PROFETIE DELL'ABBATE GIOACHINO. Et di Anfelmo Vefcouo di MarficoV Con l'magmi in dijfegno} intorno a Pontefici pajfati, e channo à 'venire. Condu&RuotCySc vn’O racolo T ureh cfeo3fig urato fopra fimil materia. alcuni m cirm glicf V’uticinij\ct le Annotatiotti del Regif i imo,
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Pietro Paolo T o zzi D ed ica, & Dona. I N
P À D O V A ,
Con licenzia de Superiori. 1625.
Futuri P ?»tifias m u ,é india.: ex veüitlß'mis mam feriá is Vaticinijs.
v tEuen¡¿ipt,natcs u l T ^ L ‘“stbelila t ieffeua cuna?’'' v eer.”“ %
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Species Cedi in vifione;Glofiæ Ecçleilàft- Cap. 43.
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G A B R I E L E BARRIO Francifcano.
i \ B B A T E Giouanni Gioachino fu figliuolo di Mauro Tabellone , & di Gemma, il quale non fenza prodigio di futura fantità fu genera to . Perciochc , hauendolo conceputo la Ma dre,dormendo , gli apparue vn bel giouane vcftito di vefti bianche di lino , de diiie ; Tu hai conceputo vn figliuolo, ilquale quando parto rirai,fe vuoi,che viua, non mancare di farlo battezzare, auanti il fettimo anno'. Eifendo nato pareua al padre veder ilhambino fopra l'altare di S. Michel’Angelo ( che è vna Capella poco difeofta dalla fua cafa ) che con Ja tefta toccaua il tetto della Chicfa, & il choro, che era veftito di bianche vefti cantaua ad alta voce • Pner fjatus efi nobtSycdlduya^ & filius datus efi nobis allelnya. Pattato il fet timo anno,hauendo deliberato il padre il dì del Battefimo, la ma dre fi ammalò grauemente, della qual’infirmitd m orì. Et effondo
cotenente,Matteo ìlqualefuccefle à Gioachino nell’Àbbatia di Fio re,& doppo fu fatto Vefcouo Tarentino,Ruggiero Diacono della Chiefa di Sellerina,& Pietro,& Nicolò.Tutti coitoro furono huomini di fanta vita. Ma di effo Abbate Gioachino Guglielmo Parifienfe nel libro De Virtntibus3cos\ dice. Saper dei ,'che’l dono delrintelletto in alcuni è di tal chiarezza; & accutezza, che pare, che grandemente s’afilmigli allo fpirito di Profetia,il quale alcuni hano creduto efler flato nell’Abbate Gioachino. E ÌiftelTo dicefi hauer di fe medefimo detto, che non li fu donato lo fpirito di profe t a ,ma lo fpirito della intelligenza.Ma salcuno guarderà quei fuoi libri fopra l'Apocalilfe,& fopra la Concordia delli due Teftamenti,ritrouerà in effo marauigliofo dono dell’intelletto, & nelli Libri poi fopra i Profeti fi manifefta hauer hauuto lo Spirito di Pro fetta. Quantunque certi ignoranti delle Sacre lettere negano , che fuifc flato Profetaiperche Chriflo habbia à gli Apoiloli detto. Non e(l gm tm n noffe tempora,velmoment &3 & altroue, Omnes Profeta ¿r U * vfijue ad 1ohAnnempropbetarm t: la qual cofa fi deue intendere del la prima venuta di Chriilo:come dicono Girolamo fopra Matteo, & fopra Amos, & Giouanni Chrifoflomo, & Athanagio fopra la feconda Epiilola di Paolo à Corinthij&Auguftino contra Fauilo. Già nella Chiefa, che era in Antiochia, come Luca ne gli Atti de gli Apoiloli fcriue,vi furono Profeti. Et Agabo, & quattro figli uole di Filippo,& in Corintho,& efiì Apoiloli profetizorno, come fi può vedere per tutto nelle Epiflole di Paolo. Et Giuftino Filofofo, & martire appreifo Eufebio nel Libro Quarto della Ecclefiaflica hiftoria dice,fin’al fuo tempo hauer fiorito nella Chiefa la gra tia della profetia. Mà à che bifogna tante parole,fe Gioele Profe ta predille,che gli Apoftoli,& altri della Chiefa profetavano ? co me dice Pietro ne gli Atti de gli Apoiloli, & Chriflo diffe a’ Giu dei che mandarebbe tra gli altri Profeti,iquali farebbono da efiì ve citi nelle loro Sinagoghe,& il Profeta Amos dice,che non farebbe il Sig- Dio alcuna parola, che non habbia à riuelare il fuo fècreto a’ Profeti fuoi ferui. Mà chi defidera fapere,perche Iddio riuela i fuoi fecreti a fuoi ferui, & perche non è neceifario farfi ogni cofa,' che dice, legga Girolamo fopra Giona, & fopra Ezechiele. Altri ingiuftamente accufano Gioachino come heretico>perche Innocen
tio Papa Terzo,nel Concilio habbia reprobato,& dannato vn cer to Libretto di Gioachino, come ingiufta ripreniione centra Pietro Lombardo. Confèffando egli in vna lettera,che diTua mano fcriffe,che fermamente,& humilmente quella Fede tiene,che la Romana Chicfa tiene: comandado che tutte le lue opere compofte>& da comporli,fi doueffero al Sommo Pontefice con legnare,quado,che lui fteifo/opragiorigendoli la morte,non poteffe offerirle,per farle approuare,& correggere dal giudicio della Sede Apoftolica,il me deiimo dice eifo Innoccntio in quella Decretale. Nella Libraria di San Pietro di Roma, vi è vna Epiftola di Honorio Papa Terzo, mandata al Vefcouo Lucanenfe in fauore di Gioachino, contra li fuoi detrattori di tal modo. Habbiamo vdito,che tu infami,& anco permetti,che li tuoi fud diti infamino di heretica prauità l’Abbate Gioachino, & li Mona chi dell Ordine di Fiorejtogliendo occaiìone,che Innocentio Papa noitro predeceifore di felice memoria habbia dannato,con apprcuatione del Concilio generale,vn Libretto,ò Trattato, il qual effo Abbate Gioachino inftitutor dell’Ordine detto, compoiè contra Maeftro Pietro Lombardo, dellVnitd, ò dell’eifenza della Trinità. Hauendo dunque efpreffo il fudetto noitro predeceifore nella fentenza della detta daonatione, che perciò non voleua punto dero gare al Monaftero Florenfe. Pofcia che vi è regolare in ftitutione, & frugolar offeruanza,& il medefimo Gioachino commandò, che tutti li fuoi fcritti fi confegnaifero al detto noitro predecefTore,ac ciò per giudicio della Sede Apoftolica s’approuatfero,ò pur fi correggeffero dittando vna Epiftola,in cui fi fottoferiffe di lua mano, nella quale fermamente coiìfefìa, che tiene la Romana Chiefada qual per difpoiìtione di Dio è madre, & maeftra di tutti i fedeli. Comandatilo à tua fraternità per li fcritti Apoitolici „ che non pre fumi infamare li Frati del detto Ordine,fopra il peccato di herefìa nè habbi à permettere,ouero alquanto dimmulare,che da’ tuoi fuditi fìano infamati. ? Dato in Roma appreffo San Pietro a’ 4 . di Decembre l’Anno primo del noftro Pontificato,
CongregherĂ le Stelle,accio lucano nelĂ&#x;rm am ento del Cielo
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Scende C;ilue,vt i . ne atnplius dccalueris,qui non vereris de calittre fponfam : vt comam vrfe nàtrias,vade, & columba i gfanis puriffimis à fera pefsiraa conculcandis. Sed caue, ne fatua ; Patate ddufus granainfetta,quibus vrfam pafcis,columbi z. non ?propines, 3. quae cibo infera grauiter infirmetur,tarde,& difficul-
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/c 1 io, colomba con punjstm grani¿he debbano ejjére dalla ferdpefsima. calpellati. M afchim , che da {cioccapieù,fchernito, i granì infettati con qualip a fcil’Orja, i.nondij alla Colomba, 3. che infettata,dal cibòfrattemente s infermich etar do^ condiffcultafifanera, 1. alcuni lieuano il non 1. qui medèfmamente lieuaftdaalcuni il non }.d(ciocbe non infettata da tal cibo, ¿fr. i
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Con le Chiaui chiuderĂ , & non aprirĂ .
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I I. P 01f c e n S t e m f' \ M'USS Uf y f i" S uincm bapriftialem , a, cendctuutem dc turn adaltifsimumioiiurm au; T Snl< m darifsimum obiufcabit.Curn Lilir.,& Crucc Àquikm c w c h b k T Minime a dificabis mihi tempi um,quia vir ianguinum es,zelo im oderato,virtute iimuhita denigrati«, & difsipans fuperflua folus coardhms pucem.deuorans vniuLrfo. wpsmuaioius I. folium i . Minime idificabitmihi templum>quia vas fanguinis eft.
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OppoU Lm aafcendera MarteJ itieni e t i f i l e Uttem ile, ¿ra f i e ridera dalla torre afl\iltiJstmofoggio,ilquafe o ftfa r a il chiarir J f * ° U S.ole' C olG ’glto> & la Croce crociara l'Aquila,-i, A me nonedì ficarai d tempiopeniochefe t huomo deifangui,con zelo immoderato, c_, virtùJmmlata denigrando,e dop an d o le cofefperfin e,filo resirnmndo U pace, & divorando tutte le cofe. t J ™ l 'fe2&o *• -d™ non edificherà il tempo,perche è va/o di[angue.
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â&#x20AC;&#x2DC;D urefatiche del corpof i ftevira*
| i l i . Ccipe iupplantator excelfoshonore$3arbor inutiJis, & ìn fiv éìuola3quid cogitas te fa#urum ingentia 3 cum fis corpore & mentedebilis3implcre,qu^cogitas3non valebis, quiamedicum vigiIabis3cito domues3& non fuiges3fempenn tribulatione viucs quamuis parimi. *
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I.ibrishaCPr°Phetia ’ & in tribus tegnenti bus variatur ordo inguibufdam
I I I. lglU furiantA tor eg ii eccelfì konon 3 arbore inutile, & wfruttuofo, chepenfi di fa r e cofè g ran d i e¡fendo debile dì menie,e di corpo, non potrai adempire le cofe,chepenfi, perche poco ieggierai, presto dormirai,e non forgerai fem pre viuerai in tribolatione,ancorchépoco.
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in quciìa Profeti»,& nelle trefeguenti fi varia hrdinejn alcuni libri
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L a â&#x20AC;&#x2DC;voce volpina rovinerĂ il 'Principato*
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EnediiSus qui venit in nomine Domini cfleftium omnium cótetnplatoraqui fimplex eduétusde terra tenebrofaaicendit,& , deiccdit: nam vox gemina,& Vulpina ipiius principatum vorabit, & tribulatus peregrè morietur. O quantum dolebit fponfa de cafu legitimi fponfi ad deuorandum tradita Leoni. C ur, ò fimplex homo fponiam dimittis truculentis canibus latrantibus tribuendam? Cogita nomen tuutn>& prima opera fac,vt recipiaris in partibus Orientis. H*c in quibufHani libris pofl: fequentem collocatur.
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enedetto chi viene nel nome del Signore , contemplatore di tutte lc_> cofe celesfiottaifem plice cattatofu o ri dalla terra tenebrofa afcende, e difendei percìoche la voce gem ina, & vulpina dimorerà, il principato di quello, & tribolato in paefe forestiero m orira . 0 quantof i dolera lafipof i della caduta ddlegitim 1fipofifia ta adefifier dinotata al Leone. Perche è femplice h nomi Inficila (fifa ad e(fi-r data adafpri cani abbaianti. P en fia al tuo nome,efia le prime opere¡acciò sij riceuuto nelle parti d'Oriente.
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Quefla figura in alcuni libri è polla dopò lafeguente.
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L Orie n t e beuera del Calice dell ira d t
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E minimo ad maximum gradimi àiceruli miier de Celo ftel3— lat0 re§ nans Pianeta diicendifti in baratrum vanitati^ priftu.iu iponfam viduam reliquens hcu , heu iinprudens, & inutilis, *3U1 es totus circa turpe nutrimentum Vencris occupatus ad terum benediòtionis j non cogitas a. tua in parte negligentia 3. perlendam cum ha:c audis, irremediabiliter luget, erit enim tribula|io,qu alis non mit ab initio viquemodp,quadratè viues,& fubitò in Babiione morierisjvir mortises/ed aliqua bona inuenta funtin ;te Cede igitur infiori, & meliori te ; quia Dominus tranftulit regnum tuum in 4 . In Oriente commotio ,& p o il commotionem i~nis deuorans vniuerfa. r. Omnino 1. tuam propter negligeutiam perdimrum 3. perdurat 4. adJditur à te.
v. I " T X d i minimo a lgrandifirmo orado fe ì a[cefo m i(èro Pianeta restia I J do dal C iel stellatofei dif i fio n ei baratro della vanità, lafilando la prima fpofii vedona,guai,guai imprudente, & inutile, cjual tutto fe i oc cupato circa'/foz.z.0 nodrimento di Venere, nonpenfì alla terra di benedi zione 2. daperderfì 3. in parte per tua negligenza. Agendo odi queftc—i fofi,piangi irremediabtlmente,percioche farà tribttlatione tale gitale non è fìata dalprincipiofin bora. Quadratamente Ditter a t ,f i d il o in Babilonia morirai Sei huomo di m o r tela alcuni beni fon stati trottati in te. Credi dunque a l maggiore,& migliore di teiperche'l Signore hà trasferito i l tuo regno 4. N e ll’Oriente commotìonc, e cloppo la comnotionefuoco do ttorante tutte le cofe.
