’ uio de*Bagni naturali.
,
Così di qttcft' JfoU d' 1/cha come di qualftvoglia altro luogo del Mondo
.
Raccolti dal Baco! , dal Faloppio , ed altri dotti. C A P .
I.
* O R IG IN E degl* accidenti, e paflìoni ne'bagni, fuole efferc io tre maniere : perciocché alcuni accidenti in qu elli, fogliono effère,quali come ordinar;: poiché a molti avvengono, eziandio a colo ro , che debitamente, e ra gionevolmente ulano il bagno, come farebbe la neceiiìrà del dormire, per quel tempo Pri mo * a pena tollerabile,o vero trapaflare le notti intiere fenza dormire,avere finiiùrato appetito,o vero niuno: an dare poco del corpo,avere gran fete, fudartroppo con tinuamente fcntir mancamento d’animo,e cofe (inaili. Alcuni altri accidenti, hanno origine dal difordinato Secondo • modo,e reggimento di colui,che piglia il bagno : come farebbc,gravezza di ted a , dolore, vertigine, afprezza, H h x e fic-
244
De Rimedi] Naturali d'ifcbta,
e lic e ità d i b o c c a e fe t e ,d ift ilI u z io n e , ed e v a c u a z io n e , ttrx o 6f
ed a b b a ttim e n to d i *
llo m a c o . I terzi a c cid e n ti
fo n o
q u e l l i , i q u a l fò p ra g iu n g o n o p er in c o n v e n ie n z a , e c a g i o n e d e l b a g n o , o c h e fi a f i a t a f a t t a m a l a e l e z z i o n e d i
N ota.
q u e llo ,o c h e a v v e n g a n o a c o lo r o , c h e p a t if c o n o , p e r c h e n o n fo n o b e n e g iu n g o n o
per
p u r g a t i , e p r e p a r a ti, o ch e fo p ra -
q u a lc h e
errore, e
tra fcu ra gg tn e
del
v i t t o , q u a l e c e r t a m e n t e s 'h a d a t e m e r e , c o m e p e r i c o l o m o r t a l e , p e r ò c h e n e f e g u o n o , l a d e flu fito n e , la f e b b r e , la c o n v u lf io n e ,la r ifc a ld a z io n e , e d in fia m m a z io n e d e l le r e n i , o v e r o d e l fe g a to , e d a ltre co fe m a le , lim ili a q u e l l e , d i t u t t é q u e f t e c o l è q u a n t u n q u e la p r a t t i c a u n i v e r l à l e , l i l e g g a a p p r e i f o g l ’e c c e l l e n t i A u t o r i d e l I a M e d i c i n a : i b a g n i n o n d i m e n o i n q u e l l e c o f e fi v e n d i c a n o , il p r i m a t o , e v o g l i o n o , q u a f i p e r p r o p r i a r a g i o n e - » u n a d ilig e n z a ,e c u ra p ecu lia re. P r im a d u n q u e b ilo g n a f a p e r e , c h e q u a n t u n q u e il fin e d i q u a l f i v o g l i a b a g n o « fifó n i
fi a l a f i n i t à ; n o n d i m e n o , i b a g n i f o n o p i ù i n c o m m o d i
p e r ic o lo « * a ’ i à n i , c h e a g l ’ a m m a l a t i , e la r a g i o n e e , p e r c h e i f a n i g l " *À mina- c o r r o n o p i ù p e r i c o l o , e p e g g i o r i » f e c o n d o q u e l l ’ A f o la ti.
coloro , che fiatino bene di corpo,difficilmente tollerano le medecine.Lz q u a l f e n
r iftic a fe n te n z a d ’ lp p o c r a te ,
t e n z a e ffe r e a n c o r v e r a n e i b a g n i , è c h i a r o d a G a l e No£a
n o ; p e r c i o c h e i ’a z z i o n e t a n t o d e l b a g n o , c o m e d e l m e d ic a m e n to ,fà u n a di q u e lle d u e co fe, o e v a c u a re , o d i g e r i r e , e c o n f u m a r e le c o l è i ò v e r c h i e . M a p e r c h e n e g l ’ u o m i n i f a n i , q u e l l e c o f e n o n fi t r o v a n o , o v e r o f o n o p o c h e , è n e c e fia r io c h e ’l,b a g n o d is f a c c i a , e c o n f u m i i l fa t i g n e , c l e c a r n i , e m a l l ì m a m e n t e f e i l b a g n o c o n t i n u a m e n t e fi f r e q u e n t a : o r a a q u e l l a r e i o l u z i o n e , e c o lliq u a z io n e , fe g u ita n o m o lti in c o n v e n ie n t i, c o m e e A u t o r e il B a c c i o .
E fic o m e q u e l l i , c o si a n co ra fo n o
m a n c o o fiefi c o lo r o , c h e fo n o a v v e z z i , e f i l i t i a b a g n i ; p e r c i o c h e il p r i m o p r i v i l e g i o , e p r e r o g a t i v a
del b a gno,
i%*sS% Libro Secorido
Zfâ
% >1 . g n o , è la ufànza. I bagni, che poftono cffere utili a’Ià- CR*S“{.*£* ni,per lavare loro i corpi, e tor viariam en te qualche javar ¡ COr. laflìtudine, e fiacch ezza, fono q u e lli, li quali pajono Pj^jy »Jopoco differenti da i bagni delle acque femplici ,e con JJ¡e de¡ la loro temperie arrivano, per infino al primo grado troll,e dei di caldezza ili circa , come certamente è l’ acqua d i ,0 Reu * Nitroli,,della quale continuamente le brigate del paele ulano in luogo di bagno lenza oficia, e nocumento veruno .
Contro la f e t e , che fopr agiunge per cagione del bagno. C A P .
II.
A fête, come è Autore G a le n o , fi fùol generare per più, e diverte caufe ; ma principalmente per l ’intemperie calda delle vifeere, e malfimamente del lo ilomaco,e dei fegato. E’ certo la fiete fuole grande mente affliggere,e cruciare coloro,che ufano il bagno: di maniera, che tariffimi fono q u e lli, i quali ulano il bagno , che non patifeano fece ; la quale fi può confe derare in due m o d i, perche o farà fete fai fa , la quale fojamente è nella bocca, nel palato , e nelle fàuci , o vero farà fete vera, la quale, non folamente è nelìa_j bocca, palato, e fauci ; ma ancora nella bocca del ven tricolo ( lafcio da banda ora una tete leggiera, la qua le è commune affezzione di tutti i b agn i, non avendo quella forte di fete bilògno d’altro ajuto , e rim edio, che fìiperla tolerare,e vincerla co’l Tonno naturale): fé adunque fopragiungerà fete non vera , l’ammalato fi lavi la bocca con acqua,ed aceto, o vero con acqua di zucccaro, o di orgio, o vero con acqua deftiJlata di cetronella,d’endivia, d’acetofella, o d’altra limile , o ve ro
L
Z ^6 D e R ìm e d ij N a tu r a li cT1fobìa* ro tenga nella bocca zuctaro di Candida, o verolm prugno damafceno ,o vero lavi la bocca con acqua.-* fredda. Ma fe la fete farà intenfa, grande, e vera fece, per rifpetto che è nella bocca del ven tricolo, farà o perche nel ventrincolo fi fono m oltiplicati, ed aggre gati alcuni umori b ilio iì, o filli, o vero perche fi è già rifoluta, e difl'eccata la umidità di quello. Potrai facil mente conoicere la fète, che fi genera dalli umori acrfi percioche (pelle volte accompagnano quella , come-» un roficamentò, c dolor di ventre, ed una amarezza di lingua , *o vero di bocca , ed un certo caldo , il quale arriva infino alle parti del ventre, chiamate, Ippocondricj; all’ora biibgnarà dare all’ ammalato acqua d ’orgio, o di en d ivia, o di borraggine , o di cetronella con giuleppe,o vero cou zuccaro rolàto , o pure con la radice della buglofla confetta, o vero zuccaro boraginato,o bugloifato, o violato > c con quelle cole , ed altre limili, noi iolemo placare , c fmorzare la letc in quelli b agn i. Alcuni lodano prendere innanzi c ib o , due dramme di caifia ; fogliono dare ancora, come co là ottima , il brodo di pollo» nel quale fia fiata cotta l ’erba acetoÌà,ed endivia , ma che la quantità del bro do fia grande. Quelli ajuti.e giovamenti antedetti pri mieramente giovano a coloro , i quali hanno già riiolu to , e diflcccato l’umore del ventricolo ; fècondariamente ancora giovano mitigando, e temperando 1 acri monia dell’umore b ilio lo , o vero colerico. Ma quan do la fetc fi genera per rifpetto della collera accrcfciut a , e moltiplicata nella bocca del ventricolo, farà cola giovevolilfim a, che l’ammalato riceva la lera_j» dopò la cena , meza oncia di zuccajo rolàto, il quale tenga la notte nella bocca , accioche pian piano li disfaccia, e p e rfe ftcflbfe ne vada g iù . M a pure le quello zuccaro rofato s’apparecchiarà in tabelle , le*
-----
-
va-
Libro SecQttdp.
24 7
vara , e torrà via la fere piu eccellentemente . Simiimcn te lo iciroppo dell'agrefta d’A vkenna , la conferva d’agro di cecro . Alcuni ancora fogliono dare la calila con la polpa di tamarindi.Ed ancora tutte lecofe, che abbiamo detto di iòpra, che tolgono via l’acri monia degli um ori, ed alterano l’ intemperie calda dello ftomaco, fono ancora commode, e giovevoli con tra quella affezzione della iè te . Di più biiògna prove dere,che (ubi tonel principio del mangiare gli amma lati mangino qualche c ib o , che fia di fàcile , e fubira digeftione, e principalmente,che non faccia fete,come farebbe lattuca, acetoià, porcacchia, endivia, pruna, 0 granata di fàpore a g ro . Qualche volta bevano mode ratamente^ vero ancora più largamente,e dopò nel re fio del giorno fi áílengano dal bere , e maffimamente quando alcuno ha da ricevere il bagno la ieraj ma cer to,quando laiète dà gran faitidio, g l’ammalati paflóno prevederli di alcune colè liquide , che ricevano lec candole con la lingua , come principalmente fono le cofe fatte con aceto, le quali come io fletto Galeno è Autore, potentemente fmorzano la fete , la quale ha avuto origine d’abbondanza di caldo. Dice il Signor Andrea Baccio, che bilogna attenerli dal b e re, anco ra quando la fère è inefaufia; ma parla di quella le te, la quale fequita all’ ufo dell’acque naturali de’ bagni, che li ibno prefe per bocca. Ma noi certo lodiamo iti quelli bagni il moderato uiò delle acque, quando la fete è grande , e quello per temperare l'intem perie calda, che i vapori caldi de’ bagni fogliono apportare; ma biafiniamo, e vituperiamo l’ufo imifurato di bere, accioche te membra giàdifleccate perla virtù d elbagno,non tirino a iè , c fughino qualche coià cruda, e nocevole al corpo; o vcro,accioche la natura non fi an neghi (per dir così) per lo troppo bere, per vari;, e di-
248
D e R im e d ìj N a tu r a li ¿ l i d i a ,
verfi p erico li, de’quali c’atnmouiice Gaieoo nel ^ libro de’luoghi ammalati: bifogna anche fare rime y rin frefeativi, con quakhe aftrizzione , circa gl Ippocondrici, e la regione dello iloniaco , come farebbe l’ungento fandalino per rinfrefeare ,0 vero 1 unguen to roiato. E finalmente fe la fete feguita a qualche Sete da focerchia C- grande evacuazione fatta, bifognara attendere a ria . Vaeuazione frefeare, ed umettare il corpo con ogni modo di vive per l’ intére,ed in tutte le maniere provedere,e (occorrere con peric fece«. tutti quelli modi, ed arti, con le quali Galeno lnfeSn° correggere , ed emendare la ficcità dello ilom aco, nel lettimo libro del M etodo.
Centra lofogliam m o , ed appetitoperdutoper, cagione del bagno, C A P .
S
H I.
PESSE volte pare che cafcbi , e fi perda rappemo
per rinteroperie calda dellofiomaco cauiàta dal bagno : il che fcuoprono,e dimoftrano la fcte,ed anco n a ! rotti di male odore, ed acetofi * al qua e fvoShatncnto bifogna occorrere, e provedere con le c o f , che refrigeran te fortificano la bocca dello fiomaco ,pu rbe S v e g lia m e n to dell* appetito nafea , e derivi dal caldo, come abbiamo detto, ed il piu delle volte fuoIe accadere. Si riftorerà l'appetito fe fi cominciai à * mangiare cofe rinfrefeative »ricevendo per certi»<P«> di tempo cibbi fatti di lattu ca, la quale e m«d ci^ dello ftomaco, che bolle : come Autore A " a » i b e o , e Galeno , ed ancoradi (carola, d. cicoria , ed i quella c o fe , che fi confettano con aceto, o vero con fucco agro,e forte di mela gran ati, o vero di feorze di cedri rnnfcttr. guardandoli fempre dal fove.chio . Sol mo ♦
Librò Secondo.
2^ $
la m attina, e la Pera avanti mangiare, dare la mina di cotogni apparecchiata con zuccaro, e lènza ipezie, offi zaccaro, e quelle cofe disfàciamo con vino di cotogni, o vero con acqua d’aflenzio, o vi no di mela granati, e con acqua di m enta, e così disfatte, e diiTolute , le diamo avanti mangiare per la quarta parte d’ un’ora . Qualche volta diamo a mangiare la cotognata , con«# zuccaro apparecchiata lènza ipezie . Uiìamo ancora l ’aceto, il vergiofo, e le mela aranci di fapore agri $ qualche volta ancora lòlem odare la polpa di tama rindi infieme colla caifia . Ed altre volte folemo aiu tare io ftomaco, il che è coiii molto giovevole , co me noi abbiamo efperimentato, pigliando ro lè , vìo» le, laudali,ed ailènfo, e fatta una qkcozzione in fuco di cotogni, ed acqua di rolè roftè faremo fomenti alle parti dello ftomaco. Giova ancora di fuora via unge re con l’unguento fandalino melcolato con l’ unguen to ftomatico. Suole accadere u d ii bagni, benché rare volte , che di quello effetto lìa cagione, o l’intemperie fredda, o la debole natura dello ftomaco; nel qual tempo coloro , che patifeono non hanno fete , nè tol lerano le colè fredde ; anzi la faccia, e le labbra le gli inibianchifcano , e qualche volta rottano colè acetolè; all’ora a co lo ro dopò il bagno bifogna fare unzione d’utiguento ftomatico Polo, dando tra quello mezo al paziente alcune colè, che abbiano particolare ajuro, e difelà dello ftomaco, e malfimamente quella forta di colè , le quali ad un medelimo tempo hanno forza , e di nodrire , e di medicare , come farebbono confet ti di mela cotogni colle fpezie, cedri con fetti, zinzifèro confetto, un pezzetto, quanto farebbe la quan tità d’una fava ; e di conferva fatta di fiori intieri di m elaranci, allam ifura d’ un picciolo cucchiarino , o acqua deftillata di cennamomo, al p efod’ una dram1i m a,
Z^O Be'Rimedtj Naturalid'ì'fcbia, ma j ed altre colè Umili,le quali per quello effetto gio vano, e però fi chiamano colè che {Vegliano, ed ecci tano l’appetito ... Per lofoverchio[udore, che procede per eaufa del bagno . C A P .
IV .