1. in ogni moda 2. cheper tua negligenza perderai. 3. la tua negligenza du ra. 4‘S'aggionge. Da te. p
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Fraudolerliemente'Jet ĂŹntrato 3potentem ente hai regnato s gem endo m orirai.
Ip V I. j P ? ^ cc homo de Scariotis progenie occuitum principatum haI| “ .b,ens Agnus mit, Neronicè régnons, morieris defoia: j «usjobbreuubuntui dies illi, qui totum mundum tyran nus tcrribi! Us conturbabit,Galium fcrit,Aquiiam deplumat.Gallus,&AquiIa J cius luperfluam auferent potentiam. Columbamnon timebitramum portons oliuæ,&inpetræ fbraminí bus nidifican s,cuius frcuj ntas eit in Angelo td h m en ti, quid tantum affetfas B.biicnicum pnnupatum, quern obtinere non poteris ? contra iuftuminfur°et, & ipium vmculis alligabit. ° ». quo Agnus afcendir.
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cco l huomo della progenie di Scanotto, c'ha ilprincipato occulto. r. per il quale l'Agnelo rouìna. Neronicamente regnando, morirai deJacato ¿òranno abbreuìati que'giornijlquale Tirannoterribile conturberà tutto l mondo¡ferifce i l Gallo , Iteuà le pittine all'A quiHa. I l Gallo e l’A \ qtttla toglieranno a fo r za la Jttperflua potenza d i quello. L a colomb non temeràportando i l ramo d o lin a f r facendo il nido ne foram i d e ll^ \p ù tr* » la fic urta della quale è nell'Angelo del tediamento. Perche tanto brami i l principato Babilonico, ilqttal non potrai ottenere * forzerà con J- tra'lgiullare lo legherà con legami. J g
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V IL 1 é fc W T A ec eft auìs nigemma Commi generis, nigra Neronis opeJ f l ra diflìpans, fubitò morietur in terrapetrofa, cum vidtbit iructum pulchrum,ad vefcendum fuauem> tunc nutrice i.in geni} ma3qui iibi initium miniilrabitmortis. t. ingremio.
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VeJìo è t veceIlo nerifsimo digenere Contino, che dìpipa Hopere ne re dì Nerone,fubito morirà, nella, terra petrofa, , quando vedrà il ► fru tto be/lo.Juaue à mangiare, all'bora nutrirà i . ingemma, chi ' g li ministrerà ilprincipio della morte.
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ide hic mulieris Babilonica? fponium ftigientem fponfam sua hbi abominabilem^quaiì viduatam i . relinquens. Nomea eius diilonum3crudelis,imrnundus, iniuftus, virtute carens, appeens vanitatela immoderatè, reiaxans claues, curfor, gladiator, congregans, & corrumpens i . lucidifsimas SteJlas. Qui perder fukorem contra Splepa tenebrofum. Finaliter pugna'tura Luna ìpfiim perfequetur,in aJtujn curruer^axcelfa obfcurabit. I. Hacc omnia in cafu legtintur v/ijuead corrumpcns.i. Lucidi/ììma Stel la perdei fulgorerei contra Solem tenebrofum finaliter pugnatura Lunam perfequetur. .
V i l i . E¿li ¿fui lo fpofo della donna Babilonica, chefigge la fuaJpofa a f i ■ abominabile ejuafì vedouata lafciandola , I l nome di quello dìfono crudele, immondo fingiuBo, che manca di virtù,defiderofo della vanita ìmmoderatamente,che rallenta le chiatti. Corrittore_ Gladiatore,che congre ga,e corrompe 1. le lucidifisime B elle. ¿guaiperderà lofplendore contra'l Sole tenebrofo. Finalmente effondo per combattere la Luna lo perfgiàterà ja fh erà da a lto,& 0fu r e r à le c o f eccelfe,
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1. La lucìdijjima Stella penderà il fplendore contra il Sole tenebrofo, final* mente efiondoper combattere perfeguiterd la Luna.
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Centra la Colomba quefta bruttissima imagine de Chi eri~ ci combatterĂ . t
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infimo genere afcendet cruenta beftia prima3&nouifsima, q u x filium minimum, 8c innoxium crudeliter deuorabit.
. Vnus e r & parem non inuénies ad innoxium iinguinem effiunendum. Idcirco tempore tuo furget pfeudo Propheta , & fedu:ct multos, quia tu malistuis agnum mitiffimum plagis crudeliisi— mis vulnerarti, ponens os tuum in Chriftum dominum, obfcurans Stellas Celi,malitia tua tibi opprobrium miniftrabit, quis es folus nomine gratiofus. t. Omnia fubfequentia leguntur in tcrtiapcrfona, & non in fecunda.
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u j t r « m / u. urta ju rtQ w tu ju btftlAprìm a^
| nouifsima, che crudelmente diuorera il minimofigliuolo, & inno cente. i . V no f e i , e non hai eguale a fpargertlj,'angue innocente. Perciò nel tuo tempofiorgerii vn falfio Profeta3 efedurrk m olti. Perdoche con i tuoi mali hai crudelifiim am enteferito il manfiietifiimo Agnello, ponendo la tua bocca contra ch rislo Signore, ofiurandò le Stelle del C ielo, lit^ tua malitia ti m iniar ara vergogna5 ilqm le feifilogratiofia di nome.
i .Tutte lecofe fuffequenti fi leggono nella ter^a perfona * nonnellafeconda.
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‘D arà à feiD taneti 3 f5 mofinalmente i . di loro 2 . ecce derà tlfilendore. 1. di quello 2. eftingucià.______
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E fuburbanis montuofis5& ie lidi>5dc terra candida vir afcen dct a&us faciens iìngulaRsa5tell;is in parie )ucidabita& obieurabit , 1éd txceif.i non auferet, qua: predica beib'a obfufcauit, fed remanebit agnus grauiter vulneratus. Pauca fparget 3 multa congregabit,egenusinorietiir5& propria fcpultura carebit. C.oruu Columba ptritquetur, rcgnabittotusfolusa ictusalicnusmultas fponfas viduasrdiqucns.
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A borghi m o n t u o fife d ì dalla terra candida afeerìdera vnhuomo facendo attifcigolar ign fa tte fa rà lucide, & ofeure le Stelle ; maf non leuarà g li ecceljighe la predetta befiia haoffufat oncia resiara l ’Agnel lo gratamente fe r ito . Poche cofe fpargerà 5 molte congregherà>bifognofò m orirà, & mancherà difepoltnrapropria. La Colom baperfeguitiràil Corno regnerà tutto foto,tutto d ’altruif i filando vedono moltefpofe.
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fa rĂ bianca lapiapolla nel[angue dell' aAgnell o
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Lta afccndet duplici benedi&iorte pramentusamator CruciL fixi -, cukor pacis3altus ingtnio : veruntamen qua? cogitar, pon irtìp'lebit,alra corruent, infima fublimabit,omabit Cflum, nernora fuccidentur^ extendensmanus ad paupcrcs} viduasdefponjfabit. Et tunc caue fpha:ra volubilis5& j ^ - a , ne impcdiaris à venjto Aquilonis in tribulatione cura i . G u c t te detende. i . Cum Lilio,Se Cruce.
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• fe fp | ( f i \ * Z '\ V v S cea d erìjN fà m k tff preuetm odk koppia, benedietìone Puntato* del culto*. dilla pace^altn d 'in g eg n om a non adempirà le co(è, eh’egli petifà. Cederanno le cofe ahe,fubivmerA le infimeornerà i l Cielo sfaranno tagliati i bofdòt^diflendendo lè mani a pouerifpoferk le vé dove . E t a lt bora guardati sfera volubile¡e nera ¡cipe non sij impedita dal vento d ’Aquilone ndldtrtbulaùone ¡difenditi i . con là Croce,
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D honorcs afcendet duplices homo ifte, veniens de centrò nebulofo:,coneordansdifcordantes, Lunam reuoluens3no* uacuiam in manu geftansad iuperflua refecanda,carnes comedet aiTas,& vinum bibet myrrhatum,pauper ingrediens, alta coniideransdniìmis condeicendens.
X I I. , À Scenderà questo huomo a doppi bonori, venendo dal centro ntittilèr \ fo , concordando i ffcordanti,riudlgèndo la Luna portando in ma no il rafoio. per tagliare via le cofefouerchie, mangierà le carni arroitite, & beuerà il vino mirrhato entrando pouero,confederando cofe alte, allc-r
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Questofilo ¿iprira il L ib r o fin ito co l dito di D io 'üiuo •
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D alta vocarisjò Princeps mente canus,quid agonizas ? Surge5& cfto robuftusjinterfice Neronem, & eris fecurus, fana , Vulnerato*, acape ftebellum, interiìce mufcas, eijce vendétes de r tempio,dodìrinam illuminatam allume,annuncia iuitum, vita cirj cumcifosjdirige Columbam,reprime lìtibundos.
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Cofe altefet chiamato, o Prencipe canuto di mente, che fiat in pene ? Sorgi, & sij robufio, vccidi N erone, efa ra ifecurofana i fe r it i prendi ilventaglio a m m a la le mofche ,faceta, ì ivendenti dal Tempio, annoncia tlztusioSchifa i circoncida i n e r i i a. l . *. . A A
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J ß o r i roßt dißileranno acqua odorifiera. __
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I X I V. Bfcuratum eft aurum , mutatus eft color optimus, rubigo te confumet,dulce principium inuenifti,fcd finem i . tribulantem,V<e primum abijt>& ecce va,fecundum,fugiamus à facie eius. Clama in fortitudine,quia iam incipiunt vltimi cruciatus. Ah,ah, ( vbi eft Lucifer ? quo abierunt Stella; ? curramus, & non refpicia; mnsretro, quia ab Aquilone pandetur omne malum 2. Obfecro ! mi Domine micte,quem mifluriis es. >-; •;v O
i . cribulatum x, in aliquibus hxc vltima verba defunt.
X I V. bìuenuto ofi uro l'oro^e mutato il bonifim o coloreJa rughe ti confu mera, hai trottato dolceprincipiam ifine i . tributante, il primo guai e p a r t i t o e c c o il fecondo guaifuggiamo dallaf a fa ccia . Grida confor~ ' ■J ~ À h^ahfoueà Lu tiguardiamo dietro, \o,Signormioman~
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Sei terribile,cht refilera à te
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Acc eft vltima fera i. afptéíu ceiiibiííssqua? detrahet Stellas. Tune lugient aues,3c reptilia tantummodo remanebunt. fc8nrorud&í$,viiiucrfa confa mens, ¡nfernus te cxpedatT~’ ~ ' i.á fpiritu terribilis z. aliqui hic addirne. T e r r i b i l i ? quis refiftettibi»
' \ Potenseíl Dominus mutane propolñum íutim.,quia in n manibus er i ius omnia aftra iunt r “’; Expliciunt reuelationes Beati Ioacbim A b b ati in Mènafterio Ho renfi in Calabria, & fequuntur reuelationes Anfelmi Epifcopi ' Mariìcani. r
x v. V eita è l’vltimafiera i . terrìbile dì affretto¡che tirara giù le Stelle, a li horafugirarinoglivccellfefilam ente i r optili restararmo.Vie- ra crudele,che confim i tutte le cofi.¿’inferno t ’ajfretia i:
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i . terribile dalfpirito z. qui a^gmgoao alcunì.Sei ta t t ile ,e cbirefiflerà ate. ' Totente il Signore a mutare il[ito propofito¡perche nellefue m anifino tut
te le Stelle del Cielo. Tinìficono le riuelationi del Beato Gioachino Abbate del Monaslcrto Tlorenfi in Calabria,efieguono quelle d ’An/éltno Vejiouo di Marfico.
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La cccafione,ifigliuoli di Balaelfiguirannom .Incomincia ilprincipio de*maliJa hipocrifia abbonderĂ .
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I N CI P I V N T Defcriptiones Prophetamm
Aaielmi Epiicopi Mariïcani. X V I .
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E N V S ncquam vrfa catulos pafcens , & in quinque Romse fceptrum centurbantes i . noua? , & in xxxvj. annos mifcerè ambulabit primus finis fedta? habentis quinque filios, à figuris enim modus eft . Aerea quoque ciuitas barbaros z. item recipiet. Cum autem videris vrfam matron canum matrem canum miferabiliter luge in altitudine Cadi, vt à Deo confequaris auxilium. Multos decipies nequiffime fub aliena pelle im mutata enim vifum fallacem conuertis in terra abfcondens, & deceptionem in multis faciensX. deeftnoua:. 2. idem. H<xc reneUtio ¡tu in quilufdam Libris legitur.
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Enus 1. nequam vrfi catulos pafcens,a. in quinque Romana fceptra conturbat nouam, & in xxxvj. annis miferambula bit. Primus 3. filiusferæhabensquinqucfîlios, à figuris enim 4 . médius tibi c ft. Aerea autem ciuitas Barbaros in fe recipiet. Cum autem 5. videris vrfam matrem Canum miferabiliter 6. luge in altitudine C e li, 7. vt à Deo 8. confequaris auxilium. Multos decipis mifera , nequiffima fub aliena pelle vnita, 9. nam falcem conuertis iutra,abfcondis deceptionem, immunitas faciem, fie au tem bene manes,canes nutrís nouos,vt habeas ipfos in medio tem peftatum. Sed Chriftus manifeftabit cogitationes,ferpens autem oranes velpciter confumet,cum his, quos iadtas, ladlaberis penaliter,&
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te r, &manuscxpàndes> cum pedes perueftes, io.' fic abijcienste ipium extra te : fed Dominus hypocrifim tuam òftehdet 1 i. Qu d, enim mali faciesò tu habens faciem canis admixtam alieno mor fu? quid tu feris:? quid mundp aperis os tuum ad pufillos ? quomodo ero&abit cor tuum verbum bonum emirati? ^ \ 'ì _ . ■*'T * ; * i . Neque zelus,neque vt(a,&cc. i. in quinto Romam fceprri comurbaj&c. 3. finis fera habentisqumqueoculos 4. modus eft f. vidcri vrfa 6. lugebit. 7. additur pcte. 8. confequatur. 9, falc^m conucrteintra, ablconde decepdoncmjimmuta facieimficut bene manens 1 o. ficut abijciens te ipium extra. 1 1 . Quid mali facisjò tu9&c. -
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A GetterAttoriefid era i) l'Orfu chepafcei Cagmtolì, in cinque^ conturbanti i /cetiridi Roma 1. nona , &' in xxx-vi. anni mìferarnente caminara. i l primo fine dellafetta? che hit cinque figliuoli ,percioche dalle figure è il modo. La Citta Metallica am bora ricetterà 1 medefmamente i Barbari. Ma quando vederai l ’Orfa madre de\qani mifè~ rabilmentepiangi nell’altezza del Cielo , accio confegui l'agiato da D io . Molti inganneraifederati]'simofatto l ’altruipelleiperciothe cambiata voi gì ilfallace vedere in terra afondendo facendo inganno in molte cofe. L
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QV E ST A RI V E L A T I O NE in alcuni L ib ri, fi legge in que lla maniera^. '»
i Eneratione r .federata l’O rfichepafee i cagnuoli. z- in cinj V j T que conturba Roma noua i feetri, & in 36. anni mifero ca* minerai. Il primo 3. figliuolo della fiera, il quale ha cinque figli, percioche dalle figure è à te 4. mezzo •'Mà la Città Mettalica riceuerà in fe i Barbari • Mà quando 5. vederai l’Orfa madre de i •; Cani miferabilmente 6. piangi nell’altezza del Cielo 7. acciò da D io . 8. confegui agiuto •Molti inganni mifera,fcelerutifsima fot^ to l’altrui pelle vpita. Percioche tu. 9. volgi la falce dentro,afeondi l’inganno,muti la faccia; ma così ftai bene, nodrifei nuoui Ca; ni, acciò gli habbi in mezzp de’ mali tempi. Mà Chriilo manifè| Hard i penfieri ; & il Serpente velocemente confumerà tu tti, con fj quelli,quali latti, farai lattata penalmente, & allargherai le mani, S quando velgerai fofl’opra i piedi. 1o. così gettando te medefimo fuor di te . Mà Iddio dimoftrerà la tua hipocrefia . Percioche. i 11. qual male farai, ò tu che hai la faccia di cane mi ita co l morfo • altrui ? che cofa ferifei ? che apri al mondo la tua bocca à piccioli? i Come manderà fuori il tuo cuore la parola buona a Ila C itta-1. nè ( il zelo,nè l’Orfa, &c. 2. nel quinto del feetro conturba Rema, &c. 3. il fine della fiera,che hà cinque occhi. 4. modo. 5. vedràl’Orfa. 6. piangerà. 7. è aggiorno da alcuni Chiedi. 8. confegua. 9. vol gi la falce dentro,nafeondi l’inganno,muta la faccia,come ilando bene. 10. come gettando fuore te medefimo -11. che male fai, ò tù,&c.
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L e Decimefa r anno difipate nelJpargĂŹfnento difangue>
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Eeundus Alius 5 alia fera volans, SerpensadMeridiemi. vr~ ¿tus>inanus, & niger toius, priuatus lumine a Com is z . mamteftanstcmpus a.figuris litteralibus ,qui 3. fucccdit patcmo fini 4. exiftcnsSerpensmiier»& dcftruptio 5 . 0 c]ucmodo csefca. mifcrorum Coruorum , exiftens genusabhominabile eofutn 6 ab Oriente miferabiliter tiububeris te ipfum fimilcm ciuitatis lumen gentium dabis in tempore metus.
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1. iunffu^vel vinftus>nigm& niger,&c. a. manifeflatus, tempore >& figir ra luialibus5./»>ctduvt 4. Serpens niger,& defiruflor Vrfrt 5 .0 (¡u<e,vd quar to tfca mifemum Coruorum exifles 6. ab Oriente rniferabiiiter turbabis vH tutbabuntyteyi)mul duitium turn genhbut,v<tl tmrurn gentium dabisin tem pore mtjfit.
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44 T '&**nd9fig!ip> rodaitra Fiera nolante, Serpente, almenogiorno ì Tifo ■ affo.grande nero tutto prim to di lume da’ Conni ì . manifieli¿Sdp 'il formo dalle figure li'ièr:aifocfu,i! 3. Accede alfine paterm ^.efifè/tdo $er> pente mife ro , ¿r deTlruttione deii’Orfie 5.0 come fielef a dei mifieri,Cor* iiiffen d o abbomindbi 'e generatione loro <?. :D iliOriente trifèrabilmente fard i turbato 3 te mtdejìmofiomighante della Citta lume delle genti darai nel tempo dellapaura. . : v ». congiùnto.onerolegato al nero,tir nero,&c> 2. manifestato dal tempo,& figura locali gi-fucced on o 4. Serpente n e r o , & d ejìru tto r detlofia 5 . O qualei i m o g u a n ti efca faraide' miferi CoruiS. DìlTOrieniemiferabdmente turbatati ¿turbaranno te,& iiìfteme latita Città alle genti, òdella tua geme darai nel (e-
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a Peniten& a ten ir a i veĂ&#x;igi di Simon mago. i . La Toten&a,
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Vplum ternani,& eft auis crudfera, equus ( vel vt legitur in quibufdam libris eques ) comiger fie multimi velox ficut prompters,& lafciuus principium habens vnitatem,& finem 2. vnitati duplici vacationis prima? recurue figuta? numerorum extremu 3. in tempore ficut boni anni. Venit dies in qua tenebit medietatem curine figura? multum quidemmagnus Rex volucrum Solis. Ifte enim rccipiens principium a meridie, in quo explebit cornuto die mediante Stella Poli Vefpere,Sc punitus vt multum velox exifìens, & ad bellaprxparatus. O genus Bizantij babens 4. auditus vobisinclinatosi, ligna fine fru&ibus. O amice led 5. vltima fy llaba vulnus lucrabitur te in locis irriguis prsetcr fpcm cadens in te principium,& finis corui eft.
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X V I I I . 1 T L doppio ter%o^ & l’vccello, che porta, la Croce, il cauallo ( onerosoX msf i ln a^ uni fo r i, Caualliero ) cheporta le corna, così mol to veloce,come pronto/ Inferno^attendo principio P v n ìta ,& i l fine a ll’vn i ta doppia della 1 . vacanza prima della recurua figura de’ numeri fedire mo 3. nel tempo come del buon anno. Viene il giorno,nel quale tenera la meta della curua figura, molto certamente grande Re de g li vcce/li del So le . Perciocbe quello mettendo il principio dal m ezo giorno} nelquale em pirà n elgiorno cornuto mediante la Stella del Polo nella feray& punito co me effendo molto veloce,& preparato alleguerre^ b -renefattone di Bf{antioyche b a ig li 4. oditi a noi in clin ati, legni fe n za fru tti. 0 amico ma 5. ( vltim a fy llaba laferita guadagnerà te ne i luoghi acquofifuor diSperan za cadendo in tejlprincipio f i f i n e è del Coruo.
Le parole altramente dette inquefto Vaticinio fono dopo l'vltima Profeti* douc è quefio fegno t
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La Qonpupone,e lâ&#x20AC;&#x2122;errore i .pira vinato. i .pira incitato.
1
X I X . i T S te Collaterali? quartus ab Vrfa3carens gladijs3& homo moJ . uens inciiìonem rofe .* tamen 2. ficcabitur iicut rofa,& 3 .inddens rofamannis mòrtuus tribus3etenim litrera tertia3 & tertium elementum illud videt. Recipiens enim principium, vt inciderei florem,non mifetebitur tui3quamuis in principati! maneas. Vide enim irte incipit colligere rofam,ante ferens in hominibus, habcns 1 ftnem3in quo Retare multum fruftra. ' 1. Irte ab Vrfa careni,&c. 2. iìccabuntur $. incider rofam, cuius motus tertius,& eli; tenia Intera,& tertium elementum iìgriificat,manui falx,illain prima littera incidic rofam,miferum elementum illud > inde recipiens eum, non mifercbitur,&c. fi ■ •, ; . ’ hi;' i
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X I X,
: / ^ V Vejlo Collaterale quarto d a ll O rfic h e manca d i c o lte lli, i
che munti? ii taglio della roja : nondimeno 2 . f i ficcherà come rofat
uìSfcSi& .3 k rjf AP er tre Anni m >rtr, percìoche la terza le iteka>& i l terzo elemento quella cofa vede . Peroche riceuendo ilp rin cip io 1 accio tagliafp i l fìore^ on hauerh mtCericordia d ite 3a n co rflij nelprincip a i to . Vedi^imperochequello incom incia raccorre larojli^portando in n a n zi nè g li huom iniJoattendo i l fìne^nel quale allegrati molto in vano .
Mce,quella nella prima lettera taglia la rofa, quel mifero elemento , di lìrici •tèndo quella non batterà mifericordia,&c.
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i . Piattone a. della pou ertfobedĂŹen tia, caflitĂ , dePruttione della cupidigia sfrettata
di mangiare, & degli H ipocriti, legete in alcuni libri'fidamente la voce Piattone per titolo}& niente altro irta .
^ _________________ _
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X X.
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ide iterum alienum t . exiftentis u medium, falcem magnani 3. & rofam quam lert tertium ante duplicatura in primo elemento diuifa fnnt. Item coniunda falciferi quatuor meflìum fcriboerit, S. Principatusautemomnisquem confumpfifti cuna gladio in templis idolorum poftpaululum refufcitabis, très annos in mundo viues fenex valde in 4. infimum duabus tribulacionibus in medio corrueres. t. modum 2.. fupraentis & rofam manu ferentem tertium autem du.' plicatum primum elementum. Item comunità fore quatuor menfium » ter fcribo,& principatusante omnia,tempia Idolorum, poftpaululum refufeitabo,très ante très annos in vinum. Viues fenex valde praecipitaberis in infernum duabus tribulationibusin medio 4. infernum.
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Vedi
X X. E di vn'altra fiata l'a lm o u me^zo i . dì chi <?lafa lce grande 3 . & la rofa^ qualporta il terzo innanzi duplicato nelprim o Elemento fono d iu ifi. Medefmamente congiùnti del portator deUàfa lce di quattro m ietitureferino,farà S . M a ogni Principato3qual hai confumato co [col tello ne i tempi) de g l’ I dolifioppo poco refufeitaratore a m i net mondo v iiterai, vecchiograndemente 4 . nell’ìnfimo con dot tribulationi nel m ezzo
V
caderai. 1. modo 2. dì chi [opra è $. chi porta con Umano la rofa, m i ter^o duplicato il primo elemento . Medefmamente douer efier congionte le cofe di quattro me fite f e r i n o i l principato innanzi tre anni in vno. Viuerai vecchio molto,ha-, lai principato nell'inferno con dai tribulationi nel me^o 4. dell’inferno.
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T ¡aglio,/’H t fo c rifafarà in abomimtione.
i I Acca I •autem quìntum, & t. finis vrfos pafcens, figna mani-5
V
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locuin vnc{e adueniens folus m aniieiM
S ^ ^ « ^ = n i f t i d a l c i l i t a u m f i a e r r , %SolaS&b-; limaberis 4. à gloria, 8c mortuqS relmques potentifsime potenti as, ficut enim imbrem bene inuenies. 5. X. ante 1 . filii vrfs paCcentis figura j, & habens v i r t u t e r a difpenfat drca amicos 4 .ad gloriam im ortilo relinques 5.addane aliqui libri.Potennas.
X X I.
, . i n n a r i il quinto ». la fig u ra d el fig liu olo deìl'Or.fa,pascente do la v irtù difpenfa circa g l i am ici 4- alla g l o r i a i a l morto la fa a ra t g a g g io gono alcuni lib r i - L a p o te n te .
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' i .Occißone,ifigliuoli 2. di Balael fediranno. i . L'occafime 2. di Balac.
f 1 *
X X I I .
Lia Vrfa i.pafcens Catulos, & in omnibus i.Præterquam in vmbra 3 •tantum fcripta fimilis natura templorum. Natiuitasobortiuapréfigurât. Invltimaenimfcribunturvltimçf i * folarcs, ante 4. retroque corona? maniieftantes diuifionem totius 5. penitenti*. A
I. 3. 4. f.
addunt>fecunda»velfecundo 1. addunt illahabent,tantum natura temporum.natiuitas abordua. Vtriufque coronis manifellantur diuiiiones. potenti?.
X X I I .
V
X ’altra Orf a 1. pafiente i C agm oli>& in tutte le cofe i.fu o r .c h e ^ nell’ombra 3 .filam en te firitta fintile natura de’ tempij . L a na tività abbortiua innanzifig u ra . Pernoche nell’ultim afono fir it t e l’v ía me fu b fila ri 4. innanzi, & in dietro le corone m anifeiianti la diuifionc-t di tutta 5. la penitenza. x . appongono. S econ diò la feconda fa ta t. aggiùngono quella 3. flcu n i
libri hanno : Solamente la natura de i tempi,la latin ità abbortiua. Pernochen effe. 4. con tutti dot le corone manifeftando le diuiftoni 3, La potenza.
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ifjiviniii'ftrinniUnnini
i. L a P o d eilà ,i A lon afterij ritorneranno a l luogo de i S a p o ri. i. H an n oalcu n i.ilpingue >(g? non altro p er Hitolo.
y». X X I I I .