SU D O R I ancora, che abbondanti non bi fogna-» Impedirli iè non affliggono molto l’ ammalato; percioche iono buona evacuazione . Ma fe cominciarannoa venire fuori abbondantemente, di m a n ie r a i che paja , che gli amma'ati troppo $’ indebolifcano , e bracchino , e d ie perciò vengano a cafcare in fincope , e.tramortirfi , biiògna leggiermente afciugare il fudore ; percioche un fudore venuto fu o r i, tira ancora dal corpo l’altro; dipoi togliendo via le coperte del letto , bifogna rinfreicare l’ammalato con le feneftre aperte , accioche perle aure ioavi'entri parte d’aria frefca , t-» da tutte le bande attorno Ut gli faccia un poco di ven to ; dice Falloppio: fdonungcte il corpo,conte alcuni fo~ glim o fa r e , nè diate agli ammalati cibi a f ù n g en ti, e vifcidi,come fono [e liti difa re cojloro\ma piàpre/lo l'am malato cefi dall'ufo del bagno, o vero ufi il bagno falò una volta il dì, e per fpazio di tempo più breve del[olito, Contradiz- ed il bagno fi a ile pi di-fimo ; contra quella fentenza del Faloppio,dice rEccellentiifim o B accio, che bifognacio ed* il rà ungere i l corpo con qualche aglio a f ùngente,e che biFaloppio. fogna tifare, e mangiare cofe vifcide, e mediocremente „ „ , , altrim en ti. Io certo per accordare, e conciliare quelli biano ¡nten., duo eccellenti Autori, che paiono li contradicano , didere,e tuo, che’l Faloppio ha divietato le colè ailringenti a ciliare. c o o r o } che fono di corpo robuilo, e boli di rara tetfu-
I
ra;
Libro Stcondo. ra :ma il Baccio concede, e dà le medefime colè a co loro , che fono macri,e deboli, e di natura gentile, delicata, ed a i convalefcenti. Ed a quello modo l’una, e l'altra fentenza farà vera, e Tuno non è all’altro con trario . Nel reño farebbe ñato meglio aver proveduto, che coloro, i quali fono di rara teftura, ed idonei a buttare così abbondanti (udori, non così fàcilmente fi inetteffero a i bagni fe non per poco fpazio di tempo , e mafiìmamente ne i principi quando s’ avvezzano al b agn o , s’ungano ancora con oglio onfacino , o vero di mortella, o di cotogno, o vero di qua'che altro ungento aftringenre ; ed ufino c ib i, i quali iogliono me diocremente aftringere, e rinfrcfcare, come mela gra nate acre, limoni, lattuche, acetofella , e cofe (ìmili ,e fono ancora aquefti i piedi degli animali u tili, cotti nell’aceto, e giovali ancora il latte co tto . Contra i l mancamento di cuore, o vero (Fummo, che viene dal "Bagno. C A P .
V.
O N O a lcu n i, i quali hanno la bocca dello flomaco tanto debole , che fubito dopo l'entrata nel bagno fi perdono d'anim o, e pare che manchino, alli quali le non dafiimo ajuto, s’affogarebbono ; altri fo no i quali non così fubito cafcano d ia n im o , m aiòio, quando dimorano nel bagno più lungo tempo di quel lo , che conviene, e che fu loro ordinato dal Medico : ed a cofioro ninno altro rimedio fi dà , fe non che o f. fervino gli ordini dati loro da’M ed ici, e non filano nel bagno così lungo tempo. Ma fi può dubitare, e te mere di coloro, a’quali mancano le forze fubito, che-» fono entrati nel bagno , e pero bifogna f o c c o r r e r g l i ,
ri 2
uet
Z$Z De Rimedtj Maturali d '1 fobia, nettando bene la bocca dello itomaco; perette: quello roane amento di cuoré1, o vero d animo , 1itole accadere così fpeflo per rilpetto della collera , che è netto ilo — niaco • Adunque diate all’ Infermo una fetta di pane bagnata nel vino di mela gran ati, o vero nel yergioio, che è 1uccq d’agreiia , ma non beva quello lijcca , o veramente ne beva molto poco- Suole ancora il man camento d’animo accafcare, parte a q u e lli, che fono deboli j e poco avvezzi n ell’ acque calde, e parte an c o ra , come abbiamo detto , procede ora daila dimo ra nel bagno , e tal’ ora dalla moltitudine del l'udore dopo il bagno: e certo a q u e lli, i quali mancano di animo ,e di cuore, per una lenta dimora nel bagno , i Minilli-i del bagno foglionoiXfoiro bagnar loro tutto il corpo con acqua fredda, e rinfrefcargJÌ , portandogli a ll’aria frefca, e fregar loro lo ilomaco . E quella è la fentenza di Paolo : percioche (libito i tramortiti li ri tornano,rinconcentrandoli, e ritornando m ie fteffq,, Opinione quali come in una fortezza, il calore naturale. Ma codcl Bacco . joro> i q Ua[j per vm certo mai collume di vita fcgliono deli tiare affai per tempo la mattina , e quando fono di giuni , gli pare, che dal bagno gli (cappi fuori l’anim a, fo gli potrà concedere qualche cofa per collazione itinunzi al bagn o. Il caldo ne’bagni lì può divietare , prohibire , dice Corneiio C e llo , fe alcuno terrà nella bocca acqua fredda , e Plinio , fe terranno fotto la lin gua del (àie, o vero aceto , lavando la bocca. M a a co loro, che fono deboli,e non fono avvezzi a’b a g u i, po tremo piu iìeuramentc a ffig lia re ,c h e comincino dal le eofe più kggiereiinfm o a tanto , che s’avvezzino , e pian piano contra qu ello , che tur lì luole nella muta zione dentro l’acqua fredda , non fi bagnino tutti in tip fubi.tOjO fi colettino, o veramente fi fedano immer gi n sll’acque, c non faccino cofa alcuna, uè fi muoya-tt
f
~
xjo ;
Libro Secondo
.
no: ma potrebbono di ile ad ere folo qualche volta ri braccio all’aria fredda , accioche i polii refpirino nel lo (coperto : o veramente alzando or l’uno , ed or l’al ito piede neH’eftremità del bagno. Ma a coloro , che mancano per la moltitudine del fudore biiogna den. farli la pelle,e tanto con rimedj freddi in tern i, quan to con eftertìi biÌognaajutarlì, dandogli una tirata di vino freddo, ed un poco dopò qualche cibo in brodet-' to ; avendo tollerato l’aria al freddo , ed acid o, facen do bagnare il fuolo delle camere , alterando l’aria con erba di fintile natura , e facendo ancora le altre cole , che abbiamo d etto , che fanno contra ìlfudore, fecon do la ièritenza di G a le n o . Contra lajìitichefzza del ventre, caufatd dal $ C A P .
VI .
CO SA frequentiifima ne’ bagni la ftitichezza_» del ven tre} percioche molti pochi lì ritrovano a i quali dopò quattro , o cinque dì non fopr agiunga la flitichezza . Biiogna adunque in tutte le maniere pro vedere ne’b a g n i, ch e’ l ventre fia libero ,e Ìcarico di colè ioverchie , cioè che ogni giorno fi dtfcarichi il ventre, due, o almeno una volta, o fecondo l’ufanza, e coftume di ciaftuno ; percioche folo per quello acci dente abbiamo veduto molti avere parito pafiìoné colica,ed ancora dolente de’ fianchi. Al quale acciden te biiogna andare incontro con rimedj m ollificativi, aimenouu dì sì, ed un’altro nò. E primieramente fi fac ciano i lerviziali,e cliileri di brodi lenirivi,e mollifi cativi, o vero di fiacco decòtto di malva,e di confuma to d ’orgio i e dopoi con cofe più gagliarde > o vero fi met
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T) e'R im edi} N a tu r a li d'Jfchìa,
mettano le ghiande fuppofitorie. N e mancano molte acque medicate, le quali ricevute per clifteri lubrica no il corpo , come (òpra tutte le altre iòno le acque-# falle del bagno di Caftigiione, e le nifrole , come fono le acque di Fornello , e della Fontana , ed oltre quelle acque abbiamo ancora efperimentato molto commo de le acque di G iorgitello per quello effètto. E* ben—» vero, che fi ritrovano alcuni tanto ic h iv i, e ritrofi a ri cevere clifteri ,ch ea nefiun modo vogliouo ulàrne. E coftoro nelle vivande ufino b ro d i, ed altre colè mollifìcative , come le biete, la zucca , la porcacchia, la-» mercorella, l’urtica,Ia m alva, cotte tutte nell'oglio, in luogo del quale oggi noi potremo ulàre, o vero il vergio?o,ed il là le, o vero la pólvere di tartaro finiflìmo di v in o , il quale ha gran forza afterfiva , e di netta re e fimilmente nelle infialate, e colè innanzi cena piglino pruna damafeene, ed altri frutti limili len itivi, e m ollificanti, quanto farà loro concedo, e lecito . Si piglino fette, nove, ododici pruna damarcene (ceche, c fi cuQCano nel brodo d’una g iu d a , e proporzionata-# quantità , e quel brodo beva o poi l’ ammalato per qualche conveniente ipazio innanzi cena -, o vero dette pruna fi cuocano nel vino bianco , e dopò colato bene il vin o,s’infarinino,e coprano di zuccaro bianco, e le mangi poi l’ammalato un poco avanti cena ; o ve ro fi piglino quattro, o cinque fichi lécchi graffi ,e poi fi mettano denti od i quelli tre , o quattro grani mon di di cartamo , e detti fichi fi diano a mangiare all’ am m alato. Ma s’ alcuno non potrà far quello per qualche intemperie calda , e lecca jcaufata nelJi inteflini, come fiuole accadere nel bagno , fi unga la parte inferiore del ventre con qualche unguento, che molli fichi , apra, e rinfrefehi, come fogliono eflère q u elli, che fi ulano , e facilmente fi poflono fubito apparec chia-
Libro Secondo .
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2 y chiare, come foglio comune, il botiro vecchio, gii un guenti Diai te i, l’unguento d’^grippa, foglio-di T imelea, e l’unguento di Mefuè farto dalli ciclamini , e porto alla parte delli fianchi, e delle reni ; ma f e l’ aftrizzione parrà proceduta per più lungo tempo, rice vano medicamenti piacevoli, e clem enti, i quali fi fogliono inghiottire, e pigliare per bocca , come farebbe un boccone di cartìa in canna al piu , per mezaora in nanzi mangiare ; 0 vero inghiottano una pillola di aloe lavato, quanto farebbe il pefo d’uno -fcropolo, ed al meno un dì s ì , ed un’ altro n ò , con znccaro rofàto : o vero inghiottano le pillole alefangine, m afticine, 1 ^ communi de tribus, e volgarmente chiamate fenza_. guardia, o cura , innanzi m angiare. Ma benigno è , e non meno delicato l’idrorofato di Paolo; e quello, che la furba de’ M edici ora fuole chiam are, lo fciroppo di molte imfufioni , ora fdroppo rofàto foluttvo , 0 di rofe rofTe, o di rofè perfìdie , fecondo parerà ncceffario, pigliandone il pefo di quattro once , la mattina affai per tempo : o vero ricevano zuccaro bdraginato , di viole ,e quel che fifa de’ perfichi, oinfieme mefcolati ,0 vero in infusione nell’ acqua di meliffa , con giurta quantità ,e queft’ acqua delle infufioni dette, fi dia agli am malati a bere . Ma fe tutte querte co/è non baftaffero, fi met tano in un vaiò d ’ idroleo, ed ancora d’ olio femp lic e .
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D e 'R iw e d tj N a t u r a l i d 'ìf c k ia 9
* Centra il dolore dì tejla tanfate dal bagno. C A P .
V II.
L dolore della retta come è autore Paolo E gineta, tra gli accid en ti, che al corpo umano avvengono, é male gravittìmo , e d’origin e, e principio molto va rio , e diverfo , percioche qualche volta ftà attaccato, ed infitto effenzialmente nella tetta , qualche volta di pende dal coufeniòdi qualche altro membro , e qual che volta fi genera da caufa primitiva , ed eftrinfieca , cioè per cagione del vino, del coito , del caldo, d ira, di percotta, di bagno , e di cole limili.» E ’ certo , iè la caufa del dolore farà eftrinieca, fi conofcerà facilmen te dalle parole d ell’amnialato , e fi emenderà , e proyed erà. M a le la tetta patifee per lo confenfo di qual che altro m em bro, come farebbe dello ftomaco , il che fpefle volte accade , b ¡fogna provedere fecondo la varietà della caufa, dalla quale procede come per vo m ito, per andare dei corpo, per purgazione ancora dello ftomaco , con cime , e foglie d’ afeenzo, o vero col bevere meico'ato l ’ aloè, o veroufando di fuora via l’unguento melino, detto di cotogni, o vero mafticino; le quali cofe Galeno co p ta m e n te racconta nel fecondo libro della compofizione de’ m edicam enti, e nel fefto libro come fi conferva la finita . Ma le final mente la intemperie calda farà ettenzialmente nella tefta, e quelle avviene pep naturale difpofizione della te tta , come fi nota nel fittto libro di con lervar la (ani. tà : all’ ora bifogna aftenerfi da’ medicamenti caldine fulfurati, e di limili acque calde,e bituminole. Ma fe’l dolore , la qual cofa è la primiera , procede dalla impreifione del bagno,e principalmente fe legue ab’ uló
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Libro Secondo
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della goccia dell’ acqua iopra il capo , in tal mala difpofizione, non farà fuor di propofito qualche volta ferm arli, e non ufare il bagn o, disfacendo tra quello mezzo i vapori concetti per fulo del bagno,per mezzo di moderata efercitazione, ed opportuna, ed anche per via di fricaziònileggiermente fattejed ancora riceven. do,e pigliando tra i cib i, colè rinfrelcative , e che reftrin go n o , come è il Diacitoiiio, detto cotognata , i coriandro, o vero fallilo dopò mangiare, ed ancora un poco d’ acqua fredda ; e più ungeremo il capo dell’am m alato, quando và a dormire , circa le tempie con oglio rolàto,oiIìrodino, con unguento ro lato, e colè limili. Il Faloppio avvicinandoli più alla prattica,dice: A l dolore della tcjla procederete ,fe quando V ammalato ■ vìi a dormire,g li darete qualche cofa,che ritenga,e man di g iù i canori, che ¿"inalzano,comefarebbe zuccaro rofato,infìeme col violato . Ma io certo ulèrei lòlo il zuc caro rofato, o vero mirabolani c h e b o l i e ùmili : noi ulìamo più gli emblici conditi, e confettati con zucca ro . Aggiunge poi la cotognata lèm plice, ed ungere il capo con oglio eom m une, o vero con oglio di mando la dolce lavato. Finalmente loda le ventole, o vero coppette Zecche, attaccate nelle ipalle . Ed ulti mamente per cinque ore dopò cena alme no , che lìa finita già la prima concozzion e, gli dà delle pillole mafticine di pelò quan to ¡farebbero due icropoli.
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D e R ìm e d ij N a tu r a li d 'ifc h ìa
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Contra la 'vertìgine del capo caufata dal bagno • C A P .
V ili,
A Vertigine iuole iòpravenire nel bagno , o vero per li vapori eleva ti, che riempino il capo, ficome ancora poco di fopra abbiamo detto del dolore della tefta, o vero eccitati , e moflí alcuni mali , fumofi umori da alcuna parte del corpo al capo ; laon de poi fi genera nell'ammalato una fpecie d ’ imagina« zio n e, con la quale gli pare , che tutte le colè girino attorno attorno. A quello accidente fi provede, e dà ajuto , quali per i medefimi rimedi;, ed ajuti racconta ti di CopÀ : li quali erano, tralafciare il bagno, efercitarfi, far frigagioni, ed altre fimili diverfioni. Con la fola intem iflìone del bagno abbiamo curato , e guari to rillu flre Signor Pompeo Tutta villa . Ma fe cqiuj quelli rimedi; non ceifarà il male , fi mettano attorno aJ cap o , parte cofe , che poifano reprimere , ed impe dire 1* impeto de’vapori : parte ancora colè , che poffano fcacciare fino alfine le reliquie de’ vapori, che fono reilati attaccati al capo. Ma fe li vapori fi faranno moflí, ed eccitati per m ovim enti degli um ori, è cofa aliai commoda , e giovevolifllma , evacuargli prima, ed evacuati che faranno , avere riguardo, e confidera. zione alle parti in feriori, dalle quali gli umori s’inal zano. come dallo flomaco , dal fegato, dalla m ilza, dalla criftifellea,e dall’utero, o vero dalla m atrice. M a principalmente avremo confiderazione allo flomaco , il quale ficomeper gli cibi prefi facilmente fi altera , cosi continuamente manda vapori tal cado; laonde togliamo via tutte le caule efleriori, le quali poflono movere quella imagine di giram ento, come farebbe m o-
Libro Secon do. movimento di corpo, che fi facelle in g ir o , e guardare in giù da luogo alto; vomitino, fé non vi farà qualche impedimento,come la repugnanza della natura,e maffimamente dopò mangiare , fé lo rtomaco farà caulàdi limile affezzione . Dopò l'ultimo cibo non b eva , ma pigli un poco di qualche cofa aftringente, che prema, cd aggravi, e divieti l’elàlazione, come cotogno, pero, una feorza di pane,aniiì,azaroli, cro gn a li, (orba, ne-* lpole, ed altre colè Am ili. N el refio gioveranno al capo colepoftegiù per le orecchie di fottiliilìme p arti, e temperate, come farebbe lo g lio di mandola, ed an cora le cote, che portano reftringere, ed impedire ne principi^ dell’ infermità,porte prerto al collo, alla fron te alle tempie,con diverfi liq u o ri, come d’acqua di roie,'bianco d’o v o , o glio , cd unguento rolàto , e breve mente tutte quelle cole, le quali abbiamo comprele {òtto il dolore deila terta. Centra la rifcalduzione del fegato, delle membra interlori,e di tutto i l corpo,che viene caufata dal bagno . C A P .