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Eu hcu mifera Ciuitas fubftinens dolores,& pafTiones. Ciuicas enim miferabile ve appareat lumen mox tenebit arma paruum tempus. Candes erunt in tc,& effufio fanguinum . Vnde vnum incipientes non deficient in quinqué Principatus à Monar chia tua. Dracones oua confringent. Qua? comederunt v teibum fruftatim laniabunt membra z. fua non c^fa,& ad pugnam 3. inteftinam excitata, 4. innumerabilem multitudinem cedent gla dio ad militaría fex feptem numerata,& omnis 5. Ciuitas multipli : cabitur fornicationi,& cedet maculatus,adulteivraptor,& iniuftus Sodomita 6. videbit vltimum lumen ante 7. oculos 8- M. eius. •. • ' T; • 7'-X'irìcW ' , -7 : X X I I I . V a ttu a i Citta, mifera , chefaoslenni dolori, affanni, & pafasìoni. y f Percieche la Citta accio apparifaa il compafaioneuole lume da^> qui poco tenir a l’arm ipicciol tem po . . Occifaonifaranno in te,& fapargu mento de /a n g u i . L a onde vnincominciando non mancheranno in cin que principati della tua M onarchia . I Draconi [p red eran n o 1’vona.j. £>uali hanno mangiati come cibo , à p e d ° a ped ° stradar anno i membri i.faioin on ta g lia tià p u g n a 3. intestina eccitati 4, innumerabìlmolti tudine tagliar anno con la fapada a migliara fe i [ette numerati 5. ¿r ogni D itta fa r à multipiìcata alla fornicationc^e cederà il macchiato fa adultero, ilrapìtore,l’ingiuflo,ilSodom ita 6 , v ed ràl’vltimolum e innanzi 7 .g li oc chi 8. M . di quello. 1
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tèqueflofegno.§.
Le parole altramente dette in queflo Vaticinio [uno dopo l’vltima Prafetia,do
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L a buena g ra tia la Simonìa cejjèrà ,
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Vlpinam figUraftì amicitiàm i. paticntef fenfum refrenansi, lìcut multimi fenex , & 2. carnuti habens fenfum 3. venien te! autem dupliciter 4. voìuptates, & fpeties 5. volu'ptatem dim}, fifticonfringendasad inuicem, & in effiifionem vallis fanguinum effundendas. Tu prò vigoria expandiftimanus 6. Bene,gloriose brauium accepifti in fine Sceptri. 1 . patientem fenfum refrenas 2. canos: fenfus 3. vcniens 4. volitiones {• voluntatetn ve! voluntarie 6 , bene gratiòfus.
X X I V .
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it figurato l ’amicitìa Volpina 1 .patte»temente raffrenando ilJèn~ fb,come molto vecchio , ¿ r 2. c'ha i l JènJo canuto,ma 3. li piaceri 4. cììc veniuano doppiam ente^ fette fia te 5. il piacere hai InficiatofiprCXt \ a r fil ’v n o l’a ltrojfa nel fpargimento della valle de i [anguifpargerfi.T » per la vittoria hai dirlefiè le mani 6. Bene, e gloriofiamente hai ricemtto i l pallio n elfin e del Scettro.
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. \ \] , ' fif ■ . '-— vu,/ pi r. 1 1 . rafreni iifenfo pallente t .i fenfi canuti 3. lì voleri 4. che viene 5.il voltre,onero volontariamente 6 •Ben gratiofo.
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i L a cP odeßa p ir a ‘im ita. La ^PodeftàjÇtf ••unitafaràfminuita. Li
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Eh tibi ciuitas feptem 'collis quando i . K. littcra i . laudabitur in minibus tuis. Tunc aprobinquabit cafus, deftru-i d io tuoruin potentum, & 3. iudicantium iniuftitiatn . Qui habet digitosiuostalcatos,quieftfalx dcfertitudinis 4. & in altifsimo blafphemauit Q^V.R.G Et in C.V.YÌatios.Citopam ca?dis fangui n is. Iohannes bona gratia, Conftantinos pauper, Videas tu, qui • ¿inda confiderai,&fanda fctsiup.er hutnerum,ne puluis tuus fiat; n obbrobrio,& 5. barba profuda iuftc incjdet,& maxime vitupcrabe rrs 6. ipfe coniìliarius in morte Pontificisjcuitis nomen 7. Io. Obi. •
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I. K. 2. comminabitur $. vindicantium iuftitiam 4<in altiffimisblaiphemabutmque. m. C.b. p. t. X. i. m Kb. vbi ifaftios fincopam cadit 5. in bar ba 5. Itéjn 7. Ca. Bo, & edam Io. ob. aut io. ob.
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C iw a te C ittà dì fe tte collfqnanào U lettera r . K , 2 ,ftr a lauda ta nelle tue muraglie . All"bora s'auìcinerà la caduta. & deftrutttm ede' tuoi p oten ti, 3. & giudicanti TìngtuJHtia. C h i ha i/noi diti a quifa difalce,chi èfa lce >dell'abbandonare, & 4, n ell’a ltifim o ha bettetniato. .R .G . E tìn C .V ,. yfatios Citopam dell'occifone del(angue. / Gionanni buona gratta, Conttantino pouero. Vedi turche confederi lecofe
' fin te y& leporti /òpra lefpalle, che la tua poluertnonfi'ain obbrobrio , & 5. la barba profonda guittamente tagliare 5 & grandementefarai vitupe rato 6. tu Configlìero nella morte del Pontefice^ il cut nome 7 , Io, obi. 1. K . i . minacciarà 3. ^indicanti la giufìitia negli altijjimìbiaflemeranno que. m. c .b . p.t. X.ì. m. Kb.. Come Ifachiosla ftneopatanlia f , nella b a rb a i: tnedefimamente 7*Ca. So. & anco lo . vb. onero io»ob•
X X V I.
La buona i . oratione il thefiro a peneri 2. iifpenfera, i . operatione i .faradtjpenĂ&#x;ito.
X X
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I.
T eleuab'tur r. vn&usqui habet pronomen i . Monachi petra h tbicans 3. extra venit mihi aliena; luétus relinquens3 & vi eta n agreftem 4 vu<£,mortuus}& gemebundus congregans bona diifipansomne 5. premium iniquitatis, 6. qui totus iuftifìcatus, quando Stella apparebit nigra,tunc firis nudus 7. Item 8, valde in interiora terne. s.,1' 1 1. vircus 2. Monachini,& nomea per litteram P. 3. eiaveniunt mihi alic ni lu&us 4. viue innocens 3. brauiuin <L & iniuftificatum 7. herum 8.vade. E
X X V I .
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T pira eie Ato 1.l ‘vnto,che hallpronom idel 2.. Monacho habitando U pietra 3 .diffiora è venato k m ? aliena laßtando i pianti, ¿r il vinere agretti dell'vna 4. mattonegemendo congregandobeniy difì¡panda 0gni 3. premio d’iniquità 6. qual tutto giustificato quando la Stella aparìra nera, all'horafa ra i nudo 7. medefimamente 8. molto negl’interiori del la terra.
E
1. La virtù 2 . Monachum , & il nome per la littera P . 3. borsù vengono 4 me i pianti altrui 4. vini innocente 5. il pallio 6 . ingiuftificaio7. vn'altra volta 8. và.
1 V A T I -
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V A T I C I N I O X
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i. B u en a intentione>la eban td abonderd. i. X lcum hannoJolam ente. L a buona intenttone.
67 X X V I
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Ortuus. i . & nume oblitur afpetìus norunt inulti, quamuis nullus z. iftum videat a Deitate 3 . ìnanifeftatus exinfpcrato feeptra tenebit iuftus imperi; 4 Simul ,n. mariifeihtus in celo prccoinuiiìbiJis ter clamabit maximè.Ite cu fcftinantia ad occiden té fepté collis, inuenietis virum habitatorem amicum rneurn, ['erte iftumin Regias Sedes caluum,munfuetum,miteni, alta: mentis, aqitif^imum ad videndum futura precipue 5. In te habebis ièptem collis imperi um, M
, * Qui ih t Yin&us ante eum mundanum ftaram calligaudum>& dolendrnneiTc eo incarcerato denuntiat. plangit,quali mortuus,non videtur>&: obli 9 9 aipe^aseiusi&c.a.iuftum 3. addimi,& Oriente 4 .Stilus c.itemhabebic,.
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Morto
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X X V I I.
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oría \ .& hora finenticato afpetto,conofcono molti,aniórche nitrn 2. cosini vei a dalla Deità 3 . manifeltato ftiord i fpéranza-tenira 1fiettri di questo Imperio. Percioche 4 . parimente manifeíiato in lo il precone in u’f ib ik tre fiate grandemente gridara . Andate con prestez,z>.\ all'occidente della Città de i fette colli¡trotterete vnhuomo hab ¿ta tare amico mio,portate questo nelle Regali Sedie¡calao, manfueto,piaceuo~ le,di alta mente, acutiI(simo principalmente à vedere le cofefatare j . In tè batterai l'Imperio della Città de ifette colli. x. Chi flà legato innanzi lui dinontia il flato mondati? doticifi oscurare dolere efiendo lui incarcerato . Piange qua fi morto,nonft1reìe,& è fmenticàtó il ¡ho appetto, & c. 2. il giufio 3. alcuni aggiùngono, (¿dall'Oriente^ di Stilo 'f. medeftmamente batterà.
V A T I-
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Cce r. item homo «de primo genere abfcondito intrans primum fingularis in numerofosannos. Nude venitelepetra tcnebrof ij i . vtfecundam fplendentemincipiatvitam. Imago fecundæ vit? verifsima tantum folidè folidusduplicatorumannorfi introibit mortuuspetram 3. ï . Ecce homo ifle de primo genere olim abfconditus , perintrantes ( in» trans) numeriannos nudusvenitde terra, &c. 2.fecundam iplendentera in cipit vitain addunt aliqui tribus annis ampliuspmiofum iub(tinuit,tamé feJix in qua ifte natus fu it} qui tantum à Domino fublimabitur grada > Se virtute.
71 X X V I I I . cco i . fimilmente Ìhuomo delprimo genere nafiofto 3 entrando pri mieramente Ringoiane negli anni ntimerofi. Nudamente è venuto dalla pietra tenebrofa 2. acciò incominci la fecondaJplendente v ita . Imagine verifsima della feconda vita tanto fidam ente fid o de gli anni dupli cati entrarli la pietra 3. 1
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1. Ecco quello buomo della prima generaiione per il paffuto nafcoHo,pergl‘intranti ( alcuni banno>cbe entra ) anni del numero,nudo,vtenedalla terra, Gfc. a. altro comincia la feconda vita fplendentem j . aggiùngono alcuni. Cioè per tre anni di più foftenirà il petrofo : nondimenofelice colei,che nella quale egli èrta* to,qual tanto dal Signore fard fubllmato di gratta, ($ virtù.
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I i.Buona, occafon e de cofe’f ie r e de flu en ti cejfaranno. i. B ertitolo in alcuni efidam ente B ona occafone o occìfione.
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Ccipe i. cidatim mundana tìbi commiiTam,&fuperinducre nouis veftimentis icncx fenili, faccrdos Dei magne, ne pigwtefitjfedrecipiat : potentifsimè penfa de fine,&ad bonum dirige lceptrigeram,alia quidem non tnouens. Tempus enim defuper | ìftud 2. recepirti, folum tribus autoris 3. circumdati anni,&4.vn-. 1 denano ftellarum completum : Vni tandem fini facratum, quod admirarisj reliquifti,pJaudèpia caftialtercationcm/equerc <. voéationeimad pnnfentem gloriam <5. bene venirti. Dixitautem pria dipqs. Bene compie vniuerfam culturara; & habitationescdcftes ambula^. Cdcfteenmaineft principium,& finis. A
X X I X. l i
! V-'T“.; Rendi 1. lapidari monda a te emmef a , '& v e k ti ’ f i firn f i moni vestimenti vecchio difienfirnento, Sacerdote grande di D io , non sii ' ricf potcntifsimamente^enfa delfine, & d bene derida l L portatrice del Scetro, altre coficertOmn temendo . Ecrcioche di Copra 2.. hai riceuuto quefto tempofilo con tre auroregli anni 3.. circondati *& A con Ivndenano delle Stelle compiuto,finalmente advn fine/aeratoIdìo di che fai marauigha hai lafiiatoplaadame.meM placato Valtercatione, figui 5. la ¡mattone allapreferite gloria 6. benefei ¡tenuto. Ma a iprinci P% df \ Be* fi» Ìfa t» tta UcultHrAi & camma lecelesti habitationi 7 Percioche nelcelefte e ilp rin cip io ^ tifin e. 7’
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J U ^ lf c Otramente dette iti quefto Vaticiniofono donno IVItima Profetiajdoue è quefto fegno. * ÌP
VATI-
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V A T I C I N I O uni
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. L a K w eren T a,e deuotiones'aum entava. i . p er titolo. Buona â&#x20AC;&#x2DC;vita.
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Óñam vitam inuènifti ab n i gìonatioue, à virtutem autero aeccpiftiplufquam a fortuna ¿jcd nequáquam viituoiam lucra bais gratiam i.inuidìa cni;n contingènt indicia tibi noccnria , non priuaberisà forte defuper. Ve ciuitas fanguinum vniuerfa j mendacij dilaceratione piena,non recedei à te rapina,vox flabelli. I vox Ímpetus rota>,& equi i. Ifementis, 1 ° r Cor-3. fèrf détur.eii & feptem tempora ^mutenturfuper eum. Cor eius ab'abominatione (: vel habitatióne ) 5. immutetur. *]' r '\ Inuidia ertiti» cóiitingeòs indicia tibi nocentia inducet, vt priueris à fo-
I le defuper. Vel ¿rundía cnim contingentes iudicia tibi reccntia,non ptiuabe-
rò ä forte defuper 2. feruends ?. fefreum a. mutabùntur r: rfcrómhrahmir,
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tu
i . Perciocbe per l'inuiài,a ti accaderanno giudici] nocentino» fàraipriuato dalla fòrte dì [òpra,. Gitili Città de i [angui tutta piena del stracciti della buggia,no»[ partirà d i te la rapiñada voce delflagelloy la voce dell'impeto della, ruotale del cauallo z.frem ente. lic o r 3. difiera f a dato à lui,& fette tempi 4 .fian mutati[opra luì. l i cor di qnello dell’abominaiione ( ò babìtatione) 5. fia cambiato I . Perciocbe accadendotil'inuidiaindurrà etgiudicifàte noceneì,acciò sifprì uato dal Sole dì [opra, Onero,perciocbegl'imidioft che accadano giudtctj frefebi à te non fard prillato dalla forte difopra^u fem n tt 3. diferro 4. faranno muta ti fard cambiato«
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^[ßhom oz. ghelur 3c staferttn mendeK eti d u r, K u ru l aimai alur3Kap\etler3iediya eg) G'uurr A elect osiKm aßey on ÌKiyUdegh onlarun begh ligeder enfi ia par ba•?• 1 . ey)bab fai high lar,og/uKezi olur ; on iKtylden fir a Htìfcìanan Kelect oftÄ ar3oì T u r K i gherefsirte tusKurc.
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Mperator nofter vcniet, Ethnici Principi? Regimiti capiet,rubru quoque pomum-capiet, in iuampoteftatem rediget : quòd fi iti feptimum vfiq; annum Chriftianorum gladius non iniurrexit5vfq; ad duodccirnum annum eis dominabitund’omqs fdificabit,vineas planrabit3hortos fepibus emumet» libero? procreabit, polì: duode cimi! annum,ex quo ruhrum pomumin iliuspoteftatem redatìuni fucri^apparebit Chriftianorum gladiu?,qui Turcam quaqua vcrdum ia fugam aget. - , f
O R A C O L O TVRCIIF. SCO di gran confideratione. !•"■ / ?■l
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’im perator m itro venir** prenderà, il Regno f y n Prencipe Gentile, a.ncoraprenderà v n pomo rojfo, lo ridurrà m fico potere; ch e f i wjìria l [òttimo anno non s e leupio lafpada de ch riftia n ifiria l duodecimo m no glìfìgm reggcrà j edificherà c e fi, pianterà vignefortificherà gli è r ti t Con lefiepi,genererà figliuoli doppo’l duodecimo am o, chefarà stato ridotto tnfiio potere i l pomo ro(fi,apparirà lafpada de i C hrifiiani,cheptitutti legarti caccierà in fuga il T un o.
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t r. Supplìcmm tertuim Aids crucìfera <q,m corviger prìncipium &c. i . vocatioms •vmusrecunhtfìgur* rmmerorum extrcmn * f i j f i„ tempo re boni mm'vemctdies., i# atta te^ehi* } * , » , , d yir& . . . ~ lcura# i _____ /. e multimi,
™ ^ w s- 0 4 m R e w o lm m . Solus e»int refipiensp in c m u m jn sdìa f / £ S Ì ? ! c°r™ ty *ed iM te Stella, Polì v efip eri^ propterea multum rvclox exisicm ad bello p.tratus 4. adititi y fjlla b a L c r d itu r te in lo ch ir i rigm s^proptcrfpem ^ f i m e ormi est.
X V I I I . le corn u i i Ì 01^ Yvccdì-h che Porta & cl'0cc il cauallo con ì i S ^ d! il principio,&c. 2•della voquioned’vna recurua figura vltmra de * numeri 3. come nel tempo del buon anno venna il giorno il quale temra immediatamente molte della rccunn figura,ma certo.grhn' Rè d’vecelli.Percioche folo riccuendoll prin lo nell?T Z° 8IOrn° em,plrà nd cornuto mediate la Stella defpo e p e « '0 molto veloce eflendo alle guerre preparato
X X I I I .
§1.
Heu wìfirafiistinens pAfsionesfiitiitas miferdìlìs, vt appartai lu men mox tenebit circappruum tempusfides . In te omnino e ilìo f a m i I w h u t Ì n t Z mC¥eT
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^ CÌM%
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fi , '» m W f i mxrètlem S.implicitmfornicatine & cade maculatta 6. videbfint j . octilbseìns 8. m ltris ' ^
§ i.G u ai
So X X I I I. $ ! . Guai mifera,che foftienni pafsioni,Città miferabile acciò apparifca, il lume da quiàpo'co lenirà circa picelo).tempo ledendo. Jn te affatto fpargimento di fangue. La onde i denari incomin ciando non manchino 5 & cinque principati dalla tua Monarchia fpezzaranno il Dracone, quale ammazzato dal giglio a pezzo a pezzo, &c. i •di quello 3. gl’inteftini 4. mirabile ?• 1 intricato di fornicatione,macchiato di ammazzamenti 6> vederanno 7* g oc chi di quello 8 . della madre. X X I I I . * 1 . Incipit Re faice)( Del) Recipe donumf e p ig riterisp n ex,fed recipias potentifiimè,penfe>de fine^ & c . z. redimisti 3. circnndatur 4. vno denti n o Bellas com pietene fib i facram entum tfuod amittes, admirattoner eupis felicita sti placide,piantasti altereattonem (v e l) pianta nunt habitatio nem <;. vocantem 6. benefinistidicm in principi) s >bonofine compii vniuerfiam treatwarn$ ambulationes^&c. 7. C odefie enim in te pnneipium bonorum^non metuensfinem. E t a!fi In te enim principiam i & c .
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D I P A S Q V A L I N O R E G IS E L M O Sopra le Profetie di G iachino, & Anièlm o. , Orificiatomi de gli eifemplari fcritti d mano icmprcfon ftato di quello parere,che quelli V aticinij fi ano del folo GiachinOj& che non -fZ s iU^cmpiano con ordine continuato, come jgsjsi vogliono alcuni, hora noi lo dimoltreremo in alquanti di quelli Vaticinij. Ma incornili ciamod trattare quellojche ci fi rapprefenta. _ Vn certo libro di raccolte diuerfe di mano di omemco M orefiniquale circa 1 anno 1454. viueuajattribuifcc quelli d Rabano- Sono portati intorno da’ Greci modernilotto il nome di Leone V. il fapiente già Imperatore Conllantinopolita«o, hauendo finta vna gratiola fauoletta, efferui ancora in Conantmopolijdiconojvmi certa colonna> nella quale vi fiano tutte quelle
Annotationi quelle predittioni fcolpite, con i’imagini però-che non fono afflit to nella mcdefioia guiiaima in parte alterare,& che riferifcono cer ti fuccefsi à venire ili verfi ¡ambici ( fe piace à Dio ) efprefsi : Ho vfatodiligenza grande in dimandare ;ìd huomini di valore, & di aurtarità,°che fono dimorati in Conflantinopoli, quali di ciò non folo leniranno prefo fcherzo : ma anco hanno confermato non effer cofa alcuna,ne nell’Hippodromo,nè in altro luogo. Ancorché fi veda vna colonna di bronzo molto artiiiciofamentc fabiicata di tre ferpenti infieme inuolti,che nella parte di fopra porgono all’infu orficap i. Della quale fece mentione Pietro Gillio Francefe, diligentiisimo fcrittore, nefla fua defcr’ittione di dia Citta nel fe condo llb. al cap. 13. Noi lafciarcmo il fuo giudici©-a ciafcuno dicendo conftantemente quelli,& quelli efferc di Gioachino, & vanamente fognarli coloro,che hanno altra opinione, fiano huomini Greci, fiano La tini. V A T I C I N I O I. Abbiamo cauato quella figura da vno molto antico elfemplare fcritto à mano,laquale fe ben è differente della Stam pa di Gennariia,noi l’habbiamo mutata riipetto 1 antichità,& tan to p iù, quanto che il fcritto à mano era correttifsimo.nclrimagini, & ne i Vaticinij, . 1' "
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VATICINIO
IV .
Vi habbiamo rapprefentato l’arbore fpinofo da vna figura fatta d’opra diMufaico d’oro nella ricca Chiefa di S.Marco di Venetia,il dièci hàinoltrato vnogétirhuomo d’aùttorita in vn fuo libricciolo . Flora mi riferbcrò in fegreto le caufe, che potrei addurre, perche & quella, & molte altre imagini non fi vedono, che non folo rendeuano teftimonianza della celelle, &diuina fa cilità del predire dell’Abbate Gioachino: ma anco dauanochiarifsimi O
N e ’ V aticinij.
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R riisimi legni de gli accidenti di molte cofcfutore. In altro tempo rj C1^ara dato Juogo da difcorerre in quefta materia. V A T I C I N I O VII.
I
N quelli Vatieinij lordine del quarto iìn’al fettimo ègranderr.éc.e cP.n(i l“ °^n tutt^ cflcmplari,noi habbiamo feguito più vo lentieri 1ferirti à mano , che i ftampati. In vero è degno di fcherno,chivaiognandod igalli,& d occhc. Perciochevn’dlemplarc vaghiflimamentedipinto già quali trecent'anni ha /coperto quefta verita,& 1 ha palefemente maniicftata. Nel quale corrifpondono «nedefimamente le figure di Mófaico del ibpranominati nobiliflimo Tempio, degno di lede maggiore, che la teftimonianza, deicrittione,& pittura di qual fi voglia perfona. Il Signor Paolo del la Scala, mentre da adofto ad vn certo heretico, con ragione lo ri prende come falloMago.Percioche il Dragone qui lignifica qual df ll? Ch!cù] & la Colomba,che porta il ramo del lohua,che altro diro io,che dimoftn, fe non la Chiefa, qual <*ode per grana di Dio la pace , & che fprezza léminaccie di ciafcu? eipnme Ur ì k tCmC’ DÌCC eii° • Paolo,che quefta Hnagme fi Benedetto X I.dottifsimo huomo di % Sim tita marauigliofa. Certo non era conucnientc, che veruno fe non eccedente per Santità iprezzafie il Dragone, cioè le pe " cutionf & conferuaife la pace della Chiefa* 1 ntcutioni, VATICINIO
IX .
F 'hnìSv* 1 librri vr?'A<JÌuila iòpm Ic chiaui,& vna Colomba,noi poito^rr V ? ieSu; to PueJ 1n°ftro,che dipingevo Coruo,quarè n f c h e S l T JC K1 kk -5qUÌ h ChC V0§ liS * * polirà daicu>che co 1gracchiare habbia voluto por lotto i piedi la Chic-A c * o t S £ ? ondiTeno"onè Sarnhm , ’ , f ° r C !C & empiamente ferito . colich e „ „ t ir ° ' hu0T ' dom ,& cun<!(! 'hueftigatori di quefte .elle quelle pitture,che veramente, & in propria forma nitriL
feono
84
Annotationi-
fcono hucmìni in quelli Vaticinij, ò quelle, che più a huomo saffoiiiiglianp,riferifcono i Pontefici,& altre, che da ciò s'allontanano,dcuono eifer ridotte à quelle fig.nificationi,che fuori di efsiPó tcfici fi truouano. La onde fimile confideratione preucrfamcnte in tela, non pur hà condotto in m ilk errori l’heretico, e sfacciato Magoriprefo dal Signore dalla Scala: ma mólti fi fono intricati iti labirinti incftricabili,hauendo applicato quelle cofeà vane inuen tieni,c leggieri imaginationi della loro fciocchezza. . V A T I C I N I O X V. Abbiamo detto nella prefatione alcuni tener per fermòCoti H grandi,& probabili congietturc quelli Vaticinij eifer palla* ti,& adempiti,& altri ottimamente difendere,che s’aggirano fimi li ad vna ruota ; mà noi fi pervadiamo,talmente non attaccarli,& congiongerfi infierne quelle cofe,che vnitamente corrano, ne così volgerli intorno,che aniuandofì all’vltimo li ritorni al primo} mi hauere i fuoi riufeimenti per i nterna Ili,& dfftanze de’ tempi,& fòlaméteadépirfi,& mouerfi per gradifsime dimollrationi, & effetti d’íprefc/cfiíccdfiimportati. Noi ancorché nófiamojp addurrei« publico dimollrationi tnathematiec di quello nollro parere;nodi meno fappiamo ficuramentc,che tal forte d’arte di predire imparò l’Abbate in Griete, & ne’ numeri addottrinato,& co fidato quello minútamete ricercò,che dopòofcuraméte inuolfe ne’fuoi ragiona mcti,& fi g ifre.Ha uerefsimo potuto medefimamentcnei Vaticinij poilidifopra efporrealcunecofc,chcfarebbonofiate appartenéu alle lettere numerali,& alle figure'.de'numeri:mà il prelente luogo ciè parfo più atto,nel quale noi doucfsimo dar fegno di quella opi nionc. Nò prenda marauigba alcuno,fe alla breifica s’appigliarfrno, nè diremo, quanto dell’arte tutta potrebbe trattarli - Sappi;1 ciaiam ojche hora ci baila toccarla fojamente. E la natione Ori' entale ( per entrare finalmente nel propofito ) molto data à i Vati cinijdù lamigliarifsimoá quella per li fuoi lunghi,& faticofi viag gi l’Abbate Gioachino, & principalmenteà Greci per la lingua , della quale egli era ireftrutto,effpntío nato nella magna Grecia (al prelente detta Calabria^) nella quale ancora s’odono rifuonare k Greche
N e ’ V a tic in i].