I X.
per infimo ai dì d* o g g i, non abbiamo mai efperimentato, nè trovato, che " " quelli bagni d 'Ifc h ia ,( li quali al prefènte ufiamo) lafcinoagli ammalati, intemperie niuna cal da : nondimeno per non lalciar caia niuna indietro, a maggior cautela, e per fare la dottrina più piena , e perfetta; ed accioche le mai per calò accadefle ad al cuno, per qualche errore incorrere in limile caldezza, brevemente in quello luogo ragioneremo ancora di ^uell^. Bifognarà adunque primieramente fapere, eh© K k z qu al-
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u an tu n q u e
ZÒO De Rim edi N a tu r a li d ifetta) qualche volta dicono folere accadere, che fubito che l’ammalato è ufeito iuori del bagn o, comincia a fentire così gran caldo, che gli pare di brugiarfi nel fuoco, ed alle volte vi è febbre. Ma fe fediranno gli amma lati tale calore eceffìvo, o che fia con febbre , o pure fenza, bifognarà, che per tre , o quattro di h attenga no dal bagn o, ed ulìno c ib i, che fiano atti a rendere il corpo um ido, e frefeo. 11 bere fia acqua cotta , e ia mattina affai per tempobifognarà dargli da bere,o ve ro-acqua d’o rg io , nella quale fia prima fiata cotta 1 en divia, o vero feiroppo d'endivia, di viole, e limili -Se bifognarà evacuare il corpo, l’evacuarete in quello modo : pigliarete di polpa di c a lib e di po pa di tama rindi fette dramme parti uguali,e fi mefeohno con 1 ac qua d’endivia,o vero d’ acetofa quanto potrà battare , e fi faccia la bevanda. Fatta l'evacuazione, potrà am malato poi ¡1 dì feguente entrare nel bagno, ma 1 qtarà folamente una volta il d ì . Cantra la ventofit'a che procede per cagione del bagno. C A P .
X.
Se finalmente duole lo ftomaco per rifpetto del lo fpirito, e vapore ventofo, che fi è generato, e rin ch m ibden tro,M efu ed à a l f ammalato, brodo d. sa iio , mettendogli ancora un empiallro d ih io ia v ia , fatto di pan caldo, d'oglio, e di m ele. Ma te contrada ventofità del ventre i Medici d » dano li ogli di aflenio, di an ifi, di ipica , di * * Lodarei ancora io lo glio di garofali di cinnamomo, e fi apparecchiafleroper via chimica ; ed ancora G a eno loda 1’ oglio di ruta,e finalmente la Galanga,!* Mace,
E
Libro Secondo.
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l’A n ifo , la Gallia mofcata, e diverte forti di medica menti, che di quelle cofe fi fanno . L ’anifo , o vero il coriandro mailicato dopo mangiare è giovevole,ed al tre confezzioni lim ili. N el reilo, deile colè,che dilcacciano la ventofità , appretto a’Medici fe ne racconta-» gran numero, ed in fomma tutte le cofe , che fono di parte fo ttili, cald e, e fecche . Conira le foverchie vigilie, chefeguono dopò il bagno.
CAP.
XI .
U A N D O dopò ti bagno fi generano foverchie vigilie,di maniera, che gli ammalati non polìbno dorm ire, come fu notato da Galeno ne P ren ollich i, fi fuole imputare al temperamento fecco del cervello ; percioche ne’bagni il cervello fi difecca, parte per la natura dell’ acque minerali difeccanti, parte ancora, e principalmente per limile, e mala qua lità del capo,eccitata,ed acerefciutanel bagno. V i fi aaojun^e a quelle cofe ancora un tirare in d ictio g li fpiriti animali alle altre membra ; oltre la forza del bagno per il luoghi, e molefti penfièri dell’ammalato, per fcontentezza , per fallecicudìne foverchia, ed aitre fimi li cure , le quali fogliono grandemente occupare, e travagliare l’animo . Aggiungono altri , fe alcuno avelie il capo di fua natura caldo , e poi mafie acque calde-, per ridurre, e fare venire il fonno , ad ogni mo do bifogna rimoverle, e irà quello mezo dare da man giare all’ammalato cofe, che pollano giovare ad indur re fonno, cioè quelle che rinfrefcano , ed mfieme mo deratamente diileccano , come fono lattaci , porcac chia,viole,e papavere bianco. M a fe bilògnarà venne ani
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z 6 z De Rimedtj Naturali d i fobìa, alli remedij gagliardi làpqriferi, che apportino iònno e facciano dormire ; o biiogna aftenerfi da quelli vio lenti , o più prello dal bagn o, fe quello avviene,e pro cede per colpa del bagno. Adunque fi biafma Tufo delli frodici detti di ftella , o vero delle pillule di ci«oglofià, e di altre cole Amili oppiate j ma qualche volta fi concedono alcune di quelle colè le più fà c ili, e leggiere , come ibnoriilefib Papavere, ed il Diacodion di Galeno molto ufuale, e fimilmente lo fciroppo di viole; o vero,ch’è più efficace ancora quello di papa vere, o vero di nenufaro,per fe loIo,o vero con qualche liquore diftillato, o di lattuca, o di viole , bevuto nell* ora del iònno, e quando fi và per dormire . £ fimil mente la tragea della femenza del papavere, della por cacchia, della lattuca disfatte, e rifolute co’l zuccaro in qualche brodo è giovevoliffima ; Jafcio ben’ io ora tutte le cofe opportune alla prudenza de’M e d ic i. So gliono ancora giovare alcune cofe porte alla fronte, al nafo, ed alle tempie , come l ’oglio delle v io le , loglio de’ nenufari , e piu gagliardamente di quelli l’ un guento populeon ; ed anche lavande delle parti eftrem e . Ed in ogni colà bilògnarà procedere con giudi zio , e prudenza, accioche la fella non troppo fi gravi $ e però moderatamente ogni colà . Con tra i l gran fanno, chef i fuole caufare dal bagno ■* C Lib.de fontno, & vigi lia .
A
P.
X II.
R IS T O T E L E definifce il iònno naturale, eflere iigamento del primo fènfitivo per la evapora zione del nutrimento. Ma i M edici confiderano anco ra una caufa non naturale del Tonno,il quale fi fuole ge, nera-
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Libro Secondo,
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cerare da certi vapori,che fi levano in sù da qualiivoglia parte del corpo, e riempiono il capo, come per efempio è nella epilepfia, o vero nel mal caduco, nel letargo, e principalmente fuole avvenire ne’ bagni ; e tal ionno qua'che voita folemo chiamare fonnoienza : altre volte con Greci Catafora , cioè n o civo , e gre ve Tonno,diftinto, e ièparato dal Tonno naturale.Grandemente bifogna biafmare quel fonno, il quale vie ne caufato da peffitne epilazioni, evapori m inerali; il quale ficome non è mai fenza qualche noeimento , così particolarmente è nocivo alle tefte calde per na tura, le quali fecondo la fèntenza di G alen o, o le li quefa , edifcioglie gagliardamente, rifcaldando ; o vero-réfi ri rigen do il cervello,-preme, e manda giù l’u midità,che in quello fi contengono,e ritrovano.Adunque primieramente bifogna rim uovere, e tor via la_, caufà eftrinfeca : ma l’intrinfeca bifogna correggerla , e divertirla altrove. Bifogna fminuire l’ufo del bagno; ichivino poi l’ozio, la folitudine , l’accidia, gli odori molefti, puzzolenti, i cibi freddi, ed umidi , e tutte le cofe,che fogliono apportar fonilo, accioche non accrefchino la caufà del fonno ; ma l’emendazione, e correzzicnedella caufàintrinfècaè, che il cervello fi cor regga, e fortifichi; percioche prima riceve, e moltipli ca ih fe que’ vapori, efi reftringe, fo pafifoe qualche intemperie fredda, o vero calda,percioche l’una,e l ’a l tra ne'bagni può eiTere favorevole a quella paffione della fonnoienza. Ma fe qualcheduno farà avvezzo dopò mangiare a bere acqua , come molti utilmente fare fogliono, ftimo che per quefia caufa ancora la pop pino ufare, ed ufurpare anche ne’ b a gn i. Polliamo an cora racquiftar e , econfèguire quello perdiverfoaltre v ie . Primieramente, impedire i Sapori dopò man giare, o pigliando della cotognata, o vero con l’anifo, o col
zóA De Rimdtj Naturali d'Jfckaj o col coriandro, o vero con una erottola di pane} por tino tra il giorno,feco la ruta , la quale continuamen te odorino, o vero odorino qualche particella di caftoreo rifoluta,e confervata nelbambace , o altre cole fimili i le coppette fecche, o vero ventole,attaccate al le fpalle, giovano. E finalmente per riti ra re, e prohi biré i vapori, che non vadino * nè fagliano al cap o , vi fono varij modi, come abbiamo^ detto ne 1 altro capi, tolo. Di qui è nata quella gran licenza, e liberta di v i ta ne’bagni,nelle campagnie, ne’giuochi,e moltitudine di belle figliuole, le quali cantano con viverfi iftrumenti l'otto le frafcate,e nell’aure fovavi. Dell ai doie dell’urina qui non abbiamo fatta menzione, perche ni quelli bagni noti fi ritrova accadere , ne fi ofiervo mai fimile accidente, nè fintomo, Contra lo fpajìmo caufato dal bagno. C A P .
XIII.
O I al preiènte intendiamo una forte di fpafimo, quando alcuni capi d e filic e li, e mafTimamente delle gambe, fi ritirano,ed accorciano il < q uale¡acci dente, volgarmente foglione chiamare il G ran ch io -, e veramente appartiene allo fpafimo, ma perche durtu, poco tempo , meglio chiamare fi potrebbe mezo fpafi mo fuole fpeffo accadere nel natare nelle acque fred de, e fpeiTe volte avviene nella notte a coloro,che ula no i bagni caldi i imperoche a quei p rim i, efiendo già aperti i pori della carne per la fatiga, ed eferciziojed a coftoro per la caldezza del b a g n o , il freddo dell ar a nel tempo della notte facilmente entra, e penetra den tro il corpo; e forfè non meno entra negli fteflfi mu g o li già difleccati per lo bagno ; e per quello nfpetto
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Libro Secóndo.
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accade ancora il granchio a coloro,che danno nel ba gno. Allaquale infermità,edaftezzione , facilmente fi provede innanzi al dormire,facendo all’ammalato fricazionì nelle membra,dove fuole detto granchio aceadere,con qualche oglio, o vero medicamento di * natura caldo : come farebbe foglio di lauro, o vero di cadoreo,o vero d ’oglio di fpicajO di coito, o vero di ru ta, o finalmente con quello, che fi fà dalla noce mo rata-, o di balfamo vero , o pare di quello, che ha co lore alquanto negro, ed è illegitim o. Giova ancora, ed ha maraviglioia forza l’acqua ardente , detta acqua vite di due pallate, iè pure in quella fi macererà una noce mofeata infieme, o vero ancora per fe fola. Il ve ro fpafimo, ora noi a poda lafciamo da banda : perciò ehe non fi è mai ritrovato edere fuccefiò in quedi ba gni il vero fpafimo. Contro i l v o m ito le fu o le fopragiungere p e r caufa del bagno .
C A P.
X IV .
L Vomito,fecondo il tedimonio di Paolo Eginefa, può accadere così a fà n i, come agli ammalati, ed agli uni,ed agli altri, orafuolc edere utile , e giovevo le, ed ora difiutile, e nocivo i però nel negozio de ba gni bifògna diligentemente conofcete la caufa del vo mito . E di più , perche il vonfito a molte pei iòne è famigliare,e domedico, nondimeno la forza del bagno colla° qualità fua può ancora efacerbarlo ; e per lo contrario a molti altri fa male effetto, ed è contrario il detto vomito,a i quali bifògna accòrtamente mode rare l’operazione dell’acque i fe quedo giovarà, e farà a l propofito, è da fapere, che le acqui calde de’ bagni
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z66 De Rimedi) Naturali d'Ifchia, poliono provocare vom ito* non fola, quando (i bevo no,com e piacque al Faloppio , ed al Baccio, ma anco ra, quando vi liede. E ’ certo quello fuolc accalcare più IpelTo alle donne, che agli uom ini, e malfimamente a coloro,alle quali il vomitare è cofa famigliare . Il che da noi fù olìervato iti Voftra Eccellenza , quali per tutto il tempo,che dimorò ne’bagnqe nella E ccelcelentillìma Signora Donna Ifabella Feltria , della Rovere, forella del Signor Ducad’LJrbino Principefla di Bifignano; ed ancora nella Signora Donua Antonia di Cardene Principefla di Squillaci. E ’ ben vero, che alcune di quelle Signore vomitavano molta flemma , e alcune volte ancora colera . E di queffo ne fù ca gion e, perche il corpo non era flato prima ben pur gato,come conveniva. Bilogna fugare il vomito da co loro, a’quali è contrario per indilpolìzione,ed infermità come farebbe a qu elli, che hanno mal ftomaco, che fogliono fputar (àngue , e li quali fono fottopofti a cer te ftrettezze di petto, che pajonoaffogarli . Ma certa nelle infermità lunghe il vomito giova ; ed in quelle, che fono molto rubelli a rifolverfl, e defiderano movim entogagliardo, come farebbe la podagra , la feiatica, la vecchia, ed antica óftruazione clelle vene mefiataiche, dell’ippocondrie , e della milza , la idropilia , la inflazione , o vero gonfiamento , il mal caduco,' quando procede per colpa dello ftomaco, la melaticonia,ed altre limili infermità , alle quali tutte fono comodi , ed opportuni i b a g n i, ed appropriati ; e pe rò bilegna ten targli, come colà giovevole; nè bifogna fpaventarli, nè impedire il vomito in quel principio quanto fi voglia la perfona , nè fia fchifa , epaurofà, perche poi al fine ragionevolmente ne deve afpettare grande utilità , e giovamento ; confidando ancora con quello fegno , fe feguirà la tolleranza , quiete, e con ferei!-
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ferenza, e nonfubito ufandó , nè troppo , nè qualfivoglia cib o . Ma fé oltre qtféftc cofe gli ammalati farao«o afflitti con vomiti fuori di tempo , e ipeifì, o vero patiranno naufèadi ftomaco, è fógno che allo ftomaco èfòpragiuntaqualche vizioià intem perie. Ed all'ora biiògna vedere bene la qualità delie colè , che vengo no fuori ; percioche , o le cofe faranno amazoienti , e viziofè , dette coleriche -, per colpa del fegato, che_* già fi rifcaida : ed in quello calò bifogna divietargli il bagn o, e nodrirgli con regola di v iv e re , come fe avefiìno fèbbre , cioè, con cofe fredde , ed umide , le qua li però abbiano da dare vigore , e forza alle vifcerej e parti in teriori; o vero faranno fimili al uotrimcnto ricevuto; ed in quello fi raccoglierebbe eflervi femplice intemperie calda , e facilmente fi potrà corregge r e , ed emendare per cole reftringenti, e fortificanti. D i quelli medicamenti, li quali i G reci fògliono chia mare llom atici, a'M edici ègrandiflìma copia. Ma__» perche mai abbiamo oflervato eiTere lolita accafcarc limile intemperie in .quelli bagni d’ Ifcha , pero ci pare , che farebbe cofa fuori di propofito ragionar ne di quella , al prefente più a lungo . M a le fi te me ile , che dentro le tuniche di qualche membro , o vero nella concavità dello ftomaco vi folfe rinchiufà qualche umidità, dalla quale fi ftuole generare, ed apportare naulèaallo ftomaco,e ivogliamento di man giare^ la quale cofa da noi certo è Hata più volte offervata in moltiifimi ammalati ,.i quali mentre ftavano nelli bagni , ora la m attina, ora la fera , e talora fra il giorno folevano vomitare della flemma, qualche volta fottile, ma più ipeflb della grolla, lenta , e quali di colore di vetro , la quale Praflàgora chiamò hìaloides, e qualche volta abbiamo noi oflervato, e ritro vato ) che vi mefcolava anco una parte di colera flaL1 & va,
Z Ó 8 D e'R irnedij N a tu r a li d 'Ifch ia
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va , e gialla ) ; a tutti coftoro giovava grandemente il vomito . Ma perche quella afiezzione durava ancora, e perlèvcrava, eziandio dopò li bagni, bifognò purga re il corpo con pillole apparecchiate di Jera fempliN ota. ce,ed ancora con altri ajuti,e rimedi;; percioche quan / do fiatile vomito pitujtofo, dura cosi lungo tempo, dimoftra,che il corpo non è cosi ben purgato,come con viene, come ancora l’effetto dimoierò, perciocché Cu bito, dopò che furono prefe le p illo le, ne feguì la defìderata fin ità . Le on zioui, e qualche volta i fomenti, e l’ufo delle cofe condite , e confette aftringenti, non fono mai diffutili in quelli c a li. E le colè ancora, che • hanno molta v irtù , e giovamento contra qualfivoglia vomito,come farebbe la lenticchia cotta col polegio , o con la menta, o eoi timo , e qualche volta con l’ace to, e fecondo il parere di Paolo Egineta , il pane anco ra bagnato nel vino ben temperato, ed odorifero, le mela granate,li cedri, li m irabolani, ed altre cole fim ili. Ma fe la intemperie farà calda , gioveranno tilt-, te quelle cofe, che abbiamo detto , che giovano con tra lofvogllamento dello ilomaco , ed appetito perdu to, e thaifimamente fe alcuno ufirà il fomento ih quel m odo, come lo fogliamo ufore noi ; il quale fi fà pi gliando di rote rofle incomplete , un pugno di fiori di viole , mezzo, di tutte le forti di fondali, tre dramme di affé ufo Rom ano, due pugni, di fcorze di cedri una dramma,fi cuocano tutti infieme in una libbra di fucco di cotogni,ed altretanta acqua di rofe roffe , e col det to decotto poi fè fomentino le parti citeriori del lo ftóm aco. Si poifono’ ancora fare, ed ufo re le unzioni ; e gli altri rimedi j da noi detti di fopra , e da altri M e dici copiofamente fcritti.