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Greche parole. E dunque à quefti molto domeftico,& ordinario* coftume dal principio,& fíne de’ loro penficri>& imaginationi fabricariì la lirada per il mezo de’ numeri al conolcere le future riufcite. Segui in maniera limile l'Abbate quefti,metre á lungo traile 1 5 * ligure per lo fpatio corrente di quindeci numeri. Laonde ( come confefta ogn’vno apertamente ) hauendo dato principio nell anno 1177. per tramczamenti, & interualli con ordine inter rotto,& non continuato vidc,& predicendo portò inatiti con mol tiplicato raddoppiamento del numero per quindeci fiate le llgnificatión; loro, & in lìmi! guifa da i numeri dal primo impare Imo all vltimoimpare, fottrahcndo vna vnità,in le riuolti, conchiufc il numero di duccnto vinticinque anni¿ nei quali preuide quanti, & quanto importanti accidenti fufièro per foprauenire alla Chiefa di Dio fino al line del Pontif. d’Aleflhndro V I. Potrebbono i cótéplatori delle cofc fublimi,& piùalte fcoprire miftcrij maggiori, & tanto più,quanto che quefti hanno conuenienza grande con le Se c ó l e de gli Hebrei,oueto Intclligcnze,che reggono l’vniucrfo, delle quali fece mencione Giouanni Tritthemio Abbate, hauédone fcritto vii libro particolare : tra quello mezo pallando con filen tío do che nascondano i più occulti, & più fecreti fapicnti degli He urei con 1 fuoiZiruphim . Certo con quello indicio nollro qualunqueauucdùto,& dotato di acutezza d’ingegno,cauerà dal1 hiftoria la verità di quello Vaticinio, & con facilità più pronta intende li precedenti, per potere conofcere, & abbattere la balor daggi cn e ,& here fía di quel falfo Mago, cétra il quale ferine il Si gnore dalla Scala, & per potere più chiaramente ordinare, & più commodamente dichiarare ifullequenti. V A T I C I N I O XVI. r \ E i Vaticini,che feguontì,diedi elfere autore vn certo Anfelf r f v m° V, C? U,°,d,1 M;ufico^ o i gli attribuimo à Gioachino,altri vogliono,che fi debbano riferire a Rabano, per me Sabbiali ogn o, - tengali caro, &grato il fuo parere, pur che lì congiongano inficine con quei di fopra, Per ordine de’ quali noi giudichiamo L 2. chiù-
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A n n o ta tio n i
chiuderli ilmedcfimo numero de anni, con il quale fono flati circonferirti i paffati,& cosiffatte le medeiìme fupputationi,allungar fi fino nell anno 172,7. La fignificationc del quale numero ciplicaremo in parta nel fine di quelle Annotationi , mentre anderemo rintracciando il riufcimcnto de vn’Oracolo Turehefeo, ouero Ara bicojdella Signoria de gli Ottomani. Ma gli amatori della curio* fità riierifcanoquefto à Giulio II. percioche qui non è da riponlifi Pio I I I . che alcuni pochi giorni fidamente foprauiffe nel Pontifi cato, & fimilmcnte fiano auuertiti f ilche fi è detto anco nella prefattione) non efier comprcfi in quelli Vaticini; ( cicalino gli altri, quanto vogliono ) ne i Pontefici di corta vita,ne i Pontificati priui di fucceifid’accidenti graui. Di quello medefimamente voglio auuertirli,che Giulio Secondo fu eletto, 8c publicato Pontefice da duoi Cardinali V enetiani Domenico Grimani,& Marco Cornaro, che all hora erano Prefidenti del Conclaue,& dal canto loro haue uano la maggior parte de i voti. V A T I C I N I O XVII. Ra il numero di molti elfemplari ferirti à pena ci è flato por tato yn’antichiifimo, & picciol libro, nel quale fono diffegnate folo dicci imagini di gran lunga da tutte l’altre, & Stampa te,& fcritte à penna differenti,& nelle fopraferittioni, & nel difleg n o . Ma quello, che è parfo degno di confidcratione, fono in lui alcune lettere Maiufcole fole,& l’imagine di quello Vaticinio è la prima,che nella maniera, che qui la deformeremo in parole, è di pinta .E nel mezo il Pontefice con ambedue le mani innanzi al pet to,l vna,dall altra alquanto dillanti, & coperte fotto il manto, of fendo la delira vn poco più folleuata, al canto deliro vi ila vn Rè inginochiato,con l’vna,& l’altra mano tenendo vn llendardo, nel quale fi feorge noue gigli, quattro nella parte di fopra, & cinque nella parte di fotto,dal finiliro lato e vn ferpetearmato di fcaglie, & all insti dritto con la bocca aperta è combatuto da vn coruo,che con tutto il fuo sforzo volando fi cala all’ingiù,& tra il capo,& bu ilo del Pontefice fi feorgono quelle lettere S. M.T. fopra il capo queT
N e Vaticini).
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qaeftc parole • Sarà coronato in V. & nel fine della infcrittione,à Vaticinio. Morirà in P. Confìderino i curiofi ciò che lignifichino. In vn’altro volume proponemmo quelli dieci Vaticini; co ¿imagi-' ni» & publicarcnio il noftro parere di effe, & habhiamo credenza,, & lpeianziché debbano ellere di piacere, & delettatione à cialcu n o . Percioche,fe non vi li colhprendcrà (celta di belle parole, aln}£no.fi conofcerà diligenza, & fi trouaranno molte cole da chiarilumi huomini conchiufirpèr il mezo de’ numeri, & delle lettere numerali da pochi/fimi intcfe, & fiora primieramente darnoi ( per quanto ci è fin fiora peruenuto à notitia prodotte in lu ce. VATICINIO
X IX .
N
On so,chc antichilfimo effemplare habbia veduto il Sig.Pao lo dalla Scala,& ciò, che habbia finto quel (allo mentitore M ago, & habbia hereticamente imaginato per bruttare la Saeroianta Sede Pontificale della Chiedi Romana : io sò quello molto bene,che quel mio fcritto à mano,già trecento anni ( per quanto fi può vedere in lui,pcr vn ricordo fattogli dentro dal luo delittore ) ricopiato,in tutti i luoghi, ne i quali ii vede vn’imaginc alcuna ne 1 vulgati in habito Monacale,ha imagine de ¿Pontefici,& noi(ancorche altro hauefsimo deliberato; habbiamo canato quella da lu i. fuor che il capo del Rè,che in quello, non da corona,ma da capello vien coperto. Et accioche pofsiamo conofcere la fallita deli heretico,& nprobare le fue aftutifsime,& diaboliche fintioni aggiongeremo il fignificato della falce, che niun altra cofa chinoltra,che qualche nuoua maligna frode polla all’ordine per far an dare iuttoiqpra la.Chiefiu Odano i veri figliuoli della Chiefa, & prendano riguardose s’adatta al Settimo Clemente, & di ciò che 11 Ke,& la mano,che taglia con la falce,diano iegno. VATICINIO
^
XXI.
Si grande la diuerfitàdi quella imagine in tutti i libri,che hab DJamo vcdutl che,fuorché quelnoilro, portiamo fcrmifisima opi-
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A n n o ta tio n i
opinione,efferui errore in tutti. Et nel noftro il Pontefice,clic tie ne con le mani vn libro appoggiato al petto, & dall’vno,& l’altro fianco fono i capi coperti di capelli accioche i curiofi inueftigatori di fimilcofo feoprano, con che poffano cffercitarel’ingegno,& render polita l'acutezza della mente, foggiongeremo l’inlcrittioncjchc tale in quello fi legge. E detto al coltiuatore della vigna dell’arbore infruttuofo, Ta glialo,perche occupa egli il terreno ? potendo porre in quel luogo quello, che ha il frutto . Ma quefto non ha occafione di operare, & da gli altri impedimento ; per ci oche tutte quelle cofe,che fotto lui fono ad efsépio della fui maligniti,fono opprefli, come dall’ ombra della fua perfeuerità,& però ha conftituito, che i peccatori fopra i peccati tengano la tirannide. Mà tu morirai come cane in R. E t fopra il capo del Pontefice fono pofte quefte parole. Sarà coronato in R . Tra il capo,e il bufto fi vedono quefte lettere Maiu f e ò ìc B B . A. . Il Sig. dèlia Scala dice in quefta rmagine efler eiprefto Marti no Vi certi fabricatori della R u ota, Gregorio X III. coftoro fono dei numero di quelli,che à feommefle attendono,da quelle brama no guadagno,e lo ricercano cò fallace induftria : noi affermatamé te perniiamo eftere ftato deferitto con quefto ofcurifsimo inuoglio Giulio III- dal Profeta fia ftato ò Gioachino, ò Anfelmo,ò qualuque altro. Non fi fermammo à render le ragioni,per non efferepiù lunghi,di quanto ricerca la materia di quefte annotationi,& l’vfo conun une. VATICINIO
P
XXIV.
iù chiaro Vaticinio di quefto non è in tutto il libro, fe noi mi nutamente confideraremo la vita,i coftumijl’attioni del Beatilfimo Pio V. di iantifsima,& felicifsima memoria . Chi più San to di quefto Pontefice, chi di prudenza maggiore, chi meno bra» mofo de i piaceri. Quanto egli filile grato à Dio,teftifica la riuelatione da lui riceuuta mentre faceua orationc,della vittoria otte nuta
Ne’ Vaticini j.
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fiuta contra Turchi, & ciò è quello, che nella prefente Profezia fi contiene. Tu per la vittoria hai allargate le mani . Quella certo confeguì poco fonanti il fine della ina vita elfondo flato trasferito in Cieio circa fei meli doppo,& cosà bene,& gloriofamente riceuc il pallio nel fine del icettro cioè,poco innanzi che partiife da queila vita, & fe ne volaiTe à quella eterna,& immortale. Vogliam dare rinfèritd©ne,quai-èin quel noilro manufcritto,le parole dùque di quello fono in quePto modo. I factificij de’ venditori non ceffaranno,& fpezzaraffì iTdolo di Da n i e l e , i Monailerij ritorneranno al luogo primiero,& gli ordi ni de’ Mendicanti,& più altre fette faranno ridotte in niente. La beltia Occidentale, & il Leone Orientale foggibgheranno tutto il mondo,& farà pace in tutto il circuito della mole terre lire. Ma tu onderai nelle parti più baffo della terra. Le lettere,che fogliano effe re fra il capo,& le fpalla in qucfle imagini, qui fono lcuate via con ¡(cancellarle, & s’apprefonta a gli occhi vn folo C. & la foprafcrittionc. Sarà coronato in L. Coloro,che co’l feommettere vegliano al guada gno,cffognano quello Vaticinio al fecondo Pontefice futuro doppo il B. & S. Si ilo V- noi nel foguente diremo,qiìal iìa la nóflra opinione. Queilo folamente accennando, i factificij de i venditori riferirli à gli lieretici, l’Idolo à Turchi, i Monailerij al decreto di Pio V» delle quattro religioni. 1 fegrcti più importanti della belila Occiden tale,& del Leone Orientale,per hora da noi non fon za cagione fa ranno tenuti con buona guardia. V A T I C I N I O XXV, L Vaticinio prefente nel noilro cffomplare fcritto à mano è cosi con il paffato congionto,che al deliro fianco,e la volpe tra due ilendardijvn de’ quali ritiene co’l piè deliro dinanzi^, & al fianco finillro fi feorge quella Città con le mani non di fopra,ma da parte,di modo tale, che la metà del Vaticinio,fingile parole, faranno ridotte in niente, appartiene al Pontefice del quale l'opra pollo fi è fatto mentione,& il reilante del Vaticinio fi riferifee alla Città. An-
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A n n o ta tio n i
Ancorché fopra quella fiano calíate alcune parole,forfè per mano di qualche fanciullo. Sarebbono degne confiderà noni quelle,chc farebbono àpropofito delle lettere maiufcole in lui comprefe non dimeno è fi grande la corruttione di quella in tutti i libri itampati,tSc fcritti à penna,chenon potiamo indouinare cofa veruna.I no mi ancora non fono in tutti i medcfimi, & queirvltime lettere,che il Sig. della Scalla fà Ca. Bo. in certi eifemplari fono Io.A b.Ia Ba Io.Bo. Io.Ob.Aggiógaui iperfpicaci d’ingegno numeri formali,& fuolganfi fuori di fi intricato labirinto. Percioche confelfo inge nuamente non hauere,che cofa debba dirli, ò congietturarfi, fuor che quello , che da qui à pochi meli fono per dar in publico da quel mioantiehifsimo. Penfino bene,quelli, che al guadagno fofpirano rapportando quello Vaticinio ad vn Pontefice oltra Mo ti ; Percioche io,fe fia paíílito,fe fia prefente,fe fia futuro,fe fia lem plice,ouer doppio,non me ne prendo noia alcuna,& lafcio,che al tri fe lo fuiluppino . Quali mi era fmenticato di dire, che quello piglia il terzo luogo doppo’l S. & B. Sillo V. fecondo il giudicio d’oro,& d’argento de i banchieri. VATICINIO
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XXVI.