Libro Seconda,
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6he regola , e modo di vivere debbono ojfervare coloro , cbegià Jìpartano da i bagni. C A P .
X V . Ed ultimo .
iccome fi richiedeva diligentiffima preparazione-* per ufo delli b agn i, e nello dello ufode’bagni bifognava ofiervare regola , ed ordine , come abbiamo fcritto di fopra ; così lenza dubbio, dopò che fi Tono prefi i b agn i, per alcun tempo ancora bifogna feguire certa forma , e determinata regola di vivere poi ché non fi deve ftimare tanto, avere cominciato qual che cola bene , e dopò perfeverare in quella , quanto ili mar fi'deve il fine, al quale bifogna badare, eziandio dal principio diligentemente. Ma quello appartenen do ad una particolare diligenza , e giudizio /ingoiare * nondimenoper dare qualche regola, e precetto,che fia commune a tutti, mentre che alcuno non fi Pentirà efi- y re già redimito alla lua prima fanità , e che dia bcnif. fimo, non doveri mai lafciaTe la regola, e forma di vi vere da noi fcritta di fopra, quantunque abbia celiato • di torre b a g n i, c fia partito da q u e lli. Perciochè po. Primo av. chi fono q u e lli, che nelle grandi infermità fogliono vsrtimenprovare, ed efperimentare alcuna utilità delli bagni to* nello deflò ufo, mentre li bagni fi ricevono : ma al cuni fcntono utilità più predo, altri più tardi fecondo Bas.HÌ Jagagliardezza della virtù naturale, e la grandezza , rinlònl °p'j, e gravezza del m orbo, e fecondo ancora la forma del pretto , ad v iv e re , che avranno ofTervato prima ne ii bagn i. A l- 3J*"ePh cuni pajono Pentire giovamento, ed utilità dopò ven- gíonc per ii d ì, altri dopò trenta , ed aliri dopò più lungo tem- ehe • po, mentre certo alla giornata fentono , e p r o v a n o , che la virtù diventa più gagliarda, e fotte. Anzi di alcuni ba-
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2,70 D e R im ed ìj N a tu r a ti d 'lfc b ia t bagni è certo, e determinato fpazio di tempo, nel quaie fi fcùopre poi, e lente l’efficacia, e giovamento dei bagno : poiché tra le Iftorie de’bagn i, le quali racconfalfimo , e maifimedell'liòla dMichia , ne ritroviamo T e r m i n e alcuni, c h e , o che ciò avvengbi per propria virtù comm uncj loro, o per influirò, e virtù celefle , pochifllmo fogiio$ q u a ra n t a g i o r n i . no giova re , le non palla prima lo ipazio commune di T e r m in e di quaranta g io rn i, o di lèi m eli, e dopo fi comincia a f e i m e li . A v v e r t i m i - Cernire il giovamento del bagno . E d’ alcuni altri ba t i d a n o t a gni fi efperimenta una Angolare condecenza a qual re i p e r il che perdona, che ad alcuni giovano avendoli prelo • o o t in u a r e t k ’b a g n i . lolamente una volta ; ed ad altri effóndo parli i bagni difutili nel primo anno, nondimeno Ce vi ritornano poi il fecondo, e terzo anno , lono flati grandemente u tili, e giovevoli .'anzi per antichiflìma offervazioiie, e pro va degli antichi fi è conolliuto, ed oflervato, che quei giovamenti de’bagni logliono effere più fermi, e (labi li , e c e r ti, che non fi icuoprono Cubito : iga dopò lun go tempo da che fi fono prefi i b a g n i. Il che pure biiòMota. gna intendere,che avvenga nelle grandi,ed invecchia te infermità ; e de’ piccioli*, e legieri mali fia quali!vo glia cola; percioche in quelli bagni, che operano pre ito , e Cubito, vi è non sò che di forza per il più ; e la natura certo non lòpporta una Cubila forza, e molto O p in io n e meno delti g r a v i, ed invecchiati m orbi, li quali fe d* I p p o c ra condo il parere d’Ippocrate fi curano, e togliono via—» con lungo tempo,ficome ancora in lungo tempo fi fono caulàti limili vizij ; e le infermità conlèquentemente, che fi fono caulàte in poco tem po, in breve tempo an P a rte n za d a g l i b a g n i cora fi curano. Dunque quelli, che fi vorranno partire quando de dalli b a g n i, da qui cominciano adoffervare la regola lt i e ffe re , propofta, le deliberano la fàlute : che le abitaranno molto lontano dal bagno, differifeano la joro partita jjel lèguente^ed ancora nel terzo giorno pur che già li beri
Libro Secondo
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fi ricreino,e confolino allegramente» E finalmente ef- ^ fèndo il mare tranquillo , e quieto , facendoli in un—» bi vafcello da infoia portare in terra ferma, veggano be ne, come doveranno metterli in camino , e mailime le averanno d'andare a piede , come lì veggono ogni dì andare i Contadini, e per fon e fané : e coloro ancora, che fono portati da cavalli , mailimamente (è faranno debboli, con ogni diligenza procurino di fichi vare la ftracchezza, i caldi, il faftidio di cavalcare,ed altre cofe fiutili, le quali incommodità di fi rada , fono tante , che appena li poifono raccontare . Anzi le la rugiada—» dell’aria, o vero pioggia , cafcalfe, o iì faccino portare in lettici , o vero nelle feggette a mano , e non calva!chino . Non patifchuio , nè fopporti.no fame, nè fonilo fuor di tempo,e maìfime iè reftano d ebboli, ed efaufti dalli bagni - E finalmente, dopoché faranno ritornati a caia loro, primieramente ringraziano del tutto DIO noftro Signore , e fi confeglino poi col prudente M e dico, come fi doveranno governare , il quale avendo prima molto ben confiderato le difpolìzìoni, e giove voli ,e noce voli , caufate dall’ufo delli bagni, s’ ingegnarà di confèrva-re nelfammalato le cofie fitlu bri,che ritrovaràjfecondo lo fiato, ed edere naturale -, e fè ri troverà colà alcuna partita delia propria natura , cer chi ridurla alla fua proporzione , ed egualità antica. Perciociiè (pelle volte fuole accadere, che per alcuna lunga ufimza del vitto, o di efèrcizio, e qualche medi camento, pian piano alcune colè fi difeofiino, e parta no dalla propria natura . E quello fuole fpeffo accade re ne’bagni per la continua azzione del calore mine rale di q u e lli, e pèr qualche imprelfione Iafciata nei corpo, fuole facilmente (coprirli, ed .apparerò qualche intemperanza calda di qualche parte’, quantunque gli
2,72* V e R im e d ìj N a tu r a li d '1fobia* ammalati nel refto rinfanghino iàni dalle infermità principali, che hanno voluto curare col bagno. E’cerdevono'c- to, che più di tutte le altre parti, fi fuole rifcaldar’il fevicarc. gato,mentre le perfòne ritornate da’bagni ulano man giare» e bere piu che prima facevano, e li danno in preda ad una vita più libera ; con le quali colè, quali con efca, accendono, ed infiammano più il calore im* . pretto loro dal bagno. Ed in coloro, che fono di moire, e robufte forze manda la intemperie ; o vero alla pelle, o véro a qualche parte debbole, dove poi, o eccita fenfo di moleftiifinio dolore, o vero infiammazione, o rifipoli,e qualche volta fèbbre ancora. E ’ dunque buon conleglio , che le fi fcoprirà una minima fòipezzione d’intemperanza nel fégato , che per alcuni giorni v i vano, e (èguitinoquella forma di vivere , che prima_# ufatoavevano nelli bagni aggiungendo nondimeno, tanto di dentro,quanto di fu o ri, Je altre cole rinfrefcative mediocremente, come abbiamo detto di fopra , le quali cole poffono ancora aggiungere fortezza mag giore a quel m em bro. M a perfeverando V infermità , ( fe tutte le altre cote fopporteranno, che ciò fi faccia), Che fi deve conviene levargli fàngue per la vena del fegato, nel cavare an- braccio deliro, ed ordinare , chefioiTervi quella for ma, e modo di v iv e re ,e fi faccino quelli rim edi;, li quali fi fogliono ordinare, ed ufàre in limili intempe ranze, ed infiam m azioni. Alcuni per lo fin ¡furato, e troppo ufo del bagno, c mafiime fé farà fiato gagliar do, fogliono paire ardore nelfurinare, altri gran fete , ed altri pare , che affatto perdano l’appetito di man giare : ad a ltri, fòpragiunge una certa fpecie di ftracchezza, e nelle loro operazioni una tardità, e pigrizia, mai prima non ufata da loro . E quefto certo procede , o perche non furqno ben purgati, come dovevano effere dalla natura' debole dell’ acqua, o vero come • ipefle
Libro Secóndo '.
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Ìpeffe volte accade, effendofi di {temperato il bagno per le molte acque delle piogge , che vi entrarono prim a: li quali tutti per alcun tempo debbono ofier- Nota, vare regola di vivere,che inchini più predo al freddo, ed all’umido, che alt ri mente . Ed univeriàlraente lim ia m o , che fia colà'grandemente giovevole , e iàlutifera , che dopò il bagno no» fi conceda cola al cuna di p iù , che nello delio bagno fi concedeva . Il fine di fimileofiervanza, e regola doveri edere il dì quarantefimo, il quale, ficom eèfm e de’ movimenti della natura , e de’m orbi, così è quali un termine ul- « t . f tim o , e perentorio della M edicina, ancora in tutte le gire,edcrii fue operazioni, e m iniderij. E tea quedo mezo guar. dinfi di troppa pienezza nel mangiare, e nel bere,fug- [¡0°n£. gano il dormire di giorno , le foverchie , e lunghe v i gilie della notte , gli elercizj fmifurati, ed eccedivi V ” ,a cit^ e Umilmente l’ozio, ed ogni mala condituzione d’aria Lafti’zz»• circondante, e le modedie dell’animo,le dizze, e tutte lim ili perturbazioni, e paflìoni d’animo (caccino da iè con ogni diligenza: fi procuri diligentemente, che al meno due volte il dì fi netti il corpo dalle feccie natu rali , o almeno non manco di q u ello , che prima iolevano cacciarli re lappino fuggire le cole carnali, come II coita i una pede nocentiflima , e maifime le perfonedebboli ; ed alle periòne fo rti, e gagliarde, non le gli doverà Lmre u concedere Tufo dello coito, che almeno non palli pri- tea*, ma un m efe. Non fi lavino mai in quedo tempo la te da . Ma fe fi avvederanno, che la pelle per cagione del bagno fia divenuta crefpa , e rugofa, difieccata , e rid rè tta , overo fe ientiranno flracchczza, e aebb o le z z a , fi mettano a federe fopra qualche bagno d’acque temperate , e maifime iè la pedona farà lolita uiàre fimile bagno privato, o vero fi faccino fare alcu ne ideazioni leggiermente con oglió fotitle, e con viMm Wio
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Ve Rimedìj Natutali d lfiha>
no la mattina a buon’ora . Dopò che fi làrano levati da letto,procurino di difcacciare fuori del corpo le fuperfluità , ed efcrementi, tanto per naiò, e per la boc ca fcraccando , quanto ancora per le altre parti , c-* meati fatti dalla natura perquefto effetto, pettinando ti ancora leggiermente la tefta . E dopò non fiano iti tutto o zio fi, fe qualche colà non impedirà \ e mentre s’apparecchiano alli folitiefercizij, fuggano qualfivoglia ftracchezza , ed » in tu tie ie c o ie s ’in gegn in odioffervare quel la* veram ente, ' aurea mediocrità,inai • ■ * . . ¡j 'a baftanza lo data'*
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A lla doglia di T etta , cauiàta da freddezza , giova
L "Bagno di Fornello, cap. 6. pag. 1 14. llbagno della Colata, nelle circoflan&e di Gurgitello. cap. 2 f . pag. 184. Il bagno di Giara. cap. 36. pag. 104.
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A lla Céfàfagià, cioè doglia di tetta non invec chiata , ma cominciarne. Il bagno di Meza via. cap.j o. pag. 190. Il bagno di Citara. cap.j 5. pag. r io . Il bagno di Fornello, cap.5. pag. i i 4. A lla doglia di tetta diuturna, cd invecchiata. Il bagno della Colata, cap a 5. pag. 18 4. Il bagno di M e za via. cap. 3 o. pag. 190. Alla intemperie fredda, ed umida della Tetta . T Il bagno di Fornello, e la Doccia, cap.5. pag. 114. L a Doccia della Cala d’VTìibrafco.c&p.z}. pag. 185II bagnò di Citara. cap.3 <5. pag.2 04. A lla doglia di Tetta,che ha origine da caufa fredda . Il bagno di Fontana, cap.7. ' ; pag. 12 7 . llbagno di Meza via. cap.30. pag. 190. Alla M ¡a *
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Alla intemperie fredda, ed umida dellaTeila . I l bagno di Furnelh, e la Doccia, c^p.6. pag. i 14. L a Doccia della Cala d'Vmbrafco. cap.23. pag. i $j . I l bagno dì Citar a* cnp.^6, pag. 104. A lla doglia di Tefla , che ha origine da cauta fredda. Il bagno di Fontana. cap.7. pag. 127. I l bagnoli M e za via. cap. 3 o. pag. x90. Alla Émicranfea. I l bagno di Fornello. cap. 6. pag. 1 14« Alla V ertigin e. I l bagno di Calligitone, bagnando, 0 bevendolo , fe la caufa fa rò per confenfo dellof ornato, cap.p. p. 13 < 5. Ilbagno di Fornello . cap. 6. pag. 114 . A ricuperare il Sonno . Ilbagno di Fontana . c ap. 7. . pag.1 2 7 .
Alla Epilepiia , o véro Malcaduco. I l bagno di Fornello, cap.6. pag. 114 . Ilbagno della Colata . cap.2^. ' pag. 184. Ai mancamento della memoria . Ilbagno della Colata- c a p .if, , p a g .184. Il bagno dell Oro. cap. 21. ' pag. 179. //bagnò d ell Argento- c ip izz . pag. 182. Alla Frenefia , dettaFrenitide. L i bagni di Citara.cap.3d. pag.204. Al le d e ftilla z ió n ic fluifio'ni della Tella detti C a ta rri. t m f t d c l F e r r o , c a j^ iò iw ^ ’. -, pag. 177.Se 21/. I l bagno della dpelonca.cÀp.i 1. pag. 143. Il bagno della C ola ta.cap. a $■ pag. 18 4. L a Doccia della Calad' Vmbrafco.cip. 23 83.. A lle deftillaziòni fredde, ' 7 Ilbagno dì C aflglionsLip.p. pag. 13$. 'Ilbagno di Fornello,cap.tf, pag.i 14.