Orrei,che tutti i curiofi, & faputi con diligente attentiorie s’ affa ti callero in dichiarare quello Vaticiniojperciocheelfen do le cofe contenute in lui,& fecódo le figurc,& fecondo J’in ferie rione in tutti i libri differenti,io fofamente riferirò tre deferittioni, che mi fono parfe più accollarli al vero,& più elfere approuate da i lib ri. La prima è del Sig. dalla Scala . E nel fuo libro Hampa* to l’anno 1570. In Colonia, apprelfo il dottiam o gentilhuomo Theodoro Gramineo,vn Nudo lòpra v’narupe fedendo,piangen do, con la mano appoggiata alla faccia,& ila innanti à lui in piedi vn fanciullo, con le mani folle uà te innanti al petto guardandoli nudo. Vn certo libro Icritto à mano tenuto aliai buono hà vn mo nacho nudo col capo tofo,che con la mano finillra alla finiltra tcpia appoggiata piange,con la delira fpargendo denari,tiene al de ilio canto vn picciolo fcrigno, & vna borili ripiena di denari, 8c mira
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N e V a tic in i).
mira vn fanciullo,che innanzi a lui fe ne ila ritto, che tiene con la mano finiftra vn baftone, hauendo la delira appoggiata al petto, & guardando cambieuolmente il nudo» Quel mio antichiifimo da me fi fpclfo in quelle Annotationi citato propone vn Pontefice ve dito con velli Sacerdotali,di piu aGgiontoui vii più largo marìtellojthe afifomiglia quello, che da Chierici e detto Rimale, conia mano finiftra ibftenendo vn librò; de cori l’indice della delira toc candolo innanzi al petto,& moftrandolo,daH'vna, e l’altra parte, & primieramente dalla delira è vn Clauicimbalo, ò Manate rdo, & vna Citara, dalla finiftra c fiato diilegnato vn’Òrgano. Tralafeiarò per hora l’infcrìttioac,& le léttèit humeraliy foptà, & dalla parte del capo, dicendo > che quello futuro Pontefice é dame con figiiificatiue'circonicritcfoni. accennato da i •Vaticini; del Beato Zodicho Palmieri di Gioùanni Heremitd , di Gìouanni Gapifìrano , &-di Maeftro ReinurdodeU’Ordinede' Predicatori, & al fcrJtìO faràdi natìone Italiano : ancorché alcuni lìano di contrario parere. Siano dette quelle cofd da nói per fucgfiarc gli ingegni de i curioli,in altro tempo, fe le fatiche noftre faranno riceuutc co allegro fembiante,& con grata mano,tratteremopiù difìufamcnte con chiarezza,& facilità maggiore quelle cofe. VATICINIO
XXVII. ab./
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b . - p A ’i k m »
Auetia tifoluto nell’animo pattarmene con fikntìo nel prefenté V aticinio, principalmente non ettendo Hata fatta in lui fnutatione alcuna nelì'imaginc, fe non che noi habbiamò pro curato,che lìa intagliato fenza diadema quello, che ne ofaltri co’l diadema adornato ‘ perche cosi pareua, che li cótàceflc con quclle imagini,qiiali di molte poche li vedono hoggidì nel ricco Terapio di San Marcò in Venctia, & fi vede limi hiiente in vn certo lfW d-firitto à màrto aliai diligentemente»* M ai véifidi M atilio Reinardoaliai ci hàtino irifiaiùrnato alólleuafe ^Kihùegni a c u ti,“ Contengono in fé quelli preiìb,che l’infralcritcò Ìcntimcnto. H
/ vcfsiH0. Degno di d ir itto , /’ A q u ila , eh'e ‘f r itti M
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A n n o ta i ioni
D e l f e del nido tra d ita , & le cofe M uterà tu tte, & di vederle liete H attrafii diletto, & finalm ente Sarà data la luce al fe co l cieco.
C i è entrato in mente darai queft'altra interpretatione non per vaghezza,ò fottigliezza d’intelletto- ma perla corrifpondenza,& fomiglianza,che tiene con i verfi Latini,effendoci sforzati in quat tro volgari efprimere il numero,e’1 fenfo de’ Latini. L ’ 4 '¡utla degno boi di ch r ifio ’l fegno Trarrà , del nido ch’o priua già fido , M uterà’l tutto , vedrà lieto’l tutto , E ’I fe co l cieco haurà la luce fic o .
A quelli verfi è confentiente quel mio libro tante volte da me nominato. Percioche egli propone vn Pontefice ,il quale in luo go di mitra porta in tefta vn'Aquila molto grande,co’i becco apef to,& con l'ali diftefe,& tiene con ambidue le mani doi piccioli or fachini; innanzi al petto, & dal lato fianco d’elfo Pontefice è yttt mitra Papale,& dalla parte del capo le lettere numerali maiufcole fono P .C .P . & il Vaticiniocontiene quello. Sorgerà vna grande Aquila nera , velocemente fi fueglierà, & Henderá il becco nel graffo. Quella Aquila è l'Imperio Romano nato di Germania, infogna del quale è i’ Aquila nera. Separerà queft’Aquile/argento dal piombo , di quell’Aquila á ballanza habbiamo,detto,che è data in giudicio degli huomini Ecclefiailic i. Morirà in I. Giouanni Heremita dice. Verrà dall’Aquilone , & entrerà nel Santuario, & rinouerà la Chiefa de i fratelli • Et il Capi Urano. Il colore azzuro,& bianco diuenterà nero, mortali tà, fuochi. Cielo turbato. Noi congietturiamo tutto quello dirà di vnoelettilfimoPrencipe delle parti di Tramontana , hora dalle froddi, & tradimenti d’huomini federati non giallamente tratta t o . Ma quelle cofe alfuo tempo chiaramente manillifeilaià il grande, Se onnipotente Signore. Percioche il rimanente hà bifo gno cTelfer coperto, & occultato da gli huomini co’l filentio fin al fuo tempo ¿percioche ne anco è efpediéte, che diciamo tutto quel lo,che il sà,ò lì vede da voi. Accio-
N e ’ V a tic in i j . VATICINIO
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XXVIII.
Ccioche chiaramente, & manifeflamente s'accorganogli huomini quelli Vaticini; riguardare à i futuri , & non à i pailati tempi, habbiamo voluto aggiongerui rinfcrittionedi quel noftro antico eiTempUre,rimagine del quale è vn Pontefice veflito con apparati Sacerdotali,con le mani innanzi al petto dall* vna, & l’altra parte coperte dal mantello, alla finiftra difccnde vn’Arigelo volando, che gli appreilnta vn pannollino mondo. Le pa role dell’infcrittione fono di quella forte. Leuerommi per la miferià de i bifognofi, & per il gemito de i pouerijft porrò la falute,& confidanza opererò coloro,che hanno deuorato la mia plebe,come cibo di pane,& non hanno inuocato D io,& hanno hauuto paura,doue non èra tim ore. La onde è det to,che nel Tempio del Signore faranno cambiatori de i denari, & venditori delle fpirituali colombe, farò faluo il popolo humile, & humilièrò gli occhi de i fuperbi,& farà vn D io,& vna fede. Mo rirà in I. le lettere dalla parte del capo A. B G. Chi affermerà à quelle cofe appartenere al tempo à venire , collui, per parer mio, non ha uerà catti no giudicio. Se faranno alcuni,à quali più fodiffi il referirle àpafifa ri auuenimenti pongano prima innanzi à g lo c chicche à tempi d’Antichriflo hanno da cifercjne’ quali fi prediconoquefte cofe douer auueniremè fiano tanto ollinati, che voglia no apporle à Luthero . Noi Umilmente diciamo Luthero effer fla to fceleratiifimo fchiauo di Satanalfo >mà di maggior danni, mi ne,& morti cagione,& più di lui contaminato Calumo; nondime no non fu alcun di loro Antichriflo, quantunque quello vltimo folle anco tutto dato in potere alle ribaldane,& brutture de i Ma ghi . Con piu fana intelligenza dunque deuono effer intefe quefle cofe de i Santifs. Pontefici futuri,i quali reflituiranno la Cnief a , & congregheranno le fparfe pecore di Chriflo ; Percioche in torno à i tempi di quello Pontefice, cioè, poco doppo, le reliquie ^ il r incomincieranno ritornare alitici fenno, & saffi etteranno alla fa Iute,& alla vera coguitioac del vero MeffiaGicsù Chriflo. M a E que-
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Annotât ioni
E quello Tvltimo Vaticìnio nel nofìro antichi flìmo fcrittoàmanospercioche oltra l'ingiuriede’ fcancelhmenti,ehe forfè da qual che fanciullo ha patito,nelle cui mani era flato lafciato fono fiate lacerate J& guaite alquante carte. * ;
i V A T I C I N I O XXI X.
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Oi dalla ricca Chiefa di S. Marco in Venetia,& da vno, fetta toàm ano habbiamo giudicato douerfi adornare il ttiantp di Stelle.
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V A T I C I N I O XXX. *
, t .i ±r A prefagio l’imagine intorno i tempi di quello Potefìce do uer feoprirfi Antichriflo, & molte cofe ci fi rapprefentanó à confermare tal opinione: ma quello folo fia à fufficienza,non fuor di .pròpofito, benché più denfiimente fi flringano infieme i Pontefici del prefentc centinaio,il numero di quefti quindeci effer il me defimojche’l numero de' quindeci di fopra. E titi quello modo fi conofce vero, che fubito doppo il 1700. anno fèguiranno tempi çalamitofi, & conchiuderanno quel numero d’anni,che gli antichi Mecubalim.comprefero ne] primo paffach del Bcrefit, douere macare al fello millenario,.. Pcrcioche fe non tufferò abbreuiati quei giòrni,non fi. farebbe falua ogni carne,dice il Redentore. Ilche fù da loro con ofeuriifimi intrichi nafeofto, & noi per ributtare, & raffrenare l’arroganza d alcuni apertamente efpofto proponemo dalle conclufioni del Pico della Mirandola, cioè, dalla noua nelle fue Matematiche, qual’è. Per l’arithmetica non materiale : ma formale, s’ha boniffima flrada alla Pro feria naturale-. Et per la io. quar’e. Gioachino non camino per altra flrada nelle fue Profetie, che per i numeri formali.Et-dalla sn elle fue Cabalifti,che quale. Se v’è alcuna humana congiettttra de gi’vltimi tempi,poffiamo inuefligare perfecretifsima flrada della Cabala, la cÓfumatione del fecolo battere da effere da qiii dcinquecento, & quattordici anni, & giorni 2.5. Perche in vero conofciamo noi effere huomini ,
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N e ’ V a tic in i].
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che habbiamo potuto commettere molti errori, & Tappiamo non eiferein noi dottrina sì eccellente,ch.e vogliamo difendere3ne an co vn minimo errore,nè fapienza lì rara, che non vogliamo, tutte lecofenoilrefin’horacomparfe in l u c è c h e per lauuenire com pariranno, nó eflcre foggettc alla cenfura della S.Chiefa Romana.
Duhìaratione delCOrticolo Turcbefco.
Accontali vna hiftoria diuulgata m olto, & nota àciafcuno» la quale occupa il primo luogo nello frodare il viluppo dì quello ofcurifsimo Oracolo,& è in quella forma. A Mehemct II. di quello nome, tra li Prencipi Ottomani crudeliisimo, & capita li fsimo nemico de’ Chriiliani alfediando Conftantinopoli, nella notte antecedente la mina di quella nobilifsima Città, & di quelrimperio degno di lagrime, fe gli offerfe fegno tale. Parcuagli dormendo, che il padiglione dall’vna, e l’altra parte s’allargaflc, che fi aprìlfe il Cielo , & da quello fcendelfe vn vecchio d’afpetto venerabile,di fàccia reuerenda, d’habitopiùriguardeuole,chelhumano,& di proportionc di corpo più eminente •Et infiemedal Ctelo eia mandato à bàlio vn’anello attacatoad vn filo,che il vec chic,prefa la rriàno delira di Mehemct,fette volte intrapofe in tut ti i détì con quell’ordine. Nella prima fentiua egli grandiifima al legrezza, ilche nella feconda, terza, Se feguente fin’alla fettima lì fminuiUa,& quello, con dolore,il quale ogni volta,ched’anello era mutato,fi aumeritaua. Al fine doppo la lettiina,l’anello,tu tirato sii in Cielo,& ad vn tratto il vecchio fparuc,con dolore sì ecccfsiuodi Mehemct, che tralfe vn grandiisimo itrido, alquale corfero gli Eunuchi,che fecondo la confuetudinc di quella gente cuilodilcono il padiglione,& il letto del Prenejpe.Qucfti per fuo comatv daméto chiamano à lui i Vifiri,Bafsà,Belarbei,& altri Configlieli, racconta il fog n olìeu a sii vn ribello della Religione di; Chriilo , gran Vifir,lo interpreta del prender Conilantinopoli^miiammando Mehemet,gli è creduto,& la Città vieti prefa. Et quella'inten derli nel prefente Oracolo riconofceranno i eurioiì , fe rapportan do il R
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Dichiaratione
do il fette, fette fi;'-te, con moltiplicata fupputatione, noteranno i tempi di Carlo Ottauo-Ne quali era fama,che il Rè Francefe vin citore pafferebbe in Grecia contra Turchi, & per tal caufa da Ro ma menò in Francia il fratello del Prencipe de Turchi, che in Ro ma era tenuto prigione,per feruirfi di lui, & per guida, & per fau tore contra Turchi . Morto quello R è,cefsò il timor dei Turchi, & cade con lui la fperanza dei Chriftiani. Et per quello i Prencipi de i Turchi fempre doppo hanno grandemente appczzata l’amicitia del Rèdi Francia,quando che ancora hanno opinione,che dal Regno di Francia gli foprafta ruina. Così dunque l’ambiguità di queRo Oracolo nel fettimo anno lìn’hora è Rata fepolta,e tuttauia è in quelli tòpi, ne’ quali dalla prefa di Conftantinopoli fopra il fine dello fpiegare del duodecimo numero,dodici fiate in ferag girato.- Nè fi prenda marauiglia alcuno,che i Turchi tutti,& tutti gli Orientali,ipecialmente gli Egitij, & Soriani ne ferbano i deftini della famiglia Ottomana nel nonagelìmo fecódo anno del .pre fitte centinaio. lid ie effer Rato anco á Solimano Prencipe de’ Turchi predetto da vn’Arabo con parole grauilfime afferma ita il Clarilfimo Signor Stefano Thiepolo, offendo lui prefente, mentre era Ambafciatore in ConRantinopoli appreffo il detto Sig. Turco per la Sereniflìma República Venetiana, hauendo di ciò Rupore, & credendo fermamente douer così riufeire elfo Principe Tureo. Alche potrebbe aggi ungerli, quanto dal volgo viene portato intor no dell’arbore Turchefco di quindeci rami : má hora queRe, & al tre cofe fono da tacerli, douendole in altra occafione dire più lar gamente . Per certo queRo farebbe luogo attifsimo,nel quale da noi fuffe pakfatolapodeRà d ei numeri in queRo Oracolo, & quanto ella concordi á quella opinione de i Filofofi Arabiche di cono,& affermano,tutte le generation!-, & mutationi,ipecie di cofenaturali, & di quelle,che fono fopra la natura, efferdiRinteda certi numeri,& per lo mezo loro effcrconofciuti gli effetti di quel le,àquali tutti gli antichi Theologi,& CabaliRi lottofcriuono- Et raccoglici! communcinente dagli icrittidi Origene, diGicronimò, d’AgoRino,d’Hilario,di Ballilo, di Gregorio Niffeno, & di R abano, il potere de i numeri efferegrandifsimo . Etconfcffano
D e ll’O r a c o lo T u r c h e íc o .