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D E L L E I N F E M I T A’ . I l lagno della Colata.czp.i s. pag 18 4. A fortificare , confortare il cere b ro . I l bagno di Forn eIlo.c*p.6. pag. 114. I l bagno della Colata, c a p a ? . pag.i 84. I l bagno dell’Oro.cap.2 1. pag. 179. I l bagno dell'Argento.cnp.il. pag.182. _ Arena di San Pietro a Pantanello.cn p.8. pag. 1 3 p N
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A llo Spafimp. L 'Bagno dì CV7mz.cap._j 6. pag.2 04. L a Doccia della Cala d'Vmbrafco.cnp.i^.png. 18 j . I l bagno della Colata.c&p.ip pag. 184. I l bagno di A le za vita, cap.3 o. pag. 190. I l Sudatorio di Barano.cap.47. pag. 2 2?. Arenazione di S.Pietro a Pantanello.cup.S. pag. 1j p I l Sudatorio di Sant'Angelo.CHp.\i. pag.210. Alla Paralifia. I l bagno di Fornello , ed il Fango del medefimo cap. 6. paga 14. ^ L i bagni del Ferro.czp.io.e 24. p a g .i7 7 .c .i8 5 . I l bagno della Colata.cnp. 2 ?. pag. 184. L ’ Arena, e bagni dì Santa R ejlìtuta. cap.3 1 . e 3 3. pag.192,- e 194. L 'A r e n a li Sant’ Angelo.czp.43. p a g a r r. I l Sudatorio dì Cajllglione.cnp. 10. pag. 142. L ì Sudatorj del Ùnto di Barano, cap. 34. e cap. 47. pag. ipp.e 225. I l Sudatorio di Sant'Angelo.cnp.^x. p a g a io . Al Trem ore. Il bagno, ed Arena di Santa R ejlìtu ta , cap. 3 2. e 33. pag. 192. e ì 94. L'A rena dì Sant'Angelo.càp.43. • pag.2 11,
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i l bagno dì Fornello cap.tf. Pag*1 H* L i bagni del Ferro.czp.z o. > Pag* *7 7* A lla contrazzione, e retiramento de’ N e rv i. I l bagno di M e za via. cap. j o. _ Pag* i 9° ‘ L 'A ren a , e bagni di Santa R ejiituta. cap. j z . e j j pag. 19 2 .e 194. L ‘ Arena di Sant'Angelo cap.43. Pag*2 11 Il Sudatorio di Tejlaccìo, a Varano . cap.47.pag.225. I l Sudatorio del Cotto. cap.j 4. pag-1 19 P A L P E B R E . A l mancamento de’ peli nelle Palpebre. J
L Bagno di Piaggia Romana, cap.5 o.
Pag *a5 2
A ll’ afprezze , prurito, e fcabia de'le Palpebre. I l bagno d elGradonc.ap.40. Pag *209
A U ’Infiammagione degli o c c h i, detta O phtalm ia. L Bagno di Piaggia Rom ana.ap.i o. Il bagno delle Cajoncbe.ap. 19. I l bagno d'VImitcllo.cap.45. _ > A lle Ulcere degli Occhi • Il bagno della Colata.cap.2 I l bagno delle Cajonche. cap. 19. I l bagno di Spiaggia R ow ana.ap.^o,. A lle lagrime degli O c c h i. I l bagno di Spiaggia Romana.c&p.^ q . I l bagno di M e za via, cap.j 0.
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DELLE INFERMITÀ’ , I l bagno delle Cajonche.cap. 19. I l bagno dell'Oro. cap. 2. r. 11bagno di CafligItone. cap. 9., L a Doccia della Cala d'Vmbrafco.ap.x3 . I l bagno dell' Argcnto.czp.zz. I l Sudatorio di S-Angelc.cap.41. Alla Epiloga detta Fittola Iagrimale I l bagno di Piaggia Romana, cap. 5 0. ] I l bagno delle Cajonche. cap. 19. ] I l bagno di M eza via. cap.3 o. AllaStram bofìtà. ' I l bagno di piaggia Romana, cap. 5 o. | I l bagno delle Cajonche. cap. 19. ] I l bagno di M eza via. cap.3 o. ] I l bagno della Colata .cap. z ?. I I l bagno di Fornello, cap.5". \ A lle Cataratte , o fluflioni nel principio. I l bagno delle Cajonche. cap:<5. j I l bagno dì Piaggia Romana, cap. 5 0. ] A fare la Vitta acuta . I l bagno dell'Oro.cap.z 1. j I l bagno della Colata a GurgiIella.cap.2?. ] Il bagno di Piaggia Romana.cap. 50. f I l bagno di Cajliglionz cap. 9. f Il bagno di meza via.cap.j o. j O R E C C H I E . A lla doglia delle O recch ie. T L Bagno dì Vimitello. cap.45. Il bagno detto Bagni teHo.cap. x 8. Il bagno dell'Oro.cip.zi. ,
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A l S ib ilo , Tuono , tin n ito , e rum ore, lente dentro le orecchie. I l bagno dì Ùojano.cap.45. I l bagno di Bagnitelio,cap.z8. I l bagno di Fornello.CAp.6» I l bagno della Colata, cap.z?.
Alla Sordità. I l bagno d'Vlm itello.cap.^ »
I l bagno-di Bagnitcllo.cap.z 8. Pa&*1 %9 I l bagno delle Cajonchc.dLp. 19. PaS*1 75I l bagno dell’A rg en to.a p .zz. # PaS*182 A l li Porri, thinni, ed aitri tubercoli carnofi,che vengono dentro Torechie I l bagno d'VJéiitello.c ap.4^. _ p a g .iy
Alle Ulcere delle orecchie.
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DELLE I NF E RMI TÀ’. Alla Eicreicentia caruofa, detta Sarcoma, alli porri, verruche, o vero p olipi. I l bagno iV in titello c a p . 4 < j . p a g .2 13 . l i bagno di Piaggia Romana*c a p . $ o. p a g . 2 3 z. I l bagno di Fontana.c a p . 7 . p a g . 12 7 . I l Sudatorio, s bagno di Caftiglione . cap, 9. e io» p a g . 1 3 <5 . e 1 4 2 .
B O C C A , E G E N G IV E , E L IN G U A . T L Tiagno di Fornello, cap.6. pag. 114. Il bugnj di Succellaro. cap.49. pag. 2 29. pag.232. I l bagno di Piaggia Romano.cap. 50. I l bagno di Vlmitcllo.cap.4$. pag.213. Il bagno di Gargitello.cap.13. pag. 147. I l bagno dette Gengive.cap. 17. pag.173. Il Sudatorio di Ca[ìiglione. cap. 1 o. pag.142. : Alle ipaccature delle labbra I l bagno d< Succellaro.cap.49. pag.229. I l bagno di Piaggia Romana, cap.^o» pag.2j2. Ai le gengive relaiìate ,e m ollificate.; Il bagno di Succellaro. cap.49. pag.229 Il b gno delle Gengive, cap. 17. pag. 173. I l bagno de Denii.cap.iS. pag. 174. Il bagno dell’ Oro. cap.2 1. pag.179, l i bagno del! Argento.czp.zx. pag. 182. L,t bagni dei Ferro.cap.20. pag. 17 7. I l bagno delle Cajonibe.cup. 1 p. pag.175. Il bagno di Piaggia Romana.cap.fo, pag.232. A lle durezze, tum ori, ed ulcere della lingua , ed all1'impedimento del parlare. I l bagno d’V Imite Ilo.cap. pag. 2 13. I l bagno di Gurgitello.cap.13. ( pag. 147. U bagno di Piaggia Romana,cap.jo» pag.232. Nn II Su-
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A l dolore de’ d e n ti, e che fi muovono per confervarli fe rm i, e bian ch i. L 'Bagno delli denti.cup. 18. Ilbagno di Succellaro.cap.49. I l bagno di Piaggia Romana.cip. $o.
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GOLA , FAUCI , E C A N N A DEL POLMONÈ. A lle infiammazioni della canna, ed alle tonfille g o n f i a t e , ed alla colonnella , detta u gola, relaffata. L Bagno di Piaggia Romana.c ap.$ o. PaS*a.J 2. Il bagno delle Cajoncbe. cap. i 9. pag. 17 ?. Ilbagno dell' Argenlo.cap.tr. pag.i 8z. A lle deiiillazioni del Gargarozzo . Jl bagno 5Nitrofo. xap.5 1. Pag*ai 7« I l bagno delle Cajonche.cap. 19. pag. 17 ?. Ilbagno di Piaggia Romana.cap.5 o. Pag*z 3 a* A ll’ a (prezza della Trachea Arteria, detta canna del polmone . Ilbagno d'Vlmitello. cap.4?. pag.21 j . Ilbagno di Piaggia Roman^cvp.%0. pag.23 a»
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PO LM ON E, E PETTO.
A far buona v o c e , e fonora, L Bagno dì Piaggia Romana, cap.5 0. Ilbagno dell' Or0.cap.21» I l bagno dell'Argento.cap.22. 0 .
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pag.23 2. pag. 1 7 9 .
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DELLE INFERMITÀ’ . A llim ali del Polm one. pag. 127. I l bagno dì Fontana, cap.7. I l bagno d'Vlm itelloxap.tf. pag. a U . pag. 13 z. I l bagno di Piaggia Romana.cap.^o, pag. 17^. I l bagno dell’Oroxap.i 1. pag. 182. I l bagno de il' Argento.cap.il. A ll’ Afprezza , ed altri mali del Petto . // bagno d ii) Imifello, cap.45. p a g .z ij. p a g .zj2 . I l bagno di Piaggia Romana.cap.fo. Alla Torte. pag.2i7I l bagno W itm f .ca p. 5 1. pag. 143. I l bugna della Scrofa, cap.i r. pag.232. I l bagno dì Piaggia Romana.cap.50. I l bagno di S ucce l laro xap.^g. pag.22 9 . I l bagno delle Cajonche. cap. 19. Pag. 17 ?. A !1i A iinarici. I l bagno delle Cionche, ap 19. pag. 17^. pag.232. I l bagno dì Piaggia Romana.cap.5 0» pag.213. Il bagno d Vlm it'llo.cap.4 5 . I l bagno di Fontana, cap.7. pag.j 27. pag. 1 14. I l bagno di Fornello, cap.5 . pag. 147. I l bagno di G u rgitello.cap.13. Il bagno deliu Colata, ap.2 5. pag.j 84. Allo anelitoj e difficile reip irazìon c. I l bagno d Vinti ielle, cap.45. pag.2 13> L i bagni di Solicelo.cap.39. pag.208. Alla Pieuritidc detta Puntura .« I l bagno *tlìtrofo.cap.5 1. pag. 2 3 7. Alle ferite del petto penetranti, e del torace . I l bagno di Gurgi(dio efperintentai oxap. 13. pag. 147.
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A lla palpitazione del cuore . J" L Bagno d'V lm tello.’c & p.^ . * i l bagno dell' O r 0 . c a p . 2 r . I l bagno del! Argento.aip.zz. I l bagno di CaJlìglìone.QAp.9 . Al tremore del Cuore . I l bagno dì Piaggia Romana, c a p . 5 0 . I l bagno dell'Oro, c a p . 2 x . I l b gno dell'Argento.c a p . 2 2 . I l bagno dì Sani a Reftituta c a p . j 2 . A èonfortàre il Cuore. I l bagno dell'Oro, o a p . 2 1 . I l bagno dell'Argento.cap.iz. I l bagno di Caflìglìoht c a p . 9 . I l bagno di Piaggia Romana.ca p . ^ 0 . *
p a g .12 3 . pag. 179 . pagi 82. p a g . 13
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M A M M E L L E . A lle mammelle indurate per l’abbondanza dei latte, o pure Icirrolè, ma non canceroiè » J L Tiagno di Gurgìtello.czp. i 3. Alle mammelle ulcerate,e iìftoloiè l ì bagno dì Gurgìtello.cap.i 3. ' - A fare venire il latte copiofo • I l bagnoli Citar¿z.cap.3 6. S
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Al vo m ito , ed alia Nauièa . L , Bagno dì Aieza vìa. cap.30. I l bagno dì CaJììglione,cap.9. Il Sudatorio del Cotto.càp.j 4,
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t D E L L B I N F E R MI T À * . I l Sudatorio di Cajìiglione.c&p. i o. Pag*1 4 Z* L ì bagni del Ferro.eap.ao.e 24. pag.i 77. ei 83. A lli dolori dello Stomaco . I l bagno di Adeza via. cap^ p. pag. 19 o. I l bagno Stomatico appreso Gurgitello.c. 16 • pag. 1 7 1• I l bagno di CafligUcnc.ca.p.p. pag. 13 6. I l bagno di Fornello.cap.6. pag. 114. I l bagno di .Gmgitelloazap. 13. pag. 147, Alla Ventofità,) 0 F lato. I l bagno di Cajìiglione.!ea p.p . pag.ijdV pag.i 14. I l bagno di For neIlo.cap.6. pag. 1 4 7 . I l bagnodi Gurgitcllo.cap. 13 . I l Sudatorio del Cotto, ca g .j 4. p a g -199. p a g .2 0 3 . I l bagno di Santo Adontano. ckp.3 L i Sudatorj di Caccia}tondelli Fraffi',<? della Tejla. cap. 12.27.6 54. pag. 145.189^ 241. A l finguko. pag. 171. I l bagno Stontatico.ca.pn6. : Aprovocare il Vom ito . pag.z 04. I l bagnaci Citar a. cap. 36. i* Al rugito dello Stomaco j' I l bagno d'Vlm itello.cup.^. pag.2i> I l bagno Stomatico.cnp, 16. pag. 171* Il bagno dì Cajìiglione.czp.p. p a g .li 5. I l bagna di Fornello.crp.6. pag? 1 14'. , O; A lli rotti acetofi . pag. 136. I l bagno di Cadigliene. c ap. 9. pag. ix 4, Il bagno di Fornello, cap.5 . Allo appetito perfo. I l bagno dì Cafl gliene.czp.p. p a g .i i i . Il bagno di Gurgìtcllo. cap. 15. pag. 147. It bagno Stomatico appreJJ'o Gurgitello.crp.i6.pag-1 7 1. Il bagno di Succellaro.c^p.^p. pag.2 zg. Il bagno di Piaggia Roman a.a.p.^o. pag.2 3 2. lib a -
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i l bagno di For nello.cap^. pag. 1 1 4. I l Sudatorio di Sant'Angelo.cap.\z. p a g a i q. Ad ajutare la buona concozzione. I l bagno di Cajìiglionc.cup.g. pag. 13 6. L ì bagni del Ferro . cap.20. pag. 17 7. A levar la debbolezza dello ftom aco. ¡1 bagno di Cafliglione.cap.q. pag. I l bagno Stomatico innanzi Gurgìtello.czp. 16 .pag. 171. Il bagnodel Fcrro.cap.i o. pag. 1 7 7 . Il bagno di Santo Adontano, cafvj f . p a g a 03. F
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Alla Oppilazionc del F egato. L "Bagno di Gurgitcllo.cnp. 13. pag. r47,’ Il bagno di F»r nello.cap.6. pag. m 4. I l bagna del Ferro.cap. 20. pag. 177, I l Sudatorio di Sant'Angelo.cap.42. p aga io . Al morbo R e g g io , detto Itterizia. I l bagno di Gargi fello. cap. 13. pag. 147. I l bagno del Ferro.ca p. 2 o. paga 7 7. I l bagno di Ca/lrglionexzp.g. pag. 13^. l i bagno di Fontana, cap.7. pag. 127, Alli dolori del Fegato. I l bagno del /V/ra. cap.20. cap.177. Alla intemperie del Fegato. I l bagno di Gurgitello.czp. 13. pag. j 47» Il bagno del Ferro.cap.io. p aga 77« A lla durezza del Fegato. Il bagno di Gurgitello. cap. 13. pag. 147. I l bagno di Fornello, cap.6. pag. 1 j 4. A lla intemperie calda dei Fegato per rifrefcarlo. I l bagno di Fontana, cap. 7. pag. 12 7.
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DELLE I N F E M I T A \ II bagno del Ferro a Sant' Angeìo.czp.^. p a g a 13. A mal abito detto Cachefia, ed a rettificare , e confortare il fegato. Jlbagno di Gurgìtello.czp. 13. pag.147 I l bagno del Ferro.czp.x o. pag. 17 7 Ilbagno d’Vlm itcllo.czp.^. pag.213 A lle macchie del fegato 1 0 milza . I l bagno di Cajliglione. cap.9. pag. 15 5. I l bagno dell’ O r o .c z p .il. pag. 179» I l bagno di Succellaro. cap.49. pag.2 29. Allo Scirro del fegato. Ilbagno di Gurgitello.czp.ij. pag. 147. I l bagno di Fornello. cap. 6. pag. 1 1 4.* ^ I l bagno , ed Arena di Santa Rejlituta. c a p .3 2 .e j3 . pag. 192. e 194. Alla Idropica. I l bagno dìGurgitello.czp. 13. pag. 147. I l bagno dì. Fornello.czp.6. pag. 114. U A ren a di Sant'Augelo.czp.43. p aga 11. I l fango di Fornello, ca p.tf. pag. 114. I l bagno del Ferro.cap.2 o . pag. 17 7. U A ren a di Santa Rejlituta.czp.33. pag. 194. U A ren a dì San Pietro a P antanello.czp. 8. pag. i j 5. Alla M irarch ia, detta Ippocondriaca . I l bagno di Fornello.c&p.S. pag. 1 1 4. Jl bagno di Cajliglione.cap.9. pag. 13 6. I l bagno 'Nitrofo.czp.5 1. pag.23 7* Ilbagno deirOro.czp.il* pag. 179. I l bagno del Ferro.cap.20. pag. 177. IlSudatoriodiCacciotto.czp.il. ' pag.147.
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A ll’ Oppilazione della M ilza . pàg.,M 4. TL B ‘ agno dì Farnello.cap.6. p a g .z ij. Il bagno ¿'Vintifello.cap.4?. p ag.ip p . I l Sudatorio del Cotto.cap.34. p a g .ip i. jLi bagni di Santa Reflituta.cap.3r. pag. 190. I l bagno di M e za vìa. cap .jo. I l bagno del Ferro.cap.ro. pag.177* pag. 14^. Il Sudatorio dì CaccioitoÀap. i ?.. A llí dolori della M ilz a . I l bagno d'Ulmitello.cap.^ » pag-***I l bagno di Fornello, cap.6. pag*-t 14* pag. 147. Il bagno di Gurgiacilo.cap. 13. Alla Milza indurata. < 1 'J'i p ag.14 7. Il bagno di Gnrgitello.cap.13. pag. 114. Il bigno di Fornello.cap.6. pag. 199. I l Sudatorio del Cotto.cap.3 4. L i bagni di Santa Refi t11ta.cap.3r. ; pag. 19 V Alla intemperie fredda della Milza. p ag.2 1j . I l bagno d' VImitelio.cap.4^. Il bagno di Fornello , ed il Fango del medefìmo cap. 6. pag.M 4pag. 194. L 'A rena di Santa Reft'tuta.cap.33. pag.145. I l bagno di Cajlìglione.cap.9. Per fininuire la M ilza ingroflata . pag.215. Il bagno d’Vlmitello.cap.4<j. 1
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I N T E S T I N I . A lli dolori delli Inteftini. T 1Bagni di Santa Rejlituta.cap.j 2. I i II bagno di G ’urgittllo.*c a p .ij. it bagno dVlmitello.cap.4 5.
pag-1 p i. pag. 14 7 .
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D E L L E I N F E R MI T À ' . I l lagno di For nello.cap.6. pag.114. I l lagno di Cafììglionc.cap.g. pag. 15 6. A Ili affetti C o lici. I l lagno di Fornello, cap.6. Pag* * ! 4 » I l bagnò di Cajliglione.cap,g. pag.13 6. I l bagno di Santa Rejìituta.cap.32. pag. 19 2. I l bagno di Gurgiteìlo. cap.i 3. pag. 147. Alla Difl'enteria^ I l bagno di Cajliglione.cap.g. pag.U 6. I l bagno di Santa Rejlituta. cap.3 2.' pag.ipi. I l bagno di Piaggia Romana.cap. 5 0. pag**.? 2. I l fango di Fornello.cap.6. pag. 114. I l bagno di Gargitello.cap.13. pag. 147. A fare evacuare il corpo, e fòlvere il ventre . I l bagno di Cajliglione.cap.g. pag. 13 6. I l bagno della Spelottea.cap.i 1. pag. 143. I l bagno S t r o f i . cap.51. _ pag.237. I l bagno di Cuara-cap.36. pag.204. Alla inBam m azionedeirinteilini. I l bagno di Cajliglione. cap.p. pag. 13 6 I l bagno di Santa Rejlituta.cap.3z, pag.192. A lli V en n i. I l bagno di Cajliglione.cap.9. pag.i3 I l bagno del G r adone.cap.40. pag.2 09. Ai a doglia, o pailìone Iliaca. I l bagno dì Dojano. ca p.43. pag.213. L i bagni di Santa Rejlituta.cap.31. pag. 192. L Arena di Sant’ Ange lo.cap.^3. pag.2,1 1. I l bagno di Piaggia Romana.cap.$ 0. pag.23 z. A lle Ulcere dell’ inteftini. I l bagno di Cajt'gtìonc-cap.g, pag. 136. . I <bug no di Ga rgìtello.c a p.13, pa g. 14 7. I l bagno di Fontana, cap.7. < pag» 12 7. l i bugno del ferro,cap.20. pag. 17 7. M ............ Oe SE-
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Alle rime , o ragadie dell’A n o . . L ‘Bagno di Gurgitetto.cap. 13 . Il bagno dì Fontana, cap.7. I l bagno d V Imitetto, cap.
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pag.147. paga 27* paga 13.
All* ulcere: del podice , o del lèdere I l bagno di Gurgitetto.cap. 13. paga 47. p aga >3. Il bagno d'Vlmitello. cap.45. I l bagno di Fontana, cap.7. p aga 2 7. I ili v A lii C on dilom i. Il bagno d' V ImitoIlo. cap. 4. Il bagno di Fornello.cap.6I l bagno di Gargitcllo.c ap. 13. Alla procidenza dell’ Ano . Il bagno di Gurgi tetto. cap. 13. I l bagno d id im i tetto, cap. 4^. Il bagno dì Piaggia Romana.cap. 50. I l bagno del Ferro, cap. io . A l Fluoro aquofo . Il bagno d ’Vlmitcllo.cap.A^. Alle Em orroide. Il bagno di Succettaro.cap.^g. Il bagno di Piaggia Romana.cap.^o. A lli T h im i. Il bagno d'Vlmltetto.cap.4«). A! pelo dell’ Ano . I l bagno di Succettaro.cap.49. Il bagno dì Gurgitello.cap.13. 1 I l bagno d' Zi Imitetto, cap. 4$. Al Tenafm o. I l bagno di Citara.cap.3 <5. Il bagno di Vlmitetto.cap.4$.
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paga 13. pagi 14. pa g*147* p aga 47. paga 13. pag.232. paga 77. pag.213. Pag a 2 9. pag.232. Ipag.213. p a g a 2 9. p aga 47. pag.213. pag.204. pag.213. Il
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INFERMITÀ'.
I l bagno di Succellaro. cap.49.
pag.2 2 9,
R E N I . Alla doglia delle re n i, e del fianco. •
pag.208. L bagno di Soliceto.cap.39. pag.125. Il bagno d’Vlmitelw.cap.4^. p a g .ii* . I l Sudatorio di Farano.cap.47. pag.147. I l bagno dì Gurgitell0.cap.i3, pag.237. I l bagno JAitrofo.cap.$ 1. pag.114. I l bagno di FornoIlo,cap.6. Alia doglia delli L o m b i. L i bagni di Soliceto.cap.39. pag.208. L'A rena di Sant'Angelo, cap.43. pag.21 I» AH’ ^renella , e Pietra delle re n i. I l bagno di Piaggia Romana.cap.jo. pag.23 2. Ilb agno dì FornoIlo.cap. 6. pag. 114. •I l bagno nel giardino dì Pont ano. cap. 53. pag.23 I l bagno di Gurgì teIlo.cap. 13. pag. 147. I l bagno della Spelonca.c a p .u . pag.543. I l bagno ^FUtrofo.cap.5 1. pag.2 J 7* I l bagno di Cajliglione. cap.9. * pag. 136. I l Sudatorio di Sant'Angelo.cap.42. pag.21o. Alle Ulcere deile reni. I l bagno di Piaggia Roman Acap. 50. pag. 23 2. I l bagno di Gurgitcllo.cap. \3. pag. 147. Il bagno d'Vdmìtello.cap.45. pag.2 13. I l bagno di Fontana.cap.7. pag. 127. I l bagno del Ferro, cap.20. cap,177. I l bagno del Ferro a Sant'Angelo.cvp.44. pag.213. A ll’ intemperie calda delle r e n i, e d’altre parti naturali. libagno di Fontana, cap.7. • pag.127. I l bagno del Ferro,cap.20. pag. 17 7. O 0 z Alla
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A lla oppilazione delle r e n i. I l bagno dì Piaggia Romana.cap.5 0. I l bagno dì Gurgitello.càp.13. Il bagno dì Cajìigliont cap.9. V
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Alla ritenzione dell’ urina nella Vellica . pag.i 14* L % agno di Fornello. cap. 5. pag. 22 9. Il bagno dì Succellaro. cap.49. i l bagno di Gurgìtello. cap.13. pag-24 7 « Alla D iabete. pag.232. I l bagno ài Piaggia Romano.cap^ q. pag. 17 7. L i bagni del Ferro.cap.xo. A llo fti.1'1iridio dell’ Urina I l bagno di Sacccllaro.cn p.49. pag. 2 29. A lla doglia del Fianco . pag.213. Il bagno’ d ’Vlmitello. c a p .^ . pag. 114. I l bagno dì Fornello, cap.tf, pag.r 47. Il bagno di Gargttello.e.^p. 13 . lì Sudatorio di Sant'Ang elolcAp.42. pag. 2 io . A ll’ ardore dell’U rin a. pag.127. Il bagno di Fontana.c^p.j. pag.22 9. I l bagno di Succellaro. cap.49. Alle Ulceretiella V ellica . pag.; 47. I l bagno di Gurgi tello.càp. 13. pag.127. Il bagno-dì Fontana.cap.7. . pag.229. I l bagno dì Succellaro.czp.^g. pag. 177. L i bagni del Ferro. cap.2,0. A rompere, e cavar fuori la pietra delle reni, e della Vellica.. pag. 114 . Il bagno di Fornello.czp.ó. pag.229. Il bagno di Succellaro.cap.49. p a g .1 4 7 . I l bagnò di Gurgi itilo, cap.i 3. g à U ba-
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p a g .n j. I l bagno d'VlmitcIlo.cap.^'i' pag.zj2. II bagno di Piaggia Romana.cap.$ o. pag.zz^. I l Sudatorio dì "Barano. cap.47. A chi non potefle tener l’Urina . I l bagno di Piaggia Romana, c a p . 5 0 . I l bagno di Foraci'/?. c a p . t f , I l bagno del Ferro, c a p . 2 o . PARTI
V E R G O N O ’S E .
A d e c c ita re , e itimulare l’appetito venereo. L Bagno di Citara.ca.p.36. ' pag. 204. A moltiplicare il ième * I l bagno dì Citara.a1p.36ì. pag.104. Ad eftiaguere la luifuria , e le polluzioni notturne. L i bagni del Ferro-cap.zo.e 44. pag. 177. e 215. “ Alle Vene dilatate,e Varici de’tefticoli. I l bagno del G r adone.czp.^o. pag.209. pag.z 10. L ' Arena del Gradone..cap.41. Alle V a ric i. pag. 147. Il bagno di Gurgitcllo.zip. 13. Il bagno ed Arena di Santa Rcjhtuta. cap. 3 2. e 33. pag. 192. e 194. Il bagno del Fcrro.Qìp.r 0. Pag*1 77* L'A rena del Gradone.cap.4 1. _ Pag*2 1 °* Alla Gonorrea , e profluvio di Teme . pag. 127. I l bagno dì Fontana, cap.7.
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L ì bagni del Ferro.cap.20. Il bagno dV lm itello.ap.tf. Il bagno di Piaggia Romana.cap.50. Il bagno ài Silccellaro.cap.49. A tutti li tumori duri de’tefticoli. I l bagno dì Gurgitello.cap. 13. ( Il . q io del Ol//o.cap.34. óé.
Pag*1 77* pag.z 1.3. pag.232. pag.22 9. pag. 1 47* pag. 199, Al
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AI prorito delle parti genitali I l bagno di Fontana.cap.7. cap. 127. I l bagno di Gradone.cap .10. p a g .zo j. p a g .ijd . I l bagno di Cafliglione.cap.p. I l bagno del Capitello, cap.31. p a g .ip z. Alle ulcere della verga . I l bagno di Gurgifello.cap.13. p a g .i 47 . I l bagno di Fontand.cap.7. pag.127. I l bagno d'Ulmit elio.cap, 43. p a g .z x j. Al l i thimi della verga . I l bagno d'Vlmitello.cap.4 3. pag.215. A lla contorfione del membro v irile . I l bagno di Citar a. cap.jd. pag-204. L 'A r m a dì Santa Rejìituta. cap.3 3. pag. 194. Jl Sudatorio della Tefia.cap.34. pag.24 1 . I l Sudatorio di Sarano.cap.4 7. pag.2 2 3. Il Sudatorio del FrajJ0.CAp.z7. pag 18 9. I l Sudatorio di Cacciato.cap. 12. pag. 146. P A R T I V E R G O G N O S E D E LL E D O N N E . A lla iofFocazione , e prefocazione , detta ftrangolazione dell’u tero. XLbagno^FlìtrofocAp.3 1. cap.237. Il Sudatorio dì 'Barano, cap.47. cap.225. L ì bagni del Ferro.cap.zo.e 44. pag.i 77. e 21 ?. L Arena di Santa Reflit uta.cap.33. pag. 194. A provocare li m epftrui. I l bagno di Gurgitello.CAp. 13 . pag. 147. Il bagno di C i t a r a .C A p .3 6 . pag.204» I l bagno di Piaggia Romana, cap. f a . pag. 23 1. I l Sudatoro di jBarano.cap.47. pag.22f. I l Sudatorio di Cafljgtione.cap. 10. pag. 142. I l bagno del Ferro, cap.2 0. pag. 17 7.
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L'Arena> e bagno del Farro a S. Angelo,
cap. 43. e 4 4 .
p a g - 2 1 1 . e 213. A l p r o flu v io , o p u rg a zio n e b ia n ca .
Il bagno di Fontana. c a p . 7 . I l bagno , ed Arena dì Santa Rejlituta
p a g . 12 7. . cap.
j z . e 33.
pag. 192. e 19 4 .
Ilbagno d’Vlmitdlo.c a p . 4 ? . Il bagno del Ferro.c a p . 2 0 . I l bagno di Piaggia Romana. c a p . 3 o .
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A lla fo v e rc h ia p u r g a z io n e d e 'm e n f t r u i.
I l bagno di Gurgitcllo . c a p . 1 3 . I l bagno d’Vlmitello.cup.^.^. II bagno di Piaggia Roynana.cip.30. ilbagno di Fontana.c a p . 7 .
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A lla f t e r ilit à , e d ad a ju t a r e la c o n c e z z io n e .
Ilbagno di Gnrgitello.ap. 13, Ilbagno di Citara.cap.36. De i bagni appreso G ir g li elio. cap. 17. Il bagno di Piaggia Romana.c a p . 5 0 . Alle Donne pregnanti. Il bagno di M e za via. cap.5 0. Alla mola. L i bagni di Santa Rejlituta cap,3 2. Alle piaghe della matrice I l bagno dì Santa Rejlituta. cap.3 2. I l bagno di Gurgitello.cap. 13. Il bagno di Foutana.cap.7. •U
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Alle durezze dell’ utero, che impediftono fpeiio la concezzione. L Tiagno di Gurgitello.czp.\ 3. Il bagno dì Citara.Càp.36.