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tutti ,nel fondare l’viiiueriìtà delle cofe il fettenario numero hauer hauuto il primo feggio,& Sapienti giudicano nel duodenario eifer ripolto la fermezza,& innouatione del Chriftianeiìmo, ilche vanno inueftigando nel fuo cubo, & nella fua fuperficie, mentre con ili tuifeono . M. D C C . X X V ili. da tutta la fua perfezione, & quello non è altro, che quando il duodenario, il quale primo nu mero di fecondità, fi compone due Senarij, & è primo numero di perfezione, rauuolgiamo dodeci fiate fin’a dodcci fiate nella fua fuperficie,& cubo, & da quello facciamo il nunterò foprapoilo. N el qual numero il Pico Mirandolano medefimamente pofe il du rare del fecolo, & noi conilituimo Tampliatione della Religione Chriftiana, & la falute delle reliquie de Ifrael. Appoggiandoli all’antica,& occulta feienza di quelle cofe,dimoftratafin’hora per traditione,& in gran prezzo tenendo il corfo,& lo fpatio de i tem pi deH’intelligcnze reggéti l'vniuerfo,le quali in maniera tale c’il luminò co i raggi del fuo fplendore, che pofsiamocon itudijpiù puri,& con più fanti compiacimenti delle facre lettere degnamen te adorare il grand’iddio,a noi renderlo.clemente,& decentemen te conofcerlo, contemplarlo, & poifederlo.
PRO-
P R O G N O S T I C A D E Succefforibus Petri , à Martino vfiqncad A ntichriftum .ex libro Io. Abbatis.
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Maitinus V .
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Rigetur colttmmfortis , & dir'met fcyfm ata , tunc pax erit in
E
vniuerfo .
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E u g e n iu sIV .
Venetm angitis : extolletjiic fuga^fa gladio difsipauitgentent,
' Nicolaus V. E x v ili agro exhibit, & exult¿bit in confpetin eius omnis viuens. c
,.
■ Callixtus I I I . Bos eritab Occidente,& osiendet virtutem fen ctfu ttifu x.
Pius I L E letas fiir?et,& impius conuertetur3fed in via comminuentur via eius,
Paulus IÏ. Barba extolet fupercilia, adorabitur in cUrit ate nociis.
Sixtus IV . D e Rupere mel affluetbenedicetur mmen eius in feculum,
Innocentius V III. E x lam a fuajntrabit innocent in SanBuariutn Dei.
Alexander V I . Belua rubeareuertetur ab Occident
cornibusfu is difsipauitones>
Pius III. Ostendent Lunafplen doremfictimfed bretii tempore extinguetur»
Iulius II. Succèdentfeculagladwm>& augebitur opusEcclefta.
Leo X. Vend LeoJUbptlle agni, ¿r deuorabit ones.
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Adrianus Vi* E ßcordia a longmquo trabet hominem Flantem infolitudinefua. Clemens V II. Circundabit auaritia3excutietur caput3& a f r o f undofurget impirn. Paulus IIL Exultabuntfloresfuper terra/»y & fem ine fu o d efiorijiet Eccleßa. Iulius III. J^ e m ontefurget qui vocatur im piu s.fjfm ate leb orabit3 & njinctt* Marcellus 1 1 . Lupi parturient ceruum3& pßudo C hristi dißperdentur. Paulus IV . In trabit velut Draco3fe d erit velut alter leo m itIs in populo. Pius IV. Em ittent denub odoremßiu m lilia,& aurea tempora dinpreualebunt. Pius V. M oricturinbello quiprxparabit volatum in perniiiem impiornirt. Gregorius X III. Exorictur ab Occidente malum3& pßudo c h r iiti excitabimtur. Sixtus V. Eos denuo exultabit3& duke boatum3vefinabunt iufliboatum . Vrbanus V II. Succedet belua Vrbanorum, & deuorabit Paßuaßliorutn, Gregorius XIV . Ab Aquilone veniet3 intrabit in Sanctuanum , ¿r Eccleßa renouabit anreurnfutim . Explicabit hydra capita decem3et euellet in terra Santfaauthorem ßd eru . Morientu rfam e populi3cti creabitur Pius3qui difperdet3& dabitpatiberib . E x toilet arbor fru ciu s vos3fe d belua occidentis deuorabit eos, Exultabit candor abiecti vulttts 3 ¿r cadetfacies fuperborum ante faciem oprm en tis. >• » Eruntßgna Solis3(y Luna cum creabitur homofortisfu p er omnes Prin • cipes3& renouabitur in Eccleßa vultus. Hoc tempore conculcabitur Antichrtslus3& erit vniuerßoßdcf vna3ac Pax A ltijsim i. N EX
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Vine entij , in antiqmfsimo libro Viterb ij reperìis.
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Vm videbis primuna bouem in Eçcleiîa Dei mugire,.tunc Ecclefia Dei incipict claudicare. Cum autern videbis tria alia figna, videlicet Aquilani coniun¿tam ferpenti,& fecundum bouemin Eeclefiam Dei mugire, tunc erunt tempora tribulationum. Nam vocabìter ab Occidente pro fecundum bouem, & per ferpentes quidam. Rcx magni nominis , qui Afsiriorum Regnum.delolab it. Quo cieàinàojiniurget Aper adulter,qui ipfos ferpentes è fuis latcbris expellet. Veltum liguriam Acmiliam habitantibus,nam videbunt,quæ cui tare nequ iunt, 3c trit fcifma;in Ecclefìa Dei, &duo Pontifices, vnus ele&us,aliter feifmaticus^ui verum Porìtifìcem cxularecooct,& Ecclefia Dei vi occupabitur. v■ ' . ,,, ° Tunc Ìntrabunt in Italiani ¿rçspotentifs. euercitus,vniis ab Oc cidente,alter Oriente,tertius ab Aquilone, & crit tanta fanguims effufio,quanta ab origine mundi in Italia vnquam fuit, & Aquila capiet Regem adulterum eiq; rei, & mera» omnia fubijcientur, ac parebunt,& fiet in orbe reformatio, veftes, & tonfuram deferentibus,& Maumcdiarum fetta ceffabit.
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IO I Hæc pars Prophetiæ à Ioan. de Calpcftrano,Ordinis S. Francifcb ac Theo.logo Summæ Dodrinæ, Aencæ Piccolomineo>qui iuiç pofteà Pius 1 1 . miifa fuit multò antequàm effet creatus PontifexiPoft mortemi vero ipiìus Pij Il.fuit reperti in fuis fcripturis, d m Epiftola Ioannis de Capeitrano, in qua nuntiabat ei ipsü fore Pontifìcem,ac edam fuit reperti in fcripturis ipiìus Ioannis de Capeftrano3& titulus erat.
Extrada ex libroantiquiffimoFratris EgidijPoloni. Pio Secundo. I Ropinquìorpianeta, altiorJìet maxima prudcntia3ac Religionej n ma ximo apparata corruet,
Paulo Secundo. Terribilis 'Relitta rugitum dabit3ventoJitatem parietfila r i fa c ie , multa-) rnutabit^inopinate abibit communi lattila.
Sixto Quarto. E x clauìtro fe lix arbor exibit maxima dottrina , fe d perdura ceruice lu stra yidebit.
Innocentio Odauo. Humilem,ac yìlem lingua p a rietfed eloqucntem3ac probum fona mentis^ ftatum perturbatum.
Alexandro Sexto. Anim ai mite omnes deuorabit inani ¿additate, acfùperbia 3 Eamani crux ad infero stenditi
Pio Terzo. Et iterttmpianeta bona mentisfona indolii3cibo, potuqi perbreui. Iulio Secundo. Imperatorem corona farne n Retri obtm brabit, propugnato/ accerrimus ,. mars regnabitfella par tetì ac strages.
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Leone Decimo. Plures orbis belluam terribilem ornabunt, erti noirtuoforum quia fenfns praualebunt3quafi lustra.
Adriano Sexto. E i f ordia virum probum vltra montes auocabit ■>breuis Statura morbus mortalis ìnduet. Cle-
102 Clemente Séptimo. JEt iterum figna ¡& nomine bono\¡faltapefsim a¡ máxima si?ages, capitis qua.fifnbuerfio.
Paulo Terzo. Odores,& gladius máxima altudu,m ulta difcipabit.Vrbs nuptap lustra,
Iulio Terzo. Jtions Sion vert(tur in obrobrium¡caro praualebit¡non eritquies*
Marcello Secundo. M ite,ac pronidum animal imperabitfides,religioso caritas.
Paulo Quarto. Purpurea n ix¡ex calido castro e x ilie t¡ omniaperturbabit dura ceruicis in dijperatione exibit.
Pió Quarto. D iclo r beatas c u m f agello dabit medicinas,multa ornabitjn opere máxi mo adipifeendo corruet.
Pío Quinto. Colores difsim iles afperitatemparient, ex film veniet ingensperturbado^
Gregorio X III. j: x cauernis Braco velox ebibitjeito abibit¡dum cerutcisguttabitpefsimat
Sixto Quinto. Oriet Sol¡ & mundum illum inabit, erit ingens congregadlo¡ máxima mu* taño¡honor um recreadlo.
Vrbano Séptimo. Ferax animaldulcedinem pariet, multas arum nat¡patitur , manus Del
cum ilio.
Gregorius X IV . Ceruleus, acglaueus color¡n ig e r fe t, m ortalitas ingens caelum turbatimi.
2 Parua arbor, aJpera,oèsgentes dìcent ofanna,fed auaritia mali caput. $ Sine felle animai¡fel pariet,bella ftrages in ruina Signatory. 4 Stella m atutinafiocunditasflag? ab it in ore omniumgloria tibi Domine. 5 Biceps animal erit pax no quttfipaxfetida mala in cordib. iubilantiu. 6 'turns fortitudinis in defenfionepiorii, longum annti videbit maxima-7Poma afpera in maxima liberalitate 3dicetur alleluia,per breuetempus8 Poft bos veniet Selina maxima¡cormbit s armata¡fub qua dicetur¡veh, veb,& iterum veb.
F I N I S .
P A L M E R I I .
Qm f r afe morjem exißens cifu tu ri vaticinatus eft., ■*
Paulus I V .
I ; QVbSirenaconturbabitur mundus, & HefperiadamnifìcabiM tur ex JllOjqui fuispemiciem preparauit. Marcellus I I . P on t.M a x.
I Poil Ianuas iubilationis refetatas, de rigido’Montecemus exìbit,qui3ob malitiam hominum3citó contabtflet. Plus i v .
i De infubribus veniet, Paft-r, quiTurriutn fortitudine circunda bit federa fuam.crucem albam faluabit,& diferimina Ecdefiicclaudet. Pius V .
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Probus v ire nemore veniet3in falutem gentium, & Ecclefia Dei pace>mltmanierate,& religione exaltabitur. Gregorius X I I I .
. 5 Cum Draco erit exultacusfuper Arccm Tiber«, multa mirabiUa3öi multa: iubueriiones videbunturin mundo. Sixtu s V .
6 Velut Leo &torietur;qui in folio Petri fedebit.in quo malos en leaercutrcns ftella eius ecclipfabitur. H Vrbanus V I I .
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n-d1 nUF ^ t f e lfrUläUS commcnclent
petri, dum er« in
Gregorius X I V .
8 Sib vmbra Tiara? elucefset S o l3 & tunc mittis corde3’& iuftus duminiabitur in medio Eccleiia:.
9 aquila in turre progrediens, coronam fuam plantabit in Vatianojvt fues pinguefcant in pafeuis Eccidio:. O
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10 v i USum conunllium<dauS odorem fuauiutis, engctut fub do. , i E x Africa orietur fmmentum,in oooChrifli pinguefcens , in
prudiùa
fubpSlio Petnrequiefcet.
médabitur ouile Chrifti, vt in odore fuauiutis, vtriufque ele-
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i T rÈ ccÌefi^ iìd d tofd e fonte Iacob, 'ci«* cribrouurietur aqua,in falutem omnium genuum.
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Stampata in Venetia,in Napoli, & in Vico Equenfe. R e u i f t e , & approbate dalli Molto Reuerendi Padri. Frate Pietro Roberto da Santo Martino, Teologo delTOrdine Minore Offeruante, M. Filocolo Faraldo Carmelitano. Frate Paolo Terranoua dell’Ordine di Santo Franceico Ofleruante. E t rìftampate in Ferrara, per Vittorio Baldini, Con licenza de’ Superiori. 15 9 1 * Jnqu. Pad. admittit. vt Imprimatur. Auguftinus Dulcius Excellentifs. Scnatus Venetus ,| Secretarius.
InPadoua, nellaStamparia Camerale.