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Alle infiammazioni dell’ u tero. L ì Arena dì Santa ReJUtuta, cap.33. p a g .i 94 * L i bagni dì Santa Rejlììuta.cap.32. pag. 192, L ì Arena di Sant'Ange Zij.cap.4_j. Pag*2 1 r* // bagno dì Fontana.cap.j. pag*12 7* I l bagno di G'frgìtello.cap. 13. pag* 1 47 * l ì Sudatorio d i "Barano.cap. ^7. pag.22 j . All'intemperie fredda dell’Utero con tum ore. I l bagn di Gurgitello.zap. 13. pag. 1 47 * I l bagnu d ì Citara.cap.36. pag.204. I l bagno dì Fornello.cap.6. Pag*5 * 4 * Il bagno di Santo Momano.cap.3*j. pag.203. A Ili dolori, e torfione dell’ U tero . I l bagno di Gurgìt elio.cap. x3. pag. 147. L i bagni, ed Arene di Santa R ea tin a , cap. 3 2. e 3 3 . pag. 192. e 194, I l bagno di Citara.cap.36. pag204* I l bagno ^Ritrofo.cap. 3 1. pag.23 7. i l bagno di Santo Mmtano.cap.3 <f. pag.2 o 3. I l bagno dì Rieza via. cap.3 o. pag. 190. PARTI
ESTREME
D E L C O R P O ,
A lla Podagra. L Bagno dì Fornello, cap. 6. L ì Arena d i Santa Reflituta.cap.33. L 'A ren a d i Sant' Ange lo.cap. $3. L'Arenarfotto il bagno del Gradone.cap.41. I l bagno dì Sinigalla.cap.t6. I l bagno della Scrofa.cap.i 1. L i bagni delSajjb.cap.^i. I l Sudatorio del Cotto.cap.3^. L i bagni di Solicefo.cap.3 9. U bagno di Santo Montane.cap.3 5,
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pag. 114. pag. 194. pag.21 r. pag.21 o. pag. 1 S i, pag. 143. pag.238. pag. 199. pag.208. pag. 2 03. Alla
D E L L E I NF E RMI T À ' . ; A lla
S ciatica .
'Il bagno della Scrofa, c a p . 1 1 . I l bagno di Sinigalla.cap.z6. I l bagno di Fornello.cap.6. I l Sudatorio del Cottoleap-3 4 . L ’ Arena di Santa Rcjlituta.c a p .3 3 « U Arena di Sant*Angelo, c a p . 4 3 . I l bagno di Santo Montano.c a p .3 $ .
P a S *143 * P aS*1 P ag *1 *4* P a g * 1 99 * p a g .1 9 4 . P a g *2 1
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A lla C h ir a g r a .
I l bagno della Spelonca.cap. 11. Pag**43 * I l bagno dì Sinigalla.cap.z6. _ r pag. 186. Alle doglie artetiche'. I l bagno della Scrofa. cap. 1 1. Pa§*1 43 * I l bagno ¿'Vintiteli).cap.45. pag*2 1 3 * I l Sudatorio del Cotto.cap.54. pag. 199. U Arena [otto i l bagno del Gradone.cap.fi. pag.z 1 o. L* Arena di San Pietro a Pantanello.cap.8. pag. 13 Alle durezze, e tofi delle gionture per qua lunque caufa. L i bagni di Santa R e fit rata cap.3 z. pag. 191. L Arena di Santa Reßituta. cap.33. pag. 194. I l Sudatorio del Cotto.cap.3 4. pag. 1 ç ç . I l Sudatorio di Caedotto.cap. 1 z. pag. 146. L i Sudatori della Valle divìdegroponte. cap.z4. p.i 83. L i Sudatorj di Solenandro, e della Teßa. cap.48.254. pag.2Z7.e 241. Alle crepature, & hernie. I l Sudatorio del Cotto.cap.3 4. pag. 19 9. I l bagno del Ferro.cap.zo. pag. 1 77« I l bagno del Ferro a Sant'Angelo.zap./\^ pag.z 13 •
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Alle febri terzane intermittenti !" L Bagno di Sticcellaro.cap.^g. pag.229. JL A l rigore. // bagno di M eza vìa. cap.30. pag.190. I l bagno dì Citara.cap.3 6. pag.204. A lle febri quartane efquiiìte, e n oth e. I l bagno di Fornello.cap.6. pagi 14. I l bagno di Citara.cap.3 6. ' pag.204. I l bagno d 'V ImiteIlo.cap.4?. pag.213. Alle febri cotidiane . Ilbagno dì F orneIlo.cap.6. pag.114. I l bagno di Succellaro.Cap.\g. pag.220. Ad evacuare la flemma. Ilbagno d ’Vlmìtello. cap.45. pag.215. I l bagno di M eza via. cap.j 0. pag.190. A lla flemma falla . Ilbagno dì Piaggia Romana*cap,^ 0. pag.232. Ilbagno ^Fbitrofo.cap.5 1. pag.237. Ad evacuare la colera . I l bagno di Piaggia Romana.zap.5 0. pag.232. Ad evacuare l ’ atrab ile. Ilbagno ^Flitrofo cap.$1. cap.237. T
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A lli F urunculi. pag.192. T L ‘Bagno di Capitcllo.cap.3 r. * I l bagno d' V Imifello, cap.41). p a g .z r j. I l bagno di Citar a. cap.j 6. pag.204. I l bagno della L e ¡tra vieino Gargilello.ct1p.i7• Pag ,I73» A lli
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DELLE I N F E R M I T À ’ , A lli tumori flem m atici, detti edem atoii. pag. 199. I l Sudatorio del Cotto-cap.3 4. pag. l i 4. i l bagno di Fornetbncap.5 . pag. 13 5, U A ren a dì S. Pietro a Pantanello.czp.S. pag. 194. L 'A ren a di Santa Rejlitmta. cap.33. pag. 135. I l bagno di Caflìglione.ca p . 9 . p a g .a zj. I l Sudatorio di 'Barano.a1p.47. c a p a c i, I l Sudatorio dì Caedotto, cap, 12. pag 189. I l Sudatorio del FraJJo.cap.27. I l bagno di Santo Montano.cap.3 pag. 203. Alle Scrofole, pag. 114. I l fango dì Fornello.OLp.6. pag.147. I l bagno di Gurgitello.czp■ 1 3. L 'A rena dì Santa Reflituta. cap.33. pag.,194 . Cf. . L i bagni di Santa Rcflituta.cap.31. , r _B. I l bagno di Cajììglione. c a p . 9 . p a g . 1 3 <5. A riloiverei tumori d u r i, e {cirro/! . I l bagno di Gurgitello.czp. 1 3 . pag. 1 4 7 . A rifolvere i tumori duri del ventre . I l bagno di Gurgitello.czp. 13. pag. 147. Alle ftrume ulcerate, I l bagno di Fornello.c a p . t f . p a g . 114. Itbagn> di Gurgitcllo.czp.i^. p a g .14 7 . I l bagno di Caflìt'gitone. c a p . 9 . p a g . 13 6. A lli m e lic e rid e , ed a te ro n i,
e fte ath o m i,
e m irti.
I l bagno di Gurgite Ilo, e circoflanti. c a p . 13 . e 1 7 . p a g . 14 7^ 173 . A lle durezze delli articoli,detta ancilofita,rimafta do pò la cura d’alcuna ulcere,o altro affetto . I l Sudatorio di Barano, cap.47. pag.21?. I l Sudatorio di Cafligliont cap. I o. pag. 142. I l Sudatorio di Monte dì Vico.czp.24. pag. 199. A lli p o r r i, e verru ch e, e t h i m i .
I l bagno d’Vlmìtelio.czp. 4 5.
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Il bagno di CaJligUone.cap.g.
p a g .ijd . p a g .n p . Pag*1 47« pag*
llbagno dì Succellaro.cap.^g. Il bagno di Gurgitello. cap. 13. Il bagno di Capitello.cap.31. Alla M orfea. . Il bagno di Cajìiglione.cup.g. U
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A lle ulcere chironie. L Tdagno dì Gurgitello.cap. 13. pag* 147« Il bagno d ì Cajliglione. cap.p. ' pag. 13 < 5. I l bagno d ì Fornello, cap.6. < Pag* I 1 4 * A lle ulcere diièpulote, nelle quali difficilmente fi fà la cicatrice,o pure fatta fi confuma,e rinuo va l’uicere, mancando folo la detta cicatrice. pag. i l 7. I l bagno dì Fontana.czp.f. pag.135. I l bagno dì Cafliglìonc.cap.9. pag. 1 14. Il bagno dà Fornello.cap.6. A ll’ E rpete. pag. 117 . Il bagno di Fontana, oip.7. pag.i 14, llbagno di Fornello, cap.5 . pag.13 5 . Il bagno di Caflìglìone.cap.p. pag, 147. Il bagno di Gurgitello.cap. 13. A lle ulcere dette càcoethe,perfide, m ali* g n e , e r e b e lli. pag. 147. llbagno di Gargitcllo.wp*13. pag. i i 4. I l bagno dì Fornello. cap. 6. pag. 127. Il bagno di Fontana.cap.7. pag. 135. I l bagno dì Cafiiglionc.cup.p.
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LE I N F E R M I T À ’ . AUc ulcere di difficile cura, diuturne, e con corruzzione d’ offo . I l bagno dì Gurgitello.czpfi^, pag, 147. I l bagno dì Fontana, cap.7. pag.127. L i bagni delFerrii.cap.20. pag* 1 77* llbagno dell'Oro.cap.2 x. Pag*i 7 9* I l bagno dell'Argento. cap.»2. pag 182. A lle ulcere penetranti del torace. I l bagno dì Gurgitello.czp. 13. pag. 147. Alle ulcere caufate dafeottatura di fuoco, oglio , o acqua calda . • I l bagno delle Cajonche.czp. 19 pag* 1 7?• I l bagno di Pìaggia'Roman».cap.50. pag. 232. I l bagno dì Fontana, cap.7. P3§‘ 127* Alle ulcere caufate d’archlbugiate, ove fi dubiti eiTervi rimafta dentro la p alla. ttbagno di Fmtana.cap.7. pag.127. I l bagno di Gurgìtello. c a p .ij. pag. 147. I l bagno delle Caj onche.czp. 19. pag. 175. Il bagno dì Piaggia Romana.czp. J o. pag.2 52. Alle ulcere caufate da frezza, o legno che fi ila rimailo dentro, o pure alcun pezzo di fer ro , o fchieggia d oifo . I l bagno di Fontana.czp.7. pag. 12 7. I l bagno di Gurgitello.czp. 13, pag. 147. Alle ulcere del Perineo fifioloiè , penetranti nel còllo della vellica , per le quali fi man. dafie fuore Purina. I l bagno di Gargi teIlo.czp. 13. pag. 147. I l bagno di Fontana.cap.7. _ pag.127. Alla rogna detta icabie l I l bagno di Fontana.c&p.j. t - BIl bagno dì Gurgitello.czp.i3. pag* 1 47» Il bagno di M e za via. cap.3 0. % cap. 19 o* II
T A V O L A I l bagno dì Sueceliar fl.cap.42. pag.229. X. I l bagno Jditrofo.cap.^ 1. pag.2i 7. Ilbagno dì CaJliglione.pÀg.g. pag.135. D e ì bagni appreffo Gurgitcllo.cap. 1 7. pag.173. I l bagno di Capitello, cap.j 1. rpag.192. „fo. . y .. I l bagno dell'Agnone di Citara.cap.3 6.c 3 7. pag. 2 04. e 207. Ilbagno del Gradone.cap.40. pag.2 09. I l bagno di Fornello.cap.6. pag. 114. L Arena dell'Agone di Citara. cap.3 8. pag.207. L Arena fotte i l bagno del Gradone.cap.41. pag.z 1 o. I l Sudatorio di Sant'Angel0.cap.4x. pag.z io. Alla E ep ra. Ilbagno dVlwitello.cap.4 j . pag.213. // Cafìglione.cap.g. cap.i 36. & Arena di Santa Rejlìtuta,. cap.43. pag. 194. I l bagno dì Citara.cap.j 6. pa^.204. I l bagno di Sant' Angelo.cap.44. rp„fa. a g_.z ^ ij. I l bagno di Santa M a ria del P o p i, Jtapol. cap. 17. pag. i 7 j . Alla pfora, ed al prodito . Ilbagno dì Fontana, cap.7. pag. 12 7. ilbagno ^FUtrofo.cap.? 1. pag.237. I l bagno di Gurgì'fello, cap.13. pag.247. I l bagno di Capitello, cap. 3 1. pag. 192. I l Sudatorio di Sant' Angel0.cap.4z. pag. 2 io . A l male morto . L 'A ren a del Gradone.cap.41. pag»i 1 ot D
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Alla ruvidezza , ed aiprezza della p elle.
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L B ’ agno di M e za vìa. cap. 3 0. Ilbagno di Fontana.cap.-j.
pag. 19 0. pag. 12 7. " ff
DELLE INFERMITÀ II bagno ài Saccellaro. cap.49. pag.229. I l bagno di Agnonepi dì Citar a, cap.^tf. e 3 7. pag. 2 04. e 207. A lli panni, che vengono nella fàccia, inaili nifi alle Donne pregne. Il bagno di M e za vìa.càp.3 o. pag. 19 ©. Il bagno di Fontafta.cap.'j. pag. x27. Il bagno Succellar0.cap.4g. pag.229. Alla Gotta rofacea, e Gotta rubea. Il bagno di Gurgìtello.cap. 1 3. pag. 147, Il bagno diF0ntana.cap.4j. pag» 127. I l bagno di Succellaro.cap.49. pag.229. Il bagno d'Vlmitello, detto anco da noi i l bagno delle Principcjje.ca p.4 <j. A lli golfi, torli, lentigini, e vengono nel v o lto . Il bagno di Saccellaro. cap.49. pag.229. Il bagno d'Vlmitello.cap.43. pag.2 13. Il bagno della Fontana, cap.7. pag. 12 7. I l bagno di Caflglione.cap.g. A rendere bella tutta la della faccia , e levarne via le m acchie. Il bagno di Succellar0. cap.3 5. pag. 229. Il bagno dì Fontana, cap.7. pag. 12 7. Il bagno dì Cujliglione.cap.g. pag. 1 ¿6. Il bagno delle Gengive, appreffo il bagno dellì D e n ti, detto da noi il bagno di Santa M aria del Popolo p a p a le ap. 17. pag. 17 3, A far nafeere li capelli. Ilbagnodì Fìntana.cap.j. pag. 127. Il bagno di Saccellaro.cag.49. pag.229. A far fermare li p eli, che non cafehino. Il bagno dì Piaggia Romana.cap.f 0. ' pag.23 2 . Alle
A lle redim e , ed alle unghie icabroiè.' Jl bagno del Gradone.cap.40. pag.209. Il bagno d'Vlntitcllo , detto anco II bagno dell'Orecchio» cap.40. pag.* 13. A l morbo pedicolare, al dragoncello, e limili affezzioni. Jl bagno del Gradone» cap. 40. pag*2, °P* Ad indurire, e fermare il callo alle rotture delle offa, e maflìme delle gam be, Jlbagnodi Soliceto.cap.39'. pag.20S. Jl bagno di Piaggia Romano.cap.^Q, pag.2,32. I l Sudatorio del C0tte.cap.34. pag. 1 99. A d ingraffare, e riftorare i corpi confumati, efm a g riti. pag. 127. I l bagno di Fontana.cap.j. pag. 147. Jibagno di Giirgitello.cap.13. pag.204. I l bagno di Citara.cap.36. pag. 177. I l bagno del Ferr0.cap.2Q. p a g 179. I l bagno dell’ Oro.cap.21. pag.237. I l bagno *Filtrofo. cap.51. pag.222. L a Fontana dì ’Iditroll.cap.46. pag* 190. L a Fonte dello Rete.cap.29.
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FINE DELL’ OPERA
JBNARIAR U M B A L N E A EX JOANNE ELYSIO Medico Neapolitano,
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U M precedenti s Opel te neceififàtem , fummumque queilum , qui ex illiusleélitatione eruitpr , fedulò contenjplaverinv, ( quippc in qua faluberrimaNaturemunera ad Ma, chaonic* Artis augmentum, necnon Corporis Himiani incolumiratem , qua Prophylaxi, qua Therapeja procurandam, pereudito calamo exarantur): opere-pretium d i s dicavi illius lim itibus, coronidis loco , eorundem_j Baineorum defcriptiones L atino, & concinno ftylo aJoanne Elyfio Medico Neapolitano , una cum fuis Scholiis uti jaccnt , delineatas , adjungere . O ptimum fané confilium : hoc enim labore ,ac comraodo, nee Ciialpine, uec Tranlalpine Literati Orbis Aca dém ie defraudari poterunt * & que Parthenopeis Divum munere conceduntur, Europaeis propé omni bus palàm fiént. Verum enim vero antequàni rem_* Q^q
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peñitlus aggfediamur de ipfius Civitatis Ifclae abolì« tione, aliqua ex Joanne Franciíco Lom bardo, aliifque decerpfa, i pío in limine praponamus. OUwyquippè Anno Domini i j o i .regnante Carolo l i . in diSla Infula ex tit FTerrà penis ignis quidam f u t i f bure ut) qui magnam ipfus pariera combu f f t . E x qua f igne multi homines, & quamplurima pcrìerunt animalia'.duobus en'm mcnfibusfcrè duravìt incendi um.M u l ti ex illis , derciiSla ) Infula , ad Prochyten, Capreas, 21ajas ) Puteólos, & sRcapolm confugerunt . Hu] us ignisf effigia ufqüein hodierntm diem remanent’, nec in eadem loco herbayvet qufdpiam virens nafeitur, per duo fere militaría in longitudine, ( f per medium in latitu dine) vulgo dìcimtur le Crem ate. Quod aut em heee In fu la habeat vettas fulphureasyadbut vtàsrt potefi ex baineis fulphureiS)& dlaminoßs,quorum in ferias ß et mentìo. Hase Lorn bard us. .7’ Pontanus5.debell. Neap, meminit bujus incendii : Ruptis fcùicèStrepente Terra vifeeribus exanheliito in cendio) non modicafu i parte sEnaria conflagrave rq tt Quce eruptiO)&’ vinculum igne abfmptum>pofi voragi ne abferpfif. & qua Cumanum p r o f eclat lit tus y provo* lutis ingentis magnitudinis in fu blimefaxi sfumo flam rnisjpulvereque immìflis >poftque per agrus fa r jim im- * petti fuo j aStari s, maxime ubcrern, atque aman am Infu - fa regionera vafavit.Qua tempefiate quadam etiumf a sta fcopularuniinflar in littus provoluta cum ejfent, ea ’ SBartho lemaut Perdix Genuenfìsfornacibus poft excoSla in ahmen dijfolvitfuditq-,revocata ea artey 'e Roccho Sy ria abfc allatO)Ubi ipfeplures annos negotiatus effettua mtiltis antedJaculis in Italia jacucrat. H ac Pontanus. M em init hu;us incendii quoque Bartholomaus Marantus in epiti.de Aqua fèrrea. Q uin advertendum eil iis,qui hunrauipribus iitteris operarti uavant, C iv i” 1 t-a( .
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tafem Ifclem a Poetis iaepe vocari Inarimen : legat qiu volet Virg. 9. /Eneid., Ovid. i f . Metamorph., Lucai?um lib. 5. & alios: quod vocabulum defumptum eft ex Hotnero h rw IA iqcW /3 , cum dixit Eiydp!fj.ocr)dcc, quem locum Stephanus citat in libro irtpltoAiw . Sed lege, quae dodtiflimus Aldus fenior in lib. icrm.Horat., & Hermol. in Plin. lib. 3. annotavir. Vocatur etiam_* Pithecufa a Simiis, vel a d o liis, fecundum Plinium_> lib.j.cap.f .(quae 7rftW Graeci vocant) . Vocatur etiam ¿ffnaria a Statione Navium ^Eneae, ut ait Plinius ubi iiipra, Appianus lib .f .& Livius i.aburb. lib.8.Ethaec pauca delibaile fufficiat.
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Medico Ncapolitano. D e Palneo Furnelli.
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ALN EU M hoc eft prope S. Petrum Pantanellum. Quod traxit nomen a loco, qui eft ad inftar furni. Lavacrum hoc confertquartanae exquiiitae, ac nothae, quotidianae, ipleni,hydropi ,& caephalalgiae ; calculum frangit, arenulafque educit; veficam aperit, p o d a g r i s p r o d e f t , ftomachique fedat faftidia , prius ta rnen aeger utatur Diacydonite.
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conatus f u m B a l
ne a hfic etìam T h e f p i a d u m muffili conficrarefiFIcc turherís leffioryfi a c a r m ì n u m dyfpniea co aU hg rfi cu la s vo-
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A jl ego ^ a fin is muriitus cannine dteam. gfupaaecuit tantos, cur mihi turpe putentiLege itaque alacri animo. Quartana: confort>[pieni, capitifine dolori Sabvenìtyhydropiy phlegmatitfiquefebri . Vcficam referaty lapidcm perfringiti barena: Edaci typrodcjl mirifici podàgrìt Omnia languenti! flomacbi fafiidia fid a i \ Furnelli a fu m i febemate nomea babet. Diacvdonite ) de eoGalenus6. defan. tuend. Qrìbafi AftiusyAltxandy Affinar, (fi- quotquot de medic.compof. fcripfiru n t. D e Balneo Fontis. C A P .
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Iftat a praediifto bahieo ja&us lapidis intervallo, Sanat vero plagas, ferrum extrahit, jeco r i , & polmoni co n ferì, piòram emundat, capillos pulebros, prolixofque reddit, confymptos refumit,& oifium fragmina extrahit.
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Succurrìt plagis, ferrum extrahit impete magno, P a linoni conferì, bepatis atque malo. fi Con-
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Confimpíos repayat citò prolongatque capillos, Emundat Jeabiem,fragmina ab offe trahit. Fontis ) c(l blan.hu] us nomìnìs apud Put eoi. Fragmina ) idem Puteoi. operatur b ahi .Cataro lii, D e "Balnea Cafilionis. c
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ic diftum e i l , quia juxtà ipfum fuit olim quoddam caili-um,cujusadhuc meenia fuperfunt. Stomachi debilitatem to llit, & vini in eo conco<ftricem auget » morphaeam delet, leprae prodeft , cor confortar, vifum acuit, plagas la irat, appetitum cietj ventremque folvit, fi quis ea in potu utatur,
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Languenti refc’tt fomachuyUt bene concoquat urgety Adorphaeam humano vultUyabigitquCylepram. V ifum acuii, cor confortat}pJagìfque} medetur • Ventriculum fo lv it ,provocai ufquefamern. Con c o a ri ceni ) D.Jo: Paulus Staibanus Medicus hoc ftcpius fc fuiffe expertum tejìatus e f , cum ¿Esaurii* publico ftipendio medicam arttm exercebat. Morphaeam ) quecin baln.Puteol. Potu ) de baln. potabilibus lege infrò cap. 4. De Balneo Scrophce,feà Spelane<e.
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Qua haec clara e ft, & dulcís, juxtà man's littu s, p r o p e Cafani comam . Quae adeò fervens e ft, ut opus
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opus fit earn in labro ponere fiquis ea frigida u tivo r iuerir. Confert podagris, arthritide afFe&is, nephritieis, ifcfiiadicis, chiragriciique , tuili opitulatur, potuque aivum folvere poteil. S
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A hu m fubducity tu(Jtm,ac nephritida pelllt, A rlbritin, chlragrarh ifchiada} ac podagram. Scrophae, ve! Spel. ) furit & 1 bain, hornrn nominum apud Put col. Lot u ) qrj(Cfupr'a cap. 3, X
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D e Tdalneo C u r g ite lli.
CAP.
VI.
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Avacrum hoc preciofiftimum eftrnam fterilitatem fugat,confumptos rep.arat, ftomachum confartat,calculum fra n g it, hepati prodeft , pforam purgat, appetitum in citat, ferrum extrahit, ut eft experiCafus. mento comprobatum in quodam Juvene,qui vulnns in G u r g i t . pe&ore per annum acceperat. Advertendum tauien •pp codix. eft, quod fiaulce hujus bain, primam januam egredieris ad Occidentem , reperies calidifl'. fontem, cuius aqua confortat ftomachum . Si verb alteram ad Orientem, occurret tibi fons, cujasaqua confert dentium_> dolori. Oritur quoque occidentem verias fons quidam calidiff. cujus aqua M atron* cum cinere utuntur, ut abfque ignis opitulatione' pannos abftergant : haec aqua capiti, oculifque prodeft. Nafcitur pariter O cci dentem verfus aqua,quie vulgo Sinigalla vocatur; h*c quidem dolori iun&urarum,chiragr£e,podagra,ifchia> clique faiutarem praftat op^n>juquahac clara eft ,Ia porifque dulciftimi/. .... ^ I' ; SC H O -
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B A L N E A .
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S C H O L I A .
Hepatii prodeji, a pforapurgai, ofétp Proriat, ferrum mirìficcquetrahit. De aliis aquis ex appendice. EJl ad occìduampartem, qua vertitur unda, Languentet»Jlornachum, que reparare valet ', Quique orientalesfpeffat calidijjimus orai Fans, dentem baudullaparte dolerefinit. Foni quoqueadoccìduamplagam converfusficellis, Prodeji, & caditi mitalevantenadejl. Quam vulgò Sinigalla vocont,podagre,atq\dolori . . . J^n^urat ifebiadiprejìat opem,&chiragree. / tC m ^ °Peratur 'Ealn. Syfataneapud Puopity ) utitur hoc voceJuven./at. 6 . & i z.
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De Sudatorio Ceffi. . C A P .
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V I.
U d a t o r iu m h o c e ft in domo N iz z o l a : q u o d in v e n ru m eft a q u a d a m a n u in r u r e T u o , q u a a f r a z i o
Cafus
n e r ib ia r u m lib e r a ta e f t X o n f e r t h o c iiid a t^ riu m Ja b o -
r a n tib u s a rth ritid e ^ l i e n i ^ a c v e n t r i c u li a f f e z i o n i bus
S C H O L I A .
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Conferì afféffis arthrttide,ponderafplenis Aufert, injlatumv entrìculumque premi.
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ejl & altud apud Trttulos bajarum ,
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nauff,f.memhit1!k.4, cap.
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D e 'Bain. Dimidhc via* C A P .
V II.
Avacrum hoc nervos moiles reddir, fcabiem detergir, gravidis prodeft , cephajalgicis, & dolo r a li ftomachi patientibus, lacrymas ftrin g it, viiiun confortai , vomitili auxiliatur, phlegma eliquat; rigorem que a b ig it.
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machique dolor , eUitq\ rigorem , Phlegma liquat^gravidis eß nmdi ci na potens * Lacrymas ) hoc idem opcratur aqua fulphur. apitd Pu** tcol-, & ferè cmhes hujufmodi virtUtes funt cum illa communes. D e 3 aInco Cythara.
C A P .
VIII.
Avacrum hoc paruni diftat a praediflo: confert paibo , phrenitidi, tinefiito , fterilibus, cepha lalgias, & quartan« : femen viris augct , niulieribus vero lac.
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S C H O L I A . Tt»efwum,fteri!cM, curatque pbrenitida^ fia fm Succurni, capitis bine dolor omnis abejl. Q uar-
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Q uartan#*» M e t j mammis lac ,ytcßihus teßibus äuget a u g et . wmmh lac Sperma v ir u m . ( Juvenes quodfaciunt hodie.) Spaimo,) quia , ut in q u it H ip p ie r, z . aphorifm orum .fiBione , necnon 4. febrem fupervenirefpafm o bon urn eß , q u ia fe b ris , ai ex p ii cat G alenas, A le x .A p h r. i pirmt(S z.problem .calefacit bum iditatem ,extenuat, diffoluit, aPh°r. Ö d ig e rii, lege cundem G a lcn . M pbor.$. 5.a p h .r.iQ , prÌ^o7, & a lib i . * 7* *• »
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D e H a in . V i n t i t e l i v e l Doy a n i.
C A P .
I X.
Qua haec calida eft ,du!cis, & perfpicua ; conferí arthritidi, dilatat guttur,prodeft rugirui ftomachi, finefmo calculo, &do!ori ilium, pituiram educit, ophthalmia, anhelityi, cordis palpitationi, quartan* , ieprofís, pulmóni, & lienoiis utilis eft .
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S C H O L I A . A r tb r it ln p e llit, l'epram , ¡lom achique ru g ittm ? Tin e fimo prodefl iliacofque ju v a t . S p iritu i, lip p is , q u a rta n s fu b v e n it , arttum D ila ta t g u t t u r , dimi nu it lapidem . a jfeffiis, TotKpSo x.p<xb¡ns i«rou P r f jlo ejlp u lm on i, <?corporephkgm afugat .'
Leprofis ( fc ilic e t in p rin cip io m o rb i. Palpitarte Palpitationi) vctercs M e d ic ih u ic affeftioni invenerunt rem edia,qua extenuare, & c a leja cere valenf.aquaf*!• que commendant n itro fa s, f u I f ureas, & biturninofas, u t d icit G alendib.de trem -rig & pahp.lege eundem 2. $ tJy tn p .ca u .c.i.Q u p d fe rib it hie A u tlu rfiis Je experRr 2 turn
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tutti fu'tfj'e inibì retulit pr a ceptor meut Leo Roga* ftus Cajet. Pbilof.&*, M edicai in[ignis : qui fuperio rihai annii miferabili cafu periìt , cui Dominai dei poroionem in terra viventium jlcctoì riir àurou iùùo*\<xe tòc T W d-iW 0 £oV iV D e Balneo Succellarii,
C A P .
X.
Alneum hoc conferì veficre , tinefmo , ternana: intermittenti quotidiana;, reiòlvir frig id a , fcabiem purgat, capillos elongat, vultufque mulierum deterget. B
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Tinefmo, intermittenti confertque rptraip , V fic a prodejì, phlegntaticaque febri . Prolongat crtnes, & frigida, membra re fo h it , De t erget valium y & liberai a[cubìe. Succell . ) efl baln.hu]ai nomimi apud P uteoi.
De "Balneo P laga Rom ana. C
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P.
XI .
Alneum hoc eft propè Civitatem , cujus aqua eft ferruginei coloris : confort pituita; falfe , aufert ocuiorum prun'fum, laCrymas firin g it, ocuios confor tar, bilim purgat, cordis imbecillitati prodeft , dilaiat pe<ilus, guttur, &pulm onem , (èdat tuifim, capilos fir m arne cadant,tibiarum fradìuras iànat,pruritumque, B
SC H O -
P itu ite conferirai fa s quam procréât humor, Pruritum ex ocalis tollerefam a refert. Lacrymalas cohíbete teneros confortât ocellos , Expurgat bilem spettora le t a facit • Cordi imbed Ilo robar mirabile preß at Guttural amplificati TreútÁWoc atqueßnus. Tufßm fedat, neve cadantßrmatque eapillos, Pruritum>ac crurum fragmìnaJanat aqua hec• Ferruginei ) cß bain,fe r ri apad Put eoi. D e Halneo *Nitroß. _ C A P .
X II.
Avacrum hoc eft in eadem plaga : Confòrt fcabiei prurituique ex pituita, & atra bile gen ito, nephriricis, & hyftericis, ventrem lolvit, confò.tnptos reiicir, theuma , tuflimque to llit. "
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Phlegm ate pruritumfu g a i, aut ex bile p.iK<xvn, ^Nephritis, tu ff s ,f t procul hiñe fcabies. Ventriculum Jolvit, confumptos rccreat artus > Subversif hyßericis, rheumaticifque malis. Pruritui ) lege de eu Gul.$.aphor.v \.}\.Auic.q.û,. tr.q. cap. 6. Hyftericis ) lege que copiofijfmè de eis fcripßt G a l. 6. loe. ajf. cap. ult.
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.¿ENARIARUM BALN EA:
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& e ’Balneo Saxorum.
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xiir.
Uo funt, alferum ìntus faxa, quod conferì po dagra frigida ; alterum propc littus, quod prò» deit podagra calid®.
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Duo ) in Antan àriafunt duofluvii : quorum alter g ig n it oves cum colere albo -, alter vero cum nigro, vecx AriJÌ. 3• de nat. ani. notat Hicron. Gambuciu: de lumbr .c .i z . E t Plinius Uh. 3 1. refert in Aiace doni a nò proculab Euripidisfepul.duos rivos conflucre‘.quo rum alter efi falub errimi pot ubai ter verò mortiferi. ìip.eie òeTVTGV'iAcyis sTTcty.nvictiotv roxov iWmopwyMtxv tu; E eriy ro roòruv y^WTTcDr (pihÒTYi'ros ¡ru piGoXov ix7\dtTay.iv. Sant duoiquGfù unum gelida medioina Podagra -, AA/\o l £Ty,v fyipurs (pdpy.ctx.Qv ìfaòyiyov .